OGNI GIORNO UN INCONTRO SPECIALE - … · Ramiro Castro Xiques Grafica ... diversità è la vera...

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Ho avuto la gioia d’incontrare Papa Francesco insieme ai bimbi del Piccolo Coro “Mariele Ventre”; ho conosciuto frati di altre strutture d’accoglienza e mense del mondo francescano italiano, che come noi, s’impegnano per chi è più fragile; ho incontrato tante persone che hanno ripreso il loro cammino attraverso le nostre attività; ho incontrato una cultura diversa e nuova per me, in Cina. Ogni nuova conoscenza è sta- ta speciale e ha lasciato dentro di me un bellissimo ricordo. Ma cos’è realmente “l’incontro”? L’incontro è un dono e avviene nel Stavo riordinando la scrivania e ho trovato questa foto che vedi in copertina. Mi ha fatto venire in mente tut- te le persone che ho conosciu- to durante lo scorso anno con Antoniano onlus. Ecco perché in questo notizia- rio ho pensato di raccontarti tanti incontri diversi e unici, e mostrarti come ognuno abbia per me un grande valore. momento in cui due persone in- crociano lo sguardo e si scoprono simili nella loro umanità. Nessun incontro è mai uguale all’altro, ma porta sempre con sé crescita e arric- chimento. Ti auguro una buona lettura. Pace e bene, OGNI GIORNO UN INCONTRO SPECIALE Un viaggio con l’altro e per l’altro. editoriale Semestrale Aut.n. 3039 del 23 gennaio 1963 del Tribunale di Bologna Anno LI Poste Italiane Spa Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) Art. 1 comma CN/BO Fr. Alessandro Caspoli, ofm Direttore Antoniano In copertina, Frate Alessandro incontra Papa Francesco a Roma. n. 1 /2016 Notiziario

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Ho avuto la gioia d’incontrare Papa Francesco insieme ai bimbi del Piccolo Coro “Mariele Ventre”; ho conosciuto frati di altre strutture d’accoglienza e mense del mondo francescano italiano, che come noi, s’impegnano per chi è più fragile; ho incontrato tante persone che hanno ripreso il loro cammino attraverso le nostre attività; ho incontrato una cultura diversa e nuova per me, in Cina. Ogni nuova conoscenza è sta-ta speciale e ha lasciato dentro di me un bellissimo ricordo. Ma cos’è realmente “l’incontro”?L’incontro è un dono e avviene nel

Stavo riordinando la scrivania e ho trovato questa foto che vedi in copertina. Mi ha fatto venire in mente tut-te le persone che ho conosciu-to durante lo scorso anno con Antoniano onlus. Ecco perché in questo notizia-rio ho pensato di raccontarti tanti incontri diversi e unici, e mostrarti come ognuno abbia per me un grande valore.

momento in cui due persone in-crociano lo sguardo e si scoprono simili nella loro umanità. Nessun incontro è mai uguale all’altro, ma porta sempre con sé crescita e arric-chimento. Ti auguro una buona lettura.

Pace e bene,

OGNI GIORNO UN INCONTRO SPECIALE Un viaggio con l’altro e per l’altro.

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Fr. Alessandro Caspoli, ofmDirettore Antoniano

In copertina, Frate Alessandro incontra Papa Francesco a Roma.

n. 1/2016Notiziario

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Organo semestraledell’Antoniano dei Frati MinoriAttività sociali, culturali,formative, comunicazione.

Autorizzazione nº 3039del 23 gennaio 1963del Tribunale di Bologna

Direzione e amministrazione:via Guinizelli 3, Bolognatelefono 051 3940211

Direttore ResponsabileFr. Alessandro Caspoli, ofm

RedazioneAlessandro AlbergamoAnnarosa ColonnaIolanda CilibertoManuela GargiuloMauro PicciaiolaFederica Visini

FotografieArchivio AntonianoMichela ZucchiniRamiro Castro Xiques

GraficaJona Sbarzaglia

Notiziario dell’Antoniano n. 1/2016

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SOMMARIOUN AIUTO CHE EDUCA ALLA DIVERSITÀDalla condivisione del pasto a tutta la vita.pagina 3

INTERVISTA A TOMMASOTommaso racconta l’esperienza dei Laboratori Migranti ad Antoniano onlus: aiutare l’altro costruisce e arricchisce la nostra identità.pagine 4 . 5

LE PAROLE CHE CI SALVANORelazione, regole, fiducia, condivisione, verità, distanza.pagine 8 . 9

CHI SEMINA RACCOGLIE: IL NUOVO ORTO DI ANTONIANO ONLUSPer lavorare insieme nel rispetto della natura.pagine 6 . 7

