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a Federazione italiana scuole materne di Bologna» afferma il presidente Rossano Rossi «segue con un misto di interesse e preoccupazione la confusa polemica nata dalle dichiarazioni dell’assessore alla Scuola Maria Virgilio sui tagli ai buoni scuola immediatamente smentite dal Sindaco». Quali sono le caratteri- stiche del Buono scuo- la? Il Buono scuola è un intervento a favore delle famiglie a parziale copertura delle spese di frequenza per l’anno scolastico. Negli anni precedenti, il bando per la richiesta era collocato in genere ad inizio anno scolastico (ottobre/novembre), per consentire di erogare alle famiglie assegnatarie il contributo entro la fine dell’anno scolastico di riferimento. Se le dichiarazioni del Sindaco vanno intese come L « versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI l mondo è in una turbolenza continua. La lotta tra gli opposti è la sua legge (Eraclito). Tutto geme e soffre come nelle doglie del parto (Rm 8,22). Il fermento delle cose ci costringe a battezzare il mondo con il nome di natura (nascitura), forza generatrice. Un conflitto cosmico: la generazione dell’uno è la morte dell’altro e viceversa (Aristotele). Anche nello spirito, il cimento è continuo. L’idea stessa di un’armonia prestabilita, che tamponi il difetto della casualità (Leibniz), s’accompagna alla voce e all’idea di arma. Così come la gioia di un bel concerto si trova coinvolta in una battaglia (certame). E anche la certezza del giudizio ha le stesse radici belliche. E ancor più in alto, al fondo di ogni cosa, sta il bel combattimento della fede (1Tm 6,12). Un combattimento che ricorda la lotta di Giacobbe: una vittoria nella lotta con Dio, che lascia comunque un segno di sconfitta. Zoppicare con la gamba del mondo e sostenersi solo con quella della contemplazione divina (Gregorio Magno). Ma lì c’è la tranquillità che si scopre quando si è condotti dove non si vuole (Gv 21,18): allora l’anima è presso «le acque di Siloe, che scorrono in silenzio» (Is 8,6). I Certezza del giudizio, le radici sono belliche Consacrati, le testimonianze Vita, la diocesi a San Luca Facchini, Darwin e il N.Y. Times a pagina 3 a pagina 2 a pagina 5 I L COMMENTO LA LIBERTÀ DI EDUCAZIONE È UNA PRIORITÀ ome le leggi «anche i tagli son». Il problema è chi «pon mano ad essi». E soprattutto come. Una questione cruciale anche nel dibattito, che documentiamo in questa pagina, suscitato dall’annuncio, poi corretto, del taglio dei buoni-scuola da parte dell’amministrazione comunale. Il principio di realtà ci dice che i tagli della Finanziaria, gravi e dolorosi, ci sono. Ma essi non possono essere un’occasione di cui profittare per selezionare a livello locale gli strumenti di politica sociale sulla base di personali allergie ideologiche. Chi governa deve indicare le sue priorità: perché da queste il cittadino può capire quale idea hanno il suo sindaco e la sua giunta sulla libertà e sulla dignità della convivenza civile e come intendono operare per promuoverle. In questa prospettiva noi crediamo che la «priorità delle priorità» sia la libertà di educazione, ovvero la possibilità per le famiglie di scegliere il percorso che loro, e non altri, ritengono il più idoneo per i propri figli. Una priorità talmente forte da dover essere sostenuta (anche Bologna fino ad oggi lo ha fatto) con tutti i mezzi per garantire l’esercizio di un diritto fondamentale anche alle famiglie meno abbienti. Le parole con le quali il Sindaco ha ridimensionato il suo assessore (che con il suo precipitoso «de profundis» nei confronti del «buono» aveva suscitato allarme nelle famiglie che proprio in virtù di quello avevano deciso di iscrivere i propri figli alle materne paritarie convenzionate) fanno ben sperare: sia perché si lavori per superare l’emergenza sia perché la città non faccia retromarcia in una strada che in questi anni, pur con giunte di segno diverso, l’ha vista protagonista in positivo. Una direzione imboccata, per certi versi a sorpresa, anche dalla Cgil che non può certo definirsi come un sindacato cattolico. Anche perché, è bene ricordarlo, quella della libertà di educazione e degli strumenti per attuarla, non è una battaglia confessionale che vede da una parte la Chiesa e dall’altra lo Stato (non c’è nessun braccio di ferro, dunque, tra le due realtà) o una battaglia politica tra destra e sinistra. Il punto è che a Bologna il servizio svolto dalle materne convenzionate, di cui la città ha bisogno, non ha alternative concrete. Quello svolto dalle materne e più in generale dalle scuole paritarie è un servizio pubblico a tutti gli effetti che dalle Istituzioni deve essere riconosciuto e promosso in un rapporto di pari dignità con le altre scuole del sistema pubblico. Una politica saggia, anche a livello locale, non può che ripartire da qui. C Signori, si taglia Ma il Sindaco dice no contro in Consiglio comunale, lunedì scorso, sui buoni scuola per le famiglie che iscrivono i propri figli alle materne paritarie convenzionate. Rispondendo a una domanda di attualità del consigliere forzista Paolo Foschini, l’assessore alla scuola, Milly Virgilio, ha infatti annunciato il taglio di questa voce dalle spese del Comune, giustificandolo con i minori fondi fatti pervenire dalla Finanziaria del Governo alle amministrazioni locali. E completava la comunicazione sul destino delle scuole paritarie dicendo che «a maggio 2006 scadono le convenzioni. Ci sarà una revisione dell’intero sistema e una rivisitazione». In serata la correzione da parte del Sindaco. «Non ci sarà nessun "taglio" sulle scuole private» ha dichiarato Sergio Cofferati. Nel bilancio 2006, ha spiegato, «non ci sono quelle risorse perché non potevamo toglierle ad altre voci che sono obbligatorie per legge». «L’intervento relativo all’erogazione dei buoni scuola sarà inserito in un quadro di riorganizzazione dell’intero sistema». S il caso uelli di Rifondazione comunista somigliano sempre di più ai giapponesi che, a guerra finita, continuavano a combattere contro un improbabile nemico. Il nemico, per i discepoli bolognesi di Bertinotti, è il privato. Soprattutto se assume le vesti di una presenza cattolica che solo loro, insieme forse ai Verdi, si ostinano ad equiparare a una sorta di capitalismo da sagrestia invece di considerarla, come molti anche a sinistra hanno capito, una realtà che svolge un servizio pubblico a tutti gli effetti. Anche sulla sussidiarietà i «rifondatori» hanno le idee confuse. Afferma il segretario Tiziano Loreti che «i fondi per la scuola privata vanno tagliati ma progressivamente perché servono a colmare la Q State «buoni»... se potete Comune e scuole materne convenzionate: gli «assegni» al servizio dei meno abbienti DI CHIARA SIRK due mesi dalla pubblicazione viaggia ormai verso le cinquantamila copie il nuovo libro di Vittorio Messori, «Ipotesi su Maria» (edizioni Ares), ma in realtà sono almeno il doppio, dal momento che le rilevazioni «ufficiali» non tengono conto d’altri canali di distribuzione, come le librerie cattoliche, i movimenti, le presentazioni. Un successo annunciato, perché il nome di Messori per molti lettori è una garanzia di contenuti seri e di bello stile, ma anche una sorpresa. Che un libro su Maria si avvii a diventare un best-seller, di questi tempi può destare stupore, e fa riflettere che la Madonna diventi protagonista di un volume di cinquecento pagine. Messori, Maria è una figura spesso silenziosa nei Vangeli. Il sottotitolo del suo libro dice «fatti, indizi, enigmi»: quali fatti racconta? Non è vero che Maria sia poco presente nel Nuovo Testamento. Le parole e i fatti attribuiti a Maria non sono effettivamente molti, però sono quelli essenziali. Maria, nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, è presente in tutti i momenti decisivi: l’annunciazione, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto, la vita pubblica, la croce, la Pentecoste. Non è importante la quantità delle parole che dice, ma la qualità. E parliamo dei fatti. Maria ha una vita che dura da venti secoli e che durerà in eterno. In duemila anni di «fatti» che riguardano Maria ce ne sono moltissimi. Sono i suoi interventi nella storia, ossia le «apparizioni». Si riferisce a queste, quando parla di «enig- mi»? Ce n’è soprattutto uno: perché una ragazzina anonima di un villaggio sconosciuto, in una prospettiva di fede, è diventata la regina del cielo e degli uomini? L’enigma fondamentale è quello del destino di Maria. Dal libro sembra di capire che tra l’800 e il ’900 ci sia stata una certa allergia alla figura della Madonna e alle sue apparizioni. È così? Nell’Ottocento c’è stata certamente una guerra a quella che il laicismo chiamava «superstizione». Addirittura si voleva chiudere Lourdes per motivi d’igiene. In seguito, nei decenni dopo il Concilio Vaticano II, c’è stato quello che Paolo VI ha chiamato «l’inverno mariano». Alcuni teologi non volevano parlare di Maria perché lo consideravano un tema sentimentale, perché non era ecumenico e così via. In realtà, nel libro cerco di dimostrare che Maria non è un passatempo per vecchi devoti. Senza Maria il cristianesimo è «azzoppato». Senza Maria lo stesso Cristo è in pericolo, non a caso il protestantesimo storico è praticamente morto, perché togliendo la Madre ha fatto svanire anche il Figlio. Mi preme dimostrare due cose: prima di tutto che è possibile parlare di Maria senza cadere nella retorica. Il sentimento occorre, ma non il sentimentalismo, così come ci vuole devozione, non devozionalismo. La seconda sfida è stata quella di dimostrare che Maria è indispensabile. Se vogliamo credere davvero dobbiamo fare posto alla Madre. Ecco perché ho intitolato il primo capitolo «Una Madre a difesa del Figlio». Tutte le verità di Maria sono a servizio della fede nel Cristo e, lungi dall’oscurarla, ne assicurano la solidità. Oggi, quando è in gioco la stessa possibilità di credere, è urgente ritrovare la presenza di una Donna che tiene al riparo dall’errore e rafforza le basi della fede. La mariologia è la tutela e la conferma della cristologia. A Fism, parla il presidente Rossi Martedì 31 alle 21 all’Oratorio San Filippo Neri (via Manzoni 5) il Centro Manfredini promuove un incontro tra l’autore del best-seller e Alain Elkann «Ipotesi su Maria», Vittorio Messori esplora l’enigma La copertina del volume che sarà presentato all’Oratorio di San Filippo Neri la conferma del Buono scuola per l’anno in corso (mantenendo fede a quanto era stato comunicato alle famiglie in sede di iscrizione), occorre avviare fin da ora l’iter amministrativo: bando, domande e istruttoria. Se le famiglie interessate, che da giorni stanno telefonando ai nostri uffici e a quelli del Comune, riceveranno ciò che si aspettavano anche per quest’anno, non potremo che esprimere soddisfazione. E per quanto riguarda le con- venzioni? Le convenzioni con le scuole paritarie gestite da Enti privati sono un’altra cosa. Queste sono attualmente in vigore fino a tutto l’anno scolastico 2005- 2006 e in nessun atto formale si sono messi in discussione i relativi contributi che dovranno essere assegnati ai gestori entro aprile 2006. E’ intenzione della Fism rinnovare le convenzioni e in tal senso si sono già avviati contatti con l’amministrazione per un confronto che ci auguriamo possa portare alla conferma di uno strumento che, da dieci anni, ha contribuito a consolidare e qualificare la pluralità dell’offerta educativa alle famiglie bolognesi. (S.A.) mancanza di offerta della scuola pubblica». E’ un’idea di sussidiarietà da minculpop, con lo stato aspira- tutto e la società nel ruolo di stampella. Stupisce (anche se non più di tanto) che la Rifondazione sia stata superata sul fronte della modernità dalla Cgil (che pure aveva tentato invano di abrogare i «buoni» attraverso il referendum) e che oggi, sul fronte delle scuole dell’infanzia, si dichiara convinta sostenitrice di un sistema pubblico- privato. Ci permettiamo di consigliare a Loreti & co un corso di aggiornamento (di rieducazione si chiamava in certi regimi d’antan). Per evitare, ne saremmo sinceramente dispiaciuti, che quella comunista da Rifondazione diventi glaciazione. Stefano Andrini Rifondazione. Arriva l’era glaciale? I numeri da conoscere ono 29 le scuole aderenti alla Federazione italiana scuole materne nella nostra città, di cui 25 convenzionate con il Comune. Le sezioni sono complessivamente 72 (64 convenzionate) per 1800 bambini (di cui 30 stranieri). Il personale ausiliario è costituito da 85 unità e gli insegnanti sono 140 (di cui 30 religiose). Il Buono scuola esiste dall’anno scolastico 2000-2001. Le domande accolte e finanziate nell’ultimo anno scolastico (2004-2005) sono state 280 (una media di 10/11 per scuola). Non si tratta di un intervento a pioggia, ma di un mirato sostegno a famiglie a reddito medio basso (inferiore a 25000 euro Isee). S la scheda R. Rossi Vittorio Messori www.bo7.it Domenica 29 gennaio 2006 • Numero 4 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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a Federazione italianascuole materne diBologna» afferma il

presidente Rossano Rossi «seguecon un misto di interesse epreoccupazione la confusapolemica nata dalledichiarazioni dell’assessore allaScuola Maria Virgilio sui tagli aibuoni scuola immediatamentesmentite dalSindaco».Quali sonole caratteri-stiche delBuono scuo-la?Il Buonoscuola è unintervento afavore delle famiglie a parzialecopertura delle spese difrequenza per l’anno scolastico.Negli anni precedenti, il bandoper la richiesta era collocato ingenere ad inizio anno scolastico(ottobre/novembre), perconsentire di erogare allefamiglie assegnatarie ilcontributo entro la finedell’anno scolastico diriferimento. Se le dichiarazionidel Sindaco vanno intese come

versetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

l mondo è in una turbolenza continua. La lotta tra gli oppostiè la sua legge (Eraclito). Tutto geme e soffre come nelle doglie

del parto (Rm 8,22). Il fermento delle cose ci costringe abattezzare il mondo con il nome di natura (nascitura), forzageneratrice. Un conflitto cosmico: la generazione dell’uno èla morte dell’altro e viceversa (Aristotele). Anche nello spirito,il cimento è continuo. L’idea stessa di un’armonia

prestabilita, che tamponi il difetto della casualità (Leibniz),s’accompagna alla voce e all’idea di arma. Così come la gioia diun bel concerto si trova coinvolta in una battaglia (certame). Eanche la certezza del giudizio ha le stesse radici belliche. Eancor più in alto, al fondo di ogni cosa, sta il bel

combattimento della fede (1Tm 6,12). Un combattimento chericorda la lotta di Giacobbe: una vittoria nella lotta con Dio, chelascia comunque un segno di sconfitta. Zoppicare con la gamba delmondo e sostenersi solo con quella della contemplazione divina(Gregorio Magno). Ma lì c’è la tranquillità che si scopre quando si ècondotti dove non si vuole (Gv 21,18): allora l’anima è presso «leacque di Siloe, che scorrono in silenzio» (Is 8,6).

