Nuovo Artigiano - il Magazine di CNA Vicenza e CNA Verona 03/2013

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IL MAGAZINE DI CNA VICENZA E CNA VERONA NUOVO ARTIGIANO www.nuovoartigiano.it LUGLIO 2013 IDEE x TERRITORI Imprenditori, artigiani, sindaci e amministratori insieme per individuare nuovi modelli di sviluppo e ripartire dal territorio Impresa Artigiana & P.M.I. - ANNO X N°27 del 19 luglio 2013 - Poste italiane s.p.a. - Sped.abb.post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma, DCB Po CONTIENE IP

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IDEE x TERRITORI Imprenditori, artigiani, sindaci e amministratori insieme per individuare nuovi modelli di sviluppo e ripartire dal territorio

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a fase attuale di stallo politico ed economico si presta a qualche ri-

flessione: 100.000 imprese ‘scomparse’ nel 2012, consumi ancora in calo nel 2013 e red-dito pro capite pari a quello di 27 anni fa.Prendiamo la pressione fiscale: oltre il 56,1% per avere in cambio cosa? Un socio di mag-gioranza che ci fa i conti anche sul rimanen-te 44% e ci ritiene il più delle volte evasori a prescindere. E adesso tocca a noi l’onere della prova nel Redditometro. Innocenti che devono dimostrare di esserlo!L’energia ha un peso non indifferente su bi-lanci aziendali e familiari e nel nostro paese costa almeno il 30% in più rispetto al resto d’Europa. Le entrate fiscali legate ai consumi di energia (elettricità, gas, carburanti) sono infatti pari a 241 euro per tonnellata di pe-trolio. Uno sproposito di miliardi giornalieri nelle casse statali.Nel 2012/2013 è calato il consumo di car-burante ma è aumentato il gettito fiscale (+14%). Non si può pensare di investire in

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L sviluppo, in sicurezza, in legalità, in creazio-ne di nuovi posti di lavoro, se i costi e l’im-posizione fiscale delle imprese che vogliono seguire le regole hanno di gran lunga supe-rato i ricavi. Non è possibile dover pagare il 100% di anticipo di imposte su un reddito che non si è ancora prodotto e quindi su un guada-gno che è solo presunto. Addirittura se par-liamo di Ires viene richiesto un anticipo del 101%. E in cambio di cosa? Migliori servizi pubblici? Assolutamente no, solo copertura di debito pubblico che inesorabilmente con-tinua a crescere. Ci troviamo molte volte a scegliere tra il pagare gli stipendi o il pagare le imposte: a questo punto si sceglie di pagare gli stipen-di ma non ci si può sentire degli evasori per questo.È urgente oramai dare un segno concreto di azione! Il lavoro sopra a tutto: il lavoro si crea con il consumo e allora bisogna creare occasio-ni per far ripartire la domanda, perché non attivare ad esempio interventi di ristruttura-zione del patrimonio immobiliare pubblico, degli edifici scolastici, delle infrastrutture non finite? Bisogna ridurre la pressione fi-scale sul costo del lavoro e favorire la fles-sibilità in entrata e in uscita. Molte impre-se non assumono perché è troppo rigido e opprimente l’obbligo che si ha nei confronti del lavoratore, è più facile divorziare tra ma-rito e moglie che licenziare un dipendente se non se ne ha più bisogno. La lotta agli sprechi: si fa anche con l’appli-cazione dei costi standard in tutte le regio-ni. Fare tagli lineari non produce il risultato sperato, rischia di penalizzare le Regioni e le Province virtuose che più si impegnano a favore di quelle che sono più indebitate e che

per questo continuano a farlo.La dismissione di beni immobiliari: quelli che non vengono più utilizzati dallo Stato a favore di chi, con tali beni, potrebbe ricreare sviluppo, nuova economia e nuovi posti di lavoro .Ristabilire la legalità e il rispetto degli obblighi nei pagamenti: lo Stato su questa partita però non da’ il buon esempio ed è lui stesso un cattivo pagatore da troppo tempo e va denunciato.Il credito bancario deve ridare ossigeno all’economia e alle imprese investendo sui progetti di crescita delle imprese stesse e appoggiando la voglia di uscire dalla crisi che coinvolge tutta la filiera economica del nostro paese. Le banche non si possono esi-mere, in nome del solo loro profitto, dall’ap-poggiare le imprese del nostro territorio togliendo l’ossigeno a tante famiglie per un rating fuori dagli standard europei, è fuori da ogni logica e etica morale. Ogni territorio ha le sue peculiarità e non ci si può basare sullo stesso metro di misura tra i vari paesi, regioni, province dell’ Unione Europea. Non si può continuare ad aspettare che il ciclo economico esterno si rimetta in moto da solo e ci coinvolga, non si può continuare a chiedere sacrifici senza ottenere niente in cambio! Questa Torre di Babele deve ineso-rabilmente crollare!La Politica è di fronte ad un bivio, tra con-servazione e innovazione. Siamo chiamati tutti a fare un salto di qualità. Noi imprenditori siamo pronti da tanto tempo… è ora di dare il Via!!!

iMPrESE BLoCCatEDa CoSti E FiSCo

La situazione è insostenibile: le aziende scompaiono, i consumi continuano a diminuire e il reddito pro capite scende - Sale invece la pressione fiscale - Gli artigiani si trovano a dover scegliere tra pagare gli stipendi o le imposte - Così non si va avanti: serve un segnale urgente - E al primo posto c’è il lavoro

di Angiolina Mignolli

ANGIOLINA MIGNOLLIPRESIDENTE CNA VERONA

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PErioDiCo Di CNa viCENza SrLVia G. Zampieri, 19 - 36100 VicenzaTel. 0444.569900 - Fax [email protected] www.facebook.com/nuovoartigiano

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CoorDiNaMENto EDitoriaLEFerdinando MarchiPaolo Monaco Marco Troncon

HaNNo CoLLaBoratoiN QuESto NuMEro:Daniele MariniAnna MartellatoAngiolina MignolliIrene Tecchio

CoPErtiNa diSergio CarraraADVCarrara

FotograFiaFotografi CNA VicenzaArchivio CNA e Hassel

impresa artigiana & P.M.i.Periodico della CNAAut. Tribunale di Praton°6 del 25/6/04Dir. Resp.: B. LiseiRed. e Amm.: Media srl,Via Lombarda 72, ComeanaTel. 055 8716801Stampa: Rindi - copia 0,10

CoNtiENE i.P.

Informativa ai sensi del decreto legislativo n. 196 del 30/06/2003.Spettabile Impresa, il D. Lgs. n 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEII DATI PERSONALI” , all’art. 13 impone l’obbligo di infor-mare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente vi si adempie compiutamente informandoLa che : 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuovere l’attività; 2) in relazione alle summenzionate finalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti carta-cei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonchè la piena ossevanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti dapubblici registri, elenchi; 4) contro la sopra indicate finalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Vicenza srl, corrente in Vicenza, via Zampieri, n. 19, Vicenza, Agosto 2010.

SoMMario

03 EDitoriaLi

iMPrESEBLoCCatEdi angiolina mignolli

07 EDitoriaLi

uSCirE DaLLa StaSiCoN NuovE ENErgiEdi Paolo monaco

09 EDitoriaLi

CriSi E iNCErtEzzaMorDoNo aNCoradi daniele marini

10 attuaLitÀ

CNa giovaNiDEttaLE rEgoLEdi luisa nicoli

12 CoPErtiNa

vEroNa E viCENza:SiNDaCi a CoNFroNto

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16 CoPErtiNa

i CoMuNi DEL tErritoriotra PrESENtE E Futurodi anna martellato

24 SPECiaLE

uNioNi:i NuoviPrESiDENti

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LEtturE

30 ruBriCHE

NEwS

22 StoriE artigiaNE

iLLuMiNazioNE E autoBuS a CHiaMata:iNNovazioNE PE r riDurrE i CoNSuMiE riSPoNDErE aLLE ESigENzE DEgLi utENtidi irene Tecchio

20 StoriE artigiaNE

traSPorto PuBBLiCo:vEroNa iNSEgNadi Ferdinando marchi

29 ruBriCHE

DEStiNazioNi

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a crisi infinita che stiamo viven-do ormai è chiaro ed evidente a tutti che non avrà un termine certo né prossimo. FMI e BCE,

come pure tutti i centri studi nazionali, con-tinuano di semestre in semestre a spostare in avanti la fatidica data di uscita dalla crisi, alimentando ulteriormente il senso di incer-tezza e di precarietà negli imprenditori e nei cittadini.È uscito di recente un libro in Francia, a firma di Sibylle Vincendon, che parla del rischio di avviare una spirale pericolosa di “declinismo”, cosa diversa dal “declino” vero e proprio. Il declino, infatti, è un concetto misurabile, legato agli indicatori economici e ai dati “macro”, mentre il cosiddetto “decli-nismo” rientra tra i fattori psicologici, è uno stato d’animo di autocommiserazione, che porta ad un pericolosissimo senso di impo-tenza e rassegnazione, capace di paralizzare ogni energia e ogni speranza.L’autrice del libro contribuisce però a dare una utile sferzata a questa autoflagellazio-ne, proponendo di uscire dalla stasi con nuove energie, facendo lavorare il cervello e il cuore su nuovi progetti e inventandosi nuove vie di uscita per rispondere a nuovi problemi. Si tratta in pratica di recuperare lo spirito del nostro secondo dopoguerra, quando un Paese stremato e sconfitto ha sa-puto rialzarsi con le proprie energie e con la forza della volontà, arrivando col tempo ad entrare a far parte del Club (anche questo ormai “stantio”) delle 7 potenze mondiali più industrializzate.Certamente, tutto questo non è semplice. Da qualche parte però bisogna iniziare. E secondo noi il luogo più indicato per fare ri-

partire l’Italia e far recuperare questo spirito “rinascimentale” è il territorio. Il nostro im-prenditore, l’artigiano più di tutti, infatti si identifica e vive più di chiunque altro il pro-prio forte legame col territorio. La sua stessa azienda, molto spesso, non potrebbe vivere altrove che qui, con una cintura di sicurezze intorno, che rischiamo di vedere sgretolata dalla crisi e dalle sue conseguenze psicologi-che prima che economiche e sociali.Il nostro territorio, quello del Nord Est, è fatto principalmente dai suoi Comuni, dalla rete di legami che hanno saputo creare ne-gli anni con la cittadinanza e in particolare con le imprese. Ma oggi i Comuni per pri-mi soffrono di regole e vincoli pesanti, che spesso ne paralizzano in un assurdo gioco al ribasso le potenzialità e le idee. Pensiamo in particolare al cosiddetto “patto di stabili-tà”, che ha a lungo impedito la possibilità di investire risorse esistenti per supportare un tessuto locale in agonia. Questa fase, però, forse sta arrivando ad un termine.I primi segnali positivi stanno arrivando, a cominciare dai recenti provvedimenti go-vernativi che hanno contribuito a snellire le modalità di pagamento dei debiti della pub-blica amministrazione, che non andranno a sforare il patto di stabilità, come affermato dal vicepresidente della Commissione Eu-ropea e responsabile per l’industria, Anto-nio Tajani. L’unico interprete del patto di stabilità è infatti la Commissione Europea che ha già dato chiaramente il suo via libera: sarebbe la miglior manovra economica. E anche il Consiglio europeo accoglie con favore l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo per vari

Stati membri, tra cui l’Italia, nonché gli sfor-zi degli Stati che dovrebbero conseguire gli obiettivi di bilancio.Anche il cosiddetto “Decreto del Fare” re-centemente proposto dal nostro Governo presenta qualche spunto interessante. Man-cano ancora prese di posizione chiare e for-ti per dare respiro alle nostre PMI (come l’abolizione auspicata dell’IMU sui beni strumentali o l’allentamento della TARES e l’abolizione del SISTRI) ma l’importante è partire. E dire no, definitivamente, al de-clinismo.

uSCirE DaLLa StaSiCoN NuovE ENErgiE

Attenzione al “declinismo” che, come scrive in Francia Sibylle Vincendon, è un pericoloso stato di autocommiserazione e di impotenza, che rischia di paralizzare ogni speranza - Bisogna ritrovare lo spirito del dopoguerra per ripartire - E servono segnali importanti dai provvedimenti governativi

