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12 COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Operazione “Antica Babilonia”: primi ammaestramenti Gen. B. Sergio Giordano Vice Direttore del PCOC

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Operazione “Antica Babilonia”:primi ammaestramenti

Gen. B. Sergio GiordanoVice Direttore del PCOC

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Operazione “Antica Babilonia”: primi ammaestramenti

Il 1° dicembre 2006 con la cerimonia a Nassiryadell’ammaina Bandiera, alla presenza del Mini-stro per la Difesa Arturo Parisi e del Capo di

Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giampao-lo Di Paola, è stata sancita la fine dell’operazione“Antica Babilonia”, conclusasi definitivamente conil successivo rientro in Italia della Bandiera dellamissione, degli ultimi quaranta militari presenti interritorio iracheno e del Comandante la Brigata“Garibaldi”, Gen. Carmine De Pascale.

Dall’inizio delle operazioni, iniziatesi con ildispiegamento dell’advance party l’8 giugno 2003“Antica Babilonia”, durata tre anni e mezzo, havisto l’avvicendarsi di circa 30.000 soldati italiani,con un impegno massimo di 3200 uomini perturno schierati nella provincia di Dhi Qar.

Scopo della missione è stato quello di risponde-re alle esigenze ed ai bisogni della popolazione assi-curando gli aiuti umanitari necessari nonché l’ur-gente ripristino di infrastrutture e servizi nell’areadi responsabilità che ci era stata affidata, consen-tendo agli iracheni di tornare ad essere gli arteficidel proprio futuro. Raggiunto questo obiettivo,come ha evidenziato il Ministro Parisi, l’impegnomilitare italiano a Nassirya è terminato. Il 21 set-tembre 2006 infatti, era già stato effettuato il tra-sferimento della responsabilità, per quanto riguar-dava la sicurezza della provincia, alle legittimeautorità irachene mentre il successivo 6 novembreera stata ceduta la base italiana di Camp Mittica alleunità della 3^ Brigata del ricostituito esercito ira-cheno. Lo sforzo compiuto dagli italiani con il lorointervento si può quantificare con i 300 progettiportati a termine su 560 identificati. Gli interven-ti hanno riguardano la scuola, l’agricoltura, lasanità, gli acquedotti, l’elettricità, la viabilità di cui118 finanziati con fondi nazionali, per un impegnodi 15 milioni di euro erogati, e 182 con quelli dellaCoalizione (CERP). A ciò vi è da aggiungere l’ad-destramento condotto a favore di 3500 militaridelle nuove forze armate irachene e di 12000 poli-ziotti per il Ministero degli Interni. Uno sforzo cheè costato la vita a 39 italiani di cui 32 militari cadu-ti in azione, attacchi o incidenti e 7 civili.

Terminata la fase operativa è cominciata l’atti-vità degli analisti militari e degli esperti per studia-re nel dettaglio gli eventi che hanno caratterizzatoquesta missione per trarne gli ammaestramentinecessari al continuo aggiornamento della dottrinadi impiego delle forze sulla base delle lezioni appre-se specie per quanto attiene alle operazioni di Sta-

bilizzazione e Ricostruzione (S&R). In questa atti-vità infatti le Forze Armate italiane eccellono, inconsiderazione sia della nostra più che decennaleesperienza in questo settore delle PSO sia per ilusinghieri risultati ottenuti “sul campo”. Si trattadi un lavoro delicato e poco conosciuto ma fonda-mentale perché serve a mettere in evidenza tutti gliaspetti di una operazione “fuori area” in quanto, vasottolineato, ogni missione è sempre diversa rispet-to a quella che l’ha preceduta e, soprattutto, diquella che potrebbe seguire con caratteristichepeculiari da individuare preventivamente per otti-mizzarne i risultati da perseguire e ridurre al massi-mo i possibili rischi che ne possono derivare. Diseguito alcune riflessioni “a caldo” sull’attività chesi è da poco conclusa.

