Osho - Il Libro Arancione

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Indice Prefazione all'edizione italiana Introduzione Titolo originale dell'opera: THE ORANGE BOOK □ © Copyright 1981 by Rajneesh Foundation International, Oregon, U.S.A. □ © Copyright 1983 by Edizioni Mediterranee, Roma - Via Flaminia, 158 D Printed in Italy □ Studio Tipografico Artigiano Romano - Via L. Arati, 12 - Roma 1. La gioia più grande della vita Cos'è la meditazione, 13 - La meditazione non è con- rpntrarione 15 - Scegliere una meditazione, 16 - Crea ™ So dove meditare, 19 - Sii rilassato e sponta-neo, 20. 2 All'alba: risate, movimento e catarsi Risate come meditazione 21 - La meditazione della luce dorata, 22 - Aspettando il sole che sorge, 24 - Una lode al sole che sorge. 25 - Correre, camminare, nuotare, 25 - Ho creato un espediente 27 - La meditazione di- namica, 29 - Meditazione «Mandala», 33 - La necessità della catarsi, 34 - Picchiare il cuscino, 35 -Ansimare come un cane, 36. 3 Al mattino: celebrazione, lavoro, gioco ' Musica e danze, 39 - La Danza Sufi, 40 - Meditazione Nataraj, 41 - Kirtan, 43 - Vivi in questo mo- mento, 44 - Tecniche per la vita quotidiana: Stop!, 46 - Il lavoro come meditazione, 47 - Una meditazione 'per il jet-set, 49 - Deautomatizzarsi, 50 - La meditazione del fumo, 50 - Una semplice tazza di tè: goditela!, 53 - Siedi in silenzio e aspetta!, 54 - A volte puoi semplicemente scomparire, 55 - La meditazione della ghigliottina, 56 - « Io non sono questo », 56 - Metti per iscritto i tuoi pensieri, 57 - Le smorfie, 58 - Guarda semplicemente il cielo, 58 - La fragranza di un fiore, 59 - Comunica con la terra, 60 -Rilassa semplicemente il respiro, 60 - « La pace sia con quest'uomo », 61 - Contemplate gli opposti, 62 -«Non due», 62 - Abbandonati al si, 63 - Fare amicizia con un albero, 64 - « Ci sei? », 65. Prefazione all'edizione italiana 4. Nel pomeriggio: sedersi, guardare, sentire La meditazione non ha alcun obiettivo, 67 - Stare sem- plicemente seduti, 68 - Respirare: il mantra più pro- fondo, 69 - Bhagwan parla del Vipassana, 70 -Vipassana, 72 - « Uno », 77 - Il sorriso interiore, 78 -« Bhagwan », 78 - Zazen, 79 - Sentirsi ricettivo, 81 -Guardare, 82 - Ascoltare, 86 - Un pilastro di energia, 87 - Percepisci il silenzio del ventre, 87. 5. La sera: scuotersi, danzare, cantare Scuotersi, 89 - La danza, 92 - Whirling meditation, 96 - Il canto, 97 - Il mantra, 98 - Humming, 100 -La meditazione Nadabrahma, 102 - Bhagwan, cosa bisogna fare con le zanzare?, 103. 6. La notte: fantasia, preghiera, amore Diventa una canna di bambù, 107 - Medita sulla luce, 108 - Tratak: la tecnica della contemplazione, 109 - Guardare fisso in uno specchio, 110 - Contemplare l'essere del Buddha, 111 - Shiva Netra, 112 -Lascia che una stella entri in te, 112 - Meditazione « lunatica », 113 - Addormentati come fossi l'universo, 114 - Fantasia, 115 - Sii il più negativo possibile, 116 - «Si, si, si», 118 - Datti una scossa!, 118 -Togliti la corazza, 119 - «Oh», 120 - Meditazioni sulla vita e sulla morte, 121 - Usa un biberon, 122 -Affrontare la propria paura, 122 - Ritornare nel grembo 123 - Lasciare uscire le proprie voci, 124 - Gib-berish meditation, 125 - La preghiera, 126 - La meditazione della preghiera, 128 - Latihan, 129 - La meditazione Gourishankar, 130 - Meditazione Deva-vani, 131 - L'amore, 133. 7. La sola via Abbi fiducia, non occorre lottare: siamo tutti parte della totalità. Sorgiamo come onde sull'oceano della totalità e di nuovo ci dissolviamo in quell'oceano. Per un istante godiamo la luce del sole e il vento e poi scompariamo. Ci ergiamo nella bellezza, nella gioia, nella danza e danzando ci dissolviamo nella bellezza e nella gioia. Vivi con gioia infinita e con gioia infinita muori. A questo ti invito a gran voce, ma tu devi uscire alla luce del sole, devi farti coraggio e uscire dall'oscura caverna del tempo, delle vecchie abitudini, uscire dal tuo lungo, lungo, lungo sonno. E quando ti sei svegliato la vita è una danza, un canto, beatitudine, benedizione. Bhagwan Shree Rajneesh

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Page 1: Osho - Il Libro Arancione

IndicePrefazione all'edizione italianaIntroduzione

Titolo originale dell'opera: THE ORANGE BOOK □ © Copyright 1981 by Rajneesh Foundation International, Oregon, U.S.A. □ © Copyright 1983 by Edizioni Mediterranee, Roma - Via Flaminia, 158 D Printed in Italy □ Studio Tipografico Artigiano Romano - Via L. Arati, 12 - Roma1. La gioia più grande della vita

Cos'è la meditazione, 13 - La meditazione non è con-rpntrarione 15 - Scegliere una meditazione, 16 - Crea ™ So dove meditare, 19 - Sii rilassato e sponta-neo, 20.

2 All'alba: risate, movimento e catarsiRisate come meditazione 21 - La meditazione dellaluce dorata, 22 - Aspettando il sole che sorge, 24 - Una lode al sole che sorge. 25 - Correre, camminare, nuotare, 25 - Ho creato un espediente 27 - La meditazione di-namica, 29 - Meditazione «Mandala», 33 - La necessità della catarsi, 34 - Picchiare il cuscino, 35 -Ansimare come un cane, 36.

3 Al mattino: celebrazione, lavoro, gioco' Musica e danze, 39 - La Danza Sufi, 40 - Meditazione

Nataraj, 41 - Kirtan, 43 - Vivi in questo mo-mento, 44 - Tecniche per la vita quotidiana: Stop!, 46 - Il lavoro come meditazione, 47 - Una meditazione 'per il jet-set, 49 - Deautomatizzarsi, 50 - La meditazione del fumo, 50 - Una semplice tazza di tè: goditela!, 53 - Siedi in silenzio e aspetta!, 54 - A volte puoi semplicemente scomparire, 55 - La meditazione della ghigliottina, 56 - « Io non sono questo », 56 - Metti per iscritto i tuoi pensieri, 57 - Le smorfie, 58 - Guarda semplicemente il cielo, 58 - La fragranza di un fiore, 59 - Comunica con la terra, 60 -Rilassa semplicemente il respiro, 60 - « La pace sia con quest'uomo », 61 - Contemplate gli opposti, 62 -«Non due», 62 - Abbandonati al si, 63 - Fare amicizia con un albero, 64 - « Ci sei? », 65.

Prefazione all'edizione italiana4. Nel pomeriggio: sedersi, guardare, sentire

La meditazione non ha alcun obiettivo, 67 - Stare sem-plicemente seduti, 68 - Respirare: il mantra più pro-fondo, 69 - Bhagwan parla del Vipassana, 70 -Vipassana, 72 - « Uno », 77 - Il sorriso interiore, 78 -« Bhagwan », 78 - Zazen, 79 - Sentirsi ricettivo, 81 -Guardare, 82 - Ascoltare, 86 - Un pilastro di energia, 87 - Percepisci il silenzio del ventre, 87.

5. La sera: scuotersi, danzare, cantareScuotersi, 89 - La danza, 92 - Whirling meditation, 96 - Il canto, 97 - Il mantra, 98 - Humming, 100 -La meditazione Nadabrahma, 102 - Bhagwan, cosa bisogna fare con le zanzare?, 103.

6. La notte: fantasia, preghiera, amoreDiventa una canna di bambù, 107 - Medita sulla luce, 108 - Tratak: la tecnica della contemplazione, 109 - Guardare fisso in uno specchio, 110 - Contemplare l'essere del Buddha, 111 - Shiva Netra, 112 -Lascia che una stella entri in te, 112 - Meditazione « lunatica », 113 - Addormentati come fossi l'universo, 114 - Fantasia, 115 - Sii il più negativo possibile, 116 - «Si, si, si», 118 - Datti una scossa!, 118 -Togliti la corazza, 119 - «Oh»,

120 - Meditazioni sulla vita e sulla morte, 121 - Usa un biberon, 122 -Affrontare la propria paura, 122 - Ritornare nel grembo 123 - Lasciare uscire le proprie voci, 124 - Gib-berish meditation, 125 - La preghiera, 126 - La meditazione della preghiera, 128 - Latihan, 129 - La meditazione Gourishankar, 130 - Meditazione Deva-vani, 131 - L'amore, 133.

7. La sola via

Abbi fiducia, non occorre lottare:siamo tutti parte della totalità.Sorgiamo come onde sull'oceano della totalitàe di nuovo ci dissolviamo in quell'oceano.Per un istante godiamo la luce del sole e il ventoe poi scompariamo.Ci ergiamo nella bellezza, nella gioia, nella danzae danzando ci dissolviamo nella bellezza e nella gioia.Vivi con gioia infinitae con gioia infinita muori.A questo ti invito a gran voce,ma tu devi uscire alla luce del sole,devi farti coraggioe uscire dall'oscura caverna del tempo, delle vecchieabitudini, uscire dal tuo lungo, lungo, lungo sonno.E quando ti sei svegliatola vita è una danza, un canto, beatitudine, benedizione.

Bhagwan Shree Rajneesh

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Se qualcosa colpisce e meraviglia quanti si avviano lungo il sentiero della meditazione, è la sua praticità, il suo essere perfettamente connessa con le cose di ogni giorno: amore, semplicità, chiarezza.Lungi dal pensare all'aldilà, al trascendente, a un dio remoto, essa assume piuttosto il volto e il colore della quotidianità che, grazie a questo attribut

o, si trasforma in gioco, in spontaneità, in amore.La meditazione aiuta ad entrare in questo sereno gioco dello spirito, dove l'unica serietà viene dalla totale partecipazione, da un coinvolgimento che pian piano assorbe, distrae dalle cose che ogni giorno ci distraggono, e ci rivela a noi stessi portandoci a perdere giorno dopo giorno le maschere dietro cui siamo nascosti.Nel mondo della meditazione non esistono presupposti, nessuno pretende nulla, fatta eccezione per una disponibilità al rischio, a fare un salto nel buio. Ed è forse questo che la rende antagonista a quanti si sono assuefatti al mondo delle attività abitudinarie.Non ci si può illudere: meditazione non è utopia, non è una fuga. Anche se si presenta sempre come un'inversione di marcia, un rifuggire e un opporsi agli schemi di vita in cui siamo imprigionati, e non sembra affatto in sintonia con una mentalità puramente tesa all'utilitarismo e al profitto. La meditazione è la fine di ogni utopia, la fine di ogni fuga: richiede costanza e allo stesso tempo elasticità di mente, per non cadere dalla padella nella brace. Per questo il lavoro di gruppo è di aiuto accanto a un lavoro individuale: troppo spesso ci si rassegna alla propria debolezza, troppo spesso ci si giustifica compensando sempre con mille e un desiderio, con sogni e chiusure in corazze e maschere. Questo libro è un richiamo al risveglio.È tempo di guardarsi, di ammettere ciò che noi stessi abbiamo sempre negato di noi, non per farne una nuova e inutile mania, un elemento di commiserazione, di orgoglio rovesciato... è tempo di essere umani.E questo significa visitare gli inferni e i paradisi che in noi dimorano, mettersi in cammino verso casa, realizzare la nostra vera identità:

Siamo nati dalla luce,siamo parte della luce infinita,e un giorno dovremo dissolverci di nuovoin quell'infinito.noi siamo altro che raggidi un sole infinitamente lontano.

(Bhagwan)

Ibi passika: vieni a vedere anche tu, con i tuoi occhi.

Poona, giugno 1981SWAMI ANAND VIDEHA

Introduzione

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Il Libro Arancione è una raccolta di tecniche di me-ditazione insegnate da Bhagwan

Shree Rajneesh nel corso di questi anni, ed è accompagnata da citazioni ed estratti dai volumi in cui sono stati raccolti i suoi discorsi del mattino e i darshan serali.Alcune di queste tecniche — Vipassana, Nadabrahma, Whirling — sono state usate in passato da quanti si avviavano sulle vie tradizionali della meditazione. Altre — Dinamica, Kundalini, Gourishankar — riflettono sia la saggezza di queste tradizioni che le scoperte fatte dalla psicologia contemporanea: sono queste le soluzioni originali proposte da Bhagwan, per i bisogni dell'uomo moderno.Questi metodi, riuniti insieme, compongono una Sum-ma meditationis, un'occasione unica per dar fondo a tutti i nostri sforzi di raggiungere il qui e ora e ritrovare noi stessi.Nella visione di Bhagwan, come in quella di tutti i Buddha che si sono susseguiti nei secoli, solo quando tu

ti i nostri sforzi si sono esauriti, e solo quando tutte queste tecniche sono diventate inutili, solo allora si diventa veri meditatori ed è possibile scoprire che il qui e ora, cosi lontano nelle nostre prospettive esistenziali, è sem-plicemente qui, adesso.Finché non accade, godiamoci 11 gioco! Non resta che ridere e cantare, correre, urlare e saltare, sedersi immobili, vivere, amare e pregare dall'alba al tramonto, usando queste meravigliose tecniche per meditare. E non permettere che la tua routine quotidiana diventi una scusa per non buttarti nel gioco anche tu e sperimentare.L'ordinamento dei capitoli segue il programma giornaliero di cinque meditazioni del « campo di meditazione » che si teneva ogni mese allo Shree Rajneesh Ashram in Poona, oppure gli orari consigliati da Bhagwan. Tuttavia si tratta sempre di semplici suggerimenti e non di rigide categorie: è molto meglio praticare la Meditazione dinamica la sera che non farla mai! E se il lavoro te lo permette, puoi cantare e danzare tutto il giorno.Considera la meditazione come un'avventura e questo Libro Arancione come la tua guida. E quando arriverai al punto di sentire che un Maestro ti è indispensabile, vieni... perché qui è la sorgente da cui tutto questo ha preso vita.

SWAMI ANAND VEETMOHA

1. La gioia più grande della vita

Innanzitutto si deve comprendere cosa è la meditazione. Tutto il resto viene di conseguenza. Non posso dirti che devi meditare, posso solo spiegarti cos'è la meditazione. Se mi capisci sarai in meditazione: non si tratta di « dover essere ». Se non mi capisci, non sarai in meditazione.

Cos'è la meditazioneLa meditazione è uno stato di non-mente. La meditazione è uno stato di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua consapevolezza è sovraccarica di scorie, assomiglia a uno specchio coperto di polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante flusso di pensieri, di desideri, di ricordi, di ambizioni: è un te è sempre in funzione, sogna. Continua a rimuginare, è sempre immersa

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in ansie e preoccupazioni. Si prepara per il domani: preparativi segreti sono in atto.Questa è una condizione non-meditativa. La meditazione è esattamente l'opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è cessato, quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione. E in quel silenzio si conosce la verità, mai prima. La meditazione è uno stato di non-mente.Ed è impossibile giungere alla meditazione tramite la mente, perché la mente perpetua sempre se stessa. Si può giungere alla meditazione solo mettendo la mente da parte, restando calmo, indifferente, privo di identificazioni con la mente; osservando il dipanarsi del processo mentale, ma senza esservi identificato, senza credere di essere la mente.Meditazione è la consapevolezza di non essere la mente. Quando la consapevolezza scende in profondità dentro di te, lentamente, molto lentamente, giungeranno alcuni istanti: attimi di silenzio, momenti di puro spazio, momenti di trasparenza, istanti in cui nulla in te si muove e tutto è quiete. In questi istanti di quiete realizzerai chi sei e comprenderai il mistero di questa esistenza.E verrà un giorno, un giorno di profonda beatitudine, in cui la meditazione diventerà la dimensione naturale del tuo essere.La mente è una cosa innaturale, non potrà mai diventare la tua dimensione naturale. Invece la meditazione è una condizione naturale che abbiamo perso. È un paradiso perduto, ma il paradiso può essere riconquistato. Guarda negli occhi di un bambino, osserva e vedrai un silenzio straordinario, vedrai l'innocenza. Ogni bambino, nasce in uno stato meditativo. Ma deve essere iniziato agli schemi della società: gli si deve insegnare come pensare, come fare i suoi calcoli, come ragionare, come discutere; gli si devono insegnare le parole, il linguaggio, i concetti. E pian piano, egli perde contatto con la sua innocenza. Viene contaminato, corrotto dalla società. Diventa un meccanismo efficiente: non è più un uomo.Occorre soltanto riconquistare quello spazio. L'hai conosciuto in passato, per questo quando ti affaccerai alla meditazione per la prima volta, rimarrai sorpreso, perché in te affiorerà la sensazione fortissima di averlo già co-nosciuto. Ed è una sensazione vera: l'hai conosciuto in passato. L'hai solo dimenticato. Il diamante si è smarrito sotto un mucchio di rifiuti. Ma se riesci a riportarlo alla luce, lo riavrai — ti appartiene!In realtà non lo si può perdere: lo si può solo dimenticare. Siamo nati in meditazione e in seguito abbiamo appreso le vie della mente, ma la nostra vera natura rimane nascosta in un luogo profondo, simile ad un flusso sotterraneo: in un giorno qualsiasi, basta scavare un poco per ritrovare la sorgente che ancora fluisce, la sorgente di fresche acque. E questa riscoperta è la gioia più grande della vita.

La meditazione non è concentrazione

La meditazione non è concentrazione. Nella concentrazione vi è un sé che si concentra e un oggetto su cui si concentra. Esiste una dualità. Nella meditazione non esiste nessuno all'interno e nulla all'esterno. Non è la con-centrazione. Non si ha divisione tra interno ed esterno. L'interno continua a fluire verso l'esterno, l'esterno continua a fluire verso l'interno. La linea di demarcazione, il confine non esiste più. L'interno è esterno, e l'esterno è interno: è una consapevolezza non dualista.La concentrazione è una consapevolezza dualista; per questo la concentrazione produce stanchezza; per questo quando ti concentri, ti senti

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stanco. E non puoi concentrarti per ventiquattro ore al giorno, devi prenderti dei periodi di riposo. La concentrazione non potrà mai diventare la tua natura.La meditazione non stanca, la meditazione non ti esaurisce.La meditazione può diventare un fatto quotidiano: giorno dopo giorno, anno dopo anno: può diventare eternità. È rilassamento puro.La concentrazione è un atto, un atto di volontà. La meditazione è una condizione di assenza di volontà, uno stato di inazione. È rilassamento. Ci si deve semplicemente abbandonare al proprio essere, e questo essere è identico all'essere della Totalità. Nella concentrazione la mente funziona partendo dal presupposto che si sta facendo qualcosa. La concentrazione ha origine nel passato.La meditazione invece non cela alcuna finalità. Non stai facendo nulla in particolare, ti limiti a essere. Non implica un passato, è scevra dal passato. Non implica futuro, è incontaminata da ogni futuro. È ciò che Lao Tzu ha chiamato wei-wu-wei, azione attraverso la non azione. È ciò che i Maestri Zen hanno ripetuto: siedi in silenzio senza far nulla, viene la primavera e l'erba cresce da sola. Ricorda: da sola — non viene fatto nulla. Non tiri i fili d'erba verso l'alto: viene la primavera e l'erba cresce da sola. Quella condizione — in cui permetti alla vita di seguire il suo corso, quando non cerchi di imporle un orientamento, quando non vuoi imporle un controllo, quando non la stai manipolando, quando non la sottoponi a qualche disciplina, quella condizione di spontaneità pura e priva di disciplina, quella è meditazione.La meditazione è nel presente, solo nel presente. La meditazione è immediatezza. Non puoi meditare, puoi solo essere in meditazione. Non puoi essere in concentrazione, ma ti puoi concentrare.La concentrazione è umana, la meditazione è divina.

Scegliere una meditazione

Come primo passo scegli qualcosa che ti attira. La meditazione non dovrebbe essere uno sforzo che ti imponi. Se è una cosa imposta, sarà un fallimento in partenza. Una cosa imposta non ti condurrà mai alla naturalezza.Non serve creare conflitti inutili. Lo si deve capire, perché la mente ha una capacità naturale, una tendenza verso la meditazione, è sufficiente che le siano offerti oggetti che la attraggono.Se in te il corpo è l'elemento dominante, esistono mezzi che ti possono far raggiungere Dio attraverso il corpo, perché anche il corpo appartiene a Dio. Se senti che il cuore è l'elemento dominante dentro di te, allora prega. Se senti che l'intelletto è in te l'elemento dominante, allora medita.Ma le mie meditazioni hanno una peculiarità: ho tentato di creare metodi che siano utili a tutti e tre i tipi di individui. In essi si usa molto il corpo, ma si usa molto anche il cuore e l'intelletto. Ho riunito questi tre elementi per lavorare su persone diverse in modi diversi.Corpo cuore mente: tutte le mie meditazioni hanno lo stesso orientamento. Partono dal corpo, passano attraverso il cuore, raggiungono la mente per poi andare oltre.Ricordati sempre che qualsiasi cosa, quando ti diverte, può scendere in profondità dentro di te. Il fatto che ti diverte significa semplicemente che è adatta a te. Il suo ritmo è in sintonia con il tuo. Tra te e il metodo esiste una sottile armonia. Quando ti diverti con un metodo, non provarne altri, non essere avido: approfondisci quel metodo quanto più ti è possibile. Puoi praticarlo una volta ogni giorno e, se ti è possibile, due volte.

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Più lo metti in pratica, più ti divertirà. Abbandona un metodo solo quando non ti dà più alcuna gioia: a quel punto la sua funzione si è esaurita. Cerca un altro metodo: nessun metodo ti può portare diritto alla meta finale; durante il viaggio dovrai cambiare diversi treni. Un metodo ti porta solo fino a un determinato stato dell'essere; da li in poi non ha più alcuna utilità, si è esaurito.Quindi devi ricordare due cose: quando un metodo ti diverte, approfondiscilo quanto più ti è possibile, ma non fissarti li, perché un giorno dovrai abbandonare anche questo. Se ti fissi troppo sul metodo, si trasformerà in una

deve scoprire il proprio rituale. Un rituale serve solo come aiuto per renderti pili agevole l'attesa... e quando sei a tuo agio e aspetti, la cosa accade: proprio come il sonno, Dio viene a te. Proprio come l'amore, Dio viene a te. Non dipende dalla tua volontà, non lo puoi costringere.

Quando ti dico di meditare, sono perfettamente cosciente che nessuno si realizza attraverso la meditazione; ma con la meditazione si può raggiungere un punto oltre il quale nessuna meditazione esiste più.

SII rilassato e spontaneo

Ci si può lasciare ossessionare anche dalla meditazione. E l'ossessione è un guaio: prima eri ossessionato dai soldi e ora lo sei dalla meditazione. Il problema non è il denaro, l'ossessione è il problema. Eri ossessionato dal mondo degli affari, ora sei ossessionato da Dio. Il problema non è il mondo degli affari ma l'ossessione. Si deve essere rilassati e spontanei e non farsi ossessionare da nulla, né dalla mente, né dalla meditazione. Solo cosi, quando sei inattivo, privo di ossessioni, non sei altro che un flusso, l'assoluto ti accade.

2. All'alba: risate, movimento e catarsiTutte le meditazioni sono modi sottili per ubriacarvi, per rendervi ebbri del divino.

Risate come meditazione

Ogni mattina, appena sveglio, prima di aprire gli occhi, stirati come un gatto. Stira ogni fibra del corpo. E dopo due o tre minuti, con gli occhi ancora chiusi, mettiti a ridere. Per cinque minuti non fare altro. All'inizio sarà una risata forzata, ma in breve i tuoi tentativi provocheranno una risata spontanea. Perditi nelle risate. Prima che accada veramente ci vorranno forse alcuni giorni, perché non ci siamo abituati. Ma poi tutto diventerà spontaneo e cambierà la qualità della tua giornata.Per chi ha difficoltà a rìdere di cuore o per chi sente che la sua risata è falsa, Bhagwan ha suggerito questa meditazione molto semplice:

Al mattino presto, prima di mangiare, bevi una caraffa piena di acqua tiepida e un po' salata. Bevi senza interromperti e rapidamente, altrimenti non riuscirai a berla tutta. Poi piegati in avanti e fai dei gargarismi, cosi l'acqua potrà risalire: in questo modo la vomiterai tutta e pulirà il canale. Non serve altro: hai solo un blocco nel canale che ti impedisce di ridere quando vorresti farlo.Nello Yoga questa è una pratica obbligatoria. Viene detta una « purificazione necessaria ». Ha un potere enorme di purificazione e ti lascia

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con un canale pulitissimo: tutti i blocchi scompaiono. Per te sarà un divertimento e ti lascerà puro per tutta la giornata. Le risate e le lacrime, e perfino le tue parole, verranno dal tuo centro pili intimo.Ripeti questo procedimento per dieci giorni e ti farai le risate più grasse di tutto il circondario.

La prima cosa che si deve fare è ridere, perché la risata stabilirà l'atmosfera di tutta la giornata. Se ti svegli ridendo, presto sarai in grado di sentire quanto sia assurda la vita. Nulla è serio: puoi ridere anche delle tue delu-sioni, puoi ridere anche delle tue sofferenze, puoi ridere perfino di te stesso.

La meditazione della luce dorata

È un semplice metodo per trasformare la tua energia e farla salire verso l'alto. Questa pratica deve essere ripetuta almeno due volte al giorno.Il mattino è l'ora migliore, poco prima di alzarti dal letto. Quando senti di essere sveglio, all'erta, fai questa meditazione per venti minuti. Praticala subito, immediatamente, perché quando esci dal sonno sei delicatissimo, e molto ricettivo. Quando esci dal sonno sei freschissimo e l'impatto scenderà molto più in profondità. Nel momento in cui esci dal sonno non sei molto mentale, quindi esi-stono degli spazi vuoti attraverso cui questo metodo scenderà verso il tuo centro più intimo. E all'alba, quando ti stai svegliando e anche tutta la terra si sta risvegliando, su tutto il pianeta si muove un'immensa onda di energia in risveglio: usa questo flusso, non lasciarti sfuggire questa opportunità.In tutte le religioni dell'antichità si usava pregare al mattino, all'alba, al sorgere del sole, perché il sorgere del sole corrisponde al sorgere di tutte le energie dell'esistenza. In quel momento si può semplicemente cavalcare l'onda dell'energia che sta salendo: sarà facilissimo. Alla sera è più difficile, perché le energie si stanno ritirando e si dovrà lottare controcorrente. Viceversa al mattino ti puoi abbandonare al flusso della corrente.Sdraiati semplicemente sulla schiena, come quando vai a letto. Tieni gli occhi chiusi. Quando inspiri, visualizza una luce abbagliante che entra nel tuo corpo attraverso la testa, come se un sole sorgesse proprio accanto alla tua testa. Tu sei un semplice passaggio e la luce dorata si riversa nella tua testa e scende, scende in profondità, sempre più a fondo per uscire dalla punta dei piedi. Accompagna l'inspirazione con questa visualizzazione: la luce dorata ti aiuterà. Ripulirà il tuo corpo e lo colmerà tutto di creatività. Questa è energia maschile.E quando espiri visualizza un'altra cosa: l'oscurità che entra dalla punta dei piedi, un fiume di oscurità totale, che entra dalla punta dei piedi, e sale, per uscire dalla testa. Respira lentamente e profondamente: questo è il modo migliore per visualizzare. E questa è energia femminile. Ti darà una calma profonda, ti renderà ricettivo, ti tranquillizzerà, ti darà riposo. Opera molto lentamente: appena uscito dal sonno puoi fare respiri molto profondi e molto lenti, perché il corpo è riposato, rilassato.L'altra ora più adatta è la sera, prima di dormire. Sdraiato sul letto, rilassati per alcuni minuti. Quando senti che stai vacillando tra il sonno e la veglia, proprio in quel punto, ripeti il procedimento e va' avanti per venti minuti. Se ti addormenti prima di finirlo, va benissimo

perché l'impatto rimarrà nel subconscio, e continuerà ad operare.Se ripeti questo metodo semplicissimo per tre mesi, ti sorprenderai: non avrai più bisogno di reprimerti, la trasformazione sarà cominciata.

