ORCHESTRA E CORO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA · 2020. 11. 16. · AUDITORIUM PARCO...

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ORCHESTRA E CORO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA BRUNO CAGLI Presidente - Sovrintendente ANTONIO PAPPANO Direttore Musicale CIRO vISCO Maestro del Coro e del Coro di Voci Bianche CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE BRUNO CAGLI Presidente ALBERTO BASSO Vicepresidente GIANNI ALEMANNO Sindaco di Roma - Consigliere LUIGI ABETE Consigliere PAOLO BUZZETTI Consigliere GIOvANNI CARLI BALLOLA Consigliere fULvIO CONTI Consigliere AZIO CORGHI Consigliere GIUSEPPE DALLA TORRE Consigliere vITTORIO DI PAOLA Consigliere GABRIELE GALATERI Consigliere COLLEGIO DEI REvISORI DEI CONTI GIOvANNI SAPIA Presidente ANDREA PIRROTTINA ANTONIO SIMEONI

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  • ORCHESTRA E CORODELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

    BRUNO CAGLIPresidente - Sovrintendente

    ANTONIO PAPPANODirettore Musicale

    CIRO vISCOMaestro del Coro

    e del Coro di Voci Bianche

    CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE

    BRUNO CAGLIPresidente

    ALBERTO BASSOVicepresidente

    GIANNI ALEMANNOSindaco di Roma - Consigliere

    LUIGI ABETEConsigliere

    PAOLO BUZZETTIConsigliere

    GIOvANNI CARLI BALLOLAConsigliere

    fULvIO CONTIConsigliere

    AZIO CORGHIConsigliere

    GIUSEPPE DALLA TORREConsigliere

    vITTORIO DI PAOLAConsigliere

    GABRIELE GALATERIConsigliere

    COLLEGIODEI REvISORI DEI CONTI

    GIOvANNI SAPIAPresidente

    ANDREA PIRROTTINAANTONIO SIMEONI

  • MECENATIAssociazioni Briguglio Siracusano vaccarella Studio associato Pirola Pennuto Zei & AssociatiTommaso Addario, Tessa Bressi, Antonio Briguglio, Nicola e Beatrice Bulgari, Maite Bulgari, Francesco Carbonetti, Federica Cerasi Tittarelli, Vittorio e Mimma Di Paola, Carla Fendi, Franca Fendi, Paola Fendi, Donatella Flick, Laura Fontanesi Ghella, Andrea e Cecilia Guarino, Luigi Gubitosi, Berardino Libonati, Francesco Musumeci, Yoko Nagae Ceschina, Alexander Rachmaninoff, Ludovica Rossi Purini, Laurel Schwartz, Dino Trappetti, Carla Zaffiri Cappelli

    BENEfATTORIAssociazioni Arte Musica Solidarietà onlus

    Maria Luisa Aglioti, Angiola Armellini, Lorenza Caputi, Claudia Cornetto Bourlot, Cristiana D’Attorre, Anna Fendi Venturini, Giovanni Fiori, Maria Cecilia Lazzarini Merloni, Elena Testa Cerasi, Milena Ugolini, Maria Teresa Vincenzi Mastromarino

    DONATORI

    Associazioni Circolo Canottieri Aniene, Compagnia per la Musica in RomaFondazioni fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, Libera fondazioneGiovanni Aldobrandini, Anna Maria Ambrosini Massari, Giuliana Annoni, Alfonso Archi, Teresa Berry e Gary Goodman, Antonietta Bufano, Marina Cascini, Anna Rosa Cotroneo, Pilar Crespi, Paola De Angelis Campilli, Andreina De Clementi, Valerio Di Gravio, Giorgio Donati, Nicoletta Fiorucci, Ileana Florescu Franchetti, Sabrina Florio, Maria Rita Grassi Lattanzi, Maddalena Labricciosa Amato, Gennaro Lalli, Luisa Laureati, Marina Letta Ottaviani, Gaetano Maccaferri, Franca Mancini, Cornelia Mattiacci, Adalvera Mayro, Anna Maria Monorchio Mottura, Camilla Morabito, Federico Nordio, Elena Penta, Mirella Petteni, Antonio Puri Purini, Sonia Raule, Stefania Repaci, Andrea Ripa di Meana, Livia Salini, Gabriele Savarese, Giuseppe Scassellati Sforzolini, Nicola Staniscia, Paola Tittarelli, Laura Vento, Maria Teresa Venturini Fendi

    SOSTENITORI

    Associazioni Associazione Musicale Arcangelo Corelli, The Maestro’s Circle of the Royal Opera House, Covent GardenFondazioni fondazione Ettore Paratore

    Oscar Argentieri, Alberto Asor Rosa, Carlo Balzi, Maria Teresa Berruti, Luigi Bianchi, Jeffrey Blanchard, Daniela Blasutto, Federico Bonoli, Mario Biritognolo, Giuseppe Brusone, Giovanna Cadorna, Augusto Carli, Luigi Emanuele Carratelli, Giovanna Casalino, Stefano Catena, Giulia Catenacci, Giuseppe Chiarante, Domenico Chiaravalloti, Armande Cholette Guerreri, Maria Teresa Ciccone, Loretta Cifone, Paolo e Cristina Cobianchi, Ferdinando Corelli, Rosario Cupolillo, Francesca D’Ambrosio, Carla Dello Strologo, Pasquale De Marinis, Luisa Di Nicola, Claudia Erdmann, Antonio Fekeza, Silvia Genovese, Ada Gentile, Vincenzo Giribaldi, Rosalba Giugni, Matelda Grassi, Nicoletta Jelmoni di Stefano, Alessio Lupoi, Giandomenico Magrone, Flavio Mastrangelo, Noli Mazza, Stefano Monami, Tullio Monini, Carlotta Montefiore Cocchi, Donata Origo, Bruno Orvieto, Cristina Ottieri, Francesco Palladino, Matilde Passa, Maria Grazia Picozzi, Massimo Pistacchi, Elisabetta Veronica Poli, Davide Poznanski, Bianca Riccio, Terenzio Sacchi Lodispoto, Michela Santoiemma, Daniela e Alessandra Sbrigoli, Raffaella Spaccarelli, Sara Staccioli Chiarante, Carlotta Staderini Chiatante, Mario e Marisa Stirpe, Luisa Todini, Rosita Tordi Castria, Maria Grazia Virzi Scalorbi, Maria Gabriella Vismara Currò, Ugo Zampetti, Gigliola Zecchi

    L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA RINGRAZIA

    Per diventare Mecenate, Benefattore, Donatore o Sostenitore: www.santacecilia.it alla voce Sostienil’Accademia o scrivi a [email protected], tel. 06 80 24 25 00-01.Aggiornato al 30 novembre 2011.

