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SKIPASS PANORAMA TURISMO Osservatorio Italiano del Turismo Montano Situazione congiunturale Montagna Bianca Italiana Inverno 2015-2016 Previsioni e Tendenze Skipass Panorama Turismo è il centro ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali di Promosso da A cura di

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SKIPASS PANORAMA TURISMO

Osservatorio Italiano del Turismo Montano

Situazione congiunturale Montagna Bianca Italiana

Inverno 2015-2016

Previsioni e Tendenze

Skipass Panorama Turismo

è il centro ricerca specializzato

sul mercato del turismo e degli sport invernali di

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Skipass Panorama Turismo è il centro ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali di Skipass, la più importante fiera sul turismo e sport invernali d’Italia.

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Coordinamento Rilevatori Serena Tronconi

Analisi Statistica Lorenzo Ghetti

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Editing Serena Tronconi

Strategie, comunicazione e marketing ModenaFiere srl

Ufficio stampa Daniela Severi

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INDICE Sarà l’anno del vero rilancio? 2 Il nuovo appeal della montagna bianca italiana 5 Gli highlights della vacanza invernale 2015/2016 6 Tendenze e stili di consumo 8 Innevamento naturale Vs. innevamento artificiale 9 Slons e white seekers: il futuro è qui 10 Periodicità delle vacanze invernali 11 Oltre le discipline tradizionali 12 Demanio sciabile: minimo sindacale di almeno 100 km di piste 14 Famiglie moderne, nuclei aggregati 15 La classifica delle destinazioni montane italiane 16 La classifica dei demani sciabili 20 L’ “Unknown Level” 24 Previsioni di fatturato e presenze nell’inverno 2015/2016 26 Il Paniere di Spesa 2015/2016 delle vacanze in montagna 27 Indicatori e tendenze delle discipline sportive 28 Il sistema ospitale della montagna bianca 31 Le scuole di sci in Italia 36 I prezzi 39 Finalità e metodologia di Skipass Panorama Turismo 43

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SARÀ L’ANNO DEL VERO RILANCIO? La speranza è questa: superare gli indici di crescita che si potrebbero considerare “fisiologici” se comparati all’incremento delle quote internazionali di flussi turistici, per dirigersi verso un vero, effettivo, concreto rilancio dell’economia della Montagna Bianca Italiana. I dati previsionali permettono, per l’inverno 2015/2016, un reale ottimismo, nella consapevolezza che tali indici rimangono sempre condizionati da fattori esogeni anche allo stesso livello qualitativo e quantitativo dell’offerta della filiera turistica. Condizioni meteo e conseguente situazione dell’innevamento in primis, ma non solo: continuità ed accelerazione della fase di ripresa dell’economia italiana e relativo positive thinking, potenzialità di riapertura dell’economia turistica russa, mantenimento del livello di spesa per il leisure invernale sui mercati primari, etc., rappresentano solo alcuni degli elementi instabili del settore turistico più complesso. Quello, appunto, della montagna invernale. Dopo un’estate che, anche grazie a condizioni meteo favorevoli, ha visto tutti gli ambiti territoriali ed i prodotti turistici segnare indicatori positivi (a parte qualche eccezione), lo spirito che contraddistinguerà gli Italiani in questi ultimi mesi del 2015 sarà quello di spendere qualcosa in più per beni effimeri ed emozionali, capaci di “far star bene” più che di “far acquisire un bene”. Una tendenza, questa, che continuerà anche nel primi mesi del 2016. Il fenomeno, già identificato come buy rebound, si concretizza nell’esplosione di desideri che sono stati accantonati per mesi od anni, come è – appunto – quello di poter andare in vacanza in maniera serena. O più serena rispetto al passato. Se non vi saranno accadimenti o tsunami di tipo politico od economico, quindi, e se l’innevamento naturale permetterà il normale evolversi della stagione sciistica, allora la stagione invernale entrante sarà davvero quella del rilancio, con indici di crescita superiori ai 7 punti percentuali, sia in termini di fatturato che di presenze. Un dato, questo, eclatante, soprattutto se si considera che non tutte le destinazioni della montagna bianca italiana vivranno questa positività; vi sarà, infatti, una quota di circa il 19,6% delle destinazioni minori italiane (in rappresentanza di non più del 4,1% dell’economia di questo settore economico) che perderà quote consistenti di clienti e di fatturato, avvicinandosi al default. Pertanto, in questo contesto vi saranno località che vedranno scemare le proprie quote di mercato: ciò sarà dovuto – da un lato – alla loro incapacità di rigenerare il sistema turistico nel suo complesso, operando solamente sull’esistente e su proposte/servizi ormai considerati standard e – dall’altro – dal nuovo interesse che sapranno generare, al contrario, altre destinazioni.

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Nel complesso, se gli Italiani torneranno a vivere con più frequenza le località di montagna e se aumenteranno altresì le quote di turismo internazionale, sia gli uni che gli altri sceglieranno attentamente dove andare o, meglio, quali località evitare. E non sarà il prezzo a far assumere, agli ospiti della montagna bianca italiana, questa decisione. Saranno infatti altri i fattori motivazionali che spingeranno italiani e stranieri nella scelta della località dove trascorrere vacanze o short break in montagna, nel prossimo inverno:

1. il primo, in assoluto, è quello legato alla certezza di trovare una località multiskin. Una località, quindi, che sappia offrire una molteplicità di opzioni e sappia “cambiare pelle” non solo a seconda del periodo ma anche dell’orario. In sostanza, vinceranno quelle località che non sono statiche ma in continuo movimento: opportunità di sperimentare nuove discipline, capacità di offrire opzioni di benessere, enogastronomia, etc., ma anche animazione e divagazioni varie (incontri, concerti, letture, etc.). Località che sapranno anche modificare la propria “scenografia urbana” a seconda del periodo, dell’orario della giornata e di ciò che lì avviene;

2. il secondo, invece, si basa sulla certezza di soggiornare in una località che non sia afflitta da desolazione senile. Anche per un breve soggiorno le “località” devono essere frizzanti, in grado di offrire opportunità di esperienze e nuovi stimoli, spingendo gli ospiti a de-contestualizzarsi dal loro comportamento quotidiano praticando attività sportive insolite, frequentando locali, ampliando le conoscenze enogastronomiche, etc. Infatti tutti gli ospiti ricercano luoghi vivi, vivaci ed energetici, fatta eccezione per gli ultra senior – oltre i sessantacinque anni (che rappresentano una quota assolutamente minimale per questo settore, mai superiore negli ultimi decenni al 3,9%1). Ciò non toglie che anche questo turista si trovi a proprio agio in località frizzanti;

3. il terzo, infine, è quello legato alla contaminazione relazionale. Nessun soggiorno in montagna – indifferentemente dalla sua durata – esiste senza lo sviluppo di nuove relazioni o nel rafforzamento di quelle esistenti. Questo fattore è sia interno – quindi il soggiorno in montagna deve garantire il ripristino o l’avvio del contatto tra le persone che sono insieme in vacanza – sia esterno – quindi offrire l’opportunità di generare nuove relazioni sociali con altri ospiti ma, soprattutto, con la comunità residente.

In sostanza, vinceranno le destinazioni che sapranno coniugare al meglio le seguenti quattro tematiche: o ski e oltre ski, quindi la possibilità di praticare tutte le discipline

tradizionali sulla neve ma anche quelle nuove, non agonistiche, slow, come pure vivere la neve senza alcun impegno sportivo, per

1 Elaborazione JFC su dati BIPE-INSEE

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leisure; o l’après-ski, socializzante (nel caso di locali, bar, luoghi di incontri

anche open, terme, etc.) o riservato (benessere per la coppia, couple baita, room service, etc.);

o il soggiorno, che diventa un forte elemento attrattivo solo nel momento in cui nella località vi sono elementi caratterizzanti, che vanno dalle baite agli sharing loft, dagli hotel di alta qualità alle RTA gestite con formula alberghiera;

o una molteplicità di offerte presenti nelle località, con una ricchezza fatta di opportunità sportive, di divertimento, di svago, di opzioni di socializzazione e di mondanità, etc.

In un contesto, quindi, che vedrà il mercato turistico della montagna bianca italiana rialzarsi – almeno parzialmente – da anni di buio e di scarsi guadagni, si verificherà in maniera parallela un ritorno al desiderio di montagna = neve, che significa un ritrovato appeal della montagna, purché innevata. Se questo è un fattore essenziale per il rilancio delle destinazioni montane – che tornano pertanto ad essere “interessanti” e “raccontate” – vi è anche un’interessante duplice tendenza per quanto riguarda l’approccio sportivo: o da un lato si assisterà ad un picco di italiani che si avvicinano, per

la prima volta, allo sci: età compresa tra i 34 ed i 50 anni. Con buona capacità di spesa, questi “nuovi sciatori” rappresentano, per le destinazioni turistiche italiane, un target molto interessante da conquistare;

o dall’altro lato assisteremo a sciatori multi-activity, quindi a coloro che, esperti della neve, praticheranno sino a cinque diverse discipline e sceglieranno la località di vacanza esclusivamente sulla base di questi parametri.

Attenzione però: ormai la vacanza in montagna, d’inverno, non può prescindere da un’offerta di benessere e wellness. Le strutture che sono ancora sprovviste di beauty farm o aree benessere rischieranno di perdere presenze, perché sta diventando indissolubile il rapporto esistente tra “montagna bianca e centro benessere”. Su questa direzione stanno andando già ora anche diverse strutture plein air – che offrono al proprio interno centri benessere – ma chi otterrà maggiori vantaggi nei prossimi anni saranno quelle destinazioni in grado di offrire beauty farm “socializzanti”, luoghi cioè di incontro tra le persone, siano essi sciatori o turisti. Un sorta di mix tra après-ski e centro benessere della città. Per quanto riguarda i mercati, oltre al ritorno di clientela italiana, si manifesta un forte incremento generalizzato per quanto riguarda gli arrivi provenienti della Gran Bretagna. Migliorano anche le quote di presenze dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca, come pure gli stranieri provenienti dai Paesi del Nord Europa. In linea di sostanziale stabilità i clienti di lingua tedesca, rimanendo in attesa di “aperture” da parte del governo russo.

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IL NUOVO APPEAL DELLA MONTAGNA BIANCA ITALIANA Non servono nuovi film di Vanzina per innalzare l’immagine della montagna bianca italiana o – meglio dire – di alcune località che si pongono ai vertici dell’offerta; ciò che serve è, nell’inverno 2015/2016, avere la forza di cogliere questa “ventata di freschezza” ed il nuovo interesse che gli Italiani stanno coltivando verso tutto ciò che risponde a requisiti di “purezza” (il bianco della neve), “natura e sostenibilità” (i boschi, l’aria pura), “desiderio di fuga” (il week end), “connessione sociale” (le piste, le baite ma anche i centri cittadini) e “verità ed autenticità” (le località di montagna). Parlare di week end in montagna, raccontare lo shopping di Corso Italia a Cortina d’Ampezzo, esaltare l’avvenuta discesa sulla pista Paradiso dell’Adamello, ricordare un incontro con un vip a Courmayeur, sono tutti fattori che esaltano l’esperienza vissuta e rendono interessante – e desiderato – un soggiorno in montagna. Nell’inverno 2015/2016 gli Italiani, stimolati anche dalla visione di una ritrovata serenità – emotiva prima ancora che economica – si guardano attorno e vedono in un soggiorno “bianco” il simbolo del loro ritrovato benessere. Infatti, anche se in Italia manca da diversi anni un fenomeno mediatico come lo è stato Alberto Tomba, la comunicazione sempre più costante sui media televisivi ed il “nuovo desiderio di montagna bianca” degli Italiani porta molti connazionali a “desiderare” di imparare a sciare. Sarà perché le location di montagna tornano di moda, sarà perché vi è una gran quota di Italiani che nella fascia di età 34/50 non ha mai messo gli sci ai piedi, quest’anno succederà proprio questo: un forte desiderio di imparare a sciare e, per una consistente quota di Italiani, la trasformazione di questo desiderio in fatto concreto. Infatti, della quota complessiva dei nuovi sciatori italiani, si calcola che saranno circa 70.000 (dei 95.000 complessivi - vedi capitolo dedicato) coloro che, in questa fascia di età, si metteranno gli sci ai piedi per la prima volta nella loro vita: 70.000 Italiani nuovi sciatori di fascia medio alta, con una buona capacità di spesa. Questi Italiani, inoltre, non si accontentano di fare un week end sulla neve. In media, trascorreranno nell’inverno 2015/2016 ben 11,8 notti in montagna: una settimana bianca e almeno 2 week end! Alta, però, anche la quota dei “vorrei ma non posso”: coloro, cioè, che vorrebbero imparare a sciare ma sono frenati dagli alti costi di “avvicinamento alla pratica sportiva”. Per loro maestro di sci (necessario), skipass (obbligatorio), abbigliamento (esclusivo) e noleggio attrezzature (indispensabile) rappresentano un freno enorme alla pratica sportiva. Anche considerando il fatto che si tratta di Italiani che vorrebbero cominciare a sciare nei periodi di massima concentrazione turistica, quando è difficile trovare disponibilità e tranquillità sulle piste per sciare ma, al contrario, si trovano i prezzi molto alti.

