Nuova serie - Anno 26 - Numero 202 - Spedizione in … alla Cassa forense. Aiuto straordi-nario...

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D’Alessio a pag. 27 Nuova serie - Anno 26 - Numero 202 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Venerdì 26 Agosto 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 !(+*,."1&*)& #" "'.,& %$-/*)"'& *+**& #%!$+)& GD ; - 5421 &378(11(;043- -, (::0(2-384 !77078-3;( -, (..0463(2-384 -2 3/5/ '6-;;4 *14++(84 5-6 7-256- (/-8 (3 ?>DCABG : !9"9 / '9#7- >EGBD@E?>>G : >D9GED@DA@F : 1%"4*$54#)-'/91( ,-1 56 ,,,-*($,")#&'+#%)"+(-&+ / 5!-'1!- 2- 7/'514%/ !43&2/(- 4&&6'/ .01-3-.1 -224 #&)'&$&%$( #438(*010) $0+/0(6(;0430 !3/60+0+1(..04 "01(3+04 %9645-4 #42930+(;0430 '(./- !*($,")# 56-7-38(= &25468(;0430 ,( (1860 .-7/43(10 &378(11(;043- -, (::0(2-384 !77078-3;( -, (..0463(2-3/ '6-;;4 *14++(84 5-6 7-256- *+**& #%!$+)& GD ; - 5421 -2 3/5/ ,-1 56 )))954#)-'/1%(/$'-(491( Due notizie concrete nel bla bla sul terremoto di questi giorni. Gabrie- le Guerrini, un valente ricercatore, premiato a Tokyo, all’University of California, San Diego, ha ideato un sistema di costruzione di piloni resistenti a qualsiasi evento sismi- co. Intanto in un’altra delle univer- sità della California, quella di Ber- keley, e della Sapienza di Roma si sta lavorando parallelamente su delle app che potrebbero dare una protezione. I ricercatori california- ni hanno reso disponibile su Google Play l’app MyShake che cerca di trasformare il telefono cellulare in un sismografo. L’università La Sapienza ha realizzato l’app Sei- smoCloud. Sul telefonino le app antiterremoto realizzate dall’università di Berkeley e dalla Sapienza Sisma, aiuti ai professionisti Congelamento delle scadenze e fondo per gli avvocati iscritti alla Cassa, aiuto straordinario ai consulenti lavoro, stop ai contributi dalla Cassa ragionieri Congelamento delle scadenze e fon- do «ad hoc» per gli avvocati iscritti alla Cassa forense. Aiuto straordi- nario (fino a 20 mila euro, aumen- tabile in ragione della situazione familiare) ai consulenti del lavoro. Stop ai contributi (fino al 31 dicem- bre) dalla Cassa dei ragionieri. Pronta a predisporre misure anche la Cassa dei dottori commercialisti. Queste alcune misure già stabilite dalle Casse per i professionisti col- piti dal sisma in Centro Italia. Valentini a pag. 7 SU WWW.ITALIAOGGI.IT Dirigenza pubbli- ca - Lo schema di decreto legislativo di riforma Bilancio - La nuova normativa che man- da in soffitta la legge di Stabilità Partecipate - La riforma con le dispo- sizioni su sindaci e revisori d P - c ii C RIFORMA IN GAZZETTA Legge di bilancio, con il restyling stop ad aumenti fiscali automatici a pag. 28 DECRETO PARTECIPATE Sindaco, collegio o revisore in ogni srl a controllo pubblico De Angelis a pag. 35 TELEVISIONI LOCALI Mediapason riorganizza, bene Telelombardia e Topcalcio 24 Plazzotta a pag. 18 IL BISCIONE: NUMERI VERI Vivendi accusa Mediaset di aver gonfiato i dati di Premium Secchi a pag. 19 MARKETING Share’ngo lancia gli spot dentro alle sue city car elettriche Sottilaro a pag. 17 NON OFFRONO GARANZIE Gli Usa rinunciano alle prigioni gestite dai privati a pag. 16 È IL PRODUTTORE N.1 Il re dei droni è cinese e a 35 anni è già miliardario a pag. 14 Gli incarichi dirigenziali nella p.a. dureranno quattro anni e saranno prorogabili solo una volta, per altri due anni. Ogni volta che scade un incarico, i dirigenti subiranno la messa in disponibilità, fino al con- ferimento di un nuovo incarico. I dirigenti potranno restare in dispo- nibilità nei ruoli solo per un anno, decorso il quale senza ottenere nuo- vi incarichi saranno licenziati. Lo prevede il decreto legislativo attua- tivo della riforma della dirigenza approvato ieri dal governo. Dureranno solo quattro anni e alla scadenza saranno prorogabili solamente una volta per altri due anni Dirigenti p.a., incarichi a tempo r I M PER IL GOVERNATORE DELLA SICILIA SONO INDISPENSABILI Crocetta non mette in pensione i suoi superburocrati regionali La pensione è noiosa. Soprattutto se hai un ufficio spazioso e uno stipendio che sfiora i 200 mila euro all’an- no. Se poi sei un uomo di fiducia dei vertici della regione Sicilia, che fanno di tutto per averti accanto, per- ché lasciare il posto? Il man- tra del governatore dell’iso- la, Rosario Crocetta (Pd- Udc), è lo stesso degli altri amministratori italiani: tagliare, risparmiare. Belle parole che, però, non valgo- no per i grandi burocrati della regione. Per loro, fede- lissimi di Crocetta e dei suoi assessori, ci sono deroghe ed eccezioni. Per Salvatore Sammaritano, per esempio. O per Felice Bonanno. Il presidente della camera, Laura Boldrini, non solo si è precipitato sul luogo del sisma (ovviamente ac- compagnato da una robusta scorta) ma ha anche minacciato di rimane- re sul posto per ben tre giorni conse- cutivi. «Almeno», ha precisato. Ha anche spiegato che era a Pescara del Tronto per «dare il contributo all’organizzazione dei soccorsi». Ora, è vero che l’Italia è il paese dove gli ingegneri vogliono fare i ginecologi (e viceversa) e tutti e due il commissario tecnico della nazionale di calcio. Ma fin che questi ruoli intercambiabili vengono recitati al bar sport all’ora dell’aperitivo (specie dopo averne già ingurgitato almeno tre), pace. Ma è un grave problema se le autorità apicali dello stato (al netto del pre- mier o dei ministri specifici) vanno a intralciare il lavoro dei competenti, solo per farsi vedere dai media. Per- ché non c’è altra giustificazione alla trasferta della Boldrini sui luoghi del terremoto. In compenso, il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, che avrebbe dovuto essere sul posto due ore dopo il sisma, 11 ore dopo non era ancora ad Ama- trice. Dopo, non so. DIRITTO & ROVESCIO ATLETE ITALIANE Nella squadra di canottaggio c’è un’islamica, ma è senza velo Merli a pag. 9 Oliveri a pag. 27 ve d in u ap m in so ch tr d d C su or tr NUOVA APPLICAZIONE Apple prepara un social network con i video iPhone e iPad degli utenti a pag. 19 Rosario Crocetta Con do « alla nar tab fam Stop bre Pro la C Que dall piti C c m COMMERCIALISTI Elezioni Cndcec, ok dal ministero alle nuove regole Ventura a pag. 33 &25468(;0430 ,( (1860 .-7/43(10 &378(11(;043- -, (::0(2-384 !77078-3;( -, (..0463(2-3/ '6-;;4 *14++(84 5-6 7-256- *+**& #%!$+)& GD ; - 5421 -2 3/5/ ,-1 56 )))954#)-'/1%(/$'-(491( QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) Costa a pag. 10 Traballa la grossa coalizione che regge il governo tedesco: Merkel contro Putin ma i socialisti a favore Roberto Giardina a pag. 16 Con guida «Il mio mutuo» a € 5,00 in più €2,00* 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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D’Alessio a pag. 27

Nuova serie - Anno 26 - Numero 202 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Venerdì 26 Agosto 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50

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Due notizie concrete nel bla bla sul terremoto di questi giorni. Gabrie-le Guerrini, un valente ricercatore, premiato a Tokyo, all’University of California, San Diego, ha ideato un sistema di costruzione di piloni resistenti a qualsiasi evento sismi-co. Intanto in un’altra delle univer-sità della California, quella di Ber-keley, e della Sapienza di Roma si sta lavorando parallelamente su delle app che potrebbero dare una protezione. I ricercatori california-ni hanno reso disponibile su Google Play l’app MyShake che cerca di trasformare il telefono cellulare in un sismografo. L’università La Sapienza ha realizzato l’app Sei-smoCloud.

Sul telefonino le app antiterremoto realizzatedall’università di Berkeley e dalla Sapienza

Sisma, aiuti ai professionistiCongelamento delle scadenze e fondo per gli avvocati iscritti alla Cassa, aiuto

straordinario ai consulenti lavoro, stop ai contributi dalla Cassa ragionieriCongelamento delle scadenze e fon-do «ad hoc» per gli avvocati iscritti alla Cassa forense. Aiuto straordi-nario (fino a 20 mila euro, aumen-tabile in ragione della situazione familiare) ai consulenti del lavoro. Stop ai contributi (fino al 31 dicem-bre) dalla Cassa dei ragionieri. Pronta a predisporre misure anche la Cassa dei dottori commercialisti. Queste alcune misure già stabilite dalle Casse per i professionisti col-piti dal sisma in Centro Italia.

Valentini a pag. 7

SU WWW.ITALIAOGGI.IT

Dirigenza pubbli-ca - Lo schema di decreto legislativo di riforma

Bilancio - La nuova normativa che man-da in soffitta la legge

di StabilitàPartecipate - La riforma con le dispo-

sizioni su sindaci e revisori

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RIFORMA IN GAZZETTA

Legge di bilancio, con il restyling stop ad aumenti fiscali automatici

a pag. 28

DECRETO PARTECIPATE

Sindaco, collegio o revisore in ogni

srl a controllo pubblico

De Angelis a pag. 35

TELEVISIONI LOCALI

Mediapason riorganizza, bene

Telelombardiae Topcalcio 24

Plazzotta a pag. 18

IL BISCIONE: NUMERI VERI

Vivendi accusa Mediaset di aver gonfiato i dati di Premium

Secchi a pag. 19

MARKETING

Share’ngo lancia gli spot dentro alle sue city car

elettricheSottilaro a pag. 17

NON OFFRONO GARANZIE

Gli Usa rinuncianoalle prigioni

gestite dai privati a pag. 16

È IL PRODUTTORE N.1

Il re dei droni è cinese

e a 35 anni è già miliardario

a pag. 14

Gli incarichi dirigenziali nella p.a. dureranno quattro anni e saranno prorogabili solo una volta, per altri due anni. Ogni volta che scade un incarico, i dirigenti subiranno la messa in disponibilità, fino al con-ferimento di un nuovo incarico. I dirigenti potranno restare in dispo-nibilità nei ruoli solo per un anno, decorso il quale senza ottenere nuo-vi incarichi saranno licenziati. Lo prevede il decreto legislativo attua-tivo della riforma della dirigenza approvato ieri dal governo.

Dureranno solo quattro anni e alla scadenza saranno prorogabili solamente una volta per altri due anni

Dirigenti p.a., incarichi a tempo

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PER IL GOVERNATORE DELLA SICILIA SONO INDISPENSABILI

Crocetta non mette in pensione i suoi superburocrati regionali

La pensione è noiosa. Soprattutto se hai un ufficio spazioso e uno stipendio che sfiora i 200 mila euro all’an-no. Se poi sei un uomo di fiducia dei vertici della regione Sicilia, che fanno di tutto per averti accanto, per-ché lasciare il posto? Il man-tra del governatore dell’iso-la, Rosario Crocetta (Pd-Udc), è lo stesso degli altri amministratori italiani: tagliare, risparmiare. Belle parole che, però, non valgo-no per i grandi burocrati della regione. Per loro, fede-lissimi di Crocetta e dei suoi assessori, ci sono deroghe ed eccezioni. Per Salvatore Sammaritano, per esempio. O per Felice Bonanno.

Il presidente della camera, Laura Boldrini, non solo si è precipitato sul luogo del sisma (ovviamente ac-compagnato da una robusta scorta) ma ha anche minacciato di rimane-re sul posto per ben tre giorni conse-cutivi. «Almeno», ha precisato. Ha anche spiegato che era a Pescara del Tronto per «dare il contributo all’organizzazione dei soccorsi». Ora, è vero che l’Italia è il paese dove gli ingegneri vogliono fare i ginecologi (e viceversa) e tutti e due il commissario tecnico della nazionale di calcio. Ma fi n che questi ruoli intercambiabili vengono recitati al bar sport all’ora dell’aperitivo (specie dopo averne già ingurgitato almeno tre), pace. Ma è un grave problema se le autorità apicali dello stato (al netto del pre-mier o dei ministri specifi ci) vanno a intralciare il lavoro dei competenti, solo per farsi vedere dai media. Per-ché non c’è altra giustifi cazione alla trasferta della Boldrini sui luoghi del terremoto. In compenso, il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, che avrebbe dovuto essere sul posto due ore dopo il sisma, 11 ore dopo non era ancora ad Ama-trice. Dopo, non so.

DIRITTO & ROVESCIO

ATLETE ITALIANE

Nella squadra di canottaggioc’è un’islamica, ma è senza velo

Merli a pag. 9

Oliveri a pag. 27fivedinuapminsochtrddCsuortr

NUOVA APPLICAZIONE

Apple prepara un social network

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Roberto Giardina a pag. 16

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2 Venerdì 26 Agosto 2016 I C O M M E N T I

È un boomerang per l’Europa. L’isolamen-to della Russia voluto dagli

Stati Uniti e accettato passivamente dall’Unione europea si sta rivelando una mossa assai poco accorta. Vladimir Putin, padre-padrone della Russia, non subisce passivamente, com’è ovvio. E interpreta alla meglio il ruolo di anta-gonista che gli è stato cucito addosso e che tra l’altro (come se ce ne fosse biso-gno) lo rafforza sul piano interno.

Ecco allora la stretta di mano con Recep Tayyip Erdogan che non ha solo risvolti economici poiché la Turchia è un paese cerniera per l’Eu-ropa ed è membro del-la Nato. La sponda di Putin all’Erdogan post fallito colpo di stato rafforza le spinte anti occidentali del neoregi-me turco. E qual è stato il primo importante passo internazio-nale del nuovo primo ministro inglese, Theresa May, alle prese con la Brexit? Un incontro col leader russo. Con l’evi-dente obiettivo di compensare con un maggiore interscambio economico con la Russia i minori affari preventivati con i paesi dell’Ue.

Si potrebbe addirittura veri-ficare che mentre i paesi Ue sono bloccati dall’embargo verso la Russia, la Gran Bretagna, fuori dall’Ue, potrà commerciare in tutta libertà. Non a caso un portavoce di Downing Street

ha dichiarato alla Bbc: «Il primo ministro ha sottolineato l’impor-

tanza del rapporto tra il Regno Unito e la Russia e ha espresso la speranza che, nonostante le differenze su alcuni argomenti, potrà avvenire una colla-borazione aperta e onesta sulle più importanti questioni».

Putin si inserisce così anche nel-le contraddizioni europee. Vi è poi da aggiungere il ruolo determinante che la Russia sta avendo nella crisi siriana, ipotecando un ruolo nei futuri assetti del turbolento Medio Oriente, fi no a ieri «gestiti» solo dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.

Non mancano pro-blemi e contraddizio-ni, a cominciare dalle mire espansionistiche di Putin, con la crisi Ucraina ancora irri-solta. Ma l’Europa che

fatica a trovare una politica estera comune e non riesce a ridare slancio alla propria economia deve riprendere un dialogo con la Russia poiché isolare questo grande paese che si trova ai pro-pri confi ni fi nisce per radicalizzarne i comportamenti e creare tensioni.

Spesso è promuovendo i punti di contatto (pur senza cedimenti) che si possono superare le criticità, limare le ambizioni pericolose e magari pro-muovere passi avanti sulla strada della democrazia nei regimi autoritari.

© Riproduzione riservata

DI CARLO VALENTINI

L’ANALISI

La Ue deve riprenderea dialogare con Putin

DI SERGIO LUCIANO

Qualcuno dei meno gio-vani ricorderà la Daf, una fabbrica automo-bilistica olandese bre-

vemente nota in Italia perché vendeva solo vetture col cam-bio automatico sin dagli anni Settanta e che da una ventina d’anni si è limitata ai camion. Ebbene, sarà che oggi l’Olanda non ha più nei propri confini un gruppo automobilistico na-zionale e potente, sarà perché gli olandesi sono patiti delle biciclette, sta di fatto che han-no deciso (con l’ok già ottenuto della camera bassa e l’immi-nente, scontato sì del senato) che dal 2025 sul territorio na-zionale sarà consentita solo la circolazione di auto elettriche. Fuorilegge tutte quelle a scop-pio.

Già la Norvegia l’ha de-ciso qualche tempo fa, ma la cosa non aveva fatto notizia. La scelta olandese è stata più notata. Ma non abbastanza: è una decisione rivoluzionaria! Nove anni sono niente, per un settore industriale portan-te come l’automotive. Se la scelta di due paesi autorevoli

come Norvegia e Olanda ver-rà imitata, sarà il «via» a una svolta epocale. Quella che gli altri grandi paesi produttori di auto non hanno ancora fatto solo perché i loro industriali automobilistici, presenti e in-fl uenti sui governi, non voglio-

no essere pressati e indotti ad accorciare i tempi di una mi-grazione che essi stessi consi-derano, in cuor loro, inevitabi-le, ma vogliono procrastinare il più possibile in modo da sfrut-tare al massimo gli impianti installati per la produzione delle auto a scoppio.

Lasciamo da parte le polemiche sul fatto che le auto elettriche non sarebbero poi davvero meno inquinanti di quelle tradizionali: forse è anche vero, ma intanto la produzione delle emissioni si concentra nelle centrali, vir-tualmente meglio controllabi-li, soprattutto se a gas o a rin-

novabili (quelle olandesi, sono a carbone, paradossalmente e quindi strainquinano). Quel che rileva è che le scelte olan-dese e norvegese confermano l’ovvio concetto, rinnegato dal liberismo oltranzista modello Usa, che la politica può deter-minare molti comportamenti economici dei cittadini, e può soccorrere il capitalismo con-tro la sua malattia senile che è l’oligopolismo autodetermi-nistico.

Quando la distruzio-ne creatrice invocata da

Schumpeter latita nella testa degli imprenditori per-ché i potenziali distruttori si mettono d’accordo tra loro per non investire nell’innovazio-ne, la politica può sostituirsi alla loro volontà, contando sul fatto che, tanto, disobbedire sarebbe per essi più nocivo che obbedire: cioè, chiudere le fabbriche per non riconvertir-le sarebbe ancora peggio che riconvertirle. Ma ci vogliono politici indipendenti. Gli olan-desi lo sono, non perché siano bravi ma perché non hanno finanziatori che producono auto.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Fra nove anni in Olanda potranno circolare soltanto le auto elettriche

Può farlo perchénon ha produttori

auto che lo frenano

It’s a boomerang for Europe. The isolation of Russia wanted by the United States and passi-vely accepted by the European

Union is proving to be a very unwise move. Vladimir Putin, the control-ling father of Russia, doesn’t endure passively, of course. He interprets as best as he can the role of antagonist as he was labelled, which, moreover, (as if it were needed) reinforces him internally.

Hence the handshake with Re-cep Tayyip Erdogan, which has not only economic implications as Tur-key is a key country for Europe and is a member of the NATO. Putin’s support to Erdogan after the failed coup strengthens the anti-Western forces of the neo-Turkish regime.

And what was the first major in-ternational step of the new British Prime Minister Theresa May, strug-gling with Brexit? A meeting with the Russian leader. With the clear objective to compensate with a gre-ater economic exchange with Russia for the fewer affairs deals expected with EU countries.

It could even occur that whi-le EU countries are blocked by the embargo on Russia, Britain, outside the EU, will be able to trade freely. Not surprisingly, a Downing Street spokesman told the BBC: «The Pri-

me Minister noted the importance of the relationship between the UK and Russia and expressed the hope that, despite differences on certain issues, they could communicate in an open and honest way about the issues that mattered most».

So Putin has mixed with Eu-rope’s contradictions as well. Then we should add the crucial role that Russia is playing in the Syrian crisis, laying a claim on a role in the future arrangement of the turbulent Mid-dle East, until recently only «mana-ged» by the US and their allies.

There are many problems and contradictions, starting with Pu-

tin’s expansionist ambitions, with the Ukraine crisis still unresolved. Never-theless Europe, that is struggling to fi nd a common foreign poli-

cy and is unable to boost its economy, should resume a dialogue with Rus-sia since isolating this great country that is located on its own borders ends up radicalizing its behaviors and creating tensions.

Often it is precisely by promo-ting contact points (without conces-sions) that problems can be overcome, eroding dangerous ambitions and perhaps promoting progress towards democracy in authoritarian regimes.

© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR ENGLISH

The EU should resumedialogue with Putin

Ci sono infatti troppi

interessi comuni

Indeed there aretoo many

common interests

DI MARCO BERTONCINI

L’azione di Stefano Pari-si trova fi nora adesione nel-la stampa vicina al centrode-stra e anche centrista. È una novità lo spazio riservatogli da la Repubblica, anche se il tema da lui trattato (l’as-semblea costituente) non rappresenta un capolavo-ro di proposta politica. Va riconosciuto che rimettere in sesto Fi è impresa non solo ardua, bensì, a giudi-zio di molti, irrealizzabile. Ancor più complicata (ma sarebbe meglio dire prema-tura, richiedendosi prima il rifacimento di Fi) è la ricostruzione dell’alleanza di centrodestra.

Parisi procede con l’uno e l’altro scopo. L’an-nunciata riunione milane-se risponde sia a immettere società civile nel movimen-to berlusconiano, sia a pre-parare un programma che vada bene per il centrode-stra. La prospettiva di una successiva riunione roma-na (a novembre?) indica un progetto a tappe, visto che, sia pure labilmente, si fan-

no intravedere altre mani-festazioni ancora, mentre si chiede tempo fino alle elezioni (ma sarà inevita-bile concludere ben prima, anche perché la scadenza naturale potrebbe salta-re).

Per quanto l’interes-sato professi la volontà di non interferire con i quadri del partito e si ri-volga esplicitamente alla società civile (per adesso, si capisce come egli sfrutti conoscenze personali an-tiche e recenti), è consa-pevole di aver bisogno dei politici. Finora ha trovato simpatie nei centristi che hanno lasciato Renzi. Chi, come Angelino Al-fano, continua a sostenere palazzo Chigi, esterna soli-darietà, ma, di fatto, punta su un centro che guardi a si-nistra. In Fi sostengono Pa-risi quanti ritengono inutile e dannoso mettersi contro il Cav. Si capisce così perché ci vorrà un incredibile lan-cio di comunicazione, per consentire che l’impresa di Parisi vada a buon fi ne.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Il percorso di Parisi resta tutto in salita

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3Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

I timori della Protezione civile. Più di 5000 persone impegnate nelle operazioni di soccorso

Terremoto, è peggio che all’AquilaIl governo stanzia i primi 50 milioni. Tusk (Ue): aiuteremo l’Italia

DI EMILIO GIOVENTÙ

La prima notte, dopo quella della frustata assassina di mercole-dì, purtroppo non por-

ta buone notizie. Piuttosto fa emergere altri cadaveri dai cumuli di macerie e spinge in alto il il numero delle vit-time del sisma che mercoledì notte ha scosso l’Italia cen-trale: 250 vittime accertate. È il tragico bilancio, comu-nicato dalle Prefetture di Rieti e Ascoli Piceno: 195 sono i morti in provincia di Rieti (11 ad Accumoli, 184 ad Amatrice) 46 quelli tra Arquata e Pescara del Tron-to nelle Marche, i paesi più colpiti dal terremoto. E poi ci sono i feriti: oltre 365. Il bilancio purtroppo non è a definitivo. Tanto che la Pro-tezione civile ha detto di te-mere che alla fine il numero delle vitttime sarà più alto di quello registrato per il terre-moto dell’Aquila del 6 aprile 2009, quando i morti furo-no 309 e i feriti oltre 1.500. Molti attendono ancora di

conoscerere la sorte di ami-ci e familiari. E così quella di ieri è stata una notte di ricerche senza sosta per i soccorritori. Alla luce delle lampade hanno continuato a scavare fra le macerie alla ricerca di sopravvissuti per-ché le speranze non sono del

tutto spente: in serata una bambina è stata salvata dopo 17 ore. Ma purtroppo sono proseguite per tutta la notte le scosse sismiche nel-le aree tra Umbria, Marche e Lazio colpite dal terremo-

to. «Fino ad ora sono state registrare 460 scosse», ha riferito la risponsabile delle emergenze della Protezione civile, Titti Postiglione. «Alle ore 7 dall’inizio, sono 460 le scosse registrate, ma probabilmente in questa ora e mezza se ne sarà aggiun-

ta qualcun’altra. Ricordo che solo due sono state le scosse con magnitudo superiore a 5». Frasi queste pronunciate prime che nel pomeriggio si verificasse ad Amatrice una scossa dell’ordine di 4,5 di

magnitudo Richter.

In 215 estratti vivi dalle macerie

Sono 215 le persone fino-ra estratte vive dai vigili del fuoco dalle macerie delle case distrutte dal terremoto. Lo ha riferito il prefetto Bruno Frattasi, capo del Corpo na-zionale dei vigili del fuoco. La gran parte dei salvataggi, 200, è stata effettuata nelle aree della provincia di Rieti, il resto in quella di Ascoli. L’auspicio di Frattasi è che ovviamente salga i numero dei salvataggi.

Soccorsi: più di 5000 uomini impegnati nelle operazioni.

Sono circa 5.370 gli uomini e le donne appartenenti alle diverse strutture operative di Protezione Civile, ai centri di competenza tecnica scientifi ca o alle aziende erogatrici di ser-vizi essenziali, dispiegati sul territorio. A questi si aggiun-ge tutto il personale delle am-ministrazioni territoriali delle aree colpite dal sisma nonché

quello delle colonne mobili atti-vate da fuori regione (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Emilia Romagna, Toscana) per portare aiuto. In particolare, 880 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, 379 apparte-nenti alle Forze Armate e ol-tre mille alle Forze di Polizia, a cui si aggiungono 262 unità di personale della Croce Rossa Italiana e circa 570 uomini e donne delle organizzazioni di volontariato nazionale, non-ché 540 del volontariato locale di Lazio, Marche e Umbria. Ammonta a un totale di 170 il personale dei diversi centri di competenza tecnica e scientifi -ca - Ispra, Ingv, Enea, Cnr, ma anche la Direzione Generale Dighe del Ministero Infrastrut-ture e Trasporti; circa 200 uni-tà di personale in campo per le aziende erogatrici dei servizi di luce e gas; altrettante per gli operatori di telefonia e circa 120 per la viabilità. Sono stati impiegati inoltre 12 elicotteri a cui si aggiunge la disponibilità di ulteriori 9 velivoli.

Vignetta di Claudio Cadei

continua a pag. 4

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4 Venerdì 26 Agosto 2016 P R I M O P I A N O

Ci fu il terremoto più devastante mai capitato in Europa accompagnato anche dallo tsunami

Centosette anni fa, a MessinaVenne giù il mondo alle 5 e 27 del mattino del 28 dicembre

DI VALERIO BARGHINI

La storia, si sa, è fat-ta di corsi e ricorsi. Friuli, maggio 1976. Irpinia, novembre

1980. L’Aquila, aprile 2009. Amatrice, Arquata e Pesca-ra del Tronto, Accumoli ago-sto 2016. Ma anche Messina centosette anni e qualche mese fa. Stessa tragedia. Anzi, forse la peggio-re catastrofe del seco-lo: erano le 5 e 27 di un tranquillo (fino a quel momento) lunedì mattina di dicembre, il 28, una giornata in cui tutte le attività avrebbero dovuto ri-prendere dopo le fe-stività natalizie. Sul-la città dello Stretto, la sera prima, tutto normale con i nobili al Vittorio Emanuele ad as-sistere all’Aida di Giuseppe Verdi.

Tutto normale, con l’impo-nente Palazzata (all’epoca ribattezzata «l’ottava mera-viglia del mondo») in piedi, lì sul lungomare, tra le odierne via Vittorio Emanuele e via Garibaldi. Tutto tranquillo, con la statua della Vergine che ancora oggi ti accoglie all’ingresso del porto con quella scritta che, centosette anni e qualche mese fa, suo-nava quasi come una beffa:

Vos et ipsam civitatem bene-dicimus, benediciamo voi e la vostra città.

Poi, alle 5 e 27, laggiù negli abissi, accade qual-cosa. E quassù pure: prima una violenta scossa, breve (trenta secondi appena) ma intensa, 7.1 l’odierna ma-

gnitudo. A cui segue, dopo un silenzio quasi surreale, un’ondata di maremoto, uno tsunami, che investe la città e tutti coloro i quali, istin-tivamente, si erano diret-ti verso il mare a cercare scampo.

Era l’Italia di un im-passibile Giovanni Gio-litti: sembra che nulla lo scalfisse, tranne questo av-venimento (classificato nel-la scrupolosa ricostruzione fatta da Giorgio Boatti nel 2004, La terra trema,

edizioni Mondadori, come il «più disastroso terremo-to mai avvenuto in Europa») che qualche turbamento pare averglielo procurato. Era l’Italia del Regno dei Savoia, con la Regina Ele-na scesa sullo Stretto con il marito Vittorio Ema-

nuele III per verificare di p e r s o n a l a situazione e che (lei sì) si prodigò molto, t ras f o rman-do la propria nave in un vero ospeda-le, smettendo gli abiti regali per indossare quelli di cro-cerossina. Era l’Italia del ge-nerale Mazza, incaricato da

Giolitti di gestire l’emer-genza, capace solo di farlo a bordo di una nave, senza pressoché mai scendervi e pretendere (in un sistema al collasso) che le autorità locali rispondessero ai co-siddetti «ordini superiori», rispettando rigorosamente le gerarchie.

Stessa tragedia e stes-si numeri contrastanti: c’è chi parlò (tra Messina e Reggio Calabria) di cen-tocinquantamila morti; chi di ottantamila a Messina e

quindicimila a Reggio Cala-bria. Stesso problema degli orfani, duemila dei quali tratti in salvo dai marinai russi (i primi, pare, a giun-gere a Messina) ma molti altri spariti misteriosa-mente.

Ma anche stessi provvedi-menti, con la proclamazio-ne dello stato d’assedio per tentare di evitare saccheggi e caos.

Messina era distrutta, buona parte della citta-dinanza pure. Ma non l’or-goglio dei messinesi. Dopo alcuni giorni si giunse alla decisione di interrompere le ricerche di eventuali al-tri scampati per dedicarsi

ai vivi «certi». Addirittura a Roma pensarono di radere definitivamente al suolo e bruciare (per «risolvere» il problema dei corpi in putre-fazione) quello che restava di Messina e ricostruirla da un’altra parte. Una decisio-ne a cui i pochi messinesi scampati si opposero stre-nuamente con le poche for-ze rimaste. Lì sotto, anche a distanza di giorni, c’erano (potevano esserci) persone ancora vive. Si opposero con forza, coraggio ma, so-prattutto, dignità: la stessa, oggi, dei cittadini di Ama-trice, Arquata, Pescara del Tronto, Accumoli.

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Il sostegno della Ue. Tusk: pronti ad aiutare l’Italia

Il presidente del Consiglioeuro-peo, Donald Tusk, ha inviato una lettera di condoglianze all’Italia, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Con-siglio, Matteo Renzi, per esprime-re solidarietà e offrire disponibilità. «Voglio offrire le mie più profonde condoglianze per la perdita di vite umane e la distruzione provocate dal devastante terremoto che ha colpito l’Italia centrale», scrive Tusk, i cui pensieri «vanno a tutte le persone colpite, ai familiari delle vittime, a quanti attendono disperatamen-te notizie, e ai feriti». Tusk rivolge inoltre «ringraziamenti di cuore» a quanti sono impegnati nelle opera-zioni di soccorso. E assicura: «Sono pronto a fare quanto tutto quello che posso per aiutare le autorità e il popolo italiano in questo momen-to di dolore e sofferenza». Anche il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, nel corso di una telefo-nata con Mattarella. ha manifestato solidarietà nei confronti dell’Italia e ha offerto aiuto.

Renzi incontra Padoan: priorità agli interventi per il sisma.Poi il consiglio dei ministri

Nella mattinata di ieri il premier

ha ricevuto a palazzo Chigi il mini-stro dell’Economia Piercarlo Pado-an, con l’obiettivo di fare il punto sul-le principali misure economiche da mettere in campo per dare slencio a una crescita che sembra bloccata. Ma soprattutto, si è parlato dell’emer-genza sismica e dei provvedimenti necessari per assistere le popolazioni e i territori colpiti dal terremoto. Poi, nel pomerigigo, è stato il consiglio dei ministri a riunirsi per le decisio-ni operative. Secondo quanto ha spie-gato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, la riuniomne Gra-ziano Delrio, è stato proclamato lo stato d’emergenza ed stata stanziata per i primi interventi la somma di 50 milioni di euro attinta dal Fondo emergenza nazionale che dispone di 234 milioni, «in attesa di ricevere i dati sui danni e poter fi nanziare». Il governo, nella riunione di ieri, ha poi deciso di sospendere i prelievi fi scali nelle aree terremotate. Come richiesto anche dal M5S, che con una nota dei parlamentari ha proposto «il differimento o la sospensione di un anno dei termini per l’adempimento degli obblighi tributari a favore di tutti i contribuenti delle zone terre-motate. Inclusa l’immediata sospen-sione delle cartelle Equitalia 2016. Con attenzione specifi ca per le parti-te Iva e le Pmi così da riattivare nel più breve tempo possibile le attività

produttive della zona». Anche la re-gione Lazio si è attivata per mette-re a disposizione assistenza e aiuti fi nanziari per le popolazioni colpite. Il presidente Nicola Zingaretti ha annunciato al termine della riunione della giunta regionale che il Consi-glio regionale del Lazio si appresta a stanziare 1 milione e 300mila euro per i comuni di Amatrice ed Accumo-li duramente colpiti dal terremoto. «Abbiamo stanziato subito 5 milioni di euro per l’emergenza attuale e per le esigenze dei prossimi giorni», ha detto Zingaretti

Siria, sì della Russia all’Onu Tregua umanitaria di 48 ore

La Russia ha confermato l’inten-zione di accettare una tregua di 48 ore a Aleppo, come chiesto dall’Onu per consentire l’arrivo degli aiuti umanitari.

Lo ha comunicato l’inviato spe-ciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura. «Mosca ci ha dato una risposta affermativa e ora chiedia-mo la stessa cosa alle altre parti del confl itto», ha spiegato l’inviato. De Mistura ha assicurando che «è tutto pronto per la consegna simultanea degli aiuti, a est quanto a ovest della città.

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SEGUE DA PAGINA 3

di Pierre de Nolac

Colombia e Farc fi rmano la pace a Cuba.

Fidel Castro è pronto per la santifi cazione.

* * *

Padoan è un esperto di economia internazionale.

Ha dei problemi con quella domestica.

* * *Una catastrofe ogni cinque anni

Praticamente la durata di una legislatura.

* * *

Arriva Elisa con il brano “Bruciare per te”

Sarà l’inno della capitale?

* * *La casa di Prince diventa un museo.

Lo spazio per i fan non manca.

PILLOLE

La Regina Elena assiste i feriti (da La Domenica del Corriere)

Trentuno inviati per seguire Renzi a Ventotene. #La-buonaRai

* * *

Il cognome più diffuso a Milano è Hu. Il secondo è Huelà.

* * *

Hacker russi nel sito del New York Times. Smascherati dalla scritta «I’ll break in two».

* * *

I sindaci dei comuni terremotati non possono spen-dere soldi a causa dei vincoli di fi nanza pubblica. Mi sembra un ottimo argomento di discussione per Renzi, Merkel e Hollande. Sempre dopo aver portato i fi ori ad Altiero Spinelli, eh.

GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND

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5Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

Che, inaugurata nel 2012 ad Amatrice, era stata annunciata come un edii cio anti terremoto

Crollata la scuola antisismicaBisogna guardarsi delle soluzioni puramente parolaie

DI CESARE MAFFI

Come sempre, dopo ogni calamità na-turale, specie i ter-remoti, spuntano le

grandi soluzioni (epocali, si direbbe) che dovrebbero por fine alle conseguenti cata-strofi di spese. Le ricette si ripetono, ogni volta con la di-chiarata aggravante che si fa ben poco, se non nulla, men-tre i guai si ripropongono con peggiore gravità. Purtroppo, si tratta sovente di indicazio-ni tanto generiche e generali quanto, soprattutto, costose e inattuabili.

La risposta più diffusa, da quando le scosse hanno distrutto edifi ci, strade, ponti fra Lazio e Marche, è sempli-ce: si metta in sicurezza si-smica il patrimonio edilizio. Già: ma quale? Gli edifi ci co-struiti nei primi decenni del dopoguerra, si risponde da

alcuni, perché costruiti male. Gli immobili anteriori all’en-trata in vigore di norme anti terremoti, asseriscono altri. Quanto ai crolli, accanto a chi segnala il disfacimento di edifi ci con trent’anni di vita, altri ricordano che sono an-date distrutte case in pietra di due o tre secoli fa.

C’è chi propone d’intro-durre obblighi antisismici per tutti gli immobili, indiffe-rentemente. La risposta più chiara la fornisce uno studio compiuto negli anni ottanta da un gruppo del centro ri-schio sismico del Cnr: costo di 800 miliardi di euro. Sic-come è facilmente compren-sibile che rimettere a nuovo Milano, Roma, Napoli e ogni altra città è utopico, allora si ripiega. Si ridimensionano gli interventi. Altro, però, è det-tare discipline per le nuove costruzioni, altro intervenire sull’esistente. I costi sono pa-

lesemente fuori possibilità: senz’altro da parte dei pri-vati (anche se c’è chi fa capi-re che dovrebbero accollarsi le relative spese, al più con generiche promesse di even-tuali sussidi), mentre l’atti-vità pubblica richiederebbe all’evidenza un gigantesco piano, per decine o meglio centinaia di miliardi (di-penderebbe dall’ampiezza degli interventi). Questione di priorità, è ovvio: come destinare il bilancio dello Stato.

Sarà una malignità, ma a sostenere l’esigenza di operazioni estese, anche con obblighi meramente burocratici e del tutto im-produttivi, sono i responsa-bili di alcune categorie pro-fessionali.

I tecnici interessati vedono un’eccellente occasione per lucrare lavoro, ovviamente ben remunerato anche per

la quantità degli interventi auspicati. Quanto poi all’ef-ficienza delle disposizioni antisismiche e della norma-tiva già applicata, diciamo che qualche perplessità si può nutrire. Infatti si legge: «Crollato l’edifi cio che ospi-

tava materne, elementari e medie: il Romolo Capranica inaugurato nel settembre del 2012 con lui, il sindaco, che annunciava ogni ade-guamento alla vulnerabilità sismica».