    SoStieoil’AccAdemiA!

  • AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICASala Santa Cecilia

    Sabato 3 dicembre - ore 18 - Turno A-A1

    Lunedì 5 dicembre - ore 21 - Turno B

    Martedì 6 dicembre - ore 19.30 - Turno C

    ORCHESTRA DELL’ACCADEMIANAZIONALE DI SANTA CECILIA

    kENT NAGANODirettore

    ALESSANDRO CARBONAREClarinetto

    STAGIONEDI MUSICA SINfONICA

    2011-2012

  • PRIMA PARTE

    fRANZ LISZT(Raiding 1811 - Bayreuth 1886)

    Mephistowalzer n. 1:Der Tanz in der Dorfschenke(Ladanzanellalocandadelvillaggio)da “Due episodi dal Faust di Nikolaus Lenau”

    jEAN-PASCAL BEINTUS(Tolosa 1966)

    Concerto per clarinettoGiocosoMisterioso,temporubato(senza indicazione di tempo)

    Commissione dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaPrima esecuzione assoluta

    Durata: 10’ circa

    Durata: 20’ circa

  • IGOR STRAvINSkIj(Oranienbaum, Pietroburgo 1882 - New York 1971)

    PetruškaScene burlesche in quattro quadriversione del 1947

    I quadro Lasettimanagrassa-Danzarussa

    II quadro NellastanzadiPetruška

    III quadro LacameradelMoro-Valzer

    IV quadro Lasettimanagrassa-Danzadellebalie llcontadinoel’orso-Lezingareeilmendicante Danzadeicocchieri-Lemaschere RissadelMoroePetruška-LamortediPetruška L’agenteeilgiocoliere-ApparizionedellospettrodiPetruška

    SECONDA PARTE

    Durata: 40’ circa

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    LE MUSICHE IN PROGRAMMAdi Gianlugi Mattietti

    Mephistowalzer n. 1 di LisztIl tema “mefistofelico” si affaccia nell’opera di Liszt, come contraltare, anche teologico, dei temi sacri e misticheggianti: «Chi crede in Dio non può mettere in dubbio l’esistenza del Maligno». Il personaggio di Mefistofele era già stato protago-nista, nel 1854, dell’ultimo movimento della Faust-Symphonie, come genio della negazione e della distruzione, rappresentato musicalmente dalla trasformazione distorta degli altri temi, e da una fuga grottesca basata su una metamorfosi del tema d’amore di Faust.Tra il 1859 e il 1861 il compositore lavorò a una composizione orchestrale basata su due episodi tratti dal Faust di Nikolaus Lenau, versione della leggenda faustiana assai più pessimisti-ca e nichilista rispetto a quella di Goethe, perché immersa in una prospettiva drammatica priva di ogni possibilità di reden-zione. Nacquero così i DueepisodidalFaustdiLenau, dedicati a Carl Tausig, uno fra i maggiori pianisti dell’epoca e allievo prediletto di Liszt. Il primo, intitolato DernächtlicheZug (La processione notturna) è un Andantemoderatoemesto, dal ca-rattere cupo e sinistro, dove un lungo tema dei contrabbassi si sviluppa e sfocia in un lento corale (Pange lingua), che si perde alla fine in lontananza. Un percorso musicale che evoca il lungo peregrinare di Faust nella notte, i ricordi del passato perduto, le sue riflessioni sulla solitudine umana, il suo in-contro con una processione di pellegrini.Completamente diversa l’atmosfera del Secondo Episodio, DerTanzinderDorfschenke (La danza nell’osteria di campagna), assai più movimentato, sarcastico, pieno di lampi diabolici. Liszt ne riporta il programma in una breve annotazione: «Vi è una festa di nozze in corso nella locanda del villaggio, con musica e balli. Faust e Mefistofele passano davanti e sono in-dotti a entrare e prendere parte alla festa. Mefistofele strappa il violino dalle mani di un violinista assonnato e da esso trae

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    suoni indescrivibili, seducenti e inebrianti. Faust trascina gli abitanti del villaggio in vortici amorosi e in una danza selvaggia e in seguito abbandona la sala e va all’aperto, lontano nel bosco. I suoni del violino diventano sempre più morbidi e l’usignolo intona un canto d’amore».È questo movimento (Allegro vivace, quasi Presto) il celeberrimo Mephistowalzer. Le iniziali quinte vuote di violoncelli e fagotti, con accenti e acciaccature, ri-chiamano i colpi d’archetto con i quali Mefistofele dà il via alle danze. Liszt gioca su questi intervalli e altre cellule isolate, per creare una materia sonora confu-sa, dalla quale prende poco a poco forma un tema marcato, in la maggiore, pieno di slancio, con forti accenti e una veemenza rusticana, caratterizzato da ampi salti, e da un rapidissimo movimento ternario. Quando il grande crescendo orchestrale, generato da questo tema, improvvisamente si calma, emerge un secondo tema, in re bemolle maggiore (Unpocomenomosso), esposto nel registro acuto dai violon-celli: una melodia languida e sospirosa (le indicazioni sono: “dolce, espressivo, amoroso”), piena di pause e di sincopi, punteggiata dai disegni “cinguettanti” dei flauti. Dopo un breve assolo del violino, e uno squar-cio rapidissimo e leggero come uno Scherzo (Vivacefantastico), il secondo tema (“amoroso”) viene ripreso da oboe e flauto, va-riato, e quindi intrecciato col primo tema (“rustico”). Si genera così una straordinaria fantasmagoria orchestrale che culmina in una danza frenetica (Wild; selvaggiamente), e poi si dissolve improvvisamente in una serie di linee isolate (e “dolci”) di vio-loncelli, violini, e poi ancora del flauto solo, che rimandano chia-ramente alla fuga di Faust nel bosco e al canto dell’usignolo.Quindi un’ampia cadenza dell’arpa introduce la coda finale, come un rapido crescendo verso il fortissimo (Presto-Acceleran-do), o una pagina più elaborata (Allegromolto), costruita come un progressivo diminuendo verso il pianissimo, che Liszt com-pose come finale alternativo.