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GLI HIGHLIGHTS DELLA VACANZA INVERNALE 2015/2016 Ovvio, quasi banale, risulta ormai essere il forte legame esistente tra previsioni meteo e vacanza: se, infatti, durante lo scorso inverno la quota degli Italiani che dichiararono di consultare le condizioni meteo prima di partire per le vacanze in montagna si assestava al 78,8%2, quest’anno la quota è cresciuta di circa 5 punti percentuali, portandosi all’83,5%. Ma, un elemento ancora più significativo, è dato da quanti affermano di consultare le previsioni del tempo (la quasi totalità tramite mobile!) diverse volte nei giorni antecedenti la partenza: si passa, in questo caso, dal 49,4% al 56,7%. L’Italia si conferma un Paese di meteo-dipendenti: poco importa se le previsioni sono effettuate da siti “farlocchi” (e questo è un altro grande problema). Il trend che, invece, rappresenta la vera novità per l’inverno 2015/2016, è quello legato al concetto di “flow”: la ricerca di luoghi dove praticare lo sci abbinandolo al relax, sciando con calma, senza spirito competitivo. Italiani – ma soprattutto stranieri – vogliono utilizzare gli sci in maniera lenta, fermandosi per ammirare il paesaggio innevato, sostando spesso anche per fare esperienze nelle baite, come possono essere momenti di benessere, o gustare l’enogastronomia locale. Il fattore più interessante di questa nuova tendenza – che prende il nome di chill out riding – è che coinvolge sia sciatori provetti come pure i principianti. Oltre a queste tendenze, vi sono ulteriori mega-trend che segneranno l’andamento della stagione invernale 2015/2016:

• turismo collaborativo: anche in montagna esplodono le opzioni di sharing economy. Le formule sono diverse: da quelle più conosciute di affitto di una stanza in casa d’altri sino al soggiorno in un maso aiutando i proprietari nei lavori di tutti i giorni, etc., è un fiorire di opportunità non solo per risparmiare ma anche per vivere in maniera autentica – e a contatto diretto con la comunità locale – le proprie vacanze;

• alloggi chic no hotel: in linea con le formule di ospitalità collaborativa – ma con la differenza che tali richieste riguardano solamente alloggi di altissima qualità localizzati nei centri delle top destination della montagna bianca italiana, da Cortina a Courmayeur, da Livigno a Corvara, da Ortisei sino a Madonna di Campiglio – questi appartamenti devono garantire il massimo del flair alpino;

• baita sulla pista: desiderio di soggiornare in baite in mezzo alla neve, direttamente sulle piste, ma con tutti i servizi di un sistema ospitale di alta qualità. Si tratta di una richiesta sempre più pressante da parte del mercato, sia italiano ma soprattutto straniero, in particolar modo degli ospiti anglosassoni;

2 Italiani Meteopatici – JFC - 2014

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• sci in notturna: si tratta di un fenomeno già indicato da alcuni anni come una tendenza in crescita, che continua a rappresentare un servizio non soddisfatto da parte delle destinazioni montane italiane. L’esperienza dello sci in notturna è affascinate ed emozionante, ma ancora difficilmente praticabile in Italia;

• esperienze in alta quota: tutto ciò che può essere fatto in alta quota, quindi raggiungibile con il gatto delle nevi, la slitta, la seggiovia o la funivia è un’esperienza da ricordare per gli ospiti. Dalle cene nei rifugi ai concerti in alta quota, dal benessere open riservato a pochi privilegiati sino al “rave” con musica, etc.: ovviamente, sempre e tutto di sera.

Per quanto riguarda le tendenze legate alle scelte delle destinazioni montane da parte degli Italiani, questi sono gli indicatori principali che faranno o meno il successo delle destinazioni:

• leisure su tutto: la richiesta è esplosiva per quelle destinazioni che sanno essere oziose e confortevoli al di fuori della pratica sportiva. Località con centri pedonali, dove il traffico rimane all’esterno del centro, capaci di diventare “salotto” per un après-ski, un aperitivo o una semplice passeggiata per lo shopping. Località vivaci di giorno e di notte, con opzioni benessere ed enogastronomia diffusa;

• gaudy fun: un forte vantaggio competitivo l’otterranno le località che sapranno dirigere la propria offerta verso forme di divertimento “stimolante”, come possono essere serate in stile, feste con fuochi e musica sulla neve, pic nic sulla neve o nella piazza della località, etc., andando però ad interessare soprattutto il target delle famiglie con bambini;

• benessere “ovvio”: neve e benessere sono tra loro in stretta relazione, quando si parla di montagna bianca italiana. Diventa pertanto quasi scontato, per gli Italiani, poter trascorrere qualche ora in un centro benessere appena si scende dagli sci. La richiesta crescente è quella di avere location non nelle cantine degli hotel ma veri e propri beauty & wellness park, di alto design e fascino;

• offerte cool & emotion: i giovani ricercano sempre di più location alla moda, dove esserci vuol dire poter stupire. I social diventano, in questo caso, le piattaforme su cui raccontare storie, postare immagini, etc. per meravigliare gli amici e farsi ammirare. Per i giovani, però, non è più sufficiente poter raccontare: nell’inverno 2015/2016 vogliono anche poter vivere emozioni reali, che si sostanziano soprattutto nella possibilità di partecipare ad eventi, incontrare nuovi amici, etc.

Attenzione: gli ospiti della montagna bianca italiana, nessuno escluso, vuole condividere e postare foto e video della propria vacanza. Un selfie è per tutti, e tutti vogliono pubblicare.

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TENDENZE E STILI DI CONSUMO Sembrano quindi aprirsi nuove prospettive per la montagna bianca italiana, ma cosa succede veramente sul mercato turistico? quali sono le tendenze di consumo degli Italiani nel prossimo inverno? Di certo, quando si parla di “spesa”, i nostri connazionali sono sempre molto attenti a dove spendere e come spendere. Questi gli stili di consumo che caratterizzeranno la stagione invernale 2016/2016: 1. contrattazione continua sul prezzo: gli Italiani stanno

diventando sempre più scaltri nella fase di contrattazione. Nel caso di di vacanza in montagna, ben il 76,4% tratta la proposta che arriva direttamente dall’albergatore o dal Consorzio, e di questi un’ulteriore quota del 48,7% non si accontenta neppure dell’eventuale sconto o agevolazione, continuando quindi nella trattativa, generalmente via mail3;

! ma anche richiesta infinita di agevolazioni: come se non bastasse, accanto allo sconto (per molti clienti è normale ottenerlo) vi è la richiesta di servizi free, di agevolazioni (ingresso gratuito al centro benessere), di upgrade, etc.

2. acquisto anticipato tramite OLTA: aumenta la quota di Italiani

che acquista tramite sistemi di prenotazione online, soprattutto quando le online agency offrono la cancellazione gratuita: quindi, massima libertà di prenotare e disdire. Prenotazioni che si possono effettuare con molto anticipo, cercando le promozioni;

! ma anche acquisto day time in maniera diretta: le OLTA, però, permettono anche l’acquisto all’ultimo minuto. Gli Italiani, infatti, restano in attesa sino all’ultimo momento per prenotare: guardano le previsioni meteo, “annusano” la vacanza e prenotano la mattina stessa della partenza. Anche telefonicamente, mentre sono in viaggio verso la località.

3. ricerche e richieste a go go: sul web, sempre. La rete è lo

strumento più semplice e flessibile (si può usare in ufficio come pure di notte) per avere informazioni e per richiedere preventivi su preventivi: è già stato verificato come ogni Italiano effettui in media 6 richieste di preventivo on line4, a strutture diverse;

! ma anche primo passaggio sulle recensioni: prima di prenotare, però, sempre uno sguardo alle recensioni. Anzi, spesso la prima “scrematura” avviene proprio controllando le recensioni e, solo in un secondo tempo, gli Italiani procedono con le richieste di disponibilità e del preventivo. Le recensioni servono, soprattutto, per decidere dove non andare, più che in quale struttura soggiornare.

3 attività di “ascolto” degli Italiani; settore “mercato” – vedi metodologia 4 ricerca “la vacanza essenziale” – JFC - 2015

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INNEVAMENTO NATURALE VS. INNEVAMENTO ARTIFICIALE Esiste una palese divaricazione tra queste due formule di innevamento, che non si esaurisce nella semplice considerazione della tipologia di neve che costituisce il manto nevoso delle piste, utile per sciare, quanto nella differenza che corre tra “località per sciatori” e “località per turisti”. E’ ovvio che per gli sciatori, vale a dire coloro che sono spinti da motivazioni di tipo sportivo, il fattore più importante è dato dalla certezza di trovare un demanio sciabile e delle piste ben battute, poco importa (o meglio non solo) che si tratti di neve naturale o di neve artificiale; è altresì palese che tale esigenza non è, per i turisti, quella primaria. Per questi ultimi, appunto i turisti, è più importante il “white landscape”, vale a dire la visione di un territorio candido perché ricoperto di neve. Per i turisti, che possono anche praticare attività slow sulla neve o mettere gli “sci ai piedi” (ma senza sentirsi in obbligo morale di farlo), la montagna viene vissuta come un qualsiasi altro luogo di vacanza, ma in questo caso la scelta si basa sull’unicità data dalla presenza della neve, con la quale convivere piacevolmente. E qui sta la distinzione vera tra sciatori e turisti, e qui si riscontra anche la successiva divaricazione: mentre gli sciatori cercano piste innevate, la scelta dei turisti ricade, invece, nei confronti delle località innevate. È il panorama, in questo caso, che conta: in sostanza, vince il concetto di “bianco è bello”. Per i turisti una località montana che, in inverno, non è ricoperta di manto bianco e dove invece regna sovrano il triste coloro del grigio, non è accattivante perché non risponde ai canoni della montagna bianca. Quindi, da scartare. Ecco allora che, se l’innevamento artificiale può garantire la soddisfazione degli sciatori, non rappresenta un’opzione interessante per i turisti. Per loro, infatti, è la località che deve essere imbiancata, ancor prima delle piste. Si tratta di turisti prevalentemente italiani, che costituiscono un’ulteriore sezione dell’aggregato che Skipass Panorama Turismo ha definito Slons: una sotto-sezione che, come si vedrà più avanti, non sono solo ottimi consumatori – sebbene infedeli – ma anche intensi comunicatori. L’innevamento artificiale garantisce la soddisfazione degli sciatori – si diceva prima – ma non sempre è così: anche coloro che frequentano la montagna bianca avendo come motivazione primaria la pratica sportiva preferiscono scegliere località dove la “bellezza del bianco” pervade la vista, ben oltre la sola “lingua” di neve artificiale lungo le piste.