IL TUO 5X1000 PUÒ CAMBIARE UNA VITAPiccoli gesti che regalano speranza.pagina 12

IL SEGRETO DELLA GIOVINEZZA: FARE DEL BENELa testimonianza di Catello ci racconta il valore dell’aiuto all’altro.pagina 13

UNA RIFLESSIONE CON FR. ALESSANDROL’accoglienza dello straniero.pagine 14 . 15

DIARIO DALLA CINAIl Piccolo Coro incontra i fan a Shangai.pagine 10 . 11

Notiziario n. 1/2016

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TorinoMilano

Verona

BolognaLa Spezia

Roma

CatanzaroPalermo

pagina 3

Le 8 mense coinvolte in “Operazione pane”.

di Fr. Alessandro CaspoliDirettore Antoniano

il momento in cui l’aiuto all’altro ci educa alla differenza, al diverso, cre-ando i presupposti di una cultura dell’accoglienza. Ecco perché il pa-sto tutti insieme è un’occasione per regalare alle persone che vengono alla nostra mensa un momento di vera condivisione e di ascolto: sa-zia, colma la mancanza, valorizza le differenze. Promuoviamo la “dif-ferenza” non come un limite alla co-municazione, ma come un “valore”, una “risorsa”, un “diritto”. L’incontro è l’inizio di un cammino di solida-rietà, nella speranza che l’umanità, tutta unita, possa vivere in pace e creare nuove strade da percorrere. Ed è dalla condivisione del pasto che parte un percorso di dialogo e di scoperta e attraverso l’aiuto con-duce ad un miglioramento e ad un accrescimento di tutti noi, dove la diversità è la vera ricchezza.

La fame non è solo uno stomaco vuoto, è anche solitudine, disagio, imbarazzo, freddo fisico e interio-re. È una mancanza e anche una percezione di differenza sociale e materiale. E per questo, l’aiuto al prossimo è soprattutto un’esperien-za di avvicinamento umano. Ci si avvicina nella comprensione che, al-dilà delle differenze che ci separano, siamo simili nella gioia e sofferenza che proviamo. Siamo simili nella no-stra umanità. La “diversità”, però, è spesso vista in chiave negativa e per questo la presenza del “diverso” fre-quentemente genera sentimenti di paura, ansia, sospetto. Genera quel-lo che noi chiamiamo “pregiudizio”. Il pregiudizio condiziona le nostre azioni e i nostri comportamenti con l’altro, ostacolando le opportunità d’incontro.Alla mensa di Antoniano onlus tan-te persone diverse per età, cultu-ra, nazionalità mangiano insieme. Nel dialogo con l’altro avviene uno scambio tra vicini e lontani, il pre-giudizio così lascia il posto alla sco-perta. Il pasto diventa quindi anche

Il nostro lavoro per aiutare gli altri parte dal pasto. Offriamo un pasto, tutti i giorni alla mensa Padre Er-nesto dell’Antoniano di Bo-logna nel tentativo di sod-disfare un bisogno primario ed essenziale: la fame.

UN AIUTO CHE EDUCA ALLA DIVERSITÀ Dalla condivisione del pasto a tutta la vita.

Se sostieni Antoniano onlus, aiuti le mense francescane sparse per l’Italia. Leggi le storie delle persone che abbiamo incontrato in tante città su www.onlus.antoniano.it

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“Ci si avvicina nella comprensione che, aldilà delle differenze che ci separano, siamo simili nella gioia e sofferenza che proviamo. Siamo simili nella nostra umanità. ”

Il pasto è il primo passo del nostro cammino insieme.

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SO: il pasto

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di Alessandro AlbergamoCoordinatore Centro d’Ascolto

pagina 4 Antoniano onlus

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Tommaso Carturan al lavoro con le persone che aiuta e accoglie tutti i giorni.

imparare a fare un curriculum vitae o a presentarsi al lavoro.

Qual è l’elemento fondante di questi laboratori?L’ incontro con l’altro oltre ogni fron-tiera è l’ ingrediente prezioso dei La-boratori Migranti, il lievito. Ciò che lievita è un umanità diversa da quel-la che la società spesso ci propone, costellata invece da divisioni, guerre, odi, competizioni, pregiudizi, egoi-smo.

Il punto di forza che li rende così indispensabili?La forza della nostra proposta è che

Cos’è un Laboratorio Migrante ad Antoniano onlus? È un laboratorio gratuito e aperto a tutti dove vengono coinvolti, tutti in-sieme, senzatetto, migranti, studenti e lavoratori. I laboratori sono luogo di incontro, luogo di ascolto reciproco, spazio di espressione e di amicizia. Cattolici, musulmani, atei, ortodossi, ebrei, induisti si incontrano per fare dell’arte insieme. Italiani, pakistani, romeni, tedeschi, maliani, senegalesi, gambiani, brasiliani, moldavi, bulga-ri si incontrano per cantare, recitare, fare fotografie, dipingere quadri, rea-lizzare specchi in cartone, ma anche imparare un mestiere, una lingua,

INTERVISTA A TOMMASO

“…per andare oltre il colloquio individuale e creare una dimensione di apprendimento collettivo…”

Tommaso racconta l’esperienza dei Laboratori Migranti ad Antoniano onlus: aiutare l’altro costruisce e arricchisce la nostra identità.

