Olimpiadi 1936:evento sportivo o politico?

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Istituto tecnico industriale con Liceo Scientifico Sperimentale “F.Giordani” A. Cos. 5^ALA A.s.2011/2012

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INDICE 1. Introduzione 2. Storia delle Olimpiadi - Berlino 1936 3. Friedrich Nietzsche: La figura del superuomo 4. Nazismo e antisemitismo:Primo Levi 5. Il destino di un campione sportivo è scritto nel Dna 6. Alimentazione di gara 7. Conclusioni

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Istituto tecnico industriale

con Liceo Scientifico Sperimentale “F.Giordani”

A. Cos. 5^ALA A.s.2011/2012

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INDICE

1. Introduzione

2. Storia delle Olimpiadi - Berlino 1936

3. Friedrich Nietzsche: La figura del superuomo

4. Nazismo e antisemitismo:Primo Levi

5. Il destino di un campione sportivo è scritto nel Dna

6. Alimentazione di gara

7. Conclusioni

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Introduzione:

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Storia delle Olimpiadi -

Berlino 1936:

Owens contro Hitler

Le Olimpiadi del 1936 vissero in pieno il clima fortemente

propagandistico voluto dal regime hitleriano; il dittatore germanico usò la

manifestazione per diffondere l'immagine della cultura nazista nel mondo.

Dovette però fare i conti con Jesse Owens, il primo atleta di colore a

ergersi protagonista assoluto nella storia dei Giochi.

Le Olimpiadi di Berlino del 1936 sono un evento cruciale nella storia

dello sport. Assegnate dal Comitato Olimpico Internazionale alla

Germania prima dell’avvento al potere di Hitler, rappresentano

un trionfo per il dittatore nazista che riesce a organizzare uno spettacolo

propagandistico di grande effetto.

Lo storico Richard D. Mandell, autore di una” Storia culturale dello sport”,

ricostruisce le fasi di preparazione e di svolgimento della manifestazione,

che testimoniano la diffusione di una nuova concezione dell’attività

agonistica, utilizzata ai fini dell’educazione patriottica e della propaganda

politica. Durante i giochi di Berlino, si applica un rituale simbolico di

celebrazione del regime nazista, che condizionerà le successive cerimonie

pubbliche. Le Olimpiadi assunsero ,così, il ruolo di spettacolo di massa e

di strumento di battaglia ideologica.

I nazisti avevano messo in atto un piano radicale per la mobilitazione delle

energie nazionali che avrebbe potuto non aiutare ma alterare lo sport

tedesco. La prestanza fisica venne dichiarata essere un dovere patriottico.

Nelle scuole e nei club sportivi si tenevano esercitazioni paramilitari,

sport competitivi, discussioni patriottiche. Le vigorose campagne

antisemite influenzarono anche lo sport. Il 1° aprile 1933, quando prese

inizio il boicottaggio dei negozi ebraici, la federazione pugilistica tedesca

annunciò che non avrebbe tollerato atleti o arbitri ebrei. Il 2 giugno 1933 il

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nuovo ministro nazista dell’Educazione annunciò che gli ebrei sarebbero

stati esclusi dalle organizzazioni giovanili, statali e di ginnastica, e che

tutti gli impianti sportivi sarebbero stati loro negati. Alcuni funzionari

sportivi ebrei si suicidarono. A partire dal 1935 agli ebrei venne negato

l’accesso ai campi di allenamento pubblici e privati, e non fu loro

permesso di competere con atleti ariani (vale a dire non ebrei). Alcuni

atleti ben noti emigrarono. Naturalmente questi notevoli avvenimenti

vennero notati all’estero. Alcuni critici della nuova Germania affermarono

anche che l’ideologia del nazionalsocialismo non era in sintonia col

pacifico altruismo della mai precisamente enunciata “idea olimpica”, e che

pertanto i giochi olimpici del 1936, così come quelli del ’16, del ’20 e del

’24, dovevano avvenire senza la partecipazione della Germania. Negli

Stati Uniti nacque, crebbe e morì un movimento di boicottaggio contro i

giochi olimpici del 1936; altrove vi furono solo poche proteste. Per via del

suo grande prestigio all’estero, i nazisti furono costretti a mantenere

Theodor Lewald nella sua carica; a sua volta Lewald assicurò ai funzionari

sportivi all’estero che le notizie delle persecuzioni contro gli ebrei erano

delle esagerazioni, e che in ogni caso i giochi olimpici del 1936 sarebbero

stati, come richiesto, estranei a influenze politiche di ogni genere. Quale

prova della buona volontà dei nazisti Lewald sottolineò la presenza nella

squadra tedesca di Helena Mayer, che, come Lewald, era mezza ebrea.

