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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura Dossier informativo n.1 p. 1 Candidatura di Bitonto a Capitale Italiana della Cultura Dossier informativo per i partecipanti ai gruppi di lavoro Il presente dossier intende sottoporre a tutti gli attori della costruzione del programma Bitonto capitale italiana della cultura le principali linee guida, le ipotesi e le soluzioni adottate dagli altri comuni candidati per l’elaborazione di una strategia e del conseguente dossier di candidatura Gli elementi definiti dal bando 2018 sono estremamente scarni e non costituiscono una solida struttura su cui costruire la candidatura. Per tale motivo una fonte molto utile di informazioni è costituita dai dossier di candidatura di sei delle dieci finaliste all’edizione 2018 (Alghero, Aquileia, Comacchio, Palermo, Recanati, Trento) e dalla capitale italiana 2017, Pistoia. A rafforzamento della logica strategica della candidatura è presentato un articolo del Sole24ore che sintetizza i lavori di un importante convegno sule politiche culturali, il LUBEC, che si svolge Lucca da dodici anni a e che mette in una luce estremamente interessante il lavoro di costruzione del programma di candidatura paragonandolo a un piano strategico comunque utile per lo sviluppo di una città che intende fondare sulla cultura parte della propria economia e dello sviluppo territoriale. Sempre dal LUBEC alcune slide di Con questi presupposti possiamo avviarci a un proficuo lavoro sulla costruzione di una strategia per la cultura dei prossimi 10 anni e di un conseguente dossier di candidatura. Bitonto, 31 gennaio 2017 f.to f.to l’Assessore al Marketing Territoriale Il Sindaco Rino Mangini Michele Abbaticchio

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo n.1

p. 1

Candidatura di Bitonto a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo per i partecipanti ai gruppi di lavoro

Il presente dossier intende sottoporre a tutti gli attori della costruzione del programma Bitonto capitale

italiana della cultura le principali linee guida, le ipotesi e le soluzioni adottate dagli altri comuni candidati

per l’elaborazione di una strategia e del conseguente dossier di candidatura

Gli elementi definiti dal bando 2018 sono estremamente scarni e non costituiscono una solida struttura su

cui costruire la candidatura. Per tale motivo una fonte molto utile di informazioni è costituita dai dossier di

candidatura di sei delle dieci finaliste all’edizione 2018 (Alghero, Aquileia, Comacchio, Palermo, Recanati,

Trento) e dalla capitale italiana 2017, Pistoia.

A rafforzamento della logica strategica della candidatura è presentato un articolo del Sole24ore che

sintetizza i lavori di un importante convegno sule politiche culturali, il LUBEC, che si svolge Lucca da dodici

anni a e che mette in una luce estremamente interessante il lavoro di costruzione del programma di

candidatura paragonandolo a un piano strategico comunque utile per lo sviluppo di una città che intende

fondare sulla cultura parte della propria economia e dello sviluppo territoriale.

Sempre dal LUBEC alcune slide di

Con questi presupposti possiamo avviarci a un proficuo lavoro sulla costruzione di una strategia per la

cultura dei prossimi 10 anni e di un conseguente dossier di candidatura.

Bitonto, 31 gennaio 2017

f.to f.to

l’Assessore al Marketing Territoriale Il Sindaco

Rino Mangini Michele Abbaticchio

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Dal bando MIBACT capitale italiana della cultura 2018

Di seguito le indicazioni principali del Bando per la capitale italiana della cultura 2018. È possibile che il

nuovo bando possa portare modifiche all’impianto della candidatura e alle finalità.

1. Introduzione

(…) L’iniziativa è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa

delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore

della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la creatività, l’innovazione, la

crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.

Possono partecipare al Bando i Comuni, le Unioni di Comuni e le Città metropolitane.

I candidati al presente Bando, non possono peraltro partecipare alle successive due procedure di selezione.

2. Obiettivi

Il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura”, in linea con l’Azione UE “Capitale Europea della

Cultura 2007-2019”, si propone i seguenti obiettivi:

• il miglioramento dell’offerta culturale;

• il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, nonché dello sviluppo della partecipazione

pubblica;

• l’incremento dell’attrattività turistica;

• l’utilizzo delle nuove tecnologie;

• la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi;

• il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale.

3. Procedura di selezione

Il dossier di candidatura deve contenere e indicare, pena l’esclusione:

• il programma delle attività culturali previste, della durata di un anno;

• il modello di governance e la struttura responsabile per l’elaborazione e promozione del progetto,

per la sua attuazione e per il monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura

responsabile;

• una valutazione di sostenibilità economico-finanziaria;

• gli obiettivi perseguiti, in termini qualitativi e quantitativi, e gli indicatori che verranno utilizzati per

la misurazione del loro conseguimento.

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Il Dossier di candidatura può inoltre contenere un progetto preliminare di uno o più interventi tra loro

coordinati e coerenti, finalizzati al recupero e alla valorizzazione di beni culturali, nonché al miglioramento

dei servizi per l’informazione e l’accoglienza dei turisti.

4. Criteri per il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura”

La selezione della candidatura vincitrice avviene secondo i seguenti criteri di selezione:

a) coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del

territorio e grado di coordinamento e sinergia degli interventi proposti;

b) efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e

dell’inclusione sociale;

c) previsione di forme di co-finanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti

territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio;

d) efficacia del modello di governance previsto per lo sviluppo e l’attuazione del Dossier di

candidatura e relativo monitoraggio del processo e del prodotto;

e) innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie;

f) capacità del progetto di incrementare l’attrattività turistica del territorio;

g) realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a

servizio della collettività;

h) coerenza del cronoprogramma.

5. Giuria

Al fine di valutare le candidature per il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura 2018” è

costituita con Decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo una Giuria composta da

sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale

e turistica, di cui tre designati dal Ministro, tre designati dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e

Province autonome e uno d’intesa tra il Ministro e la Conferenza Unificata che svolge la funzione di

Presidente.

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Dal Sole24ore del 14/11/2016

Capitale della cultura non si diventa per caso

Si conosceranno domani i nomi delle dieci città che si contenderanno il titolo di capitale della cultura per il

2018 su oltre venti aspiranti, titolo che quest’anno è nelle mani di Mantova, il prossimo passerà a Pistoia e

nel 2019 sarà di Matera, designata nel 2014 capitale europea (dunque, anche italiana) della cultura. In

quell’occasione il ministero dei Beni culturali decise di istituire anche la capitale italiana della cultura, che

nel 2015 venne assegnata alle altre cinque città - Cagliari, Ravenna, Perugia-Assisi, Siena e Lecce - che

contesero il titolo europeo a Matera.

Domani la commissione del ministero dei Beni culturali si riunirà per valutare i dossier proposti dalle città

candidate, sulla base dei quali saranno selezionati i dieci concorrenti al titolo per il 2018. Per le

amministrazioni che non ce la faranno, si tratterà comunque di un lavoro di progettualità che non andrà

perduto. Infatti, se si è operato bene e con lungimiranza, il dossier permetterà alle città di avere le idee

chiare sugli interventi culturali da realizzare e sugli effetti a cui si tende.

