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________________________________________________________________________________________________ Giovanni Sorvillo Annamaria Di Nola Architetti Restauro Torre di Piazza Cristoforo Colombo - Progetto Esecutivo 1

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Restauro Torre di Piazza Cristoforo Colombo - Progetto Esecutivo

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RELAZIONE GENERALE

Restauro Torre dell’Orologio di piazza Cristoforo Colombo

1) Aspetti Amministrativi

Il progetto di “Restauro della Torre dell’Orologio di Piazza Cristoforo

Colombo” è reso possibile dal finanziamento compreso nel Programma

Integrato Urbano Europa (PIU’ EUROPA); infatti il comune di Castellammare

di Stabia, con Deliberazione di Giunta Regionale della Campania n. 282 del

15/02/2008, è stato individuato tra le venti città medie della regione

Campania su cui intervenire con specifici programmi integrati di

rigenerazione urbana (PIU’ EUROPA).

In data 25/02/2008 l’Amministrazione Comunale e la Regione Campania

hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa “PIU’ EUROPA” al fine di mettere

a sistema le iniziative urbanistiche finora intraprese e per avviare

consistenti interventi per la rigenerazione urbana e sociale. Tale progetto

va ad integrare il progetto di Riqualificazione della piazza Cristoforo

Colombo, cofinanziato ai sensi della L.135/01-art.5 con fondi statali

assegnati dal Ministero per le Attività Produttive (MAP) – Direzione

Nazionale del Turismo – e con fondi regionali destinati allo Sviluppo dei

Sistemi Turistici (Approdi di Ulisse), redatto dai sottoscritti architetti

Giovanni Sorvillo ed Annamaria Di Nola.

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2) Cenni Storici

“Una delle porte della città, nel XVI secolo, era quella della "Marina Grande",

oggi piazza Orologio. Dopo la sua demolizione, insieme con tutta la muraglia

difensiva, si apriva al pubblico uno spazio molto ampio e prospiciente il mare, a

ridosso del porto, punto naturale di riferimento per chi avesse voluto esporre in

vendita la propria mercanzia

La zona, in tal modo, ben presto divenne un discreto centro commerciale, per cui

il toponimo da “marina grande” di trasformò in quello di “piazza del mercato”.

Intanto si veniva manifestando un’altra esigenza. I cittadini della zona

richiedevano l’installazione di un orologio luminoso che potesse essere visto da

lontano e dalle navi alla fonda, non essendo a tal epoca diffuso, come oggi, l’uso

personale dell’orologio.

In un primo tempo l’autorità municipale pensò di poter utilizzare il dimesso

orologio del cantiere Navale, ma successivamente fu deciso di commissionarne

uno nuovo alla ditta Augusto Barnard di Napoli. Fu anche stabilita la costruzione

di una torre sulla quale collocare l’orologio e, difatti, il Consiglio Comunale,

nella seduta dell’11 marzo 1869, ad unanimità di voti, -“(…) approvava il disegno

di ordine arabo e progetto fatto dall’architetto consigliere Vanacore Giuseppe

(…) e delibera di farsi l’opera sotto la sua direzione, a condizione che il

quadrante dell’orologio di notte sia apparente, potendo la spesa elevarsi fino a

lire quattromila, con aggiungere al progetto la base di pietra vulcanica, ed altri

abbellimenti analoghi”- A questo punto ignoriamo i motivi che ritardarono laq

costruzione. Sappiamo che il 27 febbraio 1871 la costruzione della torre fu

appaltata a Pietro de Lutiis e che, in meno di nove masi, il 17 novembre fu

collaudata e consegnata al Comune.(…)

Da: -Castellammare di Stabia, luogo d'arte cultura e tradizione di Giuseppe

D'Angelo.-

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3) Descrizione Progettuale

Oggi la Torre dell’Orologio risulta in un mediocre stato di conservazione: gli

intonaci risultano distaccati o con sottostanti rigonfiamenti in alcuni punti

(foto 1).

