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AISpA Associazione Italiana Spondiloartriti - Onlus

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AISpAAssociazioneItaliana Spondiloartriti - Onlus

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CHI SIAMOL’Associazione Italiana Spondiloartriti (AISpAonlus) è una Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) che ha lo scopo di aiutare e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da spondiloartriti, mediante la pianificazione di iniziative socio sanitarie e legislative e culturali. La Diagnosi Precoce insieme alla Riabilitazione Reumatologica rappresentano il tema su cui l’AISpA insiste (due congressi medici negli ultimi due anni) per far conoscere la patologia e poter intervenire in tempo fin dal suo primo esordio (intorno ai sedici anni i primi sintomi).L’associazione nasce a Bologna nel 1987 ma, in seguito al sensibile aumento dei soci, oggi la sua attività copre l’intero territorio nazionale.L’AISpA per la sua costante attività sociale e scientifica ha ottenuto riconoscimenti anche a livello internazionale con l’ingresso nella federazione ASIF (Ankilosing Spondylitis International Federation).Oggi l’AISpA gode anche dell’appoggio amichevole della Nazionale Italiana Cantanti.

In elenco i membri dell’AISpA

Consiglio DirettivoPresidente: Giuseppe Salvatore Oranges

Vice Presidente e Tesoriere: Gino Ferioli

Direttore generale: Vito Barbera

Segretaria di Presidenza: Antonella Ferri

Segretario: Gabriele Poggioli

Relazioni esterne: Nadia DalmonteResponsabile area Toscana, Umbria e Liguria Daniela Margheri

LA SPONDILOARTRITELa Spondiloartrite Anchilosante è una malattia infiammatoria cronica, che interessa la colonna vertebrale in toto. É caratterizzanata da infiammazione e da anchilosi ad iniziare dalle articolazioni sacro-iliache in direzione ascendente, artrite infiammatoria delle articolazioni sinoviali del radiche ed ossificazione dei legamenti della colonna. Talvolta interessa le articolazioni periferiche, soprattutto le radici degli arti (anche e spalle, nella cosiddetta varietà “Rizomelica”).

Presidente: Giuseppe Salvatore Oranges

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OSPEDALE S. ORSOLA: breve storiaSi ritiene che il primo nucleo dell’Ospedale S. Orsola sia sorto nel 1592, proprio fuori dalle mura (oggi viali della circonvallazione) della città di Bologna. Inizialmente, in ragione della sua collocazione, era destinato all’accoglienza degli emarginati, mentre in seguito vi trovarono ricovero i malati incurabili.Nel 1809 l’Ospedale disponeva di 273 posti letto; da quel periodo divenne sempre più forte l’attenzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, tanto che, tra il 1860 e il 1869, il S. Orsola ne divenne definitivamente la struttura di supporto assistenziale, e l’antico ricovero si trasformò in un Ospedale con caratteristiche più moderne.Nel 1929 a seguito della crescita continua in termini di dimensioni, di specialità considerate e di insegnamenti previsti, venne avviata la programmazione di un nuovo assetto edilizio.Nel 1978 la riforma del Servizio Sanitario Nazionale determinò la fusione del S. Orsola con l’Ospedale Malpighi, una struttura specialistica di grandi dimensioni costruita negli anni ‘70 del Novecento.L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi oggi è uno dei quattro grandi ospedali di Bologna, ed è oggi sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna.

Consiglio DirettivoL’ospedale è costituito da 27 padiglioni e si snoda per circa 600 metri (1 km se si considera anche l’area Malpighi) attorno ad un viale alberato centrale, che dà un senso di amenità all’ambiente micro-urbano del policlinico; ha un’estensione di circa 21 ettari.

I Dipartimenti• Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare

• Dipartimento di Chirurgie Specialistiche e Anestesiologia

• Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina di Laboratorio

• Dipartimento Emergenza/Urgenza, Chirurgia Generale e dei Trapianti

• Dipartimento Malattie Apparato Digerente e Medicina Interna

• Dipartimento Medicina Interna, dell’Invecchiamento e Malattie Nefrologiche

• Dipartimento Salute della Donna, del Bambino e dell’Adolescente

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La Struttura Semplice Dipartimentale di Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica è una struttura con competenza specialistica in campo metabolico e nutrizionale che risponde sia alle esigenze degli utenti esterni sia delle UU.OO/Servizi del Policlinico. Impegno della struttura è fornire all’utenza un servizio ispirato ai principio di qualità nella gestione, programmazione ed erogazione delle prestazioni e rivolto al miglioramento continuo. Il Personale è sensibilizzato a far sì che le prestazioni rispettino i diritti del paziente e che rispondano ai criteri di etica, efficacia, efficienza, imparzialità e continuità assistenziale. L’attività ambulatoriale rivolta all’utenza esterna è espletata in regime di convenzione con il SSN e si articola in 8 linee operative di diagnosi e terapia. La struttura è sede di Attività Didattica - Formativa nell’ambito di corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e Dietistica e di Scuole di Specializzazione Mediche e svolge regolarmente attività di ricerca in campo metabolico. Alla struttura afferisce ed è attivo il progetto relativo al “Trattamento integrato della grande obesità”. La nostra SSD si pone inoltre come struttura di supporto e di riferimento per le associazioni dei pazienti, in particolare per A.I.Sp.A. Onlus (Associazione Italiana Spondiloartriti) , l’Associazione Diabetici della Provincia di Bologna, della componente regionale dell’Associazione Italiana Celiachia e dell’associazione di volontariato GO Team creata dai pazienti che hanno seguito i percorsi di Terapia Cognitivo Comportamentale tenuti presso la nostra SSD.

Linee Assisitenziali:• Obesità • Diabete mellito• Sindrome Metabolica• Dislipidemie• Iperuricemia e gotta• Epatopatie Metaboliche (steatosi epatica e steatoepatite non alcolica)• Sindromi ipoglicemiche• Disturbi del comportamento alimentare correlati all’obesità

L’organizzazione è così strutturata:• Visite internistiche orientate alla malattie metaboliche• Ambulatorio prelievi e test funzionali metabolici• Ambulatorio calorimetria indiretta e bioimpedenziometria• Test di fitness cardiorespiratoria• Diagnostica dei Disturbi del Comportamento Alimentare associati all’obesità• Attività di consulenza nutrizionale per i pazienti degenti e per i pazienti afferenti agli ambulatori dell’Ospedale • Attività di didattica

• Attività di ricerca

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Direttore GIULIO MARCHESINI REGGIANI

Coordinatore Tecnico/Infermieristico Di Domizio S.