    Data di composizione1859 - 1861

    Prima esecuzioneWeimar, 8 marzo 1861

    DirettoreFranz Liszt

    OrganicoOttavino, 2 Flauti, 2 Oboi,Corno inglese, 2 Clarinetti,2 Fagotti, 4 Corni, 2 Trombe,3 Tromboni, Timpani,Percussioni, Arpa, Archi

    MEPHISTOWALZER

  • Hans Wildermann. Illustrazione per il Faust di Goethe (1919)

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    CD E LIBRI

    Liszt: Mephisto-Walzer;MazeppaKodály: HáryJánosSuitekurt Masur direttoreTeldec 1996

    Mephisto-Walzer;Fantasieungheresinn.2e5;FantasiasumelodiepopolariungheresiBerliner PhilharmonikerHerbert von karajan direttoreShura Cherkassky pianoforteDGG 1990

    “Symphonic Poems”Mephisto-Walzer;Tasso;Prometeo;London Philharmonic Orchestra, Orchestre de ParisGeorg Solti direttoreDecca 1986

    Michele CampanellaIlmioLisztMilano, Bompiani 2011

    Piero RattalinoLiszteilgiardinod’ArmidaTorino, EDT 1993

    Richard Wagner, franz LisztEpistolarioWagner-LisztMilano, Passigli 1983

    Il compositore avrebbe voluto pubblicare insieme i due movimenti, che non hanno tra loro relazio-ni tematiche ma che creano un preciso percorso drammatico e una serie di studiati contrasti. Ma, complici le due trascrizioni pianistiche del Mephi-stowalzer (quella per due pianoforti, realizzata come trascrizione della partitura orchestrale, e quella so-listica, concepita come pezzo autonomo e virtuo-sistico, che divenne un caposaldo della letteratura pianistica), e il grande successo di questo Secondo Episodio (che fu eseguito per la prima volta a Wei-mar il 8 marzo 1861) si convinse poi a pubblicarle separatamente. Il filone “mefistofelico” non si era tuttavia esaurito con questa composizione. Tra il 1880 e il 1881 Liszt compose un secondo Mephistowalzer per orchestra, dedicato a Camille Saint-Saëns (del quale aveva già trascritto per pianoforte la celebre Dansemacabre), basato ancora sul contrasto tra la dimensione dia-bolica e quella sensuale, ma con un approccio più sperimentale, soprattutto sotto il profilo della scrit-tura armonica (anche questa pagina fu poi trascritta per pianoforte e per pianoforte a quattro mani).Armonicamente audaci sono anche i due successivi Mephi-stowalzer per pianoforte (il Terzo nel 1883, il Quarto nel 1885, ma rimasto incompiuto), così come la Bagatellesanstonalité (che fu pure inizialmente intitolata Mephistowalzer), dove la sintassi tonale viene portata al limite, con soluzioni che sem-brano anticipare Skrjabin, come in un ultimo, diabolico giro di valzer.

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    Il Concerto per clarinetto di BeintusJean-Pascal Beintus si è affermato nel mondo dell’industria ci-nematografica, come versatile compositore di colonne sonore e abilissimo orchestratore. Ha scritto ad esempio le musiche per il film Volpone di Frédéric Auburtin, ispirato all’omonima commedia di Ben Jonson, e quelle per il film L’undicesimaora, documentario di tematica ambientalista prodotto e narrato da Leonardo DiCaprio. Ha orchestrato le colonne sonore di Alexandre Desplat per HarryPotter e Twilight, per Syriana, TheQueen, The Painted Veil (film che ha anche vinto il Golden Globe nel 2007 per la colonna sonora), TheGhostWriter, TheKing’sSpeech. Ma la produzione musicale di Beintus è assai più vasta, e il suo catalogo annovera numerose composizioni per orchestra.

