P Arrupe, uomo OPEROSA E SALDA UNA COMUNITÀ · rupe, preposito generale della Compagnia di Gesù...

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DI ANDREA ACALI l 5 febbraio, anniversario della sua scomparsa, si a- prirà al Vicariato di Roma con il cardinale De Do- natis la causa di beatificazione di padre Pedro Ar- rupe, preposito generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983. Ne parliamo con il postulatore genera- le dei Gesuiti, padre Pascual Cebollada. Arrupe ha guidato la Compagnia nella delicata fase post–conciliare. Quale impronta ha lasciato? Fin da giovane ha avuto uno spirito missionario che ha sempre conservato, un anelito coronato quando andò in Giappone. Aveva percorso metà del mondo in cerca di denaro e di compagni per tale missione e per questo era, in parte, una persona conosciuta. Quando fu eletto superiore generale ha continuato con il suo spirito missionario ed è quello che ha voluto trasmet- tere alla Compagnia di Gesù. Ma allo stesso tempo fu un uomo del Concilio. Diceva: sant’Ignazio ha vissu- to Trento e post–Trento, noi viviamo Vaticano II e po- st–Vaticano II, perciò dobbiamo fare della Compagnia la Compagnia del post–Concilio. Questa è stata la li- nea essenziale dei suoi atteggiamenti, delle sue deci- sioni, dei suoi rapporti con la Chiesa. Una sintesi del- la tradizione e della novità del Concilio per segnare il modo di essere della Compagnia. Padre Arrupe è stato criticato per la sua ricerca di dia- logo con il marxismo e per la sua simpatia per la teo- logia della liberazione. Qual è la verità storica? Penso che non possiamo “appropriarci” di Arrupe, nel senso che ha una profondità, una solidità spirituale dav- vero grande. Una persona così va oltre le ideologie. Ar- rupe non è un ideologo. Agisce spinto dal Vangelo, da- gli insegnamenti del Magistero, dalle fonti della Com- pagnia, dal suo rapporto con Dio. La Chiesa del Vati- cano II è essenzialmente Chiesa del dialogo, perciò non è un’invenzione di Arrupe. Ha voluto guardare la realtà del mondo, seguire il mandato e il desiderio di Paolo VI di combattere l’ateismo e questo lo ha por- tato a creare istituti di ricerca per avere un luogo co- mune dove parlare con persone che, diceva, teorica- mente sono atei ma nella pratica non sono così facili da inquadrare. Quanto alla teologia della liberazione, quando Arrupe si è reso conto che c’era qualcosa che andava al di là della sua intenzione evangelica, si è op- posto chiaramente dicendo “noi non vogliamo fare al- cuna ideologia”. Allo stesso tempo, lui aveva un gran- de senso della promozione della giustizia e dell’amo- re ai poveri. I Quello tra padre Arrupe e san Giovanni Paolo II fu considerato un rapporto difficile. Qual è la sua chia- ve di lettura? Si è parlato di malintesi, tensioni, scontri tra Compa- gnia di Gesù e Santa Sede. Ma tra il preposito e il San- to Padre c’era grande sintonia su diversi punti, come la missione, l’inculturazione, la dottrina sociale, l’e- vangelizzazione, che entrambi avevano nel cuore. Su questi temi i documenti di Arrupe, che aveva una gran- de devozione per il Papa e la Santa Sede, vanno nella stessa direzione di quelli del Santo Padre. Ci sono tan- ti episodi che raccontano come cercasse ogni occasio- ne per recarsi a visitarlo, a rendergli omaggio, pregare insieme. Ogni volta che Giovanni Paolo II passava in macchina per andare alle visite pastorali nelle parroc- chie romane, Arrupe usciva dalla portineria della Cu- ria per salutarlo per pochi secondi. Di fronte a tali at- teggiamenti e a tutto quello che ha scritto, è impensa- bile che abbia fatto qualcosa in modo esplicito e co- sciente che potesse dispiacere al Santo Padre. Bisogna poi tenere presente un’altra cosa. Quale? Tutta la Compagnia ha cercato i mezzi per evangeliz- zare alla luce del Concilio restando fedele ai propri ca- rismi e, come aveva detto Paolo VI, stando in frontie- ra. Anche Giovanni Paolo II invitò i gesuiti a “rinno- vare la Chiesa”. Naturalmente possono esserci stati sba- gli, momenti incerti o ambigui dell’evangelizzazione ma Arrupe ha sempre voluto che la Compagnia non perdesse la fiducia nel Papa. Giovanni Paolo II cerca- va il meglio per la Chiesa, a partire dalla sua esperien- za dell’Europa orientale. I due venivano da parti diffe- renti della Chiesa e ciascuno ha offerto il proprio con- tributo ministeriale e carismatico sulla base del pro- prio vissuto. Arrupe ebbe sempre assoluta obbedien- za nei confronti del Papa. Quanto ha influito Arrupe sull’attuale Pontefice? Bergoglio partecipò alla Congregazione generale 32 quando aveva 38 anni. In quell’occasione si conobbe- ro bene, Arrupe lo nominò provinciale dell’Argentina, poi visitò Buenos Aires e ci fu sempre una grande sin- tonia personale. Quando il Papa poco dopo la sua e- lezione andò nella chiesa del Gesù, volle lasciare dei fiori sulla tomba di Arrupe e si fermò a pregare. In Perù parlò della grazia del generalato di Arrupe. Spiegò che fu la grazia di tornare alle fonti, recuperare la tradizione ignaziana, di promuovere questa spiritualità al servi- zio della Chiesa. Penso che davvero Francesco ha un grande affetto e ammirazione per Arrupe. DI MICHELA ALTOVITI assimo impegno «per garanti- re la tutela del diritto alla salu- te a ciascun cittadino» interve- nendo per la «diminuzione delle liste d’attesa, l’accesso alla cura per tutti e l’uniformità nei livelli di assistenza» con «nuovi piani di investimento e nessun taglio alla sanità». Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Con- te intervenendo giovedì all’inaugura- zione dell’anno accademico nella sede romana dell’Università Cattolica del Sa- cro Cuore. «Dopo la manovra economica che ci ha visti impegnati in questo primo tempo – ha chiosato Conte – è ora il momen- M to, per il governo, di un nuovo ciclo vol- to a garantire attenzione anche alla ri- cerca scientifica e a quella formazione ca- pace di un approccio integrato per lo studio della persona, in quanto valore assoluto: è infatti urgente la necessità di un nuovo umanesimo nella nostra so- cietà». E l’Università Cattolica – presso la cui sede milanese Conte ha studiato Giurisprudenza – insieme al Policlinico Agostino Gemelli «rappresenta un rife- rimento per l’impegno profuso in tal senso: la medicina è l’ambito nel quale la missione umanistica trova la propria realizzazione, il contesto privilegiato del- le grandi domande sul mistero della vi- ta, il senso della malattia e della morte». La «missione di cura della persona, sin- tesi di conoscenza, capacità tecnica e, so- prattutto, riconoscimento dell’altro» è stata il cuore del discorso inaugurale del rettore Franco Anelli, che ha evidenzia- to «l’esigenza di recuperare la dimen- sione umana di ogni aspetto della no- stra attività: della ricerca, dell’insegna- mento e dell’assistenza ai malati», met- tendo in luce «il legame vitale e identi- tario tra Policlinico e Facoltà di medici- na e chirurgia». Guardando all’impegno dell’ospedale fondato da padre Agostino Gemelli, «na- to per offrire cure alla collettività e a- perto a tutti con i suoi 100mila ricoveri annui e più di 10mila prestazioni am- bulatoriali al giorno», Anelli ha sottoli- neato che il Gemelli stesso non è scon- tato ma deve essere sostenuto e difeso». Evidente il riferimento a quelle criticità «che – ha detto il rettore – ci impongo- no di operare strutturalmente sottoco- sto nell’erogazione di alcune prestazio- ni sanitarie». Anche Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia, ha evi- denziato il valore «della ricerca d’avan- guardia tesa alla cura della persona e non della malattia, all’individuazione di tecniche diagnostiche e terapie per il singolo individuo» che fanno della fa- coltà una vera «città della ricerca soste- nuta e assistita dalla città della salute qual è il Gemelli». È questa sinergia tra ateneo e nosocomio che permette di a- dempiere all’invito costante del Papa af- finché «la cura del malato sia miseri- cordiosa, fatta di dono, solidarietà e gra- tuità». Il Gemelli «è un ospedale vera- mente ricco» ma «di scienza, amore e carità – ha concluso –, capace di garan- tire comfort ed eccellenza in maniera to- talmente gratuita». La cerimonia di inaugurazione era sta- ta preceduta dalla Messa celebrata dal- l’arcivescovo Edgard Peña Parra, sosti- tuto per gli Affari Generali della Segre- teria di Stato della Santa Sede, che ave- va invitato medici e docenti, «responsa- bili del cammino culturale e umano dei giovani», ad orientare «con docilità il proprio operato alla luce dello Spirito Santo e del mistero di Cristo, spenden- dosi con impegno appassionato nella riflessione sull’intera realtà del mondo». Il vescovo Claudio Giuliodori, assisten- te ecclesiastico dell’Università Cattolica, aveva sottolineato, nel suo saluto, come «il percorso accademico di ogni studen- te, che ha bisogno di maestri e testimo- ni, è un tempo per rispondere a pieno al disegno di Dio, non solo per ottene- re il conseguimento di un titolo». In Giappone al tempo dell’atomica si spese nell’attenzione agli ultimi adre Pedro Arrupe nacque il 14 no- vembre 1907 a Bilbao, in Spagna. Durante gli studi di medicina a Ma- drid decise di entrare nella Compagnia di Gesù. Al termine del noviziato fu in- viato come missionario in Giappone. Si trovava a Hiroshima il 6 agosto 1945 quando fu sganciata l’atomica. Nel 1965 venne eletto preposito generale: l’atten- zione agli ultimi è il segno distintivo del suo governo. Nel 1980 presentò le dimissioni, primo caso nella storia dei gesuiti, a Giovanni Paolo II che le respinse. Nel 1981 Arru- pe fu colpito da un ictus e il Papa accettò le dimissioni nel 1983, dopo un perio- do in cui la gestione dell’ordine fu affi- data dal Pontefice ai padri Dezza e Pit- tau. Padre Arrupe morì a Roma il 5 feb- braio 1991 e venne sepolto nella Chiesa del Gesù. I testimoni della causa di beatificazione saranno circa 120 (contro i 30–40 abi- tuali), distribuiti tra laici, gesuiti ed ec- clesiastici. La commissione storica non sarà di 3 ma di 5 membri perché i docu- menti inediti da leggere sono tantissimi. Anche i teologi che si occuperanno del- la vastissima bibliografia sono raddop- piati, da due a quattro. Andrea Acali L’apertura della causa in diretta martedì alle 16 da Telepace (canale 73 e 214 in Hd, 515 su Sky, streaming telepacenews.it) P Conte alla Cattolica: garantiremo a tutti il diritto alla salute L’intervento all’inaugurazione dell’anno accademico nella sede romana dell’Università Il premier assicura: nuovi investimenti, no tagli a sanità D OPO LA G MG PER I GIOVANI UNA COMUNITÀ OPEROSA E SALDA DI ANTONIO MAGNOTTA i è conclusa la XXXIV Giornata mondiale della gioventù: pur nel cambiamento delle generazioni e del contesto ecclesiale, la Gmg rimane un’iniziativa che suscita interesse, fa emergere la narrazione contagiosa di educatori, sacerdoti e genitori che hanno vissuto già diversi raduni, permette a giovani diversi, come è accaduto sabato notte con quasi mille ragazzi romani al Divino Amore, di ritrovarsi in una esperienza di genuina fraternità! Ma quale la consegna di Panama 2019? Negli ultimi anni mi pare che si stia imponendo una nuova fisionomia di raduni con il protagonismo dei ragazzi. All’inizio si trattava di appuntamenti straordinari che facevano venire alla luce una pastorale giovanile più compatta, numericamente più sostanziosa e quindi quasi capace di fondare se stessa, luogo con tutte le caratteristiche di grande impatto sull’opinione pubblica. Chi non ricorda i dibatitti che anche a livello culturale e filosofico hanno accompagnato il bellissimo appuntamento romano a Tor Vergata nell’Anno Santo del 2000? Nel guardare ai ragazzi “con gli occhi fissi su Gesù” nella notte di Panama e le immagini che provenivano dal satellite, ho percepito che quest’evento non è più solo dei giovani. Papa Francesco, con la sua audacia comunicativa, dopo pochi minuti dall’inizio del suo intervento ha subito rivolto l’attenzione dai ragazzi agli adulti, mettendoli davanti ad una domanda: «Quali radici vi stiamo dando? quali basi per costruirvi come persone vi stiamo offrendo?». Mentre il Papa pronunciava quelle parole, la Gmg di Panama stava trasformando l’evento in una sana provocazione per la comunità. Questa, infatti, fatta di nonni, genitori, pastori, consacrati, educatori è entrata con fermezza decisa in quella Gmg: da noi dipende la capacità dei nostri figli di sognare il futuro! Non si torna così da una Gmg contenti di aver radunato tanti ragazzi; si torna a casa con una provocazione sana, urgente ed indelegabile per la comunità cristiana. Non sono i giovani il soggetto vero della pastorale giovanile, ma lo è la comunità! Fino a quando non avverrà questo passaggio, la pastorale giovanile non avrà futuro. È una comunità che genera figli ed è tale contesto generativo lo spazio reale di una vera cura per i ragazzi. Nell’incontrare giovani educatori di adolescenti delle nostre parrocchie mi rendo sempre più conto che per rigenerare la pastorale giovanile i ragazzi devono essere nelle mani operose e ferme di una comunità più grande: sempre, ha aggiunto il Papa, si può cominciare di nuovo quando c’è una comunità, il calore di una casa dove mettere radici. In contesti di casa maturano allora «sì» genuini, maturi, dove i ragazzi trovano coraggio per dire con Maria, icona delle giornate panamensi, «avvenga per me secondo la tua Parola». Non c’è più spazio per attendere, oggi è urgente che quel progetto avvenga, acquisti dimensione di carne, di vissuto impregnato di Vangelo. I volti dei ragazzi di sabato notte sembravano tenderci la mano e osare la domanda: «aiutami a dare carne alla mia vocazione, per essere vivo e sveglio». Panama ha ricordato ai ragazzi che sono l’«adesso» di Dio e noi adulti, per amare i nostri giovani, non abbiamo che oggi! S l’evento. Via alla causa di beatificazione: intervista al postulatore dei gesuiti Arrupe, uomo del Concilio e del dialogo Padre Pedro Arrupe Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza na vigilia velata dalla preoccupazione, quella della Giornata per la vita che la Chiesa italiana celebra oggi. È infatti dei giorni scorsi la notizia che le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno iniziato l’esame della proposta di legge per in- trodurre l’eutanasia nel nostro Paese. Un testo pre- sentato nella scorsa legislatura dopo una raccolta di firme dell’associazione Luca Coscioni e dei Radicali, composto di soli quattro articoli, e che si inserisce nel solco – per non dire nello strappo – aperto tre mesi fa dalla decisione (o non decisione) della Corte Costitu- zionale sul caso Cappato con un rinvio dell’attesa sen- tenza e un rilancio al Parlamento. Lo stesso che ap- pena un anno fa si era pronunciato sul tema del fine vita con la legge sulle Dat, ritenuta prioritaria nono- stante alla prova dei fatti in pochi abbiano voluto de- positare le proprie dichiarazioni. Sempre in quell’e- poca, Papa Francesco notava come «il processo di se- colarizzazione» abbia comportato in molti Paesi «u- na crescita della richiesta di eutanasia come affer- mazione ideologica della volontà di potenza dell’uo- mo sulla vita». Ora, come si temeva già un anno fa do- po il varo della legge sulle Dat, questa «affermazione ideologica» è cresciuta e la parola “eutanasia” circola sempre di più tra gli scranni di Montecitorio. (A. Z.) U Eutanasia, parte l’iter a un anno dalle Dat Gmg, la notte romana al Divino Amore in diretta con Panama a pagina 2 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVI – Numero 5 – Domenica 3 febbraio 2019