Padiglione Padiglione 7

Equipes Équipe dietiste Équipe medici e psicologi/pedagogisti

Riferimenti / telefono Direttore Prof. Giulio Marchesini 051 6364889 Dott. Gabriele Forlani 051 6364189 Dott. Nicola Villanova 051 6363688 Coord. Dietista Dr.ssa Silvia Di Domizio 051 6364181

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PROGETTO INDIO - SP

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

Nome paziente: _______________________ Dolore insopportabile

           

     

Assenza di dolore    

Figura 1 - Scala analogica visiva (VAS)

     

La scala Short Form McGill’s Pain Questionnaire (SF-MGPQ)2 consiste in 15 espressioni che descrivono il dolore. Il paziente deve segnare con una crocetta l’aggettivo che gli sembra più appropriato a descrivere il proprio dolore con un valore che va da 0 a 3 (0 = nessun dolore, 3 = il massimo dolore). L’intensità del dolore viene valutata dalla somma dei 15 punteggi. (figura 2).

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

Figura 2 – Short form McGill’s Pain Questionnaire

2 Melzack R. The short-form McGill Pain Questionnaire. Pain. 1987 ;30:191-7.

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

Il BASFI (Bath Ankylosing Spondylitis Functional Index) è un indice composto di 10

scale graduate da 0 a 100 nelle quali il malato indica il suo grado di limitazione funzionale8 (figura 7).

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

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           AISpA  Onlus   - Associazione Italiana Spondiloartriti - Area Scientifica        

 PROGETTO  ALIMENTAZIONE  E  SALUTE  

   

AISpA  Onlus    -­‐  Associazione  Italiana  Spondiloartriti  -­‐  Area  Scientifica  Progetto  alimentazione  e  salute  in  collaborazione  con  l’Istituto  di  Scienze  dell’Alimentazione  dell’Università  di  Bologna.  

Anche l’indice funzionale di Dougados9 è un’autovalutazione del malato delle difficoltà che incontra nella vita quotidiana (figura 8).

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 INTEGRAZIONE  DIETETICA  DI  OMEGA  3  NELLE  SPONDILOARTRITI      

                                               PROGETTO  INDIO_SP          

     In  collaborazione  con  l’Associazione  Italiana  Spondiloartriti                                                                                                (AISpA)      

 

 

Sperimentatore  Responsabile  dello  studio:  Dott.  Nicola  Villanova    

Altri  sperimentatori:  Dott.ssa  Rebecca  Marzocchi,  Dott.ssa  Anna  Simona  Sasdelli  

Dietiste:  Dott.ssa  Elena  Stagni,  Dott.ssa  Giulietta  Tarrini    

 

 

 

 

INDIO-­‐SP  Versione  finale  del  6/9/2012,  approvazione  del  Comitato  Etico:    9/10/2012  

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INDIO_SP    Versione  finale  del  6/9/2012,  approvata  il  9/10/2012  

SANA   E   CORRETTA   ALIMENTAZIONE:  PERCHÉ?  (Dott.ssa  Elena  Stagni)  

Negli  ultimi  decenni  l’alimentazione  dell’uomo  ha  subito  importanti  cambiamenti  sia  da  un  punto  di  vista  qualitativo  che  quantitativo:  il  numero  delle  

persone   in   deficit   alimentare   si   è   drasticamente  ridotto,   ma   l’aumentata   disponibilità   di   cibo,  associata  alla  sedentarietà,  ha  determinato  anche  

un   importante   incremento   delle   patologie  croniche,   tra   cui   obesità,   diabete   tipo   2,  ipertensione,   dislipidemie,   malattie  

cardiovascolari,   e   alcune   forme   di   tumore   che  sono  responsabili  della  maggior  parte  dei  decessi  in   Europa   (86%,   WHO   2008).   Per   capire   come  

siamo   arrivati   a   tale   situazione   occorre   tornare  all’epoca  dei  nostri  antenati,  la  cui  alimentazione  era   prevalentemente   costituita   da   prodotti  

vegetali   e   prodotti   carnei:   l’australopiteco,  comparso   in   Africa   quattro   milioni   di   anni   fa,   si  cibava  di  frutti,  fogliame  tenero,  larve  e  insetti.  Il  

bipedismo   ha   poi   consentito   al   capostipite   della  linea  ominina,  di  scendere  dagli  alberi  e  di  iniziare  lo   sfruttamento   di   radici,   tuberi,   semi   e   noci,   di  

cui  si  sono  nutriti  per  milioni  di  anni  anche  i  suoi  discendenti,  quindi  i  parantropi  e  le  prime  specie  del   genere   Homo.   Il   consumo   della   carne   ha  

avuto   inizio   in   un   secondo   momento,   con   la  comparsa  dell’Homo  habilis  avvenuta  due  milioni  di   anni   fa,  mentre  quello  dei   prodotti   ittici   e  dei  

primi   cereali   viene   attribuito   all’Homo   sapiens,  specie   a   cui   noi   uomini   attuali   apparteniamo,  comparso   200.000   anni   fa.   A   seguito   della  

rivoluzione   agropastorale   del   Neolitico   (10.000  anni   fa),   ma   soprattutto   dello   sviluppo  

dell’industria   alimentare   (200   anni   fa),  l’alimentazione  umana  si  è  andata  arricchendo  di  nuovi  prodotti,  come  le  uova,   i  salumi,   il   latte  e   i  

derivati,   il   sale,   le   bevande   alcoliche,   i   cereali  raffinati,   gli   oli   vegetali,   il   junk   food   e  contemporaneamente   si   è   ridotto   il   consumo   di  

frutta,   verdura,   cereali   integrali,   pesce,   carne  magra   cosi   come   il   livello   di   attività   fisica   svolta  giornalmente   (i   cacciatori-­‐raccoglitori  

impiegavano   la   maggior   parte   del   tempo   nella  

ricerca   delle   risorse   alimentari   necessarie   alla  

loro   sopravvivenza).   In   un“breve”lasso   di   tempo  si   è   quindi   verificato   un   grosso   e   repentino  cambiamento  nello  stile  di  vita  dell’uomo  che  non  

è   stato   però   compensato   dalla   selezione   di   un  nuovo   genotipo:   l’incontro   del   genoma   umano  con   nuove   molecole   alimentari   richiede   infatti  

migliaia,  non  solo  centinaia,  di  anni  per  generare  fenotipi   adattati   e   come   conseguenza   della  “improvvisa”   discordanza   tra   genetica   e  

ambiente,   le   “patologie   del   benessere”   hanno  fatto   la   loro   comparsa   sulla   scena   del   mondo  occidentale.  

