OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La...

21
1 C O M I T A T O S A L U T E P U B B L I C A B E N E C O M U N E - Pordenone AL COMUNE DI PORDENONE Corso Vittorio Emanuele II, n. 64 33170 PORDENONE e-mail: [email protected] REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Servizio valutazioni ambientali Direzione centrale ambiente ed energia Via Giulia n. 75/1 - 34126 TRIESTE e-mail: [email protected] Soprintendenza ai Beni Archeologici 34126 TRIESTE e-mail: [email protected] Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici, Architettonici 34126 TRIESTE e-mail: [email protected] REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Servizio pianificazione e gestione del territoriale Via Giulia n. 75/1 - 34126 TRIESTE e-mail: [email protected] ARPA FVG Sede centrale Via Cairoli, 14 - 33057 Palmanova (UD) e-mail: [email protected] Pordenone, 14.09.2015 OGGETTO: OSSERVAZIONI Art. 63 bis della L.R. 23 febbraio 2007, n. 5 e successive modifiche ed integrazioni; adozione del Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale con deliberazione del Consiglio Comunale n. 26 del 7 luglio 2015, dichiarata immediatamente eseguibile, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 31 del 5 agosto 2015, con durata di trenta giorni effettivi, dal 7 agosto al 18 settembre 2015 compreso, affinché chiunque possa prenderne visione in tutti i suoi elementi, chiunque può presentare al Comune osservazioni. I sottoscritti: - Sabrina Giontella, nata a Terni (TR) il 19.02.1959, residente in Comune Pordenone via Roggiuzzole, 3, [email protected] - Dario Marini, nata a San Vito al Tagliamento, il 01.03.1957, residente in Comune di Pordenone Via Dogana Vecchia n.3/2, bazardelle [email protected] - Paola Marzinotto, nata a Pravisdomini, il 13.08.1957, residente in Comune Pordenone via Zara, 45/A, [email protected] - Michele Negro, nato a Pordenone, il 09.08.1957, residente in Comune di Pordenone, P. le Sacro Cuore n. 1, [email protected], - Giuseppe Vespo, nato a Pordenone, il 17.07.1950 e residente in Comune di Pordenone via Molinari n.20, [email protected], Rappresentanti del Comitato Salute Pubblica Bene Comune (CSPBC) di Pordenone - [email protected] - https://comitatosalute.wordpress.com, con la presente formulano le seguenti Osservazioni al procedimento amministrativo di cui all’oggetto: OSSERVAZIONI

Transcript of OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La...

Page 1: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

1

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

AL COMUNE DI PORDENONE Corso Vittorio Emanuele II, n. 64 33170 PORDENONE e-mail: [email protected]

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Servizio valutazioni ambientali Direzione centrale ambiente ed energia Via Giulia n. 75/1 - 34126 TRIESTE e-mail: [email protected]

Soprintendenza ai Beni Archeologici 34126 TRIESTE e-mail: [email protected]

Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici, Architettonici 34126 TRIESTE e-mail: [email protected]

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Servizio pianificazione e gestione del territoriale Via Giulia n. 75/1 - 34126 TRIESTE e-mail: [email protected]

ARPA FVG Sede centrale Via Cairoli, 14 - 33057 Palmanova (UD) e-mail: [email protected]

Pordenone, 14.09.2015 OGGETTO: OSSERVAZIONI Art. 63 bis della L.R. 23 febbraio 2007, n. 5 e successive modifiche ed integrazioni; adozione del Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale con deliberazione del Consiglio Comunale n. 26 del 7 luglio 2015, dichiarata immediatamente eseguibile, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 31 del 5 agosto 2015, con durata di trenta giorni effettivi, dal 7 agosto al 18 settembre 2015 compreso, affinché chiunque possa prenderne visione in tutti i suoi elementi, chiunque può presentare al Comune osservazioni. I sottoscritti: - Sabrina Giontella , nata a Terni (TR) il 19.02.1959, residente in Comune Pordenone via Roggiuzzole, 3, [email protected] - Dario Marini , nata a San Vito al Tagliamento, il 01.03.1957, residente in Comune di Pordenone Via Dogana Vecchia n.3/2, bazardelle [email protected] - Paola Marzinotto , nata a Pravisdomini, il 13.08.1957, residente in Comune Pordenone via Zara, 45/A, [email protected] - Michele Negro , nato a Pordenone, il 09.08.1957, residente in Comune di Pordenone, P. le Sacro Cuore n. 1, [email protected], - Giuseppe Vespo , nato a Pordenone, il 17.07.1950 e residente in Comune di Pordenone via Molinari n.20, [email protected], Rappresentanti del Comitato Salute Pubblica Bene Comune (CSPBC) di Pordenone - [email protected] - https://comitatosalute.wordpress.com, con la presente formulano le seguenti Osservazioni al procedimento amministrativo di cui all’oggetto:

OSSERVAZIONI

Page 2: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

2

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia

La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire

1. PORDENONE PIU’ FACILE (Elab.CO A5, Pag.13 della Relazione Generale) Parlare di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini alle scelte del nuovo Piano, crediamo non corrisponda alla realtà dei fatti. La fase propedeutica non è risultata sufficiente per dimostrare il Piano partecipato. Sia l’iter riguardante la stesura delle “Direttive” (quelle approvate dal C.C. con Delibera n.14/2014 in data 07 aprile 2014 ), sia le fasi della presentazione degli “ Scenari” sono stati consegnati ai cittadini in fase avanzata - definitiva, senza un’adeguata preventiva condivisione da parte dei cittadini, delle associazioni o dei portatori di interesse. Ci sembrava opportuno fossero organizzati degli incontri a livello di circoscrizioni e di quartiere, più numerosi e in diverse riprese, per accompagnare tutte le fasi salienti della pianificazione: principalmente per la definizione degli obiettivi che il Piano vuole perseguire