I

Certezza del giudizio, le radici sono belliche

Consacrati, le testimonianze

Vita, la diocesi a San Luca

Facchini, Darwine il N.Y. Times

a pagina 3

a pagina 2

a pagina 5

I L C O M M E N T O

LA LIBERTÀDI EDUCAZIONEÈ UNA PRIORITÀ

ome le leggi «anche i tagli son».Il problema è chi «pon mano adessi». E soprattutto come. Una

questione cruciale anche nel dibattito,che documentiamo in questa pagina,suscitato dall’annuncio, poi corretto,del taglio dei buoni-scuola da partedell’amministrazione comunale. Ilprincipio di realtà ci dice che i taglidella Finanziaria, gravi e dolorosi, cisono. Ma essi non possono essereun’occasione di cui profittare perselezionare a livello locale glistrumenti di politica sociale sulla basedi personali allergie ideologiche. Chigoverna deve indicare le sue priorità:perché da queste il cittadino puòcapire quale idea hanno il suo sindacoe la sua giunta sulla libertà e sulladignità della convivenza civile e comeintendono operare per promuoverle. Inquesta prospettiva noi crediamo che la«priorità delle priorità» sia la libertàdi educazione, ovvero la possibilità perle famiglie di scegliere il percorso cheloro, e non altri, ritengono il piùidoneo per i propri figli. Una prioritàtalmente forte da dover esseresostenuta (anche Bologna fino ad oggilo ha fatto) con tutti i mezzi pergarantire l’esercizio di un dirittofondamentale anche alle famigliemeno abbienti. Le parole con le qualiil Sindaco ha ridimensionato il suoassessore (che con il suo precipitoso«de profundis» nei confronti del«buono» aveva suscitato allarme nellefamiglie che proprio in virtù di quelloavevano deciso di iscrivere i proprifigli alle materne paritarieconvenzionate) fanno ben sperare: siaperché si lavori per superarel’emergenza sia perché la città nonfaccia retromarcia in una strada chein questi anni, pur con giunte di segnodiverso, l’ha vista protagonista inpositivo. Una direzione imboccata, percerti versi a sorpresa, anche dalla Cgilche non può certo definirsi come unsindacato cattolico. Anche perché, èbene ricordarlo, quella della libertà dieducazione e degli strumenti perattuarla, non è una battagliaconfessionale che vede da una parte laChiesa e dall’altra lo Stato (non c’ènessun braccio di ferro, dunque, tra ledue realtà) o una battaglia politica tradestra e sinistra. Il punto è che aBologna il servizio svolto dallematerne convenzionate, di cui la cittàha bisogno, non ha alternativeconcrete. Quello svolto dalle materne epiù in generale dalle scuole paritarie èun servizio pubblico a tutti gli effettiche dalle Istituzioni deve esserericonosciuto e promosso in un rapportodi pari dignità con le altre scuole delsistema pubblico. Una politica saggia,anche a livello locale, non può cheripartire da qui.

C

Signori, si tagliaMa il Sindaco dice no

contro in Consiglio comunale,lunedì scorso, sui buoni scuola

per le famiglie che iscrivono ipropri figli alle materne paritarieconvenzionate. Rispondendo a unadomanda di attualità delconsigliere forzista Paolo Foschini,l’assessore alla scuola, MillyVirgilio, ha infatti annunciato iltaglio di questa voce dalle spesedel Comune, giustificandolo con iminori fondi fatti pervenire dallaFinanziaria del Governo alleamministrazioni locali. Ecompletava la comunicazione suldestino delle scuole paritariedicendo che «a maggio 2006scadono le convenzioni. Ci saràuna revisione dell’intero sistema euna rivisitazione». In serata lacorrezione da parte del Sindaco.«Non ci sarà nessun "taglio" sullescuole private» ha dichiarato SergioCofferati. Nel bilancio 2006, haspiegato, «non ci sono quellerisorse perché non potevamotoglierle ad altre voci che sonoobbligatorie per legge».«L’intervento relativoall’erogazione dei buoni scuolasarà inserito in un quadro diriorganizzazione dell’interosistema».

S

il caso

uelli di Rifondazionecomunista somigliano sempredi più ai giapponesi che, a

guerra finita, continuavano acombattere contro un improbabilenemico. Il nemico, per i discepolibolognesi di Bertinotti, è il privato.Soprattutto se assume le vesti diuna presenza cattolica che sololoro, insieme forse ai Verdi, siostinano ad equiparare a una sortadi capitalismo da sagrestia invecedi considerarla, come molti anchea sinistra hanno capito, una realtàche svolge un servizio pubblico atutti gli effetti. Anche sullasussidiarietà i «rifondatori» hannole idee confuse. Afferma ilsegretario Tiziano Loreti che «ifondi per la scuola privata vannotagliati ma progressivamenteperché servono a colmare la

Q

State «buoni»... se poteteComune e scuole materne convenzionate: gli «assegni» al servizio dei meno abbienti

DI CHIARA SIRK

due mesi dalla pubblicazione viaggiaormai verso le cinquantamila copie ilnuovo libro di Vittorio Messori, «Ipotesi

su Maria» (edizioni Ares), ma in realtà sonoalmeno il doppio, dal momento che lerilevazioni «ufficiali» non tengono conto d’altricanali di distribuzione, come le libreriecattoliche, i movimenti, le presentazioni. Unsuccesso annunciato, perché il nome diMessori per molti lettori è una garanzia dicontenuti seri e di bello stile, ma anche unasorpresa. Che un libro su Maria si avvii adiventare un best-seller, di questi tempi puòdestare stupore, e fa riflettere che la Madonna

diventi protagonista di un volume dicinquecento pagine.Messori, Maria è una figura spesso silenziosanei Vangeli. Il sottotitolo del suo libro dice«fatti, indizi, enigmi»: quali fatti racconta? Non è vero che Maria sia poco presente nelNuovo Testamento. Le parole e i fatti attribuitia Maria non sono effettivamente molti, peròsono quelli essenziali. Maria, nei Vangeli enegli Atti degli Apostoli, è presente in tutti imomenti decisivi: l’annunciazione, la nascitadi Gesù, la fuga in Egitto,la vita pubblica, la croce, laPentecoste. Non èimportante la quantitàdelle parole che dice, ma laqualità. E parliamo deifatti. Maria ha una vita chedura da venti secoli e chedurerà in eterno. Induemila anni di «fatti» cheriguardano Maria ce nesono moltissimi. Sono isuoi interventi nella storia,ossia le «apparizioni».

Si riferisce a queste, quando parla di «enig-mi»? Ce n’è soprattutto uno: perché una ragazzinaanonima di un villaggio sconosciuto, in unaprospettiva di fede, è diventata la regina delcielo e degli uomini? L’enigma fondamentale èquello del destino di Maria. Dal libro sembra di capire che tra l’800 e il’900 ci sia stata una certa allergia alla figuradella Madonna e alle sue apparizioni. È così? Nell’Ottocento c’è stata certamente una guerra

a quella che il laicismo chiamava«superstizione». Addirittura si volevachiudere Lourdes per motivi d’igiene. Inseguito, nei decenni dopo il ConcilioVaticano II, c’è stato quello che Paolo VIha chiamato «l’inverno mariano». Alcuniteologi non volevano parlare di Mariaperché lo consideravano un temasentimentale, perché non era ecumenico ecosì via. In realtà, nel libro cerco didimostrare che Maria non è unpassatempo per vecchi devoti. SenzaMaria il cristianesimo è «azzoppato».Senza Maria lo stesso Cristo è in pericolo,

non a caso il protestantesimo storicoè praticamente morto, perchétogliendo la Madre ha fatto svanireanche il Figlio. Mi preme dimostraredue cose: prima di tutto che èpossibile parlare di Maria senzacadere nella retorica. Il sentimentooccorre, ma non il sentimentalismo,così come ci vuole devozione, nondevozionalismo. La seconda sfida èstata quella di dimostrare che Mariaè indispensabile. Se vogliamocredere davvero dobbiamo fareposto alla Madre. Ecco perché hointitolato il primo capitolo «UnaMadre a difesa del Figlio». Tutte leverità di Maria sono a servizio dellafede nel Cristo e, lungidall’oscurarla, ne assicurano lasolidità. Oggi, quando è in gioco lastessa possibilità di credere, èurgente ritrovare la presenza di unaDonna che tiene al riparo dall’erroree rafforza le basi della fede. La mariologia è latutela e la conferma della cristologia.

A

Fism, parla il presidente Rossi

Martedì 31 alle 21 all’OratorioSan Filippo Neri (via Manzoni 5)il Centro Manfredini promuove un incontro tra l’autore del best-seller e Alain Elkann

«Ipotesi su Maria», Vittorio Messori esplora l’enigma

La copertina del volume che sarà presentatoall’Oratorio di San Filippo Neri

la conferma del Buono scuolaper l’anno in corso(mantenendo fede a quanto erastato comunicato alle famigliein sede di iscrizione), occorreavviare fin da ora l’iteramministrativo: bando,domande e istruttoria. Se lefamiglie interessate, che dagiorni stanno telefonando ainostri uffici e a quelli delComune, riceveranno ciò che siaspettavano anche perquest’anno, non potremo cheesprimere soddisfazione.E per quanto riguarda le con-venzioni?Le convenzioni con le scuoleparitarie gestite da Enti privatisono un’altra cosa. Queste sonoattualmente in vigore fino atutto l’anno scolastico 2005-2006 e in nessun atto formale sisono messi in discussione irelativi contributi che dovrannoessere assegnati ai gestori entroaprile 2006. E’ intenzione dellaFism rinnovare le convenzioni ein tal senso si sono già avviaticontatti con l’amministrazioneper un confronto che ciauguriamo possa portare allaconferma di uno strumento che,da dieci anni, ha contribuito aconsolidare e qualificare lapluralità dell’offerta educativaalle famiglie bolognesi. (S.A.)

mancanza di offerta della scuolapubblica». E’ un’idea di sussidiarietàda minculpop, con lo stato aspira-tutto e la società nel ruolo distampella. Stupisce (anche se nonpiù di tanto) che la Rifondazione siastata superata sul fronte dellamodernità dalla Cgil (che pureaveva tentato invano di abrogare i«buoni» attraverso il referendum) eche oggi, sul fronte delle scuoledell’infanzia, si dichiara convintasostenitrice di un sistema pubblico-privato. Ci permettiamo diconsigliare a Loreti & co un corso diaggiornamento (di rieducazione sichiamava in certi regimi d’antan).Per evitare, ne saremmosinceramente dispiaciuti, che quellacomunista da Rifondazione diventiglaciazione.

Stefano Andrini

Rifondazione.Arriva l’era glaciale?

I numeri da conoscereono 29 le scuole aderenti allaFederazione italiana scuole materne

nella nostra città, di cui 25 convenzionatecon il Comune. Le sezioni sonocomplessivamente 72 (64 convenzionate)per 1800 bambini (di cui 30 stranieri). Ilpersonale ausiliario è costituito da 85unità e gli insegnanti sono 140 (di cui 30religiose). Il Buono scuola esiste dall’annoscolastico 2000-2001. Le domandeaccolte e finanziate nell’ultimo annoscolastico (2004-2005) sono state 280 (unamedia di 10/11 per scuola). Non si trattadi un intervento a pioggia, ma di unmirato sostegno a famiglie a redditomedio basso (inferiore a 25000 euro Isee).

S

la scheda

R. Rossi

Vittorio Messori

www.bo7.it

Domenica 29 gennaio 2006 • Numero 4 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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2 Domenica29 gennaio 2006

consacrati in diocesi sono quasi1.400, dei quali circa un migliaiodonne. Il ramo femminile si

struttura in: 7 famiglie monastichecon 8 monasteri e 85 monache; 58congregazioni religiose, con 856membri, in 125 comunità; 3 Societàdi vita apostolica, con 8 comunità e32 membri; 5 istituti ancora informazione, con 10 comunità e 28membri; 13 Istituti secolari. Perquanto riguarda il ramo maschile:25 Istituti religiosi, con 358membri; 2 società di vita apostolica,con 19 membri; 1 Istituto secolare.Dei 377 consacrati 275 sono anchesacerdoti. La loro presenza in diocesi si attuain svariati ambiti: la formazionespirituale nei Centri per ritiri edesercizi spirituali (la casa S.Giuseppe dei Gesuiti, il cenobio S.Vittore della Confederazione

I

parrocchie, ospedali, cliniche, Casedi cura, pensionati universitari, eoffrono vicinanza ai malati infamiglia, in centri attrezzati come leCase di accoglienza e in servizisociali nel campo soprattutto dellenuove povertà (drogati, emarginati,anziani soli e abbandonati, famigliein difficoltà). «È significativo che la celebrazionedella Giornata sia presiedutadall’Arcivescovo, proprio persignificare come la vita consacratafaccia parte della Chiesa locale, -afferma padre Antonio Dall’Osto,religioso dehoniano - di una Chiesache è per sua natura "comunione"di carismi e ministeri. Le famigliereligiose hanno già dato una decinadi Santi alla diocesi, e quasi unaquindicina sono le cause dibeatificazione ancora in corso. Egrande è anche il contributo che laChiesa bolognese, proprio grazie aiconsacrati, offre alla Chiesauniversale, attraverso l’invio di tantimissionari nelle varie parti delmondo». (M.C.)

dell’Oratorio di S. Filippo Neri,l’eremo di Ronzano dei Servi diMaria); la cultura (il Centro S.Domenico, l’Antoniano, il Centroeditoriale dehoniano, il Centroculturale SS. Salvatore, il Centrostudi padre Cherubino Ghirardacci,e ancora l’attività editoriale deisalesiani, l’editrice a caratteremissionario Emi e le libreriecattoliche); la scuola (sono presentiin 11 scuole superiori, altrettantescuole medie, 17 elementari e 92scuole materne, frequentatecomplessivamente da 8.516 alunni);le parrocchie (22 sono affidate areligiosi e altre vedono il lorosostegno al clero diocesano); lechiese non parrocchiali (pergarantire alcuni servizi quali laconfessione e la direzionespirituale). Le religiose svolgonouna importante opera nelle

iovedì 2 febbraio, festa dellaPresentazione di Gesù al tempio, la

Chiesa celebra la Giornata della vitaconsacrata. A Bologna questoappuntamento vedrà come momentoculminante la Messa presiedutadall’Arcivescovo in Cattedrale alle 17.30.Il giorno precedente, alle 17 nelSantuario di S. Maria della Vita (viaClavature 10), Adorazione eucaristica peril dono di vocazioni consacrate. Leparrocchie sono invitate a ricordare laGiornata a livello parrocchiale o divicariato, anche nella domenicaprecedente o successiva, attraverso lacatechesi, la Messa, o la testimonianzadei religiosi stessi. Nella lettera speditarecentemente alle religiose l’Arcivescovoparla della vita consacrata in questitermini: «Trasformate in Cristo, voimuovete colla vostra presenza la personaumana verso di Lui: o coll’olocaustodella vostra preghiera o coll’avvicinareogni bisogno umano a Cristo e Cristo adogni bisogno umano».

G

Dal seno del Poverol’amore ai poveri

Vitaconsacrata,le testimonianze

DI MICHELA CONFICCONI

li occhi di fra’ Daniele brillanoquando afferma: «in questa stradaho riconosciuto una bellezza

"eccellente"». Non è per mancanza distima nei confronti della vita coniugatache ha scelto di entrare fra iDomenicani. Anzi, spiega, «ho cercatodelle ragazze con la quali costruire unafamiglia cristiana. Poi però questaprospettiva è sfumata quando Dio hainiziato a essere nella mia vita unapresenza esclusiva e totalizzante. Non mibastava essere un laico e viveresantamente il mio stato; il cuorepremeva perché a Cristo donassi la miastessa vita». La storia di Daniele, 31 anni,studente a Bologna al penultimo annodi Teologia, inizia da lontano:Benevento, città nella quale è nato ecresciuto. Lì aveva frequentato ilcatechismo, ma poi, nell’adolescenza,qualcosa si era spezzato. «Non è che noncredessi in Dio - spiega - semplicemente,finii col non lasciargli più spazio nellemie giornate. E così mi allontanai dalla

Gparrocchia e dai sacramenti». Finché unevento doloroso, la morte della nonna,lo ha riportato d’improvviso di frontealla realtà. «Di colpo mi accorsi che nonsi poteva scherzare con la vita. Chec’erano domande cui dovevo darerisposte. Che dovevo prendere sul serioquella punta di "nostalgia" che miportavo dentro». Ma la dimensionevocazionale è maturata col tempo.«All’inizio volevo solo impostare la miavita a partire da Cristo - ricorda fra’Daniele - Non pensavo allaconsacrazione. Mi facevo aiutare da duesacerdoti: uno a Benevento e uno aRoma, dove studiavo Legge. Poi peròl’abbraccio misericordioso di Dio si èfatto sempre più stretto, e la gioia dicorrispondervi sempre più grande.Continuavo a coltivare i miei hobby: lamusica, la palestra, il calcio, gli amici.Ma tutto passava via via in secondopiano. La vita religiosa era per me unaprospettiva sempre più affascinante. Misono laureato nel marzo del ’99, e anovembre sono entrato nel conventodei Domenicani».