Bionda e molto attraente, la Mayer aveva vinto la gara di scherma

femminile ad Amsterdam e fu la campionessa di fioretto del 1929 e 1931. I

responsabili dello sport e i capi delle nazioni accettarono ovunque le

rassicurazioni tedesche. Le affermazioni di De Coubertin riguardo al

vantaggio per tutti dei giochi olimpici erano ormai da tutti ben accettate. In

Italia, in Giappone, in Inghilterra, negli Stati Uniti e altrove i funzionari

sportivi e i leader politici volevano anch’essi i giochi olimpici per

dimostrare il vigore dei loro atleti e (simbolicamente e per estensione) il

vigore dei loro sistemi politici di fronte alla depressione e alla disillusione

mondiale. L’eccezione principale fu data da alcuni europei che si

sentivano moralmente offesi, perlopiù socialisti, che per il 1936 a

Barcellona stavano organizzando delle “olimpiadi del popolo” o “giochi

dei lavoratori” per protesta. Le olimpiadi di Barcellona non si tennero mai

a causa dello scoppio della guerra civile spagnola. A Berlino era chiaro

che le olimpiadi sarebbero state senz’altro uno spettacolo splendido. I

tedeschi avevano stabilito di eclissare il pur grandioso spettacolo visto a

Los Angeles . Così per esempio il “villaggio olimpico” di Berlino per gli

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atleti venne creato in una zona verde, e consisteva di graziosi cottages in

muratura, più ristoranti, sale di ricreazione e sentieri per lo jogging. In

occasione dei giochi alcune grandi strade di Berlino vennero ribattezzate.

Lo stadio non era semplice contenitore di posti a sedere, ma una grandiosa

concezione architettonica

ricca di colonne, capace di

100.000 posti.

Nel programma dei

nazionalsocialisti rientrava il

tentativo di includere nella

loro festa pubblica – intesa a

trasmettere piacere e allo

stesso tempo ispirare

ottimismo, fede e l’idea della

necessità del duro lavoro – tutti i tedeschi della Germania. Alcuni aspetti

dei giochi del 1936 segnarono un progresso nell’elaborazione dei rituali

totalitari. Un tentativo di attirare la popolazione rurale tedesca alla festa fu

“l’Olympia-Zug”, un corteo di camion e rimorchi che percorse 10.000

chilometri circa per le campagne del paese. I rimorchi trasportavano delle

tende che, erette, diventavano rappresentazioni di soggetti della Grecia

classica, di atleti tedeschi, di arte sportiva, modelli dei nuovi complessi

sportivi a Garmisch e a Berlino, nonché alcuni brevi film sonori degli atleti

tedeschi in azione. Venivano anche messe in mostra fotografie di

propaganda nazista più convenzionale, di esemplari e sorridenti battaglioni

al lavoro, nonché delle panoramiche di file e file di partigiani ai raduni di

partito a Norimberga. Al di sopra di tutto, la bandiera rossa bianca e nera

del Terzo Reich, la svastica, era onnipresente. Di molto maggiore interesse

fu la “corsa della torcia olimpica”, un’idea molto bella e originale, poiché

non vi erano dei prototipi né antichi né moderni. Vestite nei costumi

ispirati da figure dei vasi attici, ai primi di luglio del 1936 alcune ragazze

greche con l’aiuto di un’enorme lente Zeiss accesero una fiamma sul

tempio di Era. Svariate migliaia di staffette trasportarono poi la fiamma

attraverso la Grecia, la Bulgaria, la Jugoslavia, l’Ungheria, l’Austria e la

Germania sino a Berlino e, lungo la strada, furono oggetto d’interesse e

parteciparono a suggestive cerimonie seguite da milioni di persone.

L’ultimo tedoforo era un biondo berlinese vestito di bianco; ai suoi lati, tre

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per parte vi erano sei corridori di colore vestiti di nero. Il gruppo avanzò

velocemente all’unisono in formazione a “V” fino allo stadio, dove il bel

giovane lasciò gli altri e salì da solo fino a un colossale braciere sistemato

su un treppiede, e lì accese la fiamma che dominò lo stadio per due

settimane successive. Malgrado i timori e le apprensioni, i nazisti, volendo

evitare la vendetta degli altri paesi, non ostacolarono la presenza di neri o

ebrei nelle altre squadre. Di fatto l’eroe sportivo dei giochi estivi fu Jesse

Owens, un nero bellissimo e ben piantato, proveniente dalla Ohio State

University.

