Osservatorio Economico dell'Umbria

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4° TRIMESTRE 2012

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report concernente la congiuntura del settore manifatturiero e di quello commerciale

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4° TRIMESTRE 2012 

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La presentazione dei risultati dell’indagine congiunturale sul 4° trimestre 2012 offre l’occasione per rendere

partecipi tutti coloro che seguono con attenzione il nostro lavoro di monitoraggio dell’economia locale, di

due importanti novità.

Unioncamere Umbria, grazie ad una continua opera di aggiornamento e di potenziamento delle attività, ha

ottenuto di recente un significativo riconoscimento del proprio ruolo con l’inserimento nell’ambito del Sistema

statistico nazionale (Sistan) con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Peraltro, a conferma di questo processo di crescita, da poco tempo è stato messo a punto anche un nuovo

strumento denominato “Quadrante economico” con l’obiettivo di offrire in modo permanente una

rappresentazione sintetica e tempestiva dei principali indicatori socio-economici.

Si tratta di un quadro informativo basato su dati statistici (gli ultimi disponibili) tratti da varie fonti ufficiali che

consente una comparazione sistematica dei caratteri fondamentali della nostra regione e della sua

evoluzione con i livelli territoriali superiori (centro Italia e Italia).

Questo strumento, già attivato sul sito di Unioncamere Umbria (www.umbria.camcom.it,) oltre a

rappresentare il posizionamento dell’Umbria rispetto al Paese, potrà favorire altresì una più compiuta

interpretazione degli studi e degli approfondimenti realizzati su specifiche tematiche dell’economia regionale.

Ma il nostro lavoro non si ferma qui e nei prossimi mesi offriremo nuove possibilità di riflessione sulle informazioni

statistiche che Unioncamere Umbria elabora ormai in diversi ambiti, per offrire un quadro sempre più

completo dell’economia regionale

Giorgio Mencaroni Presidente Unioncamere Umbria

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1 - INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE1 UMBRE

4° Trimestre 2012

1.1 - Produzione

In Umbria il trend negativo che caratterizza da almeno 4 anni il sistema produttivo sembra aver toccato nel

quarto trimestre 2012 il suo punto più critico. Questa in sintesi è l’indicazione che si ricava dall’esame dei

risultati dell’indagine congiunturale di Unioncamere Umbria realizzata su un campione di circa 400 imprese

manifatturiere. Osservando le indicazioni qualitative fornite dagli imprenditori intervistati si conferma una netta

prevalenza delle segnalazioni di diminuzione su quelle di aumento rispetto al 3° trimestre 2012 per la

produzione, per il fatturato e per gli ordinativi. Il divario tra le risposte negative e quello positive diventa ancora

più marcato se il confronto viene effettuato con lo stesso trimestre del 2011, con l’eccezione del fatturato

estero che evidenzia un maggior numero delle segnalazioni di aumento su quelle di diminuzione. A livello

quantitativo, il settore manifatturiero ha accusato un arretramento della produzione del 6,9% rispetto allo

stesso mese dell’anno precedente che rappresenta lo scarto massimo registrato nel 2012 e superando per la

prima volta l’analoga variazione riscontrata sia in campo nazionale (-6,1%) che nel centro Italia (-6,7%).

1.2 - Fatturato

Anche per il fatturato si rileva un andamento non dissimile da quello manifestato dalla produzione rispetto

all’analogo periodo del 2011: il sistema produttivo umbro, dopo aver fatto registrare nel corso del primi tre

trimestri del 2012 variazioni negative generalmente più contenute rispetto all’Italia e all’Italia centrale, ha

accusato la contrazione più consistente negli ultimi tre mesi dell’anno da poco finito con una variazione

negativa dell’8,2% decisamente superiore anche a quella calcolato per l’intero Paese (-5,7%) e per le regioni

del centro (-5-5%). Una situazione di maggiore stabilità si registra per il fatturato estero che, dopo le modeste

oscillazioni fatte rilevare nei trimestri precedenti, ha chiuso l’anno con un lieve incremento percentuale

(+0,2%) rispetto al 4° trimestre del 2011, di poco inferiore a quello calcolato per il centro Italia ( +0,3%) e per

l’Italia (+1,4%).

1.3 - Ordinativi

Anche le indicazioni relative agli ordinativi provenienti dal mercato nazionale e da quello estero segnalano

per il sistema produttivo regionale un sensibile peggioramento nell’ultimo trimestre del 2012. La contrazione

degli ordinativi complessivi registrata nei confronti dell’analogo periodo dell’anno precedente risulta più

consistente (-7,6%) di quelle calcolate per l’Italia (-6,0%) e per il centro Italia (-6,1%) invertendo così una

tendenza che vedeva l’Umbria reggere un po’ meglio i colpi della recessione nei primi tre trimestri. Va in ogni

caso sottolineato come ancora una volta l’Umbria faccia segnare un apprezzabile risultato sul fronte degli