Lisetta, la vocazione nel quotidianoer abbracciare la sua vocazioneLisetta, 65 anni, dell’istituto secolare

Compagnia missionaria del Sacro Cuore,ha lasciato appena ventenne Cagliari, lasua città di origine, per venire a Bologna;e poi, alcuni anni dopo, anche l’Italia,per andare in terra di missione, ilMozambico, dove è rimasta per ben 24anni. «Certo, un po’ di timore l’avevo -racconta - ma mi fidavo di Dio. Forte diun consapevole discernimento, sapevoche se Cristo mi stava chiamando ad unastrada, mi avrebbe dato anche la forzaper percorrerla». A Bologna, racconta, eravenuta perché allora, a metà del secoloscorso, gli Istituti secolari erano ancorapochi. «Desideravo servire Cristo in unatotalità di testimonianza cristiana -racconta Lisetta - ma lo volevo fare nelmondo, e da "pari a pari": lavorando congli altri, condividendo i ritmi di una vitaordinaria, ma allo stesso tempo portando

P all’interno di essa la possibilità di unaquotidianità diversa, più corrispondentealla vocazione battesimale. Venni aconoscenza della realtà degli Istitutisecolari. Essi, proprio come desideravo io,univano due realtà che fino agli anni ’40- ’50 non era concepibile tenere insieme:consacrazione e vita nel mondo». In questi quarant’anni Lisetta ha cercatola santificazione nell’umiltà del suolavoro quotidiano: l’assistente sanitaria.«Amare Dio - spiega - ha significatoricercare rapporti attenti alla persona.Questo con i colleghi e con gli ammalati.Essere cristiana voleva dire donareprossimità, amicizia, affetto, portare nelmio cuore le sofferenze e le storieincontrate». «Sono grata a Dio - conclude- perché mi ha donato quella paceprofonda che viene dal suo abbraccio, eche rende capaci di affrontare qualunquecosa». (M.C.)

Non un «fare», ma un «essere»

Un momento della Giornata dello scorso anno

educazione dei giovani deveessere improntata alla vita comevocazione alla santità». Padre

Alessandro Piscaglia, vicario episcopale perla Vita consacrata, si sofferma in occasionedella Giornata, in particolare sulla Pastoralegiovanile, ribadendo da una partel’importanza di presentare vocazionalmentela vita (quindi anche la via delmatrimonio), dall’altra di far conoscere

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tutte le vocazioni cui un cristiano può esserechiamato, compresa quella consacrata, cherischia invece di essere trascurata. «La vita consacrata ha un suo specificocarisma per il bene di tutti - afferma padrePiscaglia - ovvero testimoniare radicalmentela vita cristiana, e richiamare alla speranzanei "beni futuri". Ecco perché una voltal’anno siamo chiamati a fare memoria diquesta realtà: da una parte per ringraziare ilSignore di questo dono e chiedergli diconservarcelo, e dall’altra per rinnovare ilnostro sguardo». Perché si registrano sempre meno voca-zioni alla vita consacrata?Ci sono varie ragioni. Anzitutto unagenerale scarsa conoscenza della vocazioneconsacrata: sacerdoti, religiosi, catechisti,educatori ne parlano poco o per nulla. C’èpoi una maggiore difficoltà oggi, a causadella grande suggestione che esercitano i

tanti beni adisposizione, alasciare tutto perseguire Gesùsecondo i consiglievangelici di povertà,castità e obbedienza.Anche nelle famigliec’è una scarsasollecitudinevocazionale neiconfronti dei figli.Molto gioca infine la capacità degli Istitutistessi di leggere i «segni dei tempi» eaggiornare la propria presenza nel mondo. Quali suggerimenti allora?Anzitutto, a chi è portatore del dono dellavita consacrata, di vivere il proprio statonella gioia, attraverso una coscienza sempreviva della grande chiamata ricevuta, eoffrendo una testimonianza di vita cristiana

chiara e priva di compromessi. Ai fedelisuggerisco di rinnovare il proprio sguardonei confronti dei consacrati: prima cheoffrire dei servizi pastorali essi sono unarealtà mistica: incarnano e testimonianoquel «rapporto esclusivo» con Dio che ècostitutivo di ogni esistenza umana edestino finale di ciascuno. Non un «fare»,ma un «essere». (M.C.)

Il vicario episcopale padre Piscaglia:«Occorre una Pastorale giovanile che presenti vocazionalmente la vitaE i fedeli rinnovino il propriosguardo verso la consacrazione: nonun servizio, ma una realtà mistica»

Meno adesioni, ma nuove «formule»ell’arco di 30 anni, praticamente dal Concilio ad oggi, lapresenza dei consacrati a Bologna si è pressoché

dimezzata. Ha risentito meno di questa situazione la vitaclaustrale, specie femminile. «Tengono» anche quelle realtàdove la vita religiosa è vissuta nell’essenzialità, semplicità efraternità; ne sono un esempio i vari rami della famigliafrancescana. Sono poi nate, con un certo successo di adesioni,nuove forme accanto a quelle tradizionali, dove vivono insiemeconsacrati e famiglie, laici e preti per seguire Cristo insieme conradicalità, ciascuno nel suo stato.

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i numeri

istituti secolari

La celebrazionediocesana

DI GIOVANNI NICOLINI *

i faccio prendere per mano da due grandidonne del Vangelo secondo Giovanni: la

donna di Samaria e la donna di Betania, Maria, lasorella di Marta e di Lazzaro. Custodiscono in modoprezioso la ricchezza del Povero che le ha sedotte ele ha tratte a sé facendosi loro Sposo di sangue: ilCristo Signore. La vita battesimale, la vita di ognibattezzato è vita nuziale, è intimità con il CristoSposo, è esperienza di quel «saranno i due una solacarne» che è «la vita in Cristo» di ogni cristiano.Nella consacrazione religiosa questo si celebra nellaradicalità della comunione d’amore che celebra neltempo le nozze eterne cui ogni anima è chiamatanella pienezza finale. Ma non si può separare loSposo dal Povero. E questo non solo per chi celebrala sua consacrazione nello specifico servizio deipoveri, ma per ognuno che facendosi eunuco per ilRegno incontra Gesù come Sposo da ora e persempre. È il povero che, seduto presso il pozzo nellastanchezza del viaggio, all’ora sesta, l’ora dellacroce, si fa mendicante per la donna di Samaria e ledice: «Dammi da bere». S. Agostino commenta:«Egli ha sete di lei». E la donna saràprogressivamente sedotta, e vinta dalla potenzad’amore di colui che la trae a sé, e le si rivela come

l’unico vero Sposo, coluiche la disseterà conquell’acqua viva chediventerà in lei fontezampillante. Facendosipovero per lei, lo Sposodella sua vita l’ha portataa riconoscere la miseria diun’esistenza senza vero

amore e ne ha fatto l’annunciatrice della vitanuova presso i samaritani che come lei hanno setedi colui che dalla Croce ha effuso nella storial’acqua e il sangue del suo sacrificio d’amore. Quello che al pozzo è stato il grande viaggiod’amore del Cristo verso la Sposa, diventa ora, aBetania, nella casa dei tre fratelli, la restituzioned’amore, la grande festa, l’amante adorazione diMaria che «sperpera» per l’Amato tutto il profumodella sua vita. L’invidiosa e insincera protesta diGiuda non ferma e non confonde lo slanciod’amore, e induce Gesù a difendere il gesto«sconsiderato» di Maria, che diventa allora e persempre la vera «regola» dell’amore per i poveri,quelli che Dio ha stabilito li avremo sempre connoi. Tutto versando ai piedi del grande Povero,Maria fonda l’amore per quei poveri che sonosempre con noi: un amore che vede in ogni poverola presenza di colui che si è fatto povero per noi. Unamore che non può fermarsi a soccorrere il bisogno,ma che avverte di doverlo accompagnare con ilsuperfluo di un profumo di devozione e di onore.Relazione con il povero che va ben oltre le misuredell’emergenza e dell’assistenza e diventa volto efecondità di una vita consacrata a Dio e dunquetutta immersa nell’amore per il fratello che si vede,per amare colui che possono vedere coloro chestanno alla Cena «in sinu Iesu», nel grembo delSignore.

* Vicario episcopale per la Carità

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uando si è giovani si rischia dirimanere abbagliati dalle cosestraordinarie e di vivere

l’ordinario con una certa rassegnazione.Di Clelia mi colpì proprio la caratteristicaopposta: una vita giovane, felice, giocatatutta nella semplice realtà delle Budrie».Per suor Angela Mara, 30 anni, originariadi Bazzano, Minima dell’Addolorata, lastoria vocazionale è iniziata a Roma, il 9aprile 1989, quando ci fu lacanonizzazione della fondatrice dellaCongregazione, S. Clelia Barbieri. Alloraaveva quindici anni: «mi sentii rapire ilcuore», racconta. La decisione di entrarenella congregazione però è maturatanegli anni successivi. Anche perché,sottolinea con un po’ di autoironia, «aquesta vita non ci pensavo proprio; avevouna certa "allergia" per le suore». Acompiere il «fatidico» passo, proseguesuor Angela Mara, «mi sono stati d’aiuto

Q« il cammino parrocchiale nel gruppogiovani, la frequenza alla Messa, ilrapporto con la Scrittura e la miafamiglia, che mi ha educato ad un usoretto della ragione». «Non penso alla miascelta come un "aver lasciato tutto" -conclude - ma piuttosto come un aver"trovato tutto": il centuplo nella vita nonè nelle cose che si possiedono, ma nellapienezza che il Signore dà quando gli sipermette di entrare». Ed è proprio il gustoper la vita, coltivato e sperimentato nellasemplicità del quotidiano, incontratonella comunità delle Minime in India, cheha affascinato anche suor Diletta,indiana, 31 anni, professa perpetua dellacongregazione. «Oggi sperimento anch’ioquella medesima pace, che non è assenzadi fatica e problemi, ma la certezza delcuore di essere al proprio posto, didimorare in quell’abbraccio dal qualeproviene ogni cosa». (M.C.)

Giovedì 2 febbraio la Giornata:alle 17.30 in Cattedrale Messapresieduta dall’Arcivescovo

Minime.La via della semplicità di Clelia

Una presenza viva

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la testimonianza

DI CHIARA UNGUENDOLI

ra le varie attività svolte dal Sav diBologna quelle maggiormentesignificative sono state, anche lo

scorso anno, l’ascolto, l’accoglienza, ilServizio guardaroba e il Bancoalimentare. L’ascolto viene effettuato invia Irma Bandiera 22 da un’assistentesociale e due educatrici professionali.Tra le donne accolte, si rilevano semprepiù cambiamenti: oltre al solito flussomigratorio proveniente dai Paesiafricani, soprattutto dal Magreb, siconfermano quelli dall’Europa dell’Est.Si tratta di donne sole in gravidanza ocon bambini appena nati che esconoda situazioni drammatiche(clandestinità, sfruttamento, violenza eprostituzione...). È inoltre aumentata lapresenza di richiedenti asiloprovenienti da paesi in situazionistorico-politiche gravi. In tutto, nel2005 sono stati seguiti 363 casi dai variservizi interni (Servizio sociale,sostegno psicologico, pediatrico,infermieristico, ostetrico, legale...) e conrapporti con altri enti (Caritas, Comunedi Bologna, Ausl). Anche le richieste diaccoglienza sono cambiate: sonoaumentati i nuclei familiari straniericon un disagio economico (un soloreddito, spesso precario) e un disagioabitativo. Per questi il Sav ha messo adisposizione quattro appartamenti diaccoglienza. Altri sei appartamentisono invece destinati a mamme solecon bambini: attualmente sono accolte17 mamme e 24 bambini.L’accoglienza nei gruppi-appartamentorappresenta la risposta più qualificantedel Sav. L’ospitalità è temporanea,anche se i periodi possono essere più omeno lunghi; alla base vi è un progettodi sostegno sociale strutturato, che miraa fare acquisire alle donne e ai lorobambini una condizione di autonomiae di inserimento sociale. Le ospiti sonosupportate dalla presenza costante delle

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educatrici professionali.Anche il servizioguardaroba è una dellerisposte storiche delServizio, sempre utile esignificativo; infatti sollevale madri bisognose dagrosse spese perl’abbigliamento deibambini e crea una catenadi solidarietà tra queste ele madri che offrono gliindumenti. Un datosignificativo èrappresentato da 127corredini preparati per lenascita programmate. Così pure ilBanco alimentare è una distribuzionemirata ai casi più bisognosi di alimentiper la prima infanzia. Nel 2005 sonostate seguite da questi due servizi 542situazioni. Infine, c’è l’«Aiuto Vita»,adozione prenatale a distanza: l’annoscorso è stato destinato a 22 madri cherischiavano di interrompere lagravidanza.

Convegno Ac, Sav, Centro Doreutta la diocesi si sta mobilitando in vistadella celebrazione della Giornata della

Vita, domenica 5 febbraio. Momento centralesarà il pellegrinaggio diocesano al Santuariodella Beata Vergine di S. Luca, presiedutodall’arcivescovo monsignor Carlo Caffarrasabato 4 febbraio: alle 15 appuntamento alMeloncello, alle 16.30 Messa presiedutadall’Arcivescovo in Basilica.Altre iniziative sono proposte da gruppi,associazioni e parrocchie: indichiamo quelle diquesta settimana. L’Azione cattolica diocesana,il Servizio accoglienza alla Vita e il Centro G. P.Dore organizzano sabato 4 febbraio nellaparrocchia della Sacra Famiglia (via IrmaBandiera 24) un convegno su: «In comunioneper dare speranza alla vita»; intervengono donGiovanni Silvagni, assistente diocesano Ac,Maurizio Millo, presidente Tribunale per iminorenni regionale e Teresa Marzocchi,responsabile del Centro di accoglienza «LaRupe». I volontari del Sav hanno preparto una«preghiera per la vita» che sarà letta nellerispettive parrocchie domenica 5 febbraio.

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le iniziative

«Un momento di preghiera e penitenza»l pellegrinaggio diocesano per la Giornata della Vi-ta - spiega monsignor Massimo Cassani, vicario e-

piscopale per Famiglia e Vita - ha un particolare valoreproprio perché convocato dall’Arcivescovo e da lui gui-dato. Egli chiede a tutti di partecipare , perché esso haun valore anzitutto penitenziale, in riparazione dei pec-cati contro la vita, e poi di preghiera e di testimonianza.Vogliamo invocare il Signore per l’intercessione di Mariaperché la vita sia sempre custodita e impegnarci a ope-rare perché si diffonda una "cultura della vita"».

il vicario

Il ricordo di monsignor Tintiono molto addolorato per la scomparsa didon Tonino». A parlare è il vescovo di Car-

pi monsignor Elio Tinti. «Era un amico vero - sot-tolinea - fin dagli anni in cui frequentammo as-sieme la Teologia in Seminario, entrambi prove-nienti dal centro di Bologna. Un’amicizia vera-mente molto bella la nostra, un cammino condi-viso in una grande fraternità sacerdotale». «Ciòche caratterizzava in modo particolare don Pul-lega - prosegue il vescovo monsignor Tinti - era lasua devozione per la Madonna dell’Acero. E poi ilsuo grande amore per la Chiesa e per la missionepastorale. Appassionato cappellano a Pieve di Cen-to e a Castelfranco prima e poi parroco a S. Anto-nio di Medicina, prese proprio il mio posto a S. Cri-stoforo. E lì ha portato per 21 anni il suo slancionaturale per il "lavoro" di parroco. Ha assunto congrande amore il rinnovamento del Concilio e loha sempre portato avanti con la testimonianza divita». «Bologna - conclude il vescovo monsignorTinti - perde con lui un esempio di vita appassio-nata per Cristo, per le anime, per le persone. Unsacerdote, un uomo, un confessore, un amico perme, che lascia realmente un grande vuoto».