Quadro normativo internazionale

L’impegno militare internazionale nell’Iraqpost-conflitto per conseguire la stabilizzazionedella situazione e migliorare le condizioni di vita siè concretizzato con le Risoluzioni del Consiglio diSicurezza dell’ONU:• n. 1483 in data 22 maggio 2003 con la quale si

sollecitava la Comunità Internazionale a contri-buire alla stabilità ed alla sicurezza del paese;

• n. 1511 in data 16 ottobre 2003, che gettava lebasi per una partecipazione internazionale edelle Nazioni Unite alla ricostruzione politicaed economica dell’Iraq ed al mantenimentodella sicurezza;

• n. 1546 dell’8 giugno 2004, con la quale siauspicava l’inizio di una nuova fase del processodi transizione iracheno attraverso la nascita diun governo democraticamente eletto nonché lafine dell’occupazione con l’assunzione dellapiena responsabilità ed autorità dell’InterimGovernment dell’Iraq, dal 30 giugno 2004 ed ilconseguente scioglimento della Coalition Provi-sional Authority (CPA).

Quadro normativo della missione italiana

L’Italia ha disposto l’intervento di proprie forzenella regione con l’art.1 della legge del 1° agosto2003 con il quale veniva definita la missione delcontingente militare: “Concorre, con gli altri Paesidella coalizione, a garantire quella cornice di sicu-rezza essenziale per un aiuto effettivo e serio alpopolo iracheno e contribuire con capacità specifi-

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che alle attività di intervento più urgente nel ripri-stino delle infrastrutture e dei servizi essenziali”. Lamissione è stata condotta sotto egida ONU; il con-trollo politico e la direzione strategica è stata esple-tata dal Governo Italiano in coordinamento con glialtri paesi della coalizione. Al contingente militareitaliano, inquadrato nella MND SE a guida ingle-se, è stato assegnato un settore di responsabilitànella regione meridionale dell’Iraq, coincidentecon la provincia irachena del Dhi Qar con capo-luogo An Nassirya.

Nell’ambito della missione assegnata l’ItalianJoint Task Force (IT JTF) ha assolto i seguenti com-piti:• creazione e mantenimento della necessaria cor-

nice di sicurezza;• concorso al ripristino di infrastrutture pubbli-

che ed alla riattivazione dei servizi essenziali;• concorso all’ordine pubblico;• polizia militare;• concorso alle attività di sminamento.

Si è trattato di operazioni dal profilo miratoessenzialmente alla protezione ed alla sicurezza,condotte con attività di controllo del territorio,ricognizione e sorveglianza, ricostruzione ed assi-stenza.

Lo scenario

Per avere un chiaro quadro della situazione incui si sono trovati ad operare i militari di “AnticaBabilonia” è necessario dare un cenno allo scenariocomplessivo iracheno in cui era inserito il nostrocontingente e la minaccia che esso ha dovuto fron-teggiare. Questa è tuttora distribuita in manieradifferente sul territorio in relazione alla localizza-zione delle varie componenti della popolazionelocale.

L’Iraq infatti è una nazione composita con unaforte struttura tribale in cui sono presenti varieetnie di diverso orientamento religioso tra le qualiè possibile identificare alcuni gruppi maggioritariquali i Curdi (circa il 18% della popolazione) chevivono nel nord, nella regione montuosa confi-nante con la Turchia, la Siria e l’Iran, i Sunniti(circa il 21%) che vivono in quella parte centraledel paese noto come il “Triangolo Sunnità” men-tre nel sud troviamo gli Sciiti (circa il 53% dellapopolazione). Parlare di minaccia in Iraq significacitare pertanto un’entità eterogenea, imprevedibi-le e ramificata in larghi strati della popolazione,che ricorre ad agguati ed azioni terroristiche, unnemico difficile da contrastare perché ha più

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Attività di pattugliamento nei dintorni di Nassirya

Il Predator nei celi iracheniParisi e Di Paola in visita al Contingente

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anime. Gli elementi ostili da fronteggiare sonorappresentati da:• estremisti sciiti;• estremisti islamici iracheni;• estremisti islamici stranieri che fanno riferimen-

to ad Al Qaeda (come lo era Al Zarqawi edattualmente Abu Ayyub Al Masri);