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    Nato a Toulouse nel 1966, ha studiato contrabbas-so e composizione al Conservatorio di Nizza, poi a Lione e a Parigi. È stato primo contrabbasso nell’or-chestra dell’Opéra di Lione, ed è lì che Kent Nagano ne ha scoperto il talento compositivo. Sono arrivate così le prime commissioni, e la sua fama è cresciuta grazie ad un linguaggio orchestrale solido e accatti-vante, impermeabile alle seduzioni dell’avanguardia, caratterizzato da una grande fantasia timbrica e da una sapien-te costruzione armonica. Una musica dalla forte carica comuni-cativa, che presenta sempre una narrazione sottotraccia, quan-do non un vero e proprio programma, tratto da spunti letterari, ma soprattutto da fatti storici e di attualità. Ne sono esempiCaliforniaStateManzanar: AnAmericanStory, dedicato al cam-po nel quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, il governo degli Stati Uniti internò più di centomila giapponesi; LunaTree, pezzo per voce e orchestra ispirato alla battaglia dell’ecologista Julia Hill, che rimase per due anni su una sequoia (battezzata Luna) per impedirne l’abbattimento; KobeSymphony, un poe-ma sinfonico per strumenti tradizionali giapponesi e grande orchestra, ispirato al terremoto avvenuto nella città giapponese nel 1995; WolfTracks, lavoro ispirato ancora a tematiche ecolo-giste, nel quale si sono cimentati come voce recitante Bill Clin-ton, Mikhail Gorbaciov, Sophia Loren, Antonio Banderas (il cd inciso dalla Pentatone ha vinto un Grammy Award nel 2004).Numerose sono anche le composizioni concertanti nel suo catalogo, che dimostrano una grande attenzione per le possi-bilità tecniche e espressive dei singoli strumenti, a partire dal contrabbasso al quale ha dedicato un concerto intitolato Sam-skara. Poi sono venuti LePetitPrince, per violino e orchestra da camera, Cordesetlames per marimba e archi, He’sGotRhythm:HomagetoGeorgeGershwin, variazioni per due pianoforti e or-chestra (scritto nel 2000 per i Berliner Philharmoniker e diretto da Nagano alla Waldbühne di Berlino), Couleurs cuivres, una suite per quintetto di ottoni e orchestra di fiati, nata dal desi-derio di dare una caratterizzazione “nobile” e lirica anche agli strumenti a fiato.

    OrganicoOttavino,3 Flauti (Flauto contralto),2 Oboi, 2 Fagotti,4 Corni, 2 Tromboni, Basso tuba,Timpani, Percussioni,Arpa, Celesta, Archi

    CONCERTOPER CLARINETTO

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    Beintus non poteva rimanere insensibile alla richiesta di com-porre un Concerto per clarinetto, fattagli da Alessandro Carbo-nare (dal 2003 primo clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia, ma per anni suo collega nell’Orchestra di Lione): “Se si guarda il catalogo dei grandi compositori del passato, vediamo che la maggior parte delle opere concertanti sono potute nascere gra-zie agli incontri, probabili o imprevisti, con degli strumentisti fuori dal comune. Ogni epoca della storia della musica presenta dei musicisti che apportano una nuova prospettiva al loro stru-mento. Ne spingono all’estremo i limiti tecnici ed espressivi, e il loro nome resta per sempre associato a questo oggetto musi-cale che portano con sé ogni giorno, di solito sin dall’infanzia. Questo nuovo Concerto è innanzitutto un omaggio a uno dei più grandi clarinettisti del nostro tempo. Ho conosciuto Alessandro Carbonare sin dal suo debutto nella fossa dell’Opéra di Lione, dove siamo stati colleghi. Dal mio leggio di contrabbassista ho

    Georges Braque.TheClarinet (1913).

    The Museumof Modern Arts,

    New York.

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    potuto ammirare la sua sensibilità, la sua arte nel raddoppiare le linee vocali, la sua finezza di esecuzione, molto latina, le sue im-mense qualità sonore e la sua tecnica infallibile. Ho seguito con ammirazione lo sviluppo della sua grande carriera in Francia e in tutti i palcoscenici del mondo, il suo ritorno in Italia, come prima parte nella meravigliosa Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Rimane, dopo il periodo di attività nell’Orchestre National de France, il più francese degli italiani ad ancia sempli-ce. Alessandro è il miglior rappresentante della grande scuola francese di clarinetto fuori dalla Francia! Con grande sottigliezza, sa mescolare tutte le qualità e le seduzioni itineranti tra Parigi e Roma. Il suo universo musicale, così ricco e vario, che va dai re-pertori colti dei secoli passati alle partiture contemporanee, dai colori aristocratici del jazz alla chiassosa musica klezmer, non può essere per me che una feconda fonte di ispirazione. Analo-gamente al personaggio di Alessandro Carbonare, questo nuovo pezzo è aperto a tutte le influenze, rifiuta percorsi univoci, ma non rigetta la nostra storia musicale. Il mio lavoro quotidiano nel campo del cinema, esige che io mi adatti alle immagini. Per questo Concerto in tre movimenti, vi lascio liberi di immaginare tutte le scenografie e gli sviluppi di possibili sceneggiature… ”.Ci sono però anche delle immagini precise dietro la composi-zione di questo Concerto, che vengono dal mondo dell’arte. Il primo movimento (Giocoso) è stato stimolato infatti dalla pittu-ra cubista, da alcuni dipinti di Picasso e di Braque che Beintus ha visto al Beaubourg, e che gli hanno suggerito l’idea di ap-plicare un processo di decostruzione alla melodia del clarinet-to, progressivamente smontata in diverse cellule (“un’idea che sembra essere piaciuta molto ad Alessandro!”). Così il tema principale, caratterizzato da plastici salti discendenti, e affida-to al solista sullo sfondo di una trama di semicrome ribattute degli archi, inizialmente si sviluppa con ampi disegni, poi co-mincia come a smembrarsi, prima in una serie di figure “stac-cate”, accompagnate dal pizzicato degli archi, poi in sequenze meccaniche e ripetitive, e alla fine viene ripreso nella sua for-ma originaria, ma dai violini e dalla celesta (la celesta, insieme all’arpa, costituisce una sorta di alterego del clarinetto, perché