Una prospettiva che potrebbe diventare comune a tutti i centri se passasse la proposta uscita dal Lubec,

l’incontro sulle politiche culturali organizzato da PromoPa, giunto alla dodicesima edizione e che si è

tenuto a Lucca a metà ottobre. L’idea - contenuta in un vademecum di cinque proposte - è di prevedere nel

documento unico di programmazione degli enti locali una sezione riservata al piano strategico della

cultura. «Si tratta - spiega Gaetano Scognamiglio, presidente di PromoPa - di un lavoro simile a quello di

preparazione del dossier per candidarsi a capitale della cultura e che, dunque, può tornare utile anche

sotto tale versante. L’obiettivo finale è sempre lo stesso: coniugare le attività culturali con lo sviluppo del

territorio». In questo modo si riuscirebbe anche a salvaguardare il genius loci di ogni realtà del Belpaese.

«Quella diversità data da tradizioni, paesaggio, artigianato, enogastronomia che connota - aggiunge

Scognamiglio - l’identità dei grandi e piccoli centri della Penisola si sta perdendo sotto i colpi

dell’omologazione: si aprono gli stessi negozi, si avviano le medesime attività e così facendo si snaturano

i centri storici. La proposta è di difendere il genius loci e di considerare questo come premiante per altri

fini. Per esempio, per il riconoscimento di capitale italiana della cultura».

In questo senso vanno anche le altre proposte: si prevede di attivare un gruppo di lavoro presso il Focus

capitali europee della cultura (ufficio dei Beni culturali che si occupa di istruire i dossier delle città

candidate) in modo da favorire lo scambio di informazioni e progetti. Prospettiva da perseguire anche

attraverso un coordinamento a livello regionale dei siti Unesco, in modo da definire a livello territoriale

azioni comuni sul fronte culturale ed economico, in particolare turistico.

L’ultima proposta riguarda, invece, l’art bonus, il credito d’imposta per chi finanzia la cultura e che al Lubec

si è proposto di estendere ai beni ecclesiastici vincolati e aperti al pubblico, sulla falsariga di quanto già

fatto dal decreto legge 189 per le zone colpite dal sisma, dove si è previsto di utilizzare lo sconto fiscale

anche per restaurare i beni culturali di interesse religioso.

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Dal convegno LUBEC 2016 Slides dall’intervento di Giovanna Barni (Coopculture):

LA GESTIONE COLLABORATIVA DELLA CULTURA E IL VALORE AGGIUNTO

SUL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE

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Indici e estratti dai dossier di candidatura delle altre città

AVVERTENZE PER LA LETTURA. Dei dossier selezionati viene riproposto integralmente l’indice allo scopo di

dare idea immediata dei temi scelti per la candidatura. In coincidenza di alcuni capitoli o paragrafi sono

riportati testi utili alla comprensione delle motivazioni e comparabili alla realtà di Bitonto.

PISTOIA Capitale italiana della cultura 2017 – Dossier di candidatura II fase

1. I propositi

2. I valori della leva culturale nell’esperienza e nei progetti della città

3. Programma: caratteri, strumenti di attuazione, fonti

Il cuore del programma sta dunque nel fare di Pistoia il modello di una città media europea, che

promuove la cultura e il sapere come condizione della cittadinanza e leva per la crescita, che

investe su un’economia verde e su uno stile di vita ecosostenibile, che non consuma più suolo ma

riconverte ecologicamente il patrimonio pubblico e privato attraverso sistemi di riqualificazione e

rigenerazione urbana. Tutti gli strumenti operativi per l’attuazione del programma nei suoi

obiettivi più ambiziosi sono già attivi. L’Ufficio della Città Storica ha il compito di ripensare lo

spazio urbano alla luce dei contenuti del Piano avviato a suo tempo da Pierluigi Cervellati, con gli

aggiornamenti e le revisioni successive. L’Ufficio di Staff per la Programmazione, gli Studi e le

Ricerche sovrintende alla programmazione strategica e ai processi di innovazione, da quelli legati ad

una organizzazione della struttura più efficiente, flessibile e moderna, orientata ai bisogni dei

cittadini, a quelli di sviluppo degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, fino alla capacità di

intercettazione delle risorse, in particolare europee, da destinarsi alla realizzazione dei progetti più

importanti di rigenerazione urbana. L’idea di “Pistoia città di tutti” si è inverata in tutti i documenti

di programmazione (Relazione Previsionale e Programmatica 2013, Documento Unico di

Programmazione 2014 e 2015), nei quali sono stati indicati gli interventi (già realizzati o in corso).

Sono interventi tesi alla riqualificazione di intere aree cittadine, restituite a spazio pubblico, grazie

all’estensione della ZTL e alla pedonalizzazione di piazze storiche, a progetti di arredo urbano e

recupero di aree a verde, alla realizzazione e nuova progettazione di piste ciclabili.

4. Qualificazione delle vocazioni turistiche e cooperazione fra gli operatori

Dopo il riconoscimento della Commissione europea, che nel 2013 ha conferito a Pistoia il primo

premio Eden - European destinations of excellence per il turismo accessibile, la città e la provincia,

che negli ultimi anni hanno effettivamente incrementato gli investimenti pubblici e privati sulle

bellezze di cui dispongono, assistono a una progressiva affermazione delle loro potenzialità di

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attrazione turistica. Ai risultati tradizionalmente connessi con il suo posizionamento semplicemente

collaterale alle principali rotte turistiche della Toscana (verso Pisa e verso Firenze), alle importanti

performances dell’Abetone, e, soprattutto, di Montecatini Terme e di Pescia (per il Parco di

Pinocchio) si sono aggiunti, segnatamente nell’ultimo biennio, quelli provenienti dalla autonoma

offerta della città e del suo territorio. Eventi e contesti opportunamente creati hanno determinato i

presupposti di un deciso balzo in avanti, testimoniato dagli ultimi dati in possesso del Consorzio

Turistico Città di Pistoia, secondo cui le presenze in città a luglio 2015, in occasione del Festival

Blues, sono quintuplicate rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto agli stranieri, che vi

hanno soggiornato per una media di due/tre notti.

b) Valorizzazione dei siti monumentali della città

Il progetto Visiting Pistoia, finalizzato a garantire l’accesso ai principali monumento cittadini lungo

l’intera giornata, nasce in via sperimentale nel 2013 da un’iniziativa di Confcommercio, della Diocesi

di Pistoia e del Consorzio Turistico Città di Pistoia, in collaborazione con l'Amministrazione

Comunale, il Liceo Artistico Petrocchi e la Consulta del Volontariato, grazie al contributo della

Camera di Commercio di Pistoia e della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Il progetto permette

di ampliare gli orari di apertura dei monumenti strategici dal punto di vista turistico e “critici” dal

punto di vista della loro fruibilità, andando così a irrobustire la capacità di accoglienza della città

durante le festività pasquali, nei fine settimana, durante le festività natalizie e nei mesi di luglio e

agosto, e ha raggiunto la cifra di oltre 40.000 visitatori l’anno.

c) Valorizzazione della cultura enogastronomica locale

La Toscana in Bocca, rassegna delle tradizioni enogastronomiche toscane e dell’abilità culinaria

della ristorazione locale, promossa da Confcommercio, è una manifestazione interattiva e dinamica

voluta dagli operatori del settore alimentare per coinvolgere pistoiesi e turisti, incentrata sugli

elevati standard di qualità agroalimentare e sulla capacità degli operatori della ristorazione di

trasformare e valorizzare i prodotti del territorio. Con oltre 25.000 visitatori l’anno

d) Valorizzazione della cultura produttiva del territorio. Pistoia, città verde e dei vivai

e) Valorizzazione della cultura sociale della città

Fra la metà di giugno e la prima settimana di agosto, stimolato delle imprese della città storica, si

attiva il fenomeno dei Percorsi Notturni, quando migliaia di persone decidono di ritrovarsi nel

centro della città, richiamate da iniziative organizzate per l’occasione. L’evento, che ricorre ogni

giovedì sera per 8 settimane, offre anche, ovviamente, l’opportunità di accedere ai servizi

commerciali.