1 Per quanto attiene alla classificazione delle divisioni e dei gruppi di attività economica (ATECO 2007) i settori indagati per il manifatturiero

sono i seguenti: Industrie alimentari (10 INDUSTRIE ALIMENTARI; 11 INDUSTRIA DELLE BEVANDE; 12 INDUSTRIA DEL TABACCO) Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature (13 INDUSTRIE TESSILI; 14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E PELLICCIA; 15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI); Industrie del legno e del mobile (16 INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO (ESCLUSI I MOBILI); FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PAGLIA E MATERIALI DA INTRECCIO; 31 FABBRICAZIONE DI MOBILI); Industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche (19 FABBRICAZIONE DI COKE E DI PRODOTTI DERIVANTI DALLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO; 20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI; 21 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E DI PREPARATI FARMACEUTICI; 22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE); Industrie dei metalli (24 METALLURGIA; 25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E ATTREZZATURE); Industrie elettriche ed elettroniche (26 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA; APPARECCHI ELETTROMEDICALI, APPARECCHI DI MISURAZIONE E DI OROLOGI; 27 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE PER USO DOMESTICO NON ELETTRICHE); Industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA; 29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI; 30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO) Altre industrie (17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA; 18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI; 23 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI; 32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE; 33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHIATURE)

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ordinativi del mercato estero con un incremento (1,3%) che, seppure inferiore a quelli registrati negli ultimi tre

trimestri, supera ancora una volta la media nazionale (0,9%) e quella del centro Italia (1,1%).

Fig. 1.1. – UMBRIA: andamento di produzione, fatturato, fatturato estero, ordinativi, ordinativi mercato

estero (distribuzione % delle risposte delle imprese) - 4° trimestre 2012 su trim. precedente

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

Fig. 1.2. – UMBRIA: andamento totale settori per produzione, fatturato, fatturato estero, ordinativi, ordinativi

mercato estero - 4° trimestre 2012 (var. % rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

-6,9

-8,2

0,2

-7,6

1,3

-12,0 -8,0 -4,0 0,0 4,0

produzione

fatturato totale

fatturato estero

ordinativi totali

ordinativi esteri

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Fig. 1.3. – UMBRIA, ITALIA CENTRALE E ITALIA: andamento totale settori per produzione, fatturato, fatturato

estero, ordinativi e ordinativi esteri - 4° trimestre 2012 (var. % rispetto allo stesso trimestre dell’anno

precedente)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

1.4 - Numero delle settimane di produzione assicurata

In forte calo il numero delle settimane di produzione assicurata stimate sulla base della consistenza del

portafogli ordini che a fine trimestre passa ad un livello del 6,2 dopo che nei tre trimestri precedenti si era

collocata su valori intorno al 7. In questo caso risulta piuttosto accentuato il divario rispetto alle aree territoriali

messe a confronto: 9,2 per l’Italia e 9,0 per il centro Italia.

1.5 - Grado di utilizzo degli impianti

Il grado di utilizzo degli impianti si attesta su un valore di 73,3%, un livello in linea con la media annuale che

sopravanza di poco l’analogo valore nazionale (72,4%) ma risulta inferiore di quasi 2 punti della media delle

regioni dell’Italia centrale.

1.6 - Previsioni per il 1° trimestre 2013

Anche le previsioni espresse dagli imprenditori intervistati per il trimestre successivo sembrano non lasciare

spazio ad un’inversione della tendenza negativa. Prevalgono infatti in modo netto le aspettative di ulteriore

diminuzione per la produzione, per gli ordinativi (compresi quelli provenienti dal mercato estero) e per il

fatturato.

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Fig. 1.4. – UMBRIA: previsioni di produzione, fatturato, fatturato estero, ordinativi, ordinativi mercato estero

(distribuzione % delle risposte delle imprese) - 4° trimestre 2012 per il trimestre successivo

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

1.7 - Investimenti

In occasione dell’indagine realizzata nel 4° trimestre è stato chiesto agli imprenditori intervistati di fornire

indicazioni in merito agli investimenti realizzati nel corso del 2012 e alla loro destinazione. E’ risultato che il 38%

delle imprese ha effettuato investimenti e di queste ben il 44% ha incrementato gli stessi rispetto all’anno

precedente, mentre il 22% li ha ridotti. Più di un terzo degli investimenti hanno riguardato l’acquisto di impianti

e macchinari in sostituzione di quelli esistenti, quasi un quarto l’introduzione di nuovi impianti/macchinari,

mentre quote inferiori il miglioramento dei prodotti e l’introduzione di nuovi, lo sviluppo della distribuzione e

l’apertura di nuove sedi o altre tipologie di impieghi. Queste indicazioni, pur con tutte le necessarie cautele,

sembrano comunque rappresentare il forte impegno delle imprese nel tentativo di reagire alla difficile fase

congiunturale.