Sabato 4 febbraio, vigilia della Giornata, il pellegrinaggio guidatodall’Arcivescovo: alle 15 ritrovo al Meloncello, alle 16.30 Messa alsantuario. Il Sav di Bologna racconta numeri e storie del 2005

Giornata del Seminario, la lettera di Caffarra:«Occorrono preghiera e aiuto economico» I candidati Lettori

Rabitti: «Bologna perde un grande sacerdote»

DI CARLO CAFFARRA *

arissimi,oggi la nostra Chiesacelebrerà la giornata del

Seminario. È il giorno in cui tutte lecomunità rivolgono la loroattenzione verso il luogo dovecome un vero Cenacolo si stannopreparando i futuri apostoli:cuore del cuore della Diocesi.La prima espressione del nostrolegame di fede al Seminario deveessere la preghiera, perché ilSignore vi mandi numerosigiovani, perché riempia del suoSpirito chi ne ha la responsabilitàeducativa; perché guidi i chiericie i seminaristi nel loro camminodi discernimento e dipreparazione.Ma non deve mancare neppure

Cl’aiuto generoso in terminieconomici: ilfedele che aiutail Seminariodona a sestesso. Benconoscendo lagrandegenerosità deifedelibolognesi,sono sicuroche questoinvito noncadrà nelvuoto.La Madre diDio, presenza orante nel primoCenacolo, non dimentichi ilnostro Seminario, e lo custodiscasotto la sua protezione.

* Arcivescovo di Bologna

Laboratorio spiritualità: la famiglia e il luttohi subisce un grave lutto in famiglia abbraccia la vitaconsacrata o sacerdotale con più frequenza di chi viene

invece da un percorso per così dire «ordinario». Un dato curiosoemerso dalle statistiche interne alla nostra regione, ma chesembra avere comunque un carattere più universale. Tra i tantiesempi che si potrebbero citare, uno per tutti: Giovanni Paolo II.Ad approfondire l’argomento è stato invitato, nell’ambito delLaboratorio di spiritualità organizzato dalla Fter, padre AmedeoCencini, canossiano, psicologo e docente di Pastorale vocazionaleall’Università salesiana di Roma. Martedì 31 gennaio inSeminario, nel consueto orario 9.20 - 12.50, affronterà il tema «Ildolore e la morte in famiglia: vivere e accompagnare il lutto».«Nulla come la morte di una persona cara - afferma padre Cencini- ha il potere di rendere "pensosi", indurre con forza ainterrogarsi sul significato della vita e ricercare responsabilmenteil modo più vero di "spenderla"». Paradossalmente, quindi, unagrande occasione, in un contesto culturale nel quale la crisi divocazioni è anche crisi di riflessione. Tuttavia, specifica il religioso,si tratta di un percorso che va guidato: «il giovane va aiutato adelaborare positivamente il lutto - spiega - senza esserneschiacciato. Quindi a far emergere le domande che si porta

dentro. Anzitutto quella più naturale:il mistero della vita, prima ancora chedella morte, dono ricevuto senzanessuna richiesto o merito. Seaccompagnato a fare esperienza chela vita è un bene ricevuto, che tendeperciò, per sua natura, ad essere benedonato, si è già in piena animazionevocazionale. Ogni scelta esistenziale,da quella coniugale a quellaconsacrata o sacerdotale, verrà dauna reale coscienza vocazionalecristiana». (M.C.)

C

ologna perde un grande Prete. Un «petroniano» vera-ce. Una sintesi di ciò che di più autentico qualifica isacerdoti bolognesi. Don Antonio Pullega: un’esisten-

za che si è coestesa agli ideali coltivati in Seminario e rea-lizzati fino alla consumazione di sé. Stimolato da monsi-gnor Alessandro Barozzi, Tonino Pullega ha capito fin daragazzo la bellezza della liturgia, del canto, dell’arte e haavvertito che l’area della sua vita era l’altare e la Casa diDio. Ma, più ancora, ha intuito che la vita pastorale e cioèla predicazione del Vangelo, la guida delicata e ferma dellecoscienze, la celebrazione dei Divini Misteri sarebbe stato ildestino dei suoi giorni. E da allora, ogni sua energia fu di-rottata a questa scelta. Era intelligente, metodico, fantasio-so, ilare, cantore, attore, oratore, scrittore, educatore, orga-nizzatore. Dove metteva mano, «creava». Lo sanno i gio-vani di Pieve di Cento, di Castelfranco, di S. Antonio dellaQuaderna. La sua casa era la loro; le sue energie erano perloro; il suo cuore si consumava per loro. Talvolta questo cu-mulo di doti lo rendeva intransigente o gli procurava qual-che ostilità, come avviene a chi è piuttosto travolgente. Ma,nel segreto del proprio animo, Antonino percorreva le viedell’ubbidienza e della umiltà. Andava dove lo mandava-no, e metteva tutto se stesso nelle «sue» comunità , piccoleo grandi che fossero, Lui che - come gli si diceva scherzan-

B do - «era capace di tutto». Il suo fiore all’occhiello era «Ma-donna dell’Acero»: egli riteneva di aver capito lassù la suavocazione e ha reso quel Santuario, lontano e sconosciuto,una vera oasi spirituale per tanti e una sorgente per moltevocazioni che gli sono fiorite intorno. La sua maturità sa-cerdotale si è realizzata a San Cristoforo, dove i parrocchia-ni hanno visto un prete realizzato. Anche qui: liturgia, pre-dicazione, impegno per i giovani, visita alle famiglie, pelle-grinaggi, campi scuola, condivisione delle gioie e dei dolo-ri, cura delle vocazioni, devozione mariana, pedagogia allacomunione ecclesiale, obbedienza e collaborazione con ilVescovo, amicizia ai confratelli, in qualità di vicario fora-neo. La sua salute certamente «sciupata» per fare il suo do-vere, e più del suo dovere, sembrava non dover cedere a unuomo di tanto temperamento. E invece così non è stato.Che la dolce Madre di Gesù, dinanzi alla quale egli corse,all’Acero, a celebrare la sua Prima Messa, e verso cui haraccolto tante «anime», l’accolga e lo presenti a Dio qualebuon pastore che ha arricchito la Chiesa di Bologna nell’ul-timo quarantennio del sec. XX e quale «fondatore» non diopere ma di coscienze. Dunque a Dio, caro Don Tonino!Un bacio sul tuo cuore consumato, dai tuoi amici accorati.

† Paolo Rabitti, arcivescovo di Ferrara- Comacchio

La gioia della nascita, il dramma della madre

una testimonianzadrammatica, ma proprio perquesto particolarmente

significativa, quella che il Sav diBologna vuole presentare ai lettoriin occasione di questa Giornataper la Vita 2006. Sono gli stessioperatori e responsabili del Sav araccontare. «Si tratta - spiegano - diuna donna di origine magrebina,che da poco tempo è stata accoltain un nostro gruppo-appartamento; è stataabbandonata dal compagno almomento dell’annuncio di essereincinta, come purtroppo avviene intanti casi. Nonostante il dolore perla fine di un rapporto affettivo incui credeva, ha deciso di portareavanti la vita che portava dentro disé. Questa mamma coraggiosa si èrivolta al nostro Servizio per unaiuto rispetto ad un’accoglienza inattesa del parto e per poter poi fareun puerperio protetto. Via via chesi avvicinava la data presuntadell’evento, ci ripeteva che "avevamolta paura", ma poi sorridevacome per esorcizzare i suoi timori.Purtroppo, questa piccola-grandemamma, nel momento in cuiscriviamo, è in pericolo di vita,dopo aver dato alla luce il suobellissimo bambino. Per questostiamo vivendo un momento digrande dolore, che vorremmocondividere con voi. Chiediamo atutti di unirsi a noi nella preghiera:domandiamo al Signore, Lui chepuò tutto, di regalarci anche la vitadella mamma!».

È

La nursery estiva

una risposta di solidarietà, natain via sperimentale con i bimbi

figli delle ospiti dei gruppi-appartamento: la Nursery estiva delSav. Gli asili nido pubblici chiudononei periodi estivi, ma le mamme chelavorano, non sapevano dove lasciareil proprio piccolo. Così, insieme alleeducatrici professionali e ad altremamme disponibili sono stati accoltialcuni bambini nell’appartamento piùspazioso e dotato anche di verdeesterno. Nell’anno 2005 sono staticustodito fino a 10 bambini di età 0-3anni con i quali è stato sperimentatoanche un intervento di psicomotricità.Tutto ciò è stato possibile grazie alsostegno della Fondazione della Cassadi Risparmio in Bologna.

È

Oggi alle 17.30 in Cattedrale l’Arcivescovo cele-brerà la Messa nel corso della quale istituirà Letto-ri sei seminaristi bolognesi.Sono:Marco Aldrovandi, 23 anni, della parrocchia diMontefredente, perito chimico, in servizio pastora-le a S.Andrea della Barca;Roberto Castaldi, 31 anni, della parrocchia di S.Antonio Maria Pucci, laureato in Chimica indu-striale, in servizio pastorale in Seminario come a-nimatore dei grupppi delle superiori e della prope-deutica;Alberto Latuga, 26 anni, della parrocchia di S. Cri-stoforo di Ozzano, perito industriale, in serviziopastorale a Medicina;Fabrizio Peli, 30 anni, della parrocchia di Mercatale,perito alberghiero, in servizio pastorale a Medicina;Fabio Quartieri, 23 anni, della parrocchia di S. Ma-mante di Medicina, diplomato al Liceo Scientifico,in servizio pastorale a S. Paolo di Ravone;Francesco Vecchi, 21 anni, della parrocchia di Lia-no, diplomato al Liceo Classico, in servizio pasto-rale a S. Severino.

I seminaristi bolognesi sulloscalone di Villa Revedin

Scomparso don Tonino Pullega:domani a San Cristoforo il rito funebre

iovedì è scomparso don Antonio Pullega. DonTonino, come lo chiamavano tutti, era nato a

Bologna nel 1934 ed era stato ordinato nel 1960.Cappellano a Pieve di Cento e poi a Castelfranco Emilia,divenne parroco nel 1966 a S. Antonio della Quaderna, acui si aggiunse Portonovo nel 1977. Era parroco a S.Cristoforo dal 1984, canonico della Collegiata di Pieve diCento dal 1982 e Rettore del Santuario della Madonnadell’Acero dal 2003. Le spoglie di don Pullega sarannovisibili all’Istituto di Medicina legale alla Certosa diBologna (via della Certosa 18) domani dalle 10.30 alle 13(ora di chiusura della bara). Ilferetro verrà poi trasferito nellaparrocchia di S. Cristoforo (viaNicolò dall’Arca 71), dove saràpossibile sostare in preghiera finoalle 15.30, quando verrannocelebrati la Messa e il rito delleesequie. Presiederà l’Arcivescovo.La tumulazione avverrà nelcimitero di S. Antonio di Medicinamartedì 31 gennaio.

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La diocesia San Lucaper la vita

3Domenica29 gennaio 2006

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la storia

DI MICHELA CONFICCONI

educazione è la veraemergenza nazionale,prioritaria rispetto ad

altri problemi cui viene data invecepiù risonanza»: GiancarloMazzuca, direttore del QuotidianoNazionale e de «Il Resto delCarlino», è tra i primi firmataridell’Appello per l’educazione. «Inquesta società continuiamo atrascurare i nostri figli - prosegueMazzuca - dando loro esempisbagliati e insignificanti. Occorreinvertire al più presto questatendenza. Abbiamo già persotroppo tempo». Dal canto suoPaolo Mascagni, presidente ApiBologna, sottolinea come la

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rinascita del Paese possa venire soloda un più deciso investimento suigiovani: «la formazione esoprattutto l’educazione sonofondamentali per l’industria e per lacrescita economica e civile di unpaese; lo dimostrano paesi comeFinlandia, Svezia e Danimarca, tra iprimi al mondo in innovazione ecompetitività». «Perciò credo che, inparticolare a Bologna - prosegue - ilsistema dell’istruzione vadastimolato, dalla scuolaall’Università agli Istitutiprofessionali: spesso sonoautoreferenziali, distanti dallarealtà, oppure in crisi perché nonadeguati ai tempi. Occorre unagrande rivoluzione culturale suigiovani, le famiglie e gli insegnanti».«E’ una delle poche cose veramenteintelligenti e libere successe in Italianell’ultimo periodo - è invece ilcommento di Davide Rondoni,poeta - E che ha il potere di

richiamare tutti alla propriaresponsabilità». Infatti, spiega, «èfacile oggi ripiegarsi sui propriinteressi, specie se li si avverteminacciati dalle tantetrasformazioni, o dai cambi dipotere, invece che essere attenti a chista crescendo ed è indifeso, a chinon riceve se non cure del benesseree non dell’anima e della mente.Sono contento di averlo firmato espero che tanti facciano lo stesso».