 Fig.1  -­‐  Evoluzione  e  obesità  

La   soluzione   ai   problemi   attuali   potrebbe   ora  

apparire   scontata   ed   essere   individuata   in   un  ritorno   alla   “dieta   paleolitica”,   che   però   è  altamente   sconsigliato   per   il   cambiamento,   in  

termini  di  qualità,  a  cui  è  andato  incontro  il  cibo.  Un   esempio?   I   prodotti   carnei,   estremamente  differenti   da   quelli   alla   portata   dei   cacciatori-­‐

raccoglitori.    Ma   allora,   cosa   dobbiamo   fare   per  raggiungere   e   mantenere   un   buono   stato   di  salute?   Mettere   in   atto   i   consigli   proposti   dalle  

“Linee   guida   per   una   sana   e   corretta  alimentazione”,   documenti   nati   da   evidenze   di  studi   epidemiologici,   che   ci   aiutano   a   porre  

rimedio   agli   errori   alimentari   e   comportamentali  avvenuti   negli   ultimi   200   anni,   a   vivere   quindi  meglio  nell’ambiente  in  cui  ora  ci  troviamo,  e  che  

devono  essere  utilizzate  per  proporre  un  grande  cambiamento  di  rotta,  tornare  quindi    a  seguire  i  nostri   bisogni   nutrizionali   e   non   i   desideri   del  

palato.    

 

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COSA   SI   INTENDE   PER   “SANA   E   CORRETTA  ALIMENTAZIONE?”  (Dott.ssa  Elena  Stagni)  

Per  “sana  e  corretta  alimentazione”si  intende  una  tipologia   di   dieta   che   assicura   un’adeguata  assunzione   giornaliera   di   calorie   e   una   corretta  

proporzione   dei   vari   nutrienti,   quindi   una   dieta  che   permette   di   raggiungere   e/o   mantenere   un  peso   corporeo   ragionevole,   ma   anche   di  

prevenire  e/o  contrastare  gli  eccessi  e  le  carenze  nutrizionali   che   possono   manifestarsi  indipendentemente   dal   peso   di   un   soggetto.   La  

nostra  alimentazione  deve  quindi  essere  corretta  sia   da   un   punto   di   vista   quantitativo   che  qualitativo:   le  calorie  da   introdurre  giornalmente  

devono  essere  stabilite  sulla  base  del   fabbisogno  energetico   di   un   soggetto   (che   varia   in   funzione  di   età,   sesso,   misure   antropometriche,   attività  

fisica,   ecc.)   e   in   seguito   assunte   sottoforma   di  proteine,   grassi   e   carboidrati   ripartiti   tra   loro   in  maniera  equilibrata  (INRAN  -­‐  Istituto  Nazionale  di  

Ricerca   sugli   Alimenti   e   la   Nutrizione:   15-­‐20%  protidi,   30%   lipidi,   50-­‐55%   glucidi).   Fatta  eccezione   per   alcune   patologie   che   richiedono  

diete  specifiche  nelle  quali  il  nutriente  in  eccesso  o   in   difetto   che   le   determina   o   aggrava   deve  essere  attentamente  calcolato  e  controllato,  se  la  

dieta   è   varia   è   in   grado   di   fornire   in   giuste  quantità   tutti   i   micro   e   macronutrienti   di   cui   il  nostro  organismo  ha  bisogno.  La  nuova  piramide  

alimentare   mediterranea,   realizzata   nel   2009  dall’INRAN   in   collaborazione   con   il   CIISCAM  (Centro   Interuniversitario   Internazionale   di   Studi  

sulle   Culture   Alimentari   Mediterranee),  rappresenta   un   modello   di   dieta   di   riferimento  

per  la  popolazione  adulta  in  buono  stato  di  salute  e   propone,   sulla   base   delle   linee   guida   stilate  dall’INRAN   nel   2003,   indicazioni   generali   sulla  

quantità   e   la   frequenza   di   consumo   dei   vari  prodotti  alimentari,  che  possono  essere    utilizzate  come   spunto   per   migliorare   la   propria  

alimentazione.  

 

Fig.  2  -­‐  Piramide  alimentare  Italiana  

La   piramide   è   suddivisa   in   settori   nei   quali  vengono   inseriti   i   diversi   alimenti/gruppi  

alimentari;   va   letta   dal   basso   verso   l’alto   in  relazione   alla   frequenza   con   cui   dovrebbero  essere  consumati   i  vari  alimenti  per  garantire  un  

introito   ottimale   di   tutti   i   nutrienti:   alla   base   si  trovano   gli   alimenti   da   consumare   più  frequentemente   e   salendo   verso   il   vertice   quelli  

da   limitare   e/o   consumare   occasionalmente,  come   indicato   sul   lato   sinistro   della   piramide.  All’interno   di   ciascun   settore   viene   indicato   il  

numero   ideale   di   porzioni   e,   nell’ambito   dei  diversi   gruppi   alimentari,   si   suggerisce   di   variare    la   scelta   affinché   la   nostra   dieta   possa   essere  

equilibrata  e  completa.  Da  notare  alla  base  della  piramide   l’indicazione   inerente   al   consumo  giornaliero   di   acqua,   necessario   per   compensare  

le   perdite   dovute   alla   traspirazione   attraverso   la  pelle  e  le  mucose  e  alla  produzione  di  urina  e  feci.  Viene   inoltre   suggerito   di   scegliere   sempre  

prodotti   di   stagione,   provenienti   dal   territorio  nazionale,  e  di  vivere  il  momento  del  pasto  come  una   occasione   di   convivialità   e   piacere,   nel  

rispetto   della   tradizione   Italiana.   Infine,   anche  all’attività   fisica   viene   conferito   un   ruolo   di  primaria   importanza:   una  dieta   sana  deve   infatti  

essere   sempre   associata   allo   svolgimento   di  un’attività   fisica   moderata   ma   regolare   poiché,  come   disse   Ippocrate   nel   400   a.c.,   “mangiare  

solamente  non  manterrà  l’uomo  in  buona  salute;  

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egli  dovrà  fare  inoltre  dell’esercizio  fisico,  poiché,  

pur  avendo  qualità  opposte,  agiscono  insieme  nel  generare  salute”.  

DIETA  E  SPONDILOARTRITE:  SI  PUO’  FARE  QUALCOSA?  (Dott.ssa  Anna  Simona  Sasdelli)  

