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OLTRETORRENTE Paolo Mancini Il tessuto edilizio dell’Oltretorrente è carat- terizzato da una forte identità urbana con sezioni stradali strette, fitte tipologie di schiere su lotto gotico e presenza di episodi monumentali eccezio- nali che fungono da polo e cerniera urbana. Stori- camente la sua morfologia ha un carattere introver- so, non lascia percepire il paesaggio del torrente Parma in nessuna occasione, né presenta piazze storiche disegnate. Le piazze presenti oggi sono infatti il risultato di demolizioni di isolati, vuoti ur- bani dovuti spesso a progetti di risanamento. Se dovessimo fare un paragone musicale, pur coscienti di tutte le approssimazioni del caso, potremmo dire che l’Oltretorrente rappresenta l’anima jazz e popolare della musicalità urbana di Parma, che alterna a trame semplici e ripetute, im- provvisazioni e pezzi d’autore di livello assoluto. La presenza di monumenti religiosi come la chiesa della Ss. Annunziata o la stessa S. Maria del Quartiere, o ancora i monumenti civili, come l’Ospedale Vecchio o lo stesso Parco Ducale con gli edifici a corredo, arricchiscono il tessuto urbano denso e compatto. La storia dell’Oltretorrente è una storia che in larga parte è relativamente recente. Eccettuato le direttrici principali e la trama di borghi che le collegano, il grande sviluppo dell’Ol- tretorrente nell’area interna ai confini delle mura risale agli ultimi decenni dell’ottocento e ai primi del novecento. Alla puntuale e diffusa presenza commerciale ai piani terra e insediativa ai piani In questo antico disegno del “Capo di Ponte” è ben visibile l’impianto medioevale del sistema urbano dell’Oltretorrente (Archivio di Stato di Parma, mappe e disegni, vol. 3, n. 63) libro qualita urbana.indd 143 20-01-2009 10:00:11

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oLTreTorrenTePaolo Mancini

Il tessuto edilizio dell’Oltretorrente è carat-terizzato da una forte identità urbana con sezioni stradali strette, fitte tipologie di schiere su lotto gotico e presenza di episodi monumentali eccezio-nali che fungono da polo e cerniera urbana. Stori-camente la sua morfologia ha un carattere introver-so, non lascia percepire il paesaggio del torrente Parma in nessuna occasione, né presenta piazze storiche disegnate. Le piazze presenti oggi sono infatti il risultato di demolizioni di isolati, vuoti ur-bani dovuti spesso a progetti di risanamento.

Se dovessimo fare un paragone musicale, pur coscienti di tutte le approssimazioni del caso, potremmo dire che l’Oltretorrente rappresenta l’anima jazz e popolare della musicalità urbana di Parma, che alterna a trame semplici e ripetute, im-provvisazioni e pezzi d’autore di livello assoluto.

La presenza di monumenti religiosi come la chiesa della Ss. Annunziata o la stessa S. Maria del Quartiere, o ancora i monumenti civili, come l’Ospedale Vecchio o lo stesso Parco Ducale con gli edifici a corredo, arricchiscono il tessuto urbano denso e compatto.

La storia dell’Oltretorrente è una storia che in larga parte è relativamente recente.

Eccettuato le direttrici principali e la trama di borghi che le collegano, il grande sviluppo dell’Ol-

tretorrente nell’area interna ai confini delle mura risale agli ultimi decenni dell’ottocento e ai primi del novecento. Alla puntuale e diffusa presenza commerciale ai piani terra e insediativa ai piani

In questo antico disegno del “Capo di Ponte” è ben visibile l’impianto medioevale del sistema urbano dell’Oltretorrente (Archivio di Stato di Parma, mappe e disegni, vol. 3, n. 63)

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alti di strade come via d’Azeglio, via Inzani e via Bixio, dove il percorso è disegnato con precisione dal nodo di partenza (ponte di mezzo o complesso della Ss. Annunziata) al nodo di arrivo (piazza S. Croce, piazzale Barbieri, piazzale Picelli) fanno da contrappunto il disegno delle altre strade, che ve-dono una presenza quasi specifica della residenza frutto di una nascita recente.