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Concordo totalmente, da in-gegnere specializzato nella stabilità delle costruzioni, con l’articolo di Dome-

nico Cacopardo sul terremoto, pubblicato ieri da ItaliaOggi a pag. 4. Aggiungerei alcune altre consi-derazioni. È sicuramente chiaro che il patrimonio edilizio italiano, soprattutto quello dei centri storici sia staticamente solido ma dinami-camente fragile. Maschi murari a sacco con paramenti multipli in pietrame disordinato, sono difficilmente migliorabili. Uto-pistico quindi sarebbe una mes-sa in sicurezza dello stesso. La stessa legislazione in materia, biblica ma non stronza, preve-de solitamente, per interventi di ristrutturazione, solitamen-te un miglioramento sismico dell’immobile, quasi mai il suo adeguamento. Discorso total-mente diverso riguarda gli edi-fici statali. L’Opcm 3274/2003 prendeva, anche se poi con infi-nite proroghe, la valutazione di vulnerabilità sismica di edifici strategici (ospedali, sedi prote-zione civile) o rilevanti, in caso di collasso per eventi sismici (scuole, asili). La norma aveva una finalità chiara. Conoscere lo stato di fatto di tali fabbricati per procedere, in una seconda fase al loro adeguamento. Ora non capisco perché 13 anni dopo mol-ti edifici risultino ancora privi di verifica e quasi nessuno sia sta-to adeguato. Leggere di ospedali inagibili con malati curati esterna-mente, vedere fotografie di scuole crollate, fortunatamente di notte, mi sconcerta. D’altronde il sisma è così: un evento eccezionale che spaventa per un mese e poi viene dimenticato.

Michele Magnaschi

Scampato pericolo

Soccorritore rassicura un’anziana bloccata sotto le macerie: «Per ora Renzi non s’è visto».

Filippo Merli

Evoluzione della comunicazione

Selfie sui luoghi del sisma. Sciacal-laggio 2.0.

Claudio Cadei

L’assicurazione sui terremotiOttima la proposta di Cacopardo a proposito dell’assicurazione privata sui terremoti, rese più appetibili da una adeguata detassazione. Gli ita-liani purtroppo non acconsentiranno mai ad assicurarsi contro le catastro-fi come invece fanno gli americani. Per il nostro popolo si tratterrebbe di uscire dall’eterna infanzia e comin-ciare ad assumersi responsabilità dirette. Per chi ci mangia sopra si-

gnificherebbe rinunciare a delle belle scorpacciate.

Piera Graffer

La svolta del Giornale?

Mi ha fatto un certo effetto leggere il titolone del Giornale di giovedì: «Forza italiani, Forza Renzi». Che il direttore Alessandro Sallusti au-gurasse al premier Matteo Renzi sorte migliore di quella riservata dalla «stampa di sinistra» a Berlu-

sconi, ai tempi del terremoto dell’Aquila, mi è parso un atto quasi dovu-to. Ma questo mi sembra un aspetto secon-dario rispetto alla sostanza del problema che esso espri-me. Insomma, quel titolo, mi sembra una svolta. Positiva, tra l’altro, visto che propone un sacrosanto im-pegno delle isti-tuzioni in aiuto delle popolazio-ni colpite dal terremoto del

centro Italia. Che sulla ricostruzione Renzi si giochi una partita grossa è evidente. Pure a destra.

Luca Volpato

Tv e web, il troppo stroppia

Ventiquattro ore dopo il terremoto dell’Italia Centrale, ho chiesto di spegnere la televisione davanti a quella che è l’ennesima maratona sulla disgrazia in corso. Lo dico da operatore dell’informazione: basta

col terremoto. Si è fatta un’overdose tale di dirette, sproloqui, interviste e uscite su qualsiasi tema geologico o geofisico da provocarmi rigetto. E la maratona procederà per i prossimi giorni, potete starne certi. Così ce ne disinteresseremo più rapidamente e diremo: «Che noia ‘sto terremoto». Ho potuto assistere a vite in diretta, edizioni straordinarie, telefoni aperti, microfoni a disposizione e roba varia. L’idea che in questi casi se ne debbano occupare solo i giornalisti e solo negli orari deputati, questo no, non passa a nessuno. Infotainment, Tv del dolore, overdose d’informazione. I soliti sassi, inquadrati ieri mattina e riproposti oggi a colazione, pranzo, cena. «Non ce l’hanno fatta», e giù le immagini delle ruspe che scavano e la gente che aspetta e l’applauso liberatorio. Inter-viste al sindaco di Amatrice, starlette vegane che parlano di karma e vengo-no pubblicamente insultate, «esperti» da bar che berciano su Facebook con-tro i clandestini in hotel e gli italiani nelle tendopoli, eh ma poi ci sono i 128 milioni del Superenalotto e allora... mi fate pena, mi fate venire voglia di chiudermi in un angolo e deside-rare di sparire, di essere invisibile. Proprio io, che faccio il giornalista. A guerra finita sulle mura di Roma apparve un invito: «Annatevene via, lassatece piagne da soli». Ci lascia-te piangere da soli ‘sti poveri morti, prima di annoiarci ogni giorno con le vostre elucubrazioni sul nulla? E ma-gari, una volta seppellite queste 250 e passa bare, ci mettiamo a varare per davvero un piano per il rischio idrogeologico, o ve ne fregherete tra sei mesi come ve ne siete fregati di Giampilieri, San Giuliano, L’Aquila, l’Irpinia, il Belice e tutto quello che è successo sotto ‘sto profilo in Italia dal 1968 in poi?

Antonino D’Anna

LETTERE

Terremoto: evento che spaventa per un mese, e poi viene dimenticato

SCOVATI NELLA RETE

Vignetta di Claudio Cadei

continua a pag. 6

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6 Venerdì 26 Agosto 2016 P R I M O P I A N O

Ha sempre detto che non gli va questa Costituzione ma non precisa come vuol riformarla

Destra senza un contro progettoSul titolo quinto si scontrerebbe subito con Salvini

DI MARCO BERTONCINI

Una carta forte, da più di un osservatore rite-nuta perfino vincente, che i sostenitori del sì

referendario giocano, è l’aver fatto per primi una riforma tanto attesa: un voto popolare contrario non solo riporterebbe allo stato odierno delle istitu-zioni, ma trascinerebbe con sé la sclerosi costituzionale per decenni. Traspare qualche for-zatura, ma si potrebbero usare termini più forti, da parte dei sostenitori del sì. Non è vero, infatti, che non siano mai state attuate riforme costituzionali, per tali intendendo non le re-visioni di singoli articoli (che erano le sole cui pensarono i costituenti) bensì la riscrittura di molte disposizioni. Il centro-sinistra nel 2001 approvò una riforma che ha complicato la vita nei rapporti fra Stato e regioni, assegnando a queste ultime un eccesso di poteri. Anche per porre rimedio a questa incresciosa situazio-ne il centro-destra approvò un’altra, più estesa, riforma costituzionale nel 2005, che però, diversamente dalla pre-cedente, non ebbe favore po-polare. Quindi l’attuale è la terza riforma costituzionale, che riprende in buona misura quella del centro-destra. Fi non vuol sentirselo dire, ma è tanto vero che nei primi passaggi la

votò (se poi fece bene, è altro discorso).

Perché mai, dunque, non sarebbe possibile una quarta riforma, nel caso questa andas-se a vuoto? I fautori del no usa-no soltanto in piccola misura l’argomento polemico. Infatti fra loro si trovano gli assertori della Costituzione come legge divina, assegnata dall’Assem-blea costituente al popolo ma considerata alla stessa stre-gua delle tavole date da Dio a Mosè. Per queste vestali della sacralità della Carta qualsiasi riforma va dannata. Viceversa Stefano Parisi ha captato la necessità di rassicurare gli elettori sulla riscrittura della Costituzione, in caso di vitto-ria del no. Peccato per lui che sia andato a infognarsi in un assurdo progetto di assemblea costituente.

Eppure avrebbe potuto, e Fi ancora potrebbe, impe-gnarsi per rivedere non poche norme costituzionali in senso ben gradito a elettori (ed ex elettori) di centro-destra e di centro. Punti come la soppres-sione (vera e totale) del Senato e la cancellazione del Cnel toc-cherebbero sensibilità diffuse. Quanto ai rapporti fra Stato e regioni, i leghisti si dicono contrari a quelli che giudica-no centralismi: la riforma del centro-sinistra, nel 2001, con le stolidamente generose offerte elargite alle regioni fu attuata

per falciar l’erba nel prato del Carroccio. Il fatto grave è che, fra le improvvisate critiche ai contenuti della riforma, Fi ha inserito proprio il progetto di tagliare un po’ (sempre poco) le unghie alle regioni. Quindi non è in grado di promettere una nuova Carta che riscriva

gli attuali e deleteri rapporti fra Stato e periferia.

Ovviamente, rinuncian-do a sostenere un’altra, fu-tura riforma costituzionale, i sostenitori del no lasciano facile campo a Matteo Ren-zi e sodali, regalando loro argomenti di facile presa.

Di fatto, sono impegnati, nel centro-destra ma altresì nelle minoranze del Pd, a usare il referendum esclusivamente come strumento per la caccia-ta di Renzi. Possibilità che però rischia di diventare sempre più aeriforme.

© Riproduzione riservata

I sindaci sanno che cosa fare?

Mi chiedo quali siano i piani di pro-tezione civile del comune di Rieti, di Amatrice e anche di Roma. Ora l’at-tenzione e lo sforzo massimo vanno al recupero dei feriti e dei morti, al soccor-so delle popolazioni vittime del nuovo terremoto che ha colpito tra l’Umbria e il Lazio. È giusto così. Ma quanti tra di noi saprebbero dove recarsi in caso di emergenza? Quali comportamenti tenere? E quanti amministratori locali hanno predisposto i piani di sicurezza ed evacuazione? Eppure è un preciso obbligo di legge che ricade sulle auto-nomie locali. Siamo un paese ad alto rischio sismico, ma tra una tragedia e l’altra ce ne dimentichiamo.

Piero Bucalossi

RaiNews24: un po’ di stile

Un consiglio (non richiesto) ai nuovi vertici della Rai: far seguire un corso di dizione ai giornalisti. Capisco che nelle prime ore dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia potesse esserci un po’ di coinvolgimento emotivo e scarsa conoscenza dei luoghi interessati, ma continuare ad ascoltare su RaiNews24, a quasi 24 ore dal terremoto, inviati pronunciare “accumuli” invece che Accumoli, non è francamente cosa ri-spettosa del prestigio della Rai e della dignità delle popolazioni interessate.

Amanda Chiegni

La Boldrini dovrebbe stare a Roma

Come da copione, la Boldrini non poteva rinunciare ad uno spot politico e non andare nelle zone terremota-te. Avrà creato disordine ed intralci, con la sua immancabile scorta, ai soc-corritori impegnati allo spasimo ad aiutare i poveri sinistrati. Questi politici non hanno ancora capito che meno parlano e meno si fanno vedere più ne guadagna l’immagi-ne del paese. Un conto è il presi-dente del consiglio ma che c’entra il presidente della Camera?

Santo Bressani

Speriamo che nessuno abbia sorriso

Pierfrancesco Gagliardi e suo cognato, il costruttore napole-tano, don Francesco Piscicelli, la notte del sisma in Abruzzo, il 6 aprile 2009 (309 morti e migliaia di sfollati), sghignazzarono, al te-lefono, pensando agli appaltoni, che avrebbero ottenuto. Quella risata diventò quasi il simbolo del cinismo e dell’avidità, che sembrò si nascondessero dietro agli appalti sulla ricostruzione dell’Abruzzo. Pier-francesco Gagliardi e suo cognato, Francesco Piscicelli, che al cellulare si raccontavano di quanto avessero riso, nella notte del terremoto, indignaro-no tutti i cittadini aquilani e milioni di italiani. Speriamo che, la notte del 24 agosto, nessuna cricca abbia riso,

pensando ai guadagni da intascare, grazie alla tragedia del terremoto nel Lazio. E, soprattutto, ci auguriamo che, dopo le lacrime e la solidarietà ai terre-motati, non spuntino, presto, i sorrisoni degli imprenditori, incaricati di rico-struire i centri distrutti o danneggiati

dal sisma. E che gli incarichi vengano conferiti, con la massima trasparenza e con i più severi controlli.

Pietro Mancini

Una speculazione mediatica

Questo terremoto si sta rivelando, come tutte le altre catastrofi prece-

denti, una grande mucca da mungere. Mungono i giornalisti e i loro pseudo cercando una visibilità che altrimenti mai avrebbero avuto. Mungono politici e ‘‘ricostruttori’’ con speranze di futuro guadagno. Mungono da mattina a sera televisioni pubbliche e private. Morti

e distruzioni esibite senza pudore. Compassione a tavoletta con lacri-ma coraggiosamente asciugata ma de rigueur ancora ben visibile

Eisler von Terranova

Pensare prima di parlare

Penso a un alto palazzo rosso nel cuore di Amatrice. Sembra figlio degli anni 60. In un contesto di borgo antico lo avremmo defi nito un mostro architettonico. È l’unico rimasto in piedi. Penso a una galle-ria in cemento armato. Dicono che il cemento ci protegge, ma questa galleria ha ceduto. Come i tetti delle antiche case, rinforzati col cemento per disposizione anti sismica. Penso a un uomo che osserva la sua vec-chia casa collassata a Pescara del Tronto. Racconta: «L’avevo ristrut-

turata coi tiranti, per rinforzarla. Ho seguito tutte le pratiche per sistemar-la». Penso che nel giorno del dolore bisognerebbe tacere. Poi rifl ettere sul da farsi con umiltà e senso del limite. Senza aver subito consigli da dispen-sare. Ricette da propinare. Speculazioni da sostenere.

Luigi Chiarello

LETTERE SUL TERREMOTO

Vignetta di Claudio Cadei

DI ANDREA GIACOBINO

Soffre il cuore dei grandi lavori pubbli-ci del governatore Roberto Maroni. Qualche settimana fa, infatti, il consi-glio di sorveglianza di Infrastrutture

Lombarde (Ilspa), controllata da Regione Lom-bardia, ha rinviato a nuovo la perdita di oltre un milione di euro segnata nel bilancio 2015 che si confronta con un minutile di 275mila euro del precedente esercizio. Ma a testimo-niare le difficoltà dell’azienda sono soprattut-to i ricavi crollati anno su anno da 154 a poco meno di 77 milioni, dove si evidenzia che l’area sanità ha visto il fatturato arretrare da 58,6 a 20,5 milioni.

«Questo risultato – spiega il presidente Aldo Colombo – è maturato in un quadro con-giunturale difficile, caratterizzato da una gene-rale compressione degli investimenti rispetto agli anni passati che ha influenzato anche le decisioni del socio in ordine al contenimento

del numero e dell’entità delle commesse da assegnare». «A differenza dei precedenti eser-cizi – osserva ancora Colombo – nel 2015 non è stata avviata come da programmi tutta una serie di opere». Il presidente stigmatizza anche «l’infinita serie di imprevisti, complicazioni e ricorsi che hanno caratterizzato la travagliata procedura di aggiudicazione della concessione della Città della Salute», i «ritardi rilevanti» nell’aggiudicazione del Lago d’Idro e delle due commesse Arpa Milano e Arpa Brescia e «l’aspro contenzioso» apertosi col concessiona-rio Synchron e l’Ao San Gerardo di Monza che ha frenato il cantiere per oltre un anno.

Peraltro nel 2015, terminati i cantieri Expo, Ilspa ha anche portato a conclusione il lavoro di restauro della Villa di Monza, dl Manifattura Tabacchi e di diversi presidi ospedalieri minori. E quest’anno le cose dovrebbero andare meglio vuoi per l’avvio di diversi lavori vuoi perché Regione Lombardia ha erogato alla società un «contributo di funzionamento» di 6,7 milioni contro i 793mila euro corrisposti nel 2015.

CARTA CANTA

Soffrono i grandi lavoripubblici di Roberto Maroni

segue da pag. 5

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7Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

Mentre un ricercatore italiano a San Diego brevetta i ponti che resistono alle scosse

Sul cellulare app antiterremotoRealizzate dall’università di Berkeley e dalla Sapienza

DI CARLO VALENTINI

Ne prenda atto il mi-nistro all’Università, Stefania Gianni-ni (ex-Scelta Civica

passata al Pd, cioè da Mario Monti a Matteo Renzi): un valente ricercatore sulle mo-dalità costruttive antisismi-che, premiato a Tokyo per le sue ricerche, nel 2006 è dovuto emigrare all’University of Cali-fornia, San Diego. Negli atenei italiani non c’era posto. Quindi non sarebbe il caso di meditare su un sistema che continua a non funzionare, cioè a non pre-miare chi se lo merita se non ha santi nel paradiso della politica o di una grande famiglia (prima o poi bisognerà pur mappare i figli in cattedra di padri docen-ti). In Italia solo l’Eucentre di Pavia (fondazione no profit) lo ha accolto. E ne prenda atto il ministro per le Infrastrutture, Graziano Del Rio, perché il suo preannunciato piano di opere pubbliche (finalmente, e speriamo con metodologie dav-vero celeri e corrette) dovrà tenere conto quando si costru-isce del rischio sismico con cui l’Italia deve fare i conti.

Il «cervello» italiano del cui lavoro benefi cia l’univer-sità della California si chiama Gabriele Guerrini. Ha ideato (insieme alla sua equipe) un si-stema di costruzione dei ponti che fa resistere i piloni a qual-siasi evento sismico, un brevetto che ha sùbito attirato l’interesse di un Paese che di terremoti se ne intende, il Giappone. Il Tok-yo institute of technology lo ha invitato alla decima Conferenza internazionale sull’ingegneria sismica e lo ha premiato. I ponti sono fondamentali per riuscire a raggiungere coi soccorsi le zone

colpite da un sisma. Se crollano, quelle aree rischiano di rima-nere isolate e si perdono tempi preziosi. Quindi la realizzazione di strutture in grado di assor-bire senza dan-ni le scosse di un terremoto è fondamenta-le nell’ambito di un piano di prevenzione.

S p i e g a Guerrini: «Si tratta di una nuova tipolo-gia di colonna da ponte che minimizza le conseguenze d e l l ’ a z i o n e s ismica in quanto «auto-ricentrante» cioè al termine della sollecita-zione sismica il ponte ritorna nella posizione originale, sen-za le deformazioni residue che invece si possono osservare in strutture convenzionali e che possono renderle inservibili fi no a richiederne la demolizio-ne. Il danno, che normalmente si sviluppa in maniera estesa nelle colonne convenzionali, viene confi nato in appositi di-spositivi che possono essere più facilmente sostituiti, riducendo così eventuali costi e tempi di riparazione. È quindi possibile garantire la funzionalità della struttura anche in seguito a sollecitazioni eccezionali come, appunto, quella sismica. Inoltre, grazie alla prefabbricazione, si riducono i tempi di costruzione in cantiere e il conseguente im-patto sul traffi co e sulle attività circostanti». Quando accadono tragedie come quella di Ama-trice (e zone circostanti), arriva

ineluttabile il coro di chi ha le ri-cette più appropriate. Tante pa-role. E sempre le stesse. Mentre Guerrini, a San Diego, ha re-

alizzato qual-cosa di con-creto: se si vuole, i ponti potranno es-sere costruiti (o ricostruiti) a prova di ter-remoto.

Un altro tassello di concretezza in controten-denza al bla-bla arriva da un’altra delle u n i v e r s i t à della Califor-nia, quella di Berkeley e della Sapien-

za (Roma), che lavorano pa-rallelamente su delle app che potrebbero dare una (seppur per ora limitata) protezione. I ricercatori californiani hanno reso disponibile su Google Play l’app MyShake che cerca di trasformare il telefono cellula-re in un sismografo, rilevando in tempo reale le vibrazioni o le scosse che si verifi cano nel luogo in cui si trova il dispositivo, ma anche comparando questi dati con quelli raccolti dall’applica-zione in altre aree. Inoltre essa diffonde i messaggi di allerta emessi dai Centri sismologici. Attraverso questa app il cellu-lare (lasciato per esempio sul tavolo) percepisce e analizza i tremori attraverso degli accele-rometri, e grazie a un partico-lare algoritmo può distinguere fra una normale vibrazione e un movimento che invece è frut-to di una scossa di terremoto. Scartando i falsi allarmi il pro-

gramma riesce a misurare i terremoti fi no alla magnitudo 5. Infi ne essa, registrando un ter-remoto, comunica la posizione dell’utente al Servizio geologico degli Stati Uniti, che a sua volta può avvertire i soccorritori.

In Italia è l’università La Sapienza ad avere realizzato l’app SeismoCloud, in grado di rilevare un’attività sismica e il suo epicentro e che in breve po-trebbe dare gli stessi servizi di MyShake, adattati alle esigenze italiane. Che le nuove tecnolo-gie, web e cellulari, aiutino la protezione e che la tenuta delle infrastrutture sia un elemento fondamentale di prevenzione (oltre ovviamente a quella del-le abitazioni) lo sottolinea an-che un libro (I terremoti) edito dal Mulino, scritto da Marco Massa e Romano Camassi, ricercatori dell’Istituto nazio-nale di Geofi sica, i quali han-no pure censito i costi: «Negli ultimi 40 anni – assicurano- i danni economici provocati dai terremoti ammontano a 135 miliardi di euro, la maggior parte dei quali spesi in opere di ristrutturazione. A ciò va ag-giunta la perdita di migliaia di vite umane». Essi hanno redatto una sorta di mappa del rischio. «Il territorio italiano», dicono, «è indiscutibilmente un’area a pe-ricolosità sismica medio-alta. In Italia i terremoti maggiormente distruttivi sono distribuiti lungo la catena appenninica centrale e meridionale, nell’arco calabro, nella Sicilia sud-orientale, oltre che in Friuli. Tra i forti terremo-ti degli ultimi anni, ricordiamo L’Aquila nel 2009 di magnitudo 6,3, Umbria-Marche nel 1997 di magnitudo 6 e Irpinia nel 1980 di magnitudo 6,8. Indietro nel tempo, si ricordano ancora i ter-remoti di Avezzano in Abruzzo

nel 1915 di magnitudo 7 e di Messina-Reggio Calabria nel 1908 di magnitudo 7,1. Questo terremoto raggiunse l’XI gra-do della scala Mercalli e pro-vocò circa 100 mila vittime. Il rischio non dipende solo dalla possibilità che si verifichino forti terremoti, ma soprattut-to dal valore dell’esposizione e dalla vulnerabilità: non sempre zone a pericolosità moderata sono a basso rischio. Un esem-pio è l’area emiliana colpita dai terremoti del 2012, che hanno provocato vittime e danni in-genti». Non manca un j’accuse alla politica: «Il contributo del-la ricerca è stato quasi sempre ignorato dalla politica o accolto in grave ritardo. Tutta la storia della classificazione sismica, a partire da inizio Novecento, è una ininterrotta sequenza di interventi normativi solo dopo forti terremoti, e pure con qualche passo indietro (pres-sioni di politici per liberare in-teri territori dall’osservanza di norme sismiche): questa è una delle ragioni per cui il rischio sismico in Italia è così elevato. È successo anche di recente: l’estensione a tutto il territorio nazionale della classifi cazione sismica è arrivata solo dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002, recuperando una proposta della comunità scientifica del 1997, rimasta nei cassetti, e l’obbligatorietà di applicazione delle nuove norme sismiche è arrivata solo dopo il terremoto dell’Aquila del 2009. Per questo per alcuni anni in Emilia è stato possibile costru-ire capannoni industriali con la tecnica del semplice appoggio trave-pilastro che poi sono crol-lati in seguito alle scosse».

Twitter: @cavalent© Riproduzione riservata

della sollecita-

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za (Roma), che la

L’obbligatorietà delle norme sismiche sulle nuove costruzioni (i politici premevano perché non fossero osservate) è arriva-ta dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.

Perciò è stato possibile costruire capannoni

con la tecnica del sem-plice appoggio trave-pilastro che vengono giù come castelli di

carte alla prima scossa

DI PAOLO MASSOBRIO

Il bollettino delle vittime lo cono-sciamo ormai tutti e si aggiorna di ora in ora. Il terremoto di Ama-trice ha sorpreso un’Italia ancora

in vacanza. E non è la prima volta. A pensarci bene, tutta la nostra vita è se-gnata da questo evento misterioso, che psicologicamente ci rende tutti precari. Quando ero adolescente vidi mio padre che indicava il lampadario nell’appar-tamento al primo piano del quartiere Feltre. Eravamo a Milano ed era arri-vato fin lì l’eco del terremoto in Friuli. All’oratorio, i ragazzi più grandi di me partirono subito. E ricordo quando tor-narono con i canti di quella terra. Poi, al primo anno di università, fu la volta del terremoto in Irpinia. E Giorgio, che ha passato le vacanze con me fino a pochi giorni fa, era partito con altri degli anni

più alti, rinunciando agli esami. Poi un agosto di alcuni anni fa, il terremoto è arrivato a colpire anche i miei paesi, il mio paese.

L’epicentro fu a Sant’Agata Fossi-li, nelle terre di Fausto Coppi. Duran-te un Vinitaly, pochi anni dopo, mi chia-mò Antonio: «Tutto bene? Ho saputo di scosse di terremoto ad Alessandria». Ma ad Alessandria, nel 1994, dovemmo affrontare l’alluvione del Tanaro, un’al-tra tragedia dove persero la vita decine di persone. Poi il terremoto ad Assisi, quello dell’Aquila, quello fra Modena e Mantova. Ed ora Amatrice, alla vi-gilia della 50ma sagra degli spaghetti all’Amatriciana. A 55 anni, l’elenco è davvero corposo e uno si chiede come abbiamo fatto a dimenticare.

Chissà quali terremoti avrà regi-strato mio padre, nella sua vita, lui del-la classe 1919. Gli amici della Magnifi -ca Confraternita dei ristoranti De.Co.

di Vicenza hanno subito messo in pista un’iniziativa devolvendo 2 euro per ogni piatto di spaghetti all’Amatricia-na; altre ne seguiranno. In questi casi ho imparato a seguire chi si muove con ordine, perché è facile cedere all’istinto, senza razionalità. Il momento più diffi -cile è il dopo, quando poi si dimentica. Spenti i rifl ettori, molti rimangono soli, coi loro problemi. E non se li fi la più nessuno. Lo dico pensando alla Fefa e al Rigoletto, due ristoranti colpiti dal terremoto in Emilia, che abbiamo aiu-tato con gli amici di Papillon, quando c’era più bisogno, ossia quando, dopo un anno, era il momento di decidere di andare avanti.

Faremo lo stesso anche con que-sto evento, ma il rischio è sempre quello di mettersi la coscienza a posto, il più presto possibile e senza troppo di-sturbi. Invece questo mistero che arriva a colpire i paesi del nostro bel Paese

è l’inizio di una strada di compagnia umana, ma anche una di una rifl es-sione personale: per cosa vale la pena vivere? Altro non so dire, se non il silen-zio davanti a qualcosa che ha strappato agli affetti donne, uomini e bambini. E poi un’attenzione al proprio mestiere, per indicare la strada della solidarietà vera, di fronte a chi ne vorrà approfi tta-re, anche mediaticamente. Lo abbiamo scritto ieri citando il cameriere di don Giussani: «La pazienza si esercita sul singolo... il singolo si serve».

Presto sapremo chi è il prossimo di cui prenderci cura. Non si salva il mondo con gesti eclatanti, non lo ha mai salvato nessuno (tranne uno, a pensarci bene, ma era speciale ed è risorto), ma facendo ognuno il proprio piccolo pezzo. Possibilmente senza di-menticare.

Golosario.it© Riproduzione riservata

L’IMPORTANTE È NON ABBANDONARE CHI È STATO COLPITO. NON OGGI. È FACILE. MA FRA UN ANNO

Sentii a Milano il terremoto del Friuli. Gli amici, poco più vecchi di me, partirono subito. Poi ne seguirono molti altri.Troppi, purtroppo

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8 Venerdì 26 Agosto 2016 P R I M O P I A N O

È stato smentito da Ratzinger in persona sul Papato a gestione condivisa con Francesco

Quel pasticcione di mons. GeorgL’ex papa e quello in carica vanno d’amore e d’accordo

DI ANTONINO D’ANNA

Il Papa emerito? Non è il Papa regnante, non condivide il suo Papato con Francesco, gli è

assolutamente obbediente e ne ha la massima stima. Che sia chiaro una volta per tutte e per tutti quelli che hanno il mal di pancia in Vaticano: parola di Joseph Ratzinger in persona che, con l’intervista concessa a Repubblica qualche gior-no fa ha zittito tutti quelli che, a partire dal suo se-gretario particolare Georg Gaenswein, avevano ipo-tizzato un Papato condiviso tra l’emerito e il regnante. Niente di tutto questo, come del resto aveva già chiarito Jorge Mario Bergoglio nel volo di ritorno dall’Ar-menia a fine giugno e come del resto aveva chiarito la settimana scorsa monsi-gnor Giuseppe Sciacca, segretario della Segnatura Apostolica (la Cassazione vaticana, cfr. ItaliaOggi del 19 agosto). E le parole di

Ratzinger mostrano una re-altà un po’ diversa rispetto a quella che è stata raccontata ad oggi.

Iniziamo col dire che il Papa emerito, a leggere il testo delle risposte, sembra essere in buone condizio-ni intellettuali. Non sem-bra spegnersi «lentamente come una candela» come dice monsignor Gaenswein. E dopo anni di mistero spie-ga anche il perché delle di-missioni: era troppo anziano per reggere ai voli transoce-anici, non ce l’avrebbe fatta a muoversi per il mondo e men che meno a presenziare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro nell’estate 2013. Ratzinger spiega che le Gmg non sono eventi ai quali un Papa pos-sa presenziare per interpo-sto video, per cui ci si deve andare di persona. Ma quan-do il fi sico non regge, i viag-gi intercontinentali e il fuso orario diventano diffi cili da smaltire. Per cui, sentito il parere dei medici in merito, ha deciso di dimettersi.

È vero: che il Papa eme-rito si sia fortemente stan-cato nei viaggi interconti-nentali emerge anche dai cablo di Wikileaks; ma, cer-to, da qui a una rinuncia ce ne corre. Giovanni Paolo II era malato di Parkinson ed in condizioni peggiori ri-spetto a Ratzinger, ma que-sto non gli ha impedito negli anni tra il 2001 e il 2004 di toccare nell’ordine Malta, Grecia, Siria, Ucraina, Ka-zakistan, Armenia, Azerbai-gian, Bulgaria, Canada (23 luglio-2 agosto 2002, Gmg di quell’anno), Guatemala, Messico, Polonia, Spagna, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Slovacchia, Svizzera e infi ne il drammatico viaggio a Lou-rdes del 14-15 agosto 2004 quando il Papa polacco di-chiarò di sentire conclusa la sua missione.

E veniamo al messaggio finale, con cui Benedetto XVI affonda una volta per tutte chiunque, in questi mesi, abbia cercato di tirar-lo per la talare in un’even-tuale contrapposizione con

il suo successore. Ratzinger dice infatti che la sua obbe-dienza a Francesco: «Non è mai stata in discussione». Gli bastano appena 6 paro-le per distruggere ogni mito: il Papato non è esercitato in condivisione (come sostenu-to invece da monsignor Ga-enswein); egli non è a capo di una corrente frondista (dicevamo che i ratzingeria-ni ci sono e si fanno ancora sentire, ma abbiamo anche precisato che il Papa emeri-to è personaggio troppo al di sopra di certi giochi interni al Vaticano, cfr. ItaliaOggi del 29 luglio).

Di più: Benedetto rive-la che il suo rapporto con Francesco è: «Meraviglio-samente paterno-fraterno. Spesso mi giungono quassù piccoli doni, lettere scritte personalmente. Prima di intraprendere grandi viag-gi, il Papa non manca mai dal farmi visita». E ancora: «La benevolenza umana con la quale mi tratta, è per me una grazia particolare di quest’ultima fase della mia

vita della quale posso sola-mente essere grato. Quello che dice della disponibilità verso gli altri uomini, non sono solamente parole. La mette in pratica con me». E se Francesco è benevolente con lui, anche i ratzingeriani col mal di pancia, anche chi parla di poca chiarezza dot-trinale del Papa argentino, è bene che si comportino in modo benevolente, sembra quasi suggerire il pontefi ce emerito.

Questa è la terza pre-cisazione, insomma, con-tro chi sostiene un ruolo ancora attivo di Ratzinger in Vaticano. C’è, ma si dice rispettoso e a favore del suc-cessore, punto e basta. Ma il malumore si sente ed è stato espresso dal suo segretario privato, che è anche il trait d’union tra i due Successori di Pietro. E c’è chi dice che l’autunno, proprio in virtù dei malumori di cordata, potrebbe essere più caldo rispetto alle medie di sta-gione. Vedremo.

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DI MARIO SECHI

Lo scenario. Il bilancio dei mor-ti è terribile, la cronaca segnala le prime inutili e strumentali pole-miche, la politicizzazione del ter-remoto è dietro l’angolo, il governo deve varare misure straordinarie e mostrarsi all’altezza della situa-zione, l’ignoranza degli italiani sui temi scientifi ci è confermata, la Protezione civile è un pilastro insostituibile di un paese fragile.

Vittime. Ultimo bollettino della Protezione civile, ore sei del giorno dopo: «Le attività di ricerca sono proseguite nel corso di tutta la not-te e proseguono tuttora. Il tragico bilancio delle vittime, comunicato dalle Prefetture di Rieti e Ascoli Piceno, si è aggravato: 190 sono i morti in provincia di Rieti, 57 quel-li in provincia di Ascoli Piceno».

Scosse. L’attività sismica dalle 3:36 del 24 agosto non si è mai fer-mata. Stamattina alle ore 5:17 c’è stata una scossa di magnitudo 4.5 in provincia di Rieti. Ci sono stati nuovi crolli a Accumoli.

Perché l’Appennino trema. Lo spiega Enrico Bonatti, del-la Columbia University: «Siamo tutti consapevoli della complessa storia geologica della nostra Pe-nisola, che ha portato con sé una forte e frequente attività sismica, movimenti verticali e orizzontali di blocchi di crosta terrestre, forma-zione di catene montuose, erosio-ne e vulcanesimo intenso. Questa complessità deriva dal fatto che la nostra Penisola si è trovata sin dall’inizio della sua storia, svariati

milioni di anni fa, al confi ne tra grossi blocchi o zolle di litosfera terrestre, la zolla Euroasiatica e quella Africana, con in più il re-litto di un’antica litosfera oceani-ca. Queste diverse zolle, spinte da movimenti del mantello terrestre sottostante, nel tempo si scontrano o si allontanano l’una dall’altra. I terremoti sono causati da questi movimenti».

Soldi. Ne servono e serviranno

molti per aiutare chi ha perso tutto e per la ricostruzione. La Protezio-ne civile ha attivato Sms solidale. Donate e fate girare il banner.

Titoli. Sono quasi tutti uguali. O retorici o polemici. Corriere del-la Sera: «Morti e paesi cancellati»; Repubblica: «Come una guerra»; Messaggero: «Straziato il cuore d’Italia»; Carlino-Nazione-Giorno: «La tragedia e il coraggio»; Il Sole 24Ore: «Terremoto devasta il cuore dell’Italia: almeno 159 i morti»; La Stampa: «L’Italia ferita». Il Fatto quotidiano: «Un altro terremoto. E i soliti coccodrilli». Libero: «Sempre impreparati». Il Mattino: «La stra-ge nel paese d’argilla». Avvenire: «Scosse letali. Italia alla prova».

Il terremoto percepito. Giu-

liano Ferrara sul Foglio, scrive un pezzo sul «terremoto percepi-to», a Roma. È un gioiello sulla distanza, la fortuna e l’uomo che si interroga di fronte alla poten-za della natura, alla sua fragilità: «Il terrore, il dolore, l’angoscia e la disperazione non ti apparten-gono se non per uno spostamento di signifi cato e di sentimento, sono metafore, in quanto romano te la

sei cavata ancora una volta, la cit-tà come dice tua moglie è eterna, forse, non è utile a nessuno che tu sia informato nell’estremo detta-glio notturno di quello che accade, casomai servono soldi, e si vedrà domani, o sangue, ma non quello di un diabetico, chissà, provi a dormire all’alba con scarsi risul-tati e abbondanti cattivi pensieri. È stato il tuo stanco e prevedibile itinerario nel terremoto percepito, a Roma, la città dove per grazia di Dio vige solo la percezione, come quando successe all’Aquila, come altre volte, ma non la cosa, non l’orrore, non l’ordalia della terra che si muove e devasta quello che le è poggiato fragile sulla crosta, la civilizzazione».

Terremoto e paradossi econo-

mici. Titolo su MF: «Il paradosso del terremoto: le spese per la rico-struzione non incideranno sul de-fi cit e daranno una mano al pil». È l’articolo più interessante e utile pubblicato sui quotidiani. Il pas-saggio chiave è questo: «La conta-bilità della ricostruzione ha a che fare con le disposizioni del nuovo articolo 81 della Costituzione, in cui si prevede la deroga all’obbli-go del pareggio di bilancio, facendo dunque ricorso all’ indebitamento, solo quando si debbano fronteggia-re un ciclo economico o circostan-ze eccezionali. Tra queste ultime, sono espressamente considerate le gravi calamità naturali. Spetterà al Parlamento, con una conforme deliberazione di Camera e Senato assunta a maggioranza dei rispet-tivi componenti, dichiarare che si versa in una delle citate situazioni. Anche il Fiscal compact, ma in ma-

niera più generica, considera due circostanze eccezionali che con-sentono di derogare all’ obbligo di pervenire al pareggio strutturale del bilancio: si tratta degli «eventi inconsueti non soggetti al controllo della parte contraente interessa-ta che abbiano rilevanti ripercus-sioni sulla situazione fi nanziaria della pubblica amministrazione», e quindi nel nostro caso delle gravi calamità naturali.

La deviazione temporanea è ammessa, purché non compro-metta la sostenibilità del bilancio a medio termine. Nel caso di gra-vi calamità si attiva la clausola di fl essibilità che consente di peggio-rare il defi cit congiunturale, ma si deve trattare infatti di spese una tantum, che si esauriscono con la soluzione del problema insor-to. Tutte le spese pubbliche e le sovvenzioni concesse ai privati a seguito di una calamità naturale concorrono a far aumentare il pro-dotto, dacché mobilitano risorse materiali e umane che altrimenti sarebbero rimaste inerti. A diffe-renza di qualsiasi investimento, o altra spesa pubblica, di questi interventi non si tiene conto ai fi ni del rispetto degli obblighi co-stituzionali ed internazionali sul pareggio di bilancio.