Le   spondiloartriti   sono   un   ampio   ed   eterogeneo  gruppo   di   malattie   infiammatorie   croniche   a  patogenesi   autoimmune   caratterizzate   dal  coinvolgimento   della   sinovia   e   delle   entesi   sia   a  livello   della   colonna   che   delle   articolazioni    periferiche.   Il   ruolo   dei   fattori   dietetici   nelle  affezioni   immuno-­‐mediate   sta   diventando  sempre   più   evidente;   in   particolare   è   stata  rilevata   una   correlazione   tra   l'insorgenza   di  malattie  immunologiche  e  l'ingestione  di  alimenti  come   latte   e   derivati.   Il   tratto   gastrointestinale,  deputato   all'assorbimento   degli   alimenti,   svolge  un   ruolo   fondamentale   per   capire   l'importanza  della   dieta   nelle   malattie   immunologiche   in  esame.   In   questa   sede,   infatti,   avviene   un  contatto   prolungato   tra   gli   antigeni   (anche  alimentari)   e   le   strutture   deposte   al   loro  riconoscimento;   l'eventuale   assorbimento   di  questi   antigeni     può   portare   alla   formazione   di  immunocomplessi,   con   conseguente   produzione  di   anticorpi   cross-­‐reattivi   spesso   responsabili   di  fenomeni  infiammatori  a  carico  dei  tessuti,  tra  cui  le   articolazioni.   Secondo   un'altra   ipotesi  patogenetica,   alcuni   batteri   Gram   negativi   sono  ritenuti   responsabili   nel   favorire   lo   sviluppo   di  Spondiloartrite.   Infatti,   anche   dopo   la  pastorizzazione,   i   latticini   possono   contenere  frammenti   batterici,   che   verosimilmente   hanno  un   ruolo   allergenico   o   di   attivazione   del   sistema  immunitario.  Ne  consegue  che  una  dieta  priva  di  latticini   può   modificare   la   flora   intestinale   e  quindi   ridurre   la   proliferazione   di   batteri  patogeni.   Vi   sono   anche   numerosi   studi   che  hanno   dimostrato   l'efficacia   di   alcune   sostanze,  come  gli  acidi  grassi  essenziali  omega-­‐6  e  omega-­‐3,   nel   potenziare   e   nell'inibire   alcune   tappe   del  processo  infiammatorio.  Gli  acidi  grassi  omega-­‐6,  meglio   noti   come   acido   linoleico,   sono   i  precursori   biochimici   dell'acido   arachidonico,   da  cui   derivano   i   principali   fattori   coinvolti  nell'intensità   e   nella   durata   delle   risposte  infiammatorie   (eicosanoidi   come  prostaglandine,  trombossano   e   leucotrieni).   La   quantità   di   acido  arachidonico   all'interno   delle   cellule  infiammatorie   aumenta   all'aumentare   della   sua  

assunzione  con   la  dieta  e  può  essere   influenzato  dal  consumo  di  alimenti   ricchi  di  omega-­‐6,  come  salumi,   carni   grasse,   tuorlo   d'uovo,   semi   di  girasole,  olive  e  relativi  oli.  Gli  acidi  grassi  omega-­‐3,   il   cui   capostipite  è   l'acido  alfa-­‐linolenico,   sono  invece   precursori   di   molecole   ad   effetto   anti-­‐infiammatorio,   e   riducono   la   chemiotassi  leucocitaria,   la   formazione   di   specie   reattive  dell'ossigeno   e   l'espressione   di   molecole   di  adesione.   Sono   contenuti   nelle   noci   (   2%),  nell'olio  di  canapa  (15-­‐20%)  nei  semi  di  lino  (23%)  e   nei   semi   di   mirtillo   rosso   (49%).   I   derivati  metabolici     dell'acido   alfa   linolenico   (acido  eicosapentaenoico   o   EPA   e   acido  docosaesaenoico   o   DHA)   si   trovano   invece   nel  pesce   azzurro   o   nei   pesci   grassi,   come   aringhe,  salmone,   merluzzo,   sgombro,   sardine,   alici   e  tonno,  e  l'integrazione  di  acido  alfa  linolenico  può  quindi   essere   sostituita   da   quella   di   questi   acidi  grassi.   E'   stato   dimostrato   che   la  supplementazione   di   acidi   grassi   omega-­‐3   in  pazienti   con   spondiloartrite   anchilosante   ha  portato   un   significativo  miglioramento   (p=0,038)  dell'attività   della   malattia;   in   tali   pazienti   il  rapporto   tra   omega-­‐6   e   omega-­‐3   che   ha   fornito  risultati  migliori  è  di  2:1.  

Una   dieta   priva   di   latticini,   ricca   di   acidi   grassi  omega   3   e   povera   di   grassi   saturi   può   quindi  favorire   l’effetto   antinfiammatorio   a   livello  articolare   e   apportare  notevoli   benefici   anche   in  termini  di  calo  ponderale  e    parametri  metabolici  (glicemia  e  assetto   lipidico):  una  medicina  a  tutti  gli   effetti   che   Vi   invitiamo   a   “prendere”   in  maniera  precisa  e  rigorosa.  

 

Fig.  3  Piramide  alimentare  italiana  modificata  

NO  LATTE  E  DERIVATI  

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SUGGERIMENTI  PER  UN  CORRETTO  UTILIZZO  DEL  PIANO  ALIMENTARE  (Dott.ssa  Elena  Stagni)  

Gli  obiettivi  dello  schema  dietetico  che  Le  è  stato  consigliato  sono:  

• Fornire  una  quantità  di  acidi  grassi  polinsaturi  idonea  al  raggiungimento  di  un  rapporto  omega  6/omega3  di  2:1;  

• Eliminare  il  consumo  di  latte  e  derivati  di  origine  animale;    

• Fornire  un  appropriato  apporto  di  calorie  che  permetta  il  raggiungimento  e  /o  il  mantenimento  di  un  peso  corporeo  ragionevole;  

• Tenere  sotto  controllo  i  grassi  e  gli  zuccheri  nel  sangue,  che  costituiscono  di  per  sé  un  fattore  di  

rischio  aggiuntivo  (colesterolo,  trigliceridi,  glucosio);  • Fornire  tutti  i  principi  nutritivi  nelle  giuste  quantità  al  fine  di  garantire  la  copertura  del  fabbisogno  

giornaliero  di  ciascuno  di  essi;  

Per  raggiungere  tali  obiettivi  è  necessario  che  lo  schema  dietetico  proposto  venga  rispettato  in  maniera  precisa,  pertanto  Le  consigliamo  di  leggere  attentamente  tutte  le  istruzioni  seguenti.  

 

                             INDICAZIONI  GENERALI  

È   necessario   ridurre   le   “entrate”energetiche:    mangiare  meno   e   preferire   cibi   a   basso   contenuto  calorico  e    sazianti,  come  ortaggi  e  frutta,  può  essere  strategico;  occorre  evitare  diete  squilibrate  o  

molto   drastiche   del   tipo   “fai   da   te”   che   possono   essere   dannose   per   la   salute.   Una   buona   dieta  ipocalorica  deve  sempre  includere  tutti  gli  alimenti  in  maniera  quanto  più  possibile  equilibrata.  

Il  peso  degli  alimenti  indicato  in  dieta  si  riferisce  al  prodotto  crudo  e  privato  degli  scarti.  Durante  il  

programma  di   dimagrimento   è   bene   pesare   gli   alimenti   ogni   volta   che   ciò   è   possibile   ed   evitare  riduzioni  improvvisate  del  peso  degli  stessi  senza  aver  prima  consultato  il  dietista/medico.  

