Omaggio a John Lennon (1940-1980) Ho ucciso i Beatles

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Rocca Brancaleone 8 luglio, ore 21.30 2020 Omaggio a John Lennon (1940-1980) Ho ucciso i Beatles

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Omaggio a John Lennon (1940-1980)

Ho ucciso i Beatles

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Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana

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Omaggio a John Lennon (1940-1980)

Ho ucciso i Beatles atto unico per cantante, attore e quartetto d’archi di Stefano Valanzuolo

Sarah Jane Morris Solis String Quartetcon Paolo Crestaprogetto scenico e regia Pierluigi Iorio musiche dei Beatles trascritte e arrangiate da Antonio Di Francia

produzione International Music and Arts

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Se qualcuno avesse chiesto a Mark David Chapman chi erano i Beatles, lui avrebbe certamente potuto parlarne per ore e ore, e forse avrebbe finito con il paragonare John al giovane Holden, il protagonista del suo romanzo di culto.

Quando fu arrestato, la notte dell’8 dicembre 1980 a New York, davanti al Dakota Building, Chapman aveva ancora tra le mani il libro di Salinger. Poco distante da lui, a terra, il corpo di John Lennon. Con cinque colpi di pistola, l’ex bamboccione venuto da Honolulu aveva spezzato per sempre la vita di John, il sogno dei Beatles e, insieme ad esso, quello di milioni di persone in tutto il mondo.

Nelle ore trascorse al freddo, in attesa di compiere il folle rito di morte, Chapman rivive, come in un flashback allucinato e scandito sempre dalla musica, la sua storia d’amore e odio con la band più famosa di tutti i tempi. Cercando ragioni invisibili alla ragione umana.

La voce forte e unica di Sarah Jane Morris, coinvolgente come un ricordo che venga dal profondo dell’anima, scandisce, in questo spettacolo articolato in quadri-canzoni, le tappe di una storia piena di musica e passione. Si ascolteranno grandi classici (da Lucy in the sky with diamonds a Come together, e ancora Yesterday, The fool on the hill, The long and winding road…) in una veste vocale e strumentale inedita, grazie all’apporto sapiente del Solis String Quartet. Sarà l’attore Paolo Cresta a dar voce alle inquietudini del protagonista, Mark David Chapman.

Stefano Valanzuolo

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Il testo di Valanzuolo è un flusso di pensieri partoriti dalla mente di Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon. Una confessione al limite del delirio.

Ho immaginato di collocare il personaggio protagonista in una camera angusta, sospesa, arredata da un tavolo, una sedia e un nastro magnetico su cui registrare e contemporaneamente ascoltare le proprie considerazioni riguardo Lennon e i Beatles. Una camera di detenzione, distante dal pubblico e “velata”, su cui proiettare immagini, filmati, dirette video, mentre il proscenio, il luogo della memoria e della poesia, sarà abitato dal quartetto d’archi e dalla voce di Sarah Jane Morris.

Ho immaginato questo lavoro come un’opera musicale, una complessa partitura, in cui la parola, le canzoni e i video costituiscono la struttura polisemica.

Raffaele Di Florio

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Sarah Jane Morris

Nata a Southampton, nel 1980, rispondendo ad un annuncio pubblicato sul settimanale musicale «Melody Maker», sbarca a Firenze per aggregarsi ad un gruppo blues locale, i Panama, successivamente ribattezzato Wop Avenue. L’esperienza è però di breve durata, e la Morris torna presto a Londra dividendo il suo tempo tra performance teatrali e serate nei club: durante una delle sue esibizioni viene notata da Annie Lennox e da Dave Stewart, che invitano lei e il suo partner musicale di allora, Mitch Binns, a cantare sul singolo di debutto

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degli Eurythmics, Into the garden. Nel 1982 è alla guida dei Republic. Collabora con gli Happy End a numerosi concerti a sostegno dello sciopero dei minatori inglesi contro le serrate decise dal governo di Margaret Thatcher. Nel frattempo consolida i rapporti con i Communards di Jimmy Somerville: insieme a loro, nel 1986, ottiene il suo primo hit interpretando una cover di Don’t leave me this way.