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le persone con una dimensione di vita più regolare trascorrano del tempo con chi proviene da culture e condi-zioni sociali radicalmente diverse. L’anno scorso l’ iniziativa ha avuto un grande successo perché lo scam-bio reciproco è una grande ricchezza, per questo motivo anche quest’anno li abbiamo riproposti, ampliando la proposta formativa ad altre materie.

Come sono state scelte le discipli-ne da approfondire?Le attività non sono state calate dall’alto, ma sono frutto di una deci-sione partecipata e soprattutto, di un bisogno. Siamo partiti da un incontro con i nostri ospiti per capire quali fossero i loro bisogni. Da lì poi abbiamo cer-

cato degli esperti tra i nostri volontari per organizzarli.

Quali sono gli obiettivi principali che si propone il progetto dei la-boratori?Vorremmo che si creasse una relazio-ne più profonda tra i nostri ospiti e i nostri operatori per andare oltre il colloquio individuale e creare una di-mensione di apprendimento colletti-vo, attraverso la quale le persone pos-sano scoprirsi e riscoprirsi, trovare le proprie predisposizioni nel confronto con l’altro.

Una storia che vale la pena rac-contare?Ci sarebbe tanto da raccontare. Trop-po. Parto da una delle cose più recen-

ti che ho visto e che in un certo senso è rappresentativa del significato più profondo dei laboratori di Antoniano onlus. Al laboratorio di teatro tra le tante persone, viene anche una ra-gazza ipovedente. Difficile dirigere quindi un gruppo così eterogeneo, ma abbiamo fatto in modo di rendere l’ incapacità di vedere un valore aggiunto, che po-tesse dare a tutti la possibilità di ve-dere meglio attraverso altri occhi e di sviluppare un personale percorso sensoriale. Alla fine “non vedere” ha condotto ad una nuova “vista” o me-glio ad una nuova “visione”.Questo è quello che penso sarebbe necessario raggiungere attraverso i laboratori e attraverso l’ incontro di tante persone diverse.

Notiziario n. 1/2016

I nostri ospiti e volontari al Laboratorio di artigianato.

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Il segreto di Tommaso: COME SI PUÒ FARE IN MODO CHE TANTE PERSONE DIVERSE CONVIVANO, LAVORINO E SOPRATTUTTO… SORRIDANO INSIEME. • ACCOGLIENZA

• FIDUCIA• AMORE VERSO IL PROSSIMOI numeri dei Laboratori

nel 2015

Le parole chiave del mio lavoro sono tre:

391 presenze

110 partecipanti a settimana

40 volontari coinvolti

550 ore di attività

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culturale e personale. I nuovi “con-tadini” sono ragazzi provenienti da diversi paesi e di diversa estrazione sociale, alcuni ospiti e volontari. La-vorare la terra è un mestiere antico e ha le sue difficoltà e le sue regole: grande pazienza e amore sono indi-spensabili.L’idea dell’orto nasce da un bisogno di socializzazione e integrazione at-traverso lo scambio di saperi e cono-scenze che riguardano la terra. Stare insieme, recuperare il rappor-to con la terra, raccogliere ortaggi e verdure per gli ospiti della mensa, sono gli obiettivi principali che ci proponiamo.Ma cos’è un orto sinergico?

Il mese di gennaio è stato un mese pieno di novità im-portanti per Antoniano on-lus, come il nuovo progetto per la creazione di un orto sinergico.

Coordinatore del laboratorio è un grande amico dell’Antoniano, Silva-no Picciaiola, che ha messo a dispo-sizione la sua passione e la sua espe-rienza per attivare questo progetto di orticoltura, ma anche di cultura. Dove, infatti, si lavora tutti insieme, l’obiettivo è sempre quello dell’in-tegrazione sociale e della crescita

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di Teresa LondinoOperatrice Centro d’Ascolto

Antoniano onlus

“ Cos’è un orto sinergico? È un modo di coltivazione più vicino alla natura dove le aree di coltivazione sono organizzate in aiole, chiamate bancali, in cui si posiziona un tubo forato, per consentire l’irrigazione a goccia.”

CHI SEMINA RACCOGLIE: IL NUOVO ORTO DI ANTONIANO ONLUS Per lavorare insieme nel rispetto della natura.

Lavorare nell’orto è anche studio degli spazi e della natura.