Allo   scopo   di   rendere   flessibile   il   piano   alimentare   sono   state   previste   sostituzioni   per   ciascun  

alimento   calcolate   a   parità   di   contenuto   in   calorie:   ad   esempio   100   gr   di   pane   comune   possono  essere  sostituiti  con  80  gr  di  crackers;  il  contenuto  calorico  non  cambia,  ma  nel  caso  specifico  varia  il  contenuto  in  grassi,  che  risulta  essere  maggiore  nel  prodotto  sostitutivo;  si  consiglia  pertanto  di  

variare  le  scelte  alimentari  per  non  incedere  in  una  dieta  monotona  e  scorretta,  cercando  però  di  prediligere   il    consumo  dei  prodotti  più  semplici.  Per  quel  che  concerne  le  “pietanze”è  necessario  rispettare   le   frequenze   di   consumo   previste   in   dieta;     per   le   verdure   si   consiglia   di   consumare  

prodotti   di   stagione,   alternando   il   crudo   e   il   cotto;   per   la   frutta,   di   variare   le   qualità   evitando   i  prodotti   più   zuccherini   (banana,   cachi,   fichi,   mandarini   e   uva),   la   frutta   sciroppata,   disidratata  (prugne  secche,  fichi  secchi,  etc)  e  oleosa  (olive).  

La   distribuzione   dei   pasti   nella   giornata   può   essere   modificata   (pranzo   e   cena   invertiti),  mantenendo   però   il   frazionamento   in   tre   pasti   principali   e,   se   previsti,   uno   o   due   spuntini.   È  

possibile  inoltre  spostare  alcuni  alimenti  dal  pasto  allo  spuntino,  se  si  ritiene  il  primo  eccessivo  o  il  secondo  troppo  scarso,  quindi  consumare,  per  esempio,  parte  del  pane  previsto  a  cena  durante  la  mattinata.   Raccomandiamo   però   di   non   ridurre   eccessivamente   i   tre   pasti   che   devono   rimanere  

principali  nella  giornata,  a  partire  dalla  prima  colazione  che  non  deve  mai  essere  trascurata.   Nel   caso   in   cui   il   pasto   venga  effettuato   fuori   casa,   è  bene   cercare  di   rispettare   il   più  possibile   il  

programma  nutrizionale.  

 

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CONDIMENTI    

Utilizzare  a  crudo  sugli  alimenti  olio  extravergine  di  oliva  o  di  semi  (mais),   rispettando   la  quantità  indicata   in  dieta;  evitare  il  consumo  di  grassi  come  burro  e    panna  (sono  derivati  del   latte),   lardo,  strutto,  margarina  e  salse  varie  (es.  maionese).  

Condire   la   pasta   in  modo   semplice,   quindi   con   olio,   sugo   di   pomodoro,   sughi   di   verdure,   legumi  (rispettando  la  quantità  indicata  in  dieta);  è  possibile  consumare  pasta  in  brodo  di  carne  sgrassato,  brodo   vegetale,   passato   di   verdure;   per   la   preparazione  di   altre   tipologie   di   condimenti   possono  

essere  utilizzati  ingredienti  previsti  in  dieta  (es.  il  ragù  di  carne  va  preparato  con  parte  della  carne  utilizzata  come  secondo  piatto).  

Moderare   il   consumo  di   sale,   limitando   l’aggiunta  di   sale  nella  preparazione  dei   cibi,   l’utilizzo  del  

sale  a  tavola  e  l’uso  di  alimenti  conservati  o  ricchi  di  sodio.  Per  insaporire  gli  alimenti  è  consigliabile  utilizzare  aceto  di  vino,  di  mele,  balsamico,  succo  di   limone,  sugo  di  pomodoro,  senape,  spezie  ed  erbe  aromatiche  a  piacere  e  salvo  diversa  indicazione  (es.  Reflusso  GE).  

   

             METODI  DI  COTTURA  

I  metodi  consigliati  sono:  ai  ferri,  alla  piastra,  in  acqua,  a  vapore,  a  microonde,  al  forno,  arrosto  con  l’aggiunta   eventuale   di   succo   di   limone,   vino   bianco,   brodo   vegetale.   Le   fritture   devono   essere  rigorosamente  evitate.  

I  grassi  vanno  aggiunti  a  cottura  ultimata,  utilizzando  parte  della  quantità  indicata  in  dieta.      

 

BEVANDE    

È   consigliabile   bere   almeno  1,5   litri   di   acqua   nell’arco   della   giornata,   se   gradita   anche   gassata,   e  bere  almeno  un  bicchiere  di  acqua  tiepida  al  mattino  a  digiuno  e  un  altro  la  sera  prima  di  coricarsi.  

Caffè,  tè,  infusi,  tisane  possono  essere  consumati  liberamente,  purchè  senza  zucchero  (saccarosio,  

fruttosio)  o  con  dolcificanti.   Il  consumo  delle  bibite  light  deve  essere  moderato.   Evitare  il  consumo  di  bevande  alcoliche  e    bibite  dolci.  

     

     

     

     

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             ATTIVITA’  FISICA  

È  strategico  aumentare  le  “uscite”energetiche  svolgendo  una  maggiore  attività  fisica.   La  dieta  e  l’attività  fisica  moderata  devono  sempre  utilizzate  in  modo  associato,  poiché  come  disse  

Ippocrate  nel  400  a.c.:  “Mangiare  solamente  non  manterrà  l’uomo  in  buona  salute;  egli  dovrà  fare  

inoltre   dell’esercizio   fisico,   poiché,   pur   avendo   qualità   opposte,   agiscono   insieme   nel   generare  salute”.  

La   sedentarietà   abituale,   oltre   a   rappresentare   un   fattore   predisponente   all’obesità   e   al  

sovrappeso,   rappresenta   un   fattore   di   rischio   per   la   cardiopatia   coronarica,   il   diabete,  l’ipertensione,   l’osteoporosi   e   varie   forme   di   tumori.   L’attività   fisica   moderata   è   un   aspetto  fondamentale  nella  terapia  del  sovrappeso  perché  permette  di  bruciare  calorie  ed  è  correlata  con  

una  probabilità  maggiore  di  mantenere  il  peso  perduto  nel  tempo.  Inoltre  il  mantenimento  di  una  vita   fisicamente   attiva   determina   un   aumento   del   fabbisogno   energetico   giornaliero,   quindi  consente  di  avere  anche  un’alimentazione  più  abbondante.  È  consigliabile  quindi  camminare  invece  

di  usare  auto  o  mezzi  pubblici,  utilizzare  le  scale  invece  dell’ascensore  etc.;  a  completamento  di  ciò  sarebbe   utile   aggiungere   3   o   5   volte   a   settimana   un’attività   fisica   di   almeno   20/30   minuti   di  

intensità  tale  da  provocare  un  moderato  affaticamento  (passeggiata  a  passo  svelto,  cyclette,  nuoto,  etc.).  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INDICAZIONI  DIETETICHE  PER  UN’ADEGUATA  ASSUNZIONE  DI  CALCIO  

Il   calcio   è   un  minerale   contenuto   principalmente   nelle   ossa,  ma   è   necessario   anche   per   la   trasmissione  neuromuscolare,   per   l’integrità   delle   cellule,   per   diverse   reazioni   enzimatiche   e   per   la   coagulazione   del  

sangue.  