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DI ANDREA ACALI

l 5 febbraio, anniversario della sua scomparsa, si a-prirà al Vicariato di Roma con il cardinale De Do-natis la causa di beatificazione di padre Pedro Ar-

rupe, preposito generale della Compagnia di Gesù dal1965 al 1983. Ne parliamo con il postulatore genera-le dei Gesuiti, padre Pascual Cebollada. Arrupe ha guidato la Compagnia nella delicata fasepost–conciliare. Quale impronta ha lasciato?Fin da giovane ha avuto uno spirito missionario cheha sempre conservato, un anelito coronato quandoandò in Giappone. Aveva percorso metà del mondo incerca di denaro e di compagni per tale missione e perquesto era, in parte, una persona conosciuta. Quandofu eletto superiore generale ha continuato con il suospirito missionario ed è quello che ha voluto trasmet-tere alla Compagnia di Gesù. Ma allo stesso tempo fuun uomo del Concilio. Diceva: sant’Ignazio ha vissu-to Trento e post–Trento, noi viviamo Vaticano II e po-st–Vaticano II, perciò dobbiamo fare della Compagniala Compagnia del post–Concilio. Questa è stata la li-nea essenziale dei suoi atteggiamenti, delle sue deci-sioni, dei suoi rapporti con la Chiesa. Una sintesi del-la tradizione e della novità del Concilio per segnare ilmodo di essere della Compagnia. Padre Arrupe è stato criticato per la sua ricerca di dia-logo con il marxismo e per la sua simpatia per la teo-logia della liberazione. Qual è la verità storica?Penso che non possiamo “appropriarci” di Arrupe, nelsenso che ha una profondità, una solidità spirituale dav-vero grande. Una persona così va oltre le ideologie. Ar-rupe non è un ideologo. Agisce spinto dal Vangelo, da-gli insegnamenti del Magistero, dalle fonti della Com-pagnia, dal suo rapporto con Dio. La Chiesa del Vati-cano II è essenzialmente Chiesa del dialogo, perciònon è un’invenzione di Arrupe. Ha voluto guardare larealtà del mondo, seguire il mandato e il desiderio diPaolo VI di combattere l’ateismo e questo lo ha por-tato a creare istituti di ricerca per avere un luogo co-mune dove parlare con persone che, diceva, teorica-mente sono atei ma nella pratica non sono così facilida inquadrare. Quanto alla teologia della liberazione,quando Arrupe si è reso conto che c’era qualcosa cheandava al di là della sua intenzione evangelica, si è op-posto chiaramente dicendo “noi non vogliamo fare al-cuna ideologia”. Allo stesso tempo, lui aveva un gran-de senso della promozione della giustizia e dell’amo-re ai poveri.

IQuello tra padre Arrupe e san Giovanni Paolo II fuconsiderato un rapporto difficile. Qual è la sua chia-ve di lettura?Si è parlato di malintesi, tensioni, scontri tra Compa-gnia di Gesù e Santa Sede. Ma tra il preposito e il San-to Padre c’era grande sintonia su diversi punti, comela missione, l’inculturazione, la dottrina sociale, l’e-vangelizzazione, che entrambi avevano nel cuore. Suquesti temi i documenti di Arrupe, che aveva una gran-de devozione per il Papa e la Santa Sede, vanno nellastessa direzione di quelli del Santo Padre. Ci sono tan-ti episodi che raccontano come cercasse ogni occasio-ne per recarsi a visitarlo, a rendergli omaggio, pregareinsieme. Ogni volta che Giovanni Paolo II passava inmacchina per andare alle visite pastorali nelle parroc-chie romane, Arrupe usciva dalla portineria della Cu-ria per salutarlo per pochi secondi. Di fronte a tali at-teggiamenti e a tutto quello che ha scritto, è impensa-bile che abbia fatto qualcosa in modo esplicito e co-sciente che potesse dispiacere al Santo Padre. Bisognapoi tenere presente un’altra cosa. Quale?Tutta la Compagnia ha cercato i mezzi per evangeliz-zare alla luce del Concilio restando fedele ai propri ca-rismi e, come aveva detto Paolo VI, stando in frontie-ra. Anche Giovanni Paolo II invitò i gesuiti a “rinno-vare la Chiesa”. Naturalmente possono esserci stati sba-gli, momenti incerti o ambigui dell’evangelizzazionema Arrupe ha sempre voluto che la Compagnia nonperdesse la fiducia nel Papa. Giovanni Paolo II cerca-va il meglio per la Chiesa, a partire dalla sua esperien-za dell’Europa orientale. I due venivano da parti diffe-renti della Chiesa e ciascuno ha offerto il proprio con-tributo ministeriale e carismatico sulla base del pro-prio vissuto. Arrupe ebbe sempre assoluta obbedien-za nei confronti del Papa. Quanto ha influito Arrupe sull’attuale Pontefice? Bergoglio partecipò alla Congregazione generale 32quando aveva 38 anni. In quell’occasione si conobbe-ro bene, Arrupe lo nominò provinciale dell’Argentina,poi visitò Buenos Aires e ci fu sempre una grande sin-tonia personale. Quando il Papa poco dopo la sua e-lezione andò nella chiesa del Gesù, volle lasciare deifiori sulla tomba di Arrupe e si fermò a pregare. In Perùparlò della grazia del generalato di Arrupe. Spiegò chefu la grazia di tornare alle fonti, recuperare la tradizioneignaziana, di promuovere questa spiritualità al servi-zio della Chiesa. Penso che davvero Francesco ha ungrande affetto e ammirazione per Arrupe.