• elementi del vecchio regime baathista sostenutedai sunniti;

• criminali comuni.Questi elementi operando talvolta in maniera

coordinata ma, normalmente, con azioni indipen-denti ed autonome, attaccando tutto quello chepuò rappresentare il cambiamento. Gli atti terro-ristici sono rivolti in particolare contro:• le Forze della Coalizione;• le Forze di sicurezza irachene;• i rappresentanti delle neonate istituzioni;• la popolazione comune;• gli operatori umanitari;• le infrastrutture (con particolare riferimento ad

oleodotti ed elettrodotti) il cui funzionamentodarebbe alla popolazione l’idea del progressocompiuto sulla via della normalità.Tra i fattori che concorrono ad aumentare il

senso di precarietà avvertito dagli iracheni nondevono essere trascurate, soprattutto alla luce del-l’attuale congiuntura politico- istituzionale, le ten-denze separatiste di talune forze politiche sciite.Mentre, infatti, il federalismo nel Curdistan trovaampia condivisione, l’attribuzione di una partico-lare autonomia ad una entità derivante dall’unifi-cazione delle Province del sud sciita desta nonpoche preoccupazioni per la possibile influenza ira-niana. Ciò, sia con riferimento ai possibili effettisulle capacità di governance dell’autorità centrale siaalle ripercussioni sulla stabilità complessiva delpaese. Le aspirazioni in direzione di un marcatofederalismo, che riscuotono la simpatia di taluniosservatori internazionali e sono caldeggiate ancheda attori regionali potrebbero allargare il solco trale diverse componenti della popolazione irachenacompromettendo il faticoso processo di riconcilia-zione nazionale in atto e lo stesso futuro dell’Iraqcome stato unitario in quanto alimentano le ten-denze autonomistiche di curdi e sciiti.

Per quanto riguarda la provincia di Dhi Qar, diresponsabilità italiana, questa non presentava parti-colare problematiche sotto il profilo etnico-religio-so, essendo abitata prevalentemente da sciiti. Que-sto aspetto non ha reso comunque le forze italiane

indenni da attentati o atti terroristici. Estremistisciiti ed estremisti islamici stranieri hanno più voltecondotto azioni che hanno determinato la perditadi nostri soldati.

Le Organizzazioni Umanitarie

L’ambiente operativo ad elevato rischio ha resomolto difficile per le organizzazioni umanitarie(OI,OG,ONG) operare. Basti pensare agli attenta-ti subiti dalle Nazioni Unite e dalla Croce Rossanonché ai rapimenti e l’assassinio di personale loca-le appartenente alle diverse organizzazioni di cuisopra. In assenza di queste ultime o per il limitatoapporto fornito dal personale locale delle ONG, lastruttura del CIMIC (Cooperazione Civile-Milita-re) ha dovuto farsi essa stessa carico di condurre atermine vari progetti di ricostruzione.

Nella provincia di Dhi Qar, in particolare,erano presenti le seguenti ONG fino al 20 agosto2003 (giorno dell’attentato al palazzo dell’ONU aBaghdad):• Save the Childen (con gli uffici ubicati nei pres-

si della base dei Carabinieri distrutta il 12novembre 2003);

• INTERSOS (organizzazione italiana che lavora-va a Nassiriya per conto di UNHCR e si occu-pava del rientro dei rifugiati);

• IMC (con sede di fronte alla citata base deiCarabinieri)

• WFP (con sede nella zona dello stadio)

Attività di Stabilizzazione e Ricostruzione

La strategia per la ricostruzione prevista dallaCoalizione in sede di pianificazione post -conflittoè stata articolata in cinque fasi: • contenimento dell’emergenza umanitaria (cibo,

acqua, medicinali);• creazione di un apparato di sicurezza locale sta-

bile (polizia, sistema giudiziario e detentivo,diritti umani);

