nuove atmosfere pianoforte - Filarmonica Toscanini da concerto in si minore op. 26 (10 ’)...

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nuove atmosfere Stagione sinfonica 2016-2017 Undicesima edizione ORCHESTRA DELLA TOSCANA Mercoledì 1 marzo 2017 ore 20.30 Dietrich Paredes direttore Saleem Abboud Ashkar pianoforte

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nuoveatmosfereStagionesinfonica2016-2017Undicesima edizione

ORCHESTRA DELLA TOSCANA

Mercoledì 1 marzo 2017 ore 20.30

Dietrich Paredes direttore Saleem Abboud Ashkar pianoforte

Partner Istituzionale della Filarmonica Arturo ToscaniniPartner Istituzionale della Fondazione Arturo Toscanini

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Felix Mendelssohn-Bartholdy (Amburgo, 3 febbraio 1809 - Lipsia, 4 novembre 1847)

Die Hebriden (“Fingals - Höhle”)Ouverture da concerto in si minore op. 26 (10’)

Allegretto moderato - Animato in tempo

Concerto n.1 in sol minore per pianoforte e orchestra op. 25 (20’)

Molto allegro con fuocoAndante

Presto - Molto allegro vivace

Ludwig van Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770 - Vienna, 26 marzo 1827)

Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 (40’)

Adagio molto - Allegro con brioLarghetto

Scherzo: Allegro - TrioAllegro molto

Orchestra della ToscanaDietrich Paredes direttore

Saleem Abboud Ashkar pianoforte

Non si potrebbero immaginare due personaggi più diversi. Uno sovvenzionato da prìncipi dopo una partenza da squattrinato di talento; l’altro si avvaleva delle possibilità offerte dal conto in banca del padre (anche perché il padre era il proprietario della banca). Uno insidiato da fra-telli opportunisti e taccagni; l’altro con sorella pianista dall’affettività morbosa. Uno soggetto a frequenti colpi di fulmine - da cui pagine d’album, dediche, immortali amate; l’altro provvisto di moglie bellissima, per nulla intellettuale, ma socialmente d’effetto. Uno a fatica trovava una giacca decente per il concerto; l’altro sempre impeccabile in redingote, cravatta di batista e fa-voriti in ordine. Uno riempiva taccuini per conversare, in quanto sordo (da qui, tormenti, risen-timenti, afflizioni; ma anche, dopo la prima fase di choc, grandi afflati e fratellanza universale); l’altro i notes li acquerellava con paesaggi, stradine e chiesette viste durante i viaggi (vasta curiosità da borghese imprenditoriale moderno). Del resto Beethoven in tutta la vita aveva com-piuto al massimo la tratta Bonn-Vienna, però con escursioni appena fuori porta talora stimola-trici di sontuosa musica madida di sensazioni campestri; Mendelssohn invece aveva dato fondo al manuale del grand tour ottocentesco, con predilezione per isole britanniche e penisola ita-liana, dal quale scaturiranno pagine strumentali abilissime a contraffarre il folcloristico a scopi evocativi (vedi sinfonie Scozzese e Italiana; vedi Le Ebridi, detta anche La Grotta di Fingal dalla caverna visitata nel 1829, da cui questa ouverture che, per raccontare colori, natura forte, mare oscuro, dilata lo spazio con melodie pseudogaeliche, temini a scatole cinesi, impeccabile eleganza). E tuttavia, azzerato il problema del procurarsi la pagnotta, entrambi arrivano per strade differenti alla stessa conclusione, cioè affrontare l’Arte misurandosi con le proprie aspi-razioni più che con le esigenze della platea. Non che disprezzassero il consenso: intendevano semmai ottenerlo dettando le regole, e se il pubblico non avesse capito subito, avrebbe capito poi. Qui, eccoli in momenti di passaggio. Di fronte al quesito di ripensare il concerto per piano-forte, formula portata fra i cannoni (e i fiori) da Beethoven e poi ridimensionata dal virtuosismo salottiero e danzereccio della Restaurazione, il giovane amburghese adotta soluzione in linea con il suo atteggiamento distaccato: composizione a suo dire scritta in fretta e da lui eseguita a Monaco di Baviera il 17 ottobre del 1831 in un profluvio di applausi, il Concerto in sol minore è un tentativo nobilmente riuscito, per quanto d’acchito poco appariscente, di proporre qualcosa di moderno senza rifare i modelli, ma anche senza tradirli. Quindi pianoforte reintegrato a sezione orchestrale, ripetizioni eliminate, brillantezza, pianismo perentorio, piglio sinfonico. In più, per compattare il tutto, intermezzo ripetuto prima e dopo il molle tempo centrale, e il tema del primo movimento citato nell’ultimo. Intuisce cioè una strada di sintesi del passato destinata a gran fortuna nei due decenni successivi. Ben altri problemi invece per un Beethoven che tenta di dire qualcosa di personale in area sinfonica, già blindata da Haydn e Mozart, tanto più che la sinfonia era mezzo per eccellenza di chi, già sofferente, ambiva a esprimersi urbi et orbi. Nella Seconda, pur ancora non sgomberati Haydn e Mozart, ci mette alcune zampate delle sue facendo parlare molto i fiati e dando sfogo al canto, all’umorismo spiazzante, alle profondità magmatiche, al selvaggio furore. Un colossale mondo nuovo stava arrivando, l’Eroica era dietro l’angolo. Dopo prove massacranti e sgangherate fra orchestrali imbufaliti, prima assoluta al Theater an der Wien nel 1803 dedicata al principe Karl von Lichnowsky durante la quale, più della sinfonia, fece colpo l’ordinario oratorio Cristo al Monte degli Ulivi. Il pubblico non aveva capito subito Beethoven: ma nessun problema, avrebbe capito poi.

