“Nuovi adolescenti”, nuove sofferenze e patologie civili...

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Nuovi adolescenti”, nuove sofferenze e Nuovi adolescenti”, nuove sofferenze e patologie civili: un approccio psico-socio- patologie civili: un approccio psico-socio- educativo per contrastare la dispersione educativo per contrastare la dispersione scolastica scolastica MAURIZIO GENTILE Psicologo, Psicoterapeuta Coordinatore Osservatorio Regionale sul fenomeno della Dispersione scolastica e per la promozione del successo formativo. USR-SICILIA

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““Nuovi adolescenti”, nuove sofferenze e Nuovi adolescenti”, nuove sofferenze e patologie civili: un approccio psico-socio-patologie civili: un approccio psico-socio-educativo per contrastare la dispersione educativo per contrastare la dispersione

scolasticascolastica

MAURIZIO GENTILEPsicologo, PsicoterapeutaCoordinatore Osservatorio

Regionale sul fenomeno della Dispersione scolastica e per la promozione del successo

formativo.USR-SICILIA

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Giovanni, 16 anni, è il sesto di otto figli. Sin da piccolo egli ha dovuto sperimentare situazioni di malessere, all'interno della sua famiglia, che gli hanno imposto un continuo fare i conti con assenze e frustrazioni. Ha abbandonato la scuola in prima elementare: non riusciva ad imparare a leggere e d'altra parte alla famiglia poco interessava, tanto più che, non frequentando la scuola, poteva essere di aiuto al padre nella raccolta del ferro vecchio. All'età di 7 anni ha subito la temporanea perdita del padre tratto in arresto. La morte della madre, dopo un lungo periodo di malattia, gli giunse come una catastrofe: una separazione insostenibile, un grande vuoto che veniva a sommarsi ai precedenti. Per lui, un ragazzino con pochi sostegni interni, elaborare il lutto non è stato facile !

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Era come se in lui vi fosse la tendenza ad introiettare dall'esterno qualunque cosa gli consentisse illusoriamente di riempire i suoi vuoti interiori. Era un'illusione, tuttavia, che durava poco e che si delineava con chiarezza nella sua mente durante le ripetute esperienze del carcere.Giovanni ha sempre avuto difficoltà ad instaurare legami affettivi duraturi per paura di "rovinarli". Tale paura rinvia alla costruzione di una immagine di Sè deteriorata, tipica di chi tende a "sciupare", "rovinare", "danneggiare" gli altri dentro di Sé.

Nella sua ricerca di rapporti con i coetanei egli ha potuto riferirsi soltanto a gruppi problematici, devianti. Con loro ha fatto esperienza dei primi furti e non soltanto dei primi. Tali azioni sembravano oscillare tra una modalità passivamente adattiva a ciò che l'ambiente gli proponeva e gli acting-out che per lui avevano la funzione di sperimentare sentimenti di autosufficienza e di indipendenza.

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Il suo mondo interno, infatti, sembra essere costituito da un insieme di rapporti spezzati, legami fragili e instabili, relazioni violente che si propongono all'esterno attraverso atteggiamenti difensivi di "distanza" dagli "oggetti" di relazione, per paura di svuotarli di senso.Giovanni si è sempre sentito bombardato dalle letture negative che gli altri fanno di lui e ogni volta ha sentito il desiderio di proporre a se stesso e agli altri una dimensione "diversa" della sua personalità. In carcere, dove si trova attualmente, egli vive un senso di fallimento che, in una dimensione onirica, lo sollecita a proiettarsi in un futuro e sereno inserimento familiare e sociale, due realtà nelle quali Giovanni ha sperimentato di non avere avuto una chiara collocazione.

