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1 NUOVE SFIDE PROFESSIONALI E RISCHIO DI BURN-OUT (Adriano Bilardi) INTRODUZIONE Il coaching con il modello S.F.E.R.A. presuppone di procedere con metodo, nell’individuazione delle variabili considerate importanti e delle spiegazioni plausibili di un determinato corso di eventi, al fine di ripristinare l’integrazione mente-corpo-ambiente, condizione necessaria per consentire la realizzazione della massima prestazione potenziale. Adottare un metodo significa pensare e agire in modo coerente, costruendo una procedura che ci guida verso il nostro obiettivo. Il metodo ci consente di avere una grande chiarezza sul dove siamo e sul percorso da fare. L’oggetto di osservazione è, dunque, la “prestazione” umana, individuale o di gruppo, e lo scopo è l’ottimizzazione della performance, in un dato contesto, sia esso sportivo, aziendale, personale o di salute. È evidente che ha senso parlare di “metodo” e di “modello” soltanto partendo dall’assunto che il divenire, lo spazio-tempo, ha una struttura, ossia che sia in qualche misura ripetitivo ed in modo piuttosto prevedibile. Allora, ha senso pensare che sia possibile organizzare i dati dell’esperienza alla ricerca della struttura degli accadimenti e delle “leggi”, ossia delle ricorrenze e delle ridondanze che li governano. In altre parole, si parte dal presupposto che sia possibile dare un senso alle esperienze, organizzarle in qualche modo per trarne una “conoscenza” in grado di orientarci nella nostra imprescindibile esigenza di crearci aspettative sul mondo. Per dirla con George Kelly, i processi di una persona sono psicologicamente canalizzati in funzione dei modi attraverso i quali essa anticipa gli eventi. Questa conoscenza si articola su vari livelli che, globalmente, costituiscono il “paradigma epistemologico” all’interno del quale essa ha valore e sortisce effetti. I “dati grezzi” dell’esperienza sono alla base del processo di costruzione della “teoria” che li deve spiegare, giustificare e prevedere. Perciò, è fin troppo evidente il carattere di “circolarità” di un simile processo, e, tuttavia, in un intorno spazio-temporale più o meno ampio di casi, la teoria che su di essi è stata costruita, ci è utile all’esplorazione dell’intorno medesimo, alla prevedibilità degli eventi futuri. Una teoria è come una retta di interpolazione. Per il modello S.F.E.R.A., il paradigma epistemologico di riferimento è il “costruttivismo” che, ai nostri scopi, si può sintetizzare nell’affermazione: l’esperienza è la causa di un mondo che ne è la conseguenza. In questa proposizione è racchiusa l’idea del relativismo, della circolarità e dell’inseparabilità, all’interno di quel processo che è il fare esperienza, dello sperimentatore dal resto di sé, dalla forma e dal contenuto dell’esperienza medesima, sicché il mondo che si vorrebbe conoscere, spiegare e prevedere

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NUOVE SFIDE PROFESSIONALI E RISCHIO DI BURN-OUT

(Adriano Bilardi)

INTRODUZIONE

Il coaching con il modello S.F.E.R.A. presuppone di procedere con metodo,nell’individuazione delle variabili considerate importanti e delle spiegazioniplausibili di un determinato corso di eventi, al fine di ripristinare l’integrazionemente-corpo-ambiente, condizione necessaria per consentire la realizzazionedella massima prestazione potenziale.

Adottare un metodo significa pensare e agire in modo coerente, costruendouna procedura che ci guida verso il nostro obiettivo. Il metodo ci consente diavere una grande chiarezza sul dove siamo e sul percorso da fare.

L’oggetto di osservazione è, dunque, la “prestazione” umana, individuale o digruppo, e lo scopo è l’ottimizzazione della performance, in un dato contesto,sia esso sportivo, aziendale, personale o di salute.

È evidente che ha senso parlare di “metodo” e di “modello” soltanto partendodall’assunto che il divenire, lo spazio-tempo, ha una struttura, ossia che sia inqualche misura ripetitivo ed in modo piuttosto prevedibile. Allora, ha sensopensare che sia possibile organizzare i dati dell’esperienza alla ricerca dellastruttura degli accadimenti e delle “leggi”, ossia delle ricorrenze e delleridondanze che li governano. In altre parole, si parte dal presupposto che siapossibile dare un senso alle esperienze, organizzarle in qualche modo pertrarne una “conoscenza” in grado di orientarci nella nostra imprescindibileesigenza di crearci aspettative sul mondo. Per dirla con George Kelly, i processidi una persona sono psicologicamente canalizzati in funzione dei modiattraverso i quali essa anticipa gli eventi.

Questa conoscenza si articola su vari livelli che, globalmente, costituiscono il“paradigma epistemologico” all’interno del quale essa ha valore e sortisceeffetti. I “dati grezzi” dell’esperienza sono alla base del processo di costruzionedella “teoria” che li deve spiegare, giustificare e prevedere. Perciò, è fin troppoevidente il carattere di “circolarità” di un simile processo, e, tuttavia, in unintorno spazio-temporale più o meno ampio di casi, la teoria che su di essi èstata costruita, ci è utile all’esplorazione dell’intorno medesimo, allaprevedibilità degli eventi futuri. Una teoria è come una retta di interpolazione.

Per il modello S.F.E.R.A., il paradigma epistemologico di riferimento è il“costruttivismo” che, ai nostri scopi, si può sintetizzare nell’affermazione:l’esperienza è la causa di un mondo che ne è la conseguenza. In questaproposizione è racchiusa l’idea del relativismo, della circolarità edell’inseparabilità, all’interno di quel processo che è il “fare esperienza”, dellosperimentatore dal resto di sé, dalla forma e dal contenuto dell’esperienzamedesima, sicché il mondo che si vorrebbe conoscere, spiegare e prevedere

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non ha altra consistenza conoscibile per noi se non quella delle nostrerappresentazioni mentali. Vi è anche l’idea della multi causalità e della nonlinearità degli eventi e la negazione della verità ontologica del principio dicausalità.

Oltre all’errore di Cartesio, che ha inopinatamente scisso res cogitans e resextensa, un errore ancor più antico e radicale ci forvia ed inquina il nostrosapere: la distinzione, la scissione, la separazione, l’ipostatizzazione di mondoe osservatore. E, quindi, in ultima analisi, l’ipostatizzazione della trinità mente-corpo-ambiente. E questo processo dissociativo non è scevro di conseguenze“reali”. Conseguenze reali sul piano dei comportamenti, dei pensieri, delbenessere e della malattia, a livello individuale e collettivo.

Partendo da un paradigma epistemologico che riconosce la falsità sostanzialedella tricotomia mente-corpo-ambiente, e inspirandosi e conformandosi alpunto di vista costruttivista del significato di esperire e fare conoscenza, ilmodello S.F.E.R.A. si focalizza sul costrutto di “Intelligenza Agonistica”, qualefunzione, attività, processo che permette l’integrazione, a livello dellaconoscenza, tra mente, corpo e ambiente, tramite i suoi cinque fattori, che necostituiscono l’acronimo: Sincronia, Forza, Energia, Ritmo e Attivazione(S.F.E.R.A.). Grazie a quest’integrazione, è possibile riconoscere il PrincipioOrdinatore che consente di mettere in relazione i dati grezzi dell’esperienza edi organizzarli, trasformando il caos in ordine.