L’occasione del ridisegno urbano compiuto dal primo piano di risanamento, dovuto alle con-

dizioni fatiscenti di molti corpi edilizi non riuscì a far trovare uno sviluppo deciso e forte per il quar-tiere dell’Oltretorrente: il tracciamento di nuove strade e direzioni, l’allargamento di sedi viarie, le conseguenti demolizioni dei fronti e di corpi edili-zi, il riallineamento del perimetro di un isolato, la suddivisione degli isolati più grandi non ottenne grandi vantaggi per l’Oltretorrente. In realtà non ebbe neppure la forza di ricostruire nuovi fronti

Progetto di riqualificazione dell’Oltretorrente, 1928. Si notano fra le altre cose, i nuovi tracciati di via Costituente, piazza Matteotti, la divisione dell’isolato con borgo Poi e il disegno dei nuovi isolati. Immagine tratta da: Parma, la città storica; a cura di Vincenzo Banzola, pag.311, Parma 1978

Fotografia storica. Borgo Minelli. Immagine tratta da: Parma, la città storica; a cura di Vincenzo Banzola, pag.312, Parma 1978

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sulle sedi viarie rinnovate e soprattutto ha lasciato alla città nuove direzioni non necessarie (come via Costituente) che, dimensionate per la città moder-na del novecento, trovano sbocco però nel tessuto consolidato dell’Oltretorrente antico, in una sorta di imbuto urbano naturale.

I ProgettiPer ripensare l’Oltretorrente occorre guardare

alla realtà del tessuto consolidato, alle sue qualità

latenti o presenti per cercare di rafforzare l’uso con-gruo e responsabile dello spazio pubblico secondo idee e gli indirizzi di qualità urbana generali e mo-derne.

Le linee guida per un corretto disegno e pro-getto certamente non possono interessare solo la parte specificamente architettonica. Certamente dovrà essere interessata anche la progettazione dei servizi al cittadino, dal servizio pubblico per l’am-biente al servizio pubblico dei trasporti, al sistema dei parcheggi, al cablaggio degli immobili, al servi-zio del teleriscaldamento, nonché ad una valorizza-zione e riorganizzazione generale delle attività legate al commercio fisso e ambulante. Il momento è idea-le perché sembra arrivato nella città il tempo giusto per attivare contemporaneamente tutte queste pro-gettualità organizzative e di servizio e le sinergie che

Fontanella pubblica in Borgo Grassani e borgo S.Basilide, in un’immagine di inizio ‘900

La dimensione dell’Oltretorrente agli inizi del 900 riportata su foto aerea della città contemporanea

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potrebbero scaturire da interventi precisi, generali e decisi, garantendo all’Oltretorrente una generale valorizzazione in grado di alzare il valore del tessu-to immobiliare, la socialità e le relazioni presenti. I luoghi che sono stati scelti per prefigurare interven-ti di progettazione preliminare sono stati precisati in ragione di un’analisi morfologica e delle soglie storiche di crescita dell’Oltretorrente, nonché delle necessità strategiche d’intervento comunicate dal Comune di Parma.

Via ImbrianiIl primo luogo individuato è via Imbriani, che

sarà a breve oggetto di un piano di valorizzazione

Commerciale (centro commerciale naturale) e di una riqualificazione generale del sedime strada-le con conseguente riorganizzazione del trasporto pubblico e privato.

Il progetto disegna lo spazio pubblico, come definito dalle linee guida e dagli studi e ricerche coordinate dall’Assessore per lo Sviluppo delle Po-litiche per il Commercio Paola Colla.

Le aree d’intervento nell’Oltretorrente interessate dai progetti elaborati per l’Agenzia della qualità Urbana e Architettonica

Il disegno dell’isolato preesistente all’attuale morfologia di piazzale Bertozzi - Immagine tratta da Atlante Sardi, 1767

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Il disegno del Cafè Letterario. Vista prospettica

Lo spazio di relazione pubblica è attual-mente uno spazio residuale, ma ancora presen-te. Il ridisegno di via Imbriani vuol proprio cer-care di ravvivare quei nuclei esistenti di relazio-ne, rafforzando la pedonalità dell’asse viario e la presenza del commercio sia ai piani terra che su strada.

In prossimità della Ss. Annunziata viene in-dividuato un sistema pedonale a traffico calmie-rato in cui la posa delle lastre pavimentali seguirà la geometria principale della chiesa e attorno alla quale si è cercato di creare le condizioni di chia-ra ed estrema pulizia percettiva. Il disegno stesso

della pavimentazione è appena accennato dalle fu-ghe delle lastre monocrome, per cui ciò che predo-minerà nella piazza sarà l’aspetto materico rispetto a quello geometrico dell’intorno.

Lo slargo che attualmente accoglie fun-zioni come la raccolta differenziata, la fermata dell’autobus, il punto di telefono pubblico, viene riqualificato e restituito alla sua reale dimensio-ne di luogo pubblico antistante il monumento della Ss. Annunziata: luogo di socialità a voca-zione turistica con panchine integrate a verde e fontana.