Fig. 1.5. – UMBRIA: andamento degli investimenti nel 2012 rispetto all’anno precedente e principale

destinazione degli stessi

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

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1.8 - Industria alimentare

Le imprese operanti nell’industria alimentare fanno rilevare tra tutti i settori considerati la più elevata

contrazione produttiva (-9,4%) rispetto allo stesso trimestre del 2011, cui corrisponde un calo equivalente in

termini di fatturato. In questo caso l’attività sul mercato estero fa riscontrare variazioni negative sia in termini di

fatturato che di ordinativi e quindi non riesce ad equilibrare il forte arretramento del settore sul mercato

interno confermato anche dal basso grado di utilizzo degli impianti (68,1%). Le previsioni per il 1° trimestre 2013

vedono una netta predominanza delle segnalazioni di diminuzione su quelle di aumento con una particolare

accentuazione per gli ordinativi provenienti dal mercato estero. Anche per quanto riguarda gli investimenti il

settore non è tra quelli più dinamici manifestando come tendenza prevalente la sostituzione di impianti e

macchinari.

1.9 - Industrie Tessili, dell’abbigliamento e delle calzature

Il comparto del tessile-abbigliamento conferma le difficoltà della attuale congiuntura con cali della

produzione (-5,5%), del fatturato (-6,1%) da addebitare totalmente al mercato interno, nonché del totale degli

ordinativi che però evidenziano il segno positivo per il mercato estero (+2,0%). Gli imprenditori intervistati

prevedono per una buona parte un incremento della produzione e del fatturato, nello stesso tempo

manifestano un certo pessimismo per quanto riguarda gli ordinativi con particolare riferimento al mercato

estero. Il 59% delle imprese prevede di effettuare degli investimenti (ma in misura inferiore all’anno

precedente) da destinare prevalentemente all’introduzione di nuovi impianti e macchinari innovativi e allo

sviluppo della distribuzione.

1.10 - Industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche

Le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche, a fronte di una sensibile contrazione dei volumi

produttivi (-3,3%) e del fatturato (-7,1%), segnalano un buona perfomance per quanto attiene al fatturato

estero (+8,7%) e per gli ordinativi dall’estero (+8,3%). Va inoltre segnalato un basso numero di settimane di

produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini a fine trimestre (4,6%) ed un grado di utilizzo degli

impianti pari al 74,1% in linea con la media del sistema produttivo regionale. Secondo le previsioni formulate

dagli imprenditori il 1° trimestre 2013 dovrebbe far registrare per il settore un andamento caratterizzato da una

sostanziale stabilità. Da rilevare che il 40% delle imprese prevedono di fare investimenti nel corso del 2013 ed

una quota rilevante di queste (44%) ritiene di impiegare maggiori risorse finalizzandole all’acquisto di

macchine uguali a quelle esistenti ma anche a nuovi impianti e al miglioramento delle produzioni.

1.11 - Industrie del legno e del mobile

Anche il settore del legno e del mobile mostra un ulteriore decremento dei volumi produttivi (5,3%), del

fatturato (-5,4%) e degli ordinativi (-7,1%) rispetto allo stesso periodo del 2011. Il comparto fa registrare un

consistente calo del grado di utilizzo degli impianti che passa dall’84,6% del 3° trimestre al 77,7%, mentre

rimane piuttosto basso il numero delle settimane di produzione garantita dagli ordini a fine trimestre. Le

previsioni per il trimestre successivo risultano in complesso di segno negativo con eccezione degli ordinativi

provenienti dall’estero per i quali il 70% delle imprese si aspetta un incremento. In ordine agli investimenti

previsti per il 2013 il comparto non appare particolarmente dinamico considerato che circa il 60% delle

imprese ritiene di impiegare minori risorse rispetto all’anno precedente per gran parte destinate allo sviluppo

della distribuzione.

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Fig. 1.6. – UMBRIA: andamento per settore di: Produzione, Fatturato, Fatturato Estero, Ordinativi, Ordinativi

Estero – (variazione % rispetto allo stesso trimestre del 2011 – 4° trimestre 2012)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

1.12 - Industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto

A livello settoriale le industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto registrano una decrescita del 6,0% della

produzione, del 9,3% del fatturato nonostante il notevole risultato (+9,1%) ottenuto sui mercati esteri. La

positiva performance sui mercati internazionali conseguita dal comparto è confermata dalla significativa

espansione degli ordinativi del mercato estero (+10,5%) e dall’elevato numero delle settimane di produzione

assicurata dal portafogli ordini (14,6). Anche le previsioni per il trimestre successivo sembrano mostrare segnali

ottimistici da parte degli imprenditori intervistati vista la netta prevalenza delle indicazioni di aumento su

quelle di diminuzione in ordine alla produzione, al fatturato e agli ordinativi (soprattutto quelli provenienti dal

mercato estero). Anche sul fronte degli investimenti previsti il settore mostra un certo dinamismo considerato

che il 67% degli intervistati ha dichiarato di voler effettuare un volume di investimenti superiore a quello

dell’anno precedente, privilegiando l’introduzione di nuovi impianti e di nuovi prodotti.

1.13 - Industrie dei metalli

L’industria dei metalli risulta ancora tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi. Oltre ad un brusco calo della

produzione (-7,0%) si riscontra una forte contrazione del fatturato (-8,7%) e degli ordinativi (-9,2%), mentre

risultano più tenui i cali per il fatturato estero (-1,7%) e per gli ordinativi dall’estero (-0,3%). Le prospettive a

breve termine risultano contrassegnate dalla prevalenza di previsioni negative per i vari indicatori considerati.

