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o al radicalismo islamico fino al terrorismo, o all’incredulità e ad un ateismo di fatto. I convertiti possono risvegliare la fede as- sopita dei cristiani d’Occidente? Certamente. Chi ha accettato tra i musulmani di fare questo passo è pronto anche a sacrificare molto: un mestiere, la famiglia, talvolta la vita. Mentre noi cristiani, che abbiamo ereditato la fede spesso senza personalizzarla, non siamo pronti neanche a fare un piccolo digiuno. Ai musulmani che hanno scoperto Cristo dico per esempio: tu hai praticato il Ramadan, ti suggerisco di praticare la Quaresima come si pratica in Oriente. Un vero digiuno per offrire qualcosa di te al Signore. Certo quando questi nuovi cristiani potranno emergere alla luce del sole rappresenteranno una sfida per tutta la comunità. Perché uno dei problemi del cristianesimo in Occidente è che si sta indebolendo. Manca la scelta personale, e quindi questo rischia di banalizzare tutto. DI STEFANO ANDRINI rofessor Samir sulla libertà religiosa sta cambiando qualcosa all’interno del mondo islamico? Qualche anno fa ho analizzato scritti di autori musulmani sull’apostasia. Tutti contestano la legge che condanna a morte. Questo significa che tra gli intellettuali c’è una coscienza chiara che questa modalità non è più possibile. Ma non sono soli. Navigando tra i siti musulmani ho notato che, a proposito della vicenda dell’afghano Abdul Rahman, almeno un quarto delle persone intervenute nei forum, di solito piuttosto giovani, ha difeso il principio della libertà di coscienza. Due settimane fa il pensatore e politico sudanese Hassan al Turabi, appoggiandosi al Corano, ha fatto una dichiarazione giuridica affermando che l’apostata non deve essere punito e che nell’Islam ciascuno è libero di scegliere la religione che vuole. Turabi è stato subito condannato da Yusuf al-Qaradawi, l’ imam egiziano che ha una rubrica quotidiana su Al-Jazira. Questo mostra che c’è oggi un dibattito sulla validità di questa regola. Cosa può fare l’Occidente per accelerare la modernizzazione? Può e deve reagire, come ha fatto nel caso del convertito afgano. Purtroppo questa reazione è rimasta un fatto isolato. È stato giusto intervenire, ma sarebbe un errore non continuare. Il primo strumento è una forma di boicottaggio dei Paesi più intolleranti come l’Arabia Saudita, dove nulla che abbia a che fare con altre religioni è autorizzato, le Bibbie per uso personale sono confiscate e anche la P C’è una seconda sfida che questi musulmani possono portare. La comunità cristiana, perdendo spesso di vista il senso della bellezza del Vangelo e dell’unicità di Cristo, ha smarrito la dimensione missionaria. Spero che l’esempio dei convertiti aiuti la Chiesa ad essere più comunicativa di se stessa e a proporre in modo positivo e bello il Vangelo. Oggi una delle sfide più importanti viene dall’immigrazione: la possiamo vedere come un’invasione nefasta, ma questo non è vero, né sul piano economico, né sul piano spirituale. Sono persone che vengono in cerca di qualcosa di più bello rispetto a quello che hanno nei loro Paesi. Dobbiamo guardare a questi immigrati con affetto. Accogliamoli e aiutiamoli a trovare il meglio anche sotto il profilo spirituale. E attraverso l’incontro con loro riscopriremo la nostra fede e la figura di Cristo nella nostra vita e nella nostra società. preghiera privata è negata. Per questi atti nessuno protesta, anzi si continua a comprare il greggio saudita. C’è da parte dell’Occidente un po’ di ipocrisia: sono sicuro che con un atteggiamento più chiaro, fondato sul rispetto dei valori sacri, si potrebbe ottenere molto di più. Qual è il problema reale del mondo islamico oggi? I musulmani non riescono ad armonizzare la loro tradizione con la modernità. Radicali e fondamentalisti dicono: prendiamo dalla modernità la tecnologia perché ci serve, ma lasciamo perdere tutti i principi occidentali. Ma questo è un errore, perché la stragrande maggioranza dei musulmani è attratta anche da quasi tutti i principi dell’Europa, in modo particolare i diritti umani. Va sostenuto dall’Occidente questo ingresso nella modernità. L’Occidente deve poi essere capace anche di ascoltare le critiche del mondo islamico come quelle sull’eccesso di libertà che spesso sconfina nel libertinaggio. In Italia i convertiti sono diverse centinaia, ma molti sono costretti alla clandestinità religiosa. Come farli uscire da queste mo- derne catacombe? I convertiti musulmani, anche se diventassero alcune migliaia, su una massa di 750000 musulmani in Italia sono solo una nicchia. Ciò non toglie che la loro presenza sia una sfida alla comunità musulmana moderata. Penso che questa provocazione sia positiva a fronte della secolarizzazione. Chi si converte al cristianesimo non si allontana ma approfondisce la sua fede. Non perde la religiosità ma la purifica. Tutti i valori dell’Islam, di misericordia, bontà, pietà verso i genitori, solidarietà con i poveri, tutto questo non solo rimane nel cristianesimo ma si amplifica e si allarga a tutta l’umanità. Non si nega nulla dell’Islam ma lo si porta al compimento attraverso un cristianesimo più spirituale e più impegnato nel servizio dell’altro. L’assenza di questa tendenza porta www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI l Cristianesimo non è religione. Così, a secco! La religione è un atto di giustizia: dare a Dio il culto che gli è dovuto. Dunque un atto umano con cui l’uomo dà qualcosa di umano a Dio. E varia per cultura. Il Cristianesimo è un atto divino: è Dio che dona divinamente se stesso all’uomo. I termini del rapporto sono gli stessi, ma il modo cambia. E questo è sostanziale in un rapporto. La religione va dall’uomo a Dio; il Cristianesimo va da Dio all’uomo. Non è proprio la stessa cosa. La strada che lega Bologna al Passo della Raticosa è sempre la stessa, da Bologna al Passo e dal Passo a Bologna. Ma altro è la salita, altro la discesa. In salita non si va come in discesa... La religione è l’umanizzazione di Dio; il Cristianesimo è la divinizzazione dell’uomo. Nella religione, l’uomo si fa Dio perché Dio divenga uomo. Nel Cristianesimo, Dio si fa uomo perché l’uomo divenga Dio. Non è la stessa cosa! Nella religione, il culto è una cerimonia umana. Nel Cristianesimo, il culto è l’azione con cui il Padre coltiva l’uomo innestato in Cristo, come tralcio alla vite (Gv 15). La disomogeneità non ammette paragoni. Il Cristianesimo non può essere coinvolto nel «totoreligioni». I Bologna-Raticosa e ritorno: stessa strada, fatica diversa La Madonna di San Luca è in città Dibattito sull’eutanasia Tutti i falsi del «Codice da Vinci» a pagina 6 a pagina 2 a pagina 8 Padre Samir: «Dai convertiti una sfida all’Occidente e ai musulmani moderati» Rosa Alberoni: i padri della «cacciata di Cristo» DI CHIARA SIRK on l’ho voluto io: mi creda, questo libro è stato una chiamata» così inizia la testimonianza di Rosa Alberoni, autrice di «La cacciata di Cristo», Rizzoli editore, che sarà presentato domani, ore 18,30, al Jolly Hotel de la gare (Piazza XX Settembre 2). All’incontro, organizzato da Impegno Civico, sarà presente anche Ivo Colozzi, docente di Sociologia all’Università di Bologna. Spiega Rosa Alberoni, sociologa, scrittrice, curatrice di una rubrica sul Magazine del Corriere della Sera: «Era appena uscito il mio ultimo romanzo, c’era il semestre universitario, che mi impegna molto, non pensavo proprio di scrivere un saggio. Però nel libro "Memoria e Identità" di Giovanni Paolo II N « mi aveva colpito una cosa. Già in quelli precedenti aveva detto che la radice dell’anticristianesimo era in Cartesio. Nell’ultimo libro il Papa scrive qualcosa di più: Cartesio, con la sua formula "Cogito ergo sum", penso e dunque sono, sostituisce Dio con il pensiero. Avrebbe dovuto dire "esisto, dunque penso", questa è la realtà per tutti, invece, nega Dio, mettendo al centro di tutto il pensiero e l’essere umano viene scaraventato nella periferia dell’esistenza. L’essere umano, diventato un prodotto del pensiero, non è più un sacro. Questa per me è stata una folgorazione». Che conseguenze ebbe questo ragionamento? L’illuminismo francese, da Rousseau a Voltaire, che non fa altro che rivendicare la libertà non dell’uomo, ma del pensiero. Quindi resta solo la ragione? Bisogna intendersi su questo termine. Ho scritto che la ragione è «ragionevole», il che significa che la «ragione», nell’accezione dei Romantici e di Hegel, è il risultato di una dialettica fra una razionalità pura e le passioni. Per gli Illuministi non è così. La ragione diventa un valore assoluto, diventa dea e Notre Dame è la sua cattedrale. La filosofia quindi ha una ricaduto concreta sulla politica e sulla vita? Certamente. Cartesio viene ripreso dai marxisti. Per Marx non esiste più la persona, ma solo il proletariato che ha il compito di debellare la borghesia. La famiglia va eliminata perché trasmette ai figli la proprietà, l’educazione, i valori e la coscienza morale. Lenin è andato al potere nel 1917 e tre anni dopo fece le leggi sul divorzio e sull’aborto. Non finisce qui. Cartesio lo troviamo anche nell’ideologia nazista, che annienta l’uomo, mentre Dio scompare. A quale conclusione è arrivata? I sistemi totalitari non hanno bisogno di Dio e lo scacciano, lo negano e l’essere umano diventa pura materia, prodotto del pensiero. Mentre i sistemi democratici hanno bisogno di Dio e della fede, perché hanno bisogno di persone che abbiano una coscienza morale salda la quale dice che i valori, quelli sacri, non si possono barattare. Il suo volume è uscito in febbraio: ha suscita- to reazioni? Non ho potuto presentarlo in televisione, perché durante il periodo elettorale non si poteva parlare di religione. Sto facendo incontri in giro per l’Italia e vedo che le persone apprezzano molto che qualcuno affronti questi argomenti. Siamo abituati alla dittatura della minoranza, ma c’è un fervore religioso di cui non ci s’immagina. A tutti il libro dice "Cristiani alzate la testa, difendiamo la nostra identità" . I cristiani venuti dall’Islam Incontro sul libro di Paolucci e Camille Eid iovedi’ 25 alle 21 nell’Aula Magna dell’ Istituto «Veritatis Splendor» (Via Riva Reno 57 - Bologna) il Centro culturale «Enrico Manfredini», le Edizioni Piemme e l’ Istituto «Veritatis Splendor» invitano all’incontro «Libertà religiosa e diritti umani» in occasione della pubblicazione del libro «I Cristiani venuti dall’Islam» di Giorgio Paolucci e Camille Eid (Piemme 2005). Partecipano Samir Khalil Samir, docente di Islamistica all’ Università Saint Joseph di Beirut e Giorgio Paolucci giornalista e scrittore. G «Manfredini» P. Samir I L COMMENTO B.V. DI SAN LUCA LA DEVOZIONE È NEL NOSTRO DNA a ieri la Madonna di San Luca è in Cattedrale. A distanza di secoli si ripete, ancora una volta, non semplicemente un rito collettivo ma un vero e proprio abbraccio della città. Che per una settimana circonderà di affetto speciale la sua Patrona: partecipando alle celebrazioni, alla benedizione di mercoledì in Piazza Maggiore, alla processione che riaccompagnerà l’Immagine domenica prossima. E’una scansione ben conosciuta da intere generazioni di bolognesi. Una conferma eclatante che l’antichissima devozione della nostra città per Maria è tutto meno che un fenomeno sociologico. E’ invece un segno inequivocabile che il rapporto con la Madonna di San Luca fa parte del Dna di questa città (e come ci insegnano i genetisti il Dna non si può cancellare). Si fanno compatire allora le dichiarazioni di un sociologo che, intervistato da un giornale locale, spiega così la devozione dei bolognesi: migliaia di persone pregherebbero e sfilerebbero in processione per difendersi dalla globalizzazione e dal dominio della fredda tecnologia. Nel frullatore sociologico entrano anche tra le concause di una partecipazione che non conosce crisi il boom dell’esoterismo, il Codice da Vinci e la nostalgia del brusio degli angeli. Non sappiamo se il sociologo in questione abbia mai partecipato a una processione. Siamo certi, e con noi la stragrande maggioranza dei concittadini, che la devozione per la Madonna di San Luca non è una superstizione o il revival di un passato che non ci dice nulla. Come ben sanno coloro che si recano al santuario del Colle della Guardia per offrire a Maria le proprie sofferenze e le proprie gioie la Patrona è una presenza certa e materna. Per tutti: fedeli e non. Altro che nostalgia, dunque. In questa prospettiva, perciò, vanno inquadrate anche le polemiche di questi ultimi giorni. In sintesi: la discesa e la risalita della Madonna non sono un evento tra gli altri ma l’evento in cui tutta la città si riconosce. Sovrapporre a questo altre iniziative è un errore. Anche se fatto in buona fede e seguendo le ragioni del cuore. Tra gli striscioni più inquietanti che abbiamo letto dopo la bufera scoppiata nel calcio c’è stato quello esposto da alcuni tifosi di una squadra nell’occhio del ciclone: «il fine giustifica i mezzi». Tutti sogniamo il ritorno del Bologna in serie A: ma per favore non accodiamoci al nichilismo di chi non sa più mettere in ordine gerarchico i fini della vita. D «Il mio libro invita i cristiani ad alzare la testa e a difendere la loro identità» Libertà religiosa: il problema irrisolto dell’apostasia l caso dell’afghano Abdul Rahman, convertito al cristianesimo, condannato a morte per apostasia e salvato dal patibolo per la mobilitazione della comunità internazionale, ha riacceso i riflettori su un problema da sempre irrisolto nel mondo islamico: la liberta religiosa. In particolare sull’apostasia, ritenuta un peccato e punita come un reato. «Questo fa parte della legge islamica stabilita nell’VIII-IX secolo, la cosiddetta shari’a», spiega il professor Samir. «C’è da notare, tuttavia, che la pena di morte per l’apostata non è prevista dal Corano né dalla tradizione. Da dove viene allora questa decisione giuridica? Risale al tempo della morte di Maometto quando alcune tribù che avevano riconosciuto la sua autorità e si erano sottomesse si tirarono indietro. Di fronte a tale scelta ci fu la reazione politica del primo califfo Abu Bakr, successore di Maometto, secondo il quale non si poteva rompere il patto. Una decisione che incontrò l’opposizione di gran parte dei seguaci di Maometto dell’epoca». «Se si chiede ai musulmani di oggi perché giustificano la condanna a morte per apostasia rispondono che questa condanna non è diversa dal trattamento che subiscono i traditori scoperti a vendere i segreti della nazione al nemico». Per capire il punto di vista musulmano, conclude il professore «occorre ricordare il principio enunciato nel Corano: "è meglio l’uccisione che la fitna", ovvero lo stato di sedizione. Applicato in questo caso significa meglio uccidere la persona che creare un precedente che molti altri seguiranno. Nel Medioevo questa posizione era accettata da tutti. Ma oggi non è ammissibile». I Domenica 21 maggio 2006 • Numero 20 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali del- l’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976 I cristiani venuti dall’Islam

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o al radicalismo islamico fino al terrorismo,o all’incredulità e ad un ateismo di fatto.I convertiti possono risvegliare la fede as-sopita dei cristiani d’Occidente?Certamente. Chi ha accettato tra imusulmani di fare questo passo è prontoanche a sacrificare molto: un mestiere, lafamiglia, talvolta la vita. Mentre noicristiani, che abbiamo ereditato la fedespesso senza personalizzarla, non siamopronti neanche a fare un piccolo digiuno.Ai musulmani che hanno scoperto Cristodico per esempio: tu hai praticato ilRamadan, ti suggerisco di praticare laQuaresima come si pratica in Oriente. Unvero digiuno per offrire qualcosa di te alSignore. Certo quando questi nuovicristiani potranno emergere alla luce delsole rappresenteranno una sfida per tutta lacomunità. Perché uno dei problemi delcristianesimo in Occidente è che si staindebolendo. Manca la scelta personale, equindi questo rischia di banalizzare tutto.

DI STEFANO ANDRINI

rofessor Samir sulla libertà religiosasta cambiando qualcosa all’internodel mondo islamico?