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Piazzale BertozziPiazzale Bertozzi si colloca in posizione ba-

ricentrica di un ideale percorso artistico e turistico fra S. Maria del Quartiere e la Ss. Annunziata lun-go la direttrice di via Imbriani. L’attuale sistema-zione di piazzale Bertozzi, che risente della neces-sità di trovare un centro piazza isolato dal sistema invadente del traffico, viene capovolta aprendo il piazzale all’intorno in ragione del rinnovato siste-ma pedonale. Qui trova dimora la realizzazione di un caffè letterario, bistrot che dà forma e significa-to di una presenza pubblica socializzante e sicura. Il caffè si posiziona all’interno dell’antico sedime dell’isolato storico decostruito a cui la piazza deve la sua origine. Il vicino pensionato universitario permette di servire un’utenza varia: dai giovani universitari, ai residenti, ai passanti.

Il disegno del caffè non lascia spazio a nes-sun compromesso con la storia e vuol collocarsi nel design europeo dell’architettura contempora-

nea che trova luogo nella città storica. Permeabile e trasparente, in perfetta continuità con il piano della strada e piazza, disegna solo al livello della copertura gli allineamenti storici originali attraver-so la realizzazione di un pergolato che suggerisce un uso esterno del locale pubblico.

Il disegno degli arredi sarà in continuità con le numerose osterie che erano presenti nell’Oltre-torrente, ricercando così una integrazione sociale non solo fra presenze originarie e immigrate, ma anche fra generazioni.

Continuando a percorrere via Imbriani si ri-troverà poi il disegno stradale classico dei borghi, marciapiede in pietra, corsia stradale in cubetti di porfido, in cui la parte pedonale del marciapiede si è incrementata per l’effetto della soppressione di una corsia stradale. Tale scelta va nella direzione di realizzare lo spazio necessario affinché si crei-no le condizioni ideali perché il commercio possa svilupparsi su strada con eventuale esposizione di-retta della merce o per effetto del plateatico dei luoghi di ristoro.

Piazza InzaniCon il recupero di via Imbriani sia in termini di

qualità che di servizi e commercio, si ricrea quella radialità stradale propria dell’Oltretorrente che da Ponte di Mezzo si diparte verso la città nuova e che oggi appare depotenziata e debole. Intervenendo infatti con il recupero delle strade e ricomponendo quella naturale polarità fra i percorsi principali, si ottiene contemporaneamente l’effetto di riconnet-tere quella rete esistente che consiste negli stretti borghi fra via Imbriani e via D’Azeglio.

Modello del Caffè Letterario. Vista dall’alto

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Disegno del particolare della pavimentazione stradale – Intervento di Riqualificazione strada Imbriani

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la creazione dell’asse viario di Borgo Poi che guar-da verso la Ss. Annunziata, frutto del disegno di ri-qualificazione dell’Oltretorrente di inizio novecento. Tale intervento non ha avuto la capacità di realizzare compiutamente una novità urbana caratterizzante, lasciandoci un effetto percettivo senza fronti strada-li ed evidenziando in maniera negativa l’operazione urbanistica novecentesca che alla fine si è limitata all’inserimento di una sezione viaria moderna in un impianto ancora medioevale, non introducendo né nuove tipologie edilizie né nuovi fronti.

Piazza Inzani è una piazza silenziosa, a metà strada fra via d’Azeglio e via Imbriani. Questa pe-culiarità la rende il luogo ideale per funzioni quali la residenza, il commercio di nicchia (restauratori, antiquariato, artigianato, ristorazione di qualità) e attività culturali di valorizzazione sociale.

Il disegno degli isolati preesistenti all’attuale morfologia di piazza Inzani - Immagine tratta da Atlante Sardi, 1767

Qui trova luogo un altro slargo denominato piazza Inzani. Anch’esso, al pari del vicino piazzale Bertozzi, è un vuoto causato dal ridisegno di un iso-lato a forma allungata e triangolare che precedente-mente insisteva proprio sul sedime della piazza.

Il tessuto urbano immediatamente limitrofo ha visto la separazione del grande isolato ad est con Piazza Inzani. Vista prospettica

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Piazza Inzani. Pianta di progetto

Qui l’Agenzia per la Famiglia, coordinata da Cecilia Greci, ha favorito la creazione di una as-sociazione per le famiglie con sede fissa. La ne-cessità di trovare uno spazio all’aperto per le loro attività è stato il punto di partenza per il progetto sulla piazza.

