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Transcript of Ovviamente, in una diocesi grande come Bari, dove ci sono circa 10.000 cresime allanno, è...
Ovviamente, in una diocesi grande come Bari, dove ci sono circa 10.000 cresime all’anno, è impossibile che sia l’arcivescovo in persona a
darle. Ci sono perciò i vescovi ausiliari o i delega ti speciali del vescovo, che a suo nome e
per suo mandato impongono le mani.
L’arcivescovo si incontra però, almeno una
volta ogni anno, con tutti i
cresimandi e le cresimande, per
sottolineare il legame di
questo sacramento con
il vescovo.
Fondamento biblico del sacramentoIl fondamento biblico del sacramento della cresima si trova, oltre che
nell’evento della discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste, anche in due testi degli Atti degli apostoli, dove si attribuisce esplici tamente il dono dello Spirito all’imposizione delle mani, che veniva
effettuata dopo il battesimo.
*At 2,1-4: Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si tro vavano tutti insieme nello stesso
luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si
abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si divi
devano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di
Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spi rito dava loro il potere di
esprimersi.
*At 8,14-17: Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Sa
maria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Gio vanni. Essi scesero e pregarono per loro
perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra
nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del
Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano
lo Spirito Santo.
*At 19,5-6: Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena
Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare
in lingue e a profetare.
In questi testi, risulta evidente che quello della cresima, con l’imposizione delle mani, è un rito che si distingueva
da quello del batte simo. «Questa imposizione giustamente viene considerata dalla tradizione cattolica come la prima origine del sacramento
della confermazione, il quale rende, in qualche modo, perenne nella Chiesa la grazia della pentecoste»11.
1. PAOLO VI, Divinae consortium naturae, Costituzione apostolica.
Anticamente, durante la Veglia pasquale, dopo il
rito del batte simo, i neofiti entravano in chiesa e ricevevano
l’imposizione delle mani e l’unzione con l’olio santo da parte del vescovo; avevano,
subito dopo, la facoltà di partecipare alla liturgia
eucaristica e di accostarsi alla
comunione, giungendo così al vertice della loro
iniziazione cristiana.
Ordinariamente si svolge durante la Messa,
«perché risalti meglio l’intimo nesso di questo sacramento con tutta l’iniziazione cristiana, che raggiunge il suo culmine nella partecipazione conviviale al
sacrificio del corpo e del sangue di Cristo. Così i cresimati
possono partecipare all’eucarestia, che porta a compimento l’iniziazione
cristiana»2.
La celebrazione del sacramento
2. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Introduzione al Rito della Confermazione, 13.
Anche per la confermazione è conveniente la presenza di un padrino che faccia da guida
spirituale e provveda che il cresimato si comporti da vero testimone di Cristo, adempiendo agli obblighi inerenti al
sacramento. È
«opportuno che sia la stessa persona scelta per il battesimo, per sottolineare meglio
l’unità dei due sacramenti»3.
3. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1311.
Inoltre, è importante che ci sia il massimo coinvolgimento dei cre simandi di fronte alla comunità, sia nel periodo di preparazione con attività concrete, sia durante la celebrazione stessa, per sotto lineare la dimensione ecclesiale del sacramento e gli impegni che ne derivano.
SCHEMA DEL RITO• Ministro della cresima: il vescovo, ma in
casi particolari può essere de legato un prete.
• Materia del sacramento: il crisma (olio misto a profumo).
• Formula: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Amen» (Rito della confermazione 32).
• Soggetto: Tutti i battezzati.
La celebrazione prevede i seguenti momenti:
la presentazione dei cresimandi al vescovo da parte del parroco o di
uno dei catechisti. Ogni cresimando è chiamato per nome e, accompagnato
dal padrino, prende posto nel presbiterio o in torno all’altare.
Questa chiamata personale ricorda ed esprime molto bene la vocazione
battesimale;
la rinnovazione
delle promesse
battesimale è la giusta
conseguenza della chiamata ed evidenzia lo stretto legame della cresima
con il battesimo;
l’imposizione delle mani delle mani su tutti i cresimandi da parte del vesco vo è il gesto più antico di questo sacramento. È segno di bene
dizione, ma anche di trasmissione della grazia, dei poteri e di uno speciale mandato
L’unzione con il crisma, insieme al gesto dell’imposizione delle mani, è il cuore e il segno essenziale del sacramento. Il vescovo pone una
mano sulla spalla del cresimando e ne pronuncia il nome, quindi intinge nel crisma il pollice della
mano destra e traccia un segno di croce sulla sua fronte, pronunciando la formula: «Ricevi il sigillo
dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Il cresimato risponde: «Amen». Quindi: «La pace
sia con te». «E con il tuo spirito»;
la preghiera universale,
che coinvolge in prima
persona gli stessi
cresimati, esprime il loro ruolo
sacerdotale, facendoli sentire
pienamente inseriti nella
comunità cristiana.