Owens vinse i 100 metri, nei quali eguagliò il

record olimpico, e i 200 metri; vinse anche come

staffetta nei 400 metri, nonché nel salto in lungo

nel quale stabilì un nuovo record olimpico. Il

pubblico allo stadio urlava: “Yes-sa Ov-ens” (così

infatti suonava il suo nome alla tedesca) quasi più

del nome di Hitler. Benché non fosse né un’atleta

né un tifoso, colui che in realtà vinse i giochi del

’36 fu il Fuhrer del Terzo Reich. Malgrado alcune

paure iniziali, i luogotenenti di Hitler, e tra loro

Carl Diem e Theodor Lewald, avevano dimostrato

a tutto il mondo che i nuovi tedeschi erano organizzatori capaci, generosi,

rispettabili e amanti della pace. Inoltre tutti i sistemi di punteggio

escogitati dai giornalisti all’opposto degli ideali olimpici( che affermano

che lottare e più importante che vincere) mostravano che per la prima volta

nella quarantennale storia dei giochi che i vincitori non erano americani,

ma tedeschi. Notevole fu anche che tutti i calcoli mostravano che gli

italiani del fascista Mussolini erano terzi, precedendo di molto i

democratici francesi; e anche i giapponesi, portatori di un’ideologia

patriottica e aggressiva, dominavano il paese che aveva inventato lo sport,

la Gran Bretagna. A partire dalla metà degli anni Trenta le manifestazione

sportive venivano trasmesse, di loro si scriveva su tutto il globo e i risultati

erano dappertutto interpretati come simboli portentosi. L’indicazione

poteva essere questa: che il totalitarismo e la sottomissione della volontà

individuale allo Stato aggressivo preannunciavano dei segni più concreti di

successo nella guerra, che molti temevano imminente. Mancano prove

conclusive del fatto che i vincitori dei giochi del 1936 fossero galvanizzati

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da questi successi sportivi a ricercare vittorie politiche più sostanziali;

sappiamo però che Hitler in particolare fu molto galvanizzato dal trionfo,

da tutti riconosciuto, sia all’interno che sulla scena internazionale, della

sua festa, basata sui rituali pagani (benché molto nuovi) dello sport

moderno. Fu così che i giochi olimpici moderni assunsero la forma matura,

finanziati da uno Stato nazionale per portare avanti la politica interna ed

estera di quello Stato. Gli italiani e i giapponesi, tra gli altri, avevano

dimostrato in modo conclusivo che lo sport anglosassone, che si era

evoluto a partire dal volgere del secolo, non era specifico a una cultura, ma

che il programma sportivo moderno, così come l’industria moderna, si

prestavano ovunque all’impiego razionale delle risorse umane e alla

programmazione a lungo termine. La cornice teatrale e i simboli

“olimpici” erano tuttora in corso di aggregazione e di solidificazione;

tuttavia era stato elaborato un rituale sufficiente a permettere che le

manifestazioni fossero presentate in forme accettate e seducenti. Ora il

mondo era consapevole dell’esistenza di una nuova gamma di strumenti

atti a creare eroi.

Friedrich Nietzsche: La figura del superuomo L’oltre-uomo è figura che vive interamente di un potente senso di

liberazione. Una liberazione che fa tutt’uno con il sì integrale alla vita,

perché una vita che è assenza di significato è anche un terreno libero sul

quale edificare e forgiare nuovi valori. La creazione di valori nuovi,

senza alcun fondamento nell’essere: questa è la forma nella quale l’oltre-

uomo benedice la vita, amando il suo destino (amor fati). Nell’oltre-uomo

è l’intera realtà a condensare la sua propria cifra, perché l’intera realtà si

vuole, eternamente, ed il suo divenire accidentale, casuale e caotico è però

anche un divenire necessario. È il tema dell’eterno ritorno dell’identico,

che Nietzsche intuì durante una passeggiata lungo le rive del lago di

Silvaplana, in alta Engadina, nell’agosto del 1881. Nell’infinità del tempo,

ogni singola disposizione di cose ed eventi, per quanto del tutto casuale, è

destinata a ripetersi infinite volte. La ricombinazione casuale degli

elementi della realtà la riporta infinite volte all’essere.. Diverso è però il

senso della dottrina dell’eterno ritorno in Nietzsche: la realtà che reduplica

all’infinito ogni suo frammento non è l’espressione di un invincibile

Logos, ma di una volontà che vuole se stessa. Nell’uomo che benedice la

vita è la vita a benedire, nella forma consapevole, se stessa. E, alla fine,

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tutto riconduce al mistero del tempo: è scardinata la concezione lineare del

tempo, ossatura della mentalità radicalmente storica dell’uomo

occidentale,perché la benedizione della vita è l’ineffabile intuizione

dell’eterno che è in ogni frammento del tempo, frammento che non può

essere detto primo più che ultimo.