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SLONS E WHITE SEEKERS: IL FUTURO È QUI Il desiderio di soggiornare in montagna, per leisure, è una tendenza manifestatasi con forza nel corso della passata stagione invernale ma che trova, nell’inverno 2015/2016, la definitiva esplosione. Di richieste, ma non di offerte dedicate. La questione, infatti, è tutta qui: mentre il mercato turistico nazionale delle vacanze invernali richiede a gran voce location dove poter vivere la neve senza però praticare alcuna pratica sportiva (al massimo ci si concede allo slow trekking), le destinazioni – e gli operatori turistici – faticano a proporre offerte dedicate. Gli Slons (snow lovers no skiers) aumentano di numero e potenzialità economiche: nell’inverno 2015/2016 questo segmento di clienti prospect raggiungerà quota 940mila, con la capacità di generare un fatturato di 330Milioni di Euro: un incremento dovuto al fatto che solo una percentuale pari al 32% di quanti “interessati” –lo scorso anno – ad un soggiorno in montagna per la prima volta, l’abbiano poi effettivamente consumato. All’interno degli Slons, però, si identifica una tipologia di clientela ancora più selettiva rispetto alle esigenze di questo ospite-tipo: se, infatti, nella passata stagione invernale questi Italiani erano disposti a trascorrere un soggiorno in montagna per la prima volta per gustare i piaceri dell’enogastronomia, visitare i rifugi, fare shopping, etc., nell’inverno 2015/2016 una parte degli stessi (quantificabile in circa 200mila italiani) ricerca una sensazione ben precisa: l’atmosfera natalizia. Atmosfera natalizia che si traduce in due elementi: “paesi pittoreschi” (cioè autentici) ed “ambientazioni rilassanti”. Per questi clienti5, alla ricerca quindi di luoghi imbiancati, veri, mai compulsivi né frenetici ma con ritmi lenti, le località montane devono trasmettere un immediato senso di autenticità – definito anche come “pittoresco” – e di rilassatezza. L’atmosfera natalizia, però, si manifesta solo se vi è la presenza della neve: per questo motivo questo segmento di clientela viene definito quello dei white seekers. Si tratta, tuttavia, di clienti italiani che soggiornano quasi esclusivamente nei periodi di massima stagione turistica, ed in particolare nel periodo natalizio, anche condizionati – come sono – dall’atmosfera natalizia e, quindi, alla ricerca di località dove vi sia un forte connubio tra addobbi, mercatini, animazione dedicata, etc.: il tutto, ovviamente, all’interno di una “bianca” scenografia anche nella stessa località e non solo sulle piste (che a loro poco interessano). E comunicano continuamente sui social la loro posizione, cosa hanno mangiato, chi hanno incontrato, e postano foto, video, etc.

5 attività di “ascolto” degli Italiani; settore “mercato” – vedi metodologia

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PERIODICITÀ DELLE VACANZE INVERNALI La stagione invernale 2015/2016 gode anche di un calendario favorevole che, insieme al rinnovato interesse per la montagna bianca e per una situazione economica che sta ridando fiducia agli Italiani, porterà a questo andamento:

• apertura ok: se vi sarà la neve, l’apertura della stagione invernale, che avviene “canonicamente” con la festa dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre, garantirà i primi sorrisi agli operatori della montagna bianca italiana, offrirà, in alcune località, indici di crescita anche del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;

• concentrazione nei periodi di altissima stagione: tutti in montagna per le festività di Natale e Capodanno. Sembra essere questo il desiderio degli Italiani, perché in questo periodo la montagna è cool, viva, frizzante, piena di iniziative. Poco importa che sia il periodo di altissima stagione: casomai il soggiorno si accorcia di una notte, ma esserci è un obbligo;

• week end al massimo riempimento: saranno i fine settimana, soprattutto quelli del mese di dicembre (per le località già attive e che offrono le piste pronte ed innevate) e del mese di febbraio, a raggiungere il massimo dell’occupazione. In questi week end i turisti e gli escursionisti prenderanno letteralmente d’assalto le località di montagna;

• Pasqua in montagna: anche per Pasqua le prospettive sono rosee. A fine marzo, infatti, è ancora forte il desiderio di montagna bianca da parte degli Italiani, e le località competitor (quelle balneari, ad esempio, per le quali queste festività sono troppo anticipate) non sono ancora pronte a ricevere i turisti.

In sostanza, sarà sold out l’intero arco alpino della montagna bianca italiana dal 26 dicembre di quest’anno al 10 gennaio 2016: solo in questo periodo l’intero comparto segnerà, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un incremento di fatturato variabile tra il +5,3% ed il +7%. Massima occupazione anche per diversi week end, a condizione che vi sia la neve. Per i restanti periodi – considerando anche la riduzione della permanenza media degli ospiti e l’attenzione al “bilancio della vacanza” – l’andamento delle località della montagna bianca italiana sarà condizionata: • da un lato, dalla presenza degli stranieri, che garantiscono il

riempimento settimanale soprattutto nel mese di gennaio e febbraio;

• dall’altro, dalla scelta degli Italiani di effettuare soggiorni più brevi, soprattutto nei fine settimana.

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OLTRE LE DISCIPLINE TRADIZIONALI Sci alpino, snowboard, sci da fondo ma anche una molteplicità di altre discipline – più o meno agonistiche, a volte talmente slow da non poter essere considerate neppure “discipline sportive” – sono un portfolio eccezionale per tutti gli amanti della montagna bianca italiana. All’opposto, vi sono due “mondi” che si incontrano sulla neve ma che hanno esigenze completamente opposte: • lo sciatore che si avvicina alla neve per la prima volta: chi

inizia è alla ricerca di una località dove potersi “mettere alla prova”, cimentandosi per un paio d’ore in una disciplina. Questo potenziale sciatore chiede servizio noleggio completo, non solo degli sci ma anche dell’abbigliamento (negli Usa questo servizio è già attivo in alcune località);

• lo sciatore “provetto”: in questo caso lo sciatore ricerca quei luoghi che hanno una qualità superiore di “competenza alpina”. Qui si devono trovare impianti modernissimi, piste eccelse, free wireless, etc., ma tali luoghi devono anche offrire l’opportunità di una gestione personale della challenge degli sciatori con formule digitali innovative, non solo per controllare le proprie performances ma anche per fare share con gli amici.

Anche per l’inverno 2015/2016 si conferma una forte richiesta per le discipline “free”, quindi economiche – per le quali non serve “spendere” né per l’acquisto dello skipass né per il maestro di sci – con le quali poter entrare in contatto con la natura, come le ciaspole ed il nordic walking. Ancora più alta è, però, la richiesta per le discipline “adrenaliniche”, come il free ride, che rappresenta un settore in continua crescita, non solo tra i turisti italiani. Il prossimo inverno, però, si caratterizzerà per alcune nuove “sperimentazioni” che vanno ben oltre le discipline tradizionali. Queste le più significative:

• sci in centro. Esistono le prime sperimentazioni di eventi sciistici che trovano il loro svolgimento nel centro cittadino: eventi ancora limitati nel numero dei partecipanti, ma che interessano moltissimo gli sciatori ed anche i non sciatori. Non solo sci da fondo ma anche esibizioni e piste “trasferite” in centro, miscelando il tutto con sfilate di abbigliamento modaiolo da sci, concerti, après ski, etc.;

• flow trails. Si è già accennato in precedenza ai flow trails, vale a dire di piste che ogni sciatore può percorrere in base al proprio livello di abilità. Le piste, in questo caso, devono essere sempre collegate a opzioni di relax, ristorazione, sosta veloce, ma anche a luoghi dedicati allo scatto fotografico, al selfie panoramico e, naturalmente, alla condivisione on line;

• winter trail. La vera novità “esplosiva” dell’inverno entrante saranno le corse sulla neve, anche per veri iron man. Servono

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buoni scarponi dentati, una giusta attrezzatura e tanta forza per correre sulla neve; anche in Italia, dopo la Francia, nel prossimo inverno esploderà questa disciplina che avvicina un numero sempre maggiore di appassionati;

• big air bag. Nato come sistema di allenamento per gli stuntman, oggi sta diventando un servizio quasi “essenziale” per tutte quelle località che vogliono identificarsi come luoghi ideali per coloro che desiderano provare ed imparare le acrobazie, senza alcun rischio. Si tratta di un materasso con doppio cuscino, che permette a sciatori, snowboarder e freestyler di sperimentare acrobazie;

• fat bike. Le cosiddette biciclette con le ruote “grasse” servono per galleggiare sulla neve e stanno diventando una passione di molti Italiani che vogliono provare questa esperienza. Ancora difficile trovare percorsi dedicati: nell’inverno 2015/2016 cresce la richiesta ed anche l’offerta, pure di percorsi in notturna;

• winter segway. Si tratta di tour guidati sulla neve per piccoli gruppi di persone, naturalmente a bordo dei segway. Non solo per i più pigri ma anche per coloro che vogliono essere “notati”, i segway garantiscono poca fatica da fare, divertimento assicurato e, soprattutto, un servizio assolutamente innovativo.

Si segnala inoltre la particolare attenzione che molte località, soprattutto sul versante austriaco e svizzero, riservano per l’inverno 2015/2016 allo ski joëring, un “nuovo” – ma assolutamente antico – sport in cui uno sciatore è tirato sulla neve da un cavallo che conduce, a una certa distanza, con le redini.

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DEMANIO SCIABILE: MINIMO SINDACALE DI ALMENO 100 KM DI PISTE Per gli sciatori italiani, vale a dire per coloro che in montagna – in inverno – ci vanno con la motivazione primaria della pratica sportiva legata allo sci da discesa, la scelta della destinazione è data da tre fattori:

a) il primo, l’ampiezza del demanio sciabile. E’ questo il fattore primario che incide sulla scelta degli sciatori italiani, che vogliono trovare, nella località, una “dimensione minima sindacale” di almeno 100 km di piste da discesa. Al di sotto di questa dimensione la località perde almeno il 50% del suo appeal;

b) il secondo, la diversità dei livelli di difficoltà. Piste nere, rosse e blu devono esistere e garantire agli sciatori italiani la possibilità di scelta. Accanto a queste opzioni deve però anche esserci l’opzione snow baby park, per avvicinare i figli allo sci mentre si scia;

c) il terzo, la differenziazione di opportunità sportive. Si tratta dell’esigenza crescente, da parte degli italiani, di praticare diverse discipline sulla neve. E’ il tema degli sciatori multi-activity, che direzionano la loro scelta sulla base delle opportunità sportive a loro disposizione.

Il demanio sciabile, quindi, diventa il termine di paragone – per gli sciatori Italiani – che fa preferire un territorio rispetto ad un altro ma, come si vedrà più avanti nella fase di analisi (la classifica dei demani sciabili), sono davvero pochi i demani conosciuti ed il cui naming sovrasta anche le stesse destinazioni. Si tratta di quellil dell’Alto Adige: quando si parla di Alta Badia, Val Gardena, Plan de Corones si pensa ad un ottimo livello qualitativo dei servizi nel loro complesso e, spesso, la località diventa quasi un’appendice ed assume – pertanto – un’importanza secondaria.

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FAMIGLIE MODERNE, NUCLEI AGGREGATIVI Il settore della montagna bianca italiana soffre, su tutto, di una condizione: quella legata alla rarefazione dell’infanzia a livello nazionale (ma non solo in Italia, in quanto trattasi di una condizione sociale che si manifesta in tutte le economie mature europee). Infatti la diminuzione delle nascite non ha portato solamente ad una riduzione delle quote di nuovi potenziali sciatori, ma ha inciso anche sulla composizione stessa della struttura familiare, che vede un numero sempre maggiore di singoli genitori, famiglie allargate, nonni e nipoti, etc. scegliere la località di vacanza in montagna sulla base di specifiche e personali esigenze. Pertanto, nell’inverno 2015/2016 tutte le località montane vedranno aumentare le quote di famiglie che non corrispondo più ai classici canoni della composizione “madre, padre e figli”, ma il cui nucleo è assai diverso, ad esempio: • multigenerazionale: si tratta dei nuclei familiari nei quali si

miscelano più generazioni, ad esempio nonni, figli e nipoti, e che si “allargano” anche ad altri familiari nei momenti di massima stagionalità. La loro preferenza è rivolta agli appartamenti;

• monogenitoriale: si tratta delle famiglie composte da un solo genitore e da uno o più figli. Una vacanza in montagna, per questi nuclei familiari sempre più numerosi, rappresenta per molti genitori separati e/o divorziati un momento di contatto con i propri figli. La loro preferenza è rivolta agli alberghi;

• multifamiliare: si tratta generalmente di più famiglie che decidono di trascorrere un soggiorno in montagna, insieme. All’interno vi sono famiglie monogenitoriali, famiglie nidi pieni e nidi vuoti, etc. La loro preferenza è rivolta a ville da affittare e a strutture walking distance con le piste da sci.

Questi concetti di “famiglia” sono ormai standardizzati: in quanto a novità, invece, si nota come nell’inverno 2015/2016 vi sarà un ritorno alla montagna bianca da parte dei giovani. Si tratta di una tendenza importante, che si manifesterà soprattutto nelle località ad alta concentrazione di seconde case: accade infatti che i giovani di età compresa tra i 20 ed i 30 anni utilizzeranno con maggiore assiduità, rispetto al passato, la casa o l’appartamento di proprietà, ripopolando queste località di nuova freschezza e di giovane socialità. In questo contesto, però, è importante comprendere che solo quelle località che sono in grado di offrire servizi ed offerte “dedicate” – come possono essere après ski, pub, bar, discoteche, aree lounge, benessere termale, etc. entreranno in questo circuito e potranno acquisire non solo nuove presenze ma anche un’immagine più nuova, frizzante, eccitante.

