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Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Martedì 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Crediti d’imposta e patent box » a € 6,00 in più; con guida «Bail In» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci cosa cambia» a € 6,00 in più; con «L’Atlante delle Assicurazioni Leader 2015» a € 3,00 in più 197D>97 ?7 ABEFD7 7CC C;D <;EF>D; > CDB:BFF> :7 E@7DFC=BA; ; F78?;F# HHH#$'4"D;#9B@ ! ,(11$**J. /3%%+J&J2$0J. &.- )J-$+J2I /0.,.5J.-$+( " (E;@C>B >A:>97F>6B :> ?A7A7>7@;AFB >A ?;7E>A< E5 5A 9BEFB >CBF;F>9B :;??;75FB 9=>76> >A @7AB C7D> 7: > '%#%%%# $AF>9>CB > )#%%%#%%# '5D7F7 :;? ?A7A7>7@;AFB )- @;E> 9BA ), D7F; @;AE>?> :7 > ('.#%% D>E97FFB ?A7?; !BC7>BA7?;" > '#%%%#%% : J@CBDFB FBF7?; ?A7A7>7FB > &+#%%%#%% " 1C;E; >EFD5FFBD>7 % : EC;E; >A97EEB 97ABA> > )#-- : 2$- (#.- JA:>9>777FB (5D>8BD ( @;E> (+*# 87E; "%#%.( " 2$(* )#)( " J@CBDFB FBF7?; :7 D>@8BDE7D; > &.#+.'#(+ : +7 CDBCBEF7 9 E58BD:>A7F7 7??;7CCDB677>BA; :7 C7DF; :> %7A97 /D>67F7 +;7E>A< 1C$# /DB@B7>BA; 67?>:7 ?AB 7? 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La Malfa: « Miserabbili » La lettera che la Commissione Ue ha inviato al governo italiano sulla soluzio- ne della crisi delle quattro banche con- ferma che la direttiva non si prefigge di proteggere i risparmiatori, ma i bilanci pubblici. Così facendo, secondo loro, tute- lano gli interessi della collettività. I ritardi decisionali europei e gli errori di politica economica hanno creato crisi produttiva e occupazionale che ha mes- so in crisi le banche. Ma far pagare il costo agli obbligazionisti subordinati grida vendetta. Savona a pag. 5 p p l r p p s c g SU WWW.ITALIAOGGI.IT Legge di Stabilità 2016 - Il testo ap- provato dal Parla- mento Milleproroghe - La bozza del de- creto varato dal governo Fisco - Il wor- king paper del- le Entrate sui legami fra tasse e crimini bo c d F kin s La invi ne d ferm MASSIME La dichiarazione di unico socio può essere presentata dal notaio Pulsoni a pag. 31 LEGGE DI STABILITÀ/1 Precompilata, fisco in azione se il rimborso supera i 4 mila euro Stroppa a pag. 24 LEGGE DI STABILITÀ/2 Salva banche: risarcimenti sì, ma con tempi ancora da definire Grigolon a pag. 27 Le ecoballe della Campania fanno litigare i leghisti del Nord che continuano a lanciare strali verso il Meridione accusato di non sapere smaltire i rifiuti «a casa propria». Da quando il leader Matteo Salvini ha deciso di pas- sare dai cori anti-partenopei alla conquista elettorale dei terùn, devono fare i conti con i nuovi compagni di viaggio. Così, alle polemiche del segretario della Lega Lombarda, Grimoldi, che teme di dover smaltire 6 milioni di tonnellate di ecoballe napole- tane nella sua regione, risponde per le rime, Cantalamessa, refe- rente a Napoli nel movimento «Noi con Salvini». Bucchi a pag. 11 «Berlusconi svolge un’azione sto- rica all’altezza delle sue vocazioni universali». «B. ci guiderà per i prossimi trent’anni». «Lui rap- presenta il futuro dell’Italia e del centrodestra, dopo di lui non c’è nessuno». «È enormemente buono, per Lui andrei in carcere». «È un lu- minoso imprenditore cattolico con venature gianseniste». «B. è autore di molti miracoli» da studiare nelle università. «Deve essere paragonato a Olivetti ma anche ad Aristotele, Platone, Domenico, Agostino e Gioacchino da Fiore». «Ad Arco- re, l’unica situazione piccante fu una cena a lume di candela in una notte tempestosa con Fabrizio Cicchit- to». L’autore di questa prosa svene- vole è Sandro Bondi che adesso ha mollato B. L’Amato ingrato, se ne è sbarazzato definendolo: «Sfigato». I grandi amori finiscono sempre così. A padellate in faccia. DIRITTO & ROVESCIO I leghisti lombardi litigano con quelli campani sulle balle rifiuti da trattare A PALERMO Leoluca Orlando e Miccichè cercano un’intesa a danno del Pd Merli a pag. 10 * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Siluro a Renzi da parte del presidente del Piemonte, Chiamparino: per lui la riforma del senato è un aborto Carlo Valentini a pag. 6 RISERVE La Germania rivuole l’oro in custodia a Usa, Gb e Francia Giardina a pag. 16 IN ITALIA A NATALE Star Wars da record, già incassati 8,5 mln Secchi a pag. 21 ASCOLTI TV Nel 2015 vince Striscia, seguono Affari Tuoi e l’Isola Plazzotta a pag. 19 IN VENDITA SOLO A MOSCA Il profumo di Putin è il nuovo status symbol russo Mercuriali a pag. 16 IN ARRIVO LA BUG RACER Mattel lancia l’automobilina trainata da un vero grillo Sottilaro a pag. 17 LO DICE MICHAEL HERZOG L’Occidente è a rischio di nuovi attentati Vernizzi a pag. 15 LA X EDIZIONE DEL PREMIO LE POLIZZE PIÙ INNOVATIVE € 3,00 CON MF/MERCATI FINANZIARI O ITALIAOGGI A € 5,00 COMPLESSIVI IL WHO’S WHO DEGLI ASSICURATORI I NOMI DI CHI DECIDE E DI CHI CONTROLLA ANALISI I RATIOS DI EFFICIENZA VITA E DANNI BILANCI SOTTO LA LENTE DI 30 GRUPPI E 200 COMPAGNIE L’ATLANTE 2015 delle ASSICURAZIONI LEADER 2015 A RICHIESTA L’ATLANTE DELLE ASSICURAZIONI LEADER 2015 €2,00* 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Martedì 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50

Con il libro «Gestione e amministrazione delle società in Cina» a € 6,80 in più; con guida «Crediti d’imposta e patent box » a € 6,00 in più; con guida «Bail In» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci cosa cambia» a € 6,00 in più; con «L’Atlante delle Assicurazioni Leader 2015» a € 3,00 in più

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Commissione Ue, una vergogna La lettera inviata al governo conferma che per la Ue gli interessi della collettività

sovrastano quelli dell’individuo. Einaudi direbbe: «Scritteriati». La Malfa: «Miserabbili»La lettera che la Commissione Ue ha inviato al governo italiano sulla soluzio-ne della crisi delle quattro banche con-ferma che la direttiva non si prefigge di proteggere i risparmiatori, ma i bilanci pubblici. Così facendo, secondo loro, tute-lano gli interessi della collettività. I ritardi decisionali europei e gli errori di politica economica hanno creato crisi produttiva e occupazionale che ha mes-so in crisi le banche. Ma far pagare il costo agli obbligazionisti subordinati grida vendetta.

Savona a pag. 5

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SU WWW.ITALIAOGGI.IT

Legge di Stabilità 2016 - Il testo ap-provato dal Parla-mento Milleproroghe - La

bozza del de-creto varato dal governoFisco - Il wor-

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MASSIME

La dichiarazione di unico socio può essere presentata

dal notaioPulsoni a pag. 31

LEGGE DI STABILITÀ/1

Precompilata, fisco in azione se

il rimborso supera i 4 mila euro

Stroppa a pag. 24

LEGGE DI STABILITÀ/2

Salva banche: risarcimenti sì, ma con tempi ancora

da definireGrigolon a pag. 27

Le ecoballe della Campania fanno litigare i leghisti del Nord che continuano a lanciare strali verso il Meridione accusato di non sapere smaltire i rifiuti «a casa propria». Da quando il leader Matteo Salvini ha deciso di pas-sare dai cori anti-partenopei alla conquista elettorale dei terùn, devono fare i conti con i nuovi compagni di viaggio. Così, alle polemiche del segretario della Lega Lombarda, Grimoldi, che teme di dover smaltire 6 milioni di tonnellate di ecoballe napole-tane nella sua regione, risponde per le rime, Cantalamessa, refe-rente a Napoli nel movimento «Noi con Salvini».

Bucchi a pag. 11

«Berlusconi svolge un’azione sto-rica all’altezza delle sue vocazioni universali». «B. ci guiderà per i prossimi trent’anni». «Lui rap-presenta il futuro dell’Italia e del centrodestra, dopo di lui non c’è nessuno». «È enormemente buono, per Lui andrei in carcere». «È un lu-minoso imprenditore cattolico con venature gianseniste». «B. è autore di molti miracoli» da studiare nelle università. «Deve essere paragonato a Olivetti ma anche ad Aristotele,

Platone, Domenico, Agostino e Gioacchino da Fiore». «Ad Arco-re, l’unica situazione piccante fu una cena a lume di candela in una notte tempestosa con Fabrizio Cicchit-

to». L’autore di questa prosa svene-vole è Sandro Bondi che adesso ha mollato B. L’Amato ingrato, se ne è sbarazzato defi nendolo: «Sfi gato». I grandi amori fi niscono sempre così. A padellate in faccia.

DIRITTO & ROVESCIOI leghisti lombardi litigano con quellicampani sulle balle rifi uti da trattare

A PALERMO

Leoluca Orlando e Miccichè cercano

un’intesa a danno del Pd

Merli a pag. 10

* Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80)

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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Siluro a Renzi da parte del presidente del Piemonte, Chiamparino: per lui la riforma del senato è un aborto

Carlo Valentini a pag. 6

RISERVE

La Germania rivuole l’oro in custodia a Usa, Gb e Francia

Giardina a pag. 16

IN ITALIA A NATALE

Star Wars da record,

già incassati 8,5 mln Secchi a pag. 21

ASCOLTI TV

Nel 2015 vince Striscia, seguono

Affari Tuoi e l’Isola

Plazzotta a pag. 19

IN VENDITA SOLO A MOSCA

Il profumo di Putin

è il nuovo status symbol russo

Mercuriali a pag. 16

IN ARRIVO LA BUG RACER

Mattel lancia l’automobilina trainata da un

vero grilloSottilaro a pag. 17

LO DICE MICHAEL HERZOG

L’Occidente è a rischio di nuovi attentati Vernizzi a pag. 15

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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2 Martedì 29 Dicembre 2015 I C O M M E N T I

Un milione di migran-ti, secondo l’Iom (Organizzazione in-

ternazionale per le migrazioni), è arrivato in Europa nel 2015 (3.700 sono morti durante il viaggio). La metà sono siriani. William Lacy Swing, chief di Iom, ha calcolato che «chi ha organizzato questi viaggi ha guadagnato almeno un miliardo di dollari».

Se quello che sta per conclu-dersi è l’anno-record dell’immigra-zione, triplicata rispetto al 2014, la previsione per il 2016 è che la fuga dalle aree a rischio si implemente-rà, con buona pace dei muri ai confi ni, delle ventate di razzismo, dei lepenisti di turno. L’Agenzia per i rifu-giati delle Nazioni Unite stima che siano oltre 60 milioni coloro che stanno abbandonando la Siria, il West Afri-ca dove imperversa Boko Haram, la Libia in preda al caos, e ancora: Yemen, Sud-Sudan, Repubblica cen-trale africana, Afghanistan, Iraq.

È più che un’emergenza, resa drammatica dal fatto che non esi-ste una comune strategia interna-zionale per affrontarla. Le proposte di un Piano Marshall per promuove-re lo sviluppo economico dell’Africa non hanno fatto passi avanti, la pre-senza occidentale in Afghanistan e

Iraq ha tutt’altro che pacifi cato quei pae-si e in parte è stato

terreno fertile per l’Isis, qualche spiraglio sembra aprirsi in Siria e in Libia, ma si procede a passi di lumaca e tra mille ostacoli.

Il 2015 ci consegna una situa-zione mondiale che non è mai stata così in ebollizione. Certo, ci sono state le guerre mondiali, ma erano comunque circoscritte. L’agenzia Bloomberg accanto al maxi-spostamento dei migranti segnala altre situazioni di rischio: in Venezuela potrebbe verifi carsi un colpo di Stato con un crollo

verticale dell’offerta di greggio e un’im-pennata dei prezzi che metterebbe in ginocchio l ’econo-mia europea con implosione della già

zoppicante Ue, vi sono segnali di escalation della tensione in Israe-le con conseguenze su tutta l’area araba, la Russia potrebbe risponde-re a un irrigidimento delle sanzioni con attacchi informatici ai sistemi fi nanziari dell’Occidente, infi ne che ne sarà della Cina se entrerà in re-cessione?

Marshall McLuhan azzeccò la previsione di un mondo trasformato in villaggio globale. Non previde che esso sarebbe stato pieno di risse.

© Riproduzione riservata

DI CARLO VALENTINI

L’ANALISI

60 milioni di personesono pronte a migrare

DI EDOARDO NARDUZZI

La serie di colpi al corpo economico dell’Italia messi a segno dalle istituzioni europee in-

carna uno di quegli affondi che lasciano senza fiato. Bail-in per quattro banche di fatto fallite; bocciatura del salvataggio della Tercas con 300 milioni del Fon-do interbancario di garanzia ri-tenuto un aiuto di stato; bollino rosso al salvataggio dell’Ilva; procedura di infrazione sulla mancata schedatura via im-pronte digitali degli immigrati; nessuna flessibilità aggiuntiva in extra deficit di bilancio per tagliare l’Ires nel 2016.

Matteo Renzi, per uscire dall’angolo, dove non poteva continuare a incassare colpi in silenzio, bene ha fatto ad alzare la voce verso l’Europa e a rivol-gersi direttamente alla leader dell’euro germanizzato, Angela Merkel. Ma se il premier vuole evitare che il tutto si riduca a qualche titolo sui giornali ita-liani (ItaliaOggi qualche giorno fa ha magistralmente spiegato come sui media tedeschi delle uscite di Renzi non via sia trac-

cia, ndr) deve far capire quale strategia abbia in testa. Quali sono i suoi alleati e le sue spon-de politiche all’interno dell’Ue con le quali conta di giocare una partita così diffi cile.

Ovviamente non si sta

parlando della Lituania, di Malta o di Cipro. La campagna contro la Merkel per essere vittoriosa necessita di ben al-tri alleati che ad oggi non sono ancora chiari. Pensare di fare da capofila di un fronte me-diterraneo che va da Atene a Lisbona, magari approfi ttando di un nuovo governo Psoe-Po-demos a Madrid, caratterizzato da governi più sinistrati che di sinistra, tanto fragili sono le coalizioni che li caratterizzano, appare una manovra destinata a fallire.