Giuseppe Martini

INTORNO AL CONCERTOPAROLE

Beethoven e Mendelssohn da parte di una conoscenza comune: GoetheA Teplitz ho conosciuto Beethoven. Il suo talento mi ha profondamente stupito; ma egli purtrop-po è una personalità del tutto indomita. Senza dubbio non ha affatto torto a trovare il mondo de-testabile, ma certo egli in tal modo non lo rende più piacevole, né per sé, né per gli altri. Tuttavia egli è degno di essere pienamente scusato e anzi profondamente compianto poiché il suo udito lo abbandona; il che nuoce forse meno alla sua musica e alla sua personalità che ai suoi rapporti col mondo. Egli, che è già laconico per natura, lo diviene doppiamente ora a causa della sordità”.

Se il geniale esperto e pronto Felix mi vedesse talvolta volgere il capo verso il pianoforte, capirebbe come io senta la sua mancanza e quale piacere mi abbia procurato la sua presen-za… Tutto intorno a me è muto e silenzioso. e ora la tristezza delle fosche e brevi giornate invernali si fa molto sentire… La ringrazio di cuore per avermi affidato così a lungo quel dolce pegno. Non vi è nulla di più confortante, nell’età avanzata, che vedere dei talenti in boccio, i quali promettono di percorrere un lungo e notevole cammino.

Al mio caro e giovane amico F.M.B., potente eppure delicato sovrano del pianoforte, in ami-chevole ricordo di giorni lieti.(Goethe: dedica su una copia del suo Faust donata a Mendelssohn )

«Che cosa è riuscito a fare questo giovanotto suonando e improvvisando a memoria! Non credevo che fosse possibile in un’età così precoce». Zelter: «Ma tu hai conosciuto Mozart, quando aveva solo sette anni» Goethe: «È vero, io allora avevo dodici anni, e fui immen-samente sbalordito dalla sua esecuzione; ma ciò che il tuo pupillo oggi è riuscito a fare, mi spinge a ricordare il Mozart di allora, abituato alle conversazioni di una persona matura, non alle chiacchiere ridicole dei bambini» (Zelter e Goethe su Mendelssohn)

La musica di Mendelssohn appare a Goethe come un corrispettivo della propria poesia. E invero, se Mendelssohn non ha mai detto parole inaspettate come le ha dette Goethe, se non ha mai conosciuto il prodigioso modo goethiano di accordare la vertigine sulla cadenza del concetto logico, egli ha saputo tuttavia accordare il fondo romantico, l’aspirazione romantica dell’animo con la struttura classica della mente. (Giulio Confalonieri)

Considero Mendelssohn il primo musicista dei nostri tempi, e mi tolgo il cappello davanti a lui come maestro. (Robert Schumann)

I tedeschi hanno attribuito a Beethoven delle qualità tedesche che egli non ha. Credo che in questo modo i tedeschi si siano allontananti quanto più possibile da una realtà comprensibi-le di Beethoven. (Ferruccio Busoni)

Non è il massimo dell’ipocrisia? La sensazione di bellezza, anziché spontanea, dettata dalla nostra sensibilità, è dunque cerebrale, condizionata dalla conoscenza di una data?