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LA CLASSIFICA DELLE DESTINAZIONI MONTANE ITALIANE Skipass Panorama Turismo, anche per l’inverno 2015/2016, analizza il “pensiero” degli Italiani6 sulle destinazioni montane italiane, al fine di stilare la classifica generale e specifiche classifiche su varie tematiche: la località più famosa, quella più trendy, la località con più servizi e quella con i migliori alberghi e con le migliori piste. La valutazione richiesta agli Italiani si è basata sui cinque fattori, che sono quelli che condizionano la scelta dei nostri connazionali nel momento stesso in cui decidono per un soggiorno in una località di montagna rispetto ad un’altra: • due fattori legati all’immagine: l’essere una località famosa e

l’essere trendy; • tre fattori legati ai servizi: vale a dire la qualità delle piste, la

qualità degli alberghi e la quantità dei servizi presenti. L’integrazione di questi fattori porta alla costruzione di un ranking di posizionamento mentale, che poi corrisponde al rispettivo valore del brand della località. Per la costruzione di questo ranking sono state selezionate 14 località dell’arco alpino. Emerge così che, per gli Italiani, nell’inverno 2015/16 la località che si posiziona in vetta alla classifica generale è Cortina d’Ampezzo con un punteggio complessivo di 7,75 punti (lo scorso anno Cortina occupava il secondo posto). Al secondo posto si posiziona Courmayeur (occupava il quarto posto l’anno scorso) con 7,72 punti, praticamente affiancata da Madonna di Campiglio con 7,71 punti: Madonna di Campiglio, nell’inverno passato, era leader di questa classifica generale. Le restanti località sono abbastanza distanziate: Livigno (7,35), Ortisei (7,32), Sestriere (7,24). Sotto i 7 punti si posizionano Ponte di Legno/Passo del Tonale con 6,57 punti, Cervinia (6,55), Corvara (6,46), San Candido (6,45), Folgarida e Marilleva (6,31) e Bormio (6,02). Le destinazioni che ottengono i punteggi più bassi sono Tarvisio (5,37) e Bardonecchia (4,50).

6 vedi metodologia

7,75 7,72 7,71 7,35 7,32 7,24

6,57 6,55 6,46 6,45 6,31 6,02

5,37

4,50

Cor

tina d’Ampe

zzo

Cou

rmay

eur

Mad

onna

di C

ampiglio

Livign

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Ortisei

Ses

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Pont

e di Leg

no / Pas

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Can

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Folgar

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a

Bor

mio

Tarv

isio

Bar

done

cchia

Ranking delle principali località montane italiane

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Oltre a questa classifica generale, è interessante prendere in esame i singoli fattori per avere un quadro più completo dei giudizi degli Italiani e dell’idea che i nostri connazionali hanno per quanto riguarda l’immagine ed i servizi delle località montane italiane. Per quanto riguarda l’essere famosa, quindi riconosciuta e riconoscibile, la località che ottiene il migliore punteggio è Cortina d’Ampezzo (che conferma la leadership dello scorso anno), seguita da Courmayeur e da Madonna di Campiglio. Queste due località invertono il loro posizionamento rispetto allo scorso anno. Una posizione migliore rispetto alla classifica generale l’ottengono Sestriere e Bormio.

“Essere famosi” è una cosa, ma l’essere “trendy” è tutt’altro: in questa classifica il fattore preso in considerazione è relativo alla capacità delle destinazioni di essere “alla moda”, quindi considerate luogo desiderato perché lì, in quella destinazione, il valore è legato all’essere presenti, in una sorta di rito comune. In questa classifica vince ancora Cortina d’Ampezzo che quindi, in quanto ad immagine, può considerarsi leader in Italia. Come lo scorso anno.

8,52 8,48 8,39 7,74 7,87 8,00 7,72 7,67

6,74 6,50 6,68 6,86

5,80

5,00

Cor

tina d’Ampe

zzo

Cou

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Mad

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di C

ampiglio

Livign

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Ortisei

Ses

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Cor

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San

Can

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Folgar

ida e Mar

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a

Bor

mio

Tarv

isio

Bar

done

cchia

Località più famosa

8,56 7,88 7,85

7,13

6,00

7,11

5,86 6,43

5,95 5,76 5,88 5,90

5,00

3,43

Cor

tina d’Ampe

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San

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Folgar

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Bor

mio

Tarv

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cchia

Località più trendy

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Al secondo posto come località trendy si posiziona Courmayeur ed al terzo posto Madonna di Campiglio, mantenendo la posizione della classifica generale. Migliorative rispetto alla graduatoria generale le posizioni di Corvara, Bormio e Sestriere. Per quanto riguarda invece l’analisi dei servizi, il primo fattore analizzato è quello relativo al giudizio espresso dagli Italiani in merito alle località considerate con i migliori alberghi. In questa specifica classifica emerge Ortisei (leader anche lo scorso anno) seguita da Madonna di Campiglio (che mantiene la stessa posizione della passata stagione) e da Livigno (era al settimo posto lo scorso anno). Buone – rispetto alla classifica generale – le posizioni di San Candido, Folgarida e Marilleva e Corvara.

Altro fattore di rilievo è quello legato alle discipline sportive: viene di seguito indicato il giudizio relativo a quelle che sono considerate le località con le migliori piste. Anche in questa classifica vince Sestriere, seguita da Madonna di Campiglio: ambedue le località conquistano una posizione rispetto allo scorso anno.

7,20 7,27 7,34 7,30 7,47

6,33

4,95

6,31 6,38 6,88

6,43

5,42 5,08

3,83

Cor

tina d’Ampe

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Cou

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Livign

o

Ortisei

Ses

triere

Pont

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San

Can

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Folgar

ida e Mar

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Bor

mio

Tarv

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Bar

done

cchia

Località con alberghi migliori

7,42 7,62 7,67 7,47 7,64 7,75 7,60

6,20 6,76

6,41 6,20 5,94 5,31 5,38

Cor

tina d’Ampe

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Cou

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Ortisei

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Folgar

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a

Bor

mio

Tarv

isio

Bar

done

cchia

Località con le piste migliori

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Sempre per quanto riguarda le piste da sci, Ortisei passa - nell’inverno 2015/2016 - dalla prima posizione dello scorso anno alla terza. Rispetto alla classifica generale migliora la propria classifica anche Ponte di Legno/Passo del Tonale e Corvara. Infine, la classifica sui valori più generali legati alla quantità dei servizi presenti nella località. In questo caso emerge Ortisei, seguita da Courmayeur (che conquista due posizioni) e Madonna di Campiglio (che perde una posizione rispetto allo scorso anno). Tra le altre località, rispetto alla classifica generale, riscontri positivi per San Candido.

In sostanza, dai risultati emersi da questa rilevazione di Skipass Panorama Turismo si nota che: • la località in vetta alla classifica complessiva – Cortina d’Ampezzo

– vince anche le due sotto-classifiche dedicate alla località più “famose” ed a quella più “trendy”;

• Ortisei vince ben due classifiche tematiche: quella relativa alla località con i “migliori alberghi” e con “più servizi”;

• per quanto riguarda le “piste migliori”, vince invece Sestriere. Rispetto alla classifica delle scorso anno, queste le principali variazioni: • nella classifica generale, migliorano le posizioni di Courmayeur,

Sestriere e Ortisei, mentre perdono posizioni Madonna di Campiglio, Livigno e Cervinia;

• per quanto riguarda le classifiche relative all’immagine, migliorano le posizioni Cortina d’Ampezzo, Courmayeur e Livigno, mentre perde posizione Madonna di Campiglio;

• per quanto riguarda le classifiche relative ai servizi, migliorano le posizioni Courmayeur e Livigno, merde perdono posizioni soprattutto Cervinia e Cortina d’Ampezzo.

7,05 7,33 7,32 7,09 7,62

7,00 6,73

6,16 6,47 6,68

6,36 6,00

5,64 4,85

Cor

tina d’Ampe

zzo

Cou

rmay

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Mad

onna

di C

ampiglio

Livign

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Ortisei

Ses

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e di Leg

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San

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Folgar

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Località con più servizi

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LA CLASSIFICA DEI DEMANI SCIABILI Seguendo la stessa impostazione utilizzata per definire la classifica delle destinazioni montane Italiane, Skipass Panorama Turismo ha esteso la rilevazione anche ai demani sciabili italiani, invitando quindi i rispondenti7 a dare un voto ai demani sciabili Italiani con almeno 100 km di piste da discesa. E’ stata pertanto stilata una classifica generale ed ulteriori classifiche tematiche, con le quali si delinea il demanio che, secondo i nostri connazionali, risulta essere quello con le piste migliori, con i migliori impianti di risalita, con il miglior livello di sicurezza, con la migliore garanzia di innevamento e con i prezzi migliori, intendendo come tale il rapporto prezzo/qualità. L’insieme di queste valutazioni crea la classifica generale dei demani sciabili Italiani, che rappresentano – per gli sciatori Italiani – i luoghi più desiderati nei quali praticare la propria disciplina sportiva preferita, e ciò per la garanzia che gli stessi ambiti sciabili offrono con riferimento ad una molteplicità di servizi ed opzioni. Per la realizzazione di questo ranking sono stati selezionati 14 demani sciabili dell’arco alpino. Nell’inverno 2015/2016 il demanio sciabile che, secondo gli Italiani, si posiziona in vetta alla classifica generale è l’Alta Badia con un punteggio complessivo di 7,88 punti. Al secondo posto si posiziona la Val Gardena con 7,84 punti, subito seguita da Plan de Corones con 7,81 punti. Si evidenzia quindi la leadership assoluta del territorio dell’Alto Adige. Seguono poi il demanio sciabile di Livigno (7,78 punti), quello di Cortina d’Ampezzo (7,68), della Val di Fassa (7,67) e l’area di Madonna di Campiglio-Pinzolo (7,58). Poi, ancora, a pari merito, il demanio sciabile di Adamello Ski e quello di Cervinia (7,57 punti), la Via Lattea (7,28) e l’area di La Thuile (7,27). Le aree che ottengono i punteggi più bassi sono Monterosa Ski (7,10), quella di Bardonecchia (6,14) e di Mondolè Ski (5,60).

7 vedi metodologia

7,88 7,84 7,81 7,78 7,68 7,67 7,58 7,57 7,57 7,28 7,27 7,10

6,14 5,60

Alta B

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Val G

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Livign

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Cortina d'Am

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Mon

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Mon

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Ranking dei demani sciabili > 100 km piste da sci

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Oltre a questa classifica generale, è interessante prendere in esame i singoli fattori per avere un quadro più completo dei giudizi degli Italiani e dell’idea che i nostri connazionali hanno per quanto riguarda i demani sciabili dell’arco alpino. Il primo elemento valutato in maniera singola è quello relativo alle piste considerate le migliori: in questo ambito il demanio sciabile che ottiene il migliore punteggio è l’Alta Badia, seguita da Cervinia – che conquista diverse posizioni in questa graduatoria rispetto al ranking complessivo – e dalla Val Gardena. Una posizione migliore rispetto alla classifica generale l’ottengono anche i demani di Cortina d’Ampezzo e della Val di Fassa.

Un altro elemento valutato è stato quello relativo ai migliori impianti di risalita: in questa classifica il migliore punteggio è quello di Plan di Corones, seguita dalla Val Gardena e dall’Alta Badia. Una posizione migliore rispetto alla classifica generale l’ottengono anche i demani di Adamello Ski e di Cervinia.

8,40 8,26 8,07 8,00 8,24 8,08 8,06 7,70

8,38 7,96

7,63 7,42

6,40

5,50

Alta B

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Val G

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Mon

dolè S

ki

Le piste migliori

8,13 8,22 8,43

8,00 7,89 7,83 7,82 8,00 7,92 7,78 7,38 7,17

6,20 5,75

Alta B

adia

Val G

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na

Plan

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Val D

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I migliori impianti di risalita

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Un altro fattore importante per gli sciatori è quello legato alla garanzia di poter trovare piste sempre innevate, anche con impianti di innevamento artificiale. Con questa classifica, pertanto, vengono indicati i demani sciabili che offrono la migliore garanzia di innevamento: emerge l’Alta Badia, seguita da Plan de Corones e dall’area di Livigno. Buone – rispetto alla classifica generale – le posizioni di Madonna di Campiglio – Pinzolo e di Adamello Ski.