Lo sviluppo della coscienza negli esseri umani, gli esseri biologici più evoluti,può essere vista come la conseguenza del progressivo sviluppo della “funzioneriflessiva”, della “mentalizzazione” che ha portato alla crescente perdita dicontatto e di integrazione, fra mente, corpo e ambiente. A misura che la mentesi emancipa dal corpo e dall’ambiente e guadagna in libertà ed autonomia, sigenerano e si accrescono il bisogno e la difficoltà di scegliere consapevolmenteil proprio posto nel mondo, la propria comunità di appartenenza ed il proprioruolo all’interno di questa comunità.

La “mentalizzazione” non è soltanto una modificazione funzionaledell’organismo. È una vera modificazione strutturale. Le neuroscienze ciindicano le aree neocorticali attive quando sperimentiamo il senso diconnessione con noi stessi e con l’ambiente. Tali aree sono prevalentementequelle dei lobi paretali, e più specificamente, quelle del lobo paretale sinistroper quanto riguarda la connessione mente-corpo (e, quindi, le fenomenologieideomotorie e ideosensorie), e quelle del lobo paretale destro per laconnessione mente-ambiente.

L’interazione fra persona, ambiente e comportamento è l’oggetto di studiodella Psicologia ambientale, interessata ai meccanismi di introiezionedell’ambiente tramite la costruzione di mappe mentali che ne sono unarappresentazione interiore.

Secondo la Psicologia ambientale:

1) La persona umana va considerata come un sistema ciberneticodinamicamente organizzato, e il comportamento umano è guidato da

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scopi, è motivato, è intenzionale ed è dotato di significato. Tale sistemaumano integra il fare con l’immaginare, come conseguenza di unoscambio continuo di stimoli interni e stimoli esterni.

2) La relazione fra il sé (soggetto) e l’altro da sé (ambiente) – rectius, fra larappresentazione del sé e la rappresentazione dell’ambiente - ècostruita dai processi cognitivi e dai processi affettivi.

3) Questa relazione è caratterizzata dal cambiamento, più che dallastabilità.

4) L’ambiente (la sua rappresentazione) è concepito come spazialmente etemporalmente definito, dinamicamente organizzato e comprendenteoggetti fisici e simbolici.

5) In una persona, la conoscenza delle caratteristiche dell’ambiente siverifica solo quando avvengono cambiamenti (perturbazioni) nellarelazione fra il soggetto e la sua rappresentazione dell’ambiente(esterno o interno a sé), a livello di sensazione o di percezione o dicognizione o di affezione. Tale conoscenza è unica per ogni persona.

6) L’ambiente è di per sé neutro, tuttavia, nella rappresentazione mentaledel soggetto che lo esperisce, esso può presentare caratteristiche chepossono essere concepite come facilitanti o ostacolanti.

L’efficacia dell’interazione persona-ambiente dipende dalle caratteristiche dellostato mentale in cui si trova il soggetto durante l’esperienza in corso, perchédallo stato mentale dipende la sua capacità di cogliere tutte le informazioni utiliall’interazione in atto; capacità fortemente basata sull’alternanza del “sentire”e del “mentalizzare”.

Alla base della connessione mente-corpo-ambiente c’è un grande dinamismopsichico. La connessione mente-corpo-ambiente passa attraverso la ricerca delgiusto equilibrio dinamico fra i poli della separazione ed il punto dicongiungimento che li confonde. Questo genera continuamente edinamicamente ordine dal caos e disordine dall’ordine, al fine di mantenere ilsistema in quella zona spazio-temporale che è stata definita l’orlo del caos,riconoscendo di volta in volta il Principio Ordinatore che meglio permette dicontenere l’influenza irriducibile del caos e dell’incertezza.

Il Principio Ordinatore scaturisce dal lavoro sinergico di mente inconscia emente conscia. La mente inconscia ci consente di sincronizzarci con gli eventi,di agire fluidamente in automatico. La mente conscia controlla la correttezzadel processo e lo modifica alla bisogna, operando nuove sincronizzazioni.

Dal punto di vista funzionale, noi siamo una struttura, frutto della nostra storiapersonale, che interpreta le perturbazioni esterne in relazione allo stato internoe determina il comportamento ritenuto idoneo.

Quando le sensazioni percepite ed interpretate segnalano all’organismo che leperturbazioni ambientali stanno mettendo in crisi l’ordine stabilito all’internodell’individuo, questi potrà reagire in due modi: aumentare il caos o ritrovare

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un nuovo ordine, di livello superiore. L’aumento del disordine è unaconseguenza di un allontanamento dal momento presente, di una perdita disincronia mente-corpo-ambiente. Spesso si incorre in un’illusione di ordine,generata da troppa azione o da troppa immaginazione. In entrambi i casi c’èun eccesso di dissociazione. Quando, invece, le sensazioni vengono percepiteall’insegna di un nuovo Principio Ordinatore, diventano informazioni utiliall’azione. La capacità di identificare un nuovo principio Ordinatore è ciò chechiamiamo Intelligenza Agonistica. Essa consentirà al soggetto di attivarsiagendo l’Attrattore più utile in quel momento a ristabilire prontamente laconnessione mente-corpo-ambiente. In particolare, nei momenti di crisi,diventa fondamentale la funzione di “trasformare” l’ordine ed il significatodell’esperienza in corso e riorganizzarla intorno ad un nuovo e più proficuoPrincipio Ordinatore.

Il noto psicologo dell’età evolutiva, Jean Piaget, ha coniato i termini diassimilazione e accomodamento per illustrare il processo che intervienequando una persona incontra qualcosa di nuovo, che non si inserisce bene inquanto già conosce. La persona proverà ad assimilare questa nuova esperienzaa ciò che è già disponibile nel suo bagaglio di conoscenza. Lo stimolo nuovoviene integrato con ciò che il soggetto già conosce in modo che sia congruentecon le conoscenze preesistenti. In questo caso, passo dopo passo,assimilazione dopo assimilazione, il soggetto può sviluppare nuove competenzeed abilità secondo un processo che è stato definito di “miglioramento continuo”(kaizen, in lingua giapponese).

A volte, però, il tentativo di assimilazione fallisce perché ciò che il soggettoesperisce è troppo nuovo e diverso da ciò che già conosce (pur non essendototalmente nuovo, nel qual caso neppure potrebbe entrare nel campodell’esperienza cosciente). Quando si presentano queste situazioni, il soggettoha due possibilità: ignorare i fatti oppure cambiare il modo di vedere le cose.In quest’ultimo caso, il soggetto compie un’operazione chiamataaccomodamento, ossia cambia radicalmente i suoi presupposti, la sua visionedelle cose, e adatta tutta la pregressa conoscenza al nuovo paradigma. Inquesto caso l’evoluzione è repentina ed estremamente visibile e si genera ilmiglioramento per innovazione (kairyo).

Mentre il Kairyo è qualcosa di occasionale, spesso inaspettato, tendenzialmentefrutto di persone estremamente creative e di insight, il Kaizen è un processoabituale, che è stato studiato e codificato dall’economista americano EdwardDeming, fautore della Qualità Totale, il quale ne ha formalizzato le quattro fasiin cui si svolge il ciclo: Act, Plan, Do, Check (Ciclo APDC o Ruota di Deming).

PLAN: pianificare. Fase di analisi per fotografare la situazione dello statoattuale e dello stato desiderato, per cogliere la differenza tra prestazione realee prestazione potenziale e indagarne le cause, progettando e pianificando lenuove strategie.

