Ottobre 2013 Bimestrale Anno II a VOCE · "si impara ad amare" e nel quale ci si prende cura di...
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N° 2 Ottobre 2013
Bimestrale
Anno II
Le parole di Papa Francesco
Editoriale: Il nuovo giornalino
Rubriche:
- La famiglia 1 e 2
- gli Anziani
- i Giovani
- la Comunità
Approfondimenti:
- siti Internet – Novità
In Parrocchia: Impianto Fotovoltaico
Inserti:
- Bando concorso “Anno della Fede”
- Scheda adesione Fotovoltaico
la VOCE
2
LE PAROLE DI La Chiesa è giovane e lo si vede proprio bene nella GMG. Che il Signore ci mantenga sempre tutti giovani
di cuore
Cari giovani, non sotterrate i talenti, i doni che Dio vi ha dato! Non abbiate paura di sognare cose grandi
Siamo pronti a impegnarci come cristiani coerenti, 24 ore su 24, per dare testimonianza con la nostra
parola e il nostro esempio?
Manteniamo viva la nostra fede con la preghiera, con i Sacramenti; siamo vigili per non dimenticarci di
Dio
Essere cristiani non si riduce a seguire dei comandi, ma è lasciare che Cristo prenda possesso della nostra
vita e la trasformi.
Se abbiamo trovato il senso della vita in Gesù, non possiamo essere indifferenti davanti a uno che soffre, a
uno che è triste. -
Uscire da se stessi è uscire anche dal recinto dell’orto dei propri convincimenti considerati inamovibili se
questi rischiano di diventare un ostacolo, se chiudono l’orizzonte che è di Dio
Tutti noi siamo vasi d’argilla, fragili e poveri, ma nei quali c’è il tesoro immenso che portiamo.
Il consumismo ci ha indotto ad abituarci allo spreco. Ma il cibo che si butta via è come se fosse rubato ai
poveri e agli affamati.
A volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio. Impariamo da Maria la
capacità di decidere, affidandoci a Dio.
La logica mondana ci spinge verso il successo, il dominio, il denaro; la logica di Dio verso l’umiltà, il
servizio e l’amore
Gesù non ci ha salvato con un’idea. Si è abbassato e si è fatto uomo. La Parola si è fatta carne.
Siamo arrabbiati con qualcuno? Preghiamo per quella persona. Questo è amore cristiano
La carità, la pazienza e la tenerezza sono tesori bellissimi. E quando li hai, vuoi condividerli con gli altri.
Che bello se ognuno di noi alla sera potesse dire: oggi ho compiuto un gesto di amore verso gli altri
Colui che isola la sua coscienza dal cammino del popolo di Dio non conosce l’allegria dello Spirito Santo
che sostiene la speranza
Siate vicini ai vostri sacerdoti con l’affetto e con la preghiera, perché siano sempre Pastori secondo il
cuore di Dio.
3
PAPA FRANCESCO In relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi:
Alcuni non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a
Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia.
Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della
Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la
cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso
consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei
poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a
Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E
Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. E’ per me
l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche
noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? E’ l’uomo che ci dà questo spirito di pace,
l’uomo povero … Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri.
"Dal luogo dove San Francesco si spogliò dei vestiti e di tutti i beni materiali, voglio spiegare come la
Chiesa oggi si deve spogliare delle sue ricchezze per stare più vicina ai poveri e ai bisognosi".
Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da
Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L'uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una
relazione non tanto buona col Creato.