PAOLO MONACODIRETTORE CNA VICENzA

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I SUOI SOGNI,LA NOSTRA

RESPONSABILITÀCNA E LE IMPRESEL’ITALIA CHE SOSTIENE L’ITALIA ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE

di Paolo Monaco

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Viviamo un’epoca di trasformazio-ne radicale dove i paradigmi di

sviluppo tradizionali vengono rivisitati in profondità. Anche il sistema produttivo del Nord Est non è esente da quest’ondata, perché non esistono zone franche. Inutile ricordare quante siano le imprese che han-no chiuso o attraversano una fase di grande difficoltà, quanti i lavoratori che hanno per-so la propria occupazione e gli imprenditori che – purtroppo – sono arrivati a compiere gesti estremi. Ciò genera comprensibilmen-te una forte preoccupazione e tensione, a maggior ragione perché per quasi trent’anni il territorio ha conosciuto una crescita eco-nomica e sociale di assoluto rilievo, offrendo elevati livelli di benessere diffusi e duraturi a un’ampia gamma di popolazione. Basti ri-cordare come fino a metà del decennio pre-cedente (7-8 anni fa, eppure sembra trascor-so un secolo…) le imprese non riuscivano a trovare una manodopera sufficiente alle esigenze. Era il lavoro che andava in cerca delle persone. Oggi, la situazione è radicalmente mutata. E non solo la crisi morde ancora, ma vi-viamo in una situazione di incertezza sul futuro: non sappiamo quando questa crisi finirà, quali scenari ci troveremo di fron-te… l’unica certezza di cui disponiamo è, paradossalmente, l’incertezza. O, meglio, aumenta la consapevolezza che “dopo” non sarà più com’era “prima”. Allora è necessario velocemente attrezzarsi a individuare nuovi paradigmi, nuovi criteri per con-vivere con questa situazione che più che una fase ano-mala, è la nostra eccezionale normalità, la condizione che ci accompagnerà ancora per alcuni anni (benché nessuno sia in grado di fare previsioni certe). Non esistono ricette,

per il sistema produttivo, valide ed estendi-bili a tutti indistintamente. Tuttavia vi sono alcune tendenze che ac-comunano le imprese che, nonostante la crisi, hanno saputo solcare i mercati positi-vamente. In sintesi, è possibile individuare i seguenti processi: 1) l’apertura ai mercati esteri costituisce, complice una perdurante fiacchezza della domanda interna, un fatto-re di crescita fondamentale. Se tale propen-sione può essere plausibile per le imprese di dimensioni più grandi, ciò non di meno sono diverse le piccole che vanno a traino e che in questo modo escono dal mercato domestico; 2) conseguente al punto prece-dente, sono i processi di innovazione che devono essere realizzati al fine di aumenta-re il valore aggiunto: è l’investimento nella dimensione “immateriale” della produzione (estetica, design, qualità e ricerca dei mate-riali,…) a costituire un aspetto chiave del vantaggio competitivo; 3) l’aggregarsi – in diversi modi – fra imprese, il costituirsi in una filiera strutturata, rappresenta un ulte-riore elemento di vantaggio, in particolare per le imprese di dimensioni più piccole; 4) la flessibilità della produzione, la persona-lizzazione dei prodotti, la professionalità del capitale umano e la centralità del/vicinanza al cliente rappresentano gli obiettivi strate-gici da perseguire. A queste linee di tendenza, però, si deve aggiungere una nuova consapevolezza. Per-ché, a ben vedere, non si può dire che i fat-tori precedenti manchino alle imprese nor-destine: in modo più o meno implicito sono almeno in parte presenti. Ma devono essere maggiormente individuati e, soprattutto, esplicitati, progettati e gestiti in modo meno estemporaneo e più formalizzato.

Oltre a ciò, la consapevolezza dev’essere an-che nell’idea che lo sviluppo passa attraverso una rinnovata complicità fra impresa e terri-torio. L’impresa come creatrice di un valore che va oltre il prodotto o il servizio realizza-to. Tale valore risiede nella sua capacità di costruire una relazione positiva con i mon-di che la circondano: è la dimensione della reputazione e dell’apprezzamento sociale. È l’impresa generatrice di valore condiviso con il territorio.

C’è una sola sicurezza oggi per le imprese: dopo non sarà più come prima - E l’attuale eccezionale normalità ci accompagnerà per qualche anno - Quanto? Nessuno è in grado di fare previsioni certe -

Però bisogna capire che lo sviluppo passa attraverso una nuova complicità tra impresa e territoriodi Daniele Marini

CriSi E iNCErtEzza‘MorDoNo’ aNCora

DANIELE MARINIPROF. ASSOCIATO UNIVERSITà PADOVADIRETTORE SCIENTIFICO FONDAzIONE NORDEST

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1010 attualitÀ

Insieme a digitale, innnovazione, mercati esteri e rete - Il nuovo artigiano guarda al futuro e si adatta al mondo che cambia, così come le associazioni - CNA Giovani lavora su più fronti: con il Governo

per adattare le politiche istituzionali alle nuove esigende imprenditoriali e con gli artigiani per formare una nuova classe dirigente - Parla Andrea Di Benedetto: non contano le dimensioni, ma le capacità

MakErS E Start-uPLE ParoLE CHiavE

Innovazione, rete, mercati esteri e quin-di internazionalizzazione. Sono queste le parole chiave per le imprese in questo mo-mento di difficoltà economica. Ma ormai anche start-up, makers e digitale fanno parte del quotidiano per chi vuole guar-dare al domani. E andare oltre la crisi. In questo mondo imprenditoriale e artigiano che cambia, le categorie economiche di-ventano sempre più punto di riferimento e di aiuto alle piccole e medie imprese che stanno cercando di superare il momento di difficoltà. Con un occhio attento anche ai giovani artigiani e imprenditori. Come spiega il presidente di CNA Giovani An-drea Di Benedetto. “Il primo obiettivo è cercare di formare una nuova classe dirigen-te di CNA – spiega – ci accorgiamo infatti che il mondo imprenditoriale sta cambian-do, dai partiti alle associazioni, e così cam-biano anche gli schemi, le modalità di fare,

le relazioni istituzionali e di rappresentanza. Cerchiamo quindi di coinvolgere e di far partecipare nuovi imprenditori a questa di-mensione collettiva. La generazione di oggi si sta disamorando dalla dimensione politi-ca, visto il momento in Italia, e questo inve-ste anche le associazioni di categoria. Il se-condo obiettivo è di trovare nuovi strumenti per rispondere alle esigenze degli imprendi-tori del domani, che sono diverse da quelle di 50 anni fa. Essere dirigente associativo oggi non è banale, sono cambiate le richie-ste, bisogna essere sempre più consapevoli del ruolo e delle dinamiche istituzionali”.Difficile coinvolgere oggi gli imprenditori alla vita associativa visto il momento?“Il pericolo è che nel tamponare l’emergen-za, nel continuare a tappare le falle di una situazione economica molto complicata, si rischia di non avere la dimensione e la vi-sione allargata anche di ciò che potrebbe

far crescere e far andare avanti l’azienda. Io sottraggo almeno tre giorni di lavoro a setti-mana alla mia attività per il mio impegno in CNA e quindi, da un punto di vista di eco-nomia spicciola, sottraggo soldi e fatturato potenziale. Ma con il mio ruolo in associa-zione riesco a connettere l’azienda ad una visione più ampia, ad una rete di relazioni e di partnership con altri imprenditori. La di-mensione associativa dà molto più di quello che toglie: bisogna farlo capire”.Cambia anche il ruolo di CNA e di CNA Giovani?“Sì. La CNA è nata praticamente come una società di mutuo soccorso, si occupava di fare walfare, di proteggere gli artigiani de-boli e ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo del paese nel Dopo-guerra. Ma così oggi non è utile all’artigiano del Terzo Millennio. L’associazione e CNA Giovani in particolare devono cominciare

di Luisa Nicoli

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1111attualitÀ

a parlare linguaggi diversi. È chiaro che in questo momento di crisi richiedere all’im-prenditore un impegno sindacale e asso-ciativo non ha appeal, ma se si comprende che attraverso una dimensione collettiva si riesce ad incidere nelle politiche del paese, allora giovani e imprenditori acquistano in-teresse”.Ci sono tempo e voglia di farlo?“Nonostante il momento di difficoltà, c’è anche contemporaneamente un bisogno di rappresentanza, di politica in senso lato. Queste due cose, che sembrano in contrap-posizione, in realtà disegnano un paese e un’associazione che trovano mancanza di risposte e di politiche adeguate e un gruppo di imprenditori a livello nazionale che han-no voglia di fare proposte, di confrontarsi, di stare insieme. Però bisogna andare a pren-derli questi giovani imprenditori, uno per uno, per coinvolgerli. Ma ci sono, pronti a rispondere a tutte le sollecitazioni”.Oggi si parla molto di makers, i nuovi ar-tigiani.“I makers esistono da un sacco di tempo in Italia ma abbiamo avuto bisogno di un nome americano per valorizzare questa figura. Certo se per makers si intendono artigiani che realizzano oggetti in 3D allora esistono da poco. Se invece parliamo di artigiani che producono oggetti super personalizzati uti-lizzando il digitale e lavorando su mercati globali, allora c’erano già. Del resto fa parte del loro Dna la capacità di reinventarsi, di lavorare anche sull’innovazione. E sono già tanti quelli che utilizzano strumenti digitali di produzione e operano in rete per cerca-re materiali. Quello che ancora gli artigiani italiani non hanno fatto colpevolmente è la-

vorare sulla percezione. Artigiano e artigia-nato hanno più un’accezione negativa che positiva del termine, nel senso di prodotti di qualità perché fatti a mano, ma quasi doz-zinali. Così bisogna ricorrere ad una parola inglese per ripulire l’immagine”.E come si cambia la percezione del mondo artigiano?“Dicendo al paese che il mondo artigiano è cambiato, ma dobbiamo farlo noi. Chie-dendo che le politiche economiche siano adeguate ad una generazione di nuovi arti-giani che hanno un valore aggiunto e sanno andare direttamente sui mercati. Questa è la vera chiave di volta: artigiani che diventano imprenditori a tutti gli effetti. E non è tanto una questione di dimensione aziendale, ma di capacità di innovazione e di raggiungere i mercati. 30-40 anni fa non si poteva fare, ora invece ci sono aziende globalizzate che pro-ducono nuovo valore aggiunto, che vanno sui mercati internazionali, che soddisfano le esigenze personalizzate dei clienti: se noi decidiamo che questo è Made in Italy allora possiamo ripartire da qui”.Per una piccola impresa è più difficile…“Perché l’aspetto dimensionale comunque c’è. Ma è legato più alle competenze che alle dimensioni. Vedo imprese di 2-3-5 persone che riescono tranquillamente a lavorare in tutto il mondo e altre aziende artigiane che hanno 1000 addetti ma che sono artigiane nell’approccio, nella lavorazione. Invece le imprese che hanno capacità di progetta-zione e design tecnico al loro interno, indi-pendentemente dalle dimensioni, provano a vendere il loro valore aggiunto nel mondo”.CNA e CNA Giovani come possono sup-portare le imprese?“Bisogna aumentare la quantità e la qua-lità dei servizi che le associazioni possono erogare. Finora offrivano una gamma di supporto molto legata agli adempimenti d’impresa, buste paga e bilanci. Ora questi

devono essere affiancati da servizi partico-lari, ad alta gamma, più qualificati, legati all’internazionalizzazione, al credito come capitale, alla digitalizzazione. E poi bisogna lavorare con il Governo, per portare le po-litiche economiche del paese più vicine alle imprese. Su questo stiamo spingendo molto, andando ai ministeri a raccontare che esiste un’Italia artigiana che innova, che cresce, che è globale ma che è spesso ignorata dalle politiche industriali del paese”.Altra strada per affrontare la crisi: le start-up. “Le nuove imprese sono linfa vitale per l’as-sociazione. Ormai è una sorta di mantra che tutti i posti prodotti negli stabilimenti negli ultimi 20 anni sono stati creati dalle impre-se nate negli ultimi 20 anni. Accade anche in Italia, è evidente che un buon schema di imprese nuove fa bene al paese. Il problema è che in Italia le start-up nello stile del mo-dello californiano dell’informatica, ovvero aziende ad altissima crescita e accelerazione in cui una va benissimo e le altre muoiono, non è la strada più adatta. Noi avremo biso-gno di capitali e di soldi, di investimenti per lavorare nel medio periodo, mentre la logica di questi sistemi a volte è quella della scom-messa a brevissimo. Qui c’è tutta una filiera legata ad aziende qualitative che hanno bi-sogno di 5-10 anni per andare in pareggio e quindi di meno rischi rispetto agli investi-menti fatti. Qui servono capitali con temi di rientro più lunghi”.Infine CNA NeXT...“CNA NeXT è servito a dimostrare che si può fare cultura d’impresa e lobby senza ne-cessariamente parlare di credito, di misure fiscali, incentivi. Era per noi più importante costruire un’epica, un’immaginario collet-tivo che ci permettesse di diffondere l’idea che fare impresa si può: con lo studio, la pas-sione, il saper fare. E che questa è la molla per far ripartire il paese”.