Page 3: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

3

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

(Direttive) e la definizione strutturale delle ipotesi più opportune per garantire il raggiungimento degli obiettivi stessi. Solo in questo modo si può dichiarare che il Piano è l’espressione sintetica anche delle volontà della comunità. Il percorso di “Pordenone più facile” si è concluso con l’elaborazione di un “Testo Unico” in cui sono raccolte le idee per la città espresse dai cittadini (quali?) organizzate nei 5 temi SMART proposti nella fase di partecipazione attiva: SOSTENIBILITA ’ DEGLI STILI DI VITA MOBILITA’ DELLE PERSONE E DELLE IDEE ACCOGLIENZA DELLE DIVERSITA’ RESILIENZA URBANA, SOCIALE ED ECONOMICA TRASPARENZA DELLE INFORMAZIONI. Questo “Testo Unico” non è il vero resoconto di un “processo partecipativo attivo” per la stesura di una nuova organizzazione del territorio e della città in quanto, tale processo si ha quando c’è una continuità tra: - la fase conoscitiva di un territorio, che viene trasmessa ai cittadini affinché possano apprendere le caratteristiche, le più visibili e le più nascoste, del luogo in cui vivono; - e le necessità e i fabbisogni (che emergeranno non in base ai sogni del singolo cittadino, ma dalle reali e dimostrate carenze o degradazioni ) che si dovranno tradurre nelle ipotesi migliori di progettazione. Ovviamente la fase finale del Piano, quella dove sono visibili le definizioni azzonative e normative, saranno competenza dell’Organo Politico che garantirà l’attuazione del “processo partecipativo attivo”. L’attività del Comitato non è stata quella dei “portatori di interesse” ma quella di cittadini che si sentono coinvolti in un argomento che riguarda: - il futuro del territorio; - della sua nuova organizzazione; - del controllo di una spesa pubblica per opere previste, di trasformazione urbanistica, di discutibile necessità, urgenza e utilità . La nostra partecipazione è avvenuta nei soli momenti in cui (su avvisi della A. C.) i cittadini sono stati chiamati per “ascoltare” l’illustrazione delle “fasi” già compiute e definite dall’Amministrazione Comunale. Il Comitato da parte sua ha ritenuto opportuno organizzare incontri con la popolazione, convegni specialistici su argomenti riguardanti la sanità pubblica e la sostenibilità ambientale, con particolare riguardo alle proposte progettuali inerenti gli assetti infrastrutturali del territorio di area vasta del Pordenonese. A questi incontri però non c’è stata partecipazione da parte dei soggetti competenti della pubblica Amministrazione. Questo Progetto del Nuovo Piano Regolatore non ha visto l’opportunità di un’iniziativa partecipata e condivisa con la popolazione. Questo momento (avvio del procedimento amministrativo: AVVISO DI DEPOSITO RELATIVO ALL’ADOZIONE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE) risulta l’unico spazio concreto che hanno il cittadino e la comunità per “partecipare” con il proprio parere e le proprie Osservazioni (e non con proprie opposizioni che non sono previste dalla legge) ad un intervento importante per il territorio di Pordenone. Oggi, presa visione degli elaborati del Piano, messi a disposizione nel sito del Comune, si ritiene necessario e doveroso presentare le osservazioni che di seguito si dettagliano e motivano. La nostra attenzione è fondamentalmente rivolta a verificare le reali intenzioni dell’A. C. sul raggiungimento degli obiettivi specifici assunti: valorizzare l’ambiente, contenere il consumo di suolo, proteggere le zone agricole, politiche di risparmio delle risorse, rigenerazione urbana, politiche sul recupero dei vuoti urbani. Questo, e tutto ciò che risulta indispensabile per garantire migliori condizioni di vita del territorio e proteggere la salute pubblica in quanto diritto umano e bene comune, è il nostro obiettivo principale.

Page 4: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

4

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Noi chiediamo, prima dell’approvazione del Piano, c he si portino a conoscenza della cittadinanza e dei Comuni facenti parte dell’ambito delle Unità Territoriali interessate, le scelte proposte per essere tenuti al corrente delle trasformazioni che vengono proposte nel territorio. 2. LE COMPONENTI STRUTTURALI SOVRACOMUNALE E LOCALE Secondo la Legge regionale 23 febbraio 2007, n. 5, lo strumento urbanistico generale disciplina l'uso del territorio con strumenti grafici , normativi e descrittivi . Fra gli strumenti grafici, vi è la “rappresentazione schematica della strategia del piano che risulti dalla sintesi degli elementi strutturali del territorio relazionati alle previsioni del piano”. Nel caso del Piano di Pordenone, per la dimensione e per le sensibili differenze nelle trasformazioni territoriali proposte e per la rappresentazione in più elaborati (della così definita Componente Strutturale), si evince una sorta di “Piano alternativo” al Piano Operativo. La Regione Friuli Venezia Giulia, contrariamente ad altre Regioni, non considera gli elementi strutturali distintamente e alternativi agli elementi progettuali . Quanto proposto dal Comune, crea confusione e poca chiarezza al cittadino, abituato a considerare il progetto dell’azzonamento come unico grafico di riferimento e la parte strutturale come una proposizione limite da utilizzare per le Varianti da eseguire in forma semplificata. In primo luogo, è necessario comprendere come il Piano si misura con il sistema territoriale visto che sono diversi i temi trattati e gli obiettivi che vuole perseguire alla scala di area vasta e che molti dei servizi e delle attrezzature pubbliche hanno una utilità sovracomunale. L’approccio con il territorio viene perseguito attraverso la “Cooperazione Sovracomunale” (pag.96), affermando che il coordinamento territoriale a scala sovracomunale consente l’attivazione di politiche di riequilibrio, e pertanto sono proposte le “Strategie per l’Area Vasta” (pag.141). Nelle invarianti di Piano (Le Direttive e gli Obiettivi di Piano, Pagg.75-77) troviamo utile che le azioni previste siano strutturate per poter essere estese anche ai territori limitrofi, proprio perché, come viene detto, “vi è la possibilità di ridurre le criticità funzionali che potrebbero svilupparsi nelle porzioni di confine”. A nostro avviso quanto dichiarato non corrisponde a quanto progettato, in seguito specificheremo in quali punti. Le azioni che hanno bisogno di un coordinamento sovracomunale, secondo il Piano, risultano (pag. 97):

1. Riordino delle reti infrastrutturali; 2. Valorizzazione del sistema ambientale, in partic olare per la creazione di corridoi

ecologici e messa in rete delle aree a verdi di qua lità; 3. Razionalizzazione del sistema dei servizi e dell a città pubblica; 4. Politiche di rigenerazione del tessuto urbano pe r limitare le immissioni di CO2 in

atmosfera; 5. Politiche per il rilancio del sistema produttivo .

Per quanto riguarda il Riordino delle reti infrastr utturali, un particolare accenno merita la Bretella Sud. Prendiamo per esempio la proposta di apertura di questo tratto di strada di congiunzione, tra Ponte sul Meduna e Autostrada A28, a cosa serve? (Pag.66). Si afferma che permetterà di drenare parte del traffico di attraversamento dalla viabilità urbana consentendo nuove soluzioni per l’area sud orientale della città. L’area a Sud della città ha già l’accesso all’Autostrada e può connettersi (dalla stessa) con l’area di Pian di Pan e nelle direttrici di maggiore attrazione economica. Lo stesso dicasi per gli

Page 5: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

5

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

insediamenti sparsi, residenziali e residenziali agricoli (Villanova), dell’area sud che hanno una viabilità sufficiente per il carico urbanistico che generano. La verità è un’altra. Questo collegamento serve ad allargare l’utenza e i clienti per il Centro Commerciale Meduna, previsto in espansione insediativa e per attrarre nuove utenze nel Centro Commerciale Interporto di Interesse Regionale visto che sono state inserite nuove destinazioni d’uso quali: il Commercio al minuto, i servizi ed attrezzature collettive di iniziativa privata, le strutture per il tempo libero, e il Direzionale (non più con obbligo di connessione con le attività insediabili all’ingrosso, ma sono quelle riportate all’art. 5/e delle NTA). Si spendono un’enormità di soldi pubblici per realizzare un’opera che favorisce le attività private periferiche quando abbiamo le attività commerciali del centro città che soffrono doppiamente la crisi economica (sia dalla situazione congiunturale, sia perché vengono aggravate dalla deviazione dei consumatori verso la periferia diventata più “accessibile” rispetto alle aree centrali urbane). Tanto è vero che nelle aree urbane vengono spese risorse pubbliche in quantità minore rispetto agli insediamenti periferici e i servizi, come per esempio i parcheggi, sono a pagamento per allontanare – respingere coloro che hanno intenzione di recarsi all’interno del centro urbano per fare acquisti. Inoltre, pag.22, sulla Mobilità, Opportunità, si afferma: “il ruolo di Pordenone e del suo centro storico, anche nell’ottica di un rilancio delle attività commerciali in esso insediate, suggerisce di affrontare il nodo dell’integrazione tra l’attestazione del trasporto pubblico urbano ed il sistema dei parcheggi esterni al centro della città”. Viene quindi considerato il Parcheggio del Centro Commerciale Meduna (“… in questa fase temporale del P.U.M.S.”) come facente parte del sistema di “parcheggi scambiatori di filtro in modo da intercettare parte dei pendolari in ingresso a Pordenone ai margini della città consolidata, decongestionando così l’area centrale. Al parcheggio esistente del Centro Commerciale Meduna (da collegare alla rete ciclabile) e al parcheggio della Fiera, già inserito nello scenario di breve termine, si aggiunge una terza struttura, nella zona dell’Ospedale, in via Montereale.” (PIANO URBANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE, pag.83) Possiamo immaginare chi arriva da Casarsa o Cordenons che parcheggia al Centro Commerciale Meduna, scarica le biciclette dal portabagagli, per poi proseguire a piedi o in bicicletta alla volta del centro urbano….. Un altro aspetto trascurato è la valutazione di incidenza della nuova opera infrastrutturale rispetto all’ambiente che viene interessato. La nuova viabilità ha inizio dal Centro Commerciale Interporto (di interesse regionale di interscambio merci), proprio sopra e in adiacenza a un edificio di interesse storico architettonico e alla sua corte aperta (catalogato dal Piano fra gli EDIFICI ESTERNI AL PERIMETRO DEL CENTRO STORICO DI VALORE STORICO ARTISTICO VINCOLATI AI SENSI DEL D.LGS 42/2004). Trattasi di edificio avente un ordine architettonico di facciata, con tipologia a portico tripartito, con soprastante loggiato (quadripartito) con colonne sagomate, composte di capitello e base, e archi tricentrici, ma soprattutto, al piano loggiato le pareti sono tutte affrescate con scene religiose che fanno pensare alla sede di un antico convento.