Qualche anno fa ho analizzato scritti diautori musulmani sull’apostasia. Tutticontestano la legge che condanna a morte.Questo significa che tra gli intellettuali c’èuna coscienza chiara che questa modalitànon è più possibile. Ma non sono soli.Navigando tra i siti musulmani ho notatoche, a proposito della vicenda dell’afghanoAbdul Rahman, almeno un quarto dellepersone intervenute nei forum, di solitopiuttosto giovani, ha difeso il principiodella libertà di coscienza. Due settimane fail pensatore e politico sudanese Hassan alTurabi, appoggiandosi al Corano, ha fattouna dichiarazione giuridica affermandoche l’apostata non deve essere punito e chenell’Islam ciascuno è libero di scegliere lareligione che vuole. Turabi è stato subitocondannato da Yusuf al-Qaradawi, l’imam egiziano che ha una rubricaquotidiana su Al-Jazira. Questo mostra chec’è oggi un dibattito sulla validità di questaregola. Cosa può fare l’Occidente per accelerarela modernizzazione?Può e deve reagire, come ha fatto nel casodel convertito afgano. Purtroppo questareazione è rimasta un fatto isolato. È statogiusto intervenire, ma sarebbe un errorenon continuare. Il primo strumento è unaforma di boicottaggio dei Paesi piùintolleranti come l’Arabia Saudita, dovenulla che abbia a che fare con altrereligioni è autorizzato, le Bibbie per usopersonale sono confiscate e anche la

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C’è una seconda sfida che questimusulmani possono portare. La comunitàcristiana, perdendo spesso di vista il sensodella bellezza del Vangelo e dell’unicità diCristo, ha smarrito la dimensionemissionaria. Spero che l’esempio deiconvertiti aiuti la Chiesa ad essere piùcomunicativa di se stessa e a proporrein modo positivo e bello il Vangelo.Oggi una delle sfide più importantiviene dall’immigrazione: la possiamovedere come un’invasione nefasta,ma questo non è vero, né sul pianoeconomico, né sul piano spirituale.Sono persone che vengono in cerca diqualcosa di più bello rispetto a quelloche hanno nei loro Paesi. Dobbiamoguardare a questi immigrati con affetto.Accogliamoli e aiutiamoli a trovare ilmeglio anche sotto il profilo spirituale. Eattraverso l’incontro con loro riscopriremola nostra fede e la figura di Cristo nellanostra vita e nella nostra società.

preghiera privata è negata. Per questi attinessuno protesta, anzi si continua acomprare il greggio saudita. C’è da partedell’Occidente un po’ di ipocrisia: sonosicuro che con un atteggiamento più chiaro,fondato sul rispetto dei valori sacri, sipotrebbe ottenere molto di più. Qual è ilproblema reale del mondo islamico oggi? Imusulmani non riescono ad armonizzare laloro tradizione con la modernità. Radicali efondamentalisti dicono: prendiamo dallamodernità la tecnologia perché ci serve, malasciamo perdere tutti i principi occidentali.Ma questo è un errore, perché la stragrandemaggioranza dei musulmani è attratta ancheda quasi tutti i principi dell’Europa, in modoparticolare i diritti umani. Va sostenutodall’Occidente questo ingresso nellamodernità. L’Occidente deve poi esserecapace anche di ascoltare le critiche delmondo islamico come quelle sull’eccesso dilibertà che spesso sconfina nel libertinaggio. In Italia i convertiti sono diverse centinaia,ma molti sono costretti alla clandestinitàreligiosa. Come farli uscire da queste mo-derne catacombe?I convertiti musulmani, anche sediventassero alcune migliaia, su una massa di750000 musulmani in Italia sono solo unanicchia. Ciò non toglie che la loro presenzasia una sfida alla comunità musulmanamoderata. Penso che questa provocazione siapositiva a fronte della secolarizzazione. Chi siconverte al cristianesimo non si allontana maapprofondisce la sua fede. Non perde lareligiosità ma la purifica. Tutti i valoridell’Islam, di misericordia, bontà, pietà versoi genitori, solidarietà con i poveri, tuttoquesto non solo rimane nel cristianesimo masi amplifica e si allarga a tutta l’umanità. Nonsi nega nulla dell’Islam ma lo si porta alcompimento attraverso un cristianesimo piùspirituale e più impegnato nel serviziodell’altro. L’assenza di questa tendenza porta

www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

l Cristianesimo non è religione. Così, a secco! La religione è unatto di giustizia: dare a Dio il culto che gli è dovuto. Dunque unatto umano con cui l’uomo dà qualcosa di umano a Dio. E varia

per cultura. Il Cristianesimo è un atto divino: è Dio che donadivinamente se stesso all’uomo. I termini del rapporto sonogli stessi, ma il modo cambia. E questo è sostanziale in unrapporto. La religione va dall’uomo a Dio; il Cristianesimo va

da Dio all’uomo. Non è proprio la stessa cosa. La strada chelega Bologna al Passo della Raticosa è sempre la stessa, daBologna al Passo e dal Passo a Bologna. Ma altro è la salita, altrola discesa. In salita non si va come in discesa... La religione èl’umanizzazione di Dio; il Cristianesimo è la divinizzazione

dell’uomo. Nella religione, l’uomo si fa Dio perché Dio divengauomo. Nel Cristianesimo, Dio si fa uomo perché l’uomo divenga Dio.Non è la stessa cosa! Nella religione, il culto è una cerimoniaumana. Nel Cristianesimo, il culto è l’azione con cui il Padre coltival’uomo innestato in Cristo, come tralcio alla vite (Gv 15). Ladisomogeneità non ammette paragoni. Il Cristianesimo non puòessere coinvolto nel «totoreligioni».

I

Bologna-Raticosa e ritorno:stessa strada, fatica diversa

La Madonna diSan Luca è in città

Dibattitosull’eutanasia

Tutti i falsi del«Codice da Vinci»

a pagina 6

a pagina 2

a pagina 8

Padre Samir: «Dai convertitiuna sfida all’Occidente e ai musulmani moderati»

Rosa Alberoni: i padri della «cacciata di Cristo»DI CHIARA SIRK

on l’ho voluto io: mi creda, questolibro è stato una chiamata» cosìinizia la testimonianza di Rosa

Alberoni, autrice di «La cacciata di Cristo»,Rizzoli editore, che sarà presentato domani, ore18,30, al Jolly Hotel de la gare (Piazza XXSettembre 2). All’incontro, organizzato daImpegno Civico, sarà presente anche IvoColozzi, docente di Sociologia all’Università diBologna. Spiega Rosa Alberoni, sociologa,scrittrice, curatrice di una rubrica sul Magazinedel Corriere della Sera: «Era appena uscito ilmio ultimo romanzo, c’era il semestreuniversitario, che mi impegna molto, nonpensavo proprio di scrivere un saggio. Però nellibro "Memoria e Identità" di Giovanni Paolo II

N«mi aveva colpito una cosa. Già in quelliprecedenti aveva detto che la radicedell’anticristianesimo era in Cartesio.Nell’ultimo libro il Papa scrive qualcosa di più:Cartesio, con la sua formula "Cogito ergo sum",penso e dunque sono, sostituisce Dio con ilpensiero. Avrebbe dovuto dire "esisto, dunquepenso", questa è la realtà per tutti, invece, negaDio, mettendo al centro di tutto il pensiero el’essere umano viene scaraventato nellaperiferia dell’esistenza. L’essere umano,diventato un prodotto del pensiero, non è piùun sacro. Questa per me è stata unafolgorazione». Che conseguenze ebbe questo ragionamento?L’illuminismo francese, da Rousseau a Voltaire,che non fa altro che rivendicare la libertà nondell’uomo, ma del pensiero.

Quindi resta solo la ragione? Bisogna intendersi su questo termine. Ho scrittoche la ragione è «ragionevole», il che significache la «ragione», nell’accezione dei Romantici edi Hegel, è il risultato di una dialettica fra unarazionalità pura e le passioni. Per gli Illuministinon è così. La ragione diventa un valoreassoluto, diventa dea e Notre Dame è la suacattedrale. La filosofia quindi ha una ricaduto concretasulla politica e sulla vita? Certamente. Cartesioviene ripreso dai marxisti. Per Marx non esistepiù la persona, ma solo il proletariato che ha ilcompito di debellare la borghesia. La famiglia vaeliminata perché trasmette ai figli la proprietà,l’educazione, i valori e la coscienza morale.Lenin è andato al potere nel 1917 e tre annidopo fece le leggi sul divorzio e sull’aborto. Non

finisce qui. Cartesio lo troviamo anchenell’ideologia nazista, che annienta l’uomo,mentre Dio scompare. A quale conclusione è arrivata?I sistemi totalitari non hanno bisogno di Dio elo scacciano, lo negano e l’essere umanodiventa pura materia, prodotto del pensiero.Mentre i sistemi democratici hanno bisogno diDio e della fede, perché hanno bisogno dipersone che abbiano una coscienza moralesalda la quale dice che i valori, quelli sacri, nonsi possono barattare. Il suo volume è uscito in febbraio: ha suscita-to reazioni? Non ho potuto presentarlo in televisione,perché durante il periodo elettorale non sipoteva parlare di religione. Sto facendo incontriin giro per l’Italia e vedo che le personeapprezzano molto che qualcuno affronti questiargomenti. Siamo abituati alla dittatura dellaminoranza, ma c’è un fervore religioso di cuinon ci s’immagina. A tutti il libro dice "Cristianialzate la testa, difendiamo la nostra identità" .

I cristiani venutidall’Islam

Incontro sul libro di Paolucci e Camille Eid

iovedi’ 25 alle 21 nell’Aula Magna dell’ Istituto«Veritatis Splendor» (Via Riva Reno 57 - Bologna) il

Centro culturale «Enrico Manfredini», le EdizioniPiemme e l’ Istituto «Veritatis Splendor» invitanoall’incontro «Libertà religiosa e diritti umani» inoccasione della pubblicazione del libro «I Cristianivenuti dall’Islam» di Giorgio Paolucci e Camille Eid(Piemme 2005). Partecipano Samir Khalil Samir,docente di Islamistica all’ Università Saint Joseph diBeirut e Giorgio Paolucci giornalista e scrittore.

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«Manfredini»

P. Samir

I L C O M M E N T O

B.V. DI SAN LUCALA DEVOZIONE È

NEL NOSTRO DNA

a ieri la Madonna di SanLuca è in Cattedrale. Adistanza di secoli si ripete,

ancora una volta, nonsemplicemente un rito collettivo maun vero e proprio abbraccio dellacittà. Che per una settimanacirconderà di affetto speciale la suaPatrona: partecipando allecelebrazioni, alla benedizione dimercoledì in Piazza Maggiore, allaprocessione che riaccompagneràl’Immagine domenica prossima.E’una scansione ben conosciuta daintere generazioni di bolognesi.Una conferma eclatante chel’antichissima devozione dellanostra città per Maria è tutto menoche un fenomeno sociologico. E’invece un segno inequivocabile cheil rapporto con la Madonna di SanLuca fa parte del Dna di questacittà (e come ci insegnano igenetisti il Dna non si puòcancellare). Si fanno compatireallora le dichiarazioni di unsociologo che, intervistato da ungiornale locale, spiega così ladevozione dei bolognesi: migliaia dipersone pregherebbero esfilerebbero in processione perdifendersi dalla globalizzazione edal dominio della freddatecnologia. Nel frullatoresociologico entrano anche tra leconcause di una partecipazione chenon conosce crisi il boomdell’esoterismo, il Codice da Vincie la nostalgia del brusio degliangeli. Non sappiamo se ilsociologo in questione abbia maipartecipato a una processione.Siamo certi, e con noi lastragrande maggioranza deiconcittadini, che la devozione perla Madonna di San Luca non èuna superstizione o il revival di unpassato che non ci dice nulla.Come ben sanno coloro che sirecano al santuario del Colle dellaGuardia per offrire a Maria leproprie sofferenze e le proprie gioiela Patrona è una presenza certa ematerna. Per tutti: fedeli e non.Altro che nostalgia, dunque. Inquesta prospettiva, perciò, vannoinquadrate anche le polemiche diquesti ultimi giorni. In sintesi: ladiscesa e la risalita della Madonnanon sono un evento tra gli altri mal’evento in cui tutta la città siriconosce. Sovrapporre a questoaltre iniziative è un errore. Anchese fatto in buona fede e seguendo leragioni del cuore. Tra gli striscionipiù inquietanti che abbiamo lettodopo la bufera scoppiata nel calcioc’è stato quello esposto da alcunitifosi di una squadra nell’occhio delciclone: «il fine giustifica i mezzi».Tutti sogniamo il ritorno delBologna in serie A: ma per favorenon accodiamoci al nichilismo dichi non sa più mettere in ordinegerarchico i fini della vita.

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«Il mio libroinvita i cristianiad alzare la testae a difendere la loro identità»

Libertà religiosa: il problema irrisolto dell’apostasial caso dell’afghano Abdul Rahman, convertito al cristianesimo, condannato a morte per apostasia esalvato dal patibolo per la mobilitazione della comunità internazionale, ha riacceso i riflettori su un

problema da sempre irrisolto nel mondo islamico: la liberta religiosa. In particolare sull’apostasia,ritenuta un peccato e punita come un reato. «Questo fa parte della legge islamica stabilita nell’VIII-IXsecolo, la cosiddetta shari’a», spiega il professor Samir. «C’è da notare, tuttavia, che la pena di morte perl’apostata non è prevista dal Corano né dalla tradizione. Da dove viene allora questa decisione giuridica?Risale al tempo della morte di Maometto quando alcune tribù che avevano riconosciuto la sua autorità esi erano sottomesse si tirarono indietro. Di fronte a tale scelta ci fu la reazione politica del primo califfoAbu Bakr, successore di Maometto, secondo il quale non si poteva rompere il patto. Una decisione cheincontrò l’opposizione di gran parte dei seguaci di Maometto dell’epoca». «Se si chiede ai musulmani dioggi perché giustificano la condanna a morte per apostasia rispondono che questa condanna non èdiversa dal trattamento che subiscono i traditori scoperti a vendere i segreti della nazione al nemico».Per capire il punto di vista musulmano, conclude il professore «occorre ricordare il principio enunciatonel Corano: "è meglio l’uccisione che la fitna", ovvero lo stato di sedizione. Applicato in questo casosignifica meglio uccidere la persona che creare un precedente che molti altri seguiranno. Nel Medioevoquesta posizione era accettata da tutti. Ma oggi non è ammissibile».

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Domenica 21 maggio 2006 • Numero 20 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generali del-l’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

I cristiani venutidall’Islam

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DI MICHELA CONFICCONI

elle Veglie di preghiera che animano le seratein Cattedrale durante la permanenza della

Madonna in città, quest’anno ci sarà una piccolanovità: una serata animata da e per le famiglie e ifidanzati di Bologna, venerdì 26. A presiederel’appuntamento, che come gli altri si svolgerà alle 21con la recita del Rosario, il canto delle Litanie e unbreve momento di Adorazione eucaristica, saràinfatti monsignor Massimo Cassani, vicarioepiscopale del settore Famiglia e vita. «Tradizionalmente le serate sono animate da gruppiche pregano per intenzioni specifiche, in particolarele vocazioni - spiega monsignor Cassani - Tuttavia,poiché erano presenti solo ordini e congregazionireligiose e il Seminario, l’attenzione era concentratasulle chiamate alla vita religiosa o al presbiterato,mentre mancava un momento chiaramente inrelazione alla vocazione coniugale, che nellacoscienza della Chiesa ha pari dignità. Ci sembravaquindi importante proporre un appuntamento nelquale le famiglie pregassero la Madonna, oltre cheper le necessità della Chiesa, anche per le famigliestesse, oggi provate da tanti problemi quali ledivisioni e il difficile rapporto educativo tra genitorie figli». La Provvidenza ha fatto poi il resto,rendendo effettivamente possibile la cosa. «Ci siamoinseriti in una delle due Veglie che solitamenteerano animate dai Seminari Regionale eArcivescovile - prosegue il vicario episcopale - poichési è scelto di "accorparle" in un’unica serata». Famiglie e fidanzati hanno già altri momenti «forti»di preghiera davanti alla Madonna di S. Luca: sitratta del pellegrinaggio dei fidanzati al Santuario edi quello in occasione della Giornata per la vita,della quale sono proprio le famiglie le principalicustodi.Le altre Veglie di preghiera sono presiedute: oggi dapadre Giovanni Nicoli, superiore dello Studentatodei Sacerdoti del Sacro Cuore; lunedì da padreGiuseppe Barigazzi, guardiano del Convento S.Antonio (francescani minori); martedì da padreAngelo Piagno, priore del Convento S. Domenico;mercoledì da don Aldo Rivoltella, direttoredell’Istituto salesiano Beata Vergine di S. Luca;giovedì da monsignor Stefano Scanabissi, rettore deiSeminari Arcivescovile e Regionale; sabato da padreAlfredo Rava, guardiano del Convento S. Giuseppe(francescani cappuccini).

N

Notificazione del cerimonierea solenne liturgia eucaristica inoccasione della solennità dellaBeata Vergine di San Luca,

presieduta da S. Ecc. Mons. VincenzoZarri e concelebrata da tutto ilpresbiterio diocesano, avrà inizio alleore 11.30 del giorno 25 maggio 2006presso la cattedrale metropolitana. Sono invitati a concelebrare incasula:- i vicari episcopali- il vicario giudiziale- l’economo della diocesi- il presidente dell’istituto per ilsostentamento del clero- il rettore del seminario- il segretario particolaredell’arcivescovo- i canonici del capitolo dellacattedrale- il primicerio della basilica di sanPetronio- i padri provinciali e i superiorimaggiori degli ordini religiosi inrappresentanza del clero religioso

L - i sacerdoti di rito non latino- i sacerdoti secolari e religiosi chefesteggiano il 25°, il 50°, il 60°, 65°,70° di ordinazione presbiterale.I reverendi presbiteri che rientranonelle categorie sopra citate sonopregati di presentarsi entro leore11.15 presso il piano terradell’arcivescovado, dove riceverannotutti i paramenti necessari. Tutti gli altri presbiteri secolari eregolari della diocesi sono invitati aportare con sé camice e stola bianca,e a presentarsi entro le 11.15 pressola cripta della cattedrale.I reverendi diaconi (esclusi quelli diservizio), i seminaristi e i ministriistituiti che intendono prendereparte alla liturgia sono pregati diportare con sé i paramenti propri edi presentarsi entro le ore 11.15presso il piano terradell’arcivescovado.