CNA NEXT: VOGLIAMO SPERIMENTARECNA NeXT è un contenitore per le nostre iniziative de-istituzionali; un luogo per raccontare storie, assorbire idee, diffondere passioni; un laboratorio dove far cre-scere ed elaborare progetti e prospettive. Vogliamo diffondere le idee più rivoluzionarie che spuntano qua e là per il mondo e vogliamo contribuire a costruire una classe imprenditoriale preparata e corag-giosa. Vogliamo che i futuri micro-imprenditori, i nuovi artigiani e artisti, i digi-tal makers siano visionari e responsabili. Solo loro potranno far ripartire il paese.Vogliamo realizzare il festival dell’intelligenza collettiva, dei modelli distribuiti, delle reti delle persone e delle idee.Vogliamo raccontare un modo diverso di essere cittadini e di fare impresa.Vogliamo sperimentare l’intelligenza collettiva con esperimenti, dimostrazioni, giochi, performance.

ANDREA DI BENEDETTOPRESIDENTE CNA GIOVANI

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1212 copertina

Le linee guida del mandato, il ruolo del comune di supporto al mondo del lavoro, la semplificazione burocratica - E poi Imu e Tares, le capacità attrattive delle due città nel panorama Veneto, sinergia e collaborazione tra comuni e associazioni e ancora turismo e cultura - I primi cittadini Flavio Tosi e

Achille Variati, quest’ultimo fresco di conferma alla guida di Vicenza, rispondono a tutto tondo

vEroNa-viCENza:SiNDaCi a CoNFroNto

Le linee generali e le priorità dei prossi-mi 5 anni di mandato. Tosi. Nei prossimi anni la gran parte degli sforzi dell’Amministrazione comunale sarà orientata, ancor più del normale, verso i servizi sociali e l’assistenza alle persone bi-sognose che, soprattutto in un periodo di grande difficoltà economica come quello at-tuale, senza l’aiuto di istituzioni ed associa-zioni di volontariato rischierebbero di essere

emarginate dalla società.Gli altri temi sui quali sarà impegnata l’Am-ministrazione saranno lo sviluppo della cit-tà e delle infrastrutture, con la realizzazione del Passante Nord (completamento dell’a-nello circonvallatorio intorno alla città), lo sviluppo del Piano degli Interventi e la trasformazione di grandi aree abbandona-te in centri commerciali, direzionali e resi-denziali con le correlate opere pubbliche e

aree verdi. Già in questo momento sono in fase di realizzazione il parco all’interno del compendio dell’ex caserma Passalacqua, che diventerà uno dei più grandi d’Europa con quasi 200 mila metri quadri di superficie, e il parco all’interno delle ex Cartiere, con altri 40 mila metri quadri.Nel corso di questo mandato prenderanno il via i lavori di riqualificazione dell’ex Arsena-le militare in collaborazione con Fondazio-

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ne Cariverona e il recupero del palazzo del Capitanio; proseguirà inoltre l’intervento a Castel San Pietro dove partirà anche il can-tiere per la realizzazione della funicolare.A breve verrà recuperato anche il complesso di archeologia industriale situato di fronte alla Fiera, che ospiterà un’esposizione per-manente di prodotti tipici del territorio per il settore agroalimentare. Si continuerà con il percorso di potenziamento delle attrattive culturali e turistiche della città, approfittan-do del Festival del Centenario dell’Arena e continuando con la serie di grandi eventi espositivi a cadenza annuale. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere inol-tre completato il passaggio delle mura ma-gistrali dallo Stato al Comune attraverso il federalismo demaniale, una grande oppor-tunità di attrazione per i cittadini ed i turisti poiché Verona possiede tre cinte murarie, tra le più belle e complete a livello europeo. Sarà inoltre insediata una sede Ikea nella zona sud di Verona, che prevede contestual-mente la realizzazione di importanti opere compensative pubbliche. Infine prenderà il via, nel giro di qualche mese, il cantiere che porterà alla realizzazione del Filobus.Variati. Per i prossimi cinque anni ho in-

dividuato quattro priorità di intervento: la qualità della vita in tutti i quartieri, com-pletando la sistemazione di strade, marcia-piedi, parchi gioco, verde pubblico, impianti sportivi e scuole su cui non siamo ancora riusciti ad intervenire; l’innovazione, ridu-cendo la burocrazia per offrire servizi sem-pre più efficienti e comodi per i cittadini e le imprese; la comunità, aiutando chi ne ha bisogno in questo periodo di grande diffi-coltà economica che ha messo in ginocchio molte famiglie che un tempo non avevano problemi ad arrivare alla fine del mese; e so-prattutto il lavoro, investendo in cultura, tu-rismo e università per sviluppare l’economia e offrire opportunità in particolare ai giova-ni. Quest’ultima priorità, il lavoro, è la più importante, anche se non sarebbe di com-petenza del Comune: ma con la crisi eco-nomica che stiamo vivendo, non ci si può girare dall’altra parte e fare finta di niente. È necessario che tutti facciano il massimo: per sostenere chi è in difficoltà e per creare nuove opportunità occupazionali.Come il comune può recitare un ruolo di motore di sviluppo e moltiplicatore di opportunità per generare lavoro.Tosi. Per quanto riguarda la tutela del mon-

do del lavoro alcuni provvedimenti tam-pone rivolti ai disoccupati sono quelli che vengono attuati in collaborazione con la Re-gione Veneto, per creare occupazione a tem-po determinato attraverso il Comune o le aziende partecipate. L’Amministrazione ha inoltre creato un apposito ufficio, nonostan-te esuli dalle sue competenze, per cercare di incrociare la domanda di lavoro con l’of-ferta soprattutto da parte di grandi centri di distribuzione, centri commerciali o grandi aziende. Anche gli importanti interventi di trasformazione urbanistica in programma nella nostra città creeranno nuove occasio-ni di occupazione, anche durante la fase di cantiere.Variati. Il Comune non può creare posti di lavoro, ma può fare molto perché si creino le condizioni per favorire la nascita di po-sti di lavoro. Noi abbiamo investito molto in cultura ed eventi, come la grande mostra “Raffaello verso Picasso”, eventi che hanno portato molte nuove entrate per la nostra economia. Intendiamo continuare a investi-re in questo settore perché sempre più turi-sti vengano nella nostra città; ma vogliamo anche puntare sul polo della meccatronica, un obiettivo imprescindibile per lo sviluppo

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industriale e per fare di Vicenza un distret-to dell’innovazione e dei servizi avanzati. E dobbiamo poi rinforzare ulteriormente il ruolo della Fiera perché da spazio di espo-sizione diventi sempre più motore di produ-zione e vendita. Vicenza deve essere la città dell’oro anche dal punto di vista commercia-le con tutti i benefici che questo porta alla grande rete industriale e artigianale del set-tore. Per fare tutto questo serve una grande intesa per il lavoro e per lo sviluppo tra Co-mune, Camera di Commercio, associazioni di categoria e sindacati.Semplificazione burocratica per tutti i procedimenti amministrativi: lo chie-de a gran voce il mondo dell’im-prenditoria. Tosi. Il Comune di Verona già da anni persegue un costante program-ma di semplificazione burocratica e di informatizzazione delle strutture per dare, entro i tempi previsti dal-la legge, le risposte ai cittadini e alle aziende. Quella di Verona è ricono-sciuta come una delle amministra-zioni più efficienti in tal senso.Variati. Non è giusto che un cittadi-no o un’impresa attendano mesi per avere una risposta. Sto riorganizzan-do il Comune per creare due sole porte d’accesso per i servizi comuna-li: una per le imprese e una per i pri-vati. Qui si presenterà qualsiasi pra-tica, eliminando quindi la fastidiosa necessità di spostarsi tra gli sportelli sparsi in città. Ogni pratica sarà quindi affidata ad una per-sona di riferimento. Questa sarà l’interlo-cutore del cittadino o dell’impresa e ne seguirà la pratica che dovrà essere portata a termine entro un determi-nato tempo, comunicato all’inizio, e con la massima tracciabilità. Così oltre alla massi-ma trasparenza ci sarà una concreta riduzio-ne dei tempi sia di attesa che di risposta. E a questo sarà legata anche la valutazione dei dirigenti e dei collaboratori, di ogni livello. Dobbiamo semplificare: mai fare doppioni o richiedere informazioni che il Comune ha già, e far accedere il cittadino alle pratiche con un solo dato: il codice fiscale o la parti-ta IVA. Via tutto quello che non serve e per questo procederemo anche alla pulizia dei regolamenti e degli archivi.Attenzione imu e tares per le attività produttive.Tosi. L’Amministrazione ha definito una progressività nell’applicazione dell’Imu, riu-

scendo a costruire un percorso che prevede che chi possiede un maggior numero di im-mobili si trovi con un’aliquota più alta. Una sorta di patrimoniale a livello locale con l’in-tento di chiedere di più a chi possiede di più e cercare di tutelare le fasce più deboli. Lo stesso vale per le imprese: per le piccole atti-vità artigianali o commerciali, per le botte-ghe storiche, per le aziende di piccole e me-die dimensioni e per le attività ricettive si è tarata l’Imu in misura inferiore, portandola al massimo per la grande industria e gli in-sediamenti produttivi più importanti, anco-ra una volta per cercare di non penalizzare le piccole e medie imprese che costituiscono

il tessuto della nostra comunità.Variati. Imu e Tares sono due tasse imposte da Roma. Non c’è dubbio che l’Imu debba essere rivista per gli immobili ad uso pro-duttivo, oltre che ripensata per le fasce più basse di reddito. Per quanto riguarda la Ta-res, ad aprile ho chiesto al Governo di abo-lirla: è un’imposta che nasce dall’esigenza del controllo dei conti dello Stato e che incide pesantemente ed inevitabilmente su fami-glie e imprese in tempi già difficili e senza garantire alcun ulteriore servizio. La Tares è un’imposta che è in netta contraddizione con il cammino delle autonomie e impone ai Comuni scelte obbligate accompagnate tra l’altro dal taglio dei trasferimenti: è una condizione inaccettabile.Come vede Verona/Vicenza nel pano-rama veneto per capacità di attrazione

e mission?Tosi. Dal punto di vista economico-finanziario Verona è la prima piazza del Veneto, ha, insie-me a Padova, la più impor-tante azienda ospedaliera universitaria, è la quarta città turistica d’Italia, sul suo territorio si trova un importante aeroporto e la seconda Fiera d’Italia dopo Milano, riveste un ruolo im-portante nel settore agroali-mentare e, attraverso il Piano degli Interventi, è riuscita ad attrarre parec-

chi capitali d’investimento. Verona sta quindi perseguendo la sua voca-zione al turismo, all’agricoltura e alla logistica, ottenendo risultati che in un momento di difficoltà generale si possono considerare relativamente positivi.Variati. Nei cinque anni del mio mandato ho cercato in tutti i settori di dare a Vicenza, città capoluogo, la centralità che merita a livello re-gionale ma non solo, considerando l’impegno per il rafforzamento del ruolo nei circuiti nazionali ed inter-nazionali in particolare del turismo. Abbiamo lavorato molto, inoltre, per realizzare sinergie con i Comuni della provincia e con gli altri Comu-ni capoluogo del Veneto, anche al di là dell’appartenenza politica: penso

ad esempio all’ottima collaborazione avvia-ta con Verona e con il sindaco Flavio Tosi sul piano della pro-mozione culturale,

artistica e turistica, ma anche con le allean-ze fra le società partecipate dei due Comuni per abbassare i costi e aumentare la qualità dei servizi. Bisogna proseguire su questa strada, e penso in particolare ad un’alleanza fra i sindaci del Vicentino da un lato e dei capoluoghi del Veneto dall’altro: i sindaci sono gli amministratori più vicini alle esi-genze dei cittadini e delle imprese e credo sia importante che facciano squadra.Venezia Padova e Treviso intendono unirsi nell’area metropolitana di Vene-zia, ad Ovest si rilancia l’alleanza tra Vicenza e Verona allargata a Rovigo in pianura. Quali le auspicabili sinergie tra Verona e Vicenza?Tosi. Alcune sinergie sono già in essere: sul tema dell’acqua, ad esempio, si è partiti dall’alleanza tra Verona e Vicenza con Vive-