• ricostruzione degli apparati amministrativi loca-li (uffici pubblici, scuole, ospedali, banche, sta-zioni radio-televisive) con il pagamento dei rela-tivi salari ai dipendenti;

• riattivazione dei servizi generali (acquedotti,centrali elettriche, raffinerie, rete per la distri-buzione dei carburanti, reti fognarie, raccoltarifiuti, strade e ferrovie);

• ripresa dell’attività produttiva e creazione del

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libero mercato (agricoltura, industria, commer-cio, ecc.).Le fasi di cui sopra avrebbero dovuto interessa-

re tutte le province del Paese con uno sviluppotemporale coordinato in modo da conseguire pro-gressivamente un end-state globale. Per raggiungeretale risultato l’avvio di una fase avrebbe dovutoavvenire solo al raggiungimento di un determinatogrado di completamento di quella precedente. Ledifferenze nella progressione del processo di rico-struzione avrebbero potuto comportare infatti,come poi è avvenuto, uno squilibrio sull’interoprocesso politico-economico con incidenze negati-ve anche sul piano della sicurezza. Nel particolareTeatro iracheno caratterizzato da elevata incertezza,la componente militare è quindi diventata l’unicaentità presente sul territorio in grado di assicurarel’indispensabile rete di rapporti necessari ad avvia-re il complesso processo di ricostruzione in unambiente non sempre favorevole, se non ostile, atutti i livelli. Il venir meno delle ONG a seguito deldeteriorarsi della situazione generale dopo l’atten-tato alla sede delle Nazioni Unite a Bagdad, haulteriormente valorizzato l’importanza della strut-tura di cooperazione civile-militare messa incampo. La missione in Iraq è stata pertanto, sottoil profilo del CIMIC, completamente “atipica”

rispetto alle precedenti esperienze. Per quanto ci riguarda lo strumento nazionale

rischiarato a Dhi Qar ha evidenziato un’elevataflessibilità fronteggiando ogni circostanza e situa-zione che si è presentata ottenendo significativirisultati. L’azione militare è stata infatti coordinatacon tutti gli altri attori presenti sul territorio ed inparticolar modo con il personale della Cooperazio-ne allo sviluppo. Gli operatori italiani, civili e mili-tari, che si sono trovati ad operare nella provinciahanno agito in stretta sinergia tra loro perchèinquadrati in una “Task Force interministeriale”sotto l’egida del MAE; ciò ha consentito all’Italia di“fare sistema” nel variegato quadro sociale irache-no. Già nell’aliquota avanzata la B. “Garibaldi”aveva immesso personale della propria cellulaCIMIC che ha rilevato, in breve tempo, il perso-nale del Civil Military Operation Center (CMCO)USA adeguandosi ed ampliandosi poi in funzionedelle varie esigenze presentatesi nei differentimomenti del processo di ricostruzione. La respon-sabilità del programma di ricostruzione nella pro-vincia è stata assegnata quindi ad un appositoCIMIC Center attivato del nostro contingente cheha condotto con i suoi esperti l’analisi delle esigen-ze prospettate dalla popolazione e dalle ammini-strazioni locali e, sulla base delle risorse disponibi-

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Di Paola a colloquio con notabili iracheni

Cooperazione civile-militare: attività del GenioControlli dell’MSU sulle strade della provincia di Dhi Qar

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li, ha definito le priorità da assegnare ai singoli pro-getti individuati da realizzare con interventi miratisul territorio. Il CIMIC si è avvalso dell’esperien-za sia di personale specialistico militare sia dell’ap-porto di esperti di settore attingendo dalla RiservaSelezionata (ingegneri, architetti, psicologi, veteri-nari, medici) una realtà che in Iraq ha fornito uncontributo essenziale. La struttura del Centro èstata, tra l’altro, modificata più volte per fronteg-giare le rinnovate esigenze emerse nel corso dellediverse fasi di transizione che si sono succedutetemporalmente. Nell’ottobre 2003, infatti, vi èstato il passaggio della responsabilità della ricostru-zione e di governo all’Autorità Provvisoria dellaCoalizione (CPA) e nell’agosto del 2004 a quelladel Governo locale nominato ad Interim. Volendotracciare un bilancio della missione possiamo affer-mare quindi che il contingente italiano ha operatocostantemente e coerentemente, con la collabora-zione di autorità locali e di gran parte della popo-lazione per rendere la provincia un ambiente il piùpossibile stabile e sicuro. Non sono mancatecomunque situazioni di aperta ostilità, come giàaccennato, che hanno reso necessario il ricorsoall’uso della forza per garantire la libertà di movi-mento. In particolare nel periodo aprile – agosto2004 vi sono stati scontri con milizie sciite, che