Vi è poi un fattore che, anche se per il territorio e le società degli impianti può essere dato per scontato, non lo è per gli Italiani: si tratta del livello di sicurezza sulle piste. In questo caso emerge la Val Gardena, seguita dall’Alta Badia e da Plan de Corones. Rispetto alla classifica generale, migliora il proprio posizionamento la Val di Fassa.

8,43 8,06 8,23 8,17 8,00 7,92 7,94 8,02 7,92

7,11

7,75 7,25

6,20 6,25

Alta B

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Val G

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Plan

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Mon

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Mon

dolè S

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La migliore "garanzia" di innevamento

8,07 8,12 8,00 7,82 7,75 7,83 7,52 7,36 7,38 7,22

6,71 7,08

5,90

5,00

Alta B

adia

Val G

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Il miglior livello di sicurezza

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Infine, l’ultimo elemento analizzato è quello che fa riferimento ai demani sciabili che gli Italiani ritengono avere il più corretto rapporto prezzo/qualità, identificati come quelli con i prezzi migliori. In questa classifica vince il territorio di Livigno, seguito da quello di La Thuile e dall’area di Adamello Ski. Rispetto alla classifica generale, migliora il proprio posizionamento anche la Val di Fassa e Monterosa Ski.

Dai risultati emersi da questa rilevazione di Skipass Panorama Turismo si nota che: • il demanio sciabile in vetta alla classifica complessiva – l’Alta

Badia – vince anche le due sotto-classifiche dedicate agli ambiti territoriali con le “piste migliori” ed a quella che offre la migliore “garanzia di innevamento”, ma si posiziona anche nei primi tre posti pure nella altre categorie, eccezion fatta per la sola classifica legata ai “prezzi migliori”;

• il demanio sciabile che viene considerato dagli Italiani come quello con i “migliori impianti di risalita” è Plan de Corones;

• per quanto riguarda la “sicurezza sulle piste” vince la Val Gardena;

• l’unica classifica che non viene vinta da un demanio sciabile dell’Alto Adige è quella relativa ai “migliori prezzi”, dove vince Livigno.

6,36 6,53 6,31

6,92 6,53 6,67 6,56

6,78

6,23 6,33

6,88 6,58

6,00 5,50

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I prezzi migliori (rapporto prezzo/qualità)

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L’ “UNKNOWN LEVEL” L’analisi che segue fa sempre riferimento alle destinazioni ed ai demani sciabili in precedenza analizzati, ed intende mettere sotto osservazione il cosiddetto “livello di conoscenza” che gli Italiani hanno in merito a tali “brand” e si basa, in prevalenza, su esperienze di vissuto personale. In sostanza, tanto più è basso il livello di “ignoto”, tanto più il brand è conosciuto: la rilevazione si basa su complessivi 10 parametri di valutazione. Non si tratta dell’essere famose – che identifica il posizionamento d’immagine della destinazione – ma dell’essere conosciute – che si valuta, invece, con l’esserci stati. Per quanto riguarda le destinazioni – sempre facendo riferimento alle 14 località della montagna bianca Italiana considerate in precedenza – emerge che raccoglie le maggiori quote di “non conoscenza” Bardonecchia: praticamente uno sciatore Italiano su quattro non conosce e/o non ha mai sentito parlare di questa località. Al di sotto di circa 4 punti (22,6%) si colloca Tarvisio e a seguire – a sorpresa – Corvara. Scarso anche il livello di conoscenza di San Candido e di Bormio. Al contrario, la località più conosciuta è Madonna di Campiglio, seguita da Cortina d’Ampezzo.

In merito ai demani sciabili, invece - sempre facendo riferimento ai 14 territori considerati in precedenza – emerge che Mondolè Ski raccoglie le maggiori quote di “non conoscenza”: praticamente quattro sciatori Italiani su dieci non conoscono e/o non hanno mai sentito parlare di questo demanio sciabile. A seguire, vi sono altri due demani sciabili che superano quota 30% di “non conoscenza”: si tratta del territorio di La Thuile (35,3%) e la Via Lattea (30,5%). Scarso anche il livello di conoscenza del demanio di Bardonecchia (25,8%) e dell’Adamello Ski (25,3%). Al contrario, il demanio sciabile più conosciuto è quello di Madonna di Campiglio – Pinzolo, seguito da quello di Cortina d’Ampezzo.

26,8%

22,6%

22,3%

17,4% 16,3% 16,3% 16,3%

14,2% 12,6%

11,1%

9,0% 8,4% 7,9%

6,3%

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unknown level - destinazioni montane

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Occorre precisare che il brand del demanio sciabile quasi mai riesce a sovrastare il nome della località e, pertanto, capita che vi sia poca conoscenza del demanio sebbene possano essere molto conosciute, invece, le località in esse presenti.

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PREVISIONI DI FATTURATO E PRESENZE NELL’INVERNO 2015/2016 Considerati gli indicatori, le previsioni della Montagna Bianca Italiana 2015/2016 risultano positive. Questo comparto turistico si conferma essere di estrema importanza all’interno del “sistema turismo Italia”: infatti il fatturato del turismo “neve” in tutti i suoi aspetti – ricettività alberghiera ed extralberghiera, impianti di risalita, attività ricreative e di intrattenimento, ristorazione, noleggio attrezzature, corsi, etc. – rappresenta oggi, a livello nazionale, l’11,5% del complessivo sistema del turismo italiano. Per la stagione invernale 2015/2016 le previsioni e gli indicatori di Skipass Panorama Turismo8 permettono di identificare in maniera chiara il fatturato del sistema nazionale della montagna bianca: • 4 miliardi 717 milioni di Euro è il fatturato del sistema ospitale

nella sua complessità di strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere (alberghi, villaggi, B&B, residence, baite, agriturismi, case vacanza, alloggi in affitto, etc.);

• 4 miliardi 682 milioni di Euro è il fatturato dei servizi quali noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass ed impianti di risalita vari, etc., vale a dire i servizi collegati alla pratica delle discipline sportive sulla neve;

• 1 miliardo 168 milioni di Euro è l’ulteriore fatturato generato da altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento, etc.

Per la prima volta – da quando Skipass Panorama Turismo rileva la situazione congiunturale della montagna bianca Italiana – il fatturato complessivo del sistema supererà i 10 Miliardi di Euro, generando nell’inverno 2015/2016 circa 10,567 miliardi di Euro, comprensivi anche dei costi di viaggio per raggiungere le destinazioni di montagna. Quest’anno si prevede un incremento in termini di arrivi assai consistente, pari al +7,8%, mentre per quanto riguarda le presenze gli indicatori segnano un +7,1%. In merito al fatturato, invece, lo stesso subirà un incremento anch’esso assai elevato, pari a +7,3 punti percentuali. Questi dati manifestano, quindi, una stagione invernale improntata sull’ottimismo e sulla fiducia da parte degli operatori della filiera, e trovano conferma anche nei segnali positivi che giungono da alcuni mercati esteri – per quanto riguarda l’incremento previsto da parte di diversi Tour Operator che trattano la montagna bianca Italiana – e da una situazione interna, nazionale, che sta spingendo i nostri connazionali a spendere qualcosa in più per le vacanze.

8 Elaborazione JFC su base: strutture ricettive distribuite in 61 località italiane; Apt, uffici IAT, Consorzi e Adv di incoming, Tour Operator nazionali; società di gestione degli impianti di risalita; direttori e/o presidenti di associazioni di categorie e associazioni albergatori, referenti degli impianti di risalita, etc.; ricerche e data base AAVV (vedi metodologia).

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IL “PANIERE DI SPESA” 2015/2016 DELLE VACANZE IN MONTAGNA Skipass Panorama Turismo ha analizzato, anche per l’inverno 2015/2016, il “paniere di spesa” degli Italiani, scendendo non solo nello specifico di quanto gli Italiani spendono per trascorrere una settimana di vacanza in montagna, ma anche del budget che impiegano per quanto riguarda i week end. Nel caso della settimana il dato si riferisce al costo medio per persona e, in maniera più complessiva, al costo sostenuto da una famiglia composta da padre, madre ed un figlio, quindi con varie agevolazioni; nel caso, invece, del week end, il dato fa riferimento ad un soggiorno di tre giorni/due notti in hotel, con una media prezzo dalla quale è stato escluso il periodo delle festività natalizie e di fine anno. I dati sono calcolati al netto delle attrezzature e dell’abbigliamento che gli Italiani acquistano prima della loro partenza per le vacanze in montagna. Il “Paniere di Spesa delle Vacanze in Montagna” identifica quindi con chiarezza come gli Italiani spenderanno i propri denari per la vacanza, anche breve, nella montagna italiana in occasione della stagione invernale 2015/2016. Quest’anno, per trascorrere una settimana di vacanza in montagna, l’Italiano spenderà: ! 975,00 Euro a persona, spesa media, per trascorrere una

settimana bianca in Italia; spesa che diventa pari ad Euro 2.351,00 per un nucleo familiare composto dai genitori e da un figlio di età inferiore agli 8 anni;

! 340,00 Euro, invece, la spesa media a persona per trascorrere un fine settimana sulla neve in Italia; spesa che diventa pari ad Euro 784,00 per un nucleo familiare composto dai genitori e da un figlio di età inferiore agli 8 anni.

Rispetto alla passata stagione invernale i costi della settimana bianca subiscono un incremento del 3,9%, con un aumento di 34,00 Euro a persona che diventa, per il nucleo, pari a 87,00 Euro (in relazione a sconti ed agevolazioni varie). Occorre specificare che non si tratta della spesa per la classica “settimana bianca”, che viene offerta con formula promozionale e comprende soggiorno+skipass (che si assesta a 534,00 Euro), ma del costo reale di 7 giorni in montagna, comprensivo di viaggio a/r, acquisti vari, ristorazione, hotel, skipass, scuola di sci, divertimento, benessere, utilizzo e/o noleggio attrezzature, etc. All’opposto la situazione per quanto riguarda i week end: in questo caso l’aumento vi sarà, e sarà anche piuttosto elevato, in quanto si calcola un +5,4%, che si traduce in circa 40 euro di maggiori spese per il nucleo familiare nel suo complesso.

E’ interessante notare che, per quanto riguarda i soggiorni lunghi (settimana bianca o altri soggiorni superiori alle 5 notti), la percentuale di budget investito nella pratica delle discipline sportive è pari al 43,8% del budget complessivo. Facendo invece riferimento ai week end la quota di budget dedicata alla pratica sportiva raggiunge il 45,9%.