La considerazione è anco-ra più amara se si pensa che le spese edilizie volte alla messa in sicurezza a fi ni antisismici, sia che derivino da spese pubbliche diret-te, sia che dipendano da detrazioni di imposta a favore dei privati che le effettuino, non hanno lo stesso trattamento di favore». Sì, è un paradosso.

Il Foglio.it - List

ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI

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9Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

Nella squadra italiana di canottaggio c’è un’atleta islamica che gareggia a capo scoperto

In gara in acqua, ma senza veloMentre il burkini infi amma il dibattito internazionale

DI FILIPPO MERLI

Khadija ha le braccia forti e i capelli libe-ri dal hijab. Quan-do sale in barca per

gareggiare, li raccoglie sulla nuca. Khadija, nonostante sia di origini musulmane, non porta il velo. Suo padre, Said Alajdi El Idrissi, presidente di una delle principali moschee di Torino, le ha dato piena li-bertà di scelta. E lei ha deciso: sia durante gli allenamenti di canottaggio, sia in gara, i suoi capelli non sono coperti. Khadija ha 16 anni e fa parte della nazionale italiana che, in questi giorni, è impegnata ai Mondiali junior di canottaggio a Rotterdam, in Olanda. Gli at-leti torinesi in acqua saranno sette, a testimonianza di una tradizione, quella dei remi, che ha le sue radici nei circoli che sorgono lungo il fi ume Po.

Le immagini delle atlete musulmane col velo, in par-ticolare quelle delle ragazze della squadra egiziana di be-ach volley, in campo col hijab e una tuta coprente, sono state

tra le più discusse alle Olim-piadi di Rio appena concluse. Il burkini, invece, è ancora al centro del dibattitto interna-zionale dopo il divieto imposto dalla Francia.

Per Said Alajdi El Idrissi, la fi glia Khadija, nata nel no-stro Paese da padre marocchi-no e madre italiana, sta bene con la divisa azzurra. «Credo che la Francia abbia sbagliato a vietare il burkini. Non è de-mocratico uno Stato che mette divieti sull’abbigliamento», ha detto all’edizione locale della Stampa. «Per quanto riguarda mia fi glia, è lei a scegliere se portare il velo oppure no. Io la lascio libera. Il mio orgoglio è vederla gareggiare per l’Italia: la sua maglia azzurra è simbo-lo d’integrazione».

Said conosce il mondo dello sport. Prima di diventa-re un riferimento per la comu-nità islamica di Torino, dove gestisce la più vecchia sala di preghiera della città, ha gioca-to a calcio nel campionato di serie B del Marocco. Khadija, invece, ha scelto il canottaggio. E ha stabilito un piccolo record.

Nel 2015, a 14 anni e 9 mesi, è stata l’atleta più giovane della spedizione italiana nella stori-ca competizione della Coupe de la Jeunesse. «Giocava a basket e faceva arti marziali», ha ri-cordato il padre di Khadija, «e, quando mi disse che avrebbe iniziato col canottaggio, non ne fui felice. Pensavo che non fosse uno sport adatto a una ragazza».

Anche in quel caso, però, Said non s’è imposto. Anzi. «Andiamo a Rotterdam per starle vicino. È una delle più giovani. Indossare la divisa dell’Italia è emozionante, ma anche una responsabilità». In settembre, Khadija inizierà il terzo anno di liceo. In squadra con lei, a Rotterdam, ci saran-no altre due atlete italiane con genitori stranieri. «Ricordo le

preoccupazioni del padre quando cominciò le tra-sferte», ha raccontato l’ex professoressa di educazione fi sica di Khadija, Carla Ce-rutti. «Nella nostra scuola il 70% degli studenti è stra-niero. Le famiglie di reli-gione musulmana, spesso, non permettono alle fi glie di venire in piscina o alle gite in mountain bike, an-che se gratis. Vedere Kha-dija in nazionale è già un successo». «Ho conosciu-to Khadija quattro anni fa», ha spiegato Mauro Tontodonati, allenatore della nazionale junior di canottaggio e fondatore della sezione di canoa del

Cus, la squadra di Khadija. «Arrivò con un progetto che svolgiamo nelle scuole. È una combattente. La fatica del remo rende tutti uguali. Ricchi e poveri. Italiani e stranieri». Khadija conosce bene la fatica: per prepararsi alla gara di Rot-terdam, ha percorso in acqua 30 chilometri al giorno. Tutti a capo scoperto.

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Khaida Alajdi El Idrissi (la seconda da destra) con le sue compagne

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10 Venerdì 26 Agosto 2016 P R I M O P I A N O

Sicilia: Crocetta parla di riduzione del personale, ma si tiene stretti i suoi fedelissimi

Per la pensione non c’è frettaSuper burocrati regionali indispensabili e inamovibili

DI GAETANO COSTA

La pensione è noiosa. Soprattutto se hai un ufficio spazioso e uno stipendio che sfiora

i 200mila euro all’anno. Se poi sei un uomo di fiducia dei vertici della regione Si-cilia, che fanno di tutto per averti accanto, perché la-sciare il posto? Il mantra del governatore dell’isola, Ro-sario Crocetta (Pd-Udc), è lo stesso degli altri ammini-stratori italiani: tagliare, ri-sparmiare, snellire, ridurre. Belle parole che, però, non valgono per i grandi buro-crati della regione. Per loro, fedelissimi di Crocetta e dei suoi assessori, ci sono dero-ghe ed eccezioni.

Per ammissione della stessa regione, i prepensio-namenti sono necessari per sfoltire la macchina ammi-nistrativa. Vale per i diri-genti di ruolo, ma non per i collaboratori esterni della giunta. I quali, nonostan-te abbiano i requisiti per lasciare il lavoro, vengono invitati a restare perché ri-

tenuti indispensabili. L’assessore regionale

all’Economia, il renziano Alessandro Baccei, ha voluto i prepensionamenti nella ragioneria generale. Tuttavia, al dirigente Sal-vatore Sammaritano, che poteva andare in pensione a luglio, ha chiesto di rimanere dietro la scrivania ancora per un po’. Baccei, infatti, ha ri-tenuto «indispensabile conti-nuare ad avvalersi dell’espe-rienza e della professionalità

dispiegata nel ruolo di ra-gioniere generale dal dottor Sammartano». Il quale, come ha scritto Livesicilia, resterà in carica almeno sino al giu-gno del 2017.

Un altro dirigente regio-nale, Felice Bonanno, po-teva salutare tutti e andare in pensione lo scorso aprile. È stato l’assessore all’Agri-coltura, il dem Alessandro Cracolici, a chiedergli di restare «al fi ne di assicurare continuità e immediata effi -

cacia amministrativa del di-partimento sviluppo rurale e territoriale». La proroga, per il dirigente, scadrà il 30 settembre. Poi si vedrà.

Anche Crocetta ha i suoi inseparabili . Tra questi c’è Maurizio Agne-se, 63 anni, di cui 44 d’an-zianità contributiva, ora a capo dell’Autorità di Audit dei programmi cofi nanziati dalla Commissione europea. Il governatore ha fermato il pensionamento di Agnese per garantire la continuità di «un uffi cio strategico per la chiusura della program-mazione 2007-2013 e l’inizio della programmazione 2014-2020».

Secondo la Corte dei conti, i circa 1600 diri-genti della regione Sicilia sono troppi. Eppure, Cro-cetta continua ad affi darsi a professionisti esterni, rinno-vando i loro ricchi contratti piuttosto che puntare sui dirigenti di ruolo. È il caso del segretario generale, Pa-trizia Monterosso . La quale, nonostante una con-danna giudiziaria, è stata

confermata dal governatore con uno stipendio di quasi 180mila euro all’anno.

«Mentre il governo è sordo e insensibile alle grida di dolore di migliaia di precari, il presidente era affaccendato a risolvere i problemi del super preca-rio d’oro», avevano attac-cato, alla fi ne di giugno, gli esponenti di M5s. «L’unico, evidentemente, che gli sta veramente a cuore, tanto da dribblare a cuor leggero la condanna defi nitiva della Corte dei conti da un milione e 300mila euro a carico del segretario generale». «Per me rimane una funzionaria irreprensibile», era stata la replica di Crocetta.

Confermato in regione anche l’avvocato Romeo Palma, così come il commis-sario straordinario dell’En-te sviluppo agricolo (Esa), Francesca Calanna, che detiene il record dei rinno-vi: una dozzina in totale. Del resto, per la noia della pensione c’è sempre tempo. Soprattutto in Sicilia.

© Riproduzione riservata

Rosario Crocetta

DI DIEGO GABUTTI

Tiranno spietato, ma anche grande scrittore, Lev Davi-dovic Trotsky fu il primo (e a lungo anche il solo) a

capire di quale materia fosse fatta la guerra che Stalin – brandendo le opere di Lenin, per lo più opu-scoli imbottiti d’invettive visionarie, come gl’inquisitori medievali bran-divano vangeli e crocifissi – aveva scatenato per mare e per terra con-tro l’eresia trotskista.

Scrittore, Lev Davidovic sa-peva riconoscere un’opera lette-raria, anzi «di fantasia», quando ne vedeva una. Tra lui e Iosif Vissa-rionovic, come tra il Conte Dracula e Abraham van Helsing, il cacciato-re di vampiri, c’erano dei conti da sistemare: conti da feuilleton, che nel racconto giudiziario staliniano e nell’autodifesa dei trotskisti pre-sero rapidamente la forma di tra-me romanzesche, piene di colpi di scena, travestimenti, appuntamenti segreti negli hotel di Amsterdam e nei bassifondi londinesi, furti, omi-cidi, maschere e pugnali, tradimen-ti, vendette. Solo apparemente era una guerra mortale tra fazioni poli-tiche che si contendevano le urì del potere assoluto. Anche il fanatismo ideologico, per quanto giocasse un suo ruolo nella mischia tra trotski-sti e stalinisti, era meno importante della narrativa dozzinale (i romanzi d’Edgar Wallace, le memorie dei rivoluzionari delle generazioni pre-

cedenti, i fi lm espressionisti tede-schi) alla quale s’ispiravano i due grandi nemici.

«Agente dell’imperialismo», l’accusa bruciante ma generi-ca che Stalin mosse inizialmente a Trotsky, presto si trasformò in «agente di Hitler», di «Washington», di «Churchill». Scrive Trotsky in un grande libro (I crimini di Stalin, uno dei pochi che gli sopravvivran-no, insieme alla sua autobiografi a e alla biografi a di Stalin) che «la tesi relativa ai miei rapporti con la Ge-stapo […] fu subito posta su scala mondiale. Adesso si trattava dello smembramento dell’URSS e anche della sconfitta degli Stati Uniti». Trotsky scrive durante il processo del Mosca del 1937, dove si pronun-ciavano soltanto sentenze di morte da eseguire sull’istante: «Fu come se in cinque mesi di processo un formi-dabile ascensore avesse trasportato il complotto trotskista dagli sporchi sotterranei della polizia in alto sino alle cime in cui si decidono i desti-ni delle grandi potenze. Zinoviev, Kamenev e Smirnov, condannati in precedenza, erano discesi nella tomba senza avere idea dei pia-ni grandiosi, delle alleanze, delle prospettive vertiginose di cui era-no stati protagonisti». Non che lui, Lev Davidovic, fosse da meno. Nella sua biografi a di Stalin, dopo avergli dato dell’«opportunista» e del «re-visionista» e dopo avere elencato i suoi errori politici, passa di punto in bianco a sostenere che il perfi do

georgiano, per sbarazzarsi del suo più pericoloso rivale, aveva anche avvelenato Lenin, come il curato delle storie d’Agatha Christie, che avvelena il tè della vecchia signora o del colonnello in pensione

Come i fumetti dei supere-roi, che cominciano in una strada di Brooklyn, quando Spiderman e Goblin si prendono a cazzotti, e dopo un po’ ci sono falle nella struttura dello spaziotempo, salta-no fuori astronavi aliene, creature d’altre dimensioni,visitors dal fu-turo, «stelle senzienti» e l’universo sembra andare in pezzi, allo stesso modo la rivoluzione russa perde ra-pidamente il senso della misura e diventa ciò che Trotsky capisce sol-tanto alla fi ne, quand’è troppo tar-di: un romanzo da quattro soldi, un

brutto fi lm di serie B. A Mosca, dove si celebra il processo contro Trotsky e la vecchia guardia bolscevica, il procuratore Andrej Januar’evic Vyšinskij, già menscevico, futuro ministro degli esteri sovietico, con-clude le sue arringhe con invettive da fare invidia a Lenin: «Uccidete questi cani rabbiosi. Morte a questa banda che nasconde al popolo i suoi denti feroci, i suoi artigli d’aquila! Abbasso l’avvoltoio Trotsky, dalla cui bocca sbava veleno sanguinolen-to che imputridisce i grandi ideali del Marxismo! Abbasso questi ani-mali immondi! Mettiamo fi ne per sempre a questi ibridi miserabili di volpi e porci, a questi cadaveri puzzolenti!» (cito da Wikipedia, che cita dal Libro nero del comunismo, Mondadori 1998).

Che libracci bisogna aver letto per imparare a parlare così? Neppure Darth Vader, in Star Wars, parla in questo modo. Persino Sta-lin si sforza di essere più smisurato; eppure anche lui ha letto i libri che ispirano Vyšinskij: le avventure di Fantomas e gli opuscoli di Lenin. (PS: per tornare a sentire parlare di «cadaveri puzzolenti» bisognerà aspettare gli «zombie» di Beppe Grillo).

Lev Trotsky, I crimini di Stalin. Terrore, accuse e pro-

cessi: l’epurazione del partito comunista e dell’armata ros-sa, Res Gestae 2016, pp. 319,

24,00 euro.© Riproduzione riservata

IN CONTROLUCE - COSÌ SI ESPRIMEVA IL PROCURATORE VYSINSKIJ NEL CORSO DEL PROCESSO A MOSCA

Il Pm: abbasso l’avvoltoio Trotsky dalla cui bocca sbava veleno sanguinolento che imputridisce i grandi ideali del marxismo

Lev Davidovic Trostsky

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11Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

A Treviso, già patria del leghismo, il sindaco del Pd gli spiega le regole della convivenza civile

Profughi a lezione di civiltàIl Comune gli insegna come ci si deve comportare in città

DI RAFFAELE PORRISINI

Non si bivacca nei parchi pubblici, ma-gari lasciando in giro l’immondizia e

danneggiando le aree verdi. Non ci si lava nelle fonta-ne, che servono semmai per dissetarsi. Non ci si toglie le scarpe quando si è in al chiu-so con le si importuna, non si calpestano le aiuole e non ci si sdraia sulle panchine. Sono tutte regole (o meglio, pdivie-ti) alla base della conviven-za civile di ogni comunità, norme di buon senso troppo spesso date per scontate e che per farle rispettare le ammi-nistrazioni comunali di tutta Italia si sono viste costrette a metterle nero su bianco nelle pagine di ridondanti regolamenti. Documenti che qualche decennio fa sareb-bero stati bollati come carta straccia, articoli pieni di ov-vietà. Ma adesso le cose sono cambiate parecchio. I turisti non sempre rispettano queste disposizioni (quanto accadu-to per Ferragosto a Venezia lo dimostra bene), gli immi-grati e i profughi forse anco-ra meno, anche perché molte di queste regole nemmeno le conoscono.

A Treviso il sindaco del Pd Giovanni Manil-do ha pensato di mandare i richiedenti asilo presenti in città seduti sui banchi di scuola per fornirgli qualche rudimento di civiltà. E così, proprio nella patria del le-ghisimo che fino a qualche anno fa faceva parlare di sé per le ronde dei cittadini e i duri provvedimenti dell’allo-ra sindaco sceriffo Giancarlo Gentilini, ecco che adesso si arriva a insegnare agli ospiti le regole minime per vivere nel territorio, una sorta di corso di trevigianità per ri-spettare il decoro. L’iniziativa voluta dall’amministrazione

comunale ha subito trovato l’appoggio del prefetto Laura Lega, una che con il partito di Matteo Salvini ha affi nità (involontaria) solo nel nome, dato che si è scontrata più volte con i sindaci del Carroc-cio proprio sul tema dell’ospi-talità ai richiedenti asilo.

Le lezioni di rispetto del decoro urbano e su come ci si comporta in città, già ribattezzati corsi anti-degrado, saranno curati dal corpo della Polizia locale di Treviso; toccherà quindi ai vigili urbani fare da docenti agli immigrati per spiegargli concetti non più scontati. Le materie d’insegnamento però

non fi niranno qui: la giunta dem ha infatti pensato di cogliere al balzo l’occasione per spiegare ai profughi an-che le regole del codice della strada, in modo da metterli nelle condizioni di poter rico-noscere la segnaletica oriz-zontale e i cartelli stradali. Un problema, questo, venuto a galla nel momento in cui i richiedenti asilo accolti dal-le cooperative sociali hanno avuto a disposizione biciclette per girare in mezzo al traffi co della città. Per fare compren-dere il messaggio, le lezioni saranno tenute in più lingue e con l’ausilio di mediatori culturali. «Non ci sono pro-

blemi di ordine pubblico ma di rispetto di decoro – ha sot-tolineato il sindaco Manildo -. Dal punto di vista giuridico è uno strumenbto diffi cile da

incasellare. I casi vanno valu-tati uno per uno, ma abbiamo vigili in grado di fare queste valutazioni».

© Riproduzione riservata

DI ANDREA GIACOBINO

Nonostante l’andamento borsisistico, il «salottino del Nord Est» continua a puntare su Assicurazio-ni Generali per altri 10 anni. Qualche giorno fa, infatti, a Vicenza nello studio del notaio Giovani

Muraro si è svolta un’assemblea straordinaria di Ferak, il veicolo che detiene circa l’1,2% del Leone di Trieste, control-lato dalla famiglia Amenduni tramite Acciaierie Valbruna con il 33,5%, Pal-ladio Finanziaria e Finanziaria In-ternazionale (Fi-nint) con il 23,8% ciascuno, Vene-to Banca con il 9,9% e la famiglia Zoppas con il 3% circa. La riunione ha deliberato, con l ’astensione di Veneto Banca, di estendere la dura-ta della società, il cui termine sarebbe scaduto a fine del prossimo dicembre, al 31 dicembre 2026 e ciò, ha spiegato il presidente Maurizio Amenduni perché lo scioglimento non è«opportuno alla stabile valorizzazione dell’investi-mento finanziario attualmente in essere». Di più «il consi-glio è stato confermato in questo senso dal parere espresso da un esperto indipendente, il professor Leonardo Etro della Sda Bocconi». Ma l’assemblea è servita anche ad abrogare il divieto contenuto nell’articolo 7 dello statuto relativo al possesso di partecipazioni superiori al 49,9% del capitale anche ove tale soglia sia superata tramite la conversione di strumenti finanziari partecipativi (sfp) sottoscritti dai soci. Infine sono stati introdotti tre ulteriori periodi annuali di conversione degli stessi sfp: il totale è ora di quattro «finestre» annuali anziché la sola fino a ieri prevista «e ciò al fine di ottenere una maggiore elasticità per l’esercizio dei propri diritti da parte dei titolari degli strumenti».

© Riproduzione riservata

CARTA CANTA

Il salottino di Nord Estgiura sulle Generali

DI GIULIANO CAZZOLA

Notte del 24 agosto 2016. «Brandel-lo di muro. Di tanti che mi corrispon-devano non è rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce manca. È il mio cuore il paese più straziato».(Giuseppe Ungaretti).

* * *

Continuando la sua inchiesta sulla storiaccia del concorsone della scuola (quello che dovrebbe «sta-bilizzare» i precari) <http://www.corriere.it/scuola/16_agosto_23/concorsone-meta-professori-bocciati-scuola-rischia-iniziare-23-mila-catte-dre-vuote-b44cde90-68a3-11e6-b1b2-f8e89a7ffdaf.shtml> Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, sotto-

linea come l’anno scolastico rischi (ma è un eufemismo) di cominciare con 23mila cattedre vuote perché la metà dei professori viene bocciata all’esa-me. Stella, come in altre occasioni, cita i dati riportati da una ricerca della rivista Tuttoscuola. Ma per spiegare la situazione è suffi ciente riportare un brano virgolettato nell’articolo e tratto proprio da quella ricerca che spiega i livelli di (im)preparazione dei candidati: «Una scarsa capacità di comunicazione scritta, in termini di pertinenza, chiarezza e sequenza logica e una carenza nell’elaborare un testo in modo organico e compiuto. Si ricava anche un campionario di rispo-ste incomplete, errori e veri e propri strafalcioni, che sorprendono in ma-niera più acuta per il tipo di concorso in questione, ovvero una selezione tra

chi si candida a insegnare alle nuove generazioni».

* * *

La storia romana ci insegna che fu Augusto a istituire una vera burocrazia centrale e periferica (pra-efecti, procuratores, legati e i loro col-laboratori, nonché i componenti del consilium principis) alle sue dirette dipendenze, allo scopo di unifi care, uniformare e rendere effi cienti il go-verno e l’amministrazione dell’impero. Nel dare attuazione a questo ordina-mento Augusto volle anche superare la pantomina repubblicana della gra-tuità delle cariche e delle magistratu-re pubbliche che favoriva la nobilitas senatoriale (e per altri versi incentiva-va la corruzione e la spoliazione delle

province), mentre era sua intenzione promuovere funzionari provenien-ti dal ceto equestre (la borghesia di quei tempi) e liberti. Il Princeps stabilì anche l’ammontare dei compensi che, peraltro, costitui-va un criterio distintivo del rango e del ruolo dei funzionari stessi. Erano chiamati tricenarii coloro che percepivano 300mila sesterzi all’anno e sexagenarii quelli che ne ricevevano solo 60mila. Se si vogliono fare dei confronti, lo sti-pendio annuo di un legionario era pari a 1.200 sesterzi. È vero che, al momento del congedo, ai vetera-ni era assegnato un appezzamento di terreno dell’ager publicus o delle somme di denaro (prelevate dall’ae-rarium militare).

Formiche.net

PUNTURE DI SPILLO

Giovanni Manildo

Nicola e Maurizio Amenduni

Giancarlo Gentilini

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13Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

Al museo Mart di Rovereto (Tn) una grande mostra su questi due movimenti pittorici

Divisionisti prima e futuristi poiLa prima pittura, dell’Italia unita, di respiro internazionale

DI GIANFRANCO MORRA

Nell’Ottocento in pit-tura comandava la Francia, dall’epoca romantica alla ri-

voluzione dell’impressioni-smo. Il centro era Parigi, dove confluivano artisti di tutto il mondo ed esplode-ranno i movimenti di avan-guardia. Anche in Italia la pittura dell’Ottocento assumeva e traduceva, sia pure con tonalità originali, stili francesi. Sul finire del secolo esplose a Milano una rivoluzione pittorica italia-na ci viene mostrata in tutta la sua forza e originalità in una mostra apertasi al Mart di Rovereto: «I pittori del-la luce. Dal divisionismo al futurismo» (sino al 9 ot-t o b r e , o r e 10-18, lunedì chiuso).

O t t a n t a o p e r e , i n parte di pro-prietà del Mart, le altre da prestiti pubblici e privati, consentono di comprendere appieno come si trasformò la pittura in Italia tra i due se-coli. Il bellissimo logo della mostra è il Notturno, dipin-to da Previati nel 1908 nella sala della musica della figlia di Grubicy e ora conservato, secondo il desiderio di Ga-briele D’Annunzio, auto-re anch’egli di un Notturno, al Vittoriale degli Italiani. Previati si ispirò alla poe-sia di Charles Baudelai-re «Tristezze della luna»: «Questa sera la luna sogna con più mollezza; / Come una bella donna su molti cuscini, / Che con mano di-stratta e leggera accarezza / Prima di dormire la curva dei suoi seni».

Tutto cominciò a Mi-lano nel 1891. Alla prima Triennale di Brera parte-ciparono alcuni artisti, che avevano attuato una nuova tecnica, detta divisionista. Ancora una idea provenien-te dalla Francia. Il critico, mercante d’arte e pittore Vittore Grubicy de Dra-gon aveva fatto conoscere in Italia alcuni artisti fran-cesi, come Signac e Seu-rat, che scomponevano le macchie di colori in punti di luce (pointillisme). La scienza aveva indagato la costituzione della luce e dei colori, la tecnica aveva creato la macchina fotogra-fica. I divisionisti italiani cercarono di utilizzare que-ste novità nella pittura. Il colore e la luce, più che rap-presentare figure, debbono suscitare emozioni e stati d’animo. Con una pennella-ta minuziosa, che fa diveni-

re la macchia un insieme di punti e filamenti.

Fra loro Giovanni Se-gantini, che aveva capito bene cosa bolliva in pentola: «Noi siamo l’ultima luce d’un tramonto e saremo l’aurora dell’avvenire». A Rovereto sono esposte alcune delle opere più alte dei divisioni-sti. Ricordiamo di Segantini la Raccolta del fieno e L’ora mesta, di Angelo Morbelli L’Ave Maria e Il Natale dei rimasti (i vecchi del Pio Al-bergo Trivulzio di Milano), di Emilio Longoni le Ri-flessioni di un affamato e Le vecchie curiose.

Ma forse il più sensibile divisionista fu Giuseppe

Pell izza d a Vo l -pedo, pre-sente con L a p r o -c e s s i o n e e la Pas-s e g g i a t a amorosa . Q u e s t o p i t t o r e deve giu-

stamente la sua fama al no-tissimo Quarto stato, sintesi efficacissima di divisionismo e plasticità rinascimentale. Più di tutti, Pellizza intro-dusse nella pittura italiana il tema sociale, così sentito da tutti i divisionisti, che espressero pittoricamente anche i conflitti che tor-mentavano la società. Il loro pennello non è interessato

alle classi benestanti, quel-le esaltate dal pittore alla moda Giovanni Boldini, e si sofferma con maggiore partecipazione sulle classi disagiate, proprio negli anni in cui cresce il socialismo e Milano è sconvolta dai tor-bidi sociali del 1898.

Il Divisionismo fu so-prattutto una novità tec-nica, dentro la quale i pit-tori esprimevano un’anima ora realista, ora simbolista

(soprattutto con Previati: Funerale di una vergine e Il sogno). Il futurismo ne fu una originale continua-zione. La scomposizione del colore del primo movimento diviene nel secondo scompo-sizione della forma e della prospettiva tradizionale, per tradursi in esaltazione della velocità e della simultanei-tà. La mostra ce lo indica con opere davvero esemplari dei principali futuristi: di Um-

berto Boccioni Nudo di spalle e Treno che passa, di Giacomo Balla Vortice e La mano del violinista, di Car-lo Carrà Uscita da teatro e Ciò che mi ha detto il tram, di Luigi Russolo Profumo e La rivolta, di Gino Seve-rini Ritratto di Mme MS e Danzatrice.

Divisionismo e futu-rismo, il secondo figlio del primo, due movimenti profondamente innovatori, con i quali nasce la prima pittura moderna dell’Italia unita. Anche se la loro vita fu breve. Il divisionismo fu soprattutto una propedeu-tica al futurismo, al quale aderirono molti suoi segua-ci. Il futurismo ebbe forte risonanza, anche in virtù delle polemiche. Appoggiò il fascismo-movimento di cui fu l’ideologia; ma il fa-scismo-regime non ne avrà più bisogno, anzi cerche-rà far rinascere la grande pittura del nostro paese, quella classica da Giotto al rinascimento.

Tutti i regimi totalitari vogliono un’arte pomposa e celebrativa. L’arte russa ave-va avuto nell’immediato do-poguerra un fi orire di stimo-lanti avanguardie, con Stalin trionfarono il pompierismo e il kolossal. Nella Germania di Weimar vi fu un fi orire di crea-tività, ma il nazismo costrinse i principali artisti a emigrare e bruciò le loro opere «degene-rate». Nell’Italia fascista non ci furono né persecuzioni, né imposizioni ideologiche, ma un «ritorno alla tradizione», che rispettò la creatività degli artisti, anche se cercò di uti-lizzare le loro opere per una esaltazione della rivoluzio-ne fascista.

© Riproduzione riservata

Gaetano Previati, Notturno, 1908. Collezione privata

DI PUCCIO D’ANIELLO

In conseguenza del devastante terremoto che ha investito l’Italia centrale, il presi-dente della Camera dei deputati Laura Boldrini ha annullato la sua partecipazione alla due giorni europeista in programma a Ven-totene per sabato e domenica. All’appuntamento, dedicato al rilancio del processo di integra-zione europea, Boldrini avrebbe dovuto prendere parte insieme ai suoi omologhi di altre quat-tro nazioni dell’Unione europea (Francia, Lussemburgo, Slovenia e Spagna), che hanno deciso di rinunciare all’iniziativa.

***

A Roma il direttore artistico del Silvano Toti Globe Gigi Proietti, lo staff organizzativo e tecnico, gli attori della compagnia de “Il racconto d’inverno”, hanno deciso di devolvere alle famiglie di Amatrice l’intero incasso della serata di domenica prossima, le paghe degli attori e dei tecnici della compagnia del Globe, i diritti Siae spettanti alla traduttrice e regista dello spettacolo Elena Sbardel-la e all’autore delle musiche, il maestro Nicola Piovani.

***

Restituire a nuova vita un furgone diesel

inquinante, già adattato per il trasporto dei disabili, trasformandolo in un mezzo elettrico che è stato battezzato ‘Laudato’ in omaggio all’Enciclica sull’ambiente ‘Lau-dato Si’’ di Papa Francesco. È questa la

sfida affrontata e vinta dall’Uni-talsi (Unione italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) della sottosezio-ne di Bolzano. Il mezzo speciale viaggerà oggi dal Brennero con meta finale piazza San Pietro, dove il 31 agosto, verrà accolto e benedetto da Papa Francesco. L’evento è promosso per la pri-ma volta anche da un cartone animato che racconta l’iter della trasformazione da veicolo inqui-nante a mezzo elettrico.

***

Una serata ad Agerola, nell’alta costiera amalfitana, in compagnia delle parole di Vincenzo Cerami, “Tra la gente”. Anna Ferruzzo e Massimo Wertmuller saranno i protagonisti, questa sera, di una lettu-ra scenica di brevi racconti che si nutre della poetica lucida e spietata del celebre e indimenticato scrittore di “Il borghese piccolo piccolo”, adattati in prima assolu-ta per il festival “Sui sentieri degli dei” da parte dela figlia Aisha Cerami. La regia è di Norma Martelli, le musiche di Nicola Piovani, eseguite dal vivo dalla fisarmo-nicista Eduarda Iscaro.

INDISCREZIONARIO

Laura Boldrini

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Ottanta opere, par-te del Mart e parte di prestiti pubblici e

privati, consentono di comprendere come si trasformò la pittura in Italia tra i due secoli

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14 Venerdì 26 Agosto 2016 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

E lo Steve Jobs del settore è Frank Wang, un 35enne che è già diventato miliardario

La capitale dei droni è in CinaL’obiettivo di Dji è di produrre modelli accessibili a tutti

Raramente si è trovato di meglio per fare ru-more di un atterraggio forzato sul prato della

Casa Bianca. Tutta pubblicità gratuita per Frank Wang, lo Steve Jobs cinese dei droni, già miliardario a 35 anni. La mattina del gennaio 2015, uno dei suoi robot volanti è sfuggito a un agente dell’Fbi alticcio ed è andato a posarsi nel giardino di Barack e Michelle Obama. Wang ha fatto dei propri clien-ti i migliori comunicatori per la sua start-up, la Da-Jiang Innovation (Dji, che in cinese significa al di là delle frontie-re), con sede a Shenzhen. Con successo. Oggi, la Dji, fonda-ta nel 2006 con 20 persone, e che conta 3 mila dipendenti, è l’indiscussa numero uno del mondo per i droni civili, con il 70% del mercato globale. Un sogno ad occhi aperti per que-sto cinese dagli occhiali tondi alla John Lennon, originario di Hangzhou, come Jack Ma, il fondatore di Alibaba, il co-losso cinese dell’e-commerce. Il campione di Shenzhen non ha basato lo sviluppo della

sua impresa sulla copia di tec-nologia, ma è un raro esempio di azienda innovativa cinese. Come Mark Zuckerberg, Wang ha fondato la sua start-up nel-la sua stanza all’università, a Hong Kong, dove ha fatto vola-re il suo primo drone. Nel 2012 la Dji ha prodotto il primo kit per il drone Flame Wheel e nel 2013 ha iniziato le vendite di Phantom il primo drone per il grande pubblico che ha fatto la sua fortuna.

Wang possiede il 45% della propria impresa fondata nel 2005 e valutata oggi 10 miliar-di di dollari (8,8 mld di euro). L’ ambizione che guida il formida-bile successo di Dji è quella di rendere i droni accessibili a tut-ti. Una democratizzazione tec-nologica che ricorda quella di Steve Jobs quando lanciò il per-sonal computer e poi l’iPhone. Dji è l’Apple del drone, sostiene Lin Jun fondatore di Leiphone, un sito di e-commerce specia-lizzato nell’high tech. «Nessu-no può battere Dji in materia di tecnologia a un prezzo così basso», ha aggiunto. E Wang è convinto che venderà droni per

un miliardo di dollari nel 2016 (886 milioni di euro).

Wang aveva appena 16 anni quando ha cominciato a fabbri-carsi la propria piattaforma. All’inizio l’ingegnere di Shen-zhen pilotava il robot con un tablet e un Gps ultrasensibile, poi gli ha aggiunto un sensore che gli permetteva di evitare gli ostacoli e gli edifi ci. Oggi Phantom 3 è un drone intelli-gente con un raggio di azione di 2 chilometri che rientra au-

tomaticamente se si allentano i comandi. Cosa meno di 500 euro, primo prezzo. Nel 2012 una macchina fotografi ca mon-tata sul Phantom ha cambiato le carte in tavola aprendo a prospettive rivoluzionarie e usi insospettabili come la sor-veglianza, operazioni di sal-vataggio in caso di calamità naturale, di riprese a un costo infi nitesimale rispetto a quel-lo di un elicottero. Una gallina dalla uova d’oro. E nel quartier

generale di Shenzhen gli inge-gneri lavorano per migliorare la strumentazione e le batterie per allungare l’autonomia di volo. Non solo, gli sviluppatori di tutto il mondo sono invitati a condividere le applicazioni più incredibili per far diventare i droni insostituibili aprendo la porta a tutte le possibilità. Inoltre, nella consapevolezza che in caso di incidenti questi avrebbero un effetto boome-rang sul business, Dji esercita un’intensa attività di lobby a Washington, Bruxelles e nelle capitali europee per interna-zionalizzare e omologare le regole per pilotare i droni, un mercato mondiale in crescita supersonica. Intanto, l’ameri-cana Accel Partners, che aveva investito in Facebook e Drop-box, ha messo 75 milioni di dollari (66,5 mln di euro) nella start-up di Shenzhen, che nel 2014 ha fatturato 430 milioni di dollari (381 milioni di euro). «Siamo una società di alta tec-nologia e abbiamo cominciato con i droni ma non significa che ci fermeremo qui», ha di-chiarato Wang a Le Figaro.

In Messico la coltivazione dell’avocado sta producen-do danni. Il frutto considerato l’oro verde del primo produttore mondiale grazie all’aumento del prezzo e all’impennata dei consumi (Usa e Europa, in testa e a

luglio è stato firmato un accordo con la Cina) contribuisce al fenomeno della deforestazione e aumenta i profitti della criminalità organizzata che appicca incendi nel tentati-vo di impossessarsi delle coltivazioni. All’ingresso della capitale mondiale dell’avocado, la cittadina di Tancitaro, nell’ovest del Messico, nello stato del Michoacan, troneg-gia la gigantesca scultura che raffigura il frutto che qui viene coltivato in maniera massic-cia: nella regione vulcanica dal cli-ma temperato si concentra i quat-tro quinti della produzione na-zionale. Visto dal cielo, intere aeree della foresta sono state disboscate per fare posto alle coltivazioni di questo frutto esotico. In trent’anni le pian-tagioni sono passate da 31 mila a 118 mila ettari, secondo il ministero dell’agricoltura e nel 2015 la produzione è stata di 1,6 milioni di tonnellate, in crescita del 6,6% in un anno. Più della metà viene esportata. Gli agricolto-ri piantano clandestinamente gli alberi di avocado fra i pini, secondo l’istituto messicano di ricerche forestali e anche la fauna (puma, coyote, uccelli rari) viene minaccia-ta da questa azione di deforestazione. Senza parlare dei problemi dell’acqua, utilizzata in maniera massiccia che riduce il livello dei fiumi, e dei pesticidi. Inoltre, attratti dal business, il cartello della droga ha attaccato i piccoli produttori del Michoacan nel tentativo di impossessarsi del loro oro verde, scatenando la guerriglia. Oggi a difenderli ci sono i corpi di difesa rurale creati dal governo. Ma la situazione è grave.

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PROVOCA LA DEFORESTAZIONE

Coltivare l’avocado devasta il Messico

Come l’immigrazione e la crisi dei rifiugiati sono percepite? Nega-tivamente secondo un sondaggio dell’Ipsos, istituto specializzato nelle

ricerche di mercato, realizzato in 22 paesi dal 24 giugno all’8 luglio, prima degli attenta-ti di Nizza e Saint-Etienne-du-Rouvray. In Francia, soltanto l’11% de-gli intervistati ritiene che l’immigrazione abbia avuto un impatto positivo, contro il 18% dei tedeschi e il 20% degli spagnoli e del resto del mondo (20%). Il 78% degli intervistati ha la percezio-ne che l’immigrazione sia aumentata, ma soltanto il 38%, meno della metà, ritie-ne che si debbano chiudere le frontiere ai migranti, ma questo è un argomento che suscita angosce. In media, il 61% del campione ritiene che nel proprio paese ci siano dei terroristi che pretendono di essere dei rifugiati. La percentuale si alza al 67% in Francia.

Il problema dell’immigrazione è diventa-to sempre più ampio e caldo a livello globale, accentuato negli ultimi due anni dalla crisi dei migranti e dagli attentati, ha raccontato Brice Teinturier, direttore generale, de-legato per la Francia, di Ipsos a Le Figaro. Perchè questo animo esacerbato in Francia? Più della metà dei francesi è preoccupata della pressione esercitata dai migranti sui servizi pubblici. L’idea che gli immigrati inten-dano installarsi nel pa-ese per approfittare del

sistema di garanzie sociali, poi è condivisa da una parte importante della popolazione d’Oltralpe. E viene alimentata dai respon-sabili di una parte politica. Il legame tra immigrazione e disoccupazione è un argo-mento storico del Fronte nazionale, forma-zione di destra.