Rientrata volontariamente nell’ombra per qualche anno, torna alla ribalta discografica firmando un contratto con la Jive Records per la quale pubblica, nel 1989, il suo primo album come solista. Il disco contiene la sua versione di un altro standard del Philly Sound, Me and Mrs. Jones, che resta ad oggi una delle sue interpretazioni più acclamate.

Il 1990 è l’anno del ritorno in Italia: dopo un concerto all’Arena di Verona, partecipa al Festival di Sanremo accanto a Riccardo Fogli e replica l’anno successivo vincendo la manifestazione in coppia con Riccardo Cocciante: Heaven, l’album che include il pezzo sanremese (I’m missing you), viene pubblicato nel 1992 dalla Virgin italiana. A Roma, è una delle protagoniste del concerto per la Festa della donna dell’8 marzo, dove si esibisce al fianco di Cassandra Wilson e Astrud Gilberto. Dopo una collaborazione con gli Stadio, firma un nuovo contratto mondiale con la bolognese Irma, che nel 1998 pubblica l’album Fallen Angel dedicato al padre recentemente scomparso, mentre nel 2001, chiusi i rapporti con il suo management, produce in proprio August, un disco di cover realizzato a Londra nell’arco

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di soli tre giorni. Poco dopo, nel febbraio del 2002, gli eventi la riportano a Firenze per mixare un nuovo disco, Love and Pain, scritto in collaborazione con il batterista Martyn Barker e con Callum MacColl (figlio di Ewan). Nel 2006 arriva la raccolta After all These Years, cui seguono nel 2007 e nel 2008 Angels at Christmas e Migratory Birds, quest’ultimo inciso con Marc Ribot. Dopo Where It Hurts? del 2010, l’anno successivo è la volta di Cello Songs, lavoro registrato in Italia assieme alla Cink Cello Orchestra. A Ravenna Festival si esibisce nel 2016 nel concerto Let’s Dance! con Giovanni Sollima, Enrico Melozzi e i 100cellos nell’ambito di Cellolandia.

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Paolo Cresta

Si è formato all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli. Collabora con diversi registi tra cui Renato Carpentieri, Arturo Cirillo, Claudio Di Palma e Luca De Fusco. Ha lavorato in radio

con Rai International ed è stato, per Rai Educational, protagonista delle sitcom per ragazzi Tracy&Polpetta e Lab Story e voce narrante della serie di documentari Gate C. Per la Emons ha inciso gli audiolibri Il senso del dolore e La condanna del sangue di Maurizio De Giovanni. È docente di recitazione alla Bellini Teatro Factory, di interpretazione nei corsi VMS di Loretta Martinez e di pedagogia vocale nel master post laurea “Fisiopatologia e riabilitazione della voce cantata e recitata” presso l’Università Federico II di Napoli.

I suoi ultimi lavori di narrazione sono Inviti superflui da Dino Buzzati e Spoon River da Edgard Lee Masters.

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Solis String Quartet

Nasce dall’incontro in terra napoletana di quattro compositori e arrangiatori: Vincenzo Di Donna (violino), Gerardo Morrone (viola), Luigi De Maio (violino) Antonio Di Francia (violoncello). La loro proposta artistica è contraddistinta fin dagli esordi (era il 1991) da una sapiente originalità in grado di mescolare jazz, world music, pop e musica contemporanea, una dote che, unita alla tecnica appresa negli anni del Conservatorio di San Pietro a Maiella, li ha portati a collaborare con nomi illustri della scena internazionale.

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Ha preso parte al Pavarotti&Friends del 1996 in compagnia di Edoardo Bennato, al Festival di Sanremo con Elisa nel 2001, nel 2006 con Noa e Carlo Fava, nel 2010 come ospiti di Marco Mengoni nella serata dedicata ai duetti con un arrangiamento per solo quartetto del brano Credimi ancora e nel 2012 come ospiti di Eugenio Finardi. Sodalizi d’eccellenza sono quelli con la rockstar italiana Gianna Nannini, nei tour del 2004 e 2007, e quello con la band Salentina dei Negramaro, con cui collabora alla realizzazione dell’album La finestra e partecipa come ospite al concerto evento allo stadio San Siro nel 2008.