5. La mobilitazione delle forze per produrre durevoli processi di trasformazione sociale

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Il Comune di Pistoia ha adottato negli anni specifiche metodologie per coinvolgere

nell’organizzazione e nella gestione degli eventi i soggetti più attivi in città, a partire dagli ordini

professionali, fino alle categorie economico-produttive e all’associazionismo. Le manifestazioni

ricorrenti nell’anno sono concordate fra tutti i soggetti interessati, ugualmente partecipi e

protagonisti delle scelte organizzative ed economiche che vengono adottate. Il clima di

collaborazione fra gli enti pubblici e i soggetti privati favorisce la partecipazione delle strutture di

educazione permanente, delle associazioni culturali, dell’Università e degli istituti scolastici e

culturali, oltre che in particolare di tutto il mondo del volontariato. A Pistoia sono censite 323

associazioni attive nel campo culturale, sportivo, socio- ricreativo.

Si è da poco concluso un percorso partecipativo dedicato alla definizione delle caratteristiche e

delle funzioni della Casa della Città, l’urban center di seconda generazione che sorgerà nell’area

dell‟ex Ospedale del Ceppo. Sono stati effettuati focus group con gli ordini professionali, le

categorie economiche, le associazioni, laboratori di progettazione partecipata con i giovani, un

Open Space Technology che ha coinvolto un centinaio di persone in diversi gruppi di discussione.

6. La progettazione integrata e la pianificazione strategica

L’Ufficio di Staff Programmazione Studi e Ricerche, si sta progressivamente dotando di strumenti di

lettura e di analisi della società pistoiese, attraverso la raccolta dei dati demografici, economici e

territoriali pistoiesi in un’ottica dinamica e in rapporto con gli altri enti dotati di osservatori

(Provincia, Camera di Commercio, IRPET). Pistoia ha acquisito numerosi recenti studi strategici

riguardanti le caratteristiche del territorio e le sue possibili traiettorie di futuro

Le azioni previste sono così riassumibili:

a) localizzazione e attivazione di funzioni pubbliche di interesse culturale sociale e di servizio negli

edifici che hanno costituito l’antico ospedale del Ceppo e che fanno da cerniera tra la parte più

antica della città e l’area da rigenerare, ricostituendo in tal modo un cuore pubblico di alto valore

simbolico così come lo è stato per secoli l’ospedale;

b) “rammagliatura” del tessuto viario e dei percorsi cittadini interrotti dalla crescita del presidio

ospedaliero con il ripristino dell’antica viabilità e, in particolare, della via del soccorso e della via del

Frantoio, con la creazione di nuovi percorsi ciclopedonali che conducano nel cuore storico e sociale

di Pistoia;

c) sostenibilità ambientale come elemento fondante delle trasformazioni, con particolare riguardo

per il controllo e la tutela dal rischio idraulico, per la creazione di connessioni ecologiche dal corso

del torrente Brana al nuovo parco del Ceppo, per l’aumento della massa vegetale arborea e

arbustiva e delle aree permeabili;

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d) realizzazione di un nuovo parco, ottenuto dalle demolizioni di vecchi fabbricati ospedalieri privi

di valore architettonico, finanziato con fondi POR-Fesr;

e) restituzione di funzionalità al patrimonio edilizio attualmente in stato di sotto-utilizzo, con

particolare riguardo per quello di pregio storico artistico, che verrà restaurato di concerto con gli

uffici periferici del MIBACT;

f) realizzazione unitaria delle opere di urbanizzazione (strade, verde, parcheggi, reti, sotto-servizi) a

cura dell‟Amministrazione Comunale, sottraendole alla logica dei comparti ai quali sono assegnate

le quote di opere di urbanizzazione a carico dei privati;

g) valorizzazione paesaggistica, in applicazione della carta europea del paesaggio, in virtù vincolo

paesaggistico gravante su parte dell‟area e dal piano paesaggistico della Regione Toscana.

9. Rigenerazione e riqualificazione urbane: le Mura cittadine

10. Rigenerazione e riqualificazione urbane: percorsi pedonali nel verde urbano

11. Le attività delle istituzioni culturali: la Biblioteca San Giorgio

A fronte di queste spese, che potrebbero apparire cospicue ad una prima lettura, oggi la biblioteca ha

un ROI (return on investiment) pari a 5,5 ovvero, per ogni euro speso, vengono prodotte iniziative ed

attività che hanno un valore economico di mercato pari a circa 5,5: la biblioteca è dunque anche un

forte creatore e moltiplicatore di ricchezza sociale in città. YouLab Pistoia è il laboratorio tecnologico

aperto dal 2013, grazie all’intervento finanziario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America.

YouLab Pistoia è un makerspace di ultima generazione, dove soprattutto i ragazzi e i giovani adulti

trovano strumenti di prototipizzazione rapida (come plotter da taglio, stampante 3D, scanner 3D,

Doodlers 3D, etc.)

a) interventi a favore dell‟integrazione sociale

b) interventi per la crescita della base sociale

c) interventi per la coesione sociale e l’integrazione senza conflitti

d) interventi per il benessere individuale e collettivo

e) interventi per l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico

f) interventi per la creatività

g) per un hub di comunità

12. Le attività delle istituzioni culturali: Biblioteca Forteguerriana e Biblioteca Fabroniana

13. Le attività delle istituzioni culturali: gli Archivi fra memoria e identità

14. Le attività delle istituzioni culturali: i musei comunali e la rete museale cittadina

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Essere per un anno “Capitale Italiana della Cultura” potrà significare per Pistoia dar conto di una

città che, oltre a mettere la cultura al centro delle scelte programmatiche urbane, riesce anche a

mobilitare le migliori capacità di visione del futuro. In particolare, per i musei, ad un programma di

attività più ampio e innovativo del solito, ma fondato sulle migliori prassi già sperimentate, si

affiancherà il dispiegamento del piano di ampliamento e sviluppo già definito. Pistoia (per il cui

“ritratto” più autorevolmente sintetico si rinvia a Pistoia e provincia. Storia, arte, luoghi del

benessere e paesaggi. Guide d’Italia, Touring Club Italiano, 2009, tradotta in inglese, francese,

tedesco, spagnolo e russo) è città d’arte fra le più belle,

Nell’anno di Pistoia “Capitale Italiana della Cultura” i musei comunali prevedono le seguenti

iniziative e i seguenti eventi:

a) Gratis per tutti!: ingresso gratuito tutto l’anno nei musei comunali e nel sistema museale

cittadino;

b) Attorno all’opera: la “Presentazione di Gesù al Tempio” di Anton Domenico Gabbiani al Museo

Civico

c) Il Museo e la Città: ciclo di conferenze e visite guidate sul patrimonio artistico cittadino,

realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo

dell’Università di Firenze.

d) Vediamoci al Museo

e) Aperture straordinarie e iniziative

f) Il Palazzo della città

g) Archeologia di Pistoia

15. Le attività delle istituzioni culturali: la Collezione Gori e la Fattoria di Celle

16. La città che scrive

17. “Marino Marini. Passioni visive”

18. Leggere la città

Leggere la città è un appuntamento annuale dedicato alla città e alle città. Alle piccole e medie

città d‟Europa. Nel loro essere centro dei processi più significativi della contemporaneità. Luoghi

dove precipitano le contraddizioni e i disagi della modernità e centri di nuove opportunità, della

produzione di senso, di creatività e di innovazione.