''La famiglia è il lievito della società''
Commento di , padre Federico Lombardi
Direi che la prima novità è il nome, che mi colpì fin dall’inizio: Francesco, un nome certamente nuovo; nessun Papa
prima lo aveva preso. E, con il nome di Francesco, c’è la sua spiegazione, data dal Papa stesso: “poveri, pace,
custodia del Creato”. E abbiamo già visto – almeno sui poveri e la pace – che veramente sono tratti fondamentali di
questo Pontificato, anche di estrema attualità, come nelle ultime settimane questo impegno estremamente
coraggioso per la pace nel Medio Oriente. Poi, una seconda novità mi sembra essere la fine dell’eurocentrismo
della Chiesa, cioè il fatto che abbiamo un Papa latinoamericano. In realtà, questo lo si sente in un senso piuttosto
positivo di allargamento degli orizzonti: lo abbiamo vissuto in particolare nel corso della Giornata mondiale della
gioventù, in cui abbiamo visto il Papa nel suo continente di provenienza e abbiamo imparato che anche il suo stile è
pastorale, il suo modo di rapportarsi diretto con la gente, il suo linguaggio molto semplice … Anche i temi
dell’attenzione alla povertà e così via, vengono da un contesto ecclesiale molto ricco, con una sua grande
tradizione che adesso viene al cuore della Chiesa con una forza e una presenza maggiore. Tutti i Papi sono stati
“universali”, sono stati Papi che hanno avuto tutto il mondo nel cuore, e quindi non è che fossero “parziali”. Però, io
credo che si noti il fatto che la scelta di un Papa che viene da un altro Continente effettivamente porta qualche cosa
di specifico nello stile, nella prospettiva, ed è qualche cosa di desiderato dalla Chiesa universale, di voluto dai
cardinali e noi lo apprezziamo, come un arricchimento ulteriore del cammino della Chiesa universale. E poi, se devo
dire una terza caratteristica, mi pare quella della missionarietà. Il Papa Francesco parla molto di una Chiesa non
autoreferenziale, di una Chiesa in missione, di una Chiesa che guarda al di fuori di sé e a tutto il mondo.
4
Editoriale di Ninetta Campelli
La “Voce” si è interrotta per un lungo periodo.
“Chi se n’è accorto?” potrebbe dire qualcuno. ,e
qualcun altro commentare amaramente “voce
che grida nel deserto”…
Qui invece vogliamo dire la gioia di ritrovarci, la
speranza e l’impegno di sentirci e di essere
sempre più comunità. Nelle relazioni la voce è
uno strumento importante, è un forte legame: ci
fa sentire la presenza degli altri e fa sentire agli
altri la nostra presenza.
Chi non ha sperimentato una voce che
permetteva di orientarsi nel buio, dirigeva un
gioco o rendeva più facile un lavoro? Chi non ha
conservato nel cuore una voce che consolava un
pianto, incoraggiava un proposito, chiariva un
dubbio, trasformava in certezza un’intuizione?
Naturalmente la voce comporta l’ascolto. Chi non
sa ascoltare si estranea, si condanna
all’isolamento e chi non è ascoltato si allontana
amareggiato e deluso imprigionato in uno sterile
monologo. Forse per diventare capaci di ascolto
dovremmo imparare a guardarci negli occhi con
franchezza e fiducia, nella consapevolezza che
per il cristiano nessuno è estraneo.
Nel nostro territorio non dovrebbe essere
difficile; esistono tanti legami familiari e
parentali che costituiscono di fatto una rete di
rapporti. Si tratta di trasformarli in relazioni
consapevolmente vibranti di autentica fraternità
aperta “ai nuovi”, agli estranei, a quelli che
abitano dietro la curva, cosi da far loro
desiderare di diventarne partecipi.
Scriveva il Parroco nel primo numero de la Voce:
“ lo spirito di questa rivista non può essere che
quello evangelico per condurci a fare esperienza
fraterna di vita comunitaria e di famiglia
cristiana”. Ecco: la Voce può essere un aiuto
discreto, per questo vorrebbe aprirsi a tutti
quelli che vogliono far sentire la propria voce
nella rubrica “lettere alla redazione”, che sarà
inserita dal prossimo numero (vedi nota in
ultima pagina), e diventare una sinfonia di voci.
C’è la voce che si fa comunicazione della Parola
di Dio: c’è la voce di tutti noi che siamo Chiesa ed
esprime aspettative, richieste, bisogni, dolori ma
anche gioia, speranza, fede e può farsi preghiera.