Anche le eredità culturali e identitarie giocano un ruolo primario. L’impatto cultu-rale dei migranti è visto più positivamente negli Stati Uniti (42%) e in Inghilterra (45%) che in Francia (17%). In Francia la mondia-lizzazione è avvertita come un acceleratore del declino del paese, una minaccia e una ele-mento capace di rendere ancora più fragile l’identità nazionale, secondo i risultati della ricerca Ipsos. Resta il fatto che nel contesto attuale, conclude l’indagine dell’istituto, i paesi europei hanno globalmente la ten-

denza a essere meno fi-duciosi sull’integrazione dei rifugiati.

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CONTRO IL 20% NEL RESTO DEL MONDO SECONDO L’IPSOS

Solo l’11% dei francesi crede nei benefici dell’immigrazione

Frank Wang, fondatore della cinese Dji, leader mondiale per la produzione di droni civili

In Francia, il 67% degli intervistati pensa che nel loro paese ci siano dei terroristi che pretendono di essere dei rifugiati

Le pagine di Esterisono a cura di Sabina Rodi

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15Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R I M O P I A N O

Pollice verso per Vincent Bolloré

È davvero curioso l’affastellarsi di notizie negative sui gior-nali italiani a proposito di Vincent Bolloré. Osannato fi no all’altroieri, il fi nanziere bretone padrone di Telecom e di mez-za Mediobanca dev’essere entrato in collisione con qualche residuale «potere forte» italico, da Palazzo Chigi a Cologno Monzese. Non ricordo lamenti simili quando Romain Zale-ski, altro fi nanziere francese, faceva raid sulla borsa italiana grazie ai miliardi prestatigli dall’amico Giovanni Bazoli, frutto di un legame rimasto poco chiaro. Solo quando la sua «holding» Carlo Tassara è esplosa sotto una montagna di debiti e ha lasciato i cocci nelle mani delle banche creditrici qualcuno ha storto il naso anche da noi.

Matteo Mediola

Partigiani e bocciofili

Di partigiani, che negli anni Quaranta scelsero la resisten-za, non ne sono rimasti molti. La loro associazione (Anpi) è ormai formata di fan e simpatizzanti. Si è espressa sul referendum: votare no, in nome dei valori dell’antifascismo. Purtroppo nulla ancora sappiamo sulla scelta della Federa-zione Bocce Italiana (Fib). Come voteranno i suoi 120 mila tesserati? Anche se la previsione è che, per coerenza con le fi nalità del sodalizio, bocceranno la riforma.

Cesare Oldrini

Burkini, nein

Leggo che anche la Merkel vuole proibire il burkini in spiaggia. Un grosso errore, forse non sa quanto potrebbe es-serle utile. Molto più dei bikini.

Deborah Spadoni

LazioInnova fa fallire le imprese

LazioInnova non me vuole proprio sapere di liquidare i fon-di della programmazione europea 2007/2013. Già in ritardo di due anni e mezzo sulla scadenza naturale avrebbe dovuto liquidare tutto il dovuto lo scorso giugno. Ma la produttività non è di casa in LazioInnova che ha chiesto altri sei mesi di proroga per liquidare i fondi alle imprese laziali. Il Pil non cresce, l’economia ristagna e le risorse europee utili alla crescita sono sequestrati dalla burocrazia di LazioInnova. Non resta che sperare in un intervento del governatore Ni-cola Zingaretti perché la dirigenza di LazioInnova, tutta probabilmente assunta per chiamata diretta dal politico di turno in barba alla meritocrazia ed alla Costituzione, sa solo far fallire o mettere in diffi coltà le imprese laziali con i suoi ritardi da paese in via di sviluppo

Gildo Mamiani

La censura del ministero

Sono un operatore della comunicazione che segue il set-tore alimentare. Leggo tutti i giorni le rassegne di settore e divoro ItaliaOggi, specie al mercoledì, per via dell’inserto AgricolturaOggi. Prodotto che preferisco leggere su carta. Sull’ultimo numero ho letto un interessante articolo di Luigi Chiarello dal titolo «Martina e Coldiretti vantano un’agricoltura da primato. Che non c’è». Peccato che, oltre al primato, non ci fosse neppure questo articolo nella ras-segna stampa che la Coldiretti compone ogni giorno per i suoi associati. Nonostante che nella stessa rassegna stampa fossero presenti tutti gli altri articoli dell’inserto di Italia-Oggi che quindi è stato visto e «selezionato». Idem per la rassegna del ministero delle Politiche agricole, pagata dai contribuenti. Evidentemente, si preferisce celare la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Ai tempi del web simili censure espongono al ridicolo

Brenda Messina

Il legislatore preferisce le vacanze

Ogni anno chi si occupa di attualità normativa deve fare i conti con un quasi stop fi siologico dell’attività di ministe-ri, parlamento e organismi amministrativi. Ma mai come quest’estate la catena produttiva legislativa si è presa una lunga pausa. Basta sfogliare la Gazzetta Uffi ciale di questi ultimi due mesi per rendersene conto. Eppure l’esigenza di chiarimenti, di indicazioni non cala anzi. Ma il legislatore resta in vacanza. Mandasse almeno una cartolina.

Roberto Rossi

Non solo chic ma anche di sinistra

Puoi dire nano a Renato Brunetta e ridere quando Fio-rello dà della mangiona all’ex ministra Annamaria Can-cellieri. Ma guai a te se, parlando delle arciere azzurre, le chiami cicciottelle. Ricorda che le parole sono pietre. Ovvero, dimenticatelo ad hoc…

Carlo Cecchini

INTERVENTI

DI PAOLO SIEPI

Daniela Martani, ex GF, ex hostess Alitalia, ora vegana, ironizza su Twitter su Amatrice patria dell’amatriciana. Che poi anche i cavo-li a merenda non fanno così bene. Antonio Satta. MF.

La natura, il cielo, la terra, le acque, sono infi nitamente più forti di noi, delle nostre volontà, delle nostre ambizioni e presunzioni. Nel loro eterno gioco di violente

e sotterranee energie, considerano gli esseri umani non molto diversamente da come noi consideriamo le formiche. Susanna Tamaro. Corsera.

I volti delle tragedie si assomigliano tutti: polvere, sangue, paura. Questa suora appiatti-ta sul marciapiede, con la fronte insanguinata e un telefonino attempato nella mano sinistra, si chiama Mariana, è albanese, ha 32 anni. Appena i muri della stanza hanno cominciato a crollarle addosso si è nascosta sotto il letto e ha invocato aiuto, fi no a che un ragazzo l’ha tirata fuori in qualche modo dalle macerie del convento di Amatrice. Massimo Gramellini. La Stampa.

La seconda scossa, quella delle 4:35 ha avuto per epicentro Norcia, la cittadina umbra che fu distrutta da un terremoto del 1979, e poi di nuovo interessata da un grave terremoto nel 1997. La città, che dista 25 chilometri in linea d’area da Amatrice, era piena di turisti. Ma non si registrano vittime, né ci sono state lesioni gravi agli edifi ci residenziali. Norcia si è salvata grazie alla ricostruzione e alle ristrut-turazioni antisismiche seguite al terremoto de-vastante del 1979 e poi a quello, meno grave, del 1997. Marco Maroni. il Fatto.

Per noi, la natura è bella e, quando succede un terremoto, ci restiamo male, sembriamo Heidi. Invece basti pensare che l’uomo e tutte le altre specie oggi esisten-ti sono solo l’uno per cento di tutte le specie esistite, scomparse, spazzate via dalla natura. La grande scoperta di Charles Darwin, la se-lezione naturale, funziona così: l’evoluzione va avanti con lo sterminio di massa. Per arrivare al collo lungo di una giraffa devono morirne miliardi con il collo corto. Come muoiano, non importa, sono fatti delle giraffe con il collo corto. E in ogni caso moriranno anche quelle con il collo lungo. Massimiliano Parente. Il Giornale.

Anch’io sono rimasta coinvolta nel terremo-to. A un certo punto, ad Arquata del Tronto, lo scricchiolio diabolico diventa boato e poi piog-gia petrosa, il respiro e gli occhi si riempiono di polvere. Ai lati della vecchia via Garibaldi (l’eroe dei due mondi pernottò qui, a casa Am-brosi, nel gennaio del 1849), due insormonta-bili cumuli di macerie ci dicono che siamo in trappola. Soprattutto, ci raccontano che altri sono stati meno fortunati di noi. Non c’è via di uscita e la prossima scossa potrebbe far rin-chiudere su di noi ciò che rimane ancora in piedi delle case squassate. Nicoletta Tiliacos. Il Foglio.

Ora la prova più diffi cile sarà una ricostruzione che non tradi-sca la memoria e sia rispettosa delle pietre. Come non è accadu-to per molti borghi dimenticati o

orrendamente riedifi cati in orrende new town, intorno all’Aquila. Ma Arquata, Accumoli e Amatrice sono centri essenziali per l’arte ita-liana. Per il Medioevo e per il Rinascimento. Vittorio Sgarbi. Il Giornale.

Ancora una volta il sisma è esploso di notte, alle 3 e 36, come se la natura volesse sempre sorprenderci nei momenti in cui siamo più inermi, ingenuamente convinti che i nostri tetti ci stiano offrendo un riparo. Simona Sparaco. La Stampa.

Con la Dc, la scuola pubblica cambiò, ovvia-mente senza mai dichiararlo, la sua « missio-ne»: non più un servizio orientato all’utenza (scolari e studenti) ma un servizio orientato alla occupazione di insegnanti. Si trattava di creare docenti, non di preoccuparsi della qua-lità dell’insegnamento. Ne nacque un’alleanza di ferro fra democristiani e sindacati, gli uni e gli altri a tutto interessati meno che a offrire agli utenti una «buona scuola». Angelo Pa-nebianco. Sette.

Arnaud Montebourg, che pure rivendica alto e forte i valori del socialismo, alla domanda se il suo progetto sia il socialismo ha rispo-sto: «Sì, per la gran parte, ma non

solo». Ha infatti capito che se i francesi voglio-no meno Hollande, essi non vogliono necessa-riamente più socialismo. E che, dietro il rifi uto di un uomo, c’è anche il crepuscolo di un’ideo-logia. Guillaume Tabard. Le Figaro.

Il posto di Teheran a cui sono più legata è il palazzo della mia ong. L’avevo acquistato con il premio del Nobel: il governo l’ha confi scato e venduto a prezzi bassissimi a un uomo della sicurezza... I direttori dell’ong erano 5 avvo-cati, me compresa: cominciavamo a lavorare alle 6,30, per essere pronti all’apertura dei tribunali, alle 9. Ricordo che uno di loro, ogni mattina, passava a comprare il pane fresco. Era buonissimo. Inoltre, in Iran, non usiamo il tè in bustine ma quello sfuso: ecco, mi manca il profumo di quelle foglie. Mi mancano i colleghi che sono in prigione. Mi manca il mio lavoro come avvocato dei detenuti politici in Iran. Mi mancano i giorni in cui riuscivo a far liberare uno di loro e vedevo la felicità nel suo volto e in quelli dei suoi familiari. Shirin Ebadi, 68 anni, iraniana, in esilio perché perse-guitata dal regime, Nobel 2003. (Edoardo Vigna). Sette.

Tutta l’Europa finge di ignorare che un paese islamista (la Turchia) nella Nato è un controsenso. Non può esistere. Philippe Da-verio, critico d’arte. Libero.

Voglio provare a rigenerare il centrodestra con un programma politico liberale e popolare, alter-nativo al centrosinistra e concor-rente con i Cinquestelle. Stefano Parisi. La Stampa.

Metti a loro agio gli sconosciuti soltanto se devi disarmarli. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori, 1987.

Don Abbondio era il medico curante di Lucia. Castronerie alla maturità 2016. Tommaso Rodano. il Fatto.

Se vuoi essere considerato al Bar Marghe-rita ci devi arrivare tardi. Comunque sempre prima che chiuda. Pupi Avati, Gli amici del Bar Margherita. Garzanti, 2009.

Avevo un papà ferroviere che sapeva sempre di olio di macchina. Ermanno Olmi, regista. (Federico Pontiggia). il Fatto.

Io soffro troppo delle mie indignazioni. Nien-te è più deprimente che indignarsi per qualche cosa che non indigna nessuno. Alessandro Bersani, Diario.

Vagava poco sulle alture oltre Bet Quinat una moltitudine di lumi e venivano su dalla valle fi da e voci diverse. Poi, al suono rauco di un corno sembrava che qualcosa stesse per accadere. Ma l’artiglieria, a uno a uno, ha spen-to tutti quei lumi, ritornando alla notte il suo silenzio. Paolo Caccia Dominioni, Ascari k7 1935-36. Longanesi, 1966.

Le migliori ispirazioni mi ven-gono all’alba, come, un tempo, le migliori erezioni. Roberto Ger-vaso. Il Messaggero.

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16 Venerdì 26 Agosto 2016 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Merkel vuole mantenere la linea dura con Mosca mentre i socialisti sono per un buon vicinato

Putin divide il governo tedescoEmbargo inutile per la Russia e costoso per la Germania

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Putin tiene in scacco il presidente Obama, conduce il suo gioco in Ucraina e in Siria, e

ruba un alleato all’Occidente andando a stringere la mano a Erdogan, dopo che, appena ieri, dopo l’abbattimento del caccia russo da parte dei tur-chi, aveva minacciato Ankara delle peggiori rappresaglie. Un capolavoro di pragmatismo. E Putin crea più di un imba-razzo a Berlino, dividendo la grosse koalition che è formata da democristiani e socialisti che fanno parte dello stesso governo. Frau Angela infatti è per la linea dura, gli alleati so-cialdemocratici invece sono per continuare a mantenere aperto il dialogo con Mosca.

La politica estera della Cancelliera ha sempre sor-preso alleati e avversari, pro-cedendo in maniera tortuosa, a zig-zag. Ma sembrava che avesse sempre chiaro il punto a cui voleva arrivare. Con le sue ultime decisioni, contrad-

dice invece se stessa. All’inizio dell’anno scorso, dichiarò che, per porre fi ne alla guerra in Si-ria, era indispensabile coinvol-gere Putin. E quando la Nato aveva minacciato di inviare truppe al confi ne con l’Ucraina, era volata a Mosca con grande irritazione di Washington tra-scinandosi dietro Hollande: come a dire, se andare avanti con le minacce di guerra, l’Alle-anza non conti su di noi.

I russi sono intervenuti contro l’Isis, bombardando Aleppo e le altre postazioni del-le forze anti Assad. Ma il por-tavoce della Merkel, a Berlino ha stigmatizzato il cinismo e la crudeltà di Putin. E ha denun-ciato le provocazioni di Mosca in Ucraina. Il suo ministro de-gli esteri, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier si comporta in modo opposto, an-che sempre cercando di evita-re il dissenso aperto con Frau Angela. È volato negli Urali a incontrare per la sesta volta il suo collega russo Lavrov, che chiama affettuosamente der liebe Sergej. Si danno del tu e si adoperano per trovare un

compromesso a tutti i costi: la situazione umanitaria in Siria è catastrofi ca, giudica anche Steinmeier, ma è tutta colpa dei russi? E in Ucraina biso-gna a tutti i costi evitare un peggioramento della situazio-ne. Per Steinmeier è evidente, anche se non lo dichiara: Putin stringe la mano a Erdogan e poche ore dopo Kiev denuncia attentati russi e manda trup-pe al confine con la Crimea. Obama, al confronto con Pu-

tin in questi anni, è apparso come un dilettante giocatore di dama contro un campione di scacchi. Ed ora, dopo aver perso Erdogan, annuncia di voler spostare le testate nu-cleari stanziate in Turchia, in Romania o in Bulgaria. Un’al-tra minaccia contro Mosca, che preoccupa Steinmeier e i socialdemocratici.

La Merkel si è battuta per prolungare le sanzioni

contro la Russia, che punisco-no in realtà solo la Germania e l’Italia, proprio mentre Stein-meier proponeva di limitarle nel tempo. Molte grandi impre-se tedesche, come la Siemens, hanno perso le commesse della Russia, e hanno ridotto il per-sonale. L’Spd, i socialisti tede-schi, a un anno dalle elezioni, debbono tener conto del mal-contento dei sindacati. E non è fi nita: i socialdemocratici sono apertamente contrari al Ttip, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti che avrebbe effetti catastrofici sulle nostre specialità, non solo agricole, a profi tto delle multinazionali. La Merkel, al contrario, insiste per andare avanti e realizzare il patto, che però ha pochissime chance di venir fi rmato soprattutto dopo la Brexit. I suoi alleati social-democratici mugugnano: forse Frau Angela, cresciuta nella scomparsa Ddr, ha ceduto al risentimento giovanile contro gli allora occupanti sovietici. Pragmatica in politica interna, in politica estera si rivela più passionale e istintiva?

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DI MAICOL MERCURIALI

Dopo Gerard Depardieu, che lo scorso anno lo aveva affianca-to nella mietitura, quest’anno il presidente della Bielorussia Ale-

xander Lukashenko ha avuto un altro at-tore con lui in campagna: Steven Seagal. Il leader di Minsk ha accolto il produttore cinematografico statunitense in tuta da gin-nastica e, in un contesto molto informale, si è intrattenuto con lui nelle coltivazioni della sua residenza, alle porte della capitale, e gli ha fatto assaggiare carote e cocomeri appena raccolti. Poi, come hanno raccontato i media bielorussi, i due si sono sofferma-ti a parlare di agricoltura e all’attore sono stati mostrati i nuovi metodi di coltivazioni bielorussi per vari ortaggi e poi la raccolta delle patate e anche una delle ultime colture entrare in produzione nella Russia Bianca: l’anguria. Poi un pranzo con i prodotti tipici bielorussi, tra cui l’immancabile lardo, per concludere l’incontro con l’uomo più potente della Bielorussia.

Pare proprio una moda questo feeling tra i grandi artisti e gli uomini di potere dell’Europa dell’Est, visto che sia Depardieu che Seagal, per esempio, sono amici di Vla-dimir Putin e ora condividono anche una conoscenza con Lukashenko che, dopo la me-diazione per risolvere il confl itto in Ucraina, sta cercando di accreditarsi sempre di più tra i politici occidentali.

L’incontro con Seagal, come ha raccon-tato la portavoce del presidente bielorusso Natalya Eismont, sarebbe stato fortemente voluto dal campione di arti marziali, che aveva espresso il desiderio di incontrare Lukashenko

durante la sua permanenza a Minsk. E duran-te la chiacchierata nella tenuta presidenziale, l’attore americano ha svelato di avere origini bielorusse.

Ma cosa ci faceva Seagal a Minsk? L’uo-mo di spettacolo collabora con la Wargames, la più grande azienda bielorussa che realizza videogiochi, per cui diventerà consulente per il gioco World of warship, un multiplayer basato sugli scontri tra navi militari e ambientato ne-gli anni tra il 1930 e il 1950: darà consigli agli sviluppatori del gioco, tra strategie di guerra, cacciatorpediniere, portaerei e siluri.

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L’ATTORE USA RICEVUTO DAL PRESIDENTE ALEXANDER LUKASHENKO

Steven Seagal va in Bielorussia come consulente per i videogiochi

La decisione riguarda una minoranza dei detenu-ti, quelli delle prigioni federali degli Stati Uniti, perlopiù stranieri in attesa di estradizione, ma è fortemente simbolica. Il ministero della giustizia

americano venerdì 19 agosto ha fatto sapere che metterà fine progressivamente agli accordi con le imprese che ge-stiscono le prigioni private. Un mercato redditizio, regolato dagli accordi stipulati in passato con il governo federale, che riguarda all’incirca 22 mila prigionieri sul totale dei 190 mila detenuti federali (30 mila in meno negli ultimi tre anni); una quota, però, molto inferiore rispetto alla massa dei 2 milioni di carcerati delle prigioni pubbliche che dipen-dono dagli stati. Sulla necessità di riformare il sistema carcerario ame-ricano per mettere fine al sovraffol-lamento oggi si registra un consen-so mai visto in passato, anche fra i candidati alla Casa Bianca: Hillary Clinton e Donald Trump. La nume-ro due del ministero della giustizia Usa, Sally Yates, ha disegnato un bilancio piuttosto severo delle attività dei gruppi privati che gestiscono le prigioni, sostenendo che non offrono le stesse condizioni di personale, detenzione rispetto alle carceri pubbliche, neppure rispetto ai programmi di rieducazione e reinserimento sociale. In sostanza, non permettono risparmi sostanziali e non garan-tiscono lo stesso livello di protezione e di sicurezza rispetto alle prigioni pubbliche. Il disimpegno dello stato federale non sarà senza conseguen-ze sui singoli stati e sul fatturato delle società, in particolare sui due gruppi più importanti Cca (cui la California assi-cura l’8% del fatturato) e Geo group, che ha nella Florida il suo miglior cliente (6% del fatturato). I profitti realizzati in questo settore dai privati hanno attirato in passato diversi investitori, tra i quali alcuni insospettabili come la Columbia University, che nel 2015 è stata la prima università a sbaraz-zarsi del proprio portafoglio legato a questa attività, e Yale, che ha fatto altrettanto dopo le proteste degli studenti.

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NON DANNO LE GARANZIE DELLE STATALI

Gli Usa rinuncianoalle prigioni private

L’attore e produttore americano, Steven Seagal con il presidente

della Bielorussia, Alexander Lukashenko

Il ministro degli affari esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, socialdemocratico, con Angela Merkel

dalla quale dissente sulla linea da tenere con la Russia

Sally Yates

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22 Venerdì 26 Agosto 2016

A Piazza Affari (-1,07%) penalizzati i titoli bancari. Euro a 1,1281 $

Borse, tornano le venditeFiducia in Germania ai minimi da fi ne 2014

DI MASSIMO GALLI

Ritornano le vendite sulle borse europee, innervosite dal clima di attesa per il discorso

che sarà pronunciato oggi negli Stati Uniti dal presidente della Fed, Janet Yellen, al simposio di Jackson Hole. I mercati aspet-tano indicazioni concrete su un eventuale rialzo dei tassi.

Nel frattempo, a livello ma-croeconomico, l’indice Ifo che misura la fi ducia degli impren-ditori tedeschi è calato a 106,2 punti in agosto, non centrando le stime degli analisti a 108,5 e al livello più basso da dicembre 2014. Negli Stati Uniti gli ordi-ni di beni durevoli sono saliti del 4,4% in luglio, secondo la lettura preliminare, attestan-dosi oltre le attese del consen-so a +3,4%. Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoc-cupazione sono scese più del previsto di mille unità a quota 261 mila. Il dato è rimasto sotto quota 300 mila per la 77ª setti-mana consecutiva: è la striscia positiva più lunga dal 1970.

A Milano l’indice Ftse Mib ha perso l’1,07% a 16.710 punti. Nel resto del continen-te hanno prevalso le vendite a Francoforte (-0,88%), Parigi (-0,65%) e Londra (-0,28%). A New York il Dow Jones cede-va lo 0,14%, mentre il Nasdaq viaggiava appena sopra la pari-tà. Lo spread fra Btp decennali e Bund tedeschi è sceso legger-mente a 127.

A Piazza Affari si sono ri-viste le prese di profi tto sulle banche dopo i recenti progressi: B.Popolare ha ceduto il 2,84%,

B.Mps l’1,92%, B.P.E.Romagna il 2,91%, B.P.Milano il 2,83%, Intesa Sanpaolo lo 0,90%, Me-diobanca l’1%, Ubi B. il 2,15%, Unicredit il 3,72%. Hanno re-sistito le utility, muovendosi comunque in ordine sparso:

A2A è terminata in calo dello 0,08%, Atlantia dello 0,39% e Terna dello 0,17%, mentre hanno chiuso in territorio po-sitivo Enel (+0,25%) e Snam (+0,32%). In ribasso frazionale Telecom Italia (-0,19%).

In rosso gli assicurativi: Unipol ha lasciato sul terreno il 2,15%, UnipolSai l’1,23% e Generali il 2,84%. Nello Star, in gran spolvero Elica (+6,77%) dopo la pubblicazione dei con-ti. Su Aim Italia, ben compra-ta Energica Motor Company (+4,25%): La società ha sotto-lineato che prosegue il percor-so di affermazione nell’ambito dei veicoli 100% elettrici a ele-vate prestazioni.

Nei cambi, l’euro è termina-to in progresso a 1,1281 dol-lari e ha guadagnato terreno anche nei confronti dello yen a 113,41. Dollaro-yen a 100,52.

Per le materie prime, quo-tazioni petrolifere in leggero rialzo: a Londra il Brent avan-zava di 33 centesimi a 49,38 dollari e a New York il Wti era scambiato a 47 dollari (+23 cent).

Realizzi invece sull’oro, in calo di 4,50 dollari a 1.323 dollari.

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«È il momento di alzare i tassi di interesse in modo graduale, anche se non c’è bisogno che l’approccio sia aggressivo»: lo ha afferma-to il presidente della Fed di Kansas City, George Esther, membro votante del Fomc, il comitato di politica mone-taria della banca centrale americana. Esther è stato intervistato dall’emittente Cnbc a margine del sim-posio di Jackson Hole, che oggi vedrà l’intervento del presidente dell’istituto, Ja-net Yellen.

Queste dichiarazioni, ha precisato il banchiere, non implicano tanto «l’essere a favore di tassi elevati», quanto il fatto che occorra «aumentarli rapidamente». Negli Stati Uniti le condi-zioni economiche sono in miglioramento, mentre sul fronte infl azionistico si as-siste a un certo fermento: l’economia a stelle e stri-sce potrà crescere del 2% quest’anno, mentre il poten-ziamento dei salari dovreb-be sostenere la spesa per i consumi.

Il numero uno della Fed di Kansas City ha ribadito che si sta rafforzando l’infl azio-ne: «Siamo inoltre vicini alla piena occupazione e i prezzi si trovano su livelli bassi e stabili». Infi ne, Esther dice sì alla fi ne del programma di reinvestimento di titoli che arrivano a scadenza e che pesano sul bilancio della Federal Reserve.

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FED KANSAS C.

Esther, sì a rialzo

tassi Usa

La Banca centrale della Cina (Pboc) ha iniettato altra liquidità nel mercato monetario, modifi cando però le modalità di finanziamento. Sono stati offerti 80 miliardi di yuan (10,6 mld euro) di repo (pronti contro termine) a 14 giorni, che rappresentano di fatto un prestito verso le banche commerciali. La mossa sembra un tentativo di calmare il nervosismo dei mercati, a fronte della bolla creatasi sull’obbligazionario a cau-sa di ingenti fi nanziamen-ti a breve termine che la

stessa Pboc aveva effettuato negli ultimi mesi. Già mercoledì, dopo un’assenza di sei mesi, l’istituto aveva reintrodotto i repo a 14 giorni, segnalando l’intenzione di muo-vere la domanda di denaro verso un uso più a lungo termine e lontano dalle scommesse a breve su asset come i bond.

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In Cina repo a 14 giorni per 10,6 mld €

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TA S S I E VA L U T ECambi

Divisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,026 27,022 0,0040 23,9380

Corona Danese 7,4441 7,4432 0,0009 6,5935

Corona Norvegese 9,2771 9,246 0,0311 8,2171

Corona Svedese 9,4956 9,4545 0,0411 8,4106

Dollaro Australiano 1,484 1,4782 0,0058 1,3144

Dollaro Canadese 1,4597 1,4581 0,0016 1,2929

Dollaro N Zelanda 1,5453 1,54 0,0053 1,3687

Dollaro USA 1,129 1,1268 0,0022 -

Fiorino Ungherese 309,8 309,99 -0,1900 274,4021

Franco Svizzero 1,0905 1,0891 0,0014 0,9659

Rand Sudafricano 15,9528 15,938 0,0148 14,1300

Sterlina GB 0,8557 0,8513 0,0044 0,7579

Yen Giapponese 113,45 112,95 0,5000 100,4872

Zloty Polacco 4,3123 4,3039 0,0084 3,8196

Tasso uffi ciale di riferimento 0,00 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 0,65 0,64 0,01

Tasso Infl azione ITA -0,10 -0,40 0,30

Tasso Infl azione EU 0,10 0,00 0,10

Indice HICP EU-12 98,90 100,80 -1,90

HICP area EURO ex tobacco 100,06 100,63 -0,57

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,70 0,95 -0,25

Tasso di disoccupazione ITA 12,11 11,92 0,19

Tassi DepositiDEPOSITIScadenza Bid Ask

Tassi FraFraScadenza Bid Ask

1 sett -0,45 -0,35

1 mese -0,43 -0,33

2 mesi -0,45 -0,35

3 mesi -0,40 -0,30

4 mesi -0,32 -0,22

5 mesi -0,30 -0,20

6 mesi -0,30 -0,15

7 mesi -0,27 -0,12

8 mesi -0,25 -0,10

9 mesi -0,22 -0,07

10 mesi -0,20 -0,05

11 mesi -0,15 -0,15

12 mesi -0,12 0,03

1X4 -0,330 -0,280

3X6 -0,338 -0,288

6X9 -0,349 -0,299

9X12 -0,354 -0,304

1X7 -0,216 -0,166

3X9 -0,218 -0,168

6X12 -0,218 -0,168

12X18 -0,224 -0,174

12x24 -0,064 -0,014

Preziosi ($ per oncia)Oro 1321,74 1322,04Argento 18,51 18,56Palladio 685,14 685,57Platino 1071,93 1073,43Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1644,5 1644Rame 4627 4626Piombo 1863 1862Nickel 9850 9845

Stagno 18800 18750Zinco 2298 2297Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c) 270,26 300,01Sterlina (n.c) 273,66 300,58Sterlina (post 74) 273,66 300,58Marengo Italiano 222,02 239,85Marengo Svizzero 218,64 238,14Marengo Francese 218,64 237,57Marengo Belga 218,63 236,54

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP -0,094

3Yr BTP -0,026

5Yr BTP 0,225

10Yr BTP 1,132

30Yr BTP 2,157

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera Scad. Denaro Lettera

1 anno -0,215 -0,1752 anni -0,216 -0,1763 anni -0,205 -0,1654 anni -0,180 -0,1405 anni -0,136 -0,0966 anni -0,076 -0,0367 anni 0,001 0,0418 anni 0,088 0,128

9 anni 0,177 0,21710 anni 0,260 0,30012 anni 0,404 0,44415 anni 0,557 0,59720 anni 0,679 0,71925 anni 0,708 0,74830 anni 0,708 0,748

Fra: forward rate agreement

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Page 18: Nuova serie - Anno 26 - Numero 202 - Spedizione in … alla Cassa forense. Aiuto straordi-nario (fino a 20 mila euro, aumen-tabile in ragione della situazione familiare) ai consulenti

23Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì MERCATI E FINANZA

Si terrà oggi l’inaugurazione della terza struttura sul Bosforo, stradale e ferroviaria

Istanbul, ponte firmato AstaldiÈ il più largo al mondo (59 metri) ed è costato 2,6 mld €

Verrà inaugurato oggi a Istanbul il terzo ponte sul Bosforo, che porta anche la firma

di Astaldi. Si tratta del ponte sospeso più largo al mondo, con torri più alte della Tour Eiffel. La struttura è del tipo ibrido sospeso-strallato e la sua realizzazione rientra nel contratto per la costruzione e gestione, in regime di con-cessione, di 150 chilometri di autostrada della Northern Marmara Highway per il collegamento delle città di Odayeri e Pasakoy.

Il gruppo Astaldi detie-ne una partecipazione del 33,33% nella joint venture Ica Ic Ictas-Astaldi, aggiudi-cataria nel 2012 del contrat-to di concessione. Il valore del contratto Epc collegato all’iniziativa è pari a oltre 3 miliardi di dollari (2,6 mld euro).

Con l’inaugurazione odier-na, entra dunque nella fase di gestione una prima trat-ta della Northern Marmara Highway. Le attività di co-struzione, avviate nel 2013,

proseguono per i restanti tratti autostradali previsti dal progetto. Il ponte, realiz-zato in poco meno di tre anni, vanta una serie di primati. È il solo ponte sospeso al mon-do a ospitare sul suo impal-cato, tutte sullo stesso livello, un’autostrada a otto corsie e due linee ferroviarie; è il pon-te sospeso più largo del mon-do, con i suoi 59 metri di lar-ghezza; è il ponte sospeso con le torri a forma di A più alte

al mondo, con un’altezza di 322 metri, superiore a quel-la della Tour Eiffel; è il ponte sospeso più lungo del mondo, sul cui impalcato si sviluppa una linea ferroviaria.

«Il terzo ponte sul Bosforo è un ponte dai molti primati, che eleva il settore dell’in-gegneria a nuove vette», ha dichiarato Paolo Astaldi, presidente del gruppo omo-nimo. «Astaldi è fiera del ruolo determinante svolto

per la realizzazione di que-sto progetto, che ha richie-sto le più avanzate com-petenze ingegneristiche e tecnologie all’avanguardia. Il ponte rappresenterà per la regione un motore di cre-scita e sarà fondamentale per decongestionare il traf-fico all’interno della città di Istanbul, ma creerà anche un importante collegamento tra Europa e Asia».

Fra le altre grandi opere che Astaldi ha realizzato in Turchia, fi gurano una trat-ta rilevante dell’autostrada dell’Anatolia (116 chilome-

tri per il collegamento da Gumusova a Gerede), la metropolitana di Istanbul (26 chilometri e 16 stazioni, inaugurata ad agosto 2012), l’aeroporto internazionale di Milas-Bodrum (costrui-to in 15 mesi e gestito fi no a ottobre 2015), il ponte sul Corno d’oro a Istanbul. Ora Astaldi è impegnata nel completamento del progetto per la costruzione e gestione dell’Etlik Integrated Campus di Ankara, uno dei principali complessi sanitari in costru-zione in Europa.

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POST FUSIONE

A.Delhaize, centreremo gli obiettivi

Ahold Delhaize, nuovo opera-tore della grande distribuzione organizzata nato dalla fusione dell’olandese Ahold con la belga Delhaize, ritiene di essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi del progetto di in-tegrazione. La fi ducia del grup-po deriva dal solido andamento registrato dalle due aziende nel secondo trimestre, quindi prima del perfezionamento della fusione avvenuta il 24 luglio, con vendite e profi tti in miglioramento. Ahold ha visto l’utile operativo ricorrente cre-scere del 7% su base annua a 355 milioni di euro e ricavi in aumento del 3% a 8,95 miliar-di, mentre per Delhaize l’utile operativo ricorrente è miglio-rato del 10% a 247 milioni e i ricavi del 3% a 6,29 miliardi. «Abbiamo iniziato un nuovo capitolo come Ahold Delhaize con un buono slancio e due forti serie di risultati pre fusione», ha affermato l’a.d. Dick Boer.

Il gruppo, uno dei maggiori operatori mondiali della gdo con insegne come Stop & Shop Giant, Food Lion e Hannaford, è ancora fi ducioso di raggiun-gere il target di risparmi di costo annuali per 500 milioni di euro entro la metà del 2019 e sinergie operative per 30 mi-lioni nel 2016.

© Riproduzione riservata

21 Partners, gruppo europeo guidato da Alessandro Benet-ton, ha raggiunto un accordo per la vendita del gruppo Li-gier, dopo averne rilevato la maggioranza otto anni fa, a un gruppo di investitori gui-dato da Siparex e François Ligier. La chiusura dell’ope-razione è prevista per il mese prossimo.

La società aveva fi nalizzato nel settembre 2008 l’acquisi-zione contestuale di Ligier e Microcar e, unendole, ave-va dato vita a un leader in-dustriale, sviluppando una strategia di crescita basata sull’espansione internaziona-le e sulla diversifi cazione dei prodotti. Il gruppo evidenzia che, reagendo alla crisi econo-

mica e a condizioni di mercato sfavorevoli nel Sud Europa, ha unifi cato la rete distributi-va, potenziando la penetrazio-ne del mercato, ha sviluppato una gamma di veicoli elettrici commerciali di successo e si è focalizzato sull’innovazione.

Con la realizzazione del piano industriale, i brand Li-gier e Microcar sono stati ri-posizionati su nuovi segmenti di mercato. Oggi Ligier ope-ra con una rete di oltre 700 concessionari in dodici paesi europei, generando ricavi su-periori a 120 milioni di euro nel 2015, metà dei quali fuori dalla Francia. La stima di cre-scita è superiore al 15% per il 2016.

© Riproduzione riservata

21 Partners l’aveva rilevato nel 2008

Benetton cede il gruppo Ligier

DEL DOCUMENTO DI REGISTRAZIONEDELLA CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A.

EDEL PROSPETTO DI BASE RELATIVO

AL PROGRAMMA DI OFFERTA DI OBBLIGAZIONI DENOMINATE

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO”;“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI STEP UP”;

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI STEP DOWN”;“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI ZERO COUPON”;

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONIA TASSO VARIABILE”;

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONIA TASSO VARIABILE CON CAP E/O FLOOR”;

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI A TASSOMISTO”; “CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. OBBLIGAZIONI

INDICIZZATE ALL’INFLAZIONE CON POSSIBILITÀ DI CAP E/O FLOOR”

(IL “PROGRAMMA DI OFFERTA”) DI CASSA DI RISPARMIO DIASTI S.P.A. IN QUALITÀ DI EMITTENTE ED OFFERENTE

Redatto ai sensi della Deliberazione CONSOB 11971 del 14 maggio 1999 e del

Regolamento (CE) n. 809/2004, recante le modalità di applicazione della Direttiva

2003/71 CE, nonché del Regolamento Delegato (UE) 2016/301,

come successivamente modificati

Si rende noto che il Documento di Registrazione di Cassa di

Risparmio di Asti S.p.A. (il “Documento di Registrazione”) e il

Prospetto di Base relativo al Programma di Offerta (il “Prospetto diBase”) sono stati depositati presso la Consob in data 25 agosto

2016 a seguito di approvazione comunicata dalla Consob con Nota

n. 0076766/16 del 24 agosto 2016. Il Documento di Registrazione

e il Prospetto di Base sono a disposizione del pubblico in forma elet-

tronica, sul sito internet www.bancadiasti.it e sono consultabili gra-

tuitamente in copia cartacea presso la sede sociale della Banca (sita

in Asti, piazza Libertà n. 23) per tutto il periodo di validità del

Programma di Offerta.

L’emittente ed offerente Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. potrà

emettere nell’ambito del Programma di Offerta, in una o più emis-

sioni, obbligazioni aventi le caratteristiche indicate nel Prospetto di

Base. Le caratteristiche definitive delle obbligazioni quali, inter alia,

l’ammontare totale del singolo prestito obbligazionario, le cedole, la

durata del periodo di offerta, il valore nominale e la data di godi-

mento saranno indicate nelle “Condizioni Definitive” relative a cia-

scun prestito che saranno rese pubbliche mediante apposito avviso

pubblicato sul sito internet della Banca www.bancadiasti.it.

L’adempimento di pubblicazione del Documento di Registrazionee del Prospetto di Base non comporta alcun giudizio dellaConsob sull’opportunità dell’investimento proposto e sul meritodei dati e delle notizie allo stesso relativi.