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Giovanni è uno dei tanti ragazzi “smarriti” che abbiamo incontrato nel corso delle nostra esperienza

professionale sviluppatasi in una zona di “confine” fra

Scuola Scuola

TerritorioGiustiziaMinorile

Uno dei tanti (troppi!) adolescenti la cui costruzione di identità è stata resa difficile dagli eventi traumatici delle loro storie relazionali

Deprivate di spazi mentali di accoglienza e ascolto

Storie ferite, frammentate, che hanno alimentato insicurezza, fragilità, dipendenza, disorientamento, sfiducia

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Nelle scuole del Sud Italia con più facilità si innescano circuiti viziosi fra

Rischio psico-Rischio psico-socio-educativosocio-educativo

Difficoltà diDifficoltà diApprendimentoApprendimento

e(povertà, marginalità socio-(povertà, marginalità socio-culturale, famiglie multipro-culturale, famiglie multipro-blematiche)blematiche)

Non ci si deve stupire, allora, se i tassi di D.S. più alti si Non ci si deve stupire, allora, se i tassi di D.S. più alti si trovano al Sud e se, come dice l’ultimo rapporto OCSE-PISA, trovano al Sud e se, come dice l’ultimo rapporto OCSE-PISA, vi è un vi è un crollocrollo negli apprendimenti (scienze, matematica, negli apprendimenti (scienze, matematica, lettura) proprio nelle nostre realtà territoriali.lettura) proprio nelle nostre realtà territoriali.

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563 max punteggio- Finlandia

497 punteggio medio497 punteggio medio 475 punteggio Italia475 punteggio Italia

501 nord-501 nord-ovestovest

520 nord-520 nord-estest

486 centro486 centro

446 sud446 sud

432 isole432 isole

(Rapporto (Rapporto Ocse-Pisa)Ocse-Pisa)

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Quale è la situazione Quale è la situazione quantitativa della Dispersione quantitativa della Dispersione

scolastica in Sicilia?scolastica in Sicilia?

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a.s. 2008/2009a.s. 2008/2009i.d.g. Regione i.d.g. Regione Sicilia = 0,82%Sicilia = 0,82%

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a.s. 2008/2009a.s. 2008/2009i.d.g. Regione i.d.g. Regione

Sicilia = 9%Sicilia = 9%

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a.s. 2008/2009a.s. 2008/2009i.d.g. Regione Sicilia = i.d.g. Regione Sicilia =

18%18%

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Assumiamo il “CASO Giovanni” come paradigmatico di una situazione vissuta in una Scuola collocata in Area Prioritaria di Educazione. Possiamo individuare delle invarianti che ci aiutino a capire casi analoghi?

Una storia relazionale costellata da violenza, abbandono, incapacità di contenimento affettivo;

Una famiglia multiproblematica, destrutturata, senza ancoraggi identificatori positivi;

Un ambiente e un contesto sociale ostacolante, non in grado di attivare funzioni di prosocialità attiva;

Una Scuola in difficoltà, impotente di fronte a tanta violenza agita, con limitate risorse operative ed organizzative;

Una rete di Servizi pressoché inesistente......

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Da dove viene tanta sofferenza? E' soltanto una questione personale, sfortuna di essere nato in un ambiente svantaggiato, marginale?

Allargare il campo di osservazione per capiremeglio le “nuove” sofferenze di quelli che

ormai vengono chiamati “adolescenti tecnologici

L'adolescenza rappresenta, meglio di ogni altra fasedella vita, la sofferenza della SOCIETA' POST MODERNA

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SOCIETA' POST-MODERNA Perdita della dimensione collettiva per inseguire un benessere sempre più individualista raggiunto a spese di altri popoli e di profondi e irreversibili danni all'equilibrio ecologico del pianeta

Promozione di

comportamenti

antievolutivi e

socio-patici

Tutto ciò confligge con le istanze più sane dell'adolescenza (socialità, creatività, ingenuità, idealismo rigore etico, ricerca interiore di sé stessi, proiezione nel futuro)

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Collusione fra il funzionamento sociale

patologico Condotte agite adolescenziali

Attacco

all'Intelligenza,

alla Creatività, al

Pensiero, al

Simbolico

Il concreto Il disturbo comportamentale

L'agitoL'esteriorità L'eccitazioneL'attacco al corpo

Che usano prevalentemente

e le

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Assistiamo, così, alla nascita di un vero e proprio ADOLESCENTE POST-MODERNO le cui

caratteristiche psicosociali e cliniche sono:

DESTABILIZZAZIONE DESTABILIZZAZIONE DEL'IODEL'IO

frutto della caduta dei grandi sistemi

di verità (ideologici, politici, religiosi) che si manifesta

con una fragilizzazione del

DITTATURA DEL SOGGETTO

che spinge l'individuo ad accaparrarsi degli

oggetti esterni spogliandoli del loro

valore intrinseco. Modo di essere

centrato sull'effimero, sul giorno-dopo-giorno senza più bisogno di

dare un senso profondo alla vita.

