Giovannina Albano, Giuseppina Rita Mangione, Anna Pierri & Leke Pepkolaj Università di Salerno.
P. Pierri (1), V. Del Gaudio (1), G. Calcagnile (1,2) Ridefinizione della zonazione sismogenetica...
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P. Pierri (1), V. Del Gaudio (1), G. Calcagnile
(1,2)
Ridefinizione della zonazione sismogenetica della Puglia settentrionale e implicazioni per le stime di
pericolosità
(1) Dipartimento di Geologia e Geofisica - Università degli Studi di Bari (2) Osservatorio Sismologico - Università degli Studi di Bari
Valutare le implicazioni di un quadro sismotettonico regionale alternativo sulle stime di pericolosità sismica ottenendo mappe di hazard in PGA0.10,50 basate su una zonazione sismogenetica modificata localmente nel Nord della Puglia (denominata ZNA), rispetto a quelle ottenute con la zonazione nazionale di riferimento (ZS9).
SCOPO
Valutare se tali implicazioni sono significative in confronto all’effetto di altri fattori di incertezza epistemica esistenti nel calcolo dei tassi di sismicità che, pertanto, sono stati calcolati tramite un approccio ad albero logico con 8 rami.
Del Gaudio V., Pierri P., Frepoli A., Calcagnile G., Venisti N., Cimini G.B.; 2007: A critical revision of the seismicity of Northern Apulia (Adriatic Plate – Southern Italy) and implications for the identification of seismogenic structures. Tectonophysics, 436, 9-35.
In un recente studio l’integrazione di dati storici, strumentali e di informazioni geologico-strutturali ha fornito dei vincoli per l’individuazione delle strutture sismogenetiche responsabili dei principali terremoti avvenuti nel nord della Puglia.
MOTIVAZIONI
I risultati indicano che in tale area esistono significative differenze di comportamento sismico tra Gargano, Tavoliere e Molise sud-orientale, in discordanza con l’assunzione di una sola zona sismogenetica (come in ZS9).
1=Zona basso Fortore - Lesina - Tremiti; 2=Promontorio del Gargano; 3=Avanfossa del Tavoliere; 4=Sub-Appennino Dauno - Molise sud-orientale
PROBLEMA
Base statistica debole per il calcolo dei tassi di sismicità partendo solo dai dati del catalogo storico.
Per avere una maggiore robustezza di stima dei tassi di sismicità, questi sono stati ricavati integrando dati di sismicità storica (CPTI04) e strumentali.
SOLUZIONE
Sono stati utilizzati 2 cataloghi strumentali previa loro declusterizzazione; sono state testate 2 differenti tecniche di declustering.
CATALOGO 1: 1985 - 1996 CSTI
1997 - 2004 Bollettino sismico on-line INGV
CATALOGO 2: 1985 - 2002 CSI
2003 - 2004 Bollettino sismico on-line INGV
DECLUST 1: Procedura di declust. REASENBERG (1985)
DECLUST 2: Procedura di declust. DECLPOI
GUT-RICH 1: Metodo “Least Square”
GUT-RICH 2: Metodo “Maximum Likelihood”
PROCEDURA DECLUSTERING 1: REASENBERG
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
CSI – 1789 eventi
P = 1 − eλT
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
CSI – 1789 eventi
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
CSI – 1789 eventi
P = 1 − eλT
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
1271 eventi residui
P = 1 − eλT
I risultati mostrano che si ha ancora un eccesso di tempi di inter-evento brevi e un deficit di quelli più lunghi rispetto a quanto atteso per una distribuzione poissoniana avente lo stesso tempo medio di inter-evento.
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
CSI – 1789 eventi
P = 1 − eλT
E’ basata su un confronto tra la distribuzione cumulativa delle frequenze dei tempi di inter-evento nel catalogo e la distribuzione poissoniana attesa avente lo stesso tempo medio di inter-evento;
sulla progressiva rimozione degli eventi che determinano, nella distribuzione temporale, tempi di inter-evento con frequenza maggiormente discordante da quella di una distribuzione poissoniana.