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    si alterna con i suoi segmenti tematici creando atmosfere ma-giche e sospese).Negli altri movimenti Beintus ha inserito elementi jazz e klez-mer, raccogliendo un suggerimento di Carbonare. All’inizio del secondo movimento (Misterioso, tempo rubato) il clarinetto traccia dei disegni lenti, per intervalli ascendenti (freely), su un seducente tappeto armonico degli archi divisi, poi si lancia in una improvvisazione (jazzy swing), anche con alcuni glissati, su un “walking” pizzicato dei contrabbassi. Venature jazz sono presenti anche nel resto del movimento, ma in uno stile più classico: il solista si esibisce in una serie di figurazioni virtuo-sistiche all’interno di un’ampia arcata che prende le mosse da una sensuale melopea nel registro grave (warmly) e si proietta nell’acuto, su uno sfondo orchestrale di accordi ripetuti e mor-bide pulsazioni dei timpani (“Ho voluto lasciar molto spazio ad Alessandro affinché potesse esprimersi attraverso tutti i re-gistri del clarinetto”).L’inizio del terzo movimento prende ancora spunto da un mo-vimento pittorico: Beintus crea infatti una trama puntillistica, quasi weberniana, fatta di suoni isolati di archi (pizzicati), flau-ti, oboi, celesta e arpa. Trama subito ripresa dal clarinetto che vi imprime una progressiva accelerazione, e tratteggia brevi, rapide figure che alla fine sfociano in un lungo arabesco, dal carattere debussyano. Le brevi punteggiature degli strumentini risuonano come richiami di natura, e poi si coagulano in una trama orchestrale, caleidoscopica, che richiama il raveliano Da-phnisetChloé. Quando questo ordito si fa improvvisamente più rarefatto, e pervaso da cupi bagliori, la linea solistica assume un profilo modale, orientaleggiante, pieno di acciaccature, va-gamente ispirato allo stile klezmer. La ripresa del lungo ara-besco nel clarinetto conclude il Concerto in una dimensione sonora iridescente, accompagnata da brevi, rapide pennellate orchestrali.

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    Petruška di StravinskijDopo il successo dell’Uccello di fuoco, Stravinskij cominciò a progettare la Sagra della primavera. Quasi per distrarsi, nell’agosto del 1910, ebbe l’idea di scrivere un pezzo da concerto per pianoforte e orchestra: “Componendo questa musica – scrive nelle Cronachedellamiavita – avevo nettamente la visione di un burattino scatenato che, con le sue diaboliche cascate di arpeggi, esaspera la pazienza dell’orchestra, la quale a sua volta gli replica con minacciose fanfare. Ne segue una terribile zuffa che, giunta al suo parossismo, si conclude con l’ac-casciarsi doloroso e lamentevole del povero buratti-no”. Poi trovò il personaggio che si adattava perfet-tamente con questo soggetto: “Un giorno ebbi un sussulto di gioia. Petruška! L’eterno infelice eroe di tutte le fiere, di tutti i paesi! Era questo che volevo, avevo trovato il mio titolo”. A

    Data di composizione1910-1911(revisione 1946-1947)

    Prima esecuzioneParigi, 13 giugno 1911

    DirettorePierre Monteux

    OrganicoOttavino, 3 Flauti,2 Oboi, Corno inglese3 Clarinetti, Clarinetto basso2 Fagotti, Controfagotto,4 Corni, 3 Trombe,3 Tromboni, Tuba,Timpani, Percussioni, Arpa,Pianoforte, Celesta, Archi

    PETRUŠkA

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    Sergej Diaghilev e Igor Stravinskij

    (al pianoforte). Disegno a penna di

    D. Dupont (1915).

    Sergej Diaghilev, che in autunno gli fece visita sul lago di Gi-nevra, Stravinskij fece ascoltare il nuovo pezzo. Diaghilev ne fu entusiasta e convinse il compositore a trasformare quella musica in un nuovo balletto. Petruška è un burattino del tea-tro popolare russo, presente negli antichi spettacoli di canta-storie (gli skomorochi), un personaggio spavaldo e manesco, dal linguaggio schietto, che però nella trama elaborata insie-me da Stravinskij e Diaghilev assunse caratteri insieme più in-timistici e più tragici, con molti punti di contatto con Pierrot e anche con Pinocchio, come un “essere” inanimato che prova il desiderio impossibile di una vita umana.La vicenda è ambientata a Pietroburgo, nella piazza dell’Ammi-ragliato, durante le feste della settimana grassa: in mezzo a una folla chiassosa e variopinta, un Ciarlatano presenta al pubblico i suoi burattini animati, Petruška, la Ballerina e il Moro. Il più sensibile è Petruška che si innamora della Ballerina. Lei però

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    gli preferisce l’ottuso ma prestante Moro, che alla fine uccide Petruška in mezzo alla confusione del Carnevale.Il compositore portò a termine la partitura nel maggio del 1911, e il balletto andò in scena il 13 giugno 1911 al Théâtre du Châtelet di Parigi, con le innovative coreografie di Michel Fokine, con due interpreti prestigiosi come Nijinski e la Kar-savina, con le coloratissime scenografie di Alexandre Benois, e con Pierre Monteux sul podio. L’intersecarsi dei personaggi sulla piazza con quelli del teatrino, la dimensione del meta-teatro, l’atmosfera festosa che acutizza il dramma persona-le, costituirono meccanismi molto efficaci per dare sostanza drammatica alla vicenda. L’idea delle emozioni imprigionate nel corpo di una marionetta suggerì anche a Stravinskij l’uso di materiali musicali di tipo meccanico, ripetitivi, il gusto per sonorità aspre, dissonanti, percussive, facendolo approdare ad un linguaggio musicale assai più moderno e antiromantico rispetto a quello dell’Uccellodifuoco, e lontano da ogni sugge-stione esotica e favolistica.Stravinskij usa un grande organico orchestrale (con legni e ot-toni per quattro) ma giocando sulla contrapposizione di bloc-chi sonori, prediligendo timbri stridenti, cercando di imitare il suono delle orchestrine popolari o degli organetti di Barbe-ria. Abbandona anche la sintassi tonale, insieme con la logi-ca dell’elaborazione tematica e dello sviluppo, per creare un struttura formale di tipo paratattico, elimina le cadenze (cre-ando così un effetto di continua sospensione), sostituisce le funzioni tonali con strutture armoniche polarizzate. Anche se usa materiali più diatonici che cromatici, il continuo gioco di incastri e sovrapposizioni crea risultati politonali, e complessi reticoli sonori, accentuati anche dai continui cambiamenti di metro, che anticipano la ritmica del Sacre.Nella partitura di Petruška Stravinskij intesse insieme una gran-de varietà di motivi, stilisticamente assai diversi, e sempre ato-mizzati, privi di ramificazioni, montati come in un collage: la musica da fiera, popolaresca e sfrenata, echi di canzonette e di marce, valzer e polke, musiche da cabaret e temi bandisti-ci, in uno straniante caleidoscopio sonoro. L’animazione e la

