Oltre 500 i partecipanti al pellegriaggio diocesano a Vicoforte...

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Gazzetta d’Asti | 5 luglio 2019 _____________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA _______________________________________ 19 Oltre 500 i partecipanti al pellegriaggio diocesano a Vicoforte con il vescovo Marco La fede è gioia e va condivisa con la testimonianza LA STORIA DELLA BASILICA “REGINA MONTIS REGALIS” E gli occhi di chi entra nel Santuario per la prima volta sono infai da subito rivolti proprio alla Madre Celeste, all’altar maggiore, con ricco baldacchino in marmi policro- mi realizzato nel 1749 di Francesco Gallo, che ingloba il pi- lone originale con l’antica effigie della Vergine. Da sempre luogo di grande devozione, è il duca Emanuele I, sepolto poi in Basilica, come dal dicembre 2017 lo sono il re Vit- torio Emanuele III e la regina Elena del Montenegro, che commissiona nel 1596 all’architeo di corte, l’orvietano Ascanio Vitozzi, la costruzione del santuario nel suo inten- to anche sepolcreto di Casa Savoia. Interroi, per la di lui morte avvenuta nel 1615, e per quella del duca nel 1630, i lavori, dopo un periodo di stallo, riprendono grazie ad un altro grande architeo e ingegnere, il monregalese France- sco Gallo che, incoraggiato da Filippo Juvarra, si cimenta a partire dal 1728 nella titanica impresa della progeazione e successiva costruzione della copertura. Sopra il possente basamento manieristico, in arenaria lo- cale, del Vitozzi, vengono costruiti il tamburo, di evidenti linee barocche, e la cupola elliica terminata nel 1732. Alta 74 metri, lunga 37,15 metri sull’asse maggiore e 24,80 me- tri sull’asse minore, viene disarmata non senza trepidazio- ne, data l’arditezza della costruzione, tanto che si legge che dovee andare lo stesso Gallo a togliere le impalcature, poi- ché nessuno pensava che una struura di quel tipo potesse reggere. E’ infai la più grande a forma elleica del mondo ed è la quinta, per dimensioni, dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon di Roma, la Caedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e la cupola del Gol Gumbaz in India, mausoleo di Mohammed Adil Shah, sultano di Bijapur. Per le decorazioni in affresco degli oltre seimila metri quadrati di superficie, completate fra il 1746 e il 1748 da Maia Bortoloni di Rovigo e Felice Biella di Milano, si al- ternano più artisti. Si traa del più grande affresco esistente a tema unico, la Vergine, con la sua vita terrena, l’aesa del- la redenzione e l’assunzione in cielo. Il santuario, dal 1880 monumento nazionale, e dal 1935 elevato al rango di basi- lica minore, assume la forma auale nel 1884, quando ven- gono costruiti i campanili e le tre facciate per opera dell’in- gegnere e architeo Camillo Riccio a cui si deve anche il piedistallo dell’imponente statua di Carlo Emanuele I in cappa e spada posta sulla piazza. PELLEGRINI DA ASTI CON DEVOZIONE A seguito dell’interessante spiegazione artistico-religiosa si entra nel vivo del pellegrinaggio. Tanti astigiani dalle 10,15 si rivolgono ai sacerdoti per la celebrazione penitenziale in preparazione della Santa Mes- sa delle 15,30 che vede all’altare, con il nostro Vescovo, an- che mons. Egidio Miragoli, vescovo di Mondovì, e don Bruno Roggero, direore della Pastorale del Turismo e Pel- legrinaggi della nostra Diocesi. Ad animare l’assemblea, con appropriati canti, la corale “Porta Paradisi” e i “Pueri Cantores” direi da Grazia Gianoi di Isola e da don Simo- ne Unere. Le leure della Messa, nel giorno della festa di San Pie- tro e Paolo, sono incentra- te sulla figura dei due gran- di seguaci di Cristo. Gli Ai degli Apostoli ci presenta- no Pietro, prigioniero, libe- rato dall’angelo, il salmo 33 ci invita a ripetere che “il Si- gnore mi ha liberato da ogni paura” mentre Paolo nella II leera a Timoteo ricorda che “ha combauto la buo- na baaglia con il Signore accanto che gli ha dato for- za”. E il Vangelo di Maeo conferma la consegna della nascente comunità cristia- na da parte di Gesù a Pie- tro, pescatore di Betsaida, come riprende nell’omelia don Marco. “Le chiavi che il Signore gli consegna, suo simbolo, - dice - servono per aprirci le porte del cielo. E’ lui, vera roccia, che ci indica il cammino. Ciascuno di noi è tentato a farsi un proprio Dio. In passato in vari luoghi si vedeva un triangolo al cui in- terno era contenuto un enorme occhio con soo la scria “Dio ti vede”. “A noi oggi il compito di scoprire il vero volto di Dio, di cam- minare con Pietro verso il cielo. Con Paolo, rappresentato con la spada, la fede, quella in Gesù risorto, è portata a più ripre- se nel bacino del Mediterraneo. E a noi oggi, qui come chiese di Asti e Mondovì, è affidato il compito di dire le verità di sempre con le parole di oggi, affermando che Dio è amore, che la fede è gioia, come dice papa Francesco, che va condivisa, che dobbia- mo testimoniare il nostro umano cammino in quanto nessuno deve sentirsi già arrivato alla meta. Occorre parlare di fede con gesti, segni che la mostrino davvero a tui”. Al termine, prima della benedizione finale e dei ringra- ziamenti del Vescovo, Gianni Maldonese dell’Unitalsi ri- corda i pellegrinaggi in particolare quello prossimo a Lou- rdes, ed anche quello di fine anno in Terrasanta. Poi sul sa- grato, prima di salutarci, c’è la foto con mons. Marco al cen- tro del folto gruppo dei pellegrini ma non mancano anche scai per singoli paesi desiderosi di un ricordo della giorna- ta con il nostro Pastore. “La fede la dobbiamo condividere” dice il Vescovo Marco ai tanti convenuti sabato scorso, 29 giugno, a Vicoforte di Mondovì nel cuneese per l’annuale pellegrinaggio diocesano ad un Santuario Mariano. Raggiunta di buon’ora la meta, la giornata si apre con il saluto del rettore e del vice rettore che “presenta” ai fedeli, provenienti dal capoluogo e da tanti paesi della Diocesi, il grandioso luogo di culto, capolavoro del barocco, dedicato a Maria. I Pueri Cantores con don Simone Unere I cantori con Grazia Gianotti Pagina a cura di Patrizia Porcellana