Un gruppo di donne straniere ospitate nella Casa S. Caterina Labouré

DI CHIARA UNGUENDOLI

a loro presenza a Bologna risaleal 1856: e da allora, svolgononella nostra città diverse opere

di carità, in conformità con il lorocarisma. Sono le Figlie della Caritàdi S. Vincenzo de’ Paoli, oggipresenti nella «Casa S. CaterinaLabouré», presso il Centro S.Petronio, in via S. Caterina 8. «Lanostra attività prevalente,attualmente, è quella di accoglienza- spiega la superiora suor AnnaMaria - Ospitiamo infatti, nei 12posti letto che abbiamo adisposizione, donne straniere sole,in cerca di lavoro, mamme indifficoltà e anche donne sfruttate efatte prostituire, che desideranoaffrancarsi dalla loro condizione.Dal 1998, quando abbiamo iniziato,sono passate di qui ben 1051 donne:di queste 143 "in protezione", 32mamme con bambini e tutte le altredonne sole alla ricerca di un lavoro,in gran parte dell’Est europeo(Moldavia, Ucraina, Romania,Albania, Bielorussia)». «Per questaattività - prosegue la superiora -collaboriamo con i Centri d’ascoltodella Caritas, specialmente quelloper stranieri, che ci segnalano lepersone bisognose d’aiuto. A questedonne noi insegniamo l’italiano e i

Lferiti in battaglia. A Bolognagiunsero per occuparsi del Ricoverodi mendicità, ma poi furonotrasferite alle ambulanze e, nel 1860,furono richieste all’Ospedalemilitare: qui sono rimaste fino al2000. Nel frattempo (1861) ilmarchese Prospero Bevilacqua avevaaffidato loro un edificio di suaproprietà in via Riva Reno, perassistere i poveri della zona: perquesto il cardinale Giacomo DallaChiesa lo chiamò «Casa diMisericordia». Qui sorse un asilo,l’Opera Pia baliatrica per i figli delleoperaie dell’antistante ManifatturaTabacchi e vennero ospitate alcuneanziane. La «Casa» venne poicompletamente ricostruita a partiredal 1953 e sotto la guida di suorMaria Bentivoglio anche le opereche vi si tenevano si trasformarono:sorsero una scuola materna e unaelementare, un pensionato perstudentesse universitarie, una mensaper impiegate e studentessependolari; inoltre, era spessoutilizzata per incontri di vario tipo.Tutto questo fino al 1998, quandole Suore si sono ritirate perpermettere una nuovaristrutturazione dell’edificio,destinato ad ospitare l’IstitutoVeritatis Splendor.12-continua

nostri usi e costumi; svolgiamoun’opera di evangelizzazione e, piùin generale, le "accompagniamo" inun percorso che le conduca un po’alla volta alla piena autonomia». «Un’altra attività - spiega ancorasuor Anna Maria - è lacollaborazione che prestiamo allaMensa della fraternità del Centro S.Petronio: una di noi è semprepresente durante il pasto, per servirea tavola e offrire compagnia eamicizia agli ospiti». Le suore inoltrecompiono opera di animazione neiconfronti dei Gruppi di volontariatovincenziano.La società apostolica delle Figliedella Carità fu fondata a Parigi, nel1633, da S. Vincenzo de’ Paoli e S.Luisa de’ Marillac. Il loro statuto eraestremamente innovativo perl’epoca: allora infatti le suore eranosolo quelle di clausura. Per questo S.Vincenzo diceva di loro che «nonsono religiose, ma giovani chevanno e vengono come secolari»: lamobilità era infatti loro necessariaper rispondere alla vocazione diassistere ogni tipo di povertà.Inizialmente si dedicarono ai malatipoveri, che assistevano a domicilio,e all’istruzione delle bambine; inseguito ampliarono la loro azione ai«trovatelli», cioè i bambiniabbandonati, ai galeotti, ai soldati

a un’idea brillante, può nascere uncoraggioso esperimento: così è nato,martedì scorso nella palestra «Don

Elia Comini» dell’Istituto Salesiano unincontro tanto piacevole quanto ricco divalori e contenuti. A dibattere sul tema «Lapresenza di Dio nello sport» sonointervenuti il vescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi, il direttore dell’Istituto donAldo Rivoltella e al salesiano don BrunoBaldiraghi e altri ospiti in rappresentanzadella Polisportive salesiane e delle piùimportanti realtà sportive a livellocittadino. Il primo ad intervenire è statomonsignor Vecchi, che ha risposto alladomanda del moderatore Francesco Spada:«Dio è realmente presente nello sport?».«Certamente - ha detto - Non è stato forselui a "scendere in campo" per primo,donandoci Suo Figlio affinché giocasse alnostro fianco la "grande partita" dellavita?». Quindi alcune critiche al mondo

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questo abbiamo utilizzato la musica eanche il calcio, come mezzi catalizzatori eabbiamo ottenuto un successo in terminisia di presenza che di visibilità dell’interocongresso». Altra bellissima testimonianzaè stata quella di Marco Calamai, riguardoalla sua esperienza di sport con idiversabili: i risultati ottenuti sonosorprendenti, anche perché, ha spiegatoCalamai, «spesso il sorriso e la gioia nelgioco sono motivazioni molto piùimportanti di tante terapie». Il pensierofinale è stato affidato a monsignor Vecchi:«lo sport - ha spiegato- rende l’uomo liberodi esprimere col corpoquello che prova lasua anima: è quindisimbolo di una libertàvicina a Dio.Dobbiamo recuperarel’unità, a voltedimenticata, tra corpoe anima».(a cura di Valeria Bel-liardo e Andrea Belli)

dello sport, sostenute dal coach AlbertoBucci che ha puntato il dito contro certefigure negative di presidenti e manager edevidenziato il diffondersi di un tifoscorretto a scapito del vero spirito sportivo. Don Rivoltella da parte sua hasottolineato, con le parole di Don Bosco,come lo stare bene insieme, il dedicarsi inmodo corretto allo sport siano elementi dariscoprire nel cammino verso la santità. Ilproblema è come unire questi principi conlo sport moderno, travolto da mille altriinteressi. Lucio Zanca, general manager, harisposto richiamando l’importanza di avereun gruppo di persone che condividonocerti valori. Poi è stato di nuovo monsignorVecchi a far capire con l’esempio concretoche lo sport e i valori cristiani possonoavere molti punti di contatto: «durante ilCongresso eucaristico nazionale del 1997era importante fare breccia nella culturadella società anche non credente. Per

Con le Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli prosegue la nostra rassegna delle realtà diocesane collegate alla Caritas

Irina, il coraggio della federina (la chiameremo così) è una donna ucrainagiunta a Bologna diversi anni fa con il carico di

una situazione davvero drammatica. Nel suo Paeseinfatti faceva l’insegnante, ma per dieci anni nonaveva ricevuto lo stipendio, del resto modestissimo:si era così caricata di debiti, per assistere i figli e glianziani della famiglia ammalati, dato che in Ucraina(come in molti altri paesi ex-sovietici) non esisteassistenza sociale. Qui è stata accolta dalle Figliedella Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, che l’hannoaiutata a trovare un lavoro: un impegnoestremamente faticoso, con due anziani da accudiregiorno e notte, che però Irina ha portato avanti conenorme coraggio per un anno e mezzo. Tornata in Ucraina e pagati i debiti, si è trovata difronte ad un’altra emergenza: la casa ormaifatiscente da riparare. Così è tornata in Italia, e giàper tre volte ha fatto questo «avanti e indietro»,riuscendo col suo lavoro a ristrutturare e riscaldare lacasa e curare i figli. Sempre con un grandissimocoraggio, che le viene anche dalla grande fede: «l’hovista pregare per notti intere», racconta suor AnnaMaria. Ora finalmente la situazione in Ucraina si è«stabilizzata», ma lei continua a lavorare a Bolognaper mantenere la famiglia, visto che il marito,insegnante anche lui, guadagna l’equivalente di 40euro al mese. Le suore, che ogni volta la riaccolgonocon grande affetto, sperano ora che possa tornare alpiù presto e definitivamente al suo Paese. (C.U.)

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Immigrati, proposta Acli per la casaon l’invio di una «lettera aperta» al sindaco Cofferati ilpresidente provinciale delle Acli Francesco Murru lancia una

interessante proposta che prevede l’interventodell’amministrazione comunale per contribuire a risolvere ilproblema della casa per i ceti più disagiati e in particolare pergli immigrati. La proposta prevede l’azzeramento dell’Icisull’immobile affittato, con canone concordato, ad inquiliniimmigrati; conseguente riduzione del 30% del reddito derivantedall’affitto ai fini dell’Irpef e dell’Ires; riduzione dell’imposta diregistro calcolata sul 70% del canone annuo di locazione. Unpacchetto di agevolazioni fiscali che dovrebbe convincere iproprietari di alloggi sfitti a mettere a disposizione i propriimmobili in particolare per le famiglie di immigrati o rifugiatistabilmente residenti nel nostro Paese.Intanto, venerdì scorso nella Sala Clementina in Vaticano, le Aclisono state ricevute in udienza da Papa Benedetto XVI. Per le Aclibolognesi erano presenti Francesco Murru, presidenteprovinciale e dirigente nazionale, Ennio Marchi Baraldi,presidente della Lega consumatori Acli e Francesca FrascaroCorrado, in rappresentanza del Coordinamento donne e deiGiovani, nonché don Francesco Bonello, assistente spiritualedelle Acli Imolesi.

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ell’ambito de «I dialoghi di Bologna rifà scuola» si terrà sabato4 febbraio alle 10.30 nell’Aula Magna di S. Lucia (via Castiglione

36), un incontro sul tema «Emergenza educazione. Dialogo sul testodi Luigi Giussani "Il rischio educativo"». Partecipano GiancarloCesana, docente universitario, Giuliano Ferrara, direttore delquotidiano «Il Foglio» e Giulio Giorello, docente universitario.Nell’ambito dell’appuntamento sarà presentato l’«Appello perl’educazione», iniziativa di carattere nazionale che intende rimettereal centro del dibattito pubblico l’educazione. «L’Italia» ricorda ildocumento «è attraversata da una grande emergenza: è in crisi lacapacità di una generazione di adulti di educare i propri figli. Si vivecome se la verità non esistesse, come se il desiderio di felicità di cuiè fatto il cuore dell’uomo fosse destinato a rimanere senza risposta.Educare, cioè introdurre alla realtà e al suo significato, mettendo afrutto il patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale, èpossibile e necessario, ed è una responsabilità di tutti. Occorronomaestri che consegnino questa tradizione alla libertà dei ragazzi.Perché l’educazione comporta un rischio ed è sempre un rapportotra due libertà». Tra i primi firmatari: Magdi Allam, Pupi Avati, DinoBoffo, Stefano Zamagni, Ferruccio De Bortoli. Nel corso dellamattinata sarà possibile aderire all’Appello.

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La straniera abita quiS C U O L A S O C I O - P O L I T I C A

LAICITÀ, LA QUESTIONEÈ CULTURALE

ILARIA CHIA

roseguono all’Istituto Veritatis Splendor gliappuntamenti con la Scuola diocesana diformazione all’impegno sociale e politico . Sul

tema della laicità nel pensiero di Benedetto XVI haparlato ieri il vescovo monsignor GiampaoloCrepaldi, segretario del Pontificio Consiglio per lagiustizia e la pace. Al centro del dibattito la laicitànel mondo contemporaneo che si configura semprepiù come ambito pubblico della ragione, intesa insenso neutro ed assoluto. Una ragione cioè chericonosce come criterio di conoscenza soltanto sestessa e ciò che è scientificamente dimostrabile. Congravi ricadute nell’ambito della religione che,relegata a pura scelta soggettiva, fatto privato ogenerica tensione mistica, è ormai bandita dallasfera pubblica e sempre più le viene negato il dirittodi prendere parte al dibattito su temi sociali epolitici. Non senza contraddizioni. In primo luogoper la ragione stessa che, mentre respinge e svilisce lereligioni in quantorealtà dogmatiche(«assolutireligiosi») ,diventa lei stessaportatrice di unmessaggio dichiusura,dogmatismo edintolleranza.Mentre la ragioneè veramente talenel momento incui non smette dimisurarsi con lacomplessità del reale, con la contraddizione e con ildubbio. Come ricordava Ratzinger nel 1969, «il verocristiano è chi non smette di essere roso dal dubbio».Come il vero laico è colui che non smette di pensare,che non si lascia intimorire dall’arroganza deldogmatismo, nemmeno se sostenuto in nome dellaragione. Ma purtroppo, oggi il laicismo è quasi unafede mentre a dettare legge è il relativismo, che inmancanza di una verità assoluta, si pone comeunica regola della vita sociale. I risultati: l’io alcentro, i desideri diritti e la capacità dell’uomo comemisura del suo agire (tutto ciò che si sa fare, e si puòfare, è giusto che si faccia). Non restano moltealternative se non quelle di ripartire dal concetto dilaicità che, ricorda monsignor Crepaldi, è natoproprio con il cristianesimo. Sarebbe auspicabileridefinire la laicità a partire dalle sue radici, ancheculturali, come spazio che non ha preclusioni apriori e che sa ragionare, per usare le parole delPapa, «come se Dio fosse». «La grande sfida dioggi», suggerisce monsignor Crepaldi, in rispostaagli interventi in sala, «è proprio questa. E’ lacapacità da parte della comunità cristiana di porsicome soggetto culturale , di sostenere le proprieposizioni nel dibattito sulle questioni fondamentalidell’uomo, come la centralità della persona, la tuteladella vita, l’importanza della famiglia, il principio disolidarietà e di sussidiarietà».

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Ferrara, Giorello e Cesana:«dialogo» sull’educazione

«Un appello intelligente»

A sinistra Giuliano Ferrara e GiulioGiorello che saranno tra i relatoridel convegno di sabato 4 febbraio.In basso Giancarlo Mazzuca ePaolo Mascagni, tra i primifirmatari dell’appello perl’educazione. In alto il logo di«Bologna rifà scuola»

Martedì 31, festa didon Bosco, alle 21nella SalaAudiovisividell’Istituto Salesiano(via Jacopo dellaQuercia 1)l’Arcivescovo parleràsul tema «È possibile, oggi, proporreun’educazioneglobale?»

La tavola rotonda

Monsignor Crepaldi

Giancarlo Mazzuca,Paolo Mascagni eDavide Rondonispiegano perché hannoaderito

Salesiani, c’è uno sport che porta a Dio

4 Domenica29 gennaio 2006

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Virgilio, Dante, Eliot: «gara» di poetiperazione laboratorio» così ha definitoPhilippe Daverio, che l’ha ideata,

l’iniziativa «Bologna si rivela» che ieri sera, e oggi,dalle 18.30 alle 23, spalancherà i portoni deiPalazzi della Fondazione Carisbo. «Voglio vederecome i bolognesi reagiscono ad una progettualitàculturale di tipo innovativo», ha ancora dichiaratoil noto critico d’arte. Non bisogna deluderlo, ancheperché le quattro sedi, solitamente inaccessibili,ospiteranno mostre d’arte ed eventi di variogenere. In Palazzo Saraceni (via Farini 15), sededella Fondazione, sono presentate le opere dicinque artisti viventi ultraottantenni (Lisa Ponti,Giuseppe Antonello Leone, Guglielmo Mozzoni,Clemen Parrocchetti, Marinella Pirelli), dichiaratacontestazione del giovanilismo imperante anchein questo campo. Merita la visita Palazzo PepoliVecchio (via Castiglione 10), futura sede del Museodella Città della Fondazione in via d’allestimento.Qui sono presentati dipinti e sculture dellaCollezione d’arte della Fondazione, a cura diLeonardo Piccinini e Pietro Cantone. Comecolonna sonora, musiche dell’Ensemble Naqqara.

Bisogna arrivare fino in via Manzoni per PalazzoFava, che racchiude un meraviglioso ciclod’affreschi dei Carracci, dove saranno esposte leopere di trenta artisti bolognesi. Musica delle«Pietre Sonore» di Pinuccio Sciola. Infine, in viaParigi 1, l’Oratorio di San Colombano. Qui sisfidarono «in gloriosa gara» i migliori pittoridell’epoca carraccesca sul tema della Passione; alclavicembalo Stefano De Micheli. (C.S.)

Concerti d’organo nella chiesa dell’Annunziata orna la rassegna di concerti d’organo «Musica all’Annunziata» nella chiesa aPorta S. Mamolo 2. L’iniziativa, diretta dal M° Elisa Teglia, nei quattro

venerdì di febbraio, supportoorganizzativo dell’Associazione Musicale«Fabio da Bologna», sarà inauguratavenerdì 3 dall’organista olandese Benvan Oosten, virtuoso di famainternazionale e grande conoscitore delrepertorio romantico francese, cheaprirà il ciclo con un programma moltovario, comprendendo brani di Bach,Mendelssohn, Schumann e Guilmant.Seguiranno Paolo Oreni (10) ed ElenaSartori (17), con musiche del repertoriobachiano e romantico. Il 24 febbraiochiuderà la rassegna il duo organisticoformato da Elisa Teglia e dall’olandeseSusanna Veerman che eseguirà braniscritti appositamente per due esecutorialla stessa consolle. Inizio alle 21,15.Entrata libera, ampio parcheggioall’interno del cortile. (C.S.)

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Affresco nell’Oratorio di S. Colombano

Giovedì 2 alle 16.30 verrannoinaugurate le lapidi di UlisseAldrovandi e dell’VIIICentenario distrutte dalbombardamento del 29gennaio ’44 e ripristinatenel loggiato superioredell’Archiginnasio (piazzaGalvani 1). Alla cerimoniainterverranno il rettore PierUgo Calzolari, il sindaco SergioCofferati, il direttore dellaBiblioteca dell’ArchiginnasioPierangelo Bellettini e il direttore del Museo «G.Capellini» Gian Battista Vai.