Per scardinare l’asse del-la Merkel serve avere dalla

propria parte o la Francia o, ancora meglio, qualche peso massimo a tripla A dell’euro-zona come l’Olanda o l’Austria che però non si conquistano proponendo di battere la crisi facendo più defi cit di bilancio. Alle mirabolanti capacità del-la spesa pubblica di produrre più crescita e sviluppo non credono più in molti neppure nei paesi un tempo a tradizio-ne socialista, come certifi cano le stesse riforme olandesi del welfare. Renzi, per vincere alleati alla sua causa, deve

dimostrare di saper fare quel-lo che i premier italiani hanno sempre solo promesso: taglia-re il debito pubblico per farlo convergere verso quota 100%. Ovvio che non è facile taglia-re drasticamente il debito pubblico italiano, come non è semplice scardinare gli equili-bri pangermanici a Bruxelles o a Francoforte. Ma se Renzi non vuole semplicemente abbaiare alla luna non ha molte alter-native, perché solo un leader italiano credibile può trovare sponde utili a livello europeo per ridimensionare la Germa-nia.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

La linea di Renzi contro la Merkelpassa per la riduzione del dei cit

DI MARCO BERTONCINI

Nel commento del Gior-nale trapela soddisfazione: Matteo Renzi è «costretto a congelare l’ambizioso proget-to del Partito della nazione». Di fatto, siamo di fronte a una fra le costanti oscillazio-ni nella politica del segreta-rio del Pd, il quale deve sem-pre frenare ogni qual volta gli appaia pericolosamente eccessivo l’indirizzarsi verso il centro.

Renzi ha capito (con-siderando i risultati, sia veri delle urne sia virtuali dei sondaggi) che quel che perde a sinistra non è detto lo recuperi a destra. Anzi, nemmeno si troverebbe in condizioni di parità, perché fra gli elettori di centro-destra nei suoi riguardi la diffi denza è ben più diffi cile da superare di quanto non gli possa, invece, risultare facile perdere suffragi a sinistra. Ne derivano fre-quenti correzioni di marcia che egli impone a sé, alla propria propaganda, al go-verno e al partito.

I due grandi, prossimi impegni riguardano il re-ferendum costituzionale e le amministrative. Per il primo adesso non deve agire: gli ba-sterà, nei prossimi mesi, bat-tere la grancassa quando le Camere daranno gli ultimi voti. Per le amministrative, invece, deve organizzarsi, partendo dalle primarie. Il suo timore è che qualche ballottaggio sposti sui gril-lini (o, meno probabilmente, sul centro-destra) una, due, perfi no tre fra le maggiori città. Per attrezzarsi deve forzatamente procacciarsi un margine di tranquillità, anche se non di sicurezza. Glielo può fornire solamente la sinistra.

Si spiegano così le aperture verso le sinistre interne (facendo intravede-re una diversa segreteria) e verso le sinistre esterne (per accordi amministrativi). In questo caso ha ragione il Giornale: è un segno della sua debolezza. Renzi, però, per rafforzarsi deve oggi guardare a sinistra.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Per potersi rafforzareRenzi guarda a sinistra

Se non ce la faè come

abbaiare alla luna

According to the IOM (In-ternational Organization for Migration) one million migrants arrived in Euro-

pe in 2015 (3,700 died during the journey). Half of them are Syrians. IOM Chief William Lacy Swing calculated that «those who orga-nized these trips have earned at least a billion dollars».

If the year about to end marks a record for immigration, tripled compared to 2014, the fo-recast for 2016 is that the fl ight from risk areas will increase, re-gardless of the walls on the border, winds of racism, Le Pen followers of the day. According to the UN refugee agency more than 60 mil-lions of people are leaving Syria, West Africa where Boko Haram runs rampant, Libya in a state of cha-os, and also Yemen, South Sudan, Central African Republic, Afgha-nistan, Iraq.

It is more than emergency, become dramatic because there is no common international stra-tegy to address it. The proposals for a Marshall Plan to promote economic development in Africa have made no progress, the We-stern presence in Afghanistan

and Iraq hasn’t pacified at all those countries and was in part a breeding ground for the Isis, a window seems to be opening in Syria and Libya, but progress is made at a snail’s pace and amid a thousand obstacles.

2015 leaves us with a global framework in an unparalleled turmoil. Certainly there have been two world wars, but were none-theless limited. Bloomberg agency points out to other risk situations in addition to the maxi-movement of migrants: in Venezuela there might be a coup with a steep fall

in crude oil sup-ply and a jump in prices that would cripple the Euro-pean economy with an implosion of the already shaky EU,

there are signs of an escalation of tension in Israel with effects on the whole Arab area, Russia could respond to a tightening of sanctions with cyberattacks to the Western fi nancial systems, fi nally, what will happen to China if it enters in a recession?

Marshall McLuhan met the forecast of a world turned into a global village. He didn’t predicted that it would be full of fi ghts.

© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR ENGLISH

60 millions of peopleare ready to migrate

Nel 2015 ne èarrivato un

milione in Europa

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4 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N OLe città soffocano, dall’esecutivo pronti 35 milioni. Galletti riunirà sindaci e governatori

Smog, tutti in attesa del governoRenzi rassicura la nuova Libia: pieno sostegno dall’Italia

DI EMILIO GIOVENTÙ

Verso il 2016 con la testa alla Libia. Già, perché il premier Matteo Ren-zi ha assicurato che «la

nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno dell’Italia». Pa-role pronunciate, incon-trando il primo ministro libico designato Fayez Al-Serraj, nella sua pri-ma visita in Europa dopo l’adozione dell’accordo politico il 17 dicembre a Skhirat, in Marocco. L’Italia, ha sottolineato Renzi, «è pronta a rispon-dere con tempestività, e nel necessario quadro di legalità internazionale, alle eventuali richieste di assistenza che la Li-bia dovesse rivolgere». Il premier ha poi espresso «piena fi ducia nella ca-pacità delle nuove auto-rità libiche di far fronte alle imminenti sfi de che le attendono, a comin-ciare dalla formazione del governo e dal com-pletamento del quadro istituzionale nel segno dell’inclusività e della ri-conciliazione nazionale».

«La nuova Libia - ha sottoli-neato Renzi - potrà contare sul deciso sostegno che l’Italia, in coordinamento con la comuni-tà internazionale, intende assi-curare per la riabilitazione dei servizi essenziali, la creazione di solide premesse per lo svilup-po economico e sociale nonché per la stabilizzazione del Paese, con particolare riferimento alla lotta al terrorismo e al traffi co di esseri umani».

Non è però detto che il soste-gno dell’Italia e della comunità internazionale sia suffi ciente a ridare una guida unitaria alla Libia, che da giugno 2014 è divisa tra due governi rivali: quello di Tripoli, che fa riferi-mento agli islamisti, e quello di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale. La nascita di un Governo di ri-conciliazione in Libia è soste-nuta con forza dalla comunità internazionale, anche perché rappresenterebbe un passo importante nella lotta all’Isis.

Smog, tutti fermitranne le polemiche

Traffi co fermo a Milano, tar-ghe alterne a Roma. Complici l’assenza di vento e piogge, lo smog resta un’emergenza in molte città in attesa del ver-tice convocato dal ministro dell’Ambiente Gianluca Gal-letti con i presidenti di Regio-ne e i sindaci interessati. Nel capoluogo lombardo il blocco deciso dalla amministrazione comunale - esteso a 12 centri dell’hinterland - è scattato alle 10 per concludersi alle 16: circa 300 le multe comminate ai trasgressori. Ieri si era regi-

strato un primo calo dei livelli di pm10 dovuto soprattutto ad una riduzione fisiologica del traffico dopo le festività mentre a Roma, malgrado la domenica, ben cinque stazioni di rilevamento hanno superato il limite consentito. Nella capi-

tale, il Codacons ha scelto la strada del ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca all’attuale ammi-nistrazione nell’attuazione di un piano di potenziamento del trasporto pubblico: il «cartello» di associazioni di consumatori ricorda come «proprio il piano di potenziamento dei mezzi pubblici della capitale è stato alla base della bocciatura de-gli incrementi delle tariffe per le strisce blu da parte del Tar del Lazio prima e del Consiglio di Stato» poi. Allarme anche a Cagliari e nel Campidano (a di-cembre nel capoluogo sardo le polveri sottili hanno superato il valore limite otto volte in 20 giorni) mentre a Torino la Lega nord ha proposto un pacchet-to di misure straordinarie che comprendono «l’abbassamento di un grado dei riscaldamenti e la chiusura della ztl al traf-fi co privato fi no alle 20 fi no al primo gennaio». Da oggi fi no al 31 dicembre, blocco del traffi co nella ztl di Firenze e limitazio-ni del riscaldamento: il sindaco Dario Nardella fi rmerà un’or-dinanza ad hoc. Valori delle polveri sottili sotto i limiti di legge in tutta l’Emilia-Roma-gna sabato 26 e domenica 27 dicembre.

Sulla questione smog, inevi-tabilmente, ha messo il becco la politica, tanto per tenersi impe-gnata nei giorni di feste. «Dove passa Pisapippa non crescono più gli alberi. Il Movimento 5 Stelle lo ha già denunciato. A Milano il sindaco e la sua giunta sono responsabili di un autentico disastro ambientale». È quanto si legge sul blog di

Beppe Grillo, in un post non fi rmato e quindi riconducibile al leader del Movimento 5 stel-le. Contro il sindaco di Milano anche la Lega. «L’incapace Pi-sapia, quello che ha incassato 100 milioni di euro con Area C per «migliorare la qualità

dell’aria» (bel risultato!) attac-ca me e la Lega. Bike sharing, car sharing, nuove metropoli-tane, autobus notturni: tutte iniziative partite con le giunte di centrodestra, che lui ha ere-ditato», è quanto ha scritto su Facebook Matteo Salvini, se-gretario della Lega Nord.

Ma agli attacchi Giuliano Pisapia ha replicato deciso. «Salvini dimostra la sua igno-ranza e non sa neppure che a Milano abbiamo un’ordinanza che abbassa il riscaldamento e che la maggior parte dei mezzi pubblici non sono inquinanti. Così come, forse perché passa troppo tempo a sbraitare in te-levisione, non sa che già stiamo acquistando bus elettrici». A Grillo, che lo accusa di «tagliare alberi secolari mentre la gente muore», ha risposto con i 50mila nuovi alberi e i 10mila in arrivo a fronte di quelli (qualche albe-ro, dice) tagliati per realizzare una nuova linea metropolitana. Ma Milano da sola non può fare di più. Pisapia ha chiamato in causa Regione e Governo. «Non esiste un coordinamento nazio-nale, e nemmeno regionale. La città metropolitana, che copre un’aria vasta attorno alla città, potrebbe avere un ruolo impor-tante. Ma non ha alcun potere e la Regione, che li ha, non fa nulla».

Allarme smog, Galletti convoca Regioni e Comuni

E il governo come rispon-de? Stanziando più fondi per fronteggiare l’allarme smog e mercoledì prossimo riunendo sindaci e governatori per tro-vare una linea d’intervento

comune. È l’impegno preso dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, per affrontare l’emergenza inquinamento. «Stanziamo 35 milioni di euro per la mobilità sostenibile e altri soldi arriveranno ma è vergognoso speculare sui mor-

ti», ha affermato il mi-nistro in un’intervista a La Stampa, respingendo l’attacco del leader del M5S, Beppe Grillo, al governo per il boom in Italia di decessi provo-cati dall’inquinamento. «Proprio per seguire una linea comune mercoledì riunisco governatori, sindaci delle grandi cit-tà, vertici della protezio-ne civile e agenzie per l’Ambiente. Non voglio imporre misure dall’al-to», ha sottolineato il ministro precisando che «faremo tutto quello che ènecessario per la salute degli italiani».

Sulla qualità dell’aria, «il nuovo collegato am-biente include decine di interventi fi nanziati dal mio dicastero con i Co-muni. Nei giorni scorsi ho messo a disposizione

i primi 5 milioni ma sono pron-to a stanziare altri fondi, e cioé tutti quelli di cui c’è bisogno perché’ a un’emergenza si ri-sponde con un’emergenza».

Secondo Galletti, i dati sull’inquinamento «sono molto preoccupanti e vanno presi sul serio. L’emergenza può durare ancora molto» ed è per questo, ha concluso il ministro, che du-rante l’incontro di mercoledì «il Governo troverà con i governa-tori e i sindaci un metodo unico di procedere di qui in avanti».

«Ripresa ancora modesta» Padoan: contenere la spesa

Ripresa sì, ma vietata abbas-sare la guardia. «In relazione all’attuale quadro macroeco-nomico del paese, che si carat-terizza per una ripresa seppur ancora modesta, il consoli-damento di bilancio resta un obiettivo essenziale». Lo scrive il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una circo-lare inviata a enti e organismi pubblici sul bilancio di previsio-ne per l’esercizio 2016. «Infatti - prosegue Padoan - nel corso de-gli ultimi mesi si è manifestato un miglioramento del contesto macroeconomico, ma per so-stenere tale ripresa, evitando aumenti del prelievo fi scale e allo stesso tempo rilanciando gli investimenti, è apparso quanto mai indispensabile mantenere il debito pubblico (in rapporto al pil) su un percorso di riduzione. A tal proposito, il Governo ha ritenuto, pertanto, opportuno confermare l’impe-gno a proseguire nell’azione di risanamento dei conti pubblici adeguandone il ritmo al quadro

congiunturale».

Legge Severino, De Luca resta in carica

«Confermiamo la nostra as-soluta serenità e, come sempre, il pieno rispetto per la magi-stratura e la sua autonomia. Continueremo a lavorare al servizio della nostra comuni-tà, senza farci distrarre da vi-cende che a volte hanno come unica ragione la strumentalità politica. Esprimo gratitudine e apprezzamento ai magistrati di Napoli che, indifferenti a pressioni e condizionamenti di varia natura, continuano ad affermare semplicemente le ragioni dello stato di diritto». Così il governatore della Cam-pania, Vincenzo De Luca, ha commentato la decisione della prima sezione civile del Tribunale partenopeo che ha sospeso il giudizio sui rilievi di incostituzionalità mossi sulla legge Severino in attesa della pronuncia, di merito, della Cor-te Costituzionale.

© Riproduzione riservata

Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Renzi: “Subito il rimpasto”.

Dopo Natale è un peccato buttare gli avanzi.

* * *

Feste con allerta terrorismo.

Capodannosissimo..

* * *

Lotta allo smog.

Il nemico che non si vede è sempre il più pericoloso.

* * *

Milano, boom di massaggi a luci rosse.

Con lo smog sono le uniche che si vedono.

* * *

Smog, Cicchitto: “Servono provvedimenti strutturali”.

Mentine per tutti.

* * *

Targhe alterne a Roma, boom delle vendite di auto.

Così chi ha la dispari compra una vettura con targa pari.

PILLOLE

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5Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DicembrP R I M O P I A N OLa Direttiva conferma che si propone di difendere non i risparmiatori, ma i bilanci pubblici

Commissione Ue, una vera vergognaPer Einaudi: «Scritteriati». Per La Malfa: «Miserabbili»

DI PAOLO SAVONA

Leggendo la lettera che la Commissione ha inviato al Governo italiano sulla soluzio-

ne da dare alla crisi delle 4 banche, resa pubblica dopo le polemiche intercorse tra le due istituzioni, il mio scon-forto si è accresciuto ancora più di quanto già non fosse elevato a seguito delle deci-sioni prese di penalizzare in modo irriflessivo un pugno di risparmiatori in obbligazioni subordinate, senza esplorare la possibilità di una diversa soluzione che la lettera non escludeva.

È pur vero che la posi-zione espressa dalla Com-missione era in stile Sibilla

Cumana, lasciando al Go-verno italiano la possibilità di porre la virgola nel punto giusto della celebre risposta «ibis redibis non» contenuta nella lettera, sollevando un quesito del perché è stata presa, si spera in buona fede ma i dubbi restano, la decisio-ne più traumatica, seguita da una macchinoso meccanismo (è il caso di dire una canto-nata) per tamponare l’errore compiuto. Il giudizio espresso sull’intervento Tercas viene ora usato impropriamente per ratifi care ciò che è stato fatto per le quattro banche.