PROCEDURA DECLUSTERING 2: DECLPOI
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Declustered (DECLP - T=11.9)
Poisson (T=11.9)
Declustered (REAS - T=5.7)
Poisson (T=5.7)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
P = 1 − eλT
614 eventi residuiCumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Declustered (DECLP - T=11.9)
Poisson (T=11.9)
Declustered (REAS - T=5.7)
Poisson (T=5.7)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
P = 1 − eλT
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Declustered (DECLP - T=11.9)
Poisson (T=11.9)
Declustered (REAS - T=5.7)
Poisson (T=5.7)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
Cumulative fraction
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1.0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Inter-event time (days)
Fra
cti
on
Original (T=4.1)
Poisson (T=4.1)
Declustered (DECLP - T=11.9)
Poisson (T=11.9)
Declustered (REAS - T=5.7)
Poisson (T=5.7)
Frazione cumulativa delle frequenze dei tempi di intervento
P = 1 − eλT
614 eventi residui
ORIG DECLPOI REASENBERG
CAT. N. ev Rem. Res. Cluster N. /clust Rem. Res. Cluster N. /clust
CSTI 1789 1179 610 171 7.9 442 1347 34 14.0
CSI 1789 1175 614 167 8.0 518 1271 26 20.9
CSTI
RISULTATI DECLUSTERING
CSI
ELABORAZIONI GUTENBERG-RICHTERZONA 1 - CATALOGUE CSTI - DECLP
y = -0.6417x + 3.5443
R2 = 0.9488
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
1 2 3 4 5 6 7
MAGNITUDE
LO
G(N
)ZONA 1 - CATALOGUE CSTI - REAS
y = -0.7156x + 3.9399
R2 = 0.9615
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
1 2 3 4 5 6 7
MAGNITUDE
LO
G(N
)
ZONA 1 - CATALOGUE CSI - DECLP
y = -0.6262x + 3.399
R2 = 0.9154
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
1 2 3 4 5 6 7
MAGNITUDE
LO
G(N
)
ZONA 1 - CATALOGUE CSI - REAS
y = -0.7028x + 3.826
R2 = 0.953
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
1 2 3 4 5 6 7
MAGNITUDE
LO
G(N
)
RISULTATI GUTENBERG-RICHTER
I coefficienti a e b della G-R sono stati calcolati con LS e ML sull’insieme dei dati storici e dei dati strumentali declusterizzati con 2 tecniche.
ZONEM
SOURCEDECL.
PROCED.
LS MLM
a conf. int. a
b conf. int. b
R2 a conf. int. a
b conf. int. b
1CSTI
DECLP 4.07 3.75 - 4.39 0.64 0.56 - 0.72 0.95 3.89 3.81 - 4.00 0.57 0.53 - 0.62
REAS 4.42 4.12 - 4.72 0.72 0.64 - 0.79 0.96 4.16 4.12 - 4.28 0.60 0.58 - 0.66
CSIDECLP 3.94 3.55 - 4.33 0.63 0.53 - 0.72 0.92 3.91 3.83 - 4.01 0.60 0.56 - 0.66
REAS 4.31 4.00 - 4.63 0.70 0.63 - 0.78 0.95 4.30 4.23 - 4.39 0.69 0.65 - 0.74
4CSTI
DECLP 4.09 3.48 - 4.70 0.73 0.58 - 0.89 0.88 4.48 4.33 - 4.64 0.88 0.81 - 0.96
REAS 4.67 4.14 - 5.21 0.85 0.72 - 0.99 0.92 5.23 5.12 - 5.36 1.07 1.01 - 1.13
CSIDECLP 3.67 3.17 - 4.16 0.63 0.50 - 0.77 0.88 4.34 4.18 - 4.51 0.91 0.82 - 1.00
REAS 4.22 3.64 - 4.81 0.74 0.58 - 0.91 0.88 5.14 5.01 - 5.28 1.12 1.05 - 1.19
aDECLP < aREAS e bDECLP < bREAS
effetto del maggior numero di eventi di bassa magnitudo rimasti con REAS.
Z1 e Z2 bLS ≈ bMLM e aLS ≈ aMLM Z3 e Z4 bLS < bMLM e aLS < aMLM
Dai coefficienti a e b si sono ricavati i tassi di sismicità (numero di eventi attesi in differenti intervalli di magnitudo tra 4.7 e 6.9 in 100 anni).
RISULTATI TASSI DI SISMICITA’
Z M.S.DECLUST.PROCED.