Page 6: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

6

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Individuazione dell’edificio nel contesto ambientale

Vista dell’edificio nella particolarità tipologica esterna. Inoltre il tracciato interessa una zona agricola che ha già subito molte frammentazioni a causa della realizzazione del Centro Commerciale e che è caratterizzata sia da campi chiusi che da campi aperti. La viabilità dovrà superare la ferrovia (VE-UD) con evidente impatto ambientale sia naturale che per il costruito e porterà un traffico di automezzi con conseguente inquinamento della zona agricola.

Page 7: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

7

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

La stessa Zona Agricola, intorno alla grande rotatoria del Meduna, è considerata dal Piano Struttura (tav. CS 18) come “Aree Agricole coltivate in cui favorire l’attivazione di politiche per il riequilibrio ambientale e la costruzione dei servizi ecosistemici” e nella Zonizzazione di Piano (Tav. CO 01) come Zone “EB: Ambiti Agricoli di Riequilibrio Ambientale” di cui all’art.64 delle NTA, quindi ambiti agricoli di riequilibrio ambientale . A nostro parere questa scelta contrasta con gli obiettivi sopra ricordati della “Valorizzazione del sistema Ambientale ” perseguito dal Piano. Il Piano afferma (pag.56) che non esiste una “integrazione tra modelli della grande distribuzione tipica delle aree esterne e i modelli dei piccoli esercizi commerciali del centro”, questo tipo di integrazione potrebbe avvenire ”attraverso interventi di disegno della viabilità e della mobilità urbana …., in una visione di recupero delle volumetrie in disuso”. Sempre il Piano ritiene che la programmazione delle grandi superfici commerciali richieda una pianificazione di tipo sovracomunale. Il Piano non propone un sistema che porta all’integrazione, ma anzi, si deve dire che porta alla netta divisione e allontanamento delle risorse : dal centro alla periferia, dai piccoli centri alle aree periurbane, le scelte Strutturali Sovracomunali portano a concentrare tutto nel Comune di Pordenone. Componente Strutturale a Scala Sovracomunale

1.Coesione, competizione e cooperazione fra comuni dell’area Sovracomunale (pag.127)

1. Aree di ricomposizione urbana per favorire il mix funzionale a scala sovracomunale (pag.130)

Le zone di cucitura della conurbazione (frecce rosse nel grafico) corrispondono alle zone dove sono presenti i corsi d’acqua con i loro corridoi ecologici e poca edificazione. Si vogliono sviluppare mix insediativi in completo contrasto con gli obiettivi assunti e soprattutto nel momento in cui ci sono aree libere nei centri consolidati e aree di rigenerazione urbana che possono ancora contenere lo sviluppo insediativo per i prossimi 50 anni (se continua così la dinamica demografica). Infatti, quello che risulta incredibile, è che questa scelta non ha sufficientemente coinvolto i Comuni contermini (Cordenons – Zoppola - Fiume Veneto) per risolvere le criticità presenti da anni dovute ad una serie di insediamenti non sufficientemente pianificati: - la creazione dei due Centri Commerciali (Meduna e Emisfero) attestati sulla SS.13; - la presenza della strozzatura a “imbuto” nel Ponte sul Meduna riguardante la SS.13 che ferma e rallenta il traffico; - la mancanza di un percorso preferenziale per ciclo pedoni e per le Ambulanze in un ambito ad elevata presenza di utenze e lavoratori.

Page 8: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

8

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Pordenone anche qui dimostra di cercare le soluzioni che possono andare solo a suo vantaggio e non per la Cooperazione e per il coordinamento territoriale a scala sovracomunale , in questo modo non si attivano politiche di riequilibrio (pag.96). Non valuta che un’ulteriore immissione nella rotatoria vicina al Meduna, aumenterà il traffico e l’intasamento nell’imbuto del Ponte sul Meduna e, sicuramente, metterà in crisi il Centro Commerciale Emisfero di Fiume Veneto (rivalità, concorrenzialità). E’ difficile pensare che l’ampio parcheggio del Centro Commerciale Meduna, possa definirsi come uno dei “parcheggi scambiatori” di filtro, per decongestionare l’area centrale della città, per intercettare parte dei pendolari in ingresso a Pordenone, perché non si trova ai margini della città consolidata, ma in una zona agricola che doveva essere valorizzata e salvaguardata . Non si capisce perché, per conoscere gli interventi ammessi in una zona, si venga rinviati, dal Piano Operativo e sue NTA, alla Componente Strutturale (un suo elaborato di “Analisi con indicazioni di dettaglio aree agricole”): in un iter procedurale di questo tipo c’è da perdersi. La Componente Strutturale dovrebbe essere riconsiderata solo nei casi in cui il Piano deve essere Modificato e non in fase di gestione del Piano, il cittadino ha già difficoltà a leggere il PRGC, se lo si conduce ad altri elaborati, è come voler tenere nascoste le decisioni prese.

Altre infrastrutture da considerare sono la SS.13 e La Gronda Nord. Il progetto della “Gronda Nord”, parzialmente modificato dal Piano Regionale della Viabilità che proponeva un misto fra il recupero della SS.13 e la nuova viabilità a Nord di Pordenone per connettersi fino a Fontanafredda, viene proposta dal Piano con un tracciato che dalla Comina entra nel territorio di Cordenons, circondando la struttura insediativa esistente per congiungersi con la SS.13 in corrispondenza della grande rotonda del Meduna. Il progetto della “Gronda Nord” dovrebbe sostituire la funzione della SS.13 ma non potrà essere in grado di raggiungere quest’obbiettivo. Infatti la SS.13 è, e resterà per molto tempo, l’unico tracciato di coagulo del traffico proveniente dagli innumerevoli insediamenti che si sono polverizzati sul territorio negli anni e che hanno determinato l’enorme consumo di suolo agricolo (che lo stesso Piano ha rilevato). Non sarà una nuova viabilità ad aiutare il territor io a far funzionare le relazioni territoriali.