DI MICHELA ALTOVITI

assimo impegno «per garanti-re la tutela del diritto alla salu-te a ciascun cittadino» interve-

nendo per la «diminuzione delle listed’attesa, l’accesso alla cura per tutti el’uniformità nei livelli di assistenza» con«nuovi piani di investimento e nessuntaglio alla sanità». Lo ha assicurato ilpresidente del Consiglio Giuseppe Con-te intervenendo giovedì all’inaugura-zione dell’anno accademico nella sederomana dell’Università Cattolica del Sa-cro Cuore.«Dopo la manovra economica che ci havisti impegnati in questo primo tempo– ha chiosato Conte – è ora il momen-

M

to, per il governo, di un nuovo ciclo vol-to a garantire attenzione anche alla ri-cerca scientifica e a quella formazione ca-pace di un approccio integrato per lostudio della persona, in quanto valoreassoluto: è infatti urgente la necessità diun nuovo umanesimo nella nostra so-cietà». E l’Università Cattolica – pressola cui sede milanese Conte ha studiatoGiurisprudenza – insieme al PoliclinicoAgostino Gemelli «rappresenta un rife-rimento per l’impegno profuso in talsenso: la medicina è l’ambito nel qualela missione umanistica trova la propriarealizzazione, il contesto privilegiato del-le grandi domande sul mistero della vi-ta, il senso della malattia e della morte».La «missione di cura della persona, sin-tesi di conoscenza, capacità tecnica e, so-prattutto, riconoscimento dell’altro» èstata il cuore del discorso inaugurale delrettore Franco Anelli, che ha evidenzia-to «l’esigenza di recuperare la dimen-sione umana di ogni aspetto della no-stra attività: della ricerca, dell’insegna-mento e dell’assistenza ai malati», met-tendo in luce «il legame vitale e identi-

tario tra Policlinico e Facoltà di medici-na e chirurgia».Guardando all’impegno dell’ospedalefondato da padre Agostino Gemelli, «na-to per offrire cure alla collettività e a-perto a tutti con i suoi 100mila ricoveriannui e più di 10mila prestazioni am-bulatoriali al giorno», Anelli ha sottoli-neato che il Gemelli stesso non è scon-tato ma deve essere sostenuto e difeso».Evidente il riferimento a quelle criticità«che – ha detto il rettore – ci impongo-no di operare strutturalmente sottoco-sto nell’erogazione di alcune prestazio-ni sanitarie».Anche Rocco Bellantone, preside dellaFacoltà di Medicina e chirurgia, ha evi-denziato il valore «della ricerca d’avan-guardia tesa alla cura della persona enon della malattia, all’individuazionedi tecniche diagnostiche e terapie per ilsingolo individuo» che fanno della fa-coltà una vera «città della ricerca soste-nuta e assistita dalla città della salutequal è il Gemelli». È questa sinergia traateneo e nosocomio che permette di a-dempiere all’invito costante del Papa af-

finché «la cura del malato sia miseri-cordiosa, fatta di dono, solidarietà e gra-tuità». Il Gemelli «è un ospedale vera-mente ricco» ma «di scienza, amore ecarità – ha concluso –, capace di garan-tire comfort ed eccellenza in maniera to-talmente gratuita».La cerimonia di inaugurazione era sta-ta preceduta dalla Messa celebrata dal-l’arcivescovo Edgard Peña Parra, sosti-tuto per gli Affari Generali della Segre-teria di Stato della Santa Sede, che ave-va invitato medici e docenti, «responsa-bili del cammino culturale e umano deigiovani», ad orientare «con docilità ilproprio operato alla luce dello SpiritoSanto e del mistero di Cristo, spenden-dosi con impegno appassionato nellariflessione sull’intera realtà del mondo».Il vescovo Claudio Giuliodori, assisten-te ecclesiastico dell’Università Cattolica,aveva sottolineato, nel suo saluto, come«il percorso accademico di ogni studen-te, che ha bisogno di maestri e testimo-ni, è un tempo per rispondere a pienoal disegno di Dio, non solo per ottene-re il conseguimento di un titolo».

In Giappone al tempo dell’atomicasi spese nell’attenzione agli ultimi

adre Pedro Arrupe nacque il 14 no-vembre 1907 a Bilbao, in Spagna.Durante gli studi di medicina a Ma-

drid decise di entrare nella Compagniadi Gesù. Al termine del noviziato fu in-viato come missionario in Giappone. Sitrovava a Hiroshima il 6 agosto 1945quando fu sganciata l’atomica. Nel 1965venne eletto preposito generale: l’atten-zione agli ultimi è il segno distintivo delsuo governo.Nel 1980 presentò le dimissioni, primocaso nella storia dei gesuiti, a GiovanniPaolo II che le respinse. Nel 1981 Arru-pe fu colpito da un ictus e il Papa accettòle dimissioni nel 1983, dopo un perio-do in cui la gestione dell’ordine fu affi-

data dal Pontefice ai padri Dezza e Pit-tau. Padre Arrupe morì a Roma il 5 feb-braio 1991 e venne sepolto nella Chiesadel Gesù. I testimoni della causa di beatificazionesaranno circa 120 (contro i 30–40 abi-tuali), distribuiti tra laici, gesuiti ed ec-clesiastici. La commissione storica nonsarà di 3 ma di 5 membri perché i docu-menti inediti da leggere sono tantissimi.Anche i teologi che si occuperanno del-la vastissima bibliografia sono raddop-piati, da due a quattro.

Andrea AcaliL’apertura della causa in diretta martedìalle 16 da Telepace (canale 73 e 214 inHd, 515 su Sky, streaming telepacenews.it)

P

Conte alla Cattolica: garantiremo a tutti il diritto alla saluteL’intervento all’inaugurazionedell’anno accademico nellasede romana dell’UniversitàIl premier assicura: nuoviinvestimenti, no tagli a sanità

D O P O L A G M G

PER I GIOVANIUNA COMUNITÀ

OPEROSA E SALDA

DI ANTONIO MAGNOTTA

i è conclusa la XXXIVGiornata mondiale dellagioventù: pur nel

cambiamento delle generazioni edel contesto ecclesiale, la Gmgrimane un’iniziativa che suscitainteresse, fa emergere lanarrazione contagiosa dieducatori, sacerdoti e genitori chehanno vissuto già diversi raduni,permette a giovani diversi, come èaccaduto sabato notte con quasimille ragazzi romani al DivinoAmore, di ritrovarsi in unaesperienza di genuina fraternità!Ma quale la consegna di Panama2019? Negli ultimi anni mi pareche si stia imponendo una nuovafisionomia di raduni con ilprotagonismo dei ragazzi.All’inizio si trattava diappuntamenti straordinari chefacevano venire alla luce unapastorale giovanile più compatta,numericamente più sostanziosa equindi quasi capace di fondare sestessa, luogo con tutte lecaratteristiche di grande impattosull’opinione pubblica. Chi nonricorda i dibatitti che anche alivello culturale e filosofico hannoaccompagnato il bellissimoappuntamento romano a TorVergata nell’Anno Santo del 2000?Nel guardare ai ragazzi “con gliocchi fissi su Gesù” nella notte diPanama e le immagini cheprovenivano dal satellite, hopercepito che quest’evento non èpiù solo dei giovani. PapaFrancesco, con la sua audaciacomunicativa, dopo pochi minutidall’inizio del suo intervento hasubito rivolto l’attenzione dairagazzi agli adulti, mettendolidavanti ad una domanda: «Qualiradici vi stiamo dando? quali basiper costruirvi come persone vistiamo offrendo?». Mentre il Papapronunciava quelle parole, la Gmgdi Panama stava trasformandol’evento in una sana provocazioneper la comunità. Questa, infatti,fatta di nonni, genitori, pastori,consacrati, educatori è entrata confermezza decisa in quella Gmg: danoi dipende la capacità dei nostrifigli di sognare il futuro! Non sitorna così da una Gmg contenti diaver radunato tanti ragazzi; sitorna a casa con una provocazionesana, urgente ed indelegabile perla comunità cristiana. Non sono igiovani il soggetto vero dellapastorale giovanile, ma lo è lacomunità! Fino a quando nonavverrà questo passaggio, lapastorale giovanile non avràfuturo. È una comunità che generafigli ed è tale contesto generativo lospazio reale di una vera cura per iragazzi. Nell’incontrare giovanieducatori di adolescenti dellenostre parrocchie mi rendo semprepiù conto che per rigenerare lapastorale giovanile i ragazzidevono essere nelle mani operose eferme di una comunità piùgrande: sempre, ha aggiunto ilPapa, si può cominciare di nuovoquando c’è una comunità, il caloredi una casa dove mettere radici. Incontesti di casa maturano allora«sì» genuini, maturi, dove iragazzi trovano coraggio per direcon Maria, icona delle giornatepanamensi, «avvenga per mesecondo la tua Parola». Non c’èpiù spazio per attendere, oggi èurgente che quel progetto avvenga,acquisti dimensione di carne, divissuto impregnato di Vangelo. Ivolti dei ragazzi di sabato nottesembravano tenderci la mano eosare la domanda: «aiutami a darecarne alla mia vocazione, peressere vivo e sveglio». Panama haricordato ai ragazzi che sonol’«adesso» di Dio e noi adulti, peramare i nostri giovani, nonabbiamo che oggi!