Un terzo delle imprese intervistate prevede di effettuare investimenti nel 2013 e la maggior parte di queste

intende impiegare maggiori risorse destinandole, in ordine decrescente, ad acquisto di impianti e macchinari

di sostituzione, per apertura o rinnovo della sede, per il miglioramento dei prodotti e per l’introduzione di nuovi

impianti.

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1.14 - Industrie elettriche ed elettroniche

Segnali inequivocabilmente negativi si riscontrano per il settore delle industrie elettriche ed elettroniche

testimoniati dalla contrazione della produzione (-4,3%), del fatturato (-8,3%) e degli ordinativi (-7,1%) rispetto al

4° trimestre del 2011. Anche sul fronte del mercato estero i risultati appaiono particolarmente deludenti con un

calo dell’8,8% del fatturato e del 7,1% degli ordinativi. Anche le aspettative degli imprenditori per il trimestre

successivo sono improntate a un certo pessimismo circa la possibilità di un miglioramento della congiuntura

del settore vista la generale e netta prevalenza delle segnalazioni di diminuzione per gli indicatori considerati.

Solo un quarto delle imprese intervistate operanti nel settore prevede di effettuare investimenti nel 2013 ma di

queste il 77% intende impiegare maggiori risorse rispetto all’anno precedente; è interessante rilevare che una

parte consistente (35%) riguarda l’introduzione di nuovi prodotti.

1.15 - Altre industrie

Anche dal comparto denominato “altre industrie” (che ricomprendono la produzione della carta, della

ceramica e la riparazione e manutenzione di macchine ed apparecchiature) giungono indicazioni sfavorevoli

pur mostrando un risultato positivo per gli ordinativi dall’estero (1,5%). Per le previsioni relative al prossimo

trimestre gli imprenditori manifestano un forte pessimismo anche con riferimento agli ordinativi dall’estero. La

quota delle imprese che prevedono investimenti nel 2013 risulta tra le più basse dei settori considerati anche

se la metà di queste dichiarano di aumentare le risorse degli impieghi finalizzandoli soprattutto all’acquisto di

impianti e macchinari uguali a quelli esistenti, ma anche per l’introduzione di nuovi.

Fig. 1.7. – UMBRIA: andamento per settore di Produzione, Fatturato, Fatturato estero, Ordinativi, Ordinativi Estero

– (variazione % rispetto allo stesso trimestre del 2011 – 4° trimestre 2012)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

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1.16 - Classi dimensionali

Dall’esame dei risultati dell’indagine secondo la dimensione delle imprese si osserva come la classe maggiore

(cioè le imprese con 50 dipendenti ed oltre) sembra avere una maggiore capacità di contrastare le difficoltà

della attuale fase congiunturale grazie soprattutto all’apporto derivante dall’attività sui mercati esteri. La

classe dimensionale maggiore, oltre ad una più ridotta contrazione dei volumi produttivi e del fatturato,

evidenzia un’ulteriore incremento (+1,3%)del fatturato estero e degli ordinativi (+2,3%). Particolarmente

pesante risulta l’arretramento registrato dalle imprese di minori dimensioni soprattutto della classe

dimensionale da 1 a 9 dipendenti.

Fig. 1.8. – UMBRIA: andamento per classe dimensionale di: produzione, fatturato, fatturato estero, ordinativi,

ordinativi mercato estero - 4° trimestre 2012 (var. % rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

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2. Indagine congiunturale sulle imprese commerciali2 umbre

4° Trimestre 2012

2.1 – Andamento delle vendite

Nel quarto trimestre 2012 si è ulteriormente ampliata la quota delle imprese commerciali intervistate che

segnalano una diminuzione delle vendite tale da superare la soglia del 50%.

Fig. 2.1. – UMBRIA E ITALIA: andamento delle vendite per settore di attività - 4° trimestre 2012 (var. % rispetto

allo stesso trimestre dell’anno precedente)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

Il volume delle vendite in termini quantitativi ha registrato una contrazione complessiva del 9,0% rispetto allo

stesso trimestre del 2011, un regresso che ha riguardato in primo luogo il commercio al dettaglio dei prodotti

non alimentari (-12,1%) ed in misura più contenuta quello dei prodotti alimentari (-8,3%). La grande

distribuzione (ipermercati, supermercati e grandi magazzini) ha invece ottenuto un’espansione dell’1,1%

confermando così l’andamento fortemente divergente manifestato nei trimestri precedenti. Dal confronto

con i risultati elaborati per l’Italia e per il centro Italia si osserva come la dinamica della rete distributiva umbra

abbia subito una più marcata contrazione delle vendite in tutti e quattro i trimestre del 2012.