Non volendo intervenire in maniera invasi-va sul sistema pavimentale, si è scelto di man-

tenere intatte le sistemazioni stradali esistenti, ricavando al centro geometrico della piazza una pedana rialzata composta da piani inclinati e orizzontali, luogo privilegiato per le attività della associazione. La caratterizzazione delle sedute che compongono in maniera diversa il rapporto dell’elemento panchina con gli alberi, il pavi-mento stradale e il piano del legno, assieme a

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Piazza Inzani. Vista prospettica

quella dei giochi, il ridisegno dello spazio attor-no alla statua di Padre Lino, con la valorizzazio-ne della pietà popolare che adorna la statua di vasi domestici, creano quel gioco visivo vivace e tranquillizzante che la piazza ha perduto nel corso di questi ultimi anni.

Piazza S. GiacomoLungo via d’Azeglio si incontra a nord la

piazzetta di S. Giacomo. La piazza originariamente

era il sagrato della chiesa. Il fianco della piazza presenta il segno di un antico stradello d’impianto medievale ancora oggi visibile nel distacco edilizio fra i corpi di fabbrica.

Qui il progetto ha voluto valorizzare l’idea del-lo spazio pubblico come stanza all’aperto, cioè uno spazio caratterizzato e interessante, in cui la vivibi-lità del luogo assomigli il più possibile a quella dello spazio privato. Individuati gli elementi di criticità presenti nella piazzetta (e che consistono princi-

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palmente in: stato dei fronti, rastrelliere per bici-clette, posti per motorini, l’edicola, e una attività commerciale non conforme alla tradizione locale) si è operato cercando il riordino dell’impianto spazia-le e andando ad arricchire l’esistente con elementi tecnologici e di arredo di qualità, come la facciata verde sul prospetto che fa da fondale alla piazzetta. La riapertura dell’antico tracciato dello stradello di collegamento pedonale con borgo Tanzi e l’inseri-mento nella piazzetta di arredi pubblici come pan-chine e fioriere, permetterà di vivere e percepire la piazzetta come una vera stanza all’aperto.

Piazzale S.Giacomo. Pianta

Via CostituenteIl tracciato di via Costituente è recente. Esso

compare per la prima volta nel Piano di Risanamen-to dell’Oltretorrente del 1928, del quale abbiamo scritto precedentemente. In questa occasione il re-cupero operato ridisegna una sezione stradale am-pia, contornata da alberi, introducendo tipologie edilizie congrue con la funzionalità e l’evoluzione immobilare dell’epoca.

Oggi tale via appare fortemente compressa dal sistema dei parcheggi che invadono lo spa-zio della viabilità oltremisura, introducendo forti problematicità di scorrevolezza viaria a causa del-la presenza delle scuole e dell’asilo in continuità spaziale fra loro.

Il progetto, a seguito dell’analisi delle criti-cità presenti, disegna una Zona Trenta, cioè una zona a traffico calmierato dove la macchina co-stituisca un ospite e dove l’attore principale sia il pedone. La sezione stradale di impianto moderno permette di mantenere la corsia per le autovettu-re e una corsia preferenziale per gli autobus.

Tali servizi sono necessari per la presenza delle scuole che troveranno in questa nuova or-ganizzazione dello spazio pubblico, il luogo per favorire l’uso della bicicletta e degli scooter per gli studenti, mentre i residenti traggono maggiore utilità dalla possibile costruzione di un parcheggio privato ad uso esclusivo. Così facendo la strada si libera dai parcheggi residenti fissi, depotenziando la sezione stradale dagli stalli così invasivi, ritro-vando il disegno del viale alberato che il piano novecentesco prevedeva.

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Piazzale S. Giacomo. Vista prospettica

Il disegno della pavimentazione delle parti pedonali continua anche sulle corsie. Non saranno presenti cambiamenti di quota fra la parte pedona-le e quella carrabile aumentando così la accessibi-lità, la permeabilità fra le funzioni presenti (scuo-le, commercio, residenza) e la strada.

La sicurezza viene conseguita con un attento disegno degli elementi materici, in maniera che la percezione stessa della strada possa rallentare il traffico, renderlo attento alle esigenze dei pedoni,

garantendo a questi ultimi spazi e percorsi ben de-

lineati e tranquilli.

La strada viene disegnata con materiali tra-

dizionali come la pietra che interrompendosi di-

venta aiuola di rispetto per l’albero o panchina per

la sosta.