facevano riferimento al movimento integralista diMoktada al Sadr, per il controllo dei ponti a Nas-sirya (3-6 aprile, 14-17 maggio, 5-6 agosto). Inogni caso, nel settore della stabilizzazione, dal giu-gno 2003 a settembre 2006 la Task Force italiana hasvolto complessivamente 14.500 pattugliamenti e10.300 scorte, effettuate 11.000 ore di volo/elicot-tero, rinvenuto e sequestrato più di 10 mila mate-riali di armamento (armi e munizioni, mine, razzie proietti). Nell’ambito della riforma del compartosicurezza (Security Sector Reform) il contingente ita-liano ha provveduto alla costituzione e all’addestra-mento delle due nuove istituzioni deputate al man-tenimento della sicurezza nella provincia: l’IraqiArmy e l’Iraqi Police Service. Il completamento del-l’addestramento delle Forze di sicurezza locali haconsentito di rendere operativa la 3^ Brigata dell’e-sercito (con due battaglioni di 1.700 uomini circa)e della polizia locale (circa 12.000 uomini) con 25Stazioni attive sul territorio della provincia. E’ stataaltresì implementata e testata l’attività del Provin-cial Joint Operational Center (PJOC) con l’effettua-zione di esercitazioni di contro-insurrezione svoltecongiuntamente tra le citate forze di sicurezza ira-chene (esercito e polizia). I nostri militari hannoattivato altresì posti di controllo sia a Nassirya sialungo la principale arteria di collegamento della

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Aeroporto di Ciampino, 02/12/2007. La bandiera di guerra del 1° Reggimento bersaglieri rientra in Italia

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• 08 giugno 2003: arriva in Iraq l’advace party del contin-gente italiano;

• 27 giugno 2003: inizia lo schieramento del contingentenazionale costituito prevalentemente da bersaglieri dellaB.”Garibaldi”;

• 12 novembre 2003: attacco kamikaze a Nassirya contro labase Maestrale dei Carabinieri. Nell’esplosione di uncamion bomba muoiono 9 iracheni, 17 militari e 2 civiliitaliani;

• 01 marzo 2004: il Consiglio di Governo iracheno appro-vava la Legge Amministrativa Transitoria che stabiliscealcuni principi fondamentali volti a guidare il processocostituzionale in Iraq. Il documento viene firmato il gior-no 8 marzo 2004;

• aprile – agosto 2004: militari italiani sono impegnati inscontri con miliziani sciiti nelle cosiddette tre “battaglie deiponti” (3-6 aprile, 14-17 maggio, 5-6 agosto);

• 01 giugno 2004: si insedia a Baghdad il nuovo GovernoInterinale iracheno. Iyad Allawi è nominato primo mini-stro;

• 28 giugno 2004: ha luogo a Baghdad il passaggio di pote-ri tra la Coalizione ed il nuovo Governo Interinale irache-no;

• 30 gennaio 2005: si svolgono le elezioni per l’AssembleaNazionale Transitoria irachena che si riunisce per la primavolta il successivo 16 marzo 2005;

• 3 maggio 2005: cerimonia d’insediamento del governo ira-cheno a Baghdad. Primo Ministro è Ibrahim al-Jaafari;

• 28 agosto 2005: approvazione della bozza di Costituzionedal Parlamento iracheno;