DO: fare, attuare il piano di ottimizzazione allo scopo di ottenere ilcambiamento previsto. Per ottimizzare la prestazione vi sono due strade

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percorribili, separatamente o congiuntamente. La prima consiste nellamodificazione della rappresentazione mentale, con una visualizzazione o unametafora più funzionale. La seconda consiste nel potenziamento di uno deipunti attrattori dell’acronimo S.F.E.R.A., un punto di forza che crei una crescitapositiva di tutti gli aspetti psicologici.

CHECK: verificare i risultati raggiunti e la loro coerenza con gli obiettiviprefissati. L’efficacia dei meccanismi mentali utilizzati è evidenziata dalsistematico aumento del senso di autoefficacia, legato alle sensazioni positivevissute dalla persona.

ACT: mantenere i risultati ottenuti, consolidandoli, o correggere il processo conuna nuova fase di analisi.

L’entrata nella S.F.E.R.A. della massima prestazione mentale è caratterizzata esostenuta dal piacere e dalla gratificazione che scaturiscono dalla vittoria eanche dall’assaporarla, quando siamo di fronte ad una sfida che ci faconfrontare con i nostri limiti, pur senza farci oltrepassare quella soglia oltre laquale l’eccitazione diventa ansia che ci limita.

Secondo il modello S.F.E.R.A., le variabili chiave sono, dunque, i cinque Fattoridi S.F.E.R.A. (Sincronia, Punti di Forza, Energia, Ritmo, Attivazione) chedevono essere analizzati attraverso la loro scomposizione nei relativi PrincipiAttivi o Attrattori Zero (immaginare, fare, percepire, lasciare, tenere), ovverole cinque attività basilari in cui può ritenersi impegnato l’organismo biologicoumano. L’alternanza fra le suddette attività - e soprattutto l’ampiezza dellavariabilità e la velocità di variazione - costituiscono la flessibilità del sistema ela sua capacità di adattamento e di risposta alle condizioni e alle stimolazioniambientali. In questo si esplica l’Intelligenza Agonistica del soggetto. Cometutte le intelligenze, non è semplicemente innata, ma è un’abilitàcomportamentale che può essere insegnata ed allenata.

Le cinque attività di base, o Attrattori Zero, (immaginare, fare, percepire,lasciare, tenere), per un verso si dispongono all’interno di un sistema dipolarità che vede ogni attrattore contrapposto lungo un continuumall’attrattore successivo, sicché da questa polarizzazione scaturiscono i Fattoridi S.F.E.R.A.; per l’altro verso, in un’ottica di analisi delle dinamiche evolutivedel sistema, ogni Fattore subisce l’influenza di tutti gli altri ed in primis deifattori contigui, secondo quella che è stata denominata la Legge digenerazione, mentre la sua regolazione costante è principalmente determinatadai Fattori con i quali si colloca in una disposizione di triangolazione, secondoquella che è stata definita la Legge di regolazione.

Il modello operativo per generare ordine in vista del mantenimento nello statodi massima prestazione è basato, dunque, dalla relazione triangolare tra ifattori, tenendo presente che per potenziare il Fattore debole occorre agire sulFattore che lo genera o su quello che lo regola, e tenendo, altresì, presente chela connessione, e quindi l’influenza, può realizzarsi in entrambe le direzioni.

Data una situazione oggetto del nostro intervento migliorativo, avremo: ilFattore da ottimizzare (il problema apparente o Fattore carente), il Fattore su

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cui lavorare per ottimizzare quello carente (il solutore), il Fattore la cuiosservazione ci permetterà di scorgere i cambiamenti avvenuti (l’indicatore).

Se consideriamo, da un lato, l’intensità dell’attivazione fisiologica ecomportamentale dell’organismo (arousal) e, dall’altro lato, la funzionecognitiva e quella dell’emotività, possiamo immaginare un sistematridimensionale di assi cartesiani dove sull’asse delle ascisse collochiamol’arousal, dall’estrema calma (cui è associato il Fattore Sincronia) all’estrematensione (cui è associato il Fattore Punti di Forza), e sull’asse delle ordinate, ledue funzioni contrapposte della razionalità (cui è associato il Fattore Ritmo) edell’emotività (cui è associato il Fattore Energia). Il fattore Attivazione sicolloca sul terzo asse cartesiano ed, ovviamente, ha soltanto una dimensionepositiva, non potendo l’Attivazione essere minore di zero.

Questa rappresentazione grafica ci consente di individuare alcunecaratteristiche specifiche del comportamento umano – denominate “Attrattoridi Secondo livello” – che sono il risultato dell’azione contemporanea dei dueFattori SFERA uniti dalla Legge di Controllo, e che possono essere cosìdescritte:

A-F = efficacia, massimo rendimento

F-R = potenza e controllo

R-S = presenza, costanza, perseveranza

S-E = creatività, problem solving, azione dell’inconscio

E-A = entusiasmo, dinamismo, imprevedibilità

Analizzando le caratteristiche comportamentali che si confanno al nostroobiettivo, questo può essere collocato in uno dei quattro quadranti del nostrosistema cartesiano, individuando sull’asse della terza dimensione il livelloottimale di attivazione necessario.

Facendo il “punto nave” della situazione psico-fisiologica di partenza, èpossibile così evidenziare i fattori principali su cui iniziare a lavorare pertraghettare la persona dallo stato attuale allo stato più propizio per ilraggiungimento dell’obiettivo.

Tuttavia, come già detto, per mantenere la prestazione al massimo livello, nonè tanto un determinato stato psico-fisiologico, una determinata configurazionedei Fattori di S.F.E.R.A. ad essere importante, quanto la flessibilità dimovimento lungo il flusso generato dall’attivazione e disattivazione dei Fattori,al fine di garantire il mantenimento della connessione mente-corpo-ambiente.

In termini fisici, molti sistemi si perpetuano in modo apparentementeparadossale in condizioni di un equilibrio instabile tra l’ordine dell’immobilità eil caos. Molti sistemi cibernetici viventi, uomini compresi, dispiegano tutta laloro esistenza in continua evoluzione e continuo cambiamento rimanendosaldamente aggrappati a quella sottile linea di confine che è stata definital’Orlo del Caos. La necessaria condizione di coesistenza tra equilibrio e flusso,fra struttura e cambiamento, presente in tutti gli esseri viventi in evoluzione, è

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garantita da quelle che sono state definite “strutture dissipative”. Il caosdiventa desiderabile per l’evoluzione e quando in un sistema vivente è presenteil disordine, il sistema può mantenersi in uno stato di stabilità anche se è unostato lontano da quello di equilibrio e può addirittura trasformarsi accrescendola sua complessità. E questo processo è accompagnato e reso possibile dalladissipazione dell’energia in eccesso per la nuova struttura del sistema.

Il Modello S.F.E.R.A. coglie questa caratteristica, questa proprietà dei sistemiaperti, quali gli esseri viventi sono, e alla quale è legata la loro capacità edanche necessità evolutiva. In quest’ottica, un ruolo fondamentale è assuntodall’Attrattore Zero (Principio attivo) identificato come “lasciare” o“trasformare”. Trasformazione o ristrutturazione del contenuto dell’esperienzao del suo significato o dei nostri scopi.

Quando vi è disordine, nell’individuo o nel gruppo, è necessario agire con dueobiettivi precisi: 1) dissipare, liberare l’energia in eccesso che deriva da statiemotivi, da conflitti in atto, da aspettative; 2) semplificare il modelloesplicativo della situazione riducendolo a misura delle capacità di comprensionee dominio e focalizzando l’attenzione sulla “monoidea” più importante in quelmomento, attorno alla quale nascerà il nuovo ordine.