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INDICATORI E TENDENZE DELLE DISCIPLINE SPORTIVE Anche per l’inverno 2015/2016 Skipass Panorama Turismo ha inteso classificare le discipline sportive, cogliendo non solo i “numeri” dei praticanti ma anche gli indicatori tendenziali, utili per comprendere in quale direzione stanno andando le preferenze degli sciatori italiani9. Emerge chiaramente come sia in crescita il numero complessivo degli sciatori: occorre sempre precisare che trattasi degli Italiani che praticano la disciplina sportiva in maniera attiva, con una periodicità costante negli anni e durante l’inverno. Quindi “sciatori seriali”. Vi è poi un’altra categoria di Italiani - i cosiddetti “sciatori saltuari” – che non vengono ricompresi all’interno del numero di praticanti sotto riportati. Altro elemento importante è quello relativo a coloro che praticano più discipline, che sono calcolati solamente all’interno di quella che loro considerano essere la “disciplina primaria”.

disciplina "primaria"

praticanti 2010/2011

praticanti 2011/2012

praticanti 2012/2013

praticanti 2013/2014

praticanti 2014/2015

previsione 2015/2016

variazione %

sci da discesa 2.050.000 2.055.000 2.080.000 2.085.000 2.093.000 2.189.000 +4,6%

sci da fondo 310.000 280.000 290.000 294.000 302.500 296.000 -2,3%

snowboard 590.000 585.000 515.000 495.000 489.000 539.000 +10,4%

scialpinismo 33.000 36.500 41.000 48.000 52.500 69.900 +37,0%

freestyle 94.000 97.000 104.000 114.000 117.000 133.800 +13,3%

ciaspole 322.000 355.000 435.000 480.000 505.000 502.000 -0,6%

altre discipline 92.000 98.500 102.000 155.000 169.000 155.600 -5,7%

TOTALE 3.491.000 3.507.000 3.567.000 3.671.000 3.728.000 3.885.300

Come si può notare, le discipline in calo – rispetto allo scorso anno – sono lo sci da fondo (-2,3%), le ciaspole (-0,6%) e le altre discipline (-5,7%). Crescita, con indici ovviamente diversi, per tutte le altre discipline. La situazione è la seguente: • lo sci da discesa: segna la crescita più rilevante degli ultimi

anni, con 96.000 nuovi praticanti ed un incremento percentuale, rispetto allo scorso anno, del +4,6%;

• lo sci di fondo: si riduce leggermente la quota di coloro che praticano questa disciplina, tornando circa ai livelli di due anni, al di sotto di quota 300mila;

• lo snowboard: dopo anni di riduzione dei praticanti, torna in crescita significativa il numero dei praticanti, con un +10,4%, raggiungendo quota 539mila;

• lo sci alpinismo: esplosione per questa disciplina che appassiona sempre di più gli Italiani. Incremento del +37% per giungere a circa 70mila praticanti;

• il freestyle: incremento consistente anche in questo caso, pari al +13,3 e che permette di raggiungere quota 133mila800

9 vedi metodologia

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praticanti; • le ciaspole: si assesta il numero di coloro che praticano questa

disciplina, rimanendo sopra soglia 500mila; • le altre discipline: anche se in riduzione rispetto agli scorsi

anni, si tratta sempre di una quota rilevante di oltre 155mila Italiani che praticano nordic walking, biathlon, snowcrossboard, paraski, airboard, skifox, hammerhead, eliski, etc.

In sostanza, lo sci da discesa detiene ben il 56,3% dell’intero sistema sportivo sulla neve, mentre la quota degli snowboarders si assesta al 13,9% e quella degli Italiani che utilizzano le ciaspole al 12,9%.

Per quanto riguarda le discipline sportive che stanno raccogliendo sempre maggiore interesse, sia da parte degli Italiani ma anche degli stranieri, si indicano il freeride e lo sci alpinismo. Si tratta di due discipline accomunate da un elemento primario, che è quello di poter vivere la montagna – e la neve – in libertà, senza troppi obblighi imposti per quanto riguarda le piste. In particolare si tratta di discipline che favoriscono il contatto con la natura, siano esse praticate in maniera “fun” oppure no. Esplosione per lo scialpinismo. Si sale (con le pelli di foca) e si scende (con gli sci). Per gli appassionati di scialpinismo, la salita e la discesa rappresentano le due diverse opzioni di contatto con la natura: la salita lenta per conquistare una discesa adrenalinica. Lo sci alpinismo sta coinvolgendo non solo i turisti ma – elemento estremamente interessante – risulta essere la disciplina emergente soprattutto per i residenti nelle località alpine. La tendenza è quella, per tali residenti che sono generalmente anche esperti sciatori, di non usare più le piste da sci ma di andare con gli amici a fare sci alpinismo. Questa disciplina, che comporta una certa preparazione fisica, è strettamente legata alla volontà delle persone di fare qualcosa per sé. Si tratta di sciatori di media età, molto interessati a praticare questa disciplina anche in notturna.

sci da discesa 56,3%

sci da fondo 7,6%

snowboard 13,9%

scialpinismo 1,8%

freestyle 3,4%

ciaspole 12,9%

altre discipline 4,0%

Discipline sportive sulla neve - inverno 2015/2016

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Incremento del freeride. Si vive l’attività fuoripista su neve fresca, e ciò può avvenire sia con lo spirito competitivo sia con quello leggero, fun. Effettuato con tavole o sci, il freeride permette agli sciatori di uscire dai confini delle piste tradizionali e di confrontarsi con le proprie capacità, ma anche di far parte di una tribù. Infatti, in questo caso ciò che conta è il “circo”, intendendo come tale l’insieme di appuntamenti, incontri, personaggi, etc. che ruotano attorno a questa tematica. E’ il fatto di ritrovarsi, di farsi vedere e di poter dialogare con il guru della disciplina che “vale”.

In ambedue i casi, coloro che ricercano la purezza del gesto atletico o del rapporto con la neve e la montagna, e naturalmente un rapporto più autentico con il “bianco”, vengono classificati come “puristi”.

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IL SISTEMA OSPITALE DELLA MONTAGNA BIANCA Nell’inverno 2015/2016 le località che otterranno i risultati più positivi saranno quelle che riusciranno a garantire un certo flair alpino e che presteranno, quindi, forti attenzioni alla valorizzazione ed al mantenimento dell’identità del territorio. Si tratta di far trovare, agli ospiti, un’atmosfera vera, un’estetica non plastificata o succedanea ad altro. Il turista si sposta – e si sposterà sempre di più – nelle località montane privilegiando quelle che sapranno garantire risorse e panorami che non esistono nel suo luogo di residenza abituale. Questo elemento è primario nella scelta delle località legate alle “vacanze bianche”, ed è ancora più valido se viene riportato all’interno del sistema ospitale. In inverno, infatti, gli Italiani ma non solo – particolarmente attenti a questa tematica sono, infatti, gli anglosassoni – ricercano luoghi di soggiorno dove si manifestano palesemente i “simboli” dell’autenticità montana, come può essere il camino o un arredo in stile tirolese. Pertanto, la volontà di – troppe – Amministrazioni delle destinazioni turistiche montane di creare ambienti il più possibile simili a quelli urbani porta alla perdita di fascino e di appeal; al contrario, il mantenimento e la valorizzazione dei tratti caratteristici delle località di montagna (ad esempio il tabià in Cadore o il maso in Alto Adige) rafforzano il concetto di atmosfera originale ed autentica, generando nuovo appeal turistico. Su questi concetti serve lavorare pure in ambito ospitale, anche considerando l’arrivo – ormai in tutte le località – di formule di sharing hospitality, appartamenti e ville di tipico design ed arredo “montano”, che fanno rinascere il desiderio di un soggiorno invernale. Per quanto riguarda i fattori che caratterizzeranno l’offerta ospitale di tipo alberghiero nella prossima stagione invernale, Skipass Panorama Turismo ha identificato i seguenti elementi:

• venerdì 4 dicembre giornata clou: sarà questa la giornata clou della montagna bianca italiana nell’inverno 2015/2016. Se, infatti, nel periodo che intercorre tra il 1 dicembre ed il 19 dello stesso mese apriranno agli ospiti ben il 54,3% delle strutture alberghiere la giornata del 4 dicembre vedrà concentrare il 47% delle aperture complessive di questo periodo;

• le giornate di apertura stagionale delle strutture ricettive delle località della montagna bianca italiana aumenteranno leggermente rispetto allo scorso anno e si assesteranno, come media nazionale, a 131 giorni;

• il 19,2% delle strutture ricettive della montagna bianca italiana offrirà nuovi servizi rispetto alla passata stagione – tornando praticamente ai livelli di due anni fa, quando la quota

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era pari al 19,3%, mentre era il 23,6% lo scorso anno. Gli investimenti più rilevanti sono stati effettuati per creare nuovi centri benessere, aree giochi per bambini, nuovi skiroom, nuove suite, vasche benessere all’esterno, servizio wi-fi gratuito in tutto l’hotel, etc.;

• gli operatori mantengono sostanzialmente lo stesso livello di budget per gli investimenti promozionali. Infatti, oltre alla quota del 65,2% di coloro che dichiarano di effettuare gli stessi investimenti rispetto alla passata stagione, è pari al 19,6% la quota di chi afferma di voler spendere di più rispetto allo scorso anno, mentre si ferma al 15,2% la percentuale di coloro che dichiarano di investire di meno per la promozione;

• i prezzi aumentano: emerge infatti che – a fronte di un 46,1% di operatori del settore ricettivo che afferma di non aver apportato alcuna variazione dei prezzi rispetto alla passata stagione invernale – vi è una quota del 39% che dichiara di aver aumentato i prezzi, mentre l’11% si è visto costretto ad aumentare le promozioni e gli sconti ed, infine, un 3,9% dichiara di aver abbassato i prezzi;

come lo scorso anno

65,2%

di meno dello scorso anno

15,2%

di più dello scorso anno

19,6%

Investimenti in promozione

ho alzato i prezzi

39,0%

ho mantenuto gli stessi prezzi

46,1%

ho abbassato i prezzi di listino

3,9%

ho dovuto aumentare

promozioni e sconti

11,0%

I prezzi

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• si rileva però – e questo è un dato ricorrente – come una quota di operatori del settore ricettivo indichi di “non aver aumentato i prezzi” ma poi, nella successiva dichiarazione, segnali incrementi variabili tra il +1 ed il +3%. Si può dedurre che tale percentuale sia considerata “fisiologica”. Pertanto gli incrementi dei prezzi nelle strutture ricettive (media nazionale) sono nell’ordine del +3,9% rispetto ai prezzi praticati lo scorso inverno;

• per quanto riguarda le variazioni di tendenza con riferimento alle settimane bianche, emerge che – per la prima volta dopo diversi anni – aumenta la quota di coloro che hanno alzato i prezzi rispetto allo scorso anno: si tratta del 23,1%. La maggior parte degli operatori (57,7%) afferma di aver mantenuto i medesimi prezzi dello scorso anno, mentre vi è una quota pari al 15,4% di operatori che dichiara di non proporre pacchetti ed offerte legate alle “settimane bianche”;

• per quanto riguarda i week end, invece, è pari al 26,9% la quota degli albergatori che afferma di avere aumentato i prezzi, mentre il 38,5% degli stessi operatori della ricettività montana dichiara che non esistono offerte per i week end, in quanto “trattasi delle giornate di massimo incasso”. Altro dato rilevante per quanto riguarda i prezzi nei week end è relativo al fatto che il 30,8% degli operatori dichiara di aver mantenuto gli stessi prezzi dello scorso anno;

• per quanto riguarda le presenze, si evidenzia come vi sia un’aspettativa positiva sia per il mercato interno, sia per quello estero, sebbene con parametri diversi. Infatti: o per quanto riguarda il mercato interno, il 45,4% degli

albergatori si aspetta una stabilità con l’inverno passato, il 29,7% dichiara di attendersi un incremento di clientela nazionale, mentre è pari al 16,1% la quota di coloro che temono una riduzione di presenze;

o per quanto riguarda i mercati esteri, invece, le attese sono decisamente più positive. Infatti è pari al 47,3% la quota di coloro che si aspettano un incremento di presenze di ospiti stranieri, il 43,8% dichiara stabilità rispetto alla passata stagione invernale, mentre si assesta al 4,2% la quota di

stabili

45,4%

in aumento

29,7%

in diminuzione

16,1%

non sa

8,8%

Ospiti Italiani

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coloro che temono una riduzione delle presenze provenienti dall’estero;

o il dato complessivo evidenzia come sia pari al 46,6% la quota di coloro che affermano che vi sarà stabilità, mentre è pari al 35,4% la percentuale di chi si attende un incremento di presenze, contro l’11,9% di coloro che si aspettano, invece, una riduzione delle medesime;

• per quanto riguarda l’incremento delle presenze di ospiti stranieri, sono molti i Paesi che vengono indicati come quelli con i maggiori indici di crescita durante la prossima stagione invernale 2015/2016, quali:

o la Polonia, o il Regno Unito, o il Belgio, o l’Olanda, o la Germania, o la Danimarca, o la Repubblica Ceca.

stabili

43,8%

in aumento

47,3%

in diminuzione

4,2%

non so

4,6%

Ospiti Stranieri

stabili

46,6%

in aumento

35,4%

in diminuzione

11,9%

non so

6,1%

Totale ospiti

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• per quanto riguarda il sistema delle prenotazioni, queste le indicazioni fornite degli operatori del sistema ospitale della montagna bianca italiana con riferimento alle prenotazioni on line:

o ci si attende un ulteriore incremento della quota delle prenotazioni on line che giungeranno attraverso l’intermediazione commerciale delle OLTA ed altri portali on line, che crescerà – a livello nazionale – di ulteriori due punti percentuali circa, raggiungendo il 27,1% nel corso dell’inverno 2015/2016;

o rispetto alla passata stagione invernale, è pari al 24,4% la quota degli operatori del settore ricettivo della montagna bianca italiana che ha aumentato la propria presenza su tali sistemi, mentre la maggior parte di essi ha mantenuto gli stessi allotment/disponibilità sulle OLTA (71,8%);

• sempre per quanto riguarda il sistema delle prenotazioni, ma

facendo specifico riferimento a quelle che giungono dal sistema dei Tour Operator/Agenzie di Viaggio e dei Consorzi, risulta che:

o la quota di prenotazioni che giungerà – a livello nazionale – da questa formula di intermediazione commerciale toccherà i 23 punti percentuali;

o in questo caso, rispetto alla passata stagione invernale, è pari al 4,2% la quota degli operatori del settore ricettivo che ha concesso maggiori allotment ad Agenzie di Viaggio, Consorzi e Tour Operator, mentre rilevanti sono le quote di coloro che hanno mantenuto gli sessi allotment (61,3%) e di coloro che affermano di non avere alcun contratto in corso con questi intermediari (29,2%).