G-R
MAGNITUDE CLASSES
4.7 4.9 5.1 5.3 5.5 5.7 5.9 6.1 6.3 6.5 6.7 6.9
1
CSTI
DECLPLS 3.38 2.51 1.87 1.39 1.04 0.77 0.57 0.43 0.32 0.24 0.18 0.13
MLM 4.36 3.35 2.58 1.99 1.53 1.18 0.91 0.70 0.54 0.41 0.32 0.25
REASLS 3.77 2.71 1.95 1.40 1.01 0.73 0.52 0.38 0.27 0.19 0.14 0.10
MLM 5.82 4.39 3.32 2.50 1.89 1.43 1.08 0.81 0.61 0.46 0.35 0.26
CSI
DECLPLS 2.86 2.14 1.61 1.20 0.90 0.68 0.51 0.38 0.28 0.21 0.16 0.12
MLM 3.36 2.55 1.93 1.46 1.11 0.84 0.64 0.48 0.37 0.28 0.21 0.16
REASLS 3.33 2.41 1.74 1.26 0.91 0.66 0.48 0.35 0.25 0.18 0.13 0.09
MLM 3.71 2.70 1.97 1.43 1.04 0.76 0.55 0.40 0.29 0.21 0.16 0.11
tassiCSTI > tassiCSI
Z1-Z2: tassiLS < tassiML Z3-Z4: tassiLS > tassiML
alle basse M: tassiDECLP < tassiREAS alle alte M: tassiDECLP > tassiREAS
log PHA = a + b M - c log (R2 + h2)½ + e S ± a = -1.845 0.169 b = 0.363 0.029 c = 1 h = 5.0 1.6 e = 0.195 0.049 = 0.19
ELABORAZIONI SEISRISK III
Passo in latitudine e in longitudine 0.05°
Mappe di PGA0.10,50 con le mediane pesate
CSTI 40 %
CSI 60 %
DECLP 60 %
MLM 60 %
DECLP 60 %
REAS 40 %
LS 40 %
MLM 60 %
LS 40 %
LS 40 %
MLM 60 %
LS
40 %
MLM 60 %
REAS 40 %
WEIGHT 0.096
WEIGHT 0.144
WEIGHT 0.064
WEIGHT 0.096
WEIGHT 0.144
WEIGHT 0.216
WEIGHT 0.096
WEIGHT 0.144
Approccio ad albero logico costituito da 8 rami → 8 combinazioni per il calcolo dei tassi di sismicità per entrambe le zonazioni (ZNA e ZS9).
ZONAZIONEZNA
Differenza massima 0.10 g
MINIMI valori di PGA tra quelli ottenuti con le 8 combinazioni
MASSIMI
ZONAZIONEZS9
Differenza massima 0.08 g
MASSIMI
MINIMI valori di PGA tra quelli ottenuti con le 8 combinazioni
MEDIANA PESATAZONAZIONE ZNA
MEDIANA PESATA ZONAZIONE ZS9
DIFFERENZA TRA LE MEDIANE PESATE ZNA E ZS9
Range differenze: -0.11 g ---- 0.18 g
CONCLUSIONI
2. L’adozione di una zonazione localmente più articolata è resa praticabile dall’impiego integrato di dati storici e strumentali per vincolare i tassi di sismicità di zone sismogenetiche più piccole e con una disponibilità più limitata di dati storici.
1. La differenziazione nella zonazione sismogenetica della Puglia settentr. tra zone di avampaese, avanfossa e catena comporterebbe significativi incrementi nelle stime di hazard nell’area di Lesina e delle Isole Tremiti e una riduzione nel Tavoliere settentrionale, in misura tale da implicare variazioni nella classificazione sismica del territorio.
3. L’impiego dei dati strumentali ad integrazione di quelli storici richiede l’impiego di tecniche di declustering specificamente progettate per il trattamento di dataset di eventi di bassa energia.
4. I risultati ottenuti evidenziano l’importanza critica della zonazione nelle stime di hazard, sicché occorre prevedere approfondimenti per chiarire gli aspetti controversi della delimitazione delle zone sismogenetiche, che possono riflettersi in scelte diversificate di zonazione.
Zona 1 = 16 ev. Zona 4 = 5 ev.Zona 3 = 12 ev.Zona 2 = 26 ev.
ANALISI DI COMPLETEZZA – CSI – 1985-2004
The analysis of the deviation from linearity expected for log N(M) according to the equation (2): such deviation at low magnitudes is considered to reflect dataset incompleteness.