La lettera della Com-missione, tuttavia, non è criticabile perché si esprime in modo sibillino, ma per-ché conferma, ripetendolo più volte, che la direttiva in questione non si prefi gge di proteggere i risparmiatori (vil razza dannata, ignoran-te, che merita d’essere puni-ta, così impara) ma i bilanci pubblici; così facendo, secon-do loro, tutelano gli interessi della collettività. Quando gli interessi della collettività so-vrastano quelli dell’individuo siamo nel socialismo rivolu-zionario, neanche in quello socialdemocratico, e mi stupi-

sco che il Commissario Lord Hill possa aver messo la sua fi rma sotto quella lettera.

Per proteggere il ri-sparmiatore non occorre mandarlo a lezione di fi nan-za, come oggi si afferma, ma mandare a lezione di comuni-cazione o di onestà (materia diffi cile da insegnare) chi ha il dovere di dargli le infor-mazioni; una firma messa sotto moduli scritti in corpo otto, illeggibili, non esonera i responsabili dalle loro ma-lefatte, siano esse le autorità di vigilanza e controllo o la dirigenza delle banche.

La disputa se le banche devono essere salvate o meno dura da molto tempo; l’Italia le ha sempre salvate e Guido Carli non aveva dubbi, ricevendo acerbe cri-tiche all’interno e all’estero per questa sua giusta visio-ne del problema. Le banche non possono fallire, devono essere solo vi-gilate bene e, quando acca-dono i fattaci, che possono sempre acca-dere, le crisi vanno risolte penalizzando i soli azionisti puri se sono responsabili, ma trovando una soluzione che non inci-da la fiducia nel sistema del credito e del risparmio, bene pubblico supremo.

Ciò è stato sempre fat-to, inducendo a collaborare autorità, banche e privati, chiedendo a ciascuno di met-tere qualcosa a fronte delle ri-spettive responsabilità. Oggi invece, con la nuova direttiva, esistono i sempre buoni (le autorità) e i sempre cattivi (i risparmiatori incolti). Il fon-

do tutela depositi italiano è una forma di assicurazione mutualistica tra banche per affrontare questi casi; se i sol-di richiesti mettono in crisi la loro stabilità, deve interveni-re lo Stato, come è sempre av-venuto in passato, perché le banche non possono coprire le crisi sistemiche causate dalle autorità, come senza ombra di dubbio è quella che stiamo vivendo. I ritardi decisionali

europei e gli errori di po-litica econo-mica hanno creato la cri-si produttiva e o c c u p a -zionale che ha messo in difficoltà le banche; far pagare il co-sto agli ob-bligazionisti subordinati grida vendet-ta. Se ci fos-se Einaudi userebbe la sua classica i n v e t t i v a : «Scritteria-ti»; se fosse

in vita La Malfa aggiunge-rebbe: «Miserabbili».

Quale sia la fi losofi a di Bruxelles lo ha spiegato bene Lars Feld, Consigliere economico della Cancelliera Merkel, nell’intervista data a Fabrizio Fubini. Leggendo la storia di parte della tratta-tiva con la Germania dopo la

prima guerra mondiale scrit-ta da Keynes in un suo me-morabile pamphlet (che Luigi Zanda ha inviato in omaggio agli amici per le festività di fi ne anno) ho incontrato il se-guente giudizio: «Non sempre fummo leali nei loro confron-ti, ma essi, da bravi tedeschi erano incapaci di distinguere la buona dalla mala fede». È pur vero che offriamo occa-sioni per ali-mentare que-sta incapacità dei tedeschi, ma essa si è diffusa come un virus nel corpo della Commissio-ne, compresa la componen-te inglese che avrebbe il do-vere di coglie-re l ’eredità di Keynes di saper distin-guere i fatti.

Feld ammette che la Germania ha assistito le banche, ma dice che esse era-no pubbliche, ossia non pote-va esserci aiuto di Stato per-ché restava nell’ambito dello Stato, che tutelava le sue proprietà; che la Germania e altri paesi lo hanno fatto a tempo debito, mentre l’Italia non ha capito in che situazio-

ne stavano le sue banche e ora è troppo tardi per farlo; che non si sognano di avere il fondo tutela depositi euro-peo, nonostante facesse parte integrante dello stesso pac-chetto della direttiva (hanno cioè truffato e l’Italia non si è cautelata); che la situa-

zione è tale per cui nel prevedibile futuro non pagheranno solo gli ob-bligazionisti subordinati, ma anche, se necessario, gli obbliga-zionisti ordi-nari e i de-positanti con più di 100 mila euro.

Per for-tuna che gli italia-n i s o n o ignoranti in materia di finanza per-

ché, se nessuno ricaccia in gola al Signor Feld la sua diagnosi e l’avalla, come fatto dal Parlamento, dal Governo e dalla Banca d’Italia appro-vando la direttiva che scatta dal 1° gennaio 2016, la crisi sarebbe già in atto senza di-sporre di una rete di salva-taggio. Si può ben dire, santa ignoranza!

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DI GIULIANO CAZZOLA

Che fare con l’inquinamento atmo-sferico che ammorba le città ? Verrà il giorno in cui qualche Procura della Re-pubblica, seguendo l’esempio di quella di Taranto con l’Ilva, sequestrerà la Fca e tutte le automobili come «corpi del reato»?

* * *Il ministro GianLuca Galletti, re-

duce dai trionfi del vertice di Parigi, ha convocato una riunione dei governato-ri e dei sindaci per fare il punto sullo smog che affl igge le aree urbane. Verrà proiettato un video che mostra le mos-se con cui una tribù aborigena invoca

la piaggia (pare con risultati garantiti). Se otterrà l’approvazione degli ammi-nistratori, il video sarà postato sul sito del ministero dell’Ambiente in modo che i cittadini possano scaricarlo ed impratichirsi nella danza della pioggia di cui vi saranno rappresentazioni di massa, la notte di San Silvestro, nelle principali piazze italiane.

* * *Ormai siamo arrivati al «Non piove.

Governo ladro!».* * *

Scandali bancari. In seguito allo scandalo della Banca romane nel 1893 (ci furono arresti eccellenti fi niti poi con clamorose assoluzioni) anche

Giovanni Giolitti (uno dei pochi veri statisti che il Paese ha avuto nel cor-so della sua storia) rischiò di essere coinvolto. Fu accusato (dal suo avver-sario Francesco Crispi e dai suoi accoliti) di avere trascurato, quando era ministro del Tesoro, di segnalare alle istituzioni e all’opinione pubblica la grave situazione fi nanziaria della Banca e, successivamente, di aver divulgato, a difesa del suo operato, documenti riservati in suo possesso. Giolitti temette di essere arrestato, tanto da rifugiarsi per alcuni mesi a Berlino, ospite della fi glia Enrichetta che viveva nella capitale tedesca con il marito.

PUNTURE DI SPILLO

Jonathan Hill

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ché, se nessuno

Le banche non pos-sono coprire la crisi sistemiche causate

dalle autorità, com’è senza ombra di dub-bio quella che stiamo

vivendo. I ritardi decisionali europei e gli errori di politica economica hanno

creato crisi produt-tiva e occupazionale che ha messo in crisi le banche, far pagare il costo agli obbliga-zionisti subordinati

grida vendetta

Cumana, lasciando al Go-

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Quando gli interes-si della collettività sovrastano quelli

dell’individuo, siamo nel socialismo rivo-luzionario, neanche

in quello socialdemo-cratico. Una fi rma

messa sotto un testo illeggibile non esone-ra certo i responsa-bili delle malefatte,

siano esse le autorità di vigilanza e con-

trollo o la dirigenza delle banche

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in vita La Malfa

Le banche non pos-sono fallire, devono solo essere vigilate

bene e, quando acca-dono i fattacci, che possono sempre ac-

cadere, le crisi vanno risolte penalizzando i soli azionisti puri, se sono responsabi-li, ma trovando una soluzione che non

incida la fi ducia nel sistema del credito e del risparmio che è un bene pubblico

supremoCuriosità di Riccardo Ruggeri

- Qua, nella ricca Svizzera un Natale povero, là, nella povera Italia un Natale riccoContrordine compagni

Dal 1° gennaio due fi gli per coppia. In Cina a Capodanno sesso sfrenatoInaugurazioni

- Meglio il delirio pompeiano o il delirio di valico?C’è un limite a tutto

- “Se l’Italia fa l’Italia non ce ne è per nessuno!»

BRIOCHE E CAPPUCCINO

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6 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N OAnnuncia una dura battaglia contro la riforma del Senato che da lui è considerata un aborto

Un siluro di Chiamparino a RenziContro di lui pende una sentenza del Consiglio di Stato

DI CARLO VALENTINI

Sergio Chiamparino annuncia battaglia sul-la legge istituzionale che ha ridisegnato il senato

e per Matteo Renzi è la prima grana che dovrà affrontare alla ripresa post-natalizia. Parole dure quelle dell’influen-te presidente delPiemonte e renziano assai poco ortodosso. Tanto da avere provocato un terremoto in casa Pd per via dei con-sensi ricevuti e della stizza con cui il pre-sidente del consiglio ha accolto l’ester-nazione, che riapre un con-tenzioso che Renzi sperava di avere superato. Chiamparino getta il sasso nello stagno: «Ho il dubbio che quello del senato delle Regioni sia un progetto per posizionare politici di se-rie B e C che non riescono a piazzarsi alla camera. Invece il senato delle regioni potrebbe essere un passo importante per valorizzare le autonomie loca-li. Credo che il vero modello sia quello tedesco, dove sono inclu-se anche le minoranze politiche regionali».

I renziani doc sono trasa-liti. In Piemonte, tutti contro di lui. Dal presidente del consiglio regionale, il fassiniano-renzia-no Mauro Laus («ragionare per categorie non giova alla credibilità della classe politica di cui lo stesso Chiamparino fa parte») al consigliere regio-nale Pd, Nino Boeti («parole inaccettabili») al segretario re-

gionale Pd, Davide Gariglio, renziano duro-e-puro («si tratta di un cambiamento d’opinione che non condivido»). Tra i pochi a difenderlo l’ex-parlamentare Giorgio Merlo, sinistra dem («La proposta-provocazione di Chiamparino è cruda, ma ri-schia di essere vera»).

Non a caso nelle scorse settimane a Chiamparino è subentrato come presi-dente della Conferenza delle Regioni l’emiliano e renziano doc, Stefano Bo-naccini. Il motivo delle d imiss i on i lo spiega lui stesso: «Voglio avere le mani libere per dire la mia sulle riforme». In-

somma, quella sul senato “ce n’est qu’un début”. Non a caso Renzi gli aveva chiesto di riti-rare le dimissioni. Averlo come battitore libero è una spina nel fianco di cui il segretario Pd avrebbe volentieri fatto a meno. E quando gli è stato chiesto se si trattava anche di un addio alla corrente renziana, ha ri-sposto: «No, ma diciamo che sono diversamente renziano». Ed eccolo quindi impegnato nel cercare di cambiare (migliorare, dice lui) l’assetto istituzionale ma anche avanzare la proposta di mettere mano al sistema re-gionale, uno dei buchi neri della fi nanza pubblica che il presi-dente del consiglio non ha osa-to toccare. Dice Chiamparino: «È ora di ripensare il sistema delle regioni a statuto speciale. E anche di rivedere il sistema sanitario, o accentrando alcune

funzioni o concedendo maggiore autonomia alle regioni». Inoltre è andato alla Leopolda («Mat-teo mi ha invitato») a dire che «è necessario un processo di de-voluzione dalle regioni alle cit-tà metropolitane per renderle enti di pari livello, riducendo al tempo stesso il numero delle città metropolitane. Le Regioni potrebbero diventare agenzie democratiche per la crescita e la coesione sociale. Si è federali, al di là della ubriacatura fede-ralista molto ideologica del pas-sato, a due condizioni: se c’è una vera autonomia fi scale ed una dimensione adeguata. Perciò bisogna superare i confi ni re-gionali per riscoprire il ruolo di programmazione delle Regioni, che invece spesso si riducono a fare le Repubblichette gestionali per distribuire 1000 euro a de-stra e a manca. Su temi come l’ambiente, i trasporti, i fondi europei, la sanità l’obiettivo deve essere quello di lavorare per macro aree, per essere più incisivi. Questo non signifi ca creare nuove istituzioni, ma solo fare convenzioni tra quelle esistenti».

Le affermazioni di Chiam-parino (peraltro anche l’ex-mi-nistro per gli Affari Regionali, Linda Lanzillotta, Pd, sostie-ne che «dopo aver cambiato il senato ora ripensiamo le Regio-ni») e le reazioni all’interno del Pd avvengono in un momento delicato: a maggio Piero Fas-sino tenterà la rielezione a sin-daco di Torino. Avrebbe ovvia-mente preferito meno tensione. Fassino si consola col supporto che uffi cialmente Chiamparino gli ha assicurato: «La ricandi-datura di Fassino alla guida della città», dice Chiamparino, «è un’ottima notizia. Torino, in questi cinque anni, è migliora-ta in tutti gli aspetti della vita quotidiana».

Un auto da fé che ha coin-

volto anche il presidente della Camera di commercio, nonché vicepresidente della Confi ndu-stria locale, Vincenzo Ilotte, che s’è cimentato in una presa di posizione che ha provocato non poche perplessità a To-rino, in considerazione delle cariche ricoperte: «Torino», ha detto, «sotto la guida di Fas-sino è diventata una capitale internazionale, la corsa per il bis è una bellissima notizia. In questi cinque anni la città è mi-gliorata in tutti gli aspetti della vita quotidia-na, dall’orga-nizzazione dei servizi all’at-tenzione verso i cittadini, e in particolare ri-salta il vero e proprio balzo in avanti com-piuto sul piano dell’attrattivi-tà turistica e dell’organizza-zione cultura-le».

Se Fassino si prepara alla campa-gna elettorale, Chiamparino ha una spada di Damocle sulla testa: il 19 gennaio è fi ssata l’udienza del consiglio di Stato sul ricorso della Lega che ipotizza fi rme false in una delle liste che lo sostennero. Alcuni mesi fa il tribunale amministrativo de-cise che la legislatura poteva continuare ma ora vi sarà la sentenza del consiglio di Stato e il presidente della Regione ha annunciato che in caso di un responso negativo non propor-rà appello ma si dimetterà, il che signifi cherebbe l’arrivo del commissario e nuove elezioni. Si tratterebbe di una sorta di bomba atomica sul consiglio

regionale, alla vigilia delle ele-zioni nel comune capoluogo.

Se l’ostacolo sarà superato senza danni, Chiamparino avrà comunque da affrontare il pro-blema della presenza nella sua giunta di Sel, ritenuta piuttosto ingombrante da quando il par-tito di Nichi Vendola ha deciso di gareggiare autonomamente contro Fassino alle prossime elezioni comunali. Il candida-to Sel sarà Giorgio Airaudo, ex-segretario Fiom e acerri-mo nemico del governo Renzi.

Egli potreb-be strappare alla lista di Fassino un pacchetto di voti impor-tante. Non solo. Il capo-gruppo Sel in consiglio r e g i o n a l e , Marco Gri-maldi, dice: «è impossibi-le ricostruire un’alleanza con un Pd a trazione ren-ziana, che riceve e acco-glie il soste-gno da Denis

Verdini, l’appoggio al governo di Angelino Alfano e il pro-gramma di Silvio Berlusconi, un Pd che vuole la scomparsa di Sel e di chiunque si ponga alla sua sinistra».

Sembra diffi cile per Chiam-parino, che pur continua a pro-pugnare l’alleanza a sinistra, mantenere in giunta regionale assessori di Sel ed accettare l’appoggio dei vendoliani che a Torino (e non solo) si procla-mano irriducibili nemici del Pd. Per il presidente del Piemonte il nuovo anno non poteva inizia-re in modo più turbolento.