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Gazzetta d’Asti | 5 luglio 2019 _____________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA _______________________________________ 19

Oltre 500 i partecipanti al pellegriaggio diocesano a Vicoforte con il vescovo Marco

La fede è gioia e va condivisa con la testimonianza

LA STORIA DELLA BASILICA “REGINA MONTIS REGALIS”

E gli occhi di chi entra nel Santuario per la prima volta sono infatt i da subito rivolti proprio alla Madre Celeste, all’altar maggiore, con ricco baldacchino in marmi policro-mi realizzato nel 1749 di Francesco Gallo, che ingloba il pi-lone originale con l’antica effi gie della Vergine. Da sempre luogo di grande devozione, è il duca Emanuele I, sepolto poi in Basilica, come dal dicembre 2017 lo sono il re Vit-torio Emanuele III e la regina Elena del Montenegro, che commissiona nel 1596 all’architett o di corte, l’orvietano Ascanio Vitozzi, la costruzione del santuario nel suo inten-to anche sepolcreto di Casa Savoia. Interrott i, per la di lui morte avvenuta nel 1615, e per quella del duca nel 1630, i lavori, dopo un periodo di stallo, riprendono grazie ad un altro grande architett o e ingegnere, il monregalese France-sco Gallo che, incoraggiato da Filippo Juvarra, si cimenta a partire dal 1728 nella titanica impresa della progett azione e successiva costruzione della copertura.

Sopra il possente basamento manieristico, in arenaria lo-cale, del Vitozzi, vengono costruiti il tamburo, di evidenti linee barocche, e la cupola ellitt ica terminata nel 1732. Alta 74 metri, lunga 37,15 metri sull’asse maggiore e 24,80 me-tri sull’asse minore, viene disarmata non senza trepidazio-ne, data l’arditezza della costruzione, tanto che si legge che dovett e andare lo stesso Gallo a togliere le impalcature, poi-ché nessuno pensava che una strutt ura di quel tipo potesse reggere. E’ infatt i la più grande a forma ellett ica del mondo ed è la quinta, per dimensioni, dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon di Roma, la Catt edrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e la cupola del Gol Gumbaz in India, mausoleo di Mohammed Adil Shah, sultano di Bijapur.