L’integrazione mente-corpo-ambiente scaturisce dalla capacità di cogliereinformazioni, stimoli, emozioni e di formulare pensieri e interpretazioni che dalcaos della sensazione porta all’ordine della forma modellata dalla propriamigliore prestazione.

Nel tempo, dunque, ed in ogni dato momento, avremo un Fattore dellaS.F.E.R.A. che è potente e sta guidando il processo e l’azione, il Fattorelimitrofo che è attivo, ma in forma minore come i successivi, mentre l’ultimoFattore è momentaneamente spente. Man mano che l’azione di un Fattore sisposta da una polarità all’altra dei suoi Principi attivi, esaurisce la sua funzionepassando il testimone al Fattore successivo con cui condivide l’Attrattore zeroche si sta sempre più attivando, e così via.

Il metodo con il quale si procede nell’azione di coaching e nell’applicazione dlmodello S.F.E.R.A. – come abbiamo visto - è quello denominato Ruota diDeming che consiste in quattro fasi: 1. pianificazione dell’intervento, 2.attuazione delle azioni pianificate, 3. controllo dei risultati, 4. interventocorrettivo o di mantenimento (ciclo PDCA).

Il ciclo si esplica attraverso sei passi, che costituiscono il normaledispiegamento dell’Intelligenza Agonistica:

1. analisi della situazione;

2. identificazione del principale responsabile del disordine;

3. identificazione delle azioni necessarie per generare ordine, in base alleleggi di generazione e controllo;

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4. generazione del flusso continuo e autonomo verso la costanteintegrazione mente-corpo-ambiente e riconoscimento dei trigger diattivazione personali;

5. verifica del buon ordine in atto;

6. identificazione e previsione di un nuovo punto di ordine, di un nuovoobiettivo.

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IL CASO DI D : Nuove sfide professionali e Sindrome di Burn-out

INTRODUZIONE AL CASO

D è un giovane di 36 anni. Fin da ragazzo lavora nell’impresa di famiglia, dellaquale, da molti anni, io sono consulente. Nel tempo, siamo diventati buoniamici. Persona brillante e creativa, ha al suo attivo lo sviluppo di diverse ideeinnovative nei campi della meccanica e dell’elettronica, molte delle quali hannoportato all’ottenimento di brevetti. Quando è lasciato libero di cimentarsi econfrontarsi con problematiche di carattere prettamente tecnico, la suagenialità si esprime, sostenuta dal gusto della sfida con se stesso e con le leggidella natura. Allora, entra in uno stato mentale particolare, la sua intelligenzasi focalizza sui dati del problema e, sorretta da una potente abilitàimmaginativa di tipo visivo, raggiunge brillanti ed innovative soluzioni.

Tuttavia, ovviamente, non sempre ha la possibilità di dedicarsi esclusivamentea questa sua attività preferita. Il più delle volte, infatti, le contingenti richiesteambientali, in ambito lavorativo, lo occupano e lo preoccupano conproblematiche dove non si deve confrontare con le leggi della fisica, ma con lemolto più instabili leggi dei comportamenti umani ed in particolare gli aspettipiù deleteri della burocrazia e dell’amministrazione aziendale.

Allora, quando gli impegni quotidiani diventano soverchianti, D reagisce al suostato di insofferenza e insoddisfazione con somatizzazioni, che si manifestano,fra l’altro, con attacchi acuti di cefalea a grappolo, con gastrite e altri disturbiall’apparato digestivo.

Nel 2007, in seguito all’aggravarsi della sintomatologia psicosomatica, inconcomitanza con una situazione aziendale particolarmente difficile, D – su mioconsiglio - si è rivolto al prof. Giuseppe Vercelli e al dott. Luca Saccagno. Illavoro fatto con loro ha portato ad un completo recupero dell’efficienza fisica ead un ritorno in pieno all’attività ideativa che, focalizzata sulle nuove sfidetecnologiche che l’azienda stava affrontando, hanno permesso a D di concepiree realizzare innovative soluzioni tecniche, superando se stesso nella suagenialità.

Questo ha permesso alla sua azienda di affacciarsi su nuovi mercatiassumendo in pochissimo tempo una posizione di leadership tecnologica.Tuttavia, proprio per il ruolo trainante avuto in questa operazione di“riconversione” tecnologica, D si deve ora assumere nuove responsabilitàgestionali, di tipo direzionale. Finito l’impegno creativo, D è dovuto tornare allemeno piacevoli incombenze burocratiche e amministrative, dove le variabili ingioco son dominate da leggi imponderabili, poco chiare e poco definite, e dovenon riusciva a trovare il gusto della sfida e del misurarsi con la propriaintelligenza.

In pochi mesi, le sintomatologie psicosomatiche hanno cominciato aripresentarsi, tanto più che, adesso, le sue responsabilità si sono estese fino a

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ricomprendere praticamente la direzione generale dell’impresa. Siamo alla finedel 2008, e D mi chiede aiuto per compiere quel processo di crescita che devetrasformarlo in un manager e imprenditore, leader di un’impresa di successo,in rapida crescita tecnologica e di mercato.

Non ho trovato nei manuali di medicina una definizione unitaria della sindromedel burn-out (o sindrome da esaurimento). Non essendo possibile effettuareuna diagnosi con tecniche per immagini o con analisi di laboratorio, si è perfinodubitato dell’esistenza di una tale malattia. Ma il soggetto interessato daquesta sindrome soffre molto: ha l’impressione di essere “bruciato”, “fuso”. Aquesto stato si aggiungono disturbi fisici e psichici, come per esempiostanchezza, debolezza fisica, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione emancanza di slancio vitale.

La sindrome da esaurimento va intesa come reazione psicofisica asovraccarichi, per lo più di lunga durata o gravosi, che hanno esaurito lacapacità di autoregolazione di un individuo. Dato che i disturbi evolvonolentamente su un lungo arco di tempo, essi spesso vengono avvertiti tardi einizialmente vengono trascurati.

Era esattamente quello che stava succedendo a D.

Gli incontri si sono svolti in Marina di Massa, luogo di residenza del coachee, insessioni di durata giornaliera, pur con le necessarie pause per il pranzo o lacena, o per attività di svago, o per altre necessità.

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PRIMA SEDUTA : lunedì 29 dicembre 2008

Punti chiave trattati durante la seduta

La conoscenza personale del coachee ha senz’altro facilitato la faseiniziale di costruzione del rapport.Dopo una sommaria ricapitolazione della funzione di un intervento dicoaching, delle modalità di svolgimento del lavoro e dei presuppostiteorici del metodo – argomenti che erano già stati oggetto di moltepliciconversazioni – si è passati ad esplorare in modo colloquiale lo statoattuale e le caratteristiche del problema.È stato quindi somministrato il test di Luscher (Allegato 1), per esplorarela condizione psicologica del momento e le tendenze di base dellapersonalità. I risultati, che qui si riportano succintamente, sono statidiscussi nella seduta successiva e hanno permesso di confermare quelleche erano le esigenze e le problematicità, avvertite ed espresse dalcoachee nella sua narrazione.

