open design italia comunicati

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OPEN DESIGN ITALIA 2010 IDEATA DALL’ARCH. ELENA SANTI E ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE LA PILLOLA 400 IN COLLABORAZIONE CON L’UFFICIO GIOVANI D’ARTE COMUNE DI MODENA

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il documento finale realizzato per la chiusura dell'evento open design italia di modena

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OPEN DESIGN ITALIA 2010 IDEATA DALL’ARCH. ELENA SANTI E ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE LA PILLOLA 400 IN COLLABORAZIONE CON L’UFFICIO GIOVANI D’ARTE COMUNE DI MODENA

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Il 29 ottobre alle ore 9.00 in Piazza Verdi a Bologna si è svolto il Workshop “Playplace” che ha aperto ufficialmente gli Appuntamenti OFF dell’edizione 2010 di Open Design Italia. Gli studenti dell’istituto IsArt Bologna e i cittadini del laboratorio partecipato su Piazza Verdi guidati dal professor Luca Poncellini, docente del Politecnico di Milano e NABA di Milano, sono stati impegnati nella realizzazione di arredi urbani realizzati con materiale di riciclo.“Questa è un’esperienza fondamentale per gli studenti” – precisa Poncellini – “perché serve a esercitarsi nel trasformare rapidamente la propria idea in realtà concreta ma anche perché il workshop è una tecnica giocosa di apprendimento, componente da non sottovalutare”. L’architetto Laura Succini, curatrice degli Appuntamenti Off, ci spiega che la giornata è stata organizzata in collaborazione con Urban Center Bologna e IsArt Bologna - Liceo Artistico F. Arcangeli / Istituto d’Arte ma che non bisogna trascurare l’aiuto fornito da quanti hanno messo a disposizione il materiale usato dagli studenti per le loro realizzazione, per esempio “il Resto del Cartino” - prosegue Laura Succini - “che ci ha fornito tutti i giornali necessari per svolgere il workshop di oggi”.

Gli ‘Appuntamenti OFF’ hanno visto le vie, le piazze e le gallerie delle città di Bologna e di Modena impegnate in workshop, conversazioni sul design, laboratori per bambini, aperitivi dai designer, tutte occasioni di confronto dal chiaro valore sperimentale che non hanno avuto una connotazione commerciale. Il loro calendario è stato un laboratorio creativo che l’architetto Elena Santi, ideatrice di Open Design Italia 2010, ha voluto si svolgesse nel mese precedente l’evento clou di questa edizione: la mostra-mercato al Foro Boario di Modena del 19, 20 e 21 novembre.

OPEN DESIGN ITALIA 2010: UN MESE DI EVENTI

4000 VISITATORIAL FORO BOARIO DI MODENA

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Nella tre giorni modenese i 51 designer di tutta Europa, selezionati con bando di concorso dal comitato composto dagli organizzatori della manifestazione, hanno presentato ceramiche, tavoli, sedute, librerie modulari dalle molteplici combinazioni di montaggio, sgabelli in sughero a forma di tappo di champagne, lampadari realizzati con vecchie penne biro, poltrone e lampade in cartone tutti oggetti frutto di autoproduzione e realizzati in piccole serie.

Più di 200 sono stati i designer che hanno risposto entro luglio al bando per la partecipazione alla manifestazione, segno evidente di un fermento del mondo dei giovani designer confermato dall’opinione unanime degli espositori: “C’era assolutamente bisogno di una manifestazione come questa. A tutti noi serve una vetrina per farci conoscere, ma soprattutto è un’iniziativa unica in Italia perché nessun altro evento di design consente anche la vendita dei prodotti”

“Il Made in Italy è un forte richiamo” - ci spiega Elena Santi – “ma auspico l’apertura di un nuovo circuito commerciale. Oggi il consumatore predilige oggetti unici che il design autoprodotto può fornire. L’oggetto che il cliente acquista direttamente dal designer è frutto dell’idea che nasce prima per mezzo della matita del progettista e poi fra le mani dell’artigiano, meglio ancora se è lo stesso designer a realizzare la sua idea”.