Friedrich Nietzsche:Vita

Nietzsche, Friedrich Wilhelm (Röcken 1844 - Weimar 1900), filosofo,

poeta e filologo classico tedesco, uno dei pensatori più importanti del XIX

secolo. Figlio di un pastore luterano, rimasto orfano in tenera età,

Nietzsche venne allevato dalla madre e dalla sorella. Dopo essere stato

ammesso alla celebre scuola teologica di Pforta, contrariamente alle

aspettative della madre, che l'avrebbe voluto pastore, Nietzsche studiò

filologia classica alle università di Bonn e Lipsia, diventando professore

della disciplina all'università di Basilea a soli 24 anni; in quell'epoca si

delinearono sempre più chiaramente le sue inclinazioni filosofiche. Fu

amico del musicista Richard Wagner, ma in seguito il loro rapporto

degenerò progressivamente e si ruppe nel 1878; da alcuni anni, tuttavia,

Nietzsche era malato e sofferente di crisi nervose; la salute cagionevole lo

aveva costretto al congedo dall'insegnamento nel 1876.

Nel 1889 fu colto da una grave forma di pazzia da

cui non si riprese mai; visse errando per l'Europa,

spesso ospite di amici e protagonista di complicate

vicende umane e sentimentali. Ricoverato dapprima

in clinica e poi curato dalla sorella Elisabeth, morì

nel 1900.

Le opere

Nietzsche attinse ispirazione anche dalle opere di

Arthur Schopenhauer (da cui in un primo momento

ne condivide la filosofia per poi distaccarsene, si

parla infatti in Nietzsche di nichilismo attivo) e

dalla musica di Richard Wagner.

Tra le sue opere si ricordano: La nascita della

tragedia dallo spirito della musica (1872),

Considerazioni inattuali (1872-74), Così parlò

Zarathustra (1883-85), Al di là del bene e del male

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(1886), Genealogia della Morale (1887), L'Anticristo (1988), La Gaia

Scienza (1882), Ecce Homo (1889).

Il sistema di Nietzsche

Partendo dal presupposto che Nietzsche voleva che le sue opere fossero

lette solo da lettori attenti che avessero il tempo necessario per assimilare

le teorie espresse, Nietzsche propone una filosofia sperimentale basandola

su di un sistema che è coerente fino ad un certo punto

(le conseguenze della morte di Dio).

Dionisiaco e Apollineo

Per esprimere la propria concezione estetica

Nietzsche ricorre alle figure mitiche greche. Secondo

Nietzsche la tragedia è la massima espressione

artistica e culturale della civiltà ellenica poiché in

essa si incontrano le due grandi forze che animano lo

spirito greco: l'Apollineo e il Dionisiaco. Apollineo

simboleggia l'inclinazione plastica, la tendenza alla forma perfetta, mentre

dionisiaco simboleggia l'energia istintuale, l'eccesso, il furore. Per

Nietzsche però a prevalere è il dionisiaco poiché l'apollineo è l'illusione

mentre il dionisiaco fa vedere all'uomo tutto l'abisso della sua condizione:

la vita è un gioco crudele di nascita e morte, è l'esperienza del caos.

La morte di Dio e le sue conseguenze

Secondo Nietzsche "Dio è morto" nel cuore dell'uomo e su questo grande

annuncio Nietzsche basa tutto il suo sistema filosofico traendone delle

logiche conseguenze. Varie sono le possibilità che si presentano all'uomo

dopo la morte di Dio: vivere la morte di Dio come la morte di tutti i valori

e vivere nell'angoscia; ragionare la morte di Dio come l'inizio di una nuova

epoca, come una liberazione; trovare una terza via nella quale l'uomo

capisca che deve andare avanti, ma nella quale ci sia anche una decadenza

dei valori poiché Nietzsche si presenta come il filosofo dell'ateismo.

Il nichilismo

Fra le tematiche più ricorrenti negli scritti di Nietzsche, ricchi di percorsi

argomentativi tra loro correlati, è rintracciabile la deriva etica e la

destituzione dei valori fondamentali per la vita individuale (rappresentati

soprattutto dal cristianesimo), fatto che egli definisce nichilismo termine

usato in un'accezione positiva dal filosofo tedesco per indicare la

negazione della morale consolidata e la sua sostituzione con un nuovo

sistema di valori; l'annientamento dei fondamenti morali e religiosi della

civiltà occidentale viene sintetizzata nella celebre affermazione: "Dio è

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morto". Nietzsche è un grande scrutatore dell'animo umano poiché

analizza la decadenza dei valori. Per Nietzsche esistono due forme di

nichilismo: forte e debole. Il nichilismo debole critica gli uomini che

hanno ancora un legame fittizio e falso con la religione ("l'ultimo uomo").