NO FUTURE GENERATION

(contrattualismo effimero)

NEO TRIBALISMO GRUPPALE

adesione interessata e non solidale a

gruppi che condividono

momentaneamente interessi e valori.

Sorta di supermercato da cui scegliere ciò che fa

stare meglio (ZAPPING EMOTIVO-

GRUPPALE)

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All'interno di questo quadro di “nuova normalità” molto sofferente sul piano

Identitario emergono la cosiddette

PATOLOGIE CIVILI

(A. Novelletto)

Forme di malessere che attaccano l'armonia, la solidarietà, la coesione e

la convivenza civile.Processo gravemente involutivo dovuto a meccanismi di scissione e

separazione patologica che frammentano il Gruppo e la sua coesione sociale

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Nel corso di una ricerca sul disagio adolescenziale condotta nelle scuole secondarie di secondo grado della nostra città, alcuni ragazzi così si esprimevano

“Abbiamo bisogno di evadere da questa società, perché non c’è niente da fare. Insomma, essere minorenne fa ribrezzo”.

“Vorrei fare una guerra, essere un comandante e uccidere chi deve pagare. Voglio conquistare il mondo, essere invincibile …”

“Io credo di essere un grande uomo, diventerò qualcuno prima di suicidarmi.”

“Occorrono discoteche enormi, pub nei quali l’hashish e la marijuana siano legali e i primi piani riservati solo a cose porche”.

“Siamo privi di ideali, non crediamo in nessun valore…, tutti cretini, tutti drogati, pazzi e, ormai, non si può fare più niente, le cose andranno a peggiorare

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Sulle “PATOLOGIE CIVILI” influiscono enormemente

La perdita della trasmissione intergenerazionale dell'esperienza del “limite” immaturità collettiva conseguente alla negazione di “limiti”

La delega della trasmissione dei valori fondamentali alla Scuola i genitori si difendono dall'esperienza frustrante conseguente allo scontro con i giovani su valori e codici

i docenti diventano adulti mediatori in prima linea con la conseguenza di vivere tutto il disagio e la sofferenza di un mandato “paradossale”

L'emergenza del “rischio” come rito iniziatico di una cultura della trasgressione.

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Di fronte a tanto malessere e sofferenza, che fare?Come riorganizzare la speranza?Quali strategie educative possono essere utilizzate per costruire un

Patto intergenerazionale centrato sui compiti maturativi?

(D. Biondo)

Come favorire il “diventare adulto” Come favorire l'acquisizione di una

responsabilità etica verso il mondo ….

E la SCUOLA? Cosa può fare la Scuola?

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Studi, ricerche, Rapporti Pubblici, esperienze condotte sia in Europa che negli USA ci hanno ormai messo di fronte ad alcune evidenze scientificamente definite :

Il successo scolastico è fortemente condizionato dall'origine sociale degli studenti;

La concentrazione di famiglie svantaggiate sul piano socio-economico-culturale in alcune zone o in alcune scuole accresce ulteriormente le disuguaglianze di partenza; Le politiche d'intervento per prevenire la Dispersione Scolastica saranno tanto più efficaci quanto “più vicine” ai luoghi in cui si manifestano i problemi (prospettiva ecologico-territoriale);

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Il Sistema Socio-scolastico deve favorire la trasformazione delle diseguaglianze attraverso scelte prioritarie sia in termini di mezzi (“dare di più a chi ha di meno”) sia in termini di attenzione psicopedagogica (progetti, formazione, valutazione);

La Scuola da sola non può lottare contro La Scuola da sola non può lottare contro un fenomeno così complesso e trasversale un fenomeno così complesso e trasversale come la Dispersione Scolastica;come la Dispersione Scolastica;

Necessità di un LAVORO Necessità di un LAVORO INTERISTITUZIONALE e di RETEINTERISTITUZIONALE e di RETE