• 15 ottobre 2005: votazioni per l’approvazione della nuova

Costituzione;• 15 dicembre 2005: si svolgono le elezioni parlamentari;• gennaio 2006: presentazione del Ministro della Difesa Pari-

si, in Parlamento, del calendario relativo al disimpegno ita-liano in Iraq da concludersi entro il 2006;

• 20 maggio 2006: si insedia il primo governo permanenteiracheno. Il premier è lo sciita Nour al Maliki, che guida ungabinetto di unità nazionale;

• 31 agosto 2006: Annuncement Day del Governo italiano. Aseguito di questo atto formale inizia il passaggio di respon-sabilità, per quanto attiene alla sicurezza della provincia diDhi Qar, in coordinamento con le autorità locali;

• 21 settembre 2006: cerimonia per l’effettivo passaggio diresponsabilità della provincia di Dhi Qar alle autorità loca-li irachene;

• 23 settembre – 30 novembre 2006: attività logistiche per ilrientro graduale del contingente italiano;

• 31 ottobre 2006: termina la fase di Operational OverWatchfinalizzata a supportare le autorità provinciali di Dhi Qar. Imilitari italiani vengono sostituiti da quelli australiani;

• 06 novembre 2006: cessione della base italiana di CampMittica all’esercito iracheno. I militari italiani ancora pre-senti si trasferiscono a Camp Little Italy;

• 01 dicembre 2006: cerimonia dell’ammaina bandiera erientro degli ultimi 44 carabinieri e bersaglieri dellaB.”Garibaldi” ancora presenti a Nassirya;

• 08 dicembre 2006: a Caserta, sede della B.”Garibaldi”,nella cerimonia conclusiva di “Antica Babilonia” il Presi-dente della Repubblica riceve la bandiera del contingenteitaliano in Iraq. Essa sarà custodita tra i cimeli storici delQuirinale.

Operazione “Antica Babilonia”: primi ammaestramenti

“ANTICA BABILONIA” – CRONOLOGIA ESSENZIALE

provincia con il resto del paese, riattivato la stazio-ne di polizia a Chabayish, rese agibili le infrastrut-ture del Compound “White House” migliorandonel’abitabilità e realizzando un’area addestrativa per leforze di sicurezza irachene.

Nello specifico settore della ricostruzione sonostati sviluppati contestualmente interventi a carat-tere civile per il ripristino o la realizzazione di 86scuole, 82 strade e 9 ponti in 60 diverse localitàdella provincia. Nel settore dell’energia elettrica ilcontingente italiano ha sviluppato progetti per ria-dattare linee e stazioni elettriche per un valore dicirca tre milioni di euro. Nel settore idrico sonostati realizzati lavori destinati ad aumentare lecapacità irrigue delle campagne creando complessi-vamente 25 chiuse in vari distretti e migliorandonel contempo il livello di potabilizzazione dell’ac-qua destinata alla popolazione locale. Il nostrocontingente ha realizzato interventi mirati in 30ospedali e 16 centri di primo soccorso. Tra i pro-getti conclusi, nell’ambito del ripristino delle infra-strutture pubbliche, gli interventi più significativi

hanno riguardato inizialmente il funzionamentodelle locali raffinerie, della centrale elettrica (la cuiproduzione è passata da 250 MW prima dellaguerra agli attuali 450 MW) e quello della distri-buzione dell’acqua, progetti seguiti in fase esecuti-va anche da personale della Cellula CIMIC. Sonostati altresì censiti diversi siti archeologici, recupe-rando circa 700 reperti e oltre 500 monete anticheche hanno poi trovato collocazione nel museo diNassirya. In tale contesto sono stati altresì istituitidegli specifici corsi per guardie archeologiche. Ivari cantieri e le iniziative avviate hanno contribui-to ad incrementare l’occupazione in tutta la pro-vincia di Dhi Qar. La policy perseguita infatti, èstata quella di reperire la manodopera necessarianello stesso villaggio in cui si effettuavano gli inter-venti. In tal modo la popolazione ha potuto usu-fruire di un aiuto per la piccola economia locale intermini di salario per le famiglie del posto.