Nella giornata di Sabato 20 novembre al Foro Boario la giuria europea, composta dalla co-direttrice Open Design Italia Elena Santi, dai designers Adam Somlai-Fischer, Philippe Nigrò e Dodo Arslan oltre che dall’architeto Michele Zini, ha selezionato i tre progetti vincitori che hanno ricevuto un premio in denaro e le menzioni di categoria. Il primo premio di tremila euro è stato assegnato a Nicholas Cheng di Stoccolma con il progetto Childhood memories e The weight of light; il secondo di duemila euro è andato a Sara Boschello di Padova con la libreria 3deep, composta da moduli scorrevoli che permettono di giocare con i volumi ed adattare il mobile a qualsiasi ambiente; il terzo premio di mille euro lo ha vinto il progetto Design in gabbia di Anthony Knight, lo studio Imegadito e Raffaella Brunzin, in collaborazione con la cooperativa sociale “Rio terà dei pensieri”, che ha portato alla creazione di borse multifunzionali in materiale riciclato realizzate insieme ai detenuti del carcere di Venezia.

Si è conclusa così questa prima edizione il cui iter era iniziato ad aprile 2010 con la pubblicazione del bando di selezione che ha voluto esplorare in maniera inedita il panorama del design europeo sulla base di tre punti chiave: l’apertura, ovvero la possibilità sia dei designer che delle industrie di emergere nel panorama nazionale al di fuori dei circuiti occupati dalle grandi aziende. L’autoproduzione come pratica di innovazione sostenibile e in fine l’attenzione alle risorse e limitazione degli sprechi.

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BOLOGNA 29 OTTOBRE 2010 PIAZZA VERDI WORKSHOP ‹PLAYPLACE›CONDOTTO DA LUCA PONCELLINIDOCENTE DEL POLITECNICO DI MILANO E NABA DI MILANO

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Nuovo look per Piazza Verdi. Questo potrebbe essere lo slogan del workshop ‹Playplace› organizzato il 29 ottobre nell’ambito delle ‘Attività off ‘ della manifestazione Open Design Italia 2010. Nel cuore della città di Bologna, guidati dal professor Luca Poncellini, gli studenti del Liceo Artistico F. Arcangeli hanno realizzato sedute, fioriere e decorazioni utilizzando unicamente materiale riciclato: giornali, PVC, filo di lana. ‘Un’esperienza fondamentale per gli studenti’ – precisa Poncellini – ‘perché serve a esercitarsi nel trasformare rapidamente la propria idea in realtà concreta ma anche perché il workshop è una tecnica giocosa di apprendimento, componente da non sottovalutare’. Luca Poncellini, di formazione architetto, da anni è impegnato anche in progetti di design oltre ad essere docente al Politecnico e al NABA - Nuova Accademia di Belle Arti - di Milano.‘ll designer oggi non è più chiamato a lavorare mosso da un’istanza di bisogno e necessità, come è accaduto per l’ Industrial Design, ma in una dimensione giocosa e sognante. Da questo punto di vista Open Design è estremamente lungimirante perché punta al design autoprodotto che penso sia il futuro di questa disciplina’.

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Elena Santi ideatrice di Open Design 2010

Si laurea in Architettura a Ferrara con una tesi in architettura ambientale e design industriale. Collabora da subito con importanti studi di Bologna come Pan Studio e Iosa Ghini Associati, per quest’ultimo svolge attività di capo-progetto per la nuova Sede SEAT - Pagine Gialle di Torino. Dal 2003 partecipa a numerosi concorsi nazionali ed internazionali. N el 2007 vince il concorso regionale dei giovani designer della città di Modena, con la realizzazione della nuova shopper per il bookshop della Galleria Civica. È selezionata prima con il progetto Ergo, migliore modulo da ufficio, poi per mostre da Roma a Lipsia. Oggi la sua attività professionale di architetto e designer si svolgono tra Bologna e Udine.