Asti, 26 agosto 2016

CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. Sede Legale e Direzione Generale in Asti, Piazza Libertà n. 23 - Capitale Sociale

€ 308.367.719,76 (interamente versato) - Codice Fiscale, Partita I.V.A. e Registro

delle Imprese 00060550050, n. REA AT 76036, - iscritta all'Albo dei

Gruppi Bancari al n. 6085 - iscritta all'Albo delle Banche autorizzate al n. 5142,

aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi - e-mail: [email protected]

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AVVISO DI PUBBLICAZIONE

DE’ LONGHI S.P.A.

Sede sociale in Treviso, Via Lodovico Seitz, 47

Capitale Sociale Euro 224.250.000 interamente versato

Codice Fiscale e Registro Imprese di Treviso 11570840154

Partita IVA 03162730265

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RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2016

Si rende noto che, in conformità a quanto disposto dall’art. 154-ter, comma 2°, del D. Lgs. 24febbraio 1998 n. 58, la relazione inanziaria semestrale al 30 giugno 2016, approvata dal Consi-glio di Amministrazione in data 28 luglio 2016, è a disposizione degli Azionisti e del pubblicopresso la sede legale, sul sito internet della Società, all’indirizzo www.delonghigroup.com (se-zione “Investor Relations” – “Investitori” – “Risultati finanziari” – “2016”), nonché sul meccani-smo di stoccaggio autorizzato 1INFO consultabile all’indirizzo www.1info.it.

Treviso, 25 agosto 2016Per il Consiglio di Amministrazione

Il Presidente dott. Giuseppe de’ Longhi

Il nuovo ponte a Istanbul

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24 Venerdì 26 Agosto 2016 MERCATI E FINANZA

Nel secondo trimestre i paesi Ocse hanno rallentato da +0,4 a +0,3%

Pil, la crescita s’inceppaEurozona in forte calo. Accelerano Usa e Gb

È complessivamente negativa l ’analisi trimestrale dell’Ocse sulle economie dei

paesi membri, con la crescita del pil che ha rallentato allo 0,3% nel secondo trimestre. Fra gennaio e marzo, invece, la crescita si era attestata allo 0,4%. Su base tenden-ziale il pil dell’area Ocse ha decelerato per il quarto tri-mestre consecutivo all’1,6%, il livello più basso dal terzo trimestre 2013.

Spiccano le eccezioni de-gli Stati Uniti e del Regno Unito, le cui economie su base congiunturale hanno accelerato rispettivamen-te a +0,6% (da +0,4%) e a +0,3% (+0,2%). Il paese bri-tannico ha anche registrato un +2,2% su base annua: si tratta della migliore perfor-mance tra i paesi Ocse, anche se i numeri si riferiscono al trimestre immediatamente precedente la Brexit. L’eco-nomia americana si è espan-sa su base annua dell’1,2%, ma è il peggiore risultato da tre anni.

Nell’Eurozona la crescita trimestrale si è dimezzata a +0,3 dal +0,6% di genna-io-marzo. Più lieve il calo dell’Unione europea, dove il rallentamento trimestrale è stato dello 0,1 a +0,4%. Meno marcata la frenata su base annua, con la crescita eco-nomica invariata all’1,8% e quella dell’area euro in calo dello 0,1 a +1,6%.

Per quanto riguarda i sin-goli paesi, è netto il rallenta-

mento francese: Parigi, dopo il +0,7% del primo trimestre, si è fermato alla crescita zero. Su base annuale, in-vece, si è visto un lieve mi-glioramento all’1,4 dall’1,3% precedente. Male anche l’Ita-lia, a zero dal +0,3% del pri-mo trimestre. Si è invece ve-rifi cato un rallentamento su base tendenziale a +0,7% da +1%. Quanto alla Germania, è scesa dello 0,3 a +0,4% su base trimestrale e, rispetto

a dodici mesi prima, si è fer-mata a +1,7 da +1,8%.

In Asia il Giappone è ri-masto immobile nel secondo trimestre dopo il +0,5% di fi ne marzo. Su base tenden-ziale il pil di Tokyo è stato il peggiore tra i membri Ocse, registrando un +0,6% nel trimestre, ma muovendosi in rialzo dal +0,1% su base annua del periodo gennaio-marzo.

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Hp ha chiuso il terzo tri-mestre dell’esercizio fi scale al 31 ottobre con profi tti e ricavi in calo, a causa della debolezza del mercato dei pc. Il secondo produttore mondiale di pc ha comun-que mostrato segnali di successo nelle iniziative di stabilizzazione del suo bu-siness di riferimento, con la divisione personal systems capace di ottenere ricavi stabili dopo cinque trime-stri consecutivi negativi, grazie all’aumento delle vendite di computer del 4%. L’utile netto è diminu-ito dell’8% su base annua a 783 milioni di dollari (694 mln euro), con un utile per azione in discesa da 47 a 45 centesimi, mentre i ricavi totali sono calati del 4% a 11,89 mld di dollari (10,54 mld euro). Al netto delle componenti atipiche, l’uti-le per azione si è attestato a 48 centesimi, al di sopra delle stime aziendali e del consenso.

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A FINE LUGLIO

Giù utili e ricavi

di Hp

La Polonia ha annunciato di essere il primo paese europeo ad avere collocato titoli di stato sul mercato cinese, assicu-randosi nuove fonti di fi nanziamento in un momento in cui il governo prevede un rialzo del defi cit pubblico. Si tratta di obbligazioni triennali per un ammontare nominale di 3 miliardi di yuan (400 mln euro). I fondi ottenuti fi nora sono stati scambiati in euro.

Il governo di destra di Varsavia, guidato dal partito Diritto e giustizia, aveva parla-to nei giorni scorsi di un incremento delle spese di bilancio e di un defi cit in crescita

per il 2017, superiore alla soglia del 3% sul pil previsto dagli accordi europei. Sono state inoltre riviste al ribasso le previsioni di crescita per il 2016 e per il prossimo anno. Il partito aveva vinto le elezioni di ottobre 2015 sulla base di un vasto impe-gno di spesa sociale.

«L’emissione delle obbligazioni sul mer-cato cinese», ha precisato il ministero del tesoro, «aveva come obiettivo principale quello di diversifi care la base degli inve-stitori e di riunire dei fondi per fi nanziare le spese».

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La Polonia colloca bond triennali in Cina

Superborsa Ue. La Commissione europea ha fi ssato al 28 settembre il termine ultimo per la sua inda-gine preliminare sulla fusione tra i listini di Londra e Francoforte. L’autorità tedesca dei mercati fi -nanziari (Bafi n) ha già espresso la sua contrarietà all’accordo di fusio-ne nella forma attuale che prevede la sede a Londra. Il via libera degli uffi ci comunitari, per quanto sia probabile anche un’indagine appro-fondita con il relativo allungamen-to dei tempi dell’iter procedurale, è fondamentale per perfezionare un’operazione già approvata dalle autorità americane e russe.

Barclays ha impresso un’accele-razione al piano di ridimensiona-mento del proprio patrimonio ed è pronta ad annunciare nelle prossi-me settimane una serie di cessioni: in particolare, il perfezionamento della vendita del business retail ita-liano. In dicembre era stato siglato un accordo per il passaggio della rete di fi liali in Italia a CheBanca (gruppo Mediobanca). Sulla buona strada per essere ceduta è anche la divisione carte di credito Iberian e la banca è in trattative avanzate con due società per la rete di fi liali in Egitto.

Brunello Cucinelli ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 16 milioni di euro, in crescita del 3,3% su base annua. L’utile netto normalizzato è salito del 15,7% a 17,9 milioni e i ricavi sono migliorati del 9,7% a 219,8 mln. La posizione fi nanziaria netta am-montava a 61,9 milioni rispetto ai 53 mln di fi ne 2015 e ai 63,8 mln di giugno 2015.

Avio. Il lanciatore europeo Ariane 5 ha portato a termine con successo la sua 87esima missione, la quarta del 2016. Avio ricorda che, con il volo VA 232, Ariane 5 ha inseri-to correttamente in un’orbita di trasferimento geostazionaria due satelliti: Intelsat 36 e Intelsat 33e.

Luxottica, nell’ambito del pro-gramma di acquisto di azioni proprie, il 18 agosto ha acquistato sul mercato 18.056 propri titoli, pari a circa lo 0,004% del capitale sociale, per un controvalore totale di 781 mila euro.

Elica ha conseguito nel semestre ricavi pari a 215,6 milioni di euro (+6,1% su base annua), un ebitda di 16,2 mln (+20,7%), un ebit di 7,1 mln (+46,3%) e un risultato netto di 2,8 mln (+76,2%).

Tiffany ha visto nel secondo tri-mestre i ricavi scendere del 5,9% su base annua a 931,6 milioni di dollari, attestandosi al di sotto dei 934,7 milioni stimati dagli anali-sti. L’utile netto è invece leggermen-te salito a 105,7 milioni di dollari dai 104,9 mln riportati nello stesso periodo del 2015.

Codere. JPMorgan è entrata nel capitale del gruppo Codere, multinazionale del gioco, con una partecipazione del 6,077%.

Mercedes-Benz ha dato il via in Brasile a un programma di esodi volontari, con l’obiettivo di tagliare 1.400 posti di lavoro. Il piano sarà sviluppato nel complesso produt-tivo di Sao Bernardo do Campo, nello stato di San Paolo, dove la

casa tedesca impiega circa 9 mila lavoratori.

Woolworths, la maggiore catena di supermercati australiana, ha chiuso l’esercizio 2015-2016 con la perdita record di 1,23 miliardi di dollari contro l’utile di 2,15 miliar-di conseguito l’anno precedente.

Rusal, azienda russa leader nella produzione di alluminio, ha chiu-so il primo semestre con un calo dell’utile netto del 70% su base annua a 261 milioni di dollari. I ricavi sono scesi da 4,75 a 3,9 miliardi.

Iluka Resources, società mine-raria australiana, maggior pro-duttore mondiale di zirconio, ha archiviato il semestre in perdita per 20,9 milioni di dollari, contro l’utile di 20,4 milioni di un anno prima. L’acconto sul dividendo sa-rà tagliato da 6 a 3 centesimi.

Crh, società irlandese attiva nel settore dei materiali da costruzio-ne, ha registrato nel primo semestre un utile netto di 279 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 47 mln dello stesso periodo del 2015. I ricavi sono aumentati da 9,4 a 12,7 miliardi.

Sears Holdings, retailer america-no, ha chiuso il secondo trimestre in rosso per 395 milioni di dollari, contro l’utile di 208 mln di un an-no prima. I ricavi sono diminuiti dell’8,8% a 5,66 miliardi.

Svenska Handelsbanken ha ceduto a investitori istituzionali 29,4 milioni di azioni di classe A

di Ab Industrivarden, pari al 6,8% del capitale e al 10,3% dei diritti di voto, al prezzo unitario di 153,25 corone svedesi. La banca, una delle maggiori della regione scandinava, ha ceduto l’intera partecipazione del valore di 4,73 miliardi di coro-ne, generando una plusvalenza di 750 milioni.

Seadrill, società norvegese di servizi oil & gas, ha registrato nel secondo trimestre un calo dell’utile netto del 31% su base annua a 260 milioni di dollari dai 379 mln di dodici mesi prima. I ricavi hanno subìto una contrazione da 1,15 miliardi a 868 milioni.

Dalian Wanda Commercial Properties ha registrato nel pri-mo semestre una crescita dell’utile netto del 18% su base annua a 6,15 miliardi di yuan. I ricavi sono mi-gliorati del 22% a 37,64 miliardi.

Jimmy Choo ha archiviato il se-mestre con una crescita del 42,6% dell’utile operativo su base annua a 25,3 milioni di sterline. I ricavi sono saliti del 9,2% a 173,1 milio-ni. L’utile pre-tasse è invece sceso da 20,1 a 6,6 milioni, a causa dei maggiori oneri fi nanziari e delle perdite su strumenti fi nanziari.

La banca russa Sberbank, nel secondo trimestre, ha più che rad-doppiato l’utile netto su base annua (+166%) a 145,4 miliardi di rubli. «I risultati», ha detto l’ammini-stratore delegato German Gref, «mostrano alcuni segnali di stabi-lizzazione della congiuntura, con la ripresa del prezzo del petrolio e il rafforzamento del rublo».

BREVI

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25Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì MERCATI E FINANZA

Siglato l’accordo con i sindacati dopo diversi giorni di sciopero

Hyundai, c’è il contrattoPartono le trattative nella consociata Kia

Hyundai ha raggiunto un accordo prelimi-nare con i rappresen-tanti dei lavoratori per

chiudere la disputa sul rinnovo del contratto e sull’aumento dei salari. «Sia il management che i lavoratori hanno accetta-to un pacchetto salariale meno generoso, in considerazione del peggioramento delle condizio-ni operative», ha affermato un leader sindacale. L’intesa, che apre la strada a un’analo-ga iniziativa nella consociata Kia, alle prese anch’essa con le trattative dopo lo sciopero proclamato il mese scorso, è subordinata all’approvazione degli iscritti, chiamati a espri-mere il loro voto nel corso di un referendum in calendario quest’oggi. I 48 mila lavorato-ri di Hyundai iscritti al sinda-cato, su una forza lavoro com-plessiva di 67 mila dipendenti, hanno incrociato le braccia per diversi giorni a partire da metà luglio, determinando una per-dita produttiva di oltre 60 mila veicoli, per un controvalore di centinaia di milioni di dollari. Generalmente i lavoratori co-

reani accettano di sostenere turni di lavoro straordinari per annullare le perdite cau-sate dagli scioperi. Il costrut-tore guidato dall’a.d. Chung Mong-Koo, che con Kia forma il quinto gruppo automobili-stico mondiale, non è stata col-pita da scioperi solo in quattro anni negli ultimi tre decenni di storia dei sindacati. Le per-dite produttive rischiano però quest’anno di creare maggio-ri danni rispetto al passato, a causa del deterioramento delle performance commerciali pro-

vocato dal calo delle vendite in alcuni grandi mercati.

La casa coreana ha registra-to, nel periodo aprile-giugno, la decima fl essione consecuti-va dei profi tti trimestrali e ha lanciato un avvertimento re-lativo a un secondo semestre diffi cile, con problemi nel rag-giungere gli obiettivi annuali di vendita. L’accordo sotto-scritto con i sindacati prevede un aumento del salario men-sile per i lavoratori di 58 mila won (57 euro), un bonus una tantum di 3,3 milioni di won

(3.245 euro), incentivi vari per un valore pari a 3,5 volte la paga mensile e l’erogazione di dieci azioni Hyundai. Le parti non sono invece riuscite a trovare un’intesa sul piano dell’azienda che prevede di introdurre limitazioni al con-tinuo aumento dei salari, con l’obiettivo di ridurre le paghe per i dipendenti prossimi alla pensione. I dirigenti e i sinda-calisti intendono comunque portare avanti le discussioni su questo fronte.

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RISARCIMENTI

Concessionari e Vw, intesa raggiunta

Dopo il patteggiamento da quasi 15 miliardi di dollari (13,3 mld euro) siglato in giugno con il Dipartimento Usa di giusti-zia, Volkswagen ha raggiunto un accordo di principio con i suoi concessionari americani. I dettagli devono ancora esse-re finalizzati, probabilmente entro settembre, e serve il via libera di un tribunale, ma di fatto quei concessionari si pre-parano a essere ricompensati per i danni subiti a causa dello scandalo Dieselgate.

Come ha spiegato Volk-swagen Group of America, la controllata americana del co-struttore tedesco, Vw verserà denaro contante e concederà «altri benefi ci per risolvere re-clami passati, presenti e futu-ri». L’accordo sarà effettivo solo dopo l’approvazione del tribu-nale del Northern District of California.

«I nostri clienti riconoscono che la soluzione migliore non è solo quella che permette loro di recuperare le perdite subite e di continuare a dare lavoro a migliaia di americani», ha commentato Steve Berman, il legale che rappresenta i conces-sionari, «ma anche quella che traccia un percorso certo di ri-presa del marchio Volkswagen negli Stati Uniti».

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I fatti separatidalle opinioni

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 8163 del 06/04/2016

COMUNE DI VERONA

AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO

Gara n. 05/16 – Servizio postale del Comune

di Verona per la durata di tre anni, diviso in due

lotti. 1° lotto CIG 655229875B – 2° lotto CIG

6552342BA9, offerte ricevute per entrambi i

lotti n. 1. Aggiudicati definitivamente entrambi

i lotti alla ditta NEXIVE S.p.A. di Milano, in

data 18 luglio 2016.- .Importo contrattuale:

1° lotto 623.979,37 oltre I.V.A. – 2° lotto

106.967,22 oltre I.V.A. Spedizione dell’avviso:

18 agosto 2016.

Verona, 22 agosto 2016

IL DIRIGENTE DELLA DIREZIONE AFFARI GENERALI

Dott. Giuseppe Baratta

COMUNE DI UDINEAVVISO DI PROCEDURA APERTA

1) ENTE APPALTANTE: COMUNE DI UDINE – Via Lionello 1 – 33100 Udine – tel. 0432/1271111 – fax 0432/1270355.2) OGGETTO APPALTO: affidamento servizio di gestione dei servizi bibliotecari della Biblioteca Civica “V. Joppi”. Vedasi Capitolato Speciale d’Appalto (di seguito CSA); Importo complessivo a base d’appalto: € 3.450.000,00, comprensivo di oneri per la sicurezza derivanti da rischi da interferenza non soggetti a ribasso di € 3.996,00; importo a base d’appalto soggetto a ribasso: 3.446.004,00 (IVA esclusa).3) DURATA; 6 anni (cfr. art. 2 CSA). 4) TERMINE RICEZIONE OFFERTE: dovranno pervenire unitamente alla documentazione e con le modalità richieste nell’Allegato A al CSA – pena esclusione – entro le ore 12.15 del giorno 19 settembre 2016 al: COMUNE DI UDINE - VIA LIONELLO 1 – 33100 UDINE. Apertura offerte 20 settembre 2016, ore 09.30 in seduta pubblica nella sede comunale.5) CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa, salvo verifica anomalia offerte. Documenti di gara disponibili presso l’U.O. Procedure di gara (tel. 0432 1272489-480-502) e su INTERNET www.comune.udine.gov.it. DATA INVIO BANDO C.E.:09/08/2016.Il Dirigente del Servizio Integrato Musei e Biblioteche

(dott. Romano Vecchiet)

COMUNE DI QUINZANO D’OGLIOEsito di gara per project financing energia, efficientamento energetico e riqualificazione degli impianti illuminazione pubblica - CIG 6587345110 - CUP H33G14000430009Si rende noto che, con determinazione n. 64/2016 del 11/07/2016 il Comune di Quinzano d’Oglio, con sede in Via Gandini 48, Quinzano d’Oglio BS, in seguito alla gara espletata in data 8/06/2016 e 20/06/2016, ha aggiudicato la gara in oggetto alla società MIECI Spa con sede legale in Via Malipiero n° 20 – 20123 Milano. La procedura di gara si è tenuta con le modalità previste dall’art. 153, comma 16 del D. Lgs. 163/2006, l’offerta è stata valutata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui all’art. 83 del D. Lgs. 163/2006. Non sono state presentate altre offerte oltre a quella precedentemente depositata dalla MIECI Spa. Importo di aggiudicazione: € 224.964,00 all’anno, per 30 anni, iva esclusa. All’offerta è stato attribuito un punteggio di 78,50 punti. Le informazioni sulla procedura di gara, utili anche per la determinazione dei termini di presentazione di eventuali ricorsi, sono disponibili presso il Settore servizi per il territorio del Comune di Quinzano d’Oglio via Gandini, 48 – Tel 030/933232 mail: [email protected] d’Oglio 25/07/2016

Il responsabile dell’area servizi per il territorio: arch. Tognazzi Oliviero

COMUNE DI BARLETTA AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO

Bando 06/2015 – Lotto 1www.comune.barletta.ba.it/appalti.

“Gestione dell’Asilo Nido Comunale” –LOTTO 1Importo complessivo dell’appalto: € 385.673,00, al netto di I.V.A., per la durata presunta di un anno e comunque sino all’espletamento delle ore professionali minimali pari complessivamente a n. 18.415,84.Tipo di Procedura: aperta ai sensi del combinato disposto dell’art. 3 comma 37, dell’art. 55 del d.lgs. n. 163/2006 s.m.i. e dell’art. 21 comma 5 del Regolamento Regionale n. 4/2007.Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del d.lgs. 163/2006 s.m.i.DITTE PARTECIPANTI:1. LA SCINTILLA SOCIALE SOC. COOP. SOCIALE di

Genzano di Roma;2. COOP. SOCIALE SHALOM di Molfetta;3. RTI ALIANTE/SERVIZI MULTIPLI INTEGRATI/IL

SORRISO di Manfredonia;4. VILLA GAIA COOP. SOCIALE di Andria;DITTE ESCLUSE (in quanto il punteggio complessivo attribuito dalla Commissione giudicatrice alle rispettive offerte tecniche non ha raggiunto il punteggio minimo di 49 punti su 70):N. 1 – LA SCINTILLA SOCIALE SOC. COOP. SOCIALE di Genzano di Roma;N. 3 – RTI: ALIANTE/SERVIZI MULTIPLI INTEGRATI/IL SORRISO di ManfredoniaDitta aggiudicataria (LOTTO 1): COOP. SOCIALE SHALOM di Molfetta al prezzo complessivo offerto, al netto dell’I.V.A., pari ad € 382.237,26, con il punteggio di 98,83, (di cui punti 68,83 attribuiti all’offerta tecnica e punti 30,00 attribuiti all’offerta economica).Determina di aggiudicazione definitiva n. 1241 del 09.09.2015.Responsabile del procedimento: dott.ssa Anna RiccoBarletta, 2 agosto 2016

Il PRESIDENTE DI GARAdott.ssa Santa Scommegna

AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Via Isonzo 21/b, 00198 Roma, indice, ai sensi degli articoli 59 e 60 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, una procedura aperta in ambito comunitario per l’affidamento triennale del servizio di monitoraggio della qualità del servizio universale postale, per un importo complessivo presunto pari ad euro 2.495.567,55 (duemilioniquattrocentonovantacinquecinquecentosessantasette/55) I.V.A. esclusa. Nomenclatura: Categoria 27, Altri Servizi. Denominazione: Servizio di monitoraggio della qualità del servizio universale postale. CPV 71700000. Codice identificativo: CIG 6663827BFE. L’aggiudicazione avverrà ai sensi degli articoli 94 e 95 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, secondo i criteri di cui all’articolo 19 del Disciplinare di gara. La versione integrale dei documenti per la partecipazione alla presente gara è reperibile sul sito internet dell’Autorità: www.agcom.it. Le offerte, redatte in lingua italiana, dovranno essere inviate a: Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Via Isonzo 21/b, 00198 Roma, entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 16 settembre 2016. Gli interessati potranno ritirare copia degli atti di gara, anche presso il Servizio Affari generali, contratti e sistemi informativi, escluso sabato e festivi, e fino a dieci giorni prima della scadenza del termine di presentazione delle offerte. Per ulteriori informazioni inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]. Il bando di gara è stato inoltrato per la pubblicazione nel Supplemento della Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea in data 21 luglio 2016.

IL DIRETTORE Arturo Ragozini

Avvisi di Pubblicità legale su

Lombardia, Piemonte,Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8, 20122 MilanoTel. 02/58219511-516 - Fax 02/58305643

LazioVia Santa Maria in Via, 1200187 Romatel 06/69760854Fax 06/6781314

Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, PugliaVia Camillo de Nardis 11,80127 Napolitel 081/5603291fax 081/5603708

Calabria e SiciliaGds Media & Communication SrlVia Lincoln 1990133 Palermotel 091/6230511fax 091/6230524

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26 Venerdì 26 Agosto 2016 MERCATI E FINANZA

Valori al 25/08/2016

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1437,97

POLAR CAPITAL FUNDS

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 26,05 24/08/2016 GBP 22,1100 24/08/2016 USD 29,3000 24/08/2016

Healthcare Opportunities EUR 21,97 24/08/2016 GBP 18,6500 24/08/2016 USD 24,7100 24/08/2016

Polar Japan Fund USD 20,26 25/08/2016 GBP 15,3300 25/08/2016 JPY 2033,9100 25/08/2016

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

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Progress 10/08/2016 6,8660

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Global Equity 10/08/2016 5,9540

Global 100 10/08/2016 5,4590

Flex Equity 100 10/08/2016 11,315

Opportunità Reddito 10/08/2016 4,963

Opportunità Reddito Plus 10/08/2016 4,695

Opportunità Crescita 10/08/2016 4,970

Opportunità Crescita Plus 10/08/2016 4,698

Consultinvest Crescita 10/08/2016 5,050

Privilege 10/08/2016 5,063

Eurovita Dynamic Allocation 10/08/2016 5,179

Eurovita Conservative Allocation 10/08/2016 5,190

Low Volatility Plus 10/08/2016 5,039

Platinum 1 10/08/2016 5,163

Syncro Bilanciato 10/08/2016 5,049

Syncro Flessibile 10/08/2016 5,031

CNP Alpenbank Aggressive 102,56 22/08/2016

CNP Alpenbank Balanced 96,89 22/08/2016

CNP Alpenbank Balanced 2 102,31 22/08/2016

CNP Alpenbank Dynamic 124,99 22/08/2016

CNP Alpenbank Substance 109,25 22/08/2016

CNP CIIS Aggressivo 94,10 22/08/2016

CNP CIIS Dinamico 95,65 22/08/2016

CNP CIIS Equilibrato 96,43 22/08/2016

CNP CIIS Moderato 98,92 22/08/2016

CNP CIIS Prudente 100,69 22/08/2016

CNP CIIS Total Return 98,99 22/08/2016

CNP CIIS Essential 79,65 22/08/2016

CNP CIIS Advanced 82,87 22/08/2016

CNP Crescita 93,47 22/08/2016

CNP Dynamic Structured Opp 100,00 20/01/2016

CNP Equilibrato 96,54 22/08/2016

CNP Fondo Interno Certius IV 82,50 22/08/2016

CNP Fondo Interno Certius V 60,77 22/08/2016

CNP Linea Aggressiva -

CNP Linea Conservativa 96,49 22/08/2016

CNP Dinamico 95,24 22/08/2016

CNP Moderato 99,14 22/08/2016

CNP Protezione 98,94 22/08/2016

CNP Prudente 100,69 22/08/2016

CNP Reddito 99,80 22/08/2016

CNP Sviluppo 95,82 22/08/2016

CNP WB Alternative 99,77 30/04/2016

Dynamic Recovery 98,9579 22/08/2016

Linea Prudente 100,12 22/08/2016

Linea Bilanciata -

Linea Flessibile -

Linea Total Return 100,43 22/08/2016

NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA

FONDI PENSIONE APERTI Valori in Euro

Valori al 31/07/2016

PREVISUISSE-Crescita-MAIN 15,80PREVISUISSE-Dinamica-MAIN 14,50PREVISUISSE-Garanzia-MAIN 16,63

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,276

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,187

Alico Gest.Bilanc.Glob 24/08/16 1,371

Alico Gest.Azion.Glob 24/08/16 1,388

Alico Gest.Bilanc.Eur 24/08/16 1,379

Alico Gest.Azion. Eur 24/08/16 1,333

Alico Aper.Indiciz.Eur 24/08/16 0,984

Alico Aper.Indiciz.Usa 24/08/16 1,816

Alico Aper.Indiciz.Glo 24/08/16 1,395

Alico Aper.Indiciz.Ita 24/08/16 0,699

Alico Liquidita’ 24/08/16 1,048

Alico R. Prudente 24/08/16 1,207

Alico R. Crescita 24/08/16 1,101

Alico R. Multi Comm. 24/08/16 0,404

Alico Multi Comm. 24/08/16 0,427

Alico Sec. Acc. 2017 24/08/16 1,096

Alico Long Investment 24/08/16 0,830

Alico Agriculture 24/08/16 0,404

Alico Metals 24/08/16 0,438

07/07/16

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,083

UNIT LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

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Helvetia Vita S.p.A. Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 -Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: [email protected] - www.helvetia.it - CapitaleSociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I.03215010962 - R.E.A. n. 1882793 - Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - IscrizioneAlbo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 - Società soggetta alla Direzione ed alCoordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, RappresentanzaGenerale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass.sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)

INDEX LINKED

CANALE AGENTI E BROKER

BANCASSICURAZIONE

UNIDESIO 760071 12,175 19/08/2016

UNIDESIO 760072 12,481 19/08/2016

UNIDESIO 760073 12,494 19/08/2016

UNIDESIO 760075 13,193 19/08/2016

UNIDESIO 760078 11,6190 19/08/2016

UNIDESIO 760080 11,9080 19/08/2016

UNIDESIO 760082 11,4920 19/08/2016

UNIDESIO 760085 10,832 19/08/2016

UNIDESIO 760088 12,2700 19/08/2016

UNIDESIO 760091 12,4750 19/08/2016

UNIDESIO 760095 10,586 19/08/2016

UNIDESIO 760096 11,1070 22/04/2016

UNIDESIO 760098 12,507 19/08/2016

UNIDESIO 760099 11,726 19/08/2016

UNIDESIO 760102 11,373 19/08/2016

UNIDESIO 760104 11,0800 19/08/2016

UNIDESIO 760105 10,6440 19/08/2016

UNIDESIO 760106 11,9300 19/08/2016

UNIDESIO 760109 11,5590 19/08/2016

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,790 19/08/2016

AZZOAGLIO DINAMICO 5,825 19/08/2016

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,989 19/08/2016

UNIDESIO PRUDENTE 11,878 19/08/2016

UNIDESIO MODERATO 12,276 19/08/2016

UNIDESIO ATTIVO 12,766 19/08/2016

UNIDESIO VIVACE 12,805 19/08/2016

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,726 19/08/2016

AZIONARIO EURO 8,917 19/08/2016

AZIONARIO GLOBALE 12,539 19/08/2016

BILANCIATO 12,263 19/08/2016

CONSERVATIVE 10,454 19/08/2016

BOND MIX 10,876 19/08/2016

BALANCED 12,079 19/08/2016

GLOBAL EQUITY 14,804 19/08/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,300 19/08/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,210 19/08/2016

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,588 19/08/2016

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 15,650 19/08/2016

OBBIETTIVO 03/2021 9,794 19/08/2016

OBBIETTIVO 05/2021 10,368 19/08/2016

HIGH DIVIDEND 9,139 19/08/2016

MEGATREND 8,438 19/08/2016

PREVIMISURATO 13,880 18/08/2016

PREVIBRIOSO 13,953 18/08/2016

PREVIDINAMICO 14,365 18/08/2016

LINEA 1 12,216 31/07/2016

LINEA 1 - FASCIA A 12,683 31/07/2016

LINEA 1 - FASCIA B 12,427 31/07/2016

LINEA 2 13,662 31/07/2016

LINEA 2 - FASCIA A 13,983 31/07/2016

LINEA 2 - FASCIA B 14,133 31/07/2016

LINEA 3 13,583 31/07/2016

LINEA 3 - FASCIA A 13,822 31/07/2016

LINEA 3 - FASCIA B 14,947 31/07/2016

UNIDESIO 760125 12,159 19/08/2016

UNIDESIO 760129 12,267 19/08/2016

UNIDESIO 760130 10,8640 19/08/2016

UNIDESIO 760139 11,981 19/08/2016

UNIDESIO 760140 12,0880 19/08/2016

UNIDESIO 760147 12,0820 19/08/2016

UNIDESIO 760149 11,9840 19/08/2016

UNIDESIO 760150 12,070 19/08/2016

UNIDESIO 760156 10,199 19/08/2016

UNIDESIO 760157 12,7080 19/08/2016

UNIDESIO 760159 11,9700 19/08/2016

UNIDESIO 760160 11,597 04/03/2016

UNIDESIO 760163 9,9820 29/07/2016

UNIDESIO 760169 13,401 19/08/2016

UNIDESIO 760170 12,434 19/08/2016

UNIDESIO 760174 12,3820 19/08/2016

UNIDESIO 760179 11,766 19/08/2016

UNIDESIO 760180 11,9140 19/08/2016

UNIDESIO 760183 11,578 19/08/2016

UNIDESIO 760185 11,5500 19/08/2016

UNIDESIO 760186 11,4960 19/08/2016

UNIDESIO 760187 12,0350 19/08/2016

UNIDESIO 760189 12,1050 19/08/2016

UNIDESIO 760191 10,478 19/08/2016

UNIDESIO 760192 11,9620 19/08/2016

UNIDESIO 760193 12,2650 19/08/2016

UNIDESIO 760201 11,613 19/08/2016

UNIDESIO 760202 12,334 19/08/2016

UNIDESIO 760203 13,3570 19/08/2016

UNIDESIO 760205 10,7190 19/08/2016

UNIDESIO 760206 10,9400 19/08/2016

UNIDESIO 760210 12,542 19/08/2016

UNIDESIO 760216 11,188 19/08/2016

UNIDESIO 760229 11,426 19/08/2016

UNIDESIO 760234 10,165 19/08/2016

UNIDESIO 760235 10,148 19/08/2016

UNIDESIO 760243 9,976 19/08/2016

DUAL INDEX - 2012 101,733 24/08/2016

DUAL INDEX - 2013 101,142 24/08/2016

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 105,672 24/08/2016

INDEX EuroCrescita 2014 99,874 24/08/2016

INDEX TOP DIVIDEND 2013 107,435 24/08/2016

EUROSTOXX 50 - 2012 114,558 27/07/2016

HELVETIA EUROCRESCITA 95,771 24/08/2016

LINEA GARANTITA 12,481 31/07/2016

LINEA BILANCIATO 13,904 31/07/2016

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,542 31/07/2016

LINEA AZIONARIO 10,197 31/07/2016

HELVETIA WORLD EQUITY 159,910 23/08/2016

HELVETIA EUROPE BALANCED 219,770 23/08/2016

HELVETIA WORLD BOND 250,400 23/08/2016

HELVETIA GLOBAL BALANCED 176,240 23/08/2016

HELVETIA GLOBAL EQUITY 130,450 23/08/2016

FONDO CONSERVATIVO 10,004 19/08/2016

FONDO SVILUPPO 9,915 19/08/2016

FONDO OPPORTUNITA 9,928 19/08/2016

PICK 25 10,063 19/08/2016

UNIBOND 9,949 19/08/2016

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,530 23/08/2016

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,270 23/08/2016

HELVETIA QUATTRO.10 101,157 24/08/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 107,379 24/08/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 98,161 24/08/2016

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27Venerdì 26 Agosto 2016

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Diritto& Fisco

Il consiglio dei ministri ha approvato lo schema di dlgs attuativo della riforma Madia

Dirigenza pubblica a tempoIncarichi di 4 anni (+2). A casa chi sta fermo un anno

DI LUIGI OLIVERI

Gli incarichi dirigen-ziali nella p.a. dure-ranno quattro anni e saranno prorogabili

solo una volta, per altri due anni. Ogni volta che scade un incarico, i dirigenti subiranno la messa in disponibilità, fi no al conferimento di un nuovo incarico. I dirigenti potranno restare in disponibilità nei ruoli solo per un anno, decorso il quale senza ottenere nuovi incarichi saranno licenziati. In alternativa potranno rimane-re ma accettando un deman-sionamento a funzionari. Lo prevede il decreto legislativo attuativo del riordino della dirigenza pubblica approvato ieri in prima lettura in at-tuazione della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Riforma Madia), dal consiglio dei ministri.

Accesso alla dirigenza. I canali saranno due: il corso-concorso e il concorso. Col primo, però, i vincitori non sa-ranno assunti come dirigenti, bensì come funzionari in prova per tre anni. Non risulta chiaro il meccanismo di assegnazione. Si intuisce che i funzionari sa-ranno assegnati agli enti che hanno chiesto l’assunzione dei dirigenti: il che lascia perdura-re per tre anni, però, la caren-za della fi gura dirigenziale. Al termine dei tre anni di prova, l’amministrazione cui è stato assegnato l’aspirante dirigen-te se formula una valutazio-ne positiva potrà assumerlo come dirigente e assegnargli l’incarico direttamente, senza le procedure selettive previ-ste. Chi non supera la prova potrà rimanere un altro anno in servizio ed ottenere una nuova valutazione. I vincitori del concorso, invece, saranno assunti direttamente come dirigenti, ma con contratto a termine di quattro anni al massimo. Potranno essere confermati se supereranno, a conclusione del lavoro a termi-ne un esame di conferma. In caso contrario, manterranno l’incarico dirigenziale fi no al successivo esame di confer-ma, non superato il quale de-cadono da dirigenti. La bozza impone alle amministrazioni di provenienza di riassumerli come funzionari.

Incarichi: dirigenti ge-nerali dello Stato. Niente procedura comparativa con avviso pubblico, nelle ammi-

nistrazioni statali, per gli in-carichi di segretario generale della presidenza del consiglio dei ministri e dei ministeri, per quelli di direzione di strut-ture articolate al loro interno in uffi ci dirigenziali generali, per quelli di livello equivalen-te, e quelli conferiti presso gli uffi ci di diretta collaborazio-ne dei ministri. In ogni caso, nelle amministrazioni statali quando partiranno le procedu-re comparative per l’assegna-zione degli incarichi avranno diritto di preferenza per gli

incarichi dirigenziali generali i dirigenti di prima fascia in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto presso l’amministrazione che conferisce l’incarico, fino ad esaurimento.

Incarichi: conferimento e durata. Gli incarichi sa-ranno conferiti a seguito di procedure comparative, svol-te da Commissioni composte da nove membri, ciascuna per ciascun ruolo unico (Stato, re-gioni ed enti locali), anche se la scelta fi nale sarà degli organi di governo. Inizialmente, gli incarichi dureranno quattro anni e sono prorogabili solo una volta, in caso di valuta-zione positiva, per altri due anni. Per evitare un tourbil-lon di dirigenti, sarà possibile prevedere negli avvisi pubblici che attivano le procedure com-parative un periodo minimo di permanenza nell’incarico, non superiore a tre anni, durante il quale l’assunzione di un suc-cessivo incarico da parte di di-rigente che partecipi a succes-sivi avvisi sarà subordinata al consenso dell’amministrazione che ha conferito il precedente incarico. Sarà possibile proro-gare l’incarico per il periodo strettamente necessario al completamento delle proce-

dure per il conferimento del nuovo incarico, comunque non superiore a novanta giorni. I dirigenti risulteranno assunti dalle amministrazioni che at-tribuiscono loro gli incarichi. Ogni volta che acquisiranno un incarico presso un’ammi-nistrazione differente vi sarà la cessione del contratto di lavoro.