8,9%

8,6%

8,0%

6,9%

6,6%

5,2%

4,8% 4,5% 4,3%

4,2%

3,8%

3,3%

3,0%

2,8%

2,7%

2,6%

2,3%

2,1%

2,0% 1,9%

1,8%

1,7% 1,5%

1,4%

1,3% 1,2%

2,5%

Paesi esteri indicati con flussi in crescita

Polonia

Regno Unito

Belgio

Olanda

Germania

Danimarca

Repubblica Ceca

Svizzera

Francia

Svezia

Austria

Croazia

Russia

Usa

Norvegia

Ungheria

Finlandia

Australia

Cina

Giappone

Emirati Arabi

India

Brasile

Canada

Estonia

Lituania

Altri Paesi

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LE SCUOLE DI SCI IN ITALIA Anche per le scuole di sci l’inverno 2015/2016 si presente con buone prospettive, sebbene per le medesime – a differenza delle strutture alberghiere che possono avere già avuto delle prenotazioni – tutto avviene decisamente sotto data. Dalla rilevazione emerge, infatti, come non vi sia nessuna scuola che dichiari di attendersi una riduzione delle presenze su base generale, sebbene il 12,8% delle medesime si aspetti una riduzione della clientela italiana. Complessivamente, il 41,8% dichiara un incremento di presenze generali, ovviamente in rapporto alla passata stagione invernale. Interessante anche la valutazione rispetto al mercato nazionale ed a quelli stranieri: • per il mercato nazionale, il 68,7% dei referenti delle scuole di

sci dichiara una sostanziale stabilità con lo scorso inverno, il 18,5% un incremento ed il 12,8% una riduzione delle presenze italiane;

• per i mercati esteri, invece, è pari al 37,5% la quota dei referenti delle scuole di sci che dichiara una sostanziale stabilità con lo scorso inverno, mentre il restante 62,5% dichiara un incremento di presenze straniere.

Per quanto riguarda la loro organizzazione, in generale le scuole di sci italiane aumenteranno di due unità (media nazionale) i maestri in organico fisso, passando a 27 maestri contro i 25 della passata stagione invernale, ricorrendo però sempre a collaborazioni con maestri fuori organico per i periodi di altissima stagione quando, infatti, alcune scuole “gestiranno” anche 180 maestri. Questi alcuni dati sulle scuole di sci nazionali e su come le stesse si “presenteranno” nell’imminente stagione invernale: • 132 giornate di apertura stagionale: rispetto alla passata

stagione invernale le scuole di sci italiane resteranno aperte mediamente per 2 giornate in più;

• 27 il numero medio dei maestri in organico, che operano per l’intera stagione invernale, nelle scuole di sci italiane; numero che aumenta a 47 nei periodi di altissima stagione.

In merito al target ed alle classi di età dei clienti delle scuole di sci Italiane, emerge che la maggiore quota della clientela è composta da bambini con un’età compresa tra i 7 ed i 12 anni (35,6% contro il 33,1% della passata stagione), come pure è alta anche la quota dei più piccoli, con età compresa tra i 4 ed i 6 anni, che rappresentano il 26,9% della clientela (erano il 23,7%). I ragazzi con età tra i 13 ed i 25 anni, invece, rappresentano una quota del 15,6% (erano il 16,9%). La quota di coloro che si affidano ad una scuola di sci per imparare a sciare diminuisce invece nella fascia che va dai 26 ai 44 anni, passando dal 15,6% dello scorso anno all’11,9% di quest’anno,

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mentre invece rimangono sostanzialmente stabili i clienti con un’età superiore ai 44 anni, che si assestano al 10%.

Per quanto riguarda invece la tipologia di lezioni, l’unico elemento di interesse da segnalare nell’inverno 2015/2016 è dato dall’incremento delle lezioni di tipo collettivo per gli adulti. Emerge inoltre che: • è sempre pari al 74,2% la quota delle lezioni rivolte ai bambini; • è, di conseguenza, pari al 25,8% la quota delle lezioni rivolte agli

adulti. Per quanto riguarda le lezioni dedicate ai bambini, il 46,3% sono di tipo collettivo ed il 26,3% sono invece di tipo individuale. Aumenta invece di circa 2 punti percentuali la quota dei corsi collettivi per adulti (che passa dal 12,8% dello scorso anno al 15%), mentre quelli individuali si assestano al 12,5%.

Dalla rilevazione nazionale di Skipass Panorama Turismo emerge che il costo delle lezioni sarà il seguente: • un’ora di corso individuale costerà in media 41,00 Euro, di

circa 1,5 Euro più caro rispetto allo scorso anno; • un’ora di corso collettivo costerà come lo scorso anno, quindi

20,00 Euro. Le scuole di sci italiane hanno aumentato le proprie tariffe, in visione della prossima stagione invernale, del +3,3% (valore medio nazionale).

da 4 a 6 anni 26,9%

da 7 a 12 anni 35,6%

da 13 a 25 anni 15,6%

da 26 a 44 anni 11,9%

sopra i 44 anni 10,0%

Età dei clienti delle scuole di sci

lezioni

individuali adulti

12,5%

lezioni

individuali

bambini

26,3%

lezioni collettive

adulti

15,0%

lezioni collettive

bambini

46,3%

Tipologia di lezioni

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Per l’inverno 2015/2016 le stesse scuole di sci si stanno impegnando per offrire questi servizi:

• integrazione tra pratica e teoria: sono previste azioni integrative – per i partecipanti alle lezioni collettive – con lezioni teoriche sulla tecnica, sull’ambiente, fornendo cenni storici sul territorio, etc. Questa opzione sarà offerta in caso di brutto tempo;

• corsi full day: si tratta di corsi concentrati in un’intera giornata completamente dedicata – senza interruzioni di sorta se non per un veloce snack – ad un solo cliente o a piccoli gruppi;

• corsi annuali: in questo caso i corsi sono ottimizzati sulle esigenze dei singoli clienti, e con loro viene definito il calendario delle giornate dedicate all’attività. Sempre con lo stesso maestro;

• più family: si tratta di un elemento già manifestatosi lo scorso anno, che si sviluppa con l’incremento delle “attenzioni” per i bambini. Dai kindergarden ai baby ski park, dai corsi intensivi per bambini, dalle offerte speciali dedicate alla prima volta gratis sulla neve sino alle uscite per la famiglia con le ciaspole, etc., è un moltiplicarsi di idee ed offerte.

In merito ai mercati stranieri, i referenti delle scuole di sci Italiane affermano che i maggiori incrementi si avranno, nell’inverno 2015/2016, dai clienti provenienti dal Regno Unito. Ottime prospettive anche per i residenti in Polonia, Danimarca, Belgio e, a seguire, per i clienti provenienti da Repubblica Ceca, Germania e Francia.

18,0%

12,9%

11,1%

8,1% 7,0%

6,4%

5,8%

5,1%

4,7%

4,2%

16,8%

I primi 10 Paesi con indici di incremento

Regno Unito

Polonia

Danimarca

Belgio

Repubblica Ceca

Germania

Francia

Russia

Olanda

Svizzera

Altri Paesi

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I PREZZI Gli operatori della filiera della montagna bianca Italiana continueranno, anche nell’inverno 2015/2016, a sviluppare politiche commerciali aggressive, ma il “punto di partenza” della trattativa sui prezzi – ormai normalizzata come formula di contrattazione da parte dei clienti – sarà leggermente più in alto rispetto alla passata stagione invernale. E’ oramai naturale, in particolar modo per le strutture ricettive, non avere più il listino prezzi, perché gli stessi prezzi vengono definiti in base ad una molteplicità di parametri. In generale, l’intero “sistema neve Italia” ha applicato ritocchi alle tariffe dei servizi, differenziando però gli stessi aumenti in base ai periodi stagionali, alle giornate (week end o infrasettimanali), alla presenza di manifestazioni di rilievo, etc. Succede così che i prezzi di alberghi, scuole di sci, impianti, etc. nel periodo clou della stagione subiscono incrementi decisamente rilevanti, che toccano anche il 10%, mentre nelle stesse strutture lo stesso servizio si può pagare decisamente meno, in linea con i prezzi dello scorso anno. Queste le variazioni apportate, per l’inverno 2015/2016, ai prezzi dei vari servizi della filiera della montagna bianca Italiana. Per quanto riguarda gli alberghi, questa è la situazione: • i prezzi delle camere e dei servizi sono aumentati – a livello

nazionale – del +3,9% rispetto a quelli praticati nella passata stagione invernale;

• i prezzi delle settimane bianche: per questa tipologia di offerta si rileva un leggero incremento dei prezzi, quantificabile in un +1,2% rispetto ai prezzi della passata stagione invernale;

• per quanto riguarda i week end, invece, l’aumento dei prezzi, è più rilevante e raggiunge il +4,3%, sempre a livello nazionale. In questo caso è palese la volontà, da parte degli albergatori, di vendere al prezzo massimo possibile.

Per quanto riguarda le scuole di sci, questa è la situazione: • incremento anche per i prezzi praticati dalle scuole di sci

nazionali. L’incremento complessivo si assesterà attorno al +3,3%.

Per quanto riguarda gli impianti di risalita, questa è la situazione: • anche gli “impiantisti” lavorano in maniera sempre più assidua

proponendo promozione ed agevolazione. Tuttavia nell’inverno 2015/2016 le loro tariffe – su base nazionale – aumenteranno del +2% rispetto ai prezzi dell’ultima stagione.

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LA CONGIUNTURA ECONOMICA DEL SETTORE “MONTAGNA BIANCA

ITALIANA”

L’analisi congiunturale del sistema nazionale della montagna bianca Italiana dell’inverno 2015/2016 permette di avere la visione complessiva dell’evoluzione di questo importante settore. Vengono così delineati gli elementi strutturali ed economici che la caratterizzano.

I DIPENDENTI DEL SETTORE DELLA “MONTAGNA BIANCA ITALIANA”

Nell’inverno 2015/2016 il personale dipendente che lavorerà nel comparto della montagna bianca italiana, in tutte le destinazioni nazionali e nelle varie attività (ricettività, impianti di risalita, scuole di sci, ristorazione, pizzerie, bar, discoteche, società di noleggio attrezzature, etc.) sarà pari a 365.31010.

Rispetto alla passata stagione invernale, si prevede quindi un incremento del +5,8% del personale, pari a ben 21.150 unità di personale impiegato nell’imminente stagione invernale. Dopo tre anni di calo dei dipendenti impiegati nel settore della montagna bianca Italiana, quindi, tornano a crescere gli indici occupazionali, assestandosi sui livelli a di tre stagioni fa (stagione invernale 2012/2013). Tra gli addetti, la maggior quota sarà impiegata nel settore della ristorazione ed in quello dell’ospitalità.

LA RICETTIVITA’ E LA RISTORAZIONE

Gli alberghi/meublé italiani che offriranno ospitalità per gli sciatori nella prossima stagione invernale saranno 7.098 (esattamente 5 strutture in più rispetto alla passata stagione invernale), per un totale di disponibilità camere pari a 323.668 posti letto. Di queste strutture, il 65,3% - vale a dire 4.634 - sarà già aperto per le festività dell’Immacolata Concezione (8 dicembre). A questi si aggiunge la disponibilità di 6.134 tra villaggi, b&b, rifugi, ostelli, malghe, baite, ed agriturismi (in crescita consistente rispetto allo scorso anno di ben 302 unità) e circa 11.340 alloggi in affitto, per un totale complessivo di ulteriori 348,634 posti letto. Complessivamente, la Montagna Bianca Italiana mette a disposizione oltre 672mila posti letto, oltre a quelli presenti nelle seconde case

10 Stime JFC su ricerche ed analisi varie (vedi metodologia)

DIPENDENTI DEL SETTORE n°

Impianti di risalita 7.130

Scuole di Sci (maestri+ segreterie) 11.020

Hotel 101.800

Ristoranti/pizzerie/etc. 156.600

Bar/enoteche/pub 55.000

Altre attività (disco, noleggio, etc.) 33.760

Totale 365.310

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i cui affitti non emergono dai sistemi ufficiali. Per quanto riguarda la ristorazione, i clienti delle località montane avranno a disposizione a livello nazionale 31.196 tra ristoranti, pizzerie, ed altri servizi di ristorazione, oltre a 28.755 bar, enoteche, pub.