Non possiamo farci nulla: la coscienza storica è così intrinseca alla nostra percezione dell’ar-te che un simile anacronismo (un’opera di Beethoven che porta la data dei nostri giorni) sarebbe spontaneamente (cioè senza alcuna ipocrisia) avvertito come ridicolo, falso, incon-gruo, addirittura mostruoso. La nostra coscienza della continuità è tanto forte da intervenire nella percezione di ogni opera d’arte. (Milan Kundera)

AVVENIMENTI

1830: Mendelssohn compone l’Ouverture Le Ebridi e il Concerto per pianoforte op.25 che termina l’anno successivo.MusicaMendelssohn compone la Sinfonia n.5 La Riforma.Chopin compone il Concerto per pianoforte n.1. Donizetti compone Anna Bolena.Bellini compone I Capuleti e i Montecchi.Berlioz compone Symphonie fantastique.

Scienza, letterature e arteIn Francia, il sarto Bernard Thimoniet costruisce la prima macchina per cucire.In Inghilterra, John Walker inventa i fiammiferi a sfregamento.In Scozia, Andrei Ure inventa il termostato e in Germania Karl von Reichenbach produce per la prima volta la paraffina. Delacroix esegue il dipinto La libertà che guida il popolo.Stendhal scrive Il rosso e il nero.

StoriaViene concessa la grazia a Silvio Pellico e Pietro Maroncelli che lasciano lo Spielberg e rientrano in Lombardia. Muore il re Francesco I di Borbone, sale sul trono di Napoli il figlio Ferdinando II. Giuseppe Mazzini viene arrestato dalla polizia sabauda sotto l’accusa di cospirazione carbo-nara; dopo essere stato incarcerato a Savona, è costretto all’esilio. Scissione degli Stati Uniti di Colombia in tre stati: Ecuador, Colombia e Venezuela.Il Belgio proclama la sua indipendenza dai Paesi Bassi.

1802: Beethoven termina di comporre la Sinfonia n.2 in re maggiore MusicaBeethoven compone la Romanza n.2 in fa maggiore op. 50 per violino e orchestra,la sonata per pianoforte n.14 Al chiaro di luna, e la n.15 Pastorale, la Sonata n.9 A Kreutzer.Paganini inizia a comporre i 24 Capricci.

Scienza e letteraturaIn Gran Bretagna, il Parlamento approva il “Factory Bill” con cui viene regolato il lavoro dei bambini.Murdock in Gran Bretagna, e Leblanc in Francia, realizzano l’illuminazione a gas.Ugo Foscolo scrive Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

StoriaIn gennaio, Napoleone costituisce la Repubblica italiana, con capitale Milano; viene eletto presidente della Repubblica Cisalpina. A maggio, Napoleone crea la Legion d’Onore con un plebiscito e viene confermato console a vita. La regione Piemonte: diventa parte della Francia napoleonica. Carlo Emanuele IV di Savoia resta in possesso della sola Sardegna, decide così di abdicare e lascia il trono al fratello Vittorio Emanuele.