Il nichilismo forte afferma che dopo la morte di Dio ci sono due forme di

uscita: l'eterno ritorno e il superuomo (e in questo offrire una via d'uscita

dal nichilismo si distacca da Schopenhauer).

L'eterno ritorno

Secondo Nietzsche la concezione di una storia lineare è fallace poiché la

storia è ciclica, esiste un eterno ritorno dell'uguale, una ciclicità

dell'universo, un ritorno alla natura greca che si esprime nel ciclo cosmico

dionisiaco, negando così la finitezza del tempo e lo scopo del divenire.

L'attimo dunque nella concezione di Nietzsche possiede tutto intero il suo

senso meritando di essere vissuto per se stesso come se fosse eterno.

La volontà di potenza

Secondo Nietzsche, ogni comportamento umano è motivato dalla "volontà

di potenza". Nella sua accezione positiva, la volontà di potenza non

rappresenta unicamente l'esercizio del potere sugli altri individui, ma

anche su se stessi a fini creativi. La volontà di potenza è la volontà

dell'individuo di affermarsi come volontà di fronte al nulla dei valori,

all'assurdità del mondo, alla realtà della sofferenza. Libero dopo la morte

di Dio, l'uomo può essere il padrone e il responsabile del proprio destino.

Soggetto di volontà di potenza è colui che ha la forza di affermare la

propria prospettiva del mondo.

Interpretazioni del pensiero di Nietzsche

Il pensiero di Nietzsche è stato talvolta interpretato come paradigma di

una società oligarchica ed è stato identificato con le filosofie totalitarie.

Molti studiosi negano queste connessioni, attribuendole a un

fraintendimento dell'opera di Nietzsche; l'opera postuma La volontà di

potenza (1906), inoltre, che sembrava corroborare questa interpretazione,

si scoprì essere il frutto della manomissione operata dalla sorella Elisabeth

e dall'amico Paul Gast.

Nazismo e antisemitismo:Primo Levi Primo Levi è uno scrittore che si distingue nel panorama della letteratura

italiana perché la sua vita è stata segnata da un’esperienza tragica: la

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deportazione nel campo di concentramento d’Auschwitz durante la

Seconda guerra mondiale. Nato a Torino nel 1919, ebreo, appartenente a

una famiglia borghese, laureato in chimica. Levi è un antifascista e dopo

l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unisce a un gruppo di partigiani, ma

viene ben presto arrestato e inviato in un campo di concentramento di

Fossoli presso Modena, da qui, nel febbraio del 1914, è deportato ad

Auschwitz in Polonia, in un campo dove che univa il lavoro forzato al vero

e proprio sterminio degli ebrei. Qui rimane per circa un anno, finché i

tedeschi in fuga non lo abbandonano insieme con altri prigionieri

ammalati. Essendo scampato allo sterminio, Levi sente il dovere di

testimoniare la realtà dei campi nazisti, di scrivere anche a nome di tutti gli

altri che sono morti. Da quest’esigenza nasce il romanzo-testomonianza

“Se questo è un uomo”, pubblicato nel 1947. Un altro importante romanzo

è “La tregua”in cui narra il ritorno dalla Polonia. Nonostante i successi

letterali e l’attiva partecipazione alla vita del suo tempo, Levi non è mai

riuscito a dimenticare l’angoscia del Lager. È stata probabilmente la ferita

insanabile prodotta da questa dolorosa esperienza a spingere al suicidio lo

scrittore torinese che si è tolto la vita nel 1987.

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Il destino di un campione sportivo è scritto nel Dna L`attenzione verso condizioni genetiche che predispongono all`attività

atletica è sempre maggiore.

E’ ormai noto che i geni non influenzino solamente la nostra struttura

organica ma anche le nostre attività; è sufficiente avere delle piccole

varianti nei geni predisposti infatti, per non riuscire ad esempio, a

recuperare uno sforzo fisico nei tempi giusti. Tra i numerosi studi che

correlano l’attività sportiva con la

costituzione genetica,uno molto

recente, pubblicato dalla rivista

scientifica Bmc Medical Genetics,

ha esaminato il Dna di sportivi per

verificare la presenza di una variante

(polimorfismo) del gene del

recettore dell`interleuchina 1, la

molecola responsabile

dell`infiammazione dell`apparato

muscolare in conseguenza agli sforzi

fisici.