Internamente gli intonaci del primo ordine (fino alla quota di +4.00 ml.

circa) sono nella medesima condizione di quelli esterni; è presente una

superfetazione interna quale primo solaietto intermedio, ad uso ballatoio

posto ad una altezza di ca. ml.2,20, in legno e ferro che risulta essere in

precarie condizioni conservative (foto 2, 3).

La pitturazione della stessa è decaduta in più parti, con il rigonfiamento e

distaccamento del relativo intonachino. La porta di ingresso metallica, di

pessima qualità architettonica, presenta il telaio di ancoraggio

sensibilmente ossidato con rigonfiamento e distaccamento delle “prese” in

malta cementizia sulle zanche di ancoraggio.

Architettonicamente la Torre presenta, oltre quella sopradescritta, alcune

superfetazioni da eliminare o da correggere, e cioè:

La copertura piramidale a base ottagonale è stata certamente oggetto di

un rifacimento del manto di copertura successivamente alla data di

realizzazione della Torre, usando mattonelle in argilla smaltata del

formato cm.10x10 in tonalità del bianco e del blu (foto 4). La fascia

terminale del tetto e composta da un lastra in travertino, così come la

copertura del cornicione ad esso sottoposto. Probabilmente fu realizzata

circa per problemi di permeazione delle acque meteoriche di raccolta sulla

originaria copertura;

Le grate di protezione dei vani (foto 5), non originari, risultano quanto

meno grossolani; l’intento di bloccare l’ingresso ad animali e volatili potrà

essere diversamente affrontato, apponendo una rete metallica a maglia

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stretta, in acciaio, all’interno del vano finestra e apponendo sul davanzale

reso scoperto ai volatili opportuni chiodi dissuasori;

La cromatica, non disponendo di testimonianze a colori, sarà interpretata

come già descritto nel progetto di “Riqualificazione della Piazza Cristoforo

Colombo”, cioè adottando due tinte a contrasto anziché una soluzione

monocromatica. Detta scelta è suggerita dalla architettura del monumento

di fine ottocento con bassorilievi e cornicioni a contrasto di tinta (cfr. foto

6 e 7).

Si interverrà sugli intonaci esterni operando rappezzi degli intonaci

ammalorati opportunamente rimossi per le parti in elevazione superiore;

internamente si creerà un vespaio/camera d’aria nel pavimento al livello

strada. Non sarà ricostruito il solaietto interno di cui prima, mentre gli

intonaci interni saranno rimossi se ammalorati con il rifacimento dello

strato di finitura (camicia di stucco) per tutta la superficie, con scialbatura

delle superfici interne così trattate.

La struttura del tetto resterà inalterata mentre si interverrà sostituendo il

manto di copertura: le mattonelle saranno sostituite con maioliche

opportunamente fatte realizzare da artigiani locali. Saranno posate giuste

scossaline in lavagna sui cornicioni marcapiani.

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4) Tipologia di Intervento

Intervento sugli intonaci esterni ed interni:

a) Spicconatura intonaco esistente

b) Applicazione di ponte di aderenza (increspatura) tipo TD 13 PA UNILIT10

della Hd System TASSULLO S.P.A. costituito da una miscela di calce

idraulica naturale, modificata per caratterizzare la massima capacità di

aggrappo, inerti puri, composti in curva a salto granulometrico, di diametro

max. 4 mm. E’ scarsamente reattivo ai sali idrosolubili ed è adatto ad ogni

tipo di muratura sia storica sia moderna. Non ha limiti di tempo per la

ricopertura e non influisce sulla permeabilità al vapore del supporto.

c) Realizzazione di rappezzi di intonaco con miscela di calce idraulica

naturale ed inerti puri in curva granulometrica appropriata, con basso

contenuto di Sali idrosolubili, fortemente permeabile al vapore; esso

assicura una veloce evaporazione della umidità contenuta nelle murature

mantenendo, nel tempo, un ideale equilibrio idrometrico. Tipo TD 13 N

intonaco per risanamento.

d) Finitura del ciclo con rasante polivalente, regolatore di assorbimento,

traspirante, a base di calce idraulica di granulometria intermedia e sottile

di finitura, tipo TD 13 P0 rasante polivalente della HD SYSTEM

TASSULLO S.P.A., la composizione a base di calce idraulica naturale,

assicura stabilità e durabilità chimica ed evita le efflorescenze.