DIETRICH PAREDES È il direttore musicale dell’Orchestra Giovanile di Caracas, una delle orchestre di El Siste-ma: il modello didattico musicale, ideato da José Antonio Abreu (un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini di tutti i ceti sociali). Paredes collabora al progetto venezuelano dal 2008 e, da allora, ha tenuto con questa Orchestra, tournée in Sud America, Asia e in Europa, facendo tappa al Festival di Sa-lisburgo, al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, al Festival Dvo ák di Praga, al Beethoven-fest di Bonn, al Festival di Ravello, così come a Zurigo, Amburgo, Parigi, Budapest, Vienna, Göteborg e Zagabria. In Europa, ha debuttato grazie all’ORT, al Cortona Mix Festival (estate 2014); il concerto ha dato inizio ad una proficua collaborazione per la stagione 2015/16 che lo ha visto salire sul podio dell’ORT per ben due volte e, in seguito, dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e dell’Opera di Roma. Inoltre è stato ospite al Maggio Musicale Fiorentino, dirigendo il concerto in memoria di Carlo Maria Giulini con l’Orchestra Giovanile Italiana. Altre apparizioni, includono i debutti con la RTE National Symphony Orchestra di Irlanda, l’Orchestra Haydn e con la Toulon Symphony Orchestra in Francia. Per la stagione 2012/13 è stato assistente alla direzione della Los Angeles Philharmonic, collaborando con Esa-Pekka Salonen, Vasily Petrenko, John Adams e Gustavo Dudamel in un tour europeo. Nato nel 1980, ha studiato violino, perfezionandosi, tra gli altri, con Agustin Dumay, Olivier Charlier, Daniel Stabrawa e Igor Oistrach; a 11 anni ha vinto il Concorso Encuentro Inter-nacional de Niños y Jóvenes Solistas Instrumentistas di Córdoba, Argentina. Nel 1997 ha suonato nei violini primi dell’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar e nel 2002 è stato seleziona-to come primo violino dell’Orchestra Giovanile delle Americhe. Parallelamente, ha studiato direzione d’orchestra con lo stesso Abreu, affermandosi come uno dei più promettenti giovani maestri emergenti del Venezuela e dirigendo numerose orchestre del suo paese, tra cui pro-prio la Bolívar. La stagione in corso, lo vede impegnato in un progetto con l’Australian Youth Orchestra, e concerti con I Pomeriggi Musicali e l’Orchestra del Teatro Olimpico a Vicenza.

SALEEM ASHKARHa debuttato alla Carnegie Hall all’età di 22 anni e, da allora, ha collaborato con importanti orchestre, fra cui: Wiener Philharmoniker, Filarmonica della Scala, Orchestra del Concertge-bouw, London Symphony Orchestra, City of Birmingham Symphony Orchestra, Gewandhaus di Lipsia, NDR di Amburgo, Orchestre DSO, RSB e della Konzerthaus di Berlino, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Orchestra Mariinsky di San Pietroburgo e Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Danese. Si esibisce regolarmente con direttori del calibro di Zubin Mehta, Daniel Baren-boim, Riccardo Muti, Fabio Luisi, Lawrence Foster, Philip Jordan, Nikolaj Znaider, Pietari Inkinen. Dopo aver debuttato insieme a Christoph Eschenbach e l’Orchestra NDR di Ambur-go, il rinomato direttore lo ha invitato ad eseguire il Concerto di Schumann con l’Orchestra Sinfonica di Dusseldorf nel giugno 2010, in occasione di un concerto speciale per la ricorren-za della nascita di Schumann. Ashkar ha tenuto un’importante tournée con Riccardo Chailly e l’Orchestra della Gewandhaus di Lipsia, interpretando il Concerto per pianoforte n.1 di Mendelssohn (anche ai BBC Proms e al Festival di Lucerna), in occasione del bicentenario dalla nascita del compositore. Chailly ha reinvitato il pianista per altri concerti e per regi-strare i Concerti di Mendelssohn (ed. Decca). Molto attivo anche in recital, esibendosi nella sale più prestigiose, attualmente è impegnato nel ciclo completo delle Sonate di Beethoven che, dopo la presentazione alla Konzerthaus di Berlino, eseguirà anche a Praga, Osnabrück e nella sua città natale in Israele. Gli appuntamenti della stagione attuale e di quelle future, includono esibizioni con i Bamberger Symphoniker (Eschenbach), l’Orchestre Philharmo-nique du Luxembourg (Znaider), l’Orchestra Nazionale di Spagna (Ono) e una tournée in Australia: terzo invito consecutivo ad unirsi alla Melbourne Symphony Orchestra; tornerà a suonare anche ad Ottawa e a San Francisco e avrà una ‘residenza’ alla Brown University. Il suo primo album (ed. Decca), include i Concerti n.1 e n. 4 di Beethoven registrati dal vivo con Ivor Bolton e l’Orchestra NDR di Amburgo ed il secondo, che contiene entrambi i Concerti di Mendelssohn (Chailly), è uscito nel 2014 ottenendo un vasto consenso di critica. Saleem Ashkar è ambasciatore del Music Fund (www.musicfund.eu), fondazione che sostie-ne musicisti e scuole di musica in aree colpite da conflitti e in paesi in via di sviluppo.