Page 9: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

9

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Principalmente si dovrebbe tornare al Piano “Zuccato” che proponeva una protezione lungo tutto l’asse stradale, con vincoli di accessi, di interconnessioni e con interventi progettuali di messa in sicurezza. A causa di una debole pianificazione e gestione del territorio con le prime Varianti al Piano, sono stati liberalizzati vari interventi, sviluppando e privilegiando gli insediamenti commerciali, senza apportare potenziamenti progettuali alla strada. Ciò ha penalizzato la corretta funzionalità della strada stessa e oggi se ne pagano le conseguenze. Le rotatorie di piccola dimensione eseguite e/o previste, non fanno altro che aggravarne l’inefficienza. Il nuovo Piano propone la SS.13 come “strada del Commercio di carattere sovralocale“ (Tav. CS 17), e nella Tav. CO 1 “Ambito di Tutela del Tracciato della Pontebbana” di cui all’art.122 delle NTA non ci sono divieti (per nuovi accessi o obblighi di uscita con svolta a destra o entrata con obbligo di svolta a destra e/o altre simili tutele) e neanche all’art.120 sulle “Fasce di Mitigazione” per le Zone residenziali. Questo vuol dire che si vuole incrementare il consumo di suolo anche e soprattutto lungo questo delicato asse, dove sono collocate diverse Zone Urbanistiche: H2-H3-E.6-D.3-B.n, ecc.. Il rapporto integrato proposto dal Piano tra insediamenti, infrastrutture e nuovi stili di vita, può portare alle trasformazioni del territorio attraverso elementi che si definiscono “attrattori lineari” (mutamenti intorno alla SS.13), ma in questo caso la SS.13 avrebbe bisogno di un progetto di carattere paesaggistico che deve interessare la cartellonistica, i luoghi di sosta, gli insediamenti che la fronteggiano, gli spazi a forte presenza ambientale, le interconnessioni non casuali, le rotatorie non di dimensioni da quartiere, i vari punti di ingresso alla città per gerarchia di importanza, visibili non perché ci sono i Centri Commerciali, ma grazie all’arredo pubblico utilizzato, ecc., progetti che non sono previste dal Piano o vengono rinviati ad altro momento.

Potenziamento del sistema delle aree di rilevanza urbana previste dalla componente strutturale del Piano, con il n.1 la Zona della Comina (pag.164) – a lato, estratto dal PRGC: in Comina, al posto del Nuovo Ospedale, si prevedono ESTP Servizi Privati lungo la Gronda Nord. La Gronda Nord non è ancora progettata che già il Piano prevede lungo il suo tracciato il rafforzamento della coesione territoriale mantenendo l’identità dei centri a scala intercomunale superando i confini amministrativi dei comuni prevedendo l’implementazione di politiche condivise per lo sviluppo e la rigenerazione urbana. In parole povere : sono già previsti tessuti della ricomposizione urbana dove favorire nuovi mix funzionali, insediamenti produttivi e commerciali di rilevanza intercomunale , a saldatura della Conurbazione ma anche in aree periurbane (da tutte le parti, insomma). Verso la Comina, il Piano prevede ai lati della nuova viabilità la “ESTP: Zona Agricola con Possibile Riconversione a Servizi per il Tempo Libero di Iniziativa Privata”, di cui all’art.66

Page 10: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

10

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

delle NTA. Le destinazioni d’uso non sono quelle comprese nell’art.5 delle NTA e quindi è molto difficile identificare di cosa si tratta in questa zona. In un territorio comunale che è superdotato di aree per servizi ed attrezzature pub bliche, queste previsioni fanno presagire nuovi prossimi insediamenti. La localizzazione di questi servizi, è distante dalle aree degli insediamenti umani, per recarsi si devono usare mezzi pubblici o privati (difficilmente a piedi) e non se ne capisce l’utilità, in una zona già ad altissima concentrazione di insediamenti commerciali. Il Piano (pag.68) intende sperimentare un nuovo modo di gestire e governare il territorio per lo sviluppo sostenibile dell’area sovralocale, nella volontà di realizzare una forte continuità del tessuto urbano con i comuni di cintura e una forte continuità dei sistemi agricoli ed ambientali alla scala sovra – locale. Ma in questo modo, come dimostra la progettualità, se si incrementa l’insediamento sparso (non residenziale) su un territorio già fortemente frantumato, di quale sostenibilità e integrazione con il centro consolidato si sta parlando? In Comina è presente la caserma Monti (non utilizzata), l’art.126 delle NTA prevede la conferma delle attività necessarie al Ministero della Difesa, ma nella Componente Strutturale è prevista come Area di rilevanza Urbana con il n.1 che prevede: - la realizzazione di un centro di servizi multifunzionale per la delocalizzazione delle sedi della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Stradale e Centro Pubblico Integrato della Logistica. La concentrazione in un’unica area dei servizi suddetti, favorisce una razionalizzazione dell’uso degli spazi e migliora la capacità di risposta pubblica alle emergenze. Le aree che si liberano a fronte della localizzazione, verranno impiegate per il potenziamento dei servizi scolastici e culturali de lla città (vigili del fuoco) e per la realizzazione del parcheggio di interscambio previsto dal PUMS (Protezione Civile). (Pag.164) Inoltre è previsto nell’ambito del Villaggio del Fanciullo (sempre Comina), il potenziamento dei servizi esistenti e del verde urbano, Servizi che, come vedremo e come viene anche dichiarato (pag.57), sono già adesso in sovradimensionamento . (N.B.: si deve tenere presente che Prefettura e Vigili del Fuoco -secondo programmi recenti- saranno trasferiti a Udine). Per i sopraddetti motivi quindi, vengono espulsi dalle aree consolidate urbane i servizi verso la Comina, si edifica, si cementifica, quando ci sono aree vuote e inutilizzate poste in ambiti molto più strategici (vicini alla grande viabilità e dotati di urbanizzazioni) che possono accogliere a costi pubblici ridotti quelle strutture. Il trasferimento dei Vigili del Fuoco, per non danneggiare il proprietario privato che ha locato l’area e gli edifici in tutti questi anni, e che, con la crisi difficilmente potrà trasformare in altro uso conveniente, il Comune è disposto ad acquistare il bene per realizzare un’opera pubblica inutile (servizi scolastici e culturali). La Zona della Comina, storicamente, è vista dai Pordenonesi come una zona da tutelare, da proteggere e mantenere inedificata, rappresenta il filtro per le acque piovane che rimpinguano le falde e le risorgive. Come mai la VAS non ha valutato l’aspetto urbanistico rispetto all’impatto che questi nuovi insediamenti, con l’utenza e il traffico, possono generare nell’ambiente? Inoltre non si capisce, se l’urbanistica degli ultimi 20 anni ha fallito, mettendo in crisi il territorio, perché si devono prendere come riferimento tali errori e assumerli a nuovi modelli di sviluppo? Si continua ad invadere aziende agricole e le si inducono ad abbandonare l’attività, già compromessa da insediamenti sparsi e dal traffico delle due viabilità (SS.251 e la SP 7). Anche in questa scelta, il Piano si contraddice rispetto agli obiettivi del “contenimento del consumo di suolo ”, del “Potenziamento dell’Agricoltura ” e della “Valorizzazione del sistema Ambientale ”. Inoltre si sottolinea che nel Piano non è presente il vincolo derivante dall’Aero Club Pordenone (Aviosuperficie) posto a confine con il Comune di San Quirino.

Page 11: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

11

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

3. AUMENTO DELLA SICUREZZA DEL SISTEMA URBANO Il Piano propone un incremento della sicurezza urbana (pag. 94-95), pertanto le previsioni nelle aree di maggiore criticità, vengono perseguite logiche di politiche di messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, evitando nuovi insediamenti. Mentre si può capire una possibile ricollocazione dei diritti edificatori (non ci sono diritti edificatori con un nuovo Piano ) in altre aree idonee, non si comprende come si possano utilizzare le aree di criticità, prevedendo usi alternativi che abbiano una maggiore compatibilità con lo specifico contesto.