Negli atleti agonistici questo gene è presente in misura doppia rispetto ai

non sportivi. Tale atleta ha quindi la caratteristica di presentare una

risposta infiammatoria maggiore presso la propria struttura muscolare, ma

possiede anche la capacità di recuperare più velocemente rispetto a chi non

fa sport, riuscendo quindi ad allenarsi di più degli altri. E’ chiaro che si

tratta di una predisposizione e che l`effettiva capacità atletica dipende

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anche da fattori ambientali e motivazionali. Tra questi sicuramente

l’alimentazione e l’apporto di integratori possono fare la differenza

migliorando o diminuendo tali capacità.

Chiunque faccia dello sport sa bene infatti quanto una corretta nutrizione

sia importante per una buona prestazione.

Fare dello sport, infatti, non significa solo mettere in moto tutta una serie

di muscoli, ma anche consumare energie nervose, perdere sali minerali e

consumare zuccheri; è quindi indispensabile non solo reintegrare le

energie consumate, ma anche i sali minerali persi con il sudore, e solo

un'alimentazione e idratazione corrette sono in grado di permettere una

buona performance sportiva.

Purtroppo l'importanza attribuita ai risultati, soprattutto a livello

professionistico, ha determinato il proliferare di pratiche non corrette,

come il doping, che altro non è se non il tentativo di incrementare la

prestazione fisica e sportiva attraverso l'assunzione di farmaci o sostanze

che artificialmente aumentano la performance.

In realtà è possibile migliorare le proprie prestazioni sportive in modo

naturale. Attraverso l'allenamento costante e specifico e con

l'ottimizzazione delle proprie risorse fisiche, mettendo cioè l'organismo

nella condizione di poter utilizzare al meglio tutte le proprie capacità.

In questa logica sono sempre più numerosi gli atleti (professionisti e non)

che cercano di alimentarsi non solo secondo criteri di scientificità, ma

anche secondo le risposte individuali che ogni organismo fornisce, cioè

tenendo conto anche, e soprattutto, delle eventuali intolleranze alimentari e

test genetici.

Acidi nucleici:DNA e RNA

Gli acidi nucleici sono polimeri naturali presenti nelle cellule di tutti gli

organismi viventi. A essi è affidato il compito di conservare,replicare e

trascrivere le informazioni genetiche. Gli acidi nucleici sono il DNA e

l’RNA. Il primo è costituito da uno zucchero,il desossiribosio ,una base

azotata(guanina,adenina,citosina e timina) e da un gruppo fosfato,mentre il

secondo differisce dal primo perché sono presenti come zucchero il ribosio

e,al posto della timina,l’uracile.

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Struttura DNA

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ALIMENTAZIONE DI GARA L'"alimentazione di gara" è la dieta che lo sportivo deve seguire in

prossimità della competizione, prima e durante la prova per ottimizzare la

performance atletica e, finita la gara, per recuperare al meglio e

rapidamente:

1. Alimentazione pre-gara.

2. Razione d'attesa (30-40' dall'inizio della gara).

3. Alimentazione durante la gara.

4. Alimentazione post-gara.

Una corretta alimentazione nelle fasi che precedono le competizioni è

importante in qualsiasi tipo di sport, ma è fondamentale negli sport di

lunga durata (superiori a 40-60 minuti); infatti da diversi anni è noto che la

possibilità di mantenere a lungo un'elevata performance aerobica è

direttamente proporzionale alla concentrazione di glicogeno muscolare

presente all'inizio della gara.

Per aumentare la quantità di glicogeno muscolare (ed epatico), sono state

proposte diverse indicazioni nutrizionali, fra cui la più conosciuta è quella

del cosiddetto "regime scandinavo" dissociato di supercompensazione

glucidica in cui alla normale dieta mista dell'allenamento si fa seguire una

dieta ipoglucidica con allenamento gravoso, in modo da abbassare il più

possibile la concentrazione

muscolare del glicogeno,

procedendo poi ad un carico

iperglicidico.