Twitter: @cavalent

.Chiamparino

nsCè cdCdl’reSnmdlostavlilari

somma, quella su

Il presidente di Regione Piemonte, proprio per poter

avere la mani libere, aveva abbandonato la prestigiosa pol-trona di presidente della Conferenza

Stato Regioni (che è fi nita in mano a Ste-fano Bonaccini, un

renziano che è anche presidente di Regio-ne Emilia Romagna)

a testa: il 19

EbaFpvtasoginrMm«èleucotrzrigg

Verdini, l’appoggi

Per Chiamparino bisogna superare anche gli attuali

confi ni delle regioni che spesso sono

troppo angusti e che purtroppo si limitano a fare da Repubblichette

gestionali per distribuire mille euro a destra e a manca. Va anche superata

l’inaccettabile anomalia delle regioni

a statuto speciale

DI MARIO SECHI

Titoli. Un tempo c’era il fumo di Londra. Ora c’è la pioggia della City e lo smog d’Italia. Passato il Natale, consumata qualche ora di buonismo e perfino di saggezza, torna il Belpaese con tutte le sue idiozie a getto continuo. La politica ha scoperto l’ambiente come arena per aprire la gara di spacconate, baggianate, bischerate di fine anno. La competizione non ha rivali in tutto l’Oc-cidente. Oggi tocca allo smog, domani al cenone di Capodanno (sarà bio o ogm?, a chilometro zero o con il pedaggio?) ma la cosa importante è continuare a chiac-chierare del vuoto. Tutto fumo, smog.

Primo caffè, Corriere della Sera: «Blocchi e misure. Lo smog diventa un caso politico». E poi? E poi la vera noti-zia è a centro pagina: «La resa dell’Isis a Ramadi. Torna la bandiera irachena». La gang criminale dell’Isis sconfitta e battuta è una delle migliori notizie con cui chiudere l’anno. Chi è che diceva che

impegnarsi in Siria e in Iraq non ser-viva a niente? Bombardamenti e mis-sioni di terra stanno facendo battere in ritirata le bandiere nere. Dove vengono attaccati, perdono. È un memento per quelli che la libertà la pensano solo a casa loro, tra due guanciali e molte chiacchiere. Anche questo è smog. Quel-lo che offusca la mente.

Cosa fanno a Repubblica? Si sta per chiudere la lunga e ricca era di Ezio Mauro, fuoco alle polveri (non sottili): «Smog, stop a Milano. Pisapia contro tutti». Altro? Un titolo sopra la nobile testata apre lo scenario sul futuro e il presente dello stato delle anime: «Il ro-bot che fa compagnia ai nonni. Ci ha portato a vedere il tramonto».

La Stampa di Torino ha un titolo in prima pagina su Torino, questa è già una notizia. Vicenda terribile: «Trage-dia in sala parto. Morte madre e bimba». Qui c’è tutto il dramma: «Sono morte in-sieme nella sala parto del Sant’Anna di Torino: la mamma di 39 anni, Angela

Nesta, al nono mese di gravidanza, e la bimba che stava per nascere, Elisa, spi-rata nelle fasi finali del travaglio. Nei giorni scorsi la donna era andata due volte in ospedale con forti dolori, ma era stata mandata a casa». Eccolo, l’abisso che fa apparire tutto il resto una cosa inutile e meschina.

Facciamo un giro di titoli. Libe-ro è rimasto dentro il caveau anche la vigilia di Natale e a Santo Stefano: «Così Renzi ha favorito le speculazioni su Etruria». Il Giornale passa diretta-mente alla fase di riscossione: «Renzi deve pagare il conto». Il Messaggero ri-torna tra i fumi festivi e ha un titolo da thriller involontario: «Il governo: smog, regia unica».

Il titolo in filodiffusione di Carlino-Nazione-Giorno è il distillato del motto «è sempre colpa degli altri»: «Patuelli, Merkel uccide l’Ue». Ah, il presidente dell’Abi ha messo l’elmetto e tirato fuori il tricolore, perbacco. In effetti, è colpa dei tedeschi se nell’ultimo rapporto di

Bankitalia sulla stabilità finanziaria emergono nelle banche italiane credi-ti deteriorati per 361 miliardi, di cui 207 di sofferenze. Che volpi, i tedeschi, i manager delle banche italiane sono tutti usciti dalla facoltà di economia di Tubinga. È certamente colpa della cancelliera Merkel se a fine settembre le banche italiane avevano in pancia titoli pubblici per la modica cifra di 374 miliardi. E non ci sono dubbi che è per colpa di Berlino che le banche non emettono più certa spazzatura obbliga-zionaria, senza il bail-in ne saremmo pieni.

Con l’arrivo della misura sui sal-vataggi nessuno emette più questi titoli «sicurissimi», al titanio: «Nel secondo e terzo trimestre del 2015 le emissioni nette di obbligazioni non garantite del-le banche italiane sono state negative per quasi 6 miliardi». Numeri, quelli che raccontano la verità.

Buona giornata.Il Foglio.it – List.

ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI

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7Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DicembrP R I M O P I A N OÈ questo il dilemma che deve risolvere Matteo Renzi nel nuovo anno che si sta aprendo

Rimpastare o non rimpastareDel rimpasto se ne sta infatti parlando dall’estate scorsa

DI ANSELMO DEL DUCA

Rimpastare o non rim-pastare, questo è il dilemma. Per Matteo Renzi il nuovo anno

si apre all’insegna di questo amletico dubbio. Il premier ha urgente bisogno di un rilancio politico e programmatico, ma non è affatto detto che questa mossa da prima repubblica sia la strada più opportuna. Eppu-re di un rimpasto di governo si parla sin dall’estate scorsa. E di un rimpasto all’interno del Pd è stato lo stesso Renzi ad accennare nel brindisi a Lar-go del Nazareno. Una manie-ra per allargare la sua base interna, coinvolgendo nella gestione uomini rappresenta-tivi della corrente di Matteo Orfini, i «giovani turchi», di quella della sinistra interna, e dei bersaniani. Tutto ciò po-trebbe avvenire fra la metà di gennaio, quando è prevista una direzione democratica sulle elezioni amministrative, e metà febbraio, quando si riu-nirà l’assemblea nazionale.

In mezzo, intorno al 20 gennaio, il rinnovo delle pre-sidenze delle commissioni in Senato. E visto che ci sono a disposizione alcune poltrone

attualmente ancora occupate da esponenti di Forza Italia, potrebbe essere quello il mo-mento propizio per una redi-stribuzione di incarichi che coinvolga anche l’esecutivo.

Le premesse ci sarebbe-ro: c’è vacante una poltrona di ministro, quello degli Affari regionali, che dovrebbe spet-tare all’Ncd. Due, entrambi femminili, i nomi che circo-lano, Federica Chiavaroli e Dorina Bianchi. Ma ai centristi potrebbe andare in alternativa la commissio-ne Giustizia del Senato. A quell’incarico potrebbe andare il bersaniano Vasco Errani, storico presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni. In alternativa per Errani ci potrebbe essere il posto di viceministro allo sviluppo economico con de-lega alla crisi industriali, la-sciato libero quando Claudio De Vincenti ha traslocato a Palazzo Chigi come sottose-gretario alla presidenza del Consiglio.

Per l’altra poltrona di viceministro vacante, quella degli Esteri, da mesi si parla del democratico Enzo Amen-dola. Ma il rimpasto potrebbe non fi nire qui. Potrebbe essere

assai più vasto, a prefi gurare una sorta di Renzi 2. In discus-sione moltissimi nomi, quasi tutti, eccezion fatta per Maria Elena Boschi e Maurizio Martina, intoccabile dopo i successi di Expo. In cima alla lista Federica Guidi, ma non si esclude una sostituzione per Giuliano Poletti e addirittu-ra per Pier Carlo Padoan. C’è poi da dare qualcosa di più di oggi a Scelta Civica, rima-sta con il solo Enrico Zanetti nel governo da sottosegretario, dopo l’abbandono del partito da parte della Giannini e di parecchi altri esponenti.

La questione non è solo di nomi, è assai più concreta. Renzi deve fare camminare su volti nuovi un nuovo slancio programmatico. Per questo ha scelto di uscire dall’angolo suonando la carica e rivendi-cando i successi del suo gover-no. Ha snocciolato successi su successi, mettendo in fi la il Pil che torna a crescere e il taglio delle tasse che verrà con il nuovo anno. In realtà i fronti aperti sono sempre più nu-merosi, e molti sono già fi niti sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa, dal caso banche, alla legge di stabilità, ala ge-stione del fl usso dei migran-

ti. Anche sul piano europeo Renzi mette in pratica l’antico adagio secondo cui «la miglior difesa è l’attacco». Così ha at-taccato la Merkel nell’ultimo vertice europeo, guadagnando un invito a Berlino per i primi giorni dell’anno. La cifra del suo 2016 si vedrà da lì, anche perché oggi il nostro paese appare molto isolato sul piano europeo, come dimostra il caso immigrazione, un terreno sul quale in un lampo l’Italia si è trovata da vittima a grande accusata per le mancate iden-tifi cazioni.

Un gioco al continuo rialzo che il premier ha in mente di praticare anche in Italia, ponendo in cima alla lista dei buoni propositi per l’anno nuovo i diritti civili, dallo jus solii alle unioni civi-li. Si tratta di temi scivolosi e divisivi, il secondo soprattut-to. I centristi hanno sin qui avuto successo nel provocare l’impantanamento al Senato, per evitare che le unioni civili si trasformino in un cavallo di Troia delle stepchild ado-potions e dell’utero in affi tto. Una battaglia di bandiera che non accenna a interrompersi e che sarà diffi cile superare con maggioranze variabili, rivol-

gendosi ai 5 Stelle.Scegliere i diritti civili

come terreno su cui mi-surare la forza riformatri-ce del governo potrebbe di conseguenza essere foriero di brutte sorprese per il pre-mier, sinora abile nell’evitare gli scogli più acuminati che si sono presentati lungo la rotta della navicella del governo. Ma è la somma dei vari fronti aperti che potrebbe alla fi ne lentamente togliere ossigeno al governo. Il caso banche è ben lungi dall’essere chiuso, al punto che la troppa caute-la del governo ha provocato la discesa in campo di Mattarel-la. Governo assente anche di fronte all’emergenza smog. Ma il vero banco di prova potrebbero essere le ammini-strative. Oggi Torino, Milano e Roma sono in mano al Pd. Solo Fassino nel capoluogo pie-montese veleggia abbastanza tranquillo verso la riconferma. Per il resto, ogni battaglia per-sa (c’è anche Napoli), verrà addebitata a Renzi dai tanti oppositori, interni ed esterni, oggi acquattati nell’attesa di un passo falso decisivo. Ecco perché un rimpasto potrebbe non bastare.

IlSussidiario.net

DI GIANFRANCO MORRA

Tanti gli auguri per Natale a Matteo Renzi. Da amici e meno. Un noto politologo piemontese glieli aveva fatti

all’inizio del mese, con un breve libro che riassume e rottama la sua attivi-tà di premier, un pamphlet spietato e graffiante, come sempre ciò che scri-ve Marco Revelli: «Dentro e contro. Quando il populismo è di governo» (Laterza, pp. 154, euro 14). L’altro giorno, commentando la «indecente» riforma della Rai sul «Fatto quoti-diano», ha ripetuto gli auguri (e gli improperi) a Matteo, rappresentato da uno stanco fotomontaggio col fez e la camicia nera.

Già il libro era un anatema. Revel-li aveva combattuto quelli che consi-dera i modelli di Renzi, l’arrogante Craxi e il ciarlatano Berlusconi. Era convinto che «peggio di quei due non si può proprio».

Ora invece ne ha trovato un terzo ancora peggiore. Che, tuttavia, viene anche elogiato: nessuno, se non Ren-zi, questo «funambolo illusionista», poteva giocare con la politica, solo contro tutti, e, sino ad oggi, vincere tutte le sfi de, insieme fare tanti danni e trasformarli in strumenti per man-tenere il potere.

Per intendere l’animus del li-bro occorre ripercorrere le tappe, di lodevole coerenza e coriaceità, del

cammino percorso da Revelli: da Potere Operaio a l’Altra Europa di Tsipras. Nell’epoca dei mutamenti politici interessati e continui, egli non ha mai cambiato ideologia. In ciò la sua onestà, che diventa però, come in quest’ultimo libretto, giudizio precon-cetto incapace di capire il forte mu-tamento planetario, che ha messo in crisi il comunismo e l’intera sinistra. E, soprattutto, ha imposto un nuovo modo di fare politica. Gli improperi non interessano perché sono ovvi. Il lettore, non importa quali siano le sue idee, vorrebbe soprattutto sapere, da un così stimato politologo e da una editrice cosi illustre, qualcosa sui quasi due anni di governo: Renzi ha fatto riforme utili? quali sono stati i risultati accettabili e quali meno? Invece niente. Tutto si riduce alle due paroline del titolo: «Contro», non solo gli avversari da rottamare, ma tutto il sistema politico del nostro paese; e «dentro», questa rottamazione della democrazia egli non la fa da fuori, come Grillo e Salvini, ma dal go-verno.

Viene alla mente la Regina di Alice: «Va condannata, ma prima la sentenza, solo dopo le prove». Il libello sembra una ristampa anastatica di Marx: l’acutezza delle analisi socio-economiche è sempre strumentale allo squillo di lotta rivoluzionaria. Purtroppo nell’epoca più postrivolu-zionaria della storia. Quando nacque Revelli, nel 1947, alla rivoluzione

molti ci credevano, oggi solo pochi so-pravvissuti hanno conservato la fede. Dal Novecento al Duemila c’è stato un salto epocale: la globalizzazione economica, il predominio del social network, il fallimento delle ideologie, la crisi della democrazia rappresen-tativa, tanto nei rappresentanti (la peggiore classe politica) quanto nei rappresentati (protesta ed astensione elettorali), l’esaurimento dei partiti e dei sindacati, la mummifi cazione dei parlamenti.

Mutamenti così numerosi e pro-fondi richiedevano un nuovo modo di fare politica, che tanti paesi europei hanno da tempo inventato. E proprio su ciò andava impostato il giudizio su Renzi, non sulla semantica demoniz-zatrice da direzione del Pcus. Si può anche accettare la tesi di Revelli che Renzi lo sfacelo non l’ha inventato, ma abilmente strumentalizzato per crescere decisionismo e potere. E si può anche ammettere che non sono mancati in lui limiti e anche errori. Ma non si può negare che il suo ten-tativo procede nel senso richiesto oggi dalla maggioranza dei cittadini, an-che di quelli che vedrebbero un altro al suo posto: rafforzamento dell’ese-cutivo, semplifi cazione del parlamen-to e della sua attività, effi cienza della amministrazione, modernizzazione della giustizia, rapporto diretto con l’elettorato, partiti leggeri, sindaca-lismo della partecipazione non del confl itto, sistema elettorale capace

di assicurare governabilità.L’errore più grossolano dell’esi-

le saggio di Revelli è l’uso del termi-ne «populismo». Ch’egli attribuisce appropriatamente a tanti movi-menti nati a cavallo dei due secoli, che contestano il potere da «fuori». Renzi, invece, sarebbe un populista, l’unico, che se ne serve da «dentro» e «dall’alto», un «populista di governo». Occorrevano invece delle distinzioni, di cui un intellettuale organico non è capace.