Piazza MatteottiLa piazza, di impianto relativamente recen-

te e moderno, è una grande occasione per l’Oltre-

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Via Costituente. Planimetria generale Via Costituente. Fotografia della situazione esistente

Via Costituente. Vista prospettica, ipotesi Via Costituente. Vista prospettica, ipotesi

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Piazza Matteotti - Vista prospettica sulla fontana, ipotesi

Piazza Matteotti - La biblioteca di quartiere e i parcheggi, ipotesi

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Site specific Art in piazzale Picelli

Site specific Art in piazzale Serventi

Via dei Farnese. Percorsi aerei per affacciarsi sul torrente Piazzale S.Croce – Ridisegno dei margini e del verde

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Borgo S. Caterina – Terrazza a sbalzo collegata con il percorso verde del torrente, ipotesi

“Passage”. Schizzo

torrente in quanto rappresenta un vero e proprio slargo naturale nel quale possono essere ricava-te tutte quelle dotazioni funzionali e di servizio come i parcheggi per residenti, realizzando così l’intento di togliere la sosta fissa dalle strade. Giocando la rifunzionalizzazione della piazza con i livelli si possono creare elementi architettonici che integrino la piazza di giochi d’acqua, giardini tematici, dotazione di biblioteca e sala di quar-tiere, nonché lo spazio mercato settimanale po-trebbe trovare luogo per un naturale e suggestivo allestimento. Altri luoghi sono stati interessati da ipotesi e idee per una riqualificazione generale dell’Oltretorrente che per sintesi possiamo rias-sumere in: interventi di Site specific Art in luoghi come piazzale Picelli o piazzale Serventi; nuovi percorsi lungo via dei Farnese che diventano vista verso l’alveo del torrente; il ridisegno dei margini

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e del verde in piazzale S. Croce; Terrazza a sbalzo in prossimità di borgo S. Caterina, collegate con il grande percorso a verde sull’alveo fluviale.

L’Oltretorrente è un tessuto prezioso non solo come testimonianza della città e della sua storia. La città ha bisogno di essere continuamente ripen-sata e utilizzata nel dovuto rispetto dei suoi aspetti testimoniali e in continuità con le esigenze di chi la vive oggi.

La dimensione della macchina, l’accessibili-tà delle autovetture, non può più essere l’elemen-to con cui misurare lo spazio dell’Oltretorrente. In passato scelte che hanno implicato l’uso dei piani terreni come garage hanno rappresentato di fatto un impoverimento della socialità della strada a fronte magari di un incremento del valore immobiliare.

Ma la città storica non si è costituita nel tem-po avendo come elemento di misura la macchina. Per questo sia il servizio pubblico, sia le utilitarie private dovrebbero gradualmente lasciare il passo ai pedoni nei borghi. E tutto dovrà essere suppor-tato da scelte strategiche per parcheggi ben posi-zionati per i residenti e poco impattanti sul piano orizzontale delle strade.

La metropolitana stessa, anche se sull’altro lato del torrente, potrà realmente dare un forte contributo di qualità alla percorribilità ciclopedo-nale dell’Oltretorrente.

Crediamo che il recupero dell’Oltretorrente, forse la sfida più difficile ma irrinunciabile per la città di Parma, non possa che passare da una

progettazione delle sue parti pubbliche attenta al rispetto degli allineamenti storici più consolidati, senza perdere l’occasione affinché questa parte di città si possa dire contemporanea.

Anzi, proprio il tessuto specificatamente po-polare dell’Oltretorrente, non immune anch’esso da intromissioni tipologiche decontestualizzate per le parti recenti, è un carattere che permette la convivenza di tipologie storiche e di architetture adeguatamente contemporanee.

Concludiamo con un’immagine che rimarrà probabilmente solo un disegno.

La ristretta sezione stradale di molti borghi consentirebbe la creazione di coperture leggere, con l’effetto di trovare strade coperte in cui i corpi edilizi si possono arricchire di botteghe al piano terra, costituendo di fatto dei piccoli “passages” parmigiani che mantengano il loro aspetto popola-re senza finire nella monumentalità delle gallerie di ottocentesca memoria.

I progetti elaborati all’interno dell’attività svolta per l’agenzia della qualità urbana ed archi-tettonica sono stati svolti all’interno dello studio Officina s.r.l. dall’arch. Paolo Mancini in collabora-zione con gli architetti: Cecilia Ferlini, Elena Pasini, Tomaso Cavalli, Cinzia Ferrarini, Lorenzo Bezzecchi, Erika Beretti, Luca Oddi, Stéfanie Kielar, Federico Cornale, Davide Iembo, Paolo Leoni. La parte orga-nizzativa delle attività è stata seguita dagli architetti Mancini e Ferlini con Elisabetta Ferlini.

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