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    confusione della piazza pervade tutto il primo quadro (Lafie-radellasettimanagrassa): nell’introduzione (Vivace) Stravinskij stratifica tremoli di corni e clarinetti con motivi e formule ripe-titive, creando una fascia sonora densa, brulicante, carica di tensione, che sfocia in una grande fanfara di tutta l’orchestra (su un tema liturgico della Pasqua, conosciuto come il canto dei Volocebniki), che accompagna il passaggio di un gruppo di ubriachi. Nel caos della festa affiora anche l’imitazione di un organetto, affidata a due clarinetti all’ottava, e la citazione di una sguaiata chanson francese (“Elle avait une jambe de bois”), intonata delicatamente da flauti e clarinetti (poi anche dalla tromba) e punteggiata dal triangolo (poi anche dal Glocken-spiel). Un poderoso rullo di tamburi attrae l’attenzione della folla sul teatrino del Ciarlatano (Lento): i disegni cupi di fagotti, controfagotto e contrabbassi, gli arpeggi dell’arpa e della cele-sta, gli armonici degli archi e una cadenza incantatoria del flau-to disegnano un’atmosfera improvvisamente misteriosa, che introduce la DanzaRussa (Allegrogiusto) – il flauto del Ciarla-

    Mikhail Larionov.SergejDiaghilevdietrolequintementreosserva

    iballerini.Londra, collezione

    Nikita e Nina Lobanov-Rostovsky

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    CD

    “Boulez Strawinsky”Petruška,L’uccellodifuoco,LeChantdurossignol,Scherzofantastique,LeRoidesétoilesChicago Symphony OrchestraCleveland OrchestraEnsemble IntercontemporainPierre BoulezdirettoreDGG 2010 (6 cd)

    “The Ballets”Petruška;L’uccellodifuoco;ApolloCity Of BirminghamSymphony OrchestraSimon RattledirettoreEmi 2009 (2 cd)

    Stravinskij: PetruškaBartók: IlmandarinomiracolosoLondon Symphony Orchestrakent Nagano direttoreErato 2008

    tano anima i tre burattini che cominciano a danzare di fronte al pubblico stupefatto –, pagina brillante, vigorosa, omoritmica, basata su sequenze parallele di accordi martellanti, nella quale comincia ad emer-gere il ruolo concertante del pianoforte.Questo strumento acquista un vero e proprio ri-lievo solistico nel secondo quadro (nella stanza di Petruška) che corrisponde anche all’iniziale parti-tura del Konzertstück. Dopo un prolungato rullo di tamburo, troviamo Petruška solo coi suoi pensieri. Tutto il suo carattere è concentrato in una breve cel-lula affidata a due arpeggi sovrapposti dei clarinetti, un insieme dissonante, che si insinua spesso nella trama della partitura, come una specie di Leitmotiv. Poi emergono gli altri stati d’animo di Petruška: la rabbia, che esplode in un fortissimo di tutta l’orche-stra (Furioso), dominato da un arpeggio discendente di tromba e cornetta (con sordina); i pensieri amorosi rivolti alla Ballerina, resi da un melodizzare dolce e malinconico del flauto (Andantino); la sua goffa gioia che esplode all’ingresso della Ballerina (Allegro) e che si interrompe dopo 13 battute con l’uscita di scena della stessa.Il tamburo introduce anche il terzo quadro che descrive inve-ce il Moro nella sua stanza, attraverso una rapida alternanza di gesti violenti e pesanti (Ferocestringendo), squarci sinistri, break improvvisi, una danza dal sapore orientale, affidata a clarinetto e clarinetto basso, accompagnati da piatti e gran-cassa, un motivo inquietante del corno inglese. Assai più se-rena la danza della Ballerina (Allegro), una spigliata melodia della cornetta a pistoni accompagnata dal tamburo. Poi in-sieme la Ballerina e il Moro avviano un valzer, basato su due temi distinti: il primo (Lento cantabile), in mi bemolle mag-giore, intonato da cornetta e flauto (“cantabile sentimental-mente”) accompagnati dagli arpeggi del fagotto; il secondo (Allegretto), in si maggiore, affidato ai flauti e alle arpe. Anche qui Stravinskij crea un sofisticato gioco combinatorio, sovrap-ponendo questi due temi con quelli del Moro, mescolando

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    quindi insieme motivi ternari e binari, e ottenendo in questo modo una dimensione sonora di estrema tensione con ma-teriali in sé piuttosto neutri. Il pas de deux della Ballerina e del Moro è bruscamente interrotto dall’arrivo di Petruška, che piomba nella stanza per opporsi alla tresca, con il suo tema “gridato” dalla tromba. Ma il Moro lo affronta con la scimitar-ra e lo insegue, su un movimento rapido e staccato di archi e legni, che si conclude con violenti accordi sincopati.Il tamburo introduce ancora l’ultimo quadro (Lafieradell’ul-timogiornodiCarnevale) che riporta al brulichio orchestrale della festa, trasformato qui nel suono fluttuante di una grande fisarmonica. Su questo sfondo orchestrale Stravinskij innesta una serie di danze, molto colorite, basate su temi tratti da va-rie raccolte di melodie popolari russe: la danza agile e leggera delle Balie (Allegretto) sul motivo tradizionale “Lungo la via Piterskai’a”, introdotta dall’oboe, e seguita da uno spensiera-to refrain; la danza dell’orso (Sostenuto) caratterizzata da un incedere lento e pesante e da un motivo dissonante dei clari-