Personalmente amo molto anche la voce delle
nostre campane: il loro suono che giunge in
contemporanea a tutti è una voce solenne che
almeno in tre momenti del giorno ci invita a
pensare a Dio e in qualche modo stabilisce un
contatto con quelli che ci vivono accanto e la
sentono insieme a noi.
Durante questo intervallo sono accadute tante
cose: abbiamo vissuto fibrillazioni politiche di
ogni genere, ansie da precarietà economiche,
emozioni che hanno suscitato grande pietà e ci
hanno anche mostrato l’orrore dell’indifferenza.
Ma soprattutto attorno al nuovo “Vescovo di
Roma” ci siamo tutti sentiti immersi nella
primavera della chiesa e sentiamo più forte
l’impegno di essere cristiani “seri”, di vivere in
comunione più profonda.
E se provassimo davvero a costruirla iniziando
dalle persone con le quali condividiamo lo spazio
del nostro territorio?
La voce secondo I. Calvino
Una voce significa questo:
c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che
spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le
altre voci.
Italo Calvino: Un re in ascolto
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Rubrica: la Famiglia
Papa Francesco indica nella famiglia il luogo dove si impara ad amare e a difendere la vita
Il motore del mondo
Con attenzione e affetto accanto ai coniugi che sono in difficoltà o in crisi
Una comunità di vita fondata sul matrimonio; un luogo in cui "si impara ad amare" e nel quale ci si prende cura di bambini e anziani, "i due poli della vita"; un reale e concreto "motore del mondo e della storia". È questa l'"icona" della famiglia proposta da Papa Francesco durante l'udienza di questa mattina, venerdì 25 ottobre, ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. E proprio avendo davanti agli occhi questa immagine, il Pontefice ha ancora una volta raccomandato di avvicinarsi "con attenzione e affetto alle famiglie in difficoltà, a quelle che sono costrette a lasciare la loro terra, che sono spezzate, che non hanno casa o lavoro, o per tanti motivi sono sofferenti; ai coniugi in crisi e a quelli ormai separati. A tutti vogliamo stare vicino".
È senza dubbio un orizzonte molto vasto quello aperto dal Santo Padre sulla famiglia. In esso, ha fatto notare, è possibile scoprire tutte le dimensioni che riguardano la persona umana, dal nome che riceviamo, alla dignità personale, a quella che appartiene a ogni singola persona, in modo particolare "quella malata, debole, emarginata". Motivi validi per legittimare la richiesta di essere riconosciuta proprio come "comunità-famiglia" soprattutto in un periodo come l'attuale, in cui sembra prevalere "la tutela dei diritti individuali".
E in questo orizzonte rientrano la fedeltà matrimoniale, che porta a superare "diversi punti di vista, gelosie" e persino i litigi; ma soprattutto rientra lo straordinario rapporto tra l'infanzia e la vecchiaia, i due poli della vita, "i più vulnerabili, spesso dimenticati". Così come è importante ""perdere il tempo" con i figli, giocare con i figli", ha detto il Santo Padre, è altrettanto importante non dimenticare gli anziani: "Una società che abbandona i bambini - ha aggiunto il Pontefice - e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro", perché "i giovani porteranno avanti quella società con la loro forza".
Infine il Pontefice si è soffermato sull'esemplarità delle famiglie cristiane che "si riconoscono - ha detto - dalla fedeltà, dalla pazienza, dall'apertura alla vita, dal rispetto degli anziani". Il segreto "è la presenza di Gesù nella famiglia". Ed è proprio questa presenza che deve indurre a proporre a tutti "con rispetto e con coraggio, la bellezza del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo". La "buona notizia" della famiglia è e resta "una parte molto importante dell'evangelizzazione".