2 Per quanto attiene alla classificazione delle divisioni e dei gruppi di attività economica (ATECO 2007) i settori indagati per il commercio al dettaglio sono le seguenti: Commercio la dettaglio di prodotti alimentari (47.11.3 DISCOUNT DI ALIMENTARI; 47.11.4 MINIMERCATI ED ALTRI ESERCIZI NON SPECIALIZZATI DI ALIMENTARI VARI; 47.11.5 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PRODOTTI SURGELATI; 47.2 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO IN ESERCIZI SPECIALIZZATI); Commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari (47.19.2 COMMERCIO AL DETTAGLIO IN ESERCIZI NON SPECIALIZZATI DI COMPUTER, PERIFERICHE, ATTREZZATURE PER LE COMUNICAZIONI, ELETTRONICA DI CONSUMO AUDIO E VIDEO, ELETTRODOMESTICI; 47.19.9 EMPORI ED ALTRI NEGOZI NON SPECIALIZZATI DI VARI PRODOTTI NON ALIMENTARI; 47.4 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI APPARECCHIATURE INFORMATICHE E PER LE TELECOMUNICAZIONI (ICT) IN ESERCIZI; 47.5 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI ALTRI PRODOTTI PER USO DOMESTICO IN ESERCIZI SPECIALIZZATI; 47.6 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI ARTICOLI CULTURALI E RICREATIVI IN ESERCIZI SPECIALIZZATI; 47.7 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI ALTRI PRODOTTI IN ESERCIZI SPECIALIZZATI; 47.8 COMMERCIO AL DETTAGLIO AMBULANTE; 47.9 COMMERCIO AL DETTAGLIO AL DI FUORI DI NEGOZI, BANCHI E MERCATI); Ipermercati, supermercati e grandi magazzini (47.11.1 IPERMERCATI; 47.11.2 SUPERMERCATI; 47.19.1 GRANDI MAGAZZINI)

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2.2 – Consistenza delle giacenze

Il 78% delle imprese coinvolte nell’indagine ritiene adeguate le giacenze alla fine del 4° trimestre 2012 ma

anche in questo caso emerge una marcata differenziazione tra la grande e la piccola distribuzione: di

quest’ultima i tre quarti degli intervistati hanno evidenziato una situazione di adeguatezza delle giacenze a

fronte di un 94% della grande.

2.3 – Previsioni per il 1° trimestre 2013

Le previsioni per il primo trimestre 2013 non fanno intravvedere per l’immediato un miglioramento della

congiuntura del settore commerciale.

Solo il 9% delle imprese interpellate ha espresso un’aspettativa di crescita delle vendite cui si contrappone il

44% che al contrario presume una diminuzione.

Fig. 2.2. – Previsioni delle VENDITE nel trimestre successivo per settore di attività - 4° trimestre 2012 – Quota % di

imprese che dichiarano aumento, stabilità e diminuzione

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

Anche la quota delle aziende della grande distribuzione che nei primi due trimestri avevano pronosticato

un’espansione delle attività si è ridotta drasticamente nel quarto trimestre tanto da far prefigurare una

situazione di sostanziale stabilità. I risultati elaborati a livello regionale non sembrano discostarsi in modo

significativo da quelli nazionali.

2.4 – Ordinativi rivolti ai fornitori

Anche per gli ordinativi le previsioni per il trimestre successivo continuano a manifestare le difficoltà del settore

commerciale regionale considerato che ben il 47% delle imprese si aspetta una diminuzione e solo il 10% un

incremento prospettando una tendenza analoga a quella rappresentata in campo nazionale.

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2.5 – Andamento degli investimenti nel 2012 rispetto all’anno precedente e principale destinazione degli

stessi

Un terzo delle imprese commerciali umbre hanno dichiarato di aver effettuato investimenti nel corso

del 2012; di queste il 36% ha segnalato un incremento delle risorse investite rispetto all’anno precedente

mentre solo il 13% una riduzione.

Esaminando la destinazione degli investimenti si osserva che gli impieghi si sono concentrati

soprattutto in direzione dello sviluppo della distribuzione, dell’acquisto di computer e software e dell’apertura

di nuove sedi o rinnovo della sede.

2.6 – Evoluzione prevista nei dodici mesi successivi

Quanto alla possibile evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi prevale nettamente tra le

imprese intervistate il giudizio di stabilità (57%), seguito da quello di sviluppo (24%), da quello di diminuzione

(17%) ed infine di ritiro dal mercato (2%).

Quest’ultima prospettiva si presenta esclusivamente per il commercio al dettaglio. Si tratta di un quadro di

previsioni sostanzialmente allineato con quello nazionale.

Fig. 2.3. – Previsioni relative agli ORDINATIVI rivolti ai fornitori nel trimestre successivo per settore di attività - 4°

trimestre 2012 – Quota % di imprese che dichiarano aumento, stabilità e diminuzione

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

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Fig. 2.4. – Orientamento delle imprese circa l'EVOLUZIONE della propria attività nei dodici mesi successivi - 4°

trimestre 2012 – per settore di attività (distribuzione % risposte delle imprese)

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su indagine trimestrale del Centro Studi Unioncamere

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3. CRUSCOTTO STATISTICO

4° Trimestre 2012

3.1 - Lo stock di imprese

Il numero complessivo delle imprese registrate nella regione Umbria al 31/12/2012 è pari a 96.138 unità,

praticamente stabile rispetto al 2011; le “attive” sono oltre 83.000 e diminuiscono dello 0,6% rispetto allo scorso

anno. Crescono invece dell’1,3% le “unità locali”, arrivando a oltre 17.800 e portando il numero totale delle

strutture aziendali localizzate nella regione a quasi 114.000 unità (valore praticamente uguale a quello del

2011). Le imprese in crisi conclamata sono circa 6.000, di cui 3600 in “scioglimento o liquidazione” (+4,8%

rispetto allo scorso anno) e 2.400 sottoposte a procedure concorsuali (+0,8%).