Evoluzione e creazione?Si concilianoL’antropologo Fiorenzo Facchiniinterviene su «L’Osservatore Romano».E il «New York Times» legge e rilancia

DI STEFANO ANDRINI

antropologo Fiorenzo Facchini hascritto un articolo per «L’OsservatoreRomano» sul rapporto tra evoluzione

e creazione. Lo abbiamo intervistato.Il suo intervento è stato ripreso dal «NewYork Times» con una certa enfasi. Che cosapuò dirci in proposito?L’articolo sull’«Osservatore» affronta il temagenerale dell’evoluzione della vita sulla terra,mettendo in evidenza quello che si puòsostenere sulla base delle attuali conoscenze,i problemi ancora aperti e le possibilità diconciliazione con la fede cristiana. L’ideacentrale è che evoluzione e creazione vannod’accordo. Dio non ha creato il mondoperfetto o compiuto, ma in divenire (loricorda anche il Catechismo della ChiesaCattolica). Non si deve neppure pensare aDio come a un «orologiaio» che «dà lacarica» e poi abbandona la sua opera. Dioopera attraverso le cause seconde, haosservato Teilhard de Chardin, non fa lecose, ma fa in modo che si facciano.L’evoluzione del cosmo e della vita sullaterra è il modo con cui si prolunga neltempo l’opera di Dio creatore.Il giornale americano ha visto nel suo arti-colo un punto a favore della teoria diDarwin in contrasto con la teoria del «Di-segno intelligente» (ID), sostenuta da mol-ti, anche scienziati e movimenti anche po-litici. Il tema è tanto vivo che è stato af-frontato persino in un tribunale dellaPennsylvania. In che cosa consiste l’ID equal è il suo pensiero?La teoria del disegno intelligente è unanuova versione del creazionismo scientifico,basato su una interpretazione letterale dellaGenesi intorno alle origini. Sono due i puntisostenuti dai suoi fautori i quali, a differenza

’Ldei primi creazionisti, ammettono unaevoluzione della vita sulla terra. Nellaevoluzione si formano strutture complesse(es. l’occhio) che non possono spiegarsi conil meccanismo mutazioni-selezione naturale.Debbono ammettersi interventi di una causapreternaturale che orienta l’evoluzione.L’altro punto sostenuto è che in questomodo si realizza un progetto generale sullaevoluzione della vita. Ora, per il primopunto c’è da osservare che, se non vieneritenuta sufficiente la teoria di Darwin, se nedeve cercare un’altra, ma rimanendo sulpiano scientifico. Invocare l’intervento diDio che supplisce o corregge l’evoluzionebiologica orientandola in certe direzioni nonè scientificamente proponibile. Diconseguenza appare corretta la sentenza deltribunale americano che respinge larichiesta di insegnare l’ID nelle scuole cometeoria scientifica. Si creerebbe confusione trail piano scientifico e quello filosofico oreligioso. Questa affermazione, apparsa sulgiornale della Santa Sede, ha fatto moltoscalpore. Quanto a un disegno superioresull’universo e sulla vita sulla terra, ne sonoconvinto sulla base di argomentazionifilosofiche e religiose, più che perdimostrazioni scientifiche, almeno almomento attuale, anche se si parte sempredalla osservazione della natura.Perché l’opinione pubblica si «scalda» tan-to in America?Purtroppo le tesi dei creazionisti sonosostenute da correnti politiche conservatrici equindi il dibattito, già molto vivo in camposcientifico e religioso, viene inquinato daposizioni e interessi politici e questo nonaiuta la chiarezze e la ricerca della verità.E in Europa?La componente politica è meno forte. C’èperò qualcosa in comune al mondo

americano e a quello europeo: laideologizzazione dell’evoluzione quando sispinge all’estremo l’impostazione di Darwine se ne fa una bandiera per il materialismo,pretendendo di spiegare tutto, compreso ilcomportamento dell’uomo e della società, inchiave di casualità e di selezione naturale. Èuna visione totalizzante, non più scientifica,ma ideologica. Volere spiegare tutto con ilcaso è un modo per nascondere la propriaignoranza su cose che si pretende diconoscere. È più onesto ammettere che visono cose che ancora non conosciamo, seproprio non si vogliono raccogliere

domande che sorgono dall’osservazionedella natura.Quale importanza ha il problema dell’e-voluzione?Non è una questione di curiosità su comesono andate le cose. La conoscenza delpassato apre degli interrogativi sul presente,sul senso del divenire dell’universo e dellavita sulla terra. L’essere fatti della stessa«stoffa» dell’universo e le radici biologichedell’uomo pongono problemi sulla identitàdell’uomo. È riducibile a una scimmia piùevoluta? Quali implicazioni può avere unaconcezione che affida tutto al caso e allaselezione naturale e pretende di spiegaretutto in questi termini? È una concezionescientifica questa? Emerge la questioneantropologica, di cui tanto si parla oggi. Peraffrontarla occorrono approcci diversi(scientifico, filosofico, religioso)integrandoli fra di loro, ma senzaconfusioni.

ol ’600, finita fra i casati bolognesi la gara medioevaledelle torri, comincia quella barocca di piazzare nelle

arcate dell’Archiginnasio stemmi e iscrizioni dei proprirampolli professori allo Studio. Ma di Ulisse Aldrovandi,non c’era traccia nella galleria dei professori. Laspoliazione selettiva di Napoleone prima e l’esplosionedelle scienze poi riproposero prepotentemente la figura diAldrovandi in Europa. E Giovanni Capellini, sommo rettoree manager scientifico dell’800, cominciò a recuperarne icimeli e a rafforzarne la memoria. Nel 1907 inventò ilMuseo aldrovandiano a Palazzo Poggi e fece apporre unalapide nell’arcata XIII dell’Archiginnasio per il IIICentenario aldrovandiano. Ma nel 1888 aveva inventato

anche l’VIII Centenario dello Studio,celebrato all’Archiginnasio e ricordato poicon una lapide. Il 29 gennaio ’44 è ilfinimondo per l’Archiginnasio. IlSoprintendente Barbacci, per vari motivi,dopo aver fatto riprodurre le due lapidi, nonle mette in opera. Nel 1982 il direttoreBergonzoni fa murare la lapidealdrovandiana ricomposta e reincisanell’atrio della guardiola dell’Archiginnasio:un ripiego che non dà visibilità ma conservamemoria. Nel 2003, in occasione del restaurodel Museo Capellini, ricerchiamo le duelapidi e non le troviamo al loro posto. Nascel’idea di ripristinarle, in posizione diversa maaltrettanto degna. Con l’assenso di Comune eSoprintendenza, la collaborazione deldirettore Bellettini e dell’architetto Marinelli,il Rettore si è assunto patrocinio e oneredell’iniziativa e le lapidi rinnovate ora sonoin opera al centro delle arcate chedelimitano l’accesso al Teatro anatomico.

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5Domenica29 gennaio 2006

Una delle lapidi

La chiesa dell’Annunziata

Giovedì 2 alle17.15 (Aula V,via Zamboni33) il secondoincontro con il dantista Sergio Cristaldi

Le lapidi ripristinate

Carisbo.La Fondazionerivela i suoi palazzi

DI CHIARA SIRK

omani, alle ore 19,Angelica Calò Livné saràal Collegio Alma Mater,

in via Sacco, per un incontrointitolato «Giù le maschere. Ilbene è in ognuno di noi».Angelica Calò Livné vive inIsraele e da tempo lavora sulteatro, coinvolgendo ragazziebrei, cristiani e palestinesi inun impegno per la pace chetrasforma le vite di quantiincontrano quest’esperienza. Ègià stata a Bologna diverse volteper parlarne, riempiendo disperanza chi l’ha ascoltata. Iltitolo del suo intervento èanche quello di un libro dapoco uscito in Italia perl’editore Proedi. Cosa significhi,l’abbiamo chiesto all’autrice.

D«Volevano fare - spiega - unincontro sulla diversità, perchéfinalmente ci si sta accorgendoche è una ricchezza. Per me nonc’erano problemi, perché inIsraele ci siamo abituati dasempre, essendo il nostro paeseil laboratorio di etnie piùgrande del mondo. Abbiamopensato di intitolare laconversazione come il mioultimo libro. Perché? Dell’amore si parla tanto, maalla fine educare all’amore è lastrada più vera, giusta e disuccesso: e io sonoun’educatrice e ho deciso diusare il teatro. L’altro giorno erocon i miei ragazzi. Avevo diversiragazzi nuovi, quindi stavamoriprendendo da capo il nostrospettacolo «Bereshit». A un certo

punto ho detto: «Adesso chenon ci sono quasi più attentati,adesso che siamo usciti da Gaza,cosa serve fare lo spettacolo?».Era una provocazione, ma unaragazza mi ha risposto: «Cosafai, prima ci passi il "virus "(così ha chiamato tutto quelloche avevamo fatto!), poi tidefili? Se anche domani mattinaci fosse la pace dappertutto, quiormai non possiamo piùrimanere a guardare il mondo.Noi ormai facciamo parte diquelli che la storia la scrivono.Sempre ci saranno ricchi epoveri, uomini e donne, e noisiamo qui per decidere come ilmondo deve andare avanti». Sono gli effetti del «virus»...Sì: i ragazzi si sono resi contoche non possono stare aguardare, perché hanno scelto il

bene. Quindiper strada, ascuola, alsupermercatonon possonopiù stare zitti.Questo èimportante elo hannoscoperto

attraverso la diversità. Quandohai vicino cristiani, ebrei,musulmani, non credenti, ilmondo ti si apre milioni divolte. L’amore non è più per te,ma per gli altri, per le personeche ami. A proposito di questo,la prima enciclica di BenedettoXVI mi conforta molto.Dobbiamo trovare il positivo inogni cosa e in ogni persona.Questo cambierà davvero ilmondo.

re poeti a confronto (Virgilio, Dante, T.S. Eliot): per vedere, per sapere, pertentare il destino» è il titolo di un ciclo

d’incontri che ha preso il via giovedì scorso. Su«Virgilio: poeta e personaggio» hannorelazionato Marta Sordi, docente emerito diStoria Greca e Romana, che ha parlato su «Eneaeroe del destino, Virgilio e la storia di Roma» eGiuseppe Ledda. docente di Filologia e criticadantesca all’Università di Bologna. Professoressa Sordi, che rapporto c’è tra Eneae il destino? Il destino virgiliano non è una necessitò cieca eneppure è inteso deterministicamente, ma è unpiano divino della storia che si presenta allaconsapevolezza dell’uomo. Non prende maialla sprovvista colui che deve affrontarlo.L’uomo può anche dire di no, comunque ildestino troverà la strada. L’uomo può anchefare scelte che rinviano il destino, ma non lopuò cambiare. La guerra di Troia poteva durarealtri dieci anni, ma la fine sarebbe stata semprequella.Chi decide il destino degli uomini? Giove è custode ed interprete del destino, gli

T« altri dei invece tentano gli uomini prendendolialla sprovvista. Per esempio Venere fa tentareDidone da Cupido, travestito da Ascanio.Giove invece ordina, ma non è padrone deldestino.Si parla sempre della pietas di Enea: cosa si-gnifica?Enea è l’eroe della pietas di Virgilio perché èobbediente ed è quello che più assomiglia adAbramo. Enea non vorrebbe lasciare la suaterra, ma obbedisce. Quando arriva finalmentein Italia trova la guerra. Lui ha fede nellapromessa che gli è stata fatta, ma non la vedràmai realizzata. Quindi è l’uomo della«fortitudo», diversa dalla forza bruta. La sua è ladisciplina dell’obbedienza, quella del soldato,che difende e rimane nel luogo assegnato. Come legge Virgilio la storia di Roma?Virgilio chiede ad Enea d’integrarsi, manell’Eneide si parla dei troiani e si pensa aglietruschi. Ad entrambi è chiesto di rinunciarealla propria lingua e alla propria cultura perentrare nello stato romano. Da questo sacrificiosi crea la storia.

Chiara Sirk

Angelica Calò Livné: «Giù le maschere»

Il mitico eroe Enea

A. Calò Livné

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DOCU

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TI6 Domenica

29 gennaio 2006

Una città di persone,il genio di don Giulio

Qui sopra e a destra, alcuni momenti della cerimonia funebre per monsignor Giulio Salmi

DI CARLO CAFFARRA *

ella fede la Chiesa di Dio in Bologna siraccoglie oggi a celebrare i divini Misteriper la pace eterna di uno dei suoi figli

più grandi, Mons. Giulio Salmi. La vostrapresenza tanto numerosa, la presenza di tanteautorità civili e militari di ogni ordine e gradomanifesta la stima di cui godeva questo umilesacerdote, l’affetto profondo di cui eracircondato. È difficile esprimere brevemente il sensoprofondo dell’esistenza sacerdotale di donGiulio, ma singolare luce viene dalla paginaevangelica appena proclamata a noi che conaffettuosa venerazione vogliamo custodireintatta la memoria di tanta grandezza. «Ogni volta che avete fatto queste cose a unosolo di questi miei fratelli più piccoli, l’avetefatto a me». Grande mistero racchiudonoqueste parole! Esse ci rivelano che esiste unamisteriosa, ma reale identificazione del Figliodi Dio con l’uomo più povero, più emarginato,più umiliato: l’uomo che non ha di chemangiare, di che vestirsi, di che curarsi quandosi ammala. La parola evangelica porta al suo terminel’antica rivelazione. L’uomo non è solo «adimmagine e somiglianza di Dio»; non solo lagloria di Dio risplende nel volto dell’uomo.Dio stesso si fa uomo e si unisce ad ogni uomo,al punto che ciò che a questi noi facciamo/nonfacciamo, lo facciamo/non lo facciamo a Diostesso. Il Signore nella prima alleanza avevadetto: «domanderò conto della vita dell’uomoall’uomo, a ognuno di suo fratello» (Gen 9,5).Egli rivelava così una corresponsabilità diciascuno per ciascuno, una condivisione dellastessa umanità dalla quale nessuno più poteva

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L’identificazione di Cristo col povero porta avedere con somma diligenza come, in qualimodi la dignità dell’uomo è nel rischio diessere degradata: mancanza di cibo, di unacasa, di un lavoro, di un riconoscimento, diaccoglienza, di compagnia. Le risposte che donGiulio diede ai bisogni dell’uomo sono nellaloro varietà indice di una capacità non comuned’interpretare le domande più profondedell’uomo. Di tutto questo Villa Pallavicini è ilsimbolo più espressivo ed il messaggio piùforte che don Giulio ci lascia: defunto, eglicontinua a parlarci e a provocarci salutarmentecon quella «città della carità». Nel suo testamento spirituale, don Giulio ciconfida: «Ora è il momento di passare ad altrila guida di queste cose, per essere concime diprosperità, e di comunicare ai collaboratori ilsegreto di queste attività: preghiera, Messaquotidiana e disinteresse personale, tutto aGloria di Dio e della Sua Chiesa; essere uniti alVescovo e aspettare da Lui l’approvazionecarismatica di quanto si vuol fare; abbandonocompleto alla Divina Provvidenza,ringraziando il Signore per avere donato donnee uomini con il Suo Spirito per rendereoperative queste opere».Il Signore ha purificato il suo servo attraverso ilsacrificio dell’afasia completa che lo colpì negliultimi anni: parlava solo con gli occhi.Ma forse, carissimi, il Signore ha voluto dirciqualcosa attraverso questo umile grande preteanche con questa afasia. «Non chi mi dice"Signore, Signore", entrerà nel Regno dei cieli,ma chi fa la volontà del Padre mio». E lavolontà del Padre è che in Cristo costruiamoquella «città delle persone» di cui don Giulio haposto un segno esemplare.

