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Arthur Schopenhauer (1788-1861) ELVIRA VALLERI 2010-11 1 OPPOSITORI HEGELISMO

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Arthur Schopenhauer (1788-1861)

ELVIRA VALLERI 2010-11 1

OPPOSITORI HEGELISMO

Arthur Schopenhauer

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Danzica, il padre era un banchiere, la madre una

scrittrice

1818 pubblica Il mondo come volontà e

rappresentazione

1851 pubblica Parerga e Paralipomena (un’opera

il cui titolo in greco significa “aggiunte e

supplementi”)

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Schopenhauer feroce critico di Hegel e

dell’idealismo. Hegel è definito “assassino della

verità”/rifiuto della visione ottimistica della

realtà

Si professa unico erede di Kant

S. Rielabora il pensiero kantiano in modo

originale; è avvertibile per la prima volta nella

filosofia occidentale un’eco della filosofia

orientale

S. Introduce motivi e immagini dell’induismo e del buddismo, tratti dai testi sacri indù dei VEDA e dei PURANA

Temi romantici nella concezione di

Schopenhauer

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Infinito

• La concezione della vita come dolore e mancanza di ratio/razionalità

Esaltazione dell’arte e della musica

Il mondo come rappresentazione

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IL fenomeno è descritto come “velo di Maya” dietro

il quale si nasconde la realtà

Se per Kant il fenomeno è il mondo come appare al soggetto conoscente, per Sch. IL FENOMENO -

RAPPRESENTAZIONE è pura apparenza, sogno,

illusione che si frappone fra l’uomo e la realtà

“Il mondo è mia rappresentazione”

L’opera (Il mondo come volontà…) inizia con un’affermazione nella quale S.ritiene di aver

colto il nucleo centrale del pensiero di Kant

Fenomeno come “velo di maya”

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Nella religione indiana Maya è il velo con cui gli dei si celano allo sguardo

dei mortali

La rappresentazione presuppone sia il soggetto

che rappresenta, sia l’oggetto rappresentato.

Non possono esistere l’uno senza l’altro

Per questo sono falsi sia il materialismo, che riduce la realtà al solo oggetto,

sia l’idealismo che compie l’errore opposto

Velo di maya

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• SPAZIO

• TEMPO

• CAUSALITA’, la realtà è sempre connessione causale

Sch. Ammette

solo 3 forme a priori

Il mondo come volontà

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L’uomo avverte l’esigenza di cogliere

la cosa in sé.

A differenza di Kant esiste una via per

cogliere la cosa in sé

L’uomo non è “un’alata testa

d’angelo senza corpo” è anche corpo in virtù del quale vive la realtà

Il mondo come volontà

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Questa consapevolezza

Porta a squarciare il velo di maya

E a cogliere la COSA IN SE’

LA COSA IN SE’ – della quale tutti

gli uomini e la natura sono una manifestazione

Si chiama VOLONTA’ DI

VIVERE

(Wille zum leben)

La volontà

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Volontà di vivere Si tratta di un

impulso cieco e irresistibile

Che spinge individui e natura a esistere

Secondo differenti gradi di

consapevolezza

Dalla materia inorganica (in cui appare in modo

inconscio)

ALL’UOMO IN CUI SI MANIFESTA

IN MODO CONSAPEVOLE

La volontà di vita

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La volontà di vita

Che spinge a volere vivere

A vivere la vita

Ossia a volere se stessa

E’ una forza inconscia

La volontà di vita

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E’ una forza cieca e irrazionale

Unica ed eterna

Perché è al di là del mondo della

rappresentazione

Non è conoscibile mediante il tempo,

lo spazio, la causalità

Senza causa e senza scopo

La volontà di vita

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Si oggettiva nelle idee (modelli eterni e perfetti delle cose)