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pagina 7pagina 7Notiziario n. 1/2016

È un modo di coltivazione più vici-no alla natura dove le aree di colti-vazione sono organizzate in aiole, chiamate bancali, in cui si posiziona un tubo forato, per consentire l’irri-gazione a goccia. I bancali vengono ricoperti con della paglia che ha la funzione di proteggere dagli insetti e parassiti e che funge da regolato-re termico e di umidità. Sui bancali vengono trapiantate le piantine se-condo criteri precisi. Non più quindi aiole monocoltura ma una naturale promiscuità. Queste sono le linee che seguirà il nostro lavoro nell’orto. Lavorando tutti insieme, con il sor-riso, speriamo di raccogliere buoni frutti dalla terra e dalle persone.Ricordando che… chi lavora dura-mente e dedica impegno a ciò che fa, ottiene sicuramente ottimi risultati!

La prima giornata di lavoro per realizzare l’orto: togliamo l’erbaccia con i rastrelli e dissodiamo il terreno con le vanghe.

I capisaldi della coltivazione sinergica Il terreno non va compattato per favorire l’ossigenazione.I bancali non vanno né vangati né zappati.Non si concima.Non si usano pesticidi ma, appunto, la consociazione. Non c’è spreco d’acqua in quanto l’umidificazione dei bancali avviene con il sistema a goccia, programmabile per quantità e tempo. L’impianto di irrigazione viene alimentato con acqua piovana, convogliata da un tetto adiacente l’area individuata, opportunamente raccolta in un serbatoio da 1000/1500 litri e distribuita per caduta.

Grazie ad Alce Nero che sostiene il progetto dell’orto. Scopri di più su

www.onlus.antoniano.it

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Cristina, operatrice del Centro, durante una seduta di psicomotricità.

della Dott.ssa Annarosa ColonnaDirettore sanitario del Centro “Antoniano Insieme”e in arte La Maga delle Parole

Antoniano onlus

la reciprocità rappresenta il mecca-nismo base di apprendimento: non mi spaventerò delle mie emozioni se le vedrò serenamente manifestate dai miei genitori, imparerò ad ascol-tare nella misura in cui sarò ascolta-to e a spiegare e spiegarmi secondo il medesimo principio.

2) Regole: per i bambini le regole fungono da guida, da contenitore all’interno del quale il bambino si sente protetto e capace, al contem-po, di comprendere, almeno in parte, come funziona il mondo così da po-terlo esplorare senza temerlo.

3) Fiducia: in noi e nei nostri bam-bini, a prescindere ed incondiziona-tamente, perché un bambino potrà fare quello che sente noi riteniamo possibile.

4) Condivisione: la famiglia fun-ziona in qualche modo come una squadra dove le regole devono essere conosciute da tutti (allenatori-genito-ri, giocatori-figli, arbitri-insegnanti, ecc…) e discusse, spiegate, parteci-pate. Fin da piccoli i bambini trovano be-neficio nel sentirsi parte attiva della famiglia dove la loro voce è sentita tanto quanto quella degli adulti, pur avendo un altro ruolo rispetto ai ge-nitori.

5) Verità: teniamo a mente, fin da subito, che il bambino riuscirà a co-struire la sua autostima e la fiducia verso l’altro se non si sentirà tradito,

Quando siamo in attesa di un figlio, il primo figlio so-prattutto, ci dedichiamo con incontenibile entusiasmo ad assorbire più notizie pos-sibile sui bambini, sul loro sviluppo, sulle “regole del gioco”.

Arriviamo così al momento del par-to colmi di informazioni, solide, su come crescere il nostro cucciolo.Poi il momento tanto atteso arriva e scopriamo in brevissimo tempo che nulla o quasi è come lo immagina-vamo: non è così semplice fare ad-dormentare o sfamare la piccola cre-aturina che da sola tiene in pugno tutta la famiglia… I buoni propositi vacillano, così come la nostra fiducia nel poter essere bravi genitori e la vo-glia di “mollare” si insinua nel nostro animo conquistando ogni giorno più terreno. E invece, per fortuna, nulla è perduto… Giorno dopo giorno, pren-diamo le misure con il nostro “baby dittatore” e troviamo il bandolo del-la matassa. Nella mia esperienza, in primo luogo di mamma, poi di neu-ropsichiatra infantile, ci sono state alcune “parole chiave” che più delle altre, mi hanno (ci hanno) salvata proprio per il loro potere taumatur-gico. Desidero condividerle con voi.

1) Relazione: ogni bambino al mon-do impara nella misura in cui si tro-va all’interno di una relazione dove

LE PAROLE CHE CI SALVANORelazione, regole, fiducia, condivisione, verità, distanza.