Pordenone 2002, foto Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Pordenone

Page 12: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

12

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Zone critiche “B” (con asterisco) e “aree (non più edificabili dal PAIL) di servizi privati a supporto della residenza” art.30 bis delle NTA. (Andrea Camilleri, La giostra degli scambi, Sellerio Editore Palermo, 2015, pag.209: - “A picca a picca il commissario vitti finiri l’ultima luci del jorno e allura gli tornò a menti ‘na vecchia commedia di un autori italiano che contava come e qualmenti il novo sdilluvio universali non sarebbi avvinuto con l’acqua di celo ma pirchì tutti i cessi e le fogne del munno avrebbiro ributtato fora tutta la lordia che per secoli gli era stata ghittata dintra e l’òmini sarebbiro morti accussì, annigati nel loro stisso liquami”). L’art. 21, Zona “B”, comma 1, lettera “b”, ci rimanda all’art. 139 e seguenti. All’art.140 si parla di trasferimento di volumetria (nei casi di suscettibilità alla liquefazione di terreni edificabili) verso terreni di proprietà pubblica (non è specificato proprietà comunale, quindi può essere anche altra proprietà pubblica). L’Amministrazione Comunale, generosa, si accolla gratuitamente il terreno a vincolo idrogeologico e rilascia il diritto di edificazione su area idonea non ancora individuata. Le aree idonee saranno individuate entro sei mesi dall’approvazione del PRGC e sarà approvato un regolamento attuativo specifico. Morale della favola: tutti questi volumi di trasferimento non si sa dove andranno e pertanto il disegno dell’attuale Piano, non è quell’immagine che si vuole dare perché le trasformazioni ancora non sono finite e non si sa in quali territori andranno (leggi Comina). Cosa se ne farà il Comune delle aree una volta acquisite, visto che sono soggette a pericolo? Il Comune con questo Piano, non solo deve indicare quali e quanti volumi vuole fare “trasferire” ma anche i luoghi che vuole adibire all’atterraggio. All’art.141, Interventi su edifici esistenti, il Piano prevede la possibilità di interventi di saturazione della volumetria residua derivante dall'applicazione dell'indice di zona. Sarebbe opportuno, invece, che si evitasse l’aumento del carico insediativo , come preannunciato negli obiettivi di messa in sicurezza, altrimenti c’è una contraddizione ingiustificabile . Non si deve trascurare il fatto che l’art. 55, Validità dei diritti volumetrici, nel caso di … Cessione al Comune di aree dotate di diritti volumetrici o di attuazione di processi di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente così come definiti dal P.R.G.C., i diritti volumetrici mantengono la loro validità anche al variare della pianificazione urbanistica comunale e l'Amministrazione Comunale si impegna a garantirne l'utilizzabilità. Quindi il Piano impegna anche le prossime Amministr azioni Comunali, qualsiasi colore abbiano, pur se non saranno d’accordo su questa im postazione progettuale.

Page 13: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

13

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

4. LA STRUTTURA INSEDIATIVA E LA TECNICA DI “PREVER DISSEMENT” (piantumazione preventiva) Una città capace di trasformare i margini in centralità identitarie (pag.127) si prospetta anche a livello locale nella conferma delle zone di nuova edificazione e dello sviluppo delle aree per servizi al di fuori della città consolidata, come a Nord della Pontebbana e come a Torre Nord dove si prevede anche una nuova centralità urbana. Scelte eseguite in ambiti che sono privi di opere di urbanizzazione e dove, come per Torre, si deve cercare di correggere l’errore dell’insediamento di un Istituto Scolastico Superiore nel deserto della zona agricola o in mezzo a case sparse e dove si deve portare il mezzo pubblico con una nuova linea per gli studenti pendolari. Contrariamente a quanto aveva cercato di fare il Piano Zuccato che ha creato delle centralità all’interno dell’area consolidata . (Nell’area vasta i Comuni, specie dopo il terremoto del 1976, hanno contribuito a rafforzare il policentrismo a rete in quanto modello in grado di scoraggiare la dispersione residenziale casuale e a bassissima densità, realizzando nuove centralità periferiche ad alta diversificazione funzionale). In questo Piano si sconfina (dall’area consolidata) per continuare a creare insediamenti sparsi e a consumare suolo, contrariamente agli obiettivi prefissati, viene confermato il modello di “città diffusa”. Il contenimento del consumo di suolo è strutturato in modo tale da garantire una dinamicità che delinei una traiettoria di sviluppo del sistema urbano ed economico (pag.97), ma la contraddizione è rappresentata dal fatto che non esiste una sola direttrice di “invasione cementizia”, ma sono diverse e non giustificate. Nel territorio urbano sono presenti molte aree che hanno la possibilità di garantire la configurazione di una città resiliente, come dice il Piano, capace di modificarsi in relazione alle specifiche esigenze nel rispetto del sistema ambientale e garantendo la sostenibilità economica e sociale delle strategie progettuali proposte. Ma su queste aree (alcune), il Piano le definisce come “Aree della rigenerazione urbana” senza proporre un disegno urbanistico e/o una compartimentazione attuativa per guidare la “rigenerazione”. Il Piano ammette che la Parte Nord della Pontebbana è contraddistinta dall’assenza di un disegno organico della città pubblica in grado di strutturare in modo equilibrato i differenti tessuti urbani (pag.133) pertanto, cosa propone? Una “cucitura” attraverso un sistema di “boschi di cintura” (?) in grado di contenere l’espansione insediativa: Preverdissement . Ma, nel contempo dichiara che l’obiettivo è l’attivazione di politiche per il mantenimento delle attività agricole esistenti, ma come è possibile questo se si prevedono nuovi insediamenti con il nuovo Piano? Continuando di questo passo, nel territorio si inse diano alcuni edifici che andranno a compromette un’area libera che potrebbe avere invec e una sua identità e un suo disegno futuro, se rapportato all’area consolidata centrale. Schede Normative Ambiti B/RU (Elab. CO A2a) Già dalla premessa alla pagina 4, ultimo verso, si dichiara: I dati e gli schemi progettuali riportati nelle singole schede hanno valore indicativo e sono orientativi per la predisposizione dei progetti di trasformazione. In ogni ambito sono evidenziati i parametri edilizi e urbanistici e la rappresentazione grafica di come si deve intervenire, se tutto ciò ha valore solamente indicativo, chi decide come si interviene? A cosa servono queste schede? Bisogna rilevare che fra le norme si prevedono distanze tra fabbricati di m. 3,00. Dobbiamo evidenziare che gli ambiti hanno indici variabili anche molto alti, e le altezze dei fabbricati non sono definite (verrà definita in sede di PA, il che significa che un proprietario si potrà trovare a m. 3,00 un edificio di 3-4-5-6 piani o altro). Questo si tradurrà nel dire addio al sole e all’aria. Le disposizioni sulle distanze tra costruzioni, sono preordinate non solo alla tutela degli interessi dei frontisti, ma anche al rispetto di una serie di esigenze generali, tra cui quella della salute pubblica , della sicurezza, delle vie di comunicazione, della buona gestione del territorio , ecc.. Il Piano Cerutti, che vedeva molto lontano e non faceva soltanto sognare i Pordenonesi, prevedeva quanto previsto dalla L.1150/1942 e L.765/1967, una distanza tra edifici non inferiore all’altezza di c iascun fronte dell’edificio da costruire.

