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Opere di misericordia LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE 1 - Consigliare i dubbiosi 2 - Insegnare agli ignoranti 3 - Ammonire i peccatori 4 - Consolare gli afflitti 5 - Perdonare le offese 6 - Sopportare pazientemente le persone moleste 7 - Pregare Dio per i vivi e per i morti LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE 1 - Dar da mangiare agli affamati 2 - Dar da bere agli assetati 3 - Vestire gli ignudi 4 - Alloggiare i pellegrini 5 - Visitare gli infermi 6 - Visitare i carcerati 7 - Seppellire i morti

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1-2 giugno 2016 «Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia» (Mt 5,7)

APERTURA DEL PELLEGRINAGGIO VIA SAN GIOVANNI BOSCO

CANTO

Popoli tutti – n. 46

INTRODUZIONE [mettere in luce significatività del luogo di partenza: Centro Missionario, Caritas diocesana, Centro Salute Mentale, scuole Crispi]

Questa notte vogliamo scoprire la gioia di Dio nelle opera di misericordia, il Papa ci invita... CANTO Con Te faremo cose grandi – n. 16 Segno di croce e introduzione [file audio] Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel capitolo quindicesimo del Vangelo di Luca, troviamo le tre parabole della misericordia: quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta, e poi la più lunga di tutte le parabole, tipica di san Luca, quella del padre e dei due figli, il figlio “prodigo” e il figlio, che si crede “giusto”, che si crede santo. Tutte e tre queste parabole parlano della gioia di Dio. Dio è gioioso. Interessante questo: Dio è gioioso! E qual è la gioia di Dio? La gioia di Dio è perdonare, la gioia di Dio è perdonare! È la gioia di un pastore che ritrova la sua pecorella; la gioia di una donna che ritrova la sua moneta; è la gioia di un padre che riaccoglie a casa il figlio che si era perduto, era come morto ed è tornato in vita, è tornato a casa. Qui c’è tutto il Vangelo! Qui! Qui c’è tutto il Vangelo, c’è tutto il Cristianesimo! Ma guardate che non è sentimento, non è “buonismo”! Al contrario, la misericordia è la vera forza che può salvare l’uomo e il mondo dal “cancro” che è il peccato, il male morale, il male spirituale. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia. Solo l’amore può fare questo, e questa è la gioia di Dio!

(Papa Francesco, Angelus, Piazza San Pietro, 15 settembre 2013)

«Processione» in cattedrale CANTI PROCESSIONALI Camminerò – n. 5 Emmanuel – n. 23 Annunceremo che tu – n. 3 E la strada si apre – n. 22

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IN CATTEDRALE CANTO DI ACCOGLIENZA INNO GMG 2016 Sei sceso dalla tua immensità in nostro aiuto. Misericordia scorre da te sopra tutti noi. Persi in un mondo d’oscurità lì Tu ci trovi. Nelle tue braccia ci stringi e poi dai la vita per noi.

Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo! Solo il perdono riporterà pace nel mondo. Solo il perdono ci svelerà come figli tuoi.

Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo! Col sangue in croce hai pagato Tu le nostre povertà. Se noi ci amiamo e restiamo in te il mondo crederà!

Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo! Le nostre angosce ed ansietà gettiamo ogni attimo in te. Amore che non abbandona mai, vivi in mezzo a noi!

Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo! Celebrazione Eucaristica Intenzioni del Pellegrinaggio [lettore: Michela] Davanti a Te Signore questa notte portiamo:

❏ i giovani che vivono le opere di misericordia ❏ i ragazzi che hanno partecipato al Giubileo dei Ragazzi e i giovani che parteciperanno

alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia ❏ i profughi che sono in mezzo a noi e chi li accoglie ❏ gli sposi, i fidanzati e i giovani perchè scoprano che l’annuncio cristiano sull’amore è

davvero buona notizia ed esperienza di gioia ❏ chi non può camminare con noi questa notte

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CANTO D’INIZIO LA TUA DIMORA La tua dimora, la tua città è sopra un fondamento che non si spezza: apostoli, profeti e come pietra angolare Gesù che dona vita e bellezza. La tua dimora, la tua città non conosce porte chiuse e cancelli, qui concittadini dei santi e familiari di te ci ritroviamo fratelli.

Fai di noi il popolo tuo che parla ogni istante con te chiamandoti "Padre". Noi, figli di te, la vera famiglia di te, raccolta da te nella tua casa.

La tua dimora, la tua città è il richiamo della gioia infinita, coro di fratelli uniti nello stesso Spirito che riempie il cuore di vita.

Fai di noi il popolo tuo che parla ogni istante con te chiamandoti "Padre". Noi, figli di te, la vera famiglia di te, raccolta da te nella tua casa.

La tua dimora, la tua città dove il Verbo splende della tua luce, Verbo che è fratello e che ci ha dato di abitare con te nel dono della sua pace.

Fai di noi il popolo tuo che parla ogni istante con te chiamandoti "Padre". Noi, figli di te, la vera famiglia di te, raccolta da te nella tua casa.

ATTO PENITENZIALE Signore, che ci sorprendi ogni giorno con il tuo amore, abbi pietà di noi. Cristo, che ci racconti la tenerezza del Padre, abbi pietà di noi. Signore, che ci rendi la tua opera di misericordia più bella, abbi pietà di noi. LITURGIA DELLA PAROLA Dal libro del profeta Isaia (Is 49,8-15) Così dice il Signore: "Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo,

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per far risorgere la terra, per farti rioccupare l'eredità devastata, per dire ai prigionieri: "Uscite", e a quelli che sono nelle tenebre: "Venite fuori". Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l'arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d'acqua. Io trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate. Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente e altri dalla regione di Sinìm". Giubilate, o cieli, rallégrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri. Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato". Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Parola di Dio Salmo responsoriale Sal 144 (145) Rit. Misericordioso e pietoso è il Signore Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit.

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Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. Rit. Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. Rit. CANTO AL VANGELO ALLELUIA: ALLELUIA, CANTA ALL’ALTISSIMO

Alleluia canta all'altissimo l'anima Alleluia canta, alleluia! Alleluia canta all'altissimo l'anima Alleluia canta, alleluia!

Apri Signore, spalancaci il cuore e comprenderemo le tue parole Apri Signore, spalancaci il cuore e comprenderemo le tue parole

Alleluia canta all'altissimo l'anima Alleluia canta, alleluia! Alleluia canta all'altissimo l'anima Alleluia canta, alleluia!

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10) Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

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Parola del Signore PREGHIERE DEI FEDELI [don Paolo Devigili] PRESENTAZIONE DEI DONI [bandiera GMG – gruppo GIOVANI COGNOLA] CANTO ALLA PRESENTAZIONE DEI DONI ANTICA ETERNA DANZA Spighe d'oro al vento, antica eterna danza per fare un solo pane spezzato sulla mensa. Grappoli dei colli, profumo di letizia per fare un solo vino, bevanda della grazia. Con il pane e il vino, Signore, ti doniamo le nostre gioie pure, le attese e le paure, rutti del lavoro e fede nel futuro, la voglia di cambiare e di ricominciare. Dio della speranza, sorgente d'ogni dono, accogli questa offerta che insieme ti portiamo. Dio dell'universo, raccogli chi è disperso e facci tutti Chiesa, una cosa in te. I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria! CANTI DI COMUNIONE TE AL CENTRO DEL MIO CUORE Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c'è un punto fermo: è quella stella là. La stella polare fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu: al centro del mio cuore ci sei solo Tu!

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Tutto ruota intorno a Te ed è in funzione di Te, e poi non importa il come e dove sei.

Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore; il significato allora sarai Tu. Quello che farò sarà soltanto amore: unico sostegno Tu, la stella polare Tu, al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

Tutto ruota intorno a Te ed è in funzione di Te, e poi non importa il come e dove sei.

Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te. MANI Vorrei che le parole mutassero in preghiera e rivederti o Padre che dipingevi il cielo Sapessi quante volte guardando questo mondo vorrei che Tu tornassi a ritoccare il cuore. Vorrei che le mie mani avessero la forza per sostenere chi non può camminare Vorrei che questo cuore che esplode in sentimenti diventasse culla per chi non ha più madre.

Mani, prendi queste mie mani, fanne vita, fanne amore braccia aperte per ricevere... chi è solo Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.

Sei tu lo spazio che desidero da sempre, so che mi stringerai e mi terrai la mano. Fa che le mie strade si perdano nel buio ed io cammini dove cammineresti Tu. Tu, soffio della vita, prendi la mia giovinezza con le contraddizioni e le falsità Strumento fa' che sia per annunciare il Regno a chi per queste vie Tu chiami Beati.

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Mani, prendi queste mie mani, fanne vita, fanne amore braccia aperte per ricevere... chi è solo Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.

Noi giovani di un mondo che cancella i sentimenti e inscatola le forze nell'asfalto di città Siamo stanchi di guardare siamo stanchi di gridare ci hai chiamati siamo Tuoi cammineremo insieme...