VARIATI: il comune non può creare posti di lavoro,ma le condizioni per favorirne la nascita sì - E per turismo e cultura, nel 2014 arriva “Verso Monet”

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rAcqua, creando una realtà che oggi è arri-vata oltre i confini del Veneto e rappresenta milioni di cittadini in termini di approvvi-gionamento idrico. Con l’energia si stanno facendo ragionamenti analoghi, finalizzati a mettere a sistema le rispettive multiutility, mentre si collabora già su altri fronti, come le infrastrutture e le autostrade. Per la Val-dastico nord è già operativo un sistema di collaborazioni, che dovrà coinvolgere neces-sariamente anche Rovigo, perché il comple-tamento della Valdastico sud da una parte e la 434 Verona-Rovigo dall’altra, rendono il triangolo di queste tre città la seconda area metropolitana del Veneto, consenten-do, tra l’altro, un naturale sbocco al mare che risulta di assoluta utilità sia per la logistica che per i trasporti. Se da una parte c’è la PaTreVe che si sta consolidando, è normale che anche nel Veneto occidentale Verona, Vi-cenza e Rovigo, non solo attraverso il rapporto fra le istituzioni, ma anche con azioni di collaborazione concre-ta, puntino a dimostrare il vantaggio di fare sistema.Variati. Alcune sinergie sono già avviate con le società partecipate di Vicenza e Verona per i servizi ai cit-tadini, ad esempio nel settore dell’e-nergia. Ma anche in molti altri campi. Ritengo importantissimo il dialogo e la collaborazione tra i sindaci vene-ti per dare vita a strategie comuni: e con Tosi stiamo lavorando molto bene, anche nel setto-re della promozione artistica e culturale, come si è visto con le grandi mostre. Sono sicuro che troveremo accordi e visioni comuni anche su molti altri

temi di cui abbiamo già iniziato a parlare dopo la mia rielezio-ne.

L’importanza della collabo-razione e del sostegno al mon-

do associativo.Tosi. Da sempre questa Am-ministrazione ha instaura-to con le rappresentanze del mondo associativo una stretta collaborazione e confronto sul-le proposte da mettere in atto, ascoltando proposte ed even-tuali critiche, cercando di am-ministrare insieme la città.Variati. In particolare in tempi di crisi economica la collabo-razione è fondamentale, im-

prescindibile. Le associazioni di categoria sono molto importanti perché trasmettono alle amministrazioni pubbliche i bisogni delle imprese e diventano quindi un punto di riferimento: penso ad esempio alla sem-plificazione burocratica, che sarà realizzata con la collaborazione con le associazioni cui chiediamo di indicarci le criticità nei proce-dimenti riguardanti il mondo produttivo. E con le associazioni di categoria è molto utile la collaborazione per dare vita a progetti per creare posti di lavoro. Semplificazione buro-cratica e occupazione sono solo due esempi delle collaborazioni possibili che nascono dal sostegno reciproco.

Turismo e cultura come opportunità di sviluppo.Tosi. Come già illustrato tra le priorità del mandato, si continuerà con il percorso di potenziamento delle attrattive culturali e tu-ristiche della città, approfittando del Festival del Centenario dell’Arena e continuando con la serie di grandi eventi espositivi. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere inoltre com-pletato il passaggio delle mura magistrali dallo Stato al Comune attraverso il federa-lismo demaniale, una grande opportunità di attrazione per i cittadini ed i turisti poiché Verona possiede tre cinte murarie, tra le più belle e complete a livello europeo.Variati. La grande mostra Raffaello verso Picasso, da ottobre a gennaio ha portato 273.000 visitatori in Basilica Palladiana con un indotto economico per la città stimato in

oltre 10 milioni di euro. Con nuove entra-te economiche per alberghi, bar, ristoranti, negozi e altre attività. Con tanti turisti che hanno visitato una mostra e hanno scoperto una bellissima città che non conoscevano e dove torneranno. Credo basti questo per ca-pire che turismo e cultura sono senza ombra di dubbio opportunità di sviluppo, in parti-colare di questi tempi. Stiamo già lavorando da tempo alla seconda grande mostra “Ver-so Monet” dal 22 febbraio al 4 maggio 2014, sempre in collaborazione con Verona, e alla terza per la stagione successiva che sarà un’e-sclusiva per Vicenza. Ma continueremo a in-vestire anche nella valorizzazione degli altri

gioielli artistici e architettonici della nostra città Patrimonio mondiale dell’Unesco.Rivitalizzazione del centro stori-co e ruolo della città capoluogo.Tosi. Il ruolo di città capoluogo è quello di essere polo attrattore per i comuni vicini, soprattutto in una realtà come Verona dove il comune principale conta quasi un terzo de-gli abitanti dell’intera provincia ed è dieci volte più grande del secondo comune della provincia. Di fatto il centro storico di Verona è sempre stato un centro vivo, con gli studen-ti della sua università che conta più di 20 mila iscritti, i ristoranti, i bar ed i centri di aggregazione, per gio-vani e non soltanto, aperti anche di notte, che rendono il centro storico

frequentato e sicuro, offrendo la possibilità di stare insieme diver-tendosi tutti i giorni dell’anno, sia ai vero-nesi che ai turisti.

Variati. Investire in cultura e turismo è una parte della rivitalizzazione del centro stori-co in corso da tempo. Anche attraverso la pedonalizzazione di corso Fogazzaro che, insieme ad altri interventi per realizzare un trasporto pubblico sempre più efficiente e piste ciclabili sicure, ha l’obiettivo di portare in centro le persone e non le auto. Continue-remo inoltre ad aumentare i plateatici per riempire vie e piazze del centro con i tavo-lini dei bar, a promuovere manifestazioni ed esibizioni nei palazzi e nei teatri ma anche nelle strade, ad aprire spazi fino ad ora inac-cessibili come la terrazza della Basilica Pal-ladiana. Il centro di Vicenza sta diventando sempre di più un luogo da vivere, oltre che un magnifico scenario da ammirare. Con grandi benefici anche per le attività econo-miche.

TOSI: riqualificazione dell’ex Arsenale militare e recupero di palazzo del Capitanio - Il futuro? Rovigo,

Verona e Vicenza insieme per fare sistema

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San Martino Buon Albergo ha una forte vocazione artigianale, fin dal-le sue origini: è stata la prima zona industriale di Verona, sorta grazie alle risorgive generose del Fibbio. Grazie al nostro fiume sono sorti i mulini per forgiare il ferro, lavorare grano, produrre farina. Ma il mulino serviva anche per fabbricare carta. La figura dell’imprenditore, dell’industria è quindi nata dalla figura dell’artigiano: la zona indu-striale di San Martino era per importanza la seconda, dopo la Zai, a sud di Verona, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui sta vivendo un momento storico di grande decadenza. Ma io sono fermamente con-vinto che tra non molto le cose cambieranno. L’artigianato ha una grande opportunità per vivere una nuova prima-vera: un po’ grazie alla fantasia che noi italiani abbiamo, un po’ per l’arte, cosa che abbiamo sempre avuto nel DNA, ci siamo sempre con-traddistinti. Se guardiamo al futuro gli artigiani ora possono giocarsi una grandissima chance, che stanno già perseguendo in modo molto innovativo, soprattutto sulle nuove tecnologie edilizie sul risparmio energetico: il futuro è la Green Economy.San Martino ha un grande progetto nel cassetto, al momento in stand by per eventi succeduti, non per colpa dell’amministrazione comuna-le: un progetto che riguarda la nostra famosa Villa Girasole, luogo ido-neo per le sue pertinenze per far incontrare la ricerca universitaria con il mondo produttivo, in cui gli artigiani occupano una posizione im-portante. Potrebbe essere la fucina ideale per sfornare idee innovative, per un settore davvero all’avanguardia. Ho avanzato questo progetto alla Fondazione Cariverona, che ha acquistato l’immobile. Ora è il momento di tirare fuori le idee e renderle concrete: l’idea è ambiziosa e importante, ma ne abbiamo tutti bisogno, soprattutto i giovani, per-ché questo sito può diventare la fortuna non solo di San Martino, ma di tutto il territorio veronese, grazie anche al turismo, che rappresen-ta comunque una grande fetta dell’artigianato. Non solo. L’Università stessa potrebbe promuovere, all’interno di questo progetto, dei master o degli incontri, nei quali vengano insegnate e divulgate tutte quelle attività che rischiano di scomparire nel tempo, al fine di recuperare la conoscenza e non lasciarle morire. Questo potrebbe essere il futuro del nostro territorio: una serie di iniziative per creare occupazione e rendere i nostri giovani all’altezza dei loro padri e dei loro nonni.

VALERIO AVESANI Sindaco di San Martino Buon Albergo

Ho l’onore di essere il primo cittadino di Cerea, un Comune nella Bassa veronese con ormai più di 16mila abitanti. La sua tradizione artigiana, la sua storia, è da sempre imperniata intorno al legno, con l’evoluzione del mobile d’arte. La nostra tradizione ha origini lontane, quando Giuseppe Merlin, in una piccola bottega, ha iniziato a riprodurre quelli che erano i mobili di un tempo. Da qui nasce la tradizione di Cerea attorno al mo-bile d’arte. Ed è stato il boom, anche sotto il profilo economico. Soprat-tutto negli anni ‘70 e ‘80, prima della crisi, Cerea era conosciuta in tutto il mondo: abbiamo esportato in Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, Emirati Arabi. Possiamo fare scuola, le nostre capacità artigianali e ma-nuali tutt’oggi sono note e ci sono ancora tanti bravi artigiani nel settore del restauro. Un esempio? Basti pensare che a metà giugno, a Venezia, nella chiesa di San Rocco, è stato inaugurato il restauro della Cantoria della chiesa, una manufatto del 700 che abbiamo completamente recu-perato, un lavoro di maestria artigianale incredibile. Indubbiamente con la crisi economica il momento che stiamo viven-do è difficile, complesso, anche se abbiamo dati in controtendenza che dimostrano un adattamento del settore e portano alla luce dati anche positivi. Per nostra capacità, cultura, formazione, ci siamo focalizzati sul mobile in stile, anche se da qualche decennio è in sofferenza: noi, come amministrazione comunale, per quel che ci è possibile, cerchiamo di aiutare i nostri artigiani anche con le risicate risorse economiche a nostra disposizione. La nostra economia è ancora impegnata nel mondo del mobile: è stato il nostro passato, è il nostro presente, sarà il nostro futuro. Sono conscio, e l’ho sempre esternato ai nostri artigiani, che ciò che ci è mancato è stata capacità di seguire l’andamento dei mercati e utilizzare a nostro vantaggio le nuove tecnologie di comunicazione per vendere i nostri prodotti. Il nostro è un comparto che con le nuove tecnologie ha serie difficoltà, e la conseguenza è che viene meno ciò che il mercato globale mette a disposizione. Perché è vero che la gente va all’Ikea; sono cam-biati usi e costumi, le case sono più piccole, ci sono costi più importanti da sostenere. Ma esistono ancora fette di mercato, soprattutto all’estero, molto più appetibili e interessate a spendere sulla qualità del prodotto. Se Cerea ha la capacità di organizzarsi, può vincere la sfida del presente, entrando a pieno titolo nel futuro che merita.

PAOLO MARCONCINI Sindaco di Cerea

VALERIO AVESANI

PAOLO MARcONcINI

sindaco di San Martino Buon Albergo sindaco di Cerea

voCE ai CoMuNi DEL tErritorio

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Peschiera del Garda ha da sempre avuto, e ha tuttora, una vocazione turistica: in questo contesto le strutture turistiche si sono da fare nel tempo, offrendo servizi e qualità. E tutti sono al passo con i tempi, adeguando le richieste del mercato e dimostrando grande collabora-zione tra di loro, riuscendo a sfruttare le nuove tecnologie e internet, anche se abbiamo ancora qualche problema “tecnico” con l’adsl, che non riesce a raggiungere il paese. Ma un’altra grande risorsa di Pe-schiera è il commercio di prodotti artigianali, quelli certificati, Made in Italy, non quelli provenienti da Cina, est Europa o Medio Oriente. Il successo di Peschiera del Garda trova quindi le sue radici nel pas-sato: ha saputo sfruttare la vicinanza della ferrovia, e oggi quella della nuova tangenziale che sostituirà la statale 11. Il tutto, a servizio di un turismo di massa che richiama non solo stranieri ma gli stessi italiani, oltre agli stessi veronesi. Ecco perché anche oggi il nostro artigianato regge bene: perché ab-biamo imparato molto dalla nostra storia, e perché la continuità nel tempo con l’amministrazione comunale ha saputo dare risposte con-crete all’artigianato. Abbiamo lavorato insieme, in modo costruttivo, pianificando con loro il territorio, dedicando zone artigianali ai mercatini in varie zone del centro, ma anche nei paesi vicini, come San Benedetto di Lugana, sfruttandole e trasformandole in vere e proprie piazze per il commer-cio. Questo ci ha permesso di uscire dalla rigidità di un tempo. Ecco allora che rispetto agli anni passati abbiamo, anche se siamo nel bel mezzo della crisi economica, una grande richiesta di mercatini, vera grande risorsa e tradizione artigiana di Peschiera. Ne abbiamo ben 15: esclusi i mesi di pioggia, possiamo dire che nei prossimi tre mesi ogni fine settimana sarà dedicato a mercatini artigianali, dove l’artigianato ad-dirittura arriva a produrre, in alcuni casi e dove possibile, il suo pro-dotto sul posto. È questo che la gente vuole, è questo che piace. Ed è un segno più che positivo, perché significa che Peschiera del Garda è un comune in cui si concentra un grande flusso di presenze e in cui la gente arriva volentieri, apprezzando ciò che il territorio offre e che abbiamo saputo valorizzare.

UMBERTO CHINCARINI Sindaco di Peschiera del Garda

UMbERtO chINcARINI

sindaco di Peschiera del Garda

voCE ai CoMuNi DEL tErritorio

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A Thiene, comune del Vicentino di 24mila abitanti, a vocazione com-merciale e con un forte tessuto industriale nel settore manifatturiero, la crisi si sta facendo sentire. Anche se gli imprenditori stanno cercan-do altre strade e altre opportunità, soprattutto nei mercati esteri. “Ne-gli anni Ottanta e Novanta era sufficiente mettere a disposizione delle aziende una zona industriale a prezzi agevolati per veder nascere i ca-pannoni – racconta il sindaco Giovanni Casarotto – oggi invece il la-voro bisogna andarselo a cercare”. A Thiene si sono ridimensionati ne-gli anni soprattutto i gruppi più forti. E anche la delocalizzazione, che è stata un must nel passato, risente del momento difficile. L’edilizia, che prima vantava aziende con fatturati dai grandi numeri, è praticamente ferma. Ma grazie ad un tessuto produttivo differenziato molte attività sono riuscite a reggere comunque. “Gli imprenditori che si rivolgono all’export resistono bene – continua il sindaco – viaggiano alla ricerca di nuove commesse e nuovi mercati ma reggono. Il problema riguarda soprattutto le imprese che si rivolgono al mercato interno”. La città, che affianca le bellezze architettoniche del centro e delle colli-ne alle infrastrutture a servizio delle imprese soffre comunque il mo-mento. E il comune ha provato, per quanto possibile, a dare risposte al territorio e all’imprenditoria. “L’amministrazione, per quanto riguarda il problema strettamente lavorativo, può fare ben poco, ma aiutare le imprese a trovare risposte adeguate in tempi brevi senza creare paletti sì. Gli imprenditori lamentano soprattutto difficoltà burocratiche su cui stiamo lavorando per snellire ulteriormente le procedure. A Thie-ne abbiamo ridotto di molto gli oneri di urbanizzazione per far ripar-tire l’edilizia, soprattutto in centro storico e nelle zone degradate della città, agevolando le ristrutturazioni. Pur avendo necessità di risorse, non abbiamo applicato l’aliquota massima sull’IMU per le attività pro-duttive e anche in vista della Tares stiamo valutando i coefficienti di moltiplicazione minimi da applicare”. La creatività e la capacità im-prenditoriale delle aziende del Nordest, quella di tirarsi su le maniche e andare avanti comunque, è stata di grande aiuto. “Le imprese hanno cercato sempre più di lavorare in rete e di aprirsi ai mercati interna-zionali. In Europa e non solo. Ci sono lavoratori che mi raccontano di prendere 6 aerei in 3 giorni ma di riuscire così a portare a casa commesse per le produzione. Gli imprenditori insomma si aggiorna-no, studiano, fanno ricerca e nei mercati offrono prodotti tecnologica-mente sempre più avanzati. La crisi si affronta così”.

Camisano, comune della cintura urbana di Vicenza, a circa 15 chilo-metri dalla città, conta 10.800 abitanti e ha vissuto una notevole cre-scita demografica soprattutto nell’ultimo decennio, con un incremento di oltre 2000 residenti. Un tessuto produttivo misto, caratterizzato da circa 300 imprese artigiane e alcune industrie importanti. “Che – dice il sindaco Renzo Marangon – è riuscito a parare i colpi della crisi gra-zie ad attività differenziate, dalla lavorazione di materiali ferrosi ai ma-nufatti, dall’autotrasporto all’alimentare”. E se le imprese hanno saputo comunque sfruttare le potenzialità dell’imprenditoria locale, scegliendo le economie di mercato più giuste e riuscendo ad inserirsi anche nei cir-cuiti di livello internazionale, a Camisano resta alta anche la vocazione commerciale. Con il mercato domenicale, realtà che nasce nel 1500 e che dal 1865 continua la tradizione. “Resta una presenza molto forte sul territorio – continua il sindaco – che richiama migliaia di persone nel nostro comune”. Del resto, dice il primo cittadino, il primo supermer-cato del Veneto è stato realizzato proprio qui. In un territorio che gli imprenditori hanno sempre cercato di valorizzare. “Qui ci sono aziende dirette da persone che amano il lavoro, la propria gente e il territorio. Sa-rebbe stato facile per loro delocalizzare, ma la maggior parte ha tenuto duro e non l’ha fatto, valorizzando il locale. Bisogna riconoscere questo merito ai nostri imprenditori”. L’amministrazione comunale di Camisano ha quindi cercato, per quan-to possibile, di rispondere alle richieste e alle sollecitazioni del mondo dell’impresa. Di problemi burocratici nei procedimenti il sindaco Renzo Marangon non vuole sentir parlare. “Non è un problema, gli uffici sono efficienti, sanno che è una priorità. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese – dice - abbiamo sviluppato il piano casa e cercato di mante-nere la seconda aliquota IMU allo 0.85, che ci consente di avere delle risorse ma di non incidere troppo sulle attività produttive. Con una va-riante urbanistica approvata poi abbiamo cercato di rispondere anche alle esigenze delle imprese agricole. Di certo il tema lavoro è diventato prioritario. Il settore orafo ha sofferto la crisi per numero di addetti, l’e-dilizia si era fermata. Ora qualche gru comincia a ritornare sul territorio e qualcosa si muove. Le imprese tengono, molte famiglie hanno fatto le formichine e ci sono risorse da investire per fortuna. Certo se domani arrivasse a Camisano un’azienda con 200 posti di lavoro, si farebbe pre-sto a trovare personale disponibile perché la crisi c’è ma rispetto ad altri territori la situazione è meno difficile”.

GIOVANNIcASAROttO

RENzO MARANGON

sindaco di Thiene sindaco di Camisano Vicentino

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20 storie artigiane

di Ferdinando Marchi

Le esperienze di Consorzio Eurobus e Veneta Bus nei servizi per le scuole e il turismo - Ne parla il presidente Marco Cussolotto: una scommessa nata nel 2002 e oggi una realtà consolidata - La crisi

però si fa sentire e al comune si chiedono attenzione in tema di imposte, TPL e di incentivi

traSPorto PuBBLiCovEroNa iNSEgNa

Consorzio Eurobus Verona e Veneta Bus, due scommesse che si sono affermate sul territorio veronese: il consorzio contri-buendo al progresso di un servizio pub-blico come il trasporto scolastico e radi-candosi nella filiera del turismo, e Veneta Bus, una sorta di “costola” del consorzio, CHE sta dimostrando come possa esse-re efficace la collaborazione tra pubblico e privato nel trasporto locale. Due realtà fortemente inserite e attive nello sviluppo del territorio. Ne parliamo con l’ing. Mar-co Cussolotto, Presidente del Consorzio Eurobus. “Si tratta di una scommessa, che il tempo ha reso una realtà consolidata e rispettata. Il Consorzio è nato nel 2002. Ad oggi rappresenta 41 imprese della Provincia di Verona più la Veneta Bus e può contare su 183 mezzi turistici oltre agli scuolabus”.Il Consorzio ha contribuito al migliora-mento della qualità dei servizi scolastici ?“Sicuramente, e i miglioramenti sono dati dal fatto che tutte le aziende che effettuano il trasporto scolastico per conto del Consor-zio Eurobus sottopongono i propri mezzi a periodici controlli, si muniscono di perso-nale qualificato e praticano formazione con-tinua. La partecipazione del consorzio alle gare d’appalto per conto delle singole ditte consorziate è garanzia di una preparazione tecnica e burocratica ineccepibile. Dove si è reso conveniente, il consorzio ha costitu-ito importanti ATI con altre aziende anche pubbliche (ATV, APAM), creando forti lega-mi e sinergie, a tutto vantaggio anche delle amministrazioni pubbliche. Inoltre il Con-sorzio Eurobus si pone come referente unico al quale il Comune può fare riferimento so-prattutto nei casi in cui ci sono più aziende che effettuano il servizio di trasporto scola-stico presso lo stesso ente. E vi sono inizia-tive di miglioramento che si stanno sempre

andando così in controtendenza. Dedicare più stalli di carico/scarico passeggeri oltre a limitare il meno possibile le zone di transito ai bus turistici. Incentivare quindi il turismo su autobus e non ostacolarlo applicando “dazi medioevali” e costosissimi parcheggi che allontanano i tour operator da Verona”. Veneta Bus svolge in subaffidamento parte delle linee urbane di Verona: questa colla-borazione con ATV conviene a entrambe?“Certo. I subaffidamenti permettono di sopperire a carichi di lavoro straordinari, notturni e soprattutto festivi, che l’azienda pubblica dovrebbe affrontare con costi ele-vatissimi e poche risorse”.

più diffondendo tra i consorziati quali ad esempio la personalizzazione dell’esterno degli scuolabus con grafiche particolarmen-te riconoscibili, soprattutto per i bambini”.Verona quarta città turistica d’Italia. Come sta andando?“Tira una pessima aria. La richiesta di ser-vizi turistici è calata di quantità e di qualità. Netto calo hanno avuto anche le gite sco-lastiche. Sempre meno sono i privati che si “prendono la responsabilità” di organizzare gite, a partire dalle parrocchie, che una vol-ta erano una buona fonte di lavoro. La con-correnza è tanta, agguerrita e spesso sleale, a scapito della qualità. Più le aziende sono “ordinate e serie” e maggiormente debbono affrontare costi di gestione esagerati, che creano un serio ostacolo nel mercato”.Cosa si potrebbe fare di più o meglio per sviluppare una risorsa così importante?“Per quanto riguarda la città di Verona si dovrebbe contenere al minimo il costo dell’ingresso ZTL Bus o magari eliminarlo,

MARCO CUSSOLOTTO, PRESIDENTE CONSORzIO EUROBUS

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21storie artigiane

di Ferdinando Marchi

L’azienda veronese fa parte del tessuto cittadino ed è garanzia di risposte di qualità nei trasporti -Il presidente Bruno Tacchella spiega le difficoltà e le carte vincenti: si potrebbe fare di più per attirare più visitatori in città - Bisogna che riparta l’economia mondiale, altrimenti la situazione non cambierà

L’Unione Radiotaxi di Verona è molto di più di un numero telefonico per chiamare un taxi. E’ un’azienda che si compenetra con il tessuto cittadino, che nel tempo ha sperimentato il ruolo di multiservizi fino a gestire la city logistic, promotrice di in-novazione. Bruno Tacchella è il Presidente della cooperativa. “L’obiettivo di Radiotaxi Verona è proprio quello di divenire sempre più un’azienda multiservizi che abbracci una gamma di esigenze di trasporto di qualsiasi tipo. Inoltre i quotidiani contatti con i vari settori dell’amministrazione comunale e del comando vigili urbani ci rendono protago-nisti del tessuto cittadino”.Dalle auto di scorta alla centrale satelli-tare, dalle telecamere sulle corsie prefe-renziali al taxi collettivo o a chiamata con sms. Spesso si è arrivati tra i primi in Ita-lia: paga investire in innovazione?“Mai come in questi momenti di recessione economica, di incertezza politica e ammini-strativa, arrivare primi è indispensabile. Il confronto con altre realtà quotidiane nazio-nali ed europee ci aiuta ad analizzare in qua-le direzione è meglio andare e grazie anche all’indispensabile collaborazione con i miei amministratori e soci devo ammettere che ci abbiamo spesso indovinato”.Turismo veronese: il bilancio com’è?“C’è stato un calo fisiologico. Le opere in

Arena sono andate benino e l’Ente Lirico ha lavorato intensamente anche per la promo-zione del centenario della fondazione. La cit-tà piace molto, ma si potrebbe fare ancor di più, soprattutto sfruttando il mito di Romeo e Giulietta. Non dimentichiamoci dell’o-spitalità per eventi fieristici e congressuali, ormai ridotti al lumicino quando abbiamo strutture all’avanguardia per ospitarli”.Cosa si potrebbe fare di più?“Oltre a quanto già detto, si potrebbero or-ganizzare eventi culturali e sociali, anche con un contenuto investimento, ma con numeri interessanti (es. Tocatì, San Valenti-no, mercatini di Natale, Club di Giulietta).

Attrarre quante più persone possibile ri-sulterebbe importantissimo nel caso in cui rimanessero entusiaste dell’ospitalità e delle bellezze: si alimenterebbe un passaparola per amici e conoscenti”. Le soluzioni per migliorare la mobilità restano un tema spinoso: parcheggi di prossimità, zTL, tramvia o filovia, sema-fori intelligenti o telecamere. Quali sono le priorità dal vostro osservatorio?“Siamo favorevoli a quanto l’amministrazio-ne comunale sta progettando e realizzando. Vorremmo essere ascoltati un po’ di più, vi-sta la nostra esperienza quotidiana. Certo non è facile coniugare gli interessi o le idee di tutti in soluzioni condivise. Siamo preoc-cupati che questa crisi rallenti o impedisca gli investimenti strutturali previsti, soprat-tutto in materia di sicurezza stradale”.Dove batte più forte la crisi in città?“La crisi in parte è reale e in alcuni casi drammatica, ma contemporaneamente è anche psicologica, coinvolgendo al rispar-mio anche le persone che potrebbero spen-dere di più. La crisi dei nostri servizi si sente dal privato che qualche volta utilizza mezzi di trasporto alternativi o dalle grosse azien-de e banche che incentivano l’uso collettivo dei taxi o i rimborsi calmierati ai loro col-laboratori. Se non fosse il turista o chi per lavoro o altro passa da Verona, per quei ser-vizi che richiedono i residenti saremmo già in grossissime difficoltà”.Istituzioni, aziende partecipate, associa-zioni economiche, banche. Cosa possiamo chiedere?“Niente che già non conoscano. Stiamo as-sistendo ad una politica che “vivacchia” in attesa di tempi migliori. Se non parte l’eco-nomia mondiale, i consumi e quindi il be-nessere, possiamo avere le migliori istituzio-ni politiche e sociali ma i risultati saranno sempre in negativo”.

uNioNE raDiotaxiCoME MuLtiSErvizi

BRUNO TACCHELLA Presidente Unione Radiotaxi di Verona

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22 storie artigiane

sta ottenendo un grande riscontro. A inizio 2013 l’impresa ha vinto l’appalto con una grande azienda di installazione pubbli-ca in Slovenia, alla quale ha fornito 1250 lampioni. Numerosi tratti stradali sono stati rinnovati, con un’illuminazione più efficien-te sia in termini ambientali che energetici. Un’altra esperienza positiva arriva dalla Francia, dove la Rasotto ha appena stretto un accordo con un’importante agenzia com-merciale francese. L’impresa, inoltre, ha avu-to contatti con Argentina e Urugay, ha fatto svariate presentazioni nei Comuni di Fiume e Zagabria, a Belgrado e ha ricevuto richie-ste anche da Sarajevo in Bosnia. Nel campo dell’illuminazione insomma, ma ormai in quasi tutti i settori, la tecnologia ha raggiunto livelli di maturità sufficienti per migliorare molti dei servizi pubblici, portando a un’ottimizzazione delle risorse e a un risparmio per le amministrazioni. Ma ciò di cui dobbiamo davvero renderci conto è il valore delle nostre imprese artigiane. È dalle piccole aziende che possono arrivare le

iLLuMiNazioNE E autoBuS a CHiaMataLe storie artigiane che fanno sperare sul futuro: la Rasotto di Molina di Malo ha investito nell’innovazione - Ora porta in Italia e nel mondo un nuovo sistema di riduzione dei costi della luce dei lampioni, pubblici e privatiL’impresa autonoleggio di Ubaldo Schievano di Montecchio Maggiore lavora con il Comune di Vicenza e Aim Mobilità per un nuovo modo di pensare il servizio di trasporto, a servizio dell’utente diminuendo gli sprechi

innovazioni più grandi. Da chi, come Rasot-to, continua a lavorare in Italia con sacrificio e passione.

L’autonoleggio al servizio del nuovo taxi-bus a chiamataLa nuova frontiera del trasporto pubblico, a Vicenza è il «taxi-bus a chiamata». Basta aspettare a lungo alla fermata. Ora è l’auto-bus ad attendere i passeggeri, che chiamano e acquistano il biglietto con un sms. Tutto è iniziato a gennaio con il bando lancia-to da Comune berico e Aim Mobilità per trasformare il trasporto bus notturno in un servizio a chiamata. L’idea di appaltare a mezzi privati le corse serali degli autobus nasce per rispondere alle esigenze di mobili-tà dovendo far fronte ai pesanti tagli dei tra-sferimenti regionali. L’obiettivo è quello di riuscire a risparmiare in un anno 120 mila euro offrendo ai 40 mila utenti serali di Aim un servizio efficiente. Un’innovazione apri-pista a livello regionale e nazionale. Si tratta, infatti, del primo caso in Italia di trasporto pubblico notturno a chiamata. Vicenza ha aperto il bando per sostituire i bus da dieci metri con mezzi privati più piccoli e ecologici. Come le auto dell’im-presa Autonoleggio di Ubaldo Schievano

L’illuminazione pubblica è una delle prin-cipali voci della spesa energetica dei co-muni italiani. Una porzione non indiffe-rente che oltre a generare significativi costi di gestione è fonte altresì di una particolare forma di “inquinamento luminoso”. Rara-mente, purtroppo, i livelli di illuminazione vengono adattati al traffico veicolare sulle strade pubbliche, anche se la necessità di utilizzare il pieno regime diminuisce consi-derevolmente dopo la mezzanotte. Eppure la pubblica illuminazione è anche uno dei campi in cui politiche per l’efficienza e inter-venti di riqualificazione degli impianti pos-sono generare maggiori risparmi.Ne è una dimostrazione Francesco Rasot-to, veterano nel settore dell’elettronica e ti-tolare della Rasotto snc di Molina di Malo. In attività da ormai 36 anni, dal 2004 sta lavorando a un sistema di riduzione dei con-sumi per l’illuminazione di strade, piazzole, viali e parcheggi. “Il nostro sistema - spiega - permette di intervenire sul nuovo o sull’e-sistente con un modulo elettronico che è costato due anni di lavoro tra ricerca e re-alizzazione”. Si tratta di un software intelli-gente che, inserito nel lampione, permette di impostare l’intensità luminosa a seconda del traffico e abbassare del 60% il consumo du-rante le ore notturne. “Il modulo può essere programmato in modo da garantire l’uso del lampione a luce piena nelle prime ore della serata, mentre quando il traffico si riduce è inutile mantenere accese file e file di lampio-ni, che consumano migliaia di KWh. Possia-mo portare l’illuminazione ad un minimo, sufficiente a non creare zone d’ombra, che consente un risparmio del 45/50% sui con-sumi. Nell’arco di due anni e mezzo si ripaga l’investimento e poi si inizia a guadagnare!” Il primo esempio di installazione è stato fatto nel territorio di Marano Vicentino. L’intera operazione è stata gestita diretta-mente dalla Rasotto snc che ha fatto anche una rilevazione dei consumi prima e dopo. I risultati parlano di un risparmio reale del 70%! Altre installazioni sono presenti in Veneto, Friuli, Trentino, Toscana, Ligu-ria e in alcuni comuni della provincia di Varese. Ma il modulo è ormai consolidato e conosciuto anche al di fuori dell’Italia, dove

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iLLuMiNazioNE E autoBuS a CHiaMataLe storie artigiane che fanno sperare sul futuro: la Rasotto di Molina di Malo ha investito nell’innovazione - Ora porta in Italia e nel mondo un nuovo sistema di riduzione dei costi della luce dei lampioni, pubblici e privatiL’impresa autonoleggio di Ubaldo Schievano di Montecchio Maggiore lavora con il Comune di Vicenza e Aim Mobilità per un nuovo modo di pensare il servizio di trasporto, a servizio dell’utente diminuendo gli sprechi

storie artigiane

Sviluppo

I NOSTRI SPORTELLI a Vicenza e a Verona Artigiano è un Consorzio Fidi. La sua attività principale

consiste nella prestazione di garanzie, a favore dei propri associa-ti, al fine di agevolare l'accesso al credito. Sviluppo Artigiano si prefigge altresì l'obiettivo di aggregare le imprese per semplificare il dialogo con il sistema bancario e finanziario e migliorare la conoscenza dei prodotti.

Sviluppo Artigiano opera in Veneto e in Lombardia. È iscritto nell'Elenco Speciale degli Intermediari Finanziari, previsto dall'art 107 del T.UB. e, in quanto tale, è soggetto alla vigilanza della Banca d'Italia. Per questa ragione il sistema bancario e finanziario attribuisce particolare vigore alle garanzie rilasciate da un Confidi quale Sviluppo Artigiano.

Le principali linee di credito di Sviluppo Artigiano sono: - credito a breve (fido di c/c, sbf, anticipo fatture, anticipo contratti, etc.) - credito a medio/lungo termine (mutui per investimenti e progetti di innovazione, consolido passività, ristrutturazione di posizioni debitorie, liquidità)- finanziamenti agevolati- credito per l'avvio di nuove imprese

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VicenzaVia G. Zampieri, 19 t. 0444 569900 f. 0444 [email protected] anche a:Bassano del Grappa, Castegnero, Cornedo Vicentino, Molvena, Montecchio Maggiore, Schio e Thiene

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di Montecchio Maggiore. Schievano, ar-tigiano iscritto alla CNA, da ormai quattro anni gestisce un servizio professionale di noleggio auto con conducente e grazie al rapporto con la Magic Bus di Altavilla, as-segnataria del servizio taxi notturno, dal 18 marzo viaggia anche lui per le strade di Vicenza per il nuovo servizio serale. Ubaldo Schievano mette a disposizione i suoi mini-bus con 8 e 19 posti ma anche auto di lus-so, come quelle che accompagnano uomini d’affari e delegazioni di primissimo piano. “Il servizio, in via sperimentale fino al 18 giugno, ha ottenuto risultati talmente po-sitivi da essere prorogato fino a settembre quando ci sarà il nuovo bando - racconta - e si sta pensando di portarlo anche al mat-tino e di aumentare il numero delle linee. È stata una sfida per noi, ma anche per Aim.

Il servizio sta prendendo piede in città e la gente è contenta perché non deve più aspet-tare l’autobus. Dalla chiamata noi abbiamo 20 minuti per arrivare alla fermata, e se sia-mo in anticipo attendiamo fino all’orario prestabilito”.Le linee coperte sono quattro: 1, 2, 5, 8. Con un semplice sms si può prenotare e pa-gare una corsa che porta con 2 euro in una delle 176 fermate, senza la necessità di cam-biare o di aspettare le coincidenze. Un siste-

ma che rivoluziona il concetto stesso del ser-vizio: non è più l’utente che deve adeguarsi agli orari di passaggio stabiliti dall’azienda, ma è l’azienda ad attivarsi solo quando l’u-tente ne ha bisogno.Il servizio funziona dalle 20.30 alle 23.30, sette giorni su sette ed ha conquistato tutti i vicentini. Viene infatti utilizzato dai giova-ni, che nel fine settimana lo usano per rag-giungere le discoteche, ma anche dai turisti e dagli anziani che avevano smesso di uscire alla sera per paura di tornare a casa da soli o per non restare anche più di 40 minuti ad aspettare l’autobus. I benefici sono tanti: meno inquinamento e meno sprechi, più co-modità per gli utenti, garanzia di un servizio sicuro per tutti, riduzione dei disagi per chi abita lungo i percorsi più trafficati, e un gran risparmio per l’amministrazione pubblica.

di Irene Tecchio

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Marcello Splendore, titolare di un’impre-sa edile a Montegaldella dal 1976, è stato riconfermato alla presidenza dell’Unione Costruzioni di CNA Vicenza. Già presi-dente della Cassa Edile e comunque da vent’anni in CNA, ha seguito l’evolversi della categoria e in particolare dell’edilizia, dal momento di grande crescita e svilup-po all’attuale situazione di crisi economica. Ed è proprio il settore costruzioni che, tra gli altri, sta facendo grande fatica a ripar-tire. “È tutto fermo e non si riesce a far riavviare il settore e nemmeno a vedere una soluzione che ci faccia dire: domani si ricomincia. Da presidente della cassa edile ho visto l’andamento in crescita e poi in netta discesa. Adesso si sta ipotizzando la fusione in Veneto tra CEVA, cassa del-le imprese di CNA, e CEAV, aziende del-la Confartigianto, con la creazione di una nuova Cassa Edile Artigiana con 20mila addetti ed oltre 5mila aziende. Ma la crisi che si è abbattuta nel settore, già dal 2008, ha portato nel 2010 a far perdere nella fi-liera 5700 iscritti, pari ad un meno 8% nel-le 9 Casse Edili del Veneto. Tante imprese sono state costrette a chiudere. E non è vero, come sostiene qualcuno, che la crisi fa saltare solo le imprese che non sanno la-vorare. Nell’ultimo quadrimestre del 2012 il fatturato del settore costruzioni ha regi-strato una ulteriore flessione del 2,8%. E i problemi continuano anche nel 2013”. ll presidente Splendore quindi non na-sconde la sua forte preoccupazione. “Sono state tentate altre strade, anche la defiscalizzazione al 65%, ma è servito a

poco. La gente non ha disponibilità eco-nomica e le banche non concedono più credito, e questo blocca il settore immobi-liare. A questo si aggiunge il problema che gli istituti di credito chiedono alle imprese di rientrare dai fidi”. L’appello va quindi proprio alle banche. “Innanzitutto serve maggiore elasticità dagli istituti di cre-dito. Va bene chiedere garanzie ma non come avviene oggi. Nemmeno dare in ga-ranzia la casa è sufficiente, le banche han-no stretto ulteriormente la concessione del credito: le imprese non hanno liquidità per investire e l’utente, senza la concessione di un mutuo, non può far lavorare le aziende e quindi acquistare o costruirsi la casa. Se ci fosse maggiore liquidità si potrebbe ri-partire. Servono forme di garanzia diverse per cui le coppie solvibili possano avere un prestito. Il problema principale è questo”.CNA ha lanciato Ri-edilizia Team.“Abbiamo proposto il progetto ‘casa chia-vi in mano’ perché pensavamo che potesse rappresentare una soluzione puntando sul-la ristrutturazione dell’esistente. Iniziativa che ha destato sicuramente interesse, ab-biamo fatto diversi sopralluoghi ma è dif-ficile anche ripartire dalle ristrutturazioni in questo momento. Sarebbe importante invece che anche i comuni e gli enti locali facessero la loro parte, per far lavorare le imprese locali. Alcuni ci stanno provando ma hanno risorse limitate. Bisognerebbe cominciare a ristrutturare le scuole, gli asili, mettere a norma gli edifici pubblici. Sarebbe una bella fetta di lavoro per dare un po’ di ossigeno alle imprese”.

come e’ cambiata la cnaSi è chiusa per la CNA di Vicenza la tornata delle assemblee per il rinnovo dei dirigenti e l’elezione dei direttivi delle Sedi Territoriali, delle Unioni di Mestiere

e dei Gruppi di Interesse. Conferme e novità nei quadri dirigenziali in città e provincia. Ecco quindi la “Nuova CNA” attraverso i nomi di tutti i presidenti

Orazio Sergio PaolinBassano del Grappa

Marcello Splendore Castegnero – Area Berica e Costruzioni

Giuseppe Pillon Molvena

Luca AndolfattoMontecchio Maggiore

Anna Dall’AlbaSchio e Impresa Donna

Claudio PorraThiene

Giuseppe PrettoValdagno

Monica CarraroVicenza

Claudio GuglielmiAlimentare

uNioNE CoStruzioNi

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25speciale

È Ivano Maistrello, 50 anni, titolare di una moderna officina meccanica di lavo-ri di precisione e di alta qualità a Marano Vicentino, il nuovo presidente dell’U-nione Produzione di CNA Vicenza, che comprende gli operatori del legno e arre-damento, del ferro, di chimica, plastica e metalmeccanica. Eletto a maggio 2013, resterà in carica per i prossimi 4 anni. Con lui i componenti la Presidenza della Categoria: Antenore Vezzaro, Jean Louis Pettinà, Gianmarco zavagnin, Nicola Lievore, Carlo Dal San-to, Davide Chemello, Norberto Dall’Alba e Giuliano Pedron. “L’obiettivo – dice il neopresidente Ivano Maistrello – è di interpretare le esigenze di tutta l’unione e in particolare di porre at-tenzione alle direttive che regolamentano i vari settori. E fare in modo che, pur essen-do micro imprese, possano, aggregandosi, cogliere nuove opportunità e nuovi mer-cati. Inoltre ci proponiamo di organizzare regolarmente serate di aggiornamento e di formazione sulle varie tematiche di setto-re”. Ivano Maistrello, socio di CNA Vicenza dal 1999, nell’ambito degli incarichi pro-vinciali e regionali del settore produzio-ne, è anche impegnato da molti anni in altre attività associative, in particolare nella società di servizi della CNA Vicen-za, in cui ricopre la carica di presidente, e in qualità di componente del Comitato Tecnico d’Area del Consorzio Fidi Svilup-po Artigiano. Tra i progetti particolarmente innova-

tivi proposti dall’Unione Produzione “Mettiamo le ali”, che si propone di “far volare” le imprese oltre i confini, verso l’internazionalizzazione e nuovi mercati. L’iniziativa è partita dalla CNA Veneto in collaborazione con le CNA provinciali di Vicenza e Padova e con il coinvolgimento di Ecipa nei panni dell’organismo coordi-natore e di EBAV quale ente finanziatore. E a giugno si è tenuto il primo incontro, che ha affrontato il tema dei mercati in-ternazionali nel settore della meccanica, analizzandone le caratteristiche macroeco-nomiche, i canali distributivi, le consuetu-dini contrattuale e gli strumenti finanziari disponibili. “Proprio nel settore delle lavorazioni meccaniche – precisa il presidente di CNA Unione Produzione Vicenza Ivano Maistrello - il progetto ha riscosso un’im-mediata attenzione e raccolto le adesioni per le prime aggregazioni. Sono già una quindicina le imprese (delle aree di Vi-cenza, Padova e Treviso) coinvolte, sullo sfondo della convinzione che l’unione fra aziende complementari conduce a un raf-forzamento dell’offerta e a una riduzione dei costi. Il progetto continua ora– con-clude Maistrello – con nuovi incontri di approfondimento per le imprese; matching e creazione delle aggregazioni di minimo tre imprese complementari; analisi e map-patura specifica con riferimento ai mercati delle singole aggregazioni; individuazione degli strumenti necessari all’approccio dei mercati individuati ed eventuali opportu-nità di agevolazione”.

come e’ cambiata la cnaSi è chiusa per la CNA di Vicenza la tornata delle assemblee per il rinnovo dei dirigenti e l’elezione dei direttivi delle Sedi Territoriali, delle Unioni di Mestiere

e dei Gruppi di Interesse. Conferme e novità nei quadri dirigenziali in città e provincia. Ecco quindi la “Nuova CNA” attraverso i nomi di tutti i presidenti

Davide AzzolinGiovani Imprenditori

Antonietta Campesato Servizi alla Comunità

Ivano Maistrello Produzione

Roberto SegallaInstallazione Impianti

Riccardo Valente FITA

Daniela CampeseFedermoda

Arduino zappaterraArtigianato Artistico

Giorgio PillanBenessere e Sanità

Claudio GuglielmiAlimentare

Sergio CarraraComunicazione e T.A

uNioNE ProDuzioNE

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Marco Romitti, autotrasportatore di mer-ci, è il nuovo Presidente della FITA di Ve-rona. Un settore nevralgico quello dell’au-totrasporto, il più preciso termometro dello stato di salute della nostra economia. “La mia è una piccola azienda che trasporta materiali inerti per l’edilizia e da un po’ di tempo a questa parte facciamo anche tra-sporti con pianali e centinati per diversifica-re il settore che è sempre più in crisi. I no-stri committenti sono in prevalenza legati al mondo dell’edilizia e colleghi autotrasporta-tori associati FITA, con cui si collabora per uno scambio di lavoro”.La filiera dipende pertanto dai pagamenti della pubblica amministrazione?“La parte predominante della filiera è legata alla pubblica amministrazione ed è la parte più sofferente, a causa dei ritardi o a volte delle insolvenze che ci costringono ad ave-re meno potere contrattuale con gli istituti bancari e a ricorrere ai consorzi di garanzia”.L’effetto domino coinvolge anche i paga-menti da privati: quali le insidie?“Le insidie sono quelle di incappare in fal-limenti oppure in concordati, pratica molto

Valentina Stefanelli, titolare del Centro Estetico “Planet Sun” di Soave (VR) è la nuova presidente di CNA Verona Unione Benessere. Opera nel settore da 15 anni. Quali sono le difficoltà dell’Unione?“Quello che la nostra categoria trova come

diffusa ultimamente”.Anche le aziende più sane quindi finisco-no nel vortice della crisi di liquidità...“Si, sembra un para-dosso. Nel momento in cui c’è bisogno di liquidità e appoggi dal sistema bancario, le banche chiudono i ru-binetti mettendo le aziende sempre più in un vortice vizioso. In più noi trasportatori, a differenza dei nostri committenti che in un momento di difficoltà ci utilizzano come banca ‘non pagandoci’, non possiamo come conseguenza diretta non pagare i nostri for-nitori (gasolio per autotrazione) o i nostri autisti, due voci essenziali in questa realtà: rischieremmo di paralizzare l’azienda”.Da dove è più urgente partire per dare una chance alle nostre imprese?“Il gasolio fa da padrone essendo per il 50% il maggior costo del trasporto. Con questi numeri il rilancio nel nostro settore non potrà sicuramente esserci. Si dovrebbero aumentare i prezzi per adeguarli al costo ma in questo momento sembra una favola, pur

ostacolo è sicuramente la difficoltà d’accesso ai crediti, che per le nostre attività può es-sere fondamentale. Diventa molto limitante non essere agevolati sotto questo aspetto so-prattutto per le attività più giovani e recen-ti. Altro ostacolo si trova nei costi fissi per eventuali collaboratori non più apprendisti, diventati ormai insostenibili. CNA per noi è il miglior portavoce per riuscire ad arrivare a chi queste cose le può migliorare, così da rendere la ‘salita’ meno faticosa”.Iniziative e progetti nel 2013?“Nel 2013 CNA ha organizzato una serie di eventi dedicati alla categoria che imple-menteremo. A gennaio a San Martino Buon Albergo è stato organizzato un incontro dal titolo ‘Ritorno al futuro. Come trasformare la speranza in eccel-lenza’. Il relatore Lelio Canavero si è trovato davanti una platea di oltre 100 addetti del

con una legge importante, l’83 bis, che ci co-prirebbe i costi minimi per la sicurezza, ma che non siamo riusciti a far decollare”.Quanto tempo ci è rimasto?“Era tardi l’anno scorso. Sappiamo tutti be-nissimo che ogni giorno un sacco di aziende di trasporto muoiono per cause non pro-prie. Bisogna fare presto”.

settore estetica e acconciatura che volevano capire ‘come fare del 2013 uno dei migliori anni della vita professionale’. Il numero dei partecipanti ci dà l’idea di quanti tra noi im-prenditori e lavoratori dipendenti necessiti-no di momenti dedicati dal settore. Un altro di questi incontri si è realizzato a Bibione ‘Benessere 4D: come potenziare il tuo stato mentale-fisiologico-relazionale-professio-nale’. E poi ad aprile in CNA Verona ‘CNA per il Benessere: attori o spettatori?’ che ha toccato argomenti quali il mercato, il cliente, il futuro in continua evoluzione e modalità di sostegno bancario, investimenti di cresci-ta dando spazio a dibattito sulle problema-tiche della categoria. L’obiettivo è quello di proseguire su questa strada di sostegno”.

VERONA - I NUOVI PRESIDENTI DELLE UNIONI

CNA Alimentare - Dalla Vecchia GianfrancoFITA Trasporto merci - Marco RomittiEstetica - Valentina StefanelliAcconciatura - Denis BarettaAutoriparatori - Dino VincenziArredamento - Davide MargottoArtigianato Artistico - Marco BanterleCNA Taxi - Giorgio BeeCostruzioni - Luca NorderaImpiantisti - Marco SalvettiComunicazione - Paolo BarattaCNA Autobus - Marco CussolottoCNA Pensionati - Bruna Vincenzi

CNa vr uNioNE BENESSErE

Fita vEroNa

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LE NUOVE FONTI DI INFORMAzIONE ONLINE Oggi ci troviamo di fronte a un sovraccarico informativo, le fonti di informazione si sono moltiplicate anche in funzione dell’evoluzione delle nuove tecnologie e delle potenzialità di Internet. Online vi è stata un’esplosione di portali, siti di citizen journalism e aggregatori di notizie al punto che possiamo parlare di informazione multipiattaforma e multimediale. Il web non sostituisce certo i tradizionali media, ma è una risorsa ormai impre-scindibile di notizie utili e di servizi aggiuntivi a disposizione di utenti e cittadini. Ecco perciò alcuni dei siti che artigiani e imprenditori dovrebbero “leggere” e monitorare con frequenza per rimanere informati e cogliere le op-portunità messe a disposizione:

LEtturEaLtri MEDia LoCaLi

rubriche

Titolo: I SITI DEI COMUNI www.comune.vicenza.it e www.comune.verona.it

I siti per scoprire le attività del territorio co-munale e accedere via Internet ai vari ser-vizi erogati dalle Amministrazioni. Rispetto al classico sportello, la modalità on-line ha l’ovvio vantaggio di poter sbrigare pratiche ed ottenere informazioni direttamente dal proprio PC di casa o da quello dell’ufficio

risparmiando tempo e denaro. Inoltre per cittadini ed imprese è un modo semplice e diretto di ricevere risposte ai quesiti che co-munemente vengono rivolti ad un addetto allo sportello, inviare documenti ma anche sfruttare servizi di cui non si sapeva di ave-re accesso. Il comune di Vicenza offre, ad

esempio, la connessione wifi gratuita e la possibilità di seguire il Consiglio comunale in diretta. Verona permette di pagare on line i servizi scolastici, le sanzioni e le imposte.Tutti i comuni hanno un sito di informa-zione e servizio, facilmente rintracciabile: www.nomedelcomune.comune.it.

Titolo: I SITI DELLA CAMERA DI COMMERCIOwww.vi.camcom.it e www.vr.camcom.it

Una “cassetta degli attrezzi” per tutti coloro che vogliono fare impresa e per le aziende che già si confrontano con il mercato. Con un semplice click si possono ottenere infor-mazioni su come aprire un’azienda, come valorizzarla e come farla crescere. Le Ca-mere di commercio online costituiscono un

importante punto di riferimento per i settori produttivi e offrono una serie di strumenti utili per le imprese, navigabile anche in ver-sione mobile.

Tutte le Camere di commercio italiane han-no un sito web, facilmente rintracciabile: www.sigladellaprovincia.camcom.it.

Titolo: I SITI DEI GIORNALI LOCALIwww.ilgiornaledivicenza.it e www.larena.it

I siti per rimanere aggiornati sulle notizie di carattere comunale, regionale e nazionale, sapere le news dell’ultima ora e godere dei molti servizi multimediali offerti dalle testa-te online: Video tg, Live, Radio, Dossier… Il Giornale online è un’ulteriore collegamento

ai numeri utili per il cittadino e per le impre-se. E proprio perché siamo diventati sempre più nomadi, tutti i giornali stanno ormai affiancando alla versione cartacea quella di-gitale. All’informazione free in tempo reale sul web si aggiunge poi la formula a paga-mento che permette, con un unico abbona-mento, di sfogliare il quotidiano su pc, tablet

e smartphone. I quotidiani digitali abilitano un nuovo modo di comunicare le informazioni e una modalità innovativa di raccolta e diffusione della pubblicità locale.

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Titolo: I SITI DELLA CAMERA DI COMMERCIOwww.vi.camcom.it e www.vr.camcom.it

DEStiNazioNivErSo La CittÀ iNtELLigENtE

L’Italia si trova a dover fronteggiare numerose sfide legate alla crisi economica, alla disoccupazione e al rilancio della competitività. Il re-cupero di porzioni di città e la conversione di parti di territorio pos-sono rappresentare una risposta alle sfide dell’attuale crisi e rilanciare l’economia verso uno sviluppo sostenibile dei territori. Le amministrazioni comunali da sole, però, non hanno le risorse per sostenere tali progetti di riqualificazione urbana. È necessario puntare su azioni di partenership tra comuni e su interventi sinergici fra ente pubblico e privato. Ed è proprio quello che hanno fatto i Comuni di Genova, Milano e Torino alleandosi, con la firma di un protocollo d’intesa, per un pro-cesso condiviso di trasformazione verso la Smart City. L’obiettivo è di guidare nei prossimi anni il processo di evoluzione e trasformazione delle città, grazie a una cooperazione interregionale capace di ridurre gli sprechi energetici, sperimentare progetti di innovazione sociale, progettare azioni di mobilità sostenibile e di trasporto pubblico e logi-stico a basso impatto ambientale. La collaborazione tra città consen-tirà inoltre di promuovere in maniera concordata le iniziative adatte a ogni territorio, guidando il dialogo tra le imprese, i centri di ricerca e gli attori sociali. Pur continuando a lavorare singolarmente sulle spe-cificità dei singoli Comuni coinvolti, le nuove Smart City metteranno a sistema le rispettive eccellenze condividendo le soluzioni di successo per migliorare la qualità di vita dei cittadini, incentivare la politica insediativa del comune e creare un ritorno economico anche per il privato.

Genova, Milano e Torino. L’ex triangolo industriale del Paese verso la Smart City

TORINO

MILANO

GENOVA

Da one company town e città post-fordista a frizzante realtà always on the move. Il capoluogo piemontese è una delle medie metropoli eu-ropee che ha maggiormente modificato il proprio paesaggio urbano, aprendosi ad uno sviluppo sostenibile attraverso la riqualificazione di edifici ex industriali. A metà degli anni novanta la Città ha iniziato ad intervenire sul tema del recupero urbano con un lungo elenco di po-litiche, strumenti e processi. La crisi della città fordista aveva lasciato più di sei milioni di metri quadrati di aree industriali dimesse. Grazie a risorse europee e nazionali, pubbliche e private, sono stati avviati grandi progetti di trasformazione urbana: sono nati nuovi quartieri, nuove centralità. Oggi Torino sta divenendo una “città intelligente” anche grazie a servizi innovativi come il teleriscaldamento, importan-te progetto di risparmio energetico, e il servizio di Bike Sharing, che ha cambiato le abitudini di spostamento dei Tori-nesi, con una concreta soluzione di mobilità sostenibile.

Milano, grazie alle azioni messe in atto dal Comune e al rapporto di col-laborazione con la Regione e la Provincia, si sta trasformando rapida-mente in una metropoli all’insegna dell’ambiente, della mobilità sosteni-bile e dell’innovazione tecnologica. Tra i progetti in via di definizione ci sono la banda larga ed ultralarga, sia fissa che mobile, ma anche l’abilita-zione ai pagamenti elettronici e l’ottimizzazione dei consumi energetici. L’iniziativa Smart City potrebbe portare, nelle tasche delle imprese del territorio, risorse pari a 1.5 miliardi di euro, che arriverebbero grazie all’attivazione di nuovi servizi nell’ambito della tecnologie, della comu-nicazione, della mobilità e dell’efficienza energetica.

Genova è una città che, prima di altre in Italia, si è misurata con la “rivoluzione cloud” elaborando un progetto di smart city, condiviso e finanziato dall’Unione Europea. Il Comune, assieme alla struttura tecnica Urban Lab, ha lavorato alla redazione del nuovo Piano Urba-nistico Comunale (PUC) con un approccio innovativo che pianifica lo sviluppo del territorio a medio e lungo periodo.Molti poi i progetti e le iniziative messe in campo per sviluppare il risparmio energetico, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica. Nel-la lista ci sono le App FreeWifiGenova e AMT Mobile, i progetti fi-nanziati dall’Unione europea sull’illuminazione led nell’area del Porto Antico, sul risparmio energetico all’interno degli edifici scolastici e di abitazioni di edilizia pubblica, sullo sviluppo di servizi di pubblico in-teresse attraverso ITC e Open Infrastructures.

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n e w s , e v e n t i , a p p u n t a m e n t iartigiaNato & iMPrESE

A tutti gli associati di CNA Verona è riconosciuta una riduzione delle tariffe del 20% sulle prestazioni medico-sanitarie negli ambulatori medici specialistici di Verona in via Puglie 24.Info e Prenotazioni Poliambulatori Santa Sofia 045 8104760 www.poliambulatorisantasofia.comCentro Medico Cangrande 045 8031213 www.cmcangrande.comOrario continuato dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 19.00

Nuova convenzione tra CNa verona e Poliambulatori Santa Sofia / Centro Medico Cangrande

Il Patronato Epasa CNA, in collaborazione con AURIS Italia, gruppo leader nel campo della prevenzione uditiva, offre un appuntamento gratuito per un test dell’udito e una verifica della situazione lavorativa e pensionistica nella Sede Provinciale di Verona in via Ca’ di Cozzi, 41.Info e Prenotazioni Referente: Damiela Egidi 045 8300219 [email protected] dal martedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30

Patronato EPaSa – CNa verona: un appuntamento gratuito per la tua salute

L’iniziativa parte dalla CNA Veneto in collaborazione con le CNA provinciali di Vicenza e Padova e con il coin-volgimento di Ecipa nei panni dell’organismo coordinatore e di EBAV quale ente finanziatore. L’obiettivo di “Met-tiamo le ali” è di creare aggregazioni di imprese per proporre ai mercati europei ed extraeuropei pacchetti di prodotti e servizi complementari.Per ottenere informazioni e partecipare al progetto visitare il sito www.mettiamoleali.it o [email protected]

“MEttiaMo LE aLi” – un progetto per “far volare” le imprese della meccanica oltre i confini, verso l’internazionalizzazione e nuovi mercati.

Agos mette a disposizione dei suoi clienti il prestito personale flessibile Duttilio che, nel corso del finanziamento e senza costi aggiuntivi, permette di:- modificare la rata aumentandone o diminuendone l’importo in base alle proprie esigenze.- saltare una rata rimandandone il pagamento- estinguere anticipatamente il prestito senza penaliDuttilio è trasparente e immediato: tutta la documentazione e il bonifico entro 48 ore dall’approvazione della richiesta direttamente sul conto corrente bancario/postale del richiedente.Per saperne di più contattare la sede CNA di Vicenza – tel. 0444/569900 e per presentare direttamente la richiesta rivolgersi presso la filiale AGOS di Vicenza in viale Milano 48/54 - tel. 0444/540141 - www.duttilio.it

accordo CNa vicenza – agos per un prestito flessibile

La Regione del Veneto e Veneto Sviluppo, in collaborazione con i confidi e le banche, hanno messo a punto alcuni nuovi prodotti finanziari come aiuto concreto agli imprenditori della nostra Regione.Le tre linee di intervento sono:- Sostegno ad operazioni di riscadenziamento dei termini di rientro del credito- Sostegno ad operazioni di consolidamento dell’indebitamento- Sostegno al circolantePer saperne di più e per la consultazione dell’elenco completo delle banche a cui rivolgersi, consultare www.sviluppo artigiano.it oppure l’Ufficio Cre-dito di CNA Verona e di CNA Vicenza

rilanciamo l’economia veneta con più credito

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BANCA DI ROMANO E SANTA CATERINA • CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI BRENDOLA • BCC DI CAMPIGLIA DEI BERICIBANCA SAN GIORGIO QUINTO VALLE AGNO • BANCA DEL CENTROVENETO • BCC DI PEDEMONTE BANCA DI CREDITO COOPERATIVO VICENTINO • CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI ROANA • BANCA ALTO VICENTINO

L a m i a b a n ca è d i f f e r e n t e

“I Vicentini lo sanno...

Io scelgo una Banca di Credito Cooperativo

che mi dà sicurezza, affidabilità ed è sempre vicina

al mio territorio”

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