Page 14: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

14

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

L’incidenza in Italia del cancro in bambini e adolescenti, secondo l’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), che non è spiegabile né con stili di vita differenti né con miglioramenti diagnostici, deve indurci a riflettere sul rischio rappresentato dalla crescente esposizione dell’infanzia ad agenti tossici, mutageni e cancerogeni presenti nel “Nostro Habitat ”. L’Habitat lo costruiamo attraverso la progettazion e dell’uso cosciente e responsabile degli spazi urbani. La mancanza di un limite di altezza, indica che il Piano non ha una visione di come avverranno le trasformazioni e quale sarà l’effetto rispetto all’intorno urbano esistente in cui si inseriscono, inoltre abbiamo anche i premi volumetrici che imprimono ulteriore impatto alla zona. Rispetto al principio di recupero del patrimonio edilizio esistente, gli Ambiti B/RU possono danneggiare gli edifici circostanti provocando ombra (impossibilità di eseguire interventi con pannelli fotovoltaici), difficoltà di areazione e ricambi d’aria delle aree limitrofe (asma e problemi respiratori), trasformazioni nelle aree scoperte giardini, orti, solarium, ecc. che non hanno più la luce naturale nelle quantità originarie e necessarie. Questo contrasta con l’obiettivo di favorire le connessioni ecosistemiche ed implementazioni della biodiversità urbana e di creare corridoi ecologici . (Elab. CS 22) Anche il Rapporto di copertura del 60% di fatto, non vuol dire che la restante parte sia area permeabile perché il Piano prevede un indice di permeabilità del solo 15%, irrisorio rispetto agli obiettivi di valorizzazione ambientale e di sicurezza idrogeologica , i quali non riguardano solo le Zone PAIL, ma anche come e quanto si costruisce, quanto territorio si copre e cementifica nelle aree urbane. Zone “B” L’art. 21 , comma 2. Modalità di Attuazione, lettera “b” , consente, su superfici maggiori di m² 2.000, di presentare un PAC con parametri edificatori proposti dal PAC stesso. Questo significa: - alterare l’immagine della città; - consentire alla Pubblica Amministrazione di decidere a seconda dei soggetti richiedenti, in modo discriminatorio o comunque arbitrario, ciò che dovrebbe appartenere alle decisioni del Consiglio Comunale; - e comunque, non c’è la possibilità di porre osservazioni da parte dei cittadini confinanti che potrebbero essere danneggiati dalle modifiche al PRGC previste in sede di PAC. (NB: I confinanti non vengono avvisati del progetto preventivo e, pertanto, vengono a conoscere le trasformazioni del PAC solo quando inizia il cantiere). Al comma 5. Parametri edificatori, lettera “b” , la distanza tra fabbricati è pari a m.3,00. Il Piano ha evidenziato le forme storiche dell’insediamento di Pordenone e non pare che negli anni dell’urbanistica italiana (‘50-‘60-‘70), Pordenone abbia sviluppato il suo territorio ammassando gli edifici gli uni agli altri, ma le tipologie edilizie sono tutte rispettose degli intorni ambientali. Questo Piano dichiara di voler creare corridoi ecologici, all’interno degli insediamenti, anche attraverso il verde privato che è stato rilevato di notevole importanza nella cucitura dell’immagine della città: Valorizzazione del sistema ambientale, in particolare per la creazione di corridoi ecologici e messa in rete delle aree a verdi di qualità (pag. 97 e altre), ma nella realtà applicando le Norme di Attuazione si realizza il contrario. La norma sulla distanza dei 3m tra fabbricati, deve essere eliminata e totalmente riscritta, in modo da non alterare gli equilibri d i vicinato e le forme insediative. L’art. 22, comma 5. Parametri edificatori, lettera “b” , anche qui si continua a proporre un’edilizia in contrasto con gli obiettivi prefissati dal Piano, quindi si propone: - la costruzione a confine, deve avvenire solo se a confine esiste un fabbricato e per una altezza non superiore a quella del numero di piani del fabbricato esistente , altrimenti si verificano problemi di creazione di ombre e/o di riduzione di areazione verso i confinanti, andando inoltre ad alterare gli equilibri di vicinato e soprattutto snaturando le tipologie consolidate che formano la caratteristica delle parti di città. Questo deve essere precisato in tutte le Zone Urban istiche dove si consente la costruzione a confine .

Page 15: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

15

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

L’ammasso di volumi fuori misura di logica: la casetta con giardino a due piani, non vedrà più il sole grazie all’ampliamento e sopraelevazione del nuovo fabbricato a confine. Nella seconda immagine, anche il Comune di Pordenone costruisce edifici pubblici (inutili) con vetrate a cinque metri dal condominio di nove piani. Nelle zone urbane, alcuni danni alla salute sono provocati dalla ridotta capacità di ricambio dell’aria, specialmente dovuti al “Particolato ultrafine (PM 0,1)” costituito da nanoparticelle (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti liquidi o solidi) che, non essendo catturate efficientemente dai dispositivi di controllo dell’inquinamento atmosferico, sono trasportate a lunghissima distanza e sono in grado di attraversare tutte le principali barriere biologiche dell’organismo umano. Si possono determinare effetti acuti e cronici sull’apparato respiratorio. Il danno minimo: starnuti, tosse; il danno cospicuo: bronchiti acute, crisi asmatiche, riacutizzazioni della bronchite cronica, possibili sovrainfezioni batteriche con conseguenti polmoniti; effetti cronici: minore capacità respiratoria negli adolescenti, maggiore incidenza dell’asma bronchiale, della bronchite cronica, maggiore incidenza dei tumori polmonari e malattie da accumulo di sostanze inquinanti in vari organi. Naturalmente ci sono difficoltà notevoli a definire il danno cronico da inquinanti specie in rapporto alle sinergie tra di loro, la loro interdipendenza, attività e ambiente di lavoro, fumo di tabacco, ecc., ecc.. Ma la capacità di effetti a livello cellulare che includono mutageneità, danni al DNA (genotossicità), favoriscono processi infiammatori associati con problemi cardiovascolari (infarto del miocardio e aritmie). Troppo spesso viene identificata la prevenzione del cancro con la sua diagnosi precoce, (possibile tramite screening solo per alcune forme di tumore): questa confusione dei termini, distrae dal concetto che la vera prevenzione del cancro, e di molte altre malattie cronico-degenerative, consiste nella Prevenzione Primaria e quindi nella riduzione della esposizione di tutta la popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili. (vedi: Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano - S.C. Epidemiologia Ambientale e Registro Tumori Effetti a breve e a lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana. Paolo Crosignani, Andrea Tittarelli, Alessandro Borgini, Martina Bertoldi). Per questo le scelte urbanistiche sull’insediamento e di come vengono organizzati gli spazi di permanenza della popolazione nei luoghi, d evono tenere conto dei troppi segnali provenienti dallo stato di salute rilevato dai ricercatori del settore.

Page 16: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

16

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

L’ammasso di volumi fuori misura e priva di logica (aree strategiche? – foto a fianco: Non si capisce perché sia ancora in piedi quell’archètipo di edificio che ricorda la vecchia storia di Pordenone!

- Dentro il cortile della Zona vincolata “B.0”, di circa m² 200, si consente di costruire un nuovo edificio con indice di cubatura di m³/m² 3,00, in aderenza all’edifico esistente e dopo che ha già saturato la cubatura con quanto già costruito con il Piano vigente. - A lato, il cosiddetto Grattacielo Santin con la sua “minimissimissima area di pertinenza satura ” come Zona “B.3” (perché bisogna dare la possibilità di calcolare la stessa area per costruire più volte e più edifici) mentre intorno sono distinte Zone “B.4” – “B.6” e vi sono anche Zone “Bve, residenziale con mantenimento della volumetria esistente”, non è questa una contraddizione del Piano?

Accanto a questo edificio in stile Liberty c’è un edificio (foto accanto) che il Piano prevede con la possibilità di un nuovo intervento di fabbricato utilizzando i parametri urbanistici delle “B.2”, i.f.