6
Rubrica: Giornata della Famiglia
Papa Francesco: «La famiglia si fonda sul matrimonio. È il motore del mondo e della storia»
26 Ottobre 2013 Papa Francesco
Giornata della famiglia. Il Pontefice ha ricordato che essa è «una comunità di vita, che chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali» Signori Cardinali, cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, vi do il benvenuto in occasione della XXI Assemblea Plenaria e ringrazio il Presidente Mons. Vincenzo Paglia per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro. Grazie. 1. Il primo punto su cui vorrei soffermarmi è questo: la famiglia è una comunità di vita che ha una sua consistenza autonoma. Come ha scritto il Beato Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Familiaris consortio, la famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una «comunità di persone». E una comunità è di più che la somma delle persone. È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale. Nella famiglia la persona prende coscienza della propria dignità e, specialmente se l’educazione è cristiana, riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, debole, emarginata. 2.- Veniamo al secondo punto (Omissis)
3. Vorrei ora fare almeno un cenno a due fasi della vita familiare: l’infanzia e la vecchiaia. Bambini e anziani rappresentano i due poli della vita e anche i più vulnerabili, spesso i più dimenticati. Quando io confesso un uomo o una donna sposati, giovani, e nella confessione viene qualcosa in riferimento al figlio o alla figlia, io domando: ma quanti figli ha lei? E mi dicono, forse aspettano un’altra domanda dopo di questa. Ma io sempre faccio questa seconda domanda: E mi dica, signore o signora, lei gioca con i suoi figli? – Come Padre? – Lei perde il tempo con i suoi figli? Lei gioca con i suoi figli? – Ma no, lei sa, quando io esco da casa alla mattina – mi dice l’uomo – ancora dormono e quando torno sono a letto. Anche la gratuità, quella gratuità del papà e della mamma con i figli, è tanto importante: “perdere tempo” con i figli, giocare con i figli. Una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro. E voi fate la valutazione su che cosa fa questa nostra cultura oggi, no? Con questo. Ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato, si compie non solo un atto di ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di quella società. Prendersi cura dei piccoli e degli anziani è una scelta di civiltà. Ed è anche il futuro, perché i piccoli, i bambini, i giovani porteranno avanti quella società con la loro forza, la loro giovinezza, e gli anziani la porteranno avanti con la loro saggezza, la loro memoria, che devono dare a tutti noi. Cari amici, i lavori della vostra Plenaria possono essere un prezioso contributo in vista del prossimo Sinodo Straordinario dei Vescovi, che sarà dedicato alla famiglia. Anche per questo vi ringrazio. Vi affido alla Santa Famiglia di Nazaret e di cuore vi do la mia Benedizione.
Rubrica: gli Anziani di Grazia Bartocci
Una delle pene che più fa soffrire l’anziano è l’impressione, spesso la convinzione della propria inutilità o
dell’essere diventato un peso per sé e per gli altri, quindi la consapevolezza della propria fragilità fisica e
psicologica possono facilmente portare l’anziano al disimpegno. Pensiamo agli anziani che hanno
ricoperto posti di particolare importanza nel lavoro, nella famiglia di cui magari erano il perno, nella
stessa comunità parrocchiale e ora l’età avanzata li ha fatti rientrare tra le persone anonime.
Siamo tutti utili ma non insostituibili, occorre accettare la realtà senza perdersi nel rimpianto del passato
o nel pensiero del futuro incerto, ma impegnandosi qui e ora.
Questo non vuol dire difendere ad oltranza il posto di responsabilità occupato e non voler cedere il passo
ad altri: al contrario , accettare il tramonto significa impegnarsi ancora, con amore e donazione, in una
nuova forma di presenza e di azione.
Per questo la vita anche nel periodo dell’anzianità, deve essere pienamente valorizzata perché in questa
età, pur se minacciata da tanti limiti e appesantita da molte difficoltà, può meglio rivelarsi la potenza di
Dio, il suo intervento prodigioso, la sua logica umanamente assurda così come scrive S. Paolo:
“Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole
per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a
nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio”: (1Cor.1,27-28)
Al di là degli interventi straordinari del Signore, l’anziano può e deve superare la tentazione del
disimpegno, della rinuncia alle possibilità ancora aperte, della chiusura agli appelli dello spirito,
pregando per l’intervento quotidiano di Dio, perché gli conceda una vecchiaia feconda di bene.