Senza arrivare a regimi dietetici

estremi, che possono causare

degli effetti sfavorevoli in alcuni

atleti (malessere generale,

disturbi digestivi, ansia, insonnia,

pesantezza muscolare), per

ottenere un sensibile aumento del glicogeno muscolare è sufficiente

aumentare la percentuale di carboidrati (principalmente quelli complessi)

sino al 70-75% della energia totale giornaliera nei tre giorni precedenti la

gara prevedendo contemporaneamente dei carichi di lavoro brevi e a bassa

intensità (40'-45' al 35-40 % del massimo consumo di ossigeno). Il pasto

pre-gara o precompetitivo vero e proprio va consumato almeno tre ore

prima della prestazione: deve essere ricco di zuccheri complessi,

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facilmente digeribile, non molto abbondante e povero di fibra. In pratica,

se la gara si effettua al mattino, la colazione sarà a base di the, spremuta di

frutta, fette biscottate con marmellata o biscotti secchi. Nelle gare

pomeridiane, l'atleta pranzerà con pastasciutta al pomodoro, olio d'oliva

crudo e parmigiano, frutta (oppure crostata di marmellata, o gelato). E'

opportuno, nel periodo che va dal pasto pregara all'inizio della

competizione, fornire all'atleta una razione d'attesa idrico-glucidica, a circa

30-40 minuti dalla gara.

Questa previene il possibile rischio ipoglicemico e di eccessiva

glicogenolisi nei primi 30-45 minuti di gara con effetto quindi di risparmio

del glicogeno muscolare precedentemente accumulato, e combatte anche

gli effetti dello stress pregara che, causa l'aumento della secrezione di

adrenalina, ha effetto ipoglicemizzante.

La bevanda dovrebbe essere una soluzione isotonica di sali minerali con

carboidrati (maltodestrine e piccole quantità di fruttosio) con

concentrazione del 4-6%.

La razione di gara vera e propria

(percompetitiva) è indicata durante

le competizioni come ciclismo su

strada, maratona, sci di fondo sulle

lunghe distanze, ed in quelle

attività come sport di

combattimento, scherma, sport di

squadra che, pur non essendo

continue e prolungate, impegnano

l'atleta per diverse ore con rischio di disidratazione e senso di fame. La

razione percompetitiva può essere solida o liquida.

La razione percompetitiva solida è proponibile solo nel ciclismo su strada:

durante la gara sono consigliabili piccole porzioni (50 g) di zuccheri

complessi, piccole quote di zuccheri semplici, proteine e lipidi (es. barrette

iperglucidiche reperibili nei negozi specializzati).

La razione precompetitiva liquida é simile per composizione alla razione

d'attesa. Queste bevande energetiche favoriscono il risparmio del

glicogeno muscolare e tengono a disposizione dell'atleta una quota

energetica da utilizzare nelle fasi finali della competizione o in quelle più

faticose.

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Terminata la prova, è necessario restituire rapidamente all'organismo

acqua, sali minerali e zuccheri semplici mediante bevande di composizione

simile a quella della razione d'attesa.

L'alimentazione dopo la gara è fondamentale soprattutto se l'atleta deve

ripetere a breve termine la prestazione (es. corsa a tappe) in quanto la

velocità con cui il glicogeno muscolare si riforma è massima nelle

primissime ore dopo lo sforzo fisico ed aumenta in proporzione alla

quantità di zuccheri introdotti.

Si consiglia perciò di assumere (sempre sotto forma di bevanda) 50-100 g

di zuccheri entro i primi 30 minuti, con ulteriori supplementi ogni due ore

fino ad un totale di 500-600 g nelle prime 20 ore (8-10 g di carboidrati per

kg di peso corporeo)

Biochimica:Carboidrati,lipidi,proteine

I composti fondamentali per il sostentamento della vita si possono dividere

in 4 classi fondamentali:carboidrati,proteine,lipidi e acidi nucleici.

Carboidrati

I carboidrati,chiamati anche glucidi rappresentano la prima sorgente di

energia per gli organismi viventi. I carboidrati possono essere

semplici(monosaccaridi) oppure complessi(oligosaccaridi e

polisaccaridi).Le loro caratteristiche strutturali e la loro reattività sono

determinate dai gruppi funzionali che presentano. Sono caratterizzati dal

gruppo alcolico(-OH),il gruppo aldeidico( ) o

chetonico( )

Monosaccaridi

I monosaccaridi a seconda del numero di atomi di carbonio si suddividono

in triosi,tetrosi,pentosi,esosi ecc…Quando uno zucchero contiene un

gruppo aldeidico viene detto aldoso.Se ha un gruppo chetonico viene detto

chetoso.

Page 24: Olimpiadi 1936:evento sportivo o politico?

I monosaccaridi sono otticamente attivi.

La classificazione in D o L è fatta in base all'orientamento del carbonio

asimmetrico più lontano dal gruppo aldeidico o chetonico: in una

proiezione di Fischer standard se il gruppo ossidrile è a destra della

molecola, lo zucchero ha configurazione D; se è a sinistra lo zucchero ha

configurazione L.