Page 17: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

17

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

m³/m²2,00 e altezza massima di m 15,00 (cinque piani fuori terra), si può immaginare cosa succederà all’edificio in stile Liberty.

Alcuni casi di ombreggiamento: Zona “B.3”, il condominio, aderente a Zona “B.2”, case a schiera. Il Comune si è preoccupato di dare una progettazione di dettaglio (?) “indicativa ” agli interventi privati, mentre non si è preoccupato minimamente di prevedere una sistemazione dell’Ambito Territoriale Ospedaliero che interessa non solo il Comune ma anche l’area Vasta. Ha precisato l’area per l’insediamento di un’opera inutile da edificare quale la Cittadella della Salute , anziché prevedere il recupero dei Padiglioni “A” e “B” (m³ 150.000) che saranno abbandonati dopo la costruzione del Nuovo Ospedale. Del resto, con il presente Piano, l’Amministrazione Comunale dimostra di preferire lo spreco e il consumo di suolo rispetto al suo recupero . L’interesse alla Comina e al suo sviluppo insediativo, è percepibile anche nella sistemazione di via Montereale, a Nord si prevedono piste ciclabili ambo i lati della strada, mentre a Sud della SS.13 si prevede una sola pista ciclabile, che esiste già, nel lato dell’area dell’Ospedale, mantenendo il lato opposto nelle attuali condizioni di degrado. L’indagine conoscitiva sull’apparato insediativo esistente, doveva poggiare su una strumentazione analitica storica, qualitativa e quantitativa, adatta a definire in maniera precisa l’offerta abitativa. Da questo sarebbero emerse le specificità da tenere in considerazione che ogni realtà presenta, i diversi gradi di diversificazioni necessari per fondare le previsioni sull’esistente e le priorità del soddisfacimento del fabbisogno abitativo, attraverso il recupero ed il completamento dell’esistente, prima della localizzazione di nuove eventuali aree da edificare. Il Piano avrebbe dovuto individuare le aree dove sono ben definite le tipologie insediative e quindi dove ci sono delle omogeneità (edifici degli anni ‘40 – ‘50 – ‘60) e gli edifici della fine ottocento e i primi del novecento, dove sono evidenti stili architettonici di particolare interesse. All’interno di questi ambiti, il piano avrebbe dovuto compartimentare gli interventi di trasformazione, in modo da garantire un rispetto della nuova edificazione nei confronti dell’intorno da salvaguardare. Invece, non solo viene proposto con indicazioni chiare e prescrittive, ma, attraverso “interventi diretti”, viene consentita la costruzione di edifici alti quattro-cinque-sei-sette piani fuori terra con possibilità di costruire a confine con altezza maggiore dell’edificio esistente. Dopo anni di assenza di una pianificazione e una ge stione controllata del territorio , questo Piano doveva entrare nei meandri dei partico lari di ogni isolato e nucleo urbano e intervenire con un sistema di cucito (unione delle parti), rattoppo (riempimento dei vuoti urbani, recupero del patrimonio e delle risorse esistenti), ricamo (abbellimento delle parti di città perché non esiste solo il centro storico come gioiello di Pordenone, ma anche i centri di frazione e dei quartieri consolidati). La “Trasparenza” dei Grafici: Un altro aspetto che riguarda tutto il Piano è la rappresentazione grafica (come d’altra parte nel vigente). Si tratta, in particolare, delle Zone Urbanistiche “B” che vengono rappresentate con sottofondo “Bianco” come se fossero tutte uguali con stessi parametri urbanistici ed edilizi.

Page 18: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

18

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Questo inganna chi guarda il Piano perché: - non si descrive l’immagine della città compiuta: dall’esistente alle trasformazioni (quella che si vorrebbe realizzare); - non evidenziandole con colori diversi, si nascondono le scelte urbanistiche a maggiore densità volumetrica, soprattutto rispetto alle aree adiacenti a minore densità; - crea confusione ai cittadini e anche ai politici. Soprattutto i decisori che devono approvare il Piano, non si rendono conto di quelle trasformazioni che possono avere maggiore incidenza rispetto all’ambiente circostante (vedi quanto è stato costruito negli ultimi anni, in cui sono stati completamente soffocati degli edifici e le aree di pertinenza a causa delle nuove costruzioni e/o degli ampliamenti smisurati). L’art. 48 delle NTA, Zona C - Aree di trasformazione, vengono comprese anche altre Zone urbanistiche (H-B/RU-D). Deve esserci un errore. Bisogna cancellare il riferimento alle Zone “C” e intitolare l’articolo: “Aree di Trasformazione”. L’art. 49 Criteri di concorsualità per la realizzazione delle aree di trasformazione, non sembra molto difficile superare la “prova” e raccogliere il punteggio minimo richiesto dai criteri di sostenibilità definiti, basta scegliere alcune fra le più semplici e meno costose elencate nella tabella di qualità. Alla fine sarà la riduzione di suolo agricolo a farne le spese. L’art. 51 Perequazione e compensazione, contribuiscono ad aumentare le aree per servizi (che nel Comune sono in sovrabbondanza) e a far atterrare volumi alterando le densità. Questo meccanismo conferma che il Piano non dà un’immagine della città che sarà, tutto è incentrato sull’improvvisazione e soprattutto il Piano non è creato dalle decisioni della Pubblica Amministrazione, ma è lasciato ai privati, che girano per il Comune con i loro volumi da piazzare sul mercato immobiliare e con la conseguente determinazione delle rendite. (vedi sopra art.55) L’art. 60 Zone agricole E, comma 7, lettera “h”, ultimo alinea, si consente in zona agricola (senza limite del soggetto richiedente, in possesso o meno della qualifica di imprenditore agricolo professionale) l’attività culturale, ricreativa e turistica di scala comunale. Quindi ulteriori servizi, anche se privati, senza una dimensione minima o massima, senza parametri, basta avere un fazzolettino di terra agricolo. In continuazione con altre scelte precedentemente s ottolineate, è la riduzione di suolo agricolo a farne le spese. 5. IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO Il dimensionamento del Piano è una sequenza di numeri che danno un risultato non corrispondente a quanto previsto dalla normativa regionale:

- non si considera il potenziale insediamento degli alloggi esistenti non occupati ; - non si considera il decremento demografico costante degli ultimi anni; - non si considerano i Piani Attuativi realizzati ma non insediati; - non si considerano nelle aree di trasformazione RU i premi di volumetria; - non si considerano le volumetrie (20%) non calcolabili degli spessori della muratura

perimetrale e dei solai; - non si considerano i volumi edificabili di trasferimento dalle zone di vincolo PAIL verso

le aree pubbliche di “atterraggio”; - si considera un correttore dell’indice di occupazione di 0,80 delle stanze previste, che

diminuisce la capacità insediativa del Piano; - non si considerano le potenzialità insediative delle aree di pianificazione strategica

della città .