Mani, prendi queste nostre mani, fanne vita, fanne amore, braccia aperte per ricevere chi è solo. Cuori, prendi questi nostri cuori, fa' che siano testimoni che Tu chiami ogni uomo a far festa con Dio!

PRIMA DELLA PARTENZA - SALUTO E LANCIO DEL CAMMINO Saluto/mandato ai pellegrini che concludono l’esperienza del pellegrinaggio [Vescovo] V Il Signore sia con voi T E con il tuo Spirito La benedizione viene data con la croce del pellegrinaggio, successivamente consegnata ad un giovane [croce GIOVANI BORGO SACCO] Benedizione di S. Vigilio Il Signore Gesù Cristo diriga i nostri passi nella via della pace, ci custodisca come pupilla del suo occhio, ci accompagni con la sua grazia di misericordia; ci confermi e ci corrobori in ogni opera buona, nella giustizia e nella vera santità. Amen.

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INDICAZIONI per il viaggio [Daniel Romagnuolo]

- cercare di camminare insieme, perchè è nella comunione che si vince la fatica

- il custodire il clima di preghiera e di silenzio, fare spazio affinchè lui parli al cuore di ognuno

- accostarsi ai sacerdoti: sono disponibili per l’ascolto e la confessione CANTO FINALE RESTA ACCANTO A ME

Ora vado sulla mia strada, con l'amore Tuo che mi guida O Signore ovunque io vada resta accanto a me! Io Ti prego: stammi vicino ogni passo del mio cammino ogni notte, ogni mattino, resta accanto a me!

Il Tuo sguardo puro sia luce per me, e la Tua parola sia voce per me, che io trovi il senso del mio andare solo in Te! Nel Tuo fedele amare il mio perché!

Ora vado sulla mia strada, con l'amore Tuo che mi guida O Signore ovunque io vada resta accanto a me! Io Ti prego: stammi vicino ogni passo del mio cammino ogni notte, ogni mattino, resta accanto a me!

Fa' che chi mi guarda non veda che Te, Fa' che chi mi ascolta non senta che Te, e chi pensa a me fa' che nel cuore pensi a Te e trovi quell'amore che hai dato a me!

Ora vado sulla mia strada, con l'amore Tuo che mi guida O Signore ovunque io vada resta accanto a me! Io Ti prego: stammi vicino ogni passo del mio cammino ogni notte, ogni mattino, resta accanto a me!

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DALLA CATTEDRALE AL SANTUARIO DELLE LASTE

CANTI IN SUCCESSIONE

Uomini nuovi – n. 58 Voi siete di Dio – n. 62 Ora è tempo di gioia – n. 44 Semina la pace – n. 53 Vieni e seguimi – n. 59 Resta qui con noi – n. 49

Ricordare motivazioni scelta Vangelo: pecora perduta, Qualcuno non si stanca di cercarci, fiducia, siamo cercati – La pecora ritrovata: la gioia di essere ritrovati, la fiducia nell’essere cercati Gesù disse loro: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchè non la trova». (Lc 15,4) [lettore: Michele] Consigliare i dubbiosi Dalla testimonianza di una ragazza [lettore: Martina] Credo di non essere “abbastanza” intelligente, “abbastanza” simpatica, “abbastanza” carina. Ho paura di sbagliare, di essere giudicata, ho paura di… crescere. Mi sento un po’ persa. Sono circondata da persone fantastiche che però non riescono, o forse non vogliono, farsi circondare da me. Io ci sono sempre per gli altri, non mi tiro mai indietro, ma dove sono coloro che restano per me? Spero di trovare un po’ di serenità, di sentirmi meno arrabbiata con il mondo e con Dio. Spero di trovare fiducia in me stessa e nel mondo che mi circonda. [lettore: don Rolando] Rit. Mi hai amato da sempre. Vado in cerca della pecora perduta. Mi hai amato da sempre. Rendo sicuri i tuoi passi. Mi hai amato da sempre. Esulto di gioia per te. Mi hai amato da sempre.

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Non temere, sei prezioso ai miei occhi. Mi hai amato da sempre. Esaudirò i desideri del tuo cuore. Mi hai amato da sempre. CANTO Vocazione – n. 61 Videomessaggio di Papa Francesco ai giovani riuniti allo Stadio Olimpico di Roma per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze [file audio] Ragazzi, quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici, però succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c’è campo. Sono certo che capita anche a voi, che il cellulare in alcuni posti non prenda... Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si rinchiude in se stessi. Mettiamoci sempre dove si prende! La famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo mondo avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero. [lettore: don Rolando] Rit. Grande è il tuo amore per noi. Tu sei gioia e felicità. Grande è il tuo amore per noi. Tu sei vita e amore. Grande è il tuo amore per noi. Tu sei tenerezza e perdono. Grande è il tuo amore per noi. Tu sei rifugio e fortezza. Grande è il tuo amore per noi. Tu sei bellezza e pace Grande è il tuo amore per noi. CANTO Canterò per te – n. 6

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Quando l’ha trovata, pieno gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perchè ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta». (Lc 15,5-6) [lettore: Michele] Accogliere i forestieri Testimonianza di Marta, Trento [lettore: Marta] Quest’anno abbiamo partecipato all’iniziativa “Capodanno capovolto”, organizzata dalla Caritas diocesana e dalla Pastorale Giovanile di Trento. Ci è stato chiesto di trascorrere la sera di capodanno con persone che altrimenti sarebbero rimaste sole, emarginate o semplicemente senza festa. Il pomeriggio ci siamo ritrovati presso il Seminario di Trento, dove, insieme ad altri giovani abbiamo partecipato alla Santa Messa con il canto del “Te Deum”. Alla fine della celebrazione ci hanno consegnato tre verbi: ascoltare, guardare, custodire, per vivere al meglio l’esperienza. Dopo siamo andati a Rovereto, all’Opera Famiglia Materna, una struttura di accoglienza per madri e bambini, dove abbiamo costruito una serata che ha stupito tutti, chi l’ha organizzata e chi vi ha partecipato come ospite. La festa, che ha coinvolto circa settanta persone, si è svolta con gran semplicità tra canti, balli e giochi per i bambini. Nonostante la preoccupazione organizzativa è prevalso uno sguardo umano che ha conquistato tutti. Una delle ospiti ci ha chiesto: «Ma voi chi siete? Perchè giovani come voi questa sera hanno scelto di venire a giocare con i nostri bambini invece che stare con gli amici?». Alla fine della serata c’è stato il ringraziamento commosso delle ospiti, colpite dai visi e dalla disponibilità dei ragazzi a coinvolgere ed essere coinvolti. Tutti noi abbiamo scoperto che è bello fare gratuitamente qualcosa per gli altri e che, quando Lui opera tra di noi, la Sua presenza cambia. E, se opera! [lettore: don Rolando] Rit. Il Signore è fedele per sempre. Ti carico sulle mie spalle. Il Signore è fedele per sempre. Non ti dimenticherò mai. Il Signore è fedele per sempre. Sono vicino a chi è il cuore spezzato. Il Signore è fedele per sempre. Non abbatterti, perché io sono con te. Il Signore è fedele per sempre.

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Sta tranquillo, rallegrati, gioisci, io sono il tuo Dio. Il Signore è fedele per sempre. CANTO L’unico maestro – n. 33 [lettore: don Rolando] Rit. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo Mi hai fatto come un prodigio. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. La tua fedeltà mi sostiene. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. Hai spezzato le mie catene. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. Sollevi dalla polvere il debole. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. Hai liberato i miei occhi dalle lacrime. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. CANTO Se m’accogli – n. 52 «Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». (Lc 15,7) [lettore: Michele] Visitare i carcerati Testimonianza di una giovane volontaria al carcere della Giudecca [lettore: Irene] Mi chiedevano: “Cosa farai quest’estate?”. Io con convinzione rispondevo: “Vado a far volontariato in carcere, alla Giudecca!”. Credo che la prima emozione ad accomunare me e tutte le altre ragazze del gruppo sia stata la paura. Dovevamo scegliere la modalità con cui entrare in relazione con le donne del carcere e la cosa ci preoccupava molto. In realtà tutto è stato incredibilmente semplice. Il desiderio reciproco di incontrarci ha fatto in modo che tutto venisse da sé. Pensavo non sarei stata pronta per le loro storie, che credevo così

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lontane dalla mia, e invece anche in questo caso è bastato aprire il cuore e metterlo in ascolto perché il mio e i loro si parlassero. I titoli dei giornali ci abituano a chiamarli mostri, assassini e ci fanno pensare che siano il peggio della società, ma non è così: il male ci appartiene, è parte di noi. Incontrando le detenute mi sono resa conto di avere di fronte delle persone da conoscere, non dei “reati che camminano”. Vincere i pregiudizi non è stato facile: umanamente non sarei mai stata capace di “guardare oltre”: mi è servita la preghiera (tanta) e l’aiuto di Qualcuno. Durante la cena suor Gabriella ci ha “silenziato”, dicendoci che noi eravamo davvero fortunate ad avere dei genitori che ci guidano e ci proteggono da alcuni errori. Per molte ragazze detenute non è stato così. Ma allora perché io sì e loro no? Quanta gente incontro e giudico… quante persone elimino dalla mia vita perché fanno o dicono cose cattive. La tenerezza non dovrebbe partire da lì? Il mio sguardo amorevole non dovrebbe avere inizio da chi mi sta più vicino? [lettore: don Rolando] Rit. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! Salvami per la tua misericordia. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! Vi è gioia nel cielo per un peccatore che si converte. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! Del tuo amore è piena la terra. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! Mi hai rivestito di gioia. I tuoi peccati sono perdonati, va’ in pace! CANTO

Cerco la tua voce – n. 10

[lettore: don Rolando] Rit. La gioia di Dio è perdonare. Mi circondi di bontà e di misericordia. La gioia di Dio è perdonare.