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Il gioco è fondamentale per crescere. Nelle foto: le operatrici durante

le attività con i bambini del Centro.

ingannato. I bambini sono un por-tento di intelligenza e sensibilità e, proprio per questo, meritano il no-stro rispetto e la nostra fatica nel rifiutare la strada più facile della bugia e preferendo sempre la verità (“non fa male la puntura” piuttosto” la puntura fa un po’ male ma passa subito, dopo possiamo fare una cosa bellissima e speciale insieme”); solo in questo modo se diremo al nostro piccolo “non fa male” saprà per certo che non proverà alcun dolore e co-mincerà ad apprezzare il valore pre-zioso della verità.

6) Distanza: l’educazione dei figli è un gioco di equilibrio in cui si fan-no viaggi di andata (mi allontano e

guardo a distanza il “muoversi” nel mondo del mio bambino) e viaggi di ritorno (mi avvicino al mio piccolo quando è in difficoltà) per prendere nuovamente le distanze. Ho voluto condividere la mia espe-rienza con voi, genitori giovani o vecchi, freschi o usati (e forse anche un po’ usurati) perché ogni giorno mi chiedo se ho fatto la scelta giusta con i miei figli, dubito, vacillo, mi ar-rabbio temo e ho bisogno di un faro nella nebbia come sono stati questi “consigli” per me. E concludo con una frase rubata ad un meraviglioso libro di Margaret Mazzantini “Venuto al mondo” au-gurando a tutti voi/noi buona fortu-na e BUON LAVORO!

Margaret Mazzantini“Venuto al mondo”

Annarosa Colonna è il direttore sanitario di Antoniano Insieme, Centro Terapeutico per bambini con diverse tipologie di fragilità.Il Centro nasce dal desiderio di aiutare i piccoli a diventare grandi accompagnandoli,insieme alle loro famiglie, in un percorso verso l’autonomia.

Notiziario n. 1/2016

“Tieni un capo del filo, con l’altro capo in mano io correrò nel mondo. E se dovessi perdermi tu, tira.”

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25 DICEMBRE ORE 23.30 “Valigie pronte: domani si parte per la Cina e vi portiamo con noi!” È Natale e le valigie dei bimbi del Piccolo Coro sono quasi pronte. A casa di Enrico, mamma Angela si prepara per partire: copioni, scalet-te, appunti... oltre a fare il genitore, c’è bisogno di lei per mettere in piedi gli show a Shanghai!

26 E 27 DICEMBRE Due giorni e due viaggi separati per-ché tutti quanti arrivino a destina-zione: grande accoglienza e omaggi floreali!

29 DICEMBRE “Siamo solo all’inizio della nostra avventura. Oggi il Piccolo Coro en-trerà in questo splendido teatro per la prima volta. L’organizzazione è stata perfetta, un mix di gentilezza, professionalità e passione. Un sor-riso come biglietto da visita. Tutto programmato e tutto, o quasi, al femminile. Chi decide, chi coordina e chi opera, nell’organizzazione, è donna, questo per me equivale ad un successo. Lo dico da sempre: le donne hanno una marcia in più ri-spetto a noi ometti.”. Fabrizio, Re-sponsabile Antoniano Production

30 DICEMBRE “Daniela… non c’è Piccolo Coro se non c’è lei. Da anni pensa prima di tutto alla serenità dei nostri bimbi: prepara tisane e miele per coccolare le voci, controlla che l’organizzazio-ne non sia mai troppo serrata per non stancarli, si preoccupa che ci sia sempre un ritmo a dimensione di bambino. Vederla seduta a riposarsi un po’ è raro.”. Fr. Alessandro, Di-rettore dell’Antoniano di Bologna

31 DICEMBRE “Finalmente è arrivato il giorno del primo concerto. Mi piace iniziare facendo i complimenti alla nostra mini squadra, non è facile lavorare coordinando un team che parla tre lingue differenti - l’italiano, l’ingle-se ed il cinese - e che dovrà gestire una regia video, una regia audio, un enorme ledwall, decine di pro-iezioni lungo tutto il perimetro del teatro con 1.500 persone di pubbli-co in sala... In bocca al lupo Angela, Vasco, Max, Steve e Lando... senza dimenticare il Generale sorridente Daniela e la solare Sabrina. A volte è bello dire... sono dell’Antoniano e non... lavoro all’Antoniano!” Fabri-zio, Responsabile Antoniano Pro-duction

1 GENNAIO 2016 “Booooommmmm siamo partiti. Sala stracolma… Due ore di musi-ca, sorrisi, colori, emozioni... il fra-gore delle grida, l’entusiasmo degli applausi, Sabrina superstar e bimbi impeccabili. I tre bis sottolineati da ohhhh e uahhhh del pubblico. Grande spetta-colo, la meraviglia del Piccolo Coro è sbarcata a Shanghai.”. Fabrizio, Re-sponsabile Antoniano Production

28 DICEMBRE Cena di benvenuto: ci si siede a tavo-la, ci si conosce, il Piccolo Coro can-ta per la prima volta in cinese. Gli or-ganizzatori, emozionati, affermano: “Passeremo l’inizio del 2016 insieme e noi già pensiamo di volervi di nuo-vo con noi il prossimo anno!”

pagina 10 Antoniano onlus

DIARIO DALLA CINAIl Piccolo Coro incontra i fan di Shanghai.

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7 GENNAIO 2016 “Difficile racchiudere in poche pa-role le sensazioni e gli stati d’animo che un’esperienza simile ti fa prova-re. Quando ci hanno detto “Si va in Cina!”, tra noi genitori mille sono le emozioni provate: gioia, dubbi, qual-che timore, molte domande e la spe-ranza che questo viaggio rimanesse nei nostri cuori e nelle nostre menti e in quelle nostri figli. […].” I genitori del Piccolo Coro.

2 GENNAIO 2016 “Avanti tutta! Siamo a metà del no-stro percorso: tre concerti su sei... e, tra poco più di un’ora, tutti in scena per il quarto. Non lo diciamo troppo forte, ma or-mai siamo una macchina dai mecca-nismi rodati: colazione-trasferimen-to in teatro-pranzo-concerto del pomeriggio - merenda-cena-concer-to della sera-trasferimento in hotel. In mezzo, i nostri bambini riescono proprio a farci stare di tutto: giochi, chiacchiere, (ancora!) canzoni, com-piti delle “vacanze”, feste, racconti alla telecamera...” Angela, autrice e mamma

3 GENNAIO 2016 “La musica che spezza le catene e costruisce ponti: dall’Italia, il Picco-lo Coro porta una canzone egiziana a Shanghai e il pubblico si scatena!” Angela, autrice e mamma

4 GENNAIO 2016 “Ieri è stato l’ultimo giorno di con-certo e oggi con i bimbi facciamo i turisti mentre, ogni tanto, i fan ci fermano e ci chiedono di cantare per loro! Girando per le strade ripen-so a questi giorni belli e faticosi... Tra tutte le emozioni prevale l’orgoglio per i nostri bimbi e li ringrazio per come hanno saputo vivere quest’e-sperienza.” Fr. Alessandro, Diretto-re dell’Antoniano di Bologna

5 GENNAIO 2016 “Forse lo capiremo tra un minuto. In albergo la sera dopo l’ultima esi-bizione del coro, dopo la festa, dopo aver cantato tutti insieme, cinesi e italiani, tecnici, genitori, bambini, un’improbabile “Nel blu dipinto di blu”, solo in quel momento, sdraiato nel letto, ho ripensato a quello che avevamo fatto. Sarò felice in futuro di poter dire: io c’ero e mi rimarran-no dentro tanti piccoli dettagli, tan-ti piccoli momenti. Come quello di chiedere un sorriso a tutti i tecnici cinesi (altrimenti così seriosi), prima di iniziare e dare il via al concerto, e vedere il giorno dopo, prima del secondo spettacolo, i ragazzi e le ragazze che aspettavano di incro-ciare il mio sguardo, per farmi ve-dere che erano pronti, naturalmente sorridendo. O sentire il mixer video, ovviamente cinese, cantare, da solo, leggendo il testo di “Tutti quanti abbiamo un Angelo” per prendere il tempo e non sbagliare gli stacchi... e quindi ripassare cantando insieme. […]”. Fabrizio, Responsabile Anto-niano Production

6 GENNAIO 2016 “Mezzanotte è già passata da un pezzo. Solo adesso, in questo gran-de albergo internazionale, le voci iniziano a sfumare. Molti hanno già preparato le valigie. Sullo sfondo, la megalopoli è sempre accesa. È il momento che mi piace di più. Un po’ come quando lo Zecchino finisce, le luci dello studio si spengono e cam-minando tra i corridoi vuoti dell’An-toniano sembra di cogliere ancora l’eco di canzoni e voci di bimbi […]”. Angela, mamma e autrice

8 GENNAIO 2016 ”Appena ritornato a Bologna voglio condividere con tutti voi le imma-gini che mi rimangono fissate nella mente dopo questa esperienza con il Piccolo Coro a Shanghai… sono im-magini di gioia, bellezza, impegno, fatica, ma soprattutto meraviglia: costatare come l’energia costante di Sabrina e di tutti i bambini sono let-ti da persone così lontane, con uno sguardo nuovo e trasparente... Que-sto mi riempie il cuore...” Fr. Ales-sandro, Direttore dell’Antoniano.

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Leggi la versione integrale del diario dalla Cina:

vai su www.zecchinodoro.it

tournèeNotiziario n. 1/2016

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Mi chiamo Cristina e mi occupo, in-sieme ad altre persone, dell’ammini-strazione dell’Antoniano di Bologna. Non è semplice perché ci sono tante attività da gestire ed è necessario essere veloci e precisi, ma è bellissi-mo sapere di aiutare le tante perso-ne che vengono in cerca di riparo e conforto. Quando alla sera arrivo stanca a casa, sono felice. Lavorando qui mi sono resa conto che ci sono tan-ti modi per aiutare, alcuni anche molto semplici. Per esempio, una modalità che, fino a poco tempo fa, non conoscevo, è la donazione del 5x1000. È davvero un gesto che vale tanto. Farlo è facile e gratuito: basta

una firma! Anche io non ci credevo quando me l’hanno detto. Si può fare in tre mosse molto semplici:1) cercare nel modulo della Dichia-razione lo spazio per la destinazione del 5x1000 dell’Irpef2) firmare nel riquadro “Sostegno del volontariato e delle altre organizza-zioni non lucrative sull’utilità sociale”3) scrivere il codice fiscale di Anto-niano onlus sotto la firmaUna firma non costa nulla. Ma unita a tante altre può cambiare la vita di una persona.

“Quando alla sera arrivo stanca a casa, sono felice.”

Il tuo commercialista ti indicherà la “Provincia Minoritica di Cristo Re dei Frati Minori dell’Emilia”. È il nome completo della nostra organizzazione.

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di Catello Pintodonatore di Antoniano onlus

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Aiutare l’altro significa anche imparare insieme.

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VUOI AIUTARCI ANCHE TU?Usa il bollettino che trovi nella busta per fare una donazione, regalerai un sorriso a chi ha bisogno.

Notiziario n. 1/2016

Mi chiamo Catello, ho 50 anni, che non sono pochi, ma mi dicono che sembro più giovane, sono convin-to che il darsi da fare mi aiuta per questo. Ho cominciato a dare il mio sostegno ad Antoniano quest’anno. La mia scelta è stata dettata da un incontro, anzi da molti incontri.Pochi mesi fa ho conosciuto Ami, un giovane e bravo ragazzo, intelligen-te, anche se nella vita, capisco, non ha avuto molte opportunità.Ami mi ha raccontato della sua ter-

ra, della povertà che ha vissuto e del-le sue difficoltà qui in Italia. Ho chiesto in giro per trovare una struttura che potesse occuparsi di aiutarlo e soprattutto che valo-rizzasse le sue buone qualità. Così dall’incontro con Ami ho conosciu-to anche Antoniano onlus e tante altre persone. Adesso Ami mangia tutti i giorni e viene seguito per la ricerca di un lavoro. So che ora sta imparando meglio l’italiano e l’inglese parteci-pando ai Laboratori Migranti e che appena troverà un lavoro ha il desi-derio d’iniziare anche a studiare.Ho deciso di aiutare gli altri perché vedere le persone sorridere mi fa sentire bene e soprattutto perché “ il dare” a chi ha bisogno apre tante nuove possibilità.Forse tutto questo è il segreto del mio sentirmi ancora così giovane.

IL SEGRETO DELLA GIOVINEZZA: FARE DEL BENE La testimonianza di Catello ci racconta il valore dell’aiuto all’altro.

“Ho deciso di aiutare gli altri perché vedere le persone sorridere mi fa sentire bene e soprattutto perché ‘il dare’ a chi ha bisogno apre tante nuove possibilità.”

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Fr. Alessandro Caspoli, ofmDirettore Antoniano

Preg

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aChi è lo straniero?In latino hostis indica lo straniero e il nemico… da cui deriva ostile.Dall’antichità lo straniero è stato sempre visto con diffidenza, come un nemico. I Greci per definire gli stranieri usa-no la parola “barbaro” che significa balbuziente.Lo straniero è un balbuziente perché parla una lingua incomprensibile. Quale la novità porta Gesù?

Gesù non è venuto a restaurare il regno di Israele, ma a inaugurare il Regno di Dio. Il Regno di Dio non riconosce i limiti che i popoli e le nazioni, la religione, la sessualità, hanno imposto per escludere altre persone, ma è un raggio di azione, di amore, che vuole arrivare ovunque e dove nessuna persona può conside-rarsi impura.Per comprendere meglio rileggiamo il secondo capitolo del Vangelo di

pagina 14 Antoniano onlus

Una riflessione con Padre Alessandro L’accoglienza dello straniero.

mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ul-tima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».Allora Erode, chiamati segretamen-te i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicen-do: «Andate e informatevi accurata-mente sul bambino e, quando l’avre-te trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la

stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bam-bino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada, fecero ritorno al loro paese.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusa-lemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo vi-sto spuntare la sua stella e siamo ve-nuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per

DAL VANGELO DI MATTEOMt 2,1 - 12

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abitava più il Padre di Gesù ma il Mammona, l’interesse e la ricchez-za. Erode riunisce tutti i sacerdoti e gli scribi per informarsi da loro sul luogo della nascita del messia e loro conoscendo le scritture (senza com-prenderle) gli indicano Betlemme. Allora Erode, chiamati di nascosto i maghi, si fece dire esattamente da loro il tempo in cui era apparsa la stella perché lui e gli abitanti di Ge-rusalemme non vedono la stella. Quindi il Re chiede ai maghi di re-carsi a Betlemme, di reperire infor-mazioni precise sul bambino e di tornare a riferirgliele. “Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bam-bino”.Questa stella, che procede davanti a loro, è come il pastore che guida il suo gregge. È immagine di Dio che guida anche i popoli pagani.Mentre Erode e Gerusalemme tre-mano al sol pensiero di quello che perderanno, gli stranieri, i maghi, gioiscono per quello che stanno per trovare. Nei maghi l’evangelista an-ticipa la generosità di chi scopre la gioia e la felicità della vita, che consi-ste nel dare, non nel ricevere. Infatti scrive; “Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre, si prostrarono e lo adora-rono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mir-ra.” Qual è il significato dei doni portati dai maghi?Il primo dei doni è l’oro che è simbo-lo di regalità e veniva offerto al re.Quindi donarlo a Gesù prende il si-gnificato del suo riconoscimento come re da parte dei pagani.L’altro dei doni che offrono è l’incen-so. L’incenso era esclusivo dell’azio-ne dei sacerdoti nel tempio, quindi i maghi donandolo a Gesù fanno capire che anche i pagani s’identifi-

cano nel popolo sacerdotale, che a quel tempo doveva essere il popolo d’Israele. La grande novità porta-ta da Gesù è proprio questa: tutti quanti siamo un popolo sacerdotale. Tutti quanti possono rivolgersi a Dio direttamente. Infine, l’ultimo dono che i maghi portano a Gesù è la mirra. La mir-ra nell’Antico Testamento, in parti-colare nel Cantico dei Cantici, rap-presenta il profumo della sposa, è quindi segno del rapporto di unione profonda tra Dio e tutta l’umanità.Alla fine i magi “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. La con-clusione dell’evangelista indica che non vale la pena ritornare a Gerusa-lemme perché lì non vi è più il san-tuario di Dio. Dio è in Gesù, e l’evangelista dice: Gesù è il Dio con noi. Con lui cam-bia la prospettiva dell’umanità. Non c’è più bisogno per l’uomo di andare verso Dio, perché è Dio che va verso gli uomini; non c’è più bisogno di cercare Dio, perché è Dio che cerca gli uomini. Basta accoglierlo e con lui e come lui andare verso gli altri.

Matteo: l’episodio dei magi.Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode, re arabo, che aveva conquistato il potere con la sua astuzia “ecco, alcuni Magi ven-nero da oriente a Gerusalemme”.È sconvolgente: i primi ad accorger-si della nascita di Gesù al tempo del re Erode sono stati alcuni maghi (o magi).Il termine magos, in greco, indica il ciarlatano, l’ingannatore, il truffa-tore, l’imbroglione oppure qualcuno dedito alla magia. L’evangelista ha scelto un termine che indica non solo uno straniero, una persona che proviene dal mondo fuori Israele, ma soprattutto indica un pagano, dedito a una di quelle attività che vengono proibite dalla Bibbia: l’eser-cizio della magia. Presenta una per-sona doppiamente impura.L’evangelista li indica come quelli che arrivarono tra i primi a ricono-scere Gesù come il salvatore, il mes-sia. Ma essendo questo intollerabile, fu cambiato il nome dei maghi in magi; e fu nobilitata la loro prove-nienza: erano sì stranieri, però si parla di persone di nobile origine. Il brano continua: “al tempo del re Erode giunsero alcuni maghi dall’o-riente dicendo: dov’ è il re dei Giudei?”“Re dei Giudei” è un’espressione uti-lizzata dai pagani, che ritroviamo nei Vangeli al momento della con-danna a morte di Gesù.“Dov’ è colui che è nato, il re dei Giu-dei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.Nell’antichità ogni uomo aveva la sua stella che splendeva al momento della sua nascita, lo accompagnava per tutta la sua esistenza e si spe-gneva al momento della sua morte.La notizia turba non solo il re Ero-de, ma tutta Gerusalemme, infatti “All’udire questo, il re Erode restò tur-bato e con lui tutta Gerusalemme” .Insieme al re illegittimo, Erode, si spaventa anche tutta Gerusalemme, la città dove è il Tempio e dove non

pagina 15Notiziario n. 1/2016

“I Re Magi” nella decorazione musiva di Sant’Apollinare Nuovo.

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