Se il contingente militare ha lasciato Nassiryal’impegno italiano nella provincia di Dhi Qar per-marrà con la missione civile di ricostruzione com-

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posta da una decina di tecnici che proseguirà nellosviluppo dei progetti individuati congiuntamenteal CIMIC Center. In Iraq continuerà altresì ilnostro contributo militare nell’ambito della mis-sione di addestramento della NATO, decisa nel-l’ambito del Summit di Istambul del 2004, con unteam di istruttori interforze che operano a Bagdadnel “Centro di Addestramento, Formazione e Dot-trina” di An Rustamyah nell’ambito della forma-zione di giovani Ufficiali per il rinnovato esercitoiracheno.

Considerazioni conclusive

“Antica Babilonia”, a prescindere da alcune spe-culazioni politiche di parte è stata, come ricono-sciuto dalle massime cariche Istituzionali e diGoverno, un’operazione di Supporto alla pacemirata alla stabilizzazione e ricostruzione dell’Iraq.In particolare si può dire che la missione rientra inquelle di terza generazione e cioè di State and Insti-tutional Building (ricostituzione dello stato e delleistituzioni) dove l’attività della componenteCIMIC è stata complessa ed articolata molto più diquanto si sia rilevato in altre operazioni. La prema-tura dichiarazione sulla fine della fase combat daparte degli americani infatti, ha fatto si che la ricer-ca della sicurezza, quale condizione essenziale perlo sviluppo, sia divenuta preminente per il prosie-guo stesso della missione. In tale contesto ilCIMIC ha saputo porsi come sicuro punto di rife-rimento ed ha continuato a funzionare anche insituazione di elevata tensione e rischio. Si possonopertanto evidenziare i seguenti aspetti di rilievo:• l’attività del CIMIC non è stato di solo suppor-

to alla missione ma ha contribuito in modoessenziale al conseguimento dell’end-state nelsettore di nostra responsabilità;

• per fare ciò è stato necessario schierare una com-

ponente di cooperazione civile – militare spe-cializzata nei vari settori di interesse in grado difornire un supporto effettivo e qualificato alprocesso di ricostruzione in atto sia nella fase diemergenza iniziale sia con capacità progettualiriferite al breve - medio periodo;

• il contingente militare è stato l’unico elementoin grado di assicurare una costante presenza sulterreno incisiva ed altamente specializzata;

• la struttura del CIMIC Center ha mostrato ele-vata flessibilità e capacità di trasformazione inrelazione alla situazione operativa e politico-isti-tuzionale specie durante i periodi di transizioneconsentendo così l’armonizzazione degli sforzida parte dei vari attori presenti sul terreno. Possiamo quindi affermare, in conclusione, che

nella specificità di questa operazione la componen-te civile-militare ha assunto decisamente una rile-vanza “strategica” divenendo il principale strumen-to nelle mani del Comandante della stessa per con-seguire i risultati di ricostruzione prefissati.

Un altro importante ammaestramento a caratte-re generale che si può trarre da “Antica Babilonia”,che prescinde dalla specifica missione, è che lagestione di una situazione di crisi richiede unacompartecipazione di personale militare e civilemolto spinta e coordinata (la citata task force inter-ministeriale ad esempio). Tutto ciò si può conse-guire con una pianificazione preventiva delle fasi distabilizzazione e ricostruzione del territorio con unend-state ben definito, attività questa che dovrebbeavvenire in modo integrato fra tutti gli attori inte-ressati all’intervento (MAE, MOD, ONG, altriMinisteri/Organismi, ecc.) per assicurare un armo-nico impiego delle varie agenzie che intendonopartecipare all’intervento nel processo di ritornoalla normalità di un determinato paese o di parte diesso senza pregiudiziali o preconcetti ma con obiet-tivi chiari e perseguibili.

Operazione “Antica Babilonia”: primi ammaestramenti

Cerimonia di rientro del contingente nella Reggia Vanvitelliana Controlli della Marina sulle navi mercantili nel Golfo Persico