    Alexandre Benois.Bozzetto della scenografia di

    Petruška.1951

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    netti; la scenetta delle zingare e del venditore am-bulante, su un tema staccato e saltellante, scandito con forza dagli archi; la Danzadeicocchieri (Mode-rato), basata su un tema molto ritmato e accentato, prima suddiviso tra trombe, archi, tromboni e cor-ni, poi ripreso da tutta l’orchestra, anche in forma di canone, in un crescendo martellante; l’ingresso dei saltimbanchi e delle maschere (Agitato) su una trama veloce volatile di archi e legni nella quale si in-nesta un pesante, drammatico motivo degli ottoni. Questo crescendo sfocia alla fine in un assolo della tromba: è Petruška che irrompe sulla scena, inseguito dal Moro che lo raggiunge e lo colpisce a morte, fra l’orrore dei presenti ai quali il Ciarlatano spiega che si tratta solo di una marionetta, mostrando la testa di legno e il corpo pieno di segatura.Resta alla fine una trama uniforme dei corni, sulla quale ritor-na il tema della tromba (con sordina), livido e agghiacciante: questa volta è il fantasma di Petruška che compare sul tetto del teatrino, facendo sberleffi. Mentre il sipario si chiude su un enigmatico motivo di quattro note pizzicate degli archi (Moltopiùlento).

    LIBRI

    Igor Stravinskij e Robert CraftRicordiecommentiAdelphi, Milano 2008

    Igor StravinskijCronachedellamiavitaSE, Milano 2006

    Paolo CastaldiInnomedelpadre:riflessionesuStrawinskyAdelphi, Milano 2005

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    LE ESECUZIONI A SANTA CECILIA

    MEPHISTOWALZER N. 1 DI LISZT

    1911 Camille Chevillard (Orchestre Lamoureux), vasilij Il’iè Sa-fonov; 1927 Emil Cooper; 1935 Edmund von Borck; 1949 Igor Markevitch; 1970 Paul Paray; 1979 Peter Maag; 1986 András Ligeti (Orchestra e Coro della Radio di Budapest); 1999 Ivan fischer.

    PETRUŠkA DI STRAvINSkIj

    1915 Alfredo Casella; 1916 Arturo Toscanini; 1919, 1923, 1924, 1925 Bernardino Molinari; 1929 ferruccio Calusio; 1930 Bernar-dino Molinari; 1931 Pierre Monteux; 1934 Bernardino Molinari, victor De Sabata; 1935 Bernardino Molinari; 1937 fritz Reiner; 1938 ferruccio Calusio; 1939 Bernardino Molinari 1941 Angelo Questa; 1945 fernando Previtali; 1946 Otto klemperer; 1947 An-tonio Pedrotti; 1951 Igor Stravinskij; 1954 Bruno Maderna; 1956, 1958 Massimo Pradella; 1960 Carlo franci; 1964 Giampiero Ta-verna; 1971 Carlo franci; 1974 Stanislaw Skrowacewski; 1978 Gennadij Roždestvenskij; 1982 Gabriele ferro; 1985 Christoph von Dohnányi; 1986 Yuri Temirkanov; 1987 Witold Rowicki; 1990 john Nelson; 1991 Stephen Harrap; 1993 Riccardo Chailly; 1996 Lukas foss; 1997 Sylvain Cambreling; 2000 Hans vonk; 2002 Sylvain Cambreling (SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg); 2002 Yutaka Sado; 2009 Ingo Metzmacher.

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    GLI INTERPRETI

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    kENT NAGANO

    kent Nagano è tra i più apprezzati interpreti sia del re-pertorio operistico che di quello sinfonico ed è ospi-te regolare delle maggiori orchestre del mondo. At-tualmente è Direttore Musicale della Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera e Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Montréal. La scorsa stagio-ne a Monaco ha diretto, tra l’altro, L’Enfantetlessorti-lèges di Ravel, DerZwerg di Zemlinsky e SaintFrançoisd’Assise di Messiaen, opera con la quale ha raggiunto la notorietà nel 1984, quando il compositore francese lo scelse come assistente di Seiji Ozawa per la prima esecuzione assoluta. Per questa stagione sono previ-ste nuove produzioni di Wozzeck e Lohengrin.Nagano ha inoltre ricoperto i ruoli di Direttore Mu-sicale della Berkeley Symphony Orchestra dal 1978

    al 2009, dell’Opéra National de Lyon dal 1988 al 1998, della Hal-lé Orchestra dal 1991 al 2000, della Los Angeles Opera dal 2003 al 2005, ed è stato Direttore Artistico e Musicale del Deutsches Sym-phonie-Orchester di Berlino dal 2000 al 2006; al termine del suo mandato l’Orchestra lo ha nominato Direttore onorario. Ha inol-tre diretto le maggiori orchestre del mondo: Berliner e Wiener Phil-harmoniker, New York Philharmonic, Chicago Symphony Orchestra, National Symphony Orchestra, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Dresdner Staatskapelle. Kent Nagano ha al suo attivo un ampio catalogo discografico in cui fi-gurano titoli come BillyBudd di Britten con Thomas Hampson, SaintFrançoisd’Assise e Turangalîla-symphonie di Messiaen con i Berliner Philharmoniker, DoktorFaust di Busoni con l’Opéra National de Lyon (Grammy Award, 2000), Idomeneo, Lohengrin e la QuartaSinfonia di Bruckner con l’Orchestra di Stato Bavarese. Per la Deutsche Gram-mophon ha inciso Three Sisters di Eötvös e la WhiteHouseCanta-ta di Bernstein. Recentemente il direttore californiano, alla guida del Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, ha vinto un altro Gram-my (nella categoria “migliore incisione d’opera”) per L’amourdeloin di Kaija Saariaho (Harmonia Mundi). Ospite abituale di Santa Cecilia fin dal 1986, la sua ultima presenza nei cartelloni dell’Accademia risa-le alla scorsa stagione con la MessaindominoreK.427 di Mozart