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La meditazione è l'unica medicina. Per cui lascia perdere i tuoi problemi; inoltrati semplicemente nella meditazione.

Aspettando il sole che sorge

Quindici minuti esatti prima del sorgere del sole, quando il cielo comincia ad albeggiare, osserva e aspetta come se si attendesse l'amato: con la stessa intensità, in profonda attesa, colmo di speranza ed eccitamento, ma in silenzio. E continua a guardare mentre sorge il sole. Non occorre fissarlo, puoi battere le ciglia. Abbandonati alla sensazione che simultaneamente anche dentro di te qualcosa sta sorgendo.Quando il sole si affaccia all'orizzonte, sentilo all'altezza dell'ombelico. In lontananza si sta levanda, e dentro di te, nell'ombelico, sorge, si alza molto lentamente. All'orizzonte si leva il sole, e in te sorge un nucleo interiore di luce. Bastano dieci minuti. Poi chiudi gli occhi. Quando guardi il sole ad occhi aperti crei una « negativa », per cui quando chiudi gli occhi, vedrai il sole che brilla dentro di te.

E questo ti trasformerà enormemente.

L'arte della meditazione è tutta qui: come essere profondamente attivo; come rinunciare a pensare, e come trasformare in consapevolezza l'energia che scorre nel pensiero.

Una lode al sole che sorge

Alzati alle cinque, prima del sorgere del sole, e per mezz'ora abbandonati al canto, ai tuoi suoni, ai lamenti, ai gemiti. Non occorre che i suoni abbiano un senso: devono essere viscerali, non avere un significato. È sufficiente che ti divertano: il senso è questo. Lasciati ondeggiare. Lascia che sia una lode per il sole che sorge, per cui smetti solo quando il sole è sorto.Questo manterrà dentro di te un certo ritmo per l'intera giornata. Fin dal mattino sarai in sintonia e vedrai che il giorno avrà una qualità diversa; sarai più amorevole, più attento, più compassionevole, più amichevole, me-no violento, meno collerico, meno ambizioso, meno egoista.

Correre, camminare, nuotare

È facile e naturale essere all'erta mentre si è in movimento. Quando siedi in silenzio senza far nulla è naturale cadere addormentato. Quando sei sdraiato a letto è difficilissimo stare all'erta, perché l'intera situazione concilia il sonno. Ma in movimento, è ovvio che non ti puoi addormentare, la tua attenzione è maggiore: l'unico problema è dato dalla possibilità che il movimento diventi meccanico.Impara a fondere insieme il corpo, la mente e l'anima. Scopri situazioni in cui riesci a funzionare come un'unità.A chi corre, accade spesso. Forse non hai mai considerato la corsa una meditazione, ma a chi corre è accaduto spesso di fare una straordinaria esperienza di meditazione. E ne è rimasto sorpreso, perché non ci pensava nemmeno: chi immaginerebbe che correndo può avere un'esperienza di Dio? Ma è successo. E oggi la corsa diventa sempre di più un nuovo tipo di meditazione.Correndo, può succedere. Se qualche volta hai corso, se ti piaceva correre al mattino presto, quando l'aria èfresca e frizzante e il mondo intero sta uscendo dal sonno e si risveglia... correvi e il tuo corpo funzionava a perfezione, l'aria fresca, il mondo rinato

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a nuova vita, appena uscito dall'oscurità della notte, intorno a te tutto era un canto, e ti sentivi più che mai vivo... e viene un momento in cui colui che corre scompare e resta solo la corsa. Il corpo, la mente e l'anima iniziano a funzionare insieme e all'improvviso si sprigiona un orgasmo interiore.Casualmente i corridori hanno sperimentato a volte « la quarta dimensione », turìya, anche se, probabilmente, non l'hanno capito; avranno pensato che la corsa era la causa di quel momento di gioia: era una giornata stupenda, il corpo era in perfetta forma e il mondo era meraviglioso, era solo uno stato d'animo. Non ci fanno caso, ma se ci facessero caso, sostengo per esperienza personale che un corridore può avvicinarsi alla meditazione più di chiunque altro.Il podismo — jogging — può essere utilissimo, nuotare può essere molto utile. Sono tutte attività che dovrebbero essere trasformate in tecniche di meditazione.Lascia perdere le vecchie idee sulla meditazione, per cui solo sedere sotto un albero in posizione yoga è meditare. Questa è solo una delle possibilità, e può essere adatta ad alcune persone, ma non a tutti. Per un bambino non è meditazione, è una tortura. Per un giovanotto che sprizza vitalità è repressione, non è meditazione.Mettiti a correre al mattino. Inizia facendo un chilometro, poi passa a due e arriva almeno fino a cinque. Mentre corri usa tutto il corpo. Non correre come se fossi chiuso in una camicia di forza. Corri come un bambino, usando tutto il corpo — mani e piedi — e corri. Respira profondamente dalla pancia. Poi siedi sotto un albero, riposa, suda e lasciati rinfrescare dalla brezza del mattino; avverti la pace che è in te. Questo ti aiuterà moltissimo.Prova anche a restare in piedi senza le scarpe avvertendo la frescura, la dolcezza, il calore della terra. Cer-ca di percepire qualsiasi cosa la terra sia pronta a donarti in quel momento, e lasciala scorrere in te. Lascia che le tue energie fluiscano nella terra. Entra in comunione con la terra.Se sei collegato alla terra, sei collegato alla vita. Se sei in armonia con la terra, sei in armonia col tuo corpo. Se sei collegato alla terra, diventerai sensibilissimo e ti centrerai: non hai bisogno d'altro.Non diventare mai un corridore professionista; rimani un dilettante, cosi la tua attenzione si conserverà intatta. Se ti accade di sentire che la corsa è diventata meccanica, abbandonala. Prova col nuoto. Se anche questo di-venta automatico, danza. Ricorda sempre che il movimento non è altro che una situazione per creare consapevolezza. Finché crea consapevolezza, è un'ottima tecnica. Quando non favorisce più la tua consapevolezza, non ha più alcuna utilità, sostituiscilo con un'altra forma di movimento che ti riporti alla tua attenzione. Non permettere mai che un'attività diventi automatica.

La mente è una spina e tutte le tecniche di meditazione sono aghi per estrarre quella spina.

Ho creato un espediente

La mente è molto seria, e la meditazione è assolutamente non-seria. Questa affermazione vi potrà colpire, perché la gente parla sempre molto seriamente della meditazione. Ma la meditazione non è una cosa seria. È solo un gioco, niente affatto serio. Ti coinvolge, ma non è serio. Non è un lavoro, è più simile a un gioco. Il gioco non è un'incombenza. Anche quando è azione, non è un'attività. Il gioco è puro piacere. L'azione non ha una finalità, non ha una motivazione, al contrario è solo energia fluida allo

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stato puro.Ma è difficile capirne il valore, perché noi siamo condizionati dalle motivazioni. Siamo sempre stati cosi attiviche la nostra attività è diventata un'ossessione profondamente radicata. Perfino mentre dormiamo siamo in attivi-vita. Perfino quando ci vogliamo rilassare siamo attivi. Abbiamo trasformato in attività perfino il rilassamento: facciamo sforzi per rilassarci. È assurdo! Ma lo si deve alle abitudini meccaniche della mente.-Che fare? Solo la non-azione vi conduce al vostro centro interiore, ma la mente non può concepire come essere non attiva. Che fare dunque?Io ho creato un espediente: si tratta di spingere l'attività finché non cessi semplicemente; essere attivi alla follia, cosi la mente condizionata dall'attività viene espulsa dal vostro sistema. Solo cosi, dopo una catarsi profonda, puoi abbandonarti all'inazione e avere l'intuizione di uno spazio che non è quello dello sforzo.

Una volta conosciuto questo spazio, puoi penetrarlo senza sforzo. Una volta che l'hai percepito — sai come essere semplicemente qui e ora, senza far nulla — puoi fluire in quel mondo, in ogni momento; ovunque ti trovi puoi vivere in quel mondo. E giungerai infine a essere attivo all'esterno e dentro di te sarai profondamente inattivo.I metodi catartici sono invenzioni moderne. Ai tempi del Buddha non erano necessari, perché la gente non era cosi repressa. La gente era spontanea, viveva una vita primitiva, non civilizzata, una vita naturale. Per cui il Bud-dha poteva consigliare a chiunque la meditazione Vipassana — vipassana significa discernimento — senza remore. Ma oggi non puoi accedere direttamente al Vipassana. E i maestri che vi insegnano la pratica del Vipassana direttamente non appartengono a questo secolo: sono arretrati di duemila anni.Certo, è possibile che ogni tanto riescano ad aiutare una o due persone su cento, ma non è un gran risultato! Ho introdotto i metodi catartici per demolire tutto ciò che la civiltà vi ha sovraimpresso, cosicché diventiate ancora una volta primitivi. Da questa primitività, da questa innocenza primaria, fiorirà facilmente il discernimento.

Un taglialegna, uno spaccatore di pietre non hanno bisogno di meditazioni catartiche: le praticano tutto il giorno; ma per l'uomo moderno le cose sono cambiate.

La meditazione dinamica

La meditazione che si tiene all'ashram ogni mattina

Quando il sonno si interrompe, l'intera natura ritorna alla vita; la notte se ne è andata, l'oscurità non è più, il sole sta sorgendo, e tutto si risveglia, riprende coscienza ed è ricettivo. Questa è una meditazione in cui devi es-sere costantemente all'erta, cosciente, consapevole di tutto ciò che fai. Rimani un testimone. Non perderti!È facile perdersi. Mentre respiri puoi dimenticarti. Puoi identificarti col respiro al punto da scordare il testimone, ma in questo caso ti lasci sfuggire l'elemento fondamentale. Respira il più velocemente e il più profondamente possibile; usa tutta la tua energia, ma rimani sempre un testimone. Osserva ciò che accade come se fossi solo uno spettatore, come se tutto questo accadesse a qualcun altro, come se tutto ciò accadesse nel corpo, mentre la consapevolezza rimane centrata, e continua ad osservare. Questo essere testimone deve continuare per tutte e tre le fasi. E quando tutto si ferma, quando nel quarto stadio resterai completamente inattivo, immobile, questa

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attenzione giungerà al suo culmine.

La Meditazione dinamica dura un'ora ed è suddivisa in cinque fasi. Pub essere fatta da soli, ma ha maggior efficacia se fatta in gruppo. È un'esperienza individuale, per cui dimentica chi ti sta vicino e tieni gli occhi sempre chiusi. È meglio usare una benda. Inoltre è consigliabile avere lo stomaco vuoto e indossare indumenti comodi e larghi.Primo stadio: 10 minutiRespira col naso in modo caotico, concentrandoti sempre sull'espirazione. Ci penserà il corpo all'inspirazione. E respira il più rapidamente e il più a fondo possibile; poi aumenta il ritmo, fino a diventare letteralmente il respiro. Aiutati con i movimenti naturali del corpo per accumulare energia. Osservala mentre cresce, ma non lasciarla esplodere durante il primo stadio.

Secondo stadio: 10 minutiEsplodi! Scarica qualsiasi cosa voglia uscire. Lasciati andare completamente alla pazzia, urla, grida, piangi, salta, scuotiti, danza, canta, ridi, sbattiti di qua e di là. Non frenarti, mantieni tutto il corpo in movimento. Ver cominciare puoi fare un po' di scena. Non lasciare mai che la mente interferisca con quello che accade. Sii totale.

Terzo stadio: 10 minutiCon le mani alzate, salta urlando il mantra: « Huu, huu, huu! », facendolo penetrare il più profondamente possibile. Ogni volta che ritorni a terra, sull'intera pianta dei piedi, lascia che il suono si ripercuota sul centro ses-suale. Usa tutto te stesso, esaurisciti totalmente.

Quarto stadio: 15 minuti

Fermati! Resta assolutamente immobile in qualsiasi posizione ti trovi. Evita di sistemare il tuo corpo. Un colpo di tosse, un movimento, qualsiasi cosa dissiperà il flusso di energia e vanificherà tutto il tuo sforzo. Sii un testi-mone di qualsiasi cosa ti accada.

Quinto stadio: 15 minutiFesteggia e gioisci con musica e danze, esprimi la tua riconoscenza al Tutto. Rimani in questa felicità per tutto il giorno.Se non ti è possibile fare rumore nello spazio in cui mediti, puoi fare la Meditazione dinamica in silenzio: invece di emettere suoni, lascia che la catarsi nel secondostadio si manifesti totalmente nei movimenti del corpo. Nel terzo stadio il suono « huu » può essere lasciato ripercuotere all'interno in silenzio, e il quinto stadio lo si può trasformare in una danza espressiva.

Qualcuno ha detto che le meditazioni che teniamo qui sembrano pura follia. È vero! E lo sono per un motivo preciso. È follia eretta a metodo: è una scelta consapevole.Ricorda che di tua volontà non puoi impazzire. La follia ti possiede: solo così puoi impazzire. Se impazzisci volontariamente è del tutto diverso. Fondamentalmente sei

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sempre sotto controllo e chi riesce a controllare perfino la propria follia non impazzirà mai.

Bhagwan ha parlato di possibili reazioni del corpo alle catarsi profonde che si verificano durante la Meditazione dinamica.

Se senti dolore, rimani attento ma non fare nulla. L'attenzione è una lama affilatissima: taglia ogni cosa. Devi solo prestare attenzione al dolore.Per esempio, nell'ultima fase della meditazione sei seduto in silenzio, senza muoverti, e nel corpo avverti dei fastidi. Senti che una gamba si sta addormentando, ti prude una mano, senti un formicolio salire lungo il corpo. Spesso ti sei

distratto per guardare e non hai visto nessuna formica. Il prurito è all'interno, non è esteriore. Cosa devi fare? Senti che la gamba si sta addormentando: stai attento, presta tutta la tua attenzione a questo feno-meno. Senti prurito? Non grattarti. Non servirà. Limitati a prestare tutta la tua attenzione. Non aprire neppure gli occhi. Mantieni tutta la tua attenzione all'interno, aspetta e osserva. In pochi secondi il prurito scomparirà. Qual-siasi cosa accade — anche se provi dolori, dolori intensi allo stomaco o alla testa — accade perché nella meditazione tutto il corpo si trasforma. Cambia la sua chimica. Si verificano nuovi fenomeni e il corpo si trova nel caos.

A volte lo stomaco ne subirà le conseguenze, perché nello stomaco avete represso molte emozioni e ora vengono tutte a galla. A volte ti verrà il vomito, la nausea. A volte sentirai dolori fortissimi alla testa, perché la meditazione muta la struttura interna del cervello. Quando co-minci a meditare ti ritrovi in un vero caos. Presto le cose si ristabilizzeranno. Ma per il momento tutto sarà caotico.Cosa devi fare, dunque? Limitati ad osservare il do-lore alla testa, guardalo. Rimani un osservatore. Dimentica semplicemente che sei tu ad agire, e pian piano tutto tornerà a posto da solo, tutto si placherà. Sarà cosi bello, cosi colmo di grazia che ti sembrerà incredibile finché non lo

esperimenti. Non solo scompare il dolore alla testaperché l'energia che creava il dolore, se osservata, sidissolve — ma la stessa energia diventa piacere: l'energiaè la stessa!

Dolore e piacere sono due dimensioni della stessa energia. Se riesci a rimanere seduto in silenzio guardando le distrazioni, queste scompariranno tutte. E quando tutte le distrazioni sono scomparse, improvvisamente ti rendi conto che tutto il corpo è scomparso.

Bhagwan ha consigliato spesso di non trasformare questa testimonianza passiva nei confronti del dolore in una nuova forma di fanatismo. Se dopo tre o quattro giorni, durante la meditazione, persistono sintomi fisici dolorosi

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mal di testa, fitte gravi o nausee — non atteggiarti amasochista, consulta un medico. E questo vale per tutte le tecniche di meditazione di Bhagwan. Buon divertimento!

Una volta è successo: due cani assistevano ad una Meditazione dinamica e ho sentito un cane dire all'altro: « Quando io faccio cosi, il mio padrone mi dà le pillole per i vermi ».All'alba: risate, movimento e catarsi j 33

Meditazione « Mandala »

Anche questa è una tecnica catartica molto forte: crea un cerchio di energia che porta a una centratura naturale. Si compone di quattro stadi di 15 minuti ciascuno.

Primo stadio: 15 minuti.Corri « da fermo » ad occhi aperti, iniziando lentamente e poi aumentando gradatamente la velocità. Solleva le ginocchia il più in alto possibile. Respira profondamente e in modo regolare per muovere l'energia all'interno: scor-da la mente e scordati del corpo, non interromperti mai.

Secondo stadio: 15 minuti.Siedi a occhi chiusi con la bocca aperta e rilassata. Ruota il corpo dolcemente all'altezza del bacino, come una canna di bambù mossa dal vento. Senti il soffio del vento che ti porta da una parte all'altra, avanti e indietro e ti fa ruotare in cerchio. Questo movimento porterà

all'ombelico le energie già risvegliate.

Terzo stadio: 15 minuti.Sdraiati sulla schiena, apri gli occhi e falli ruotare in direzione oraria, tenendo ferma la testa. Lascia che compiano una rotazione completa e molto ampia, come se seguissero la lancetta dei secondi di un grande orologio, ma il più velocemente possibile.È importante che la bocca rimanga aperta e la mascella sia rilassata; il respiro deve essere sempre calmo e regolare. Questo movimento porterà le tue energie a centrarsi nel terzo occhio.

Quarto stadio: 15 minuti.Chiudi gli occhi e resta assolutamente immobile.

Non mi è possibile creare il paradiso in tua vece. Per questo tutte le mie tecniche di meditazione sono strutturate in modo da creare prima di tutto un interno.

La necessità della catarsiOgni giorno per sessanta minuti, scordati del mondo. Lascia che il mondo scompaia dalla tua vista e scompari a tua volta dal mondo. Opera una svolta radicale, una rotazione di centottanta gradi, e osserva semplicemente il tuo mondo interiore. All'inizio non vedrai altro che nuvole. Non preoccupartene, sono nuvole prodotte dalle tue repressioni. Incontrerai la rabbia, l'odio, l'avidità, ogni sorta di buchi neri... li hai repressi, per questo sono li. E le cosiddette religioni hanno insegnato

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a reprimerli, per cui esistono come piaghe che finora hai sempre tenute nascoste.Per questo all'inizio insisto sulla catarsi: se non attraversi una profonda catarsi, dovrai affrontare molte nuvole. Sarà faticoso, e tu sei cosi impaziente che potresti ritornartene nel mondo. Per poi dire: « Non c'è nulla, non ci sono fiori di loto, non c'è fragranza, non c'è altro che fetore e rifiuti ».E lo sai già. Quando chiudi gli occhi e scendi dentro di te, cosa incroci? Non incontri mai quegli spazi bellissimi di cui parlano i Buddha. Incontri inferni e sofferenze, repressi li dentro e in agguato. Rabbia accumula-tasi in molte esistenze. Vi è una confusione indescrivibile, per cui si vorrebbe restarne fuori. Preferisci andare al cinema, al club, incontrare qualcuno e spettegolare un po'. Preferisci tenerti impegnato finché non sei stanco e ti addormenti. Questo è il tuo stile di vita, questa è la tua vita! Per questo quando si inizia a guardare dentro di sé si resta molto perplessi. I Buddha dicono che vi si trova un'immensa beatitudine, si incontrano fiori di loto che si schiudono con fragranza eterna! E i fiori hanno colori che non mutano mai, non sono un fenomeno passeggero. I Buddha parlano di questo paradiso, parlano di questo regno di Dio che è in te, e quando tu entri in te stesso, non incontri altro che inferno!Non vedi affatto la terra del

Buddha, ma solo campi di concentramento hitleriani. Ovviamente pensi subito chesia tutto una stupidaggine, è meglio restarne fuori: perché continuare a mettere il dito sulle piaghe? Fa anche male! E dalle piaghe inizia ad uscire pus e fetore...Ma la catarsi aiuta. Se ti abbandoni alla catarsi, se passi attraverso le meditazioni caotiche, ti ripulisci da tutte queste nuvole, elimini tutte queste oscurità, alla fine l'at-tenzione diventa più facile.Per questo insisto perché all'inizio si facciano le meditazioni caotiche e solo in seguito le meditazioni silenziose: all'inizio le meditazioni attive e poi quelle passive. Ti puoi inoltrare nella passività solo dopo aver espulso dal tuo essere tutto il marcio accumulato. Dopo aver vomitato la rabbia, dopo aver vomitato l'avidità... queste cose affiorano in te strato dopo strato. Ma quando le hai espulse, puoi scivolare dentro il tuo essere con facilità: ora non c'è più nulla che ti ostacoli.E all'improvviso ecco la luce splendente della terra del Buddha. E all'improvviso ti ritrovi in un mondo totalmente diverso, il mondo della Legge del Fiore di Loto, il mondo del Dhamma, il mondo del Tao.

Picchiare il cuscino

Quando ti senti pieno di rabbia, non è necessario prendertela con qualcuno:

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sii semplicemente arrabbiato! Lascia che sia una meditazione. Chiudi la porta della tua stanza, siedi da solo e lascia uscire tutta la rabbia che hai in te. Se provi il desiderio di picchiare, picchia un cuscino.Fai qualsiasi cosa ti senti: il cuscino non protesterà mai. Se vuoi uccidere il cuscino, prendi un coltello e uccidilo! È un aiuto, un aiuto straordinario. Non si può neppure immaginare quanto sia utile un cuscino. Picchialo, mordilo, sbattilo! Se sei in collera con una persona in particolare, scrivi il suo nome sul cuscino oppure incollaci sopra una fotografia.Ti sentirai ridicolo, stupido, ma la rabbia è ridicola; non ci puoi far nulla. Per cui lascia che esploda e godilacome un fenomeno di energia. È realmente un fenomeno di energia. Se non fai del male a nessuno, non c'è nulla di riprovevole. Praticando questa meditazione, vedrai che pian piano scomparirà l'idea di far del male a qualcuno. Fanne una pratica quotidiana: bastano venti minuti ogni mattina. E poi osservati per tutto il giorno. Sarai più calmo, perché avrai espulso l'energia che si trasforma in collera; l'energia che si tramuta in veleno sarà stata espulsa dal tuo sistema. Ripeti questa meditazione per due settimane come minimo, e dopo la prima settimana sarai sorpreso di scoprire che in qualsiasi situazione ti trovi, la rabbia non c'è più. Provaci!

La meditazione inizia con la catarsi e termina con una celebrazione.

Ansimare come un cane

È difficile lavorare direttamente sulla rabbia, perché spesso è profondamente repressa. Perciò affrontala indiret-tamente. La corsa favorirà il dissolversi di gran parte della rabbia e della paura. Quando corri a lungo, respirando profondamente, la mente smette di funzionare e il corpo prende il sopravvento.Inoltre vi suggerisco un esercizio semplice ma utilissimo. Se qualcuno non riesce a scendere nel ventre, a sentire le proprie emozioni a livello viscerale, se resta sempre in qualche modo in superficie, può provare a camminare e ansimare come un cane. Può tirar fuori la lingua e lasciarla penzolare, può camminare a quattro zampe, an-simando.Questo favorirà l'apertura del canale emotivo. Quando si ha un blocco in quel punto, è di grande aiuto ansimare come un cane. Basta ansimare per mezz'ora e la rabbia tornerà a essere fluida, e l'intero corpo ne sentirà i benefici.Puoi provare questa tecnica in camera tua. Puoi usa-re uno specchio per abbaiarci o ringhiarci contro. In tre settimane sentirai che le esperienze scendono molto in pro-fondità. Una volta che la rabbia si sarà rilassata, se ne sarà andata, ti sentirai libero.

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3. Al mattino: celebrazione, lavoro, gioco

La meditazione è vita. Non essere in medita-zione significa non essere vivi.

Musica e danze

La musica è meditazione: meditazione cristallizzata in una dimensione particolare. La meditazione è musica: mufonde nell'assenza di dimensione. Musica e mesono due fenomeni distinti.

Ami la musica semplicemente perché intorno a essa avverti il fiorire della meditazione. Ne vieni assorbito, ne sei inebriato; qualcosa dell'ignoto inizia a discendere inti bisbiglia. E il tuo cuore pulsa a un ritmo diverso, è sintonizzato con l'armonia dell'uniin un profondo orgasmo con il Tutto. Nel tuo essere discende una danza sottile e le porte che erano rimaste sempre chiuse iniziano ad

aprirsi. Una nuova brezza ti attraversa spazzando via la polvere dei secoli. Ti sembra di aver fatto un bagno, un bagno spirituale; sei passato sotto una doccia: ora sei pulito, fresco, vergine.La musica è meditazione, la meditazione è musica. Sono due porte per incontrare lo stesso fenomeno.

Milioni di persone si lasciano sfuggire la me-ditazione solo perché essa ha assunto false connotazioni. Sembra molto seria, lugubre, odora di sacrestia; sembra fatta per persone morte, con un piede nella fossa, per persone tetre, serie, tristi, che hanno perso ogni gioia, ogni senso del divertimento, del gioco,

della festa.Invece queste sono le qualità della meditazione: una persona veramente meditativa è giocosa; per lei la vita è divertimento, la vita è bella, un gioco, e si diverte enormemente. Chi medita è rilassato, non è affatto serio.

La Danza Sufi

Una celebrazione che si teneva all'ashram ogni mattina.

Se un uomo arrabbiato partecipa alla Danza Sufi, la sua danza acquisterà i colori dell'ira. Se osservi la gente, scoprirai che il loro modo di danzare esprime qualità differenti. Qualcuno danza con furore: dai suoi gesti nella danza, traspare la sua rabbia. I gesti di un altro riflettono la grazia, la sua danza è un fiume d'amore, ha una sua eleganza. E, nella danza di un altro ancora, si vede la compassione. Qualcuno danza in estasi. Altri sono rigidi e spenti: fanno gesti vuoti, dietro ai quali non vi è una presenza, sono meccanici. Osserva. Perché questa diversità? Perché in ciascuno vi sono strati di repressione differenti.Quando danzi, se in te è presente la collera, essa dan-zerà con te. Dove potrebbe andarsene? Più danzerai, più lei danzerà. Se quando inizi a danzare sei carico d'amore, il tuo amore si sprigionerà, danzerà intorno a te. Lo spazio circostante ne sarà ricolmo. La tua danza sarà inevitabilmente la tua danza: conterrà tutto ciò che hai dentro di te. Se sei

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represso sessualmente, quando danzi il sesso verrà in superficie.Non è possibile seguire una via diretta: devi passare attraverso la catarsi. Solo quando ogni veleno è scomparso, quando ogni nebbia si è dissolta, riuscirete a trovare illuminazioni e beatitudine nei metodi come la Danza Sufi.

La meditazione è necessaria solo perché hai scelto l'infelicità. Se avessi scelto di essere felice non avresti bisogno di nessuna meditazione. La meditazione è un farmaco: se sei malato è necessaria una medicina. I Buddha non hanno bisogno della meditazione. Quando scegli la felicità, quando decidi che vuoi essere felice, la meditazione non serve più. A quel punto la meditazione inizia ad accadere da sola.La meditazione è una funzione della felicità. La meditazione segue l'uomo felice come un'ombra. Ovunque egli vada, qualsiasi cosa faccia, egli è meditativo.

Meditazione Nataraj

Una tecnica scelta spesso come meditazione serale nei campi di meditazione mensili.Nataraj è danza trasformata in meditazione totale. Si compone di tre stadi, per una durata complessiva di 65 minuti.

Primo stadio: 40 minuti.Danza ad occhi chiusi, come se fossi posseduto. Lasciati guidare

completamente dall'inconscio. Non controllare i movimenti, e non cercare di restare testimone di cosa accade: lasciati dominare totalmente dalla danza.