Scadenza. Ogni volta che scada un incarico, i dirigenti subiranno necessariamente la messa in disponibilità nei ruoli, fi no al conferimento di un nuovo incarico dirigenzia-le. I dirigenti privi di incarico hanno l’obbligo di partecipare nel corso di ciascun anno ad almeno cinque procedure com-parative di avviso pubblico, per le quali abbiano i requisiti. La collocazione in disponibilità costerà cara all’ultima ammi-nistrazione presso la quale i di-rigenti hanno lavorato: infatti, questa dovrà assicurare per il primo anno il trattamento economico fondamentale (sen-za retribuzione di posizione e risultato). Per ciascuno dei tre anni successivi, le parti fi sse o i valori minimi di retribuzione di posizione eventualmente riconosciuti nell’ambito del trattamento fondamentale sono progressivamente ridotti di un terzo del loro ammonta-re. Il testo della bozza non pre-vede più il licenziamento come conseguenza della permanen-za in disponibilità e, anzi, prevede che l’anzianità nella condizione di disponibilità sia titolo preferenziale nelle proce-dure. I dirigenti, comunque, in qualsiasi momento potranno scegliere di demansionarsi a funzionari.

Valutazione negativa. La bozza mira ad un sistema uni-co di valutazione, che ampia di molto le ipotesi di responsabi-lità cui collegare la decadenza anticipata dell’incarico per va-lutazione negativa. In questi casi, i dirigenti, ferma rima-nendo la possibilità di deman-sionamento, potranno restare in disponibilità nei ruoli solo per un anno, decorso il quale senza ottenere nuovi incarichi saranno licenziati.

© Riproduzione riservata

Ferve l’impegno delle casse previdenziali per garantire supporto agli iscritti delle province di Lazio, Umbria e Marche interessate dal terremoto. E, come avvenuto nel-le ore successive alle scosse (si veda ItaliaOggi di ieri), proseguono gli annunci di stanziamenti «ad hoc» e di ini-ziative di solidarietà che travalicano il perimetro delle categorie professionali. È, ad esempio, duplice il percorso dei biologi: se l’Ente ha stanzia-to, ha fatto sapere la presidente Tiziana Stallone, «un contributo in favore di coloro che abbiano subito danni allo studio, a cau-sa del sisma» (dettagli su www.enpab.it), sui social network gli iscritti hanno attivato spontane-amente donazioni e raccolte fondi anche a benefi cio delle popolazio-ni sfollate. Gli iscritti all’Enpapi (infermieri) residenti nelle aree devastate, «nonché i professio-nisti iscritti che prestino attività di volontariato» con il Cives (Co-ordinamento infermieri volontari emergenza sanitaria) possono richiedere «entro il 30 settembre l’erogazione,

nei limiti dei fondi disponibili, di sussidi, in casi di eventi straordinari originati da calamità naturali»; sus-sidi straordinari e sospensione delle scadenze per il versamento dei con-tributi (fi no al 31 dicembre) anche dalla Cassa dei ragionieri, ha detto il presidente Luigi Pagliuca.«Pronta» a predisporre «misure a sostegno dei professionisti iscritti e delle loro famiglie» funestate dagli eventi sismici la Cassa dei dottori commercialisti, il cui numero uno Renzo Guffanti ha ricordato che il Regolamento dell’Ente stabilisce la

possibilità di intervenire (con delibera del Consiglio di am-ministrazione) in favore degli iscritti che possano trovarsi a fronteggiare gli effetti di calamità naturali. Congelamen-to delle scadenze in vista ed attivazione di un fondo «ad hoc» per le calamità naturali da parte della Cassa forense: il vertice Nunzio Luciano ha parlato di una «mobilitazione immediata». In campo anche l’Enpacl guidata da Alessan-dro Visparelli, che ha fatto sapere come «tutti gli iscritti, i pensionati iscritti, il coniuge e i familiari titolari di pensio-ne di reversibilità e indiretta, che siano venuti o vengano a trovarsi in condizioni di bisogno, potranno ottenere l’erogazione di una prov-videnza straordinaria nella misura massima di euro 20 mila, maggiora-bile in funzione del proprio nucleo familiare».Infi ne, i tributaristi dell’Ancot han-no avviato una raccolta fondi per i colleghi, e la presidente dell’Oua (avvocati) Mirella Casiello ha ri-volto un appello al ministro della giustizia Andrea Orlando, affi nché si sospendano con urgenza per i residenti in queste zone, interessati da procedimenti giudiziari, i termini proces-suali e di prescrizione.

Simona D’Alessio

Terremoto e professionisti, casse previdenziali in aiuto

Marianna Madia

Nunzio Luciano

Luigi Pagliuca

Renzo GuffantiLa bozza di decreto sul sito www.italiaoggi.it/documenti

098105098108105111103114

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28 Venerdì 26 Agosto 2016 D I R I T T O E F I S C O

Va in Gazzetta la riforma della contabilità. E la sessione di bilancio cambia pelle

In soffitta la legge di stabilitàStop ad aumenti fi scali automatici dopo scostamenti

Addio alla legge di sta-bilità e alle clausole di salvaguardia. L’at-tuale manovra, così

come concepita finora, con-fl uirà in un’apposita sezione della legge di bilancio dove troveranno posto le misure individuate dal governo per re-alizzare gli obiettivi di fi nanza pubblica indicati nel Documen-to di economia e fi nanza e nel-la Nota di aggiornamento del Def. Dove entreranno per la prima volta anche i parametri di qualità della vita dell’Istat. Ogni hanno il Mef relazionerà al parlamento su come la legge di bilancio ha impattato sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) e in questo modo si potrà capire se i soldi stanziati dall’esecutivo sono stati spesi bene e in modo ef-fi cace. Non vi saranno più au-menti automatici delle tasse in presenza di scostamenti dallo stato di previsione dei singoli dicasteri. Le clausole di salva-guardia, vera spada di Damo-cle di tutte le leggi di bilancio degli ultimi anni, saranno un ricordo da consegnare al passa-

to. Qualora l’andamento della spesa pubblica non sia in linea con le previsioni, non scatterà nessuna misura di compensa-zione, ma i provvedimenti di riduzione degli stanziamenti verranno disposti con decreto del Mef o con dpcm, previa deli-bera del consiglio dei ministri. I correttivi da apportare sul bilancio triennale saranno in-vece contenuti nella successiva manovra. Sono i capisaldi della riforma della contabilità dello stato approdata sulla Gazzetta Uffi ciale n. 198 di ieri (legge 4 agosto 2016, n. 163 «Modifi che alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenu-to della legge di bilancio, in attuazione dell’articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243»), in vigore dal 9 set-tembre prossimo (si veda da ultimo ItaliaOggi del 28 e 29 luglio scorso).

La riforma ha tagliato il traguardo in tempi record, essendo stata presentata dal presidente della commissione bilancio della camera, France-sco Boccia il 12 maggio. Sarà quindi operativa dalla prossi-

ma sessione di bilancio che si aprirà in autunno e sarà scan-dita da un cronoprogramma rinnovato rispetto all’attuale. La nuova data da segnare sul calendario sarà il 20 ottobre. Il ddl di bilancio dovrà essere presentato alle camere entro tale data (non più entro il 15 ottobre), mentre la Nota di aggiornamento del Def dovrà essere presentata in parla-mento entro il 27 settembre

e non, come oggi, entro il 20.

Come detto, in un apposito alle-gato al Def, pre-disposto dal mini-stro dell’economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall’Istat, saranno riporta-ti l’andamento, nell’ultimo trien-nio, degli indica-tori di benessere equo e sostenibile (Bes) selezionati e definiti da un comitato ad hoc istituito presso

l’Istat, nonché le previsioni sull’evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previ-ste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica. Il Comitato dovrà essere istitu-ito entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge. Sarà pre-sieduto dal ministro dell’econo-mia e ne faranno parte il presi-dente dell’Istat e il governatore della Banca d’Italia, o loro rap-

presentanti delegati, nonché due esperti della materia di comprovata esperienza scien-tifi ca provenienti da università ed enti di ricerca. Ogni anno il ministro dell’economia dovrà relazionare alle camere entro il 15 febbraio su come la legge di bilancio per il triennio in corso ha impattato sugli indicatori di qualità della vita. L’altra grande novità della riforma è costituita dalla messa al bando delle norme microsettoriali e localistiche. Niente più assalti alla diligenza da parte di depu-tati e senatori per racimolare questo o quello stanziamento a favore del proprio collegio. Tra le novità dell’ultim’ora anche il divieto di utilizzare le risor-se dell’8 e del 5 per mille per la copertura fi nanziaria delle leggi che comportino nuovi o maggiori oneri ovvero minori entrate.

© Riproduzione riservata

DI GIOVANNI GALLI

Il consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza per le aree colpite dal sisma, sbloc-

cando i primi 50 milioni del fondo per le emergenze. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del Cdm, a Palazzo Chigi. A seguito della delibe-ra, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan potrà va-rare il blocco delle tasse per quelle zone: «Si appresta a firmare» il decreto ministe-riale, ha spiegato Renzi. Si tratta di «misure iniziali, che sono il primo segno d’attenzio-ne», ha aggiunto il premier. L’esecutivo ha anche dato via libera, oltre al decreto sul riordino della dirigenza pubblica (si vedano articoli alle pag. 27 e 34) al decre-to legislativo di riordino delle funzioni e del fi nan-ziamento delle camere di commercio, che prevede un piano di razionalizzazio-ne, in un’ottica

di effi cientamento, di effi cacia e di riforma della governance degli enti che saranno ridotti dagli attuali 105 a non più di 60 (almeno una camera di commercio per regione; ac-corpamento delle camere di commercio con meno di 75 mila imprese iscritte, si veda quanto anticipato su Italia-Oggi del 24 agosto scorso). Il consiglio dei ministri ha dato infi ne semaforo verde, sempre in via preliminare, ad altri due provvedimenti sempre attua-tivi della riforma Madia della p.a.: il decreto sulla disciplina del Comitato italiano paralim-pico e il decreto di semplifi ca-zione delle attività degli enti

pubblici di ricerca.

Ok dal Cdm anche a riforma Cciaa

Sisma, 50 mln e stop alle tasse

«Tutti gli incassi dei musei statali della prossima domenica 28 agosto saranno destinati ai territori terremotati». Lo di-chiara il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschi-ni invitando tutti gli italiani ad “andare nei musei in segno di solidarietà con le popolazione coinvolte dal sisma della scorsa notte”. Grazie a questa prima misura straordinaria - che si aggiunge a quelle già ordinariamente previste e alle ulteriori misure che il governo adot-terà - il Mibact destinerà gli incassi dei musei e delle aree archeologiche statali di domenica 28 agosto a interventi sul patrimonio culturale danneggiato dal sisma.

La Cna si è attivata per organizzare immediate azioni di solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto. Le imprese associate invieranno, in tempi strettissimi, generi alimentari a lunga conservazione, prodotti per l’ igiene, carta per gli usi domestici (come piatti, bicchieri, fazzoletti, tovaglioli, tovaglie) pannolini e materiali per bambini, cibo per animali, vestiario, coperte, e acqua minerale. Le indicazioni sui beni da in-viare nelle zone colpite sono state fornite dalle Cna di Rieti e di Ascoli Piceno, e sono aggiornate costantemente in colle-gamento stretto con la Protezione civile.

“Quel che certamente non serve, e che, anzi, porta danni, è ipotizzare obblighi generalizzati di intervento o di redazione di improbabili certificati ovvero riesumare proposte bocciate dalla storia: come quella di un obbligo assicu-rativo, contrastata anche dall’Antitrust, o quella del fascicolo del fabbricato, libretto cartaceo dichiarato illegittimo dai giudici di ogni ordine e grado e av-versato anche dal Governo Renzi, che ha tempo fa impugnato una legge regionale

in tal senso, poi ritirata dalla Regione che l’aveva varata”. Questa la posizione espressa da Confedilizia in merito alle ipotesi di intervento succedutesi nelle prime ore seguite al sisma che ha colpito il Centro Italia.

Aperto un bando Ue per la prestazione di servizi di pediatria presso i centri per l’infanzia gestiti dalla Commissione euro-pea a Bruxelles. La scadenza per presentare la propria domanda è fi ssata al 12 settem-bre alle ore 17:30. Il bando ha una durata di massimo 11 mesi non rinnovabili e prevede un fi nanziamento di un milione di euro (Iva esclusa). La prestazione del servizio è riservata ad una particolare professione medica e previo titolo di diploma di medi-cina generale e della specializzazione in pediatria - qualora la procedura ammini-strativa di rilascio del diploma sia in corso, presentazione del certifi cato di ottenimento della specializzazione in pediatria rilascia-to dall’università. La propria domanda può essere inoltrata in tutte le lingue uffi ciali dell’Ue. Per maggiori informazioni è pos-sibile mandare una mail all’indirizzo di posta elettronica [email protected].

E’ tempo di immatricolazioni all’Uni-versità di Trieste e l’Agenzia delle entrate è pronta a riaprire presso il campus uni-versitario giuliano uno sportello ad hoc per i codici fiscali agli studenti stranieri, la registrazione dei contratti di affitto e il rilascio del codice Pin per l’accesso a Fisconline. L’attività di assistenza si svolgerà presso la Segreteria degli studenti dell’Università dal 25 agosto al 5 ottobre e presso la sede dell’Ardiss (Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori), dall’11 al 19 ottobre, con un funzionario dell’Agenzia delle entrate pronto a fornire informazioni e servizi a tutti gli interessati.

BREVI

La legge sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Francesco Boccia

Pier Carlo Padoan

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29Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 2I M P O S T E E TA S S E

Sentenza della Ctr di Venezia sulle conseguenze in caso di ritardo del contribuente

Il questionario, l’arma del FiscoNon rispondere rende impossibile allegare i documenti

DI GIUSEPPE D’AMICO

La mancata risposta al questionario fiscale inviato dall’Ammini-strazione finanziaria

preclude al contribuente la possibilità di allegare in seguito i dati e i documen-ti non forniti in sede preconten-ziosa. Questa è la conclusione della Commissione tri-butaria regionale di Venezia (sen-tenza 789 del 16 giugno 2016) per non aver il contri-buente prodotto, entro il termine assegnato, la documentazione richiesta dall’Amministrazione finan-ziaria che ha espressamente indicato le conseguenze colle-gate a tale inadempimento.

La sentenza n. 789 del 16 giugno 2016

L’art. 32 del dpr 600 del 1973 statuisce che: «Le noti-zie e i dati non addotti e gli atti, i documenti, i libri ed i registri non esibiti o non tra-

smessi in risposta agli inviti dell’uffi cio non possono essere presi in considerazione a fa-vore del contribuente, ai fi ni dell’accertamento in sede am-ministrativa e contenziosa. Di ciò l’uffi cio deve informare il contribuente contestualmen-te alla richiesta. Le cause di

inutilizzabilità non operano nei confronti del con-tribuente che de-positi in allegato all’atto introdut-tivo del giudizio di primo grado in sede contenziosa le notizie, i dati, i documenti, i

libri e i registri, dichiarando comunque contestualmente di non aver potuto adempiere alle richieste degli uffi ci per causa a lui non imputabile».

La norma stabilisce che il contribuente non possa uti-lizzare nella successiva fase amministrativa (ad esempio, nell’accertamento con adesio-ne) o in quella contenziosa la documentazione non trasmes-sa all’Amministrazione fi nan-

ziaria; salvo la presenza di una causa di forza maggiore non imputabile. I questionari sono un mezzo di controllo a disposizione dell’Ammini-strazione fi nanziaria per evi-tare che vengano emessi atti di accertamento illegittimi o infondati per mancanza di informazioni, a disposizione dei contribuenti. In tale contesto, in virtù delle pre-visioni dell’art. 32, non si applica l’art. 58 del dlgs 546 del 1992 che consente la pro-duzione di nuovi documenti in appello. La Ctr, richiamati i principi della Corte di cassazione nelle sen-tenze 453/2013 e 10489/2014, conferma l’orientamento pre-valente che sanziona il com-portamento omissivo del con-tribuente con la preclusione amministrativa e processuale di allegare dati e documenti non forniti in sede precon-tenziosa. La consegna della documentazione garantisce

un dialogo preventivo con il Fisco al fi ne di favorire, da subito, la definizione delle problematiche fi scali.

Valutazioni operativeIl tema dell’inutilizzabilità

dei documenti è stato a lungo dibattuto, con decisioni spesso contrastanti tra di loro; basti

pensare ad esem-pio che la Corte di Cassazione con la sentenza 8299/2014 ha superato il con-tenuto dell’art. 32 per non aver l ’Amministra-zione fi nanziaria dimostrato che

la documentazione prodotta in giudizio dal contribuente non fosse ad essa nota. L’art. 32 deve essere applicato, te-nendo conto del diritto di dife-sa e di capacità contributiva, in quanto: «Si tratta di una disposizione che in qualche misura deroga ai principi di cui agli artt. 24 e 53 Cost., e dunque deve essere applicata in modo da non comprimere il diritto alla difesa e di non

obbligare il contribuente a pagamenti non dovuti. … Il fatto che la documentazione non sia stata esibita in sede amministrativa, può giusti-fi care la condotta della Am-ministrazione che proceda ad accertamento, ma non determina la impossibilità di produrre tale documen-tazione in sede contenziosa; posto che tale signifi cativa sanzione scatta solo ove la Amministrazione, invece di esercitare i propri poteri di indagine ed accertamento bancario, inviti il contribuen-te ad esibire la specifi ca do-cumentazione relativa a tali rapporti» (Cass. civ., ordinan-za 11765/2014). Le carenze istruttorie dell’Amministra-zione fi nanziaria non possono essere colmate con l’utilizzo pretestuoso della preclusioni probatorie dell’art. 32.

© Riproduzione riservata

Non sono contestabili le operazioni inesistenti se sono state messe nero su bianco attraverso dei contratti. Dunque, l’insolvenza del contribuente non deve ri-levare per il fi sco, Anche in tali casi si ha diritto al rimborso dal Fisco. La Corte di cassazione, con l’or-dinanza n. 17188 del 18 agosto 2016, ha sancito che non può essere rifi utato il rimborso al contribuente fallito, cui rimane, invece, la capacità processuale al-meno fi no a quando non viene contestata dal curatore fallimentare. L’Agenzia delle entrate ha esposto nel ricorso innanzi la Cassazione tre motivi, tutti respin-ti. Tra di essi quello dell’avvenuta contestazione di operazioni inesistenti in capo al contribuente, rive-latasi infondata dato che antecedentemente all’emis-sione delle fatture, le operazioni svolte erano state documentate con contratti alla mano. Dunque, il fatto che il fallito possa avere perso la capacità processua-le non può essere contestabile da fi sco, ma solo dal curatore fallimentare. Per la verità, la Corte rivela che l’Amministrazione fi nanziaria potrebbe conte-stare d’uffi cio la perdita della capacità processuale del contribuente fallito (in sede di ricorso contro un diniego di rimborso) ma solo se effettivamente si sia dimostrata interessata al «rapporto in causa». Solo in tale caso il fi sco assume «il difetto di legittimazione processuale del fallito». In genere, in caso di inerzia della curatela, la perdita della capacità processuale che scaturisce dalla dichiarazione di fallimento, può essere eccepita soltanto dal curatore, nell’interesse della massa dei creditori. In tale contesto, il giudice di legittimità ha avallato la tesi della Ctr che si è uniformato a tali principi giurisprudenziali. Peraltro, l’Agenzia delle entrate non è riuscita a dimostrare, nel gravame in Cassazione, che la mancata impugnazione della curatela non era stata dettata da una scelta di convenienza, ma dall’impossibilità di promuovere un giudizio in assenza di documentazione a proprio sostegno. Proprio questo ha fatto rilevare il difetto di capacità processuale della società fallita da parte di altro soggetto che non sia il curatore, unico legitti-mato a censurare il contribuente fallito e non quindi l’Agenzia delle entrate.

Vincenzo D’Andò© Riproduzione riservata

Incontestabili col contratto le operazioni inesistenti

Chi svolge attività ricettiva e fornisce agli ospiti servizi similari a quelli degli alberghi deve pagare la tassa rifiuti con tariffe ele-vate, maggiori rispetto a quelle previste per le abitazioni civili. La Corte di cassazione, con la sentenza 16176 del 3 agosto 2016, è tornata sulla tassazione delle strutture turistico-ricettive calcando ulteriormente la mano rispetto a quanto già sostenuto lo scorso anno per i b&b, affermando che a un residence che fornisce servizi particolari agli inquilini vanno applicate tariffe più alte delle abitazioni. Ha ritenuto, infatti, legittima la scelta del comune di assoggettare alla tassa rifiuti come alberghi gli immobili locati da una società che fornisce agli ospiti una lava-biancheria a gettone o altri servizi produttivi di rifiuti come un’attività alberghiera, per la quale sono previste dal regolamento dell’en-te tariffe più salate rispetto alle abitazioni. Dai servizi offerti alla clientela emerge che la società svolge un’attività turistico-ricettiva e non di locazione di immobili. E quello che conta ai fini fiscali è la potenziale produzione di rifiuti riferita all’attività in concreto eser-citata dai contribuenti.Per i giudici di legittimità la società gestisce alcuni appartamenti «fornendo servizi agli ospiti del residence, quali una lavabiancheria a gettone e altri genericamente considerati come produttivi di rifiuti in misura similare a una tipica attività alberghiera». Quindi, non si limita «a svolgere un’attività di mera locazione di semplici unità abitative». La posizione espressa dalla Cassazione con la pronuncia in esame è ancora più rigida rispetto a quanto sostenuto nel 2015 con la sentenza 16972, secondo cui va differenziata la tariffa per l’attività di b&b svolta in una ci-vile abitazione, rispetto alla tariffa abitativa ordinaria. Ha precisato che i b&b non sono assimilabili agli alberghi, atteso che svolgono attività ricettiva in maniera occasionale e in forma non imprenditoriale. Tuttavia, secon-

do la Cassazione, i bed & breakfast produco-no più rifiuti rispetto alle abitazioni, anche se in misura minore rispetto agli alberghi. Pertanto, i comuni devono fissare una tariffa ad hoc per il pagamento della tassa rifiuti, prevedendo una sottocategoria con l’appli-cazione di coefficienti di quantità e qualità intermedi, considerato che si tratta di un’at-tività promiscua destinata ad abitazione e a ricezione. In mancanza di un’apposita tariffa deliberata dal comune, va applicata la tariffa dell’utenza domestica. La regola vale per Tar-su, Tares e Tari. L’attività di bed & breakfast è un’attività ricettiva, di ospitalità e sommi-nistrazione di alimenti e bevande, con una produzione di rifiuti certamente differente e superiore rispetto a un’utenza domestica. Ma la Cassazione ha giudicato inopportuno equiparare il b&b a un albergo, come è av-venuto con la sentenza 16176 per i residence che offrono servizi accessori, che vanno oltre la semplice locazione degli immobili. Con la sentenza 12679/2015, però, è stato confermato l’orientamento consolidato che impone di differenziare sempre le tariffe per utenze domestiche e non domestiche, e dunque quelle degli alberghi, dei b&b e delle strutture di ospitalità in genere, da quelle delle abitazioni. Le amministrazioni locali hanno il potere di fissare le tariffe Tarsu più elevate per gli alberghi rispetto a quelle delle abitazioni. Per la Cassazione (sentenza 302/2010) la maggiore capacità produttiva di un esercizio alberghiero rispetto a una civi-le abitazione costituisce un dato di comune esperienza. In effetti, l’articolo 68 del decreto legislativo 507/1993 non imponeva ai comu-ni di inserire gli immobili adibiti a attività alberghiere nella stessa categoria di quelli utilizzati come abitazioni, poiché non mani-festano la stessa potenzialità di produzione di rifiuti. Così come non sono inseriti nella stessa categoria per la Tari.

Sergio Trovato

LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SULLA TASSA SUI RIFIUTI

Tariffe alte per chi fa attività ricettive

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I dati non esibiti non possono

essere presi in considera-

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una causa di forza mag-giore non imputabile

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La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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30 Venerdì 26 Agosto 2016 I M P O S T E E TA S S E

Vademecum dell’Agenzia delle entrate sulle sottoscrizioni nelle verii che

Atti, deleghe dettagliateDocumenti digitali con regole tradizionali

DI VALERIO STROPPA

Atti digitali del fisco con guardia alta sulle deleghe. Anche quando i documenti

indirizzati ai contribuenti sono generati alla nascita in digitale e quindi trasformati in fi le «Pdf/A», le regole per la sottoscrizione restano le me-desime degli atti tradizionali. Nelle pratiche dell’Agenzia del-le entrate dovrà essere perciò riportato per esteso il nome del soggetto sottoscrittore, seguito dalla dicitura «fi rmato digital-mente». Qualora a fi rmare sia un soggetto delegato, dovrà essere indicato pure il nome del delegante, seguendo le in-dicazioni fornite dalla direttiva del personale n. 158536/2015 e degli affari legali n. 1/2016. Ciò per evitare di incorrere in vizi che potrebbero comportare la nullità o l’annullabilità dell’at-to, sulla scorta dei principi sulle deleghe di fi rma affermati dalla Cassazione a chiusura del con-tenzioso sui dirigenti «illegitti-mi». È quanto evidenzia una nota inviata nei giorni scorsi dal direttore centrale gestione tributi dell’Agenzia, Paolo Sa-vini, a tutte le direzioni territo-riali e ai centri operativi.

La comunicazione segue di poche ore quella trasmes-sa dalla direzione centrale accertamento in relazione all’adeguamento degli atti alle disposizioni del codice dell’am-ministrazione digitale (si veda ItaliaOggi di ieri).

L’articolo 40 del dlgs n. 82/2005, infatti, obbliga le p.a. a formare gli originali dei pro-pri documenti già in formato digitale, conformemente alle regole tecniche che sono state successivamente emanate con il dpcm 13 novembre 2014. Tale provvedimento, in vigore dal 12 febbraio 2015, disponeva che le amministrazioni avrebbero do-vuto adeguare i propri sistemi gestionali entro 18 mesi (cioè entro lo scorso 12 agosto), ma il termine è in attesa di esse-re uffi cialmente prorogato con un altro provvedimento del go-verno atteso a ore in Gazzetta Uffi ciale.

Le Entrate si sono così at-trezzate per gestire al meglio la fase transitoria, al fi ne di non pregiudicare la validità degli atti e allo stesso tempo di non bloccare le attività quotidiane degli uffi ci. Le diverse tipologie di documenti prodotti, peraltro, richiedono procedure ad hoc, in quanto è indispensabile tene-re conto della specifi cità delle singole pratiche. In tema di accertamento, per esempio, le modalità di notifica sono espressamente stabilite dalla legge e non possono essere de-rogate: gli atti proseguiranno così il loro cammino tramite messi oppure con raccomanda-ta a/r. Unica eccezione gli atti originati da pratiche di volun-

tary disclosure, per i quali la normativa consente la notifi ca Pec (laddove richiesta dall’inte-ressato). Per quanto concerne la gestione dei tributi, in fase transitoria gli atti saranno redatti in formato tradiziona-le e poi scannerizzati, oppure prodotti direttamente in Pdf/A, ma si renderà poi necessaria la sottoscrizione digitale del

direttore provinciale o di un suo delegato. A quel punto, dopo l’avvenuta protocollazio-ne, l’atto sarà stampato ai sensi dell’articolo 23 del Cad, quindi creata una copia conforme ana-logica mediante sottoscrizione della stessa da parte di un fun-zionario nella sua qualità di pubblico uffi ciale. Un passag-gio, questo, che a regime non

sarà più necessario, in quanto a tale compito adempierà un apposito contrassegno elettro-nico (glifo). L’ultimo passaggio sarà la notifi ca vera e propria: qualora il destinatario sia una p.a. oppure un soggetto inseri-to in elenchi previsti da norme (Ini-Pec, Anpr, Regindf ecc.), gli uffi ci potranno utilizzare la po-sta elettronica certifi cata.

Il 1° di settembre riparte il calendario dei termini giudiziari. Riprendono, quindi, le procedure e il conteggio dei giorni per depositare gli atti e i documenti. In ma-teria tributaria la so-spensione c’è stata sia per proporre il ricorso sia per proporre l’appel-lo (il conteggio dei 60 giorni è stato sospeso il 31 luglio e ricomince-rà il 1° di settembre). Nel dettaglio, per tutti i procedimenti i termi-ni riprendono a decor-rere da dopo la pausa estiva. Nel caso in cui il conteggio dei giorni fosse dovuto comincia-re durante l’intervallo estivo, l’inizio dello stesso è slittato al 1° di settembre. Ciò signifi ca che, nel caso in cui si sa-rebbe dovuto presenta-re un ricorso contro atti impositivi (il termine, pena l’inammissibilità, di 60 giorni dalla data della notifi ca) con sca-denza nell’intervallo di tempo che va dal 1° al 31 di agosto, i 31 giorni passati, si devono anda-re ad aggiungere ai 60 che sono a disposizione per impugnare l’atto. Quindi, se per esempio l’atto è stato notifi cato il 7 luglio 2016, l’ultimo giorno per proporre il ri-corso sarebbe il 6 otto-bre. Questo perché, se-guendo il ragionamento fatto sopra: dall’8 al 31 luglio sono 24 giorni, ai quali si devono aggiun-gere i 36 che vanno dal 1° di settembre al 6 di ottobre. Nel caso in cui, invece, la notifi ca sia avvenuta in agosto, allora il conteggio dei 60 giorni inizia auto-maticamente dal 1° di settembre e quindi l’ul-timo giorno utile per impugnare l’atto è il 30 di ottobre. Attenzione perché per presentare appello contro una sen-tenza, i giorni del perio-do feriale sono esclusi dal conteggio del termi-ne ordinario anche se la sentenza riguarda giu-dizi iniziati prima del 4 luglio 2009 (termine di un anno) e per tutti quelli che sono stati av-viati dopo questa data e per cui il termine è di sei mesi. Il periodo di ferie vale, invece, per tutte le mediazioni tri-butarie. Non solo per quanto riguarda i ter-mini per notifi care il ri-corso e quello per il suo deposito in segreteria, ma anche per quanto riguarda il termine pre-visto per la conclusione del procedimento della mediazione.

Giorgia Pacione Di Bello

Ferie fi nite per i giudici

Notifi ca atti tributari: la bussola delle Entrate

ACCERTAMENTO

Avvisi di accertamento Irpef, Ires, Iva, registro,

successioni e donazioni

Gli ufi ci procederanno secondo le ordinarie regole, inviando al contribuente copia cartacea secondo le disposizioni previste dal Cad per i cittadini privi di domicilio digitale (in via prudenziale, gli atti analogici riporteranno comunque la dicitura di conformità all’originale generato in formato digitale)

Accertamenti da voluntary disclosure

Continueranno a viaggiare via Pec presso la casella del professionista che assiste il contribuente, laddove questo ne abbia fatto richiesta (viceversa gli atti sono trasmessi per posta raccomandata)

Processi verbali (compresi quelli giornalieri e di constatazione)

D’intesa con la Gdf e con le Dogane, i processi verbali continueranno a essere redatti nelle forme attualmente in uso, per non pregiudicare la partecipazione del contribuente (della questione è stata interessata comunque l’AgId)

Atti di adesione all’accertamento

Continueranno secondo le regole attuali, dal momento che non costituiscono un documento esclusivo dell’Agenzia (ma è indispensabile la partecipazione del contribuente)

Comunicazione notizie di reato

In attesa che entrino in vigore le modii che al Cad applicabili al processo civile e penale, le denunce proseguiranno a essere redatte nelle forme attualmente in uso, tenendo conto tra l’altro delle eventuali indicazione fornite a livello territoriale dalle procure

GESTIONE TRIBUTI

Atti giudiziari, contratti di locazione,

successioni, atti pubblici telematici, cessioni di quote,

bollo virtuale, imposta sulle assicurazioni

In fase transitoria, gli atti saranno stampati/scannerizzati, o prodotti in formato digitale (a seconda dei casi), poi i rmati digitalmente, protocollati, stampati in copia conforme analogica e inviata ai contribuenti con le regole ordinarie. A regime, sarà creata una copia con l’apposizione del contrassegno elettronico (glifo) che elimina la necessità di apposizione dell’attestazione di conformità all’originale

Tasse automobilistiche,

superbollo, telefonia mobile (atti a

controllo qualità)

Procedura analoga a quella sopra descritta, con possibilità, qualora il destinatario sia una p.a. o un soggetto iscritto al registro delle imprese, di procedere alla notii ca via Pec

Atti di recupero indebite

compensazioni Iva

Il centro operativo predisporrà tramite la procedura «Arcadia» il documento in formato Pdf/A, che sarà i rmato digitalmente in modo puntuale o massivo; la copia da stampare ai i ni della notii ca dovrà essere siglata per attestare la conformità all’originale

Comunicazioni di irregolarità inviate

dagli ufi ci a seguito di controllo

preventivo (per esempio, fallimenti, Iva di gruppo, esiti

penalmente rilevanti, consolidato)

A regime, l’applicativo «Dali» produrrà i prospetti contabili e il modello di pagamento F24 in formato Pdf; a essi saranno associati la lettera personalizzata a i rma del titolare dell’ufi cio e il foglio delle avvertenze; gli ufi ci comporranno così la comunicazione in formato Pdf/A, con i rma digitale; la copia da stampare ai i ni della notii ca dovrà essere siglata per attestare la conformità all’originale

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31Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 2I M P O S T E E TA S S E

Il confronto di prassi e giurisprudenza sulle regole valide per il processo tributario

Atti, le notifiche Pec a rischioDivergenze sulla validità della posta elettronica

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Notifiche degli atti (ricorsi e appelli) nell’ambito delle liti tributarie con posta

elettronica certifi cata (Pec) a rischio.

Ciò emerge dalla combi-nata lettura degli articoli 20, commi 1 e 2 e 53, com-ma 2, del dlgs 546/1992, dalla circolare 2/DF del 12 maggio 2016 e di alcune recenti sentenze della giu-risprudenza di merito (Ctr Milano n. 1711/34/2016, Ctr Benevento, n. 365/13, Ctr Roma, n. 54/10/2010 e, so-prattutto, Ctr Bologna, n. 2065/2015).

Con il documento di prassi indicato (circ. 2/DF/2016), il dipartimento delle finanze aveva evi-denziato, innanzitutto, che il legislatore ha incen-tivato l’utilizzo della posta elettronica certifi cata (Pec) nell’ambito del processo tri-butario telematico (Ptt).

Nella medesima circola-re (§ 2 e 6), il ministero ha ricordato che la procedura si rende applicabile «agli atti processuali relativi ai ricorsi notificati a partire dal primo giorno del mese successivo al decorso del termine di novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto, da de-positare presso le Commis-sioni tributarie provinciali e regionali dell’Umbria e della Toscana»; di conseguenza, le disposizioni sul proces-so tributario telematico si rendono applicabili nelle due regioni indicate, per i ricorsi e gli appelli notifi cati a partire dall’1/12/2015, pre-via registrazione al Sistema informativo della giustizia tributaria (in sigla, Sigit).

Si ricorda che l’indirizzo di posta elettronica, se indi-cato nel ricorso introduttivo o nell’istanza di reclamo e mediazione, equivale a ele-zione di domicilio digitale, dovendo ritenere risolti i vizi di notifi ca, ma dovendo rilevare che, ai fi ni della do-miciliazione digitale, devono ritenersi validi i soli indiriz-zi Pec le cui credenziali di accesso siano state rilascia-te previa identifi cazione del titolare.

Inoltre, in caso di notifi ca del ricorso (o dell’atto di ap-pello) effettuata mediante Pec, affi nché la comunicazio-ne possa ritenersi valida, è necessario che il notifi cante stampi l’atto notificato in formato Pdf con fi rma digi-tale, se si tratta di allegato, depositi le ricevute di accet-tazione e consegna completa della Pec, presenti il certi-fi cato di fi rma digitale del notifi cante e il certifi cato di fi rma del gestore della Pec

e indichi tutte le ulteriori informazioni richieste.

Infatti, «è elemento in-dispensabile, ai fini della corretta notificazione (…), la fi rma digitale, che deve

riferirsi in maniera univo-ca a un solo soggetto e al documento o all’insieme dei documenti cui è appo-sta o associata» in quanto «l’apposizione della firma digitale integra e sostitui-sce l’apposizione di sigilli, punzoni, timbri, contrasse-gni e marchi di qualsiasi genere a ogni fi ne previsto dalla normativa vigente» giacché «l’apposizione della fi rma digitale da parte del

pubblico uffi ciale ha, inoltre, l’effi cacia di cui all’articolo 24, comma 2, dlgs. 82/2005» (Ctp Avellino, sentenza 556/2014, Tar Lazio-Roma decreto n. 23921/2013, Tar Campania-Napoli sentenza n. 1756/2013).

Come indicato dalla giu-risprudenza inizialmente citata (tra le altre, Ctr Bo-logna, sentenza 2065/2015), la situazione, invece, è stata chiarita dal comma 2, dell’ar-

ticolo 46, dl 90/2014, «dal quale è dato evincere come sia da escludere l’ammissibi-lità delle notifi cazioni a mez-zo Pec nel processo tributa-rio», giacché «per la ricordata norma, infatti, all’articolo 16-quater del dl. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modifi cazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, dopo il comma 3, è aggiunto, in fi ne, il seguente: «3-bis. Le dispo-sizioni dei commi 2 e 3 non si applicano alla giustizia amministrativa» .

Pertanto, si dovrebbe concludere, che «a segui-to dell’entrata in vigore (19/08/2014) dell’art. 46, comma 2, dl 90/2014, le noti-fi che ex art. 3-bis (…) sono da considerarsi escluse dal rito tributario, come conseguenza dell’esclusione delle medesi-me da quello amministrati-vo», con la conseguenza che la commissione adita deve necessariamente verifi care la correttezza della notifi ca ed, eventualmente, rilevare d’uffi cio l’illegittimità e tar-dività dell’atto depositato.