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Chiunque spera in te non resta deluso. La gioia di Dio è perdonare. Custodisci la mia vita da ogni male. La gioia di Dio è perdonare. Con te è il perdono. La gioia di Dio è perdonare. È in te la sorgente della vita. La gioia di Dio è perdonare. CANTO Maria tu sei – n. 39

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AL SANTUARIO DELLE LASTE Introduzione don Rolando Video Miriam Testimonianza profughi CANTI Salve regina – n. 50 Ave Maria Verbum Panis – n. 4 Magnificat Taizé – n. 36 Angelus L'Angelo del Signore portò l'annunzio a Maria Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Eccomi, sono la serva del Signore. Si compia in me la Tua Parola. E il Verbo si fece carne. E venne ad abitare in mezzo a noi. Ave Maria... Prega per noi, santa Madre di Dio. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo. Saluto/mandato ai pellegrini che concludono l’esperienza del pellegrinaggio [Vescovo] Preghiamo Madre dolcissima, che dal Santuario delle Laste vegli silenziosamente sulla nostra città, sei per essa un faro di luce che nei mari agitati e nelle notti della vita indica sempre in Gesù, tuo Figlio, il porto sicuro della vera Pace. Fammi posto sotto il tuo manto e aiutami a dire a Dio quel ‘Sì’

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che ora attende da me e che un giorno tu hai detto con prontezza e generosità per regalare al mondo il suo Salvatore, l’Unico che conosce la strada per portarci a casa e può darci una vita che non conosce tramonto! Cammina con noi, Maria: con te arriveremo sicuri; con te sicuramente arriveremo! Amen. Gloria al padre... [croce GIOVANI GS]

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DAL SANTUARIO DELLE LASTE ALLA PIEVE DI CIVEZZANO Ricordare motivazioni scelta Vangelo: ritrovamento della moneta perduta, gioia del ritrovamento – La dramma ritrovata: la gioia di cercare qualcosa che vale CANTI Madre della speranza – n. 34 Magnificat (Dio ha fatto in me cose grandi) – n. 35 Mi alma canta – n. 40 Proposta confessioni e richiamo traccia guida sul libretto [don Mauro Angeli] Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? (Lc 15,8) [lettore: Michela] Consolare gli afflitti

Per riflettere: E se siamo noi a perdere qualcosa di importante, magari il senso della vita? Racconta Chiara Amirante [lettore: Martina] ….Non immaginavo davvero di incontrare un popolo così sterminato di giovani soli, emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità, vittime dei terribili tentacoli di piovre infernali e della più infame delle schiavitù. Quante ragazze vendute come schiave e costrette a svendere il loro corpo a gente senza scrupoli. Quanti giovani distrutti, imprigionati dall’illusione di un paradiso artificiale che ha ucciso loro l’anima. Quante grida silenziose e lancinanti mai ascoltate da nessuno; quanta disperazione, rabbia, violenza, devianza, criminalità… ma quanta incredibile sete di amore, di Dio proprio là, nella profondità delle tenebre degli inferi della strada. Ho provato con un certo timore e tremore ad entrare in punta di piedi nelle storie delle persone che abitavano le zone più ‘calde’ della città e subito sono rimasta impressionata dalla sete di ascolto, di verità, di pace, di amore di … Dio, proprio in mezzo a quell’inferno. [audio] Se il mondo fosse Emis Killa [ritaglio] Forse la vita è il bene più caro se il mondo fosse un regalo se non contasse quanto denaro se il mondo fosse un regalo se Dio camminasse tra gli uomini

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se il paradiso fosse qui se il mondo fosse un regalo. [lettore: don Rolando] Rit. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi è nella disperazione. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi vive un momento di prova faticoso. Dal profondo a te grido signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi cerca un senso al proprio vivere. Dal profondo a te grido signore, Signore ascolta la mia voce. Per riflettere: E se siamo noi a perdere qualcosa di importante, magari il senso della vita? CANTO Dal profondo – n. 19 Su ali d’aquila – n. 56 5 Ave Maria Insegnare agli ignoranti Per riflettere: E se cercando ci fidiamo...? Racconta Daniele [lettore: Michele] La mia famiglia è il mio «atto di fede». È il mio «giuramento», il mio impegno, la mia scommessa. Mi chiamo Daniele, ho diciannove anni, e sono il primo di cinque fratelli. Anzi, forse sarebbe più corretto dire che sono stato il fratello maggiore di quindici fratelli. Perchè la mia famiglia, oltre ad essere una famiglia numerosa, è anche una famiglia affidataria. La mia famiglia non è certamente quella del «Mulino Bianco». Ma nonostante tutto mi pare di notare che siamo felici. Stanchi, ma felici. Non è facile, per niente. Non faccio poesia sulla mia vita. A diciannove anni penso di aver cambiato dieci volte il numero di pannolini che un italiano medio ha cambiato a quarant’anni, e a differenza del 90 % dei miei coetanei so cucinare discretamente, so fare la lavatrice e me la cavo modestamente come casalingo. Sono cose utilissimi, ma non è che siano proprio cose divertenti. Questo è il mio atto di fede. È una scommessa che ho accettato. Mi fido delle scelte dei miei genitori. Mi fido di Dio, del progetto che ha sulla nostra vita. Quasi tutti i giorni mi ripeto «ma chi me l’ha fatto

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fare?!». Ma tutto passa in fretta quando vedi crescere felici quei piccoli bimbi che per qualche tempo sono stati tuoi fratelli. Quando la tua sorellina più piccola ti dice che sei il suo fratello preferito, e quando con i sacrifici che fai scopri di essere sempre più felice con sempre di meno. Quando sai innamorarti, specialmente delle piccole cose. Credo in Dio come credo nella mia famiglia, una scommessa a lunga gittata, che si raccoglie con il tempo. E quando mi metto sotto le coperte alla sera sono felice, le risposte non mi mancano mai; perchè sento di costruire la mia vita su delle certezze: Dio, la mia famiglia e un pizzico di sano sacrificio. [audio] Atto di fede Ligabue [ritaglio] Vivere è un atto di fede mica un complimento questo è il mio atto di fede questo è il tuo momento e come la vedi la vedi ma è tutto in come la vedi c'è chi vuol solo passare ad un altro rimpianto Vivere è un atto di fede nello sbattimento questo è il mio atto di fede questo è un giuramento [lettore: don Rolando] Rit. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi accetta di fidarsi della strada tracciata da un altro. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi si lascia provocare dalla realtà. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per chi crede nella bellezza del dono di sé. Dal profondo a te grido Signore, Signore ascolta la mia voce. Per riflettere: E se cercando ci fidiamo...? CANTO Mani – n. 37 E sono solo un uomo – n. 24

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5 Ave Maria Pregare Dio per i vivi e per i morti

Per riflettere: Ma quando a cercarci è Dio... Testimonianza di Elisa [lettore: Irene]

Sono Elisa, ho 16 anni, frequento la 3° B dell’ istituto tecnico commerciale di Senorbì, abito a Selegas, in provincia di Cagliari, da sempre e ne vado fiera. Tutti mi dicono che vivere qui è una noia, che in giro si vede sempre la solita gente. A me invece, piace moltissimo: non è per nulla una noia, io trovo sempre qualcosa di divertente da fare, e poi vedere sempre la "solita gente" mi da un senso di sicurezza. Qualche tempo don Gigi ci propose di partecipare ad una serie di incontri che ci avrebbero aiutato a crescere. Io, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, ho iniziato ad andare alle riunioni. Ancora oggi ci vado, e devo dire che le trovo davvero interessanti e costruttive. Abbiamo anche partecipato a dei ritiri spirituali. Questo può sembrare un po’ strano e noioso, ma sono stati molto belli perché ho potuto conoscere di più me stessa e Dio. Non pensate mai che queste esperienze non servano a nulla, anzi mi ritengo davvero fortunata perché tanti miei coetanei, dopo la cresima, non hanno più messo piede in chiesa. Tra le cause che portano un ragazzo ad allontanarsi dalla pratica religiosa ci può essere la noia. Non si è scoperto o meglio approfondito, a tal punto da ritenerlo indispensabile, l’incontro con Dio. Si perché chi fa una forte esperienza di Dio, a qualsiasi età, scopre la bellezza e la gioia della vita. E tu ragazzo, che ti trovi di fronte al computer, sei annoiato o felice? Sei lontano da Dio o lo preghi quotidianamente? Ho l’impressione che diversi considerino la preghiera molto monotona; ma non è vero, al contrario, il dialogo con Dio, personale o comunitario, porta alla serenità nel cuore, alla certezza che Dio Padre ci ama immensamente. Provare per credere, come diceva una vecchia pubblicità. Ciao.