Lipidi

I lipidi sono dei composti organici molto eterogenei.Hanno la proprietà di

essere insolubili in acqua ma solubili in solventi organici non polari.Sono

caratterizzati dalla preminenza della parte idrocarburica.A questa categoria

appartengono i grassi,le vitamine liposolubili e i fosfolipidi.Svolgono il

ruolo di riserva energetica,sono i costituenti di tutti i tipi di membrana.I

grassi animali e gli oli vegetali sono i più diffusi in natura a temperatura

ambiente.I primi sono solidi,i secondi sono liquidi.

Le catene di trigliceridi possono essere sature o insature.Si

distinguono i grassi solidi e i grassi liquidi che hanno una

percentuale relativamente alta di grassi insaturi.Gli acidi

insaturi naturali hanno disposizione cis intorno ai doppi

legami.L’apporto degli acidi insaturi è importante per la

Page 25: Olimpiadi 1936:evento sportivo o politico?

sintesi delle prostaglandine che influenzano numerose attività biologiche

tra cui la pressione del sangue,la temperatura corporea e la secrezione

gastrica.

Amminoacidi

Gli amminoacidi sono i monomeri delle proteine.La molecola degli

amminoacidi è composta da un gruppo amminico –NH2 e un gruppo

carbossilico COOH. Questi due gruppi sono legati ad un atomo di carbonio

che a sua volta è legato a una catena R diversa per ogni amminoacido.

Tutti gli amminoacidi naturali ad eccezione della

glicina,hanno un atomo di carbonio asimmetrico,cioè

sono otticamente attivi.Tutti hanno configurazione

assoluta L. Un amminoacido può comportarsi sia da

acido che da base.Le proprietà dipendono dalla catena R,tanto più la

catena è polare tanto più è solubile in acqua.

Proteine

Le proteine sono dei biopolimeri a catena lineare.Sono formate da

amminoacidi naturali legati tramite un legame amminico chiamato legame

peptidico.

Quello che si ottiene è un dipeptide.Le due estremità possono

ulteriormente reagire. Si possono ottenere polipeptidi con massa

molecolare superiore a 1000. Con 20 differenti amminoacidi è possibile

ottenere un numero elevatissimo di proteine.

Struttura

Le proteine sono polimeri lineari di amminoacidi si identificano 4 livelli

strutturali, di complessità crescente.

La struttura primaria è la sequenza degli amminoacidi uniti dai legami

peptidici , che si instaurano tra gruppo carbossilico e gruppo amminico di

Page 26: Olimpiadi 1936:evento sportivo o politico?

due amminoacidi contigui. Questa struttura determina sia la forma che la

funzione che la proteina svolge.

La struttura secondaria può essere ad α-elica o a foglietto β ed è

stabilizzata da ponti H tra gruppi peptidici lontani nella struttura primaria,

ma che si vengono a trovare di fronte quando tratti discreti della proteina

acquistano una struttura tridimensionale (cosa che succede già durante la

sintesi proteica sui ribosomi).

La struttura terziaria è l’ulteriore ripiegamento dei tratti in α-elica e dei

tratti in foglietto β della proteina a formare una struttura tridimensionale

più complessa. Questa struttura è stabilizzata da legami deboli che si

formano tra gruppi R di amminoacidi che si vengono a trovare di fronte

quando la proteina ha assunto la sua conformazione finale. Si tratta di

legami ionici (tra gruppi R di amminoacidi carichi positivamente e

negativamente), ponti H ed interazioni idrofobiche (queste ultime sono in

effetti il “motore” che guida il ripiegamento della proteina).

La struttura quaternaria è presente solo nelle proteine formate da 2 o più

subunità che si associano mediante deboli legami elettrostatici.

L’emoglobina è uno dei tanti esempi di proteina coniugata.

Il passaggio dalla conformazione ordinata a quella disordinata con perdita

o diminuzione dell’attività biologica si chiama denaturazione.La

denaturazione non distrugge la struttura primaria.

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Conclusioni

FINE

CHE SIA LA XI O LA XXX OLIMPIADE… CHE SIA IN ORIENTE O IN OCCIDENTE…

CHE CI SI TROVI IN UN REGIME TOTALITARIO O IN UNA DEMOCRAZIA…

…SPORT E POLITICA CONTINUANO AD INTRECCIARSI, FACENDO PERDERE ALLE

OLIMPIADI MODERNE, MA ANCHE A TUTTO IL MOVIMENTO SPORTIVO,

I MITICI VALORI DELLO “SPIRITO OLIMPICO” .