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Uno dei problemi fondamentali che la Scuola deve affrontare per prendere in carico seriamente la “dispersione” è superare

Ciò comporta la messa a punto di un sistema pedagogico – operativo capace di praticare fino in fondo la discriminazione positiva e la personalizzazione dei percorsi formativi

“L’indifferenza alle differenze” (P.Bourdieu)

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Prevenire la Dispersione Scolastica significa predisporre un ambiente educativo che favorisca

l’apprendimento. Ma apprendere è un’attività complessa che richiede

•Donare senso a ciò che si apprende• Sentirsi riconosciuti e rispettati come Persona• Non sentirsi minacciati nella propria Identità• Sentirsi compresi e sostenuti nei momenti più difficili• Sentire che qualcuno dà valore a ciò che tu fai o apprendi

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Ma tutto ciò è possibile soltanto se si concretizza un Ma tutto ciò è possibile soltanto se si concretizza un incontro di menti incontro di menti frafra l’Insegnante e l’alunnol’Insegnante e l’alunno ,, frafra l’Adulto e il minorel’Adulto e il minore,, fra il fra il Singolo e il GruppoSingolo e il Gruppo

Forse è arrivato il tempo di rendersi conto che la Forse è arrivato il tempo di rendersi conto che la più importante riforma da realizzare è più importante riforma da realizzare è investire sul investire sul vero grande patrimonio che la scuola possiedevero grande patrimonio che la scuola possiede

La Mente degli InsegnantiLa Mente degli Insegnanti

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Ciò significa

• Migliore considerazione sociale ed economica per i docenti …• Formazione più profonda e rigorosa (sia iniziale che in servizio )• Supporto tecnico e psicopedagogico costante•Superamento della “solitudine” investendo maggiormente sulle équipe psico-pedagogiche e sulla supervisione del lavoro svolto …

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Per contrastare l' “Era del vuoto” e le derive post-moderne è necessario

Imparare dai giovani che Imparare dai giovani che mantengono una relazione mantengono una relazione

fiduciosa con la Società rifiutando fiduciosa con la Società rifiutando le induzioni consumistiche, le induzioni consumistiche,

conformistiche e trasgressiveconformistiche e trasgressive

A forme costruttive di “espressione” centrate sulla pratica della creatività, sull'impegno

sociale e umanitario

Dar vi

ta

Ciò richiede l'incontro con ADULTI SIGNIFICATIVI capaci di mettersi in gioco.....

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Per concludere, l'esortazione diretta a noi adulti da parte di uno dei più grandi “psicoanalisti dell'adolescenza”

“ Mi sembra che gli adulti sottovalutino troppo il fatto di essere portatori di speranza per tutti gli adolescenti. Ora, gli adulti sanno, per averlo vissuto, che dopo la pioggia e la nebbia può ritornare il sole, che generalmente la sofferenza sfocia in un piacere che non poteva essere riconosciuto né talora nemmeno immaginato a priori. Un adolescente alla ricerca di se stesso non sempre lo sa, e nel suo tentativo di uscire da un ingranaggio distruttivo rischia che il dolore in certi momenti si reimpadronisca di lui, risorgendo ancora più vivo..... Come si può ancora sostenere che è necessario aspettare il consenso di chi si sta rovinando per agire e prendere provvedimenti di autorità?

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“.... quale specchio porgiamo ai giovani, se abbiamo paura di porre loro dei limiti, e quale fiducia possono avere in noi quegli stessi giovani, se ci mostriamo così poco convinti della nostra importanza? Per vivere, gli adolescenti hanno bisogno che gli adulti sappiano stare al loro posto imporre, come è necessario e naturale, il loro sostegno, il loro accompagnamento, la loro autorità. Ma più di ogni altra cosa hanno bisogno che quegli stessi adulti attestino, con la loro esistenza, che la vita ha interesse in sé, indipendentemente dai fallimenti, dalle sofferenze e dalle inevitabili delusioni. È questa la prima prevenzione, nonché la motivazione più efficace, per infondere in un adolescente la voglia di prendersi cura di Sé”

(Ph. Jeammet, Adulti senza riserva, 2009)