Per le decorazioni in aff resco degli oltre seimila metri quadrati di superfi cie, completate fra il 1746 e il 1748 da Matt ia Bortoloni di Rovigo e Felice Biella di Milano, si al-ternano più artisti. Si tratt a del più grande aff resco esistente a tema unico, la Vergine, con la sua vita terrena, l’att esa del-

la redenzione e l’assunzione in cielo. Il santuario, dal 1880 monumento nazionale, e dal 1935 elevato al rango di basi-lica minore, assume la forma att uale nel 1884, quando ven-gono costruiti i campanili e le tre facciate per opera dell’in-gegnere e architett o Camillo Riccio a cui si deve anche il piedistallo dell’imponente statua di Carlo Emanuele I in cappa e spada posta sulla piazza.

PELLEGRINI DA ASTI CON DEVOZIONE

A seguito dell’interessante spiegazione artistico-religiosa si entra nel vivo del pellegrinaggio.

Tanti astigiani dalle 10,15 si rivolgono ai sacerdoti per la celebrazione penitenziale in preparazione della Santa Mes-sa delle 15,30 che vede all’altare, con il nostro Vescovo, an-che mons. Egidio Miragoli, vescovo di Mondovì, e don Bruno Roggero, dirett ore della Pastorale del Turismo e Pel-legrinaggi della nostra Diocesi. Ad animare l’assemblea, con appropriati canti, la corale “Porta Paradisi” e i “Pueri Cantores” dirett i da Grazia Gianott i di Isola e da don Simo-ne Unere.

Le lett ure della Messa, nel giorno della festa di San Pie-tro e Paolo, sono incentra-te sulla fi gura dei due gran-di seguaci di Cristo. Gli Att i degli Apostoli ci presenta-no Pietro, prigioniero, libe-rato dall’angelo, il salmo 33 ci invita a ripetere che “il Si-gnore mi ha liberato da ogni paura” mentre Paolo nella II lett era a Timoteo ricorda che “ha combatt uto la buo-na batt aglia con il Signore accanto che gli ha dato for-za”. E il Vangelo di Matt eo conferma la consegna della nascente comunità cristia-na da parte di Gesù a Pie-tro, pescatore di Betsaida, come riprende nell’omelia

don Marco. “Le chiavi che il Signore gli consegna, suo simbolo, - dice -

servono per aprirci le porte del cielo. E’ lui, vera roccia, che ci indica il cammino. Ciascuno di noi è tentato a farsi un proprio Dio. In passato in vari luoghi si vedeva un triangolo al cui in-terno era contenuto un enorme occhio con sott o la scritt a “Dio ti vede”.

“A noi oggi il compito di scoprire il vero volto di Dio, di cam-minare con Pietro verso il cielo. Con Paolo, rappresentato con la spada, la fede, quella in Gesù risorto, è portata a più ripre-se nel bacino del Mediterraneo. E a noi oggi, qui come chiese di Asti e Mondovì, è affi dato il compito di dire le verità di sempre con le parole di oggi, aff ermando che Dio è amore, che la fede è gioia, come dice papa Francesco, che va condivisa, che dobbia-mo testimoniare il nostro umano cammino in quanto nessuno deve sentirsi già arrivato alla meta. Occorre parlare di fede con gesti, segni che la mostrino davvero a tutt i”.

Al termine, prima della benedizione fi nale e dei ringra-ziamenti del Vescovo, Gianni Maldonese dell’Unitalsi ri-corda i pellegrinaggi in particolare quello prossimo a Lou-rdes, ed anche quello di fi ne anno in Terrasanta. Poi sul sa-grato, prima di salutarci, c’è la foto con mons. Marco al cen-tro del folto gruppo dei pellegrini ma non mancano anche scatt i per singoli paesi desiderosi di un ricordo della giorna-ta con il nostro Pastore.

“La fede la dobbiamo condividere” dice il Vescovo Marco ai tanti convenuti sabato scorso, 29 giugno, a Vicoforte di Mondovì nel cuneese per l’annuale pellegrinaggio diocesano ad un Santuario Mariano. Raggiunta di buon’ora

la meta, la giornata si apre con il saluto del rettore e del vice rettore che “presenta” ai fedeli, provenienti dal capoluogo e da tanti paesi della Diocesi, il grandioso luogo di culto, capolavoro del barocco, dedicato a Maria.

I Pueri Cantores con don Simone Unere I cantori con Grazia Gianotti

Pagina a curadi Patrizia Porcellana