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È guerra aperta tra Washington e Bruxelles sul terreno del fi sco. «Il nuovo approccio della Commissione europea nei confronti della tassazione delle imprese transazionali risulta in contrasto con le norme internazionali e mina il sistema fi scale internazionale». Poche righe contenute in un white pa-per pubblicato dal ministero del tesoro americano che pesano come un macigno sulle relazioni economiche tra i due bloc-chi commerciali decretando l’insuccesso del piano d’azione dell’Ocse per contrastare l’evasione fi scale internazionale e lo spostamento dei profi tti. E tutto questo, con il solo scopo, nemmeno troppo celato, di mettere al riparo il colosso ame-ricano, Apple, da una multa salata da 19 miliardi di dollari che potrebbe abbattersi sul colosso di Cupertino se venisse accertata l’esistenza di un accordo tributario privilegiato con l’Irlanda. «Le linee guida del sistema di transfer pricing messo a punto dall’Ocse sono ampiamente utilizzate dalle autorità fi scali di tutto il mondo per garantire l’applicazione coerente del «principio della libera concorrenza» secondo cui il prezzo equo applicabile nelle transazioni infragruppo è quello che sarebbe stato pattuito per transazioni similari poste in essere da imprese indipendenti», hanno avvertito i tecnici del governo di Washington. «Invece che rifarsi alle linee guida dell’Ocse, la Commissione ha deciso di utilizzare un diverso principio che deriva dalla revisione del trattato comunitario. Quest’azione della Commissione mina il consen-so internazionale sugli standard dei prezzi di trasferimento, mettendo in discussione la capacità degli stati membri di onorare le convenzioni fi scali bilaterali, e minaccia i pro-gressi raggiunti nell’ambito del progetto Ocse/G20 relativo all’erosione e allo spostamento dei profi tti». Non solo. Se-condo gli Stati Uniti la Commissione europea non sarebbe autorizzata a cambiare le regole del gioco a partita iniziata. In altre parole, sarebbe scorretto e legalmente invalido appli-care norme fi scali con valore retroattivo (fi no a 10 anni, ndr) determinando in questo modo una distorsione delle regole del mercato. La risposta di Bruxelles non si è fatta attende-re. «La legislazione Ue si applica in modo indiscriminato a tutte le società che operano in Europa e non esiste nessun pregiudizio contro quelle americane», ha dichiarato ieri un portavoce della Commissione in risposta al white paper che l’ha di fatto accusata di essere diventa «un’autorità fi scale sovranazionale che rivede le decisioni degli stati membri sull’imposta sui redditi d’impresa».

Tancredi Cerne

Washington non gradisceil fi sco anti elusivo Ue

La convenzione multi-laterale sulla reciproca assistenza amministra-tiva in materia fi scale (sviluppata dall’Ocse e dal Consiglio d’Eu-ropa nel 1988 e poi modificata nel 2010) ha raggiunto quota 103 stati partecipan-ti. Ieri, infatti, nella sede dell’Ocse a Pari-gi, il Burkina Faso, la Malaysia, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine e Samoa hanno fi rmato la con-venzione multilatera-le, seguendo l’esempio del Liechtenstein che a inizio settimana l’ave-va ratifi cata. In aggiun-ta a ciò, Andorra, Saint Kitts e Nevis e il Sene-gal hanno depositato ieri la ratifi ca alla con-venzione, con la con-seguenza che questa entrerà in vigore il 1° dicembre 2016. Il vice-direttore dell’Ocse per la politica fi scale e am-ministrazione (Ctpa), Grazia Perez-Navarro, ha dichiarato che «con oltre 100 paesi che hanno siglato la con-venzione, gli sforzi per combattere l’evasione fiscale internazionali sono stati notevolmen-te rafforzati».

Giorgia Pacione Di Bello

Ocsea quota 103

Ginevra vuole tagliare la tassa sull’impresa. Il 30 agosto, infatti, annun-cerà che l’imposta sulla società che attualmente è pari al 24,2% scenderà al 13,49%. Per un perio-do transitorio, di cinque anni, però l’imposta sarà pari al 13,79%. Secondo il Credit Suisse group, questa taglio netto di tasse sull’impresa mi-gliorerà la posizione economica del cantone e lo renderà più attrattivo agli occhi degli investi-tori esteri. Ma non solo. Farà, anche, la felicità delle (circa) 1.000 mul-tinazionali che sono già situate sul territorio gi-nevrino. «La proposta è di vitale importanza per l’economia di Ginevra», ha affermato Vincent Su-bilia, vicedirettore degli affari internazionali e ar-bitrato presso la Camera di commercio, industria e servizi di Ginevra. La posta in gioco, infatti, è particolarmente alta se solo si va a considerare il peso economico e occu-pazionale di multinazio-nali del calibro di Proc-ter& Gamble e Mercuria Energy Group che, at-tualmente, rappresenta-no il 40% dell’economia ginevrina.

Giorgia Pacione Di Bello

Meno tasse alle imprese

ticqusialitzoriono1620modiccoil sizsi am

Pcoto(1

La notifi ca Pec nell’ambitodel processo tributario telematico (Ptt)

(Ministero dell’economia e delle i nanze, circ. 2/DF/2016 § 6)

Come già precisato le regole del Ptt consentono la notii ca del ricorso/appello alla controparte a mezzo Pec. All’attualità, tale facoltà è operativa per le notii che dei ricorsi/appelli effettuate dal 1° dicembre 2015 nell’ambito della circoscrizione delle Commissioni tributarie dell’Umbria e della Toscana, così come dei nita dall’articolo 4 del dlgs n. 546/1992.Infatti, le parti possono effettuare la notii cazione del ricorso/appello all’indirizzo Pec della controparte (…).

Le commissioni tribu-tarie concordano che sia da escludere l’am-missibilità delle notifi -

cazioni

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32 Venerdì 26 Agosto 2016 DIRITTO E IMPRESA

Pareri dallo Sviluppo economico sul bando. Ogni intervento non deve superare 10 cartelle

Periferie, domande al 31 agosto500 mln per riqualifi care. Una sola istanza su più progetti

DI MARCO OTTAVIANO

In caso di presentazione di domande complessive costituite da più progetti per l’accesso ai 500 milio-

ni di euro per la riqualifi ca-zione delle aree periferiche, è auspicabile presentare la documentazione relativa a ogni singolo intervento, purché non si superi le dieci cartelle. I soggetti del terzo settore non possono parte-cipare in qualità di partner cofinanziatori a più propo-ste progettuali per il bando relativo alla riqualifi cazione delle periferie degradate. Queste alcune delle risposte fornite dalla presidenza del consiglio dei ministri relati-ve ai criteri di valutazione delle proposte presentate nell’ambito del bando per la riqualificazione delle aree periferiche in Italia, le cui domande vanno presentate entro il prossimo 31 agosto 2016.

Tipologia di interventi. Ogni progetto potrà ricevere un fi nanziamento massimo di 18 milioni di euro. I pro-getti dovranno avere a ogget-to la riqualifi cazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provin-cia e della città di Aosta. Ai fi ni del presente bando, si considerano periferie le

aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Gli interventi, da attuarsi senza ulteriore consumo di suolo, potranno riguardare una o più delle seguenti ti-pologie di azione:

- progetti di miglioramento della qualità del decoro ur-bano;

- progetti di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strut-ture edilizie esistenti, per fi -nalità di interesse pubblico;

- progetti rivolti all’accre-scimento della sicurezza ter-ritoriale e della capacità di resilienza urbana;

- progetti per il potenzia-mento delle prestazioni e dei

servizi di scala urbana, tra i quali lo sviluppo di pratiche del terzo settore e del ser-vizio civile, per l’inclusione sociale e la realizzazione di nuovi modelli di welfare me-tropolitano e urbano;

- progetti per la mobilità sostenibile e l’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali e edu-cative promosse da soggetti pubblici e privati.

Qualora i progetti rechino interventi su beni culturali o su immobili o su aree sotto-poste a tutela paesaggistica o a vincolo ambientale, per i quali sono già state rilasciate autorizzazioni o preventiva dichiarazione in merito alla

loro compatibilità, le stesse sono trasmesse a corredo del progetto. Una quota del 5% delle risorse dell’investimen-to per ciascuna città può es-sere destinata alla predispo-sizione di piani urbanistici, piani della mobilità, studi di fattibilità e/o atti necessari per la costituzione di società pubblico/private e/o inter-venti in fi nanza di progetto, investimenti immateriali quali e-government, marke-ting territoriale, sviluppo di nuovi servizi, formazione (se collegati e funzionali ai pro-getti innovativi proposti).

Presentazione doman-de. Le domande andranno presentate entro il 31 agosto 2016 e andranno redatte in carta semplice, su carta in-

testata del comune e fi rmate dal sindaco della città me-tropolitana, del comune ca-poluogo di provincia o della città di Aosta, o da un loro delegato e dovranno esse-re inviate esclusivamente a mezzo posta elettronica cer-tifi cata (Pec) all’indirizzo Pec: [email protected]. Alla domanda dovranno essere allegati (in formato Pdf) una relazione generale di non più di dieci cartelle in formato A4 (2.000 battute ciascuna, spazi in-clusi), il cronoprogramma dei tempi di realizzazione del progetto, una scheda relativa ai soggetti pubblici e privati cofinanziatori del progetto, con indicazione del relativo apporto fi nanziario, la delibera di approvazione del progetto, che deve presen-tarsi, da parte del comune e il decreto di nomina del re-sponsabile del procedimento (Rup) e una dichiarazione del Rup relativa alla conformità degli interventi proposti con gli strumenti di pianifi cazio-ne urbanistica vigenti o adot-tati, nonché con i regolamenti edilizi.

Al socio accomandante di una so-cietà in accomandita semplice (iscrit-to all’Inps) esercente l’attività di som-ministrazione può essere riconosciuto il possesso del requisito professionale per il commercio al dettaglio di generi alimentari e per la somministrazione di alimenti e bevande. È consentito l’utilizzo di sistemi di videosorve-glianza in locali pubblici o aperti al pubblico, per contrasto all’abusivismo commerciale, anche su area pubblica. Con una serie di risoluzioni, il mini-stero dello sviluppo economico, gui-dato da Carlo Calenda, si pronuncia sui requisiti per l’esercizio delle atti-vità di somministrazioni di alimenti e bevande.

Requisiti professionale per socio accomandante. L’articolo 71, 6 comma, lettera b), del decreto legislativo n. 59 del 2010 riconosce il possesso del requisito a chi ha pre-stato la propria opera presso attività d’impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande stabilendo che «è riconosciuto il requisito professiona-le al dipendente qualifi cato, addetto alla vendita o alla somministrazione o alla preparazione degli alimenti, o in qualità di socio lavoratore o in altre posizioni equivalenti, o se trattasi di coniuge, parente o affi ne, entro il ter-zo grado, dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovato dalla iscrizione all’Istituto nazionale

per la previdenza sociale». Questo è quanto si legge nella risoluzione Mise del 18 maggio 2016 n. 138792 in ma-teria di requisiti professionali del so-cio accomandante per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e per la somministrazione di alimenti e bevande .

I soci accomandanti si distinguono dagli accomandatari, questi ultimi infatti rispondono delle obbligazioni contratte dalla società solidamente e illimitatamente. I soci accomandanti non possono compiere atti di ammi-

nistrazione, né trattare o concludere affari in nome della società, se non in forza di procura per singoli affari. Tuttavia i soci accomandanti possono prestare la propria opera sotto la dire-zione degli amministratori e, se l’atto costitutivo della società lo consente, possono dare autorizzazioni e pareri a poter compiere atti di ispezione e di sorveglianza.

Telecamere di sorveglianza. È possibile utilizzare apposite teleca-mere di sorveglianza, già peraltro installate per monitorare e protegge-

re un’area pubblica e i suoi beni da dan-neggiamenti e/o atti vandalici, al fi ne di stabilire se un sog-getto, che esercita su detta area l’attività di commercio sulle aree pubbliche in forma itinerante, ri-spetti o meno i limi-ti di stazionamento temporali imposti per tale attività. È con la risoluzione del 18 maggio 2016 n. 1388112016 che lo sviluppo econo-mico fornisce chiari-menti in merito alla possibilità di utiliz-zare apposite teleca-mere di sorveglianza

(installate per monitorare e proteggere un’area pubblica e i suoi beni da dan-neggiamenti e/o atti vandalici) al fi ne di stabilire se un soggetto, che esercita su detta area l’attività di commercio sulle aree pubbliche in forma itinerante, rispetti o meno i limiti di stazionamen-to temporali imposti per tale attività.

Vendita alimenti, al socio sas il riconoscimento del requisito professionale

tesdatropocitdere metifiprpedoforgecabacludede

Il punto sulla presentazione delle domandeLe domande per l’accesso ai 500 milioni di euro per la riqualii cazione delle periferie degradate andranno presentate entro il 31 agosto 2016 e andranno redatte in carta semplice, su carta intestata del comune e i rmate dal sindaco della città metropolitana, del comune capoluogo di provincia o della città di Aosta, o da un loro delegato e dovranno essere inviate esclusivamente a mezzo posta elettronica certii cata (Pec) all’indirizzo Pec: [email protected] ;

Alla domanda dovranno essere allegati (in formato Pdf) una relazione generale di non più di 10 cartelle in formato A4 (2.000 battute ciascuna, spazi inclusi), il cronoprogramma dei tempi di realizzazione del progetto, una scheda relativa ai soggetti pubblici e privati coi nanziatori del progetto, con indicazione del relativo apporto i nanziario, la delibera di approvazione del progetto

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Le due risoluzioni

Risoluzionen. 116556 del 27 aprile 2016

I titolari di rivendite di generi di monopolio in possesso della tabella speciale a essi riservata non possono porre in vendita anche album e relative i gurine. In quanto le i gurine o album sono da considerarsi rientranti nella categoria dei periodici e pertanto possono essere venduti esclusivamente dai soggetti legittimati alla vendita di quotidiani e periodici

Risoluzione del 22 marzo

2016 n. 81039

I produttori agricoli sono legittimati a vendere anche prodotti non provenienti dai propri fondi, purché in misura non prevalente. La risoluzione n. 81039 del 22 marzo 2016 reca precisazioni sulla corretta interpretazione della disposizione contenuta nell’articolo 4 del dlgs n. 228 del 2001, che rinvia ai limiti dei ricavi derivanti dalla vendita di prodotti non provenienti dalla propria azienda, ossia 160.000 euro nel caso dell’imprenditore individuale e 4.000.000 nel caso delle società.

I pareri Mise sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

I pareri Mise sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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33Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostP R O F E S S I O N I

L’ok del ministero della giustizia al regolamento elettorale del Cndcec

Commercialisti alle urneModello ad hoc per accettare la candidatura

DI GABRIELE VENTURA

Via libera dal ministero della giustizia al rego-lamento elettorale dei commercialisti. Con

decreto ministeriale del 17 agosto 2016, infatti, via Arenu-la ha approvato il documento predisposto dal Consiglio na-zionale, ai fini delle prossime elezioni per il rinnovo dei consigli degli ordini che si ter-ranno il 3 e 4 novembre 2016 (si veda ItaliaOggi del 7 e 29 luglio 2016). Lo ha comunica-to lo stesso Cndcec con la nota informativa n. 95/2016 di ieri, inviata ai presidenti degli or-dini territoriali con allegati il regolamento e i modelli neces-sari alle operazioni elettorali. Per quanto riguarda le candi-dature, il regolamento stabili-sce che la presentazione deve essere fatta sulla base di liste, contraddistinte da un unico contrassegno o motto e dall’in-dicazione del candidato presi-dente che capeggia la lista, con un numero di candidati pari al numero dei componenti del Consiglio aumentato di cinque unità. È consentito candidarsi in una sola lista, pena la ine-leggibilità del candidato, fatta salva comunque la validità della lista stessa. Ciascuna

candidatura, inoltre, deve es-sere accompagnata da una di-chiarazione di accettazione da parte del candidato, che deve contestualmente dichiarare di essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge e dal pre-sente regolamento. Allegato alla nota informativa c’è an-che il modello di accettazione della candidatura. Ciascuna lista deve essere sottoscritta da un numero di iscritti, non

candidati, aventi diritto al voto, determinato in base al numero degli iscritti all’albo nel seguente modo: 20 sotto-scrittori, se gli iscritti all’albo non superano il numero di 200; 30 sottoscrittori se superano il numero di 200 ma non di 500; 50 sottoscrittori se gli iscritti sono compresi tra 500 e 1.500; 100 sottoscrittori se gli iscritti all’albo sono più di 1.500. La raccolta delle firme ha inizio

tassativamente dalla data di convocazione dell’Assemblea elettorale sino al termine ultimo per la presentazione delle liste e avviene attra-verso moduli che rispettino i contenuti del modello C alle-gato dal Consiglio nazionale. In particolare, stabilisce il regolamento, le liste dovran-no essere depositate presso il Consiglio dell’ordine entro le ore 18 del trentesimo giorno antecedente alla data fissata per l’assemblea elettorale. Le schede elettorali predisposte dall’ordine, invece, devono contenere l’indicazione delle liste presentate con i relativi candidati. Quanto all’espres-sione del voto, invece, nel caso in cui risulti votata la sola li-sta, in assenza di preferenze espresse, si considera espres-sa preferenza per ciascuno dei candidati presenti in lista, seguendo l’ordine di lista, fino al numero massimo dei con-siglieri da eleggere, escluso il presidente. Se per una stessa lista, invece, viene indicato un numero maggiore di pre-ferenze rispetto ai consiglieri da eleggere, il voto viene attri-buito alla lista mentre tutte le preferenze si considerano non apposte.

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Vendita di voucher in au-mento del 40% anno su anno. Nel primo seme-stre 2016, infatti, sono stati venduti 69,9 milioni di voucher destinati al pa-gamento delle prestazio-ni di lavoro accessorio. Cifra pari al 40,1% in più rispetto al primo seme-stre 2015. Queste le cifre rese note, ieri, dall’Inps attraverso l’osservatorio sul precariato aggiorna-to al 30 giugno 2016. Nel dettaglio, per quanto at-tiene i voucher, l’Istituto ha precisato come il valo-re nominale dei voucher venduti sia di 10 euro, e che, nel primo semestre 2015, la crescita dell’uti-lizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 74,7%.

Per quanto attiene, in-vece, la consistenza dei rapporti di lavoro, l’Inps ha sottolineato che nel primo semestre 2016, nel settore privato, si è regi-strato un saldo, tra assun-zioni e cessazioni, pari a 516 mila unità, inferiore a quello del corrisponden-te periodo del 2015 (628 mila unità) e superiore a quello registrato nei pri-mi sei mesi del 2014 (423 mila unità). Dati che, su base annua, consentono di misurare la variazio-ne tendenziale delle po-sizioni di lavoro, con un risultato che a giugno 2016 risulta essere po-sitivo (505 mila unità). Per quanto attiene i con-tratti a tempo indeter-minato, inoltre, il saldo annualizzato a giugno 2016 è pari a +582 mila. Analizzando, invece, la dinamica dei fl ussi, l’Inps ha fatto presente come, complessivamente, le assunzioni, nel periodo gennaio-giugno 2016, siano risultate esssere 2.572.000, con una ridu-zione di 302 mila unità rispetto al corrispon-dente periodo del 2015 (-10,5%).

Rallentamento che ha coinvolto esclusivamen-te i contratti a tempo indeterminato che hanno fatto registrare una con-trazione di 326 mila uni-tà, pari a -33,4% sul pri-mo semestre del 2015. Il calo, ad avviso dell’Isti-tuto, è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo in-determinato registrato nel 2015, anno in cui pote-vano benefi ciare dell’ab-battimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavo-ro per un periodo di tre anni.

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DALL’INPS

Voucherin aumento

nel 2016

Il sindaco è privilegiato quando i suoi compensi sono attratti nel passivo fallimentare anche se lo stesso opera in uno studio associato. La funzione in oggetto è, infatti, una prerogativa personale del professionista che pre-scinde anche dalla dimensione dello studio professionale di cui lo stesso è membro . È quanto ha stabilito la Corte di cassazione con sentenza n. 17287 del 15 giugno 2016 depositata lo scorso 24 agosto 2016.

La vicenda. Il Tribunale di Mode-na aveva rigettato la domanda con la quale uno studio associato, costi-tuito in forma di società semplice, aveva richiesto ai sensi dell’art. 98 della legge fallimentare la riforma del provvedimento del giudice delegato, nel fallimento di una Spa in liquidazione, che aveva escluso l’ammissione a privilegio ex art. 2751-bis, per il compenso di un sindaco membro dello stesso studio as-sociato. Alla base di tale esclusione una serie di motivazioni fra le quali, in par-ticolare, la circostanza che la richiesta anziché provenire dal professionista al quale l’incarico era stato conferito era stata formulata dalla società, nonché il fatto che sulla base della giurisprudenza di legittimità fosse necessario accertare se «l’inserimento del professionista nello studio di cui è socio si configuri in modo tale da escludere o non la natura indivi-duale del suo rapporto pro-fessionale con il fallito».

La decisione della Cas-sazione. La Cassazione ha

accolto sostanzialmente le ragioni del ri-corrente ritenendo condivisibile che «l’at-tività di sindaco ha natura strettamente personale così come personale è l’attività che ne consegue, senza che assuma alcun rilevo l’apporto di capitali». La Cassazio-ne, richiamando un consolidato orienta-mento (da ultimo Cass. 31 Marzo 2016 n. 6285), ha ribadito che, di norma, l’insi-nuazione al passivo fallimentare da parte di uno studio associato faccia presumere l’esclusione della personalità del rappor-to d’opera professionale da cui il credito è derivato, e dunque, l’insussistenza dei presupposti per il riconoscimento del privilegio ex art. 2571-bis, n. 2 c.c., ma ha evidenziato che ciò non valga qualo-

ra si dimostri che il credito si riferisca ad una prestazione svol-ta personalmente dal professionista, anche

se formalmente richiesta dall’as-sociazione. Nel caso di specie, si legge in sentenza «il carattere nor-malmente personale dell’attività sindacale non contrastato se non in termini generali e astratti da parte del resistente, rende eviden-temente recessiva l’analisi del pro-filo dimensionale dell’associazione professionale ed impone, esclusa la rilevanza dell’esercizio della parte della medesima associazione, una rinnovata valutazione dei presup-posti di operatività del privilegio, dal momento che si devono esclu-dere le prestazioni riconducibili a soggetti estranei alla struttura». Dalla sentenza deriva, quindi,

che in termini generali, risultando la funzione sindacale indubitabilmente una prestazione svolta personalmente dal professionista, debba vedersi ri-conosciuto allo stesso il privilegio del proprio compenso ex art. 2751-bis, n. 2 c.c. In pratica, confermando l’orien-tamento della Suprema corte, espresso con sentenza 22 ottobre 2009 n. 22439, il privilegio generale trova applicazione a condizione che il rapporto di presta-zione d’opera si instauri fra il singolo professionista ed il cliente, circostanza, evidentemente riscontrabile nell’ambito del collegio sindacale. Ciò premesso non risultano sostanzialmente rilevanti né la dimensione dell’associazione profes-sionale, né la circostanza, derubricata a livello formale, che il credito fosse stato richiesto al curatore, dall’associazione stessa.

Luciano De Angelis

LA CASSAZIONE SULL’ART. 2751-BIS C.C. PER I MEMBRI DELL’ORGANO DI CONTROLLO

Studio associato, ok al privilegio del sindaco

tceudvcgIrnDa ItaliaOggi del 29 luglio 2016Coapsdclicsins

Da ItaliaOggi del 7 luglio 2016

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

La Corte di cassazione

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34 Venerdì 26 Agosto 2016

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TUTTO NUOVO

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interni oltre il giard

TUTTO NUOVO

Enti locali& Federalismo

IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

Lo prevede il dlgs attuativo della riforma Madia approvato dal consiglio dei ministri

Addio ai segretari comunaliAlbo soppresso. E al loro posto il dirigente apicale

DI LUIGI OLIVERI

Addio ai segretari co-munali. Quando sarà costituito e funzionan-te il Ruolo dei dirigen-

ti locali, introdotto dal decreto legislativo attuativo della ri-forma Madia della dirigenza, approvato ieri in prima lettura dal consiglio dei ministri, la fi -gura del segretario comunale e provinciale sarà abolita, con la conseguenza della soppressione del relativo albo. Al posto del se-gretario comunale, gli enti locali incaricheranno (come fi gura ob-bligatoria) il «dirigente apicale», selezionandolo con le ordinarie procedure per l’incarico dei diri-genti appartenenti ai ruoli.

Si chiuderà così una storia centenaria di servitori dello sta-to, dotati di una qualifi catissi-ma e specifi ca competenza nella gestione amministrativa degli enti locali. Alcune delle funzioni tipiche del segretario comuna-le passeranno «in eredità» al dirigente apicale: i compiti di

attuazione dell’indirizzo politi-co, il coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministra-tiva. Ma, lo statuto o i regola-menti degli enti locali potranno incaricare il dirigente apicale di svolgere «ogni altra funzione».

Nel Ruolo dei dirigenti locali, una volta istituito, confl uiranno i segretari comunali e provinciali già iscritti nell’albo nazionale, e collocati nelle fasce professiona-li A e B e saranno assunti dalle amministrazioni che conferisco-no loro incarichi dirigenziali, nei limiti delle dotazioni organiche. I segretari di fascia C e i vin-citori dei concorsi da segretario saranno inseriti in servizio per due anni come funzionari. Gli enti presso i quali nei successi-vi due anni sarà disponibile un ufficio dirigenziale, potranno chiedere alla Commissione che gestirà il Ruolo unico dei diri-genti locali, la loro, presentando un progetto professionale e for-mativo di inserimento. Anche i piccoli comuni con popolazione

inferiore a 5.000 abitanti, o a 3.000 abitanti se appartengono o sono appartenuti a comunità montane, esclusi i comuni il cui territorio coincide integralmen-te con quello di una o più isole, e il comune di Campione d’Italia, avranno l’obbligo di dotarsi del dirigente apicale, ma dovranno gestire la funzione in forma as-sociata, mediante una conven-zione che stabilisce le modalità di espletamento del servizio, individua le competenze per la nomina e la revoca del dirigente apicale, e determina la riparti-zione degli oneri fi nanziari per la retribuzione.

Nei grandi comuni con popo-lazione di almeno 100.000 abi-tanti e nelle città metropolitane sarà ancora possibile incaricare un direttore generale, in alter-nativa al dirigente apicale. In questo caso la funzione di con-trollo della legalità dell’azione amministrativa e la funzione rogante saranno assegnate a un dirigente appartenente a uno dei Ruoli della dirigenza, in

possesso dei requisiti prescrit-ti. Da notare che nelle province non sarà più possibile avere direttori generali. Gli incarichi di dirigente apicale cessano lad-dove non siano rinnovati entro 90 giorni dalla data di insedia-mento degli organi esecutivi. Dunque, si prevede una forma anomala di rinnovo: i dirigenti apicali potranno essere rinno-vati non per due anni, come gli altri dirigenti, ma per un intero mandato amministrativo, senza passare dalle procedure compa-rative. Per quanto riguarda i se-gretari comunali che si ritrove-ranno privi di incarico alla data di entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della rifor-ma e che confl uiranno nel ruo-lo unico dei dirigenti degli enti locali, avranno quattro anni di tempo per ottenere un incarico dirigenziale (o di dirigente api-cale), decorso il quale senza ot-tenerne, cessano dal Ruolo della dirigenza, e il loro rapporto di lavoro si risolve.

In ogni caso, in sede di prima

applicazione, e per un periodo non superiore a tre anni dalla data di entrata in vigore del decreto attuativo, gli enti locali privi di un direttore generale potranno conferire l’incarico di direzione apicale solo agli ex segretari comunali, senza nuovi o maggiori oneri per la fi nanza pubblica (il che vuol dire che il trattamento eco-nomico per almeno tre anni resterà quello proprio dei se-gretari comunali). Se l’incarico sarà attribuito a un segretario di fascia C o a un vincitore dei concorsi di accesso alla carrie-ra dei segretari, sarà iscritto nel ruolo dei dirigenti degli enti locali dopo aver ricoperto tale incarico per una durata complessiva non inferiore a diciotto mesi.

C’è anche il pareggio di bilancio a complicare la vita ai terremotati del Centro Italia. Colpa del legislatore, che si è dimenticato di prevedere de-roghe per le spese relative a calamità naturali. Necessario un decreto legge, previa individuazione delle necessarie coperture fi nanziarie.

Si tratta di una lacuna grave, che questo giornale aveva evidenziato mesi fa (si veda ItaliaOggi del 5 marzo scorso) e che ora rischia di ostacolare l’attuazione di interventi straordi-nari e urgenti che i comuni potreb-bero mettere in piedi utilizzando il proprio avanzo di amministrazione o contraendo prestiti, in attesa che arrivino gli aiuti dello stato (ieri il consiglio dei ministri ha approvato una delibera per lo sblocco di 50 mi-lioni per gli interventi urgenti).

Da questo punto di vista, già il vecchio Patto di stabilità era caren-te; in quanto consentiva di steriliz-zare le sole risorse di provenienza statale stanziate a fronte di ordi-nanze del presidente del consiglio del ministri dichiarative dello stato di emergenza.

Tuttavia, siccome si tratta di fondi che normalmente non vengono eroga-ti immediatamente, tale meccanismo consentiva almeno ai comuni di esclu-dere le somme anticipate per la rico-

struzione. Per usufruire di tale deroga, gli enti dovevano inviare alla Prote-zione civile, entro il mese di gennaio dell’anno successivo, un prospetto con l’indicazione delle spese escluse (ripar-tite nella parte corrente e nella parte capitale), nonché le relative risorse attribuite dallo stato.

Nulla di simile è previsto con ri-guardo al nuovo pareggio, che da quest’anno ha rimpiazzato il Patto. La disapplicazione di tutte le norme

relative a quest’ultimo, infatti, ha reso inapplicabili tutte le esclusioni previ-ste nel precedente regime, comprese quelle riguardanti le calamità (art. 31, comma 8, della legge 183/2011).

In questo contesto, per fronteggiare

le spese della ricostruzione, i comuni, oltre a non poter utilizzare gli avanzi né ricorrere al debito (che non rilevano nel saldo), dovrebbero attendere che lo stato stanzi dei fondi e li assegni. Solo a quel punto, si potrà procedere all’accertamento dell’entrata e quindi all’impegno della spesa.

Problemi potrebbero nascere anche nel caso in cui gli aiuti statali vengano riscossi prima che le spese correlate siano del tutto esigibili: in tal caso,

infatti, essi dovrebbero transitare o in avanzo o nel fondo plurienna-le vincolato, con problemi per gli equilibri.

È quindi necessario un inter-vento normativo d’urgenza, che consenta di programmare le spese di ricostruzione. Il problema sarà la copertura fi nanziaria, come già accaduto in occasione degli eventi calamitosi verifi catisi negli scordi anni.

Potrà sembrare assurdo, ma quasi mai vi è stata un’apertura «senza se e senza ma». Per esem-pio, per l’alluvione che nel 2015

ha colpito le province di Parma e di Piacenza, lo stato ha abbassato gli obiettivi di Patto di appena una doz-zina di milioni, per di più fi nanziando la misura con i proventi delle san-zioni applicate ai comuni che hanno

sforato. Per il terremoto che nel 2012 ha devastato ampie zone di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto (con danni stimati in oltre 13 miliardi), le deroghe al Patto sono state dell’ordine di una quindicina di milioni all’anno e circoscritte alle spese sostenute con risorse proprie provenienti da eroga-zioni liberali e donazioni da parte di cittadini privati e imprese, nonché da indennizzi derivanti da polizze assicu-rative. Mentre per il sisma dell’Aquila del 2009 (che causò danni per oltre 10 miliardi), venne disposta l’esclusione delle spese, ma anche delle relative en-trate, impedendo ai comuni di mettere altre risorse sul piatto.

Si è trattato di interventi ineffi caci, che hanno ostacolato la ricostruzione e che fi niscono per scaricare su comuni, che già devono fronteggiare diffi coltà enormi, anche il rischio di sforare i pro-pri obiettivi e di subire la beffa delle sanzioni. Ben più lineare sarebbe la scelta di esonerare completamente dai vincoli, fi no al completamento della ri-costruzione e comunque per almeno tre anni, tutte le amministrazioni col-pite. Per farlo serve un decreto legge, che potrebbe usufruire anche della fl essibilità prevista in questi casi dal-le regole Ue.

Matteo Barbero© Riproduzione riservata

EFFETTI SULLE SPESE URGENTI FRUTTO DI UNA LACUNA NORMATIVA

Terremoto, il pareggio di bilancio complica la vita agli enti

La bozza di decreto sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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35Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgostoE N T I L O C A L I

Le novità in tema di amministrazione e controlli previste dal decreto sulle partecipate

Srl pubblica, sindaci o revisoriNelle spa diventa obbligatoria la revisione esterna

Pagina a cura DI LUCIANO DE ANGELIS

In tutte le srl a controllo pubblico dovrà essere no-minato un sindaco unico o un collegio sindacale o

un revisore. Nelle società per azioni, oltre al collegio sinda-cale dovrà essere sempre no-minato un revisore esterno. Nelle stesse società sarà sem-pre ammissibile, per ciascuna amministrazione pubblica, ri-chiedere il controllo giudiziario della società anche qualora la stessa operi in forma di srl. La richiesta di tale controllo di-verrà doverosa nei casi in cui l’organo amministrativo non adotti i provvedimenti neces-sari a prevenire l’aggravamen-to della crisi. Gli organi di am-ministrazione e controllo della società partecipata, oltre alla responsabilità tipica di cui al codice civile, saranno sottopo-sti anche al vaglio della Corte dei conti per eventuali danni erariali.

Sono alcuni dei principali aspetti che riguardano l’ammi-nistrazione ed il controllo delle società a partecipazione pub-blica nel dlgs defi nitivamente approvato mercoledì 10 agosto, dal consiglio dei ministri.

La composizione del cdaDi norma, tutte le società a

controllo pubblico dovranno essere gestite da un ammini-stratore unico. Con apposito dpcm, su proposta del Mef, en-tro i prossimi sei mesi saran-no defi niti i criteri in base ai quali, per specifi che ragioni di adeguatezza amministrativa (quindi nelle società presumi-bilmente grandi e complesse ndr), l’assemblea delle socie-tà può deliberare che il cda sia costituito da tre o cinque membri. La stessa può altresì optare, nelle spa, per il sistema monistico o dualistico. In que-sti casi, il numero dei compo-nenti complessivo del consiglio di amministrazione e comita-to per il controllo di gestione nel monistico e del consiglio di gestione e consiglio di sor-veglianza nel dualistico, non può eccedere il numero mas-simo di cinque membri. Nella scelta dei componenti degli organi pluripersonali andran-no salvaguardati gli equilibri di genere per almeno 1/3 dei componenti.

Nelle srl a controllo pubblico non è ammessa, nel caso di or-gano gestionale pluripersonale, l’amministrazione disgiuntiva o congiuntiva.

I compensiL’art. 11 del decreto prevede

che con dpcm, da adottarsi su proposta del Mef, di concerto con altri ministeri, entro 6 mesi dalla entrata in vigore delle nuove disposizioni, le so-cietà a controllo pubblico sa-ranno suddivise in fasce (fi no

a cinque) sulla base di una se-rie di indicatori dimensionali quantitativi e qualitativi.

Per ciascuna fascia di socie-tà, proporzionalmente saranno determinati dei limiti specifi -ci per i compensi massimi da attribuire ai componenti del consiglio di amministrazione e ai componenti degli organi di controllo, nonché ai dirigenti e ai dipendenti.

Il compenso massimo attri-buibile individualmente (com-prensivo dei contributi previ-denziali e assistenziali nonché degli oneri fi scali a carico del benefi ciario) non potrà in alcun caso superare i 240 mila euro. Lo stesso limite non sarà supe-rabile anche qualora al sogget-to siano attributi compensi da altre pubbliche amministrazio-ni o da altre società sottoposte a controllo pubblico.

ResponsabilitàSia i componenti degli or-

gani di amministrazione rap-

presentanti degli enti pubblici o comunque chi ha il potere di decidere, inoltre, sono sottoposti a un duplice ordine di responsabilità. A quella civilistica, propria del-le società di capitali, e quella dell’art. 12, che prevede il rischio del «Danno erariale» patrimoniale o non patrimoniale. In pratica, cristallizzando in legge un or-mai consolidato orientamento giurisprudenziale della Supre-ma corte (si veda, Infra Multis Cass. Ss.uu. 26806/2009; Cass. 15/1/2010, nn. 519/520/521 e 522), si prevede la giurisdizio-ne della Corte dei conti qualo-ra, i componenti degli organi decisionali con i loro compor-tamenti dolosi o colposi abbia-no pregiudicato il valore della partecipazione dell’ente.

I controlliVanno distinti i controlli del-

le spa da quelli delle srl. Nelle

prime resta obbligatoria, nel sistema classico, la nomina di un collegio sindacale, delegato ai controlli sulla corretta am-ministrazione ex art. 2403, c.c. ma viene resa doverosa anche la nomina di un revisore ester-no (persona fi sica o società di revisione) delegato a svolgere le funzioni di revisione legale dei conti.

Nelle srl, di contro, viene prevista, in linea con le dispo-sizioni di cui all’art. 2477 c.c., la nomina di un organo di con-trollo (monocratico o collegiale) o di un revisore. La differenza, rispetto alle previsioni dell’ar-ticolo in commento è che nelle

società a controllo pubblico la nomina dell’organo di controllo o di revisione è obbligatoria a prescindere da ciascun limite dimensionale.

Restano validi i poteri ispet-tivi esercitati dal Dipartimen-to della funzione pubblica e dal Dipartimento della Ragioneria generale dello stato, sulle socie-tà a partecipazione pubblica, ai sensi dell’art. 6, comma 3 della legge 7/8/2012 n. 135

Il controllo giudiziarioDue rilevanti novità, rispet-

to al diritto societario, vengono previste nell’art. 13 in merito al controllo giudiziario a cui sottoporre gli amministratori (ed eventualmente i sindaci) rei di aver commesso gravi ir-regolarità nella gestione (o di non avere esercitato corretta-mente i controlli).

In primo luogo, in tutte le società sottoposte a controllo pubblico viene escluso che per poter effettuare la denuncia al tribunale i soci debbano rappresentare almeno il 10% del capitale, come stabilito dal comma 1 dell’art. 2409 c.c. nel-le spa ordinarie. Infatti, viene previsto che sia legittimata a presentare denuncia di gravi irregolarità al tribunale ciascu-na amministrazione pubblica socia, a prescindere dall’entità della quota partecipativa.

Inoltre, a differenza delle ordinarie società commerciali, viene estesa la possibilità di ri-correre al controllo giudiziario anche ai soci delle srl .

Crisi d’impresaDel tutto innovative le dispo-

sizioni di cui all’art. 14 sulla crisi d’impresa delle società a partecipazione pubblica, che ri-solvono un dibattito giurispru-denziale in auge da decenni. Anche allo scopo di evitare una indebita concorrenza fra so-

cietà ordinarie e società pubbliche operanti sullo stesso mercato (in tal sen-so, fra l’altro Cass. Ss.uu. 27 settembre 2013 n. 22209), viene previsto che anche dette società soggiacciano alle proce-dure fallimentari e al concordato preventivo. L’organo amministrati-

vo è tenuto ad adottare spe-cifi ci provvedimenti (che non possono consistere in una mera ricapitalizzazione da parte delle amministrazioni pubbliche socie) fi nalizzati a prevenire l’aggravamento della crisi, correggerne gli effetti ed eliminarne le cau-se. Ciò dovrà, infatti, esse-re effettuato attraverso un idoneo piano di risanamen-to. La mancata esecuzione dello stesso da parte degli amministratori determinerà la sottoposizione della società al controllo giudiziario ex art. 2409 c.c.