Ho sempre manifestato un’innata passione per il design fin dalla scelta della tesi di laurea, in seguito i risultati ottenuti nei concorsi a cui ho partecipato mi hanno confermato questa mia propensione. Poi le mostre a cui ho preso parte in Italia e in Europa mi hanno consentito il confronto con nuove realtà e idee; un esempio per tutti è l’esperienza di Lipsia dove si svolge una delle più importanti fiere del design autoprodotto. Al ritorno in Italia ho sentito l’esigenza di creare un evento simile a quello tedesco e l’ho proposto al comune di Bologna che si è mostrato interessato. Ecco che è nato Open Design Italia 2010.

IL DESIGN È L’IDEA CHE SI REALIZZA

PARLA

PRESENTAZIONE

Elena come nasce questa prima edizione di Open Design Italia?

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Sì, il Made in Italy è un forte richiamo ma auspico l’apertura di un nuovo circuito commerciale. Oggi il consumatore predilige oggetti unici che il design autoprodotto può fornire quando si ‘apre’ al cliente: da qui il nome della manifestazione. L’ oggetto che il cliente acquista direttamente dal designer è frutto dell’idea che nasce prima per mezzo della matita del progettista e poi fra le mani dell’artigiano, meglio ancora se è lo stesso designer a realizzare la sua idea. Per me creare vuol dire non solo pensare l’oggetto ma anche scegliere il materiale con cui realizzarlo, valutare le alternative tecnologiche e verificarne, concretamente, la fattibilità.

A mio parere negli ultimi anni si è verificato uno scollamento tra la figura dell’ideatore dell’oggetto e l’artigiano che lo realizza, questo a tutto discapito della figura professionale del designer. Nell’architettura tale scissione non è possibile perché l’architetto, dovendo controllare ‘oggetti’ grandi la cui realizzazione comporta spesso degli anni, è abituato da sempre a seguire tutte le fasi del lavoro: dall’idea all’esecuzione. Non va dimenticato che i più noti designers sono stati architetti, pensiamo a Le Corbusier o a Frank Lloyd Wright, che disegnavano gli arredi per le case che progettavano in piccole serie diventate poi pezzi unici.Fortunatamente oggi il designer si sta riappropriando del ruolo di esecutori dell’oggetto.

No perché per prima cosa gli ‘Appuntamenti Off’ di Open Design, diversamente da quelli del Fuori Salone di Milano, si svolgono nei giorni precedenti la manifestazione vera e propria che si terrà nel Foro Boario di Modena dal 19 al 21 novembre. In secondo luogo sono eventi dal forte valore sperimentale che non hanno una connotazione commerciale come quelli milanesi. E mi auguro che, se ci saranno future edizioni, mantengano questo carattere di laboratorio creativo.

Open Design…design aperto?

Mi sembra evidente l’influenza della tua formazione di architetto …

Oggi siamo a Bologna per il workshop in Piazza Verdi, uno degli appuntamenti off del calendario di Open Design. Un nuovo Fuori Salone?

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Laura Succini curatrice degli Appuntamenti Off di Open Design 2010

Laura Succini vive e lavora a Bologna. Nel 2003 consegue la laurea in architettura presso l’Università di Ferrara. Dal 2003 ad oggi collabora professionalmente con lo studio di architettura Vincenzi occupandosi di progettazione paesaggistica, allestimenti museali e edilizia residenziale.

Volevamo che i giovani sperimentassero la città nelle sue diverse potenzialità non solo come semplici spettatori ma come creatori consapevoli di quanto avviene. Da qui l’idea del workshop ‘Playplace’ condotto da Luca Poncellini, docente del Politecnico di Milano e NABA di Milano e in collaborazione con Urban Center Bologna, che da molti anni si occupa della riqualificazione di Piazza Verdi. Gli studenti dell’istituto IsArt Bologna e i cittadini del laboratorio partecipato su Piazza Verdi dalle nove di questa mattina fino alle prime ore del pomeriggio realizzeranno sedute e arredi urbani che diventeranno parte integrante della piazza a beneficio di tutti i passanti.

UN NUOVO MODO PER VIVERE PIAZZA VERDI

PARLA

PRESENTAZIONE

Qual è il significato del workshop ‘Playplace’ che si svolge oggi in Piazza Verdi a Bologna?