S

l’evento.Via alla causa di beatificazione: intervista al postulatore dei gesuiti

Arrupe, uomodel Concilioe del dialogo

Padre Pedro Arrupe

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na vigilia velata dalla preoccupazione, quelladella Giornata per la vita che la Chiesa italiana

celebra oggi. È infatti dei giorni scorsi la notizia che lecommissioni Giustizia e Affari sociali della Camerahanno iniziato l’esame della proposta di legge per in-trodurre l’eutanasia nel nostro Paese. Un testo pre-sentato nella scorsa legislatura dopo una raccolta difirme dell’associazione Luca Coscioni e dei Radicali,composto di soli quattro articoli, e che si inserisce nelsolco – per non dire nello strappo – aperto tre mesi fadalla decisione (o non decisione) della Corte Costitu-zionale sul caso Cappato con un rinvio dell’attesa sen-tenza e un rilancio al Parlamento. Lo stesso che ap-pena un anno fa si era pronunciato sul tema del finevita con la legge sulle Dat, ritenuta prioritaria nono-stante alla prova dei fatti in pochi abbiano voluto de-positare le proprie dichiarazioni. Sempre in quell’e-poca, Papa Francesco notava come «il processo di se-colarizzazione» abbia comportato in molti Paesi «u-na crescita della richiesta di eutanasia come affer-mazione ideologica della volontà di potenza dell’uo-mo sulla vita». Ora, come si temeva già un anno fa do-po il varo della legge sulle Dat, questa «affermazioneideologica» è cresciuta e la parola “eutanasia” circolasempre di più tra gli scranni di Montecitorio. (A. Z.)

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Eutanasia, parte l’itera un anno dalle Dat

Gmg, la notte romanaal Divino Amorein diretta con Panamaa pagina 2

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Anno XLVI – Numero 5 – Domenica 3 febbraio 2019

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L’invito ai quasi mille giovani convenutial Divino Amore: «Non tiratevi mai indietro»Festa, preghiera, catechesi e le parole del Papa

Ideata da padre Secondinospiterà venerdì il cardinalevicario, che commenterà«siete sale e luce della terra»«Ascoltare, pregare, vivere»

La lectio divina alla Traspontina tocca quota 300a quella chiesa, con vista sulCupolone, per la lectiodivina sono passati nomi

illustri, «grandi maestri» dellaParola. Ratzinger, Martini, Ravasi,Fisichella, Forte, Enzo Bianchi, unlungo elenco di biblisti ed esperti.Venerdì prossimo, a Santa Maria inTraspontina, padre Bruno Secondin,carmelitano, accoglierà alle 18.30 ilcardinale vicario per l’incontronumero 300. De Donatiscommenterà il versetto “Voi sietesale e luce della terra”, dal Vangelodi Matteo. Un traguardo, quello diquota 300, raggiunto senza enfasi,ma con i frutti di una preghiera e diuna partecipazione cresciuta nei 23anni di incontri sui brani scelti disolito fra le letture della domenicain arrivo. Tra i frutti, anche i 21 libridella collana “Rotem” (Ed.Messaggero), tradotti in altri Paesi,

dal Brasile alla Polonia, cheraccolgono i testi dei commenti aibrani biblici propostinell’esperienza di lectio allaTraspontina. E ancora, il poster e ilsussidio in 8 lingue, strumenti utiliper gruppi e comunità. Un sito,www.lectiodivina.it, che fornisce gliaggiornamenti dell’iniziativa.Infaticabile animatore, il sacerdotecarmelitano che il Papa ha scelto nel2015 per predicare gli esercizispirituali alla Curia Romana.Docente alla Gregoriana, consultoredella Congregazione per gli istitutidi vita consacrata e le società di vitaapostolica, Secondin ha preparatoun’elegante opuscolo per il 300°incontro con le immagini di 23anni, in cui spiega sia il significato ele origini della lectio divina, sia lespecificità dell’esperienza nellachiesa di via della Conciliazione. A

cominciare da quella di invitare altri“maestri” per mostrare «la varietàdei linguaggi e degli stili. E cosìognuno poteva innamorarsi dellaParola, secondo sensibilità diverse,tutte valide». Tra le «scelte precise»,come le definisce, quella di nonvolere un piccolo gruppoparrocchiale, ma di aprirel’esperienza «a tutti coloro checercano ispirazione nella Parola»,così da diventare «unappuntamento per molti a Roma» enon «un gruppetto di fanatici dellaBibbia». Ma anche la metodologia,le quattro parti dell’incontro, e lascelta di una sola lettura della Messadella domenica in arrivo, che«collega la nostra lettura orante conla liturgia delle comunità doveciascuno va a Messa la domenica.Un vantaggio che si è mostratofecondo». (R. S.)

DLe visite di De Donatisai monasteri, sul webprosegue la rubrica

ontinuano le visite del cardina-le vicario Angelo De Donatis nei

monasteri della diocesi di Roma, ac-compagnato dal vicario episcopaleper la vita consacrata, don ToninoPanfili. Giovedì 7 incontrerà la co-munità e celebrerà la Messa al mo-nastero Santa Maria Regina Coeli.Su Romasette.it lo spazio ad hoc av-viato nei mesi scorsi, “Viaggio neimonasteri”, propone una novità; dafebbraio saremo più sull’attualità,presentando i monasteri che via viail cardinale andrà a visitare.Intanto, sempre per le realtà dellavita consacrata, che ieri hanno ce-lebrato la Giornata mondiale con laMessa del Papa, va ricordato il mu-sical di sabato prossimo alle 18, aSant’Antonio a via Merulana.

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Gmg, la notte romanain diretta con Panama

A Lisbona nel 2022isbona, 2022. È il prossimoappuntamento per il radu-

no mondiale dei giovani targa-to Gmg. L’annuncio da un tweetdel Papa. «Un grande grazie avoi, cari giovani per Panama2019. Continuiamo a cammi-nare, continuiamo a vivere lafede e a condividerla. Ci vedia-mo a Lisbona nel 2022».Da Panama, quindi, al Porto-gallo, di nuovo in Europa. Peril cardinale Manuel Clemente,patriarca di Lisbona, «è un de-siderio soprattutto dei giovani.In questo momento migliaia diuniversitari portoghesi sono inmissione. Si chiama “missionePaese”, vanno nelle parrocchiedi tutto il Portogallo per con-dividere la loro vita e la loro e-sperienza. Tutto questo fer-mento chiede al vescovo di fa-re di più e il Papa ha indicatoLisbona».

L

DI ROBERTA PUMPO

n novecento hanno urlato“eccomi” esprimendo ilproprio “sì” al Signore. Ma il

“sì” più inatteso è stato quello diAlessia a Gabriele. Durante lanotte della Gmg al Santuario delDivino Amore, anche unaproposta di matrimonioaccompagnata dall’applauso ditanti giovani giunti da tutta Romae da diocesi del Lazio, dellaprovincia di Campobasso e diPisa. Sabato 26 gennaio laCapitale ha vissuto una lunganotte bianca in diretta conPanama scandita da preghiera,catechesi, adorazione eucaristica,musica. I giovani hanno seguitola diretta della veglia di PapaFrancesco con i loro coetaneidell’America centrale e hannopartecipato alla Messa presiedutadal cardinale vicario Angelo DeDonatis. Filo conduttore, il temadella Gmg scelto da Bergoglio dalpasso del Vangelo di Luca: “Eccola serva del Signore; avvenga perme secondo la tua parola”. Unagrande festa organizzata dalServizio per la pastorale giovanile

Idella diocesi di Roma durante laquale a sorpresa Gabriele, 26anni, ha chiesto la parola, è salitosul palco, ha chiamato la “sua”Alessia e, dopo essersiinginocchiato, le ha chiesto disposarlo. Il “sì” della ragazza èstato coperto dagli applausi deipresenti e dei numerosi amicidella parrocchia di Sant’Atanasio.Entrambi romani, sono fidanzatida cinque anni e la data dellenozze è stata fissata per il 2agosto 2020. «Stasera non volevoneanche venire – confessa lui –.Da tempo, però, cercavo il modoper farle una proposta dimatrimonio che lasciasse il segnoe che fosse anche una bellatestimonianza. Mi è sembratal’occasione giusta». Alessia, 22anni, attorniata da amici festantiera visibilmente commossa eincredula per il fuori programma.«Dico il mio sì al Signore ognigiorno accogliendo le personeche mette al mio fianco» spiega.Gabriele, invece, punta «a farequalcosa di grande» e a vivere«una vita che non sia mediocre».La danza di suor Anna Nobili e lasua Holy Dance ha dato il via alla

serata con “La vita di Maria.Danzando il suo sì”. Attraversouna «particolare scuola dipreghiera» la religiosa unisce «laparola di Dio e la fede con ladanza» e conduce i ragazzi a Gesùattraverso l’hip pop, la danzaclassica e moderna. Don AntonioMagnotta, direttore del Serviziodiocesano per la pastoralegiovanile, durante la catechesi sultema della Gmg ha invitato igiovani a riempire le propriegiornate di «densità e bellezza»,trasformandole in «un pezzo dicielo». Ai ragazzi ha portato comeesempio Lorena D’Alessandro perla quale, nel 2003, si è conclusala fase diocesana della causa dibeatificazione. Morta a 16 anniper una grave malattia, ha amatola vita e il prossimo nonostante lesofferenze. Ha parlato anche diSusanna Rufi, la 19enne romanamorta di meningite al ritornodalla Gmg del 2016 a Cracovia,alla quale il padre ha dedicato illibro “L’alleluja di Susanna”. Lagiovane, che frequentava laparrocchia di San Policarpo, èstata ricordata anche dalcardinale vicario durante

l’omelia: «Dal cielo sicuramenteci sosterrà nel cammino del “nontirarci indietro” che vogliamovivere», ha affermato. Ovazionidurante il discorso del Papa, che iragazzi hanno seguito in diretta.«Solo quello che si ama puòessere salvato», ha dettoFrancesco ai giovani di tutto ilmondo. Parole che hannoparticolarmente colpito Ilaria,che da oggi cercherà «di essereancora più un aiuto e unasperanza per il prossimo». Cironon si limiterà più a «guardare»ma si impegnerà a «vedere econsolare» chi gli è accanto.Adriana ha invece «acquisito laconsapevolezza di avere accantoun Dio che mi ama perché esisto,indipendentemente da quel chesono». Bergoglio ha poi parlatodei quattro «”senza” cheuccidono. Senza lavoro, senzaistruzione, senza comunità, senzafamiglia». Luigi si è dettopositivamente sorpreso del fattoche il Papa «abbia messo alcentro del suo discorso lamancanza del lavoro». La rockband cristiana Kantiere Kairòs hafatto ballare i ragazzi per oltre

un’ora. Per Antonello Armieri,voce e chitarra acustica,partecipare alla serata èsignificato «condividere la vogliadi essere protagonisti del bene».Coraggio, alzati, corri: queste letre parole consegnate ai ragazzida don Francesco Fiorilloresponsabile del monastero SanMagno di Fondi, nella suacatechesi. «Vogliono scoraggiarci,dividerci. Abbiamo bisogno digiovani che abbiano coraggio –ha detto –, che portino al mondoil profumo di Gesù». Quindi hasimbolicamente unto i palmidelle mani di tutti i presenti conolio di nardo, invitandoli a unmomento di silenzio interiore. Ilcardinale vicario ha incitato iragazzi a non tirarsi mai indietroe a scrivere ogni giorno unapersonale pagina di Vangelo,altrimenti «avremo un mondosempre più povero. Non tiratevimai indietro – ha ripetuto –,anche qualora doveste percepireche vi sta chiedendo molto,fidatevi della volontà del Signoree imitate Maria che con il suo“sì”, frutto di un cuore limpido eluminoso, ha generato Cristo».