Secondo stadio: 20 minuti.Con gli occhi sempre chiusi, sdraiati immediatamente. Resta immobile, in silenzio.

Terzo stadio: 5 minuti. Danza e divertiti, celebrando.

Dimentica colui che danza, il centro dell'ego; diventa la danza. Questa è meditazione. Danza cosi intensamente da dimenticare che sei tu che danzi, e da sentire che tu sei la danza. Ogni divisione deve scomparire: cosi diventa meditazione. Se esiste divisione, è solo un esercizio ginnico: ottimo, salutare, ma non si può dire che sia spirituale. Non è altro che una semplice danza. La danza di per sé è ottima: entro i suoi limiti, è ottima. Dopo aver danzato ti sentirai più fresco e più giovane. Ma ancora non è meditazione. Colui che

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danza deve svanire finché rimane solo la danza.Come fare? Partecipa alla danza totalmente, perché la divisione può esistere solo se non sei totalmente partecipe. Se te ne stai in disparte e ti osservi mentre danzi, la separazione persisterà: in questo caso esegui una danza, la danza resta solo un gesto, un atto: non è il tuo essere. Lasciati invece coinvolgere totalmente: sciogliti nella danza. Non startene in disparte, non restare un osservatore. Sii totalmente partecipe!Lascia che la danza fluisca a modo suo, non forzarla. Abbandonati a lei: lascia che accada. Non è un'azione, ma un evento. È una festa! Non stai facendo nulla di se-rio; stai solo giocando, giocando con la tua energia vitale, giocando con la tua bioenergia, lasciandola scorrere libe-ramente. Come la danza del vento o il fluire del fiume, anche tu fluisci e danzi. Abbandonati a questa sensazione! E gioca. Ricorda sempre questa parola « gioco »: con

me è fondamentale. In questo paese chiamiamo leela la creazione di Dio, il gioco di Dio. Dio non ha creato il mondo; è il suo gioco. A cosa serve la meditazione? Che guadagno ne puoi ricavare? A cosa serve la danza? ...A nulla. Non la puoi mangiare, non la puoi bere. Con la danza non puoi costruire una casa. Non sembra avere una utilità. Tutto ciò che è bello ed è

vero non ha alcuna utilità pratica!

Kirtan

È una danza accompagnata da canti festosi che viene inserita nel programma giornaliero delle quattro festività annuali dell'ashram.

Non prendete la religione sul serio. Potete cantare e danzare, non c'è bisogno di facce tristi. Troppo a lungo abbiamo vissuto nella tristezza. Guardate le vecchie immagini di Dio: è triste, e ha creato malinconia. Ora abbiamo bisogno di un Dio che danza e che ride.Dovete danzare con spirito estatico. La vostra energia vitale deve essere un fluire di canti e di risate. Celebra-te la vita.

Il Kirtan, preso come tecnica di meditazione, si compone di tre stadi di 20 minuti l'uno.

"Primo stadio:Tenendo gli occhi chiusi, danza, canta e batti le mani. Lasciati coinvolgere totalmente.

Secondo stadio:Sdraiati e rimani fermo in silenzio.

Terzo stadio:Di nuovo balla e canta con totale abbandono. Dimen-tica te stesso. Lasciati andare.

La meditazione non è una cosa che fai al mattino e poi non ci pensi più per il resto del giorno. La

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meditazione è qualcosa che devi continuare a vivere in ogni momento della tua vita. Mentre cammini, mentre dormi, quando sei seduto, parli, ascolti: deve diventare un tuo « habitat ». Rimane sempre in meditazione chi è rilassato, chi si stacca dal passato a ogni istante. Non agire basandoti su delle conclusioni: queste conclusioni sono i tuoi condizionamenti, i tuoi pregiudizi, i tuoi desideri, le tue paure e via di seguito. In breve: ci sei tu di mezzo! E tu indica il tuo passato; tu significa tutte le tue esperienze passate. Non permettere che ciò che è morto domini ciò che è vivo, non permettere che il passato influenzi il presen-te, non permettere che la morte annienti la vita: questo è meditazione. In breve: nella meditazione tu non sei presente. Ciò che è morto non controlla ciò che è vivo.

Vivi in questo momentoMan mano che vai in profondità nella meditazione, il tempo scompare. Quando la meditazione giunge a una vera fioritura, ti accorgi che il tempo non è più. Accade simultaneamente: quando la mente scompare, il tempo scompare. Per questo, da secoli i mistici sostengono che il tempo e la mente non sono altro che due aspetti della stessa medaglia. La mente non può vivere senza il tempo e il tempo non può vivere senza la mente. Il tempo è l'elemento che permette alla mente di esistere.Per questo tutti i Buddha hanno

insistito sulla necessità di vivere nel momento. Vivere nel momento è me-ditazione, essere semplicemente qui e ora è meditazione. Chi vive semplicemente qui e ora è con me in questo momento: è in meditazione. Questa è meditazione: il lontano richiamo del cuculo e l'aeroplano che passa, e i corvi e gli uccelli, e tutto è silenzio e non c'è nessun movimento nella mente. Non state pensando al passato e non state pensando al futuro. Il tempo si è fermato. Il mon-do si è fermato. L'arte della meditazione sta tutta nel fermare il mondo. E vivere nel momento significa vivere nell'eternità. Gustare il momento senza concetti, senza mente, è gustare l'immortalità.TECNICHE PER LA VITA QUOTIDIANASe non usi la vita quotidiana come metodo di meditazione, la tua meditazione diventerà inevitabilmente una fuga dalla realtà.

Stop!

Inizia praticando un metodo semplicissimo, almeno sei volte al giorno. Occorre solo mezzo minuto ogni volta, per cui si tratta solo di tre minuti al giorno. È la meditazione più breve che esista al mondo! Ma la devi fare all'improvviso: questo è il punto essenziale.Mentre cammini per strada: all'improvviso ricorda. Fermati completamente e rimani assolutamente immobile. Per mezzo

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minuto sii presente e basta. Qualunque sia la situazione, fermati completamente e sii semplicemente presente a quanto sta accadendo. Poi riprendi a muoverti. Ripetilo sei volte al giorno. Puoi farlo più di sei volte, ma non meno. Questo esercizio ti renderà molto aperto. Ricorda: deve essere fatto all'improvviso.Se tutto a un tratto tu diventi presente, l'intera energia cambia. La continuità che si svolgeva nella mente si ferma. Ed avviene cosi all'improvviso che la mente non può creare subito un nuovo pensiero: ci vuol tempo perché la mente è stupida.Ovunque ti trovi, nell'istante in cui te lo ricordi, dai una scossa a tutto il tuo essere e fermati. Non solo diventerai consapevole, ma presto sentirai che anche gli altri sono diventati consapevoli della tua energia: qualcosa è successo, qualcosa è disceso in te dall'ignoto.

Il lavoro come meditazione

Ogni volta che ti senti di cattivo umore e senza amore per il tuo lavoro, prima di metterti a lavorare, esala profondamente per cinque minuti. Con l'esalazione, immagina di espellere il tuo malumore e rimarrai sorpreso: nel giro di cinque minuti sarai di nuovo normale e il malu-more sarà scomparso. La depressione è svanita.La cosa migliore è di trasformare il tuo lavoro in una meditazione. In

questo modo la meditazione non è mai in conflitto con la tua esistenza. Ogni cosa che fai può diventare un'occasione per meditare.. La meditazione non è un momento separato, fa parte «della vita. È come il respiro: come inspiri ed espiri, cosi mediti!E si tratta solo di cambiare punto di vista: tutto qui. Inizia a fare con attenzione le cose che hai sempre fatto sbadatamente. Le cose che hai sempre fatto per ottenere un risultato, per avere denaro, ad esempio... non c'è nulla di male, ma è possibile trasformare il lavoro in un fenomeno superiore. Non c'è nulla di «male nel denaro, e se il tuo lavoro ti fa guadagnare soldi va benissimo: il denaro è utile, ma non è tutto! E see lo puoi associare ad altri piaceri, perché non farlo? Sono del tutto gratuiti.Devi fare il tuo lavoro, sia che lo ami sia che non lo ami, per cui non devi fare altro che metterci un po' d'amore e ne ricaverai benefici che altrimenti ti "sfuggirebbero.

Chiunque sia impegnato in un lavoro creativo può trasformare la sua attività in una meditazione. Bhagwan ne ha fatto cenno in risposta a una domanda rivoltagli da un pittore.

L'arte è meditazione; qualsiasi attività diventa una meditazione se ti ci perdi, perciò non fermarti alla tecnica. Se sei solo un

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tecnico la pittura non diventerà mai una meditazione: devi coinvolgerti fino alla follia, diventarne pazzo, perderti completamente, senza sapere dove vai, senza sapere cosa fai, senza sapere chi sei.

Questa condizione di smarrimento sarà meditazione: lascia che accada. Non^ovres^_dipingere un quadro, il di-pinto dovrejsbe^jxadejre. Con questo non voglio dire che te ne devi stare con le mani in mano: cosi non acca-drebbe mai. Deve fiorire attraverso di te, devi essere attivissimo, eppure non devi essere tu a farlo. Il segreto è tutto qui, questa è la chiave: devi essere attivo e tuttavia non devi far nulla.Avvicinati al canovaccio. E per alcuni minuti siedi semplicemente in silenzio di fronte alla tela. Deve assomigliare ad una scrittura automatica: prendi in mano la penna e siedi in silenzio finché d'un tratto senti che la mano parte da sola, senza che tu abbia fatto nulla. Sai di non essere stato tu a muoverla, stavi semplicemente aspettando: sorge un impulso e la mano si muove, qualcosa inizia ad accadere.Dovresti iniziare il tuo quadro allo stesso modo. Medita per alcuni minuti, sii semplicemente disponibile. Lascia che accada qualsiasi cosa: sfrutta tutta la tua abilità per lasciarla accadere.Prendi il pennello e comincia: all'inizio procedi lentamente, in modo tale che il tuo io non

interferisca. Procedi molto lentamente. Lascia che il soggetto inizi a fluire attraverso di te da solo, poi perditi nel quadro. Non pensare ad altro: l'arte deve esistere solo per amore dell'arte, allora è meditazione. Nessuno scopo dovrebbe interferire. E con questo non voglio dire che alla fine non venderai il tuo quadro o non lo esporrai: è giusto farlo, ma si tratta di un fatto secondario. Non è questa la motivazione. Occorre il cibo, per cui vendi il quadro, ma venderlo ti addolora, è quasi come vendere il proprio figlio: lo si deve fare, per cui va bene. Ti rattrista, ma non era questa la motivazione: non hai dipinto mirando a un guadagno. È stato venduto — questo è un altro fatto — ma la motivazione non era presente, altrimenti saresti stato solo un tecnico.Devi perderti completamente. La tua presenza non è necessaria, devi scomparire completamente nel tuo quadro, nella tua danza, nel respiro, nel canto. Devi perderti completamente, senza più controllo, in qualsiasi cosa fai.

Oggi la scienza ha bisogno di grandi meditatoti, altrimenti la terra è condannata alla rovina.

Una meditazione per il jet-set

Non si può trovare situazione migliore per meditare di un volo ad alta quota. Più si sta in alto, più

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facile è meditare. Per questo, da secoli chi medita si trasferisce sull’ Himalaya per trovarsi ad alta quota.Quando la forza di gravità diminuisce e si è lontani dal livello terrestre, diminuiscono gran parte delle attrazioni terrestri. Sei lontano dalla società corrotta creata dall'uomo. Sei circondato dalle nubi e dalle stelle e dalla luna e dal sole e dallo spazio sconfinato... Per cui fai una cosa: inizia a sentirti unito a questo spazio, e opera in tre stadi.Come primo passo, per alcuni minuti immagina di espanderti... riempi l'intero aeroplano.Il secondo passo: senti che ti stai espandendo ancor di più, sei più grande dell'aereo stesso, di fatto ora l'aeroplano è dentro di te.E il terzo passo: ora senti di espanderti nella totalità del cielo. Ora le nuvole che corrono nel cielo, e la luna e le stelle, tutto sta fluendo dentro di te: tu sei sconfi-nato, infinito.Questa percezione diventerà la tua meditazione, e ti sentirai completamente rilassato e privo di tensioni.La meditazione non è un viaggio nello spazio ìié un viaggio nel tempo, ma un risveglio istantaneo.Allora continuai: « Lascia perdere, non cercheremo affatto di smettere. Piuttosto ci sforzeremo di capire il fenomeno. Per cui la prossima volta trasformalo in una me-ditazione ».Disse: « In meditazione? ».

Risposi: « Certo. Se lo Zen può trasformare in medi-tazione il bere un tè e ne ha fatta una cerimonia, perché non il fumo? Anche fumare può essere una meditazione splendida ».Lo vidi entusiasta. « Ma cosa dici? ». Aveva ripreso colore! « Una meditazione? Dimmi tutto, non sto più nella pelle! ».Allora gli illustrai la meditazione: « Fa' una cosa. Quando tiri fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette, fa' ogni gesto lentamente. Goditi ogni istante, non c'è fretta. Sii cosciente, attento, consapevole: tiralo fuori con lentezza, con piena consapevolezza. Poi prendi una sigaretta dal pacchetto sempre con consapevolezza estrema, lentamente, non con la fretta incosciente e meccanica di un tempo. Quindi inizia a tamburellare la sigaretta sul pacchetto, ma con estrema attenzione: ascoltane il suono, come si fa nello Zen quando il samovar inizia a cantare e il tè si mette a bollire... e avvertine il profumo: aspira la fragranza della sigaretta, la sua bellezza... ».Mi interruppe: « Ma che dici? La sua bellezza? ».« Certo, è meravigliosa. Il tabacco è divino come ogni altra cosa. Sentine la fragranza: è il profumo di Dio ».Mi guardò sbalordito. Disse: « Cosa! Mi prendi in giro? ».« No, non sto scherzando ». Anche quando scherzo, non scherzo mai. Sono molto serio.« Poi metti la sigaretta tra le labbra, con estrema con-

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sapevolezza, e accendila rimanendo sempre assolutamente consapevole. Goditi ogni atto, ogni minimo gesto, e dividilo in una serie di movimenti lentissimi, cosi potrai raffinare sempre di pili la tua consapevolezza.« Poi aspira la prima boccata: Dio sotto forma di fumo. Gli hindu dicono: " Annam Brahm ", il cibo è Dio.E perché non il fumo? Tutto è Dio. Riempiti i polmoni fino in fondo: è un pranayam, ti sto dando il nuovo yoga per la nuova èra! Poi espira, rilassati, e aspirane un'altra boccata, procedi sempre con grande lentezza.« Se ci riesci, rimarrai sorpreso; presto ti accorgerai di quanto tutto questo sia stupido. Non perché altri ti hanno detto che è stupido, non perché è stato condannato da altri: lo vedrai di persona. E vederlo non sarà solo una constatazione intellettuale, sarà una realizzazione di tutto il tuo essere: sarà una visione della tua totalità. E se un giorno il vizio cesserà, cesserà da solo; se continuerà, continuerà. Non te ne dovrai preoccupare ».Dopo tre mesi quell'uomo ritornò e mi disse: « È ces-sato! ». « Ora », gli dissi, « prova con altre cose ».Questo è il segreto: deautomatizzarsi. Mentre cammini, cammina con lentezza, con estrema attenzione. Quando guardi, guarda con attenzione e vedrai che gli alberi sono pili verdi di quanto siano mai stati e le rose sono più rosa di quanto lo siano mai state. Ascolta! Qualcuno

parla, parole nel vento... ascolta, ascolta con attenzione. Quando parli, parla con attenzione. Fai in modo che tutta la tua attività da sveglio sia deautomatizzata.

Una semplice tazza di tè: goditela!

Vivi momento per momento. Provaci per tre settimane: qualsiasi cosa fai, impegnati totalmente, falla con amore e con gioia. Può sembrare stupido: se bevi una tazza di tè, sembra sciocco godersela più di tanto, è solo un tè...Ma una semplice tazza di tè può diventare una espe-rienza di grande bellezza se te la sai godere, un'esperienza straordinaria. Goditela con profonda reverenza. Trasforma la preparazione del tè in una cerimonia: ascolta il suono dell'acqua che va in ebollizione, poi versa il tè... sentine l'aroma e la fragranza; infine gustalo e senti la gioia di quell'istante.

Le persone morte non sono in grado di bere il tè! Possono berlo solo le persone che sprizzano vitalità. In questo momento sei vivo! In questo momento stai bevendo il tè. Sentiti riconoscente! E non pensare al futuro: il momento seguente baderà a se stesso. Non pensare al domani, per tre settimane vivi nel presente.

Una delle parole che lo zen usa per indicare la meditazione è Wu-shi.

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Significa « nulla di speciale », oppure « senza storie ».

Siedi in silenzio e aspetta!

A volte accade che la meditazione ti sia molto vicina, ma tu sei troppo impegnato in altre cose. Quella piccola calma voce silente è dentro di te ma tu sei soffocato dal rumore, dagli impegni, dalle tue attività, dalle responsabi-lità. E la meditazione viene come un sussurro, non bussa alla tua porta gridando slogan, affiora in silenzio. Non fa alcun rumore. Non ne senti neppure il passo. Per cui se sei troppo occupato, aspetta un po' e poi se ne va.Quindi fanne un impegno, almeno un'ora al giorno siedi semplicemente in silenzio e aspettala. Non fare nulla, siedi semplicemente in silenzio ad occhi chiusi in profonda attesa, con il cuore in attesa, aperto. Aspetta semplicemente, e se qualcosa accade sarai pronto a riceverla. Se non accade nulla, non sentirti frustrato. È salutare anche sedere per un'ora senza che accada nulla, è rilassante. Ti calma, diventi silenzioso, più centrato, più radicato nell'esistenza. Allora la meditazione accadrà sempre più spesso e pian piano sorgerà un'intesa tra te e lo stato meditativo; perché se tu l'aspetti ogni giorno alla stessa ora nella stessa stanza, verrà sempre più spesso. Non è qualcosa che proviene dall'esterno, viene dal tuo centro più profondo. E ricorda che l'incontro è molto più

probabile se la tua consapevolezza interiore sa di essere attesa dalla tua consapevolezza esterna.

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Al mattino: celebrazione, lavoro, gioco / 55

Siedi semplicemente sotto un albero. La brezza che soffia fa ondeggiare le foglie sui rami. Il vento ti sfiora, danza intorno a te e se ne va. Non lasciare che ti passi accanto, fai che si muova con te, lascia che ti attraversi, Chiudi semplicemente gli occhi, sentiti anche tu simile a un albero, sii aperto, e lascia che il vento ti attraversi, cosi come passa tra gli alberi e ne muove le foglie.

Qualsiasi cosa la mente possa fare, non può essere meditazione, perché la meditazione è al di là della mente. In questa dimensione la mente è assolutamente inutile; la mente non è in grado di penetrare nella meditazione. Là dove finisce la mente, inizia la meditazione.

A volte puoi semplicemente scomparire

Siedi sotto un albero, senza pensare al passato né al futuro, stai semplicemente li: dov'è l'io? Dove se n'è andato? Non riesci a vederlo, non c'è più. Nel presente l'ego non esiste, non è mai esistito. Il passato non è più, il futuro non è ancora: entrambi non esistono. Il passato si è dissolto, il futuro non è ancora comparso: esiste solo il presente. E nel presente non troverai mai nulla che assomigli all'ego.In alcuni monasteri del Tibet si pratica tuttora una delle meditazioni più antiche: è un metodo che si

basa sulla verità che vi ho appena enunciato. Viene insegnato come talvolta puoi semplicemente scomparire; siedi in giar-dino e cominci a sentire che pian piano stai scomparendo. Prova a vedere come appare il mondo quando te ne sei allontanato, quando non sei più partecipe, quando diventi assoluta trasparenza. Prova anche solo per un secondo a non essere.A casa tua: vivi come se non esistessi. È veramente una meditazione bellissima. In 24 ore puoi provarci diverse volte: mezzo secondo sarà sufficiente. Per mezzo secondo fermati, non fare altro: tu non esisti e il mondo va avanti. Man mano che aumenta in te la consapevolezza che il mondo va avanti perfettamente anche senza di te, allora sarai in grado di conoscere un'altra parte del tuo essere che per lungo tempo, per intere esistenze, è stata trascurata. Ed è la tua ricettività: sii semplicemente disponibile, diventa una porta. La vita continua il suo fluire anche senza di te.

La meditazione della ghigliottina

È una delle meditazioni tantriche più belle: cammina e immagina di non aver più la testa, ma solo il corpo. Siedi e immagina di non aver più la testa, hai solo il corpo. Ricorda continuamente che la testa non c'è più. Visualizzati privo di testa. Fatti una fotografia senza la testa e ingrandiscila:

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guardala! Abbassa lo specchio del bagno, cosi quando ti specchi puoi vedere solo il corpo e non la testa.Bastano pochi giorni di costante ricordare e sentirai nascere in te una leggerezza incredibile, un silenzio straordinario perché il problema è la testa. Se riesci a concepire te stesso privo di testa — e non è difficile: è facile concepirlo — allora ti centrerai sempre di più nel cuore.Puoi immaginarti senza testa in questo preciso momento. E cosi capirai immediatamente cosa intendo dire.

« Io non sono questo »

La mente è stupida! La questione non è che tu sia pieno di stupidaggini e qualcun altro no. È tutta spazzatura, e se continui a scaricarla all'esterno puoi andare avanti all'infinito; non arriverai mai a toccare il fondo. È spazzatura che si ricrea da sola: non è morta, è dinamica. Cresce e ha una vita propria. Anche se la sfoltisci, spun-teranno sempre nuove foghe.Scaricarla all'esterno non vuol dire diventare vuoti. Ti renderà semplicemente consapevole che tu non sei la mente che pensi di essere, con cui ti sei identificato finora: tu non sei questo. Portandola in superficie, diventerai consapevole della distanza, del baratro che ti separa da lei. L'immondizia rimarrà, ma tu non ne sei più iden-tificato, è tutto li. Ne sei separato, capisci di esserne separato.

Quindi devi fare una sola cosa: non cercare di lottare con quel pattume e non tentare di cambiarlo. Limitati a osservarlo e ricorda una sola cosa: « Io non sono questo ». Lascia che diventi il tuo mantra: « Io non sono questo ». Ricordalo, stai attento e osserva cosa accade.Immediatamente si verifica una trasformazione. L'im-mondizia sarà ancora presente, ma non sarà più parte di te. Questo ricordare diventa una rinuncia.

Metti per iscritto i tuoi pensieri

Un giorno fai questo: è un piccolo esperimento. Chiu-diti in camera, siediti e inizia a mettere per iscritto i tuoi pensieri: qualunque cosa ti venga in mente. Non cambiarli, perché tanto non devi mostrare questi fogli a nessuno! Continua a scrivere per dieci minuti e poi rileggili: questi sono i tuoi pensieri. Leggendoli, penserai che siano opera di un pazzo. Se mostri questi fogli al tuo amico più intimo, anche lui ti guarderà chiedendosi se non sei impazzito.La meditazione è una tecnica per liberare la tua intelligenza. Più diventi meditativo, più diventi intelligente. Ma ricorda: con intelligenza non intendo intellettualità. Essere intellettuali fa parte della stupidità.Le smorfie

In molte delle meditazioni antiche si fa uso della mi-mica facciale. Puoi fare una meditazione: in Tibet è una

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delle tradizioni più antiche.Prendi un grande specchio. Mettiti nudo davanti a lui e fai delle smorfie, improvvisa "delle mosse comiche, e osserva. Il solo farle e stare ad osservarle per 15-20 minuti ti lascerà stupito. Comincerai a sentire che sei separato dal tuo corpo. Se non ne sei separato come puoi fare tutte queste strane smorfie? Per cui il corpo è nelle tue mani, è un semplice strumento nelle tue mani. Puoi giocarci come vuoi.Inventa nuove smorfie, nuove posizioni divertenti, e strane. Fai qualsiasi cosa se ti riesce e ne otterrai un profondo rilassamento; inizierai a non considerarti più un corpo né un volto, ma pura consapevolezza: ti aiuterà moltissimo.

La meditazione è la tua natura intrinseca, sei tu. È il tuo essere. Non ha nulla a che vedere con ciò che fai: non puoi possederla, non puoi non possederla, non può essere posseduta, non è un oggetto, sei tu, è il tuo essere.

Guarda semplicemente il cielo

Medita sul cielo: ogni volta che ne hai l'occasione, sdraiati per terra e guarda il cielo. Lascia che questa sia la tua contemplazione. Se vuoi pregare, prega il cielo. Se vuoi meditare, medita sul cielo; a volte con gli occhi aperti, altre volte con gli occhi chiusi. Perché il cielo è anche dentro di te: è tanto vasto all'interno quanto lo è all'esterno.Noi ci troviamo al confine tra il cielo interiore e il cielo esterno ed essi hanno

esattamente la stessa dimensione. Come è infinito il cielo esteriore, cosi lo è il cielointeriore. Noi ci troviamo esattamente sul confine: ti puoi dissolvere sia in una direzione che nell'altra. Queste sono le due vie per dissolversi.Se preghi, ti dissolvi nel cielo esteriore; se mediti, ti dissolvi nel cielo interiore: ma il risultato è identico, ti dissolvi. E questi due cieli non sono due spazi separati. Sono due, solo perché ci sei tu di mezzo, tu rappresenti la linea di separazione. Quando tu scompari, scompare la linea di separazione, allora l'interno è esterno e l'esterno è interno.

La fragranza di un fiore

Se hai un buon naso, avvicinati ad un fiore e lascia che il suo profumo ti riempia. Quindi pian piano allontanati dal fiore, ma continua a prestare attenzione al profumo, alla fragranza. Man mano che ti allontani, la fragranza diventerà sempre più sottile e occorrerà più attenzione per percepirla. Diventa il tuo naso. Scordati il resto del corpo e concentra sul naso tutta la tua energia, come se esistesse solo quello. Se perdi contatto col profumo, riavvicinati di alcuni passi fino a ristabilire il contatto, quindi retrocedi di nuovo.Col tempo riuscirai a sentire il profumo di un fiore da distanze lontanissime. Nessun altro riuscirà a sentire il profumo di quel fiore da

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quelle distanze. A quel punto continua ad operare in modo sottile, rendi la meta sempre più sottile, e verrà il momento in cui non sarai più in grado di percepire neppure il profumo. Ora senti l'es-senza dove solo un istante prima era presente la fragranza. Adesso non c'è più...Questa è l'altra parte del suo essere: la parte assente, il lato in ombra. Se sei in grado di percepire l'assenza della fragranza, se riesci a percepire la differenza, penetrerai in una dimensione differente. A quel punto l'oggetto è diventato impercettibile. Ora ti stai avvicinando allo stato di non-pensiero del samadhi.60 / II Libro ArancioneComunica con la terra

Un giorno fa un piccolo esperimento: mettiti in piedinudo da qualche parte — sulla spiaggia, sulla riva

delfiume, semplicemente nudo sotto il sole — e comincia asaltare, a scuoterti, e senti come la tua energia fluisce at-traverso le gambe e i piedi, fino al suolo. Saltella e sentila tua energia che passa attraverso le gambe per fluirenel suolo. Dopo alcuni minuti fermati e resta in silenzio,radicato al suolo, e senti la comunione tra i tuoi piedi ela terra. Improvvisamente ti sentirai estremamente radicato, saldo, centrato. Scoprirai che la terra comunica, ti parli tirai che isuolo. E trate e ia terni : si fanno qui no di disturbare il tuo

sem

Rilas« La pace sia con quest'uomo »

Quando qualcuno ti viene a trovare o lo incontri casualmente, immergiti semplicemente in te stesso, diventa silenzioso. Quando la persona entra, sentiti in pace con lei. Senti: « Che la pace sia con quest'uomo ». Non li-mitarti a dirlo, sentilo dentro di te. E all'improvviso scorgerai nell'altro un cambiamento, come se qualcosa di ignoto fosse penetrato nel suo essere. Sarà un'altra persona: prova!

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.La meditazione non e coni sapeviati soltanto e osserva ilsta osservazione non viene escluso nulla. Il motore accettalo, tutto è perfetto. Il rumore del traffico nissimo: è parte della vita. Il tuo

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compagno di russa al tuo fianco, accettalo. Non rifiutare nulla.

Un :e conti que-vibra: va be-viaggio ll corpo diventi il pi bile: come spra un vulca

ribolle all'interno senza

o. Questa è la cosa che devi ricordare: i sione, piente sfogo. Non urlare, altrimenti 1 rilasserà. Non picchiare un cuscino, altrimentinno uno sfogo e si rilasseranno.Per quindici minuti continua a scaldarti, ad accumulare tensione, fino a toccare i cento gradi. Per quindici minuti sforzati di raggiungere il massimo della tensione; quando suona la sveglia, spingi ancor di più. E non appena la sveglia smette di sonare, siedi in silenzio, chiudigli occhi e osserva semplicemente cosa accade. Rilassa il corpo.Questo surriscaldamento dell'organismo scioglierà i tuoi schemi di comportamento abituali.Solo la meditazione ti può decondizionare.

Contemplate gli opposti

Questo è un metodo stupendo. E ti sarà molto utile. Per esempio, cosa puoi fare se ti senti molto insoddisfatto? Medita sull'opposto.Se ti senti insoddisfatto,

contempla la soddisfazione. Cos'è la soddisfazione? Introduci un elemento di equilibrio. Se la tua mente è in collera, introduci la compassione, sii memore della compassione, e immediatamente l'energia cambia, perché sono un unico fenomeno. L'opposto è l'altro aspetto della stessa energia: appena lo in-troduci nel gioco, assorbe. Sei in collera... contempla la compassione.Fai una cosa: tieni in casa una statua del Buddha, per-ché è il simbolo della compassione. Ogni volta che ti senti in collera, va' nella tua stanza e guarda il Buddha, siedi come il Buddha e avverti la compassione. All'im-provviso ti accorgerai che dentro di te avviene una trasformazione. La rabbia si sta trasformando: l'agitazione è scomparsa e sta sorgendo la compassione. E non si trat-ta di un'energia diversa. È la stessa energia — la stessa energia della rabbia — che cambia di qualità, che sale verso l'alto. Provaci!

« Non due »

Questo è uno dei mantra più antichi. Ogni volta che ti senti diviso, ogni volta che avverti il manifestarsi in te di una dualità, ripeti semplicemente: « Non due ». Madillo con consapevolezza; non ripeterlo in modo meccanico. Ogni volta che senti salire in te una vampata d'amore, ripeti: « Non due », altrimenti l'odio starà in agguato: odio e

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amore sono un fenomeno solo. Ogni volta che ti senti sopraffare dall'odio, ripeti: « Non due ». Ogni volta che senti un attaccamento alla vita, ripeti: « Non due ». Ogni volta che avverti paura di morire, ripeti: « Non due ». Solo l'uno esiste.E queste parole dovrebbero essere profondamente com-prese. Dovrebbe essere una comprensione che nasce da un'intelligenza, colma di chiarezza, penetrante, e all'improvviso sentirai dentro di te un rilassamento. Nel momento in cui dici: « Non due » — se lo dici con com-prensione, se non lo ripeti in modo meccanico — all'improvviso avvertirai un'illuminazione.

Abbandonati al si

Per un mese di' sempre sì! Segui il sentiero dell'af-fermazione. Per un mese non dare mai retta al sentiero del no. Dai sempre più energia al si, da qui realizzerai la tua integrità. Il no non aiuta mai a conseguire l'integrità. La strada è sempre il si, perché il si è accettazione, il si è fiducia, il si è preghiera. Riuscire a dire si significa essere religioso.Inoltre: il no non deve essere represso. Se lo reprimi, si vendicherà. Se lo reprimi, acquisterà sempre più forza e un giorno insorgerà e distruggerà il tuo si. Per cui non reprimerlo mai, limitati ad ignorarlo.E tra il reprimerlo e l'ignorarlo esiste una differenza enorme. Sai che esiste e lo riconosci. Dici: « Certo, so che ci sei, ma

seguirò il si ». Non reprimerlo, non lottare con il no, non dire: « Vattene, scompari, non voglio aver nulla a che fare con te ». Non parlargli con rabbia, non scacciarlo, non cercare di relegarlo nelle profondità del tuo inconscio, nel buio della tua mente. No! Non fargli nulla, accetta semplicemente la sua esistenza. Ma tusegui il si, senza rancore, senza lamenti, senza rabbia. Segui semplicemente il si, senza assumere nessun atteggiamento nei confronti del no.Ignorarlo è l'arte migliore per ucciderlo. Se lotti con il no, ne sei già diventato vittima, è una schiavitù invisibile: il no ti ha già sopraffatto. Per lottare contro il no, devi dire di no allo stesso no! È cosi che si impa-dronisce di te, entrando dalla porta posteriore. Non negare neppure il tuo no, ignoralo semplicemente.Per un mese abbandonati al si, ma non lottare con il no. Sarai sorpreso nel constatare che pian piano il no si assottiglia e rimpicciolisce, perché non ha più nutrimento, e un giorno all'improvviso ti accorgerai che non c'è più. E una volta scomparso, tutta l'energia che vi era coinvolta si libera e questa esplosione di energia liberata tra-sformerà il tuo si in una corrente impetuosa.

Non dico che la meditazione risolverà i problemi della vita. Dico solo che se vivi in uno

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spazio meditativo, i problemi scompariranno. Non verranno risolti, non è necessario risolvere un problema. In realtà il problema è il prodotto di una mente in tensione.

Fare amicizia con un albero

Avvicinati a un albero, parla a quest'albero, toccalo, abbraccialo, sentilo, siedi accanto a lui, fagli sentire che tu sei buono e non hai intenzione di fargli del male.Pian piano nascerà un'amicizia e comincerai a sentire che non appena ti avvicini, la vibrazione dell'albero cambia. Lo sentirai... non appena arrivi, sentirai un'energia straordinaria scorrere lungo la corteccia. Quando lo toc-chi, l'albero è felice come un bambino, come un amante. Quando siedi vicino all'albero avrai mille sensazioni diverse. In breve ti accorgerai che anche se sei triste quando ti avvicini all'albero, stando semplicemente alla sua presenza la tua tristezza scompare.

E solo cosi riuscirai a comprendere che siete interdipendenti. Tu puoi fare felice l'albero, e l'albero può far felice te. L'intera esistenza è interdipendente. Io chiamo Dio questa interdipendenza.

Solo la meditazione può uccidere la mente, null'altro.

«Ci sei?»

Al mattino, la sera, il

pomeriggio, chiamati ad alta voce. Ogni volta che ti senti assonnato, grida il tuo nome. E non limitarti a chiamare, risponditi ad alta voce. Non aver paura della gente: da troppo tempo vivi nel timore degli altri, usando la tua paura ti hanno già ucciso. Non aver paura e ricordatene anche al mercato, nel mondo esterno. Chiama il tuo nome: « Teertha, ci sei? ». E rispondi: « Sissignore! ».

4. Nel pomeriggio: sedersi, guardare, sentire

La meditazione è un'avventura, la più grande avventura che la mente umana possa intraprendere. Meditazione è semplice esistere, senza far nulla: nessuna azione, nessun pensiero, nessuna emozione. Esisti semplicemente ed è pura gioia. Dove ha origine questa gioia se tu non fai nulla? Viene dal nulla o, meglio, viene da ogni cosa, dal tutto. Non ha bisogno di una causa perché l'esistenza si compone della sostanza chiamata gioia.

La meditazione non ha alcun obiettivo

La meditazione appare sul tuo orizzonte solo dopo che hai messo alla prova tutte le tue aspirazioni e ne hai riconosciuta l'insufficienza,

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quando hai passato in rassegna l'intero arco delle tue aspirazioni e ne hai riconosciuta lafalsità. Hai visto che non portano da nessuna parte, che continui a muoverti in cerchio: tu non cambi mai. Le tue aspirazioni non ti abbandonano neppure un istante, ti governano, ti fanno impazzire, creano sempre nuovi desideri nessuno dei quali viene mai realizzato: le tue mani sono sempre vuote come prima. Quando hai visto questo, quando hai scrutato nella tua vita e hai constatato che ogni aspirazione è un fallimento...Nessuna aspirazione ha mai avuto successo, nessuna aspirazione ha mai dato felicità. Esse non fanno che promesse che non mantengono mai. Un'aspirazione fallisce, ne insorge un'altra che di nuovo ti fa promesse... e ti inganna ancora. Una delusione segue all'altra, finché un giorno ne diventi improvvisamente consapevole: d'un tratto vedi il meccanismo, e proprio questa percezione è l'inizio della meditazione. La meditazione non ha nessun seme in sé, non ha motivazione alcuna. Se mediti per un motivo, non stai meditando, in quel caso ti stai concentrando. E sei ancora nel mondo: la tua mente si interessa ancora a cose futili, cose banali. In tal caso sei ancora parte di questo mondo. Ne sei parte anche se la tua meditazione è rivolta a realizzare Dio. Sei parte di questo mondo an-che se mediti per conseguire il Nirvana, perché la meditazione non

ha una meta.La meditazione è l'intuizione che tutte le mete sono false. Meditazione significa comprendere che i desideri non portano da nessuna parte.

Stare semplicemente seduti

Meditare significa dedicare qualche minuto alla non at-tività. Le prime volte sarà molto difficile: all'inizio è la cosa più difficile del mondo, ma alla fine sarà la più. facile. È facilissima, per questo è cosi difficile.Se chiedi a qualcuno di sedere semplicemente in si-lenzio senza far nulla, diventerà irrequieto, sentirà un formicolio alle gambe, gli sembrerà che al corpo stia succe-dendo qualcosa di strano. Diventerà cosi irrequieto perché non è abituato a non far niente. È come una automobile col motore acceso che gira anche se la macchina è ferma, continua a girare e si surriscalda sempre di più. Ti sei scordato come si fa a spegnere il motore.Questa è meditazione: l'arte di spegnere il motore della mente.

Respirare: il mantra più profondo

Il respiro entra in te: lascia che il tuo essere sia uno specchio del respiro che entra. Il respiro esce: lascia che il tuo essere sia uno specchio del respiro che esce e sentirai discendere su di te un silenzio straordinario. Seguire il respiro che entra ed esce, entra ed esce, è il mantra

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più profondo che sia mai stato inventato.Tu respiri qui e ora. Non puoi respirare nel domani e non puoi respirare nel passato. Devi respirare in questo momento, anche se nel frattempo sei in grado di pen-sare al domani e riesci a pensare al passato. Cosi il cor-po rimane nel presente e la mente continua a saltare tra il passato e il futuro: esiste una dissociazione tra il corpo e la mente. Il corpo risiede nel presente e la mente non è mai nel presente: non si incontrano mai. Non si incro-ciano mai! Ed è a causa di questa dissociazione che sor-gono ansia, tensione e angoscia. Sei teso: questa tensione è ansia. La mente deve essere portata al presente, perché non esiste un altro tempo.Innanzitutto devi danzare, perché nella danza le tue corazze scompaiono. Innanzitutto devi urlare di gioia e cantare, cosi la tua vita acquista energia. Innanzitutto ti devi abbandonare alla catarsi, cosi tutto ciò che hai represso viene buttato fuori, il corpo viene purificato da veleni e tossine e anche la tua psiche viene purificata da traumi repressi e da férite. Una volta che questo sia accaduto e hai riacquistato la capacità di ridere e sei in grado di amare, allora è il momento del Vipassana.

Bhagwan parla del Vipassana

Siedi in silenzio e comincia a osservare il tuo respiro. Il punto di osservazione più semplice è all'entrata del naso. Quando il respiro entra, avvertine il contatto all'inizio del condotto nasale: osservalo da quel punto. Il contatto sarà più facile da osservare, il respiro sarebbe troppo sottile:

all'inizio limitati a osservarne il contatto. Il respiro entra e tu lo senti entrare: osservalo. E poi accompagnalo, seguilo. Scoprirai che a un certo punto si arresta. Si ferma da qualche parte vicino all'ombelico; per un attimo, per un pai, si arresta. Quindi, risale verso l'esterno: seguilo, di nuovo percepisci il contatto del re-spiro che fuoriesce dal naso. Seguilo, accompagnalo verso l'esterno: di nuovo arriverai a un punto in cui per un attimo brevissimo il respiro si arresta. E il ciclo riprende un'altra volta.Inspirazione, pausa, espirazione, pausa, inspirazione, pausa. Dentro di te quella pausa è il fenomeno più misterioso. Quando il respiro è entrato in te e si è fermato, non c'è nessun movimento: quello è l'attimo in cui si può incontrare Dio. Oppure quando il respiro esce e poi si arresta, e non esiste alcun movimento.Ricorda, non lo devi arrestare tu: si ferma da solo. Se lo interrompi volontariamente, quell'istante ti sfuggirà, perché colui che agisce interferirà e scomparirà il testimone. Tu non devi interferire. Non devi alterare il ritmo della respirazione, non devi né inalare né esalare. Non è come il Vranayama dello yoga, dove tu intervieni per controllare il respiro. Non è la stessa cosa. Non alteri affatto il respiro, lasci spazio al suo fluire naturale, alla sua naturalezza. Lo segui quando esce e lo segui quando entra.E presto ti accorgerai dell'esistenza di due pause. Inqueste due pause si trova la porta. E in quelle due pause perverrai alla comprensione, vedrai che il respiro in se

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stesso non è vita, forse è nutrimento per la vita, come altri cibi, ma non è la vita. Perché quando il respiro si arresta, tu sei presente, assolutamente presente: sei perfettamente consapevole, assolutamente cosciente. E anche se il respiro si è arrestato, se il respiro non c'è più, tu ci sei ancora.Praticando questa osservazione del respiro — che il Buddha chiama Vipassana oppure Anapanasati yoga — se continui a osservare, a osservare, a osservare, ti accorgerai che pian piano la pausa aumenta e si allarga sempre di più. Alla fine accade che la pausa dura per diversi minuti. Una inspirazione e la pausa... e per alcuni minuti il respiro non esce. Tutto si è fermato. Il mondo si è fermato, il tempo si è fermato, il pensiero si è fermato. Perché non è possibile pensare quando il respiro si arresta. E quando il respiro si arresta per diversi minuti, è assolutamente impossibile pensare, perché il processo del pensiero ha costantemente bisogno di ossigeno e il tuo processo cognitivo è profondamente connesso con la respirazione.Quando sei in collera il respiro ha un ritmo; quando sei eccitato sessualmente ha un altro ritmo; e quando sei in silenzio il ritmo del respiro cambia di nuovo. Quando sei felice hai un ritmo di respirazione e quando sei triste ne hai uno diverso. Il respiro cambia secondo gli umori della mente. Ed è vero anche il contrario: quando il respiro cambia, cambiano anche gli umori della mente. E quando il respiro si arresta, anche la mente si ferma.Con l'arrestarsi della mente, il

mondo intero si ferma: perché la mente è il mondo. E in questa pausa riuscirai a percepire per la prima volta il respiro all'interno del respiro; la vita all'interno della vita. Questa è un'esperienza liberatoria. È un'esperienza che ti rende più sensibile nei confronti di Dio; poiché Dio non è una persona ma l'esperienza della vita stessa.

rite. Una volta che questo sia accaduto e hai riacquistato la capacità di ridere e sei in grado di amare, allora è il momento del Vipassana.

La meditazione è semplice gioia di essere nel proprio essere.

Vipassana

La porta della consapevolezza.

Trova un luogo comodo dove sederti per 45-60 minuti. È bene sedere alla stessa ora e nello stesso posto ogni giorno, ma non necessariamente in un posto silenzioso. Esperimenta finché non trovi la situazione in cui ti senti a tuo agio. Tuoi fare una o due sedute al giorno, ma non fare mai una seduta se non è trascorsa almeno un'ora da quando hai mangiato, e aspetta almeno un'ora dopo la seduta, prima di andare a dormire.È importante sedersi con la testa e la schiena erette. Gli occhi devono restare chiusi e il corpo dev'essere il più fermo possibile. Vuoi usare un seggiolino da meditazione o una sedia con lo schienale rigido, oppure dei cuscini si-stemati come meglio credi.Non esiste una tecnica di respirazione particolare: va benissimo il respiro naturale.

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Il Vipassana si basa sulla consapevolezza del respiro, per cui si devono osservare semplicemente l'inspirazione e l'espirazione in qualsiasi punto del corpo in cui si riesce ad avvertirne maggiormente la sensazione: all'altezza del naso o dello stomaco o del plesso solare.Il Vipassana non è concentrazione e non si tratta di osservare il respiro per un'ora intera. Quando affiorano pensieri, emozioni o sensazioni, oppure quando sorge in te la consapevolezza di un suono, di un odore o della brezza all'esterno, lascia semplicemente che la tua attenzione li segua. Qualsiasi cosa affiori può essere osservata come una nuvola che scorre nel cielo: non ti ci devi attaccare, né la devi respingere. Ogni volta che puoi scegliere cosa osservare, torna alla consapevolezza del respiro.

Ricorda, non devi aspettarti nulla di speciale. Non esiste successo né fallimento, né vi sarà progresso. Non c'è nulla da capire o da analizzare, ma possono insorgere intuizioni di qualunque tipo. Le domande e i problemi possono essere visti come misteri con cui divertirsi.

Nell'ashram, durante i campi di meditazione mensili, si tengono sessioni giornaliere di Vipassana.Bhagwan ha accennato all'insorgere di flussi d'energia in quanti praticano Vipassana per le prime volte.

È possibile che praticando il Vipassana ci si senta molto sensuali, perché si è molto silenziosi e non vi è disper-sione di energia. In genere si disperde molta energia e si è

sempre esausti. Quando siedi semplicemente, senza far nulla, diventi un calmo laghetto di energia, e quel laghetto si allarga sempre più e diventa sempre più profondo. Giunge quasi al punto di straripare... e in quel momento ti senti traboccare di sensualità. Avverti una sensibilità nuova, una sensualità, perfino una vampata di sessualità, come se tutti i sensi fossero ritornati freschi, giovani, vi-vidi, come se ti fossi ripulito dalla polvere lavandoti sotto una doccia. Accade.Per questo coloro che per tradizione secolare praticano Vipassana, e in particolare i monaci buddhisti, non man-giano molto. Non ne hanno bisogno. Mangiano una volta sola, e si accontentano di un pasto frugale, molto parco; voi la considerereste al massimo una prima colazione... e una sola volta al giorno. Non dormono molto, ma sono pieni di energia. E non sono affatto dei pelandroni, lavorano sodo. Non se ne stanno con le mani in mano: tagliano legna, lavorano in giardino, nei campi, nella fattoria; lavorano tutto il giorno. Ma a quelle persone è successo qualcosa e ora l'energia non viene più dissipata.E la posizione in cui siedono aiuta moltissimo a con-servare l'energia. La posizione del loto usata dai buddhisti per sedere permette a tutte le estremità del corpo di incontrarsi: piede con piede, mano con mano. Questi so-no i punti da dove l'energia fluisce ed esce verso l'ester-no, perché l'energia per fuoruscire ha bisogno di un'estremità appuntita. Per questo l'organo sessuale

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dell'uomo è appuntito, perché deve disperdere molta energia. È quasi una valvola di sicurezza. Quando all'interno l'energia è troppa e non riesci a utilizzarla altrimenti, la disperdi nel sesso.La donna nell'atto sessuale non disperde alcuna energia, perciò una donna può fare l'amore con più persone in una notte mentre per un uomo è impossibile. Una donna può perfino conservare energia, se sa come fare; può addirittura acquistare energia.Nessuna energia viene liberata all'esterno dalla testa. La natura le ha dato una forma rotonda affinché il cervello non disperda mai energia; la preserva, perché il cervello è la struttura organizzativa centrale, è la struttura più importante del corpo intero. Deve essere protetto, e viene protetto da un cranio a forma rotondeggiante.L'energia non può fuoruscire da un elemento roton-deggiante. Per questo tutti i pianeti — la terra e il sole e la luna e le stelle — sono rotondi. Altrimenti l'energia andrebbe dispersa e i pianeti morirebbero.Quando siedi, assumi una posizione rotondeggiante; fai che le mani si tocchino. Cosi se una mano libera energia, questa passa subito nell'altra. I piedi si toccano... e la tua posizione diventa quasi un cerchio. L'energia scorre dentro di te, non fluisce all'esterno. Conservandola, col tempo si diventa un pozzo. Un po' alla volta nella pancia avvertirai una sensazione di pienezza. Puoi avere la pancia vuota, forse non hai mangiato, tuttavia avverti un senso di pienezza. E infine avverti un'esplosione

di sensualità. Ma è buon segno, un ottimo segno: perciò goditelo!

Diventa un astronauta dello spazio interiore

Spesso, in meditazione profonda, ti capiterà all'improvviso di sentire che la forza di gravità sia scomparsa e ora nulla ti frena più, da questo momento puoi decidere sevolare o no. Ora dipende solo da te, se lo vuoi puoi volare alto nel cielo: tutto il cielo ti appartiene. Ma quando riapri gli occhi, all'improvviso ricompare il corpo, la terra è li, la forza di gravità è tornata. Mentre meditavi ad occhi chiusi ti sei scordato del corpo, sei passato in una dimensione diversa: la dimensione della grazia.Gioiscine, lasciale spazio, perché se inizi a pensare che è follia, scomparirà e questa interruzione disturberà la tua meditazione. Gioiscine come fosse un sogno in cui stai volando. Chiudi gli occhi. Mentre mediti va' dove più ti piace, sali sempre più in alto verso il cielo, e presto potrai provare molte altre cose. E non aver timore. È un'av-ventura meravigliosa, più grande ancora dell'andare sulla luna: diventare un astronauta dello spazio interiore è l'avventura più straordinaria che ci sia.

Bhagwan ha suggerito questa bellissima meditazione a chi è turbato da sensazioni di instabilità fisica o dall'im-pressione di volare.

Siedi sul letto e per cinque o dieci minuti visualizza a occhi chiusi... senti come il tuo corpo diventa sempre più grande, e più grande e più

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grande ancora. Rendilo il più grande possibile, finché arriva quasi a toccare le pare-ti della stanza.A un certo punto avrai l'impressione di non poter più muovere le mani, ti è difficile... la testa tocca il soffitto. Per i primi due o tre giorni limitati a questo; poi inizia ad espanderti fuori dalla stanza. Riempi tutta la casa e sentirai che la stanza è dentro di te. Quindi espanditi oltre la casa: riempi tutto il quartiere, percepiscilo dentro di te. Infine riempi tutto il cielo, e percepisci il sole e la luna e le stelle che viaggiano dentro di te.Continua per dieci, dodici giorni. Col tempo, lentamen-te, riempi tutto il cielo. Il giorno in cui avrai colmato tutto il cielo, inizia il procedimento inverso. Per altri due giorni diventa piccolo. Nel processo inverso, siedi e imma-

gina che stai diventando molto piccolo. Segui il percorso opposto. Il tuo corpo non è grande come sembra, è alto non più di trenta centimetri. Sei solo un giocattolino, ti sentirai cosi: se riesci a immaginarti di grandezza smisurata, puoi immaginarti infinitamente piccolo. E puoi diventare ancora più piccolo, cosi piccolo che potresti stare sul palmo della mano. E poi ancora più piccolo... e più pic-colo ancora. E nel giro di dodici giorni arrivi al punto di essere invisibile: sei diventato un atomo cosi infinitesimale che è impossibile scoprire dove sei.Renditi grande quanto l'intero universo e quindi renditi piccolo quanto un atomo invisibile: dodici giorni per la prima parte del viaggio e

dodici giorni per l'altra. E non ti puoi neppure immaginare quanto ti sentirai bene, felice e centrato.

La meditazione ti può dare intuizioni straordinarie perché è la cosa più inutile che esista al mondo. Semplicemente non fai nulla, semplicemente entri nel silenzio. È molto meglio del sonno, perché nel sonno sei inconscio, e qualsiasi cosa accada avviene inconsciamen-te. Ti puoi ritrovare in paradiso, ma non ne sei cosciente. Nella meditazione procedi coscientemente, per cui acquisti consapevolezza del sentiero: come spostarsi dal mondo esteriore delle cose utili all'inutilità del mondo interiore. E quando conosci il sentiero, puoi raggiungere il tuo mondo interiore in ogni momento.Seduto su un autobus la tua presenza non è necessaria, sei semplicemente seduto senza far niente; mentre viaggi in macchina o in treno o su un aeroplano, non fai nulla, tutto viene fatto dagli altri; tu puoi chiudere gli occhi e entrare dentro di te, nel regno dell'inutilità. E all'improvviso tutto diventa silente, e all'im-provviso tutto è calmo; e all'improvviso ti trovi alla sorgente della vita. Ma sul mercato non ha alcun valore. Non puoi andare a venderla, non puoi dire: Io posseggo tanta meditazione. Qualcuno la vuole comprare? Nessuno sarà disposto a comprarla. Non è una merce. È una cosa del tutto inutile.

« Uno »

Il primo passo: rilassati semplicemente su una poltrona, sistema il corpo in modo che sia assolutamente comodo. Il secondo passo:

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chiudi gli occhi. Terzo passo: rilassa il respiro. Rendilo il più naturale possibile. A ogni espirazione ripeti: « uno ». Quando il respiro fuoriesce ripeti: « uno »; inspira e non dire nulla. E con ogni espirazione ripeti semplicemente: « Uno... uno... uno ». E non limitarti a dirlo, senti anche che l'intera esistenza è una, è un'unità. Non devi dirlo, devi solo sentirlo, e dire « uno » ti aiuterà moltissimo. Segui questa pratica per venti minuti al giorno.Assicurati che nessuno ti disturbi mentre fai questa meditazione. Puoi aprire gli occhi e guardare l'orologio, ma non caricare la soneria. Qualsiasi cosa possa provocarti una scossa sarebbe dannosa, per cui durante questa meditazione stacca il telefono e fai in modo che nessuno bussi. In quei venti minuti devi essere assolutamente rilassato. E se c'è troppo rumore intorno, usa tappi per orecchie.Nemmeno ti immagini quanto ti renderà calmo, sereno e raccolto ripetere « uno » a ogni esalazione. Praticalo durante il giorno, mai di sera, altrimenti il tuo riposo verrà disturbato perché è un esercizio cosi rilassante che ti fa passare completamente il sonno. Ti sentirai rinfrescato. L'orario migliore è al mattino o anche nel pomeriggio, ma mai di sera.

Solo la meditazione ti può aiutare in modo completo, perché non la imponi all'attenzionedi nessuno, è qualcosa che fai solo per te. Puoi sentirti assolutamente libero. Non devi temere cosa ne penseranno gli altri.

Il sorriso interiore

Ogni volta che sei seduto" e non hai niente da fare, rilassa semplicemente la mandibola inferiore e tieni la bocca socchiusa. Respira con la bocca, ma non profondamente, lascia che sia il corpo a respirare, con un respiro leggero che diventerà sempre più lieve. E quando sentirai che il respiro è diventato leggerissimo, la bocca si è schiusa e la mandibola è rilassata, sentirai il corpo rilassatissimo.In quel momento inizia a percepire un sorriso, non sul volto, ma all'interno di tutto il tuo essere... e lo sentirai davvero! Non è un sorriso che affiora sulle labbra, è un sorriso esistenziale che si diffonde solo all'interno.Provaci e saprai di cosa si tratta... perché non può essere spiegato. Non occorre sorridere con le labbra e con il volto, è come se tu sorridessi dalla pancia: la pancia sorride. Ed è un sorriso, non una risata, per cui è delicatissimo, è molto fragile e molto lieve, è simile ad una piccola rosa che si schiude nella pancia e la cui fragranza si diffonde in tutto il corpo.Quando hai conosciuto l'essenza di questo sorriso, puoi essere felice ventiquattro ore al giorno. E ogni volta che senti di avere smarrito questa contentezza, basta chiudere gli occhi e cercare di nuovo quel sorriso, e ricomparirà. E durante il giorno lo puoi ritrovare quando vuoi: è sem-pre lì.

In realtà la meditazione non è una ricerca dell'illuminazione. L'illuminazione viene senza ricerca alcuna.

« Bhagwan »

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A ogni espirazione, ripeti semplicemente dentro di te « Bhagwan »; non dev'essere un suono forte, solo un sus-surro, ma devi poterlo sentire dentro di te. Quando inspiri, aspetta. Mentre il respiro esce, chiamami, e quando il respiro è uscito... lasciami entrare. Non fare nulla, aspet-ta semplicemente. Devi agire solo quando il respiro esce. A ogni espirazione, sprofonda nell'universo. L'esperienza è simile a un secchio calato in un pozzo. E quando il respiro entra in te, è come se ritraessi il secchio dal pozzo. E tutto questo per soli venti minuti. I primi quattro, cinque minuti servono, per entrare nella meditazione, poi per venti minuti rimanici dentro. Quindi, il tutto non deve superare i venticinque minuti.E lo puoi fare in qualsiasi momento. Puoi farlo di giorno, di notte.

Lo zazen è inazione allo stato puro; non è neppure meditazione, perché quando mediti stai cercando di fare qualcosa: ricordare di essere Dio oppure ricordare te stesso. E questi sforzi creano un piccolo disturbo.

Zazen

Nell'ashram il gruppo di meditazione zazen consiste di sedute di un'ora e ai principianti viene suggerito di contare le espirazioni per i primi cinque o dieci minuti, cosi da facilitare l'insorgere dello stato rilassato di « consapevolezza priva di scelte ».

Puoi sederti ovunque, ma qualsiasi cosa tu abbia da-vanti agli occhi non deve essere troppo ricca di stimoli.

Per esempio, non dovresti stare davanti a cose in movi-mento. Creano una distrazione. Puoi guardare gli alberi: non è un problema, perché non si muovono e la vista rimane costante. Puoi guardare il cielo oppure sedere semplicemente in un angolo e guardare il muro.In secondo luogo, non fissare nulla in particolare, so-

lo il vuoto: gli occhi sono aperti, devi guardare qualcosa per forza, ma non fissarti su nulla. Non mettere a fuoco niente, non concentrarti su un punto: devi vedere una immagine diffusa. Questo rilassa moltissimo.E come terza cosa, rilassa il respiro. Non farlo, lascia che accada. Lascia che scórra naturalmente, e questo ti rilasserà ancor di più.La quarta cosa è lasciare che il corpo stia il più immobile possibile. Trova una posizione comoda: puoi sede-re su un cuscino o su un materassino o in qualsiasi altro modo preferisci, ma una volta sistemato, rimani immobile, perché se il corpo resta fermo, la mente sprofonda immediatamente nel silenzio. Se il corpo è in movimento, anche la mente continua a muoversi, perché corpo-mente non sono due cose separate. Sono una cosa sola... è un'unica energia.All'inizio non sarà molto facile, ma nel giro di pochi giorni ti piacerà moltissimo. Col tempo vedrai cadere la mente, strato dopo strato. Finché giunge il momento in cui sei li, semplicemente senza mente.Bodhidharma rimase seduto per nove anni di fronte a un muro, senza far nulla; rimase semplicemente seduto per nove anni. La tradizione narra

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che le sue gambe deperirono. Per me è un'immagine simbolica. Indica solo che ogni movimento si inaridi perché era svanito ogni scopo. Bodhidharma non aveva nessuna meta da raggiungere. Non desiderava muoversi, non aveva mete da conseguire, eppure consegui la meta suprema. È una tra le anime più rare che abbiano mai camminato su questa terra. E realizzò il Tutto, semplicemente stando seduto di fronte a un muro: senza far nulla, senza una tecnica, senza un metodo, niente di niente. Questo fu il suo unico espediente.Quando non c'è nulla da vedere, lentamente scompare ogni interesse nel guardare. Semplicemente stando di fronte a un muro bianco nascono in te un vuoto e una semplicità paralleli. Parallelo al muro sorge un altro muro: quello del non-pensiero.Sentirsi ricettivo

La posizione delle mani a forma di coppa, simili a un ricettacolo, è molto significativa. Ti rende ricettivo, ti aiuta ad essere più aperto. È una delle posizioni più antiche, più conosciute: tutti i Buddha l'hanno praticata. Ogni volta che sei aperto, o ti vuoi aprire all'esistenza, questa posizione ti aiuterà.Siedi in silenzio e aspetta. Sii un ricettacolo, un terminale ricettivo. Esattamente come aspetti al telefono: hai fatto il numero, e aspetti che qualcuno risponda. Aspetta nello stesso stato d'animo e in due, tre minuti ti sentirai avvolto da un'energia completamente diversa: colmerà il tuo essere interiore, si riverserà dentro di te come pioggia che cade sulla terra e continua a penetrarla sempre

più a fondo mentre la terra l'assorbe.Le posizioni hanno grande importanza. Se non le si trasforma in feticci, hanno un significato profondo. Aiutano a creare una tendenza nella tua energia corporea. Per esempio, in questa posizione è difficilissimo andare in col-lera. Serrando i pugni e stringendo i denti è molto facile arrabbiarsi. Quando tutto il corpo è rilassato, è difficilissimo essere aggressivi, violenti, ed è facilissimo essere in preghiera.

Di solito si considera la meditazione una fuga. È una assurdità. Solo chi medita non fugge la realtà; tutti gli altri la evitano. Meditazione significa uscire dai desideri, liberarsi dai pensieri, staccarsi dalla mente. Meditazione significa rilassarsi nel momento, nel presente. La meditazione è l'unica cosa al mondo che non sia un'evasione, anche se viene considerata la fuga per antonomasia. Chi critica la meditazione usa sempre come motivo di condanna l'idea che sia un'evasione, una fuga nei confronti della vita. Sono tutte sciocchezze; non sa cosa sta dicendo. La meditazione non è una fuga dalla vita: è correre nella vita. La mente è una fuga dalla vita, il desiderio è fuggire la vita.

GuardareLa meditazione non è altro che l'arte di aprire gli occhi, l'arte di ripulire la propria visuale, l'arte di eliminare la polvere che si è raccolta sullo specchio della consa-pevolezza. È naturale, la polvere si accumula: l'uomo

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ha viaggiato senza fermarsi mai per migliaia di esistenze, e la polvere si è accumulata. Noi tutti siamo viandanti, abbiamo accumulato molta polvere, cosi tanta che lo specchio ne è completamente ricoperto. C'è solo polvere su polvere, strati e strati di polvere, e lo specchio non si vede più.Ma lo specchio è ancora li: non può essere smarrito, perché è la tua natura essenziale. Se lo si potesse smarrire, non potrebbe essere la tua natura. Non è che tu hai uno specchio, tu sei lo specchio. Il viandante è lo specchio. Non lo può perdere, può solo dimenticarlo: al massimo è una dimenticanza.Il presente immediato è il momento esistenziale. Dagli uno sguardo, quella è meditazione: quell'occhiata è meditazione. Il solo vedere l'evidenza di una cosa, di una condizione particolare, è meditazione. La meditazione non ha scopo, per cui non ha un centro. E poiché non ha uno scopo né un centro, non contiene neppure un sé.Nella meditazione non funzioni partendo da un centro, agisci partendo dal nulla. La meditazione non è altro che una risposta sorta dal nulla.Una mente concentrata agisce riferendosi al passato. La meditazione agisce nel presente, riferendosi al presente. E una pura risposta al presente, non è una reazione.Non nasce da preconcetti, agisce in armonia con l'esistente.

Meditazione è aprire gli occhi, meditazione è guardare.Guardare senza giudizi

Cerca di non interferire con la

mente nelle piccole cose. Guarda un flore: limitati a guardarlo. Non dire « bello », « brutto », non dire nulla. Non verbalizzare, non interferire a parole. Guarda semplicemente. La mente si sentirà a disagio, la situazione le sarà scomoda. La mente vorrebbe dire qualcosa. Dille semplicemente: Stai zitta, la-sciami guardare, voglio solo vedere.All'inizio sarà difficile, per cui comincia con qualcosa che non ti coinvolge troppo. Ti sarà difficile guardare tua moglie senza che le parole si mettano di mezzo. Sei troppo coinvolto, troppo attaccato emotivamente. Arrabbiato o innamorato, ma comunque troppo coinvolto.Guarda delle cose che ti sono indifferenti: una pietra, un flore, un albero, il sole che sorge, un uccello in volo, una nuvola che scorre nel cielo. Osserva oggetti che non ti coinvolgono troppo, da cui puoi restare distaccato, verso i quali puoi rimanere indifferente. Inizia con cose neutre prima di passare a situazioni che ti coinvolgono emotivamente.

Il colore del silenzio

Ogni volta che osservi una cosa azzurra, l'azzurro del cielo, l'azzurro del fiume, siedi in silenzio e guarda in quell'azzurro e subito ti sentirai in armonia. Ogni volta che mediti sull'azzurro, su di te scenderà un silenzio profondo.L'azzurro è uno dei colori più spirituali, perché è il colore del silenzio, della quiete. È il colore della tranquillità, del riposo, del rilassamento, per cui ogni volta che sei veramente rilassato, avvertirai dentro di te un'improvvisa

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luminosità azzurra. E se sei in grado di percepire una luminosità azzurra, ti sentirai immediatamente rilassato. Funziona nei due sensi.

Guarda nel tuo mal di testa

La prossima volta che hai un mal di testa, prova questa semplice tecnica di meditazione, solo in forma sperimentale; in seguito potrai usarla con malattie e sintomi più gravi.Quando hai mal di testa prova questo piccolo esperimento. Siedi in silenzio e osservalo, guardalo in profondità: non come se stessi tenendo d'occhio un nemico, perché se lo consideri un nemico, non riuscirai a osservarlo nella giusta prospettiva. Lo eviterai: nessuno guarda un nemico negli occhi; lo evita, si tende a evitarlo. Guardalo con gli occhi dell'amicizia. E un tuo amico, ti sta aiutando. Ti sta dicendo: « Qualcosa non va: cerca di scoprire cosa ». Siedi in silenzio ed entra nel mal di testa, non con l'intenzione di arrestarlo, ma senza il desiderio che scompaia, senza conflitti, senza lottare, senza essere in antagonismo. Limitati a osservarlo: guarda di cosa si tratta.Osservalo, e se nasconde in sé un messaggio te lo potrà trasmettere. È un messaggio in codice. E se lo osservi in silenzio, rimarrai stupito...Se lo osservi in silenzio, accadranno tre cose. Innanzi-tutto: più ci vai dentro, più diventerà intenso, tanto che ti sorgerà un dubbio: « Come potrà essermi d'aiuto se sta diventando sempre più doloroso? ». Ti farà più male perché finora lo hai evitato. C'era anche prima, ma tu lo evitavi; lo reprimevi già:

anche senza usare l'aspirina, lo stavi reprimendo. Quando lo osservi bene, la repressione scompare. Il mal di testa si farà sentire nella sua intensità reale. Ti sarai stappato le orecchie, ora potrai sentire il suo messaggio.All'inizio diventerà più intenso. Se il dolore aumenta, puoi esser certo che lo stai osservando nella giusta pro-spettiva: se non aumenta di intensità, vuol dire che non lo osservi; ancora lo stai evitando. Osservalo da vicino: diventerà più intenso. Questa è la prima indicazione che lo stai osservando nel modo giusto.

•Nella fase successiva si localizzerà in un punto preci-

so, non sarà più diffuso in tutta la testa. All'inizio pensa-vi: « Mi fa male la testa ». Ora vedrai che non è tutta la testa, ti fa male solo un punto molto circoscritto. Anche questo indica che lo stai penetrando in profondità. La sensazione di dolore diffuso è ancora un trucco, è un modo per evitare il male. Se questo è concentrato in un punto, sarà più doloroso; quindi ti crei l'illusione che sia tutta la testa a dolere. Lo espandi a tutta la testa, cosi non è eccessivamente forte in nessun punto: cosi conti-nuiamo a ingannarci!Osservalo in profondità e nella seconda fase diventerà sempre più circoscritto e si definirà sempre di più. A un certo punto sarà solo la punta di un ago: molto affilato, acutissimo, dolorosissimo. Non hai mai provato un dolore simile alla testa. Ma è del tutto delimitato in un punto piccolissimo. Continua a osservarlo.E infine entri in una terza fase, la più importante: se

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continui ad osservare questo punto man mano che diventa più doloroso e delimitato e concentrato, a tratti lo vedrai scomparire. Quando lo metti a fuoco perfettamente, scomparirà. E quando scompare, intuirai da dove veniva, qual era la causa. Quando l'effetto scompare, ne vedrai la causa. Accadrà molte volte. Il dolore ricomparirà: la tua messa a fuoco non è più cosi perfetta, cosi concentrata, cosi attenta, e il mal di testa ritornerà. Ma ogni volta che osserverai realmente quel punto, scomparirà; e scomparendo svelerà la propria causa. E sarai sorpreso: la tua mente sarà pronta a rivelarti qual era la causa.E ci possono essere mille e una causa. L'avvertimento che ricevi è sempre lo stesso perché si tratta di un sistema d'allarme molto semplice. Nel corpo non ci sono molti sistemi d'allarme. Scatta lo stesso allarme per cause diverse. Forse negli ultimi tempi sei stato in collera e non l'hai espressa. All'improvviso te la troverai di fronte, come una rivelazione: vedrai tutta la collera che ti sei portato dentro cosi a lungo... come un pus nel tuo essere. Ora non ne puoi più e quella collera vuole trovare uno sbocco. Ha bisogno di una catarsi. Abbandonati a una catarsi, eimmediatamente vedrai il tuo mal di testa scomparire. Non avevi affatto bisogno di aspirina, non serviva prendere una medicina.Voi siete la vostra rovina, voi siete l'ostacolo. Meditazione è quando non esiste colui che medita.

Ascoltare

Rimani passivo: non fare nulla, ascolta semplicemente. E ascoltare non è un'azione. Per ascoltare qualcosa non devi far nulla, le tue orecchie sono sempre aperte. Per vedere, devi aprire gli occhi: almeno questa piccola cosa devi farla. Per ascoltare non devi fare neppure quello, le orecchie sono sempre aperte. Tu sei sempre in ascolto. Non fare assolutamente nulla... e ascolta.

Ascoltare con simpatia

L'ascolto è una profonda partecipazione del corpo e dell'anima, e per questo ha sempre rappresentato uno dei metodi di meditazione più efficaci, perché collega i due infiniti: quello materiale e quello spirituale.E lascia che questa sia la tua meditazione: ti sarà utilissima. Ogni volta che sei seduto, ascolta semplicemente i rumori che ti circondano. Sei immerso nella confusione: è una piazza di mercato... e il treno, l'aereo... è follia! Ascolta senza farti infastidire. Ascolta come se fosse musica, con simpatia. E all'improvviso vedrai che la qualità di quel frastuono è mutata. Non è più distrazione, non è più un disturbo. Al contrario diventa una fonte di quiete. Se ascolti nel modo giusto, anche il frastuono di una piazza diventa una melodia.Quindi, non importa cosa ascolti. L'importante è che ascolti e non ti limiti a porgere orecchio senza attenzione.Anche se stai ascoltando qualcosa a cui non hai maidato importanza, ascoltala con piacere come se fosse una sonata di Beethoven. E all'improvviso vedrai che la sua qualità si trasforma:

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diventa bella. E in quell'ascolto, il tuo ego scomparirà.

Nessuno ha mai scoperto dove sia la mente. Chi è andato a cercarla, ha sempre scoperto che non esiste nessuna mente!

Un pilastro di energia

Se stai semplicemente in piedi, tranquillo, immediata-mente verrai avvolto da un silenzio estatico. Prova in un angolo della tua stanza. Stai semplicemente in piedi, in si-lenzio, senza far nulla in un angolo. All'improvviso anche l'energia si risveglierà dentro di te. Quando sei seduto, la mente crea mille distrazioni, perché questa è la posizione di colui che pensa; se stai ritto in piedi, l'energia fluisce co-me un pilastro e si distribuisce uniformemente in tutto il corpo. È meraviglioso stare in piedi.Provatelo, molti di voi scopriranno che è bellissimo. Se riesci a stare in piedi per un'ora è un'esperienza fanta-stica. Stai semplicemente in piedi, senza far nulla, senza muoverti e scoprirai che in te qualcosa si rilassa, diventa silente, ti trovi centrato e ti sentirai un pilastro di energia. Il corpo scompare.

La meditazione è un vostro diritto naturale! È li in attesa che vi rilassiate un po', per poter cantare o diventare danza.

Percepisci il silenzio del ventre

Lascia che il silenzio diventi la tua meditazione. Ogni volta che hai tempo, sprofonda totalmente nel silenzio — e intendo proprio questo:

sprofonda — come un bambino nel ventre della madre. Siedi sprofondato e un po' alla volta sentirai che la testa vuole abbandonarsi sul pavimento: appoggiala pure per terra.Assumi una posizione fetale e immediatamente sentirai sopraggiungere il silenzio, lo stesso silenzio che c'era nel ventre della mamma. Se sei seduto nel letto, mettiti sotto una coperta, raggomitolati e rimani assolutamente immo-bile, senza far nulla.A volte sorgeranno pensieri, lasciali scorrere; rimani in-differente, non farci caso: se sopravvengono, bene; se non vengono, va bene ugualmente. Non lottare, non scacciarli. Se lotti, ne sarai disturbato; se li scacci, dovrai ostinarti; e meno li vuoi, più diventeranno insistenti. Rimani sem-plicemente distaccato, osservali come un fenomeno periferico, come fosse il rumore della strada. È veramente un rumore di traffico, il traffico del cervello con milioni di cellule che comunicano tra loro, il flusso dell'energia, l'elettricità che salta da una cellula all'altra. Non è altro che il ronzio di una macchina gigantesca, per cui non farci caso.Ignoralo completamente, non ti riguarda, non è un tuo problema: forse è il problema di qualcun altro, ma non il tuo. Tu che c'entri? E rimarrai sorpreso: sopraggiungeranno momenti in cui il rumore del traffico scomparirà com-pletamente e verrai lasciato solo.

Non essere mai un masochista

Non essere mai un masochista. Non torturarti mai per nessuna ragione, di qualunque cosa si tratti. La gente si è torturata fin troppo,

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in nome della religione: ed è un ideale cosi nobile che può far torturare all'infinito.Quindi ricorda: io insegno la felicità, non la tortura! Se a volte senti che qualcosa si trasforma in un peso, e ti ostacola il cammino, è meglio cambiare strada. E dovrai cambiarla parecchie volte. E un po' alla volta arriverai al punto da cui non è più necessario alcun cambiamento. Allora qualcosa ti si adatterà a perfezione: non solo alla tua mente e al corpo, ma anche alla tua anima.5. La sera: scuotersi, danzare, cantarePraticate le mie meditazioni senza trasformarle in un dovere. Non forzatele, lasciate piuttosto che accadano. Abbandonatevi,

seguitene il flusso, lasciatevi assorbire, ma non fatene una prova di volontà. Non interferite, perché ogni vostra intrusione vi renderà divisi e dissociati: da una parte colui che interviene e dall'altra la cosa su cui interviene. E quando siete divisi, immediatamente si creano il paradiso e l'inferno. In quel momento tra voi e la verità si crea una distanza incol-mabile. Non interferite mai. Lasciate che le cose accadano.

Scuotersi

La meditazione « KUNDALINI »»

Questa è la meditazione del tramonto, sorella della Di-namica, la meditazione dell'alba, ed è amata moltissimo da

quanti la praticano. Si compone dì quattro stadi di quindici minuti ciascuno.

Primo stadio: 15 minuti.Rimani sciolto e lascia che l'intero corpo si scuota; av-verti le energie che salgono everso l'alto dai piedi. Lasciati andare in ogni parte del corpo e diventa lo scotimento. Puoi tenere gli occhi aperti o chiusi.

Secondo stadio: 15 minuti.Danza... come più ti piace, e lascia che l'intero corpo si muova come vuole.

Terzo stadio: 15 minutiChiudi gli occhi e rimani immobile, seduto o in piedi, osservando tutto quello che accade dentro e fuori di te.

Quarto stadio: 15 minutiTenendo gli occhi chiusi, sdraiati e rimani immobile.

Durante la meditazione Kundalini, non intervenire, ma lascia che lo scotimento

accada. Rimani in piedi in silenzio, senti l'inizio della vibrazione, e quando il corpo parte con un tremito sottile, assecondalo ma senza agire. Godilo, va' in estasi, incoraggialo, ricevilo, favoriscilo ma non forzarlo.Se lo forzi diventerà un esercizio, un esercizio fisico. In quel caso ti scuoterai, ma sarà un fenomeno superficiale: non penetrerà in te. All'interno rimarrai rigido, duro, pietrificato; sarai sempre tu ad agire, a tenere le cose sotto controllo, e il corpo non potrà fare altro che seguirti. Il corpo non è un problema, il problema sei tu.Quando ti dico di scuoterti, voglio che la tua solidità, il tuo essere pietrificato, venga scosso alle fondamenta si da diventare liquido, fluido, sciolto, libero. E quando l'es-sere rigido diventa liquido, il tuo corpo lo seguirà. A quel punto non ti scuoterai più, ci sarà solo scotimento. Nessuno lo provocherà, accadrà

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semplicemente. Allora colui che agisce non è più.In realtà la Meditazione dinamica o la Kundalini, o la Nadabrahma, non sono meditazioni. Ti stai semplicemente mettendo in sintonia. È come... tra i sonatori di musica classica indiana, li avrete visti. Per mezz'ora, a volte molto di più, non fanno che accordare gli strumenti. Continuano a spostare le chiavi per stringere o allentare le corde, chi suona il tamburo continuerà a provarne il suono, per vedere se è perfetto o no. E vanno avanti per mezz'ora. Questa non è musica, sono semplici preparativi.La Kundalini in realtà non è meditazione. È solo una preparazione. Stai accordando il tuo strumento. Quando è pronto, sarai immerso nel silenzio e a quel punto inizia la meditazione. Allora sei assolutamente presente. Saltando, danzando, respirando, urlando ti sei risvegliato: sono tutti espedienti per renderti più attento di quanto sei general-mente. Una volta che ti sei svegliato, comincia l'attesa.L'attesa è meditazione. Un'attesa colma di consapevo-lezza. E allora avviene, discende su di te, ti avvolge, gioca intorno a te, danza intorno a te, ti pulisce, ti purifica, ti trasforma.

La meditazione della canna di bambù

Primo stadio: 20 minutiSiedi a gambe incrociate con gli occhi chiusi. Comincia a oscillare dolcemente, prima a sinistra e poi a destra. Non occorre che il dondolio sia esteso a tutto il corpo, ma piegati quanto più ti è

possibile senza assumere posizioni scomode. Quando hai raggiunto il massimo dell'inclinazione, emetti il suono « hu » con forza, con una contrazione. E ripetilo al termine di ogni dondolio, da entrambi i lati.

Secondo stadio: 20 minutiSiedi in silenzio senza muoverti.

Terzo stadio: 20 minutiRimani in piedi in un angolo, assolutamente immobile.La danza

La meditazione non ha niente di serioso. La meditazione è gioco. Per questo io vi invito alla danza e al canto.

Quando il movimento diventa estatico, è danza. Quando il movimento è totalmente presente, al punto da annullare l'ego, allora è danza.E dovreste sapere che la danza in origine era una tecnica di meditazione. All'inizio la danza non era un'espressione artistica, serviva per creare un'estasi in cui il ballerino si smarriva e restava solo la danza: nessun ego, nessun controllo, il corpo fluiva spontaneamente.Non occorre trovare un'altra meditazione: quando chi danza si è perduto, la danza stessa diventa una meditazione. L'essenziale è perdere se stessi. Come lo fai, o dove, non ha importanza. Perditi semplicemente. Viene un mo-mento in cui tu non sei più, eppure la danza continua... come se tu fossi posseduto.La danza è una delle cose più belle che possano accadere a un uomo. Per cui non considerarla separata dalla meditazione. La meditazione in quanto tecnica separata ser-ve solo alle persone che non hanno una profonda energia

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creativa; non hanno una direzione in cui coinvolgere la loro energia cosi profondamente da potersi perdere.Ma un ballerino, un pittore, uno scultore, non hanno bisogno di altre meditazioni. A loro basta portare la di-mensione del lavoro tanto in profondità da raggiungere il punto di trascendenza. E non c'è nulla di meglio della danza...Per cui, almeno un'ora al giorno, scordati di ogni tecni-ca. Ricorda che stai semplicemente danzando per Dio. Non è necessario raggiungere una perfezione tecnica, perché Dio non è un critico. Danza semplicemente come un bambino... come se fosse una preghiera. E la danza avrà in sé una qualità assolutamente diversa. Per la prima volta sentirai di compiere passi che non hai mai fatto in passato; ti staiinoltrando in dimensioni prima sconosciute. Viaggerai su un terreno che ti è straniero, ignoto.

Pian piano entrerai sempre più in sintonia con l'ignoto e tutte le tecniche scompariranno. E senza tecniche, quando la danza è pura e semplice, è perfetta.Danza come se fossi profondamente innamorato dell'universo, come se stessi danzando col tuo amato. Fai che Dio sia il tuo amato.

Danzare insiemePotete mettere insieme un gruppo di amici che danzano. Questa è la soluzione migliore, la più pratica. L'uomo è cosi debole che da solo ha difficoltà a persistere in qualsiasi progetto. Per questo motivo sono necessarie le scuole. Cosi se un giorno tu non ti senti di continuare e

altri si, la loro energia smuove anche te. E se qualcun altro non se la sente e tu si, la tua energia lo coinvolge.Abbandonato a se stesso, l'uomo è debolissimo e privo di volontà. Un giorno fai una cosa e il giorno dopo ti sei stufato, o hai altre cosa da fare... e le meditazioni portano a un risultato solo se vengono praticate con costanza. Solo cosi scendono in profondità dentro di te. È come se sca-vassi una buca per terra. Un giorno scavi in un punto e il giorno dopo in un altro. In questo modo potrai continuare a scavare per tutta la vita, ma non riuscirai mai a completare il pozzo! Devi scavare continuamente nello stesso punto.Per cui stabiliscilo una volta per tutte: la stessa ora tutti i giorni. E, se è possibile, nello stesso luogo; la stessa stanza, la stessa atmosfera, brucia Io stesso incenso... cosi il corpo pian piano si abitua e la mente si familiarizza. E nel momento in cui entri nella stanza sei pronto a danzare. La stanza è carica, l'ora è carica...

Danza come un alberoBasta sollevare le braccia verso l'alto e sentirsi un albero in mezzo a una tempesta. Danza come un albero nel-la pioggia e nel vento. Lascia che tutto il tuo corpo diventi un'energia danzante, ondeggia e muoviti abbandonandoti al vento, senti il vento che ti attraversa. Dimentica di avere un corpo: tu sei un albero, identificati con l'albero.Se possibile esci all'aperto, stai in mezzo agli alberi, diventa un albero e lascia che il vento ti attraversi. Sentirsi identificato con un albero dà una forza immensa, ti ristora. È facile ritrovare la

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consapevolezza primaria. Esistono ancora gli alberi: parla con loro, abbracciali e all'improvviso si sentirai tornare alle origini. E se non ti è possibile uscire all'aperto, allora mettiti in mezzo alla stanza, visualizza te stesso come se fossi un albero e inizia a danzare.

Danza con le mani

Siedi in silenzio e lascia che le tue dita si muovano da sole. Il movimento deve nascere dentro di te. Non cercare di controllarlo dall'esterno, per cui tieni gli occhi chiusi. Lascia che l'energia fluisca sempre di più nelle mani.Le mani sono profondamente collegate con il cervello, la mano destra con l'emisfero sinistro, la sinistra con l'emi-sfero destro. Se lasci alle mani totale libertà di espressione, si rilasseranno moltissime tensioni accumulate nel cervello. Questa è la tecnica migliore per rilassare il meccanismo cerebrale, le sue repressioni, l'energia non utilizzata. Le tue mani sono adattissime allo scopo.A volte ti accorgerai che si alza la mano destra, a volte la sinistra. Non importa nessuno schema, l'energia determinerà da sola il gesto. Quando l'emisfero sinistro del cervello vuole liberare energia, assumerà una forma; mentre l'energia liberata dall'emisfero cerebrale destro ne avrà un'altra.Attraverso i gesti delle mani puoi entrare in meditazione profonda. Siedi semplicemente in silenzio, gioca, lascia libere le mani e rimarrai sorpreso: è una magia! Non occorre saltare, dimenarsi e fare molta meditazione dinamica. Le tue mani saranno sufficienti.Risvegliare i livelli sottili

Se ti limiti a muovere il corpo e non siedi mai in silenzio, perderai qualcosa. Quando l'energia ha cominciato a fluire, si dovrebbe essere assolutamente silenti, altrimenti la meditazione non supererà il primo stadio. Il movimento del corpo fa bene, ma è movimento grossolano, e se tutta l'energia resta nel movimento esterno, il movimento sottile non inizierà mai.Si deve arrivare al punto in cui il corpo è immobile come una statua, in modo che si arresti il movimento in superficie. L'energia è ancora pronta a muoversi e, non trovando uno sbocco nel corpo, cercherà uno spiraglio interiore che non è del corpo. Comincerà a muoversi ai livelli sottili.Ma all'inizio è necessario il movimento. Se prima non crei un movimento di energia, puoi sedere immobile come un sasso, non accadrà mai nulla. Per prima cosa aiuta l'energia a fluire, poi quando è in movimento, ferma il corpo: quando l'energia vibra cosi intensamente ed è pronta a muoversi, se la dimensione grossolana non sarà più disponibile, dovrà inoltrarsi nei livelli sottili.Quindi, innanzitutto, carica l'energia di dinamismo, poi immobilizza il corpo dimodoché il dinamismo scenda in profondità, alle tue radici, nel centro più intimo del tuo essere. Crea una sintesi: venti minuti di movimento corporeo, e al termine dei venti minuti fermati all'improvviso. Puoi caricare una sveglia e, quando suona, fermati immediatamente. Il corpo trabocca d'energia ma, ora che si è immobilizzato, l'energia dovrà trovare nuove strade. Questo è il metodo per

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penetrare nel mondo interiore.

Meditazione è essere con se stessi e compassione è questo essere che trabocca.

Whirling meditation

Whirling, la danza roteante dei Sufi, è una delle tecniche di meditazione più antiche, una delle più potenti. Scen-

de a una profondità tale che una sola esperienza può tra-sformarvi totalmente. Ruota su te stesso con gli occhi aperti, come fanno i bambini, come se il tuo essere interiore fosse diventato un centro e tutto il tuo corpo una ruota, la ruota del vasaio che gira e rigira... tu sei al centro, ma tutto il corpo ruota intorno a te.

Si consiglia di non mangiare né bere nelle tre ore che precedono la meditazione. È meglio stare a piedi nudi e indossare un vestito comodo, ha meditazione si divide in due stadi, uno di rotazione e uno di riposo, e non ha un limite di tempo: può continuare per più ore, ma è consigliabile non fermarsi prima dello scadere dì un'ora, cosi da entrare a fondo nella sensazione di energia turbinante.La rotazione avviene in direzione antioraria, restando sempre nello stesso punto; il braccio destro deve essere sollevato verso l'alto con il palmo della mano rivolto in alto; il braccio sinistro invece è abbassato, con il palmo della mano rivolto in basso. Chi non si sente a suo agio nella rotazione antioraria, può ruotare in senso orario. Lascia che il corpo sia disteso e tieni sempre gli occhi aperti ma non a fuoco, in modo che le immagini perdano i contorni e diventino fluide. Rimani in silenzio.Per i primi quindici minuti ruota lentamente. Poi au-menta la velocità gradualmente nei successivi trenta minuti, finché non

verrai rapito dalla rotazione e diventerai un turbine di energia: la periferia è un tornado in movimento, ma al centro il testimone sarà immobile e silente.Quando la rotazione è cosi veloce da non permetterti di stare in piedi, il corpo cadrà da solo. Non decidere quando cadere, e non tentare di controllare la tua caduta: se il tuo corpo è rilassato atterrerai con leggerezza e la terra assorbirà la tua energia.Una volta caduto, inizierà la seconda parte della me-ditazione. Girati immediatamente sullo stomaco in modo che l'ombelico venga a contatto con il suolo. Se qualcuno trova eccessivamente scomoda questa posizione, si dovràsdraiare sulla schiena. Ascolta il tuo corpo che si fonde con la terra, come un bimbo che si rannicchia sul seno della madre. Tieni gli occhi chiusi, rimani passivo e in silenzio per almeno quindici minuti.Al termine della meditazione rimani il più quieto e il più inattivo possibile.Durante la rotazione qualcuno proverà un senso di nausea, ma è una sensazione che dovrebbe scomparire nel giro di due o tre giorni. Se persiste, interrompete la me-ditazione.

Il canto

La musica crea un'armonia tale che perfino Dio si mette a battere il tempo e ti accom-

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pagna nel ritmo. La musica è una manifestazione dell'assoluto... all'improvviso il cielo inizia a toccarti; e tu sei sopraffatto dal divino. E quando sei vicino all'aldilà, quando senti i suoi passi, qualcosa in te risponde, diventa silente, quieto, tranquillo, più calmo, più rac-colto.

Il canto è divino, è una delle attività più sacre. Solo la danza può competere col canto, si avvicina a questa espressione. Perché il canto e la danza sono manifestazioni del divino? Perché sono espressioni in cui ti puoi per-dere totalmente. Puoi immergerti totalmente nel canto, al punto che scompare colui che canta e rimane solo il canto, oppure colui che danza scompare e rimane solo la danza. E quello è il momento della metamorfosi, della transfigurazione, quando il cantante non è più e rimane solo il canto. Quando la tua totalità è diventata un canto o una danza, quella è preghiera.Non importa cosa canti; non importa se è un canto religioso, ma se riesci a cantare con tutto te stesso, è sacro. E viceversa: puoi cantare un inno sacro, venerato nei secoli, ma se non sei totalmente coinvolto, è profano. Il soggetto del canto non. importa: ciò che conta è la qualità che tu immetti nel canto, la totalità, l'intensità, la tua fiamma.Non ripetere le canzoni di altri, perché in esse non vi è il tuo cuore e in quel modo non puoi riversare il tuo cuore ai piedi del divino. Lascia che nasca un canto tuo. Dimentica la metrica e la grammatica. Dio non è molto pedante, e non bada alle parole che usi. Si interessa di più al tuo cuore.

Ogni sera nell'ashram centinaia di persone si riuniscono nella Buddha Hall per una celebrazione di canti e danze spontanei.

Quando la musica ti circonda, ti sommerge, ti travolge e in te inizia a fiorire la meditazione, vivi una delle esperienze più grandi della vita: quando la meditazione e la musica si incontrano, il mondo e Dio si incontrano, la materia e la consapevolezza si incontrano. Questa è unto mystica, l'unione mistica.

Il mantra

Se hai orecchio per la musica, se hai un cuore che può comprendere la musica — non solo capire ma sentire —, in questo caso un mantra può essere utile, perché allora puoi fonderti con i suoni interiori, puoi fluire con quei suoni verso livelli sempre più sottili. E verrà un momento in cui tutti i suoni si arresteranno e rimane solo il suono dell'universo. Quello è l'aum.

« Aum »

Impegnati a sedere in silenzio per almeno venti minuti al mattino e venti minuti la sera, con gli occhi soc-chiusi e rivolti in basso. Il respiro dev'essere lento, il corpo immobile. Dentro di te comincia a salmodiare « aum ».Non occorre emetterlo verso l'esterno: a bocca chiusa sarà più penetrante; non dovresti muovere nemmeno la lingua. Salmodia velocemente: « aum, aum, aum, aum »; velo-cemente e con forza, ma dentro di te. Avvertine la vibrazione in tutto il corpo, dai piedi alla testa, dalla testa

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ai piedi. Ogni aum cade nella tua consapevolezza come una pietra buttata in un laghetto, le cui onde si diffondono fino alla riva più lontana. Le onde continuano a espandersi e si diffondono in tutto il corpo.Praticando questa meditazione vi saranno dei momenti — e sono i momenti più belli — in cui il tuo salmodiare si arresta e tutto si ferma. All'improvviso diventerai consapevole che non stai più salmodiando e tutto si è fermato. Goditi quel momento. Se sopravvengono dei pensieri, inizia a salmodiare di nuovo.Se pratichi questa meditazione di sera, falla almeno due ore prima di andare a letto, perché se la fai poco prima di andare a dormire non riuscirai a prendere sonno: ti renderà cosi vivo che ti toglierà ogni stanchezza. Avrai l'impressione che sia mattino e di essere perfettamente riposato, per cui non ha più senso dormire.Pian piano troverai il tuo ritmo naturale. Nel giro di due o tre giorni troverai il tuo ritmo. Per alcune persone sarà velocissimo — aum aum aum — suoni quasi sovrapposti l'uno all'altro. Ad altri sarà più adatto un ritmo molto lento; è un fatto individuale. Tu continua con la velocità in cui ti senti a tuo agio.

Il nome di Gesù

Se il nome di Gesù ti commuove, siedi in silenzio e lasciati muovere da quel nome. Ogni tanto ripeti in silenzio « Gesù » e poi aspetta. Quello diventerà il tuo mantra. È cosi che nascono i veri mantra. Nessuno vi può dare un mantra: lo devi scoprire da solo, ciò che ti si adatta, ciò che ti commuove,

che produce un impatto pro-fondo sulla tua anima... se è « Gesù », benissimo: siedi in silenzio, ripeti semplicemente « Gesù » e aspetta. Lascia che quel nome scenda in profondità, sempre più a fondo nei recessi del tuo cuore; lascia che raggiunga la tua essenza più intima. Non ostacolarlo! Se hai voglia di danzare, bene; se cominci a piangere, bene; se cominci a ridere, bene. Lascia che accada, non interferire, non intrometterti. Abbandonati, e avrai le tue prime intuizioni sulla preghiera e la meditazione e le tue prime intuizioni di Dio. I primi raggi inizieranno a penetrare l'oscura notte della tua anima.Ogni suono che ti sembra estetico e bello, ogni suono che crea un'emozione di gioia nel cuore, andrà bene, anche se non appartiene a nessun linguaggio. Questo non è af-fatto importante: puoi scoprire semplici suoni puri che scendono a profondità maggiori. Questo perché quando usi una parola, ha significati precisi e quei significati creano una limitazione. Quando usi un suono puro, non ha limiti, è infinito.

Humming

Humming indica in inglese il suono « mmmmmmmm » emesso a bocca chiusa.Emettere il suono « mmmmmmmm » a bocca chiusa può essere una tecnica straordinaria e lo puoi fare ovunque... almeno una volta al giorno; se puoi farlo due volte è ancora meglio. È una musica interiore cosi bella che reca pace a tutto il tuo essere; le tue parti contrastanti comin-ciano a entrare in sintonia e col tempo sentirai sorgere nel

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tuo corpo una musica sottile. Dopo due o tre mesi, mentre stai semplicemente seduto in silenzio, sentirai una musica sottile, un'armonia interiore, una sorta di vibrazione. Tutto funziona a meraviglia, come il motore di una macchina appena messo a punto.Un bravo guidatore sa quando qualcosa non va. I pas-seggeri forse non se ne accorgono, ma un bravo guidatore sente immediatamente quando il ronzio cambia. Non è più armonioso, è subentrato un rumore nuovo. Nessun altro ci fa caso, ma chi ama guidare si renderà subito conto che qualcosa non va. Il motore non funziona più come dovrebbe.Anche tu, grazie alla tecnica dell'humming, pian piano ti accorgerai quando nel tuo corpo qualcosa non va: se hai mangiato troppo sentirai che la tua armonia interiore « perde colpi » e dovrai scegliere: o il troppo cibo o l'armonia interiore. E l'armonia interiore è cosi preziosa, cosi divina, un'estasi tale, a chi importa più del cibo?E senza esserti imposto una dieta, ti accorgerai che mangi in modo più equilibrato. Quando Vhumming interiore andrà ancor più a fondo, sarai in grado di distinguere quale cibo lo disturba; se mangi qualcosa di pesante che non riesci a digerire, quella musica perde la sua perfezione.Una volta che Vhumming sarà iniziato, vedrai quando il sesso si risveglia e quando si acquieta, e se il marito e la moglie praticano entrambi la meditazione, ti sorprenderà constatare quale armonia sorge tra due persone e come diventano intuitive, per cui una saprà subito se l'altra si sente triste. Non occorre dirlo;

quando il marito è stanco, la moglie lo sa istintivamente perché entrambi funzionano sulla stessa lunghezza d'onda.

La meditazione non è altro che un ritorno a casa, un semplice riposo interiore. Non è il canto di un mantra, non è neppure preghiera: è un semplice ritorno a casa per riposarsi un poco. Non andare da nessuna parte è medi-tazione, essere semplicemente dove si è. Non esiste un altro posto: essere semplicemente dove si è, occupare solo lo spazio in cui ci si trova...

La meditazione Nadabrahma

La meditazione che si tiene all'ashram nel pomerìggio durante il campo di meditazione mensile.

ha Nadabrahma è un'antica tecnica tibetana, che ori-ginariamente veniva praticata nelle prime ore del mattino. Tuo essere però fatta a qualsiasi ora del giorno, da soli o con altri. È necessario essere a stomaco vuoto e dopo la meditazione si deve restare inattivi per almeno quindici minuti, ha meditazione dura un'ora e si compone di tre stadi.

"Primo stadio: 30 minuti.Siedi in una posizione rilassata, con gli occhi chiusi e le labbra unite. Comincia ad emettere il suono « mmmmm » abbastanza forte da essere udito da altri e da creare una vibrazione in tutto il tuo corpo. Puoi visualizzare una canna di bambù oppure un recipiente vuoto, colmo delle vibrazioni di questo suono. Verrà un momento in cui il suono continuerà da solo e tu diventerai un

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ascoltatore. Non occorre nessun tipo di respirazione particolare, e se desideri puoi cambiare il tono della modulazione, e puoi anche muovere il corpo lentamente e delicatamente.

Secondo stadio: 15 minuti.Il secondo stadio è diviso in due parti di 7 minuti e mezzo ciascuna. Nella prima parte muovi le mani con le palme rivolte verso l'alto, in un moto circolare diretto all'esterno. Partendo dall'altezza dell'ombelico, entrambe le mani muovono in avanti per poi dividersi e comporre due larghi cerchi speculari, uno a destra e l'altro a sinistra. Il movimento deve essere cosi lento da non essere per-cepibile. Immagina di dare energia all'esterno, all'universo.Passati i 7 minuti e mezzo, gira il palmo delle mani verso il basso e comincia a muoverle nella direzione op-posta. Ora le mani si ricongiungeranno all'altezza dell'ombelico per dividersi verso l'esterno ai lati del corpo. Im-magina di prendere energia. E come nella prima fase, non frenare eventuali movimenti del resto del corpo, purché siano leggeri e delicati.

Terzo stadio: 15 minuti.Siedi assolutamente tranquillo e immobile.

Nadabrahma per coppieBhagwan ha dato anche una bellissima variante di questa meditazione per le coppie.I due partner siedono l'uno di

fronte all'altro coperti da un lenzuolo e si tengono le mani incrociandole. È meglio essere nudi. Illuminate la stanza solo con quattro can-dele e bruciate un incenso particolare, che userete solo per questa meditazione.Chiudete gli occhi e per trenta minuti emettete il suo-no « mmmmmm ». Dopo un po' sentirete che le energie si stanno incontrando, mescolando e fondendo insieme.

La meditazione è assoluta sensibilità.

Bhagwan, cosa bisogna fare con le zanzare?

Le zanzare sono antichi meditatoli che hanno fallito. Per questo non vogliono che nessuno riesca a meditare. Sono gelosissime. Ecco perché ti vengono a disturbare ogni volta che sei in meditazione.E non è una novità, è sempre stato cosi: tutti i testi sacri dell'antichità ne parlano, soprattutto quelli jainisti perché i monaci jainisti vivevano nudi. Pensate a un monaco jainista nudo, in India, con tutte quelle zanzare! Ma-havir fu costretto a impartire precise regole sul comportamento da tenere nei confronti delle zanzare. Invitò i suoi discepoli ad accettare gli attacchi delle zanzare: sono la distrazione suprema. Se riuscite a vincerla non incontrerete altre difficoltà; nessuna difficoltà è peggiore di que-

sta. E quando lo disse, parlava per esperienza personale! Vivere nudi in India è difficilissimo.Una volta ho visitato Sarnath, il luogo in cui Buddha fece

girare la ruota del dhamma, il luogo in cui Buddha tenne il primo sermone, il suo discorso più importante perché segnò l'inizio di una nuova tradizione. Abitavo da un

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monaco buddhista.Di zanzare ne ho viste, ma nessuna era paragonabile a quelle di Sarnath. Le zanzare di Poona non sono niente! Dovreste essere contenti! Siete fortunati a non abitare a Sarnath. Le zanzare erano veramente gigantesche!Dovevamo proteggerci con una zanzariera anche durante il giorno. Sotto una zanzariera, su un letto, sedeva il monaco buddhista, sotto l'altra sedevo io: e si chiacchierava.Io dissi: « Non tornerò mai più », perché il monaco mi aveva invitato a ritornare a trovarlo. Dissi: « Mai, mai più! Questa è la prima e l'ultima volta ».E lui: « Questo mi ricorda che per secoli noi monaci buddhisti abbiamo riso e scherzato sul fatto che Buddha non ritornò mai più a Sarnath. Venne una sola volta, tenne il primo sermone e fuggi via! ».Tornò più volte nelle altre località. Deve essere passato almeno trenta volte da Shravasti; di certo è stato quaranta volte a Rajgir, e cosi altrove. Visitò più volte le stesse località, ma a Sarnath venne una sola volta... e non ci ritornò mai più.« E la causa sono queste zanzare », mi spiegò il mo-naco, « e ora anche tu mi dici che non ci vuoi più ritornare ».Gli dissi: « Almeno in una cosa seguirò il Buddha! Non mi è possibile seguirlo in altre — devo essere una luce a me stesso — ma in questo caso lascerò che sia lui ad illuminarmi! ».Riconosco che è difficile, molto difficile, ma dovete im-parare. Non lasciatevi distrarre. Questo non significa lasciare che le zanzare vi sfruttino! Proteggetevi come meglio potete, ma senza farvi prendere dall'ansia, senza in-

nervosirvi. Proteggetevi, state lontani dalle zanzare, scaccia-tele, mandatele via; ma senza innervosirvi. Stanno facendo il loro lavoro. E almeno questo lo dovete capire. Non ce l'hanno particolarmente con voi. Tutti dobbiamo far co-lazione, pranzare o cenare, per cui siate cortesi. Avete tutto il diritto di proteggervi, ma non innervositevi. Il nervosismo disturberà la meditazione, non le zanzare. Potete scacciare le zanzare in modo estremamente meditativo, attento, in piena consapevolezza, senza andare in collera. Provateci!Il problema reale non viene mai dall'esterno; il vero problema è l'irritazione interna. Per esempio, tu stai meditando e i cani là fuori cominciano ad abbaiare. Immediatamente ti innervosisci: « Questi stupidi cani! », ma essi non stanno affatto disturbando la tua meditazione, si stanno divertendo a modo loro! Avranno visto un poliziotto o un postino o un sannyasin! I cani odiano le uniformi, sono assolutamente contro le uniformi. Non appena vedono un'uniforme, si mettono ad abbaiare. Non credono nelle uniformi, e hanno diritto alle proprie opinioni. Non mirano a disturbare te in particolare.Le zanzare fanno il loro lavoro. Voi potete proteggervi, anche voi dovete badare a voi stessi, ma non innervositevi. Questo è l'unico problema. E se riuscite a non innervosirvi, se non vi lasciate distrarre da tutto il fastidio creato intorno a voi dalle zanzare, vi sentirete addirittura riconoscenti verso questi animaletti: vi hanno for-nito una chiave segreta.Se non vi fate distrarre dalle zanzare, nulla può più distrarvi. A quel punto avrete raggiunto uno stato di me-

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ditazione molto stabile.6. La notte: fantasia, preghiera, amoreDi notte, proprio al contrario del mattino, sii completamente inconscio; non porti nessun problema. La notte è giunta, il sole è tramontato, ora tutto sprofonda nell'incoscienza. Inoltrati in questo inconscio.

Diventa una canna di bambù

La meditazione è un modo per entrare in rapporto, per incontrare il proprio sentirsi soli: invece di sfuggirlo, scendere in profondità nel sentirsi soli per vedere con esattezza di cosa si tratta. E a quel punto ti aspetterà una sorpresa: al suo centro non è affatto un sentirsi soli. Colà dimora l'essere soli, che è un fenomeno completamente diverso.Alla periferia c'è il sentirsi soli e al centro si è soli. La periferia è isolamento e il centro è solitudine. E una volta che hai conosciuto la bellezza del tuo esser solo, sarai una persona totalmente diversa: non ti sentirai mai più solo. Perfino sulle montagne o nei deserti, dove sarai assolutamente solo, non ti s'entirai più isolato, perché nel-la tua solitudine saprai che Dio è con te, la tua solitudine avrà profonde radici in Dio e non ti preoccuperai più della presenza o meno di qualcuno: sarai appagato nel tuo stesso essere, avrai una pienezza interiore...Ora ti senti isolato perfino in mezzo a una folla. E io ti dico, se conosci la tua solitudine, non ti sentirai solo neppure nel tuo isolamento.A quel punto cominci a traboccare come una fontana: da quella solitudine sorge la fragranza dell'amore, e da

quella solitudine nasce la creatività: perché da quella so-litudine inizia a manifestarsi Dio. Tu diventi una canna di bambù... e lui si mette a sonare. Ma il canto viene sem-pre da lui.

Medita sulla luce

Più mediti sulla luce, più avrai la sorpresa di sentire dentro di te qualcosa che si apre simile allo schiudersi di un bocciolo di fiore.La meditazione sulla luce è una delle più antiche; in ogni'epoca, in ogni paese, in tutte le religioni, ha avuto importanza per una ragione precisa: perché nel momento in cui mediti sulla luce, qualcosa dentro di te che non era mai sbocciato comincia a schiudere i suoi petali. Il semplice meditare sulla luce crea lo spazio per la sua fio-ritura.Quindi considerala la tua meditazione. Ogni volta che ti è possibile, chiudi gli occhi e visualizza una luce. Ogni volta che vedi una luce, entraci in armonia. Non continuare a ignorarla. Mettiti in adorazione: può essere un'alba,può essere una semplice candela nella stanza, ma assumi un atteggiamento di preghiera e verrai ricompensato.Se riesci a mantenere un'armonia costante con la luce, la benedizione sarà immensa.

Tratak: la tecnica della contemplazione

Se per un'ora al giorno fissi una fiamma e pratichi questa tecnica per alcuni mési, il tuo

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terzo occhio inizia a funzionare alla perfezione. Diventi più attento, più luminoso.La parola tratak deriva da una radice che significa lacrime, quindi devi guardare la fiamma finché gli occhi non iniziano a lacrimare. Continua a fissare, senza battere le ciglia, e il terzo occhio inizierà a vibrare.Di fatto la tecnica della contemplazione non ha niente a che vedere con l'oggetto, è in rapporto al modo in cui si guarda. Perché quando guardi una cosa senza battere le ciglia, ti concentri, mentre la natura della mente è costante movimento. Se guardi senza distrarti, senza muoverti affatto, la mente si troverà inevitabilmente in difficoltà.La mente per sua natura si sposta da un oggetto all'altro, è in movimento costante. Se fissi l'oscurità o una luce o qualsiasi altra cosa, se fissi veramente, il movimento della mente si interrompe, perché se la mente continua a muoversi ti sarà impossibile fissare, l'oggetto della tua concentrazione continuerà a sfuggirti. Quando la mente si sposta su qualcos'altro, te ne dimenticherai, non riuscirai più a ricordare cosa stavi guardando. L'oggetto è sempre presente, ma per te sarà scomparso, perché tu non ci sei più: ti sei spostato nel pensiero.Contemplare: tratak significa non permettere alla tua consapevolezza di spostarsi. E se non permetti alla mente di muoversi, in un primo tempo si ribellerà, lotterà con tutte le sue forze, ma se perseveri nell'arte della contemplazione, pian piano la mente cesserà di ribellarsi. Per alcuni istanti si fermerà. E quando la mente si ferma, compare la non-mente, poiché la mente può esistere solo nel movimento, il pensiero

può esistere solo nel movimento. Quando non c'è movimento il pensiero scompare, non ti è possibile pensare, perché pensare significa movimento, spostarsi da un pensiero all'altro. È un processo.Se fissi costantemente un oggetto, restando assoluta-mente sveglio e attento... perché è anche possibile fissare con occhi spenti, in questo caso continuerai a pensare: sono occhi spenti, occhi che non vedono. Puoi guardare con gli occhi di un cadavere, ma allora la tua mente continuerà a muoversi. E questo non ti servirà a niente. La contemplazione non implica solo gli occhi, ma tutta la tua mente messa a fuoco attraverso gli occhi.Per cui qualunque sia l'oggetto — dipende: se ti piace la luce, va benissimo; se ti piace l'oscurità, va bene ugualmente —; qualunque sia l'oggetto è profondamente irrilevante, l'importante è fermare completamente la mente trami-te la contemplazione, metterla a fuoco, si da arrestare il mo-vimento interiore, l'irrequietezza; si da fermare la vacillazione interiore. Tu guardi semplicemente, senza far nulla. Questa contemplazione profonda, ti trasformerà completamente. Diventerà una meditazione.

Guardare fisso in uno specchio

Chiudi la porta della tua stanza e metti un grande specchio davanti a te. La stanza deve essere buia. Quindi accendi una candela di fianco allo specchio, in modo che non venga riflessa direttamente. Lo specchio riflette solo il tuo volto e non la fiamma. Poi fissa con insistenza i tuoi

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occhi, senza battere le ciglia. È un esperimento di quaranta minuti, e nel giro di due o tre giorni riuscirai a non muovere più gli occhi.Anche se vengono le lacrime, lasciale venire, ma continua a non battere le ciglia e a fissare i tuoi occhi riflessi. Non muovere lo sguardo. Continua a fissarti negli occhi, i tuoi occhi, e nel giro di due o tre giorni ti ac-corgerai di un fenomeno singolare: il tuo volto assumerà nuove fisionomie. Ti potrai perfino spaventare. Il volto nel-lo specchio comincerà a cambiare. A tratti comparirà un volto molto diverso che non riconoscerai neppure come il tuo.Ma di fatto tutti questi volti ti appartengono. Ora la mente subcosciente è pronta ad esplodere. Questi volti, queste maschere, ti appartengono. Può apparire perfino un volto che appartiene a una vita passata. Dopo una settimana di concentrazione costante, per quaranta minuti ogni giorno, il tuo volto diventerà un flusso, un film. Volti diversi continueranno ad apparire per poi scomparire... e dopo tre settimane non riuscirai più a ricordare quale sia il tuo vero volto. Non sarai più in grado di ricordare il tuo volto, perché ne avrai visti passare troppi.

Se perseveri, dopo la terza settimana, un giorno all'im-provviso accadrà la cosa più strana: tutto a un tratto lo specchio non rifletterà più alcun volto. Lo specchio sarà vuoto, tu starai contemplando il vuoto. Non ci sarà nessun volto. Questo è il momento: chiudi gli occhi e guarda in faccia il tuo inconscio.Sarai nudo, completamente nudo, cosi come sei in realtà. Ogni inganno sarà caduto.

Contemplare l'essere del Buddha

Tieni nella tua stanza una statuina del Buddha e, ogni volta che ne hai il tempo, osservala semplicemente.Le statue del Buddha non vennero create solo come immagini, ma anche come oggetti di meditazione. Non rappresentano il vero Buddha: non gli assomigliano affatto. Sono una metafora. Non rappresentano l'aspetto fisico del Buddha, bensì la sua grazia interiore. Non è che egli avesse questa conformazione fisica, questo volto, questo naso e questi occhi: quello non è importante. Non è un'im-magine realistica, è surreale. Accenna a una realtà che tra-scende la cosiddetta realtà, è uno yantra. Si può entrare

in meditazione semplicemente guardandolo. Per questo furono create migliaia di statue del Buddha: nessun altro uomo ha tante statue quante ne ha il Buddha. In alcuni templi, in un singolo tempio sono raccolte diecimila statue del Buddha, semplicemente per creare un'atmosfera me-ditativa. Ovunque giri lo sguardo vedi un Buddha, ne sei circondato, la fisionomia del Buddha, l'essere del

Buddha, quel silenzio, quella grazia, quegli occhi chiusi, quella posizione immobile, quell'equilibrio, quella simmetria. Quelle statue del Buddha sono musica scolpita nel marmo, sermoni nella pietra.

Shiva Netra

È una meditazione sul terzo occhio, composta da due stadi che si ripetono tre volte, per un totale di sei

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stadi dì 10 minuti ciascuno.

Primo stadio: 10 minuti.Siedi perfettamente immobile e osserva una luce blu con lo sguardo sfocato.

Secondo stadio: 10 minuti.Chiudi gli occhi e ondeggia lentamente e dolcemente da una parte all'altra.Ripetere i due stadi, alternandoli, per tre volte.

Lascia che una stella entri in te

Armonizzati sempre di più con le stelle. Ogni volta che vedi stelle nel cielo e la notte è chiara, sdraiati per terra e guarda il cielo. Se ti senti attratto da una stella particolare, concentrati su quella. E mentre ti concentri immagina di essere un laghetto in cui quella stella si riflette profondamente. Quindi guarda la stella là fuori e vedila riflessa dentro di te. Questa sarà la tua meditazione, e ne trarrai una felicità immensa. Una volta stabilital'armonia, ti basterà chiudere gli occhi per vedere quella stella, la tua stella: ma prima la devi individuare.

In Oriente esiste un mito secondo cui ognuno ha una sua stella. Tutte le stelle non appartengono a tutti, ognuno ha una stella particolare. È un mito bellissimo.Per quanto riguarda la meditazione, puoi scoprire la stella che ti appartiene e a cui appartieni tu: tra di voi si stabilirà un'affinità particolare, perché noi siamo composti di luce, come le stelle. Vibriamo sotto forma di luce come le stelle. Ti sarà facile trovare una stella con cui ti senti naturalmente in

sintonia, che è sulla tua stessa frequenza d'onda. Quella è la tua stella, meditaci sopra. Poi col tempo lasciala entrare in te. Guardala, quindi chiudi gli occhi e rivedila dentro di te. Riapri gli occhi: guardala; richiudi gli occhi, visualizzala dentro di te. Ben presto ti accorgerai che è dentro di te. Allora la ritroverai ogni volta che chiudi gli occhi.E quando inizi a percepirla dentro di te, avvertila vicino all'ombelico, cinque centimetri sotto l'ombelico. Riponila li, continua a riporla li e presto sentirai sorgere dentro di te una luce intensa, come se una stella fosse real-mente esplosa; e non la sentirai solo tu, anche gli altri inizieranno a percepirla: il tuo corpo comincia a vibrare di una luce particolare, il tuo volto è diventato una luce. Basta che scruti per alcune notti e riuscirai a riconoscere la tua stella.

Meditazione « lunatica »

Inizia questa pratica tre giorni prima della notte di luna piena. Esci all'aperto, guarda la luna e inizia a oscillare. Senti di esserti abbandonato completamente alla luna, fino a esserne posseduto. Guarda la luna, rilassati e dille che sei a sua disposizione, che può fare di te quello che vuole. Poi, qualsiasi cosa accada, lasciale spazio.Se hai voglia di ondeggiare, ondeggia; oppure se ti senti di danzare o cantare, fallo. Ma tutto deve accadere come se tu fossi posseduto: non sei tu ad agire, è un semplice evento. Tu sei solo uno strumento che viene sonato.

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Fai questo nei tre giorni che precedono la luna piena, e man mano che la luna cresce, anche tu sentirai l'energia aumentare dentro di te. Ti sentirai sempre più posseduto, e la notte di luna piena sarai completamente pazzo. Dopo una sola ora di danza e di follia ti sentirai ri-lassato come mai prima.

Addormentati come fossi l'universo

Siedi in silenzio e medita sul fatto che non hai confini, i tuoi limiti sono i limiti dell'universo. Sentiti espan-dere e in questa sensazione includi ogni cosa: il sole sor-ge dentro di te, le stelle si muovono dentro di te, gli alberi crescono e i pianeti appaiono e scompaiono... in questo stato di consapevolezza espanso sentiti immensamente beato. Quella diventerà la tua meditazione. Quindi ogni volta che hai tempo e non hai nulla da fare, siedi semplicemente in silenzio e sentiti espanso. Lascia cadere i tuoi limiti. Trascendi ogni limite. All'inizio, per qualche giorno, sembrerà una follia, perché ci siamo troppo abi-tuati ai nostri limiti. In realtà non ci sono confini. Il limite è un limite mentale. È tale perché noi crediamo che sia cosi.Percepisci questa espansione oceanica il più spesso pos-sibile e presto entrerai in sintonia. A quel punto basterà un piccolo mutamento di prospettiva per far apparire questa armonia. Ogni sera, quando vai a letto, addormentati con questa consapevolezza espansa. Addormentati come se le stelle movessero dentro

di te, come se il mondo ap-parisse e scomparisse dentro di te. Addormentati come fossi l'universo. Al mattino, non appena ti accorgi che il sonno se ne è andato, di nuovo ricorda questa espansione e alzati come fossi l'universo. E anche durante il giorno, ricordalo il più spesso possibile.

Fantasia

Tutto è irreale

Provalo un giorno al cinema! £ una buona meditazione. Prova semplicemente a ricordare che il film è irreale. È irreale... continua a ricordare che è irreale e che lo schermo è vuoto, e rimarrai sorpreso: per alcuni secondi te ne ricorderai, ma poi te lo dimenticherai e l'immagine sullo schermo tornerà a essere reale. Ogni volta che dimentichi te stesso, il sogno diventa reale. Ogni volta che ricordi te stesso — ti dai una scossa: « Io sono reale » — allora lo schermo e tutto ciò che viene proiettato diventano irreali.

Una meditazione nella meditazione

Alla sera spegni la luce, siedi sul letto e chiudi gli occhi. Immagina di essere in una foresta... enormi alberi verdi, selvaggi. Immagina che ti trovi lf, poi comincia a camminare. Lascia che le cose accadano, non forzarle. Non dire: « Mi piacerebbe avvicinarmi a quell'albero »; no, lasciati semplicemente andare. Cammina nella foresta per cinque, sette minuti, e arriverai nei pressi di una grotta.Percepisci ogni cosa nei dettagli: la terra sotto i tuoi piedi, tocca con le mani le

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pareti di pietra della grotta, sentine la ruvidezza, la freschezza. Vicino alla grotta c'è una cascata. La troverai: una cascatella... e il rumore dell'acqua che precipita. Ascoltalo, e ascolta il silenzio della foresta e degli uccelli. Lasciati andare all'intera esperienza. Quindi siedi all'interno della grotta e inizia a meditare. È una meditazione all'interno della meditazione. Non hai mai visto le scatole cinesi? Una scatola dentro un'altra scatola, dentro un'altra scatola...

Sii un animale!

Di notte prova questa meditazione. Immagina di non essere affatto un essere umano. Puoi scegliere l'animale che preferisci. Se ti piace il gatto, benissimo. Se ti piace un cane, perfetto... oppure una tigre; maschio o femmina, quello che ti piace di più. Scegli e non cambiarlo più: diventa quell'animale. Cammina nella stanza a quattro zampe e diventa quell'animale.Per quindici minuti goditi il più possibile questa fantasia: se sei un cane, abbaia e fai tutto ciò che di solito fa un cane, e fallo davvero! Divertiti. E non controllarti, perché un cane non si può controllare. Un cane è libertà assoluta, per cui fai qualsiasi cosa ti venga di fare in quel momento. Non permettere che il tuo elemento umano di controllo interferisca. Sii accanitamente un cane. Per quindici minuti, va a zonzo nella stanza... abbaia, salta!Ti sarà d'aiuto. Hai bisogno di più energia animale. Sei

troppo sofisticato, troppo civilizzato, e questo ti para-lizza. Un eccesso di civilizzazione è paralizzante. A piccole dosi va bene, ma in dosi massicce è pericoloso. Si dovrebbe essere sempre in grado di tornare animali. La tua animalità deve essere liberata.Se riesci a imparare come essere un po' più selvaggio, tutti i tuoi problemi scompariranno. Inizia da questa notte, e divertiti!

Per la meditazione puoi solo compiere azioni al negativo. Non puoi forzarla, non la puoi strumentalizzare. Una meditazione controllata non avrà alcun valore.

Sii il più negativo possibile

Ogni notte per sessanta minuti prova questo metodo. Per quaranta minuti diventa negativo — il più negativo possibile. Chiudi le porte, sistema dei cuscini nella stanza. Stacca il telefono e di' a tutti che per un'ora non vuoi essere disturbato. Metti un cartello sulla porta che avverta di lasciarti solo per un'ora. Crea una situazione la più cupa possibile: metti una musica triste, sentiti spento. Siedi perterra e sentiti negativo. Ripeti « no » come se fosse un mantra.Immagina scene del passato in cui ti sentivi spento e morto e desideravi suicidarti, perché non provavi alcun entusiasmo per la vita, e ingigantisci questi ricordi. Crea intorno a te una situazione di tristezza globale. La tua mente cercherà di distrarti. Ti dirà: « Che fai? La notte è così bella, e c'è la luna piena! ». Non ascoltarla. Dille di

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ripassare più tardi, per ora sei totalmente impegnato, nella tua negatività. Sii religiosamente negativo. Piangi, lamentati, urla, grida, bestemmia — contro qualsiasi cosa — ma ricorda: non sentirti mai felice, non lasciare spazio a felicità alcuna. Se ti cogli in fallo, datti immediatamente una sberla! Riportati alla negatività, e inizia a picchiare i cuscini, lotta con loro, strapazzali: sii cattivo! E scoprirai che è molto difficile essere negativi per quaranta minuti di seguito.Questa è una delle leggi fondamentali della mente: « Ti sarà impossibile fare qualcosa, se ne sei consapevole ». Ma tu falla — e quando agisci con consapevolezza, sentirai una separazione. Tu stai agendo, tuttavia rimani un testimone; non ti perdi nell'azione. Si crea una distanza, e quella distanza ha uno splendore incredibile. Ma non ti sto dicendo di creare quella distanza. È una conseguenza — non te ne devi preoccupare.Trascorsi quaranta minuti esci dalla negatività di colpo. Allontana i cuscini, accendi le luci, metti una bella musica, e danza per venti minuti. Ripeti semplicemente: « Si! Si! Si! ». Lascia che sia il tuo mantra. E poi fatti una bella doccia. Pulirà via tutta la negatività, e ti darà un'intuizione nuova sull'essere positivo. E lo scopo della religione è di arrivare a dire di si. Ci hanno abituato a dire di no, è cosi che l'intera società si è abbrutita.E questo ti ripulirà completamente. In te hai energia, ma l'energia è

circondata da macigni di negatività che non le permettono di manifestarsi. Una volta rimossi questi ma-cigni tornerai a scorrere meravigliosamente. L'energia è pronta ad uscire, ma prima di tutto ti devi addentrare nella negatività. Se non si va a fondo nel no, nessuno è in grado di conseguire la vetta del si. Devi imparare a dire no totalmente, solo allora potrà manifestarsi la positività.

« Si, si, si »

Considera il sf un man tra. Ogni notte, prima di ad-dormentarti ripeti: « Sì, si, si » e abbandonati a questa armonia; lasciati trasportare, lascia che circondi tutto il tuo essere dalla punta dei piedi alla testa. Lascialo penetrare. Ripeti: « Si, si, si ». Per dieci minuti ogni sera lascia che sia la tua invocazione, e poi addormentati. E al mattino presto, di nuovo, siedi sul letto per almeno tre minuti. La prima cosa da fare è ripetere « sì », e abbandonarsi a questa armonia. Durante il giorno, ogni volta che ti senti negativo, fermati ovunque ti trovi. Ripeti: « Si, si » ad alta voce: è la cosa migliore. Altrimenti ripetilo in silenzio: « Si, si ».

Datti una scossa!

Spegni la luce e stai in piedi nell'oscurità. Quindi inizia a scuoterti partendo dalla testa, scuoti solo la testa. Goditi questo scotimento e cogline la sensazione dall'interno. Quindi scuoti la parte superiore del corpo, la testa, le mani, il torace; non muovere la parte inferiore.Quando hai sentito questo scotimento e ne hai goduto,

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comincia a scuotere la parte inferiore del corpo. Infine scuoti tutto il corpo. Dividi l'azione in tre momenti: prima la testa, solo la testa; poi il torace, e infine tutto il corpo.Comincia con la testa perché all'inizio ti sarà più facile percepirlo in quel punto, poiché la consapevolezza è più vicina, e da li è più facile esserne testimoni. E goditelo fino in fondo!Quando cominci a scuotere tutto il corpo, trova laposizione in cui ti senti più aggraziato, quella che ti fa sentire più bello. E dopo tre minuti fissati in quella po-sizione, qualunque essa sia — le mani alzate, il corpo piegato in avanti o su un fianco, o qualsiasi altra — e immobilizzati in quella posizione per quattro minuti.Questa è una meditazione di dieci minuti: scuoti la testa per un minuto, scuoti il torso per due minuti, scuoti tutto il corpo per tre minuti, e per quattro minuti rimani congelato come fossi diventato di pietra, non fare altro!E conserva sempre la sensazione delle quattro fasi. Mentre ti scuoti, senti l'energia che si rimescola... e poi tutto il corpo diventa un'esplosione di energia. Sentiti come se non fossi altro che un ciclone. E improvvisamente congelati e resta immobile come una statua, a quel punto sentirai il centro. Attraverso quel ciclone raggiungerai il tuo centro.

Le mie meditazioni hanno lo scopo di riportarvi alla vostra infanzia, al tempo in cui non eravate persone rispettabili, al tempo in cui potevate essere folli, al tempo in cui

eravate innocenti, non ancora corrotti dalla società, al tempo in cui non avevate ancora appreso le astuzie del mondo, al tempo in cui non appartenevate a questo mondo, ma all'altro. Vorrei che tutti voi ritornaste a quel periodo e da li ripartiste un'altra volta. E questa è la vostra vita. La rispettabilità e il denaro sono premi di consolazione, non sono vere conquiste. Non lasciatevi ingannare.

Togliti la corazza

La sera, quando vai a dormire, togliti i vestiti, e mentre li lasci cadere immagina che non ti stai togliendo solo gli abiti, ti stai togliendo anche la corazza. Fallo veramente! Toglila e tira un bel respiro profondo; quindi, va' a dormire come se non avessi alcuna corazza, senza nulla addosso, senza costrizioni di sorta.

« Oh »

Prima di andare a dormire, spegni la luce, siediti sul letto, chiudi gli occhi ed esala profondamente dalla bocca emettendo il suono « oh ». Il tuo stomaco rientra, mentre l'aria fuoriesce e tu continua a produrre il suono « oh ». Ricorda: non dico « aum », dico semplicemente « oh ». Diventerà aum automaticamente, non occorre che sia tu a produrre l'aum. In quel caso sarebbe falso. Limitati a creare il suono « oh ».Ti sentirai sempre più rilassato e il tuo sonno avrà una qualità diversa, assolutamente diversa. E solo trasformando il tuo sonno riuscirai a diventare più

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sveglio e consapevole. Ecco perché inizieremo trasformando il tuo sonno.Quando avrai espirato completamente dalla bocca, sempre creando il suono « oh », sentirai che non hai più fiato, quando tutta l'aria è uscita, fermati per un istante. Non inalare, non espirare; fermati! In quell'attimo di sospensione sei il divino. In quella pausa non fai nulla, non respiri nemmeno. In quella pausa sei nell'oceano. Il tempo non è più, perché esso si muove con il respiro. B come se l'intera esistenza si fosse fermata con te. In quella pausa puoi diventare consapevole della fonte più profonda del tuo essere e della tua energia. Quindi, fermati per un istante.Poi riprendi ad inspirare dal naso. Ma non sforzarti. Ricorda: nell'espirazione devi sforzarti, ma non ti devi sforzare mentre inspiri. Lascia che sia il corpo ad inalare. Tu rilassa la tua presa e lascia che il corpo compia l'inspirazione. Non fare nulla.L'esistenza respira da sola; scorre da sola lungo il suo corso. È un fiume: tu insisti a spingerlo inutilmente. Ti accorgerai che il corpo inspira da solo. Il tuo sforzo è inu-tile, il tuo ego non è necessario, tu non sei necessario. Diventa un semplice osservatore. Osserva semplicemente il corpo che inspira. E avvertirai un silenzio profondo.Quando il corpo ha compiuto un'inspirazione completa, fermati per un istante. E di nuovo osserva. Questi due momenti sono totalmente diversi. Quando ti fermi dopo aver espirato

completamente, quell'attimo di sospensione assomiglia alla morte. Quando ti fermi dopo aver inspirato totalmente, quell'attimo di sospensione è il punto cul-minante della vita. Ricorda, l'inalazione è l'equivalente della vita, l'esalazione corrisponde alla morte.Sentilo! Percepisci entrambi i momenti. Per questo ti dico di fermarti due volte: dopo aver esalato e ancora dopo aver inalato; in questo modo potrai percepire sia la vita che la morte. Quando saprai che « questo » è vita, e « questo » è morte, le avrai trascese entrambe.Il testimone non è né morte né vita. Il testimone non è mai nato e non muore mai. Solo il corpo, il meccanismo, muore. Tu sei diventato « il terzo ».Fai questa meditazione per venti minuti e poi abban-donati al sonno.

Meditazioni sulla vita e sulla morte

La sera, prima di andare a dormire, fai questa medi-tazione di quindici minuti. È una meditazione sulla morte. Sdraiati e rilassa il corpo. Sentiti come se stessi mo-rendo e non riesci più a muovere il corpo perché sei morto. Crea la sensazione che tu te ne stia andando dal corpo. Continua per dieci, quindici minuti, e nel giro di una settimana riuscirai a sentirlo davvero. E addormentati mentre stai meditando. Non creare interruzioni. Lascia che la meditazione si trasformi in sonno, e non appena il sonno si impadronisce di te, dormi pure.Al mattino, non appena ti senti sveglio — non aprire

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gli occhi — fai la meditazione sulla vita. Immagina che ti stai riempiendo di vita, la vita sta ritornando e tutto il corpo trabocca di vitalità e di energia. Comincia a muo-verti, a dondolare nel letto ad occhi chiusi. Senti che la vita fluisce dentro di te. Senti che il corpo ha un incredibile flusso di energia: esattamente l'opposto della meditazione sulla morte. Dunque, fai la meditazione sulla morte la sera, prima di addormentarti e la meditazione sulla vita proprio prima di alzarti.Durante la meditazione sulla vita puoi fare respiri pro-fondi. Sentiti pieno di energia... la vita che entra in te col respiro. Sentiti ricolmo e molto felice, vivo. E dopo quindici minuti, alzati.

Usa un biberon

Ogni notte, prima di addormentarti, prendi un biberon, una bottiglietta per il latte dei bambini, e mettilo in bocca. Raggomitolati come un bambino e inizia a succhiare la tettarella: qualcosa in profondità si sentirà appagata.

Non ti è possibile metterti totalmente a nudo di fronte a un altro. Per questo in Orien-te non abbiamo mai sviluppato nulla che as-somigli alla psicoanalisi: abbiamo sviluppato la meditazione, cioè l'arte di mettersi a nudo davanti a se stessi. Questa è l'unica possibilità di essere assolutamente veri, perché non esiste alcuna paura.

Affrontare la propria paura

Bhagwan ha suggerito una serie di tecniche per aiutarci ad affrontare la paura in qualsiasi forma si presenti, e accettarla.

Addentrarsi nella propria pauraOgni notte, per quaranta minuti, vivi la tua paura. Siedi in camera, spegni la luce e comincia a sentire pau-ra. Pensa a tutte le cose orribili, fantasmi e dèmoni, a qualsiasi cosa riesci ad immaginare. Crea dei mostri, immagina che stiano danzando intorno a te e cerchino di afferrarti per consegnarti alle forze del male. Lascia che le tue fantasie ti spaventino veramente e tocca il fondo più oscuro dell'immaginazione: ti stanno uccidendo, vogliono vio-lentarti, ti vogliono strangolare. E non sono solo un paio di dèmoni, sono tanti e ti attaccano da tutte le parti. Entra nella paura il più profondamente possibile e affronta qualsiasi cosa accada.Inoltre, durante il giorno o in qualsiasi momento si risvegli in te la paura, accettala. Non rifiutarla. Non pensare che sia qualcosa di male che devi controllare; è un fenomeno naturale. Accettandola e lasciando che si esprima nella notte, le cose inizieranno a cambiare.

Addentrati nel vuoto che è in te

Ogni notte, prima di dormire, chiudi gli occhi, e per venti minuti scendi nel vuoto che è in te. Accettalo, lascia che sia presente. Se affiora la paura, lascia che sia presente. Anche se tremi di paura, non rifiutare lo spazio che sta

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nascendo dentro di te. In due o tre settimane sarai in grado di percepirne la bellezza, sarai in grado di avvertirne la benedizione. E una volta gustata questa grazia, la paura sparirà da sola. Non devi lottare con lei. Nel giro di tre settimane, un giorno all'improvviso sentirai una grande beatitudine, un'esplosione di energia travolgente, una qualità gioiosa del tuo essere, come

se la notte fosse finita e il sole apparso all'orizzonte.

Ritornare nel grembo

Prima di addormentarti, siedi sul letto — mettiti in una posizione rilassata — e chiudi gli occhi. Senti il cor-po rilassarsi... se il corpo inizia a piegarsi in avanti (come è possibile che accada), lascialo andare. Forse assume-

rà una posizione fetale, quella del bambino nel grembo materno. Se è questo che senti, assumi la posizione fetale, diventa un bambino nel grembo della madre.E poi avverti semplicemente il tuo respiro, non fare altro. Ascoltalo semplicemente: il respiro che entra, il respiro che esce, il respiro che entra, il respiro che esce. Non devi ripeterlo a parole: avvertine semplicemente il fluire.Sentilo semplicemente, e in quel sentire insorgeranno un silenzio e una chiarezza straordinari.Fallo solo per dieci o venti minuti — da un minimo di dieci a un massimo di venti minuti — e poi dormi.

Prima o poi bisogna confrontarsi con il proprio sentirsi soli. Una volta affrontato, questo sentirsi soli cambia colore, cambia qualità; acquista un sapore assolutamente diverso. Diventa un essere soli. Allora non è più iso-lamento, è solitudine. Nel sentirsi soli vi è infelicità, la solitudine si apre alla beatitudine.

Lasciare uscire le proprie voci

Quando la meditazione libera energia dentro di te, troverà vie diverse per esprimersi. Dipende dal tipo di talento che hai. Se sei un pittore, con l'energia liberata dalla meditazione dipingerai di più, dipingerai come un pazzo, ti scorderai di tutto, del mondo intero. Tutta la tua energia verrà incanalata nella pittura. Se danzi, la meditazione darà alla tua danza una maggiore intensità. Dipende dalla capacità, dal talento, dall'individualità, dalla personalità, per cui nessuno sa cosa gli accadrà. Talvolta avvengono mutamenti improvvisi. Una persona che è sempre stata molto taciturna, poco comunicativa, d'un tratto si metterà a parlare. Forse si era repressa, forse non le era mai stato concesso di parlare. E non appena l'energia insorge e fluisce, si mette a parlare.Ogni notte, prima di andare a letto, siedi di fronte a un muro per quaranta minuti, e parla, parla ad alta voce. Divertiti... va' fino in fondo! Se scopri che insorgono due voci, lascia che si esprimano entrambe. Parla con una delle due, poi rispondi con l'altra, e vedrai come riesci a creare un bellissimo dialogo.Non cercare di controllarlo, perché non stai parlando per nessuno. Se vuol essere folle, lascia che lo sia. Non metterti a tagliare, a censurare, altrimenti rovini tutto.Ripeti questo esperimento per almeno dieci giorni. Impegna tutta la tua energia in questa pratica.

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Non vi posso prima aprire le porte del paradiso cosicché voi diventiate silenti. Prima siate totalmente folli.

Gibberish meditation

Meditazione, che consiste nel-suoni senza senso. È un mela anche movimenti corporei

on la meditazione Devavani, leremo più avanti.Da solo o in gruppo, chiudi gli occhi e comincia a emettere suoni senza senso, balbettii. Per quindici minuti abbandonati completamente a questi farfuglii. Lascia libero corso a tutto ciò che in te ha bisogno di esprimersi. Butta fuori tutto! La mente pensa continuamente in termini verbali. Questa tecnica aiuta ad interrompere la reazione di verbalizzazione costante. Con il gibberish puoi liberarti dai tuoi pensieri senza doverli reprimere. E allo stesso tempo lascia che anche il tuo corpo si esprima.Quindi, sdraiati sulla pancia e per quindici minuti sentiti come se ti unissi con la madre terra. A ogni esalazione sentiti fondere nel suolo sotto di te.Dio è un espediente per aiutarti a pregare. Una volta che hai imparato a pregare, scordati totalmente Dio. La preghiera in se stessa è sufficiente, più che sufficiente.

La preghiera

Non c'è nessuno che ascolta le tue preghiere. La tua preghiera non è altro che un monologo; preghi il cielo vuoto. Nessuno ti ricompenserà per le tue orazioni, ricordalo. Se hai veramente compreso cos'è la preghiera, la preghiera stessa sarà la ricompensa. Non c'è altro che ti possa ricompensare: la ricompensa non è nel futuro, non è nell'aldilà.Ma la preghiera in sé è un fenomeno cosi bello che non può importarti del futuro o di una ricompensa! L'idea di una ricompensa è solo avidità. La preghiera è una celebrazione tale, reca una gioia e un'estasi cosi alte, che è in sé la ricompensa migliore. Non si prega per paura né si prega per avidità. Si prega perché pregare è una gioia. Non ci si preoccupa neppure se Dio esiste o meno.Se ti piace danzare, non ti domandi se esiste o meno un Dio. Se ti piace danzare, danzi e basta; non ti preoccupi se qualcuno in cielo vede la tua danza. Non ti chiedi se le stelle e il sole e la luna ti ricompenseranno per la tua danza. La danza in sé è una ricompensa sufficiente. Se ti piace cantare, canti, non importa se qualcuno ti ascolta.E lo stesso vale per la preghiera. È una danza, è un canto, è musica, è amore. Ne gioisci ed è sufficiente. La preghiera è lo strumento e la preghiera è il fine. Il fine e il mezzo non sono separati: solo allora saprai cos'è la preghiera.Quando dico preghiera, intendo apertura verso Dio. Non è che tu debba dire qualcosa, non devi chiedere nulla, è un semplice aprirsi, cosicché se Lui vuole donare qualcosa, tu sei pronto. Una profonda attesa, ma priva di deside-rio, ecco cosa occorre. Una attesa vibrante, come se da un momento all'altro dovesse accadere qualcosa. Fremi per quel che l'ignoto ti potrà portare, ma non hai nessun desiderio. Non ti aspetti che succeda qualcosa in particolare. Se hai una richiesta, la preghiera ne è contaminata.Quando non chiedi nulla, quando rimani semplicemente in silenzio, e tuttavia sei aperto, pronto a qualsiasi cosa, disposto perfino a morire,

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quando sei in uno stato d'animo di semplice ricettività, passivo, disponibile, allora la preghiera accade.La preghiera non è qualcosa che si può fare, non ha nulla a che vedere con l'agire. Non è un'azione o un'attività, è una dimensione dell'essere.Se vuoi dire qualcosa, dilla. Ma ricorda che le tue parole non avranno alcun effetto sull'esistenza. Toccheranno il tuo cuore, e questo potrebbe essere un bene, ma la preghiera non cambierà mai le intenzioni di Dio. Può cambiare te, ma se non ti trasforma, allora è solo un truc-chetto. Puoi continuare a pregare per anni, ma se non ti trasforma, lasciala perdere, è spazzatura. Liberatene.La preghiera non cambierà Dio. Tu pensi sempre che, pregando, Dio cambierà idea, sarà più accondiscendente, si accorgerà un po' di te. Non c'è nessuno che ti ascolta, questo cielo infinito non ti può ascoltare. Questo cielo infinito può essere con te solo se tu sei con lui: non c'è altro modo per pregare.Io vi suggerisco anche di pregare, ma la preghiera dovrebbe essere un semplice fenomeno di energia; non un fenomeno del tipo « il devoto-e-Dio », bensì un fenomeno di energia.

Tutte le meditazioni sono un'attesa, ogni preghiera è pazienza infinita. L'essenza della religione consiste nel non permettere alla mente di crearvi ulteriori problemi. Se dite alla mente di aspettare, la meditazione accade. Se riuscite a persuadere la mente ad attendere, sarete in preghiera, perché attendere significa assenza di pensiero. Significa sedersi semplicemente sulla riva, senza farsi coinvolgere dal fiume. Cosa puoi fare? Qualsiasi azione da parte tua non farebbe che intorbidirlo. Proprio il tuo affrontare la corrente creerebbe altri problemi, per cui aspetta.

La meditazione della preghiera

È meglio fare questa preghiera di notte, in una stanza buia, e andare a dormire immediatamente dopo; oppure la si può praticare al mattino, ma deve essere seguita da quindici minuti di riposo. Questo riposo è neces-sario, altrimenti ti sentirai ubriaco, in uno stato di torpore.Questo fondersi con l'energia è preghiera. Ti trasforma. E quando tu cambi, cambia l'intera esistenza.Alza entrambe le mani al cielo, le palme rivolte verso l'alto, la testa sollevata, e avverti semplicemente il fluire dell'esistenza dentro di te.Man mano che l'energia fluisce verso il basso avvertirai nelle braccia un leggero tremolio: sii simile ad una foglia nella brezza, tremolante. Abbandonati, favorisci questa sensazione. Quindi lascia che tutto il tuo corpo vibri di energia, e lasciati trasportare da qualsiasi cosa accada.Sentiti fluire ancora una volta con la terra. La terra e il cielo, il sopra e il sotto, yin e yang, maschile e femminile: fluisci, fonditi, abbandonati completamente. Tu non sei più. Diventi uno... ti sciogli.Dopo due o tre minuti, o quando ti senti completamente ricolmo, piegati al suolo e bacia la terra. Sii semplicemente un veicolo perché l'energia divina si riunisca alla terra.Questi due stadi della meditazione devono essere ripetuti sette volte in tutto, per sbloccare tutti i chakra. Si possono ripetere più di sette volte, ma se non li ripeti almeno sette volte, ti sentirai irrequieto e non riuscirai a dormire.E abbandonati al sonno in quello spazio di preghiera. Sprofonda semplicemente nel sonno e l'energia rimarrà con te. Il suo fluire ti seguirà anche nel sonno.Questo ti aiuterà moltissimo, perché cosi l'energia ti circonderà tutta la

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notte e continuerà a lavorare. Al mattino ti sentirai più fresco di quanto non ti sia mai sentito in passato, più vivo di quanto non ti sia mai sentito. Ti sentirai pervaso da uno slancio, da una vitalità nuovi, e per tutto il giorno avvertirai la presenza di una energia diversa, una nuova vibrazione, un nuovo canto nel cuore, una nuova danza nel tuo passo.

LatihanStai semplicemente in piedi in una posizione rilassata, e aspetta che Dio, che il Tutto operino su di te. E poi fai qualsiasi cosa ti senti di fare in uno stato d'animo di profonda preghiera: « Sia fatta la Sua volontà » ...e ri-lassati.È come l'esperienza della scrittura automatica, si prende semplicemente la penna in mano e si aspetta. All'improvviso un'energia si impadronisce della mano che inizia a muoversi da sola. È un fenomeno sorprendente, la mano si muove e non sei tu a muoverla! Fai che la tua attesa abbia questa qualità, e dopo tre, quattro minuti, all'improvviso sentirai degli scossoni e l'energia che scende nel corpo. Non aver timore, anche se fa paura. Tu non stai facendo niente. Di fatto tu sei solo un testimone: è un evento.Abbandonati a questa energia. Il corpo comincerà ad assumere posizioni diverse, si moverà, danzerà, ondeggerà, tremerà, si scuoterà: succederà di tutto. Rimani aperto: non solo le lasci spazio, ma cooperi. Allora perverrai a ciò che chiamiamo Sahaj yoga.Il latihan non è una novità. Il termine è nuovo. Subud non è una novità. Non è altro che una nuova versione del Sahaj yoga: lo yoga della spontaneità. Lascia tutto in mano al divino, perché la mente è astuta. Ben presto riconoscerai la differenza, perché tu sarai un semplice osservatore. Rimarrai sorpreso perché la tua mano si moverà senza che tu la muova affatto. Dopo che ti sarai rilassato in questa tecnica per alcuni giorni, anche se vorrai smettere, ti accorgerai che non sei più in grado di farlo. Scoprirai di essere posseduto.

Per cui all'inizio prega con queste parole: « Per venti minuti prendi possesso del mio essere e fanne tutto ciò che vuoi. Sia fatta la Tua volontà. Venga il Tuo Regno ». Lascia che sia presente questo atteggiamento, e rilassati semplicemente. Dio inizierà a danzare dentro di te e assumerà mille posizioni. Il corpo vedrà appagati i suoi bisogni, non solo: verrà appagato qualcosa di più elevato del corpo, di più vasto; i bisogni profondi della consapevolezza.

La meditazione Gourishankar

È la meditazione serale durante i campi di meditazione mensili.Questa tecnica si compone di quattro stadi di quindici minuti ciascuno. I primi due stadi servono come preparazione per il Latihan spontaneo del terzo stadio. Bhagwan ha detto che se la respirazione viene eseguita nel modo giusto durante il primo stadio, l'ossido di carbonio che si forma nel sistema circolatorio vi porterà alle altezze del monte Everest: il Gourishankar.

Primo stadio: 15 minuti.Siedi ad occhi chiusi. Inspira profondamente dal naso e riempi i polmoni. Trattieni il respiro il più a lungo possibile, e poi espira dalla bocca dolcemente e tieni ì polmoni vuoti quanto più a lungo ti è possibile. Conti-nua questo ciclo di respirazione per tutto il primo stadio.

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Secondo stadio: 15 minuti.Ritorna a una respirazione normale e con occhi sfocati guarda la fiamma di una candela o una luce intermittente blu. Tieni il corpo immobile.

Terzo stadio: 15 minuti.Con gli occhi chiusi, alzati in piedi e lascia che il tuo corpo sia sciolto e ricettivo. Sentirai che un'energia sottile fa fluire il corpo fuori dal tuo normale controllo. Lascia che questo Latihan accada. Non essere tu a muoverti: lascia che il movimento accada, dolcemente e con grazia.

Quarto stadio: 15 minuti.Sdraiati ad occhi chiusi e resta immobile, in silenzio.

I primi tre stadi devono essere accompagnati da un battito ritmico e regolare, meglio se unito a una soffice musica di sottofondo. Questo battito deve essere sette volte il normale battito cardiaco e, se possibile, sincronizzato con la luce stroboscopica.

La meditazione è l'unica via per andare oltre se stessi, l'unica via per trascendere il proprio sé.

Meditazione Devavani

Devavani è la Voce Divina che prende vita e parla attraverso colui che medita e diventa un vaso vuoto, un canale. Questa meditazione è un Latihan per la lingua; rilassa talmente la mente cosciente che alla fine della meditazione ti sarà impossibile non addormentarti profondamente, per cui va fatta come ultima attività della giornata.La meditazione si compone di quattro stadi di 15 minuti ciascuno. Ver tutta la meditazione, tieni gli occhi chiusi.

Primo stadio: 15 minuti.Siedi tranquillo, preferibilmente con una leggera musica di sottofondo.

Secondo stadio: 15 minuti.Inizia a produrre suoni senza senso, per esempio « la... la... la... », e continua finché non prendono vita suoni strani che assomigliano a parole. Questi suoni devono venire da quella parte ormai dimenticata del cervello che hai usato nell'infanzia, prima di imparare a parlare. Assumi una intonazione pacata, discorsiva: non piangere, non urlare, non ridere, non gridare.

Terzo stadio: 15 minuti.Alzati in piedi e continua a parlare, lasciando che il tuo corpo si muova dolcemente con i suoni. Se il tuo corpo sarà rilassato, le energie

sottili creeranno un Latihan che esula dal tuo controllo.

Quarto stadio: 15 minuti.Sdraiati, e rimani immobile e in silenzio.

Ricorda solo che quei suoni o quelle parole non devono appartenere a nessun linguaggio che conosci. Se sai l'inglese, il tedesco e l'italiano, non dovranno essere né italiani, né tedeschi, né inglesi. È ammessa qualsiasi altra lingua che non conosci: il tibetano, il cinese, il giap-ponese! Ma se conosci il giapponese, non lo devi usare: in quel caso andrà benissimo l'italiano. Usa qualsiasi lingua ti sia

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sconosciuta. Ti troverai in difficoltà solo il primo giorno, per alcuni secondi... come si fa a usare una lingua che non si conosce? Si può fare, e una volta fatto il primo passo, ti verranno dei suoni qualsiasi, parole senza senso, che arresteranno la mente cosciente e permette-ranno all'inconscio di rivelarsi.Quando parla, l'inconscio non conosce alcun linguaggio. Questo è un metodo molto, molto antico. Lo si trova nel Vecchio Testamento. A quei tempi si chiamava glossolalia. Alcune chiese in America lo usano ancora: lo chiamano « parlare in lingue ». Ed è un metodo meraviglioso, effi-cacissimo, in grado di penetrare nelle profondità dell'inconscio.Non eccitarti, lascia che sia un'energia profondamente rilassante, confortante, simile ad una nenia. Divertiti, ondeggia il corpo, oppure se ti senti di danzare, danza. Ma ricordati che tutto deve essere molto aggraziato. Non deve trasformarsi in una catarsi.

Vi sono due sentieri che conducono alla rivelazione; uno è la meditazione: cerchi l'assoluto senza l'altro. La seconda via è l'amore: cerchi l'assoluto insieme all'altro.

L'amore

Meditazione è precipitare nel cuore, e allorché cadi nel cuore, nasce l'amore. L'amore segue sempre la meditazione, ed è vero anche il contrario. Se diventi un amante, la meditazione seguirà. Si accompagnano l'uno con l'altra: sono un solo tipo di energia, non

sono separati. Puoi meditare e diventare un amante perfetto — verrai avvolto da un grande flusso d'amore, traboccherai d'amore —; oppure puoi iniziare diventando un amante, per scoprire poi quella qualità di consapevolezza chiamata meditazione in cui i pensieri svaniscono, il flusso dei pensieri non annebbia più il tuo essere, il velo del sonno si è dissolto. È giunto il mattino, ti sei risvegliato, sei diventato un Buddha.

Gli amori illusori si dissolveranno...

Quando ti incammini nel pellegrinaggio interiore, le stesse energie che prima uscivano all'esterno si rivolgono all'interno e improvvisamente ti ritrovi solo come un'isola. La difficoltà si crea perché in realtà non ti interessa di essere in relazione. Il tuo intimo desiderio è di essere te stesso, e tutti i rapporti sanno di dipendenza, di limitazione. Ma questa è una fase passeggera: non trasformarla in un atteggiamento permanente. Prima o poi, quando ti sarai ristabilizzato dentro di te, traboccherai ancora di ener-gia e vorrai entrare di nuovo in un rapporto.Per cui non appena la mente si affaccia alla meditazione, l'amore ti appare una costrizione. E in un certo senso è vero, perché una mente non meditativa non può essere veramente in amore. Questo amore è falso, illusorio; è più un'infatuazione che un amore. Ma non hai nessun elemento di paragone finché non ti accade l'amore reale, per cui quando ti affacci alla

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meditazione, l'amore illusorio pian piano scompare, si dilegua. Ma attento a queste due eventualità: innanzitutto non lasciarti prendere dallo sconforto, e in secondo luogo non trasformarlo in un atteggiamento permanente.Se ti lasci prendere dallo sconforto perché la tua vita amorosa si spegne, e ti ci aggrappi, diventerà un osta-colo al tuo viaggio interiore. Accettalo: ora l'energia si sta cercando un nuovo sentiero e per alcuni giorni non sarà disponibile per il moto verso l'esterno, per l'attività.Se qualcuno molto creativo comincia a meditare, per un certo periodo tutta la sua creatività scomparirà. Se sei un pittore, all'improvviso non ti ritroverai più a dipingere. Potrai insistere, ma pian piano scoprirai di non avere alcuna energia, nessun entusiasmo. Se sei un poeta, la poesia si esaurirà. Se sei un uomo innamorato, quell'energia semplicemente scomparirà. Se cerchi di sforzarti a stare in un rapporto, a essere quello di prima, quello sforzo sarà pericolosissimo. In quel caso farai una cosa contraddittoria: da un lato cercherai di entrare dentro di te, dall'altro ti sforzerai di uscirne.È come se guidassi una macchina schiacciando contemporaneamente l'acceleratore e il freno. Potrebbe essere disastroso, perché faresti contemporaneamente due azioni contrapposte.La meditazione è solo contro il falso amore. L'amore falso scomparirà, e questa è una condizione

fondamentale perché appaia quello vero. Il falso deve andarsene, il falso deve abbandonarti completamente, solo allora sarai disponibile al reale.La seconda eventualità, e anche questa è un pericolo gravissimo, è che tu lo tramuti in uno stile di vita. È successo a molte persone. Vivono in monasteri: vecchi monaci, religiosi ortodossi che hanno fatto dell'assenza del rapporto amoroso uno stile di vita. Essi pensano che l'amore sia contro la meditazione, e la meditazione sia contro l'amore: non è vero. La meditazione è .contro il falso amore, ma è assolutamente aperta all'amore vero.Quando ti sarai stabilizzato, quando non riuscirai ad andare oltre nel cammino interiore, quando hai raggiunto il centro del tuo essere, hai toccato il fondo, allora sei centrato. Improvvisamente l'energia è disponibile, ma non ha più un orientamento fisso. Il viaggio all'esterno si è concluso quando hai iniziato a meditare, ora anche il viaggio interiore è finito. Ti sei stabilizzato, hai raggiunto la tua dimora, sei appagato, e hai una riserva illimitata di energia: cosa ne farai?Questa energia comincerà a traboccare. È un tipo di movimento assolutamente diverso, la sua qualità è diversa, perché non ha una motivazione. In passato ti rivolgevi agli altri con una motivazione, ora non ce me sarà nessuna. Andrai verso gli altri semplicemente perché hai troppe cose da condividere con loro.In passato ti trascinavi

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come un mendicante, ora camminerai come un imperatore. Non perché cerchi dagli altri una felicità che già possiedi: ora la felicità è fin troppa. La nube è cosi densa che vorrebbe scaricarsi in pioggia. Il fiore è cosi gravido che vorrebbe cavalcare i venti come fragranza e raggiungere gli angoli più remoti della terra. È una comunione. Ha preso vita un tipo di relazione nuovo. Chiamarlo relazione non è esatto, perché non è più un rapporto, piuttosto è uno stato dell'essere. Non è che ami, ora tu sei amore.

Meditare è difficilissimo per quanti non hanno mai amato.Irradia amore

Esercitati nell'amore. Siedi da solo nella tua stanza e sii in amore. Irradia amore. Colma l'intera stanza con la tua energia d'amore. Sentiti vibrare su una nuova lun-ghezza d'onda, immagina di ondeggiare in un oceano d'amore. Crea intorno a te vibrazioni di energia amorosa. E immediatamente ti accorgerai che sta accadendo qualcosa, qualcosa nella tua aura sta cambiando, qualcosa intorno al tuo corpo sta cambiando; il tuo corpo comincia a ema-nare calore... un calore simile ad un orgasmo profondo. Diventi più vitale. La tua sonnolenza sta scomparendo, per far posto a qualcosa che assomiglia alla consapevolezza. Abbandonati in questo oceano. Danza, canta e lascia che tutta la stanza si riempia d'amore.All'inizio ti sembrerà molto

strano. Quando per la prima volta riuscirai a riempire la tua stanza di energia d'amore — la tua energia che continua a espandersi e a riversarsi su di te dandoti una felicità senza pari — ti chiederai: « Mi sto forse autoipnotizzando? Mi sto illudendo? Cosa mi sta accadendo? ».Hai sempre pensato che l'amore venisse dagli altri. Hai avuto bisogno di una madre che ti amasse, di un padre, di un fratello, di un marito, di una moglie, di un figlio: comunque, di qualcuno.L'amore che dipende dall'altro è un amore ben misero. L'amore che si crea dentro di te, l'amore che ha origine dal tuo stesso essere, è vera energia. Allora ovun-que andrai sarai sempre parte di quell'oceano e ti accorgerai che chiunque ti viene vicino avvertirà improvvisamente un tipo di energia diversa.La gente ti guarderà con occhi più aperti. Quando passerai accanto a loro, avvertiranno la brezza creata da un'energia ignota e si sentiranno rinfrescati. Tieni qualcuno per mano e tutto il suo corpo inizierà a vibrare. Se sei vicino a qualcuno, egli si sentirà al colmo della felicità senza alcun motivo. Te ne accorgerai da solo. A quelpunto sarai pronto a entrare in comunione. E allora cer-cati un'amante, cerca chi ti può ricevere.

Bhagwan ha suggerito la seguente meditazione per le coppie che si sentono bloccate nel loro rapporto, le cut energie devono essere liberate, sciolte.

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Di notte sedetevi uno di fronte all'altra e tenetevi le mani, intrecciandole. Guardatevi negli occhi per dieci minuti e se il corpo inizia a muoversi o a ondeggiare, non fermatelo.Potete battere le ciglia, ma continuate a guardarvi negli occhi. E se il corpo inizia a ondeggiare — e dopo un po' accadrà — assecondatelo. Ricordatevi di tenervi sem-pre per mano, qualsiasi cosa accada.Trascorsi dieci minuti, chiudete gli occhi e lasciatevi ondeggiare per altri dieci minuti. Poi alzatevi in piedi e ondeggiate insieme per dieci minuti ancora, sempre tenendovi per mano. Questo fonderà profondamente le vostre energie.Occorre sciogliersi un po' di più... sciogliersi l'uno nel-

l'altra.

Se in te è accaduta la meditazione, l'amore seguirà inevitabilmente. Se l'amore non accade, questo dimostra semplicemente che la me-ditazione non è ancora accaduta.

Arrendersi all'amoreIn una relazione d'amore dovresti lasciarti possedere, non cercare di possedere. In una relazione d'amore dovresti arrenderti e non stare più a misurare chi è il più forte. Quindi, smetti di pensare. E ogni volta che ti ritrovi a pensare, fermati e datti una botta in testa: un bello scossone, cosi che tutto dentro di te venga ribaltato. Fanne un'abitudine e nel giro di poche settimane ti accorge-

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rai che quello scossone è salutare. All'improvviso diventerai più consapevole.Nei monasteri Zen il Maestro va in giro con un bastone e ogni volta che scopre un discepolo imbambolato, immerso nei suoi pensieri, con mille sogni riflessi sul volto, immediatamente gli dà un bel colpo in testa! Quel tocco scende lungo la spina dorsale come una scossa, e in una frazione di secondo il pensiero si arresta e improvvisamente sorge la consapevolezza.Io non ti posso seguire con un bastone. Quindi lo scossone te lo devi dare da solo, e non preoccuparti se la gente pensa che sei un po' matto. Esiste una sola follia, ed è quella della mente. Troppo pensare è la sola follia, tutto il resto è meraviglioso. La mente è la malattia.

Ogni meditazione è essenzialmente una esperienza sessuale senza l'uso del sesso.

Non fare l'amore finché non accade...

Prima di entrare nell'amore, sedete insieme in silenzio per quindici minuti; tenetevi per mano, incrociandole. Sedete al buio o con una luce molto soffusa e avvertite la presenza dell'altro. Entrate in sintonia e, per farlo, respirate insieme. Quando tu esali, esala anche il tuo partner; quando tu inspiri, inspira anche lui. In due o tre minuti riuscirete a entrare in sintonia. Respirate come se foste un unico organismo: non due, ma un solo corpo. E guardatevi negli occhi, senza aggressività, con uno sguardo mol-to dolce. Concedetevi il tempo di divertirvi: giocate con il corpo dell'altro.Non iniziate a fare all'amore finché il momento non viene da solo. Non sarà un fare all'amore, ma all'improvviso vi ritroverete ad amarvi. Aspettate che accada. Se non accade, non occorre forzarlo. Va benissimo ugualmente. Addormentatevi, non occorre fare all'amore per forza. Aspettate uno, due, tre giorni finché quel momento non si pre-senterà. Prima o poi verrà. E quando viene, l'amore scenderà in profondità e non creerà più la follia che crea in questo momento. Sarà una sensazione oceanica, di profondo silenzio. Ma aspettate quel momento non forzatelo.L'amore dovrebbe diventare meditazione. È una cosa che si deve trattare con gran cura, si deve assaporare lentamente, cosi si diffonderà in tutto il tuo essere e diventerà un'esperienza tanto

travolgente da annullare la tua presenza. Non è che fai all'amore: tu sei amore. L'amore diventa un'energia immensa che vi avvolge. Trascende entrambi, entrambi vi ci perdete. Ma perché accada, dovete aspettare.Aspettate il momento e presto ne afferrerete il segreto. Lasciate che l'energia si accumuli finché accade da solo, spontaneamente. Pian piano diverrete consapevoli del suo insorgere. Ne riconoscerete i sintomi, i prodromi e tutto sarà più facile.L'amore è simile a Dio: non lo si può strumentalizzare. Accade quando accade. Se non accade, non vi dovete preoccupare.

Non cercare di ingannarti

Essere un testimone è l'elemento fondamentale.Ma sarà difficile diventare un testimone nell'atto sessuale se non cerchi di essere un testimone anche nelle altre azioni della tua vita. Quindi, provaci a ogni ora del giorno, altrimenti vivrai prigioniero di un autoinganno. Se non riesci a essere un testimone mentre cammini per strada, non cercare di ingannarti: non puoi diventare un testimone mentre fai all'amore. Se non sei cosciente neppure quando cammini per strada, se in un processo cosi semplice non riesci a essere un testimone, come potrai es-sere un testimone mentre fai all'amore? Questa esperienza è cosi profonda... cadrai nell'incoscienza.Cadi nell'incoscienza anche mentre cammini per strada. Provaci: non riuscirai a restare consapevole per più di pochi secondi. Provaci, mentre cammini, prova a ricordare:Sto camminando, sto camminando, sto camminando, sto camminando. In pochi secondi te ne sarai dimenticato: qualcos'altro ha distratto la tua mente. I tuoi pensieri hanno preso un'altra direzione, te ne sei completamente dimenticato. Poi d'un tratto ne torni consapevole. Per cui se non puoi rendere cosciente neppure un semplice atto quale il camminare, ti sarà difficile trasformare l'amore in una meditazione cosciente.Quindi prova con cose semplici, piccole attività. Prova mentre mangi. Prova mentre cammini. Prova mentre parli, o mentre ascolti. Prova in tutto ciò che fai. Rendilo un costante martellio interiore; lascia che tutto il tuo corpo e la tua mente sappiano che ti stai sforzando di stare all'erta. Solo cosi un giorno nell'amore accadrà la testimonianza. E quando accade, ti accade l'estasi: su te è disceso il primo raggio del

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divino.

Nei cinque volumi de « II Libro dei Segreti », Bhagwan ha descritto diverse tecniche tantriche di meditazione e di testimonianza mentre si fa all'amore. Il primo volume è stato tradotto in italiano e pubblicato dall'editore Bompiani, Milano, 1978.

Per un Buddha, per chi ha conseguito la pienezza del proprio essere, la meditazione è priva di significato. La meditazione è una medicina, alla fine deve essere buttata. Finché non sei in grado di buttar via la tua medicina, non sei sano. Per cui, ricorda: la meditazione non è una cosa che ti devi portar dietro per l'eternità. Verrà un giorno in cui la meditazione avrà esaurito la sua funzione e non sarà più necessaria. A quel punto te la potrai scordare.

7. La sola viaOgni ricerca è futile. La ricerca è un prodotto della mente. Essere in uno stato di nonricerca è un momento di grande trasformazione. Tutte le meditazioni che si fanno qui non sono altro che una preparazione a quel momento. Non sono vere meditazioni ma un semplice preparativo, cosicché un giorno potrete sedere semplicemente, senza far nulla, senza desiderare nulla.

Non esiste una scorciatoia

Dovete ricordare sempre che la meditazione è un viaggio lungo e non esiste una scorciatoia. Chiunque vi dica che esistono scorciatoie vi sta ingannando.È un viaggio lungo, perché la trasformazione è profonda e viene conseguita solo dopo molte vite: molte vite di abitudini quotidiane, di pensieri, di desideri. Inoltre

esiste una struttura mentale che si deve smantellare cor. l'aiuto della meditazione. Di fatto è pressoché impossibile., ma accade.Diventare un meditatore significa assumersi la più grande responsabilità che esista. Non è semplice. Non può accadere in un istante. Per cui non partire con molte aspettative, cosi non rimarrai mai deluso. Sarai sempre contento, perché le cose

evolveranno lentissimamente.La meditazione non è un fiore di stagione che spunta in sei settimane. È un albero maestoso: ha bisogno di tempo per affondare le sue radici!E quando la meditazione fiorisce, non ci sarà nessuno ad accorgersene, nessuno che ne prenderà nota, nessuno che dirà: « Si, è accaduta! ». Nello stesso istante in cui dici: « Sf, è accaduta », l'hai già persa.Quando la meditazione è veramente presente, domina il silenzio; l'estasi pulsa senza che vi sia un suono; senza confini, sorge l'armonia. Ma non c'è nessuno che ne possa prendere nota.

Quando cadono tutti i tuoi sforzi, all'improvviso insorge la meditazione: la sua benedizione, la sua beatitudine, la sua gloria. Appare come una presenza luminosa che ti circonda e sovrasta ogni cosa. Colma tutta la terra e tutto il cielo. Quella meditazione non può essere prodotta dallo sforzo umano: lo sforzo dell'uomo è troppo limitato. Quella beatitudine è cosi infinita che non la puoi creare con le tue azioni: può accadere solo quando sei to-talmente arreso. Quando non ci sei più, allora può accadere. Quando sei un non-sé, privo di desiderio, senza meta; quando sei semplicemente qui e ora, non fai nulla di particolare, semplicemente sei: allora accade. E insorge come un'onda e le onde diventano marea. Viene come una tempesta e ti rapisce ver-so una realtà assolutamente nuova.

I campi di meditazione

Oltre al programma di meditazione quotidiano — la Dinamica e la Sufi Dance al mattino, e la Kundalini e il Music Group la sera — allo « Shree Rajneesh Ashram » di Poona si tenevano anche campi di meditazione mensili. A questi « campi » ricercatori spirituali provenienti da tutto il mondo partecipavano a una esperienza intensiva di ricerca interiore e di meditazione. Oltre ai campi, era possibile partecipare a programmi completi di terapia di gruppo e di sessioni individuali. La completezza dell'intera esperienza ha fatto dell'ashram il più grande centro nel mondò per la crescita dell'individuo. Questa esperienza prosegue ora nelle comunità sorte in ogni paese del mondo e soprattutto negli Stati Uniti dove opera l'« Università internazionale di meditazione Rajneesh », e dove si sta lavorando alla creazione della prima

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città ecologica, Raj-neeshpuram (l'espressione di Rajneesh), in Oregon.

I giorni di festa

Quattro volte l'anno migliaia di persone si radunavano nell'ashram di Poona per partecipare a un'intera giornata di celebrazione culminante in una serata di canti e danze spontanee alla presenza di Bhagwan. Queste sono le date:

Il giorno dell'Illuminazione: 21 marzoGuru Purnima (oggi conosciuto come ilGiorno del Maestro): 6 luglioMahaparinirvanà Divas: 8 settembreIl compleanno di Bhagwan: 11 dicembre

A Rajneeshpuram, la comunità in Oregon (USA) dove è attualmente ospite Bhagwan Shree Rajneesh, il « Giorno del Maestro » è celebrato con la partecipazione di sannyasin (i discepoli di Bhagwan) provenienti da tutto il mondo.