© Riproduzione riservata

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Le principali caratteristiche delle società a partecipazione pubblica

Quali sono le società a controllo pubblico(art. 2)

Le società in cui una o più amministrazioni pubbliche esercitano poteri di controllo (ai sensi dell’art. 2359 cc o se è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo).

Il controllo analogo (art. 2)

Situazione in cui l’amministrazione esercita su una società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, svolgendo un’inl uenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni signii cative della società controllata.

Il controllo analogo

congiunto (art. 2)

Situazione in cui l’amministrazione esercita, congiuntamente con altre amministrazioni, su una società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi (nel caso di appalti pubblici).

Società in house(art. 16)

Ricevono afi damenti diretti di contratti pubblici dalle amministrazioni che esercitano su di esse il controllo analogo o da ciascuna delle amministrazioni che esercitano su di esse il controllo analogo congiunto solo se non vi sia partecipazione di capitali privati, ad eccezione di quella prevista prescritta da norme di legge e che avvenga in forme che non comportino controllo o potere di veto, né l’esercizio di un’inl uenza determinante sulla società controllata.

In quali società è ammessa la partecipazione

pubblica (art. 3)

Esclusivamente in società, anche consortili, costituite in forma di spa o srl, o anche coop.

Come possono essere

costituite società a

partecipazione pubblica(art. 7)

a) dpcm, su proposta del Mef di concerto con i ministri competenti per materia, previa deliberazione del Cdm, in caso di partecipazioni statali;b) decreto del presidente della regione, previa deliberazione della giunta regionale;c) deliberazione del consiglio comunale, in caso di partecipazioni comunali;d) delibera dell’organo amministrativo dell’ente, in tutti gli altri casi di partecipazioni pubbliche.

Società a partecipazione

mista pubblico /privata(art. 17)

La quota di partecipazione del soggetto privato non può essere inferiore al 30% e la procedura di selezione si svolge con procedure di evidenza pubblica e ha ad oggetto, al contempo, la sottoscrizione o l’acquisto della partecipazione societaria da parte del socio privato e l’afi damento del contratto di appalto o di concessione oggetto esclusivo dell’attività della società mista.

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36 Venerdì 26 Agosto 2016 APPALTI PUBBLICI

Nel 2015 sono diminuite del 9,8% nel settore dei lavori pubblici secondo i dati Anac

Opere, meno imprese qualificateE alle società di attestazione (Soa) multe per 290 mila €

Pagina a curaDI ANDREA MASCOLINI

L’Anac ha svolto 2.560 procedimenti istrut-tori sul settore della qualificazione delle

imprese e della vigilanza sul-le Soa (società organismi di attestazione) che in 154 casi hanno determinato l’irrogazio-ne di sanzioni pecuniarie per circa 290.830 euro; nel 2015 sono calate del 9,8% le impre-se qualificate nel settore dei lavori pubblici. È quanto si de-sume dalla relazione dell’Auto-rità nazionale anticorruzione sull’anno 2015 presentata a luglio ove peraltro si premet-te che il sistema basato sulle Soa «crea un indubbio effetto di semplificazione nella fase di affidamento» anche se è «ri-masto ingessato nella conget-tura che la capacità esecutiva dell’impresa, da cui trarne la presunta affidabilità, dimo-strata dall’esperienza curricu-lare dell’azienda e non già dalla capacità operativa comprovata all’attualità». L’Anac guarda però con fiducia all’«auspicata

riforma del sistema di qualifi-cazione degli esecutori di lavori pubblici che il nuovo codice dei contratti pubblici è chiamato a compiere affidando proprio all’Anac tale compito».

Nel 2015 sono stati istru-iti 123 procedimenti di vi-gilanza sulle Soa (cosiddetta vigilanza a monte), di cui 84 su istanza di parte e 39 d’uffi cio. In relazione a questa attività l’Anac ha rilevato che la docu-mentazione fornita dalle Soa «non è stata quasi mai comple-ta ed è stata necessaria una ri-chiesta specifi ca per il comple-tamento di quanto sottoposto a verifi ca», il che ha comportato «un livello di adempimento non ancora suffi cientemente adeguato».

L’Autorità nel 2015 ha avviato dieci procedimen-ti sanzionatori (per omesse comunicazioni e per la viola-zione del principio di indipen-denza) nei confronti delle Soa dei quali tre si sono conclusi con archiviazione, sei con san-zione pecuniaria e uno per il

quale, oltre alla sanzione pe-cuniaria, si è aggiunta anche la sanzione temporaneamente interdittiva della sospensione della autorizzazione a svolgere l’attività.

Per quel che attiene alla vigilanza sull’attività di qualifi cazione delle im-prese (cosiddetta vigilanza a valle) l’Anac ha condotto 2.437 istruttorie su iniziativa di parte o d’uffi cio che hanno portato a defi nire 144 procedi-menti sanzionatori, di cui nove nei confronti delle Soa e 135

nei confronti delle imprese, per un ammontare complessivo di 251.830 euro.

La vigilanza è stata eser-citata su un complesso di im-prese che nel 2015 ha subito una forte contrazione pari al 9,8%: le imprese qualificate sono infatti passate da 33.159 nel 2014 a 30.662 nel 2015. Il calo non ha toccato il settore di imprese che operano nelle ca-tegorie specialistiche; in questo ambito l’Anac registra che «per la specifi cità del know-how ac-quisito, si assiste al consolidar-

si del mercato dal lato dell’of-ferta». Nelle categorie non specialistiche e più numerose come presenza delle imprese invece il calo è netto.

Dal punto di vista delle sanzioni irrogate alle im-prese si conferma come pro-blematica di maggiore impat-to sul sistema di qualifi cazione l’applicabilità dei nuovi criteri-indicatori di consistenza (rela-tivamente alle imprese cedute, trasferite, affi ttate) alle cessio-ni, di azienda o di un suo ramo, già perfezionate e valutate posi-tivamente, ai fi ni del consegui-mento della qualifi cazione delle imprese prima dell’adozione del manuale di cui al comunicato del presidente Anac del 16 ot-tobre 2014. Fra i diversi profi li oggetto dei procedimenti la re-lazione si sofferma sulle opera-zioni di trasferimento di azien-da o di ramo; la causa ostativa relativa al socio di maggioran-za; la qualifi cazione di società in-house o partecipate da enti pubblici in qualità di concessio-nari di pubblici servizi.

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Una cabina di regia per monitorare il nuovo codice degli appalti; sarà costituita presso la presidenza del consiglio anche per segnalare ad

Anac anomalie e criticità applicative e per rela-zionare all’Unione europea. È quanto prevede uno schema di dpcm in fase di elaborazione che regolerà il funzionamento dell’organo la cui esi-genza è sorta in ambito europeo con le direttive del 2014 per avere un centro di coordinamento della poli-tica legislativa in materia di contratti pubblici e che si è concretizzato nell’articolo 212, comma 1, del nuovo co-dice dei contratti pubblici.

La norma ha istituito, presso la presidenza del con-siglio dei ministri, una spe-cifi ca cabina di regia al fi ne di assicurare il raccordo tra i diversi attori coinvolti nel settore dei contratti pubblici e di fornire un indi-rizzo unitario sulle politiche degli appalti pubbli-ci e concessioni. Compiti specifi ci della cabina di regia saranno l’attuazione e la ricognizione dello stato di attuazione del nuovo codice ai vari livelli istituzionali e l’attuazione, oltre alla proposta di modifi che; la promozione di un piano nazionale in tema di procedure telematiche di acquisto e di accordi per agevolare la bancabilità delle opere pubbliche; la segnalazione di eventuali violazio-ni o problemi sistemici all’Anac.

Lo schema di dpcm attua il comma 5 dell’arti-colo 212 e provvede alla defi nizione della disci-plina relativa alla composizione e alle modalità di funzionamento della cabina di regia che sarà presieduta dal capo del dipartimento per gli af-fari giuridici e legislativi della presidenza del

consiglio e coinvolgerà i diversi ambiti di com-petenza, a livello centrale, regionale e locale (ne faranno parte: il capo dell’uffi cio legislativo del Mit un rappresentante dell’Agenzia per la coesione territoriale; un rappresentante del di-partimento delle politiche europee; due rappre-sentanti del Mef, un rappresentante dell’Anac, uno delle regioni, due delle autonomie locali; un rappresentante dell’Agid e uno della Consip).

Possibile la nomina di fi no a die-ci esperti competenti in materia di appalti pubblici e concessio-ni, di procedure telematiche di acquisto, di bancabilità delle opere.

Ai componenti, delegati, partecipanti e agli esperti non spetta alcun compenso.

Si prevedono riunioni pe-riodiche: entro il 31 marzo 2017 e, successivamente ogni 3 anni, per approvare la rela-

zione di controllo da inviare alla Commissione europea. Farle materie oggetto di attenzione ci saranno gli appalti telematici, gli elenchi dei soggetti certifi catori, il contenzioso, le re-lazioni uniche sulle procedure di aggiudica-zione. La cabina potrà svolgere audizioni e consultazioni di soggetti operanti nei settori di riferimento e potrà stipulare convenzioni e protocolli con soggetti pubblici, senza nuovi o maggiori oneri per lo stato. Le comunicazioni alla commissione europea saranno effettuate per il tramite del dipartimento delle politiche europee. Il supporto logistico, organizzativo ed informatico è svolto da un’apposita segreteria istituita presso il dipartimento per gli affari giu-ridici e legislativi.

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Cabina di regia a Palazzo Chigi in rapporto con Anac e Ue

Centro di coordinamento per appalti e concessioni I

l mancato invito a presenziare alla seduta pubblica di apertura delle buste in una gara pubblica viola il principio di trasparenza e non necessita della prova dell’avvenuta manipolazione della documentazione.

Lo afferma il Consiglio di stato, sezione quinta, con la pronuncia del 20 luglio 2016, n. 3266 in cui si premette che il principio di trasparenza in materia di contratti pubbli-ci ha portata fondamentale ed informa profondamente le procedure di gara. Corollario di questa affermazione è che la rilevanza della violazione (del principio di trasparenza) «prescinde dalla prova concreta delle conseguenze negative derivanti dalla sua violazione, rappresentando un valore in sé, di cui la normativa nazionale e comunitaria predica la salvaguardia a tutela non solo degli interessi degli ope-ratori, ma anche di quelli della stazione appaltante».

Nel caso esaminato dalla sentenza era accaduto che la stazione appaltante non avesse inviato la comunicazio-ne via Pec., del giorno di apertura dei plichi, privando il concorrente della possibilità di partecipare alla seduta pubblica e, conseguentemente, determinando una lesio-ne del principio di trasparenza. I giudici affermano che è suffi ciente questa mancanza a ritenere illegittimo il comportamento della stazione appaltante, a nulla rile-vando il fatto che si sia poi prodotto una manipolazione della documentazione di gara: «non spetta all’operatore economico provare che il mancato rispetto del principio di trasparenza abbia in concreto prodotto una manipola-zione indebita della documentazione nella disponibilità della commissione di gara». D’altro canto il Consiglio di stato aveva precisato in passato che nelle gare d’appalto la pubblicità delle sedute risponde all’esigenza di tutela non solo della parità di trattamento dei concorrenti, ai quali deve essere permesso di effettuare gli opportuni riscontri sulla regolarità formale degli atti prodotti e di avere così la garanzia che non siano successivamente intervenute indebite alterazioni, ma anche dell’interesse pubblico alla trasparenza e all’imparzialità dell’azione amministrativa, le cui conseguenze negative sono diffi cilmente apprezzabili ex post una volta rotti i sigilli e aperti i plichi, in mancanza di un riscontro immediato.

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ALLA SEDUTA PUBBLICA PER APRIRE LE BUSTE

Gare, se manca l’invito non c’è la trasparenza

Speciale appaltiTutti i venerdì una pagina

nell’inserto Enti Locali E una sezione dedicata su

www.italiaoggi.it/specialeappalti

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Promuoverà il pia-no nazionale per le

procedure telematiche di acquisto e accordi per agevolare la ban-cabilità delle opere.

All’attenzione, anche il contenzioso

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37Venerdì 26 Agosto 2016Venerdì 26 AgA G E VO L A Z I O N I

Avviso per la presentazione di progetti a sostegno di persone e famiglie. Istanze al via dall’1/9

Per l’inclusione sociale 486 mlnContributi fi no al 100% delle spese contro la povertà

Pagina a cura DI MASSIMILIANO FINALI

Ammonta a oltre 486 milioni di euro lo stanziamento che il ministero del lavoro e

delle politiche sociali mette in campo a sostegno dell’inclusio-ne sociale. Lo prevede l’avviso pubblico per la presentazione di progetti da fi nanziare a va-lere sul Fondo sociale europeo, programmazione 2014-2020, Programma operativo nazio-nale (Pon) «Inclusione», che invita a presentare proposte di intervento per l’attuazione del Sostegno per l’inclusio-ne attiva. Il bando ha come obiettivo principale quello di supportare l’implementazione del Sia (Sostegno per l’inclu-sione attiva), che anticipa di fatto la defi nizione del Piano nazionale di contrasto alla po-vertà introdotto dalla legge di Stabilità per il 2016. In parti-colare, grazie agli interventi fi nanziati dal bando, saranno rafforzati i servizi di accom-pagnamento e le misure di at-tivazione rivolte alle persone

in condizione di povertà, senza intervenire sul benefi cio eco-nomico, che resta a carico del bilancio dello stato. Gli enti benefi ciari del fi nanziamento potranno coprire le spese am-missibili con un contributo fi no al 100% delle spese am-missibili.

Finanziabili interventi di inclusione attiva

Il bando intende rafforzare gli interventi in at-tuazione del decreto interministeriale 26 maggio 2016 recante le modalità attuati-ve del Sia, attraver-so il supporto agli Ambiti Territoriali nello svolgimento delle funzioni corre-late allo stesso Sia. In particolare, sono fi nanziabili attività di servi-zi di segretariato sociale per l’accesso e servizio sociale pro-fessionale per la valutazione multidimensionale dei bisogni del Nucleo e la presa in carico. Sono anche fi nanziabili inter-venti per l’inclusione attiva quali servizi sociali, servizi so-

cio educativi e politiche attive del lavoro. È infi ne fi nanzia-bile la promozione di accordi di collaborazione in rete con le amministrazioni compe-tenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tute-la della salute e istruzione, sostegno all’alloggio, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con

particolare riferimento agli enti non profi t.

Beneficiari gli Ambiti territoriali

Sono ammessi a presentare proposte progettuali esclusi-vamente gli Ambiti territoriali di cui alla legge 328/2000 art. 8. Ogni Ambito territoriale è

chiamato a presentare un’uni-ca proposta d’intervento; la proposta è presentata dall’En-te capofi la in rappresentanza dell’Ambito territoriale. De-stinatari fi nali dei Progetti fi -nanziati sono in via generale i nuclei familiari benefi ciari del Sia, come defi niti ai sensi del decreto interministeria-le 26 maggio 2016. Ad ogni modo, gli interventi possono

fare r i fer i -mento sia ad azioni «dirette alle persone», sia ad «azioni di sistema», dirette al ge-nerale raffor-zamento delle reti. Le azioni dirette al le persone han-

no quindi come destinatari i benefi ciari del Sia, sia ef-fettivi che potenziali (questi ultimi con riferimento alle fasi precedenti la verifica dell’eleggibilità alla misura), come individuati dalla citata disciplina attuativa del Sia; le misure di sistema non hanno

destinatari diretti, ma sono rivolte indirettamente e prio-ritariamente ai Destinatari del Sia, sebbene possa bene-fi ciarne indirettamente anche l’utenza ad essi assimilabile che trae benefi cio dalla costi-tuzione delle reti. Le attività progettuali prenderanno avvio dalla comunicazione di avve-nuta registrazione del decreto di approvazione della Conven-zione di sovvenzione da parte dei competenti organi di con-trollo e dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2019.

Domande a partire dal 1° settembre 2016

I Soggetti proponenti do-vranno presentare le Proposte di intervento, usando esclusi-vamente i modelli predisposti dall’Autorità di gestione, tra-mite invio di Posta elettronica certifi cata all’indirizzo [email protected]. Le proposte di intervento dovranno essere presentate a partire dalle ore 12,00 del giorno 1° settembre 2016 e fi no alle ore 16,00 del giorno 30 dicembre 2016.

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PIANI DI SVILUPPO

Abruzzo e Pugliaselezionano i Galper i fondi al rurale

Le regioni Abruzzo e Puglia selezionano i Gruppi di azione locale a cui assegnare i fondi comunitari per le aree rurali e mon-tane. Entrambe le regioni hanno reso ope-rativi i rispettivi bandi, che interessano 24 milioni di euro di fondi per l’Abruzzo e 155 milioni di euro per la Puglia. I Piani di sviluppo rurale della Puglia e dell’Abruzzo, validi per il periodo 2014-2020, prevedono la possibilità per i Gruppi di azioni locale (Gal), partenariati tra soggetti pubblici e privati, di candidarsi alla attuazione di una propria Strategia di sviluppo locale (Ssl). Tale strategia deve essere defi nita dalle co-munità locali attraverso un approccio par-tecipativo e fi nanziabile dalla Sottomisura 19.2 «Sostegno all’esecuzione degli inter-venti nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo del Psr». Gli enti locali possono ovviamente far parte dei par-tenariati che andranno a proporre la stra-tegia di sviluppo mediante la costituzione dei Gal. Per la Regione Puglia, la domanda e la documentazione devono essere conte-nute in plico chiuso e sigillato riportante le indicazioni del mittente e indirizzato alla Regione Puglia - Dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale – Lungomare N. Sauro 45/47 – Bari - Responsabile di Rac-cordo Misura 19. Il plico deve pervenire al protocollo entro e non oltre le ore 12,00 del 15 settembre 2016, pena irricevibilità. Anche la Regione Abruzzo richiede l’invio della domanda in cartaceo, tramite racco-mandata/pacco celere o corriere, entro il 9 settembre 2016 al Dipartimento politiche dello Sviluppo rurale e della pesca della stessa Regione.

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TERZO SETTORE

Lombardia, 9 milioni per il reinserimentodi detenuti e minori

La Regione Lombardia ha approvato un bando per favorire il reinserimento sociale delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, adulti e minori, o a fi ne pena. Sono ammissibili alla presen-tazione dei progetti gli Enti pubblici locali, le Organizzazioni del terzo settore iscritte nei registri regionali e gli Enti accreditati per la formazione e per il lavoro che abbia-no maturato un’adeguata esperienza nel campo, le Parti sociali. I destinatari degli interventi sono i soggetti a rischio di esclu-sione sociale e loro famiglie; in particola-re, sono destinatari gli adulti sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, i minori e giovani adulti sottoposti a prov-vedimenti dell’Autorità giudiziaria, nonché gli adulti e minori/giovani adulti a fi ne pena entro massimo l’anno successivo al termi-ne della stessa. Ogni ente può partecipare come partner o capofi la a un massimo di tre progetti che possono prevede attività di reinserimento individuale, informazione e sensibilizzazione, interventi propedeuti-ci all’inserimento lavorativo, accoglienza abitativa temporanea. Il finanziamento massimo assegnabile per ogni progetto è pari all’80% del costo e comunque non può essere superiore a 550 mila euro. Il cofi nanziamento a carico della partnership è pari al 20% del costo del progetto. La do-manda di partecipazione, a cura dell’ente capofi la del partenariato, deve essere pre-sentata esclusivamente attraverso SiAge raggiungibile all’indirizzo www.siage.regio-ne.lombardia.it a partire dalle ore 12 del 15 settembre ed entro, pena l’esclusione, le ore 17 del 30 settembre 2016.

Ue, 5,8 milioni di euro per le politiche del mare. Scadrà il 26 settembre 2016 il bando della Commissione europea che stanzia 5,8 milioni di euro per il sostegno all’im-plementazione della diret-tiva quadro sulla strategia marina, identifi cata da an-che come MSFD, 2008/56/EC. In particolare, il bando «DG ENV/MSFD Second Cycle/2016» permette agli enti locali interessati di ottenere contributi a fondo perduto fi no all’80% della spesa ammissibile. Per par-tecipare al bando è neces-sario presentare domanda entro il 26 settembre 2016.

Anci, un corso per la poli-zia locale. Anci ha lanciato il secondo corso di formazione per dirigenti della polizia lo-cale. Il corso di formazione è rivolto a dirigenti e/o futuri dirigenti delle Polizie locali, in particolare delle città con popolazione superiore a 150 mila abitanti nonché delle città capoluogo di provin-cia e/o città metropolitane. Per partecipare, i candidati dovranno iscriversi sul sito www.sicurezzaurbana.anci.it entro le ore 12,00 di lunedì 19 settembre 2016. I posti disponibili sono sessanta.

Piemonte, contributi per la cultura. La Regione Piemonte ha pubblicato l’avviso per presentare domanda a valere sulla

legge regionale 58/1978 «Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali» con scadenza fi ssata al 9 settem-bre 2016. Sono fi nanziabili attività espositive, attività teatrali, attività musicali, attività di danza, attività cinematografiche, rievo-cazioni storiche, iniziative speciali di rilievo regionale, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale linguistico regionale. Fino al 15 settembre 2016 sarà possibile accedere anche ai fondi della lr 17/2003 «Va-lorizzazione delle espressio-ni artistiche in strada”.

Marche, più tempo per le risorse contro il rischio incendi. La Regione Mar-che ha disposto proroga del termine di scadenza della presentazione delle doman-de di aiuto riferite al bando della Misura 8, Sottomisura 8.3, operazione A), Azione 1 «Investimenti destinati a ridurre il rischio di incendi». L’accesso a questa misura del Piano di Sviluppo Rura-le 2014-2020 sarà possibile fi no al 31 agosto 2016.

AGEVOLAZIONI IN PILLOLE

a cura diCLUB MEP

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38 Venerdì 26 Agosto 2016 OSSERVATORIO VIMINALE

Ostensibile documentazione generalmente coperta da riservatezza

Accesso, divieti cedevoliNessun diniego al consigliere comunale

L’ a m m i n i s t r a z i o n e comunale può rendere ostensibili i documenti concernenti il rilascio di titoli abilitativi, studi di fattibilità, documenti del Suap e dell’Ufficio edili-zia privata-urbanistica richiesti dai consiglieri comunali ai sensi dell’art. 43, comma 2, del decreto legislativo n. 267/00? L’en-te può negare l’accesso ai documenti rientranti in tale elenco in ragione del-le eventuali pretese risar-citorie dei soggetti privati coinvolti, eventualmente danneggiati dalla diffusio-ne delle notizie in possesso della amministrazione?

L’art. 43, comma 2, ricono-sce al consigliere comunale un diritto dai confi ni più ampi sia del diritto di accesso ai do-cumenti amministrativi attri-buito al cittadino nei confron-ti del comune di residenza, ai sensi dell’art. 10 del decreto legislativo n. 267/00 sia, più in generale, nei confronti del-la pubblica amministrazione, come disciplinato dalla legge n. 241/90.

La Commissione per l’ac-cesso ai documenti ammini-strativi, con parere espresso nella seduta del 28 febbraio 2012, ha affermato che «il di-ritto di accesso riconosciuto ai consiglieri degli organi eletto-rali locali ex art. 43 decreto legislativo n. 267/00 è stret-tamente funzionale all’eserci-zio del proprio mandato, alla

verifi ca e al controllo del com-portamento degli organi isti-tuzionali decisionali dell’ente territoriale, ai fi ni della tute-la degli interessi pubblici, e si confi gura come peculiare espressione del principio de-mocratico dell’autonomia lo-cale e della rappresentanza esponenziale della collettivi-tà (Cons. stato sez. V, 08-11-2011, n. 5895). In tale ottica, al consigliere comunale non può essere opposto alcun di-niego, altrimenti gli organi di governo dell’ente sarebbero arbitri di stabilire essi stessi l’estensione del controllo sul proprio operato».

La giurisprudenza del Con-siglio di stato si è orientata nel senso di ritenere che l’am-pia prerogativa a ottenere informazioni è riconosciuta

ai consiglieri comunali sen-za che possano essere op-posti profi li di riservatezza, restando fermi, tuttavia, gli obblighi di tutela del segreto e i divieti di divulgazione di dati personali, nei casi speci-fi camente determinati dalla legge, come peraltro previsto dal citato art. 43.

Anche il Tar Lombardia – Milano, con sentenza n. 2363 del 23/9/2014, ha riconosciuto un ampio diritto dei consiglie-ri comunali ad accedere agli atti del Comune in quanto «non è in dubbio che possa es-sere ostensibile anche docu-mentazione che, per ragioni di riservatezza, non sarebbe ordinariamente ostensibile ad altri richiedenti, essendo il consigliere tenuto al segre-to d’uffi cio».

Autori – Ciro D’Aries, Stefano Glinianski, Tiziano Tessaro

Titolo – Testo unico in materia di società a parteci-pazione pubblica

Casa editrice – Maggioli, Rimini, 2016, pp. 184

Prezzo – 32 euro

Argomento – Il c.d. Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica rappresenta, nel panora-ma normativo naziona-le, il primo tentativo di disciplina organica del fenomeno societario pub-

blico, dopo che in passato si è ricorsi, con grande facilità, alla costituzione di società partecipate per trovare facili vie di fuga da limiti, vincoli e controlli imposti nell’utilizzo delle pubbliche risorse econo-miche o nell’ambito del reclutamento del perso-nale. Sono chiare, a questo punto, le principali carat-terizzazioni contenute nel predetto Testo Unico e, in particolare, quelle sul tipo di società pubblica (società a responsabilità limitata o società per azioni), sul tipo di servizio, sulle modalità del controllo sulle società c.d. in house (disciplinato anche nella forma del controllo congiunto di più amministrazioni), sulle motivazioni che spingo-no la pubblica ammini-strazione a esplicitare le ragioni per cui intende costituire o mantenere una partecipazione societaria. Il volume edito dalla Mag-gioli e curato a più mani da autori esperti della materia, riporta un detta-gliato commento al testo normativo di riferimento, illustrando approfondita-mente il contenuto della disciplina delle società a partecipazione pubblica con riferimento a tutte le novità giuridiche inter-venute e ponendo parti-colare attenzione al tema della governance di questa particolare tipologia di persone giuridiche.

a cura di Gianfranco Di Rago

LO SCAFFALE DEGLI ENTI LOCALI

Emilia-Romagna

Istruttore direttivo contabile a tempo determinato. Unione dei comuni valli del Reno, Lavino e Samoggia di Casalecchio di Reno (Bo), un posto. Scadenza: 19/9/2016. Tel. 051/598111. G.U. n. 66

LazioDirigente amministrativo contabile. Comunità montana valle del Liri di Arce (Fr), un posto. Scadenza: 22/9/2016. Tel. 0776/523171. G.U. n. 67

LiguriaIstruttore amministrativo part-time. Comune di Chiusavecchia (Im), un posto. Scadenza: 12/9/2016. Tel. 0183/52406. G.U. n. 64

LombardiaIstruttore tributario

informatico a tempo determinato. Comune di Monza (Mb), un posto. Scaden-za: 8/9/2016. Tel. 039/2372286. G.U. n. 64

MarcheFarmacista collaboratore a tempo parziale. Comune di Camerino (Mc), un posto. Scadenza: 12/9/2016. Tel. 0737/634719. G.U. n. 64

PiemonteIstruttore direttivo contabile. Comune di Mondovì (Cn), un posto. Scadenza: 29/8/2016. Tel. 0174/559211. G.U. n. 60

PugliaFunzionario contabile. Comune di Conversano (Ba), un posto. Scadenza: 12/9/2016. Tel. 080/4094111. G.U. n. 64

CONCORSI

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LE RISPOSTE AI QUESITI

SONO A CURA

DEL DIPARTIMENTO AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

DEL MINISTERO DELL’INTERNO

Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO

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39Venerdì 26 Agosto 2016 39Venerdì 26 Agosto 2016A N P C I

La presidente Anpci anticipa i temi dell’assemblea nazionale che si terrà in settembre

Piccoli enti fuori dagli schemiBiglio: lotta di libertà contro l’associazionismo imposto

DI GIACOMO ANTONELLI

Una battaglia di liber-tà contro il pensiero unico dominante in materia di associazio-

nismo. Libertà di scelta nella gestione dei servizi e delle fun-zioni nel rispetto dei fabbisogni standard. Libertà di gestione delle risorse derivanti dalla tassazione locale. Libertà dai vincoli del pareggio di bilancio e dalla burocrazia inutile per i comuni di piccole dimensioni. Ma per uscire vittoriosi dal confronto con il neocentralismo patrocinato da governo, regio-ni e grandi comuni, i mini-enti dovranno soprattutto crescere in consapevolezza. «Perché a fu-ria di sentirci dire che costiamo troppo e che l’associazionismo è la panacea di tutti i mali ci stiamo quasi credendo, e inve-ce dobbiamo affrontare a testa alta la sfi da che questo gover-no ha lanciato al mondo delle autonomie». Franca Biglio, pre-sidente e anima dell’Anpci, an-ticipa a ItaliaOggi i temi della XVII assemblea nazionale dei piccoli comuni che, assieme alla XII festa nazionale, si svolgerà dal 9 all’11 settembre a Chies d’Alpago (Belluno).

Domanda. Presidente, il 2016 è stato un anno diffi cile per i piccoli comuni e il futuro non sembra presagire nulla di buono, con gli obblighi di asso-ciazionismo destinati a essere riproposti su base provinciale. Con che spirito continuate a portare avanti le vostre batta-glie?

Risposta. Con lo spirito di sempre, convinti di essere nel giusto. Quest’anno i piccoli co-muni si sono dovuti confrontare con il pareggio di bilancio, con 60 nuovi adempimenti per lo più inutili, con il codice degli appalti che consta di 220 ar-ticoli e necessita di 50 decreti attuativi, con l’incertezza dei trasferimenti compensativi di Imu e Tasi, ma soprattutto con varie proposte di accorpamento obbligatorio palesemente inco-stituzionali.

D. Il riferimento è ovviamen-te alla proposta di legge Lodo-lini sulla fusione obbligatoria dei centri sotto i 5.000 abitanti, un’idea da cui, va detto, il go-verno ha di recente (con il vi-ceministro all’economia Enrico Morando) preso le distanze. Chi spinge per le fusioni, sostiene tuttavia che voi non siate in grado di sostenervi da soli e che solo attraverso le aggregazioni, più o meno spontanee, si possa-no generare risparmi. È così?

R. Niente di più falso. La stragrande maggioranza dei 5.575 comuni sotto i 5.000 abi-tanti è virtuosa. Non lo dicia-mo noi, ma il Mef. Il problema è che i risparmi ottenuti non sono rimasti sul territorio, ma sono stati dirottati al centro. Dal 2010 al 2015 sono state tagliate

agli enti sotto i 5.000 abitanti risorse per 2 circa miliardi di euro (204 euro per abitante), ma più della metà di questi soldi è andata a fi nanziare le 530 unioni e le 46 fusioni oggi esistenti, sottraendole ai singoli comuni.

D. C’è quindi secondo lei una strategia ben precisa per farvi scomparire?

R. Certo, ed è una strategia frutto della miopia politica che, a dir la verità, ha accomunato tutti i governi alternatisi al po-tere negli ultimi dieci anni. Il governo Renzi ha deciso solo di sferrare l’attacco fi nale. Baste-rebbe avere una strategia lun-gimirante su ciò che possono rappresentare i piccoli comuni per il bene del Paese e allora si capirebbe come la prospettiva di penalizzarli e costringerli a unirsi sia profondamente er-rata, irrazionale e contropro-ducente.

D. C’è qualcuno da cui vi sen-tite traditi?

R. C’è chi predica bene e raz-zola male, come l’Uncem che a Ferragosto ha giustamente invitato i turisti che hanno scelto la montagna per le loro

vacanze a fare acquisti nelle botteghe dei piccoli comuni per farle rivivere. Ma va ricordato che il presidente dell’Uncem e deputato Pd, Enrico Borghi, ha votato tutte le leggi che in questi mesi hanno messo più in diffi coltà i piccoli comuni, dal codice appalti alla legge di stabilità 2016. Ma l’elenco dei

tradimenti è lungo. L’ultima delusione in ordine di tempo è arrivata dalle regioni.

D. Cosa è successo? R. Il 3 agosto scorso il mi-

nistro per gli affari regionali, Enrico Costa, da sempre amico dei piccoli comuni, ha proposto in Conferenza unifi cata un’in-tesa per il riconoscimento di

maggiori spazi fi nanziari agli enti sotto i 1.000 abitanti, ma i governatori regionali hanno detto no, nel silenzio della stampa, ItaliaOggi esclusa, ovviamente, e nell’indifferenza generale dei soggetti istituzio-nali deputati a rappresentare le autonomie, Anci in primis.

D. A proposito di Anci, a ot-tobre l’Associazione eleggerà a Bari il nuovo presidente. Confidate che questo possa rappresentare un cambio di passo?

R. Sarebbe bello se il suc-cessore di Piero Fassino fosse il sindaco di un piccolo o medio comune. C’è già una candida-tura in tal senso e ci dichia-riamo sin d’ora disponibili a un profi cuo confronto sui temi programmatici che da anni l’Anpci porta avanti.

L’Anpci è vicina alle popolazioni colpite dal sisma e si mette a disposizione dei loro sindaci in base alle loro esigenze. È stato aperto un conto correte bancario per la raccolta fondi. Il conto corrente aperto dedi-cato ha questa intestazione: FONDO SOLIDARIETÀ PER COMUNI TERREMOTATI AGOSTO 2016 - Banca UniCredit, Agenzia Via del Corso Roma intestato ad Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, IBAN: IT 95 G 02008 05154 000104428055.

Un c/c per il sisma

Negli ultimi tre anni, mentre da un lato i governi centrali tagliavano risorse ai piccoli comuni virtuosi per trasferirle a fantomatiche unioni e fusioni comuni spreconi, dall’altro lato emanavano più di 60 provvedimenti che trasferiscono ai piccoli comuni nuove funzioni, competen-ze ed adempimenti per la maggior parte di infima o assoluta inutilità: dal Dup ai piani anticorruzione, ai piani trasparen-za, performance e chi più ne ha più ne metta.Ma nel primo semestre l’attuale governo si è superato in questa mania spasmodi-ca di disposizioni inutili e spesso danno-se, basta ricordare: 1) il pareggio di competenza che non con-sente ai comuni di utilizzare i loro avanzi di amministrazione (frutto di politiche sane) per opere pubbliche (non si possono asfaltare le strade, ma se un cittadino cade in una buca è il sindaco a rispondere del danno). Con il dl 113 e con la rifor-ma della legge 243/2012, si è rimediato a questo vulnus, ma sette mesi fa l’Anpci aveva segnalato e ammonito, proponen-do emendamenti, che la legge di stabilità 2016 sarebbe stata un de profundis per i comuni, ma nessuno ci ha ascoltato;2) il codice degli appalti composto di 220 articoli avrà bisogno di 50 decreti attua-tivi. Risultato: lavori pubblici bloccati per 520 milioni di euro, caos assoluto nei co-muni e in tutti gli enti pubblici, creazione di centrali di committenza i cui costi di funzionamento non saranno indifferen-ti, divieto ai tecnici interni di progettare senza abilitazione, dopo che da decenni progettano. Sabato 16 luglio è comparso sulla gazzetta un provvedimento che eli-mina dal codice 170 refusi su 220 articoli. Ogni commento è superfluo;3) i decreti sui criteri minimi ambien-tali anche per i semplici tagli d’erba di

scarpate. Per quanto riguarda il taglio dell’erba, è richiesto un piano degli sfal-ci che preveda tecniche a basso impatto. Ad esempio è richiesto il taglio frequente con sminuzzamento dell’erba per evitare l’asporto dell’erba tagliata, ma in questo caso aumentano i consumi di energia e carburante per l’uso delle attrezzature. È tutto questo vantaggioso, soprattutto dal punto di vista ambientale? Il perso-nale deve essere formato sulle pratiche di giardinaggio ecocompatibili in merito alle tecniche di prevenzione dei danni provo-cati da parassiti, malattie e infestanti, sulle nozioni relative ai prodotti fitosani-tari, caratteristiche e indicazione di quel-li autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica, nozioni sull’uso di prodotti basati su materie prime rinno-vabili, sul maneggiamento, la gestione di prodotti chimici e dei loro contenitori, sull’uso legale ed in sicurezza di pesticidi, di erbicidi, e tecniche per evitare feno-meni di resistenza indotta dei parassiti alle sostanze chimiche usate, sull’uso e le caratteristiche del compost; pratiche di risparmio idrico ed energetico; gestio-ne e raccolta differenziata dei rifiuti. Insomma, dovremo assumere ingegneri ambientali al posto dei cantonieri. Ma l’elenco degli adempimenti che ri-schiano di strozzare gli enti, soprattutto quelli più piccoli, non finisce qui. L’entrata in vigore delle nuove regole sul diritto di accesso dettate dal decreto legi-slativo 97/2016 sul Freedom of informa-tion act senza un adeguato supporto or-ganizzativo rimarrà sulla carta, dato che l’aumento della trasparenza dell’attività delle amministrazioni pubbliche è stato disposto senza aver valutato a fondo l’im-patto che l’applicazione delle nuove rego-le determina sull’organizzazione delle Pa. In questo quadro il dettato finale del de-

creto, cioè che la sua realizzazione deve avvenire a costo zero, sembra una presa in giro per le amministrazioni comuna-li. Come fa il legislatore a parlare di invarianza di spesa? Con il nuovo decreto le singole am-ministrazioni, compresi i comuni più piccoli, devono darsi delle strutture e formare il personale, che deve essere in possesso di un’adeguata preparazio-ne di base, cioè la laurea. Ed ancora, è inevitabile che si dovranno realizzare adeguati investimenti per potenziare la possibilità di utilizzare gli strumen-ti informatici per semplificare gli iter procedurali. E mentre ai piccoli comuni si chiedono sacrifici e si assegnano nuove funzioni, si limitano e si complicano le procedu-re per gli acquisti sopra i 1.000 euro, tranquillamente due giorni prima del ballottaggio, il commissario di Roma riconosceva debiti fuori bilancio per 10 milioni di euro.La responsabilità di questa follia e iper-trofia legislativa sarà anche dei dirigenti ma va addebitata soprattutto ai politici (Graziano Delrio, ministro delle infra-strutture e padre politico del codice ap-palti, ha sempre sostenuto che sarebbe stata una legge di semplificazione) che spesso sotto la spinta anche di qualche giornalista (il disastro delle province generato dalla legge Delrio, sì sempre lui, in parte è figlio anche dell’attacco a testa bassa che certa stampa ha sferra-to sulle province senza valutarne costi e disfunzioni).Concludo con uno spot pubblicitario che gira per radio in questi giorni: Quanti adempimenti dobbiamo adempiere per non essere inadempienti ?

Vito Mario Burgio,consulente Anpci

STATO (ED EFFETTI) DI UNA LEGISLAZIONE IMPAZZITA

Prendersela con i funzionari è riduttivo

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