Una promessa di nozzetra Alessia e Gabriele,il ricordo di SusannaRufi, morta al ritornoda Cracovia, il concertodei Kantiere Kairòs,la danza di suor Anna,gli incoraggiamenti didon Francesco Fiorillo

Padre Bruno Secondin

Il calendario

Ancora otto incontrinel calendario 2018–2019 del ciclo di lectiodivina promosso dapadre Secondin nellachiesa di Santa Mariain Traspontina, ognidue venerdì (trannequalche eccezione),alle ore 18.30. Dopo ilcardinale vicario,toccherà allo stessoSecondin, poi allasaggista Augruso,quindi ai biblistiScaiola, Mazzinghi,Manes. La conclusioneè prevista il 24 maggiocon Secondin, ma duesettimane prima saràospite Enzo Bianchi,fondatore dellaComunità di Bose, nonnuovo agli incontridella Traspontina.

«Festa del voto» a S. Maria in Porticoccoglienza, catechesi, devozionemariana. Sono i pilastri su cui

poggia la parrocchia di Santa Maria inPortico in Campitelli voluta nel 1658 daPapa Alessandro VII il quale, durante lapestilenza del 1656, aveva fatto votodavanti all’icona della Vergine di SantaMaria in Portico, tanto venerata dairomani e invocata come “porto dellaromana sicurezza”. Ogni anno il 2febbraio, giorno in cui la Chiesa famemoria della Presentazione di Gesù alTempio, la comunità di uno deisantuari mariani più antichi di Romacelebra anche la “festa del voto” con ilrito di ostensione dell’icona.Quest’anno la liturgia vespertina divenerdì 1 febbraio è stata presiedutadal cardinale vicario Angelo De Donatis.«È una festa prettamente romana e finoalla seconda guerra mondiale il 1°

febbraio si digiunava per ricordare ibenefici concessi dalla Vergine allacittà», spiega padre Davide Carbonaro,alla guida del santuario affidato aiChierici regolari della Madre di Dio. Nel1703, infatti, durante il terremoto chesconvolse la città, il Senato e i romanitornarono davanti all’altare di SantaMaria in Portico in Campitelli per unvoto solenne: la città avrebbe digiunatoper cento anni alla vigilia della“Candelora”. Situata a due passi dalTeatro Marcello, la parrocchia «ha lavocazione all’accoglienza» ed è apertatutto il giorno «alla città» per offrire aituristi e ai dipendenti dei vicini ufficicomunali un momento di preghiera ed’incontro. Molto frequentata è la SalaBaldini, dove si tengono concerti edeventi culturali. I parrocchiani sonoimpegnati sul fronte della carità tutte le

domeniche quando offrono lacolazione ai senza fissa dimora dellazona. «In collaborazione con la chiesaSanta Lucia del Gonfalone, abbiamoanche istituito la “Domenica delpanino” – prosegue il sacerdote –. Unadomenica al mese prepariamo oltre 120panini per i poveri e durante l’annoorganizziamo dei pranzi». Padre Davidemette in risalto un’altra «peculiarità»dei Chierici regolari della Madre di Dio.«Ogni seconda domenica del meseteniamo catechesi per adulti anchenelle vicine chiese rettorie. Da moltianni, inoltre, sempre la secondadomenica del mese ospitiamo i giovanidel gruppo di preghiera di Taizé,importante momento ecumenicodurante il quale la Parola di Dio vieneproclamata in diverse lingue».

Roberta Pumpo

A

Santa Maria in Portico in Campitelli

vita consacrata

l’annuncio

Giovani in festa al Divino Amore (foto Gennari)La Messa presieduta dal cardinale De Donatis al Nuovo Santuario (foto Gennari)

2 Domenica3 febbraio 2019

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pano alla liturgia il cero, che è laluce di Cristo suo figlio – illustradon Caiafa –, una luce che rievocala luce battesimale della fede e lamissione che ciascuno di noi ha,quella di essere luce di Cristo nelmondo. Tutto questo nello scena-rio di una Roma che qualcuno di-ce sparita, ma che in realtà è forte-mente viva nei nostri rioni, e va e-ducata e ravvivata».La “Candelora dei fiumaroli”, ini-zialmente, veniva celebrata sempreil 2 febbraio ma negli ultimi anni,per favorire una maggiore parteci-pazione dei fedeli, è stata spostataalla domenica più vicina a quelladata. La cerimonia esiste fin dal Cin-quecento: «Un registro del 1550conservato nel nostro archivio – rac-contano dall’Arciconfraternita diSanta Maria dell’Orto, istituita co-me Confraternita da Papa Alessan-

na tradizione plurisecolarerivive oggi, nella chiesa diSanta Maria dell’Orto: la

“Candelora dei fiumaroli”. Duran-te la Messa delle 11 verranno be-nedetti e poi consegnati degli spe-ciali ceri a tutti coloro che, comespiega il rettore don Michele Caia-fa, «hanno rapporti sportivi o pro-fessionali con il fiume, o meglio ifiumi della nostra città, sia il Teve-re che l’Aniene. Persone – sottoli-nea il sacerdote – che si adopera-no per gli altri e vivono il fiume».Nella chiesa di Trastevere si affol-leranno quindi membri dei circo-li canottieri, Vigili del fuoco, som-mozzatori, Polizia fluviale, rap-presentanti delle istituzioni. E i tan-ti fedeli che frequentano la chiesaal civico 10 di via Anicia.«La Madonna dell’Orto simbolica-mente affida a coloro che parteci-

U dro VI nel 1492 – ha consentito diaccertare come fin da quel secolo lachiesa fosse centro di una impor-tante e caratteristica cerimonia. Al-la chiesa, che allora nessuna gran-de costruzione separava dal portofluviale di Ripa Grande, facevanocapo importanti sodalizi di mestie-ri e attività legati al fiume e alla na-vigazione. Il manoscritto ci mostracome gli equipaggi dei vari navigliche approdavano a Ripa Grande peri loro consueti traffici si iscrivesse-ro presso l’Arciconfraternita per ri-cevere nel giorno della Candelora letradizionali candele benedette.Queste venivano consegnate, consolenne cerimonia, ad ogni mem-bro dell’equipaggio, mentre il capi-tano, oltre alla sua personale, rice-veva una “candela lavorata” per o-gni vascello».

Giulia Rocchi

Roma ricorda don Santoroono passati tredici anni dall’uccisione didon Andrea Santoro, il sacerdote fideidonum assassinato a Trabzon, in Turchia,

nella chiesetta di Santa Maria. L’anniversariodella sua scomparsa sarà ricordato con incontrie celebrazioni: domani, alle 20.45, si terrà unaveglia di preghiera nella parrocchia dei SantiFabiano e Venanzio – che fu guidata da donAndrea dal 1994 al 2000 –, presieduta dalvescovo ausiliare Gianpiero Palmieri. Martedì 5,poi, la Messa alle 19 nella basilica di SantaCroce in Gerusalemme, celebratadall’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidentedella Pontificia Accademia per la vita. Infine,sabato 9 febbraio, alle ore 15.30, presso laparrocchia di Gesù di Nazareth, a Verderocca –dove il sacerdote originario di Priverno fuparroco dal 1981 al 1993 – è in programmal’incontro “La profezia nelle parole di donAndrea”, che sarà tenuto da don GabrieleFaraghini, rettore del Seminario Maggiore.Ancora, dal 7 al 10 febbraio si terrà unpellegrinaggio a Trabzon, guidato dal vescovoausiliare Palo Lojudice.

SLa «Candelora dei fiumaroli» a Santa Maria dell’Orto

ncentrare la pastorale sull’ascoltodella Parola, la preghiera comu-nitaria, la celebrazione dei sacra-

menti e la carità, i quattro cardini de-gli Atti degli Apostoli. È la vocazio-ne della parrocchia di Santa Prisca,intitolata alla martire del I secolo ci-tata da san Paolo nella Lettera ai Ro-mani. Questa mattina il cardinale vi-cario Angelo De Donatis vi celebrala Messa che chiude i festeggiamentiorganizzati in onore della santa (laChiesa la ricorda il 18 gennaio).Affidata all’ordine di Sant’Agostinola parrocchia, con la chiesa che se-condo la tradizione sorge nel più an-tico culto cristiano dell’Aventino, ri-volge particolare attenzione ai gio-vani, alle famiglie e alla carità. Il ca-techismo delle cresime quest’annoha adottato una formula sperimen-

tale. «Un sabato al mese i ragazzi par-tecipano a sei ore di catechesi du-rante le quali approfondiscono la Sa-cra Scrittura, imparano canti, vivonomomenti conviviali come il pranzocomunitario per concludere con ungrande gioco», spiega il parroco, pa-dre Antonio Truda.Per i più piccoli vengono organizza-te le “Menneadi”, manifestazione a-matoriale non competitiva dedicataa Pietro Mennea, il campione olim-pico dei 200 metri a Mosca 1980, 16volte campione italiano ed ex par-rocchiano di Santa Prisca. Giunto al-la VI edizione, l’evento si svolgerà sa-bato 16 marzo, a partire dalle 9, nel-lo stadio delle Terme di Caracalla, asei anni dalla scomparsa dell’atleta,morto il 21 marzo 2013. «Ci avvalia-mo della collaborazione della Fidal

– afferma il sacerdote –, è una gior-nata di festa e di sport riservata abambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni eha la caratteristica di non avere névincitori né vinti. Manuela Olivieri,moglie di Pietro Mennea, consegnale medaglie a tutti. All’edizione 2018hanno partecipato 750 bambini del-le scuole del territorio e delle scuoledi atletica. Il nostro scopo è quello ditrasmettere i valori dello sport, l’at-tenzione per l’altro e aggregare i bam-bini nel ricordo di un grande cam-pione dell’atletica e nella vita». Le fa-miglie vengono invece coinvolte at-traverso incontri culturali e una Mes-sa mensile a loro dedicata.«Altra nostra tradizione è la “Festadei poveri”, che organizziamo unavolta al mese – prosegue padre An-tonio –. Partecipano circa 250 per-

sone ed è un momento importanteper la comunità parrocchiale perchéviene coinvolta a 360 gradi. I fedelicontribuiscono economicamente,prestano servizio attivo durante ilpranzo accogliendo e ascoltando ipiù bisognosi. Una particolare at-tenzione agli ultimi che vede coin-volti anche i ragazzi che frequenta-no l’ultimo anno di catechismo perla cresima».Sul territorio parrocchiale sorgonoanche 18 istituti religiosi che colla-borano con la comunità. «Per noirappresentano un motivo di vanto –conclude il parroco –. La presenzadei religiosi al servizio della comu-nità è un esempio, il simbolo dellapresenza del Signore e un’importan-te testimonianza di vita».