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a giovani tra 18 e 30 anni. L‟edizione 2016 di Leggere la città sarà dedicata al tema del dialogo,

perché la città, costitutivamente luogo di incontro tra diversi, o è lo spazio vivo del dialogo e del

confronto oppure non esiste come tale.

19. Ippolito Desideri, l’esplorazione del Tibet e il dialogo interreligioso

20. Dialoghi sull’uomo – Festival culturale di antropologia del contemporaneo

21. Pistoia Blues Festival

22. Pistoia Festival

23. Gli spettacoli dal vivo: il programma dell’Associazione Teatrale Pistoiese

24. Gli spettacoli dal vivo: il Progetto T

Nel 2015 si è attivato il Progetto T, della durata di tre anni, sulla linea ferroviaria della Porrettana,

primo collegamento attraverso l’Appennino realizzata nel 1864

25. Gli spettacoli dal vivo: il progetto “Infanzia e città: il futuro ti passa accanto”

26. Gli spettacoli dal vivo: le stagioni sinfoniche e cameristiche e la didattica di Promusica

27. Gli spettacoli dal vivo: le esperienze internazionali del Funaro

28. Le Accademie musicali

29. “Vestire il paesaggio”: un modello di industria culturale e creativa

La città di Pistoia è contraddistinta da un peculiare rapporto fra città murata e territorio circostante

per la presenza di un’attività agricola, ad alta intensità di coltivazione, unica nel panorama italiano e

dedita alla coltivazione di piante ornamentali (5.200 ettari di terreno coltivato, con la presenza di

oltre 1.500 aziende): una realtà produttiva talmente significativa da essere stata riconosciuta dalla

Regione Toscana come un vero e proprio Distretto Produttivo. Sul piano strettamente urbanistico,

la presenza di questa attività ha portato spontaneamente alla costituzione di una grande “cintura

verde” attorno alla città, distinguendo perciò Pistoia dalle altre città limitrofe sul piano della

morfologia del territorio.

Da ciò è scaturita l’idea, concretamente realizzatasi poi a partire dal 2007, di dar vita ad un evento

culturale, che fosse l’espressione di questa forte caratterizzazione. L’evento, denominato “Vestire il

paesaggio”, di portata internazionale, finanziato dalla Fondazione CARIPT e dagli Enti locali, nonché

dallo stesso Distretto Vivaistico, ha lo scopo di proporre da Pistoia idee innovative per la

progettazione del paesaggio in tutto il mondo

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30. Valutazione di sostenibilità economico finanziaria: principi ispiratori

I promotori hanno assunto, come principi ispiratori della redazione del budget per la candidatura,

quello della frugalità, sforzandosi anzitutto di impiegare, nel migliore dei modi possibili, il personale

e le risorse finanziarie e strumentali di cui effettivamente dispongono, come è avvenuto anche per

la predisposizione del primo e del secondo dossier di candidatura, e quello del pieno rispetto dei

vincoli di bilancio di ciascun ente. La maggior parte del programma presentato avrà quindi

attuazione anche in caso di non assegnazione del titolo, ovvero senza poter contare sul prezioso

contributo del MIBACT, che, come per la comunicazione e il marketing, potrà essere impiegato ad

adiuvandum le iniziative previste, perché possano meglio raggiungere e sviluppare gli obiettivi che

si prefiggono. Le somme messe a disposizione del progetto di Pistoia Capitale Italiana della Cultura

verranno in ogni caso destinate alla realizzazione dei progetti e delle iniziative contenute nel

progetto stesso. Il Comune di Pistoia, pur avendo subito drastiche riduzioni di entrata, ha, negli

ultimi tre anni, mantenuto e perfino aumentato le somme destinate ai beni e alle attività culturali,

che si sono attestate nel 2015 su una percentuale del 5% del bilancio comunale, decisamente

superiore alla media della spesa per la cultura dei Comuni italiani, che, secondo le ultime stime

attendibili, è scesa decisamente sotto il 2,6% rilevato nel 2013

L’intero progetto, poi, sarà supportato dalla fattiva e diffusa rete delle associazioni del volontariato,

ricca di significative professionalità e pronta, per la disponibilità sempre manifestata, a mettere in

campo una soluzione organizzativa di notevoli proporzioni sul piano quantitativo e assai qualificata

per le esperienze di cui è portatrice. Si è preferito, però, non prevedere nel budget entrate non

ancora definite, o attribuire valori economici a risorse private che consisteranno in beni e servizi in

natura, riservandosi di poter contare su di esse solo a risultato ottenuto.

30.1 Monitoraggio dell’impiego delle risorse

Allo scopo di assicurare la massima trasparenza alla gestione degli interventi e delle attività previste

nel progetto, i promotori hanno deciso, a loro carico e senza alcun costo aggiuntivo, di attribuire a

un’apposita équipe, costituita dai responsabili del controllo di gestione di ciascun ente, il compito di

definire il set di metodologie e indicatori che verranno adottati per effettuare la valutazione e il

monitoraggio di tutti gli aspetti finanziari del progetto, sia in fieri, così da permettere la tempestiva

individuazione di errori e di correzioni di rotta durante lo svolgimento, che in sede di

rendicontazione.

30.2 Spese in conto capitale

30.3 Spese operative

Il budget del progetto di Pistoia Capitale Italiana della Cultura è il prodotto di un confronto serrato

fra i promotori e tutti gli enti e gli organismi pubblici e privati coinvolti. Il confronto ha portato a

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo n.1

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concentrare l’attenzione quasi esclusivamente sul programma culturale, costituito, per la maggior

parte, di progetti, iniziative, eventi e prodotti che hanno nelle istituzioni culturali pubbliche e

private pistoiesi le loro centrali operative. Ogni soggetto attuatore, indipendentemente dalla sua

connotazione giuridica pubblica o privata, sarà l’artefice primario, anche per quanto concerne la

promozione e il marketing, della parte del programma ad esso assegnata. Le somme che il budget

prevede per la realizzazione del programma comprendono le spese fisse che i promotori

sostengono per la loro attività, che, dunque, nell’anno in cui Pistoia potrà fregiarsi del titolo di

Capitale Italiana della Cultura, saranno mantenute entro i limiti consentiti dai rispettivi bilanci

approvati, essendo già stata verificata puntualmente la loro congruità con il programma che si

presenta. Ad evitare la frammentazione dell’insieme, a presidiare, coordinandole, tutte le parti,

iniziando dal momento della eventuale assegnazione del titolo e fino alla presentazione del

rapporto contenente la rendicontazione delle attività svolte, provvederanno, senza oneri aggiuntivi

per il progetto, il Comitato promotore e il Comitato organizzatore, con l’unico supporto esterno,

per il necessario coordinamento generale, del project manager.

31. Innovazione a servizio del programma e le “fortezze” del futuro

Il primo elemento di innovazione che Pistoia introduce nel programma non ha a che fare con la

tecnologia, bensì con la convinzione che la cultura sia il fermento della vita e che la creatività sia

una componente di ogni persona, ma che entrambe abbiano la necessità di trovare l’ambiente nel

quale esprimersi con libertà e consapevolezza. La città che Pistoia intende divenire è quel luogo in

cui la cultura e la creatività stanno di casa, in ogni casa, prima ancora che nei luoghi deputati. È una

città che vuole mettere a frutto, conoscendola, la “sua” storia, prima di tutto per sé, per la sua

collettività, perché sa che in ciò sta la possibilità di conservare e valorizzare le testimonianze della

civiltà di cui è portatrice, rispettandole per trasmetterle alle nuove generazioni. (…)

Questo processo di innovazione ha mosso i primi passi nel 2015, quando il Comune di Pistoia ha

attivato il Sistema Informativo Territoriale, con il passaggio alla versione digitale del proprio

Regolamento Urbanistico e con la sua progressiva estensione agli ambiti riguardanti popolazione,

territorio e relativi atti di analisi e pianificazione.

La trasposizione in forma digitale e georeferenziata delle principali opere d’arte costituirà il primo

passo e consentirà da subito la fruizione dei contenuti in loco (con l’APP Pistoia Smart e con

tecnologie a realtà aumentata) e on line, attraverso strumenti di virtual tour

32. Strategie di comunicazione e marketing

Se sarà scelta, Pistoia dovrà partire subito con la definizione del brand Pistoia Capitale della Cultura,

che saprà rappresentare e valorizzare le varie attività delle istituzioni culturali, le manifestazioni

ricorrenti e gli eventi in programma, con un riferimento unitario all’immagine della città. A questo

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

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risultato si arriverà attraverso una riflessione condivisa tra i responsabili della promozione dei

soggetti promotori, allargata agli attori presenti sulla scena culturale e artistica cittadina, che si

concentri sugli elementi identitari che possono rappresentare Pistoia e il suo territorio in Italia e nel

mondo. Si svilupperà quindi un’attività specifica di brand management nei confronti di cittadini e

turisti per farne percepire ed incrementare il valore. Una seconda linea strategica sarà quella della

definizione di un “racconto della città” a più voci che, secondo i più consolidati principi dello

storytelling, comprenda molteplici narrazioni di quello che la città può offrire e vada a comporre un

mosaico che restituisca quell’autenticità e quell’attenzione artigianale alle cose e alle relazioni che

molti ormai riconoscono a Pistoia. Anche in questo caso, il coinvolgimento della comunità locale è

fondamentale ed anche nel passato recente ha garantito il successo di operazioni simili, sia di tipo

organizzato che spontaneo.

33. Quadro normativo

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

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Comune di Alghero candidata Capitale Italiana della Cultura 2018

Dossier seconda fase

1. LE RAGIONI DELLA CANDIDATURA

1.1. La costruzione dell’identità storico-culturale della Città di Alghero, motore del suo sviluppo

culturale economico e sociale

1.2. Gli obiettivi del progetto Alghero Capitale Italiana della Cultura

“Costruire un progetto di valorizzazione complessiva dell’identità culturale di Alghero, che,

partendo dal nesso distintivo lingua-storia-cultura, consenta alla città di affrontare le sfide che

attendono le aree urbane intermedie in termini di sviluppo economico, attrattività e inclusione

sociale”: questo è l’obiettivo centrale perseguito con il progetto di candidatura a Capitale Italiana

della Cultura 2018, dall’Amministrazione Comunale di Alghero, da anni impegnata a promuovere lo

sviluppo sostenibile del territorio in base ad una pianificazione strategica che ha tra i suoi punti di

forza il patrimonio culturale, uno tra i più ricchi della Sardegna e tra i più significativi, dell’intero

Paese. Alghero, Isola Catalana di Sardegna, esprime la propria unicità nella lingua, che caratterizza

l’identità della città. Si tratta di una peculiarità che si rispecchia negli aspetti culturali, archeologici,

naturalistici, storico-artistici del territorio che offre al visitatore, all’interno di un concetto aperto di

“territorio museo”, una visione unica di “città isola”. La strategia proposta con il progetto di

candidatura si basa sull’ “interpretazione” e l’utilizzo sociale delle risorse culturali integrate nello

sviluppo economico del territorio e pone il cittadino, residente e non, al centro del percorso di

crescita culturale. Il rapporto fra i beni culturali e lo sviluppo economico ha sempre avuto per la

città di Alghero un aspetto fondamentale ed è sempre stato considerato un elemento chiave di

tutte le strategie di crescita e di sostenibilità degli interventi. Su questi presupposti si basa

l’esperienza che, dal 1996, ha portato l’Amministrazione Comunale di Alghero, con importanti

progetti finanziati dall’Unione Europea, direttamente e/o con i fondi strutturali, a realizzare un

importante e articolato programma di interventi che sono stati portati avanti in un’ottica di

“cantieri tematici progettuali”, e di “gestione creativa del patrimonio”, e che hanno portato ad un

processo di sviluppo sostenibile orientato alla strutturazione di un’offerta di turismo culturale

complementare alle offerte di turismo di massa già esistenti nel territorio di Alghero (premio

Federculture 2005), che oggi è una delle località turistiche più affermate della Sardegna. Su questi

temi si è investito in modo continuativo negli anni, fino ad arrivare all’adesione di Alghero alla Rete

delle Città della cultura. La Rete, promossa da Promo PA Fondazione nell’ambito di LuBeC

(www.lubec.it), è finalizzata a promuovere la programmazione strategica della cultura, come

volano e strumento per lo sviluppo dei territori aderenti, attraverso lo scambio di buone pratiche

sul tema della valorizzazione dei beni culturali e del turismo ad esso collegato In questo contesto si

inseriscono le motivazioni che sono alla base del progetto di candidatura di Alghero a Capitale

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Italiana della Cultura 2018, motivazioni che, alla luce di quanto descritto sopra, non nascono oggi

ma sono il frutto di una riflessione pluriennale che il territorio ha fatto su sé stesso negli ultimi 20

anni. Riflessione nella quale si inserisce oggi l’obiettivo generale della candidatura e che si declina

in questi obiettivi specifici:

• rafforzare il posizionamento del patrimonio culturale come strumento di valorizzazione dell’identità del territorio della città di Alghero;

• promuovere nuove attività economiche legate allo sfruttamento e uso sociale del patrimonio culturale, con una particolare attenzione alle famiglie;

• migliorare e implementare le infrastrutture culturali, creando strutture stabili nel tempo, da destinare ad attività economiche e/o iniziative culturali durature, che rimarranno nel 2018 ed entreranno a far parte dell’offerta culturale della Città.

Il programma per la candidatura di Alghero Capitale italiana della Cultura è stato dunque costruito a

partire da alcune scelte ben precise:

• valorizzazione del patrimonio turistico-culturale nel rispetto dell’identità del territorio e dei valori che esso esprime come risultato della sua storia, della sua lingua, della sua struttura economico-sociale;

• centralità della pianificazione strategica integrata come metodo di co-progettazione delle scelte inerenti il futuro del territorio e collegamento tra il progetto di candidatura e il percorso di costruzione del piano strategico della Città;

• sostenibilità delle scelte per la popolazione residente e applicazione del principio di sussidiarietà che vede la società civile protagonista dei processi di sviluppo;

• centralità della famiglia e della cura della persona come criterio fondamentale per la scelta e la selezione dei progetti per la candidatura;

• impatto occupazionale dei progetti e dinamizzazione del sistema economico.

1.3. Il nesso cultura-identità linguistica

2. IL PUNTO DI PARTENZA: LA COSTRUZIONE PARTECIPATA DEL PROGRAMMA

2.1. Il Piano strategico del 2007 e il nuovo Piano Strategico

Il progetto di Alghero Capitale Italiana della Cultura trova le sue radici e il suo fondamento in un

percorso partecipativo iniziato nel 2007, che ha portato alla redazione del Piano Strategico

“Alghero 2020 – La città Amabile: un’isola della qualità, un arcipelago delle relazioni, una terra delle

innovazioni”. Il Piano delineava lo sviluppo della Città su cinque assi strategici:

1. Alghero città ambientale, per la promozione della qualità urbana e territoriale

2. Alghero città della conoscenza per la promozione della formazione e della ricerca sul campo

3. Alghero città delle identità e della cultura, per la promozione delle reti culturali e il turismo

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4. Alghero città della produzione e degli scambi, per valorizzare le vocazioni locali e

l’innovazione

5. Alghero città della solidarietà e dell’integrazione.

Nell’aprile del 2016, la Città di Alghero ha avviato un percorso di revisione e aggiornamento del

Piano strategico, attualmente in corso, che si pone l’obiettivo di riprendere e portare avanti il

percorso di progettazione partecipata, con un focus specifico per il settore del turismo, dei beni

culturali e del marketing territoriale. Il processo di pianificazione strategica si pone l’obiettivo di

portare avanti un nuovo percorso di progettazione partecipata che sia in linea con il nuovo modello

di Rete Metropolitana definito a livello regionale e che abbia l’obiettivo di individuare alcuni

progetti prioritari per il nuovo posizionamento competitivo della Città di Alghero a breve e medio

termine. L’idea è quella di costruire un percorso di lavoro che, a seguito del riconoscimento del

settore della cultura come asse di intervento prioritario, porti ad individuare alcuni progetti che

siano in grado di dare una connotazione specifica ad Alghero nei prossimi anni e che siano ben

definiti in termini di tempi, responsabilità, risorse. Nell’ambito del nuovo Piano Strategico sono stati

attivati tre tavoli di lavoro, dedicati al tema della partecipazione e dell’edemocracy, alle questioni

economiche e al turismo e beni culturali.

I tre tavoli coinvolgono tutte le componenti della società civile, delle istituzioni e del mondo

economico che saranno messe al lavoro nei prossimi mesi per elaborare linee di intervento

dedicate sui diversi aspetti.

2.1. Il Piano strategico del 2007 e il nuovo Piano Strategico

2.2. Alghero e i processi di partecipazione: i principali attori

3. IL PROGRAMMA

3.1. La rigenerazione urbana della città tra passato, presente, futuro

3.2 L’identità culturale: il Sistema Museale Integrato di Alghero e Alghero “Territorio Museo”

3.2.1. I Musei

3.2.2. Gli itinerari

3.2.3. La Biblioteca comunale e il progetto di sistema integrato

3.2.4. Gli archivi storici

3.2.5. Il patrimonio identitario musicale: il “Cant de la Sibilla” - Patrimonio UNESCO

3.2.6. Il patrimonio naturalistico e ambientale tra storia e archeologia: il Parco Naturale

regionale di Porto Conte

3.3. L’identità sociale: Alghero Città della Famiglia

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3.3.1. Alghero Città della Famiglia

3.3.2. Alghero Città dell’Integrazione e della multicultura

3.4. L’identità economica

3.4.1. Alghero e il Corallium Rubrum: un legame indissolubile

3.4.2. Le “carriere blu”: partendo dalla tradizione verso i nuovi mestieri emergenti

3.4.3. Alghero città del buon cibo: l’agricoltura e l’agroalimentare tra storia, tradizione e

sviluppo

3.4.4. Il circuito di qualità della Ristorazione Algherese

3.5. La proiezione Internazionale: gli eventi bandiera

3.5.1. I Rapporti con la Catalogna

3.5.2. I grandi eventi culturali e sportivi

3.5.2. I riti della Settimana Santa

3.5.3. Cap d’Any a l’Alguer – Capodanno di Sardegna

3.5.4. International Augmented Med – Festival delle nuove tecnologie e della realtà

aumentata per il patrimonio culturale

3.5.5. Focs de Sant Joan

3.5.6. Festeggiamenti di Sant Miquel

3.5.7. Rally Sardegna -Italia – Tappa italiana del World Rally Championship della FIA

3.5.8. Sardinia Open - Internazionali di tennis in carrozzina

3.5.9. Gli eventi di carattere regionale e locale previsti per il 2018

4. LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE E DI MARKETING

4.1. Le mura di Alghero comunicano

4.2. Il brand

4.3. La strategia di marketing territoriale

4.4. Gli eventi celebrativi

5. LA GOVERNANCE

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6. LA VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA

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Comune di Aquileia candidata capitale italiana della cultura 2018 DOSSIER

1) Una nuova sfida per una antica Capitale

2) Perché questa candidatura

Con questa candidatura, Aquileia intende proporsi quale esempio di come un centro, che da una

realtà sostanzialmente agricola, abbia saputo e sappia ancora riconvertirsi in un centro culturale di

prima grandezza, perseguendo un modello di sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo.

Intelligente perché punta a far incontrare le istituzioni, le imprese e la ricerca.

Sostenibile perché rispetta l'ambiente, ovvero l'habitat perilagunare di cui è parte integrante e

perché si sostiene nel tempo, garantendo uno sviluppo duraturo.

Inclusivo perché rispetta le tradizioni, l'identità del luogo ed è capace di creare nuove opportunità

di lavoro nella cultura e nel turismo, per tutti

Questo vorremmo fosse il tema conduttore di Aquileia Capitale della Cultura: non un luogo del

turismo di massa, ma una città che partendo dall'esistente, sviluppa e realizza progetti di

valorizzazione.

Progetti orientati alla scoperta di un territorio dalle enormi potenzialità, ma anche alla sua

riscoperta, perché la Cultura ad Aquileia non è statica: cambia attraverso nuove e continue

scoperte da valorizzare senza mai stravolgere l'esistente, per un luogo dove venire ma anche dove

tornare.

3) La nostra idea di Capitale della Cultura

La nostra scommessa

Essere in grado di ripensarsi in grande

• Attraverso interventi strutturali e infrastrutturali che miglioreranno il quotidiano dei

cittadini e la capacità di Aquileia di accogliere i flussi turistici, valorizzando le ricchezze del

territorio.

• Stimolando e promovendo la partecipazione degli Aquileiesi, rafforzando il senso di

appartenenza a una comunità millenaria, in questo modo diffondendo il seme del

cambiamento.

• Allargando gli orizzonti, riallacciando storici rapporti nazionali ed internazionali, facendo di

Aquileia un modello di conservazione del patrimonio culturale e di convivenza con esso,

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ridando alla città una centralità rispetto ad un vasto territorio che si estende a Nord e ad

Est e al mondo dell'Archeologia internazionale.