Predisposizione attuale di basePercepisce la situazione attuale come particolarmente insoddisfacente einsopportabile.Esigenze e obiettivi predominantiGli pesano le situazioni snervanti, deprimenti ed estenuanti sopportatefinora. Ha bisogno di stare in pace per potersi rigenerare.La situazione personale attualeAttualmente è costretto ad adattare se stesso e le proprie richieste allasituazione.La soluzione necessaria per ritrovare l'equilibrioSiccome la situazione attuale richiede eccessiva fatica e autocontrollo,questo stato di teso auto-dominio porta ad una situazione stressante.Perciò ha bisogno di una distensione rilassante e rigenerante e rapportinon conflittuali, che offrano più tranquillità e appagamento dei desideri.Caratteristiche del senso di appartenenza.È capace di dedicarsi alla propria attività professionale con profondoentusiasmo e dedizione totale, facendone un ideale che domina la suavita e trovandovi appagamento e realizzazione.Caratteristiche della volontà e della capacità di gioire.Vuole superare le difficoltà e affermarsi grazie alla propria solidità. Vuoleimporre le proprie richieste e raggiungere i propri obiettivi. Pertanto sidifende, in parte inconsciamente, dall'essere flessibile e accomodante, edal bisogno di lasciarsi andare a situazioni di piacevole comodità edistensione.Caratteristiche dell’attività e degli stimoli e reazioni alle sfide.

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Vuole tenere sotto controllo l'insicurezza e le difficoltà. Vuole agire inmodo preciso e prudente, per evitare i rischi e proteggersi da eventualisvantaggi. Mantiene il controllo, per non compromettere il suo intento.Anticipazione, aspettative nei confronti degli sviluppi futuri e deinuovi incontri.E' molto disponibile e guarda con attento interesse a ciò che accade nelpresente e dovrà accadere nel futuro. Gli piace scoprire nuovi aspetti,vivere esperienze molto diverse tra loro e poterle apprezzare.RACCOMANDAZIONE PERSONALEDeve evitare di lambiccarsi il cervello, preoccupandosi del passato o diquel che potrebbe riservargli il futuro. Si studi di vivere l'attimo presentetraendone il meglio, facendo tutto quel che è possibile perché lasituazione sia buona e piacevole ora. Se le condizioni spiacevoli vengonorifiutate semplicemente per opposizione, allora questo porta a unafissazione e a un blocco della via d'uscita, impedendo il miglioramentovoluto e uno sviluppo utile della situazione.

È stato quindi possibile, dopo una breve esposizione degli assunti difondo del modello SFERA e del metodo PDCA, passare, attraverso lasomministrazione del questionario SFERA-Q (Allegato 2), all’esplorazionedelle sensazioni che accompagnavano i vissuti di D in due situazionidifferenziate: a) durante le prestazioni di tipo agonistico di particolaresoddisfazione, che per lui sono quelle in cui si concentra sulla soluzionedi sfide tecnologiche e b) durante le performance quotidianenell’espletamento del suo ruolo lavorativo. Dall’elaborazione dellerisposte e dal loro commento, e attraverso lo SFERA-MANDALA (Allegato3) e lo SFERA-GRAMMA (Allegato 4), è stato individuato lo stato deiFattori di SFERA e dei Principi attivi (attrattori zero).È emersa una situazione in cui i fattori maggiormente deficitari (o indisequilibrio) sono risultati essere: Sincronia, Ritmo e Attivazione. Inparticolare, è emerso un forte squilibrio verso l’attrattore zero Fare el’attrattore zero Tenere. Anche i fattori Punti di forza e Energia, tuttavia,non erano molto ben equilibrati.Si potrebbe dire che il coachee, nell’ambito dei compiti gestionali del suoruolo aziendale, non sta mettendo in gioco i suoi punti di forza(creatività, inventiva, immaginazione) e, invece, oppone una strenuaresistenza nel cercare di tenere le cose sotto controllo e questo gliassorbe molta energia. È troppo proiettato nelle sue preoccupazioni ereagisce all’ambiente in modo passivo, “resistivo”, mutuando il terminedalla fisica dell’elettricità. Inoltre, spesso si trova impegnato a fareattività a basso valore aggiunto, che non riesce a delegare. In questocontesto, non riesce ad essere motivato da quell’entusiasmo che, quandoinvece si confronta con le sfide della meccanica e della tecnologia, attivala sua genialità e la sua formidabile capacità di focalizzazione e diimmaginazione visiva.

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L’obiettivo dell’intervento di coaching è stato formulato in questi termini:

“Creare una nuova identità di ruolo che mi permetta di gestire le nuoveresponsabilità aziendali di tipo manageriale sentendomi a mio agio comequando mi dedico alla progettazione di soluzioni tecnologiche”.

Espresso nei termini degli Attrattori di Secondo Livello, che sono ilrisultato dell’azione contemporanea dei due Fattori SFERA uniti dallaLegge di Controllo, e con riferimento alla rappresentazione grafica in unsistema di assi cartesiani, dove sull’asse delle ascisse collochiamol’arousal, dall’estrema calma (cui è associato il Fattore Sincronia)all’estrema tensione (cui è associato il Fattore Punti di Forza), e, sull’assedelle ordinate, le due funzioni contrapposte della razionalità (cui èassociato il Fattore Ritmo) e dell’emotività (cui è associato il FattoreEnergia), collocandosi il fattore Attivazione sul terzo asse cartesiano,possiamo individuare le caratteristiche che supportano lo stato mentaledi massima prestazione, con riferimento all’obiettivo del coachee,collocandolo nel quadrante in alto a sinistra:

R-S = presenza, costanza, perseveranza

Invece, l’attuale lo stato mentale di partenza è connotato da forteemotività, forte tensione e scarso entusiasmo (quadrante in basso a

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destra). La leva motivazionale attuale è più quella dell’evitamento chequella dell’attrazione. Uno degli obiettivi dell’intervento di coaching saràquello della ristrutturazione semantica dell’esperienza managerialeaffinché i compiti connessi al nuovo ruolo possano essere concepiti comeazioni desiderabili e non soltanto come doveri da adempiere per evitareconseguenze spiacevoli.

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione della Sincronia - Allenamento alla presenza.1. Esercizio dell’immersione nel lago per allontanare le tensioni2. Esercizio del respiro

Ottimizzazione del Ritmo1. Esercizio dell’altalena

Ottimizzazione dei Punti di Forza1. Esercizio del reve eveillé dirigé.

a. Il coachee, in trance, è stato guidato nella visualizzazione diun personaggio di sua conoscenza al quale tributava grandesincronia, eleganze di movimento e iniziativa; è stato, quindi,invitato dapprima ad immaginarlo al proprio postonell’espletamento delle gravose incombenze amministrative egestionali giornaliere e poi ad immaginarsi di riprendere ilproprio posto, ma di continuare ad agire come se fossedavvero come lui.

Riferimento metodologico al modello S.F.E.R.A.

Al fine di ripristinare l’integrazione mente-corpo-ambiente, condizionenecessaria per consentire la realizzazione della massima prestazionepotenziale, bisogna procedere al riequilibrio dei cinque fattori chiave diS.F.E.R.A., iniziando a lavorare sul fattore più deficitario o fuori equilibrio,secondo le leggi di Generazione e di Regolazione.