[lettore: Martina] Rit. Ti ho amato da sempre.

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Rit.

Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Rit.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Rit.

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Per riflettere: Ma quando a cercarci è Dio... CANTO È bello lodarti – n. 21 Il disegno – n. 28 5 Ave Maria Consigliare i dubbiosi Per riflettere: E quando decidiamo di lasciarci guardare... Testimonianza di Danilo [lettore: Michele] “Sì, perchè una cosa che ho capito con grande lucidità in questi mesi è questa: non sei tu che trovi Dio, è lui che trova te. A patto che tu ti faccia trovare. E' come se io fossi vissuto fino a pochi mesi fa dentro un grande bosco, così fitto che dall'alto non mi si sarebbe potuto scorgere. Dio sapeva perfettamente che ero lì – lui sa tutto no? - ma mi lasciava lì nascosto. Se tuo figlio piccolo gioca a nascondino e si mette dietro un albero, tu papà sai benissimo che è lì, ma fingi di non vederlo. Se però tuo figlio esce dal nascondiglio e si mette in mezzo al prato e magari piange e si dispera e ti chiama, che fai? Lo ami così tanto che corri da lui. Dio ha fatto così con me (lo fa con tutti): finchè io volevo stare nascosto, mi ha lasciato libero di fare. Lui rispetta la nostra libertà. Ci ama per questo. Ad un certo punto, ho deciso però di uscire dall'intrico della foresta, mi sono messo in mezzo a una grande radura. Lì era impossibile non vedermi. Lui mi ha visto e, come il padre del figliol prodigo, mi è corso incontro. Anche in quella parabola, il padre mica era andato a cercare suo figlio in giro per il mondo. Ha aspettato che lui si facesse trovare. Perchè sono uscito allo scoperto, in mezzo a quella radura e mi sono fatto trovare? Questa è l'azione della grazia, che mi ha ispirato, mi ha convinto, mi ha infuso fiducia in Lui. Io l'ho aiutata, ci ho messo del mio. Il bello di questo Dio è che non sta a sindacare sul perchè uno decide di tornare da Lui. Il figliol prodigo torna a casa dal padre quando ha finito i soldi. Si potrebbe obiettare che sono capaci tutti di tornare da papà quando hai buttato i soldi nel cesso. Non è tutto 'sto eroismo. Ma se tu ami tuo figlio con tutto te stesso, stai lì a guardare perchè torna? Ti importa solo che sia tornato, punto. Se ripenso a tutto questo mi viene la pelle d'oca. Io, un omuncolo pieno di peccati e di difetti, sono stato trovato e ri-abbracciato da Dio. Dal Creatore di tutto. Dall'Onnipotente. Solo chi lo prova sulla sua pelle può capire la verità, la bellezza e la vertigine di tutto questo.”

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[lettore: don Rolando] Rit. Mi hai amato da sempre. Per tutte le volte che mi sono nascosto dal tuo sguardo. Mi hai amato da sempre. Per tutte le volte che il senso di colpa mi ha impedito di venire da te. Mi hai amato da sempre. Per tutte le volte che la superficialità mi ha fatto sbagliare senza consapevolezza. Mi hai amato da sempre. Per riflettere: E quando decidiamo di lasciarci guardare... CANTO Oggi ti chiamo – n. 43 Vieni e seguimi – n. 59 5 ave Maria E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte. (Lc 15,9-10) [lettore: Michela] Pregare Dio per i vivi e per i morti Per riflettere: Raccontiamoci la bellezza dello stare insieme. Testimonianza di Francesco dei The Sun [lettore: Michele] “Possiamo innalzare tutti i muri e le maschere possibili, ma c’è Qualcuno che sa perfettamente chi siamo, cosa sentiamo, dove cadiamo e come ci rialziamo. possiamo avvolgerci in qualsiasi cosa, nasconderci e scappare, ma di fronte a Lui saremo sempre senza veli, belli nella nostra perfetta imperfezione. E’ un momento sacro quello in cui accettiamo chi simo, nel Bene e nel Male delle sfumature della nostra persona, e ci lasciamo guidare da Chi ci conosce davvero e ci ama. Sta a noi scegliere quando fare il passo. Sta solo a noi scegliere se fidarsi adesso”. [audio] Adesso The Sun E adesso? Adesso, solo me stesso

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Qui nudo di fronte a te Fissa il mio sguardo e chiedi quello che vuoi... Ma chiedilo adesso! Se non hai capito se è amore o finzione se è solo passione puoi dire quello che vuoi Ma io sono qui E adesso dimmi, dimmi se lo vuoi Sì, dimmi, dillo se mi vuoi I miei difetti li conosci tutti insieme agli eccessi e alle contraddizioni Tu pensa quello che vuoi Ma io sono qui [lettore: don Rolando] Rit. Mi hai amato da sempre. Con i miei difetti e il mio caratteraccio. Mi hai amato da sempre. Con la mia gioia di vivere e di stare in compagnia. Mi hai amato da sempre. Con la fatica di crescere, ma con il desiderio di arrivare alla meta. Mi hai amato da sempre. Per riflettere: Raccontiamoci la bellezza dello stare insieme. CANTO Canto dell’amore – n. 8 Nada te turbe – n. 64 5 Ave Maria

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La logica divina del dono

Dal messaggio di Papa Francesco alla GMG 2016 [lettore: Martina]

La Parola di Dio ci insegna che «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Proprio per questo motivo la quinta Beatitudine dichiara felici i misericordiosi. Sappiamo che il Signore ci ha amati per primo. Ma saremo veramente beati, felici, soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura [...]. A me piace sempre associare le Beatitudini evangeliche al capitolo 25 di Matteo, quando Gesù ci presenta le opere di misericordia e dice che in base ad esse saremo giudicati. Vi invito perciò a riscoprire le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Come vedete, la misericordia non è “buonismo”, né mero sentimentalismo. Qui c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi.

[lettore: don Rolando] Rit. La gioia di Dio è perdonare. Grazie perchè ci aspetti sempre. La gioia di Dio è perdonare. Grazie perchè ci accogli con amore. La gioia di Dio è perdonare. Grazie per la tenerezza che hai per noi. La gioia di Dio è perdonare. Grazie perchè il Tuo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna. La gioia di Dio è perdonare. CANTO Come tu mi vuoi – n. 15 Che gioia ci dà – n. 11 5 Ave Maria

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ARRIVO A CIVEZZANO IN CHIESA video: frase papa canzone come un prodigio sequenza immagini sulla parabola del padre misericordioso

avviso del momento in chiesa prima della ripartenza con MANDATO A CHI SI FERMA LÌ [Vescovo] CANTI Canterò per te – n. 6

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DALLA PIEVE DI CIVEZZANO A MONTAGNAGA

[croce GIOVANI VALLAGARINA, partecipanti GMG] Ricordare motivazioni scelta Vangelo: ritrovamento della moneta perduta, gioia del ritrovamento – Il figlio ritrovato: ricerca di senso, di vita, di un motivo per cui scegliere di stare nella realtà, di entrare in quella casa CANTI Inno GMG – n. 29 Jesus Christ – n. 30 Davanti al crocifisso – n. 20 PRIMA TAPPA Gesù disse: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. (Lc 15,11-13) Sopportare le persone moleste Per riflettere: Quante volte abbiamo pensato che tutto ci fosse dovuto? Dalla storia di Alessandro Basta, questa volta è veramente troppo! Ma stiamo scherzando? Come si permette quella lì di dire cose del genere? Come fa a non capire. Mia madre l’ho sopportata abbastanza e adesso non ho intenzione di farlo oltre. Questa volta però sarà diverso, che non pensi di cavarsela facilmente, non terrò il muso e nemmeno farò altre sciocchezze da bambino capriccioso e viziato, questa volta farò qualcosa di eclatante: me ne andrò di casa! Così vedrà se sono o no una persona matura. E così feci. Andai a vivere da mia nonna. Mi sentivo un po’ come Gesù che rimane a Gerusalemme, senza i suoi genitori, per manifestare chi veramente era ai dottori della legge ed anch’io avevo bisogno e voglia e, forse, anche rabbia di dimostrare che da solo ce la facevo, che valevo e che avevo un altro Padre, più grande di loro e dei loro obblighi a cui rendere conto ed a cui affidarmi. I primi tempi, fui felice della mia libertà. Passavano i giorni. Passavano le settimane e sentivo crescere dentro di me un’inquietudine a cui non riuscivo a dare spiegazione. Mi sentivo solo, protagonista di una vita che non mi piaceva tanto, un figlio che non riconosceva l’amore e la gratitudine ricevuti dai suoi genitori e che in questo modo non poteva nemmeno amare Dio. Non era colpa di Dio che non bastava alla mia vita, ero io assente, ero io fuori di casa, ero io che stavo