Sono sfide importanti

• Perché impostare interventi strutturali su un tessuto urbano come quello di Aquileia

comporta resistenze, a volte anche comprensibili. Ad esempio, uno dei progetti prevede

l'emersione e la valorizzazione del foro, e per fare questo è improcrastinabile ormai

affrontare il problema della strada regionale che lo attraversa e che serve il territorio

comunale.

• Perché diventare Capitale della Cultura implica l'affermarsi del concetto secondo il quale gli

Aquileiesi sono i depositari di un straordinario patrimonio. fonte di sviluppo culturale ed

economico. bene comune da tutelare e valorizzare non da sfruttare e soprattutto non

nemico del progresso.

• Perché implica una programmazione a lungo termine, con accordi internazionali,

comunicazione sui media (tanto nazionali quanto internazionali) e sui social, e quindi una

capacità di assicurare risorse economiche che possano far partire una spirale virtuosa.

È per rispondere a queste sfide che nella predisposizione della candidatura è stato definito un

metodo

di lavoro basato su un confronto continuo tra le diverse istituzioni aventi potestà su Aquileia,

coinvolgendo i diversi portatori d'interessi.

Indubbiamente si tratta, per Aquileia, di un approccio fortemente innovativo, che proseguirà anche

qualora la città non dovesse aggiudicarsi il titolo.

4) I nostri partner nell'ideazione e preparazione della candidatura

5) La Fondazione Aquileia

6) Il territorio coinvolto

7) Il potenziale turistico

8) La viabilità

9) Alloggiare ad Aquileia

10) Un'occasione di sviluppo per le industrie culturali e creative del territorio

11) Una opportunità di internazionalizzazione

12) Una città per tutti

13) Un Progetto innovativo che mette al centro le nuove tecnologie

14) Quale impatto avrebbe Aquileia Capitale Italiana della Cultura nel medio e lungo termine da un

punto di vista sociale, culturale e urbano

15) Il Progetto

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16) Gli interventi strutturali e infrastrutturali

17) Manifestazioni ed eventi

18) La struttura incaricata dell'organizzazione e della realizzazione del Progetto

19) Le risorse messe in campo

20) Le strategie di comunicazione

21) Un sistema specifico di monitoraggio e di valutazione

22) Tabelle

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Trento candidata capitale italiana della cultura 2018 DOSSIER

SGUARDI SU TRENTO - La città com’è

Sguardi su Trento p. 5

Capitale culturale p. 8

Capitale sociale p. 8

SGUARDI OLTRE TRENTO - Dall’eredità al progetto

Quadro strategico della candidatura p. 10

QUADRO STRATEGICO DELLA CANDIDATURA

La città ideale implica necessariamente uno sforzo collettivo, di intenti, di pensiero, che porta ad

immaginare qualcosa che potrebbe essere, i cui segni sono presenti, latenti, resilienti e quindi

visibili.

La città ideale è lungimirante e include una tensione dinamica e prospettica. La città del futuro è

quella desiderabile, dove la qualità della vita è alta grazie alla sua armatura culturale con le proprie

specificità e la stratigrafia della storia, all’innovazione sociale, alla buona amministrazione, al

tessuto di relazioni e di scambi che vi si sviluppano e alla capacità d’innescare processi di

rigenerazione continua che diventano energia e nuova linfa tali da imprimere direzioni di

cambiamento virtuoso.

Trento, così come il suo territorio circostante, vive attualmente una fase di passaggio che segue

l’inizio

di una crisi di un modello di sviluppo non più lineare, dovuta a mutamenti non solo congiunturali

ma anche

conseguenti a una maggiore complessità sociale ed economica generale che rappresenta la cifra del

futuro e che richiede nuove direzioni e scelte in grado di fornire risposte adattative e performanti ai

nuovi contesti.

Come sostiene Il rapporto 2016 della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di

Trento “Linee di indirizzo per la crescita economica del Trentino”, servono nuove parole d’ordine,

quali leggerezza, inte(g)razione, narra(t)tore, apertura/attrazione.

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo n.1

p. 29

La città di Trento da tempo ha iniziato a interrogarsi sul suo futuro, coagulando in questo sforzo la

qualità della sua amministrazione assieme ai diversi livelli del capitale territoriale. Ne è derivato un

metodo di pensare la città negoziale e partecipativo, non dirigista, costruito con modalità bottom

up, che ha condotto all’elaborazione di diversi piani e programmi, i quali costituiscono l’insieme di

traiettorie di senso e di traguardo su cui ben s’innesta il progetto di candidatura per TN18.

Perché Trento si candida p. 12

TN18 - Oltre le mura

Programma TN18 p. 14

Cronoprogramma p. 40

TN18 accessibile p. 44

Percorso di candidatura p. 45

LA REALIZZAZIONE DI TN18

Governance del progetto p. 46

Comunicazione p. 48

Budget e sostenibilità economico finanziaria p. 49

Obiettivi, valutazione, monitoraggio e accountability p. 53

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Comacchio candidata capitale italiana della cultura 2018

PO DELTA PARK RIVIERA

PREMESSA pag. 5

PRESENTAZIONE pag. 8

Una città nata sull’acqua dove gli argini ancoravano le sue genti alla terra e le barche, dirette in ogni dove,

si aprivano le vie del mare e delle valli salse. Comacchio è così. Lo spirito di conservazione e di apertura

verso il mondo sono da sempre le spinte uguali e contrarie che la connotano. Una città lacustre a cui le

bonifiche ottocentesche hanno cambiato il destino, ribadito poi dal prosciugamento dell’acqua nel secolo a

venire. Ma è comunque sull’acqua che i cittadini e le cittadine hanno modellato la loro vita e oggi, pur nel

variare dei modi e delle mode, è a quel destino che si sentono portati. Chi è abituato ai silenzi delle valli,

alle solitudini delle nebbie invernali, ai tempi lenti della natura le trasformazioni immediate sono

sconosciute; come il lavorio lento dell’acqua così la cultura della laguna richiede tempi di riflessione, per

conservare innovando. A un popolo aduso a rispondere urgentemente ai bisogni primari, in un luogo in cui

la natura spesso era matrigna, abituato a combattere per mantenere e mantenersi, l’unicità dei caratteri e

finanche la lingua – un dialetto dai fonemi con rimandi etruschi - costituivano una certezza di esistenza.