Il Fattore da ottimizzare (il problema apparente o Fattore carente), erasenz’altro la Sincronia, con un forte sbilanciamento sull’attrattore zeroFare. Per questo, il coach ha deciso di intervenire con la trance ipnoticache, di per sé, porta il soggetto in uno stato di alta connessione mente-corpo-ambiente. Infatti, lo stato dissociativo della trance, da un lato,riduce l’impatto emotivo della dimensione psicologica temporale (spesso,fra l’altro, distorta nella trance) e, dall’altro lato, esalta l’acutezzasensoriale del soggetto e la focalizzazione della sua attenzione sensoriale,percettiva e cognitiva sul momento presente, riducendo nel contempo lafunzione giudicante, critica e valoriale, e, soprattutto, la funzione

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anticipatoria connessa alle aspettative. Conseguentemente, ne risulta unaspontanea e naturale riduzione dell’ansia e un rilassamento, stati psico-fisiologici che, peraltro, erano anche l’oggetto diretto delle suggestioni diapprofondimento della trance.

L’esercizio di visualizzazione guidata mirava, invece, a dare unadirezione, un obiettivo, una tendenza al sistema motivazionale delsoggetto e, inoltre, lo distaccava dall’attrattore zero Fare. Laprogressione nel futuro è un aspetto tecnico indispensabile dato che ilsoggetto intraprende un percorso orientato al cambiamento e deveiniziare fin da subito a vedere una realtà futura differente dallo statoattuale.

Per lo stesso motivo, l’esercizio dello STOP, assegnato come compito acasa, era prefigurato sia ad abituare il soggetto a raggiungererapidamente lo stato di “Presenza” e, quindi, di grande sincronia mente-corpo-ambiente, sia a stimolare l’attività percettiva dell’azione in corso,riducendo a sua volta l’influenza del Fare, e preparando il terreno alsuccessivo, completo utilizzo dei Punti di Forza del soggetto, nellesituazioni nelle quali, in quel momento non era in grado di accedervi.

Inoltre, per ottimizzare il Fattore carente Sincronia, si è anche lavoratosul Fattore solutore, il Ritmo. Il fattore dei Punti di Forza è statoesplorato sia per iniziarne un’ottimizzazione diretta e sia per una verificadei cambiamenti avvenuti (Fattore Indicatore).

Punti di forza e aree di miglioramento del coach durante la seduta

L’analisi della seduta ha evidenziato una buona capacità di creazione emantenimento del rapport durante tutta la durata dell’incontro.

Compiti a casa

Al coachee è stato insegnata la tecnica dello STOP, per allenarlo alla“presenza”, consistente nel darsi più volte, durante la giornata, ilcomando di stop e, rimanendo assolutamente immobile, passare inrassegna il proprio immediato vissuto sensoriale visivo, auditivo,olfattivo-gustativo, cenestesico, per una durata di 45-90 secondi o più.Gli è stata anche data una traccia audio per una meditazione sul respiro,da fare ogni giorno almeno una volta, fino al successivo incontro.È stato spiegato al coachee che il Programma di mantenimento è forse laparte più importante del training. Senza impegno e costanza, il lavorofatto andrebbe sprecato. Il programma di mantenimento si arricchirà diseduta in seduta di nuovi esercizi, ai quali dovrà essere data priorità, ma

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tutti gli esercizi appresi possono continuare a far parte del programma,nei limiti delle possibilità di tempo che gli si potrà dedicare.

Programma di mantenimento:

1. Esercizio dello STOP2. Meditazione sul respiro3. Esercizio del respiro4. Esercizio dell’altalena5. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani6. Esercizio del reve eveillé dirigé

Progettazione seduta successiva

Per l’incontro successivo si è programmato di lavorare sulla definizionepuntuale dell’obiettivo del percorso di coaching e sull’esplorazione dellostile esplicativo del coachee.

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SECONDA SEDUTA : venerdì 30 gennaio 2009 – Marina di Massa

Punti chiave trattati durante la seduta

Il coachee riferisce di aver eseguito tutti gli esercizi propostigli, pur senon con continuità. Tuttavia, sente che gli sono stati utili e che inqualche modo si percepisce come più distaccato dai vissuti spiacevolidella giornata. Sente che i suoi livelli di ansia sono un poco diminuiti.C’è stato un episodio di cefalea a grappolo di media intensità nella primametà del mese. I disturbi all’apparato digestivo continuano però adessere presenti.Viene data una restituzione del Test di Luscher e viene commentatopositivamente dal soggetto, che lo ritiene molto rispondente a sé e riccodi spunti di riflessione.Viene esplorato, mediante il Test di Seligman (Allegato 5), lo stileesplicativo del coachee, nelle tre dimensioni che lo costituiscono:permanenza, pervasività e personalizzazione. Ne emerge uno stileesplicativo particolarmente sbilanciato sul versante della“personalizzazione” degli eventi negativi, e cioè una predisposizione aisensi di colpa e una bassa autostima. Pur collocandosi il punteggiocomplessivo sul valore intermedio del continuum Pessimismo-ottimismo,il test ha evidenziato un grado di apertura alla speranza piuttosto basso.Questo potrebbe essere visto come un segnale di allarme ed un fattore dirischio di depressione. Su questo fronte, il coach intende intervenire, nelprossimo incontro, con gli strumenti della psicologia cognitivo-comportamentale ed in particolare del modello A-B-C di Albert Ellis,dando particolari indicazioni e compiti al coachee (Allegato 6).Si procede poi con il lavoro sulla Definizione degli obiettivi (Allegato 7) econ la redazione del Piano di Azione (Allegato 8)

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione della Sincronia - Allenamento alla presenza.1. Esercizio del VAKOG

Ottimizzazione del Ritmo1. Esercizio dell’immagine fotografica e del metronomo

Ottimizzazione dei Punti di Forza1. Esercizio di rinforzo dell’Io

a. Esercizio del disegno dell’albero

Riferimento metodologico al metodo S.F.E.R.A.

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“Ascolta e dimentica, guarda e ricorda, fai e capisci”. Fedeli aquest’insegnamento, le tecniche mirano a creare esperienze diriferimento che, per la naturale capacità degli esseri viventi di estenderee generalizzare, vanno a fertilizzare ambiti apparentemente moltodistanti.

Compiti a casa

Programma di mantenimento:1. Esercizio dello STOP2. Meditazione sul respiro3. Esercizio del respiro4. Esercizio dell’altalena5. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani6. Esercizio del reve eveillé dirigé7. Esercizio del dialogo interno (self-talk)8. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)9. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)10. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare,

Diario degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)

Progettazione seduta successiva

Nel prossimo incontro ci riproponiamo, valutati i progressi raggiunti, diincrementare il lavoro sul Ritmo e sul cambiamento dello stile esplicativo.

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TERZA SEDUTA : sabato 28 febbraio 2009 – Marina di Massa

Punti chiave trattati durante la seduta

Il coachee riferisce che nelle settimane precedenti ha avuto un certopeggioramento della sintomatologia psicosomatica e anche un nuovoepisodio di cefalea a grappolo.Ha anche avuto difficoltà a rispettare rigorosamente il programma dimantenimento, anche a causa di situazioni lavorative particolarmentepressanti. In particolare, ha avuto difficoltà a tenere il Diario degliA>B>C, ma saltuariamente si è impegnato nel porre in essere ilprogramma per il cambiamento dello stile esplicativo.