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Oltre all’Urban Center e all’istituto IsArt Bologna, il Resto del Cartino che ci ha fornito tutti i giornali necessari per svolgere il workshop di oggi. Sì, perché gli studenti dovranno realizzare i loro arredi esclusivamente con materiale riciclato: giornali, pvc usato per altre manifestazioni, corde e filo di lana.

Sicuramente la profonda amicizia che mi lega ad Elena Santi che conosco fin dai tempi dell’università e che mi ha voluta in questo progetto. Ma anche l’idea che è alla base della manifestazione lontana dal prodotto di massa e vicina, invece, al quotidiano e al territorio.Il mio ruolo di curatrice degli Appuntamenti Off mi ha consentito di conoscere un mondo ricco di esperienze poetiche e di scoprire una Bologna pronta ad accogliere. Penso alle Istituzioni della città, ai commercianti, che hanno messo a disposizione le loro vetrine per piccole esposizioni temporanee, ai designers di fama internazionale che hanno condiviso le loro esperienze nelle Conversazioni sul Design e a tutti coloro che hanno reso possibile il calendario degli Appuntamenti Off.

Chi vi ha aiutato nell’organizzazione?

Cosa ti ha spinta a collaborare all’edizione 2010 di Open Design?

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L’architetto Elena Santi ideatrice di Open Design 2010

Gli studenti dell’istituto IsArt di Bologna al lavoro con il Prof. Luca Poncellini

Studenti dell’istituto IsArt di Bologna provano la seduta in PVC e giornali riciclati

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Due studentesse dell’istituto IsArt di Bologna costruiscono

piccoli porta fiorni urbani

Il Prof. Luca Poncellini durante il workshop

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OPEN DESIGN ITALIAFORO BOARIOMODENA19_20_21 NOVEMBRE 2010

ALCUNI ESPOSITORI SI RACCONTANO

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La manifestazione ha molti aspetti positivi: gli espositori sono tutti giovani e c’è una diversificazione dei prodotti. Queste manifestazioni sono indispensabili per il nostro lavoro.

Iniziativa lodevole che riesce ad unire creativi provenienti da differenti luoghi con idee non solo originali ma funzionali oltre che realizzate in maniera professionale se pensiamo che sono tutte auto prodotte. L’iniziativa va sicuramente ripetuta.

Finalmente c’è qualcuno che la pensa come me!

Ottimo il rapporto tra gli espositori. È circolata una buona energia. Sta nascendo una nuova prospettiva per i ragazzi che vogliono provare a proporsi in questo campo.

La manifestazione è molto interessante perché in Italia siamo un po’ indietro rispetto ad altri paesi nella promozione del design autoprodotto. Per noi espositori Open Design Italia è anche una necessaria occasione di misurare l’effetto del nostro prodotto sul pubblico che lo acquista.

C’era assolutamente bisogno di una manifestazione come questa. Tutti abbiamo bisogno di una vetrina dove farci conoscere.

Molto soddisfatta dell’organizzazione. Fra noi espositori si è creato un ottimo rapporto.

OPEN DESIGN 2010OPINIONI DEGLI ESPOSITORI

DONATELLA SAVOIA

PIERFRANCESCO ARNONE

!COODI

PROGETTO FELICITA

THEA CAMPIOLI

VALIKO

UROBORO DESIGN

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Open Design è una vetrina e un’opportunità di collaborazione e anche di amicizia.

Open Design è un esperienza interessante dove è bello vedere i diversi aspetti del design autoprodotto concentrati in un unico spazio.

Un’ esperienza nuova e particolare. Interessante dal punto di vsta delle relazioni e delle possibilità di sviluppo future.

Open Design è una manifestazione molto bella con una buona organizzazione.

Era ora che ci fosse una manifestazione così!

Bella esperienza. Tanti giovani con cui abbiamo interagito. I visitatori sono curiosi e partecipano molto.

Per noi è stata la prima occasione per esporre la ceramica che produciamo. Abbiamo presentato sia pezzi fatti in azienda che autoprodotti ed è stato interessante vedere le reazioni dei visitatori ai due tipi di prodotti. I pezzi autoprodotti e quindi unici sono più richiesti.

Opportunità per rendermi più visibili. È la prima volta che partecipo ad una manifestazione di questo tipo. Open Design è l’iniziativa giusta per chi lavora in autoproduzione come me.