Roberta Pumpo

IA Santa Prisca le «Menneadi» per i bambini

La parrocchia dell’Aventinoripropone la manifestazioneintitolata al campione olimpicoGrande impegno per la carità

La commemorazione volutada Sant’Egidio e Ferrovie allastazione Termini per la donnasenza dimora morta nel 1983

a causa dei mancati soccorsiDon Ambarus, Caritas:«Uno sguardo diversosui trasparenti del mondo»

L’omaggio a Modesta:un no all’abbandonoDI ROBERTA PUMPO

lei si deve l’impulso perl’impegno quotidiano afavore dei senza fissa

dimora. In sua memoria laComunità di Sant’Egidio ha datovita a un movimento disolidarietà a favore di chi ha unastrada come casa. ModestaValenti, diventata simbolo deiclochard romani, è morta 36 annifa alla stazione Termini. Aveva 71anni, una vitadifficile alle spalle,problematiche chel’avevano portata dalFriuli a Roma. Il 31gennaio 1983 sisentì male ma ilpersonaledell’ambulanzagiunto sul posto sirifiutò di soccorrerlaperché era sporca eaveva i pidocchi.Mentre medici einfermieri discutevanoanimatamente sul da farsi, leimoriva sul suo giaciglio dopo oredi agonia tra il frenetico viavaidella stazione. In tanti si sonoritrovati giovedì sera, 31 gennaio,al binario 1 di Termini perdeporre gerbere colorate sotto latarga affissa in sua memoria il 10marzo 2014. “Perché nessunomuoia più abbandonato” ilmonito scritto sulla lastra dimarmo che stride con i numeriraccontati dalla cronaca. Dodici lepersone morte in strada solo aRoma dall’inizio dell’inverno.Una cerimonia voluta dallaComunità di Sant’Egidio e dalleFerrovie dello Stato che incollaborazione con gli enti localie il terzo settore ha attivato inItalia 18 Help Center per gestire ifenomeni di disagio sociale nellestazioni. Luoghi in cui le persone possonotrovare «un aiuto fisico e morale»ha spiegato Riccardo Pozzi,direttore Centrale risorse umane eorganizzazione delle Ferrovie

Adello Stato Italiane, il quale hasottolineato che tra il 2016 e il2017 gli interventi degli HelpCenter sono aumentati del 14%.«Questo significa che è cresciuto illivello di povertà del Paese – haaggiunto –. Abbiamo una granderesponsabilità sociale neiconfronti delle persone menofortunate di noi». Don Benoni Ambarus, direttoredella Caritas diocesana, harimarcato che la cerimonia deve

essere«l’occasioneper affermareche si può faredi più affinchénon siripetanoepisodisimili».Confessandodi immaginarelo sguardo diModesta suipresenti, ha

chiesto un minuto di silenzioaccompagnato solo dalle note insottofondo del brano “Gabriel’sOboe” di Ennio Morricone.«Lasciamoci guardare da lei peracquisire noi stessi uno sguardodiverso sui trasparenti del mondo– ha detto –. Oggi c’è il rischiopericolosissimo di considerarealcuni uomini più uomini dialtri». Il presidente della Comunità diSant’Egidio, Marco Impagliazzo,scandendo dieci nomi con irelativi paesi di provenienza, haricordato i dodici senza fissadimora morti sulle strade romaneda novembre ad oggi, due deiquali non sono ancora statiidentificati. Modesta, ha detto, èuna donna «morta perl’indifferenza. Ci ricorda che sipuò morire per un “no”. Noisiamo qui per dire “sì” ad unacultura dell’accoglienza. Modestaci aiuta a ricordare i tanti morti difreddo questo inverno, ben 12. Èil segno di una città dove non c’èspazio per tutti, e questo è molto

grave». Ha quindi rivolto unappello a chi ha responsabilitàcivili, politiche e sociali perché «siagisca in fretta e ci sia spazio pertutti». Grazie all’impegno di realtàcome la Comunità di Sant’Egidioe la Caritas, «tanti uomini edonne considerati invisibilihanno trovato una casa, un lavoroe degli affetti. Tutto può cambiare,dipende anche da noi». La cerimonia di giovedì sera hadato il via ad una serie di eventiorganizzati dalla Comunità di

Sant’Egidio per non dimenticarechi vive in strada. Oggi amezzogiorno a Santa Maria inTrastevere si terrà una solennecelebrazione in cui verrannoricordati i nomi di quanti, comeModesta, sono morti di stenti e dasoli negli ultimi anni. Lo stessoavverrà nelle settimane successivein diversi quartieri della Capitalee in altre città italiane (per ilcalendario completo degliappuntamenti, consultare il sitointernet www.santegidio.org).

Il pensiero di Impagliazzoai clochard morti a Roma: «È il segno di una cittàdove non c’è spazioper tutti, è molto graveDiciamo “sì” a unacultura dell’accoglienza»

a Giornata mondiale delmalato viene celebrata ognianno l’11 febbraio, ma la

diocesi di Roma, in questo 2019,invita tutti i fedeli per domenica10 febbraio, al Santuario delDivino Amore, per la Giornatadiocesana del malato. «L’11 cisono già incontri e momenti dipreghiera nelle parrocchie enelle case di cura – spiega ilvescovo delegato per la Pastoralesanitaria nella diocesi PaoloRicciardi –; inoltre abbiamopensato a una domenica perfavorire una maggiorepartecipazione dei fedeli».Anche la scelta del Santuario diCastel di Leva va nel senso di«un luogo accessibile a tutti –precisa – ma significativosoprattutto per la presenza diMaria». Gli ammalati, i lorofamiliari, i volontari, i medici egli operatori sanitari sono attesia partire dalle 15; gestirannol’accoglienza l’Unitalsi e l’Operaromana pellegrinaggi. Alle 15.30inizierà poi la recita del Rosario:per ogni mistero è prevista unatestimonianza, che sia di unmalato, di un volontario, di unacoppia di sposi. Quindi laMessa, alle 16, presieduta dalcardinale vicario Angelo DeDonatis. La conclusione con unafiaccolata, verso la Grotta diLourdes, nei giardini delSantuario. Quest’anno laGiornata mondiale del malatoha per tema: “Gratuitamenteavete ricevuto, gratuitamentedate” (Mt 10,8). «Il Messaggiodel Santo Padre è rivolto nontanto ai malati, quanto a chi siprende cura di loro – riflettemonsignor Ricciardi –, inparticolare al mondo delvolontariato. Il Papa fa unadifferenza sottile tra due verbi,che sono “regalare” e “donare”.

Noi tante volte regaliamo lenostre cose, regaliamo qualcosache viene fuori di noi. Diverso èil donare, o meglio ancoradonarsi, come Gesù ha donatose stesso per noi». Alla vigiliadella Giornata diocesana delmalato, come segno del dono disé e del proprio tempo, i ragazzidei gruppi del dopo–Cresima didiverse parrocchie sarannoall’Opera Don Guanella:«L’iniziativa è organizzata dalCentro per la pastorale sanitariainsieme al Servizio diocesanoper la pastorale giovanile –evidenzia il presule – ed è unmodo per legare la Giornata auna iniziativa di carità, conl’intenzione di aprire gli occhidei nostri giovani alladisabilità». Punta a coinvolgere ipiù piccoli anche un’altrainiziativa, “Adotta un nonno”,che verrà lanciata in coincidenzacon la ricorrenza e che èorganizzata dal Centrodiocesano con l’Ufficiocatechistico: «Sarà una propostapiù concreta per la Quaresima –annuncia Ricciardi – ed è rivoltain particolar modo ai bambiniche frequentano il catechismo dipreparazione alla Comunione ealla Cresima». Il vescovodefinisce poi una«provvidenziale coincidenza» lafirma – che avverrà martedì nelcomplesso di Santo Spirito inSassia – del “Manifestointerreligioso dei diritti neipercorsi di fine vita”, a pochigiorni della Giornata del malato.«Intorno ad alcuni temi, comequello del fine vita, ci troviamotutti d’accordo». Il 10 sarà unadelle “domeniche ecologiche”,ma chi andrà al Divino Amorericeverà un attestato per circolarenella fascia verde.

Giulia Rocchi

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Giornata del malato, il 10la celebrazione con Ricciardi

Gerbere colorate sotto la targa che ricorda Modesta Valenti

Santa Prisca

Volontarie dell’Unitalsi (foto Gennari)

Santa Maria dell’Orto

3Domenica3 febbraio 2019

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luttoLA MORTE DI MONSIGNOR VALERIONARDO. Sono stati celebrati giovedì aPadova i funerali di monsignor ValerioNardo. Nato a Limena il 20 aprile1935, sacerdote dal 10 luglio 1960.Dal 1977 è stato parroco a San Paolodella Croce a Corviale. Poi a SantaMaria Maddalena de’ Pazzi (1994–2000) e a San Lorenzo in Damaso(2001–2011). Dal 2007 al 2011 è statoparroco prefetto della II prefettura e il10 maggio 2008 era stato nominatocappellano di Sua Santità.

celebrazioniIL VESCOVO RUZZA ALLA FESTA DI SANBIAGIO. Alla chiesa della Madonna delDivino Amore (vicolo del DivinoAmore, 12) oggi alle 7.30, per la festadi San Biagio, le lodi mattutine, laMessa alle 8 e alle 11 la celebrazioneeucaristica presieduta da monsignorGianrico Ruzza, vescovo ausiliare peril settore Centro. La chiesa rimarràaperta fino alle 20 per la benedizionedella gola. Sarà possibile riceverladalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 20.