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    ALESSANDRO CARBONARE

    Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Na-zionale di Santa Cecilia dal 2003, Alessandro Carbo-nare ha vissuto a Parigi, dove per 15 anni ha occupa-to il posto di Primo clarinetto solista dell’Orchestre National de France. Ha collaborato anche con la Fi-larmonica di Berlino.Si è imposto nei più importanti concorsi internazio-nali. È stato vincitore di due Diapason d’oro disco-grafici. Appassionato cultore della musica da camera è da sempre membro del Quintetto Bibiena.Ha registrato gran parte del repertorio per Harmo-nia Mundi e JVC Victor dando anche grande impul-so alla nuova musica per clarinetto, commissionan-do nuovi concerti a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude Bolling.Guest professor alla Juilliard School di New York e al Royal College of Music di Londra ha fatto parte delle giurie di tutti i più importan-ti concorsi internazionali per il suo strumento. Su personale invito di Claudio Abbado ora occupa il posto di Primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart.Con il Maestro Abbado ha recentemente eseguito e registrato per Deutsche Grammophon il ConcertoK.622 al clarinetto di bassetto, e recentemente è uscito per Decca il suo Cd: TheartoftheClarinet.Da sempre attratto non solo dalla musica “classica”, da alcuni anni si esibisce con il pianista jazz Enrico Pieranunzi anche in programmi “alternativi”. Il suo impegno sociale lo vede presente a sostenere progetti che pos-sano contribuire al miglioramento della società attraverso l’educazio-ne musicale: ha infatti assistito Claudio Abbado nel progetto sociale dell’Orchestra Simón Bolívar e delle orchestre giovanili del Venezue-la. Recentemente ha collaborato come Primo clarinetto con la New York Philharmonic Orchestra e con la Chicago Symphony Orchestra.È professore all’Accademia Chigiana di Siena.www.carbonare.com.

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    ANTONIO PAPPANODiRettoRe MuSiCAle

    CARLO RIZZARIdirettore assistente

    vIOLINI PRIMICarlo Maria Parazzoli*, Ruggiero Sfregola, Marlene Prodigo,Elena La Montagna, Nicola Lolli, Margherita Ceccarelli, Roberto Saluzzi,Fiorenza Ginanneschi, Roberto Granci, Paolo Piomboni, Barbara Castelli,Kaoru Kanda, Jalle Feest, Daria Leuzinger, Fabrizio Falasca,Tania Mazzetti, Roberto Baldinelli, Catalina Sureda Colombram

    vIOLINI SECONDIAlberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli, Rosario Genovese,Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi CapicchioniRiccardo Piccirilli, Daniele Ciccolini, Andrea Vicari,Maria Tomasella Papais, Cristina Puca, Giovanni Bruno Galvani,Rocco Malagoli, Brunella Zanti, Svetlana Norkina

    vIOLERaffaele Mallozzi*, Simone Briatore*, Sylvia Mayinger, Michael Kornel,Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona Balint,Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, Stefano Trevisan, David Bursack,Luca Manfredi, Federico Marchetti

    vIOLONCELLILuigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori, Diego Romano,Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di Donna,Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna, Danilo Squitieri

    CONTRABBASSIAntonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita Mazzantini,Simona Iemmolo, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco Cardarelli,Enrico Rosini, Paolo Cocchi, Nicola Cascelli

    *Prime parti soliste. N.B.: le prime parti del concerto odierno sono evidenziate in neretto

    ORCHESTRADELL’ACCADEMIA NAZIONALEDI SANTA CECILIA

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    fLAUTICarlo Tamponi*, Andrea Oliva*, Nicola Protani, Elisa BoschiOttavino: Davide Ferrario

    OBOIPaolo Pollastri*, Francesco Di Rosa*, Anna Rita Argentieri

    CORNO INGLESEMaria Irsara

    CLARINETTIStefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone SirugoClarinettobasso: Dario Goracci

    fAGOTTIfrancesco Bossone*, Andrea Zucco*, Fabio AngelettiControfagotto: Alessandro Ghibaudo

    CORNIAlessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco Bellucci,Arcangelo Losavio, Luca Agus, Fabio Frapparelli, Giuseppe Accardi

    TROMBEAndrea Lucchi*, Omar Tomasoni*, Ermanno Ottaviani,Vincenzo Camaglia, Antonio Ruggeri

    TROMBONIBasilio Sanfilippo*, Andrea Conti*, Agostino SperaTrombonebasso:Maurizio Persia

    TUBAGianluca Grosso

    ARPECinzia Maurizio*, Margherita Bassani*

    TIMPANIEnrico Calini*, Antonio Catone*

    PERCUSSIONIMarco Bugarini, Edoardo Albino Giachino, Andrea Santarsiere

    PIANOfORTEfrancesco Buccarella*

    CELESTADaniele Rossi*

  • PremiazioneMaestro dell’Economia Roma, 4 dicembre 2011Auditorium Parco della MusicaSala Petrassi

    Presiede la Cerimonia Giancarlo CremonesiPresidente della CCIAA di Roma

    Presenta Ramona Badescu

    Programmaore 9.30 Registrazione dei partecipantiore 10.00 Concertoore 10.30 Cerimonia di Premiazioneore 12.00 Performance di Max Giusti

    INFO [email protected]

    ore 12.45 Conclusione della cerimonia e aperitivo nel Foyer

    Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

    Concerto di apertura

    Recital VocaleCelebri Arie d’Opera

  • hélènegrimaudven 9 ore 20.30 turno V-Z Sala Sinopoli

    Hélène Grimaud pianofortemozart Sonata K. 310 | berg Sonata op. 1 | liszt Sonata in si minorebartók 6 Danze popolari rumene

    prossimi concertidicembre

    Sala Santa Cecilia

    sab 10 ore 18 turno A-A1 | lun 12 ore 21 turno B | mar 13 ore 19.30 turno C

    Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaStéphane Denève direttore | Enrico Dindo violoncelloravel Le Tombeau du Couperinsaint-saëns Concerto per violoncello n. 1roussel Sinfonia n. 3ravel Boléro

    ravelboléro