N.B. Le rasature degli intonaci con Td 13 P0 potranno essere

eventualmente armate, se ritenuto opportuno, con rete antifessurativa in

fibra di vetro da 165 gr/mq.

Tinteggiatura interna:

1. Realizzazione di camicia di stucco a base di calce idraulica naturale con

formulato tipo Rasatura Xf della Viero-Lafarge, data in due mani ad

incrocio.

2. Applicazione di mano di fondo con il silicato liquido di potassio tipo KEIM

Spezial Fixativ.

3. Applicazione a pennello, rullo o spruzzo di tinteggiatura tipo Keim Biosil,

colore ai silicati a norma DIN 18363 2.4.6. per superfici interne, diluendo il

prodotto in prima mano con acqua e senza diluirlo per la seconda mano.

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Keim Biosil è composto da leganti e pigmenti inorganici derivanti da

prodotti naturali, assolutamente privi di solventi o sostanze nocive alla

salute.

Tinteggiatura esterna:

Applicazione a pennello, rullo o spruzzo di tinteggiatura tipo KEIM

Granital, colore ai silicati a norme DIN 18363 2.4.1., per intonaci minerali,

da applicarsi a due mani, diluendo il prodotto per la prima mano con il

silicato liquido di potassio tipo KEIM Spezial Fixativ tra il 20 e il 30% circa

e da 0 al 10% per la seconda mano in base all’assorbimento del fondo.

Vespaio a pavimento:

a) Applicazione di casseri a perdere tipo MODULO Geoplast in polipropilene

interamente riciclato e riciclabile di altezza cm 6. Sui moduli posati

andremo a realizzare un massetto termico, dello spessore medio di cm 10,

costituito da miscela composta da sughero granulare naturale idoneo per

isolamenti termoacustici tipo Corkgran della Tecnosugheri avente densità

a mc, con grana fine, di Kg 140/160, conducibilità termica λ = W/m K

0.045, e cemento 325 (da mescolare in betoniera 1 mc di Corkgran con q.le

2 di cemento 325 e aggiungere acqua quanto basta, stendere e poi

livellare). Valori così ottenuti: peso specifico kg / mc 270/300,

conducibilità termica: λ = W/m K 0.074, resistenza alla compressione

kg/cmq 12. Tale massetto deve essere armato in opera con rete in

materiale composito FRP (Fiber Reinforced Polymer), a maglia quadra

monolitica, dimensione 99x99, spessore medio 3 mm, realizzata con fibra di

vetro AR (Alcalino Resistente), pretensionata e impregnata con resina

termoindurente di tipo vinilestere epossidico, tessitura multipla e trama

piatta inserita fra le fibre di ordito. Tale massetto sarà rifinito liscio in

superficie con frattazzata in sabbione e cemento, idoneo a ricevere il

successivo pavimento a colla.

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5) Descrizione dei materiali impiegati.

Elamenti lapidei da integrare.

Per un riferimento ai materiali storici della area partenopea, per la

coerenza al Piano Urbanistico Territoriale, per una ulteriore uniformità sia

alle adiacenze architettoniche della piazza ed alla attuale consistenza

materica, sia per la scelta di un materiale dalle spiccate caratteristiche

meccaniche e di curabilità, le opere lapidee oggetto di rifacimento della

torre dell’Orologio saranno realizzate con pietra vulcanica opportunamente

trattate a bocciarda fine. Queste saranno assicurate attraverso incollaggio

con malta cementizia e zanche metalliche zincate in essa annegate. La

rifilatura dei giunti è a secco.