La discografia del gruppo ha all’attivo quattro episodi: Metrò del 2001 (BMG), Promenade del 2006 (EDEL), R.evolution del 2009 (Universal ) e 4or Solis del 2013.

Nel 2010, in collaborazione con la cantante portoghese Tereza Salgueiro, realizza lo spettacolo Canti Naviganti, e nel 2011 è la volta di Mediterraneo Sonoro un progetto per solo quartetto, in cui sonorità differenti vengono evocate e si fondono per dar vita ad innovative ritmicità. Nello stesso anno realizzano con Noa il disco Noapolis, mentre con il Trio di Salerno (Sandro Deidda, Aldo Vigorito, Guglielmo Guglielmi) portano a termine il progetto Luna Nuova Live. Nel 2012 registrano, in collaborazione con Peppe Servillo, Spassiunatamente (BIDERI/SELF), un omaggio alla cultura e alla canzone d’autore napoletana. Collaborano con Ravello Festival 2012 con il progetto Canzoni da Camera realizzato con Gaetano Curreri, dedicato ai più grandi successi scritti

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da Curreri per gli Stadio, Vasco Rossi, Irene Grandi, Patty Pravo. Con Peppe Servillo realizzano lo spettacolo La parola canta e con Lello Arena Allegro forse un po’ troppo.

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Rocca Brancaleone

Possente e unica architettura da “macchina da guerra” della città, la Rocca Brancaleone è stata costruita dai Veneziani fra il 1457 e il 1470, segno vistoso della loro dominazione a Ravenna. Nelle proprie fondamenta nasconde le macerie della chiesa di Sant’Andrea dei Goti, fatta erigere da Teodorico poco distante da dove sarebbe sorto il suo Mausoleo. Ma il “castello” non nasce per difendere la città: viene infatti progettato come strumento di controllo su Ravenna. Non a caso le sue mura contavano 36 bombardieri rivolti verso l’abitato e solo 14 verso l’esterno. In realtà la fortezza non regge al diverso modo di combattere: dopo un assedio lungo un mese, nel 1509 viene espugnata dai soldati di papa

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Giulio II, che caccia i Veneziani. E durante la battaglia di Ravenna, nel 1512, resiste appena quattro giorni.

L’intero complesso, per quasi trecento anni di proprietà del Governo Pontificio, appunto dai primi del XVI secolo, dopo vari passaggi proprietari nel 1965 viene acquistato dal Comune di Ravenna. L’idea è di realizzare nella cittadella un grande parco e un teatro all’aperto nella Rocca vera e propria. Così, fra qualche restauro discutibile, e recuperi più interessanti, la musica fa il proprio ingresso fra quelle mura il 30 luglio 1971, con una rassegna organizzata dall’Associazione Angelo Mariani. Sul palcoscenico arriva per prima la Filarmonica della città bulgara di Ruse diretta da Kamen Goleminov. Così la Rocca diventa la più qualificata e suggestiva “arena” di tutto il territorio. Nasce lì, il 26 luglio 1974, Ravenna Jazz, il più longevo appuntamento d’Italia con la musica afro-americana. Quelle prime “Giornate del jazz” ospitano il quintetto di Charles Mingus e la Thad Jones/Mel Lewis Orchestra. Negli anni Ottanta il testimone passa poi all’opera lirica con allestimenti firmati da Aldo Rossi e Gae Aulenti. Si arriva così al primo luglio 1990 quando Riccardo Muti alza la bacchetta sul podio dell’Orchestra Filarmonica della Scala e del Coro della Radio Svedese e tra le antiche mura veneziane risuona il primo movimento spiritoso della Sinfonia n. 36 in do maggiore KV 425 di Wolfgang Amadeus Mozart, meglio conosciuta come Sinfonia Linzer. È il battesimo di Ravenna Festival.