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facendo morire il dialogo, la famiglia e me stesso. Un sabato mattina però, capii: “Voglio tornare a casa; il mio posto è a casa mia, nella mia camera, con i miei genitori.” Mia madre mi disse solamente “Bentornato a casa” e corse ad abbracciarmi. Ero tornato alla mia Nazaret, alla mia vita e lì volevo stare: con i miei! Rit. Grande è il suo amore per noi. “Dammi la parte del patrimonio che mi spetta”. Grande è il suo amore per noi. “Parti per un paese lontano”. Grande è il suo amore per noi. “Avevo un altro Padre, più grande loro”. Grande è il suo amore per noi. “Stavo facendo morire il dialogo, la famiglia e me stesso”. Grande è il suo amore per noi. “Ero tornato alla mia Nazaret, alla mia vita”. Grande è il suo amore per noi. Per riflettere: Quante volte abbiamo pensato che tutto ci fosse dovuto? CANTO Mia forza e mio canto – n. 41 Servo per amore – n. 54 5 Ave Maria SECONDA TAPPA Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. (Lc 15,14-16) Il ritorno Per riflettere: Con che spirito affrontiamo i nostri momenti di difficoltà?

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Dalla storia di Daniele Ero uscito di casa con l’entusiasmo e la voglia di conquistare il mondo, e invece a casa sono dovuto tornare per non farmi schiacciare. Mi chiamo Daniele, ora vivo ad Almenno San Salvatore (Bergamo): quando ho detto a mamma e papà che a 30 anni per arrivare a fine mese ero costretto a rientrare da loro, da una parte ho provato un senso di fallimento e umiliazione, dall’altra la serenità di chi sa di aver dato il massimo ma si è schiantato contro un periodo storico complicato, quello della crisi economica in corso. Non è facile riabituarsi a non avere più la libertà dei propri spazi e i propri tempi. E a convivere con i tuoi genitori che ti vedono sempre come il loro bambino. Soprattutto dopo che hai assaporato il gusto dell’indipendenza e del potercela fare. Subito dopo la laurea in architettura, al Politecnico di Milano, mi sono iscritto all’albo professionale e ho iniziato a collaborare con vari studi. Arrivavo a guadagnare abbastanza per affittare un monolocale in cui abitare da solo in città, iscrivermi alla laurea specialistica e mantenermi senza dover chiedere un euro a casa. Era un’illusione. La crisi del 2007 ha fermato tutto. Dopo dieci anni mi sembrava di essere tornato al punto di partenza. All’inizio di quest’anno, con una laurea, un master e un dottorato in corso, ho quindi fatto le valigie e ho chiesto ospitalità a mamma e papà. Un ritorno che voleva essere una boccata d’ossigeno, una ripartenza. Ho messo la targhetta sotto il campanello di casa, ho iniziato a propormi in zona, a far girare il mio nome: se nella metropoli ero uno dei tanti, qui mi si sono aperti scenari inattesi. Anche grazie alla crisi, i clienti cercando qualità, vicinanza, fiducia e un rapporto più personale: sto lavorando a progetti bellissimi, totalmente miei, che mi stanno rimettendo in gioco. Guadagno ancora poco per tornare a vivere da solo, la strada intrapresa spero però sia quella giusta. E chissà, forse qui posso riscrivere il mio futuro. Rit. Grande è il suo amore per noi. “Egli cominciò a trovarsi nel bisogno”. Grande è il suo amore per noi. “Andò e si mise a servizio”. Grande è il suo amore per noi. “… ragazzi con un grande vuoto nel cuore”. Grande è il suo amore per noi. “Sono dovuto tornare per non farmi schiacciare”. Grande è il suo amore per noi. “…un ritorno che voleva essere una ripartenza.”. Grande è il suo amore per noi.

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Per riflettere: Con che spirito affrontiamo i nostri momenti di difficoltà? CANTO Te al centro del mio cuore – n. 57 Questa notte – n. 64 5 Ave Maria TERZA TAPPA d.Lorenzo Iori Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. (Lc 15,17-19) Visitare i carcerati Per riflettere: In che situazioni della vita ho avuto l’umiltà di riconoscere i miei errori e di rientrare in me stesso? Dall’esperienza del carcere Mi chiamo Pietro e sono sempre contento di partecipare a questi incontri, in questi luoghi di costruzione. Ritengo sia importante colloquiare con persone che non vogliono giudicarti, o sapere perché sei qui, ma solo portare un aiuto psicologico, il semplice fatto di ascoltare e di parlarti senza guardarti dall’alto verso il basso. Hai la sensazione di parlare con una persona a te cara. Quando parlavo della vita detentiva, in contrasto con 1000 detenuti che vorrebbero ingerire una pillola per dormire per tutta la pena inflitta, io non ero d’accordo. Anche questa è vita e bisogna viverla come esperienza. Se non vivi i momenti brutti, non puoi capire i vari momenti belli. Spesso penso che molte persone dovrebbero provare l’esperienza detentiva perché fuori si perde il valore reale della vita; la frenesia e il consumismo ci portano sempre a correre senza fermarsi e godere di quello che abbiamo. Solo nel momento in cui ti viene a mancare la libertà, allora riesci a guardare bene, a capire il senso anche di una semplice passeggiata, di un pranzo in famiglia, di due chiacchiere e di tante altre sciocchezze che qui diventano grandezze. Ecco perché bisogna vivere a fondo questi momenti con intensità e farne bagaglio prezioso per la vita, nella speranza di tirarli fuori nel momento in cui rientreremo nella vita normale.

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Rit. Il Signore è fedele per sempre. “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te”. Il Signore è fedele per sempre. “Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Il Signore è fedele per sempre. “Anche questa è vita e bisogna viverla come esperienza”. Il Signore è fedele per sempre. “Nel momento in cui ti viene a mancare la libertà, riesci a capire il senso”. Il Signore è fedele per sempre. “Perdoniamo e dimentichiamo il torto ricevuto”. Il Signore è fedele per sempre. Per riflettere: In che situazioni della vita ho avuto l’umiltà di riconoscere i miei errori e di rientrare in me stesso? CANTO Hombres nuevos – n. 27 Vivere la vita – n. 60 5 Ave Maria QUARTA TAPPA d.Daniele Armani Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. (Lc 15,20-21) Perdonare le offese Per riflettere: In quali situazioni ho vissuto la gioia di essere accolto?

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Dalla storia di Emanuele Arrivano i 16 anni e con questi il lento declino. Mio padre si ammala, ha un’emorragia cerebrale ed io e mia sorella rimaniamo a casa da soli, imparando a fare le cose da grandi quando nessuno dei due lo era. E allora mi chiedo in continuazione perché: “Perché a me? Cosa ti ho fatto di male? Ed ora come si aggiustano le cose?”. Queste domande erano dirette a Dio. Mi sono arrabbiato con lui e ho deciso che quelle domande non le avrei più ascoltate. Poi è avvenuta la lenta ri-conversione: lentamente mi riapproprio di me stesso, di ciò che sono e Dio mi dimostra il suo amore infinito. Mi tocca il Suo amore, il Suo abbraccio paterno, quello che avevo sempre desiderato da mio padre. Lui da padre me lo regala. Dico tra me e me: vedi a lasciar spazio a Lui che cose che fa? Avevo scoperto la Provvidenza per me, e ora la volevo concretizzare in casa, con mio padre. Oramai lo avevo già perdonato perché, in fondo, mi aveva donato la cosa più importante: la vita, che avevo scoperto essere bellissima. CANZONE: Padre (Claudio Chieffo) [audio] Tu non sapevi ancora come ti avrei chiamato il volto che ti ho dato, la vita che hai vissuto: tu non sapevi ancora, tu non sapevi ancora. Quando giocavi sulla porta della casa a fare la signora io preparavo alla tua vita grandi cose che non sapevi ancora, che non sapevi ancora. Poi conoscesti il dolore che toglie il gusto alle cose ma riempie le parole, di vita le colora: tu lo vivesti allora, tu lo vivesti allora. Poi ti ho donato quell’amore sincero così misero e grande perché il dolore diventasse più lieve e il tuo amore infinito, e il tuo amore infinito. Ora ti voglio con me: non devi avere paura devi lasciarti andare: tutto si compie ora tutto si compie ora, tutto si compie ora qui non esiste più il buio c’è la luce negli occhi di Dio c’è la pace nelle mani di Dio c’è la gioia nel cuore di Dio.