LA MADONNA PELLEGRINA DI LOURDES ASANT’ANDREA DELLE FRATTE. La statuadella Madonna pellegrina arriverà alsantuario della Madonna del miracoloil 7 febbraio. Messe alle 7; 8.30; 12 e18. Confessioni dalle 9 alle 12.30 edalle 15 alle 19 tutti i giorni fino al 9febbraio. Sabato 9 la basilica rimarràaperta tutta la giornata. Alle 17 SantoRosario meditato e canto del vespro;alle 18 preghiera del Malato e Messafestiva. Al termine breve processionein basilica e saluto alla Pellegrina cheprosegue il suo itinerario verso ilsantuario del Divino Amore.

A S. MARIA IN AQUIRO FESTA IN ONOREDELLA MADONNA DI LOURDES. Fino al10 febbraio, nella celebrazione delle18, a Santa Maria in Aquiro (via dellaGuglia, 69b) si svolgerà la novena. L’11febbraio, oltre alla possibilità divenerare l’effigie della Madonna diLourdes in tutte le ore della giornata,sono previsti alle 11 la celebrazioneeucaristica parrocchiale; alle 16 laliturgia per gli ammalati con l’unzionedegli infermi e alle 18.30 lacelebrazione eucaristica presieduta dalcardinale Angelo Amato, titolare diSanta Maria in Aquiro. Nella chiesa ècustodito il primo quadro dellaMadonna di Lourdes esposto in Italiaalla venerazione dei fedeli.

incontriL’ARCIVESCOVO ZUPPI PARLA DIMIGRANTI AL SEMINARIO MAGGIORE. «Laquestione dei migranti nelle relazioniinternazionali» è il tema scelto per ilprossimo incontro promosso dalCentro missionario e dall’UfficioMigrantes diocesani. Verràapprofondito l’argomento conl’arcivescovo di Bologna, monsignorMatteo Zuppi, e con il giornalista diAvvenire, esperto di temi migratori,Paolo Lambruschi. Appuntamento il 9febbraio alle ore 10 al PontificioSeminario Romano Maggiore, inpiazza di San Giovanni in Laterano 4.

culturaPRESENTAZIONE LIBRO «RICOSTRUIAMOLA POLITICA» DI OCCHETTA CON ZUPPI ESARTI. Sarà presentato domani alle19.30 l’ultimo libro del gesuita padreFrancesco Occhetta. Il volume,pubblicato da Edizioni San Paolo, hacome titolo: «Ricostruiamo la politica.Orientarsi nel tempo dei populismi».Appuntamento al centro culturale SanRoberto Bellarmino (via Panama,139). All’evento, introdotto da donNicola Filippi, parroco e docente diTeologia dogmatica, interverranno,oltre all’autore, monsignor MatteoZuppu, arcivescovo di Bologna, e ilprefetto Sandra Sarti, presidenteCommissione diritti d’Asilo.

CONCERTO DEI WHATZAPPING A FAVOREDELLA MISSIONE IN ARGENTINA. Venerdì8 febbraio il teatro salesiano Viganò dipiazza Fradaletto, 17 ospiterà alle 21 ilconcerto dei WhatZapping. L’interoricavato del concerto sarà destinato afavore della missione salesiana diHogar San Miguel de Muniz a BuenosAires. Lo spettacolo dei WhatZappingprevede l’equilibrio fra brani musicalitratti dalla tv e brani musicali tratti dalcinema, introdotti da brevipresentazioni che hanno lo scopo dipreparare il pubblico ad immergersinell’atmosfera.

CATECHESI CON ARTE: SAN PAOLO FUORILE MURA. Continuano gli itinerari diarte e fede proposti dalle missionariedella Divina Rivelazione. Il 9 febbraioalle 15.30 la visita della basilica di SanPaolo fuori le Mura dal titolo «Hocombattuto la buona battaglia, hoconservato la fede». Durante le visite èprevisto l’uso di audioguide. Per info:www.divinarivelazione.org o chiamare06.87130963.

ALL’AUDITORIUM SANTA CHIARA «BLUEREVOLUTION», INTRODUCE BECCHETTI.Lo spettacolo «Blue revolution,l’economia ai tempi dell’usa e getta»ha l’obiettivo di mostrare come ilnostro mondo sia vicino al collasso eci sia bisogno di una nuova narrazioneeconomica e di una nuova alleanza tral’uomo e l’ambiente per salvarlo.Un’alleanza basata sull’economiacircolare, quella che trasforma i rifiutiin ricchezza, e l’economia civile.Appuntamento all’Auditorium DuePini della parrocchia di Santa Chiara(via Riccardo Zandonai, 29) alle 20.30di sabato 9 febbraio. Lo spettacolosarà preceduto da un intervento delprofessor Leonardo Becchetti,ordinario di Economia politicaall’Università di Roma Tor Vergata, dasempre impegnato sui temi dellafinanza etica, del microcredito e delcommercio equo e solidale. Lospettacolo è adatto a tutti e aglistudenti offre la possibilità di averecrediti formativi.

comunicazioneTV2000/1: INFORMAZIONE, LASCIABRUNELLI, MORGANTE DIRETTORE. Dal 1febbraio Lucio Brunelli ha lasciato ladirezione dell’informazione di Tv2000e InBlu Radio per andare in pensione.Se ne occuperà Vincenzo Morgante,direttore di rete dal 1 ottobre 2018.«Anni magnifici», ha commentatoBrunelli. «Ringrazio l’editore per lafiducia e la libertà di cui ho goduto».Morgante annuncia: «La nostravocazione principale è quella di offrireal Paese un’informazione che sia diautentico servizio pubblico».

TV2000/2: DA DOMANI IN DIRETTAL’ANGELUS DALLA CASA DI LORETO.Tv2000 trasmette l’Angelus dalla SantaCasa di Loreto: è la prima volta che lapreghiera mariana viene diffusa indiretta televisiva dalla casa in cui laMadonna visse e ricevette l’annunciodell’Angelo. In onda sull’emittentedella Cei dal 4 febbraio, dal lunedì alsabato, alle ore 11.55. A cura dellaregista Pina Cataldo. Dedicato ai temidell’ Amoris Laetitia, l’esortazioneapostolica di Papa Francescosull’amore nella famiglia, l’Angelus èpresieduto dall’arcivescovo prelato diLoreto e delegato pontificio per ilSantuario Lauretano monsignor FabioDal Cin. Il Santuario di Loretoconserva, secondo un’antica tradizioneoggi comprovata dalle ricerchestoriche e archeologiche, la casa diNazareth della Madonna.

solidarietàCARITAS/1: IL 9 FEBBRAIO LA RACCOLTAALIMENTARE CON EMMEPIÙ. Unaraccolta alimentare a favoredell’Emporio della solidarietà sisvolgerà sabato 9 febbraio nei puntivendita Emmepiù di Roma eprovincia. In oltre trenta supermercatisarà possibile devolvere parte dellaspesa alle famiglie in difficoltàassistite dalla Caritas. I volontari,presenti nei punti di raccolta,illustreranno l’iniziativa ai clientidistribuendo materiale informativo esacchetti dove inserire le donazioni. Ibeni richiesti sono i generi alimentaridi facile conservazione e stoccaggio(tonno, carne in scatola, olio, caffè,legumi), prodotti per l’infanzia(pannolini, pappe e omogeneizzati) eprodotti per l’igiene. Con l’iniziativasi potranno rifornire i cinque Emporidella solidarietà presenti a Roma(“Cittadella della Carità – SantaGiacinta”, Spinaceto, Marconi,Trionfale e Montesacro) che sono verie propri supermercati di mediedimensioni a cui possono accederegratuitamente persone indigenti chesi rivolgono alle parrocchie e aiservizi diocesani. Un aiutofondamentale per la comunità, vistol’elevato numero di individui che vivesotto la soglia della povertà e cheaumenta di anno in anno, rendendola situazione sempre più drammatica.

CARITAS/2: APERTE LE ISCRIZIONI ALCORSO PER I VOLONTARI DEI CENTRI DIASCOLTO. Prenderà il via il prossimo20 febbraio il corso base per i nuovioperatori dei centri di ascoltoparrocchiali, presso la comunità deiSanti Aquila e Priscilla (via PietroBlaserna, 113). Gli incontri siterranno il mercoledì dalle 18 alle 20.Il corso base è articolato in 5 incontrie i temi trattati sono: identitàpastorale del centro di ascolto;funzione e compiti; l’équipe e illavoro di gruppo; dalla richiesta albisogno; lavoro di rete con ilterritorio. Le iscrizioni via mail dandonome, cognome, cellulare eparrocchia entro il 18 febbraio:[email protected],tel. 06/888.15.130.

DONARE IL SANGUE CON AVIS.Domenica 10 febbraio sarà possibiledonare il sangue nelle parrocchie SanGabriele dell’Addolorata (via PonzioCominio, 93); San Ponziano (viaNicola Festa, 50) e Sant’Anna (via diTorre di Morena, 61).

Alice in Wonderlandfino al 10 febbraio

isto il grande succes-so, “Alice in Wonder-

land” al Teatro Brancaccioè stato prorogato fino al10 febbraio, con doppispettacoli pomeridiani (al-le 15.30 e alle 18) nei gior-ni di sabato 9 e domenica10. Lo spettacolo è unaproduzione Circus–Thea-tre Elysium: trenta atleti eacrobati rileggono, attra-verso le arti circensi, l’o-pera di Lewis Carroll.