* Arcivescovo di Bologna

essere escluso. Il Signore nella nuova alleanza cirivela un mistero ancora più profondo: dentroa questa condivisione della stessa umanità edestino si è collocato anche Lui, così che ognisfregio compiuto alla dignità di un uomo èsacrilega deturpazione della divina persona delVerbo fattosi carne: «l’avete fatto a me - nonl’avete fatto a me».Penso di non sbagliare nel dire che questapagina del Vangelo è la chiave interpretativa ditutta la vita di don Giulio; nel dire che il suosacerdozio è stato come generato dallaluminosa percezione dell’identificazione diCristo col povero. Don Giulio, nato in unafamiglia poverissima di pane, ma ricca di fede, ècome plasmato fin dall’inizio della sua vitadalla povertà. È singolare quanto egli scrivesull’immagine ricordo della sua ordinazionesacerdotale: «vedo finalmente avverarsi il miodesiderio di portare la fede a masse operaie chela cercano». In questa semplice apertura del suocuore manifesta già una singolareconsapevolezza della sua missione sacerdotale:evangelizzare chi è più bisognoso edemarginato. La prima miseria a cui il Signore lo inviò fuquella causata dall’odio fratricida di uominidominati da un’ideologia folle contro i lorofratelli in umanità. Sacerdote da alcuni mesi, fumandato dal Card. Arcivescovo alle casermeRosse come cappellano dei rastrellati destinatialla morte nei lager nazisti. Fu questal’esperienza che lo marcò per tutta la vita.Un’esperienza vissuta nel coraggio di unacondivisione che lo espose anche a gravi rischi:«ero......carcerato e siete venuti a trovarmi». Benquattro amministrazioni municipali, fra cui lanostra di Bologna, riconobbero conl’assegnazione di una medaglia d’oro ilcoraggio e la dedizione di don Giulio, cheorganizzò per centinaia di rastrellati la fuga e lasalvezza. Alcuni di loro sono ancora viventi. La pagina evangelica, come avete sentito,carissimi fratelli e sorelle, sottolinea in modoesemplare una delle proprietà più commoventidella carità cristiana: la sua multiforme capacitàdi rispondere ai diversi bisogni dell’uomo.

DI CHIARA UNGUENDOLI

on Antonio Allori è stato negli ultimianni, come presidente dellaFondazione «Gesù Divino Operaio» e

vice delegato diocesano dell’Onarmo, ilcollaboratore più stretto di monsignorGiulio Salmi: ne è quindi l’erede e ilsuccessore.Come avete vissuto a Villa Pallavicini lascomparsa di don Giulio?Con grande dolore: anche perché, pursapendo che la sua vita era ormai appesa aun filo, ci eravamo ormai abituati ad unasua presenza viva, anche se segnata dallamalattia, e speravamo che potessecontinuare ancora a lungo. Del resto, lamorte è arrivata senza nessun segno che lapreannunciasse. Però il sorriso che abbiamovisto sul suo viso proprio nella morte ci hadato subito speranza: abbiamo capito chedal Cielo lui continuerà a guidarci.Cosa rappresentava per voi? Il nostro tutto:dell’Onarmo e diVilla Pallavicini erastato e rimaneva il«padre». Anche negliultimi anni, quandonon riusciva più aparlare, attraverso gliocchi e attraverso igesti continuava aguidare le opere cheaveva fondato, e aprogettarne di

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nuove: ad esempio, sarebbe stata suaintenzione prendersi di nuovo cura deiminori in difficoltà. È esemplare l’ultimoincontro che ho avuto con lui, amezzogiorno della giornata precedente lasua scomparsa: anche in esso, ha continuatoa stimolarmi a portare avanti un nuovoprogetto. Come porterete avanti la sua opera?Don Giulio non ha mai considerato le sueopere come «sue» ma, anche nel testamentospirituale, afferma che sono opera delSignore attraverso di lui. L’impegno saràquindi di «leggere» la volontà di Dio nelportare avanti quanto lui ha seminato:confidando sempre nella Provvidenza e ditutti coloro che ci hanno aiutato in questianni.Avete in cantiere nuovi progetti? C’è un progetto che riguarda l’Eritrea,ancora in abbozzo, sulla scia dell’aiuto cheabbiamo dato alla scuola di Agaz, l’unicatecnico-agraria nel Paese. Molto piùconcreta è l’intenzione di portare avantil’ultima opera che don Giulio ci haidealmente «consegnato»: l’ampliamentodel Villaggio della Speranza, aperto allefamiglie che desiderano tenere con sé glianziani (mantenendo così vivo il dialogotra le generazioni) e soprattutto alle famiglie

numerose. È unprogetto al quale donGiulio aveva pensato findal Giubileo: e perfortuna, c’è su di essomolta attenzione daparte delle istituzioni:abbiamo già avuto peresso l’approvazione, econfidiamo checontinui ad esserci unaiuto per la sua«partenza».

«La sua opera continua»Don Antonio Allori: «Dal Cielo guiderà ancora le multiformi attivitàdell’Onarmo»

I M E S S A G G I

IL CORDOGLIODELLA CHIESA

E DELLE ISTITUZIONI

umerosissime espressioni dicordoglio e affetto hannoaccompagnato la scomparsa di

monsignor Giulio Salmi. Anzitutto quelladell’arcivescovo emerito cardinale GiacomoBiffi. «È stato - afferma il Cardinale di donGiulio - un presbitero bolognese esemplareed eccezionale. La sua vitalità di credente edi apostolo, il suo vigore creativo e sapiente,la tenacia con cui ha sempre perseguitogl’ideali evangelici che l’hanno affascinatofin dalla giovinezza spiegano e illuminanoil successo e la fecondità della sua opera.Noi tutti adesso siamo nella pena e lorimpiangiamo, ma al tempo stesso siamoben consapevoli che la sua memoria restacome un tesoro permanente e prezioso dellanostra Chiesa». Il cardinale AchilleSilvestrini, Prefetto emerito dellaCongregazione per le Chiese orientali dicedi avere sempre ammirato di don Giulio «lafede, la profonda spiritualità e la generosadedizione al bene dei più poveri, che haaiutato con tante creative iniziative chehanno fatto di lui un esempio per preti elaici». Un messaggio è arrivato anche dalvescovo di Keren, la diocesi dell’Eritrea dovesi trova la scuola tecnico-agraria di Agaz,voluta da don Giulio. «Vi siamo più chemai vicini - scrive monsignor Abba KidaneYebio - nella preghiera di lode al Signore peril dono di monsignor Salmi alla Chiesaintera oltre come amico sincero e generosoper la nostra Chiesa». Sul pianoistituzionale, sono giunti messaggi dicordoglio da tutte le maggiori autorità.«Esprimo - scrive il sindaco Sergio Cofferati- il mio personale cordoglio e quello di tuttala città». «Monsignor Salmi - prosegue -lascia un profondo segno del suo grandelavoro per i giovani, gli anziani e ilavoratori. La nostra città non dimenticheràquesto suo straordinario contributo cosìcome non dimenticherà il sostegno ed ilconforto da lui prestato ai perseguitatidurante l’ultimo conflitto mondiale». Lapresidente della Provincia BeatriceDraghetti afferma che «se ne è andata unafigura importante per la Chiesa bolognesema più in generale per tutta la nostracomunità, un uomo che ha dedicato tutta lasua vita agli altri e che ho avuto il privilegiodi conoscere personalmente». «A don Giulio- scrive il presidente della Regione VascoErrani - vorrei che arrivasse il mio personalee sentito grazie per aver contribuito arendere vivo e sempre migliore il tessutosociale di Bologna e della nostra regione».Particolarmente significativo il messaggiodell’Anei (Associazione nazionale exinternati) di Firenze. «Nel 1944, il giovanedon Giulio Salmi - scrive il presidente dellasezione Papini - fu per noi, che chiamava "irastrellati di Firenze" una luce di libertàspirituale, prima della liberazione materialedalla prigionia». Alessandro Alberani,segretario provinciale della Cisl, riferisce unricordo personale, di quando già don Giulioprivo della parola: «Un giorno mi disseroche era sua abitudine recarsi per lungotempo davanti alla Madonnina che si trovadietro Villa Pallavicini. E lì lo trovai, insilenzio, in preghiera, ma con unacomunicazione forte verso quel misterospirituale che è la fede. Dio lo aveva messoalla prova e lui era riuscito, con la suaprofonda fede, a trovare "un’altracomunicazione": quella più vera e piùprofonda che ci lega a lui per l’eternità».

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artedì 31 la Polisportiva AntalPallavicini festeggerà i propri 47

anni con la tradizionale assembleagenerale, momento durante il qualedirigenti, tecnici e atleti si ritrovano perfare il bilancio di un anno di attività,premiare coloro che nel corso dell’annosi sono particolarmente distinti eassistere alle esibizioni dei bambini piùpiccoli delle diverse discipline.L’assemblea sarà segnata in modoparticolare dal ricordo di monsignorGiulio Salmi fino all’ultimo animatoredella Polisportiva. A questo proposito, èbello citare un pensiero rivolto da donGiulio ai giovani della «Pallavicini»:risale al 1959, ma mantiene una grandeattualità. «Un’aquila è il vostroemblema - ricordava - Siate aquile nellavita. Volate sempre più alto. Liberatevidal peso della materia che v’ingombra,per essere più forti. Non c’è

M soddisfazione più grande che vincerese stessi, e divenire liberi dallepassioni. Non c’è gioia più grande perun giovane che vincere la pigrizia delproprio corpo per perfezionarlo allasua volontà... Lo sport è un mezzo pervincere le tentazioni, per essere puroe vedere Dio». Ma l’assemblea saràanche l’occasione per ringraziare lostorico direttore della PolisportivaAntonio Ciscato (per tutti Tonino) cheha festeggiato quest’anno icinquant’anni di collaborazione conl’Onarmo. Nato a Imola nel 1937, nel1959 fu fra i primi iscritti della neopolisportiva «Antal Pallavicini».Nell’ambito di essa, terminatal’attività agonistica nel 1961, Toninoassunse il compito di allenatore: ilmondo calcistico per lui era il luogodove svolgere la sua missione dieducatore. (M.F.)

«Mi confesso»al testamento spirituale dimonsignor Giulio Salmi,

scritto nel 2000:«Ho 80 anni: è bene fare un esa-me di coscienza per tutti questianni.Il Signore è sempre stato con me,ora penso di essere sempre conLui.La mia vita debbo spenderla inlode di lui che è amore.Desidero diventare apostolo delSuo amore.Ogni istante proclamare il Suo a-more a tutti gli uomini e donneche incontro.Essere per l’Onarmo quel chiccodi grano che marcisce nella ter-ra per far crescere una spiga pie-na di chicchi».

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Monsignor Giulio Salmi

La facciata di Villa Pallavicini

il testamento

«Antal Pallavicini».L’assemblea generale

Al Farneto un Centro in suo onoren segno di gratitudine e affetto peruna persona che ha sempre amato

questa terra e in particolare questacomunità». Così don Marco Cristofori, parrocoa S. Lorenzo del Farneto spiega perché la suaparrocchia ha dedicato a monsignor GiulioSalmi il Centro che lo stesso don Salmi hainaugurato il 5 giugno dello scorso annoaccanto alla canonica. Il Centro organizzaincontri a carattere culturale e religioso, masvolge anche un’opera di accoglienza digruppi, associazioni e movimenti perconvegni, momenti di ritiro e di festa,«proprio nello stile di accoglienza "ampia"che era tipico di don Giulio», spiega donMarco. Per informazioni: tel: 0516251037.

Nell’omelia della Messafunebre, l’Arcivescovo haindicato l’«esemplarità» dellatestimonianza di don Salmi

«Il suo sacerdozio è stato come generato dalla luminosapercezione dell’identificazionedi Cristo col povero»

Page 7: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...digidownload.libero.it/1flavio1/Avvenire 2.pdf · nuovo libro di Vittorio Messori, «Ipotesi su Maria» (edizioni Ares),

San Matteo della Decima, due nuovi accolitiBioetica, si conclude il corso di base

diocesiCATECUMENATO DEGLI ADULTI. Manca pocopiù di un mese all’inizio della Quaresima,tempo forte di preparazione alla Pasqua eultima fase del catecumenato per ricevere isacramenti della Iniziazione cristiana.L’Ufficio Liturgico diocesano sollecita isacerdoti, che stanno accompagnando icatecumeni adulti, a mettersi in contattocon il Pro-vicario generale per gli accordinecessari (tel. 0516480701).

parrocchieDECIMA DI PERSICETO. Giovedì 2 febbraioalle 20 nella chiesa di S. Matteo dellaDecima il vescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi celebrerà la Messa nel corsodella quale istituirà Accoliti i parrocchianiFiorenzo Govoni e Claudio ManfrediniBORGO PANIGALE. Domenica 5 febbraionella parrocchia di S. Maria Assunta diBorgo Panigale si terrà la «Festa famiglia». Intale occasione, alle 11.30 il vescovo ausiliaremonsignor Ernesto Vecchi celebrerà laMessa solenne.

associazioni e movimentiRNS. Il Rinnovamento nello Spiriroorganizza venerdì 3 febbraio nella chiesa diS. Croce (via D’Azeglio 92) l’Adorazioneeucaristica notturna «Roveto ardente». Inizioalle 21 con la Messa animata dalle famiglie,conclusione con un’altra Messa alle 8.15.MEIC. Sabato 21 gennaio si è riunito aBologna la delegazione regionale delMovimento ecclesiale di impegno culturale

(Meic). Si è proceduto all’elezione deldelegato e del vice-delegato regionale per ilprossimo triennio. Come delegato è statoeletto Guido Campanini del gruppo diParma; come vice-delegato Lorenzo Maiardidel gruppo di Bologna.CURSILLOS DI CRISTIANITÀ. Giovedì 2febbraio ore 19 partenza del 78° CursilloDonne. Domenica 5 febbraio ore 19.30rientro del 78° cursillo Donne presso laparrocchia di S. Giovanni Bosco, viaBartolomeo M. Dal Monte 14.ORDINE FRANCESCANO SECOLARE. L’Ofs deiFrati minori organizza oggi alle 15.30 nellaparrocchia di S. Maria Annunziata diFossolo (via Fossolo 31/2) la presentazionedel testo «Pace e Bene» (EdizioniPorziuncola); relatrice l’autrice Lucia Baldo.MCL CASALECCHIO. Per iniziativa del CircoloMcl Giacomo Lercaro domani alle 21 nellaparrocchia di S. Lucia di Casalecchio (viaBazzanese 17) padre Paolo Bizzeti, gesuita,illustrerà e commenterà il Messaggio delPapa in occasione della Giornata mondialedella pace.RADIO MARIA. Giovedì 2 febbraio alle 23.50circa verrà trasmesso il Rosario in notturnadal Collegio S. Luigi dei Padri Barnabiti;presiede il rettore padre Montesano.

