Ottobre 2004 · Luciano Franchi CONSIGLIO DI REDAZIONE Nereo Marchi (coordinatore) Luigi Casadei...

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Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003/conv. in L. 27/02/2004 n.46 - art.1 comma 2 DCB MI - Anno LVI numero 4 - Ottobre 2004 Periodico d’informazione e cultura dell’ AVIS Nazionale Giovanna Trillini: Avis in festa per un’Amica

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Periodico d’informazione e cultura dell’AVIS Nazionale

GiovannaTrillini:Avis in

festa perun’Amica

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Vi piace? Informa? E’ utile? Regalatelo!

Agende e calendari Avis: fino al 30 novembre le prenotazioni

Oltre alle copie che arrivano nella sede di ogni Avis ed ai numerosi amici dell’indirizzario della Nazionale, il nostro periodico può essere inviato, a richiesta,

anche ad altri indirizzi indicatici dalle Avis. Componenti del Consiglio, medici eamministratori pubblici, simpatizzanti e sostenitori della nostra Associazione, ecc.

Basta farne richiesta all’Avis nazionale. La partecipazione alle spese di stampa e spedizione è di 6 Euro l’anno (4 numeri).

Come copertina... il cielo azzurroAvis. Come interno, ampi spazi peri propri appunti e notizie utilisull’Avis. Tanti formati, con alcune novità rispetto allescorse edizioni. Il catalogo completo è sul sito www.avis-service.it, con i prezzi ed i termini di consegna. Sonoprenotabili fino al 30 novembre.

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Periodico trimestrale di informazione e cultura dell’Avis NazionaleReg. Trib. Milanon° 305 del 26.09.1969

Viale E. Forlanini, 2320134 Milano Tel. 0270006786

0270006795Fax [email protected]@[email protected]://www.avis.itn° verde 800261580

AVIS - Associazione Volontari Italiani Sangue

Anno LVI, n. 4Ottobre 2004

DIRETTORE EDITORIALE

Andrea TieghiPresidente Avis Nazionale

DIRETTORE RESPONSABILE

Luciano Franchi

CONSIGLIO DI REDAZIONE

Nereo Marchi (coordinatore)Luigi CasadeiGiorgio GroppoGianfranco MarabiniVittorio Marsetti

REDAZIONE-REALIZZAZIONE GRAFICA

Beppe Castellano(caporedattore)

Michela RossatoLaura TuveriViviana Bossi

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Ufficio StampaAvis Nazionale viale E. Forlanini, 23 20134 MilanoTel. 0270006786

FOTOGRAFIE

Archivio Avis NazionaleArchivio “Dono & Vita”

STAMPA

Ed. Stimmgraf s.r.lS. Giovanni Lupatoto (VR)

Questa pubblicazione è associata all’USPI

EDITORIALE

A MONTECITORIO SI DONA

COMUNICARE GIOVANE

SORELLE DEL DONO: AIDO

STORIE DI SOLIDARIETA’

AVIS & SCUOLA

CAMPIONI PER L’AVIS

CSV.net

Una bella estate. Grazie a tutti voi.

Onorevoli, Donatori e... Avisini

“Eau de vie” dall’Accademia

Anche noi non siamo degli “eroi”

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Ritorno a scuola con “Portfolio”

I Centri Servizio per il volontariato

Giovanna Trillini - Francesca Porcellato - Fabrizio Gollin

“Fratelli di sangue” oltre ogni barriera

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L’arrivo dell’estate è da sempre un momento dell’anno checrea più di un pensiero ai dirigenti associativi. La carenzadelle scorte di sangue e dei suoi derivati sono un graveproblema che abbiamo dovuto affrontare per parecchiestagioni a causa della ridotta attività donazionale edell’aumento del fabbisogno.Ora che si è affacciato l’autunno, possiamo iniziare a fareuna prima valutazione, seppur approssimativa,sull’andamento delle campagne di sensibilizzazione regionalie nazionali della stagione appena trascorsa.

Innanzitutto, è possibile affermare che la nostraAssociazione è riuscita anche per quest’anno a garantire,attraverso i donatori, il suo apporto agli ospedali perl’approvvigionamento di sangue e suoi componenti ai malatida trasfondere. I dati parziali dei CRCC di alcune regioni, cirappresentano consumi elevati, ma anche notevoliincrementi percentuali nella raccolta, con progressivadiminuzione di approvvigionamento di emoderivatidall’estero e un incremento di cessione da parte di alcuneregioni eccedenti verso quelle non autosufficienti.

Come molti di voi avranno avuto modo di vedere, sia alivello nazionale sia locale, le campagne di sensibilizzazioneverso la popolazione per il dono del sangue, già dai primimesi della primavera, hanno cominciato ad apparire sui varimass-media. Ma non solo, notevoli sono stati gli eventiorganizzati sul territorio. Basti pensare alle Giornate deldonatore, ai tanti eventi sportivi, ai convegni scientifici, aglispettacoli di intrattenimento che, in tantissime realtà locali,costituiscono un efficacissimo veicolo di informazione per lapopolazione. Tutte queste iniziative hanno sortito il loroeffetto, consentendo alle strutture trasfusionali il correttoapporto del farmaco agli ammalati.

Si tratta di un risultato parziale, ma di un buon risultato,che non può certo farci arrestare su quanto raggiunto, ma cifa capire come la nostra Associazione si stia muovendo nellagiusta direzione e come l’apporto proveniente dalleCampagne istituzionali (penso in particolare alla Campagnadel Ministero della Salute, e di tante Regioni italiane) sianoimportanti per il raggiungimento dell’autosufficienza e persuperare il periodo di carenza estiva.

Un grazie a tutti i donatori.

L’EDITORIALE

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Una bella estategrazie a tutti voi

Solo alcuni esempi di come le nostre Avis si sono date da fare questa estate per promuovere il dono del

sangue. Sopra un’iniziativa dell’Avis di Livorno sultrenino turistico che percorre la città, a sinistra il

“fianchetto” delle confezioni di latte Abit di Torino, a destra le confezioni del Latte Busche in Veneto.

di Andrea Tieghi, Presidente Nazionale Avis

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S’è risolto come tutta Italia sperava. Fra le voci di solidarietàdel periodo più nero si è levata anche quella Avis. Riportiamol’Ordine del Giorno del Consiglio nazionale.“Il consiglio nazionale dell’Avis, svoltosi a Milano il 18settembre, sente il bisogno di esprimere quanto segue. L’Avis,con il milione di donatori, è un’associazione che, che comemolte altre, opera a favore della vita. Esprime piena condannaper ogni atto terroristico, per ogni forma di non rispetto dellavita umana. Nel momento contingente, evidenzia con forza lapreoccupazione per tutte quelle persone che sono fatteostaggio del terrorismo. La conclusione tragica del rapimentodel giornalista Enzo Baldoni, il dramma del fatto in Ossezia etutti gli altri episodi drammatici che si stanno verificando, cihanno lasciati esterefatti. Il nostro pensiero va ora alle duevolontarie Simona Torretta, Simona Pari e a tutti coloro chesono ostaggio dei terroristi, pur compiendo solo edesclusivamente azioni umanitarie. L’auspicio è che tutti icanali possibili di trattativa, per la liberazione degli ostaggisiamo attivati senza scendere a compromessi con chi semina il terrore. L’obiettivo e si, quello della liberazione delle e duevolontarie, ma anche quello che tutte le azioni umanitarie e di

pace mosse dalle diverse organizzazioni, possano continuarela loro opera con maggiore serenità e sicurezza a beneficio diquelle popolazioni che sono martoriate dai fatti bellici. E’ unmodo questo per far sentire la voce della nostra associazioneed esprimere la piena solidarietà anche alle famiglie che inquesto momento vivono uno stato di angoscia terrificante.Il cittadino solidale e il volontario, anche in un momento cosìdifficile, hanno il dovere morale e civile di continuare la loroopera per il bene e la pace.”Sono tornate. Ora aspettiamo che torni anche la Pace.

Bentornate, vi aspettavamo!

La pubblicazione del rapporto della Commissione tecnica sulrischio clinico del Ministero della Salute ha messo sotto gli occhidi tutti i dati sugli errori in corsia con particolare spazio per glieventi avversi che avvengono tuttora nel settore trasfusionale.Le percentuali di errori nel percorso del sangue sono comunquemolto basse ed il nostro sistema è uno dei più sicuri in Europa enel mondo. La statistica, però, sembra che per il rischio trasfusionale, come per la verità per tutto il resto della medicina,fornisca solo la punta di un iceberg trattandosi spesso di casiemersi da un numeroso “sommerso” del quasi-errore o dellamancata denuncia per paura di punizioni. Trascorsi, infatti, glianni in cui complice l’ignoranza o la malafede con il sangue ci siammalava di più per le malattie infettive (Aids, epatiti..)sopravvive invece ancora una percentuale di errori, raramentemortali, dovuti ai comportamenti umani in gran parte evitabili.Il rapporto della Commissione Ministeriale suggerisce una seriedi misure per rendere più sicuro tutto il circuito trasfusionale, dalcomputer portatile, al carrello intelligente, dai microchip aibraccialetti con codice a barre, per finire alle emotechecomputerizzate. Tutte proposte valide, ma a nostro avvisol’insieme delle tecnologie più avanzate e del rilancio vero deiComitati per il Buon Uso del sangue sarebbe il mix migliore perriportare verso la soglia dello zero gli eventi avversi. I CBUSinfatti, istituiti circa dieci anni fa, avevano operato nei primi annicon molto profitto costituendo il luogo del confronto, della

formazione e del controllo con il coinvolgimento di tutti iprotagonisti del percorso del sangue dal volontariato, aglioperatori sanitari, agli ammalati. In questi ultimi anni, invece,sono caduti nel dimenticatoio, e nonostante la legge imponga laloro convocazione trimestrale, da pochissime parti sonoveramente operativi. Il volontariato del sangue dovrebbe agirecon più stimolo dentro le Aziende sanitarie, e rimettere in marciail cammino di questi organismi che a buona ragione furonodefiniti alla nascita “piccole agenzie del sangue”.

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L’immagine cheha fatto il giro

del mondo. A Simona Pari

e SimonaTorretta è

arrivato, alloro rientro in

Italia, untelegramma del

Presidentenazionale a

nome di tuttinoi avisini.

I comitati per il buon uso del sangue necessari per autosufficienza e sicurezza di Paolo Marcianò, responsabile Area Sanitaria Avis nazionale

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A MONTECITORIO SI DONA

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Onorevoli,donatorie... avisiniIntervista con gli animatori di un gruppo Avis un po’ speciale

lzi la mano chi lo avrebbe sospettato! Più del 6,5% dei Deputatidella Repubblica Italiana sono donatori di sangue. Unapercentuale di tutto rispetto, tenuto anche conto dell’età mediadei nostri 630 Onorevoli, che - diciamolo - stavolta danno unbell’esempio ai cittadini che rappresentano in Parlamento. Bastipensare che il tasso di donatori periodici attivi rispetto all’interapopolazione italiana di età compresa fra i 18 ed i 65 anni, s’aggirasul 5%. Potevamo fare a meno di andare a “indagare” su quelloche, a termini di nuovo Statuto Avis, potremmo ben definire un“gruppo aziendale”, pur se di alto profilo? Naturalmente no. “Usateci. Utilizzate la nostra posizione per promuovere ladonazione”. Questo, in estrema sintesi, è stato quello che cisiamo sentiti dire dal gruppo parlamentare donatori di sangue.Nel nome della solidarietà e della vicinanza verso chi ne habisogno, circa quaranta onorevoli donano sangue due volte

l’anno, a luglio e a dicembre. La scorsa estate, a luglio, hannoconvinto anche il presidente della Camera, Pier FerdinandoCasini, a stendersi sul lettino di donazione. Instancabilmentecontinuano a cercare nuovi proseliti fra i loro colleghi deputati enon solo. Casini, dopo la sua esperienza di neofita del dono delsangue, ha messo a loro disposizione un ambulatorio a palazzoSan Macuto come base logistica per organizzare ed effettuare iprelievi. Fino all’estate scorsa è stata usata l’autoemoteca mobiledell’Avis di Roma, parcheggiata davanti a Montecitorio. A Romaabbiamo incontrato una piccola, ma significativa rappresentanzadi questi donatori un po’ “speciali”. Sono i promotori eorganizzatori del “Gruppo Avis Camera dei Deputati”. I loro nomi:Luana Zanella, Veneto (Verdi), Anna Maria Leone, Veneto (Udc),Luigi Giacco, Marche (Diesse) e Gianni Mancuso, Piemonte (An). Faparte del gruppo anche Giuseppe Cossiga, Sardegna (Fi), figlio del

di Beppe Castellano e Laura Tuveri

Da sinistra a destra gli onorevoli Luana Zanella, Annamaria Leone, Gianni Mancuso e Luigi Giacco con il nostro periodico Avis Sos.

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presidente “picconatore” e Maurizio Saia,Veneto (An). Abbiamo indicatoappositamente la loro appartenenzapolitica proprio per sottolineare che lasolidarietà, il dono del sangue nonguardano né alle bandiere, né alleappartenenze partitiche. Abituati, cometutti, a “sentire” i parlamentari piuttostodistanti dalla vita di ogni giorno, possiamoinvece ben dire che abbiamo registrato unentusiasmo autenticamente avisino, nelmodo in cui ci hanno parlato del dono delsangue e della necessità di incrementare idonatori periodici. Parte di loro era giàavisino e, com’è nello stile della nostraassociazione, ci stanno mettendo davveroun grande impegno nel sensibilizzaresempre più colleghi a donare sangue. Lo stesso impegno ci dicono lo stianomettendo anche per far approvare la nuova legge trasfusionale. Noi speriamoserva a superare gli ostacoli che ancora la bloccano.Ma sentiamo come è nata, un paio d’anni fa, l’iniziativa e come ideputati già donatori fanno proselitismo.“Abbiamo notato - ha esordito Luana Zanella, che tra l’altro si èattivata per organizzare l’incontro fra Avis Sos e gli altrionorevoli - che per molti colleghi avvicinarsi al mondo delladonazione costituisce una specie di tabù. C’è molta paura, direi”.

Cosa normale anche nella popolazione in genere. Macome fate a convincerli?“Lavoriamo molto sul rapporto personale. All’interno deirispettivi gruppi, ma anche fuori, con i parlamentari delle altreforze politiche con cui abbiamo più confidenza. Ci mettiamo ingioco personalmente - ci dice sorridendo Gianni Mancuso - ce liprendiamo sottobraccio e li portiamo verso la consapevolezzache donare sangue non fa male, anzi...”“A luglio scorso - aggiunge Luana Zanella - abbiamo coinvoltoanche il Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, che haeffettuato la sua prima donazione. Questo grazie all’amicaAnnamaria Leone. Lui gentilmente ha raccolto l’invito”.

Quindi, compreso Casini, in tutto siete già una quarantinadi donatori alla Camera...

“Quelli che hanno già donato una o più volte, sì - ci diconoMancuso e Giacco - e per ora siamo partiti con questa opera disensibilizzazione solo alla Camera. L’idea è però di raccordarcianche con il Senato, magari a partire dal 2005. Magariorganizzando qualche iniziativa assieme ai Senatori. Ancheperchè - aggiunge Giacco - l’età media è diminuita anche alSenato”.

Organizzate, in pratica, un paio di donazioni l’anno...“Si, il nostro programma è questo. La prossima sarà a metà

dicembre - ci comunica Leone - Le prime quattro “sedute didonazione” le abbiamo effettuate con l’autoemoteca dell’Avis diRoma. Quella di dicembre sarà effettuata a Palazzo San Macutodove il Presidente Casini ci ha concesso la disponibilità di unambulatorio per i prelievi”.

Come è nata la collaborazione proprio con Avis? “In modo semplice. Già molti di noi erano avisini, alcuni da

moltissimi anni (è il caso di Mancuso e Zanella, ndr). Ci rendiamoconto che vi sono altre benemerite associazioni di donatorivolontari, ma l’Avis è presente, organizzata capillarmente econosciuta in tutto il Paese, dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Abbiamo

chiesto la disponibilità all’Avis Comunale di Roma che si è messaa disposizione subito”.

”Vi mancherebbe solo il labaro, insomma, o lo avete già?“No, non lo abbiamo ancora - ci dicono in coro con

entusiasmo - sarebbe molto bello poter formare un gruppoorganizzato Avis della Camera, se lo prevede lo Statuto”.

Ma i vostri colleghi, come accolgono il vostro invito afarsi “bucare”?

“Fare promozione non è facile - ci dice Annamaria Leone, conl’enfasi della neo avisina - siamo tutti sommersi da comunicazionie inviti di ogni tipo. E ci rendiamo conto che c’è una vera epropria paura dell’ago e di vedere scorrere il proprio sangue.Questo soprattutto fra i colleghi uomini”.

“Che - aggiunge Zanella - non hanno come noi donne unrapporto costante ogni mese con il proprio sangue. In questo, imaschi, hanno maggiori difficoltà. Ma a volte subentra anche ilfatto di “dimenticarsi” dell’invito fatto per il giorno delladonazione”.

E qui spunta, durante la chiacchierata, la propostadell’onorevole Leone.

“E se, magari una settimana prima della prossima donazione,quando abbiamo già mandato tutti gli avvisi per il giorno dellaraccolta, organizzassimo insieme all’Avis un momento dipresenza forte? Sarebbe bellissimo, anche per i più giovani. Nondimentichiamo che alla Camera non ci sono solo i deputati, maanche tutto il personale. Potrebbe essere una manifestazione inpiazza, un convegno o qualsiasi cosa che ricordi che c’è lanecessità di sangue e che si può donarlo facilmente anche aMontecitorio. E che, per chi vuole, c’è quell’appuntamento fisso.Perchè non studiare insieme qualcosa”?

“Potremmo prevedere la consegna ufficiale del nuovo labaro- dice Luigi Giacco - proprio in un’occasione del genere, magaripresenti tutti i donatori della Camera”.

“Con la donazione di Casini - aggiunge Zanella - ciaspettavamo e volevamo ottenere ancora di più a livello dipromozione. Purtroppo c’è poca consapevolezza sull’importanzadel dono del sangue. Tanto c’è, pensa la gente. Per questo noi cimettiamo in gioco, anche se la politica non è ben vista, noidiciamo all’Avis di “usarci” - hanno concluso Leone e Mancuso -perché non è vero che il sangue basta. Non basta mai”.

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Un momento della nostra intervista a Montecitorio

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COMUNICARE... GIOVANE

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Si intitola “Eau de vie”, l’opera che si è classificata al primo postofra i lavori elaborati dagli studenti dell’Accademia dicomunicazione di Milano alla quale l’Avis Nazionale hacommissionato un progetto di comunicazione. La nostraassociazione ha scelto la creatività di studenti e docenti diAccademia per promuove in maniera originale ed accattivante ladonazione del sangue ed i valori di cui l’associazione èportabandiera. Luis Toniutti, Randa el Shal, e Brunella Maddalenasono gli autori del sofisticato manifesto che fa proprio il concettodi acqua fonte di vita proprio come lo è il sangue, che nelmanifesto si trova custodito in una “provetta” di profumo inversione “Pour homme, pour femme” proprio come le piùraffinate essenze francesi. Sottotitolo del manifesto “Non c’èprofumo più importante della vita. Donate il sangue e losentirete”. Lo vedete in ultima di copertina. Venti i bozzettipervenuti. Tutti decisamente originali e portatori di nuove istanzecomunicative. Più d’uno, oltre al lavoro vincitore, sarannoutilizzati, eventualmente con qualche adattamento, per le futurecampagne promozionali.Membri della giuria che ha vagliato attentamente tutti i lavoricon grande scrupolosità, Alberto Cicerone, responsabile dell’areagiovani di Avis nazionale; Luciano Franchi, responsabile dell’areacomunicazione di Avis nazionale; Giovanni Pelonghiniresponsabile della Consulta giovani e Viviana Bossi. Lapresentazione dei lavori e la premiazione di “Eau de vie” si è

svolta lo scorso 18 settembre al termine dell’ultimo consiglionazionale. Presente alla cerimonia anche MichelangeloTagliaferri, che oltre a presiedere l’Accademia è anche consulenteper l’immagine del ministero della Salute. Tagliaferri hadichiarato la sua emozione perché le premiazioni sono avvenutenell’ambito di un consesso così importante qual è un consiglioassociativo. “Di solito presentiamo i lavori solo alla componentetecnica di un ente o di un’associazione. L’ufficialità con cui ci haaccolto l’Avis mi ha molto emozionato”. Altro motivo di emozionee di orgoglio al tempo stesso è che i lavori dei suoi studentiverranno utilizzati. “Di solito i lavori vengono messi da parte,mentre l’Avis utilizzerà questi bozzetti e per gli studenti saràmolto utile toccare con mano gli effetti del loro lavoro”.Tagliaferri ha evidenziato il fatto che oggi troppo spesso siutilizza la metafora dell’acqua in maniera perlomeno “impropria”.“Gli autori del manifesto hanno giocato con questa metafora, maper dire qualcosa di più profondo, di più antico”. Era presenteanche Silvia Maggioni, la giovane autrice del logo del gruppogiovani, presentato ufficialmente all’Assemblea nazionale diPesaro. Silvia in quell’occasione non aveva potuto presenziareall’evento ed è stata quindi invitata a Milano per ricevere,assieme ai creativi dell’Accademia, un riconoscimentorappresentato da una somma simbolica in denaro e dallamedaglia commemorativa realizzata per l’inaugurazione dellanuova sede nazionale. Laura Tuveri

‘Eau de vie’ dall’Accademia

Foto di gruppo con i ragazzi di Accademia, Silvia Maggioni, autrice del logo Giovani, dirigenti Avis, parte della giuria e prof. Tagliaferri.

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L’INTERVISTA

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‘Bottega’ creativada sempre a fiancodel Volontariato

Abbiamo intervistato il Prof. Michelangelo Tagliaferri, presidentedell’Accademia di Comunicazione di Milano e su che cosarappresenta per i giovani una realtà tanto particolare.

Professor Tagliaferri, ci racconti qual è l’attività diAccademia di Comunicazione e quali sono le prospettive cheoffre ai giovani creativi che vi si iscrivono.

Nata a Milano il 7 novembre 1988, Accademia porta avanti, nelcorso degli anni, una metodologia formativa basata sul concettodi “bottega”, perché è “la bottega” il luogo in cui è cresciuta lamaggior parte del mondo professionale attuale e dove sonoemerse le professioni della comunicazione. La metodologia dellabottega è finalizzata a far diventare vere e proprie abilitàlavorative le conoscenze professionali acquisite. Il percorso perarrivare a definire profili interessanti per Agenzie e Aziende èinfatti modulato sull’impegno degli studenti in lavori reali(progetti di comunicazione, strategie di marketing, campagnepubblicitarie, progetti grafici, siti web), che permettono ilcontatto diretto con aziende, enti pubblici ed enti non profit,sotto la supervsione dei Professionisti, loro docenti.Accademia di Comunicazione è un’agenzia molto particolare, nelsenso che è una organizzazione dove tempi, metodi, tensioneverso il risultato sono proprio quelli in uso in una struttura diComunicazione a servizio completo. I progetti che nascono sonoperò opera di studenti, perché Accademia è una scuola diformazione alle professioni della comunicazione. Da oltre 15 anni,infatti, forma esperti di Comunicazione visiva e persuasiva conCorsi triennali post diploma, Master post laurea e Corsi serali dispecializzazione in Marketing, Relazioni Pubbliche, AccountManagement, Media Management, Pubblicità Copywriting,Pubblicità Art Direction, Graphic Design e in tutte le tecnologierelative a questi ambiti professionali. L’aspetto più rilevante dellaformazione, che permette ai ragazzi di testare effettivamente leconoscenze acquisite duranti i corsi, sono proprio i lavori reali subriefing commissionati da enti non profit e lavori in workshopcon le aziende. I ragazzi si organizzano come se fossero in unaqualsiasi struttura esterna e realizzano progetti completi dicomunicazione che vengono, in un secondo momento, presentatial committente. In Accademia di Comunicazione, per larealizzazione dei progetti e delle campagne, avviene quindi una evera e propria riproduzione di quelli che sono i sistemi di lavoroesterni. Le aziende o enti “clienti” forniscono, a seconda delleloro necessità, un briefing ai nostri studenti. Naturalmente, èfondamentale sottolineare che tutto avviene a budget zero e che

i lavori degli studenti possono essere utilizzati soltanto da enti eorganizzazioni non-profit.

Quali sono state le precedenti esperienze di Accademianel settore del non-profit?

Accademia di Comunicazione fin dal suo inizio di attività halavorato con il mondo non-profit, cooperativo e del volontariato,oltre che con le Istituzioni Pubbliche.Dobbiamo tenere presente che, nel tempo, gran parte dellaattività di welfare State è passato dalla gestione diretta dell’Entepubblico locale alla delega, ad organizzazioni di volontariato o diprivato sociale. Nel settore della Droga per esempio da sempreAccademia di Comunicazione ha dato il suo contributoprofessionale a Comunità Nuova di Don Rigoldi, al Comune diMilano o al Ministero del Welfare. Alcune volte, nei casi piùimpegnativi, ci siamo mossi sulla base di convenzioni stipulateche consentissero una continuità nel tempo della nostra azione,come per esempio con la Caritas Ambrosiana, e altre volteabbiamo dato vita a laboratori più brevi nel tempo. TazzinettaBenefica, Croce Rossa Italiana, Caritas, il Centro di Servizi delVolontariato, le ONG nel loro complesso, Aido, la Lega Italianacontro i Tumori, Telethon, sono solo alcune delle Organizzazioniche hanno potuto collaborare con i nostri ragazzi.

intervista a cura di Viviana Bossi

Segue a pagina 10

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L’INTERVISTA

Il non-profit, rispetto al profit, può essere un “terrenofertile” per tentare di sviluppare nuove forme e modalità dicomunicazione?

Il non-profit è un campo troppo vasto per non essereconsiderato un “mercato” potenziale da chi si muove con lalogica di mercato, ma non è così. Il volontariato è cosa diversadalla Cooperazione e le Onlus sono diverse dalle Fondazioni.Obiettivi diversi, missioni diverse, culture differenti non possonoportare alla identificazione di questo settore, il terzo settoreappunto, come un mercato. Non lo sono per i valori che professa,per la missione che svolge e per la logica economica che li anima.Abbiamo, per esempio, le cooperative che possono rivolgersi almercato, ma non tutte. Molto spesso l’attività viene svolta afavore dei propri soci, altre volte nei confronti di terzi. In ognicaso, la comunicazione è una comunicazione di valori che male siconciliano con l’approccio mercantile capitalistico. In questosenso è un mercato povero di denaro ma ricco di necessità dicomunicazione. È una palestra di metafore valoriali e dicomunicazione problematica, sia verso l’interno che l’esterno, manon può essere affrontato con la forma mentis e gli strumenticlassici della comunicazione merceologica, di servizio oistituzionale. Ha bisogno di una comunicazione specifica per un’esigenza specifica e quindi può essere fonte di lavoro solo percoloro che conoscono la specificità del settore. Coloro che nonsono stati attenti a questo problema hanno finito perscimmiottare le imprese capitalistiche e hanno fatto un lavoroscarsamente efficace.

La collaborazione con Accademia è stata una buonaoccasione per la nostra Associazione per “vedersi allospecchio” e capire come dei giovani creativi, non ancoracoinvolti nel meccanismo del lavoro su commissione, cipercepiscono. La commissione interna dell’Avis ha scelto trai progetti presentati “L’eau de Vie”. Da esperto dicomunicazione ci può commentare il lavoro?

Il lavoro mi sembra un buon lavoro. Introduce un metaforapotente: Acqua di Vita che può essere facilmente letta anchecome Fonte di Vita. Se la guardiamo con freddezza ci accorgiamoche è una proposta “scandalosa”, nel senso che riporta l’attualitàad una concezione culturale e mitica molto antica, quando ilSangue appunto era sinonimo di Vita e quindi di Acqua. Oggi il

mondo dell’acqua è oggetto dispeculazione merceologica oltre chesimbolica. Dal punto di vistaeconomico è considerato un benescarso e quindi soggetto allaspeculazione di mercato. Richiamare ilsuo valore archetipo come sinonimo diSangue vuole dire, secondo me,riportarci a riflettere sulla gratuità della Vita e sul dono chedobbiamo fare agli altri quando parliamo di Sangue. D'altrondeanche il Ministro Sirchia è stato esplicito nei suoi documentiministeriali quando dice che dobbiamo fare di tutto per far uscireil Sangue dal circuito delle merci e dell’apprezzamentomonetario. Credo quindi che concettualmente il messaggio siaforte e adatto a farci quantomeno riflettere. Il trattamento èmoderno e quindi la sfida è sul campo della Pubblicità usando ilsuo codice, ma in modo diametralmente opposto, con coraggio.Bravi i giovani creativi, ma anche l’Avis che ha accettato unaproposta così emotivamente forte.

In futuro, secondo lei, quale altro ambito potrebbeessere esplorato, con l’aiuto di Accademia, per diffondere lamission dell’Avis?

Certamente la problematica di comunicazione sul territorio, ilrapporto tra comunicazione interna ed esterna, la promozione dinuovi Soci da fare con l’utilizzo di media alternativi, poveri edigitali, oltre che la produzione di senso di una comunicazionebella ed interattiva.

L’esperienza come consulente del Ministero della Saluteper la campagna sulla donazione di sangue di quest’anno, eora, la collaborazione con Avis, le hanno lasciato qualcheconsiderazione sul tema della donazione del sangue e delvolontariato sanitario?

Non parlo volentieri di questo aspetto perché sono i fatti chedevono misurare il nostro impegno di comunicazione e i fattivogliono dire cambiamento di comportamento dei destinatari, deinostri e dei vostri messaggi. Posso quindi dire che ilcoinvolgimento delle Associazioni, a partire dall’Avis nellaelaborazione di una strategia di comunicazione e nella suaattuazione, ha dato buoni frutti. C’e’ ora e non c’era un tavolo

permanente di lavoro. L’emergenza Sanguedurante l’estate è stata superata. L’adesionedell’opinione pubbica a queste campagne èstata misurata. L’incremento dei Soci è un datoche ci avete fornito. Insomma, mi sembra che ilquadro sia positivo. Da migliorare, ma positivo.Bisogna soprattutto però dare atto che lastrategia del Ministro Sirchia, cioè quella dipuntare sul coinvolgimento di chi è sulproblema e lo vive quotidianamente, è unastrategia vincente. È ovvio che ci sono state e cisaranno difficoltà a rendere compatibili tantediversità, culture e storie, ma i risultatiricominciano a vedersi. I comportamenti degliitaliani, infatti, cominciano a modificarsi in unadimensione etica, di responsabilità civile edindividuale, che è molto interessante.

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A sinistra Luciano Franchi, Vicepresidente nazionale,con i tre giovani creativi autori di “Eau de Vie”.

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CONSULTA GIOVANI A FOLIGNO

Terza riunione dell’anno della Consulta Nazionale Giovani Avis, il25 e 26 settembre a Foligno (in Umbria), dopo Montecatini agennaio e Roma a maggio. Forse l'ultima prima del rinnovo dellecariche. Una due giorni in cui abbiamo affrontato tematicheassociative che possono interessare i giovani, e presentato nuoveiniziative. Il primo giorno si è parlato del servizio CivileVolontario con relatori Fiorino Sommovigo dell'Avis di La Spezia eGiorgio Gobbo dell’Avis Regionale Veneto. E’ emerso che oltre il76% delle persone che hanno frequentato strutture Avis per ilServizio Civile hanno continuato a rimanere nell'associazione. Unaltro dato importante è che chi frequenta il servizio civile

volontario, per ora quasi esclusivamente ragazze, (ma dal primogennaio 2005 anche i ragazzi, perché terminerà la levaobbligatoria), possono costituire una grande risorsa ed essereutili in numerose attività. Ci sono anche molte Avis che utilizzanovolontari forniti da altri enti o associazioni come la Caritas ol'Arci o l'Anpas, perché la procedura è un po' più semplice. AvisNazionale potrebbe farsi accreditare come ente di primo livello inmodo da inviare poi i nuovi volontari alle Avis che hannopresentato progetti. Il sabato è terminato con la presentazione di

alcune cartoline promozionali dell'Avis provinciale di Milano daparte di Silvia Maggioni, vincitrice del concorso del nostro logoGiovani. Domenica invece, i lavori hanno riguardato l'attività dellaConsulta, con la relazione sul forum internazionale che si è svoltoin Lituania ad agosto, la presentazione delle iniziative perTeleThon (presente Michela Gaito del Comitato TeleThon) e con...le idee 2005. Entro la fine del mandato l'Esecutivo, coordinato daGiovanni Pelonghini, organizzerà degli incontri con i giovani diogni macroarea. Inoltre si cercherà di organizzare il forumgiovani nazionale entro fine gennaio sull’applicazione delle nuovetecnologie nell'ambito della comunicazione. Il gran finale di

questa Consulta saranno le “Avisiadi” in calendario a Sportilia, inprovincia di Forlì-Cesena, il 23-24-25 aprile 2005. A Foligno cihanno raggiunto anche Andrea Tieghi e Alberto Cicerone,Presidente e Consigliere dell’Avis Nazionale, oltre a LucianoFranchi, responsabile dell'area comunicazione di Avis Nazionale eMassimo Gastini, responsabile dell'Agenzia di pubblicità MASGASche ha presentato il "progetto Avis scuola" per gli studentiSuperiori e per gli universitari in collaborazione con l'AvisComunale di Alessandria. Franco Cavalli

In occasione del XXXVI Convegno Nazionale,organizzato a Firenze dalla Simti (Società Italianadi Medicina Trasfusionale), per festeggiare il 50° divita della Società scientifica il Civis (ComitatoInterassociativo Volontariato Italiano Sangue),presieduto in questo semestre da Avis, haorganizzato una mostra di materiale graficodedicato al dono del sangue. Tantissime forme dicomunicazione messe in atto da Associazioni ditutto il mondo e raccolte dall’Avis di CastelMaggiore (BO). All’inaugurazione, il 30 settembre(vedi foto a lato) ha partecipato Maria Teresa Ruta.

Il 50° dellaSimti si apre con ‘Il sangue in mostra’

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Sempre numerosi i giovani avisini da tutta Italia che partecipano ai lavori della Consulta. A gennaio parleranno di nuove tecnologie in comunicazione

Dalla comunicazione alle ‘Avisiadi’

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La donazione d’organi, come di sangue, deve essere fruttospontaneo di una comunità matura e civile. Un valore dacondividere con gli altri, sempre. L’Aido nazionale investe, contutte le sue forze, sul ruolo fondamentale di una solidarietàquotidiana, piena. Un obiettivo che il neo presidente, VincenzoPassarelli, rilancia con determinazione perchè cresca tra la gentela cultura della donazione. Gli abbiamo posto alcune domandeper conoscere da vicino la situazione donazioni-trapianti in Italia.

Presidente, come stiamo a donazioni d’organo nel nostroPaese?

Negli ultimi cinque anni in Italia si èregistrata una crescita significativa delledonazioni d’organo. Questo grazie a un modelloorganizzativo efficace che ha permesso alnostro paese di raggiungere una buonaposizione a livello europeo. Non tutte le regionid’Italia stanno però crescendo in manierasignificativa: al Sud permangono difficoltàlegate alla mancanza di un coordinamentointerno della sanità pubblica. Questo impediscealla gente di esprimere la propria generosità.Proprio al Sud, quindi, stiamo guardando conmaggior attenzione come Aido. Le potenzialitàci sono, occorre “tirarle fuori”.

Sta cambiando il modo di intendere ladonazione, quindi?

Direi di sì. La gente comprende sempre più l’importanza e lanecessità del dono agli altri di ciò che (da morto) non serve piùperché il trapianto è ormai l’unica terapia per un grande numerodi malattie per le quali non esiste nessuna soluzione alternativa. Nostro obiettivo come Aido è far prendere coscienza anche chesiamo tutti sì potenziali donatori, ma anche potenziali riceventi. Efar capire che la donazione è frutto di una comunità civile ematura. Proprio la nostra ultima assemblea, svoltasi dal 18 al 20giugno ad Amantea (Cs), ha deciso che l’AIDO deve continuare asensibilizzare la società sul fatto che la collaborazione dellapopolazione è fondamentale per poter diminuire il divario tra ladisponibilità e la necessità di organi. Far comprendere ai nostriconcittadini che la donazione degli organi e dei tessuti è unvalore da condividere.

Ha contribuito in questo la legge del 1999?In verità la legge, impropriamente detta del “silenzio-

assenso”, ha permesso una migliore organizzazione dei trapianti

a livello nazionale. Inoltre, per quanto riguarda l’informazione(art. 2), ha richiesto la nostra collaborazione. Molti nostri gruppiAido pensavano di non “servire più” dopo l’emanazione dellalegge, invece proprio la nostra associazione, per il bagagliod’esperienza su cui può contare, ha ricevuto l’incarico dicontinuare la sua opera di sensibilizzazione. Su scala locale comenazionale. Per questo motivo da due anni collabora ed è capofila

SORELLE DEL DONO: AIDO

Vincenzo Passarelli, 56 anni, calabresedi nascita, risiede a Lucca e lavoraall’Istituto di Biofisica del ConsiglioNazionale delle Ricerche di Pisa. Haorganizzato diverse scuole nazionali einternazionali su metodologie applicatea sistemi biologici. Ha pubblicato 72articoli su riviste internazionali ed ècoeditore di 2 libri. Dal 1980 è impegnatonell’Aido nazionale, dal 1985 èresponsabile dell’Ufficio stampa e dellacomunicazione. Ha collaborato allarealizzazione di materiale informativodell’Associazione, da tre anni gestisce

l’aggiornamento del sito associativo (www.aido.it) ecollabora al periodico associativo “L’Arcobaleno”. Dal1994 fa parte del Comitato tecnico organizzativo, istituitodalla regione Toscana, per lo sviluppo delle attività diprelievo e trapianto di organi e tessuti, è stato docente amolti corsi organizzati dal coordinamento delladonazione della Regione Toscana curando, in particolare,la rassegna stampa “La compravendita e il traffico diorgani 1988-2004”. Nel 2000 è stato chiamato a far partedel gruppo di lavoro “Campagna informativa” del CentroNazionale Trapianti e nel 2002-2003 ha lavorato allacampagna nazionale informativa sulla donazione e iltrapianto di organi in collaborazione con il Ministero dellaSalute. Ha realizzato il portale informaticowww.daivaloreallavita.it. Dal 3 luglio di quest’anno èpresidente nazionale dell’Aido.

Chi è il nuovo presidente Aido

Anche noinon siamodegli ‘eroi’Servizio di Michela Rossato

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nella campagna nazionale per la donazione di organi, organizzatadal Ministero della salute e dal Centro Nazionale Trapianti. Un ruoloche va ricoperto con professionalità e che necessita di formazioneinterna, obiettivo su cui stiamo puntando molto, come mi parestiate facendo anche in Avis.

Esattamente. A proposito di Avis, ci risulta che lei sia undonatore di sangue. E che l’Aido nasca dall’Avis...Le risulta bene. Sono donatore Avisino dal 1980 e quindidoppiamente legato all’Avis. L’Aido è nata proprio grazie ad ungruppo di donatori di sangue che agli inizi degli anni ‘70 si posero ilproblema della donazione di organi e dei trapianti. Pian piano si ècreata l’Aido, Associazione italiana donatori organi (simile all’Avisanche nel nome) che è cresciuta ed ha mosso autonomamente isuoi primi passi. Senza però, mai, slegarsi dall’Avis. Anzi, inmoltissime realtà, specialmente locali, Avis e Aido convivono nellastessa sede, realizzano iniziative comuni, si scambiano esperienzee idee. E quando c’è bisogno di un aiuto anche economico, l’Avis ciè vicina. Noi dell’Aido siamo i “poveri” del volontariato perchèviviamo solo di oblazioni da parte di soci e da qualche privato, e adarci una mano quando serve è proprio l’Avis.

Una collaborazione importante, quindi.Certo! Aiutarsi, tra Aido e Avis, significa mettere insieme idee

ed esperienze, significa superare insieme i momenti più difficili, dicrisi. In fondo, operiamo tutti perchè cresca la cultura delladonazione nella sua totalità: senza sangue ed organi nonesisterebbero i trapianti! Per l’Aido, quindi, il contatto con l’Avis econ la sua organizzazione è un grande arricchimento.Personalmente proprio dall’Avis mi sta venendo in questi mesi ungrande aiuto su come muovermi, da nuovo presidente,nell’organizzazione delle varie attività.

Come si può esprimere la propria volontà di donare gliorgani dopo la morte?

Il principio del silenzio assenso nonè ancora applicato, in quanto non èancora stata costituita un’anagrafeinformatizzata dei cittadini assistiti dalServizio Sanitario Nazionale chepermetta la notifica ad ogni cittadino,da parte di un pubblico ufficiale, di unmodulo per la dichiarazione di volontàin cui si informa lo stesso che, inmancanza di una esplicita dichiarazione,si presume il consenso alla donazione.

In questo periodo transitorio la legge stabilisce il principio delconsenso o dissenso esplicito, per cui a chiunque è data lapossibilità di dichiarare validamente la propria volontà scegliendouna delle seguenti modalità: - il tesserino blu inviato da Ministero della Sanità nel maggio 2000da portare sempre con sé; - la registrazione della volontà sulla banca dati del Ministero dellaSalute effettuata presso gli sportelli ASL abilitati;- una dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessutiscritta su un comune foglio bianco che riporti nome, cognome,data e luogo di nascita, data e firma;- la tessera o l’atto olografo dell’AIDO o di una delle altreassociazioni di volontariato o di pazienti.

DATI TRAPIANTI IN ITALIA 1998 - 2003 DONATORI 1998 - 2003 (per milione abitanti)

1998 1999 2000 2001 2002 2003707 788 823 988 945 94712,3 13,7 14,3 17,1 18,1 18,5

TRAPIANTI DI RENE 1998 - 20031998 1999 2000 2001 2002 20031.207 1.314 1.310 1447 1466 1489

TRAPIANTI DI FEGATO 1998 - 20031998 1999 2000 2001 2002 2003549 685 730 796 830 867

TRAPIANTI DI CUORE 1998 - 20031998 1999 2000 2001 2002 2003337 337 298 316 310 317

TRAPIANTI DI POLMONE 1998 - 2003 1998 1999 2000 2001 2002 200367 101 60 62 59 65

TRAPIANTI DI PANCREAS 1998 - 2003 1998 1999 2000 2001 2002 200351 35 43 79 76 77

TRAPIANTI DI RENE DA VIVENTE 1998 - 20031998 1999 2000 2001 2002 200379 82 88 131 76 104

TRAPIANTI DI FEGATO DA VIVENTE 2001 - 2003 2001 2002 200332 34 27

CENTRI AUTORIZZATI IN ITALIA PER TRAPIANTI: Rene: 43;Rene + pancreas: 20; Cuore: 14; Cuore + polmone: 7;Polmone: 10; Fegato: 19; Pancreas: 6; Intestino: 2.

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STORIE DI SOLIDARIETA’

Eba e Hammam Al Ranli, sono due fratelli di 14 e 9 anni giordani, difamiglia palestinese, accumunati non solo da un dolcissimosorriso, ma anche dalla talassemia, o anemia mediterranea. E’una storia di solidarietà che supera ogni confine. L’abbiamoappresa grazie all’ex presidente dell’Avis Provinciale di Pesaro,Elmo Santini, durante la festa dedicata a Giovanna Trillini (vedi apagina 20). Pensiamo valga proprio la pena di raccontarvela.Da tre anni Eba ed Hamman vivono a Pesaro con i genitori equattro dei loro otto fratelli per curare la malattia con untrapianto di midollo osseo presso il centro altamentespecializzato dell’ospedale San Salvatore. Eba è già al terzotrapianto, dopo aver avuto due rigetti. E’ quello decisivo.L’intervento del fratello, fortunatamente, è stato positivo findall’inizio. I due piccoli pazienti, i loro fratelli, anche i due chehanno reso possibile il trapianto, sono stati praticamente adottatidagli avisini pesaresi. Affetto ricambiato dai bambini e dalla lorofamiglia che hanno trovato nella città di Rossini, oltre ad elevateprofessionalità in campo sanitario, anche calore umano. Specialeil legame che è nato fra talassemici ed avisini. Per fare untrapianto di midollo osseo sono occorse dalle cinquanta allesessanta sacche di sangue, senza contare le sacche di piastrine. E a Pesaro, a S. Anderea in Villis, i pazienti e i loro familiari chearrivano soprattutto dai paesi dell’area mediterranea, soprattuttoquelli con meno possibilità economiche, trovano anche “L’oasi

dell’accoglienza”, una casa alloggio fondata da Maria Chiera. Lagenerosa signora torinese, che ha un nipote talassemicofortunatamente guarito grazie ad un trapianto, ha lasciato illavoro e ha scelto di dedicarsi a chi soffre. La struttura vivegrazie a sostegni pubblici e privati. Anche l’Avis è in prima lineanella ricerca di finanziamenti. Qualche hanno fa è nata “Avis perOasi”. Vi aderiscono la comunale di Pesaro e di Fano, laprovinciale di Pesaro e la regionale, oltre alla Fondazione cassa dirisparmio di Pesaro e di Fano. Il Centro per la talassemia diPesaro effettua circa 100 trapianti l’anno. In occasione del G8 diGenova era stato siglato un accordo che prevedeva lostanziamento di fondi a favore della Regione Marche proprio perpoter offrire cure mediche ai talassemici. Di fondi ne sonoarrivati piuttosto pochi, ma nonostante questo inconveniente nondi poco conto, è intenzione della Regione continuare a garantire ilservizio. “Vogliamo dare continuità a questo servizio che è attivoda oltre vent’anni e che è all’avanguardia grazie all’equipe diprofessionisti che vi operano. Continueremo ad offrire assistenzaalle famiglie e ad effettuare trapianti con il ritmo fino ad orasostenuto” ha assicurato l’assessore alla Sanità della regioneMarche, Augusto Melappioni. E’ nei progetti della Regione darcorso ad un intervento formativo rivolto ai medici stranieri perrenderli nel tempo in grado di poter curare i talassemici nei loroPaesi d’origine. L.T.

14 A sinistra Eba, Hammaned un loro fratellino,assieme a GiovannaTrillini e ad alcunivolontari Avis; sopra, l’assessore alla Sanità delle Marche,Augusto Melappioni.

‘Fratelli di sangue’ oltretutte le barriere

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CON L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

Gemelli d’Italia, chiamati a raccoltaGemelli d’Italia al servizio della scienza grazie ad un importante

ricerca a cura dell’Iss, Istituto superiore di sanità. Il piùimportante istituto pubblico di ricerca del paese per realizzareil progetto, che prevede la realizzazione di una banca biologicadi campioni ematici donati dalle coppie di gemelli, ha chiestocollaborazione all’Avis Nazionale, per la sua capillare presenzadell’associazione sul territorio italiano e per la sua esperienza

nel pianeta sangue. Per l’Avis si tratta di unagrande opportunità in primo luogo per l’altoprofilo scientifico della ricerca che mira a stabilirel’origine, genetiche e/o ambientali, di moltemalattie. E chi meglio dei fratelli gemelli chepossiedono lo stesso corredo genetico possonofornire risposte alla scienza medica? Altroimportante vantaggio per l’Avis è quello di entrarein contatto con circa un milione di persone, tantisono i gemelli italiani. In che modo? Le coppie difratelli che vorranno partecipare al progettosaranno invitati dell’Iss a recarsi presso i centritrasfusionali a loro più vicini per il prelievo di uncampione di sangue. Gli avisini che sono di casanei centri trasfusionali avranno così la possibilitàdi sensibilizzarli a diventare donatori abituali.

L’incremento delle donazioni di sangue è anche uno dei puntidell’accordo che è stato ufficialmente resono noto nel corso delconsiglio nazionale del 18 settembre. “L’accordo siglato conl’Istituto superiore di sanità offre all’Avis non solo unagrande visibilità, ma anche e soprattutto la possibilità dicontribuire alla ricerca. Ai gemelli offre un’ottimaoccasione per partecipare ad un grande progettoscientifico, ma anche per monitorare la propria salute”ha sottolineato il dottor Paolo Marcianò, responsabile dell’areaPolitiche sanitarie di Avis Nazionale e referente del progettoassieme alla dottoressa Antonietta Stazi dell’Iss. Attualmente ilregistro dei gemelli conta solo 600 iscritti. Il nuovo progetto hal’obiettivo di ampliare questa fondamentale banca dati che saràstrettamente collegata al registro mondiale. Attraverso laricerca si riuscirà anche a spiegare il legame “psicologico” chelega i gemelli. Spesso si sente dire che se un gemello soffre oavverte particolari sensazioni, gli stessi sentimenti li vive pureil fratello, anche se si trova molto lontano. Per diffonderel’iniziativa e cercare di coinvolgere il maggior numero dipersone l’Iss, utilizzando fondi dell’Unione Europea, starealizzando una serie mi strumenti comunicativi, depliantmanifesti ecc.., che saranno anche a disposizione di tutte lesedi Avis italiane chiamate a schierarsi in prima linea perdivulgare la ricerca e per accrescere il numero di donatori.

Laura Tuveri

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AVIS & SCUOLA

In un momento in cui i valori della solidarietà, della donazione edell’accoglienza sono quanto mai importanti e urgenti, l’Avisrafforza il suo impegno sociale e decide di investire ancora nellascuola. Dopo il largo consenso ottenuto con il volume “Orientarealla cittadinanza e alla solidarietà”, ha visto la luce “Portfoliodell’educazione alla convivenza civile”, il nuovo lavorodell’Area Formazione e Scuola dell’Avis Nazionale. Il gruppodi lavoro, con il coordinamento scientifico del professorPiero Cattaneo, ha realizzato il progetto con lo scopo difornire a dirigenti scolastici, docenti e studenti un kit dimateriali e sussidi didattici per la realizzazione di molteinnovazioni previste dalla legge di riforma della scuola (lariforma Moratti). “E’ un momento storico per il mondo dellascuola che sta cambiando - ha sottolineato alla primapresentazione del Portfolio, l’11 settembre a Bologna, il prof.Cattaneo - con questo anno scolastico ha inizio la riformache ha nell’educazione civile e nel portfolio dellecompetenze degli studenti gli strumenti più innovativi”. Conil portfolio, infatti, lo studente può autovalutare il proprioprocesso di apprendimento e di formazione, in ambito

scolastico quanto in altre situazioni. Alla sua compilazionecontribuiscono docenti, genitori e altri formatori. Sul modello diquello scolastico nasce quindi il portfolio dell’Avis che si articolanelle sei sezioni di educazione civile previste dalla riforma:educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute,alimentare e all’affettività”. Il “Portfolio” dell’Avis costituisce unvero e proprio Kit di lavoro ed è composto di tre strumenti: ilquaderno per il docente, il portfolio delle competenze individualidell’allievo e il cd-rom contenente le 24 schede di apprendimentoricavate dal volume “Orientare..” nelle due versioni per Windowse Apple Macintosh. Le linee guida per i docenti sono contenutenel fascicolo di colore blu, il portfolio per lo studente è invecearancione. “Il materiale prodotto è una scommessa per il futuro -ha commentato il responabile nazionale dell’Area formazione escuola, Fulvio Vicerè - perchè i risultati ci saranno a lungotermine. E’ un investimento stimolante per continuare uncammino volto alla costruzione di una società maggiormenteconsapevole dei bisogni “dell’altro” e capace di farsi carico dellenecessità dei più deboli e dei meno fortunati”. Al Portoflio hadato un notevole contributo la Commissione scuola avis

nazionale e, per l’ideazione grafica, Elena Fattorelli. Con questanuova iniziativa continua inoltre la collaborazione tra Avis escuole, con il plauso del Ministero dell’Istruzione Università ericerca (Miur) che dà il suo patrocinio al progetto. L’attualeMinistro, Letizia Moratti, nella lettera che firma nelle prime

pagine della presentazione del portfolio, scrive che il patrociniodel Miur è il giusto riconoscimernto all’Avis che è attenta ai segnidel tempo, dove la solidarietà, in ogni sua accezione, connota lamaturità di un popolo”. La nuova pubblicazione è statapresentata su tutto il territorio nazionale in tre date: oltre aBologna, il 2 ottobre ad Amantea (Cs) ed il 9 a Roma.

Michela Rossato

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Ritorno a scuola col “portfolio”

Come richiederlo, quanto costaL’intero fascicolo, rivolto agli insegnanti, è stato stampatoin 5000 copie. Il costo per le Avis che vogliono utilizzarlonella loro attività di promozione nelle scuole è di 7 euro e 50centesimi. Il solo fascicolo per gli alunni, invece, (di colorearancione) ha un costo di 1 euro. Di quest’ultimo sono statestampate 20mila copie. Il materiale è a disposizione di tutti.Le richieste devono pervenire in Avis Service: 02 69016918.

Il Prof. Cattaneo e, a destra, due scolari con il “Portfolio”

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17 E 18 DICEMBRE CON TELETHON

Ambizioso l’obiettivo che l’Avis Nazionale si propone diconseguire con l’edizione 2004 di Telethon, in programmail 17 e il 18 dicembre: 500 mila euro la cifra da raggiungeree 300 le Avis impegnate nella raccolta. Per questa edizione,la quarta a cui partecipa l’ Avis, le cose dovrebbero andareancora meglio delle precedenti. Quest’anno, infatti, è stataistituita la figura dei referenti regionali, coordinatori chehanno il compito di stimolare la partecipazione delmaggior numero di Avis nell’organizzazione di eventi osemplicemente ad impegnarsi a raccogliere i fondi tramitele Telethon card di diverso taglio (2, 5, 10 e 20 euro). Questii numeri delle precedenti edizioni: nel 2001, 351 mila euro e195 Avis partecipanti, nel 2002 raccolti 381 mila euro da 210Avis; nel 2003, 453 mila euro raccolti e 245 Avis impegnate.Ai primi di settembre 2004 avevano già aderito 150 Avis. Seil trend si conferma sicuramente si batterà il record di sezionicoinvolte in questa importante maratona per sconfiggere lemalattie genetiche. I referenti, figura tenacemente voluta daAlberto Cicerone, responsabile di Telethon per Avis, qualche mesefa hanno preso parte ad un una giornata formativa a cui hannopartecipato anche due rappresentanti di Telethon: Michela Gaito ela ricercatrice Daniela Pace, presenti anche a Pesaro in occasionedell’assemblea Nazionale. “Stiamo cercando di coinvolgere ireferenti regionali anche per razionalizzare i collegamenti fra icentri raccolta locali e il centro di riferimento nazionale, per farpervenire i dati dei fondi raccolti dall’Avis in tempo reale durantela diretta televisiva su Rai 1”. Ma la collaborazione tra Avis eTelethon non si ferma solo alla raccolta, si estende anche a quellodella ricerca, soprattutto per le malattie genetiche legate alsangue. Se, come è sperabile, l’apporto delle Avis saràincrementato sarà possibile anche “adottare” una ricerca sullemalattie del sangue. come, per esempio, uno studio relativoall’emocromatosi ereditaria, malattia che provoca un accumulo di

ferro nel sangue e nei tessuti e che è molto diffusa nel mondooccidentale. Si stima che in Italia, 25 mila persone ogni 10 milionisiano affette da emocromatosi e circa 1 milione siano i portatorisani complessivi. Molti non sanno di esserlo e, a tutt’oggi, sonostati identificati solo mille malati. (dati ufficiali del sitowww.emocromatosi.it, ndr). Solitamente la malattia, se non sifanno particolari, ma semplici esami di laboratorio (saturazionedella transferrina e ferritinemia), viene scoperta in età adulta. Se non curata provoca gravi danni ai tessuti, quali il fegato ed ilcuore. L’unica terapia è il salasso, ovvero la rimozionesettimanale di circa 400 cc di sangue. I ricercatori di Telethonhanno proposto all’Avis di poter usufruire per i loro studidell’ampia popolazione di avisini. Il dott. Vincenzo Saturni,Consigliere nazionale e medico trasfusionista, suggerirebbeinvece di analizzare il sangue dei nuovi donatori. Gli esami deidonatori abituali, visto i salassi periodici a cui si sottopongonovolontariamente, potrebbero, anche nel caso il donatore fosseaffetto da emocromatosi, risultare falsati. L.T.

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Nella maratona ci supereremo

Molto attive per l’autunno le nostre Avis in tutta Italia. Fra letante iniziative vi segnaliamo un paio di importanti appuntamentiinteressanti, da nord a sud, tra ottobre e novembre.

BERGAMO - L’Avis di Bergamo ha organizzato per il 10 ottobre, presso ilCentro Congressi Giovanni XXIII, una conferenza su: “L'evoluzione dellavita attraverso i nostri geni”. Si parlerà di come si può, attraverso lostudio dei geni, risalire alle nostre origini, anche quelle più remote.Interverranno: Luca L. Cavalli Sforza, prof. emerito di genetica allaStanford University (California) sul tema “Genetica e Malattie”,Gianluca Bocchi, prof. di epistemologia, antropologia e scienze dellacomplessità all'Università di Milano, sul tema “L'evoluzione culturale”,Alberto Piazza, Ordinario di genetica all'Università di Torino sul tema“L'evoluzione genetica” e Gian Battista Ferrara, Ordinario di biologiamolecolare all'Università degli Studi di Genova, sul tema “Genetica etrapianti”. Modera Francesco Zanotti, Ordinario di diritto canonico

all'Università di Bologna, introduce Domenico Giupponi, DirettoreSanitario dell'Avis Provinciale di Bergamo.

REGGIO CALABRIA - L’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia diReggio Calabria, in collaborazione con i Comuni di Taurianova e diLocri, l’Avis Nazionale e l’Avis Provinciale di Reggio Calabria, propone,in due località, un corso di aggiornamento dal titolo: “La donazione delsangue: attualità e prospettive”. Si svolgerà sabato 30 ottobre aTaurianova e il 27 novembre a Locri. Relatori il dottor Paolo Marcianò,Responsabile Area Sanitaria Avis Nazionale e il professor FilippoDrago, Consigliere Nazionale Avis. Tratteranno rispettivamente “Laselezione del donatore” (Marcianò) e “La donazione del sangue e lamedicina preventiva, presentazione di un caso clinico”. Le iscrizioni alcorso, nella località prescelta, presso la Segreteria organizzativadell’Ordine Provinciale dei Chirurghi e degli Odontoiatri, con tel.0965/812797, fax. 0965/893074 ed e-mail: [email protected]

Avis e appuntamenti scientifici d’autunno

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CSV.net

In 34 mila utenti, per un totale di più di 96.000 prestazioni, hanno bussatonel 2002 alle porte dei Centri di Servizio per il Volontariato; nel 2001 gliutenti erano stati 25.665 e le prestazioni 41.662. Si tratta di circa 19.900organizzazioni di volontariato iscritte e non ai registri: 11.700 sonoiscritte ai registri regionali, pari a circa il 65% del totale iscritte neiregistri regionali). Rispetto al 2001 emerge un aumento del 25% delleorganizzazioni che sono entrate in contatto con i CSV. Le principaliattività svolte dai Centri sono state i servizi logistici, la consulenza, laformazione, la comunicazione e l’informazione, la promozione delvolontariato, il sostegno alla progettualità sociale. Questi i dati di sintesipresentati da Csv.net, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizioper il Volontariato e contenuti nel Report 2002 prodotto incollaborazione con il Cesiav. Un quadrosintetico sulla presenza, sull’attività,sulla partecipazione del volontariato esulle modalità di gestione dei Centri diServizio: enti voluti dalla legge 266/91 sulvolontariato con il compito di produrreservizi per sostenere e qualificare ilvolontariato, gestiti dalle organizzazionidi volontariato, finanziati dallefondazioni bancarie.“I Centri sono anche un’esperienzainnovativa in termini di partecipazione” –sostiene Guido Memo, ConsulenteCSV.net e Direttore Cesiav – “Infatti ilvolontariato non è solo destinatariodell’attività, ma anche il soggetto cheindirizza e governa gli enti chegestiscono i Centri. Anche nel 2002 glienti gestori per il 90% dei casi sonoassociazioni o comitati di organizzazionidi volontariato, a volte (37%) sonoaffiancati in misura minoritaria da altrienti del non-profit”.

A CSV.net aderiscono i Centri di Servizio per il Volontariato, strutture“al servizio delle Organizzazioni di Volontariato, e da queste gestiti, conla funzione di sostenerne e qualificarne l’attività” (art.15, legge 266/91),erogando “le proprie prestazioni sotto forma di servizi a favore delleOrganizzazioni di Volontariato iscritte e non iscritte nei registriregionali”. Il DM dell’8/10/97 assegna ai CSV compiti relativi alla crescitadella cultura della solidarietà, alla promozione del Volontariato, allaconsulenza e all’assistenza qualificata a volontari ed associazioni, allaformazione e alla qualificazione, all’informazione e alladocumentazione. I CSV, presenti in quasi tutte le province italiane, sonofinanziati dalle Fondazioni bancarie, che destinano loro 1/15 delladifferenza fra proventi e spese. I fondi sono assegnati e controllati alivello regionale dai Comitati di Gestione, composti da rappresentantidelle Fondazioni, delle Organizzazioni del Volontariato e delle Istituzioni(Ministero Welfare, Regioni, Enti Locali).

CSV.net è il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per ilVolontariato. Nasce ufficialmente l’11 gennaio 2003 con l’intento diraccogliere, dare continuità e rafforzare l’esperienza del CollegamentoNazionale dei Centri di Servizio costituito nel 1999. Nell’acronimo, CSVspiega la famiglia, quella dei Centri di Servizio, mentre net richiama larete, quella organizzativa, ma anche quella della comunicazione, quelladella solidarietà fra soci, ma anche quella della società. Una rete in cuitutti i nodi sono fondamentali per lo sviluppo di tutti. A CSV.netaderiscono liberamente i Centri di Servizio per il Volontariato in qualità

di soci effettivi. Aderiscono come osservatori i CSV che, condividendo ingenerale le finalità del Coordinamento, intendono conoscernemaggiormente le attività, in attesa di richiedere l’adesione.

Il Coordinamento Nazionale ha lo scopo di rafforzare la collaborazione,lo scambio di esperienze, di competenze e di servizi fra i Centri diServizio per il Volontariato istituiti, per meglio realizzare le finalitàistituzionali dei Centri stessi nel rispetto della loro autonomia. Suspecifici temi d’interesse generale, il Coordinamento favorisce la piùampia discussione in relazione alle tematiche coinvolte, ricerca lamaggiore condivisione possibile e rappresenta le posizioni dei Centri diServizio per il Volontariato presso Enti, Organizzazioni ed Istituzioni dicarattere nazionale ed internazionale. (art. 2 dello Statuto).

I Centri Servizio per il volontariatoUna realtà nazionale al... servizio di tutte le associazioni non profit

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Che cos’è un CSV?

CSV.net, il coordinamento

Quali sono le finalità di CSV.net?

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I principali obiettivi di CSV.net sono: promuovere rapporti tra ilCoordinamento e gli interlocutori istituzionali, anche per promuoverepresso di loro la conoscenza dei CSV evidenziandone il ruolo e le attività;consolidare il ruolo del Coordinamento fra i Centri di Servizio, la loropartecipazione, il miglioramento della qualità del sistema; migliorare laconoscenza, la percezione, la diffusione, la valutazione dei Centri diServizio da parte degli interlocutori: il volontariato, il terzo settore, leistituzioni e l’opinione pubblica in generale; realizzare e migliorare ilrapporto costante con le organizzazioni di volontariato e soprattutto congli organismi di rappresentanza e coordinamento del volontariato italiano.

Con l’approvazione l’11 gennaio 2003 del nuovo statuto e l’elezione degliorgani sociali il successivo 29 marzo, nasce ufficialmente ilCoordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e sirafforza la collaborazione fra i Centri. E’ questo l’esito dell’esperienzainiziatasi nel 1999 con la costituzione del Collegamento Nazionaleattraverso un protocollo d’intesa e che si è trasformato così in un ente ditipo associativo che permette maggiori democraticità ed operatività. ACSV.net hanno finora aderito 52 CSV 71 Centri costituiti finora. CSV.net,per statuto, non si sovrappone all’autonomia dei singoli Centri diServizio e ancor meno alle Organizzazioni di Volontariato: non intendeinfatti costituire un Centro di Servizi Nazionale, né sovrapporsi ai CSV,

ma anzi vuole rappresentare uno strumento agile di collegamento per loscambio e la valorizzazione delle esperienze maturate negli anni diattività dei Centri, per meglio realizzare le finalità istituzionali e perinterloquire in maniera efficace ed organizzata con enti, organizzazionied istituzioni nazionali e internazionali. Obiettivo di CSV.net è quello diprodurre attività di servizio, strumenti d’informazione e comunicazione,sistematiche occasioni di confronto, a disposizione dei singoli Centri perfavorire il raggiungimento degli obiettivi specifici che ciascun Centro si èdato nella propria autonomia. A questo scopo continua l’elaborazione diun report annuale sulla situazione e sulle attività dei CSV. Da sempreCSV.net ha invece espresso la volontà e l’interesse a collaborare con ilMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed in particolare con laDirezione Generale per il Volontariato, con l’Osservatorio Nazionale delVolontariato al quale è invitato permanente, con le forme dicoordinamento del Volontariato a livello nazionale, tra le quali Forum delTerzo Settore, Convol, Cnv e con le altre componenti del Terzo Settore.

Paolo Tisot

L

Dove rivolgersiCSV.net – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato - Sede legale: Via dei Mille, 6 –00185 Roma - Sede operativa: Corso Italia 9 - 20122 Milanotel. 02.45475850 fax 02.45475458Sito WEB: www.centriserviziovolontariato.ite-mail: segreteria@centriserviziovolontariato.

Che cosa fa il CSV.net?

Il coordinamento nazionale oggi

’Ufficio nazionale per il Servizio Civile presso la Presidenza del Consigliodei Ministri, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (serie speciale n. 76 del24.9.2004) l’elenco dei progetti presentati per l’impiego dei volontari. Cisono anche 3 Avis che hanno partecipato al bando, ottenendo consuccesso la collaborazione dei volontari del Servizio Civile: l’AvisRegionale Toscana, l’Avis della Spezia e l’Avis Comunale di Fidenza. L’AvisToscana svilupperà il progetto: “L’informatore per la donazione delsangue” che verrà realizzato all’interno del territorio di competenzadell’associazione interessando le Avis di Firenze, Pisa, Viareggio, Prato eLivorno. Verranno impiegati 6 volontari con l’obiettivo di diffondere evalorizzare la cultura della donazione del sangue tra i cittadini della

Toscana, coinvolgendo gli ordini dei medicidelle provincie interessate e la FIMG,Federazione italiana medici di famiglia. Ivolontari, dopo un periodo di formazione,avranno il compito di compiere quest’attività informativa per incentivaree incrementare le donazioni di sangue. L’Avis di La Spezia ha presentatoinvece il progetto “Avis La Spezia - un’esperienza di cittadinanza esolidarietà” che prevede due direttrici d’intervento che si integrano esono complementari: una interna, a supporto dell’attività d’ufficio, e unaesterna, tesa alla promozione della solidarietà e al dono del sangue coninterventi nelle scuole e in tutti i luoghi di aggregazione soprattutto

giovanile. Il progetto prevede l’impiego di quattro volontari trai 18 ed i 26 anni in possesso di diploma di scuola mediasuperiore (con preferenza ad indirizzo umanistico) o di laurea(Servizio Sociale, Psicologia e Scienza dell’Educazione). LaSpezia è già al secondo anno dell’esperienza e impiega “intoto” volontarie donne. Il terzo progetto è dell’Avis di Fidenza.Si intitola: “Il territorio di Fidenza organizzato e qualificatonella raccolta di sangue” ed ha ottenuto l’impiego di 4volontari. L’area di intervento in cui opera l’Avis è l’assistenzanel settore sanitario. Il progetto si pone come obiettivo unaumento delle donazioni, per mantenere l’autosufficienza disangue ed emoderivati in modo particolare la piastrinoaferesi.Altro obiettivo è l’accreditamento per tutti i punti di raccoltadella provincia, in termini di locali, informatizzazione,formazione personale, procedure standardizzate. Per saperne di più consultate il sito www.serviziocivile.it

Viviana Bossi

Servizio Civile: tre i progettiAvis che sono stati approvati

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CAMPIONI PER l’AVIS

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’inclemenza del tempo e possenti raffiche di vento non sonoriuscite, venerdì 24 settembre a Castelleone di Suasa, piccoloComune sito in provincia di Ancona, a smorzare il clima gioiosodella cerimonia promossa dall’Avis locale che ha vistoprotagonista Giovanna Trillini, medaglia d’argento nel fioretto allerecenti Olimpiadi di Atene. L’atleta jesina è stata insignita di unatessera ad honorem che ha certificato la nomina a socio onorario.“Ho seguito Giovanna – ha esordito il dottor Enrico Morli,Presidente regionale dell’Avis e della sua Comunale di Castelleone– dai primissimi esordi fino alla sua ascesa a campionessaaffermata. Per noi è campione nella vita chi compie nobili gesticome quello di donare il proprio sangue: il connubio tra Giovannae l’Avis è perfetto, quindi”. L’atmosfera della serata ha subitostimolato il ricordo e l’emozione, con immagini della Trillini,impegnata nella finale di Atene ma non solo, proiettate sullaparete del locale che ha ospitato l’iniziativa. E suggestivo quantotempestivo è apparso l’ingresso dell’olimpionica, intravistaappena nella penombra, ma salutata da un caldo applauso.“Giovanna è una grande personalità sportiva – ha commentatoAugusto Melappioni, Assessore alla Sanità Regionale, anche lui diJesi, città natale della Trillini – e un fulgido esempio di generosità.Questa sera abbiamo l’occasionedi stimolare altre persone adonare il proprio sangue; io,personalmente, ho presol’abitudine di farlo spesso”. “E’una manifestazione davveroimportante – ha aggiuntoAndrea Tieghi, Presidentenazionale dell’Avis – che ci hapermesso ulteriormente dipenetrare nel mondo dellosport. La gente necessita disangue, anche i più giovani”. Euna moltitudine di bambini haassalito amichevolmente lacampionessa per strapparle unautografo. Lei è statadisponibilissima, concedendosisenza pausa anche a giornalistie fotografi. “Credo sia giusto –ha affermato – che le personepiù fortunate, come noi atleti,offrano delle opportunità a chiha bisogno. L’Avis mi ha cercatasin da quando ero piccola: io ho

creduto in loro e loro hanno creduto in me”. C’è tempo anche, esoprattutto, per commemorare l’ultima impresa ad Atene: ladelusione per non aver conseguito il traguardo più ambito nonpuò cancellare il prestigio scaturito di un argento olimpico. “Sonostata perfetta – ricorda Giovanna – per quasi tutta la gara; sedovessi cambiare qualcosa? Sicuramente l’ultimo minuto emezzo!”. In ogni caso l’argento conquistato arricchisce unPalmarés olimpico che pochi atleti possono vantare: si aggiungeinfatti, quest’ultimo metallo, ai quattro ori e i due bronzi vinti neiprecedenti appuntamenti di Sydney e Atlanta. “E’ stato comunqueelettrizzante – continua la marchigiana – combattere in finalecontro un’altra italiana e jesina. E’ chiaro che lo scopo principalenon può prescindere dalla vittoria, sempre entro certi limiti e nelrispetto delle regole”. Sui progetti per il futuro Giovanna harisposto “ufficialmente” nell’intervista a fianco: “Più tempo allafamiglia”. Ma sono in molti a sospettare che l’anno sabbaticoGiovanna lo utilizzerà anche per dar vita ad... un nuovocampioncino che possa onorarla al meglio. Il primo ad esserneconvinto, tanto da annunciarlo in pubblico, è lo stesso Presidenteregionale Morli.