Il  corpo  umano  è  in  grado  di  mantenere  una  normale  concentrazione  di  calcio  nel  sangue,  utilizzando  quello  della  dieta  o,  se  questo  non  è  sufficiente,  quello  contenuto  nelle  ossa.  Per  evitare  che  ciò  accada,  e  quindi  la  comparsa  o  l’acutizzarsi  dell’osteoporosi,  è  necessario  introdurre  con  la  dieta  di  tutti  i  giorni  il  quantitativo  

di  calcio  raccomandato  per  la  popolazione  italiana:  1000mg  per  le  persone  adulte,  1200mg  per  gli  anziani,  1000mg  per  gli  adolescenti  e  le  donne  in  gravidanza,  allattamento,  menopausa.  

Gli   alimenti   più   ricchi   di   calcio   sono   il   latte   e   lo   yogurt   (1   bicchiere   di   latte   e   un   vasetto   di   yogurt  contengono  150  mg  di  Ca),  i  formaggi  freschi  (50g  =  220mg  circa  di  Ca),  i  formaggi  stagionati  (50g  =  500mg  

circa  di  Ca),  che  tuttavia  sono  alimenti  non  previsti  nella  dieta  del  progetto  “alimentazione  e  salute”.  

Per    assicurare  la  quota  giornaliera  di  calcio  raccomandata  dai  LARN  è  quindi  possibile:  

• Utilizzare  acqua  da  tavola  calcica,  o  bicarbonato-­‐calcica  (con  200-­‐300  mg/l  di  Ca)  a  basso  contenuto  di   sodio   (il   Na   riduce   l’assorbimento   intestinale   del   Ca),   quindi   bere   almeno   1   litro   di   acqua   al  giorno;  

• Consumare  latte  o  yogurt  di  soia;  • Consumare  almeno  tre  volte  alla  settimana  il  pesce  (200  g  contengono  circa  50  mg  di  Ca);  • Consumare   in  abbondanza  vegetali   a   foglia   verde   scuro   (cicoria,   carciofi,   radicchio  verde,  bietola,  

ecc.),   cardi,   rape,   verze   e   cavolfiori   sia   cotti   che   crudi   (due   porzioni   al   giorno   da   g.150-­‐200  contengono  circa  150  mg  di  Ca)  e  legumi  freschi  (1  porzione  da  150g  apporta  75  mg  circa  di  Ca);  

• Utilizzare  nella  preparazione  dei  cibi  erbe  aromatiche  come  rucola,  basilico,  prezzemolo,  rosmarino,  ecc.  anch’essi  ricchi  di  calcio.  

 

 

MONITORAGGIO  DEL  PESO  CORPOREO  

È  necessario  pesarsi  con  regolarità:  una  volta  a  settimana  (ad  esempio  tutti  i  lunedì),  sulla  stessa  bilancia,  al  

mattino,  a  digiuno  e  senza  vestiti;  mantenere  questa  abitudine  nel  tempo  aiuta  a  tenere  sotto  controllo  il  peso  e  a  registrare  le  variazioni  repentine  dello  stesso,  sia  in  eccesso  sia  in  difetto,  che  non  sono  corrette  e  salutari:   in   caso   di   perdita   o   aumento   di   peso   troppo   rapidi   è   bene   consultare   il   dietista   o   il   medico  

nutrizionista.   Si   riporta   qui   di   seguito   una   tabella   con   12   caselle   corrispondenti   alle   settimane   in   cui   il  progetto   “alimentazione   e   salute”   si   svolge);   in   ogni   casella   occorre   riportare   il   peso   rilevato  settimanalmente.  

 

 

 

 

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1°  settimana  (inizio  dieta)   Kg  

2°  settimana   Kg  

3°  settimana   Kg  

4°  settimana   Kg  

5°  settimana   Kg  

6°  settimana   Kg  

7°  settimana   Kg  

8°  settimana   Kg  

9°  settimana   Kg  

10°  settimana   Kg  

11°  settimana   Kg  

12°settimana   Kg  

13°  settimana  (fine  dieta)   Kg  

 

 

 

 

 

 

 

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INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE

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INDIO_SP Versione finale del 6/9/2012

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INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE

Versione Finale del 06-09-2012

TITOLO: Integrazione dietetica di Omega-3 nelle spondiloartriti

PROTOCOLLO No: INDIO_SP

PROMOTORE: Dott. Nicola Villanova, SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica, AOU di Bologna, Policlinico S.Orsola-Malpighi

COLLABORATORI: Dott.ssa Rebecca Marzocchi, Dott.ssa Anna Simona Sasdelli, Dott.ssa Elena Stagni (Dietista), Dott.ssa Giulietta Tarrini (Dietista)

• Introduzione

Gentile Signora/e, in questa Unità Operativa intendiamo svolgere una ricerca medico scientifica che si

propone di verificare se un miglioramento del rapporto omega-6/omega-3, modificando la dieta giornaliera

con aggiunta di cibi ricchi di acidi grassi omega-3, si traduce in una riduzione del sintomo dolore ed un

miglioramento dei parametri biochimici di infiammazione e clinici di movimento. Per svolgere questa ricerca avremmo bisogno della Sua collaborazione. Prima che Lei prenda la

decisione di accettare o rifiutare La preghiamo di leggere con attenzione quanto segue e di chiederci

chiarimenti qualora non siano chiare le nostre spiegazioni.

Vogliamo informarLa che se decide di non partecipare allo studio riceverà comunque tutte le terapie

normali previste per la Sua patologia ed i medici continueranno a seguirLa con la dovuta attenzione

assistenziale.

Per facilitare la Sua decisione riassumiamo, nei punti seguenti, le informazioni che crediamo La

possano riguardare direttamente e Le possano dunque essere utili nella decisione.

• Qual è lo scopo di questo studio e perché sono stato scelto?

Il razionale dello studio è quello di valutare se il consumo quotidiano di cibi ricchi di acidi grassi omega-3

possa determinare un miglioramento dei parametri clinici e biochimici nei pazienti affetti da spondiloartrite.

Lo studio consiste nel seguire una dieta costituita da cibi contenenti omega-3 per un periodo di tre mesi,

nell’eseguire controlli clinici e biochimici e nel compilare questionari validati sulla percezione dello stato di

salute. Lei è stato scelto in quanto è affetto da spondiloartrite, ha un’età compresa tra i 18 ed i 65 anni,

non presenta comorbidità psichiatriche.

• Sono obbligato a partecipare?

La partecipazione a questo studio è volontaria. Se decide di parteciparvi Le sarà consegnato questo

modulo di informazioni da tenere e Le sarà chiesto di firmare un modulo di consenso informato.