Grazie a queste caratteristiche si sono mantenuti gli aspetti più specifici che hanno assunto quel carattere

identitario particolarissimo che parla la lingua della cultura. La trasformazione del territorio, le bonifiche, il

tentativo di passaggio dalla pesca all’agricoltura, l’avvento del turismo, con le sue forme fattive e concrete

dell’abitare, il prorompere della modernità hanno creato un mondo nuovo, un diverso orizzonte. Ma gli

uomini e le donne non sono cambiati. La matrice si è conservata perché la storia non ha età. Questa è la

ragione della candidatura di Comacchio a Capitale Italiana della Cultura 2018. Nobilitare il vissuto di un

territorio, le sue tradizioni e le sue peculiari unicità risponde alle sfide del futuro, nella costruzione di una

cultura dell’agire condivisa che richiede l’apporto di coloro che vivono fra terra e acqua in un’area in cui la

biodiversità può vantare numerose eccellenze. Il sistema virtuoso messo in atto grazie a progettualità

condivise con le rappresentanze sociali ed economiche, rappresenta la vera chiave di volta per fornire al

sistema nella sua complessità, in ordine a possibilità occupazionali, a modalità di fruizione delle risorse

naturali, al recupero delle peculiarità identitarie, alla stessa Candidatura di Comacchio Capitale 2018, uno

slancio verso percorsi possibili, vicini e realizzabili. Le riflessioni scaturite nell’ambito del processo

partecipativo avviato in occasione della candidatura a Comacchio Capitale 2018, hanno fatto emergere la

voglia di cambiamento su più prospettive: una prospettiva concentrica, in cui il rinnovato approccio con i

temi civili che riguardano la comunità, portino le politiche ad attivare processi virtuosi che, per

gemmazione, migliorino la vita nella città. Ma anche una prospettiva verticale, tesa a gettare nel futuro

scelte strategiche che orientino lo sviluppo dell’ambiente e degli uomini e delle donne che lo abitano.

L’obiettivo è pertanto quello di promuovere cambiamenti per migliorarne, in termini duraturi, la qualità di

vita. Ai molteplici incontri realizzati dai 5 tavoli tematici (Pianificazione e Ambiente, Turismo e Identità,

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p. 31

Istituti Culturali ed Eventi, Tecnologia e Creatività; Cultura come elemento di inclusione e coesione sociale)

hanno preso parte un numero rappresentativo di cittadini, mentre altri hanno aderito con contributi online,

attraverso pagine web appositamente predisposte sul sito istituzionale. L’incipit al processo, così come il

suo termine, sono stati realizzati attraverso incontri plenari che hanno coinvolto ulteriori protagonisti. Un

laboratorio di comunità dal quale sono emersi nuovi e diversi percorsi culturali confluiti nel presente

documento. Una sfida per i prossimi decenni che, già da oggi, richiama alla corresponsabilità, alla voglia di

cambiamento, coinvolgendo tutti gli attori del territorio a pensare al di là del tempo, a cercare soluzioni ai

problemi del nostro tempo.

COMACCHIO: RISERVA DELLA BIOSFERA pag. 10

Il paesaggio culturale

Identità e innovazione

Le presenze turistiche sono circa 4 milioni con trend in crescita (il 2015 ha registrato un incremento del

movimento turistico pari all’11%). Il dato più significativo è rappresentato dalla componente straniera che

si attesta al 36,63% ascrivendo a Comacchio uno dei più alti tassi di internazionalizzazione della Regione. La

Germania si delinea ancora quale principale mercato estero di riferimento, seguito dai Paesi Bassi, dalla

Francia, dalla Repubblica Ceca e dalla Svizzera.

(…)

Tali paesaggi d’acqua presentano quindi un’estrema ricchezza antropologica in quanto, da sempre,

rivestono per la storia della civilizzazione umana elementi strutturanti dei territori, nonché condizioni

fondanti di molti degli assetti economici e sociali delle popolazioni insediate. Se per secoli le Valli hanno

rappresentato un considerevole apporto nell’economia del territorio, il loro ridimensionamento ha

determinato un mutamento economico sociale, includendo nuovi sistemi di sfruttamento della risorsa

acqua sia costieri, con l’attività legata al turismo, sia alla pesca che alle più recenti coltivazione di mitili,

aprendo inoltre ad una più strutturata attività agricola dei terreni bonificati. Le valli salse di Comacchio

costituiscono l’elemento vivente e vitale – quasi in una protettiva azione di autorigenerazione – che

dipanano la storia nel loro stesso esistere. Lo stretto legame che sussiste fra uomo e natura determina una

costante azione di tutela e salvaguardia, accanto alla ricerca dell’equilibrio idrico maturato con l’esperienza

secolare, rispettosa dei ritmi della pesca, con le attività di ripristino ecologico, controllo e riequilibrio

ambientale. Le Valli rappresentano un emblematico paradosso di natura: non potrebbero esistere senza

l’apporto dell’attività umana.

Ieri, oggi, Comacchio

PROGETTO COMACCHIO pag. 21

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo n.1

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Collaborazioni produttive pubblico e privato: la cultura come opportunità

La pianificazione strategica

Sviluppo e coesione sociale: il Progetto Comacchio 2015/2020 è prima di tutto un Patto per il lavoro e lo

sviluppo economico – sociale al cui centro c’è l’uomo, inteso come persona e nella sua accezione di

cittadino. Per questo il Comune di Comacchio lo ha sottoscritto con la Regione Emilia Romagna, il Parco del

Delta del Po, la Provincia di Ferrara, la Camera di Commercio, l’Istituto Superiore Remo Brindisi e le

rappresentanze che esprimono la società (CGIL, CISL, UIL, CIA, CNA, Coldiretti, Confagricoltura,

Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop Ferrara, Forum

Terzo Settore). Il progetto intende avviare un fattivo confronto condiviso per elaborare politiche di sviluppo

sostenibile e durevole delle comunità locali e definire le priorità settoriali su cui incentrare gli obiettivi. È un

pensiero trasversale quello che attraversa le modalità di approccio e si traduce in punti che hanno il

carattere di pietre miliari, per indicare nuova prospettiva comune. L’architettura del Patto, nelle sue linee

fondanti che rappresentano il manifesto delle idee, prevede: a) crescita economica anche attraverso la

valorizzazione di aree produttive dismesse; b) riconoscimento dell’archeologia e del Parco del Delta come

elementi per creare una nuova economia; c) programmazione delle risorse e utilizzo delle linee di

finanziamento dei fondi strutturali verso azioni selezionate; d) qualificazione/riqualificazione del capitale

umano; e) costituzione del biodistretto del Delta e riqualificazione delle Valli, della Salina e della Marineria;

f) miglioramento e risposte ai nuovi bisogni dei cittadini e delle cittadine per l’ambiente, trasporti,

assistenza sanitaria e di cura; sostegno e partecipazione alla vita attiva dei soggetti a rischio di esclusione

sociale; pianificazione di una città accessibile; g) interventi destinati all’occupazione femminile; h) sostegno

ai settori innovativi della ricerca, del terziario avanzato, del commercio del turismo e dei servizi.

Comunità partecipativa e creativa

IL SISTEMA INTEGRATO DELL’OFFERTA CULTURALE pag. 26

I CANTIERI DELLO SVILUPPO pag. 35

L’acqua e la storia – Progetto di valorizzazione della cultura delle Valli

Ampliamento Museo della Manifattura dei Marinati

Realizzazione Museo Archeologico Delta Antico

Musealizzazione dello scafo della Nave Romana

Archeologia e ambiente: attivazione Centro di Ricerca Interdisciplinare

Valorizzazione della Casa Museo Remo Brindisi

Apertura Museo Antica Diocesi di Comacchio

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Comune di Bitonto Verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura

Dossier informativo n.1

p. 33

Casa delle Arti

Centro storico: riqualificazione e nuovo sviluppo della Città Idropolitana

Implementazione della piattaforma tecnologica

COMACCHIO 2018 – GLI EVENTI pag. 45

PROMOZIONE E COMUNICAZIONE pag. 51

GOVERNANCE pag. 53

SOSTENIBILITÀ ECONOMICO FINANZIARIA pag. 55

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE pag. 56

CRONOPROGRAMMA pag. 58