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Rit. Ti ho amato da sempre. “Il padre lo vide e commosso gli corse incontro”. Ti ho amato da sempre. “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te”. Ti ho amato da sempre. “Mi aveva donato la cosa più importante: la vita”. Ti ho amato da sempre. “Perché il dolore diventasse più lieve e il tuo amore infinito”. Ti ho amato da sempre. “C’è la pace nelle mani di Dio, c’è la gioia nel cuore di Dio”. Ti ho amato da sempre. Per riflettere: In quali situazioni ho vissuto la gioia di essere accolto? CANTO Amo il Signore – n. 1 Se m’accogli – n. 52 5 Ave Maria QUINTA TAPPA d.Tiziano Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. (Lc 15,22-24) Consolare gli afflitti Per riflettere: Per quali cose sento di poter dire che la vita è un dono da vivere fino in fondo?

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Dalla storia di Lorena David, mio marito, ha sempre affrontato la vita con allegria ed entusiasmo e dopo il funerale siamo tutti invitati al campo da calcio a realizzare una sua idea, quella di fare un brindisi insieme. Questa è una festa e, per citare una frase di Papa Francesco che piaceva parecchio a David: “Non si può finire una festa bevendo the”. Vi chiedo un favore. Quando mi parlate, ma anche quando ci pensate per conto vostro, vi chiedo di non essere arrabbiati con Dio o dire che questa è un tragedia. Le tragedie si fanno a teatro; questa è la vita e la vita può essere dura, ma è meravigliosa, sempre e comunque. Questo me lo ripete sempre David. Tra cento giorni da pecora e uno da leone, David ha scelto di vivere cento giorni… da leone. La sua vita è stata breve ma così intensa da essere completa. Con la sua forza travolgente ha trasformato anche la mia vita, rendendomi una persona migliore. David non ha mai avuto paura di fare scelte coraggiose, definitive, grandi nella loro semplicità. Quelle scelte che siamo chiamati a fare con fiducia noi cristiani: amare e crederci davvero all’Amore con la A maiuscola, quello che ci fa diventare grandi, senza aspettare di avere i capelli bianchi per fare scelte impegnative. Quando, presa da dubbi e paure, sottolineavo il 50% di possibilità di fallire nell’intraprendere una strada, lui mi invitava candidamente a guardare all’altro 50%, con fiducia. È vero, magari si fa la scelta sbagliata… ma magari no! Affidandosi a Dio, le cose vanno per il verso giusto. Può darsi che non prendano la direzione che sognavamo noi, ma sicuramente stanno andando nel verso giusto. Non dite che Dio non esiste, perché io e David crediamo in Lui. In questi anni siamo cresciuti molto insieme nella Fede e abbiamo sperimentato la vicinanza di Dio in ogni momento. Abbiamo passato periodi in cui Dio ci ha messi alla prova duramente e quando la mia Fede vacillava David mi ha sempre rassicurata dicendomi che Dio sa quel che fa. Questa sua certezza granitica mi sta dando una serenità inaspettata in questi giorni e spero di trasmetterla anche a voi. Per riassumere in due concetti: primo, non è un tragedia, è la vita, e la vita è bella; secondo, Dio c’è e sa quel che fa. Rit. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. "La vita può essere dura, ma è meravigliosa, sempre e comunque". Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. “Vivere al massimo e non risparmiarsi nel fare le cose gratuitamente.” Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. “Non è tragedia, è la vita”. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. “Dio c’è e sa quel che fa”. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. CANTO

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5 Ave Maria Visitare gli infermi d.Michele Vulcan Dall’esperienza del San Camillo Ogni giorno ci troviamo a stretto contatto con la malattia e con gli effetti collaterali che essa porta con sé. Ma nonostante sia una cosa che sperimentiamo pressochè quotidianamente, è difficile trovare il tempo, o meglio l’occasione, per poter riflettere su questo argomento in modo più approfondito e personale. “Esserci dentro” significa metterci non stessi, la nostra buona volontà ed il nostro tempo, per fare del bene alle persone che ne hanno bisogno. Significa essere lì, anche se a volte è difficile, anche se a volte mancano le parole, anche se a volte a stento si trattengono le lacrime, anche se spesso siamo coinvolti emotivamente anche noi nelle storie di queste persone. Significa cercare di dare un supporto, per quanto minimo, a queste persone che spesso appaiono avvilite, stanche, stufe… Rit. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. “Mio figlio era morto ed è tornato in vita”. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. “Portate qui il vestito più bello”. Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. "Esserci dentro significa metterci noi stessi". Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. "Essere lì anche se a volte è difficile". Tu sai tutto. Tu sai che ti amo. Per riflettere: Per quali cose sento di poter dire che la vita è un dono da vivere fino in fondo? CANTO Vorrei saperti amare – n. 87 Mi alma canta – n. 40 5 Ave Maria

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SESTA TAPPA p.Stefano Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. (Lc 15,25-27) Commento Ho avuto la sfortuna di nascere primogenito. Non mi sono mai azzardato a chiedere nulla a mio padre. Poi, un giorno, quel fannullone di mio fratello si è svegliato con la luna storta ed ha addirittura osato chiedere la sua parte di eredità. Non era il momento di lamentarsi, dovevo solo consolare e sostenere quel povero vecchio deluso dal comportamento di suo figlio. Pensavo che mio fratello se la stesse spassando alla grande ed invece, ha avuto il coraggio di ripresentarsi. Per l'ennesima volta mio padre si è fatto imbambolare. Ho chiesto spiegazioni a mio padre ma il suo discorsetto non mi ha convinto. Mi sono sentito tradito. Dovrei essere felice per mio fratello, ma non so se riuscirò mai a perdonarlo. Perdonare le offese Per riflettere: Quando la gelosia e l’invidia hanno preso il sopravvento a scapito della relazione? AUDIO Dal videomessaggio di Papa Francesco ai ragazzi riuniti allo Stadio Olimpico di Roma per il Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze (23/04/2016) Essere misericordiosi vuol dire anche essere capaci di perdono. E questo non è facile! Può succedere che, a volte, in famiglia, a scuola, in parrocchia, in palestra o nei luoghi di divertimento qualcuno ci possa fare dei torti e ci sentiamo offesi; oppure in qualche momento di nervosismo possiamo essere noi ad offendere gli altri. Non rimaniamo con il rancore o il desiderio di vendetta! Non serve a nulla: è un tarlo che ci mangia l’anima e non ci permette di essere felici. Perdoniamo! Perdoniamo e dimentichiamo il torto ricevuto, così possiamo comprendere l’insegnamento di Gesù ed essere suoi discepoli e testimoni di misericordia. Rit. Il Signore è fedele per sempre. “È tornato tuo fratello”. Il Signore è fedele per sempre. “Il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso”. Il Signore è fedele per sempre.

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“Lo ha riavuto sano e salvo”. Il Signore è fedele per sempre. “La sofferenza ci aiuta a cambiare”. Il Signore è fedele per sempre. “Dio ci ama tutti allo stesso modo”. Il Signore è fedele per sempre. Per riflettere: Quando la gelosia e l’invidia hanno preso il sopravvento a scapito della relazione? CANTO Mani che si stringono – n. 38 L’unico maestro – n. 33 5 Ave Maria SETTIMA TAPPA p.Antonio Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. (Lc 15,28-30) Commento Possiamo anche capirlo questo figlio maggiore no? Il fratello torna, dopo aver sperperato tutto e lui cosa dovrebbe fare? Entrare a festeggiare? Mi immagino quella porta, aperta. Il padre ci è entrato, lo sappiamo, ma non ci viene detto che decisione prenda il figlio maggiore. Siamo lasciati in sospeso, come se ci venisse chiesto di scegliere. “Io cosa avrei fatto?” Perdonare così, dopo tutto quel tempo… non so se ce l’avrei fatta. Quante volte siamo rimasti fuori per paura di perdonare. Quel padre che entra dalla porta nonostante tutto però. Quanto mi mette in discussione!... Perché lo fa? Il gesto di quel padre, che accoglie, che abbraccia e che entra con SUO figlio nella porta di casa. Deve esserci stato qualcosa di veramente bello là dentro, la gioia di quella festa, così grande da cancellare tutto il resto…