Si manifesta poi in tutte le cose del

mondo

Che vivono solo per vivere e far vivere in

essi la Volontà

Pessimismo

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Per Sch. La vità è dolore

Infatti se la vita è manifestazione della

Volontà

Vivere significa trovarsi nella situazione di VOLERE qualcosa

della quale si è privi

Ogni volere nasce da un bisogno, ossia da UNA MANCANZA,

da una sofferenza

Ogni desiderio soddisfatto dà luogo ad

altri da appagare

Mentre l’appagamento è breve, IL

DESIDERIO SI PROTRAE A LUNGO

Pessimismo

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Nessun oggetto o situazione desiderata

può dare un appagamento durevole

E’ come l’elemosina che gettata al mendicante, lo

fa sopravvivere

La vita umana oscilla tra il dolore e la noia

Il piacere è solo la momentanea cessazione

del dolore

Questa concezione negativa del piacere

mostra segni di contatto con Giacomo Leopardi

Pessimismo in Leopardi e

Schopenhauer

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Leopardi NON ha letto Schopenhauer,

che invece conosceva e apprezzava

Leopardi

1885, Francesco De Sanctis,

Schopenhauer e Lepardi

Si veda per una più attenta e precisa

ricostruzione dei due pensieri i saggi di

Emanuele Severino

Pessimismo schopenhaueriano

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Poiché la Volontà di vita si manifesta nell’intera realtà

TUTTO SOFFRE

L’uomo è destinato a soffrire più degli altri esseri viventi, perché è dotato d’INTELLIGENZA e CONSAPEVOLEZZA

Manifestazione del dolore universale non è solo la vita, ma anche la lotta di tutti gli esseri viventi che vivono solo in virtù della morte degli altri

Pessimismo schopenhaueriano

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Pessimismo schopenhaueriano

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Pessimismo schopenhaueriano

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Gli uomini tentano di nascondere a se stessi la

negatività della vita

Rifiuto in Schopenhauer della visione provvidenziale

della religione o la concezione idealistica della

realtà come razionalità

La vita è senza scopo ed è irrazionale

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• Gli uomini, al contrario sono animati da malvagità e da un innato egoismo. Godono della sofferenza altrui

Gli uomini non sono

animali sociali

• Sch. Polemizza con l’ottimismo di una visione storica della vita, convinta del progresso umano

L’uomo è immutabile

Le vie della liberazione dal dolore

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S. Rifiuta il SUICIDIO

• Sch. Sostiene che il suicidio è un atto di affermazione della volontà

• Il suicida NON vuole quella vita, non la vita, che continua a vivere negli altri esseri

La strada è la liberazione dalla volontà di vita

attraverso

• 1) l’ARTE

• 2) La PIETA’

• 3) L’ASCESI

Le vie di liberazione dal dolore

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ARTE

• Essa sottrae l’uomo alla catena delle sofferenze e dei bisogni ed ha una funzione liberatrice, anche se di breve durata. La MUSICA è la manifestazione artistica più alta e pura

PIETA’

• A differenza della contemplazione estetica, la pietà implica un superamento degli egoismi. La morale (differenza con Kant) NON deriva dalla ragione pratica ma da un sentimento di pietà. Attraverso la COMPASSIONE l’uomo capisce che le sue e le altrui sofferenze derivano da un’unica VOLONTA’ di VITA

ASCESI

• Anche la pietà, tuttavia, presuppone sempre la vita. Per una liberazione definitiva dal dolore è necessaria l’ascesi. Con l’Ascesi l’uomo cessa di volere e quindi di soffrire. L’ascesi comporta la castità, la rinuncia ai piaceri, la povertà e sperimenta la NOLUNTAS (nolontà) il non volere la vita, ossia la negazione del mondo; solo così l’uomo può trovare la fine dei suoi dolori

La fortuna di Schopenhauer

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La concezione dell’ascesi, fortemente influenzata dal pensiero orientale, è stata

variamente criticata

Tuttavia la debolezza di questa parte del pensiero di Sch non limita la profondità

del suo messaggio, capace di svelare al di là di ogni ottimismo e illusione il

dolore della vita

Fino al 1848 – per la forte presenza dell’idealismo- questa riflessione ebbe

scarsa fortuna

A partire dalla seconda metà dell’800 incontrò sempre maggiore fortuna

influenzando pensatori come Simmel, Bergson, Freud e Nietzsche, che nella

fase iniziale del suo pensiero, esaltò Sch.

Importante anche l’influenza di Sch nella letteratura di Th. Mann e di Italo

Svevo