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INDIO_SP Versione finale del 6/9/2012

Pagina 2

Se decide di partecipare potrà comunque interrompere lo studio in qualsiasi momento senza dare

spiegazioni. Nel caso decidesse di interrompere lo studio o di non parteciparvi riceverà comunque tutte le

terapie normali previste per la Sua patologia ed i medici continueranno a seguirLa con la dovuta

attenzione assistenziale.

• Cosa mi succede se partecipo e cosa devo fare?

Nel caso decidesse di partecipare allo studio le sarà fornita la dieta con cibi ricchi di acidi grassi omega-3 elaborata dalla nostra Dietista appositamente per lo studio in corso. Lo studio sarà articolato in due visite:

- durante la prima visita verranno raccolti i dati antropometrici, clinici e biochimici (peso, altezza, BMI, circonferenza vita, glicemia, insulinemia, HOMA-R, colesterolo, trigliceridi, HDL-colesterolo, LDL-colesterolo, GOT, GPT), saranno valutati gli indici di flogosi (PCR, VES, FIBRINOGENO), le verranno consegnati i questionari sul dolore (VAS, Short Form McGill’s Pain Questionnaire) e ne sarà valutato il punteggio. Le verrà inoltre consegnato uno schema dietetico personalizzato da seguire per i successivi tre mesi.

- nel corso della seconda e ultima visita, dopo 3 mesi dall’inizio della dieta, saranno

nuovamente raccolti i dati antropometrici, clinici e biochimici (peso, altezza, BMI, circonferenza vita, glicemia, insulinemia, HOMA-R, colesterolo, trigliceridi, HDL-colesterolo, LDL-colesterolo, GOT, GPT), gli indici di flogosi (PCR, VES, FIBRINOGENO), e i punteggi dei questionari sul dolore (VAS, Short Form McGill’s Pain Questionnaire) per valutare le differenze rispetto ai dati precedenti.

Quali sono gli effetti collaterali o i rischi se partecipo?

Non essendoci alcun cambiamento rispetto alla normale pratica assistenziale prevista per le

spondiloartriti, non esistono reali rischi legati alla partecipazione a tale studio. Lei sarà comunque

assicurato con la polizza assicurativa stipulata per l’attività clinica generale della struttura.

• Quali sono i possibili benefici?

I possibili benefici che Lei potrebbe avere dalla partecipazione allo studio sono quelli di

- ottenere un riduzione del sintomo dolore ed un miglioramento dei parametri biochimici di infiammazione e clinici di movimento.

- migliorare le sue scelte alimentari grazie alla valutazione non solo delle kcal, ma anche della

percentuale di acidi grassi essenziali assunte nell’arco della giornata;

- favorire un maggior calo ponderale.

E’, però, possibile che Lei non abbia alcun beneficio per la sua condizione, ma la sua partecipazione

potrà contribuire a migliorare in futuro il trattamento di soggetti affetti da spondiloartriti.

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Pagina 3

• Che succede se nuove informazioni diventano disponibili?

Nel caso ci fossero nuove informazioni riguardo all’applicazione in uso, Lei sarà informata. Per quanto

riguarda nuovi trattamenti eventualmente disponibili per le spondiloartriti, non essendo modificata la

normale pratica clinica, verrà gestito come di consueto e nel modo migliore in base alla sua situazione

clinica.

• La mia partecipazione a questo studio sarà mantenuta confidenziale?

Lei ha diritto alla riservatezza in accordo alle normative D.M. 15 Luglio 1997 e Nr. 196 del 30/06/2003 (e

successive modifiche ed integrazioni) in merito alla protezione dei dati ed in accordo alla normativa

europea in materia.

Se Lei accetta di prendere parte a questo studio i rappresentanti del Promotore, le Autorità Regolatorie, i

consulenti, il Comitato etico e l’ amministrazione sanitaria locale potranno esaminare tutta la Sua

documentazione sanitaria. Lo scopo di queste verifiche è controllare che lo studio sia stato condotto

correttamente. I Suoi dati non saranno resi pubblici.

Le persone che avranno accesso diretto ai Suoi dati hanno l’obbligo alla confidenzialità e si dovranno

conformare alla normativa in materia di confidenzialità.

Lei ha il diritto di consultare le Sue cartelle mediche relative a questo studio e quando possibile, Lei ha il

diritto di correggere qualsiasi dato personale che La riguarda. Può richiedere questo tramite lo

Sperimentatore.

• Trattamento dei dati personali

Per partecipare a questo studio è indispensabile che lei fornisca i suoi dati personali.I suoi dati saranno

trattati in accordo al Decreto legislativo N° 196 del 30/06/2003 (e successive modifiche ed integrazioni), e

in accordo alle normative europee in materia.

Il titolare del trattamento dei suoi dati personali è l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna,

Policlinico S.Orsola-Malpighi e il responsabile è lo Sperimentatore principale dello studio.

Se deciderà di partecipare allo studio, i dati emersi dalle analisi svolte saranno elaborati con metodi

statistici per ricavarne le informazioni che costituiscono lo scopo della ricerca.

Avranno quindi accesso ai Suoi dati il responsabile dello studio e i suoi collaboratori, che saranno

comunque vincolati all’obbligo di confidenzialità e di trattamento dei dati stessi in base alle norme vigenti.

Gli addetti al monitoraggio e alla verifica, il comitato etico e le autorità regolatorie potranno accedere

direttamente alla Sua documentazione medica per verificare le procedure dello studio e/o i dati, nella

misura prevista dalle norme vigenti; firmando il modulo del consenso informato acconsentirà a questo

accesso.

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Pagina 4

I Suoi dati saranno trattati in forma anonima e identificati in base ad un numero di codice che le verrà

assegnato al momento del Suo coinvolgimento e alle Sue iniziali. Una lista contenente i Suoi dati in forma

nominale, associati al numero di codice assegnatole, sarà detenuta esclusivamente presso il centro di

sperimentazione che la custodirà come documento riservato essenziale alla conduzione dello studio

clinico.

I risultati dello studio costituiranno il materiale per una pubblicazione scientifica, ma anche in questo

lavoro i Suoi dati saranno riportati in forma anonima.

Ai sensi dell’art.7 del D.Lgs. 196/2003 (cosiddetto “Codice della privacy”), Lei avrà il diritto di :

- ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati che la riguardano, anche se non ancora

registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile;

- ottenere l’indicazione:

o dell’origine dei dati personali

o delle finalità e delle modalità di trattamento

o della logica applicata in caso di trattamento dei dati con strumenti elettronici

o degli estremi identificativi del titolare del trattamento e del responsabile

o delle categorie di soggetti a cui i dati possono essere comunicati

- ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione dei dati;

- ottenere l’attestazione che le operazioni di cui ai due punti precedenti sono state portate a

conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati

comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui ciò si riveli impossibile o comporti un impiego di

mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato;

- opporsi in tutto o in parte, per legittimi motivi, al trattamento dei dati personali, anche se

pertinenti allo scopo della raccolta;

Lei potrà interrompere la sua partecipazione in qualsiasi momento senza dover fornire spiegazioni. In tal

caso non saranno raccolti ulteriori dati, mentre quelli già raccolti verranno trattati con le modalità sopra

descritte.