ANALISI DI COMPLETEZZA – METODO 1
ANALISI DI COMPLETEZZA CSI - M > 1.89 - anni 1985-1986
y = 0.0576x + 0.6433
R2 = 0.9903
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
0 100 200 300 400 500 600 700 800
TIME (days)
NU
N.
EV
EN
TI
C A T A L O G O 3
1985-1986
1991-1992
1997-1998
M≥1.5
0.0597 0.0773 0.0882
21.7905 28.2145 32.193
0.9877 0.9799 0.9736
M≥1.7
0.0597 0.0716 0.0756
21.7905 26.134 27.594
0.9877 0.9862 0.9783
M≥1.8
0.0576 0.0664 0.07
21.024 24.236 25.55
0.9903 0.9872 0.9748
M≥1.9
0.0576 0.0542 0.0576
21.024 19.783 21.024
0.9903 0.9905 0.9749
M≥2.0
0.0543 0.0439 0.0505
19.8195 16.0235 18.4325
0.9877 0.9889 0.9631
M≥2.1
0.0514 0.0341 0.045
18.761 12.4465 16.425
0.9866 0.9866 0.9623
b
b*365
R2
ANALISI DI COMPLETEZZA – METODO 2
The examination of the slope change in the cumulative number of events as function of time, for different magnitude thresholds.
CATALOGO CSTI: 1789 eventi
Soglia complet. M ≥ 2.0 (1084 eventi)
CATALOGO CSI: 1789 eventi
Soglia complet. M ≥ 1.9 (1182 eventi)
Seismic energy released for unit area - 1182 events - CATALOGUE CSI
0.000001
0.00001
0.0001
0.001
0.01
0.1
1
10
1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005
Years
Cu
mu
lati
ve E
ner
gy
(Jo
ule
/km
2 x 1
0 9
)
Zone 1
Zone 2
Zone 3
Zone 4
Total
Log E = 2.9 + 1.9 ML - 0.024 ML2
Zone 4 = 10.2∙107 J∙km-2∙yr-1
Zone 2 = 4.48∙107 J∙km-2∙yr-1Zone 1 = 0.15∙107 J∙km-2∙yr-1
Zone 3 = 0.08∙107 J∙km-2∙yr-1
M ≥ 1.9
Etot = 8.4*1012 joules
(1) Confronto tra la distribuzione cumulativa delle frequenze dei tempi di inter-evento Δti nel catalogo e la distribuzione poissoniana attesa avente lo stesso tempo medio di inter-evento;individuazione del valore Δti’ che mostra il massimo eccesso di frequenza rispetto ad una distribuzione poissoniana.
P = 1 − eλT
PROCEDURA DECLUST. 2: DECLPOI
(2) Per tutte le coppie di eventi per cui Δti ≤ Δti’, viene calcolata una distanza dST che associa una separazione temporale τ e una distanza spaziale d attraverso l’espressione dST = dove C è un coefficiente di trasformazione
della separazione temporale in distanza spaziale ed è uguale a 1 km/giorno.
222 Cd
(3) La coppia di eventi per i quali la distanza dST è minima viene identificata
come appartenente ad uno stesso comune cluster e fra questi l’evento di magnitudo minore viene escluso dal catalogo finale; quindi viene ricalcolato il valore di Δti.
(4) Viene calcolato il coefficiente di variazione CV (= / ΔtMED) per tutti i valori
Δti del catalogo modificato; se CV > 1 (valore atteso per una distribuzione
poissoniana) gli step da 1 a 4 vengono ripetuti.
PROCEDURA DECLUST. 2: DECLPOI
CSTI ORIG
1789 eventi
CSTI REASEN
1347 eventi
CSTI ORIG
1789 eventi
CSTI DECLPOI
610 eventi
CSTI ORIG
1714 eventi
241+401+182+890
CSTI REASEN
1272 eventi (1347)
236+366+175+495
CSTI ORIG
1714 eventi
241+401+182+890
CSTI DECLPOI
555 eventi (610)
139+190+95+131
ZONE M SOURCE
DECL.PROCED.