Open Design è un’ottima manifestazione che ha saputo mettere in evidenza giovani progettisti che espongono prodotti di alta qalità sia creativa che manifatturiera. E’ importante che ci siano nuove manifestazioni per il design che spesso è rilegato solo a Milano.

Eventi come Open Design promuovono la cultura del design rendendolo partecipato e non relegandolo in ambiti elitari.

DOKE DESIGN

ALCHIMIA

SARA BOSCHELLO

SHIKOKU

AURELIA LAURENTI

BIQQUADRO

TERRAMI

CHIARA VALENTINI

VICOLOPAGLIACORTA

MS X 2

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Un design di sintesi. La mia sedia è ricavata da un unico pannello di abete lamellare di 18 mm e realizzata in un’unica fase. Una lavorazione fatta al computer che permette una facile ripetibilità dell’oggetto in cinque ore. I pezzi sono poi assemblati a mano.

Solido e durevole che guarda ad aspetti non legati ad un tempo o a una moda ma che è capace di rimanere valido nel tempo. Cerchiamo anche di andare contro la tendenza attuale che segue solo il mercato delle vendite, noi cerchiamo di ripristinare la vera essenza degli oggetti.

Ecologico! Realizziamo i nostri arredi con i tasti dei computer e i mattoncini lego perché per noi è importante il riciclo.

Emozionante. Perché secondo me il materiale è molto caldo e le forme sono sinuose ed accoglienti.

Essenzialità, semplicità di forme e naturalezza.

Autoproduzione. Che è il tema dell’evento e che noi abbiamo portato alle estreme conseguenze spostando l’auto produzione dal designer al consumatore. Noi manteniamo la parte creativa l’acquirente assume la parte costruttiva.

Mutevole. Perché la mia libreria componibile è un elemento dinamico e in movimento.

UN AGGETTIVO PER DEFINIRE IL TUO DESIGN

PAOLO LEONI

!COODI

VICOLOPAGLIACORTA

UROBORO DESIGN

DOKE DESIGN

MS X 2

SARA BOSCHELLO

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PAOLO LEONI

CHIARA VALENTINI

TERRAMI

PROGETTO FELICITA

THEA CAMPIOLI

ALCHIMIA

SHIKOKU

Un design di sintesi. La mia sedia è ricavata da un unico pannello di abete lamellare di 18 mm e realizzata in un’unica fase. Una lavorazione fatta al computer che permette una facile ripetibilità dell’oggetto in cinque ore. I pezzi sono poi assemblati a mano.

Evocativo.

Il nostro design è di qualità. Vogliamo sviluppare dei prodotti unici in sinergia con gli artigiani.

Retrò innovativo. Il futuro è nel passato, ossia l’ispirazione per le creazioni del futuro non può eludere la conoscenza del passato.

Semplice. Cerchiamo di utilizzare il minor numero di passaggi per la realizzazione degli oggetti. E soprattutto usiamo materiali molto semplicie, comuni e derivanti dal riciclo.

Il mio design è sperimentale.

Gioco.

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OPEN DESIGN ITALIAFORO BOARIOMODENA19_20_21 NOVEMBRE 2010

CONVERSAZIONE CON ESSENT-IALPATNER DELLAMANIFESTAZIONE

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Volevamo che i giovani sperimentassero la città nelle sue diverse potenzialità non solo come semplici spettatori ma come creatori consapevoli di quanto avviene. Da qui l’idea del workshop ‘Playplace’ condotto da Luca Poncellini, docente del Politecnico di Milano e NABA di Milano e in collaborazione con Urban Center Bologna, che da molti anni si occupa della riqualificazione di Piazza Verdi. Gli studenti dell’istituto IsArt Bologna e i cittadini del laboratorio partecipato su Piazza Verdi dalle nove di questa mattina fino alle prime ore del pomeriggio realizzeranno sedute e arredi urbani che diventeranno parte integrante della piazza a beneficio di tutti i passanti.

Esperienza Open Design...

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Realizzato da:Rossana Certini

Via O. da Molin 12/235028 Piove di Sacco - PD

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