LE SCUOLE DI SCI ED I MAESTRI

In Italia, a disposizione di tutti coloro che vogliono imparare, vi saranno nell’inverno 2015/2016 ben 398 scuole sci, la maggior parte delle quali è localizzata in Lombardia (16,9%), in Alto Adige (15,4%), in Piemonte e Liguria (14,8%), in Trentino (12,9%), ed in Veneto (12,6%). Complessivamente opereranno in Italia, durante la prossima stagione invernale, oltre 10mila maestri di sci.

Per quanto riguarda i maestri di sci, la maggior quota di questi insegna in prevalenza sci alpino (71,3%), mentre il 9,3% insegna snowboard ed il 7% sci di fondo. Elevata la quota di coloro che insegnano “altre discipline”: a tal proposito si nota un “transito di circa il 10% dei maestri che nell’ultimo anno sono passati dall’insegnamento primario dello sci alpino ad altre discipline. Si tratta comunque dell’insegnamento “primario”, perché ormai la maggior parte dei maestri di sci è multidisciplinare.

Lombardia 16,9%

Alto Adige 15,4%

Piemonte e Liguria 14,8%

Trentino 12,9%

Veneto 12,6%

Abruzzo 5,8%

Emilia Romagna 5,6%

Valle d'Aosta 5,5%

Toscana 2,6%

F. Venezia Giulia 2,3%

Marche 1,6%

Lazio 1,5%

Molise - Basilicata 1,4%

Calabria 0,7% Sicilia

0,4%

Scuole di sci in Italia

sci alpino 71,3%

scnowboard 9,3%

sci di fondo 7%

altre discipline 12,4%

Disciplina primaria di insegnamento

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PISTE DA DISCESA E DA FONDO

Nell’inverno 2015/2016 è possibile sciare in Italia scegliendo tra 3.891 piste da discesa, per un totale di 7.470 km di piste. Tra queste, le piste rosse rappresentano il 47,3%, le piste blu il 37,5% e quelle nere il 15,2% del totale.

Per chi desidera invece praticare lo sci da fondo, a disposizione ben 264 piste/anelli per un totale di 2.209 km.

nere

15,2%

rosse

47,3%

blu

37,5%

Le piste da discesa

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FINALITA’ E METODOLOGIA DI SKIPASS PANORAMA TURISMO Da sei anni Skipass Panorama Turismo, l’Osservatorio Italiano del Turismo Montano, svolge puntualmente il compito di garantire la conoscenza ed il monitoraggio costante del “fenomeno della montagna bianca Italiana” in tutti i suoi elementi di valore ed interesse, e si pone quale obiettivo primario quello di fornire informazioni utili all’intero sistema nazionale (operatori, enti, giornalisti, esperti, centri studi, etc.). Si tratta quindi di uno strumento di conoscenza sull’andamento turistico realizzato attraverso un continuo monitoraggio durante tutto l’anno, grazie al confronto con il territorio, le indicazioni degli operatori, il mercato, il tour operating, i referenti, i giornalisti, le aziende di prodotti a servizio della pratica sportiva invernale, gli organizzatori di eventi, gli stakeholders internazionali, etc. Per questo motivo “Skipass Panorama Turismo” è costruito basandosi su esigenze reali di conoscenza, in quanto: • mantiene un contatto periodico e diretto con i più significativi

stakeholders del settore; • fornisce indicazioni sull’andamento stagionale – su vari livelli di

approfondimento e con tempistiche differenziate – fornendo la base statistica sviluppata sul rapporto diretto con gli stessi operatori (sistema integrato di rilevazione diretta);

• non si limita al “contatto” con gli operatori alberghieri, ma sviluppa la sua analisi anche nel comparto dei servizi che, nel settore della “montagna bianca”, riveste un ruolo fondamentale;

• analizza i prodotti turistici e ne valuta le potenzialità di sviluppo sul mercato nazionale ed internazionale, sondando il mercato per verificare costantemente il livello di appeal e di penetrazione commerciale delle offerte delle singole destinazioni, il loro valore sul mercato e l’interesse futuro;

• propone l’intersecazione tra mercato e prodotto, indicando altresì quali sono i possibili investimenti di prodotto/servizi.

Skipass Panorama Turismo ha quindi sviluppato un proprio modello di rilevazione scientifica altamente attendibile, ma soprattutto in grado di fornire indicazioni differenziate per tematiche di interesse, in quanto si concretizza attraverso varie fasi di studio sviluppate in diversi periodi dell’anno, concentrandosi su fattori fenomenologici, economici, sociologici; su questi elementi Skipass Panorama Turismo opera con rilevazioni a livello nazionale. Lo Studio “Situazione Congiunturale Montagna Bianca Italiana Inverno 2015/2016 – Previsioni e Tendenze” è stato condotto da JFC srl per conto di Skipass Panorama Turismo nel periodo settembre/ottobre 2015, con rilevazioni dirette ed indirette. Skipass Panorama Turismo svolge la propria attività di Osservatorio nei confronti di un panel composto da 61 destinazioni montane italiane, quali: ! Valle d’Aosta: Gressoney, Courmayeur, Cervinia, La Thuile,

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Ayas-Campoluc, Pila ! Piemonte: Sestriere, Bardonecchia, Limone Piemonte, Sauze

d’Oulx ! Lombardia: Aprica, Bormio, Livigno, Ponte di Legno e Passo

Tonale, Madesimo, Santa Caterina Valfurva, Temù ! Trentino: Canazei, Madonna di Campiglio e Pinzolo, S. Martino di

Castrozza, Andalo, Folgarida e Marilleva, Vermiglio e Passo Tonale, Cavalese, Dimaro, Malè

! Alto Adige: Corvara, Ortisei, Brunico, Dobbiaco, San Candido, Selva Gardena, Santa Cristina

! Veneto: Cortina d’Ampezzo, Alleghe, Arabba, Falcade, Auronzo di Cadore, Zoldo, Altopiano di Asiago

! Friuli Venezia Giulia: Piancavallo, Tarvisio, Forni di Sopra, Chiusaforte

! Emilia Romagna: Sestola, Vidiciatico, Lizzano in Belvedere ! Toscana: Abetone ! Lazio: Terminillo (Rieti) ! Abruzzo: Roccaraso, Ovindoli ! Calabria: Camigliatello Silano, Gambarie d’Aspromonte, Lorica,

Villaggio Palumbo ! Molise: Campitello Matese ! Sicilia: Etna (Nicolosi, Linguaglossa) Il panel viene implementato di anno in anno, ed è controllato e aggiornato periodicamente da JFC, che si occupa della sua stratificazione e del monitoraggio periodico. Si tratta di un panel costruito basandosi su database ufficiali, verificati successivamente in maniera diretta. Questo il panel utilizzato per il Previsionale 2015/2016:

• settore “imprese”: interviste on line CAWI (Computer Assisted Web Interviews) precedute da una fase di pre-testing:

o 1.231 operatori del ricettivo alberghiero ed extralberghiero localizzate nelle 61 località nazionali;

o 128 scuole di sci che operano nelle 61 località nazionali; o 31 società di gestione degli impianti di risalita che operano

nelle 61 località nazionali; o 21 tra Consorzi promo-commerciali ed Aziende di

Promozione turistica; o 33 tra uffici Iat ed Agenzie di Viaggio che si occupano di

gestione delle informazioni ed attività di incoming; o 124 agenzie di affittanza localizzate in queste località

sottoposte a monitoraggio; o 598 ristoratori con attività nelle 61 destinazioni italiane

sottoposte a monitoraggio; o 543 titolari di attività commerciali che svolgono la loro

attività nelle 61 destinazioni italiane; o 13 Tour Operator nazionali;

• settore “imprese”: interviste telefoniche CATI (Computer Assisted Telephone Interviews) precedute da una fase di pre-testing:

o focus su 244 alberghi del ricettivo alberghiero ed extralberghiero localizzate nelle 61 destinazioni italiane;

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o focus su 29 scuole di sci localizzate nelle 61 destinazioni italiane;

o focus su 12 società di gestione degli impianti di risalita che operano nelle 61 località nazionali;

o focus su 59 società di servizi che offrono noleggio di attrezzature per lo sci;

o focus su 43 maestri di sci operanti sul territorio nazionale; o focus su 21 direttori e/o presidenti di associazioni di

categorie e associazioni albergatori delle destinazioni montane, referenti degli impianti di risalita, etc.;

o focus su 6 Tour Operator italiani che trattano il “prodotto neve Italia”;

o focus su 7 Tour Operator stranieri che trattano il “prodotto neve Italia”;

o focus su 12 referenti di Consorzi di promo-commercializzazione delle 61 destinazioni italiane;

o focus su 31 referenti di uffici IAT ed Enti pubblici di promozione delle 61 destinazioni italiane;

o focus su 77 agenzie di affittanza localizzate in queste località sottoposte a monitoraggio;

o focus su 167 ristoratori con attività nelle destinazioni italiane;

o focus su 155 titolari di attività commerciali che svolgono la loro attività nelle 61 destinazioni italiane;

o 6 esperti internazionali che si occupano di turismo montano;

o 9 influential del turismo montano, referenti multidisciplinari quali giornalisti, esperti, referenti di associazioni e categorie operanti nel settore, antropologi, facilitatori, etc.;

• settore “mercato”: analisi destinazioni montane e demani sciabili, valutazione unknow level:

o interviste telefoniche CATI (Computer Assisted Telephone Interviews) precedute da una fase di pre-testing a 901 interviste telefoniche ad italiani che hanno frequentato la montagna per sciare almeno tre volte negli ultimi due anni. Indagine realizzata tramite somministrazione di questionario strutturato ad un campione di italiani che ha frequentato la montagna per sciare almeno tre volte negli ultimi due anni, di almeno 15 anni, con un intervallo di fiducia massimo di +/- 2,9 punti percentuali (al livello di confidenza del 95%). Periodo: 21 settembre/9 ottobre 2015;

o interviste on line CAWI (Computer Assisted Web Interviews) precedute da una fase di pre-testing a un campione di 1.067 Italiani (dai 16 anni in su, con un intervallo di fiducia massimo di +/- 1,5 punti percentuali, al livello di confidenza del 95%). Periodo: 21 settembre/9 ottobre 2015;

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• colloqui con stakeholders: o colloqui diretti con 13 stakeholders della Montagna Bianca

Italiana ed Estera;

• ricognizione ed analisi documentale: o siti web delle località; o analisi dei comunicati stampa delle località sottoposte a

monitoraggio; o rilevazioni e dati ufficiali Ontit; o annuari e documentazione AA.VV;

Per la congiuntura economica del settore della Montagna Bianca Italiana nell’inverno 2015/2016, JFC ha condotto la sezione di studio attraverso le seguenti fonti: • elaborazione su dati NSAA, ASSQ, RMS, DSF, ASAA, SHK, SLAO,

VSD; • elaborazione su dati BIPE-INSEE; • elaborazione su dati STRMTG; • elaborazione su dati Wintersportanalyse in Europa, Rapport

Rolland e Kottke Reports; • elaborazione su dati Ministero dei Trasporti e della Infrastrutture; • dati statistici Infocamere; • analisi su dati ONTIT – Unioncamere; • elaborazione su report Istat; • elaborazione su dati ANEF; • elaborazione su dati A.M.S.I.; • elaborazione informazioni su Skiinfo; • elaborazioni informazioni su Snowpark; • selezione demani sciabili su base neveitalia.it; • statistiche regionali; • banca dati JFC. Eventuali pubblicazioni di parti del documento sono consentite solo previa autorizzazione e citazione completa della fonte (Skipass Panorama Turismo, Modena Fiere – JFC). Non è consentita la pubblicazione integrale. Diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi.