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Organizzazioni e Reti Università La Sapienza di Roma Scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva

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Organizzazioni e Reti

Università La Sapienza di Roma

Scuola di specializzazione in igiene Scuola di specializzazione in igiene

e medicina preventiva

Insieme di relazioni relativamente stabili, di natura non

gerarchica e interdipendente, fra una serie di attori

collettivi ovvero di organizzazioni di carattere pubblico e

privato che hanno in comune interessi e/o norme rispetto

ad una politica e che si impegnano in processi di scambio

Rete-definizione 1

ad una politica e che si impegnano in processi di scambio

per perseguire tali interessi comuni riconoscendo che la

cooperazione costituisce il miglior modo per realizzare i

loro obiettivi

(Boerzel 1998).

L’organizzazione a rete è un sistema di riconoscibili

e multiple connessioni e strutture entro cui

operano nodi ad alto livello di autoregolazione,

capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni e

Rete-Definizione 2

capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni e

di risultati condivisi.

(Federico Butera 1996)

Insieme di individui, organizzazioni ed agenzie

organizzato su base non gerarchica attorno a

questioni o interessi comuni che sono perseguiti

attivamente e in maniera sistematica e basato

Rete-definizione 3

sull’impegno e la fiducia.

(OMS - glossario della promozione della salute, 1998)

a) centralizzata

b) multicentrica

d) distribuita

Modelli di rete-1

(Paul Baran 1964: tipologie di reti di comunicazione)

Modelli di rete-2

Reti centrate: sono estremamente vulnerabili, se l’unico centro di

interconnessione viene inibito l’intera rete viene meno.

Reti multicentriche: vi è una molteplicità di centri connessi tra loro,

ognuno dei quali si collega con tanti punti della rete. In questo modello,

se non funziona uno dei centri tutti i punti ad esso connessi sono tagliati

fuori dalla rete.fuori dalla rete.

Il modello di rete distribuita è quello di una rete in cui ogni punto è

connesso con un numero maggiore di altri punti e attraverso di essi con il

resto della rete. In questo modello l’interruzione del funzionamento di un

punto non compromette il funzionamento degli altri punti ad esso

collegati, che sono in grado di trovare un altro percorso per collegarsi al

resto della rete.

La rete - elementi costitutivi

1. I nodi

2. Le connessioni

3. La struttura (reti + connessioni) 3. La struttura (reti + connessioni)

4. Le proprietà operative

La rete - elementi costitutivi

I nodi

I nodi sono “le parti costitutive di una rete

organizzativa. Entità grandi o piccole, organizzativa. Entità grandi o piccole,

orientate ai risultati, relativamente

autoregolate, capaci di cooperare con altri e di

interpretare gli eventi esterni”

(Federico Butera)

Il modo più sicuro per portare avanti un imponente

programma di connessioni è quello di sfruttare le

forze decentralizzanti, di unire tra loro le

Le connessioni

La rete - elementi costitutivi

forze decentralizzanti, di unire tra loro le

componenti periferiche. Al momento, c’è molto di

più da guadagnare allargando i confini di ciò che

può compiere la base, che concentrandosi su cosa

sia possibile fare ai vertici.

(Kevin Kelly)

Criticità

Il contesto

La continua evoluzione

La presenza di reti informali, fondate su relazioni e

comunicazioni che si generano e vivono al di fuori

del controllo della direzione organizzativa, può

Le reti informali

del controllo della direzione organizzativa, può

ostacolare o favorire in modo determinante il

successo di strategie e/o il raggiungimento di

obiettivi.

Agenti individuali e gruppi di potere

Strategie di intervento

utilizzare bene l’energia di comando

evitare di imporre il progetto come evitare di imporre il progetto come qualcosa che viene dall’alto

cercare il massimo consenso

lavorare sul contesto

creare le condizioni per

portare il sistema “a portare il sistema “a

maturazione”.

definire obiettivi semplici

raggiungibili e condivisibili dalla

maggioranza dei stakeholders

non programmare in maniera

dettagliata ogni passaggio

successivo dell’organizzazione

della rete

non perseguire la standardizzazione di

tutti i processi di cura ma conservare

eventuali differenze di gestione

nell’ambito di singoli sottosistemi

Identificare, per esempi, microreti che

definiscano nel proprio ambito le

procedure più consone per

raggiungere obiettivi comuni ai loro

componenti

individuare nell’ambito di ciascuna

microrete uno o più leaders in grado di

motivare i colleghi, di svolgere un

effetto trainante e di creare le

condizioni migliori per la realizzazione condizioni migliori per la realizzazione

del progetto

evitare di accentrare le funzioni

negli hub ma riuscire a creare ruoli

adatti a ciascun livello della rete

affinché ogni singolo operatore si

senta artefice indispensabile di una senta artefice indispensabile di una

parte dell’intero percorso

non evitare gli attriti ma sfruttarli a

vantaggio dell’intero percorso

organizzativo accogliendoli come

momento di crescita e spinta al

cambiamento

di fronte a situazioni conflittuali di fronte a situazioni conflittuali

sarebbe utile instaurare una

trattativa al fine di negoziare obiettivi

condivisi che mirino alla realizzazione

del fine ultimo:

garantire il miglior trattamento

possibile al paziente cardiologico

non forzare il cambiamento ma avere

pazienza e aspettare che il tempo porti a

maturazione il sistema e faciliti il processo

di adeguamento al nuovo assetto

organizzativoorganizzativo

il cambiamento deve essere

supportato, indirizzato ma

non forzato

Le reti non si installano …

si coltivano

GRAZIE