“ Non mi respingere nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze…….
Tu mi ha istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.
E ora nella vecchiaia e nella canizie,
Dio, non abbandonarmi,
finché io annunzi la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue meraviglie”
(Sal. 7.1, 9.17.18)
_______________________________________________________________________ Liberamente tratto da “In ascolto della Parola” di D. Tettamanzi
I miei ricordi: Una poesia da Dario Di Mario
Come vedo dipinto il mio bambino
al fin di desinare.
E' uno sconcerto!
Ha le patacche addosso a cento a cento
e la bocca color di stufatino
il musetto tinto di vino e sulla fronte
un po' di condimento.
Uno spaghetto appiccicato al mento che
gli penzola giù sul grembiulino,
e lui che tutto pesca e tutto tocca
stenta un poco per trovar la bocca.
Tutti i miei strilli sono inefficaci
lui come un vecchio apre la bocca
ed io gli riempio il muso con i miei baci
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Rubrica: I Giovani di Alessandra Festa
In questa rubrica dedicata ai Giovani, intesi come
fascia d'età tra i ragazzi e gli adulti, vogliamo
dedicare spazio a tutte le tematiche correlate a
questa stagione della vita di un individuo. Ci
occuperemo dunque, di volta in volta, dei temi che
ci toccano più da vicino quali lavoro, il ruolo nella
società, i valori e la vita, ecc. In questo primo
articolo di "lancio" della nuova sezione, vorrei fare
una sorta di fotografia del mondo che noi giovani
ci troviamo ad affrontare. Non è facile vivere in un
momento come questo che si sta attraversando, in
cui l'apparire domina sull'essere e l'ostentare di
possedere di più fanno perdere di vista quelli che
sono i valori essenziali e profondi dell'essere
umano. È una crisi totale, non solo economica,
crisi dei modelli da seguire (pensiamo alla classe
politica) in una società che diventa sempre più
una giungla, se vogliamo dirla con le parole di
Hobbes "homo homini lupus" o "mors tua vita
mea" . È un mondo dove impera indiscusso ed
invincibile un solo grande protagonista: l'egoismo.
Ognuno di noi pensa al suo piccolo orticello, senza
curarsi degli altri, senza volgere lo sguardo al
fratello che ti è accanto, dimenticandoci di chi è in
difficoltà. In realtà, siamo tutti pieni di problemi
ma facciamo finta di niente mentre il tempo passa
incapaci di ascoltare noi stessi e la nostra voce
interiore... e improvvisamente ci ritroviamo
magari senza lavoro, catapultati in un dolore
provocato da una delusione sentimentale, da un
problema di salute di un familiare... Solo allora,
quando ci sentiamo toccati in prima persona
diventiamo sensibili, prima eravamo troppo
occupati a riempire la nostra vita di cose effimere,
inutili, superflue o addirittura dannose. Molto
spesso parlando con le persone più anziane, ci
troviamo quasi di fronte ad un paradosso quando
affermano "si stava meglio quando si stava
peggio". A mio modesto avviso, non si tratta di un
paradosso. Chi ha vissuto la fame vera, o seri
problemi legati alla primaria sussistenza rispetto
a noi giovani di oggi, sa apprezzare le cose
semplici della vita che noi abbiamo dimenticato o
che forse non abbiamo mai considerato tali. E
quali sono le cose essenziali? Per molti di noi il
termine "essenziale" viene concepito in maniera
consumistica come un oggetto che non si ha ma
che si vorrebbe avere. Per la nostra generazione è
importante essere vestiti bene, avere i soldi per
uscire o per una vacanza, per comprare un
articolo di tendenza piuttosto che un altro. Ecco
che di nuovo si torna alla sfera dell'"apparenza".