LS MLM
a conf. int. a
b conf. int. b
R2 a conf. int. a
b conf. int. b
1CSTI
DECLP 4.07 3.75 - 4.39 0.64 0.56 - 0.72 0.95 3.89 3.81 - 4.00 0.57 0.53 - 0.62
REAS 4.42 4.12 - 4.72 0.72 0.64 - 0.79 0.96 4.16 4.12 - 4.28 0.60 0.58 - 0.66
CSIDECLP 3.94 3.55 - 4.33 0.63 0.53 - 0.72 0.92 3.91 3.83 - 4.01 0.60 0.56 - 0.66
REAS 4.31 4.00 - 4.63 0.70 0.63 - 0.78 0.95 4.30 4.23 - 4.39 0.69 0.65 - 0.74
2CSTI
DECLP 4.10 3.66 - 4.55 0.65 0.55 - 0.75 0.90 4.02 3.95 - 4.13 0.60 0.56 - 0.65
REAS 4.48 4.06 - 4.91 0.73 0.63 - 0.82 0.92 4.45 4.38 - 4.54 0.69 0.66 - 0.74
CSIDECLP 4.18 3.73 - 4.63 0.67 0.57 - 0.78 0.90 4.19 4.11 - 4.29 0.68 0.63 - 0.73
REAS 4.55 4.10 - 5.01 0.75 0.65 - 0.86 0.92 4.60 4.53 - 4.69 0.77 0.73 - 0.81
3CSTI
DECLP 3.77 3.49 - 4.06 0.65 0.58 - 0.72 0.96 4.23 4.06 - 4.42 0.84 0.76 - 0.94
REAS 4.19 3.95 - 4.42 0.73 0.67 - 0.78 0.98 4.49 4.36 - 4.64 0.86 0.80 - 0.94
CSIDECLP 3.73 3.32 - 4.14 0.64 0.54 - 0.74 0.93 4.42 4.25 - 4.61 0.95 0.86 - 1.05
REAS 4.01 3.56 - 4.46 0.69 0.58 - 0.80 0.93 4.65 4.51 - 4.80 0.98 0.90 - 1.06
4CSTI
DECLP 4.09 3.48 - 4.70 0.73 0.58 - 0.89 0.88 4.48 4.33 - 4.64 0.88 0.81 - 0.96
REAS 4.67 4.14 - 5.21 0.85 0.72 - 0.99 0.92 5.23 5.12 - 5.36 1.07 1.01 - 1.13
CSIDECLP 3.67 3.17 - 4.16 0.63 0.50 - 0.77 0.88 4.34 4.18 - 4.51 0.91 0.82 - 1.00
REAS 4.22 3.64 - 4.81 0.74 0.58 - 0.91 0.88 5.14 5.01 - 5.28 1.12 1.05 - 1.19
aDECLP < aREAS e bDECLP < bREAS
effetto del maggior numero di eventi di bassa magnitudo rimasti con REAS.
Z M.S.DECLUST.PROCED.
G-R
MAGNITUDE CLASSES
4.7 4.9 5.1 5.3 5.5 5.7 5.9 6.1 6.3 6.5 6.7 6.9
1
CSTI
DECLPLS 3.38 2.51 1.87 1.39 1.04 0.77 0.57 0.43 0.32 0.24 0.18 0.13
MLM 4.36 3.35 2.58 1.99 1.53 1.18 0.91 0.70 0.54 0.41 0.32 0.25
REASLS 3.77 2.71 1.95 1.40 1.01 0.73 0.52 0.38 0.27 0.19 0.14 0.10
MLM 5.82 4.39 3.32 2.50 1.89 1.43 1.08 0.81 0.61 0.46 0.35 0.26
CSI
DECLPLS 2.86 2.14 1.61 1.20 0.90 0.68 0.51 0.38 0.28 0.21 0.16 0.12
MLM 3.36 2.55 1.93 1.46 1.11 0.84 0.64 0.48 0.37 0.28 0.21 0.16
REASLS 3.33 2.41 1.74 1.26 0.91 0.66 0.48 0.35 0.25 0.18 0.13 0.09
MLM 3.71 2.70 1.97 1.43 1.04 0.76 0.55 0.40 0.29 0.21 0.16 0.11
2
CSTI
DECLPLS 3.48 2.59 1.92 1.43 1.06 0.79 0.58 0.43 0.32 0.24 0.18 0.13
MLM 4.59 3.49 2.65 2.01 1.53 1.16 0.88 0.67 0.51 0.39 0.29 0.22
REASLS 3.95 2.83 2.02 1.45 1.04 0.74 0.53 0.38 0.27 0.19 0.14 0.10
MLM 4.94 3.59 2.61 1.89 1.38 1.00 0.73 0.53 0.38 0.28 0.20 0.15
CSI
DECLPLS 3.26 2.39 1.75 1.29 0.94 0.69 0.51 0.37 0.27 0.20 0.15 0.11
MLM 3.20 2.34 1.72 1.26 0.92 0.67 0.49 0.36 0.26 0.19 0.14 0.10
REASLS 3.67 2.60 1.84 1.30 0.92 0.65 0.46 0.33 0.23 0.16 0.12 0.08