PIETRA LAVICA VESUVIANA

DENOMINAZIONE

Pietra Arsa

DESCRIZIONE

Pietra magmatica effusiva di un colore grigio intenso macchiettata con elementi

cristallizzati di leucite di colore nero. Pietra di notevole durezza.

ZONA DI ESTRAZIONE

Terzigno (Napoli) Italia

CARATTERISTICHE FISICHE e TECNICHE

Peso specifico: 2856 Kg/mc

Porosità: 6.93%

Resistenza alla compressione media: 1642 Kg/cmq

Resistenza alla flessione:162 Kg/cmq

Resistenza all'usura: 0.64

Carico totale di rottura: 0.275 mm

Coefficiente di imbibizione valore medio: 0.39%

Coefficiente di frantumazione: 115.8

Prova di rottura all'urto (H min.): 63 cm

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6) Note alle relazioni tecniche e specialistiche

a) Relazione geologica e geoidrologica

Queste relazioni sono da considerarsi di ridotta importanza vista la limitazione

dell’intervento nonché il carattere dell’opera; infatti andranno ad essere incisi i

primi trenta centimetri della base del pavimento del monumento cioè solamente

la pavimentazione ed il relativo strato stabilizzante sottostante. Invero, non sono

presenti opere di rilevante importanza che si relazionerebbero staticamente con

lo strato litologico presente in zona.Relazione geotecnica e geomeccanica

Per questo tipo di relazione valgono le considerazioni fatte al punto precedente.

b) Relazione idrologica e idraulica

Non esistono particolarità di rilievo; le acque raccolte sulla copertura piana

saranno incanalate, attraverso una pluviale discendente, in apposito pozzetto e

dirette alla fogna comunale.

c) Relazione archeologica

Non esistono particolarità sensibili.

d) Relazione sismica

Il progetto non vede opere soggette a verifica sismica.

e) Relazione tecnica opere civili

Le opere da eseguirsi non presentano sensibili criticità; la scelta dei materiali, dei

componenti sono state fatte sulla scorta del PUT, dei caratteri storici del sito e

dalle istanze concorsuali. Gli aspetti problematici della realizzazione potrebbero

essere legati alla manutenzione dell’opera che, dato il luogo attualmente

degradato, potrebbe richiedere una attenzione maggiore, visti alcuni dei materiali

scelti.

f) Relazione tecnica impianti

Gli impianti presenti nell’opera sono sostanzialmente due: quello elettrico e

quello di smaltimento delle acque meteoriche; per entrambi si rimanda alla

relazione dell’impianto elettrico del progetto di Riqualificazione della piazza

Cristoforo Colombo ed ai cenni della suesposta relazione idrologica e idraulica.

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g) Relazione sulla gestione dei materiali

L’entità dell’opera fa si che non vi siano problematiche legate a questo tipo di

fabbisogno.

h) Relazione sulla cantierizzazione

Non esistono particolari direttive se non quelle di operare all’interno del cantiere

del predetto rifacimento della piazza.

l) Relazione sull’impatto acustico

L’area su cui sorge piazza Cristoforo Colombo viene classificata come zona IV

(area ad intensa attività umana) dal piano di zonizzazione acustica per cui non vi

sono interferenze tra le attività lavorative e la destinazione acustica della zona.

Per questa destinazione e per le opere di cui trattasi l’opera non è assoggettabile

a Valutazione di Impatto Ambientale.

m) Tale opera non richiede manuale di gestione ambientale dei lavori; essi non

hanno attinenza con quanto richiesto dal D.Lgs.163 12 aprile 2006 sez.II art.10

par.1 comma m.

Il progetto, e quindi l’opera, non ha attinenza con quanto espressamente citato

dal suesposto D.Lgs.163 12 aprile 2006 sez.II art.10 par.2,3 ed art.11 par.5,6 e

par.8 comma a,b,c, art.13 ed art.18 par.6.

I Professionisti Arch. Giovanni Sorvillo Arch. Annamaria Di Nola

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