In un mondo globalizzato e in cui la plutocrazia fa
da padrona, ci si è scordati che essenza deriva da
"essens" participio presente del verbo esse (=
essere) e dunque sta ad indicare "ciò che
costituisce la sostanza". Difficile a credersi se ci
propinano ovunque, dalla tv ai giornali, stereotipi
di donne che nella vita reale non esistono, stili di
vita che pochissimi possono sostenere, eccetera;
sono mondi distanti dalla nostra vita quotidiana. E
allora noi che facciamo? Ci affanniamo per avere
piu' soldi, il telefono di ultima generazione e
cerchiamo di sostenere il ritmo degli altri per non
essere da meno, per essere accettati fino a quando
in qualche caso, sbattendo il muso contro la realtà,
arrivano delusioni, depressioni, problemi di
dipendenza da droghe, c'è chi si suicida in preda
alla disperazione. Ciò che però ci renderebbe
meno vulnerabile è prendere coscienza di noi
stessi, della nostra essenza e dei nostri limiti e
capire che si puo' essere sereni accontentandoci
per come siamo, per come Dio ci ha creato, senza
strafare e senza voler a tutti i costi stravolgere i
normali equilibri. La sofferenza fa parte della
natura umana, è un elemento che consente di
analizzarci, conoscerci e capire che se usciamo dal
nostro isolamento possiamo condividere con gli
altri le nostre paure, preoccupazioni, ed è
sicuramente meno gravoso che portare da soli il
nostro fardello.
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Rubrica: la Comunità di L. Teodori
La Comunità naturale di fede è la Parrocchia,
dove bisogna mettere a disposizione i propri
doni, dove si riceve accoglienza, protezione e
nello stesso tempo si mettono in comune le
risorse umane e spirituali per il bene comune.
Quando si parla di vita di comunità spesso si va
alla ricerca di una comunità perfetta, ideale, molti
immaginano di trovare una comunità irreale,
dove tutti sono perfetti e quando sperimentano
che gli altri hanno gli stessi propri limiti,
scontenti e delusi per non aver trovato
perfezione, lasciano.
Non possiamo non accorgerci che le relazioni
interpersonali che viviamo sono sempre più
astratte e direi anche malate. Quale posizione
occupano gli altri nella mia vita?
Le risposte a questa domanda possono essere
molteplici a seconda del rapporto che noi
abbiamo con le persone che incontriamo nelle
nostra comunità parrocchiale.
Se le persone le abbiamo in simpatia allora le
relazioni diventano gradite, appassionanti, quasi
da non poterne fare a meno: abbiamo bisogno
della compagnia altrui e se manca la cerchiamo a
tutti i costi. Ma se le persone con le quali
inevitabilmente si incrocia la nostra quotidianità
sono degli estranei, allora bisogna in qualche
modo essere delle persone gentili, con un primo
approccio “il saluto” successivamente rendere
accogliente l’ingresso nella comunità
parrocchiale.
Nella nostra comunità parrocchiale sono state
costituite diverse attività, per permettere al
quartiere di incontrarsi e relazionarsi
fraternamente, come ad esempio: Centro
Amicizia Anziani, dove le persone si incontrano
svolgendo varie attività e si realizzano manufatti
con il ricavato della cui vendita si acquistano
materiali per le attività dei nostri ragazzi.
La Cittadella degli “anta” è costituita da varie
“case” o laboratori dove l’esperienza attiva di una
manualità o di un impegno accomunano le
persone sia anziane che meno anziane, inoltre
questa esperienza può dare una risposta alla
sofferenza di una solitudine o più solitudini: può
riportare ad un livello di comunione e di
relazionalità e ad un grado di piacevole
convivenza e può anche rendere più sostenibile
una sofferenza perché condivisa.
Le varie attività all’interno della “Cittadella” sono:
Informatica, Acquarello, Ginnastica Dolce,
Teatro etc. Altre possibilità di incontri comunitari
di preghiera nella nostra parrocchia sono:
Gruppo Padre Pio: ogni secondo venerdì del
mese.
Gruppo di preghiera: ogni venerdì sera dalle ore
21 alle ore 22
La comunità parrocchiale per il nostro quartiere,
non avendo a disposizione punti di incontro, può
essere un momento di relazione e condivisione
tra le persone.
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Approfondimenti
- Siti Internet – Il mondo cambia e cambiano anche i domini utilizzati nel web
Immagina che Internet sia un’autostrada in cui
circolano milioni di informazioni al secondo.
Questa rete telematica mondiale è articolata in
più nodi nazionali (service providers) a loro volta
ramificati in una pluralità di nodi locali (pop
servers), attraverso cui i singoli utenti accedono
al mare magnum del web. Per poter consentire
ai singoli computers connessi alla rete, di
comunicare tra loro per lo scambio di notizie
e informazioni, ad ognuno di essi è assegnato
un codice d’identificazione, definito
come indirizzo IP (Internet Protocol). Tuttavia
l’utilizzo di tali codici sarebbe molto complesso e
poco agevole da parte dei singoli internauti. Per
questa ragione si sono affiancati agli indirizzi IP,
gli indirizzi DNS (Domain Name System), i quali
essendo composti da lettere, traducono in parole
e nomi di senso compiuto un freddo codice
alfanumerico (ad es: www. pincopallo.it
I domini sono composti da più parti. Le due parti
fondamentali, però, sono:
1. il nome vero e proprio. Ad esempio:
“pincopallo”. Questo rappresenta il nome della
società e/o del marchio ed è la forma con cui
questo sarà conosciuto sulla rete dagli altri utenti.
2. L’estensione. Nel nostro caso, l’estensione del
sito è “.it”
Altre estensioni popolari sono:
.com sta per commercial e definisce ogni
tipologia d’impresa commerciale;
.edu sta per educational, per le università
o gli istituti d’istruzione;
.gov è l’estensione utilizzata
dagli organismi governativi;
.org sta per organization e si riferisce alle
associazioni in generale e agli enti no –
profit.
.net sta per network ed è disponibile in
tutto il mondo
.biz sta per business ed è anch’esso
disponibile in tutto il globo.
Ricordare: ogni dominio appartiene ad un
unico titolare.
Novità 2013: Ho ricordato le tipologie di estensione dei domini internet perché a breve (si parla della seconda metà del 2013), inizieranno a vedersi in rete i primi domini personalizzati!
Questo significa che a fronte di una cifra
abbastanza elevata (circa 185 mila dollari), sarà
possibile registrare domini con qualsiasi
estensione si voglia! Rifacendoci all’esempio di
prima, potremmo , ad esempio, registrare questo
tipo di
sito:www.pincopallo.milano o www.pastaallacarb
onara.roma
L’idea è quella di rendere gli indirizzi dei siti
internet più accessibili a chi usa alfabeti diversi
da quelli latini. I primi nuovi domini
personalizzati, infatti, saranno quelli in cinese
ed arabo. Perché è così importante il dominio nel mondo del web marketing?
Perché rappresenta a tutti gli effetti il tratto
d’istintivo di una impresa nel web. Il nome del
dominio è il biglietto da visita di un’azienda e di
un marchio in rete. Per questo bisogna prestare
molta attenzione al nome che si sceglie per
rappresentare il proprio sito internet!
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In Parrocchia – Adotta un Pannello
La Parrocchia ha la possibilità di installare un impianto fotovoltaico, per la produzione di energia
elettrica, a condizioni agevolate. Infatti, è stata inserita nel piano incentivi GSE (Gestore Servizi
Energetici). Sottoponiamo ai nostri lettori notizie sull’impianto e proposte di autotassazione a cui
aderire.
NOTE SULL’IMPIANTO
A. Costo preventivato circa € 40.000,00 (iva compresa)
a. Montaggio sul tetti del corridoio cappellina di n° 80 pannelli
B. Produzione di energia elettrica remunerata
a. A consumo (0,09 euro a KWh)
b. Ceduta ( 0,18 euro a KWh)
C. Stime presunte di consumo annuo circa 28.000 KW
a. 14.000 consumabili
b. 14.000 ceduta
c. Risparmio di 0.20 kwk a consumo
D. Forme di sovvenzionamento
a. Con accesso al credito bancario
b. Autotassazione
ESEMPI DI FINANZIAMENTO DELL’IMPIANTO
A. Credito bancario di € 30.000,00
a. Banca C. C. in cinque anni a tasso fisso con rata semestrale (circa 3.500,00 euro)
b. IOR in cinque anni a tasso fisso con rata semestrale (circa 3.400,00 euro)
B. Autotassazione
c. Adotta un pannello (costo unitario del pannello circa 500,00 euro)
i. Si può adottare in una o più famiglie un solo pannello
d. Sottoscrizione fissa mensile
i. Si può offrire un sostegno fisso da 10,00 euro fino a 100,00 euro mensili
e. Sottoscrizione libera mensile
i. Si può offrire un sostegno di importo libero mensile
f. Sottoscrizione libera una tantum
i. Si può offrire liberamente in un'unica donazione qualsiasi somma
Le proposte esposte vanno integrate in un UNICO PIANO DI AMMORTAMENTO in cui la somma del
credito va a coprire i costi del materiale e della mano d’opera dell’impianto e le offerte
dell’autotassazione vanno a coprire i costi dell’impianto ed in parte le rata da versare per la
copertura del credito.
PREGHIAMO COLORO CHE FOSSERO INTENZIONATI AD ADERIRE AD UNA DELLE FORME DI
AUTOTASSAZIONE DI COMPILARE IL FOGLIO ALLEGATO A QUESTO GIOTRNALINO E
CONSEGNARLO IN PARROCCHIA
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PARROCCHIA S. ANDREA AVELLINO
ANNO II - Ottobre 2013 - N° 2
Bimestrale di Informazione comunitaria
Dir. e Redazione: Via Ascrea 26 00135 Roma
Tel. 06 30815220 Fax: 06-30329470
www.parrocchia-santandreaavellino.it
Direttore Responsabile
Don Claudio Occhipinti
CoordinamentoEditoriale
F. Ruffini
Comitato di Redazione
Don Claudio Occhipinti – D. Bicchielli -
C. Brunetti –N. Campelli – A. Festa -
Hanno collaborato
N. Campelli – A,Festa
G. Bartocci- F. Ruffini – L. Teodori
Pro-Manoscripto.
Ad uso interno
COMUNICAZIONI
NOVEMBRE
Tutti i Lunedì, Mercoledì e Venerdì S. Messa per i defunti
per ognuna delle 11 vie del quartiere.
Tutti i Venerdì lle ore 21.00 Worship (Adorazione cantata)
Giorno 1 – Solennità di tutti i Santi –precetto
Gorno 4 – Centro di ascolto del Vangelo
Giorno 10 – Festa S. Andrea Avellino
Raccolta sangue
Giorno 17 – Rito della Confermazione
Giorno 25 – Solennità di Cristo Re
Giorno 29 - S. Messa per tutti i defunti dimenticati
DICEMBRE
Tutti i Venerdì lle ore 21.00 Worship (Adorazione cantata)
Giorno 1 – Ritiro presso l’Oasi degli Angeli
Giorno 6 – Adorazione Eucaristica mensile
Giorno 8 – Annunciazione del Signore
- Mercatino Natalizio
Giorno 14 – Gita a Napoli
Giorno 15 – Mercatino Natalizio
Dal 23 al 6 Gennaio: Sospensione di tutte le attività non
Spirituali
Giorno 24 ore 23.00 – S. Messa di Natale
Giorno 25 ore 11.00 e 18.00 – S. Messa di Natale
Carissimi lettori,
Come detto a pag. 4, la redazione inizierà dal
prossimo numero un rapporto diretto con i
lettori, attraverso la Rubrica “lettere alla redazione”.
Potrete inviare le vostre lettere/commenti/idee
utilizzando l’indirizzo e-mail del giornalino:
lavoce@ parrocchia-santandreaavellino.it
oppure, l’apposita cassetta per lettere posta
all’ingresso della chiesa.
Vi risponderemo tempestivamente sul giornalino in
uscita.
Fate sentire la vostra voce.
la redazione