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Tema della porta Per riflettere: Quali porte della mia vita vorrei aprire? Verso chi? Dall’esperienza del carcere Quante porte apriamo e chiudiamo ogni giorno: quante porte chiuse abbiamo trovato, quante porte sbattute in faccia, quante porte per paura non abbiamo osato aprire e quante porte sbagliando abbiamo spalancato. Penso alle porte e mi viene in mente la porta del cuore che spesso per paura blindiamo. La porta del cuore, l’amore che neghiamo al prossimo… quante porte!!! A me è successo: mi hanno chiuso dietro una porta per errori fatti, una porta che ti chiude dalla libertà e ti allontana dalle persone care. Nella vita apriamo molte porte, spesso però la porta più vicina a noi, quella del cuore, rimane chiusa dall’indifferenza, dall’ignoranza. Spero che in futuro l’unica razza umana non abbia bisogno di aprire le porte perché saranno già aperte. La nostra vita è un viaggio, un viaggio lungo e pieno di insidie, dove si passa dalla più innocente fanciullesca bellezza a momenti di dura sofferenza. Ma quando ho capito, grazie alle esperienze e alla Bibbia, che in un viaggio fatto in compagnia o in un gruppo, le difficoltà e le gioie si condividono, allora si cresce. Siamo fratelli e sorelle e la strada è meno pericolosa se viene fatta insieme. Rit. Eterna è la sua misericordia. “Il padre allora uscì a pregarlo”. Eterna è la sua misericordia. “Perdonare così, dopo tutto quel tempo”. Eterna è la sua misericordia. “Quel padre che entra nonostante tutto”. Eterna è la sua misericordia. “Quante porte per paura non abbiamo osato aprire”. Eterna è la sua misericordia. “La strada è meno pericolosa se viene fatta insieme”. Eterna è la sua misericordia. Per riflettere: Quali porte della mia vita vorrei aprire? Verso chi? CANTO Dall’aurora al tramonto – n. 18

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Voi siete di Dio – n. 62 5 Ave Maria OTTAVA TAPPA Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». (Lc 15,31-32) Perdonare le offese Per riflettere: Dio ti vuole in piedi. In questo momento della tua vita, dove senti che ti stia portando? Dalla storia di Laura Sono la sorella di Pietro che 17 anni fa uccise i nostri genitori. Noi sorelle insieme alla perdita dei due genitori avevamo perso anche un fratello e dunque ci trovammo a ricominciare un percorso nuovo e difficile, con una sofferenza dentro che era abbastanza forte, perché non è facile perdonare una cosa così grave. Lo potevamo anche abbandonare quel fratello, sarebbe stato facile. Invece perdonare è una cosa un poco più profonda e difficile ma che ci ha anche procurato una gioia dentro per i piccoli passi che vedevamo fare al nostro fratello, il suo cammino, la sua conversione. L’abbiamo perdonato in ascolto delle parole di Gesù “amatevi gli uni gli altri”. E’ facile amare quando ci si vuole bene, ma è difficile quando ci si sente dire “ha ucciso i genitori” e sono parole molto forti per noi, ma noi sappiamo che dobbiamo far nostre anche quelle altre parole di Gesù che dice “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Noi abbiamo perdonato con l’aiuto di Dio ed ecco che questo fratello che era morto è come risorto ed è lui, a volte, che ci conforta con il suo cammino. Perdonare non vuol dire voltare pagina e fare come se non fosse successo nulla. Vuol dire vedere tutto, anche quel delitto, alla luce della fede. Non è che uno dimentica. Il perdono è una cosa profonda e uno deve sentirsela dentro per poter vivere bene. Odiando non so come si potrebbe vivere. A poco a poco, trovandoci con lui ci riscoprivamo fratelli e ci dicevamo che magari tanti fratelli che vivono insieme non provano quel sentimento. Così è finita la nostra paura del suo “approfitta mento” e oggi siamo sicure che ha compiuto un cammino senza il quale si sarebbe perso e ci saremmo perse anche noi, in fondo. Dall’omelia di Papa Francesco alla Santa Messa del Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze (24/04/2016) Perché l’amore è il dono libero di chi ha il cuore aperto; l’amore è una responsabilità, ma

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una responsabilità bella, che dura tutta la vita; è l’impegno quotidiano di chi sa realizzare grandi sogni! Ah, guai ai giovani che non sanno sognare, che non osano sognare! Se un giovane, alla vostra età, non è capace di sognare, già se n’è andato in pensione, non serve. L’amore si nutre di fiducia, di rispetto, di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo: non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica! Come possiamo crescere nell’amore? Il segreto è ancora il Signore: Gesù ci dà Sé stesso nella Messa, ci offre il perdono e la pace nella Confessione. Lì impariamo ad accogliere il suo Amore, a farlo nostro, a rimetterlo in circolo nel mondo. E quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete. Nella vita sempre si cade, perché siamo peccatori, siamo deboli. Ma c’è la mano di Gesù che ci risolleva, che ci rialza. Gesù ci vuole in piedi! Quella parola bella che Gesù diceva ai paralitici: “Alzati!”. Dio ci ha creati per essere in piedi. C’è una bella canzone che cantano gli alpini quando salgono su. La canzone dice così: “Nell’arte di salire, l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduto!”. Avere il coraggio di alzarsi, di lasciarci alzare dalla mano di Gesù. E questa mano tante volte viene dalla mano di un amico, dalla mano dei genitori, dalla mano di quelli che ci accompagnano nella vita. Anche Gesù stesso è lì. Alzatevi! Dio vi vuole in piedi, sempre in piedi! Rit. La gioia di Dio è perdonare. “Tutto ciò che è mio è tuo”. La gioia di Dio è perdonare. “Perdonare vuol dire vedere tutto alla luce della fede”. La gioia di Dio è perdonare. “L’amore è il dono libero”. La gioia di Dio è perdonare. “La mano di Gesù ci risolleva”. La gioia di Dio è perdonare. “Dio ci vuole in piedi”. La gioia di Dio è perdonare. Per riflettere: Dio ti vuole in piedi. In questo momento della tua vita, dove senti che ti stia portando? CANTO San Francesco – n. 51

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5 Ave Maria CANTI Resta accanto a me – n. 48 Rallegriamoci – n. 47 Sono qui a lodarti – n. 55 E la strada si apre – n. 22 Madre della speranza – n. 34 Le tue meraviglie – n. 32 Pace sia pace a voi – n. 45

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AL SANTUARIO

CONCLUSIONE ALLA COMPARSA AFFIDAMENTO A MARIA

Atto di affidamento a Maria Benedizione finale Conca della Comparsa Ci affidiamo a Maria Ed ora ci affidiamo tutti alla giovane Maria, affinché sia per tutti noi modello attraente nelle nostre scelte, aiuto certo nelle nostre difficoltà, guida sicura verso la meta del nostro cammino: Preghiamo insieme Beatissima Vergine, Tu ci conosci e noi sappiamo che ci vuoi molto bene. Dopo aver camminato in ascolto del tuo Figlio Gesù Cristo, nostro fratello maggiore e nostro Dio, ti chiediamo di volgere il tuo sguardo su tutti e su ognuno. Ave Maria, prega per noi Ti preghiamo per ogni famiglia, Ti invochiamo per i bambini e per i giovani, per gli anziani e per gli ammalati; per quelli che sono soli e per quelli che sono in carcere; per quelli che hanno fame e per coloro che non hanno lavoro; per quelli che hanno perso la speranza e per coloro che non hanno fede. Ave Maria, prega per noi Ti supplichiamo anche per i governanti e per gli educatori. Madre nostra, custodisci tutti con tenerezza e donaci la tua forza e tanta consolazione. Siamo tuoi figli: ci poniamo sotto la tua protezione. Ave Maria, prega per noi

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Non lasciarci soli nel momento del dolore e della prova. Confidiamo nel tuo cuore materno. E soprattutto, Madre dolcissima, mostraci Gesù e insegnaci a fare sempre e solo quello che Lui ci dirà. Amen. CANTO Conclusione e “lancio” alla comparsa dopo l’affidamento a Maria Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXX Giornata Mondiale della Gioventù 2016 Carissimi giovani, mancano pochi mesi al nostro incontro in Polonia [...], Gesù misericordioso, ritratto nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuario di Cracovia a Lui dedicato, vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Ha tante cose importanti da dire a ciascuno e a ciascuna di voi… Non abbiate paura di fissare i suoi occhi colmi di amore infinito nei vostri confronti e lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, pronto a perdonare ogni vostro peccato, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime, uno sguardo che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera. Venite a Lui e non abbiate paura! Venite per dirgli dal profondo dei vostri cuori: “Gesù confido in Te!”. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da tanta disperazione. Portate la fiamma dell’amore misericordioso di Cristo negli ambienti della vostra vita quotidiana e sino ai confini della terra. In questa missione, io vi accompagno con i miei auguri e le mie preghiere, vi affido tutti a Maria Vergine, Madre della Misericordia, in quest’ultimo tratto del cammino di preparazione spirituale alla prossima GMG di Cracovia, e vi benedico tutti di cuore. Benedizione CANTI FINALI

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Celebrazione penitenziale “Mi accorgo subito se una persona è autentica, se pensa quello che dice, se vive quello che dice. Non cerco supereroi, non cerco persone con superpoteri: cerco uomini e donne che mi vogliano bene come sono, che sappiano dirmi “La tua vita mi interessa”, che mi dicano che è possibile una vita più bella, che mi prendano con il profumo del loro amore” (Martina) Salmo 130 Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. Israele attenda il Signore, da ora e per sempre. Dal vangelo secondo Luca Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

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Per la riflessione e l’esame di coscienza Qualche volta il perdono di Dio ci sembra una bella frase per bambini. In realtà quella donna ci ricorda che è la possibilità di una vita diversa: una vita che sa gustare ogni attimo, che ritrova la bellezza delle azioni più umili e belle, che sa ricevere e donare accoglienza. Quella donna è entrata nella casa dov’era Gesù e ha trovato posto nel cuore di Dio, una casa ben più grande. Una casa fatta di lacrime, di piedi, di profumo, di capelli e di sguardi. Una casa dove il perdono non ha fine. E solamente dove c’è perdono, c’è possibilità di amare. Una casa che aspetta anche te.