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione della Sincronia - Allenamento alla presenza.1. Esercizio del ricalco2. Esercizio del dialogo interno (self-talk) con ricalco verbale

dell’esperienza sensoriale in corso

Ottimizzazione del Ritmo1. Esercizio del giusto respiro con il Chi basso

Ottimizzazione dei Punti di Forza1. Esercizio dell’autoefficacia

a. Esercizio del disegno della mano

Compiti a casa

Programma di mantenimento:

1. Esercizio dello STOP2. Meditazione sul respiro3. Esercizio del respiro4. Esercizio dell’altalena5. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani6. Esercizio del reve eveillé dirigé7. Esercizio del dialogo interno (self-talk)8. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)9. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)10. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare,

Diario degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)

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Progettazione seduta successiva

Analizzare più specificamente i comportamenti quotidiani di ruolo in ambitolavorativo. Introdurre cognitivamente ed esperienzialmente il concetto di“lasciare” e il connesso concetto di “trasformare”.

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QUARTA SEDUTA : sabato 21 marzo 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

Il quadro clinico è migliorato. Anche l’impegno del coachee sulprogramma di mantenimento è stato più costante.L’esame auto valutativo (coachee) ed etero valutativo (coach) delle novedimensioni principali del ruolo lavorativo, esplorate alla luce della Grigliadelle Dimensioni dell’Executive Test 360 degree questions/dimensions(Allegato 9), ha permesso di individuare nell’area della Pianificazione eOrganizzazione e soprattutto dell’Auto-organizzazione, le dimensioni piùcritiche per quanto riguarda i compiti gestionali e manageriali delcoachee. Sono quindi emerse le criticità:

Autoefficacia personale e di ruolo (Punti di Forza) Gestione del tempo e delle priorità.

Viene esplorata la possibilità per il coachee di ristrutturare il significato di“lasciare”, azione rispetto alla quale il coachee dimostra avere fortiresistenze, avendo fra i suoi valori quello dell’impegno e della sfida,allargandolo fino a ricomprendere anche la modalità del “trasformare”.

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione della Sincronia - Allenamento alla presenza.1. Esercizio dell’osservazione dei propri pensieri e del riconoscimento

della loro direzione

Ottimizzazione del Ritmo1. Esercizio del metronomo

Ottimizzazione dei Punti di Forza1. Trance n. 15 “La barriera invisibile”, per il miglioramento della

prestazione trasformando i limiti in possibilità

Compiti a casa

Programma di mantenimento:

1. Esercizio dello STOP2. Meditazione sul respiro3. Esercizio del respiro4. Esercizio dell’altalena5. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani6. Esercizio del reve eveillé dirigé7. Esercizio del dialogo interno (self-talk)

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8. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)9. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)10. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare,

Diario degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)11. Esercizi col metronomo

Progettazione seduta successiva

Viene pianificata l’analisi del ruolo del coachee in ambito lavorativomediante l’esplorazione dei punti di forza e delle aree di miglioramento.

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QUINTA SEDUTA : venerdì 10 aprile 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

Vengono esplorati i punti di forza e le aree di miglioramento nell’ambitolavorativo, con riferimento all’obiettivo del coaching, mediante laS.W.O.T. Analysis (Allegato 10).

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione dei Punti di Forza1. Trance n. 19 “Il tesoro nascosto”, adattata per inglobare i punti di

forza emersi dall’analisi S.W.O.T.

Compiti a casa

Programma di mantenimento:1. Esercizio dello STOP2. Meditazione sul respiro3. Esercizio del respiro4. Esercizio dell’altalena5. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani6. Esercizio del reve eveillé dirigé7. Esercizio del dialogo interno (self-talk)8. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)9. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)10. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare,

Diario degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)11. Esercizi col metronomo

Progettazione seduta successiva

Nella prossima seduta si inizierà specificamente a lavorare sul fattoreAttivazione.

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SESTA SEDUTA : venerdì 22 maggio 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

Il coachee conferma il trend positivo del suo benessere fisico esoprattutto riferisce di sentirsi molto più calmo e padrone di sé e del suotempo.Viene invitato ad esplorare le sensazioni collegate ad un’attività sportivache in passato gli ha dato forti emozioni: l’arrampicata in parete rocciosa(Free Klimbing).Viene quindi incoraggiato a verbalizzare nel modo più esteso possibiletutte le sensazioni, i pensieri e le emozioni che si accompagnavano aquest’attività.Ascoltiamo le sue parole:

“Avevo cominciato a fare questo sport quasi per caso, dato che

frequentavo spesso la montagna per via dell'attività di cava, e spinto dal

mio spirito agonistico. Fin dall’inizio questo sport mi appassionò. Infatti,

una caratteristica particolare di questo sport è la "sfida" diretta tra te e la

montagna o, forse, più semplicemente, una sfida con te stesso! È

impressionante quante e quali emozioni si possono vivere in una scalata

in roccia! Conoscere i propri limiti, scoprire come la paura può rendere

più eccitante ogni movimento! Cercare nell'equilibrio il sesto senso che ti

permette di superare il "creduto" impossibile! Ascoltare il proprio battito,

sentire la tensione dei muscoli in trazione, persino quelli delle dita!

Sentire anche quelli che invece si stanno rilassando! Percepire il sudore

che percorre il corpo! La fresca brezza dell'aria che ti accarezza! Vedere

la meta che lentamente si avvicina. Scorgere lo strapiombo che

sublimemente ti fa sentire ancor più audace! I muscoli cedono per la

stanchezza, vibrano, ma la volontà è più forte. Il piacere è immenso! E

poi, passo dopo passo, slancio dopo slancio, conquistare la vetta!

Sollevarsi eretti su di un pendio! Acquisire una percezione di equilibrio

inimmaginabile e sentirsi davvero coniugati ad una dimensione

soprannaturale! Queste stesse emozioni si rivivono nella molto più breve

ma intensa ridiscesa, magari lanciandosi con il “discensore". Queste sono

le emozioni del FREE KLIMBING!”

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione dell’Attivazione1. Trance n. 18 “Camminando verso l’obiettivo”, con integrazione di

contenuti tratti dal suo resoconto sulle esperienze di Free Klimbing.

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2. Esercizio del “Centro di Attivazione”3. Esercizio del pendolo (è anche un esercizio per la Sincronia, che

peraltro è generata dall’Attivazione)

Riferimento metodologico al metodo S.F.E.R.A.

L’attivazione è connessa a emozioni, di tipo positivo o negativo, a lorovolta dipendenti dalla motivazione, di avvicinamento (passione) o diallontanamento (paura). Quando è riferita alla motivazione versol’obiettivo, essa è quindi connotata dalla passione. Spesso si istauranomeccanismi automatici di attivazione (Ancore o Trigger). Questimeccanismi possono essere anche particolarmente complessi edarticolati, fino a costituire dei veri e propri rituali. Il rituale consente dipassare da un’attenzione razionale e cosciente alla prestazione ad unadimensione maggiormente emotiva in cui tutto (pensieri, emozioni,sensazioni e movimenti) avviene in modo automatico.

Compiti a casa

Programma di mantenimento:1. Meditazione sul respiro2. Esercizio del respiro3. Esercizio dell’altalena4. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani5. Esercizio del reve eveillé dirigé6. Esercizio del dialogo interno (self-talk)7. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)8. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)9. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare, Diario

degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)10. Esercizi col metronomo11. Esercizio del Centro di Attivazione12. Esercizio del pendolo

Progettazione seduta successiva

Nella prossima seduta si continuerà a lavorare sull’Attivazione e sullacostruzione di un Rituale di Attivazione.