3.2 - Il peso delle società di capitali e delle altre forme societarie

Nel 2012, le società di capitali sono risultate il 15,2% di quelle attive nella Regione e il 19,4% di quelle registrate.

Una netta minoranza, ma in costante crescita negli anni: le società di capitali attive nel 2007 erano infatti solo

il 12,5% e nel 2002, il 9,5% (quelle registrate, rispettivamente il 16,3% e il 13%). Nel quinquennio 2007/2012, le

società di capitali registrate sono aumentate ad un tasso annuo composto del 3,8%; anche nell’ultimo

periodo, l’incremento è stato di un significativo 3,1%; andamento analogo hanno mostrato le società di

capitali “attive”. La presenza di società di capitali (sia registrate che attive) in Umbria è decisamente inferiore

a quella media in Italia e in Italia Centrale, dove esse (le registrate) risultano rispettivamente il 29,2% e il 23,2%

del totale. Relativamente meno diffuse anche le imprese individuali, pari a quasi il 55% del totale delle

registrate e il 62% delle attive; valori superiori a quelli medi del Centro, ma largamente inferiori a quelli medi

del paese. Nell’ultimo decennio, il peso delle imprese individuali è risultato in costante diminuzione. Sono

invece più diffuse le società di persone: con riferimento alle “attive”, nel 2012, in Umbria erano oltre il 20% del

totale, mentre nel Centro sono risultate poco più del 16% e a livello nazionale, poco meno del 17%.

3.3 - La distribuzione delle imprese per comparto produttivo3

Il Commercio e, ad una certa distanza, l’Agricoltura sono di gran lunga i principali comparti dell’economia

umbra in termini di numerosità delle aziende: nel 2012, quasi il 25% delle attive operava appunto nel

Commercio e oltre il 21% nell’Agricoltura. Per quanto concerne gli altri comparti, le Costruzioni aggregano il

15% circa delle imprese umbre, i Servizi alle imprese e il Manifatturiero, energia e minerario intorno al 9%. In

linea generale, l’economia umbra mostra un buon grado di omogeneità per quanto riguarda la distribuzione

numerica delle imprese nei vari comparti. Nonostante, sia il settore più ampio, il Commercio ha in Umbria un

peso inferiore di quello che ha nelle regioni del Centro e in Italia (27% delle attive). Al contrario, l’Agricoltura, è

molto più diffusa, considerato che i valori degli aggregati geografici di comparazione sono 13% (Centro) e

15,5% (Italia). Costruzioni, Manifatturiero, energia e minerario hanno una diffusione in linea con i valori medi

nazionali, mentre sono sottorappresentati i Servizi alle imprese. Per quanto riguarda l’andamento del numero

di imprese rispetto allo scorso anno, gran parte dei comparti sono in diminuzione: con riferimento alle attive, -

2,4% le costruzioni; -2,35 i Trasporti e spedizioni; -1,4% Agricoltura e Manifatturiero, energia e minerario. In

controtendenza, il Turismo che cresce del 2,1% e i Servizi alle imprese che aumentano dell’1,7%.

3 I dati relativi alla distribuzione delle imprese per comparto produttivo sono riferiti all’insieme delle sole imprese “classificate”, costituito dalle

imprese di cui è definito in modo chiaro il settore di appartenenza. Questo insieme non coincide con l’universo né delle imprese registrate, né

delle attive.

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Fig. 3.1. – Imprese registrate per settore economico – anno 2012, valori assoluti

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

3.4 - Il tasso di sopravvivenza delle imprese

Solo due terzi delle imprese iscritte nel 2009 è risultata ancora attiva nel 2012 e solo il 77% circa delle imprese

iscritte nel 2011 era ancora attiva l’anno successivo. La dinamica negativa subita dal sistema produttivo nel

2012 trova conferma nel fatto che tra le imprese iscritte nel 2009, oltre il 73% era ancora attivo nel 2011;

mentre delle iscritte nel 2010, oltre il 77% erano ancora in attività l’anno successivo (per scendere al 71% nel

2012). Va sottolineato che i tassi di sopravvivenza delle sole imprese “classificate” (di cui è possibile una

precisa collocazione settoriale) risultano complessivamente migliori di quelli osservati per l’intero universo. In

particolare, tra le iscritte nel 2009, quasi il 71% delle “classificate” è ancora in attività; tra le iscritte nel 2011,

l’89% delle “classificate” è ancora in attività.

Fig. 3.2. – Tasso di sopravvivenza delle imprese nel primo anno – iscritte 2009, 2010 e 2011, valori percentuali

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

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Le imprese con maggiore tasso di sopravvivenza sono quelle “di persone”. Tra le iscritte nel 2009, quasi il 69%

era ancora attivo nel 2012, mentre, tra le società di capitali questa percentuale scende al 64%. Tra le iscritte

nel 2011, il risultato migliore è, invece, delle imprese individuali con quasi il 79% ancora in attività; piuttosto

negativo è, invece, il risultato delle società per azioni, considerato che solo il 70% risulta ancora attivo nel 2012.