V

arte

d accogliere i primi visitatori so-no stati lo sguardo sereno e la

stretta di mano vigorosa, nono-stante gli 88 anni, di Sami Modiano,uno degli ultimi sopravvissuti allaShoah e ai campi di sterminio di Au-schwitz–Birkenau. «Parlate dell’O-locausto soprattutto ai giovani – haripetuto con forza –, la storia e lamemoria sono importanti: i mieiocchi di adolescente hanno visto unorrore che non voglio che i ragazzidi oggi debbano mai più rivedere».Le sue parole e il suo monito han-no introdotto nel modo più adattoalle immagini e ai documenti e-sposti alla Casina dei Vallati, sededella Fondazione Museo dellaShoah, in via del Portico d’Ottavia,in occasione della mostra inaugu-rata nella Giornata della memoria:“Solo il dovere, oltre il dovere. La di-plomazia italiana di fronte alla per-

secuzione degli ebrei (1938–1943)”.Promossa dalla Fondazione Museodella Shoah in collaborazione con ilministero degli Affari esteri e dellacooperazione internazionale (Unitàdi analisi, programmazione, stati-stica e documentazione storica), l’e-sposizione, che si avvale del patro-cinio del Consiglio dei ministri ed èstata curata da Sara Berger e Mar-cello Pezzetti, «rappresenta una ri-flessione sulla memoria collettivadella diplomazia italiana e sul com-portamento tenuto rispetto all’ap-plicazione delle leggi razziali», hachiosato Mario Venezia, presidentedella Fondazione. L’esposizione resterà aperta fino al14 luglio, dalla domenica al giovedì,dalle 10 alle 17; il venerdì dalle 10alle 13, escluse le festività ebraiche.Chiusa, invece, il sabato. L’ingressoè libero. (Mic. Alt.)

A

Mostra, la diplomazia italianae le persecuzioni degli ebrei

cinemaMusei gratuiticon i bigliettidel Sei Nazioni

rte e sport si incontranograzie all’accordo tra la

Federazione italiana rugby(Fir) e Roma Capitale, a pochigiorni dall’inizio della vente-sima edizione del GuinnessSei Nazioni. La collaborazio-ne prevede l’ingresso gratui-to nei Musei Civici per i pos-sessori dei biglietti del torneo,biglietti che – altra novità diquest’anno – saranno vendutianche nei Tourist Infopoint diRoma Capitale. Inoltre, i tifo-si potranno avere uno scontosull’acquisto di Roma Pass, lacard turistico-culturale che of-fre riduzioni e gratuità per ac-cesso ai musei, utilizzo deimezzi pubblici, eventi.

Apassato alla Festadi Roma il 24ottobre,

ottenendo da subitoapplausi sinceri econvincenti. Stiamoparlando di Green Book,film di Peter Farrelly,uscito nelle sale giovedìscorso e candidato aben 5 premi Oscar perla serata del prossimo

24 febbraio (miglior film, miglior attoreprotagonista Viggo Mortensen, miglioreattore non protagonista Mahershala Ali,migliore sceneggiatura originale, migliormontaggio). Il numero di candidature offrel’idea di come il film sia piaciuto sia perquanto riguarda le soluzioni tecniche sia inordine alla creazione artistica. La storiaprende il via nella New York del 1962, anchese poi il seguito si svolge nel resto

dell’America, più in dettaglio negli Stati delSud, quelli nei quali era ancora forte lapresenza del pregiudizio contro gliafroamericani. A questo proposito è utilechiarire il titolo. Green Book fa riferimento aThe Nigro Motorist Green Book: così sichiamava una guida turistica pubblicataannualmente dal 1936 al 1966, che elencavastrutture, come locande, hotel e ristoranti,dove erano ammessi e serviti clienti dicolore. Il Green Book, creato e pubblicato daun postino afroamericano, Victor HugoGreen, si rivelò uno strumentoindispensabile per gli afroamericani cheviaggiavano in auto. Proprio su questomezzo, così decisivo nel costruire l’immaginedell’America on the road, troviamo riuniti idue protagonisti, l’italoamericano Tony Lip,rimasto senza lavoro dopo la chiusura diuno dei migliori club di New York doveaveva il ruolo di buttafuori, e Don Shirley,pianista afroamericano che Tony

accompagna in un tour nel Sud degli StatiUniti. Osserva Viggo Mortensen: «Il nostro“road movie” comincia su una CadillacCoupe De Ville nel 1962 e noi siamocostantemente insieme, perché io sono la suaguardia del corpo e devo stare con luiovunque vada. Per quanto in corso di operaemergano tanti altri temi, l’ostacolo piùcomplesso che ciascuno deve affrontare lotrova dentro se stesso». Le differenzecaratteriali tra Tony e Don sono il legame chedivide all’inizio e unisce i due alla fine.Quando Tony in macchina fuma, mangiacontinuamente, fa domande personali, Donsi mostra insofferente e disturbato, e piùvolte il rapporto professionale tra i duesembra vacillare. Già regista di commedieincentrate su meccanismi comici talvoltasopra le righe (Tutti pazzi per Mary, 1998;Amore a prima svista, 2001; Fratelli per la pelle,2003) diretti insieme al fratello Bobby, PeterFarrelly cambia qui decisamente registro e

vira su un copione solido, compatto efortemente di senso, che tuttavia non escludesprazzi di umorismo intelligente. Ancorauna volta il “road movie” taglia il traguardodi una storia che comincia con diffidenza esospetti per chiudersi su spazi di incontro edi dialogo, fino a toccare il senso diun’amicizia mai lontanamente immaginata.Lo stile fluido, incalzante, l’ambientazioned’epoca con ottime scelte musicali, i dialoghimai banali o prevedibili, restituiscono l’ideadi un periodo bello e complicato, diun’America che provava ad essere un grandePaese con ancora carenze in ordine allaciviltà e al vivere sociale (la questionerazziale). I due protagonisti sono affidati adattori di grande forza e capacità, entrambimeritevoli di Oscar. Ma, si sa, i vincitorisaranno solo pochi e gli sconfitti tanti. Allafine vincerà il bel cinema, perché Green Bookè comunque un bel film.

Massimo Giraldi

È«Green Book», un’amicizia contro i pregiudizi nell’America anni ’60

L’arcivescovo Zuppi alla presentazione del libro di padre Occhetta e all’incontro diocesano sulle migrazioni Caritas, corso sui centri di ascolto - Celebrazioni nelle parrocchie - «Catechesi con arte» a San Paolo fuori le Mura

DOMANI. Alle ore 11 partecipaall’inaugurazione del CentroMatteo Ricci per l’accoglienza el’integrazione dei richiedentiasilo e rifugiati a Romaorganizzata dal Centro Astalli. –Alle ore 16.30 nella CappellaCorsini della basilica di SanGiovanni in Laterano celebra laMessa in occasione della festa diSant’Andrea Corsini.

MARTEDì 5. Dalle ore 8.30 ricevei sacerdoti. – Alle ore 16nell’Aula della Conciliazione delPalazzo Lateranense presiede lasessione di apertura della causadi beatificazione ecanonizzazione del Servo di Diopadre Pedro Arrupe.

GIOVEDì 7. Alle ore 7.30incontra la comunità e celebra la

Messa al monastero Santa MariaRegina Coeli.

VENERDì 8. Alle ore 18.30 nellaparrocchia di Santa Maria inTraspontina tiene una lectiodivina.

SABATO 9. Alle ore 17.30 nellabasilica di San Giovanni inLaterano presiede la Messa inoccasione del 51° anniversario difondazione della Comunità diSant’Egidio.

DOMENICA 10. Alle ore 10celebra la Messa nella parrocchiadi Sant’Aurea a Ostia Antica. –Alle ore 16 celebra la Messa alSantuario della Madonna delDivino Amore in occasione dellaGiornata diocesana del malato edel pellegrino.

L’AGENDA DEL CARDINALE VICARIO

Viggo Mortensen

«Influencer di Dio»La sorpresa del Papa

nchiesta shock del Messaggero di qualche giornofa. «Ho 16 anni, qualche mese fa ho cominciato a

vedere i video su Youtube di questi ragazzi chehanno un sacco di follower. Si fanno pubblicitàmettendo certe foto e video su Instagram. Sono unsacco famosi, se vai a Roma li conoscono tutti. Allorami sono detta, lo faccio pure io. D’altra parte è per ilmio futuro, perché magari ci guadagno anche». Sofiaè di Pomezia, ha più di 7mila follower su Instagrame solo 6 post tutti uguali: selfie con la lingua sullelabbra e primo piano sul decolleté generoso. Nellesue stories promette: «Mette foto hot a chi la segue».L’inchiesta prosegue e sorprende. La prospettiva dimolti ragazzini e ragazzine è quella di diventareinfluencer: gli influencer sono i nuovi idoli dellagenerazione digitale dei nostri tempi. D’altro cantoanche nel reality dell’Isola dei famosi oggi sbancauna giovanissima influencer, arrogante quanto bastae trasgressiva al punto giusto. Inutile ricordareChiara Ferragni e i tanti influencer famosi chehanno milioni di visualizzazioni e migliaia e migliaiadi followers. La dittatura del narcisismo digitaleimpone la legge dei like: cosa non si fa per un like!Ma ecco che da Panama Papa Francesco irrompe esconvolge le carte. Ne hanno parlato con sorpresatutti i giornali. «Maria, la influencer di Dio»: conquesta definizione del tutto inedita Papa Francescoha presentato ai giovani la madre di Gesù neldiscorso tenuto in occasione della veglia svoltasipresso il Campo San Juan Pablo II a Panama,conferendole un nuovo titolo. Senza alcun dubbio –ha detto il Papa – la giovane di Nazaret noncompariva nelle “reti sociali” dell’epoca, non erauna influencer, però senza volerlo né cercarlo èdiventata la donna che ha avuto la maggioreinfluenza nella storia. Parole direttamentecomprensibili dai giovani: a Panama erano conFrancesco oltre 600mila ragazzi provenienti da 156Paesi. Definendo Maria “la influencer di Dio” le dàsostanzialmente un nuovo “titolo”, cioè un attributoche ne specifica le caratteristiche. Tutti conosciamo ititoli più comuni, “Madre di Dio”, “Vergine Maria”,“Concepita senza peccato”, “Assunta”, sono quellipiù usati. E da oggi aggiungeremo al “rosario” deititoli anche quello più al passo coi tempi, coniatodirettamente da Francesco: Maria «influencer diDio!». La strada di Maria, dice il Papa, è una vita che«non è una salvezza appesa “nella nuvola” in attesadi venire scaricata, né una nuova “applicazione” dascoprire o un esercizio mentale frutto di tecniche dicrescita personale». E ancora: «Neppure un tutorialcon cui apprendere l’ultima novità. La salvezza che ilSignore ci dona è un invito a partecipare a unastoria d’amore che si intreccia con le nostre storie;che vive e vuole nascere tra noi perché possiamodare frutto lì dove siamo, come siamo e con chisiamo». Come hanno commentato tutti i media: unlinguaggio rivoluzionario ma chiarissimo per igiovani di oggi!

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Pianeta giovania cura di

Tonino Cantelmi

4 Domenica3 febbraio 2019

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