MLM 3.50 2.46 1.73 1.21 0.85 0.60 0.42 0.29 0.21 0.15 0.10 0.07
3
CSTI
DECLPLS 1.64 1.22 0.91 0.67 0.50 0.37 0.28 0.21 0.15 0.11 0.08 0.06
MLM 0.72 0.49 0.33 0.23 0.15 0.10 0.07 0.05 0.03 0.02 0.01 0.01
REASLS 1.97 1.41 1.01 0.72 0.52 0.37 0.26 0.19 0.14 0.10 0.07 0.05
MLM 1.10 0.74 0.50 0.33 0.22 0.15 0.10 0.07 0.05 0.03 0.02 0.01
CSI
DECLPLS 1.61 1.20 0.90 0.67 0.50 0.37 0.28 0.21 0.15 0.12 0.09 0.06
MLM 0.39 0.25 0.16 0.11 0.07 0.04 0.03 0.02 0.01 0.01 0.00 0.00
REASLS 1.81 1.32 0.96 0.69 0.51 0.37 0.27 0.19 0.14 0.10 0.07 0.05
MLM 0.51 0.33 0.21 0.13 0.08 0.05 0.03 0.02 0.01 0.01 0.01 0.00
4
CSTI
DECLPLS 1.50 1.07 0.76 0.54 0.39 0.28 0.20 0.14 0.10 0.07 0.05 0.04
MLM 0.90 0.60 0.40 0.27 0.18 0.12 0.08 0.05 0.04 0.02 0.02 0.01
REASLS 1.82 1.23 0.83 0.56 0.38 0.25 0.17 0.12 0.08 0.05 0.04 0.02
MLM 0.81 0.49 0.30 0.18 0.11 0.07 0.04 0.03 0.02 0.01 0.01 0.00
CSI
DECLPLS 1.44 1.08 0.81 0.60 0.45 0.34 0.25 0.19 0.14 0.10 0.08 0.06
MLM 0.50 0.33 0.22 0.14 0.09 0.06 0.04 0.03 0.02 0.01 0.01 0.01
REASLS 1.83 1.30 0.92 0.66 0.47 0.33 0.23 0.17 0.12 0.08 0.06 0.04
MLM 0.39 0.23 0.14 0.08 0.05 0.03 0.02 0.01 0.01 0.00 0.00 0.00
MAPPA dell’84mo percentile con ZNA
CONCLUSIONI
2. Inoltre il DECLPOI è meno sensibile alle incertezze sulla stima della magnitudo.
3. L’integrazione di dati strumentali opportunamente declusterizzati e di dati storici permette di aumentare la base statistica per il calcolo dei tassi di sismicità nelle zone sismogenetiche più piccole e con pochi dati storici.
1. La procedura di declustering DECLPOI è più efficiente nel riconoscere l’interdipendenza tra eventi di bassa magnitudo; rimuove più del doppio di eventi rispetto alla tecnica di Reasenberg.
5. Ciò è una conseguenza della ridistribuzione spaziale dei tassi di sismicità e dell’attenuazione dell’effetto di “spalmatura” dell’hazard, tipicamente associato a suddivisioni in zone di più elevata estensione.
CONCLUSIONI
6. Questi dati evidenziano l’importanza critica della zonazione nelle stime di hazard, sicché occorre prevedere approfondimenti nello studio delle caratteristiche sismiche di quest’area per chiarirne gli aspetti controversi che possono riflettersi in scelte diversificate della zonazione.
4. Il confronto tra i risultati ottenuti usando le zonazioni ZNA e ZS9 mostra che l’uso di zone sismogenetiche più estese può determinare significative differenze nelle stime di hazard, con incrementi nell’area di Lesina e delle Isole Tremiti e con riduzioni nel Tavoliere settentrionale, in misura tale da poter implicare variazioni nella classificazione sismica del territorio.