Don Riccardo Pane, cerimoniere arcivescovile

Immagine, un prospetto storico

aria è anche la nostra Signora!»dicono orgogliosi. Così comeBologna è anche la loro città. Per

questo gli immigrati cattolici hanno sentitol’esigenza di ritrovarsi per «salutare» con unaMessa la Madonna di S. Luca il giorno del suorientro al Santuario sul Colle della Guardia. Latradizione, che giunge al 9° anno, si ripeteràquindi domenica 28 maggio, alle 12.15, subitodopo la Messa episcopale presieduta dalcardinale Giovanni Battista Re. Gli immigraticattolici proporranno una liturgia interamenteanimata da loro: «saranno presenti le espressionidi almeno 10 - 12 diverse culture e alcuni gruppiparteciperanno anche in costume», afferma donAlberto Gritti, incaricato diocesano per laPastorale degli immigrati. I filippini di ElShaddai si preoccuperanno del canto diingresso, mentre le Suore minime della Tanzaniacanteranno il Kyrie, e i polacchi il Gloria. Cisaranno le Letture in inglese, spagnolo e Swahili,oltre che in italiano. Poi preghiere dei fedeli lette

M« da immigrati dall’Est Europa, Nigeria, Cina,Eritrea e Perù. E poi ancora l’Offertorio curatodalla Costa d’Avorio e canti di Comunione diucraini, rumeni e latinoamericani. Infine, dopola Benedizione, diversi canti alla Vergine fatti daaltrettanti gruppi, in lingua madre. Un tripudioinsomma di universalità. «Tutti i popoli hannoun’espressione devozionale nei confronti dellaMadonna - prosegue don Gritti - A questo siintreccia il senso di appartenenza di questinuovi abitanti sia alla Chiesa che alla città diBologna. Così hanno voluto un momento nelquale questa piena condivisione fosse resaevidente». Anche se per la verità l’unità deicattolici immigrati intorno alla Madonna delColle è ben più «antica»: da tempo tutti gli anniil sabato successivo alla «festa dei popoli» che sicelebra nell’Epifania, si organizza infatti unpellegrinaggio alla Basilica di S. Luca. Per gliimmigrati dell’Est, poi, per i quali ilpellegrinaggio mariano è parte della loro stessacultura, l’appuntamento con la Madonna di S.

Luca è quasi abituale nel corso dell’anno.«Se si vedesse come è sentito il legame conMaria! - racconta don Gritti - c’è persino unasorta di "rivalità" tra i popoli nel cantare allaMadonna per primi e i canti più belli.Invitare questi gruppi nelle parrocchiequalche volta sarebbe un vero toccasana divitalità per le nostre comunità. In essi c’èl’entusiasmo di chi si ritrova con il propriopopolo, in terra straniera, a condividere il"cuore" della vita». Gli immigrati nellaprovincia di Bologna sono circa 63 mila. Diessi circa la metà è cristiana, e il 30%cattolico. (M.C.)

L’omaggio degli immigratissere immersi in una storia vivache senza soluzione dicontinuità, di padre in figlio, ci

ha consegnato la fede. È questa lasensazione che prova chi accosta il libretto, stampato dallaDehoniana libri in occasione delladiscesa 2006 della Patrona diBologna dal Colle, «Prospetto storicodell’immagine di Maria Verginedipinta dall’evangelistaLuca» (pagine 55, Euro4.90). L’opera è la ristampadi un libro del 1802, ed èscritta da un anonimo che sifirma «divotissimo di MariaVergine».«Si tratta di uno studio pococonosciuto – sottolineamonsignor Arturo Testi,vicario della Basilica di S.Luca – ma che rappresentaun utile strumento perconoscere più

E profondamente la storia delladevozione alla Madonna di S.Luca e della vita del Santuarioche la custodisce». In esso siriconoscono, aggiungemonsignor Testi, «le radici delnostro popolo bolognese», e «ilvalore antropologico e culturaleavuto dal Santuario nei secoliscorsi, poiché la Madonna di S.

Luca è stata parteintegrante della Bolognadi ogni epoca». Tra letante informazionil’autore ottocentescoriporta anche uninteressante studio sulla«Serie di quelle voltenelle quali è stataportataestemporaneamentel’Immagine nella cittàper pubblici bisogni», apartire dal 1302. (M.C.)

a ieri è presente in città l’Immagine della BeataVergine di S. Luca, patrona della città e della

diocesi, e vi rimarrà fino a domenica 28. Per tutto iltempo di permanenza della Madonna in città laCattedrale rimarrà aperta dalle 6.30 alle 22.30, esaranno celebrate Messe ogni ora dalle 6.30 alle12.30, e dalle 16.30 alle 19.30. Tutti i giorni alle 21recita del Rosario, seguito da una breve Adorazionee benedizione eucaristica. Molti confessoririmarranno a disposizione dei fedeli nell’arco dellagiornata. Nel corso della settimana si susseguirannodiversi appuntamenti. Ne segnaliamo alcuni. Oggicelebra la Messa episcopale delle 10.30 monsignorPaul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio«Cor Unum»; alle 14.45 è invece l’Arcivescovo apresiedere la Messa e funzione lourdiana,organizzata da Ufficio diocesano di Pastoralesanitaria, Unitalsi e Centro volontari della sofferenza(info: Unitalsi, via de Marchi 4/2 tel. 051335301).

Domani alle 10.30 Messa e visita del Capitolo della Basilicadi S. Petronio, alla quale sono invitati tutti gli anziani.Martedì 23 alle 16 monsignor Vincenzo Zarri, vescovo

D emerito di Forlì, presiede la Messa cui sono invitatetutte le consacrate della diocesi. Mercoledì 24 alle16.45 canto dei Primi Vespri nella solennità dellaBeata Vergine di S. Luca, cui segue la processione finoa S. Petronio: lì la tradizionale benedizione dal sagratodella Basilica; in piazza sono presenti i fanciulli e iragazzi di Bologna. Segue, alle 18.30 la Messapresieduta dal vescovo ausiliare monsignor ErnestoVecchi. Giovedì 25, solennità della Beata Vergine di S.Luca: alle 10 incontro del clero in Cripta, e alle 11.30Messa concelebrata dai sacerdoti diocesani e religiosiche ricordano il Giubileo dell’ordinazione; presiede ilvescovo emerito di Forlì monsignor Vincenzo Zarri.Infine domenica 28: alle 10.30 Messa celebrata dalcardinale Giovanni Battista Re, prefetto dellaCongregazione per i Vescovi. Alle 16.30 canto deiVespri e alle 17 la venerata Immagine vieneriaccompagnata al Santuario di S. Luca, sostandoprima in Piazza Malpighi e poi a Porta Saragozza perla Benedizione. All’arrivo dell’Immagine al Santuario,Messa presieduta dal pro vicario generale monsignorGabriele Cavina.

Da ieri l’Immagine della Beata Vergine di SanLuca è in Cattedrale. Oggi alle 10.30 Messacelebrata da monsignor Paul Josef Cordes,presidente del Pontificio consiglio «Cor Unum»

2 Domenica21 maggio 2006

La Messa degli immigrati

Veglia per le famiglieLa Madonna è scesa in città

Tutte le celebrazioni in onore della Patrona

DI CARLO CAFFARRA *

arissimi giovani, vorrei chepartiste da questo incontrocon Maria avendo nel cuore

un vera letizia, in possesso di fortiragioni di speranza.Avete guardato a Maria: che cosaavete visto in lei? Avete visto labellezza, la pienezza, larealizzazione perfetta dellapersona umana. In Lei la grazia diCristo ci ha mostrato chi siamo.Quante volte sarete stati tentati dipensare che il male è più forte cheil bene; che per «far tornare iconti» nella vita è megliocommettere l’ingiustizia piuttosto

C

L’Immagine della BeataVergine di San Luca

Ieri sera in San Pietro il Cardinale ha presiedutola Veglia mariana dei giovani

«Guardando a Maria aveteimparato che è possibile viverenella verità, nella bontà e nellabellezza la propria umanità»

il saluto iniziale

«Il Santo Rosario»,preghiera stupenda«Carissimi giovani, grazie per averaccolto il mio invito a trascorre unpo’ di tempo con Maria, la madredi Gesù.Ella vi attendeva, come una madreattende il proprio figlio per farglisentire il calore del suo affetto. Evoi ora siete qui con Lei.Trascorreremo questo tempo pre-gando il S. Rosario. Che stupendapreghiera! Attraverso questa pre-ghiera Maria vi condurrà ad un in-contro con Gesù che sarà fonte digioia per il vostro cuore».

Nella foto grande un momento della discesadell’Immagine della Madonna di San Lucaaccompagnata dal clero e dai fedeli

la bellezza dell’amore: dell’amoreverginale, dell’amore sponsale conGiuseppe, dell’amore materno conGesù. Quando parlo della bellezzadell’amore, parlo della bellezzadell’uomo e della donna cherisplende nella loro capacità diamare. La bellezza che risplendenel dono della verginitàconsacrata, nel dono che ognigiorno il sacerdote fa ai suoi fedeli,nel dono in cui gli sposi diventanouna sola carne, nel cammino deifidanzati. Voi imparerete acontemplare la bellezza dell’amoree a gioirne, pregando Maria estando in sua compagnia. Andatespesso a visitarla nel suo santuario;recitate il s. Rosario; ogni seraprima di addormentarvi mandateleun pensiero.Che Maria vi doni la purezza delcuore, perché possiate vedere labellezza dell’amore e restarnerapiti.

* Arcivescovo di Bologna

che subirla; che la sessualità non èil linguaggio dell’amore vero maun gioco in cui si consente l’unoall’altro di far uso del propriocorpo.Voi questa sera guardando a Maria,avete imparato a dire: «No, questanon è la verità circa la miapersona; è possibile vivere nellaverità e nel bene la propriaumanità: il proprio lavoro ostudio, l’amicizia, l’amore allapropria ragazza/o, poiché c’è laMadre di Gesù. Lei è la pienezzadell’umanità».Avete guardato a Maria: che cosaavete visto in Lei? Avete visto labellezza dell’amore. Lei ha vissuto

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L’incontro conl’Arcivescovo ha conclusola Scuola animatori 2006

Corticella, la Casa della Carità c’è da 40 anni

3Domenica21 maggio 2006

un continuo alternarsi di preghiera e di attività.Giovanissima, dunque, nello spirito che laanima questa «quarantenne» per cui si faràfesta il 27 maggio a partire dalle 10,30.Si inizierà con la Messa presiedutadall’arcivescovo cardinale Carlo Caffarra, comerendimento di grazie al Signore per i tanti doniche, attraverso la Casa, ha elargito.Seguirà un momento di amicizia e di ... assaggi.Perché la Casa della Carità di via del Tuscolano97 è una famiglia allargata nel significato piùbello.L’invito a far festa insieme è per tutti!

l’avrà costantemente nel suo cuore anchequando, tra breve, dovrà lasciarla, perchédestinato ad altra parrocchia.Ma a darle immediato calore è stata la presenzadelle suore Carmelitane minori della Carità.Un sorriso, una carezza, una parola e, perchéno?, qualche amorevole rimprovero,accompagnano la vita della Casa in cui sialternano momenti di apprensione e di gioia ein cui, comunque, tutto si stempera in unaserena accettazione e lezione di vita.I «piccoli» del Vangelo sono qui i veri padronidi casa, fratelli del Cristo che, nel suo umanosoffrire, abbraccia e consola.Per questo loro, i «piccoli», costituiscono il verotesoro della Casa, un tesoro che non teme lavenuta furtiva del ladro o il passare del tempo.È un tesoro che si dilata e fa crescere.Lo sanno bene i volontari e anche quelli chefanno solo occasionalmente una capatina, inun momento qualunque della giornata, che è

DI EMILIA CALBI

uarant’anni? No, non li dimostradavvero!Voluta dal cuore profeticamente

generoso del cardinale Giacomo Lercaro, lagiovane pianta della Casa della Carità diCorticella, spuntata nel 1966, è cresciuta benpresto in tutto il suo vigore. La dedizioneappassionata di don Giuseppe Nozzi ha curatoil tenero germoglio, proteggendolo anche daventi non propizi. Dopo di lui se n’è preso curadon Mario Cocchi che l’ha guidata per anni el’ha amata come la sua vera famiglia. Lui certo

Q

DI ILARIA CHIA

ono più di 1.600 i giovaniche hanno seguito il percorsoformativo in vista di Estate

Ragazzi e che venerdì sera si sonoritrovati nel cortile dell’IstitutoSalesiani di via Jacopo dellaQuercia per vivere il momentoconclusivo della preparazione. In apertura della serata,animazione con gli inni delleestati precedenti che quest’annosono stati raccolti in un dvd.Autrice dell’inno di questaedizione 2006, intitolato «Unbambino vero», Silvia checommenta: «Le parole del testo,ispirate alla storia di Pinocchio,tema di quest’anno, raccontanola vita di ognuno di noi, le pauree gli ostacoli che ci impedisconodi realizzarci come persone, leillusioni a cui ci lasciamo andaree che ci allontanano dalla verità.Come accade a Pinocchio. Ma infondo a noi rimane sempre ungrande cuore, capace di volere ilbene. La frase più bella per me èquella in cui il burattino ritrova ilpadre, proprio lì dove regna laprofondità, come recita il testo,quando ormai sembra esseremorta ogni speranza».Dopo i canti, l’arrivo delCardinale che per preparare glianimatori a vivere al meglioquesta avventura , sceglie unbrano del Vangelo di Luca,l’episodio dei discepoli diEmmaus. «L’esperienza che stateper fare – commental’Arcivescovo – deve nascere dalcuore, dal desiderio di avvicinarviai vostri amici più piccoli percondividere il vostro tempo conloro. Un po’ come fa Gesù con idiscepoli di Emmaus, quando siaccosta a loro per percorrereinsieme il cammino». Estate Ragazzi, ha concluso ilcardinale Caffarra «deve poidiventare uno stile di vita checambia la visione delle cose. Idiscepoli dopo aver incontratoGesù non sono stati più tristi,così auguro a voi, dopo questa

Sesperienza, discoprire il gustodi un’amiciziavera e che c’è piùgioia nel donareche nel ricevere». La serata ècontinuata conun momento dipreghiera. Alquale è seguita ladistribuzione delmateriale per glianimatori, gliormai mitici cappellini emagliette. Per la t-shirt di quest’anno, i colori sono il bianco el’arancione e lo slogan «Un grilloper la testa». È il collodianoGrillo parlante uno deiprotagonisti del sussidio perl’animazione elaborato da Agio(Associazione giovani perl’oratorio) in collaborazione conla Pastorale giovanile. «La scelta della favola diPinocchio», commenta LucaBortolotti, formatore della scuoladi San Pietro in Casale eGranarolo, «per me, che ho ancheletto il saggio del cardinale Biffi ,è molto stimolante perché ponein rilievo la ricerca del padre,un’esigenza che è in ognuno dinoi». «Come ho preparato i mieianimatori all’Estate Ragazzi? –aggiunge Luca – trasmettendoloro delle motivazioni e una fortecarica interiore. La cosa piùimportante, per me infatti, èquella di mostrarsi appassionatiin quello che si fa, perchél’educazione passa soprattuttoattraverso il proprio esempio e lapropria testimonianza».Per Elisa invece, una lungaesperienza di Estate Ragazzi allespalle, il percorso formativo deinuovi animatori ha unaparticolarità che si ripete ognianno: «È bello vedere come i piùpiccoli coinvolgono i più grandi.In chi è più giovane c’èun’energia stupenda, unacapacità di vedere aspetti che congli anni si danno un po’ perscontati».

Don Lino Civerra nuovo parroco a Porrettaa cosa più importante è "stare allegri":essere consapevoli cioè che la vita cristianaè gioia, è entusiasmo, e cercare di

trasmettere a tutti questa gioia». È la filosofia di vitadi don Lino Civerra, 41 anni, nominato parroco aPorretta Terme (attualmente lo è a Capugnano eCastelluccio). «Questa nomina non me l’aspettavo -commenta don Lino - pensavo ad una diversadestinazione. Sono però contento perché cosìrimango in montagna, che è il mio ambiente (sonooriginario di Castiglione dei Pepoli)». Riguardo allasua vocazione, don Civerra ricorda che «è nataquando ero ancora piccolo, nella parrocchia diCastiglione, grazie all’esempio dei sacerdotidehoniani che la reggono. Sono entrato inSeminario in prima media, e da lì ho continuatofino all’ordinazione». Dopo la quale, don Lino èdiventato cappellano a S. Giovanni Battista diCasalecchio, dove è rimasto cinque anni, «annibelli - ricorda - perché ho imparato a "fare il prete"non più attraverso i libri, ma dal contatto direttocon la gente, in parrocchia. E soprattutto ho potutoavere il sostegno e l’accompagnamento di un prete

L« più anziano, il parroco: cosa fondamentale per unsacerdote giovane». Considerazioni che valgonoanche per i successivi quattro anni, trascorsi da donLino sempre come cappellano a S. Giovanni inPersiceto, «una parrocchia molto bella e moltoimpegnativa, perché ricchissima di attività».Poi don Civerra è divenuto parroco a Capugnano eCastelluccio, «due piccole parrocchie, cheraggiungevo in macchina, perché la mia residenza èsempre stata a Porretta, assieme ad altri sacerdoti».Un’esperienza,quest’ultima, chedefinisce «molto positiva,da proseguire,naturalmente conl’assenso dei nostrisuperiori, e magari ancheda realizzare in formenuove»; nel senso, spiega,«di aggregare altrisacerdoti del vicariato, chene sentono l’esigenza,proprio dal punto di vista

spirituale; anche perché in montagna si rischiapurtroppo di essere parecchio dispersi». Dal puntodi vista pastorale, «le due parrocchie piccole mihanno permesso di fare l’esperienza dei rapportipersonali con la gente. Anche coi giovani mi sonotrovato bene, anche se ho capito che per avere unreale contatto con i ragazzi di oggi occorre dedicareloro molto tempo».Ora si prospetta un’esperienza diversa, anche se laresidenza non cambierà. «Fortunatamente, conoscogià un po’ la comunità parrocchiale, perché hocollaborato con i due precedenti parroci, per unanno con don Franco Govoni e per sei con donIsidoro Sassi; ma naturalmente l’impegno saràdiverso, ora avrò più lavoro e più problemi». Perquanto riguarda i suoi programmi pastorali, donLino si propone anzitutto di portare avanti quantoavviato dai precedenti parroci, poi, fedele al suomotto, «portare a tutti la gioia del Vangelo, che ci facamminare nella fede, nella speranza e nellacarità». In particolare, si propone di continuare illavoro coi giovani, a livello vicariale, e quello con lefamiglie cominciato da don Isidoro; «sperando di

non essere "sommerso" dal lavoroamministrativo, come quello relativo allascuola materna e alla Casa di riposo». Contaanche sulla collaborazione dei frati cappucciniche hanno un convento e una chiesa a Porretta,«una bella realtà, che ci diventerà ancora piùvicina perché uno di loro sarà parroco aCapugnano e Castelluccio».

Chiara Unguendoli

Un musical e un concerto a S. Girolamo dell’Arcoveggio

tempi cambiano. Accade così che S.Francesco sia uno studente di

ingegneria, S. Chiara una studentessa delDams il lupo un grafico pubblicitario. Pernon parlare del giovane musulmano, cheinvece è un sacerdote. Non ci sono più ipreti di una volta... Siamo i giovani di S.Girolamo dell’Arcoveggio, pronti per ilmusical sul Santo di Assisi, in occasionedell’8ª Decennale eucaristica:appuntamento sabato 27 alle 21, nelcampo parrocchiale. Sotto la direzioneartistica di Sara/S. Chiara, ripercorreremola straordinaria vita di S. Francescoattraverso le note del musical «Forzavenite Gente» di Michele Paulicelli. Apochi giorni dallo spettacolo giàrimpiangiamo le prove, in cui tra l’altroabbiamo avuto modo di apprezzare ivirtuosismi di Jamme nell’alleluia acuto,capace di una «a» da paura con le faucispalancate. Non siamo professionisti, mal’entusiasmo c’è tutto. . E, se vedrete unodei frati impappinarsi nel balletto,inciampare o urtare l’impianto luci,quello sono io. Non siamo professionisti,appunto. Sempre nell’ambito della Decennale,domenica 28 maggio alle 21 si terrà unconcerto di musica sacra. Il Coro «SoliDeo Gloria», diretto da Gian Paolo Luppi,in collaborazione con i cori polifonici diS. Girolamo dell’Arcoveggio e «J. M.Keynes» di Castelmaggiore, eseguirà unaserie di brani di musica sacra. Ingressolibero. Per informazioni:www.treggia.it/solideogloria

Lorenzo Galliani

I

Sopra, la parrrocchiadi Porretta (foto Marchi), a sinistra don Lino Civerra

La celebrazione sarà sabato 27 alle10.30: Messa dell’Arcivescovo e poi festaVoluta dal cardinal Lercaro, è statacurata da sacerdoti, suore e volontari

I «piccoli» del Vangelo sono qui i veripadroni di casa. Per questo loro, i«piccoli», costituiscono il vero tesoro dellaCasa, un tesoro che non teme ladri

Oggi tre Decennali: S. Giuliano, S. Lazzaro e S. Ruffillo

ggi si concludono tre Decennalieucaristiche. A S. Giuliano, si comincerà

alle 8 con la prima Messa. Alle 10 sempre in S.Giuliano Messa ed esposizione dell’Eucaristia;con la quale alle 10.30 inizierà la processionealla chiesa sussidiale di S. Cristina: qui alle11.30 ci sarà la Messa solenne. Al termine,verso le 12.15, ritorno processionale in S.Giuliano, dove alle 12.30 verrà impartita labenedizione alle famiglie. Alle 18 l’Adorazioneeucaristica e alle 18.30 Messa. Dalle 17, ilmomento di festa: animazione e giochi perbambini e ragazzi, concerto di musica classicae popolare con la «Filarmonica Puccini»; laclassica «torta di riso», crescentine e bevande.Alla fine, l’estrazione dei premi della «LotteriaAddobbo 2006». A S. Lazzaro ci sarà una solaMessa, solenne: alle 10 nel Parco 2 agosto,seguita dalla processione per le vie del paese econclusa dalla Benedizione eucaristica. Alle12.30 pranzo delle famiglie e poi sempre nelParco 2 agosto: alle 14.30 briscola e giochi inpiazza; alle 16.30 recital dei bambini di 4ªcatechismo; alle 17.30 spettacolo musicale«Una volta... era Cenerentola»; alle 19 tombola,alle 20.30 giovani in concerto e alle 22estrazione premi della pesca di beneficenza. A S. Ruffillo Messe alle 8 e alle 11. Alle 17 Messasolenne seguita dalla processione eucaristicaper le vie circostanti e ritorno alla chiesa sulcui piazzale sarà impartita la Benedizione.Seguirà la festa popolare.

O

Associazione ICONA con il presentearticolo intende rendere nota a tutta laChiesa di Bologna le attività che

verranno attuate nei prossimi mesi.L’impegno primo sarà di incontrare lerispettive comunità ortodosse presenti incittà, andando a visitarle nei luoghi dove essesi ritrovano, per tessere un legame fraterno diconoscenza reciproca, di scoperta dei donispirituali e delle peculiarità di ogni chiesa.Cominceremo giovedì 8 giugno, alle ore 21,presso la Chiesa rumeno-ortodossa sita inPiazzetta San Michele.Un’altra attività che svolgiamo da anni sono icorsi teorico-pratici di iconografia cristiana.Dal 20 giugno all’1 luglio, a Casa Merati, inlocalità Sovere (BG), si terrà un corso su trelivelli di difficoltà, principianti, medio eavanzato. Lo scopo è di progredire nellaconoscenza dell’icona orientale, immagineche anticamente appartenevaa tutta la Chiesa. Per maggioriinformazioni si puòcontattare sr. Maddalena al3470821182.Già da alcuni anni abbiamointrapreso dei viaggi in Russiaper andare alla fonte diquell’iconografia che i nostrimaestri, figli di quella terra edi quella Chiesa, ci avevanotrasmesso. Dal 22 al 31 agostosi terrà un viaggio che visiteràil nord della Russia: SanPietroburgo, Staraja Ladoga,Tikvin, Novgorod, Pskov, e leisole Solovki. Scopo delviaggio è vedere dal vivo icapolavori dell’iconografia

’L russa, entrando in contatto con comunitàecclesiali, monasteri, laboratori iconografici, evisitando anche nuove chiese che presentanol’iconografia attuale russa. Per informazioni sipuò telefonare ai seguenti numeri:051580222, 3334248379. L’ultimo progetto dell’anno dovrebbesvolgersi tra novembre e dicembre. Ungruppo di iconografi italiani si recherà a SanPietroburgo per realizzare una piccolaiconostasi per una cappella del MonasteroNovodievicij (o delle Vergini), dedicata aSilvano del Monte Athos. Questo progettonasce come gesto di gratitudine verso laChiesa Russa, che attraverso dei suoi figli, inostri maestri, ci ha dato l’opportunità diconoscere il mondo dell’icona. Doneremo ilfrutto del nostro lavoro a quel Monastero, dacui saremo ospitati. Sarà un grandearricchimento spirituale e professionale, in

quanto lavoreremo incollaborazione con ilLaboratorio S. Giovanni,specialmente con il direttoreAleksandr V. Stal’nov. Questoprogetto comporterà dellespese (viaggio, materiali), manon un compenso. Essendoun’Associazione non a scopodi lucro chiediamo a quantifossero sensibili verso taleprogetto, di sostenerlo conun’offerta, anche piccola,facendo un versamento sulc.c.p. 72334451, intestato a«Associazione ICONA», concausale «IconostasiNovodievicij».

Giancarlo Pellegrini

«Icona», un anno denso di appuntamenti

Estate Ragazziscalda i motori

Nella foto piccola, l’incontro del cardinale Caffarra con gli animatori di Estate Ragazzi

La Casa della Carità di Corticella

G Pellegrini, La Pentecoste

Estate Ragazziscalda i motori

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gli standard dellecooperative, che neganomolti diritti».L’«avventura» dellacooperativa è continuatafino al 1988, quandoalcune delle Missionariefurono trasferite dallacongregazione. Ma lapresenza nel carcere èsempre continuata, e anzii volontari si sono poicostituiti in unaassociazione (l’Avoc,Associazione volontaridel carcere), della qualele Missionarie e ilsacerdote dell’Opera donCalabria presenti aBologna sono membri.Due anni fa poi sonotornate le Missionarie cheerano state trasferite, econ loro ha ripreso vigorel’opera di accoglienzadiretta, nella casa delBaraccano. «Nonaccogliamo moltepersone, perché non neabbiamo la possibilità -spiega suor Giuseppina -ma con loro instauriamorapporti durevoli. Ilnostro metodo è lacondivisione di vita:attraverso questa "passa"l’aiuto e la possibilità diriscatto». E non basta: c’èanche l’aiuto a coloro chesono passati per la Casa,adesso hanno una vitaautonoma, ma sirivolgono ancora alleMissionarie per tanteesigenze.È stata costituito ancheun Gruppo che sostiene,incontrandosi mensilmente, lamissione dell’Opera don Calabria inParaguay.Quanto alla presenza in carcere,anch’essa continua, «con particolareattenzione - precisa suor Giuseppina -per coloro che sono più deboli: come imalati di mente, chi non ha unafamiglia, o questa non li vuole più.Purtroppo, spesso il carcere è ilcontenitore dei malesseri sociali nonaffrontati: e a chi ha questi malesserioccorre in particolare stare vicini».Infine un ringraziamento: «Tutto quelpoco che abbiamo fatto in questi anninon sarebbe stato possibile senzal’aiuto costante di tanti laici e sacerdotidella diocesi».26-continua

Progetto Dream, un concerto a favore

DI CHIARA UNGUENDOLI

ono presenti a Bologna dal ’73, eda allora compiono un’operapreziosissima di presenza nel

carcere e di accoglienza di personebisognose. Sono le «Missionarie deipoveri», il ramo religioso femminiledell’Opera S. Giovanni Calabria. «Lanostra finalità è vivere quella paginadel Vangelo che invita ad affidarsi intutto al Signore (Mt 6, 33: "Cercateprima il regno di Dio e la sua giustizia,e tutte queste cose vi saranno date inaggiunta") - spiega la superiora suorGiuseppina - La Parola e l’Eucaristiasono al centro della nostra vita: da essescaturisce la nostra opera, basatasull’incontro con la persona con moltasemplicità, senza progetti: i progetti sifanno via via "con" la persona stessa».Quest’opera delle Missionarie ècominciata a Bologna a seguito dellavenuta, nel ’72, di un sacerdotedell’Opera don Calabria, padreGiuseppe Bistaffa, a fare da cappellanonelle carceri (che allora si trovavanoancora a S. Giovanni in Monte). L’annodopo giunsero appunto le Missionarie,che cominciarono anch’esse a lavorarenel carcere, e anche fuori di esso, conun ufficio nel quale ricevevano iparenti dei detenuti. A loro si unironosubito i volontari del Gavci, poi altrivolontari.Poco dopo, l’incontro con tanti giovanitossicodipendenti in carcere fecenascere un’opera di riabilitazioneassolutamente «non programmata»:«ma arrivammo ad ospitarne fino a 20,riempiendo tutti i "buchi", nella casaaccanto al Santuario del Baraccano,dove ci eravamo trasferite», raccontasuor Giuseppina. A quest’operacontribuì molto anche una casa che fudonata alle suore dall’Opera DaviaBargellini, a Marzabotto, «dovemandavamo i ragazzi nei primi tempidella disintossicazione, perché stesseroa contatto con la natura». Poi fufondata una cooperativa, insieme lesuore e i ragazzi, che permise a questiultimi di lavorare: «facevano pulizie,giardinaggio e imbiancatura degliappartamenti per lo Iacp, ed eranoregolarmente retribuiti, non secondo

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«Le Ong nell’Unione Europea»

arà devoluto al progetto Dream -programma di prevenzione contro l’Aidsavviato dalla Chiesa di Bologna nella

missione diocesana di Usokami - l’incasso delconcerto che avrà luogo nell’ambito della tappabolognese del «Percorso della memoria»,promosso dal Sap (Sindacato autonomo dipolizia) per ricordare le vittime del terrorismo,della mafia, del dovere e di ogni forma dicriminalità. Il concerto, che rappresenta ilsecondo dei due momenti che coinvolgerannola città, avrà luogo domani alle 21 al TeatroComunale: «I Filarmonici del Teatro Comunaledi Bologna» eseguiranno opere di Mozart eBizet. L’ingresso è aperto a tutti e gratuito, ma,per ragioni organizzative, è richiesta laprenotazione ai numeri 051521161 o3471837060. Nel corso della serata saràeffettuata la raccolta fondi per il ProgettoDream, che è stato avviato a Usokami da unanno, e prevede la terapia su madri infette davirus Hiv perché il feto non sia contagiato dallamalattia. Il primo dei due momenti bolognesi siè svolto ieri in via Valdonica, dove fu assassinatodalle Brigate rosse Marco Biagi: dopo lacerimonia di commemorazione è partita di lì,alla volta di Sommacampagna (Verona), lasquadra dei ciclisti non professionisti dellaPolizia di Stato che, partita il 15 maggio da

Aosta, sta attraversando l’Italia, toccando iluoghi-simbolo di attentati e stragi, per tornareinfine ad Aosta. Il culmine delle celebrazionisarà il «Memorial day» martedì 23, anniversariodella strage di Capaci nella quale persero la vitaGiovanni Falcone, la moglie e i tre agenti dellascorta. In tale data si svolgeranno in diverse cittàvarie commemorazioni. «Abbiamo volutodevolvere la quota del concerto ad un’operadella Chiesa cattolica perché essa è l’istituzioneche più di ogni altra in questi anni hadimostrato, concretamente, di saper incarnare lasolidarietà», afferma Gianni Tonelli, segretarionazionale del Sap che sostiene anche altre operedella Chiesa, come quella dei Cappuccini inEtiopia. Don Tarcisio Nardelli, direttoredell’Ufficio diocesano per l’attività missionaria,ribadisce l’emergenza che riveste per l’Africa ilproblema Aids: «quello che facciamo con ilprogetto Dream non è che un piccolo segno disperanza - spiega - perché tutto il Continentepossa essere liberato da questo flagello che stapressoché cancellando la popolazione adulta, elascia solo bambini e anziani». (M.C.)

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Con il ramo femminile dell’Opera S. Giovanni Calabria continuiamo larassegna delle realtà caritative diocesanecollegate con la Caritas

4 Domenica21maggio 2006

Elezioni amministrative a Monghidoro e Centoomenica 28 e lunedì 29 maggio si terranno le elezioniamministrative in due importanti Comuni della diocesi:

Monghidoro, in provincia di Bologna e Cento, in provincia di Ferrara.A Monghidoro si presentano due liste: la Lista civica, che ha comecandidato sindaco il sindaco uscente Marino Lorenzini, e «L’Unione diMonghidoro», che presenta come candidato sindaco Fabrizio Monari.«L’Unione di Monghidoro» nel suo programma afferma: «vogliamogovernare Monghidoro nell’interesse comune, mettendo al centro lapersona e il lavoro, le famiglie e gli anziani, il territorio e la suasalute». La Lista civica invece ha come suo motto «La garanzia di vederrealizzate le cose promesse». A Cento sono tre le liste «in campo», e sono contraddistinte dal candidato

sindaco: Annalisa Bregoli, sindaco uscente, appoggiata da Alleanza perCento lista civica, Udc, Fi, Idea giovane; Adriano Orlandini, appoggiatodall’Unione e Flavio Tuzet. appoggiato da An, Lega e Rinascita Centese.La Bregoli nel suo programma afferma che «il compito primario diun’Amministrazione Comunale è salvaguardare la qualità della vitadei suoi cittadini e contemporaneamente garantire condizioni disviluppo territoriale sostenibile». Orlandini afferma che il proprioruolo «deve essere sempre più rivolto all’ascolto ed alla risoluzione deiproblemi dei cittadini ed improntato alla massima collegialità ecollaborazione». Infine Tuzet ha come slogan della propria lista«Trasparenza senza compromessi» e punta su tre aspetti: sicurezza,sviluppo e sanità. (C.U.)

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Le suore del Baraccano

l Cefa, il Movimento cristianolavoratori, Feder.Agri e l’«EuropaïschesZentrum für Arbeitnehmerfragen» (Eza)

organizzano un seminario internazionaledi studi europei sul tema «Il ruolo delleOng per vincere le differenze e combatterele esclusioni nell’Unione Europea». Ilseminario si terrà il 26 e 27 maggionell’Oratorio dei Filippini, via Manzoni 5.Ecco i punti fondamentali delprogramma. Venerdì 26 alle 15 aperturadei lavori con Carlo Costalli, presidentenazionale Mcl, Patrizia Farolini,presidente Cefa, Francisco Rivas, segretariogenerale aggiunto dell’Eza e MarcoBenassi, presidente provinciale Mcl.Seguirà la relazione del senatore GiovanniBersani, presidente onorario del Cefa, su«La politica di cooperazioneinternazionale allo sviluppo nell’attualescena mondiale». Poi una tavola rotonda

I internazionale sui temi dilavoro e formazioneprofessionale. Sabato 27 siaprirà alle 9 con la relazionedi monsignor TommasoGhirelli, vescovo di Imola,su «La cooperazione allosviluppo di tutto l’uomo edi ogni uomo è un dovere ditutti verso tutti». Seguirannoaltri interventi, e nelpomeriggio una tavolarotonda su «Laresponsabilità socialed’impresa: ruolo attivo neiprocessi di cooperazioneinternazionale» cuiparteciperanno fra gli altriVera Zamagni dell’Universitàdi Bologna e Luciano Sita,presidente della Granarolo.

Alcisa, da sessant’anni fedeli alla qualità «tipica»

ompie 60 anni, ma non li dimostra. L’Alcisa,azienda notissima per la sua produzione disalumi, in particolare della mortadella, celebra

questo prestigioso anniversario forte di una tradizionedi qualità rimasta intatta nel tempo. La celebrazione siterrà sabato 27 a Villa Albergati a Zola Predosa apartire dalle 19; saranno presenti il cardinale CarloCaffarra e il vescovo ausiliare monsignor ErnestoVecchi. «Siamo orgogliosi di un’esperienza che vantatanti anni di lavoro - spiega Paolo Franchini,responsabile marketing dell’azienda - e celebriamoquesto anniversario insieme con compiacimento perquanto svolto finora, e con la determinazione di farealtrettanto bene nel futuro».Come è nata questa impresa?È nata nel lontano 1946 da tre giovanotti: i fratelligemelli Ivo e Gino Galletti (quest’ultimo scomparso

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qualche anno fa) e Rino Brini. La loro idea era diriproporre la mortadella tradizionale bolognese, fattacon una ricetta semplicissima basata solo sulla spallanazionale fresca e sul guanciale nazionale fresco, madi altissima qualità. Una scommessa, perché siproponeva la qualità a un mercato che forse, appenauscito dalla guerra, puntava più sulla quantità. Unaqualità che oggi invece viene ricercata, e proprio nelprodotto tipico, quindi la nostra mortadella, che èrimasta la stessa delle origini, è più che mai «di moda».Quali sono le vostre produzioni oggi?Anzitutto la mortadella, che rappresenta circa la metàdel nostro giro d’affari, prodotta nello stabilimento diZola Predosa. Poi i prosciutti stagionati, prodotti in trestabilimenti nei territori dei Consorzi di tutela: due aParma e uno a S. Daniele (Udine). Poi prosciutti cotti,salami, pancette: una gamma completa dellasalumeria italiana, con la mortadella «colonnaportante».Qual è la vostra etica aziendale?L’Alcisa è molto conosciuta nel mercato ed èidentificata per la serietà e la continuità del rapportocommerciale, la garanzia dell’assoluta igienicità deiprodotti, la loro qualità e la fedeltà alla tradizione.

Che significato ha per voi la presenza alla celebrazio-ne del 60° dell’Arcivescovo e del Vescovo ausiliare?Siamo da sempre legati alle autorità, e in particolare aquelle ecclesiastiche; e loro ci sono state di supporto. Èquindi con grande gioia che condividiamo con loro(come è già avvenuto per il 40° e il 50°) questomomento.

Chiara Unguendoli

La storia

Grazia, caduta e redenzioneuna storia difficile e bellissima,quella di Maria Grazia: una

ragazza che le Missionarie dei poverihanno seguito per 17 anni, fino alla suamorte. Nata in Svizzera, da padresvizzero e madre italiana, perse lamadre poco dopo la nascita. In seguitoa varie vicissitudini, che la portarono aperdere la gioia di vivere, cadde nellaspirale della droga. Giunta a Bologna,finalmente fu convinta a rivolgersi adun Centro d’ascolto, e questo la inviòdalle Missionarie. Queste videro la suacondizione, e la accolsero subito;sembrava che si fosse ripresa, ma a uncerto punto fuggì rubando i pochi soldidella compagna di stanza. Ma una dellesuore durante la preghiera avvertì comeuna voce che le diceva «vai a cercare

Grazia»: andò nella zona universitaria ela trovò, ma lei inizialmente la respinse.Poi, poche ore dopo, ritornò alBaraccano, e fu riaccolta nellacomunità: un vero miracolo. La sua vitacontinuò fra alterne vicende, fino agliultimi 7 anni, quando fu colpita dagravi malattie. In particolare durantel’ultima dimostrò una pace e unapazienza estrema nel sopportare ledolorose terapie e una volontàcommovente di fare tutto quello cheriusciva. Era di nuovo al Baraccano, macercava di pesare il meno possibile sullesuore, e si arrabbiava se riteneva chefossero troppo premurose. Alla finelasciò scritto che al suo funerale non sidoveva essere tristi: il suo invito fu a«vivermi nella mia pace e nella miaserenità». (C.U.)

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Dal ’73 svolgono una preziosa opera incarcere e di accoglienzadi persone bisognose

Un’immagine di Usokami

Lo stabilimento di Zola

Monghidoro

La piazza di Cento

I festeggiamenti si terranno sabato 27 conla presenza del Cardinale e del Vescovoausiliare. L’impresa nacque nel ’46 dai fratelli Galletti e da Rino Brini

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Bresson circondato da immagini e locandine di alcuni suoi film

DI CHIARA SIRK

er la prima volta è a Bologna MylèneBresson, vedova del maestro francese, cheha voluto essere presente all’inaugurazione

della retrospettiva che la Cineteca ha dedicato algrande regista.Il cinema sembra l’arte del vedere e dell’ascol-tare. In Bresson sembra diventare l’arte di sen-tire l’anima umana nei suoi aspetti più nasco-sti. Come riusciva a far diventare un film unostrumento dello spirito?Non saprei dirlo, ma credo che tutte le arti sianouno strumento dello spirito. Un musicista, un

pittore, un poeta tentano digettare un ponte fra il visibile el’invisibile. Ogni giorno si cercadi fare questo.In 49 anni di carriera i film diBresson prendono ispirazione adiversi soggetti. Cosa faceva na-scere in lui interesse per una vi-cenda?Lui diceva «non sono io chescelgo i soggetti, ma loro chescelgono me». Metteva molto disé dentro ai film, non posso direche fossero esattamenteautobiografici, ma alcune cose leaveva vissute personalmente. Peresempio, «Un condannato amorte è fuggito» non avrebbepotuto farlo, diceva, se non fossestato prigioniero in Germania.C’è stata una grande coerenza inquello che faceva, ma i suoi film

P non erano mai uguali. Film dopo film noivediamo un’evoluzione.Più della parola nei film di Bresson sem-bra essere significativo il silenzio. Cos’eraper lui il silenzio? Perché lo amava tanto?Non sono del tutto d’accordo. Per lui laparola era molto importante, però simeravigliava anche di quanto nei film siparla. Diceva che nella vita per strada spessonon si fa conversazione, si cammina e basta.Invece nei film si parla, si parla, si parla...Però anche quando si tace si dice qualcosa,non trova?Come viveva da regista il rapporto con iltrascendente?Per lui il cinema era qualcosa di speciale, iocredo si sentisse un chiamato. Me loimmagino come un uomo che ha sempretenuto le braccia alzate in un’invocazione.Quindi è sempre stata una grande fatica, maanche una grande gioia per lui fare di unfilm un’opera d’arte.Come si confrontava Bresson con il cine-ma della sua epoca? E lui, così sobrio, cosìspirituale ed essenziale, cosa avrebbe pen-sato del cinema di oggi? Non posso parlare per lui. Io stessa oggivado poco al cinema, ogni tanto vedoqualcosa e mi sembra di trovare anche coseinteressanti. Ci sono anche generi che nonmi attirano per nulla. Certo, il mestiere delregista è di una difficoltà terribile.

Voci e strumentinizia il 26 maggio, alle ore 21, larassegna «Voci e strumenti a San

Sigismondo». L’iniziativa, promossadalla Chiesa Universitaria,dall’Associazione «Coro della Chiesauniversitaria di San Sigismondo», dalQuartiere San Vitale e dal ComitatoPiazza Verdi, quest’anno presentaappuntamenti particolarmente ricchi.Infatti il calendario prevede ben cinquegruppi vocali e un ensemblestrumentale in tre serate.Venerdì sera il Coro della Chiesauniversitaria diretto da StefanoParmeggiani eseguirà musichedi Anerio, Beethoven espirituals. Seguirà il Coro «Vocidalla casa gialla» diretto da PierLuigi Piazzi. Questa volta ilprogramma presenta brani diPiazzi, Rossini, Mozart, Martini.Conclude il Coro di Sant’Egidio,diretto da Filippo Cevenini,

impegnato in musiche di Haydn,Cevenini, Franck, Mozart, Haendel.Domenica 4 giugno l’Ensemble «LauraConti», organista e direttore CarloScarpa, esegue musiche di Arresti,Caldara, Frescobaldi, Legrenzi e altri.Segue l’Ensemble Fonì. Drosos Thetakise Mercuris Vaggelis sono specializzartinella musica greca tradizionale e antica.Conclusione giovedì 8. Al Coro dellachiesa universitaria di S.Sigismondo (De

Venedus, Da Victoria,Anerio, Beethoven, Kodaly,Mozart), segue la Cameratafilarmonica dell’Universitàdi Bologna. Il gruppoesegue composizioni diGlazunov, Grieg e Vivaldi.L’iniziativa, curata da LuisaD’Ambrosio, è ad ingressolibero (offerte a sostegnodella Chiesa Universitaria).Tutti i concerti inizianoalle ore 21.

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San Sigismondo

DI PAOLO ZUFFADA

ai Monti di pietà almicrocredito oggi» èstato il tema della XXV

edizione delle Giornatedell’Osservanza cui hapartecipato la storica GiuseppinaMuzzarelli, professore associatodi Lettere e Filosofia all’Universitàdi Bologna. «La solidarietà era alcentro», ha sottolineato nella suarelazione, «dell’azione del Montedel tardo Medioevo e della primaEtà moderna così come è alcentro del microcredito odierno.L’invenzione dei MinoriOsservanti, ideatori di questiistituti, fu quella di offrire creditoa condizioni "speciali",applicando cioè tassi più bassi diquelli di mercato, prima che

D«scattasse il bisogno per le autoritàcittadine e l’obbligo per i cristianidi intervenire con l’elemosina ocon l’assistenza».«La filosofia del credito che staalla base dei Monti di pietà», haaggiunto, «era dunque nuova:nuova l’idea che facesse parte deidoveri cristiani offrire credito acondizioni speciali, diverse cioèda quelle proposte nei banchi edettate dal mercato. Nuovol’impegno diretto dei francescaniper proporre e fondare questiistituti. Nuova la distinzione deipoveri dai "poveri meno poveri"».«Al centro dell’azione dei Montipii», ha concluso, «si collocal’idea che investire sui poverimeno poveri conviene,economicamente ed eticamente,fa bene ai singoli come alla

collettività,giova aimenoabbienti mapuò essere divantaggioanche airicchi. "Ilpresuppostoè il principioche non ci sisalva da solie che larispostacollettiva ai bisogni ha una forzain grado", come sostenneBernardino da Feltre, "di atterrareuna montagna o di trattenere uncavallo furioso". Mi pare discorgere nel profilo del cavallofurioso il capitalismo se senzaregole e senza cuore».

abato 27 maggio alle 21,nell’ambito della quinta

edizione della Rassegnaconcertistica internazionale diCento (Fe) «Musica coelestis», siterrà, nella chiesa di S.Sebastiano di Renazzo, unconcerto del Coenobium vocalediretto da Maria Del Bianco.Verranno eseguiti brani di Gallus(«Ascendit Deus»), Poulenc («OJesu, o proles»), Kocsar («AveMaria»), Ponchielli («Andante -Allegretto non tanto»,«Allegretto campestre», «Marciaper organo») e Mercadante(«Messa per due tenori, basso eorgano», «Kyrie», «Gloria»,«Credo», Sinfonia «Omaggio aBellini del cavaliere Saverio

Mercadante ridotta per organo» e «Tantum ergo per tenore,coro e organo»). Il Coenobium vocale, diretto da Maria DelBianco (Vincenzo Di Donato e Gian Luca Zoccatelli tenori,Yiannis Vassilakis baritono, Enrico Zanovello all’organo), ènato dall’idea di una ricerca nella musica corale maschile.Il gruppo ha partecipato a rassegne, festival, stagioniconcertistiche e si è affermato in concorsi nazionali einternazionali. Il coro svolge una intensa attivitàconcertistica in collaborazione con enti e associazioniculturali quali «Amici della musica», «Festival di musicaantica di Trento» e «Festival Galuppi».

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5Domenica21 maggio 2006

a rassegna di letture proposta dalCentro Studi «La permanenza del

classico» dell’Università di Bologna,diretto da Ivano Dionigi, si concludegiovedì 25, ore 21, nell’Aula Magna diSanta Lucia, via Castiglione 36.Alessandro Bergonzoni intesserà undialogo da attore-autore su «L’albero,prima immobile, muore e diventamobile». Leggono Lino Guanciale eSimone Toni. Bergonzoni, di cosa parlerà? Della morte nella letteratura, nellacomicità, nell’ambito artistico, da unpunto di vista «altro» che non è quellostrettamente filosofico o spirituale,ma dentro ha tutte queste movenze,per raccontare quello di cui abbiamopaura. Sono spunti che mi danno leletture di Omero, Euripide, Agostino,Seneca, e sono di una ribellione, diuno scoppio della fantasia che non èmai avvicinata al concetto di morte. Si può parlare in modo «leggero» dimorte? Leggerezza è una parola che non amo.Non sarà una serata né leggera nécomica: amo la pesantezza. A forza dileggerezza abbiamo l’idea che sullamorte si debbano fare battute oppurepiangere. Non credo ci sia questodualismo. Le fa piacere essere in questa rasse-gna? Certo. Credo si possa parlare unlinguaggio diverso in queste serate,

non è accademico, giovanilista, non èper pochi, non è per tutti. Questaterza strada mi affascina molto. C’èuna liturgia sana e una beltà senzabarocchismi. La stupisce che ci sia la fila per a-scoltare queste cose? Mi stupisce che la gente sembra vogliafarsi portare dentro, in profonditànelle cose. Basta però che non diventiuna moda: chi va sentire Terzani,Cacciari, anche Bergonzoni, comeultima ruota, ma non menoappassionato, deve rendersi conto chequalcosa deve cambiare. Usciti di quinon si può piùcredere a quelloche dicono deifunerali itelegiornali o irotocalchiquando muoreuna personaconosciuta. Sareistanco di vederegenteaffascinata dacerti libri, dacerti guru, chepoi torna a casa e continua aragionare con una piccolezza, unafacilità e una materialità esasperata. Èinutile ascoltare Dante e poi credereche il mondo sia solo politica edeconomia .

Chiara Sirk

LBergonzoni,la morte dell’albero

Tutto Bresson,probabilmente

naugurata la mostra fotografica di Ryszard Kapuscinski «Dall’Africa-immagini e poesia di unreportage», il Cenobio di San Vittore continua a proporre, nel bel chiostro romanico,appuntamenti sul tema. Giovedi 25, ore 21, il gruppo AmFayda proporrà uno spettacolo di

musica e danza italo-africana. Si tratta di un ensemble misto con tre danzatori (Jean N’Diaye,senegalese, Alexandra Maria Montevecchi, italo-angolese, e Francesca Saloni, italiana) e quattromusicisti (Kaw Sissoko, Senegal, e, dall’Italia, Enrico Fronza, Tommaso Ruggero e DiegoOcchiali). «Il nome della compagnia», spiegaTommaso Ruggero, "in olof, il dialetto del Senegale delle zone dell’Ovest, significa "abbiamo lavolontà". Nel nostro caso era la volontà di metterein piedi spettacoli di danza e musica della zona traGuinea, Mali, Senegal, con una compagnia mista.Siamo partiti studiando le loro tradizioni, ma,dopo tre anni, ci siamo accorti che la loro e lanostra cultura si fondono e siamo andati allaricerca di un nuovo linguaggio». (C.S.)

ISan Vittore: Africa a passi di danza

«Monti», sfida al «cavallo»Omaggio a San Nicola da Tolentino

stato presentato all’Oratorio di S. Cecilia di via Zamboni il volume «SanNicola da Tolentino nell’arte: dal Concilio di Trento alla fine del Seicento». Si

è trattato di un omaggio al santo tolentinate, in occasionedelle celebrazioni del settimo centenario della morte ed incontinuità con i lavori di studio e di recupero dell’interocorpus iconografico a lui relativo, da parte della comunitàagostiniana di Bologna in collaborazione con il conventoSan Nicola da Tolentino. «La chiesa agostiniana di Bologna»,sottolinea il priore del Convento di San Giacomo Maggiorepadre Marziano Rondina, «era la sede naturale per lapresentazione di questo importante volume d’arte, editocon la collaborazione della Banca delle Marche dallaBiblioteca egiziana di Tolentino. Proprio i lavori di restaurodella chiesa di San Giacomo Maggiore infatti hanno datonuova luce ai medaglioni rinascimentali delle volte,raffiguranti l’apostolo Giacomo, Sant’Agostino e San Nicolada Tolentino, già rappresentato nella stessa chiesa nelceleberrimo polittico di Paolo Veneziano, la più anticatestimonianza iconografica europea del culto del santodopo il Cappellone trecentesco della chiesa di San Nicola daTolentino». (P.Z.)

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Agostiniani

Rigore e grazia, una grande retrospettivaigore e grazia. Il cinema di Robert Bresson» è il titolo dellaretrospettiva che la Cineteca di Bologna dedica al regista

francese al Cinema Lumière. La rassegna ha preso avvio la scorsasettimana con la proiezione del primissimo lavorocinematografico di Bresson, «Les affaires publiques» (1934), e delprimo lungometraggio del regista scomparso nel 1999 a 98 anni,«La conversa di Belfort». Alla serata inaugurale ha partecipato lavedova del regista Mylène.Questa retrospettiva completa rappresenta un’occasione rara pervedere sul grande schermo in versione originale con sottotitoli initaliano tutti i film di un maestro indiscusso del cinema. Sonoancora quattro gli appuntamenti nel mese di maggio per larassegna che proseguirà poi col cartellone di giugno. Venerdì 26alle 18 verrà proiettato «Perfidia» («Les dames du Bois deBoulogne», 1944), ispirato ad un racconto tratto da «Jacques ilfatalista» di Diderot, con i dialoghi affidati a Jean Cocteau. Lunedì29 maggio alle 20.15 troveremo nuovamente un film d’ispirazioneletteraria «Il diario di un curato di campagna» tratto dall’omonimoromanzo di Georges Bernanos. Martedì 30 maggio, dalle 17 , dueproiezioni: «Pickpocket» (1959) e «Il processo di Giovanna d’Arco».Realizzato a partire dagli atti del processo alla pulzella di Orleans,il film propone lo scontro tra le verità soggettive e le verità dellaChiesa. Se la «Giovanna d’Arco» di Dreyer costituiva un radicalerifiuto del mondo, quella di Bresson è il rifiuto delle istituzioniquando minacciano la coscienza religiosa e morale. Rigorosissimo,senza concessioni, quasi una cronaca priva di passione. Ultimoappuntamento di questo mese mercoledì 31 maggio alle 18.30con «Un condannato a morte è fuggito». Tratto dal racconto di unavicenda realmente accaduta, è la storia di una sconfinataostinazione e di una invincibile pazienza. Il prigioniero Fontainevuole fuggire dal carcere confidando solamente nella propriacapacità di dissimulare e nell’abilità delle proprie mani. Qualcunodirà, anni dopo, che «la pazienza e l’ironia sono le virtù delrivoluzionario», Bresson chiosa con il Vangelo di Giovanni: «ilvento soffia dove vuole». Per informazioni(www.cinetecadibologna.it).

cineteca

Stanislav Lentz (1861-1920),Mons pietatis

Parla la signora Mylène,vedova del maestro francese

A. Bergonzoni

San Sigismondo

Nicola da Tolentino

La compagnia di danza

Renazzo, concerto del Coenobium vocale Elisa Teglia suona a San Michele in Bosco

omenica 28 maggio, alleore 16.15, avrà luogo il

terzo appuntamento del ciclo«Vespri d’organo a SanMichele in Bosco», propostoda Unasp-Acli e dal QuartiereSanto Stefano, direzioneartistica Paolo Passaniti. Sul prestigioso strumento,risalente al 1526 (uno dei piùantichi organi di Bologna),Elisa Teglia eseguirà musichedi I. Kayser, B.Pasquini, B.Galuppi, G.Frescobaldi,WolfgangAmadeusMozart e J. K.Kerll.L’ingresso èlibero.

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Il «Coenobium vocale» chesi esibirà nell’ambito dellarassegna «Musica coelestis»

Vespri d’organo

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DI PAOLO CAVANA *

ell’ambito del dibattito giuridicosull’eutanasia, una recente propostariguarda l’introduzione del c.d.

testamento biologico («living will»). Con taleespressione si intende un atto scritto nel qualeuna persona nel pieno possesso delle suefacoltà dichiara la sua volontà in ordine aitrattamenti sanitari cui potrebbe esseresottoposta per il momento in cui perdesse lacapacità di intendere o volere, allo scopo disottrarre in futuro tali scelte alla sferadecisionale esclusiva del medico o dei parenti erestituire voce alla volontà del direttointeressato, in conformità ai principi diautodeterminazione e del consenso aitrattamenti sanitari.Vi sono però due modi diversi di intendere, econseguentemente disciplinare, il testamentobiologico. Secondo una prima tesi con unsimile atto il legislatore consentirebbe al singolodi disporre di sé e della propria vita, vincolandoo quanto meno autorizzando il medico apraticare in determinate circostanze anche unintervento eutanasico, e così derogando agliattuali limiti previsti dal nostro codice penale,che tuttora sanziona le varie forme di eutanasiamediante i delitti di istigazione o aiuto alsuicidio, omicidio del consenziente e omicidiovolontario. Oltre ad evidenti riserve di carattereetico (e costituzionale), questa tesi contrastatuttavia proprio con il principio del consensoconsapevole ed informato che si propone aparole di realizzare, in quanto la volontàmanifestata in tale atto non sarà mai attualerispetto al momento della sua attuazionepratica, che potrà intervenire anche a distanzadi molto tempo e in presenza di circostanze,patologie e rimedi terapeutici in larga misuraimprevedibili da parte del paziente al momentodella sua redazione, sicché rischia ditrasformarsi in una forzatura o «fictiovoluntatis» atta soltanto a sgravare diresponsabilità il medico (e la strutturasanitaria), sottraendolo al suo primario doveredi farsi carico della cura del paziente. La seconda tesi assegna invece a tale documentoun contenuto più limitato, facendone lostrumento per offrire al paziente la possibilità diorientare le future scelte terapeutiche delmedico tenendo conto anche delle sueconvinzioni personali. In questa prospettiva taleatto, più correttamente denominato «direttiveanticipate di trattamento», sarebbe privo divalore giuridico vincolante per il medico, comeprevede anche la Convenzione europea dibioetica (1997), né potrebbe autorizzarlo acompiere un atto eutanasico, ma rileverebbecome ulteriore e necessario elemento divalutazione nelle sue scelte terapeutiche entro ilimiti invalicabili del divieto dell’eutanasiaattiva e dell’accanimento terapeutico, comenell’eventuale decisione di sospenderedeterminati trattamenti non in grado diimpedire, ma solo eventualmente diprocrastinare, un decesso del pazientecomunque imminente. Pur richiedendoulteriori precisazioni, solo questa secondaconcezione sembra in grado di conciliare ilrispetto della persona con i principi etici el’ispirazione solidarista del nostro sistemasanitario, che affida al medico la responsabilitàprimaria di farsi carico dell’interesse del malato,soprattutto di quelli incapaci.

* docente alla Lumsa

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La struttura e i dati tecnicial prossimo anno accademico laCompagnia di Gesù - Provincia

d’Italia e la Facoltà teologica dell’EmiliaRomagna organizzano un masterbiennale in «Comunicazione delVangelo». Il master si compone di unaserie di moduli, alcuni di tipoesperienziale, altri di tipo didattico. Tra iprimi ci saranno gli esercizi spiritualiindividualmente guidati, cammini biblicicol metodo delle drammatizzazioni, unpellegrinaggio in Terra Santa edesperienze del genere attraverso le qualigli iscritti saranno personalmente guidatiin un cammino spirituale. Tra i secondi:un tentativo di analisi del contestocontemporaneo, gli snodi principali dellaScrittura (Antico e Nuovo Testamento),un ripensamento dell’etica alla luce delmistero pasquale, la comunicazione(cosa significa comunicare oggi, sia dalpunto di vista dei rapportiinterpersonali, sia da quello dei nuovimedia). Ai moduli «didattici» potrannopartecipare anche persone non iscritte atutto il master; quelli «esperienziali»richiedono l’iscrizione all’intero master. Imoduli saranno organizzati in due-tregiorni consecutivi, alcuni anche in interesettimane: richiedono perciò unapresenza residenziale, che sarà garantitadall’ospitalità del Centro di spiritualità diVilla S. Giuseppe. Quest’ultimo sarà sededei moduli «esperienziali», mentre quelli«didattici» si terranno alla Facoltàteologica dell’Emilia Romagna, PiazzaleBacchelli 4. Per informazioni: padrePaolo Bizzeti, direttore del master, tel.051432406, e-mail [email protected] oa Marco Tibaldi, vice direttore, tel.051320915, 3408613926, [email protected]

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ARGO

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TI

Gesuiti-Fter.Comunicare il Vangelo, un masterDI CHIARA UNGUENDOLI

oi Gesuiti abbiamo comemissione specifica, che ci èstata affidata da Paolo VI,

quella della "nuovaevangelizzazione" - spiega padrePaolo Bizzeti, gesuita - E noi in questianni abbiamo molto lavorato proprioper questo: in funzione dellariproposizione dei contenutifondamentali della fede agli uominid’oggi e in particolare ai giovani.Sono state fatte tante esperienze,nella nostra Provincia d’Italia, inquesta linea. A un certo punto, cisiamo resi conto che più che insisteresu dei contenuti o delle strategie,

N«l’importante era aiutare gli operatoridi pastorali a fare loro stessi uncammino di riscoperta e di riflessionesu questo compito di essereevangelizzatori. Il master è natoproprio da questo: dall’intuizione chebisogna lavorare prima di tutto sulsoggetto che operanell’evangelizzazione più che faretante analisi sui destinatari, che puresono necessarie. In fondo, i corsi chesi occupano di fornire riflessionisono tanti, pochissime sono invece leoccasioni che ha una persona percompiere lei stessa un cammino diriscoperta e di apprezzamento dellaBuona Notizia. Da qui la grandeimportanza che abbiamo dato aimoduli "esperienziali" all’interno delmaster».A cosa serve quindi la distinzionefra i due tipi di moduli, didattici edesperienziali?Lo scopo è unire l’aspetto piùpropriamente tematico,contenutistico, con l’assimilazione daparte dell’operatore pastorale. Quindiquesti due tipi di moduli sonoaccompagnati da un lavoro ditutoraggio di ogni singolopartecipante, che è un’altra dellegrosse novità di questo master.Ciascuno sarà seguito per aiutarlo afare una sintesi personale, spirituale eriflessiva. A volte infatti c’è una certadiscrepanza fra quello che uno dice ei dinamismi della sua vita: alloraaiutare le persone a fare sintesi fra illivello spirituale, l’elaborazioneprogettuale e la messa a punto deicontenuti teorici è una grande sfida,che è al centro del nostro master.

Oggi alle ore 17 a San Biagio di Casalecchio dibattito conCavana, Facchini e Coccolini

6 Domenica21 maggio 2006

Eutanasia & «testamento»

DI FIORENZO FACCHINI *

uando si parla di eutanasia vengonoevocati, fra gli argomenti pergiustificarla, la qualità della vita, che

in certe situazioni sembrerebbe veniremeno, e l’accanimento terapeutico, chedovrebbe essere evitato per il rispetto dellapersona. Da queste due esigenze alcunivogliono ricavare che quando la vita sembranon avere più senso o quando gli interventisiano eccessivi e lesivi della dignità umanasia preferibile accelerare il momento dellafine in modo diretto oppure omettendotrattamenti ordinari che possonomantenere in vita.A ben riflettere la qualità della vita è unbene in qualche modo relativo, perchérisente di valutazioni soggettive: quello chevale per uno potrebbe non valere per unaltro. Chi può stabilirlo? In ogni caso primadella qualità della vita c’è il diritto alla vita,un diritto non disponibile per nessuno,tanto meno per la società. A tale dirittocorrisponde il dovere di conservarla etutelarla fino al suo termine naturale.Questo diritto nativo di ogni personaumana non può essere cancellato da leggidello stato e neppure da disposizionipersonali. Purtroppo in alcuni Stati europeiè stata riconosciuta l’eutanasia in forma diomicidio vero e proprio o di suicidioassistito. Su questa materia assai illuminantile ripetute affermazioni del magistero dellaChiesa da Pio XII, che nel 1957 affrontò lamateria in un Congresso di medici, alla«Dichiarazione della Congregazione per ladottrina della fede» (1980), alla enciclica«Evangelium vitae» di Giovanni Paolo II(1995). «Falsa pietà, anzi preoccupanteperversione» viene definita da Giovanni

QPaolo II l’eutanasia sia che contenga lamalizia dell’omicidio volontario su personanon consenziente che del suicidio assistitoaiutando la persona a realizzarlo. Il Papa haosservato che l’eutanasia è espressione diuna cultura di morte che avanza nellesocietà del benessere. Nel problema non c’èsolo il rifiuto della sofferenza e della morte.Si insinuano spesso, in modo più o menostrisciante, considerazioni di ordineeconomico circa le spese sanitarie e, nel casodell’eutanasia dei bambini, preoccupazionidi ordine eugenetico.Ma che cosa pensare di certi interventi permantenere in vita ad ogni costo? Comegiudicare l’accanimento terapeutico o anchediagnostico? Che cosa dire in presenza digravi, indicibili sofferenze? Per il medico larinuncia alle cure di un malato rappresentasempre una sconfitta, ma ogni forma diaccanimento terapeutico va evitata, comesuggerisce anche il codice deontologico delmedico. Il problema può sorgere nellavalutazione del caso concreto. A questoproposito molto illuminanti le parole della«Evangelium vitae»: «la decisione dirinunciare a certi interventi medici non piùadeguati alla situazione del malato, perchéormai sproporzionati ai risultati che sipotrebbero sperare o anche perché troppogravosi per lui e la sua famiglia» è lecitamoralmente.«La rinuncia a mezzistraordinari o sproporzionati non equivaleal suicidio o all’eutanasia; esprime piuttostola condizione umana di fronte alla morte».Il Papa ricorda però che nelle situazioni incui sembra non ci sia più nulla da fare sidebbono praticare comunque le curepalliative, «destinate a rendere piùsopportabile la sofferenza nella fase finaledella malattia e ad assicurare al tempo stesso

al paziente un adeguatoaccompagnamento» (n. 65). Ciò comportanon soltanto che non si faccia mancare almalato l’assistenza adeguata (idratazione,alimentazione, ecc.), ma che siano alleviatele sue sofferenze con analgesici, anche seciò dovesse comportare una limitazionedella coscienza o il rischio di abbreviare lavita, un evento che però non deve esserecercato, ma soltanto tollerato. In questesituazioni si dovrebbe anche avereattenzione all’adempimento dei doverireligiosi e morali, ricordava Pio XII. Inquesta materia si deve tenere conto dellevolontà eventualmente espresse dallapersona circa le cure che potrà ricevere nellafase terminale della vita. Lo prevede anche ilcodice deontologico dei medici. Si trattadelle dichiarazioni anticipate di trattamento(o testamento di vita) non ancoraregolamentate sul piano giuridico. Di talidisposizioni, espresse con certe modalità -fatta però esclusione di trattamentieutanasici, volti a procurare la morte - sidovrebbe tenere conto, anche se nonpossono avere un valore vincolante per ilmedico. Se n’è occupato di recente ilComitato nazionale di Bioetica, che haelaborato un interessante documento, eanche la passata legislatura. Ma al di là ditutto non c’è solo una valutazione moraledegli interventi nella fase terminale dellavita. Occorre affrontare i problemi in unquadro di vera solidarietà tra le personeperché non siano sole nei momenti piùdifficili. E per noi cristiani dev’essercisempre la prospettiva della fede che ci faandare oltre l’evento della morte.

* consulente ecclesiastico dell’Associazione

medici cattolici di Bologna

don Erio Castellucci, preside dellaFacoltà teologica dell’Emilia Romagna,chiediamo anzitutto cosa abbia spinto

la Fter ad accogliere e collaborare con ilmaster. «Prima di tutto - risponde - l’indoledella Facoltà teologica, che si esprime in unDipartimento: quello di Teologiadell’evangelizzazione, che è sempre stata lacaratteristica con cui si sono organizzati glistudi a Bologna: l’attenzione al contenuti delmessaggio, al soggetto che annuncia (laChiesa) e agli interlocutori. Questa propostadei Padri Gesuiti rispecchiava molto bene gliinteressi che la Facoltà sta coltivando. Inoltreabbiamo condiviso con loro la convinzioneche per alcune Chiese locali può essere unostimolo investire sulla formazioneapprofondita di alcuni laici, per attrezzarliall’evangelizzazione».Quali sono a suo parere i «punti di forza»di questo master?A me sembrano in particolare due. Il primo

Aè l’attenzione a tutto ciò che esiste già e puòdiventare occasione di evangelizzazione:l’arte, i valori etici, il viaggio in Terra Santacome riscoperta in chiave evangelizzatricedelle origini cristiane. Il secondo è il metodostesso, che è pensato come residenziale, confine-settimana o intere settimane: ciòpermette più di un corso «disteso» in mesi oanni la possibilità di approfondire eassimilare e coltiva anche meglio ladimensione comunitaria, quindi una certaesperienza di evangelizzazione, che non èun’impresa solitaria ma è entrare in unsoggetto comunitario.Voi vi attendete come principali utenti per-sone già inserite nell’evangelizzazione.Può essere, questo master, qualcosa di ac-cessibile alla generalità dei fedeli?

Penso che ci sarà una «selezione naturale».Visti gli argomenti e l’intensità con la qualevengono affrontati ci saranno due criteri chesi fonderanno in chi sceglie di iscriversi: unacerta dimestichezza con il linguaggioteologico e le problematiche pastorali eanche la disponibilità di tempo, dato ilmodo «residenziale» in cui è organizzato ilmaster. Certamente le diocesi e le comunitàdi appartenenza degli iscritti sapranno cheper un certo tempo non potranno troppocontare su di loro: tuttavia un corso delgenere può dare un «ritorno» molto preziosoper le Chiese locali. Noi infatti ci rivolgiamoa tutta Italia: la forma residenziale del corsolo permette e ci aspettiamo un’adesione dadiverse diocesi.

Chiara Unguendoli

Messaggio, soggetto, interlocutori

Carpaccio, La predicazione di Santo Stefano a Gerusalemme

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ella chiesina di Santa Croce, in viaD’Azeglio 84, come ad ogniPentecoste dall’anno del Giubileo, i

gruppi diocesani del Rinnovamento nelloSpirito si alterneranno per otto giorni, anchedi notte, per tenere vivo il fuocodell’adorazione davanti al Santissimo einvocare una nuova effusione dello SpiritoSanto su tutta l’umanità. Ogni giorno, davenerdì 26 fino a venerdì 2 giugno, ungruppo diverso del RnS guiderà per 24 ore laNovena allo Spirito, a partire dalla Messaquotidiana delle 21. Istituita oltre un secolofa da Leone XIIII come preghiera perpetuaper l’unità dei cristiani, la Novena alloSpirito Santo è stata riportata d’attualità dalRnS nella particolare forma di preghieranota come Roveto Ardente, che uniscel’Adorazione eucaristica alla preghiera di

intercessione eall’invocazione allo Spirito.In questo solco, i gruppidella diocesi di Bolognahanno istituito l’adorazionenotturna ogni primo venerdìdel mese e la non-stop di192 ore per Pentecoste, chesi ripete ogni anno dal 2000.L’iniziativa del RnS è rivoltacome sempre anche alle altrerealtà diocesane, per darcorso all’esortazione all’unitàdi Papa Giovanni Paolo IIche, alla vigilia deiPentecoste 1998, radunò gliallora 53 movimentiecclesiali in Piazza SanPietro invocando lo Spiritocon le parole solenni :«Sirinnovi ancora ciò cheavvenne a Gerusalemme più

di duemila anni fa; da questa stanza alpiano superiore, si eleva la preghiera: VieniSpirito Santo!». Da lì, in questo volgere delMillennio, i «cenacoli» di preghiera si vannodiffondendo in tutto il mondo in ambitocattolico, ma anche fra cristiani protestanti eortodossi, con iniziative che vanno dallepreghiere individuali e spontaneeall’Adorazione perpetua comunitaria,assunta come impegno non solo da religiosima anche da laici. Il «Cenacolo» che si apreogni anno a Bologna è in unione ideale contutti costoro e rivolge l’intercessione inparticolare alle vocazioni religiose.

Alessandra Nucci

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Due nuovi Accoliti tra i FilippiniSeconda «lezione sul campo» di Arte sacra

diocesiFILIPPINI. Venerdì 26 alle 18 nella chiesaMadonna di Galliera dei padri Filippini, nelcorso della Messa tre studenti Filippinisaranno istituiti Accoliti dal vescovo ausiliaremonsignor Ernesto Vecchi: don Luigi Reccia,don Luca Tuttocuore e don Carlo Veronesi.

parrocchieS. GIOVANNI BOSCO. La parrocchia di S.Giovanni Bosco tiene la propria Festa dellacomunità. Martedì 23 alle 20,45 in oratorioAndrea Gandini, economista dell’Universitàdi Ferrara parlerà di: «Decrescita: un nuovomodello di sviluppo». Mercoledì 24 festa diMaria Ausiliatrice: alle 20,30 fiaccolata eVeglia di preghiera. Giovedì 25 alle 21 nellaSala polivalente del Quartiere Roberto DalPozzo, psicoterapeuta formatore delComune parlerà de «La fatica e la bellezza diessere genitori». Venerdi 26 alle 21 nel teatrodell’oratorio spettacolo comico «IMoschettieri». Sabato 27 alle 16 in chiesaaffidamento a Maria dei bimbi della Scuolamaterna. Alle 21,30 il gruppo teatrale deigiovani dell’oratorio presenta: «Una mano apoker ». Domenica 28 alle 9,45 processionee Messa; nel pomeriggio festa insieme.Martedì 30 alle 21 nel teatro dell’oratorioRiccardo Prandini, sociologo dell’Universitàdi Bologna parlerà di: «Famiglie di fatto eFamiglia fondata sul matrimonio»; seguiràdibattito moderato dal giornalista FrancescoSpada.

associazioni e gruppiVAI. Il Volontariato assistenza infermi zS.Orsola, Malpighi, Bellaria, Villa Laura, S.Anna, Bentivoglio, S. Giovanni in Persiceto

comunica che l’appuntamento mensile siterrà martedì 23 alla Casa di accoglienza persordomuti Gualandi (via Mattei 120): alle17 Messa per i malati, quindi incontrofraterno.CURSILLOS DI CRISTIANITÀ. Oggi alle 19.30rientro del 149° cursillo Uomini nellaparrocchia di S. Giovanni Bosco, viaBartolomeo M. Dal Monte 14.VEDOVE. Il Movimento vedovile «Vita nuova»si riunisce mercoledì 24 in S. Pietro, allapresenza della Madonna di S. Luca: alle 9.15rito penitenziale e alle 9.30 Messa.SOCIETÀ OPERAIA. Per iniziativa della SocietàOperaia domenica 28 alle 21 nel MonasteroS. Francesco delle Clarisse cappuccine (viaSaragozza 224) si terrà una veglia dipreghiera per la vita: esposizione del SS.Sacramento, Rosario eucaristico e Ufficiodelle Letture.AVSI. L’Avsi promuove domenica 28 alle 21,al Teatro comunale di Castello d’Argile,nell’ambito del «Percorso Nord e Sud», unaserata di spettacoli e canti. L’ingresso sarà adofferta libera devoluta al Progetto Avsi inAlbania.

incontriCARDINALE BIFFI.Proseguono domani dalle18.30 alle 19.15 all’IstitutoVeritatis Splendor (via Rivadi Reno 57) le catechesi delcardinale Giacomo Biffi su«L’enigma della storia el’avvenimento ecclesiale».S. DOMENICO. Per i «Martedìdi S. Domenico» martedì 23alle 21 incontro su «Chi micura? La Sanità tra pubblicoe privato». Relatori GiovanniBissoni, assessore alle Politiche per la Salutedella Regione, Paola Boscaini, vice direttoregenerale di Cattolica Assicurazioni e LorenzoOrta, presidente regionale dell’Associazioneitaliana ospedalità privata.CENTRO DONATI. Il Centro Studi «G.Donati» in collaborazione con GiovaniImpegno Missionario promuove martedì23 alle 21 nell’Aula di Istologia (viaBelmeloro 8) la conferenza: «"Con gliocchi del Sud". Africa: il continente delleguerre dimenticate, dello sfruttamento edelle grandi speranze». Relatori: MarcKarangaze, Cedifod, Centrafrica; AchilleLodovisi, ricercatore e redattore di «Guerree Pace». Informazioni:www.centrostudidonati.orgFARNETO. La parrocchia di S. Lorenzo delFarneto e il Centro culturale «Don GiulioSalmi» organizzano tre serate di ascolto,testimonianza e riflessione su «L’impegnopolitico dei cattolici: abbiamo ancorasperanze?». Martedì 23 alle 21 parleràUbaldo Salomoni, consigliere regionale diForza Italia.DON DOSSETTI. Giovedì 25 alle 21 a Cavriago(Reggio Emilia) al Cinema Novecento siterrà la premiazione della prima edizionedel Premio per la pace «Giuseppe Dossetti».La serata sarà presieduta dal sindaco diCavriago Vincenzo Delmonte.

culturaARTE SACRA. Sabato 27 alle 10 (con ritrovoalle 9.50) si terrà la seconda «lezione sul

le saledellacomunità

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

ALBAv. Arcoveggio 3 Chiuso051.352906

ANTONIANOv. Guinizelli 3 Due fratelli051.3940212 Ore 17

Munich (v. m. 14)Ore 21

BELLINZONAv. Bellinzona 6 Fratelli d’Italia 051.6446940 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30

22.30

CASTIGLIONEp.ta Castiglione 3 Il mio miglior nemico 051.333533 Ore 20.10 - 22.30

CHAPLINP.ta Saragozza 5 Volver051.585253 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30

22.30

GALLIERAv. Matteotti 25 Il grande silenzio051.4151762 Ore 18 - 21

ORIONEv. Cimabue 14 Chiedi alla polvere051.382403 Ore 16 - 18.10 - 20.20051.435119 22.30

PERLAv. S. Donato 38 Chiuso 051.242212

TIVOLIv. Massarenti 418 Spettacolo teatrale051.532417 Ore 21

CASTEL D’ARGILE (Don Bosco)v. Marconi 5 Chiuso051.976490

CASTEL S. PIETRO (Jolly)v. Matteotti 99 Mission impossible 3051.944976 Ore 20.15 - 22.30

CREVALCORE (Verdi)p.ta Bologna 13 Inside man051.981950 Ore 17 - 19.15 - 21.30

LOIANO (Vittoria)v. Roma 35 Inside man051.6544091 Ore 21.15

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Ti va di ballare?051.821388 Ore 16 - 18.30

S. PIETRO IN CASALE (Italia)p. Giovanni XXIII Scary movie 4051.818100 Ore 16 - 17.40 - 19.20 - 21

VERGATO (Nuovo)v. Garibaldi L’Era glaciale 2051.6740092 Ore 21

campo» del corso di Arte sacra promossodall’Istituto Veritatis Splendor e tenuto daFernando e Gioia Lanzi. Verrà «letta» lachiesa di S. Maria Maddalena, in viaZamboni 47. L’UOMO DELLA SINDONE. Una replica inbronzo della scultura «L’uomo dellaSindone» di Luigi E. Mattei, appositamenterealizzata con i segni di flagello, è giunta alPontificio Istituto Notre Dame diGerusalemme per esservi esposta inpermanenza da luglio, nell’ambito diun’ampia documentazione sindonologicacurata dal Centro internazionale disindonologia di Torino.

«Campagna amica»

Coprob. Messa del Cardinaleper l’assemblea di bilancio

enerdì 26 alle 17l’arcivescovo cardinale

Carlo Caffarra celebrerà,nei locali dell’HotelCentergross a Bentivoglio,la Messa per i soci dellaCoprob - Italia zuccheri.Subito dopo, verrà letto eapprovato il bilanciosociale dell’anno. «È unatradizione che vieneportata avanti da oltre quarant’anni - spiega ilpresidente della Coprob Claudio Gallerani - checioè l’assemblea di bilancio sia un po’ anche lafesta annuale della cooperativa: e viene apertadalla Messa. Questo perché la nostra cooperativaè nata nell’ambito del Movimento cristianolavoratori e quindi con questo gesto intendiamorimanere nel solco della nostra tradizionecattolica. Quest’anno poi abbiamo la fortunadella disponibilità a celebrare la Messa da partedel cardinale Caffarra, e siamo molto onoratidella sua presenza».

V

cine

ma

Psicologia oggi

Isola Montagnola

unedì 29 maggio ultima serata con«Psicologia e dintorni», il seminario

gratuito organizzato al Teatro Tenda inMontagnola dall’associazione Therapon.Appuntamento alle 21 per un incontrodal titolo «Quando l’ansia diventa undisturbo?». Ingresso libero. Info: tel.0514228708 o www.isolamontagnola.it

L

«Evoluzione e creazione», conferenza di Facchini

ell’ambito del master su «Scienza e fede»organizzato dall’Ateneo Pontificio Regina

Apostolorum in collaborazione con l’IstitutoVeritatis Splendor e il Gris, venerdì 26 alle 18 nellasede del Veritatis Splendor (via Riva di Reno 57)l’antropologo Fiorenzo Facchini tratterà il tema«Siamo uomini per caso? Evoluzione e creazione».Seguirà un dibattito.

N

Festa della Vergine del Sassonizia oggi nella parrocchia di SassoMarconi l’ottavario in preparazione

della Festa della Madonna del Sasso.Questo il programma: oggi alle 9.30Messa di Prima comunione e alle 11per gli ammalati; domani, Festa di S.Rita, Messe alle 9.30 e alle 18 conbenedizione delle rose; martedì 23 alle18 Vespri e alle 20.30 Rosario e Messa;mercoledì 24 alle 18: Rosario e Vesprie alle 20.15 Messa al cimitero; il 25, 26e 27 maggio alle 18 Messa e alle 20.30Rosario; venerdì 26 alle 21 concerto inchiesa col nuovo organo. Domenica 28,giorno dell’Ascensione e Festa della B.V. del Sasso alle 9.30 Secondacomunione solenne e festa dei bimbiin piazza; alle 11.30 Messa con sposi efamiglie e benedizione delle auto inpiazza; alle 18 Messa vespertina, cuiseguirà la processione con l’immaginedella Beata Vergine. Al ritorno, inpiazza, consacrazione della parrocchiaalla Madonna e benedizione.Sabato 27 e domenica 28 latradizionale sagra della Beata Verginedel Sasso con stand gastronomico,pesca di beneficenza, mercatino inpiazza e manifestazioni sportive emusicali di contorno.

I

7Domenica21 maggio 2006

[email protected]

Caffarra, lezioneall’Università di Ancona

a nostra Università, che hacinque facoltà (ingegneria,

agraria, scienze naturali,economia e medicina) ha unindirizzo prettamente scientificoe tecnologico. Ci serviva quindiun richiamo a un indirizzo unpo’ più umanistico, che cimanca. Ci è sembrato che lapreparazione e lo spessoreculturale del cardinale Caffarrapossa aiutarci a fare unariflessione in questa direzione:ad essa sono stati invitati glistudenti, i docenti e anche ilpersonale, quello che è sensibileal discorso culturale delladiocesi». Così monsignor EnzoSerenelli, responsabile dellapastorale universitaria delladiocesi di Ancona (ma segueanche le altre sedi dell’Universitàdelle Marche) spiega il motivodella conferenza chel’arcivescovo cardinale Caffarraterrà martedì 23 alle 18.30nell’Aula magna dell’UniversitàPolitecnica delle Marche,appunto ad Ancona, sul tema«Umanesimo cristiano e ricercascientifica». Saranno presenti ilrettore Marco Pacetti e il vescovodi Ancona monsignor EdoardoMenichelli. Prima dell’interventodel Cardinale, ci sarà unmomento introduttivo che vedràimpegnato il Coro universitario.

rosegue l’impegno dellaColdiretti per avvicinare i

giovani alla campagna. Anchequest’anno è stata organizzata lamanifestazione «Educazione allacampagna amica», che hacompreso due concorsi, uno perle scuole elementari e medie,dal titolo «Con un fiore nelmotore la merenda ha piùsapore!» e uno per le scuolematerne dal titolo «Il nonnoracconta..». Venerdì 26 dalle9.30 alle 11.30 nel parco di VillaDue Torri (via del Gomito 30) siterrà la cerimonia dipremiazione, con tutte le classipartecipanti. Seguirà merenda.Interverrà il presidente ColdirettiBologna Marco Pancaldi.

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Castenaso, si parla di famiglian Europa ogni 33 secondi finisce unmatrimonio, per un totale di circa un

milione di divorzi l’anno. Lo dice unrapporto dell’Istituto di PoliticaFamiliare presentato al Parlamentoeuropeo. Una cifra allarmante: ormai, inEuropa una coppia sposata su divorzia.«Dopo 25-30 anni di vita assieme sonosempre di più le coppie che decidono disepararsi. "Non abbiamo più niente dadirci" è la motivazione più comune»: cosìla direttrice del Consultorio familiarebolognese Giovanna Baglieri a Castenaso.Al vuoto di comunicazione fra i coniugi,si aggiungono gli effetti del consumismo.Il timore della vecchiaia porta moltiall’illusione di "rifarsi una vita" con unpartner più giovane. Occorre dunque -propone la direttrice - smascherare imessaggi subliminali della pubblicità,recuperare la storia individuale e socialeche ci lega alle generazioni passate maanche future, vivere le situazioni di crisicome crescita e cambiamento e ricordareche se la comunicazione è vita». E alterzo ed ultimo incontro del ciclo sulla«Crisi della famiglia: ragioni e speranze»che si terrà martedì 23 alle 21 al cinemaItalia di Castenaso, monsignor MassimoCassani, vicario episcopale per laFamiglia e la Vita, parlerà del recuperodei valori del matrimonio. L’incontrosarà introdotto da monsignor FrancescoFinelli, parroco di Castenaso. Modera ilgiornalista Rai Giorgio Tonelli.L’iniziativa è promossa dalla Caritasparrocchiale e dalle associazioni «Ama,Associazione Mano Amica» e «Mosaico disolidarietà».

I

Rns, Adorazione continua

S. Croce

I gruppi che si alternerannoarà inizio alla Novena il Gruppo Maria di SassoMarconi, a cui si uniranno nel pomeriggio di

sabato 27 tutte le famiglie. Dalle 21 di sabatoguiderà la preghiera il Gruppo Giovani, a cuisubentrerà, dalle 21 di domenica 28, il GruppoSpirito d’Amore, che sarà sostituito a sua volta, dalle21 di lunedì 29, dal Gruppo Mater Mea Fiducia Mea.Dalle 21 di martedì 30 guideranno insieme lapreghiera il Gruppo Beata Vergine Immacolata, igruppi del forese (Cento, Pieve di Cento, Funo) e ilGruppo Gesù Misericordioso. A questi subentrerà,dalle 21 di mercoledì 31, il Gruppo Maria e, dalle 21di giovedì 1 giugno, il Gruppo Cuore Misericordiosodi Gesù, che resterà fino alla Messa conclusiva delle21 di venerdì 2.

D

Radio Nettuno. I programminell’arco della giornata

al lunedì al venerdì Radio Nettunooffre una ricca programmazione

giornaliera, divisa per «fasce»: dalle 7 alle 9«Buongiorno Emilia Romagna» (trasmessoin contemporanea televisiva su E’ TV),rassegna stampa e il parere di alcuni ospitiin studio; dalle 9.30 alle 10.30 «Focus», talkshow giornalistico; dalle 10.30 alle 13«Nettuno Mattina»: rubriche,approfondimenti e dirette; dalle 13 alle17.30 «Pomeriggio insieme», i vostrimessaggi al 333-7294991; infine dalle 17.30alle 19 «Nettuno Sport»: si parla di BolognaCalcio, di basket, di motori.

D

12PORTE. Telecamere puntatesulla Madonna di San Luca

e telecamere di12PORTE hanno

seguito laprocessione delladiscesa dellaMadonna di San Lucain città fin dai primipassi, sotto le voltedel santuario. Lesuggestive immaginisono una grandetestimonianza dellegame unico tra lacittà e la sua

patrona. La visitacoincide con laGiornata mondialedelle ComunicazioniSociali, unaccostamento soloapparentementeforzato in quantol’icona stessa dellaVergine è un potentemezzo che comunical’affetto materno diMaria per il suopopolo.

L

Un gruppo Rinnovamento nello Spirito

OGGIAlle 21 in Cattedrale partecipaal Rosario.

DOMANIAlle 21 in Cattedrale partecipa alRosario.

MARTEDÌ 23 Alle 18.30 ad Ancona, nell’AulaMagna dell’UniversitàPolitecnica delle Marcherelazione su «Umanesimocristiano e ricerca scientifica».

MERCOLEDÌ 24Alle 21 in Cattedrale partecipa al

Rosario.

GIOVEDÌ 25Alle 21 in Cattedrale partecipa alRosario

VENERDÌ 26Alle 17 all’Hotel Centergross aBentivoglio Messa per laCo.pro.b. - Italia zuccheri. Alle 21in Cattedrale partecipa alRosario

SABATO 27Alle 10.30 alla Casa della Caritàdi Corticella Messa per il 40.modi apertura della Casa.

Si celebra Santa Ritai apre oggi con la processione, alle19.15, per le vie della parrocchia, la

festa di S. Rita nella chiesa di viaMassarenti 418. Si prosegue domani, Festadella Santa con le Messe alle 8.30, 9.30,10.30, 12, 17 e 18 con benedizione edistribuzione delle rose e con labenedizione degli automezzi (tutto ilgiorno). Sempre domani saranno attivi glistand gastronomici, la pesca dibeneficenza spettacoli e mostre varie.Martedì 23 (Giornata dei collaboratori),alle 18 Messa per parrocchiani defunti ealle 21 al cinema Tivoli proiezione del film«Il grande silenzio». Giovedì 25 (Giornatadelle vocazioni) alle 17 Rosario per levocazioni sacerdotali, religiose emissionarie e alle 18 Messa. Perinformazioni: parrocchia S. Rita, tel.051531171.

S

parrocchia

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on si deve pensare allaChiesa delle origini come auna sorta di "cupola

mafiosa" che decide cosa va detto ecosa no, e quindi ai Vangeli come alrisultato di un vaglio tra testi"comodi", fatti rientrare nel Canone, ealtri invece da insabbiare». WalterBinni spiega infatti che «alle origininon c’è stata una Chiesa, ma delleChiese, quelle cioè fondate dagliApostoli, testimoni oculari e depositaridella vicenda di Cristo. Le comunitàevangelizzate hanno accolto l’annunciodegli Apostoli generando la cosiddetta"tradizione apostolica", dalla qualesono nati i Vangeli canonici». Lasuccessiva compilazione del canone èquindi frutto di una cernita tra i testinati dalla pura tradizione apostolica,accolti come storici, e quelli nati inaltri contesti, ritenuti non veritieri. Lastoricità di quanto a noi pervenuto nelCanone è comprovato, tra l’altro, dallacompleta concordanza dei testi. «La Chiesa nasce immediatamentedopo la Risurrezione di Gesù, ovveroprima dell’anno 30 - prosegue lostudioso - Per altri 20 - 30 anni havissuto senza alcun testo scritto,probabilmente solo qualche lettera,annunciando, come insegnato dagliApostoli, la divinità di Cristo, la suamorte e risurrezione, e celebrandol’Eucaristia come centro della vita difede. Questo in modo concomitante, incomunità anche tra loro moltolontane, come si vede dai Vangeli checi sono arrivati, maturati in Chiesediverse fondate da apostoli diversi, maperfettamente coincidenti». La Chiesanon ha quindi operato una censuradopo, ma «trasmesso la tradizione vivadegli apostoli prima della redazionedei testi, che contengono quindi taletradizione».

N«Il controcanto dei biblisti

Fatta chiarezza sulla storicità eapostolicità dei Vangeli, spiega poiBinni, è sufficiente andare a leggere itesti per accorgersi di quanto sianofantasiose le teorie di Dan Brown.Come nel celibato: «in un passo delVangelo si dice che la gente di Gesùpensava fosse, tra l’altro Geremia. Ora:perché proprio Geremia? Perché sitrattava dell’unico profeta dell’AnticoTestamento non sposato. È un datoelementare». Per padre Bernardo Gianluca Boschi ilproblema dell’opera di Dan Brown èche «non distingue tra fantasia e realtà,quando invece tutta la trama ècostruita falso su falso. Così, mentrechi è dentro a questi temi se la cavacon una bella risata, le persone"comuni" rischiano di rimanereimbambolate nei dubbi. Il lettore sitrova davanti a un minestrone dileggende, testi gnostici interpretatisenza alcuna competenza, teorieartistiche completamente arbitrarie, enella quasi totalità dei casi non ha glistrumenti culturali per vederel’assurdità dell’intera impalcatura».

Michela Conficconi

«Codice»: la «griffe» è falsa

Leonardo Da Vinci, L’ultima cena

8 Domenica21 maggio 2006

a decontestualizzazione, ovvero l’utilizzo di espressioniestrapolate senza tenere conto né del contesto dell’opera

né di quello culturale che l’ha generata: di questosoprattutto si è servito Dan Brown per sostenere il legameadulterino tra Gesù e la Maddalena a suo pareredocumentato sia nel vangelo apocrifo di Filippo sia nellarappresentazione dell’Ultima Cena fatta da Leonardo daVinci nel refettorio domenicano di S. Maria delle Grazie aMilano. «Nel vangelo apocrifo di Filippo si dice che laMaddalena era la "compagna" di Gesù - spiega padre GiorgioCarbone - Ma sarebbe un banalissimo errore dare a taleaffermazione il significato storico di una relazione amorosa. Il testoè nato infatti in contesto gnostico, cioè non cristiano, che davaun’interpretazione filosofico - simbolica, molto complessa, delmondo e della vicenda di Gesù. In tale ambito il termine"compagna" non significava amante, ma "gnostico perfetto", e ipersonaggi non erano presentati in chiave storica ma esplicitamentesimbolica, secondo la visione propria gnostica, che definiva ilmondo terreno una "copia degradata" di quello celeste. Il bacio traGesù e la Maddalena era simbolo del ricongiungimento dell’"eonesofia" con l’essere supremo, la cui separazione aveva invecegenerato il caos nel mondo. Non alludeva certo a un fatto carnale.Anche perché per gli gnostici la materia, e quindi anche il rapportoconiugale, era male in sé». Che Cristo fosse celibe è d’altra parteun’affermazione che pervade tutti i Vangeli, aggiunge il religioso.Come in Matteo 19,10-12, dove Gesù parla degli «eunuchi per ilRegno dei Cieli». «"Eunuco - spiega padre Carbone - allora comeoggi è un termine offensivo. Se Gesù lo usa è perché,

L

evidentemente, questa espressione gli era stata attribuita daqualcuno della folla proprio per il fatto che, nonostante i suoi 30anni, non era ancora sposato. Un’altra testimonianza in questadirezione sono tutte le affermazioni di Gesù sull’eccellenza delcelibato, che non avrebbero senso se lui prima di tutti non lo avesseosservato». In merito alla presunta immagine di Maria Maddalenache campeggerebbe alla destra di Cristo nell’opera di Leonardo,replica invece don Gianluca Busi: «l’Ultima Cena è stata realizzata inun contesto preciso: il convento dei monaci domenicani, per i qualila collocazione nel refettorio aveva un significato molto profondo,quasi "liturgico". È impensabile che potessero accettare l’immaginedi Cristo con una "amante". L’inquisizione stessa, che non era certosuperficiale nel visionare le opere sacre, sarebbe intervenuta. Nondimentichiamo che per molto meno, nel 1573, venne inquisito aVenezia il Veronese: aveva inserito nell’Ultima Cena un cane, deinani e dei buffoni. Gli fu intimato di distruggere l’opera o cambiaretitolo, che effettivamente fu mutato in "Il pranzo in casa di MatteoLevi"». (M.C.)

Veritatis Splendor

Un ciclo di controinformazioneer diffondere una conoscenzascientificamente fondata dei numerosi falsi

storici diffusi dal volume il «Codice da Vinci», oraproposto al grande pubblico in versionecinematografica, l’Istituto «Veritas Splendor»propone un ciclo di tre incontri nella sededell’Istituto (via Riva Reno 57). Il primo, promossodall’«Accademia Pragma» di Bologna, è sabato 27alle 17.30: Marco Fasol, docente di filosofia estoria in un liceo di Verona, laureato in Filosofiaalla Cattolica di Milano e diplomato in Scienzereligiose, presenterà il suo libro «Il codice svelato».Il martedì successivo, 30 maggio, alle 21, trediversi relatori approfondiranno il tema«Domande in codice: Maria Maddalena, Leonardoda Vinci e la storia della Chiesa»: monsignor LinoGoriup, vicario episcopale per la cultura e lacomunicazione; padre Giorgio Carbone,domenicano, autore del libro «Maria Maddalena.Il Codice da Vinci o i Vangeli»; don Gianluca Busi,membro della commissione diocesana per l’artesacra. Ultimo appuntamento, ancora alle 21,venerdì 9 giugno in collaborazione col Gris, su «LaChiesa delle origini, le origini della Chiesa», temasviluppato, con una particolare attenzione alleproblematiche sollevate dal «Codice», attraverso lapresentazione di altri due volumi: «Le origini dellaChiesa» di padre Bernardo Boschi, domenicano,docente di esegesi biblica e «La Chiesa nel QuartoVangelo», di Walter Binni.

P

Maria Maddalena:quanti «pataccari» !

DI MICHELA CONFICCONI

n gran polpettone. È questo ciò cheha fatto Dan Brown nel suo «Codi-ce» dove, pasticciando insieme sen-

za le adeguate conoscenze vangeli gnosticie correnti esoteriche con ambiguità e im-preparazione storica, ne ha «sparate» pertutti i gusti: Cristo sposato con la Madda-lena; Gesù è il Figlio di Dio solo perché loha deciso un voto a maggioranza nel Con-cilio di Nicea; il giovane rappresentato daLeonardo da Vinci e dall’iconografia tradi-zionale a fianco di Gesù nell’Ultima Cenanon è Giovanni ma la Maddalena; e cosìvia. Niente di male per un autore che scri-ve romanzi, se non fosse che tale autoreha condito il tutto con una pretesa di sto-ricità, disorientato non pochi lettori, ge-neralmente poco ferrati sulle origini delcristianesimo. Tanto, afferma Marco Fasol,autore del libro «Il Codice svelato», da in-sinuare dubbi nei confronti della Chiesa. Quali sono i punti controversi?Il Codice veicola almeno tre concettiinaccettabili: tutto quello che la Chiesa ciha insegnato su Gesù è falso e frutto dimisteriosi giochi di potere; Gesù diNazaret venne considerato solo un uomo,e quindi non Dio, fino al 325, data delConcilio di Nicea; il matrimonio tra Gesùe la Maddalena è storicamentedocumentato. E poi un’enormità di altresciocchezze come la vicenda del Prioratodi Sion e il fatto che la Chiesa abbiainsabbiato alcuni Vangeli, gli apocrifi,perché ritenuti «scomodi». I Vangeli canonici sono attribuibili allatradizione apostolica?Essi non solo sono i testi più antichi sullavita di Gesù che a noi siano pervenuti, ma

Uanche i più diffusi, con i loro 5.300 codicimanoscritti, tutti peraltro identici; fattosingolarissimo. C’è poi un altro criterio digrande rilevanza: sono scritti in greco, mapensati in aramaico, la lingua cioè parlatada Gesù, come si vede dall’utilizzo dialcune parole e dalla struttura sintattica.Questo denota che risalgono a testimonidi lingua madre aramaica ed ebraica. E gli apocrifi?Risalgono tutti al II-IV secolo. Lessico econtenuto - si parla di «pleroma» ed«eoni» - sono completamente estranei allacultura giudaica e propri della filosofiagnostica del II - III secolo. E poi mentre i5.300 codici dei Vangeli canonici sonostati ritrovati nelle comunità di tutto ilbacino del Mediterraneo, dei Vangeliaprocrifi abbiamo solo 1 o 2 codici elocalizzati in un ambiente (l’Egitto),distante chilometri dalla Palestina. Secondo Brown il matrimonio con laMaddalena è documentato...Nel vangelo apocrifo di Filippo si diceche la Maddalena era «koinonos» diGesù, parola greca che significacompagna, discepola e non moglie, perindicare la quale si usava «gyné». Nelmomento in cui l’autore afferma che laparola aramaica «koinonos» significamoglie dimostra di non conoscere nél’aramaico né il greco. Quando sono stati scritti i Vangeli?I sinottici (Matteo, Luca e Marco) tra il 50- 70. Il Vangelo di S. Giovanni è piùtardivo: fine I secolo. Comunque ilnucleo della fede, con l’annuncio dellaincarnazione, morte e risurrezione diGesù, Figlio di Dio, è già contenuto in ICorinzi 15, testo che gli esegeti datano al56, o forse addirittura al 40.

Scholè, incontro con Andrea Tornielli

artedì 23 maggio alle 17.45 alcinema Tivoli (via Massarenti 418)

Scholè promuove un incontro, rivoltoagli studenti e agli insegnanti, sul tema«Il Codice da Vinci. Una somma dimenzogne non fa una verità».Interverrà il giornalista e scrittoreAndrea Tornielli autore di «Processo alCodice da Vinci».

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Caravaggio, La conversione di Maria Maddalena

«Facciamo vedere chi siamo. Veramente»

Uno speciale su «Dedalus»La trasmissione televisiva Dedalus, in onda su È tv econdotta dal giornalista Francesco Spada venerdìprossimo 26 maggio alle 21 dedicherà una puntatamonografica, con molti ospiti in studio, all’informazionecorretta relativamente alle questioni sollevate da «IlCodice da Vinci».

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DI LINO GORIUP *

l «Codice da Vinci»: il libro prima, il filmpoi, saranno ricordati come uno dei più

interessanti fenomeni mediatici degliultimi anni. Operazione commerciale?Attacco frontale alla Chiesa Cattolica?Esplosione di interesse per il «religiosoalternativo»? Tutto questo è presente nel«caso Codice» e giustamente la Conferenzaepiscopale Italiana, anche per difendere lafede di molti e la sua verità oggettiva, haesortato a non andare a vedere il film inuscita; ma il «fenomeno Codice» è anchemolto di più. Oggi, nel mondo dellacomunicazione sociale e dello spettacolo,non sembra più importante dire verità omenzogne, è sufficiente diventare o creareun «evento», proprio come nel caso "Codiceda Vinci". Dobbiamo capire ciò che stasuccedendo nel mondo dellacomunicazione perché la mentalità chenasce da una determinata forma dellatrasmissione delle notizie e del sapereinterpella la Chiesa e i modi con cui èchiamata a far diventare cultura la fedeche annuncia. Annunciare, comunicare lafede oggi significa anche capire che dietroa situazioni sfavorevoli o a lucroseoperazioni di manipolazione della storia edella verità, maldestre e senza scrupoli, sinasconde una curiosità morbosa, forse unbisogno inconscio e «selvaggio», ormaicrescente e già «di massa», di conoscere edi ascoltare, di appartenere e di credere, diriconquistare una consapevolezza anche

Iriguardo alla tradizione religiosa a cui siappartiene. E’ una curiosità, è un bisognoche va intercettato, accolto, portato nelcuore da chi vive un’esperienza viva di fedee desidera comunicarla ai fratelli e sorelledel proprio tempo. Chi avrebbe pensatoqualche tempo fa che, a partire dallalettura di un «thriller» piuttosto leggerino enon perfettamente riuscito, milioni dipersone in Italia e nel mondo si sarebberointeressati appassionatamente, anche soloper poco, della vicenda storica di GesùCristo e della sua natura umano-divina,della storicità dei Vangeli, della figura disanta Maria Maddalena, dell’origine e dellastoria della Chiesa, della fonte Q, delconcilio di Nicea, del significato delleimmagini e dell’arte sacra in relazione allatrasmissione della fede? Formazione einformazione, in maniera precisa edocumentata ma conoscendo e utilizzandole nuove forme della comunicazione edell’informazione: ecco la doverosarisposta della Chiesa e della sua missioneevangelizzatrice, pacifica e coraggiosa, allasfida che questo nostro tempo stalanciando con il suo incredibile poteremediatico-culturale. Mi è piaciutaun’affermazione letta in questi giorni sullastampa. La faccio mia. «Perché perderetempo per dire che non siamo quello chedicono che siamo? E’ meglio spiegare emostrare a tutti quello che siamorealmente».

* Vicario episcopale per la cultura e la comunicazione