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PresidenteEraldo Scarano

Presidente onorarioGian Giacomo Faverio

Vice PresidentiLeonardo SpadoniMaria Luisa Vaccari

ConsiglieriAndrea AccardiPaolo FignagnaniChiara FrancesconiAdriano MaestriMaria Cristina Mazzavillani MutiGiuseppe PoggialiThomas Tretter

SegretarioGiuseppe Rosa

Giovani e studentiCarlotta Agostini, RavennaFederico Agostini, RavennaDomenico Bevilacqua, RavennaAlessandro Scarano, Ravenna

Aziende sostenitriciAlma Petroli, RavennaLA BCC - Credito Cooperativo Ravennate, Forlivese e ImoleseDECO Industrie, BagnacavalloGhetti - Concessionaria Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo, Jeep, RavennaKremslehner Alberghi e Ristoranti, ViennaRosetti Marino, RavennaSVA Dakar - Concessionaria Jaguar e Land Rover, Ravenna Terme di Punta Marina, RavennaTozzi Green, Ravenna

Antonio e Gian Luca Bandini, RavennaFrancesca e Silvana Bedei, RavennaChiara e Francesco Bevilacqua, RavennaMario e Giorgia Boccaccini, RavennaCostanza Bonelli e Claudio Ottolini, MilanoPaolo e Maria Livia Brusi, RavennaGlauco e Egle Cavassini, RavennaRoberto e Augusta Cimatti, RavennaMarisa Dalla Valle, MilanoMaria Pia e Teresa d’Albertis, RavennaAda Bracchi Elmi, BolognaRosa Errani e Manuela Mazzavillani, RavennaGioia Falck Marchi, FirenzeGian Giacomo e Liliana Faverio, MilanoPaolo e Franca Fignagnani, BolognaGiovanni Frezzotti, JesiEleonora Gardini, RavennaSofia Gardini, RavennaStefano e Silvana Golinelli, BolognaLina e Adriano Maestri, RavennaIrene Minardi, BagnacavalloSilvia Malagola e Paola Montanari, MilanoGabriella Mariani Ottobelli, MilanoFrancesco e Maria Teresa Mattiello, RavennaPeppino e Giovanna Naponiello, MilanoGiorgio e Riccarda Palazzi Rossi, RavennaGianna Pasini, RavennaDesideria Antonietta Pasolini Dall’Onda, RavennaGiuseppe e Paola Poggiali, RavennaCarlo e Silvana Poverini, RavennaPaolo e Aldo Rametta, RavennaStelio e Grazia Ronchi, RavennaStefano e Luisa Rosetti, MilanoEraldo e Clelia Scarano, RavennaLeonardo Spadoni, RavennaGabriele e Luisella Spizuoco, RavennaPaolino e Nadia Spizuoco, RavennaThomas e Inge Tretter, Monaco di BavieraFerdinando e Delia Turicchia, RavennaMaria Luisa Vaccari, FerraraLuca e Riccardo Vitiello, Ravenna

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Presidente onorarioCristina Mazzavillani Muti

Direzione artisticaFranco MasottiAngelo Nicastro

Fondazione Ravenna Manifestazioni

SociComune di RavennaProvincia di RavennaCamera di Commercio di RavennaFondazione Cassa di Risparmio di Raven-naConfindustria RavennaConfcommercio RavennaConfesercenti RavennaCNA RavennaConfartigianato RavennaArcidiocesi di Ravenna-Cervia

Consiglio di Amministrazione

Presidente Michele de Pascale

Vicepresidente Livia Zaccagnini

Consiglieri Ernesto Giuseppe Alfieri Chiara Marzucco Davide Ranalli

SovrintendenteAntonio De Rosa

Segretario generale Marcello Natali

Responsabile amministrativoRoberto Cimatti

Revisori dei contiGiovanni NonniAlessandra Baroni Angelo Lo Rizzo

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in collaborazione con

media partner

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sostenitori

G R O U P

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programma di sala a cura diCristina Ghirardini

coordinamento editoriale e graficaUfficio Edizioni Ravenna Festival

L’editore è a disposizione degli aventi diritto per quanto riguarda le fonti iconografiche

non individuate

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