• Cosa succederà con i risultati dello studio?

I risultati di questo studio potranno essere presentati a convegni o essere pubblicati; in ogni caso il suo

nome e altri dati personali che possano identificarla non saranno inclusi in nessuna presentazione o

pubblicazione.

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Pagina 5

• Per partecipare allo studio dovrò sostenere dei costi?

Lei non dovrà sostenere alcun costo aggiuntivo rispetto al pagamento delle normali prestazioni previste

nell’ambito della normale pratica clinica. Il possibile costo aggiuntivo dei cibi ricchi in omega-3 rimarrà

comunque a suo carico.

• Chi ha valutato lo studio?

Il Comitato Etico dell’Ospedale, in accordo con le leggi locali e nazionali, ha valutato ed approvato questo

studio.

• Contatti per ulteriori informazioni:

Se Lei ha necessità di ulteriori informazioni, o nel caso Lei abbia qualsiasi problema, preoccupazione o

domande sullo studio, per favore contatti il Medico dello studio. I numeri da chiamare sono riportati di

seguito:

Nome: Prof. Giulio Marchesini Reggiani, Dott.ssa Anna Simona Sasdelli Telefono: 0516363281

Nel caso decidesse di partecipare a questo studio le saranno dati una copia del Foglio informativo per i pazienti e del Modulo di consenso informato da portare a casa e da tenere come riferimento per il futuro.

GRAZIE

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17Sp.A. ....ci sono anch’io

di Giulio Marchesini e collaboratori

AL S.ORSOLA DI BOLOGNA SI STUDIAL’ALIMENTAZIONE LEGATA ALLE SPONDILO-ARTRITI: PROGETTO INDIO-SP (Integrazione dietetica)

L’Associazione AISpA, in collaborazione con la SSD di Ma-lattie del Metabolismo e Dietetica Clinica dell’Ospedale S.Orsola di Bologna, sta lavorando ad un Progetto di studio per focalizzare l’attenzione sull’alimentazione legata alle spondiloartriti. Il ruolo dei fattori dietetici nelle affezioni immuno-mediate sta diventando sempre più evidente, ed è stata studiata l’azione pro infiammatoria o antiossidante di alcune sostanze di origine alimentare. Numerosi studi clinici dimostrano una correlazione tra l’insorgenza di ma-lattie immunologiche e l’ingestione di latte e derivati. Nel tratto gastrointestinale avviene un contatto prolungato tra le strutture deputate al riconoscimento degli antige-ni (anche alimentari) e gli antigeni stessi; il loro assorbi-mento può portare alla formazione di immunocomplessi,

con produzione di anticorpi cross-reattivi che provocano fenomeni infiammatori a carico dei tessuti, tra cui le arti-colazioni. Inoltre i latticini, anche dopo la pastorizzazione, possono contenere frammenti batterici Gram negativi, che hanno un ruolo allergenico e di attivazione del siste-ma immunitario. Diversamente, altri studi clinici hanno dimostrato l’efficacia di alcune molecole, in particolare gli antiossidanti omega-3, nell’inibire alcune tappe del pro-cesso infiammatorio. Gli acidi grassi omega-3, il cui capo-stipite è l’acido alfa-linolenico, sono contenuti nelle noci (2%), nell’olio di canapa (15-20%) nei semi di lino (23%) e nei semi di mirtillo rosso (49%); i derivati metabolici dell’acido alfa linolenico si trovano invece nel pesce azzur-ro o nei pesci grassi, come aringhe, salmone, merluzzo, sgombro, sardine, alici e tonno. Al contrario, gli acidi grassi omega-6, contenuti in salumi, carni grasse, tuorlo d’uovo, semi di girasole, olive e relativi oli, favoriscono l’intensità e la durata dei fenomeni infiammatori a carico dei tessuti. Il contenuto di ac. grassi omega-6 della dieta abituale su-pera di 5-6 volte quello degli omega-3; una riduzione del rapporto tra omega-6 e omega-3 a 2:1, realizzabile con

scelte alimentari favorevoli che privilegino cibi ricchi di omega-3, si è dimostrata utile a migliorare il quadro clinico in pazienti affetti da spondiloartrite in alcuni studi pilota. Questi risultati mettono in luce l’importanza dell’approc-cio dietetico nel trattamento delle malattie immunologi-che; il Progetto di studio si propone quindi di estendere i dati pubblicati, verificando la possibile efficacia clinica di uno schema alimentare basato sulla limitazione di latte e derivati, integrazione alimentare di cibi ricchi di ac. grassi omega-3 e restrizione calorica (nei pazienti con sovrap-peso o obesità). Il progetto, approvato dal Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera di Bologna, prevede la compila-zione da parte dei pazienti di una serie di questionari sulla percezione soggettiva del dolore e l’esecuzione di esami ematici per rilevare parametri flogistici e metabolici di riferimento. Durante la prima visita verranno anche rac-colti i dati antropometrici e si procederà alla valutazione del metabolismo basale e della distribuzione corporea di massa grassa, massa magra e acqua mediante bioimpe-denzometria; infine verrà stabilita e consegnata la dieta sperimentale più idonea in funzione delle preferenze e delle caratteristiche dei pazienti. A tre mesi dalla con-segna della dieta, durante una seconda visita, verranno nuovamente raccolti i parametri antropometrici, emato-chimici e soggettivi, per verificare gli effetti della dieta. In questa occasione verranno anche raccolti dati relativi all’aderenza alla dieta programmata da parte dei pazienti. Il Progetto, denominato INDIO-SP (Integrazione Dietetica di Omega 3 nelle Spondiloartriti), è coordinato dal prof. Giulio Marchesini Reggiani, Direttore della SSD di Malat-tie del Metabolismo e Dietetica clinica, presso l’Ospedale S.Orsola di Bologna; le visite mediche saranno curate dal dott. Nicola Villanova, dalla dott.ssa Rebecca Marzocchi e dott.ssa Anna Simona Sasdelli. La parte dietistica ver-rà curata dalle dott.sse Elena Stagni e Giulietta Tarrini. Il calendario delle prime visite sarà organizzato tra i mesi di novembre e dicembre, per dare inizio alla fase speri-mentale con il mese di gennaio. I risultati sono attesi per il mese di aprile-maggio, al termine dei 3 mesi dello studio nutrizionale ed elaborazione dei dati.

Dott.ssa Sasdelli, Prof. Marchesini e Dott.ssa Marzocchi

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