Il profumo dell’amore In tutti noi c’è un desiderio grande: vedere Gesù, incontrare lui. Cosa fare? Tante preghiere e azioni “come si deve”? No: prima di tutto profumo, lacrime, piedi, capelli. Nemmeno una parola. Per Dio nessun linguaggio è lontano e incomprensibile: quella donna conosceva il linguaggio del corpo, il linguaggio della vita concreta, ed è con quello che parla a Dio. Per Dio nessuno è analfabeta. Il desiderio è già preghiera. Ripenso alle mie azioni quotidiane: che profumo hanno? Quando vado a scuola, quando saluto qualcuno, quando rientro a casa, quando esco con gli amici, quando studio… In alcune di queste azioni c’è il profumo del dono: ho dato agli altri qualcosa di me, come quella donna con Gesù… In altre c’è l’odore della vita ripiegata su di sé, come una stanza chiusa… Come vivo i miei affetti? Il mio corpo è spazio sacro… Come va con Dio? Per lui c’è più affetto o più paura? Lui mi chiama amico… Come va con la preghiera? Che cosa penso quando prego? Dio ascolta il mio desiderio… allora che cosa desidero? Come va con la Messa…? La verità delle lacrime Perché questa donna piange? Perché scopre tre cose. Primo: Gesù non manda via chi ha sbagliato, non lascia fuori nessuno; non vuole che nessuno si perda nell’infelicità del suo sbaglio. Dio è Dio di tutti, prima di tutto di chi soffre per il suo sbaglio. Secondo: riconosce che è stata liberata dal peso della sua colpa, gratuitamente. La gratuità di Gesù la commuove: per essere con Gesù, non serve pagare nulla. È sufficiente lasciarsi accogliere. Terzo: ha scoperto che lei non è solamente una peccatrice, ma prima di tutto una donna. Il perdono di Dio ti libera dall’identificazione con il tuo errore. È uno sguardo più profondo, più vero. Piangere fa male, ma è anche una liberazione: fa cadere la maschera, dice la verità. Davanti a chi lascio cadere le mie lacrime? A chi racconto la mia fatica?

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Vorrei lasciarmi guardare da te, Signore, dal tuo sguardo di perdono, di amore immenso e gratuito, di dono irrevocabile… Tu raccogli anche le mie lacrime… Qualche volta ho raccolto le lacrime di una persona: un ammalato, un amico in difficoltà, un familiare… altre volte ho preferito giudicare e forse deridere… I pensieri di Simone Simone è l’unico che nella storia pensa di essere dentro, di essere a posto, di non aver bisogno di nulla. Rischia di non incontrare Gesù. Rischia di non conoscere il perdono. Gesù vuole aiutarlo a scoprire che anche lui ha bisogno di lacrime, ha bisogno di riconoscenza, ha bisogno di essere perdonato. Altrimenti vive fuori: fuori dalla vita, fuori dall’incontro con gli altri, fuori dalla pace. La vita non è un’idea, lo so molto bene ogni volta che incontro un amico. Qualche volta però mi sembra che basti pensare per vivere, che basti internet per essere connessi con la vita, che basti un messaggio per esistere. L’incontro mi fa paura, come Simone, ma allo stesso tempo senza incontri mi sento vuoto. Ti porto Signore i miei incontri più belli, dove ho lasciato che la vita dell’altro diventasse anche la mia… Ti porto la mia indifferenza, che fa male prima di tutto a me… Ti porto la mia scelta di stare dentro la Chiesa: oratorio, gruppo… campeggio… Ti porto la mia fatica a fidarmi di quello che la Chiesa mi dice… Padre nostro

Ora puoi consegnare a Gesù il profumo del tuo affetto, le lacrime del tuo pentimento, i pensieri del tuo cuore. È Lui che nel sacramento della Riconciliazione ti perdona e ti rende nuovo.

Preghiera

Padre buono, Ho bisogno di Te, conto su di Te, per esistere e per vivere.

Nel Tuo Figlio Gesù mi hai guardato ed amato. Io non ho avuto il coraggio di lasciare tutto e di seguirti

e il mio cuore si è riempito di tristezza, ma Tu sei più forte del mio peccato.

Credo nella tua potenza sulla mia vita, credo nella tua capacità di salvarmi

così come sono adesso. Ricordati di me. Perdonami!

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RISERVA TAPPA 2 (Luca 15,14-16) Dalla storia di Chiara Amirante Ho iniziato a recarmi di notte in strada spinta da un semplice desiderio: condividere la gioia dell’incontro con Cristo Risorto proprio con quei fratelli che erano più disperati. Tanti dei cosiddetti “criminali”, alcuni con fedine penali davvero impressionanti, non erano di fatto persone cattive, ma persone non amate; ragazzi con una grande sensibilità, ma con il cuore impietrito dalle troppe violenze subite. Altri erano giovani arrivati da paesi più poveri pieni di buoni propositi e aspirazioni, ma ben presto catturati dalle reti della criminalità organizzata che non perdona. Altri ancora, bravi ragazzi di buona famiglia, ammaliati dalle seducenti proposte del mondo (piacere, denaro, successo, apparire) e scivolati poi in una profonda insoddisfazione, solitudine, nausea sottile senza più riuscire a trovare risposte... ragazzi con un grande vuoto nel cuore che avevano tentato di colmarlo con lo sballo, la trasgressione, le sostanze stupefacenti. TAPPA 6 (Luca 15,25-27) Dall’esperienza del carcere I viaggi di piacere o di lavoro sono i più facili perché si decide di partire e si va. I più difficili sono i viaggi, come quello che sto facendo ora, dentro di me. Non è facile guardarsi e scoprire che tra le cose buone ci sono anche delle cose che vorrei cambiare. Ci sono delle cose facili che si possono cambiare in fretta, come alcune semplici abitudini , altre invece che richiedono più tempo perché ci coinvolgono fin nel più profondo di noi stessi. La sofferenza ci aiuta a cambiare e a capire dove possiamo aver sbagliato. Un po’ alla volta si possono fare dei piccoli gesti di solidarietà e di fratellanza verso chi ci sta vicino, perché ci fanno stare meglio con noi stessi e con gli altri E ci danno pace. Ama il tuo prossimo come te stesso, ci ricorda Gesù, per non dimenticare che Dio ci ama tutti allo stesso modo. Commento - FIGLIO MINORE Io volevo andarmene. Quella costante sensazione di giudizio da parte di mio padre, quei suoi occhi benevoli che mi guardavano. Non mi sentivo libero. Non ero di certo un ragazzo debole, volevo semplicemente essere felice. Ho chiesto dunque la mia parte di eredità e me ne sono andato. Mi è bastato il primo svago per dimenticare il suo dolore. Quanto era bello quel senso di onnipotenza. Tutto questo però non poteva durare in eterno, ho incominciato a pensare... a mio padre, alla sicurezza che mi dava. Avevo però paura di tornare... mio padre mi avrebbe mai perdonato? Ecco, il mio fallimento… Ho visto la casa. Mi avvicino. Il peso della vergogna e dell’umiliazione si fa rivedere, più forte di prima. Ho alzato la testa e

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ho guardato i suoi occhi pieni di lacrime, mi ha abbracciato e mi sono sentito salvo! Mi aveva perdonato dal momento stesso in cui ero partito. Ho capito allora che il perdono più difficile da conquistare sarebbe stato il mio. Commento - PADRE Mi sono sempre considerato un uomo semplice. Ho due figli meravigliosi e per molto tempo ho avuto anche una grande pace nel cuore. Arrivò però il giorno che vorrei non fosse mai giunto, quella grande serenità si scontrò con la cruda libertà del mio piccolo ragazzo. È venuto da me e mi ha chiesto la sua parte di eredità. Non avevo potere sulla sua libertà e non volevo ostacolarlo. Partì in pochi giorni ed i miei pensieri si accumularono. Quanta rabbia! Quanto timore! Passò molto tempo. Tutte le mattine mi affacciavo sulla collina. Ma guarda… qualcuno si sta dirigendo verso la mia casa. Che sia proprio lui? Ho iniziato a correre e in quel momento ho capito che l’amore non si divide, se ci doniamo totalmente, l’amore non diminuirà, anzi, accrescerà. Non ho dimenticato l’altro figlio, il mio amato, il mio bastone sicuro. Lo capivo, gli ho offerto il mio cuore, mi sono sentito davvero padre e davvero madre.