Il populismo, oggi, mentre anima espressamente alcuni movi-menti, è un metodo presente più o meno in tutti i partiti europei, anche nel Pd di Renzi, dove però si mostra soprattutto una tattica del web, non una strategia politica. Come defi nire populista un «animale politico» che, con autonomia e orgoglio nazionale, difende la permanenza dell’Italia in una diversa Ue e nell’Euro, propone una economia mista, cioè sociale di mercato, avanza un progetto mode-rato di centro-sinistra, cioè liberal-democratico?

Ma nel periodo natalizio non si può essere pessimisti. Non lo è neppure Revelli: «Non resta che spe-rare (a prescindere)». Sperare nelle valigie, che prima o poi anche Matteo dovrà fare. Quando la gente si accor-gerà dei suoi «giochi di prestigio» e della sua «danza sull’abisso». E così sia.

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SOLO INVETTIVE A RAFFICA SECONDO LA LOGICA DEMONIZZATRICE DA DIREZIONE DEL PCUS. PECCATO

Marco Revelli ce l’ha con Renzi («peggio di Craxi e di Berlusconimessi assieme»), ma non riesce a spiegare dove il premier ha fallito

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8 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N OSiamo passati dai i gli che distruggevano le carriere politiche dei padri all’esatto opposto

Dai parricidi agli infanticidiDa Piccioni (caso Montesi) a Maria Elena Boschi (caso Etruria)

DI FRANCESCO DAMATO

Con il caso della Ban-ca Etruria siamo passati dai figli che inguaiavano le car-

riere politiche dei padri ai padri che inguaierebbero le carriere politiche dei figli. Come esempi di parricidio, per fortuna solo colposo, sono state ricordate soprattutto due vicende. Quella di Attilio Piccioni, il più degasperiano dei candidati alla successione di Alcide De Gasperi negli anni Cinquanta, messo fuori gioco dal coinvolgimento del figlio Piero nel processo per il delitto di Wilma Montesi. E quella di Giovanni Le-one, costretto a dimettersi nel 1978 da presidente della Repubblica, sei mesi prima della scadenza ordinaria del mandato, per campagne di stampa e voci su atteggia-menti controversi attribuibili in buona parte alla famiglia. Come esempi possibili d’infanti-cidio – possibili perché allo stato delle cose tutto è nelle mani dei tanti che, a vari livelli, già inda-gano o potrebbero farlo – sono state indicate le vicende del presidente del consiglio Mat-teo Renzi e della sua ministra delle riforme, e dei rapporti con

il Parlamento, Maria Elena Boschi, già ribattezzata sar-casticamente Maria Etruria all’anagrafe pseudo-satirica del solito Marco Travaglio. L’uno e l’altra sono sotto tiro mediati-co e politico per un procedimen-to a carico del babbo, nel caso di Renzi, e per un’indagine che, nel caso della Boschi, potrebbe coinvolgere il papà già consi-gliere d’amministrazione e vice presidente della banca aretina assurta ai disonori della crona-ca. Vedremo se, quando e come assisteremo davvero a infantici-di politici, cioè a fi gli uccisi, sia pure metaforicamente, nelle promettenti carriere dai loro padri incauti, o inconsapevoli. Ma sui parricidi, riguardando il passato, e vicende sulle quali può contare, per quel che vale naturalmente, anche la mode-sta memoria di chi scrive, con-sentitemi di levare alta e forte una protesta. E ciò per il rispet-to dei fatti, e non solo delle per-sone, già riabilitate di loro per sopraggiunti verdetti giudiziari. Che sono stati favorevoli sia al fi glio del povero Piccioni, assolto dall’accusa di avere concorso al delitto Montesi, sia alla famiglia tutta intera del povero Leone. La cui diffamazione procurò la condanna della giornalista d’ac-cusa Camilla Cederna. Cui

seguirono le scuse, una ventina d’anni dopo, dell’uomo politico che incredibilmente, data la sua storia di garantista, si era più esposto cavalcando la cam-pagna denigratoria: il radicale Marco Pannella. Altro che per la disavventura giudiziaria a lieto fi ne del fi glio. Piccioni fu abbattuto nella partita di caccia tutta politica apertasi nella Dc con il ritiro prima e la morte poi di De Gasperi. Una partita nella quale cercò inutilmente di dar-gli una mano, proponendogli di formare il governo, l’allora pre-sidente della repubblica Luigi Einaudi, al quale mancò però la collaborazione dell’interes-sato. Che al primo stormir di foglie, per quanto avesse un cur-riculum di tutto rispetto, rinun-ciò a combattere. E trascorse il resto della vita in una socratica attesa della morte.

La vicenda di Leone fu per certi versi ancora più atro-ce. Non fu per una campagna scandalistica che il brav’uomo ricevette al Quirinale un so-stanziale ordine di sfratto po-litico: dai comunisti con una comunicazione del suo vecchio e imbarazzatissimo conterra-neo Gerardo Chiaromonte, e dai democristiani con una visita non meno imbarazzata dell’allora vice segretario della

Dc Giovanni Galloni, poi «ver-gognatosene» in una confessio-ne da me raccolta, diffusa e da lui mai smentita.

No. Leone fu sfrattato dal Quirinale per avere osato met-tersi di traverso, durante il tra-gico sequestro di Aldo Moro, sulla strada della cosiddetta fermezza pretesa da comunisti e democristiani insieme, legati dal sostegno al governo monoco-lore dc di cosiddetta solidarietà nazionale guidato da Giulio Andreotti. Tanto di traver-so, da predisporre la grazia a Paola Besuschio, presente nell’elenco dei 13 detenuti per terrorismo con cui le brigate rosse avevano reclamato di scambiare Moro. Una grazia che i brigatisti rossi, informa-ti con inquietante tempismo, vanifi carono uccidendo il loro ostaggio prima che Leone potes-se fi rmarla. Questa circostanza fu negata, in verità, dall’allora ministro della Giustizia Fran-cesco Paolo Bonifacio in una deposizione del 13 giugno 1980 alla prima commissione d’in-chiesta parlamentare sul se-questro Moro. Ma fu conferma-ta minuziosamente il 20 marzo 1998 da Giovanni Leone in persona in una intervista da me raccolta per Il Foglio, e fi nita tra «i fi loni d’indagine» della nuova

commissione parlamentare sul caso Moro presieduta da Giu-seppe Fioroni. Un cui primo rapporto, di quasi 190 pagine, è stato diffuso il 10 dicembre scor-so alla Camera con il bollettino uffi ciale delle giunte e, appunto, delle commissioni d’indagine.

A proposito di questa in-chiesta bicamerale, capisco ma non condivido lo scetticismo espresso – peraltro proprio sul Foglio, scelto nel 1998 da Leo-ne per parlare fi nalmente del suo ruolo al Quirinale durante il sequestro Moro – anche da un giornalista autorevole come il mio amico Mario Sechi, diffidente di fronte alle trop-pe indagini parlamentari che l’hanno preceduta, sullo stesso tema e altri ancora. Ai quali sta per aggiungersi persino quello delle banche dei babbi odierni e affi ni.

Se molti muoiono di polveri sottili, sia pure nelle dimensioni ballistiche indicate da Beppe Grillo, gli Stati muoiono, in-tossicati anch’essi, dei misteri che i poteri di turno, con o senza toga, non sanno o, peggio, non vogliono chiarire perché condi-zionati, volenti o nolenti, dalle responsabilità passate di attori oggi ancora troppo forti, o quan-to meno presenti.

ilsussidiario.net

DI TINO OLDANI

Sul Corriere della sera, in pochi giorni, sono arrivati tre rabbuf-fi per Matteo Renzi, fi rmati da editorialisti di peso. Paolo

Valentino ha criticato la «linea di-plomatica forte» del premier contro la Germania di Angela Merkel, con-vinto che le insidie politiche superino i vantaggi mediatici, a cominciare dal rischio dell’isolamento politico in Euro-pa, proprio quando sono aperti dossier non facili per l’Italia (banche, legge di stabilità, Ilva, rifugiati). Francesco Giavazzi e Alberto Alesina hanno poi censurato la scelta del premier di affi dare all’Anticorruzione di Raffaele Cantone l’esame degli eventuali rim-borsi per gli obbligazionisti truffati da quattro banche: «Se il governo non si fi da della Banca d’Italia e della Con-sob, la cosa è assai grave. Ma se le cose stanno così, il problema va affrontato direttamente, non aggirato incarican-do qualcun altro di occuparsene». In-fi ne Ernesto Galli Della Loggia ha accusato Renzi di avere dimenticato il Sud, completamente assente nella sua narrazione politica e nei piani del governo.

Su quest’ultimo punto, il governo ha risposto con una lettera di Claudio De Vincenti, sottosegretario a Palaz-zo Chigi, in cui si afferma che, grazie

al Masterplan per il Mezzogiorno, va-rato da Renzi, il 2016 sarà l’anno di svolta per il Sud. Il tutto grazie a sette miliardi di investimenti per realizza-re iniziative di cui si parla, in alcuni casi, da decenni: completamento del-la Salerno –Reggio Calabria, rilancio dell’Ilva, risanamento della Terra dei fuochi, «rigenerazione» della Basilica-ta, alta velocità Napoli-Bari-Taranto, senza dimenticare la banda larga e i siti archeologici. L’ennesimo libro dei sogni, destinato a fare i conti con la penuria dei fondi pubblici e con una realtà sociale che Pietrangelo Butta-fuoco, tornato in Sicilia per le vacanze natalizie, ieri sul Fatto Quotidiano de-scriveva come «una sequenza inesora-bile di emergenze: non c’è lavoro, non ci sono neppure più i negozi, l’artigiana-to è in mutande, gli imprenditori sono solo prenditori di quel che resta degli ultimi spiccioli del denaro di Stato, e di giovani neppure l’ombra. Sarà un problema l’immigrazione degli altri, ma qui – da dove sto scrivendo – si è tutti scappati di casa».

Sarebbe inutile aggiungere que-sta nota al coro del meridionalismo piagnone, che per decenni, anche senza volerlo, ha contribuito a un colossale sperpero di risorse pubbliche, che han-no fi nito per ingrassare solo le mafi e e le clientele politiche. Per non ripetere l’errore, è però necessario chiarire un punto, che è decisivo: il Sud che ci è sta-

to raccontato per quasi 70 anni come un’unica realtà, spesso contrapposta al Nord, non esiste più. Questo Mezzo-giorno ha fatto comodo, dagli anni Cin-quanta in poi, per descrivere un’Italia divisa in due, con un Centro-Nord ricco e un Sud povero, e perciò bisognoso di interventi straordinari. Questa realtà aveva un fondamento reale ed aveva un senso logico sul piano storico e po-litico, ma la politica ne ha approfi ttato nel modo peggiore: Cassa del Mezzo-giorno, fi nanziamenti pubblici a go-go, cattedrali nel deserto, stipendi garan-titi per le assunzioni facili nello Stato e nel parastato, sussidi a pioggia per le categorie più disparate, dai forestali calabresi e siciliani, fi no ai disoccupati organizzati di Napoli. Miliardi buttati al vento.

Ma oggi parlare di dualismo Nord-Sud (come ha fatto Eugenio Scalfari nell’ultima omelia) non ha più senso. Quel Sud non c’è più perché il suo po-sto è stato preso dalle Regioni, che via via si sono sostituite sul territorio allo Stato centrale, con esiti disastrosi. Un fallimento che si è rivelato ancora più grave nelle Regioni a statuto speciale (Sicilia e Sardegna), proprio perché dotate di maggiori poteri, oltre che di maggiori fi nanziamenti. Da tempo, in base all’esperienza di oltre 40 anni di malgoverno, ItaliaOggi sostiene che le Regioni siano inutili e dannose, e perciò da abolire. Tesi valida più che mai per

le Regioni del Sud, caratterizzate da spese fuori controllo, servizi pubblici inesistenti e bilanci in dissesto. Una situazione che, già in partenza, rende irrealizzabile il Masterplan di Renzi, che si basa su 15 progetti da attuare mediante accordi tra Stato, Regioni e città metropolitane.

Ma quali progetti potranno mai portare a compimento un governatore come Dario Crocetta e una Sicilia, che da mesi non riescono neppure ad approvare il bilancio regionale? Quale serietà di comportamenti può vantare un’assemblea siciliana che, su 90 con-siglieri, ha contato ben 45 assenze nel voto sul bilancio, due giorni prima di Natale? E’ con questo personale poli-tico che Renzi pensa di investire sette miliardi e di fare buon uso della fl es-sibilità Ue? Davvero vuole accordarsi con governatori regionali che non sono riusciti neppure a presentare progetti credibili per ottenere i fi nanziamenti dell’Europa, dove l’Italia continua ad essere il Paese con i maggiori ritardi negli impieghi? Galli Della Loggia ha ragione quando scrive che “il Sud è uscito dall’agenda dei governi, e l’or-dinamento regionale ne ha completa-to la rovina”. Ma se le Regioni sono il male del Sud, e lo sono, perché farci ancora affi damento con il Masterplan? Non sarebbe meglio abolirle una volta per tutte?

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TORRE DI CONTROLLO

Se Renzi pensa poco al Sud, dipende anche dal fatto che il Sud è stato sostituito da Regioni malgovernate e inutili. Da abolire

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9Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DicembrP R I M O P I A N OEntro febbraio il testo sarà approvato al Senato. E subito dopo alla Camera

Le unioni civili pronte al varoMal di pancia nell’Udc sull’adottabilità del fi gliastro

DI CESARE MAFFI

È bastato un generico segnale da Matteo Renzi per rammen-tare al mondo politico,

prima ancora che all’opinione pubblica, come fra i prossimi appuntamenti rientrino le unioni civili. Il riferimento è stato un po’ generico e senza alcun termine fisso (quanta di-stanza dalle prime settimane di governo, con impegni profusi a iosa e legati a date certe e so-prattutto ravvi-cinate!): «Siamo ancora in pista per i diritti ci-vili (ius soli, ci-vil partnership, servizio civile e terzo settore».

L’interpreta-zione generale è stata, però, di un impegno per chiudere presto la legge sulle unioni civili. Poi-ché la riforma è in calendario per l’aula di palazzo Madama il 26, 27 e 28 gennaio, con emen-damenti da depositarsi entro il 22, è diffuso convincimento che entro febbraio i senatori licen-zino un testo. A Montecitorio non dovrebbero determinarsi ripensamenti, posto che i depu-tati del Pd hanno già più volte incontrato gli omologhi sena-tori per concordare un artico-lato da considerarsi defi nitivo. Dunque, Renzi dovrebbe pre-sentarsi alle amministrative di primavera con la legge sulle unioni civili già pubblicata in Gazzetta.

Gli ostacoli principali continuano a essere due. C’è la conclamata opposizione di Area popolare, i cui senatori sono apparsi sempre pronti

a fare del no alla legge una propria bandiera. Come smor-zare questo intralcio? Alcu-ni fra i più rigidi oppositori (Gaetano Quagliariello e soprattutto Carlo Giovanar-di, alfi ere dell’ostruzionismo contro il provvedimento) se ne sono andati dal Ncd. Angelino Alfano, a sua volta, è sempre stato attento (pur ribadendo il no alla legge, o meglio al testo detto Cirinnà dal nome della ex relatrice in commissione)

a dichiarare estranea la ma-teria rispetto agli accordi di governo.

E anche se Maurizio Sac-coni, altro conte-statore in prima fila, mostra di voler continuare nel contrasto e minaccia conse-guenze sgrade-voli, il presiden-te del Consiglio è persuaso che

alla fi ne da quella parte non arriveranno diffi coltà politiche, ma soltanto voti contrari, su-perabili mercé il previsto ap-porto pentastellato. Del resto, ragiona Renzi (con molte buo-ne ragioni), dove mai fi nirebbe il Ncd una volta provocata una crisi?

Semmai, il presidente del Consiglio non è tranquillo sul fronte cattolico. Quello di casa propria (i parlamentari democratici ostili soprattutto all’istituto dell’adozione del fi gliastro) potrebbe essere ri-condotto a miti consigli. Pure dalla Chiesa italiana, nella sua espressione rappresen-tata dalla Conferenza episco-pale, palazzo Chigi non teme segnali di guerra. Da una certa base cattolica, anche

estesa e capace di mobilitar-si da sé, potrebbero viceversa arrivare richiami non graditi, specie se fosse progettata una manifestazione di piazza con centinaia di migliaia di pre-senti (numeri veri, non pro-pagandistici, stile sindacale, per intenderci). Quest’ultimo timore è l’unico che induce Renzi a una certa cautela. In ogni modo, ritenendo egli che il tema delle unioni civi-li sia gradito alla stragrande maggioranza degli elettori di sinistra e trovi ampio accogli-mento pure nel centro-destra, oltre che fra i non elettori tifo-si dell’antipolitica, è verosimi-le che l’approvazione a palazzo Madama lo soddisfi .

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DI ISHMAEL

Piero Ostellino, sul Giornale di domenica, mette il dito su una delle piaghe italiane: la bizzarra propaganda media-

tica che si sforza di convincerci che viviamo «nel migliore dei mondi pos-sibili», il più giusto «anche moralmen-te». Due sole le campane che possono essere ascoltate senza passare per «bestie» o per «egoisti»: la Presidenza del consiglio e il Sacro Soglio. Insieme, la sala stampa di Palazzo Chigi e il Balcone di Piazza San Pietro, da cui ogni giorno piovono frasi fatte sulla nazione, a volte di disapprovazione, altre d’incoraggiamento, ma sempre un po’ ringhianti, danno forma al mo-derno partito clericale, per metà sfre-

natamente pauperista (i «ricchi» sono la rovina del mondo) e per metà vota-to all’ottimismo più sfrontato (siamo fuori dal tunnel, l’economia italiana conquisterà tutti i mercati).

Mentre il papa argentino, per deformazione insieme teologica e geografi ca, trasforma in un valore la fame e tesse l’elogio della miseria, che fa della vita un inferno ma avvicina a Dio e salva le anime, il premier boy-scout promette molto, combina poco e si spaccia per statista — come prima di lui tutti i leader italiani da quat-tro soldi (Mascellone, Papi, Prodi e D’Alema, oggi persino Grillo e Ca-saleggio).

Statista devoto, Matteo Renzi assicura che domerà il lupo dell’an-tipolitica, predicherà (domando an-

che loro) ai passeracci e alle arpi’e dell’economia globalizzata, chiu-derà le Partite Rimaste Aperte e aprirà Nuove Frontiere, metterà al suo posto Sorella Merkel (e Frate Terrore Islamista, per non parlare di Bankitalia, che per i suoi gusti è un’istituzione un po’ troppo autono-ma). Come il papa, Renzi è ispirato dall’alto, anzi dall’Altissimo. Non ha progetti riconoscibili, i suoi program-mi (quando ne parla, e non ne parla spesso, ché per lo più preferisce par-lare di quanto sono gufi i suoi avver-sari e di quanto sono onesti, invece, i familiari suoi e dei suoi ministri) suonano vaghi e imprecisi.

Ma intanto il PIL cresce, il Bun-destag teme la determinazione del governo italiano e della sinistra post

comunista non si parla neanche più sui giornali de sinistra (sono diventa-ti, uno dopo l’altro, tutti renziani). È tornata, insomma, l’Italia dei miraco-li. Ma non è tornata per restare. Come scrive Piero Ostellino sul Giornale: «Si può ingannare qualcuno qualche volta, però non tutti sempre, e il fatto stesso che si dia una versione della realtà che non somiglia alla realtà effettuale diffonde scettismo politi-co e religioso, sicché» le frasi fatte di Palazzo Chigi e del Balcone di piazza San Pietro hanno quale principale se non unico effetto, come testimoniano i sondaggi, un calo vertiginoso «del tasso di credibilità della politica, della religione» e in defi nitiva della stessa Italia.

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SOTTO A CHI TOCCA

Le parole ad effetto del Papa e di Renzi hanno per effetto il calovertiginoso della credibilità sia della religione che della politica

Due emergenze per l’Italia: lo smog e le obbligazioni bancarie. A ben vedere, sempre di emissioni dannose si tratta.

* * *Smog, per Salvini il blocco auto a Milano è una caz-zata. Gli credo: d’aria fritta se ne intende.

* * *All’Oms non si beve, non si fuma e non si mangia carne. Sfido io che poi escono ricerche del cac-chio.

* * *Roberto Saviano scrive su Donnamoderna. Perché va bene l’impegno, ma anche avere una pelle tonica è importante.

* * *Altri sei bimbi morti nel Mediterraneo. Che gua-stafeste, questi migranti.

GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND

DI PUCCIO D’ANIELLO

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta pre-parando il discorso di fine anno. Breve e sobrio, ma con un paio di novità. Ma-gari, dice qualcuno, annunciando la li-berazione dei due Marò.

* * *

Pomeriggio tranquillo, quello di domeni-ca, per il capo della Polizia Alessandro Pansa. Con i due figli ha trascorso un paio d’ore nel cinema romano The Space Mo-derno, a due passi dal Viminale, a vedere Star Wars.

* * *

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma Giuseppe Pignatone, il Comandante regionale della Guardia di Finanza Bruno Buratti e il Diretto-

re regionale del Lazio Carla Belfiore hanno firmato un protocollo di intesa che incrementa le sinergie per il contrasto all’evasione fiscale in presenza di reati tributari.

* * *

Cinema e musica per festeggiare l’ingresso nel 2016. È questa la formula di «Roma Caput Musicae. Il concerto di Capodan-no di Roma» nella sera del primo gennaio nella capitale, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica. Sot-to la direzione del maestro Gerardo Di Lella. Da Rota a Morricone, da Piovani a Cipriani, da Ortolani a Piccioni, con le colonne sonore di Amarcord, Otto e mezzo, Il Padrino, La vita è bella, C’era una volta il west e Anonimo Veneziano.

* * *

Per festeggiare Capodanno gli spazi del Labirinto naturale più grande del mondo, costituito interamente da siepi di bambù alte cinque metri, di Masone, a Fontanel-lato in provincia di Parma, luogo magico creato dall’editore Franco Maria Ricci.

INDISCREZIONARIO

Sergio Mattarella

Matteo Renzi

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10 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N OIntesa tra il sindaco Orlando e FI per Ztl e mezzi pubblici: democratici tagliati fuori

Palermo, il Pd ha perso il tramNuove alleanze in vista delle amministrative del 2017

DI FILIPPO MERLI

Un tram per tagliare fuori il Pd. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (ex Idv), ha

incassato l’appoggio di Forza Italia per approvare la zona a traffico limitato e per inau-gurare i nuovi mezzi pubblici, tra cui il tram che permetterà ai residenti delle periferie di raggiungere il centro della cit-tà in 15 minuti. Un’alleanza, quella tra Or-lando e Fi, che ha messo alle strette il Parti-to democratico, contrario alla Ztl, e che, soprat-tutto, potrebbe ripetersi in vi-sta dei prossimi appuntamenti elettorali.

Il nuovo pia-no viabilistico del capoluogo siciliano è stato approvato dal consiglio comu-nale lo scorso sabato. Il provvedimento, che include le nuove tariffe che il Comune incasserà per permet-tere il corretto funzionamento della rete tranviaria, è stato sostenuto dal movimento di Orlando, il Mov 139, e da Forza Italia, che hanno votato insie-me otto emendamenti al con-tratto di servizio per il nuovo

tram. Dopo l’approvazione, in consiglio non sono mancate le polemiche, in particolare nelle fi la del Pd, che s’è trovato in minoranza e non è riuscito a bloccare il progetto.

«La Ztl», ha detto il ca-pogruppo del Partito demo-cratico in consiglio comunale, Rosario Filoramo, «è un pessimo regalo di Natale per i palermitani, e parla di accordo tra orlandiani e centrodestra per far passare l’atto». L’asse

tra Orlando e Fi, infatti, ha costretto il Pd ad arrendersi. Ora i democratici parlano di referendum per annullare la Ztl, ma la sconfi tta politica è ormai certifi cata.

Alla guida di Forza Ita-lia, in Sicilia, è tornato da poco l’ex ministro Gianfran-co Miccichè, un uomo che

Orlando conosce bene. Nel 1997, i due si sono sfidati per la poltrona di sindaco di Palermo: vinse Orlando, che, sostenuto da una coalizione di centrosinistra, ebbe la meglio sul candidato del Polo per le li-bertà. Tempo dopo, nonostante le divergenze politiche, fu lo stesso primo cittadino a rico-noscere a Miccichè «il coraggio di metterci la faccia che solo i leader hanno».

Anche di recente Orlando ha manifestato una certe stima per il forzista, congratulandosi con lui per la nomina a com-missario di Fi da parte di Sil-vio Berlusconi. «Mi ha scritto

che con un avversario come me almeno si può parlare di poli-tica», ha rivelato Miccichè. Poi, sabato, è arrivata l’intesa sulla Ztl tra il movimento di Orlan-do e Forza Italia che ha estro-messo il Pd dai giochi.

«Se ci saranno altri prov-vedimenti utili alla città”, ha spiegato Miccichè a Repubbli-ca Palermo, «non escludiamo di votare ancora con la mag-gioranza». Se non si può par-lare di vera e propria alleanza, di sicuro Orlando e Miccichè hanno in comune una certa in-sofferenza nei confronti del Pd. Per questo, l’asse tra il sindaco di Palermo e il commissario

azzurro può essere riproposto in ottica elettorale. Nel 2017, infatti, scadrà il mandato di Orlando, e il Partito democra-tico, insieme col Movimento 5 stelle, sarà l’avversario princi-pale dell’attuale primo cittadi-no e del centrodestra.

«Con Orlando ricandida-to e un Pd che, dopo Crocetta, non varrà più del 12 o 13 per cento, il ballottaggio potrà tranquillamente riguardare il sindaco uscente e il candidato di un centrodestra unito», ha detto il senatore di Fi, Fran-cesco Scoma. Intanto, a Pa-lermo, il Pd ha perso il tram.

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DI DIEGO GABUTTI

H.G. Wells soffriva d’un senso di colpa e non pote-va alzare gli occhi al cielo senza avvertire una punta

di rimorso quando nel 1901 pubblicò I primi uomini sulla Luna. Soltan-to tre anni prima, nel 1898, aveva pubblicato La guerra dei mondi, una storia ori¬gi¬na-ria: la prima inva-sione aliena della fantascienza, dove i marziani apparivano nella parte dei Visitors, brutta gente, infida e genocida, piena di tentacoli, dedita al saccheggio planetario. «Ma chi sono io per criticare?» si disse Wells. An-che gli aliens dopotutto devono avere un’anima e una mamma. Niente di strano, pensò, se fossero anch’essi dei gentiluomini, leali, coraggiosi e buo¬ni come il pane. Fu per questo, forse, che dopo La guerra dei mondi scrisse I primi uomini sulla Luna, dove i seleniti facevano un figurone, erano governati magari con regole un po’ da formicaio però secondo giusti-zia, non conoscevano la guerra, parla-vano una sola lingua, li capeggiava il Gran Lunare, godevano dei vantaggi d’un governo planetario.

Primi uomini nello spazio, con grande anticipo sui monoliti lunari di 2001: odissea nello spazio e sulla spedizione lunare di Tintin e del Pro-fessor Girasole, sono nel romanzo di H.G. Wells un drammaturgo e uomo d’affari, tale Bedford, e uno scien-ziato tra i più lunatici, Cavor, la cui prodigiosa invenzione, una sostanza detta appunto «cavorite», sopprimeva come ridere gli effetti della gravità.

Prima di loro, sul satellite caro agl’innamorati, quello che Leopardi interrogava levando gli occhi al cielo dall’ermo colle e smettendo per un momento di scrutar le donzellette, erano scesi pochi viaggiatori letterari: il cosmonauta del primo secolo (o giù di lì) di Luciano di Samosata, Cyra-no de Bergerac, i membri del Cannon Club protagonisti di Dalla Terra alla Luna e d’Intorno alla Luna, famosi romanzi di Jules Verne. Presto la Luna avrebbe ospitato ogni sorta di escursionisti e pellegrini da lette-ratura sensazionale. Qualche anno dopo I primi uomini sulla Luna, nel 1909, Filippo Tommaso Marinetti avrebbe addirittura espresso, in un celebre manifesto futurista, l’inten-zione di farla fi nita con le smancerie

lunari. Uccidiamo il chiaro di luna! è con piena evidenza puro sensaziona-lismo lunare: il rovescio (sentimenta-le) delle canzonette sentimentali.

Quanto a Bedford e Cavor, nono-stante l’impianto molto «scientifi co» della storia, sono più simili ai viag-giatori in stile Cyrano, ai protagonisti cioè del romanzo satirico e fi losofi co, che a quelli di scuola verniana, qua-drati e ingegneristici cultori delle macchine, indifferenti ai paesaggi da cartoli¬na illustrata metafi sica. Bedford non pensa che a ricavare sol-di dall’impresa e Cavor, che rimane bloccato sulla Luna, prigioniero dei seleniti, dopo la fuga del suo socio, è incantato dalla perfetta, pacifi ca, un po’ sinistra (e a suo modo socialisti-ca) struttura delle istituzioni lunari. Manda (via etere, con un «apparec-chio radio» di modello «marconiano») spot che reclamizzano le conquiste sociali dei seleniti ai terrestri incre-duli: loda la specializzazione genetica selenita, la divisione del lavoro, l’as-senza di confl itti, canti e balli, giusto un po’ di culto della personalità del Gran Lunare, eguaglianza, e niente lotta di classe.

Sembra Platone intento a scri-

vere il dialogo sulla Repubblica, ma in realtà è soltanto H.G. Wells che sta per trasformarsi, da scrittore d’avventure socialmente impegnato, in scrittore socialmente impegnato e basta. Sei anni prima, nel 1895, aveva dato alle stampe uno dei suoi classici, La macchina del tempo, al-tro romanzo originario, nel quale de-nunciava le magagne del capitalismo all’ombra d’una memorabile trama romanzesca, mentre il suo romanzo lunare inaugura la fase predicato-ria, e peritura, dell’opera wellsiana. Wells, d’ora in avanti, si crederà un fi losofo sociale, darà lezioni di saper vivere ai civilizzati, metterà in guar-dia, lancerà parole d’allarme e ana-temi fi nché, negli anni venti, come Cavor, si recherà lui pure in visita dal Gran Lunare… il Selenita Supremo, Baffone di Mosca, del quale tesserà le lodi e al quale, come suo co¬stume ormai inveterato, fornirà equanimi e spassionati consigli. A George Or-well, che in un articolo, molti anni dopo, lo prenderà un po’ in giro per queste sue stramberie ideologiche, Wells darà «due volte dello stronzo» in una stessa cartolina.

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IN CONTROLUCE

H.G. Wells pubblicò nel 2001 «I primi uomini sulla luna» con il quale descrisse una vita che era tutta rosa e fiori sul nostro satellite

Pappa e Ciccia è una situation comedy americana andata in onda tra il 1988 e il 1997. Protagonista una famiglia della clas-se operaia alle prese con problemi economici e familiari. Così descrive il serial un libro appena uscito, Il mio primo dizionario degli anni ’90, di Roberto Nardo e Davide Pascut-ti, BeccoGiallo 2015, che racconta gli ultimi dieci anni dello scorso millennio attraverso schede di telefilm, pubblicità, cartoni anima-ti eccetera: «In questi anni gli Stati Uniti, con George Bush presidente, stanno vivendo una pesante recessione, e la classe operaia sta soffrendo. Ma vengono meno anche e so-prattutto gli ideali repubblicani. Roseanna e

Dan», i protagonisti del serial, «incarnano le speranze democratiche, criticando la società in cui vivono». Gli anni novanta sono stati gli anni di Bill Clinton e non di George Bush, che lascia la Casa Bianca a fine 1992, mentre i democratici la occupano fino all’inizio del 2001. Non è per dunque per colpa di Bush se «la classe operaia sta soffrendo». E nemmeno di Clinton. Siamo sicuri poi che negli anni novanta del XX secolo la classe operaia ame-ricana «soffrisse» davvero? Non è che Nardo e Pascutti, dopo essersi «sniffati il corso del tempo», come diceva William Burroughs, si sono fumati anche uno spinellone gigante di frasi fatte su lavoro salariato e capitale?

IL CORSIVO /1

Nardo e Pascutti si sono sniffati il corso del tempo (Burroughs)

Vignetta di Claudio Cadei

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11Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DicembrP R I M O P I A N OAl momento del dunque viene meno lo vocazione nazionale del partito: no alle ecoballe

La Lega Lombarda contro NapoliTenetevi i vostri rifi uti. I salviniani partenopei protestano

DI GIOVANNI BUCCHI

Le ecoballe della Campania fanno litigare i leghisti che dal Nord continuano a lanciare strali verso il

Meridione accusato di non sa-pere smaltire i propri rifiuti e di dover ricorrere all’aiuto del ricco Settentrione. Solo che da quando cioè Matteo Salvini ha deciso di passare dai cori anti-partenopei alla conquista elettorale dei «terun», la vulga-ta padana anti-meridionalista deve fare i conti con nuovi com-pagni di viaggio.

Ne sa qualcosa Paolo Grimoldi, fresco di elezione a segretario della potente Lega Lombarda. Alla notizia della pubblicazione del bando di gara europeo dell’Anac per lo smaltimento delle ecoballe che da vent’anni o più giacciono in Campania, il leader lombar-do del Carroccio ha parlato di «puzza di bidone» riferendosi a «quello che Renzi pensa di rifi -lare al Nord e soprattutto alla Lombardia con uno dei suoi so-liti giochetti, infi lando in un de-creto», «un bell’articolo per far smaltire 6 milioni di tonnellate di ecoballe della Campania in altre Regioni».

Grimoldi parla sia a nome della Lega che della Regione Lombardia, guidata da Roberto Maroni, e si dice «pronto a ogni tipo di opposi-

zione, in Parlamento e fuori:«Questo deve essere chiaro sia per il premier Renzi, che ha stanziato come sempre una cospicua somma per aiutare la Campania a fare quello che tut-te le altre Regioni fanno da sole, sia al governatore campano De Luca, che solo un paio di giorni fa ha annunciato trionfalmente che a breve partiranno le pro-cedure di gara per lo smalti-mento, ovviamente fuori dalla Campania, delle ecoballe».

L’affondo leghista ha fatto sobbalzare sulla sedia Gianlu-ca Cantalamessa, referente a Napoli del movimento Noi con Salvini. Figlio di Tonino, ex consigliere regionale ed euro-deputato Msi, Cantalamessa junior da un paio d’anni si è schierato al fi anco di Salvini. Ma se c’è da rispedire al mit-tente le critiche al Sud lui non ci pensa su due volte. Anzi, rin-cara la dose. «Credo sia chiaro all’intelligenza delle persone», ha detto al Corriere del Mez-zogiorno in replica a Grimoldi, «che la difesa ottusa dei cam-panili, priva cioè di considera-zione degli interessi nazionali, fi nisca per spingerci all’indietro anziché incoraggiare passi in avanti in tutti i territori». Rivol-gendosi agli «amici del Nord», Cantalamessa ha aggiunto inoltre di voler «ricordare che molta di quella spazzatura im-pacchettata contiene i rifiuti

delle aziende settentrionali. E non capisco perché gli stes-si amici della Lega non siano insorti quando la lombardissi-

ma A2A ha vinto l’appalto per l’inceneritore di Acerra: va bene quando gli interessi economici sulla spazzatura sono rincorsi

al Sud, non va bene quando gli stessi portano negli impianti lombardi?»

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DI ANTONINO D’ANNA

Sarà un 2016 pieno di sfide per Papa Francesco. Dall’An-no Santo alla chiusura (in un modo o nell’altro) del processo

Vatileaks, fino alla riforma della Curia e l’attenzione sull’Apsa, l’attenzione del Pontefice si dovrà concentrare su alcuni temi interni ed esterni alla vita della Chiesa. Vediamo quali.

La chiusura di Vatileaks. È ormai evidente che il processo si è dilatato. Se - come in tanti dicono Oltretevere - l’idea iniziale era quella di ripetere il copione di Vatileaks 1 (reo-processo rapido-condanna-perdono papale), le cose qui si sono complicate. Tra rinvii, sostituzioni di legali, perizie, il processo rischia di dilungarsi a tempo indefi nito. Poiché il Papa, in quanto titolare della potestà piena, suprema e immediata, può intervenire in qualsiasi grado del giudizio (pensate: se Sergio Mattarel-la solo osasse immaginare di fare una cosa del genere in un’aula italiana di tribunale succederebbe il fi nimondo), c’è da chiedersi se interverrà metten-do d’autorità la parola fi ne al giudizio oppure lascerà cuocere a fuoco lento gli imputati. Il tutto, però, nel corso di un Anno Santo dedicato alla Misericordia. Insomma. Questo non sembra il modo

per mettere una pezza contro eventuali fughe di valigie «farcite» dal Vaticano.

I soldi del Papa. Sin dall’inizio del pontifi cato, Jorge Mario Bergoglio ha chiarito che la vera banca centrale del Vaticano è l’Apsa, l’Amministrazio-ne del Patrimonio della Sede Apostolica. È ora quindi di mettervi mano: al mo-mento, la guida il bertoniano Domeni-co Calcagno, che fi no ad oggi ha occu-pato il suo posto passando indenne da Benedetto XVI a Francesco. Ora, dopo i primi interventi di Moneyval (l’anti-riciclaggio europeo), è probabile che all’Apsa si decida di fare qualche cam-bio. Di forma e anche personale, chissà. Si dice che in Segreteria di Stato non siano contenti: il potere di spesa è stato trasferito alla Segreteria per l’Econo-mia, il «ministero delle Finanze» del potente cardinale australiano George Pell (fi nito nel mirino di un’inchiesta in corso a Sidney sulla pedofilia nel clero locale) che potrebbe però cedere il timone nel corso dell’anno. Vedremo: Moneyval però è stata chiara: la pro-cedura penale vaticana va riformata, i processi in tema di riciclaggio devono essere più veloci.

Anno Santo. Nel 2016 Bergoglio ha annullato le visite pastorali in Italia per accogliere i pellegrini del Giubileo stra-ordinario da lui voluto. Restano solo al-

cuni viaggi internazionali, come quello in Messico che farà nel mese di febbraio, preceduto dalla visita alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio (a quando Pio XII Beato?). A fare le spese delle mancate visite in Italia è stato per esempio An-gelo Scola, arcivescovo di Milano. A proposito: per la sua sostituzione, a fi ne 2016, si ventilano tre soluzioni «fatte in casa» contro una da fuori. Quale sarà la ricetta vincente?

Riforma della Curia. Siamo ancora in alto mare. Qualche mese fa il Papa ha fatto sapere alla Segreteria di Stato che per il momento si continueranno ad applicare le norme della costituzio-ne apostolica Pastor Bonus, ossia l’ul-tima riforma curiale del 1988 fi rmata da Giovanni Paolo II. Del resto non si può pensare ad una vera riforma della macchina vaticana in pochi anni: si parla comunque di una serie di ac-corpamenti e soppressioni, più un rest-yling che un cambiamento sostanziale. Vedremo se l’anno in arrivo ci porterà qualcosa oppure no.

Altre riforme e provvedimenti. Il 2016 ci offrirà spunto - si spera - per altre riforme. Si parla di un interven-to quantomeno a livello pastorale per omosessuali, divorziati, conviventi, fi -glio dello stentato Sinodo della Fami-glia tenutosi nell’ottobre 2015. Restano

ancora da discutere il dossier sulle pre-sunte apparizioni di Medjugorje, fermo da tempo alla Congregazione per la Dottrina della Fede; un ulteriore chiari-mento sulla messa a punto della nullità matrimoniale speedy (che succederà ai Tribunali Ecclesiastici Regionali?); un possibile ripensamento sulla formazio-ne degli avvocati rotali. E la Cina? La visita a Pechino per ora non c’è stata, ma è un fatto che i cattolici cinesi stiano tenendo l’Anno Santo senza persecuzio-ni, almeno per il momento. Pechino ci pensa? A proposito: e se nel 2016 in Ita-lia si dovesse approvare il ddl Cirinnà sulle unioni civili? Che cosa succederà alla Cei (Conferenza Episcopale Italia-na), protagonista nel 2015 di polemiche politiche estive al calor bianco in nome della parresìa (il parlar chiaro) tanto auspicata dal Pontefi ce?

Il Papa emerito. Un ultimo pensie-ro infi ne per Benedetto XVI, che si sta lentamente avvicinando ai 90 anni (li compirà nell’aprile 2017). La sua «non presenza» resta comunque importante nella vita di questo Vaticano per due. È apparso più stanco e provato dall’età, ma la sua forza intellettuale continua a essere intatta. La Chiesa ne ha biso-gno e Francesco lo sa. Auguri a tutti, cari lettori.

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DAL PROCESSO VATILEAKS CHE VA PER LE LUNGHE, ALLA BANCA CENTRALE DEL VATICANO CHE È L’APSA

I problemi che attendono Papa Francesco nel 2016La riforma della Curia è ancora in alto mare. La Cina può attendere

DI ANDREA GIACOBINO

La riorganizzazione del gruppo Mar-cegaglia che sta rinegoziando con le banche un ampio accordo di ristrut-turazione del debito si chiude con un

massiccio aumento di capitale della nuova Marcegaglia Holding (Mh). Qualche giorno fa, infatti, a Gazoldo degli Ippoliti davanti al notaio Massimo Bertolucci si è presentato Antonio nella sua quintuplice veste di vice-presidente di Mh, consigliere di Sipac, presi-dente di Marcegaglia srl, di Marfin (cassaforte della famiglia) e vicepresidente di Finmar. Si è così svolta un’assemblea straordinaria che ha deliberato un aumento di capitale da 50 mila euro a 948 milioni, istituendo tre categorie di azioni.Le azioni A per 350,7 milioni danno diritto ad un voto per ogni azione ma attribuiscono ai titolari il diritto di concorrere al ripianamen-to delle perdite in via postergata rispetto alle azioni di categoria B e il diritto di concorrere in via preferenziale rispetto alle azioni B ma postergata rispetto a quelle C al rimborso del capitale in caso di scioglimento. Le azioni B per 123,1 milioni danno diritto di esprimere

tre voti per azione mentre le azioni C per 474 milioni sono prive di diritto di voto ma attri-buiscono ai titolari il diritto di concorrere al ripianamento delle perdite in via postergata rispetto agli azionisti A e B, nonché di con-correre in via preferenziale alla distribuzione degli utili netti e al rimborso di riserve e del capitale in caso di scioglimento rispetto agli azionisti delle altre due categorie.La ricapitalizzazione è stata sottoscritta parzialmente in denaro solo da Finmar che ha sborsato 30 milioni mentre le alte tre società (Sipac, Marcegaglia srl e Marfin) hanno sot-toscritto tutto il restante conferendo una serie di crediti i cui valori sono stati asseverati da perizie redatte dal commercialista Giorgio Rusticali. Al termine dell’aumento di capita-le soci della nuova Marcegaglia Holding sono: Finmar (socio con 123,2 milioni di azioni di categoria B con l’1,3% dei voti), Marfin (socio con 461 mila euro di azioni di cui 196 mila A e 265 mila C per lo 0,03% dei voti), Marcega-glia srl (socio con 797,5 milioni di azioni di cui 349,1 milioni A e 458,3 milioni C per il 47,08% dei voti) e infine Sipac, socio con 26,7 milioni di azioni di cui 11,3 milioni A e 15,3 milioni C per il rimanente 1,58% dei voti.

CARTA CANTA

Grosso aumento di capitaledel gruppo Marcegaglia

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12 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N OLa distanza con il Pd (che ha il 33%) si è bloccata sul 5-6% (M5s infatti si trova al 27%)

Si è fermata la crescita del M5sLa fi ducia a Grillo è molto inferiore a quella di Di Maio

DI PIETRO VERNIZZI

«La distanza tra Pd e M5S è pari al 5-6%: i due partiti sono rispettiva-

mente al 33% e al 27%. La Lega nord è al 14%, Forza Ita-lia al 10% e la Sinistra Italia-na al 4,5%. Dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre si è interrotta la crescita di M5S e Lega nord, che era rimasta costante dal maggio 2014». Lo afferma Roberto Weber, sondaggista di Ixé, secondo cui «quando si verificano gra-vi minacce alla sicurezza la gente si sposta compatta sui partiti che rappresentano le istituzioni. A beneficiarne è il Pd di Renzi».

Domanda. Weber, com’è la situazione nella galas-sia di centrodestra?

Risposta. Per buona parte del 2014 e per tutto il 2015 la Lega nord ha avuto un trend di crescita continuo, che però adesso si è interrotto. Forza Italia invece oscilla tra il 14% secondo Nando Pagnoncelli, il 12% secondo la Swg e il 10% secondo l’Istituto Ixé.

D. Berlusconi ha detto: «Non voglio fare politica, ma resto contro la sciagu-ra grillina». Come com-menta le sue parole?

R. Dal punto di vista dei sondaggi la situazione di Berlusconi è molto oscillan-te. Dal punto di vista politico la narrazione è quella di un recupero dei voti persi per strada da Forza Italia. Una quota sostanziosa di questi consensi è andata all’M5S, e io ritengo che Berlusconi non riuscirà a recuperarli. Un conto è il livello locale, perché

alle elezioni amministrative il centrodestra può essere molto competitivo e in alcune città lo sarà di sicuro. Finché il leader è Berlusconi, dubito però che alle politiche Forza Italia possa recuperare i voti ceduti all’M5S.

D. Qual è la strategia di Berlusconi?

R. È molto diffi cile in que-sto momento capire che cosa pensi Berlusconi, come pure quanto pesi an-cora e quali sia-no le sue capaci-tà di indirizzo e di lettura della situazione. La mia sensazione è che non tenga più in mano il partito, né che possa tenerlo per il futuro.

D. Il caos banche quanti voti sposta?

R. Occupar-si di banche è sempre costato molto caro in termini di voti prima al Pds e poi a Ds e Pd: ogni volta che hanno toccato le banche si sono fatti male. In questo caso però Renzi è molto de-terminato e quindi è possibile che riesca ad assorbire il col-po, a condizione però che alle parole seguono i fatti.

D: Che cosa dovrebbe fare?

R. Sono convinto che la vera questione non sia Banca Etruria bensì l’intero sistema. Le sofferenze bancarie sono concentrate in maniera mas-siccia in una platea di pochis-sime grandi banche. Lo 0,03% dei clienti detiene il 13% delle sofferenze delle banche. Se c’è

stato un problema nella ge-stione del risparmio degli ita-liani, questo non tocca certa-mente solo la Banca Etruria. A esserne penalizzate sono soprattutto le pmi, perché le banche devono poi rifarsi in qualche modo. Se il governo interviene a questo livello, il problema rientrerà.