Tra le imprese classificate4 , l’Agricoltura si rivela il comparto con il maggior tasso di sopravvivenza: tra le

iscritte nel 2009, oltre l’88% era in attività nel 2012. Il 95% circa delle imprese agricole iscritte nel 2011 erano

attive l’anno successivo. Tassi di sopravvivenza relativamente alti si osservano anche nei Trasporti e spedizioni.

Fig. 3.3. – Tasso di sopravvivenza a uno, due e tre anno delle imprese nate nel 2009 – valori percentuali

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

3.5 - La localizzazione delle unità locali

In Umbria sono presenti 16.424 unità locali riferite ad imprese “attive”. Di queste, più di un terzo fa riferimento

ad imprese non Umbre; un valore relativamente alto a confronto di gran parte delle altre regioni del Centro e

del Sud. Oltre il 20% delle unità locali appartiene ad imprese registrate in altre regioni dell’Italia Centrale; l’11%

circa ad imprese di altre regioni Italiane. Le unità locali di imprese non Umbre sono aumentate in modo

rilevante nell’ultimo anno: +3,3% quelle di imprese del Centro e +2,2% quelle di altre regioni Italiane. Al

contrario, le unità locali di imprese umbre hanno subito una certa contrazione. Il Commercio è il settore dove

sono nettamente più numerose le unità locali. Per quanto riguarda quelle appartenenti ad imprese umbre,

circa il 38% delle unità locali rientra in tale comparto. Relativamente numerose anche le unità locali di imprese

umbre nel Manifatturiero, energia e minerario (15%) e nel Turismo (13%). Anche per quanto riguarda le unità

locali di imprese non umbre, il Commercio risulta il comparto più rappresentato; relativamente più rilevante la

presenza dei “Servizi alle imprese” e del Manifatturiero, energia e minerario. Le imprese attive umbre

controllano 14.568 unità locali; quindi una unità locale ogni 5,7 imprese attive.

4 I dati relativi al tasso di sopravvivenza nei vari comparti non sono coerenti con quelli che descrivono lo stesso fenomeno sull’intero universo

delle imprese iscritte, poiché si riferiscono all’insieme delle sole imprese che risultano “classificate” in un certo settore produttivo. In particolare,

il tasso di sopravvivenza delle sole imprese classificate risulta complessivamente nettamente superiore a quello dell’intero universo.

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Fig. 3.4. – Unità locali del territori per posizione della sede di impresa

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

Il 77% delle unità locali sono collocate in Umbria; di queste, la quasi totalità nella stessa provincia di

appartenenza dell’impresa controllante. Si osserva, quindi, che la netta maggioranza delle imprese umbre ha

una limitata proiezione operativa al di fuori del proprio territorio. Il 58% delle unità locali non collocate in

Umbria sono localizzate in altre regioni del Centro e il rimanente 42% nel resto d’Italia.

Anche in questo caso, il Commercio è di gran lunga il comparto dove sono più numerose le unità locali di

imprese Umbre (sia tra quelle collocate in Umbria che fuori dalla regione). Abbastanza consistenti anche gli

insiemi di unità locali nel Manifatturiero, energia e minerario, Turismo e Servizi alle imprese.

3.6 - L’imprenditoria femminile, giovanile e di origine estera5

Nel 2012, in Umbria, le imprese attive guidate da donne sono risultate poco meno del 27%, valore superiore

alla media del Paese (24,3%) e a quello delle altre regioni del Centro (25,2%). L’imprenditoria femminile è

particolarmente diffusa nell’ambito delle imprese individuali (29,7% del totale di questa categoria), mentre

nelle società di capitali scende al 17,2%, un valore comunque superiore a quello medio dell’Italia. Il 35,8%

delle imprese del Turismo sono “femminili”; l’imprenditore “donna” è molto presente anche negli “altri settori”

(48% del totale), nell’Agricoltura (quasi il 33,5%) e nel commercio (quasi il 30%). Le imprese attive guidate da

giovani , sono pari a quasi il 10,5% del totale delle imprese umbre; una diffusione analoga a quella media del

Centro e leggermente inferiore a quella nazionale (pari all’11,5% del totale).

5 Si intende impresa “femminile” un’impresa in cui la partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la

composizione di quote di partecipazione e di cariche attribuite. Si intende impresa “giovanile”, un’impresa in cui la partecipazione di persone

di età inferiore ai 35 anni è complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e cariche attribuite. Si

intende impresa “straniera” un’impresa in cui la partecipazione di persone non cittadine italiane risulta complessivamente superiore al 50%,

mediando la composizione di quote di partecipazione e cariche attribuite.

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Anche le imprese giovanili sono relativamente più presenti nell’ambito delle imprese individuali, ove

rappresentano quasi il 13% dell’intero aggregato. Tra le società di capitali, quelle “giovanili” sono solo il 7,6%.