ritiriCASA S. MARCELLINA. Alla Casa di preghieraS. Marcellina a Guzzano di Pianoro davenerdì 10 a domenica 12febbraio si terrà un corso diEsercizi spirituali sul tema: «Lagioia nella conversione»; guidadon Giampaolo Burnelli. Perinformazioni e prenotazioni: tel.051777073 o 3291242178.RETROUVAILLE. Si terrà a MilanoMarittima il 24-25 e 26 febbraioil prossimo «fine settimana»organizzato da Retrouvaille,associazione internazionale chesi propone di aiutare le coppiein crisi a rinsaldare il propriomatrimonio. Per informazioni eiscrizioni: coniugi Rocca, tel.0172640964,www.retrouvaille.it

incontriCARDINALE BIFFI. Proseguonodomani dalle 18.30 alle 19.15all’Istituto Veritatis Splendor(via Riva di Reno 57) lecatechesi del cardinale GiacomoBiffi su «L’enigma della storia el’avvenimento ecclesiale».Questo secondo ciclo di catechesicomincerà ad essere trasmesso su RadioNettuno da domenica 5 febbraio ognidomenica in coda ad «Attualità religiosa»,che inizia alle 8.30. Su E’-tv continua invecela trasmissione il giovedì intorno alle 23.BIOETICA. Si conclude il corso di Bioetica dibase «Alle radici di una cultura della vita»organizzato dall’Istituto Veritatis Splendorin collaborazione con il Centro di

consulenza bioetica «A. Degli Esposti».Venerdì 3 febbraio alle 15 nella sede delVeritatis Splendor (via Riva di Reno 57)padre Giorgio Carbone, domenicano,docente di Bioetica alla Fter e AndreaPorcarelli, docente di Filosofia allo StudioFilosofico domenicano tratteranno il tema«Bioetica e Magistero della Chiesa».TINCANI. Nell’ambito delle conferenze delvenerdì organizzate dall’Istituto Tincani

le sale della comunità

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

ALBAv. Arcoveggio 3 La marcia dei pinguini051.352906 Ore 15 - 16.50 - 18.40

20.30ANTONIANOv. Guinizelli 3 Il castello errante051.3940212 di Howl

Ore 17ZuckerOre 21

BELLINZONAv. Bellinzona 6 La seconda notte051.6446940 di nozze

Ore 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30CASTIGLIONEp.ta Castiglione 3 Broken flowers051.333533 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30

CHAPLINP.ta Saragozza 5 Match point051.585253 Ore 15.30 - 17.50 - 20.10

22.30GALLIERAv. Matteotti 25 Vizi di famiglia051.4151762 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30

22.30

ORIONEv. Cimabue 14 Crash051.382403 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30051.435119 22.30PERLAv. S. Donato 38 La sposa cadavere051.242212 Ore 16 - 18.30 - 21.30TIVOLIv. Massarenti 418 Harry Potter051.532417 e il calice di fuoco

Ore 15.30 - 18.30 - 21.30CASTEL D’ARGILE (Don Bosco)v. Marconi 5 Vizi di famiglia051.976490 Ore 17.45 - 20.30CASTEL S. PIETRO (Jolly)v. Matteotti 99 Chicken Little051.944976 Ore 15.30 - 17

EccezzziunaleveramenteOre 18 - 21

CREVALCORE (Verdi)p.ta Bologna 13 La neve nel cuore051.981950 Ore 16.30 - 18.45 - 21LOIANO (Vittoria)v. Roma 35 Ti amo in tutte051.6544091 le lingue del mondo

Ore 21S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Match point051.821388 Ore 15 - 17.30 - 20 - 22.30S. PIETRO IN CASALE (Italia)p. Giovanni XXIII Match point051.818100 Ore 16.40 - 18.40 - 21VERGATO (Nuovo)v. Garibaldi Parole d’amore051.6740092 Ore 21

(Piazza S. Domenico 3) venerdì 3 febbraioalle 17 per il ciclo «I problemi della città»Giovanni Salizzoni, ex vicesindaco edocente universitario parlerà di «Immigratia Bologna».

societàMCL CASTEL GUELFO. Il Circolo Mcl di CastelGuelfo, in collaborazione con il Comune,ha allestito nella sede muinicipale unamostra sul Guatemala con le fotografie diAnna Rosati e il cortometraggio di NataliaGrives. La mostra, dal titolo «Ciao Marta»sarà inaugurata oggi alle 11.30 alla presenzadel sindaco Landi e del presidenteprovinciale Mcl Benassi, e rimarrà apertafino al 13 febbraio.SPORT E BAMBINI. La Polisportiva AntalPallavicini, nell’ambito di una serie diincontri dedicati allo sport organizzagiovedì 2 febbraio alle 20.30 a VillaPallavicini (via M. E. Lepido 196) una seratasul tema: «Lo sport per i nostri figli:come,quando e perché». Relatori Gianni Nanni,medico specialista in Medicina dello Sport,responsabile sanitario del Bologna F. C. eMinea Nanetti, psicologa.CINEMA. Giovedì 2 febbraio alle 15 alcinema Castiglione riprendono leproiezioni di «Incontriamoci al cinema»con il film «Un tocco di zenzero» di T.Boulmetis con ingresso gratuito riservato apersone con più di 55 anni. L’iniziativa èpromossa dal Quartiere Santo Stefano, incollaborazione con Acec-Emilia Romagna.NETONE. Per il ciclo «NetOne incontra»sabato 4 febbraio alle 15.30 alla libreriadella Casa Editrice Città Nuova a Lippo diCalderara (via della Corte 2/b) incontro con

Paolo Loriga, caporedattore di CittàNuova.SOLIDARIETÀ. Il Quartiere S. Stefanoorganizza una serie di incontri sultema «La solidarietà nella storia diBologna», nella Sala del Baraccano(via S. Stefano 119). Giovedì 2febbraio il primo: Marco Poli tratteràdi «Baraccano: un matrimonio pertutte, il problema del matrimonio neisecoli.QUARTIERI. Le associazioni «AgirePoliticamente», «IlMosaico», «Porta Stiera»e i Circoli Acli «GiovanniXXIII», «RenzoPillastrini», «Ss. VergineAchiropita» organizzanosabato 4 febbraio alle9,30 nella Sala delBaraccano (via S.Stefano, 119) undibattito su «Quartieri epartecipazione: il casodel centro storico di Bologna».Relazioni di Giuliano Bettocchi (PortaStiera), Pier Luigi Cervellati eGiuseppe Gervasio.

musicaS. MARTINO. Nella Basilica di S. MartinoMaggiore (via Oberdan 26) domenica 5febbraio alle 17.45 «Vespri d’organo»,preceduti da una lettura dell’Ufficio divinodel giorno. Si esibirà il Coro polifonico«Paullianum» diretto da Stefano Zamboni;all’organo Piero Mattarelli.

Antoniano. I simpaticianimali dello Zecchino

l Castoro bambini» el’Antoniano sono lieti diinvitare piccoli e grandi alla

Libreria Feltrinelli (PiazzaRavegnana 1/a) oggi alle 11.30 perincontrare e conoscere più davicino i simpatici protagonisti dellibro musicale de «Le più belle

canzoni di animali dello Zecchino d’Oro». Ibambini saranno coinvolti in una divertenteanimazione a base di letture, indovinelli, giochi,disegni e tanta musica che li condurrà a poco apoco…nel meraviglioso mondo delle canzoni delloZecchino d’Oro e dei simpatici animali «canterini»,protagonisti di tanti successi come: «Cocco e Drilli»,«Il coccodrillo come fa», «Il topo con gli occhiali»,«La tartaruga sprint». Età consigliata: bambini apartire dai 5 anni. Ingresso libero e gratuito. Il libro con CD de «Le più belle canzoni di animalidello Zecchino d’Oro» è edito da «Il Castorobambini» in collaborazione con l’Antoniano e lacasa di produzione di animazione italiana De Mas &Partners.

a tutte le famiglienel corso dellebenedizioni pa-squali, compren-de una parte di 6poesie e 25 arti-coli, scritti dalparroco, e una di13 testimonianzea cura di alcunilaici della comu-nità. In esso rie-mergono tutte letappe importantivissute dalla par-rocchia; ma emerge soprattutto lo sguar-do con cui il sacerdote ha accompagna-to la comunità, dalle gioie vissute, ai pro-blemi incontrati, alle attenzioni pasto-rali esercitate. (M.C.)

inquant’anni tutti dedicati, comeparroco, alla comunità dei SantiGiovanni Battista e Gemma Gal-

gani di Casteldebole. Ricorda questo si-gnificativo traguardo don Evaristo Ste-fanelli, che osserva: «Ormai, io e la co-munità siamo una cosa sola». Per cele-brare l’anniversario, che ricorrerà in giu-gno, la parrocchia sta organizzando u-na serie di iniziative. La prima avrà luo-go sabato 4 febbraio: alle 16, nei localidella parrocchia (via Caduti di Castel-debole 17), sarà presentato il libro «Unlungo cammino», il racconto dei cin-quant’anni in parrocchia redatto da donStefanelli stesso e da altri parrocchiani.Parteciperanno padre Tommaso Toschi,francescano, Paola Rubbi, storica, eGianluigi Spada, già dirigente del LiceoGalvani. Il volume, che sarà distribuito

C

S. Domenico. Margherita eIldegarda: letture e musiche

Casteldebole. Don Stefanelli, 50 anni di parrocchia

i è svolto venerdì scorso nella Sala dellaTraslazione del Convento SanDomenico (Piazza S. Domenicao 13) il

primo incontro della serie «Sante emistiche», un ciclo di lettura-musica-commento a proposito di tre straordinariefigure femminili: S. Caterina da Siena,

Margherita Porete e S. Ildegarda Von Bingen. Il secondoappuntamento, su Margherita Porete, si terrà domani alle 21sempre nella Sala della Traslazione. Ultimo appuntamentogiovedì 2 febbraio, sempre alla stessa ora e nello stesso luogo,su Santa Ildegarda von Bingen. Il talento interpretativo diAngela Malfitano, l’accompagnamento musicale di FrancescoBrini (per Caterina da Siena e Margherita Porete) e del trioHöller-Shimizu-Monkobodzky (per Ildegarda Von Bingen), ilcommento di padre Bernardino Prella OP (per Caterina daSiena), Diana Mancini (per Margherita Porete) e MaurizioMalaguti (per Ildegarda Von Bingen): queste le tre forme ches’incontrano per tentare di cogliere la particolarità di alcunevite di donna, a volte rimaste nell’ombra o addirittura vittimedi incomprensione e ostilità, donne che però hanno trovatouna via di accesso alla spiritualità somma, alla vertiginedell’assoluto, al sentimento puro, estremo, definitivo.

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cine

ma

Teatro, un gialloper ragazzi

Isola Montagnola

ontinua il teatro ragazzi inMontagnola: ogni domenica alle

16.30 al Teatro Tenda uno spettacolodella rassegna «A teatro nel parco»realizzato da AGiO in collaborazione conl’Antoniano. Oggi verrà rappresentato ilgiallo per ragazzi «La misteriosascomparsa del signor Fanfurli». Etàconsigliata: dai 6 anni. Ingresso euro 3 apersona. Per informazioni telefonare allo0514228708 o consultare il sitowww.isolamontagnola.it

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S. Biagio, festa a Centoe alla SS. Trinità

enerdì 3 febbraio è la festa di S. Biagiovescovo e martire. A Cento, città della

quale S. Biagio è patrono, si terrà unTroiduo di preparazione da martedì 31gennaio a giovedì 2 febbraio: alle 17.45funzione al Santo e alle 18.30 Messa.Venerdì, giorno della festa, sarannocelebrate Messe alle 7.30, 8.30, 9.30, 10.30,12 e 18. La Messa delle 10.30 sarà presieduta da monsignorVincenzo Zarri, vescovo emerito di Forlì e concelebrata dalCanonici della Collegiata e dai parroci del vicariato. Alle 17.15,prima della Messa, funzione solenne al Santo. Per tutta lagiornata saranno disponibili numerosi sacerdoti per leConfessioni e per l’imposizione del cordone di S. Biagio,considerato protettore dai mali della gola. A Bologna la festasarà celebrata nella chiesa parrocchiale della SS. Trinità (via S.Stefano 87): saranno celebrate Messe alle 9, 10, 11.30 e 18.30;durante tutta la giornata si potrà baciare la reliquia del Santoe verranno distribuite le tradizionali «schiacciatelle». Altermine della Messa delle 18.30, benedizione con la reliquia.

V

Sostentamento clero:il nuovo Consiglio

arcivescovo monsignor CarloCaffarra ha ricostituito con

proprio decreto il Consiglio diamministrazione e il Collegio deirevisori dei conti dell’Istitutodiocesano per il sostentamento delclero. Consiglio di amministrazione Idsc:presidente don Pier Paolo Brandani;vicepresidente don Massimo Fabbri;membri Paolo Bonetti, GiuseppeBussolari, Giuseppe Gervasio,Giorgio Pasqualini, MassimoMoscatelli, Alberto Neri e il canonicoAdriano Zambelli. Collegio deirevisori dei conti: presidentePiergiorgio Mottaran; membriMaurizio Martone e GiorgioSaltarelli.

’L

7Domenica29 gennaio 2005

[email protected]

S. Ildegarda

Il libro

mosaico

San Biagio

OGGIAlle 8 a Castel S. Pietro Messa per ipartecipanti al Convegno regionale CapiAgesci. Alle 17.30 in Cattedrale Messaepiscopale e conferimento del Lettorato a seiseminaristi bolognesi.

MARTEDÌ 31 Alle 21 nella palestra dell’Istituto Salesianoconversazione su «È possibile, oggi, proporreun’educazione globale?»

GIOVEDÌ 2 FEBBRAIOAlle 17.30 in Cattedrale Messa Episcopale perla Giornata della Vita consacrata

SABATO 4 Alle 15 guida il pellegrinaggio diocesano alSantuario della Madonna di S. Luca per laGiornata per la Vita; alle 16.30 presiede laMessa in Basilica.

DOMENICA 5 Alle 16 nella chiesa di di S. Maria dellaQuaderna conferisce a don Francesco Casilloil ministero pastorale di quella parrocchia edi S. Pietro di Ozzano.

GIOVEDÌ 9Alle 10 a Galeazza Pepoli guida il ritiro per isacerdoti dei vicariati di Cento e Persiceto-Castelfranco.

il postino

Storia di Marco e del suo Cammino

n incontro con l’Arcivescovo mi hadato occasione di ripensare al sensoprofondo del Natale. Dice S. Paolo: la

grazia, l’amore di Dio è apparso all’uomo!Ho scoperto questa buona notizia quando, a17 anni, una malattia ha messo in questionequanto pensavo fosse importante e su cuifondavo la mia vita, come la mia capacità intutto, una salute perfetta, il successo nellosport. In quella situazione ho scoperto chenulla di ciò rispondeva al mio scoprirmilimitato, alla mia sofferenza profonda,poiché allora non potevo più guadagnare,con tutte le mie imperfezioni, l’amore dinessuno. In quel tempo partecipai a dellecatechesi per adulti dove ascoltai chequalcuno mi stava amando «così com’ero»,senza esigere nulla in cambio. Gesù Cristo,dissero, aveva dato veramente la sua vita perme, era entrato al mio posto nella mia mortee l’aveva trasformata in vita. Mi sentii per laprima volta amato nella mia miseria. Questoha cambiato radicalmente la mia vita ed hoiniziato un cammino di fede nella Chiesa,attraverso il Cammino Neocatecumenale. Inquesto itinerario, nella comunione coifratelli, ho scoperto la mia vocazione allamissionarietà e da circa tre anni, terminatigli studi all’Università, sono catechistaitinerante laico nelle Isole Filippine, alservizio della nuova evangelizzazioneguidata dai Vescovi asiatici. Posso dire oggicome il Signore non mi abbia fregato: mi hasvelato la stupenda unicità della miapersona, l’immenso valore dei miei genitori,miei primi apostoli, e dei miei otto fratellipiù piccoli. Quando torno in Italia hosempre gli occhi pieni delle meraviglie cheDio compie in quel popolo, dove Cristo,

mediante lapredicazione, ancorastrappa le personedall’inferno del nonsenso della sofferenzae ridona lorol’autentica dignità difigli che povertà,malattia o timore nonpossono deturpare.

Marco Zagano

U

Lerner ai Giovedì della Dozzaopo la bella serata condotta daMassimo Toschi, assessore della

Regione Toscana e FrancoRiboldi, capo della Sanitàdel nostro territorio, «Igiovedì della Dozza»proseguono giovedì 2febbraio alle 21,15 con GadLerner, giornalista e AndreaSegre, preside della Facoltàdi Agraria. Anche loro si

porranno davanti alla domanda diGesù:«Il Figlio dell’uomo, quando verrà,troverà la fede sulla terra?» (Luca 18,8).

D

M. Zagano, primo seduto da destra