Matteo Bettini

Tante stoccate,anche per l’AvisFesta per un’amica (e nuova socia):GiovannaTrillini

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Alla festa per Giovanna Trillini dell’Avis di Castelleone nonabbiamo perso occasione per intervistare la neo-socia. Una chiacchierata su scherma, vita e Avis a cui eranopresenti anche Andrea Tieghi e Luciano Franchi.

Che cosa pensi di un testimonial importante come teper veicolare i messaggi dell’Avis? E come nasce questa“amicizia” con l’Avis?

Per noi atleti che abbiamo la fortuna di essere a certilivelli, essere ambasciatori di associazioni come l’Avis è una cosasplendida. L’amicizia con l’associazione esiste praticamente dasempre: l’Avis mi ha cercata e seguita fin da quando ero piccola.(abbiamo saputo, durante la serata, che il presidente dell’Avisdelle Marche, Enrico Morli, oltre ad essere suo grandissimo faned averla seguita in ogni gara, è stato il suo pediatra, ndr). Ancheprima delle Olimpiadi di Atene, sono stata contattata dall’Avis diJesi. E’ un’associazione che ha sempre creduto in me, così comeio ho sempre creduto in questa associazione.

Che cosa diresti ad altri atleti come te per invitarli adiventare testimonial Avis? E’ sentita nello sport questa“missione”?

Convincere gli atleti a donare è un po’ difficile, perché siamospesso all’estero. Però credo che nello sport sia una cosaabbastanza naturale diventare testimonial di associazioni divolontariato. Noi ci rendiamo conto di essere più fortunatirispetto a tante altre persone e dell’impatto positivo che lanostra immagine può avere sulla gente. La “missione” deltestimonial è molto sentita. E’ il minimo che posso fare.

Atene: cos’hai provato ad andare in una finale olimpicacon una tua amica, nonché tua compagna di stanza?

Arrivare in finale per me era già importante, a prescinderedalla mia avversaria. Dopo aver vinto la semifinale ero già sicuradi una medaglia. Disputare l’incontro decisivo con un’italiana èstata sicuramente un’emozione particolare, disputarlo con unajesina ancora di più. Credo sia la prima volta al mondo che capitauna cosa simile. In pedana, però, avevo un’avversaria qualunque.Io ero li per vincere, come Valentina. Sono stata contenta diquesta finale. Non sento di aver perso l’oro, ma di aver vintol’argento! Abbiamo festeggiato con tutti gli italiani. E’ sempreun’esperienza, per noi schermitori, molto particolare. Di solito ilnostro sport non è molto seguito, tranne che alle Olimpiadi, etutti si aspettavano molto da noi. Pensiamo di averlo dato.

Cosa vi siete dette con Valentina, andando a letto la seraprima della finale? E la mattina, appena svegliate?

Buona notte e... buon giorno. Ma la sera prima della garaabbiamo dormito poco ambedue. Commenti finali non ci sonostati, ci siamo solo fatte i complimenti reciprocamente.

Come sarà il prossimo futuro di Giovanna? Che farai?Ora prendo una vacanza. Devo ancora decidere quel che farò.

L’unica cosa certa è che rimarrò nel Corpo Forestale. Questo è unpunto fermo da cui poi nascerà tutto. Mi sembra giusto dopo tantianni di sacrifici dedicare un po’ di tempo alla famiglia: oltre a miomarito (Gianni, sposato nel 1998, ndr), anche a mia mamma e aimiei fratelli. Che soffrono e gioiscono con me.

Rimarrai nell’ambiente della scherma? Abbandonerail’agonismo?

Sono già due anni che insegno al “Club scherma Ancona” aipulcini e mi sto facendo le ossa per arrivare più avanti. Abbandonare? Non lo so. Quest’anno non aver potuto fareun’Olimpiade completa, a squadre, ma solo la gara individualenon è stato per niente bello. Ad Atene è stata esclusa la specialitàdel fioretto femminile a squadre. Per il nostro trio, reduce da treOlimpiadi e altrettante medaglie d’oro è stata una delusione. Nelmondiale di giugno abbiamo vinto a mani basse. Se toglierannoancora il fioretto femminile, valuterò il da farsi.

Saresti disposta a fare da testimonial anche a livellonazionale, per parlare ad un pubblico giovane?

Certamente, come ho dato la mia disponibilità all’Avis diCastelleone e Jesi, posso darla senza alcun problema ancheall’Avis nazionale.

Sette medaglie vinte: qual è la più importante?Lo sono tutte, quelle d’oro come quelle d’argento e di bronzo,

perchè sono tutte medaglie conquistate lealmente. Considerocome un’ottava medaglia essere stata la portabandiera nel 1996,alle Olimpiadi di Atlanta. L’emozione che ho vissuto in queimomenti è paragonabile alla vittoria di una medaglia.

Perché hai scelto proprio la scherma, come sport?Perché mi ero fratturata la clavicola da piccola, giocando con

mio fratello, e dovendo fare uno sport per riabilitare il bracciosono andata nella palestra più vicina a casa dove si praticavaquesta disciplina. Il mio primo maestro era anche mio zio, quindiper un insieme di circostanze era inevitabile arrivare allascherma.

intervista di Laura Tuveri e Beppe Castellano

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‘Essere vostriambasciatori nelmondo dello sport è una cosa splendida’

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Con Gollin l’Avis è arrivata “sul tetto delmondo”. Lo Schumacher del GranTurismo, come già viene definitonell’ambiente delle quattro ruote, haconquistato alla grande e con due granpremi d’anticipo, il titolo mondiale. Chesia stata la presenza ad Imola di tantiAvisini e della “dirigenza” nazionale aportar fortuna al pilota trevigiano?Chissà...certo è che l’Avis non potevascegliere testimonial migliore perarrivare così lontano quest’anno. Dopola “visita” di Tieghi e Franchi, il 4settembre, Fabrizio è partito a razzoaggiudicandosi il podio sia ad Imola chein Germania. Con la sua Ferrari 550Maranello della BMF Scuderia Itaia, oraè impegnato a Dubai ed in Cina, ma iltitolo di campione è già in tasca, alsicuro. “La mia vittoria è anche lavittoria dell’Avis - ha dichiarato allastampa subito dopo la conquista deltitolo mondiale - è la vittoria di chi il sangue lo dona invece diversarlo sulle strade. Io e il mio team continueremo, in giro per ilmondo, a ricordarlo, orgogliosi di questo logo”.

itemi che non sto sognando, che è tutto vero. Una raggianteFrancesca Porcellato ha alzato le braccia al cielo, felicissima edincredula, dopo la conquista di due medaglie d’argento ed una dibronzo alle paraolimpiadi di Atene. La “rossa volante”, l’atletaazzurra costretta su una sedia a rotelle per un incidente da

bambina, ha raggiuntoil podio nei 100, 400 e800 metri,aggiungendo altri treallori al suo giàricchissimomedagliere.Coraggiosa, tenace,grintosa, Francesca èun’altra, specialissima,testimonial dell’Avisnazionale alla qualesta regalando grandivittoria. I due cistanno abituando fintroppo bene...Grazie, ragazzi!

Francesca eFabrizio sul tetto del mondo

In alto FabrizioGollin col suoco-pilota LucaCappellarifesteggia in Ger-mania la con-quista anticipa-ta del titolo iri-dato, a destra èad Imola conTieghi; a sinistraFrancesca Por-cellato in unadelle sue tantevittorie e inbasso raggiantemadrina Avis.

CAMPIONI CON l’AVIS

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DONARE... IN BICI

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i è mancato davvero poco che potesse essere definita come la “carica dei600”. Erano infatti più di 500 i cicloamatori avisini giunti da tutto il nordItalia a Verona domenica 19 settembre per la prima edizione di “Donarein... bici” organizzata dalla Regionale Veneto, dalla provinciale e comunaledi Verona e dall’organizzatissima Avis comunale di Sommacampagna. Da quest’ultimo comune, dalla splendido parco di Villa Venier, sono partitie si sono mossi i ciclisti con le maglie Avis. Chi con quella del propriogruppo “ufficiale”, chi con quella gialla messa a disposizione di tutti dagliorganizzatori. Risultato: un serpentone lungo quasi un km di ciclistimulticolori con la scritta Avis che ha percorso parte del circuito deiMondiali di ciclismo. Mondiali che si sono svolti dopo 15 giorni con unanutritissima e altrettanto colorata rappresentanza Avis lungo il circuito.

Da Sommacampagna il mega-plotone di donatori su due ruote si è portatoa Verona dove è stato accolto in Piazza Bra (Arena) dalle autoritàcomunali, da tanti altri avisini che inauguravano la maglia giallo-blu Avisdei successivi Mondiali e da centinaia di cittadini che hanno applauditoanche nei comuni toccati dal percorso. Uno splendido colpo d’occhio(giudicate dalle foto sotto di Mario Luchi e Beppe Castellano) per tutti icirca 60 chilometri previsti, con una massa multicolore, ma semprecompatta e mai disunita. Pieno “spirito” Avis, insomma: diversi, da ogniparte d’Italia e sempre uniti verso il traguardo. L’autosufficienza nella vita“normale”, un più modesto panino nell’occasione. Una manifestazione chel’anno prossimo, visto il grande successo ottenuto, verrà certamenteripetuta come hanno chiesto a gran voce tutti i partecipanti.

Quasi 600, non tutti giovani, ma donano

Prima della partenza (ma in foto ne mancano tanti) e durante il percorso. Una lunga teoria di colori Avis.

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