A livello di settore, le imprese “giovanili” sono maggiormente distribuite nell’ Assicurazione e credito e nel

Turismo e nelle Costruzioni, dove rappresentano circa il 14% del totale delle imprese di tali comparti.

Le imprese attive “straniere” sono pari all’8% del totale regionale; un valore inferiore a quello medio delle

regioni del Centro (10,5%), ma in linea con quello nazionale (8,4%). Gran parte delle imprese “straniere”

operano nella forma di ditte individuali; l’11% di queste è appunto guidata da “stranieri”.

Molto modesta è, invece, la presenza nelle società di capitali (3,2% dell’insieme totale). Le imprese “straniere”

sono maggiormente concentrate nelle Costruzioni (18,2% del totale di comparto) e nel Commercio, ove

rappresentano il 10,2% del totale del comparto.

L’analisi congiunturale del quarto trimestre 2012

3.7 - Iscrizioni e cessazioni di imprese

Risultano iscritte nel quarto trimestre 2012 1.073 nuove imprese, di cui il 30% circa società di capitali e il 60%

imprese individuali. Le iscrizioni sono in leggera diminuzione rispetto a quelle rilevate nel precedente trimestre

del 2012; sono invece in calo del 6,6% se considerate rispetto allo stesso trimestre del 2011. Importante rilevare

che le sole società di capitali hanno un andamento nettamente migliore, con un incremento delle iscrizioni di

oltre il 39% rispetto al terzo trimestre del 2012 e di oltre il 37% rispetto al quarto trimestre 2011. Su quest’ultimo

confronto, l’Umbria mostra un andamento nettamente migliore di quello medio nazionale (+20,8%).

Fig. 3.5. – Dinamiche delle iscrizioni e delle cessazioni per forma giuridica – variazione % anno 2012 rispetto

all’anno precedente

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

Le cessazioni “non d’ufficio” sono state in numero pari a 1.193, in aumento di oltre il 41% rispetto al terzo

trimestre 2012, ma anche in questo caso in calo rispetto allo stesso trimestre 2011. Il saldo netto tra iscrizioni e

cessazioni risulta dunque negativo per circa 120 unità. Va però precisato che il saldo relativo alle sole società

di capitali rimane ampiamente positivo (170 iscrizioni più delle cessazioni); mentre si ha una forte diminuzione

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delle imprese individuali. Tra le imprese classificate, il 35% delle nuove iscritte sono nel Commercio; il 12-13%

nei Servizi alle imprese e nel Manifatturiero, energia e minerario. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno,

le iscrizioni si riducono in tutti i comparti, con una punta del 30% nelle Costruzioni. In controtendenza

Assicurazione e credito che mostra un aumento di +64%.

Fig. 3.6. – Dinamiche iscrizioni per attività economica – variazioni % anno 2012 rispetto all’anno precedente

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

Fig. 3.7. – Iscrizioni imprese femminili, giovanili e straniere – variazioni % anno 2012 rispetto all’anno

precedente

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

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Anche per quanto riguarda le cessazioni, il Commercio risulta al primo posto con il 25%, seguito

dall’Agricoltura con circa il 18% e dalle Costruzioni con circa il 16%. Le nuove iscrizioni di imprese femminili

sono state un po’ meno di un terzo del totale, in aumento rispetto al precedente trimestre 2012 dell’14%.

Ancora più rilevante la dinamica delle imprese giovanili, le cui nuove iscritte sono state il 34% del totale. Meno

significativa, invece, la dinamica delle nuove iscritte rappresentate da imprese straniere6, per altro in

diminuzione del 13% rispetto al precedente trimestre 2012.

3.8 - Le procedure concorsuali

Nel quarto trimestre 2012, sono state aperte 42 procedure fallimentari e 12 concordati o altre forme di

accordo. Nel primo caso, il valore rispetto alla dimensione del sistema produttivo è inferiore a quello medio

nazionale: i fallimenti in Umbria sono stati 0,44 per mille imprese, rispetto ad un valore nazionale di 0,54. Più

allineato, invece, il valore dei concordati (0,12 rispetto a 0,10).

Gran parte dei fallimenti ha riguardato le imprese di Costruzioni e del Manifatturiero, energia e minerario. In

questi comparti, la media dell’Umbria è allineata a quella nazionale.

Fig. 3.8. – I fallimenti per settore economico – numero di procedure su 1.000 imprese attive nel territorio, anno

2012

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere

6 Si precisa che i tre insiemi di imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere” sono in parte sovrapposti, per cui un’impresa può risultare al tempo

stesso “femminile” e “giovanile” e anche “straniera”

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3.9 - Scioglimenti e liquidazioni volontarie

Gli scioglimenti e liquidazioni volontarie sono state 324, pari a 3,37 per mille imprese (contro il 4,82 a livello

nazionale). In questo caso, il Commercio è il comparto dove sono risultati più numerosi gli scioglimenti e le

liquidazioni volontarie, seguito dai Servizi alle imprese.

Fig. 3.9. – Scioglimenti e liquidazioni per settore economico – numero di procedure su 1.000 imprese attive nel

territorio, anno 2012

Fonte: elaborazione Unioncamere Umbria su dati Infocamere