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SETTIMA SEDUTA : lunedì 15 giugno 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

La sintomatologia psicosomatica riferita all’apparato digestivo èpraticamente scomparsa. Non si stanno più verificando attacchi di cefaleaa grappolo, ormai da diversi mesi. Il coachee riferisce di sentirsi informa, di svegliarsi ben riposato al mattino nonostante, com’è suaabitudine, dorma poco.Durante la seduta si continua con il processo di traslazione dello statomentale di grande passione e attivazione vissuto dal coachee in contestiagonistici ai contesti in cui la sfida è la prestazione manageriale.Viene costruito un “rituale di attivazione” per lo stato mentale ritenutoidoneo ad affrontare le sfide lavorative, così come la parete rocciosa. Ilrituale consiste in un’immagine mentale abbinata ad un motto e ad ungesto.

L’immagine: ai piedi della parete prima di iniziare la scalata, si erge di

fronte a me, stagliandosi nel cielo sereno, la parete della Punta Carina.

Il motto: Equilibrio – Audacia – Eccitazione. Queste parole sono impresse

nella parete rocciosa e le sento ripetute come in un’eco.

Il gesto: mi tocco il dente canino superiore sinistro con la punta della

lingua.

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione dell’Attivazione1. Trance n. 29 “La stanza del futuro”, per la progressione nel tempo

futuro e l’orientamento al risultato, anziché al problema.2. Esercizio del Centro di attivazione (al centro dello sterno, in

posizione ventrale).3. Esercizio della costruzione di un rituale e di un gesto di attivazione.

(Sfrutta i riflessi neurofisiologici pavloniani e gli ancoraggicognitivi).

Riferimento metodologico al metodo S.F.E.R.A.

La costruzione dello stato desiderato è un obiettivo primario in unintervento volto al cambiamento. L’utilizzazione della suggestioneipnotica per la creazione del nuovo scenario rappresenta un momentofondamentale, in cui si aumentano le possibilità di scelta.

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Compiti a casa

Programma di mantenimento:1. Meditazione sul respiro2. Esercizio del respiro3. Esercizio dell’altalena4. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani5. Esercizio del reve eveillé dirigé6. Esercizio del dialogo interno (self-talk)7. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)8. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)9. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare, Diario

degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)10. Esercizi col metronomo11. Esercizio del Centro di Attivazione12. Esercizio del pendolo13. Esercizio del rituale di attivazione

Progettazione seduta successiva

Nella prossima seduta si farà una verifica dei risultati raggiunti e silavorerà per l’ottimizzazione del Fattore Energia.

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OTTAVA SEDUTA : martedì 21 luglio 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

Il coachee riferisce di successi aziendali, in particolare nel relazionarsi coipartner industriali internazionali, venuti dagli Stati Uniti per ammirare estudiare le realizzazioni tecnologiche effettuate. Inoltre, in occasione diun nuovo appalto, il coachee è stato in grado di gestire i rapporti con ilcommittente in modo per lui molto soddisfacente. È contento edorgoglioso di sé.Si lavora sul fattore Energia.

Tecniche utilizzate e loro giustificazione

Ottimizzazione dell’Energia1. Esercizio del gioco delle parti (Noia e Ansia). Questo esercizio

favorisce l’alleanza fra le parti e la giusta espressione dell’Energia.2. Esercizio della Matrice dell’Energia (Allegato 11). La

consapevolezza dei limiti è il primo passo per trasformarli inopportunità.

3. Esercizio del palloncino (allenamento al percepire).

Riferimento metodologico al metodo S.F.E.R.A.

L’energia è composta da due sottofattori: il dinamismo e la dominanza. Ilprimo è legato all’entusiamo e alla loquacità. Il secondo alla capacità diimporsi, di primeggiare, di influenzare gli altri.L’energia è controllata in modo cosciente dalla volontà, e in modoinconsapevole dalla passione. Tramite la creazione di regole dicomportamento, il “volere” (passione) diventa “dovere” (volontà).Chi è demotivato impiega troppa energia e non riesce a lasciare andare.Il lasciare andare è anche collegato alla capacità di delegare. Quandoutilizziamo la giusta energia, facciamo le cose senza tensione, inscioltezza, comodamente. Quando l’obiettivo è in conflitto con i propripensieri, si accusa un senso di stanchezza perché il compito richiede unsurplus di energia.Anche lasciare troppe porte aperte porta ad una dispersione di energia,innescando l’Effetto Zeigarnick, ossia la naturale inclinazione a restarelegati mentalmente con quanto dobbiamo ancora finire di fare. Anchequesto comporta una dissipazione di energia con rischi di incorrere ineccesso di stress o burn-out.Infine, la capacità di “percepire”, componente fondamentale dei dueelementi di SFERA, Punti di Forza ed Energia, è un potente Principio

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Ordinatore per il manager. La capacità di percepire i segnali deboli, isegnali “sotto soglia” è una competenza fondamentale della leadershiptrasformazionale.

Compiti a casa

Programma di mantenimento:1. Meditazione sul respiro2. Esercizio del respiro3. Esercizio dell’altalena4. Esercizio del riconoscimento dei ritmi ultradiani5. Esercizio del reve eveillé dirigé6. Esercizio del dialogo interno (self-talk)7. Esercizio della corsa (venti minuti, due volte alla settimana)8. Trance quotidiana con ascolto di una traccia audio (Paul McKenna)9. Programma per cambiare lo stile esplicativo (in particolare, Diario

degli A-B-C: Adversity > Belief > Consequences)10. Esercizi col metronomo11. Esercizio del Centro di Attivazione12. Esercizio del pendolo13. Esercizio del rituale di attivazione14. Esercizio del cambiamento giornaliero di un’abitudine

Progettazione seduta successiva

Verifica dei risultati.

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NONA SEDUTA : martedì 15 settembre 2009

Punti chiave trattati durante la seduta

Questa volta la pausa è stata più lunga: 56 giorni. Questo dà il vantaggiodi una verifica di tenuta dei risultati raggiunti.Sul piano psicosomatico, le condizioni del coachee si mantengono buone.Si procede con le misurazione attraverso il Test SFERA-Q (Allegato 12), icui risultati, comparati con quelli iniziali, si riportano nella tabellaseguente:

SFERA-Q TEST VecchioPunteggio NUOVA Punteggio Punteggio

massimo PERFORMANCE percentuale percentuale Variazione

15-set-09 15-set-09 29-dic-08

S+ 16 80 16 0,20 0,90

S- 24 120 120 1,00 0,53

-0,80 0,38 1,18 S

F+ 20 100 23 0,23 0,79

F- 3 15 15 1,00 0,73

-0,77 0,06 0,83 F

E+ 4 20 4 0,20 0,85

E- 9 45 44 0,98 0,53

-0,78 0,32 1,09 E

R+ 7 35 7 0,20 0,91

R- 7 35 35 1,00 0,46

-0,80 0,46 1,26 R

A+ 8 40 8 0,20 0,85

A- 2 10 10 1,00 0,40

-0,80 0,45 1,25 A

Come si può vedere, tutti i valori sono migliorati e quelli con maggiorincremento (circa il 20 percento) sono stati, nell’ordine, Ritmo (1,26),Attivazione (1,25) e Sincronia (1,18).Sulla base di questi dati e in condivisione con il coachee è statodisegnato un nuovo SFERA-MANDALA (Allegato 13) ed un nuovo SFERA-GRAMMA (Allegato 14).

Con soddisfazione di entrambi, abbiamo ritenuto di poter considerareconcluso l’intervento di coaching.

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1 Il Modello S.F.E.R.A. disegnato da D

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ultradiani e le pause di 20 minuti, Astrolabio, Roma 1 993