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L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concer-tistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da ottimi musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi, situato nel centro di Firenze. Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium “Giovanni Agnelli” del Lingotto di Torino, all’Accademia di S. Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo, Buenos Aires, Santiago, Lima solo per ricordarne alcune. Incide per Emi, Ricordi, Agorà, Dreyfus. Lo scorso 30 settembre è uscito, per Sony Classical, un nuovo disco dell’ORT diretta da Daniele Rustioni e dedicato alle musiche di Ghedini.

** spalla / * prima parte

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Violini Primi: Daniele Giorgi*, Paolo Gaiani**, Damiano Babbini, Patrizia Bettotti, Stefano Bianchi, Marcello D'Angelo, Alessandro Giani, Susanna Pasquariello, Franziska Schotensack.Violini Secondi: Chiara Morandi*, Gabriella Colombo**, Angela Asioli, Enrico Bernini, Francesco Di Cuonzo, Marian Elleman, Marco Pistelli.Viole: Stefano Zanobini*, Pier Paolo Ricci**, Caterina Cioli, Alessandro Franconi, Sabrina Giuliani.Violoncelli: Augusto Gasbarri* Veronica Lapiccirella**, Stefano Battistini, Ilaria Sar-chini, Giovanni Simeone.Contrabbassi: Amerigo Bernardi*, Luigi Giannoni**, Marco Forti.Flauti: Fabio Fabbrizzi*, Silvia Marini.Oboi: Alessio Galiazzo*, Flavio Giuliani*.Clarinetti: Marco Ortolani*. Emilio Checchini*.Fagotti: Paolo Carlini*, Umberto Codecà*.Corni: Andrea Albori*, Paolo Faggi*.Trombe: Donato De Sena*, Guido Guidarelli*.Timpani: Simone Buttà*.Ispettore d’orchestra e archivista: Alfredo Vignoli

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Su un solo pentagramma scorre la storia, il pensiero, il sogno di un'intera umanità. Per conoscerli non c'è che un modo: ascoltare. (Anonimo)

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25 MARZO 2017INAUGURAZIONE DEL CENTRODI PRODUZIONE MUSICALEARTURO TOSCANINI

Il 25 marzo alle ore 11 inauguriamo il nostro nuovo Centro di Produzione Musicale all’interno del Parco della Musica, a pochi passi dall’Audito-rium Paganini.

Offriremo alla città una giornata aperta, con la possibilità di visitare il nuovo edificio e l’intero complesso “Paganini”, assistere alla prova del-la Filarmonica Toscanini, ascoltare brevi interventi strumentali eseguiti da allievi del Conservatorio Arrigo Boito e del Liceo Musicale Attilio Ber-tolucci e brani corali proposti dalla Corale Verdi, assistere alla proie-zione del documentario “Toscanini inedito, Tra ricordi e immagini mai viste” prodotto dalla Radiotelevisio-ne svizzera e tanto altro ancora…

Siete tutti invitati a festeggiare con noi il compleanno di Toscanini.

Vi aspettiamo a partire dalle ore 9 del mattino fino alle 18.

Prossimo appuntamento di nuove atmosfere

Giovedì 23 marzo 2017 ore 20.30

JADER BIGNAMINIDirettore

GIOVANNI ANDREA ZANONViolino

ORCHESTRA SINFONICA DI MILANO GIUSEPPE VERDI

Ludwig van BeethovenConcerto per violino in re maggiore op.61

Franz SchubertSinfonia n.8 in si minore D759

©Cristian Grossi

IMPARIAMO IL CONCERTO

Carlo Lo Presti racconta Beethoven e Schubert

Mercoledì 22 marzo 2017 ore 18.00Auditorium Paganini, Parma

Per saperne di più www.fondazionetoscanini.it