I doni e i frutti dello Spirito SantoLa tradizione ha
legato al sacramento della cresima i doni che il profeta Isaia
attribuisce al Messia: «Un germoglio
spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto
germoglierà dalle sue radici. Su di lui si
poserà lo spi rito del Signore, spirito di
sapienza e d’intelligenza, spirito
di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di
timore del Signore» (Is 11,1s).
Sono gli stessi doni che il vescovo elenca nella preghiera, al momento dell’im posizione
delle mani sui cresimandi. Sono doni che permettono ai credenti di incontrare Dio e di
essere da lui trasformati.
Preghiera del vescovo per invocare l’effusione dello Spirito sul cresimandi: Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito paraclito: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, e riempili dello spirito del tuo santo timore. Per Cristo, nostro Signore. Amen4
4. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito della Confermazione, LEV, Città del Vaticano, 1989, n. 29.
La sapienza è il dono che guida a considerare ogni cosa dal pun to di vista di Dio e a vedere la sfera umana con gli stessi occhi di
Dio. Permette di riconoscere e «gustare» (dal
verbo latino «sàpere») la
realtà divina e di dare un valore
relativo a quella umana.
L’intelletto permette di
discernere nel modo migliore la volontà di
Dio e di comprendere tutto ciò che parla del suo amore, ma anche di
interpretare i segni dei tempi e di
percepire il passaggio di
Dio nella propria vita.
Il consiglio è una
particolare grazia che consente di scegliere,
accettare e quindi
realizzare il progetto di
Dio.
La fortezza è il dono che dà la
consapevolezza di avere Dio sem pre
vicino, specialmente nei
momenti più difficili, ma anche la forza di poterlo testimoniare con
coraggio. È la forza dello Spirito
che sopperisce alla debolezza
umana.
La scienza (o conoscenza) permette di
capire meglio Dio, di en trare in
intimità con lui e di
riconoscerlo nel
quotidiano.
La pietà inculca l’affetto
filiale verso Dio,
caratterizzato dalla
fiducia, dal rispetto,
dalla confidenza,
dall’obbedienza e dal to
tale abbandono.
Il timor di Dio, che non ha nulla a che vedere con la paura, è quel sacrosanto timore, che scaturisce
dall’amore, di offendere chi si
ama. Comprende il rispetto per la
volontà di Dio e la gratitudi ne
per la sua bontà.
Per esprimere al meglio l’effusione dello Spirito Santo,
all’impo sizione delle mani è stata aggiunta
l’unzione di olio profumato, det to
«crisma». Questa parola, che ha la stessa radice di
«Cristo», che significa appunto «l’Unto», «il
Consacrato», e di «cristiano», collega
la missione del Messia a quella di ogni
battezzato.
È per questo che la cresima, come il battesimo, si può
amministrare una sola volta, in quanto
imprime nell’anima un carattere, un marchio
indelebile, il sigil lo dello Spirito di Cristo
che, rivestendo il cresimato di potenza
dall’al to, lo fa suo fedele testimone.
«Questo sigillo dello Spirito Santo segna l’appartenenza totale a Cristo, l’essere al suo servizio per sempre, ma anche la promessa
della divina protezione nella grande prova escatologica»5.
5. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1296.
Il sa cramento della confermazione evidenzia in tal modo tutta la sua di mensione missionaria, l’esigenza di una maturazione personale nella fede e l’incorporazione al popolo di Dio, dal
momento che, come ha scritto s. Ambrogio,
«Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato in Cristo Signore e ha posto quale pegno nel tuo cuore lo Spirito»6.
6. S. AMBROGIO, De mysteriis,7,42.
E l’effusione dello Spirito Santo, apportando nei cresimati la cre scita della grazia battesimale:
• radica i battezzati ancor di più nella filiazione divina;
• li unisce più saldamente a Cristo;
• li arricchisce dei doni dello Spirito Santo;
• perfeziona il loro legame con la Chiesa;
• accorda loro una speciale forza per testimoniare la fede.
Ma, insieme ai doni, lo Spirito Santo produce anche molteplici frutti, come è possibile ricavare da alcuni passi del Nuovo Testamento:
• amore (1Gv 4,7; 1Cor 12,31)
• gioia (Fil 2,17; Rm 14,17-19)
• pazienza (1Cor 13,4)
• obbedienza (At 16,6)
• mansuetudine (Gal 15,22)
• benevolenza (1Cor 13,4)
• fedeltà (1Cor 13,7; Gal 5,22)
• preghiera (Rm 12,12)
• cordialità (Gal 5,22)
• generosità (Rin 12,11)
• dominio di sé (1Cor 9,25)
• pace (Rm 14,17-19)
• giustizia (Rm 14,17-19)
• perdono (Gv 20,22s)
• temperanza (Gal 15,22)
• bontà (Gal 5,22)
• libertà (Gal 5,13)
• mitezza (Gal 6,1)
• probità (Mt 5,3)
• comprensione (Gal 5,22)
• servizio (Rm 12,11)