Page 19: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

19

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

6. I SERVIZI DELLA CITTA’ Il Piano conferma che il territorio nel suo complesso ha una buona dotazione di aree a standard urbanistico destinate a verde e servizi. (Elab.CO A4) Categorie di servizi (rif. art. 9 del DPGR 126/1995)

Standard minimo richiesto (mq/ab)

Maggiore Minore

Standard previsto nel PRGC (mq/ab)

ATTREZZATURE PER L’ASSISTENZA E SANITA’ 3 < 3,89 ATTREZZATURE PER IL CULTO, LA VITA ASSOCIATIVA E LA CULTURA

3 < 8,03

ATTREZZATURE PER L'ISTRUZIONE 3,5 < 4,06 ATTREZZATURE PER IL VERDE, LO SPORT E GLI SPETTACOLI

15 < 26,14

ATTREZZATURE PER LA VIABILITA' E I PARCHEGGI 3,5 < 7,97 T o t a l i 28 < 50,13

Se già l’attuale Piano vigente ha una dotazione di standard di 45,20 m²/ab (superiore al minimo richiesto di 28,00 m²/ab ), perché continuare a prevedere ulteriori superfici per strutture di servizio? Se a queste quantità aggiungiamo le aree per servizi privati di vario genere previsti, aumentiamo la dotazione di standard per abitante, oltre, logicamente, a creare uno spreco di territorio e consumo di suolo per servizi inutili. Questi servizi servono per allungare la lista degli insediamenti sparsi per aggregarli ai nuclei perimetrati e dimostrare che c’è una continuità insediativa . Inoltre il Piano può illudere gli imprenditori ad investire su servizi che possono creare sviluppo economico, il che è molto discutibile, perché non c’è, da parte del Piano, un’indagine di mercato sull’argomento che ha determinato una domanda e un’offerta in tal senso. Neanche c’è un’individuazione degli elementi storici – architettonici – artistici – archeologici legati insieme da un progetto di valore turistico capace di giustificare nuove opportunità di sviluppo culturale ed economico.

Il Parcheggio Marcolin nell’Elab. CS 20 Bisogna rilevare la differente previsione dell’area del Parcheggio Marcolin che, nel Piano Operativo, è confermata la sua destinazione a Parcheggio, mentre nella Componente Strutturale è prevista come “Area di Rilevanza Urbana n .6: città fiume”. Elab. CS 20 Sistema del Verde – Progetto, vediamo l’individuazione di corridoi ecologici come parte del sistema urbano. Questa trasformazione ha due problemi: 1. non sono stati calcolati i costi ambientali dell’eliminazione dei Parcheggi (asfalti, rinaturalizzazione, ecc.);

Page 20: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

20

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

2. l’area fa parte del progetto del Prof. Arch. Gino Valle per il Centro Direzionale, che si trova in molte riviste specializzate di Architettura e che quindi è uno dei beni vincolati (il progetto è stato pensato prendendo il campanile del Duomo di San Marco come vertice per calare tutte le linee che formano gli spazi dei parcheggi).

Estratto da Documenti di Architettura, Pierre-Alain Croset: - GINO VALLE, Progetti e Architetture, pag.158, Progetto del Centro Direzionale 1972-1982, vista del Parcheggio pubblico Marcolin che il nuovo PRGC prevede Aree di Rilevanza Urbana, N.6, Città Fiume, Elab. CS 18, e dove si definisce (pag.164) ri-funzionalizzazione del parcheggio Marcolin come grande area pubblica per il tempo libero con la valorizzazione delle relazioni tra città e fiume in accordo con gli scenari di progressiva riduzione del traffico su via Rivierasca previsti dal PUMS. 7. STRUTTURA E FLESSIBILITA’ Secondo la Legge Regionale di riferimento, la Componente Strutturale è definita come rappresentazione schematica della strategia del piano che risulti dalla sintesi degli elementi strutturali del territorio relazionati alle previsioni del Piano. Se da una parte, come è ovvio, non vi dovranno essere aspetti diversi o aggiunti di quelli contenuti nelle planimetrie di progetto, dall’altra però l’elaborato grafico dovrà fornire un livello di lettura del Piano che ne espliciti la strategia complessiva e che costituisca un preciso riferimento per l’applicazione della legge regionale, in cui si fa diretto riferimento ai suoi contenuti. A questo documento viene assegnato il ruolo di chiarire il quadro delle scelte dello strumento affidato alla fase attuativa e soprattutto i limiti all’interno dei quali tali scelte possono essere variate direttamente dai PA. Invece, la Componente Strutturale di questo Piano, è in contrasto con le attese regionali. E’ stata redatta attraverso più rapprese ntazioni che si identificano come elaborati aventi diverse tipologie di progetto stru tturale, e un cambiamento evidente rispetto al Piano Operativo, creando una particolar e confusione per chi dovrà gestire la fase esecutiva del Piano Operativo. Fra gli strumenti normativi e descrittivi, vi è la relazione con l'indicazione motivata dei limiti di flessibilità , riferiti agli specifici contenuti del Piano, per l'attuazione, la revisione o l'aggiornamento del Piano medesimo.

Page 21: OSSERVAZIONI - WordPress.com · Veduta aerea di Pordenone 1930 -1940 prima della licoressia La Pordenone a sviluppo diffuso che il nuovo Piano intende perseguire 1. PORDENONE PIU’

21

C O

M I T

A T

O

S A

L U

T E

P

U B

B L

I C

A

B E

N E

C

O M

U N

E

-

Po

rde

no

ne

Questa, risulta troppo superficiale poiché non definisce nello specifico la strategia utilizzata per raggiungere gli obiettivi prefissati, non riporta in modo esauriente le scelte definite invarianti al Piano, e, infine, essendoci questa differenza tra Piano Strutturale e Piano Operativo, non ha una sufficiente specificazione della gestione dei limiti proposti. Se viene approvata l’iniziativa della Giunta Regionale che elimina automaticamente le relazioni di flessibilità di tutti i Piani vigenti in Regione, il Comune di Pordenone si ritroverà con la sola Componente Strutturale che è un Piano di ampia portata evolutiva senza limiti particolari, specialmente riguardo la tutela del territorio agricolo e allo sviluppo edilizio “diffuso ” proposto. Non è solo la Relazione di Flessibilità che deve es sere più specifica, ma soprattutto deve essere la Componente Strutturale che deve risu ltare più attinente al Piano Operativo, una sua specificazione e non un’ alternativa . 8. VAS La relazione che valuta le scelte di Piano rispetto all’effettiva sostenibilità degli interventi trasformativi e agli impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale, non considera tutte le modifiche che vengono proposte sul territorio: - possibile utilizzo delle Zone Agricole ad uso ludico e come zone sulle quali riversare i premi volumetrici attraverso le perequazioni-compensazioni e attraverso il sistema del rimboschimento; - le zone residenziali con possibilità di insediamento ad alta o media densità costruttiva accanto a zone di diversa tipologia; - aumento del carico urbanistico su zone con ridotta presenza infrastrutturale e in aree soggette a criticità idrogeologica; - sviluppo edilizio-insediativo lungo la direttrice Nord della Comina, per occupare suolo agricolo; - sviluppo edilizio-insediativo a Torre Nord su una zona priva di rete fognaria e dove viene occupato ancora suolo agricolo; - sviluppo insediativo dei Centri Commerciali (area Meduna) con continua occupazione di suolo agricolo; - nuove infrastrutture viarie inutili (Bretella Sud) quando esiste già il collegamento autostradale con la SS.13 in Pian di Pan, con ulteriore consumo e inquinamento di suolo agricolo; - ecc.. - (vedi inoltre, i dettagli di cui si è accennato sopra) Un altro motivo che rende inutile la VAS, è che non assume un valore preventivo e propositivo nel Piano, in quanto tutte le prescrizioni elencate nella “Valutazione ambientale per l’individuazione degli indirizzi progettuali delle aree di trasformazione e relative indicazioni/prescrizioni” di pag. 276 e seguenti, sono dichiarate dal Nuovo Piano Regolatore, Elab. CO A2a, alla Pag.5, di valore indicativo : “I dati e gli schemi progettuali riportati nelle singole schede hanno valore indicativo e sono orientativi per la predisposizione dei progetti di trasformazione”. Come già anticipato nelle pagine precedenti su altri argomenti, si dichiara di svolgere una buona azione sul territorio e si esegue una proposta progettuale senza alcun valore cogente .