D. Come vede la sfi da tra Pd e M5S?

R. La distanza tra Pd e M5S è pari al 5-6%: i due partiti sono rispettivamen-te al 33% e al 27%. Nel cor-so del 2015 il distacco si era l eggermente ridotto perché l ’M5S aveva conosciuto una crescita cospi-cua. Dopo gli attentati a Pa-rigi questa cre-scita si è però interrotta.

D. Il Pd renziano gode di buona salute?

R. Il Pd mantiene le sue posizioni e beneficia di un serbatoio potenziale più va-sto di quello dell’M5S. I fatti che toccano la sicurezza glo-bale favoriscono sempre una risposta moderata da parte dell’opinione pubblica, e que-sto moderatismo attualmen-te è incarnato da Renzi, come prima era incarnato dalla Dc. Agli occhi della gente i parti-ti moderati rappresentano lo Stato e le sue istituzioni. Non a caso dopo il 1976 l’avanzata del Pci fu arrestata dall’asce-sa delle Brigate Rosse.

D. Come sono le dinami-che all’interno dell’M5S?

R. L’M5S è una realtà che ormai non è più limitata a un consenso nei confronti di Gril-lo, ma che anzi si caratterizza in modo più ampio. I Cinque Stelle sono sempre meno un movimento leaderistico e sempre più un vero partito. È indubbio che ormai Grillo giochi un ruolo determinante, ma gli elettori non votano la sua persona bensì per l’M5S.

D. Perché ne è convinto?

R. Perché la fiducia di Grillo è di molto inferiore a quella di Di Maio, come pure ai voti che raccoglie l’M5S. Signifi ca che da una forte personalizzazione stia-mo andando verso un partito che ha una vita autonoma. È possibile che i militanti stretti si riconoscano in Gril-lo, ma ormai il movimento è un’altra cosa.

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DI MARCO BERTONICNI

È un mediocre periodo di ferie, per i parlamentari azzurri. Per quelli rimasti, s’intende, vista la riduzione progres-

sivamente patita dall’inizio della legislatura. Anzi, è generale previ-sione che gennaio sottragga ancora qualche deputato e senatore ai grup-pi forzisti: non nelle proporzioni da taluno previste (si sono contati più di venti nomi di potenziali abbandoni), però qualche nuovo insoddisfatto po-trebbe e anzi dovrebbe trovarsi.

A rendere incerti, insoddisfat-ti e anzi francamente preoccupati molti berlusconiani è Silvio Berlu-sconi. Tanto per cominciare, il Cav non paga. Già da un po’, ma ultima-mente in misura drastica. Di qui, fra l’altro, chiusura della sede nazionale e cacciata dei dipendenti.

Ma c’è chi si duole anche per la ridotta disponibilità di Berlusconi a scucire regali, ricordi personali e perfi no cene. Siccome ai parlamen-tari azzurri non è mai piaciuto tirar fuori contributi di tasca propria, an-cor meno gradirebbero oggi sborsa-re per spese di partito. E poi, quale partito? Il Cav, nei fatti, si mostra il nemico primo della propria forma-zione politica. Non ne vuole sapere. Non consulta gli organi di partito: se il partito in sé l’infastidisce, come forma, come essenza, come esisten-za, fi gurarsi i dirigenti. Ancor più di prima, la linea politica la decide da solo. Deputati e senatori o abbozzano o se ne vanno. A impensierirli, c’è di peggio. Berlusconi potrebbe transi-tare alla fase attuativa, più volte annunciata, mai attuata, del rinno-vamento. Il rifacimento di Fi passe-rebbe attraverso l’annichilimento

dell’attuale classe dirigente, tranne alcuni beniamini: nessuna garanzia, se non per un pugno di prediletti, di trovarsi capilista, cioè con elezione matematica. Peggio: poche speran-ze perfi no di ritornare in lista nelle quote con le preferenze. Un disastro, insomma.

A determinare lo svuotamen-to degli attuali parlamentari nella prossima legislatura sarebbero al-cuni fatti concomitanti. Ovviamente in primis ci sarà la soppressione del Senato, ammesso che in autunno il referendum costituzionale superi il voto popolare. Ecco poi in arrivo l’ita-licum, con liste nelle quali i candida-ti berlusconiani potrebbero essere la metà, a dir molto. Infi ne, domina la volontà di Berlusconi di far piazza pulita di quelle che giudica solite facce, da lui ritenute impopolari, improduttive, ineffi cienti.

Da mesi il Cav va ripetendolo: vuole volti nuovi, immagini fresche, persone affermate nella vita civile, specie imprenditori, per togliersi dai piedi parlamentari che gli appaiono quasi tutti come altrettanti profes-sionisti della politica, sottospecie umana da lui aborrita. Se Berlusconi non ha attuato questo programma, cui tiene molto e che è la riproposi-zione dell’originaria Fi, il motivo è semplice: trova poche persone adatte e disponibili. Se ne accorge nelle (per lui personalmente dolorose) ripulse ricevute in vista delle liste comuna-li. Proprio l’impossibilità concreta di acquisire tanti nomi nuovi rap-presenta, fi no a oggi, la speranza di sopravvivere in molti parlamentari azzurri: contano di ritornare per l’assenza di nomi validi che possano sostituirli.

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COME DIMOSTRA LA VAGONATA DI RIFIUTI CHE HA OTTENUTO DALLE SUE IPOTESI PER IL COMUNE DI MILANO

Berlusconi cerca nuove facce, ma non le trovaInoltre non scuce più soldi a favore di Forza Italia. Raus!

Senza parole 1 (o l’orda 5 stelle)«Gengis Khan ha cambiato la storia del mondo per sempre.

Internet lo farà in modo più radicale e assoluto» (Gianrober-to Casaleggio, Veni Vidi Web).

Senza parole 2 (o il futuro 5 stelle)«L’emissione di Co2 è punita con la reclusione fi no a 30

anni. Taxi, tabaccai, macellerie e librerie sono scomparsi. La più grande impresa del mondo produce biciclette e monopat-tini. Chi è sorpreso con un fucile è lasciato libero e nudo nei boschi e cacciato da personale specializzato con pallettoni di sale grezzo dall’alba al tramonto. Molti ospedali hanno chiuso i battenti da quando sono diminuite le malattie ambientali. Le imprese di costruzione sono state riconvertite in impre-se di decostruzione. I parrucchieri hanno chiuso i battenti, uomini e donne portano capelli lunghi e disordinati. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga gestiti da neomaoisti. Il Milan vince Champions League e campionato tutti gli anni. Le poche edicole aperte sono diventate fumetterie e vendono solo albi di Tex. Il reddito di cittadinanza consente a chiunque di vivere in attesa di un lavoro ed è un diritto di nascita in tutto il mondo. Corrotti e corruttori sono esposti in apposite gabbie sulle circonvalla-zioni delle città. La parola «mercato» si usa solo per il merca-to rionale. Le multinazionali sono state dichiarate illegali e quindi sciolte: dalla Monsanto alla Nestlè alla McDonald. In Italia le statue di Garibaldi sono state sostituite da statue di Gengis Khan» (Roberto Casaleggio, Veni Vidi Web).

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IL CORSIVO/2

Veni, Vidi, Web e sonorimasto del tutto basito

Beppe Grillo

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13Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DicembrP R I M O P I A N O

Gli hacker di Anonymous attaccano il profi lo Facebook di Salvini. Ora dice cose sensate.

Filippo Merli

Scontro (simpatico) delle culture in tempo di crisi

Siparietto natalizio. C’è un mondo a noi sconosciuto ma vivace. Una vicina di casa mi dice: non vado dal parrucchiere oggi, perché mia suocera è meridionale e frigge di tutto, poi mi unge la messa in piega da 60 euro. Prosit.

Marilena Morvillo

N’esagerum mia, neh?

Tanti auguri a tutti i fuoriclasse di ItaliaOggi. Una squa-dra stellare che ogni giorno sforna l’unico quotidiano italiano che merita di essere letto.

Ugo Cerofoletti

La licenza poetica di Sandro Bondi

Modesto politico, ma autentico poeta cesareo. Per Ber-lusconi («vita assaporata, inseguita, amata, splendente, disvelata …») e la sua mamma («madre di Dio», ovviamente) Sandro trovò il massimo dell’ispirazione. Oggi l’ha perdu-ta, ha voltato le spalle a Forza Italia e, in una intervista a «Repubblica», ha paragonato Silvio al Conte Ugolino, «che nella Divina Commedia divora il cranio dei suoi fi gli». Non è così. Nel canto 32 dell’Inferno addenta invece, «là ‘ve ‘l cervel s’aggiugne con la nuca», il suo assassino, l’arcivescovo Ranieri di Pisa. Niente di male, anche Bondi, come tutti i più grandi poeti, si è permesso una «licenza».

Gianfranco Morra

La signora con i calzoni a pois

Il giorno di Santo Stefano scorso, verso le nove del mat-tino, incontro, sulle scale del condominio, la signora del piano sopra al mio. Ha una trentina d’anni. È mamma di due bambini. Intercettando il mio stupore nel vederla con dei calzoni a pois sotto il piumone, mi dice: «Niente di strano! Sto andando all’ospedale dei bambini per fare, gratuitamente, è ovvio, un po’ di clownterapia». Questa è l’Italia che porta avanti l’Italia, anche se i media non ne parlano.

Paolo Farnese

Complimenti a Morra: ottimo consiglio

Approfi ttando del Natale sono andato a vedere la grande mostra dedicata a De Chirico dalla città di Ferrara a Pa-lazzo dei Diamanti della quale mi ero incuriosito a seguito della bellissima recensione di Morra pubblicata a suo tempo da ItaliaOggi.Non mi ha deluso: un autore sublime, incasto-nato mirabilmente nel suo tempo, con opere signifi cative straordinariamente illustrate.Per vederla mi ero mosso di-rettamente da Milano ma ne valeva la pena.

Giacomo Montesissa

Paghi in anticipo? Devi essere punito

Per evitare di fare la coda agli sportelli delle sta-zioni ho deciso di acquistare dieci biglietti ferroviari di andata e altrettanti di ritorno relativi alla tratta che faccio abitualmente il lunedì e il venerdì di ogni settimana. Ho cosi appreso che tali biglietti (che peral-tro debbono essere preventivamente obliterati prima del loro utilizzo) hanno una validità di soli due mesi. Dopo,diventano carta straccia. Insomma le ferrovie sono l’unica società che, se ad essa, paghi in anticipo e senza chiedere sconti il prezzo del servizio che ti renderà in seguito, ti scoraggia punendoti.

Pierpaolo Albricci

Ve néto banca, la banca ripulita

Voci dall’assemblea dei soci di Veneto Banca, che sabato 19 dicembre ha trasformato l’istituto in spa, passaggio fondamentale per la quotazione che verrà a breve. Per l’occasione i soci hanno avuto a disposizioni tre minuti a testa per sfogare la loro rabbia, indignazione, sofferenza per la perdita subita, economica e anche morale, per il raggiro subito. C’è chi ha raccontato di aver ricevuto una decina di chiamate dalla banca per essere convinto a com-prare le azioni dell’istituto mentre poi, quando avrebbe voluto venderle, non si faceva trovare più nessuno. Dopo la quotazione si stima che i titoli varranno un quinto, anche meno, di quanto sono stati pagati. Qualcuno, mal-grado tutto, ha cercato di prenderla sul ridere: «Eravamo Veneto Banca», ha detto, «semo deventai Ve néto banca». Qualcosa che si può tradurre come la banca ripulita.

Lucio Sironi

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Pier Paolo Pasolini che pure non aveva capito pro-prio tutto dell’Italia (anzi) sapeva che i suoi Accattoni, una volta calzate le Adidas, sarebbero diventati aguzzini

di accattoni. Saverio Vertone, Viaggi in Italia. Rizzoli, 1988.

La dolce vita era Via Veneto. Una strada diversa da tutte le altre. Forse la più brillante del mondo. Ungaretti, le star del cinema americano, la grande nobiltà al centro di un’epoca ancora splendida in cui se si possedeva il ta-lento di annusare il futuro, ma solo in quel caso, si poteva sentire già l’odore di morte, di fi ne, di sipario tirato. Sandra Milo, attrice (Malcom Pagani). Il Fatto.

È la prima volta nella storia che un par-tito che dice di essere per la conservazione (i verdi) appartiene alla sinistra che, tra-dizionalmente, era per la trasformazione. I verdi avrebbero dovuto orientarsi a destra ma l’utopia socialista ha fi nito per catturarli. Jacques Julliard, Les Gauches françai-ses: 1762-2012. Flammarion.

Coloro che hanno pensato e sottoscritto il Trattato di Maastricht erano dei despoti assoluti, quali ancora non ne erano appar-si nella storia, proprio perché non aveva-no alcun bisogno di riferisi agli uomini per dettare il loro disegno e le regole per rea-lizzarlo. Non ne avevano bisogno al punto che le loro armi consistevano in multe in denaro per chi avesse disobbedito. Tutto il resto, per Maastricht, non aveva né senso né valore: la patria, la lingua, la musica, la poesia, la religione, le emozioni, gli affetti, tutto quello che riguarda gli uomini in quan-to uomini, che dà espressione e signifi cato al loro vivere in un determinato gruppo, al loro contemplare un determinato paesag-gio, al loro amare, soffrire, godere, creare, veniva ignorato. Ida Magli, La dittatura europea. Rizzoli, 2010.

Erasmo da Rotterdam (1466-1536) non parla di Europa ma l’incarna: nato olandese, egli vive a Bruxelles, a Parigi, in Inghilter-ra, in Svizzera mentre viaggia in Italia e in Germania. Egli scrive: «Fino a poco tempo fa il Reno separava i francesi dai tedeschi, ma il Reno non può separare il cristiano dal cristiano». Jean Boissonat, Europe annèe zèro. Bayard, 2001.

Lenin fu un uomo tenace, monomaniaco. Passò mezza esistenza all’estero, senza accorgersi di nulla, senza avvicinare nessuno, senza fare niente, salvo preparare

un’immaginaria rivoluzione, complottando e polemizzando tra i gruppetti di esuli, in be-ghe di preminenza nel partito che, per ironia della sorte, aveva battezzato come partito so-cialdemocratico. Lenin poteva fi nire oscura-mente come uno dei tanti pazzoidi russi, che allora giravano in Europa, ma una cosa era certa, è cioè che egli era nato capo, e un capo è colui che non sacrifi ca le proprie opinioni al successo, ma impone il successo delle pro-prie opinioni. Panfi lo Gentile, Democrazie mafi ose. Ponte alle Grazie, 1997.

Al centro sociale Leoncavallo di Milano c’è anche un esibito disinteresse per gli avvisi di sfratto che ogni mese la Corte d’appello recapita in via Watteau, puntualmente pro-rogati dai magistrati e disattesi dagli abusi-vi. Carlo Verdelli. la Repubblica.

Dopo aver visto Berlusconi in tv da Fazio, ho pensato che Berlusconi è il leader politi-co che in Italia è stato a Palazzo Chigi più giorni di De Gasperi, Moro, Fanfani. Persino

più di Andreotti. Se Berlusconi aveva queste grandi e belle idee, perché non le ha realiz-zate? Matteo Renzi. AdnKronos.

Siamo verso la fine degli anni 50: era abbastanza fa-cile trovare lavoro, però bi-sognava lavorare. Ho preso questo diplomino che ancora conservo. Mentre la laurea superfl ua in Scienze politiche non ricordo dove l’ho messa. Ha continuato a studiare? Sì, ma da solo. Ho fatto un concorso in Pro-vincia, sai quell’ente che hanno fatto fi nta di abolire? Sono arrivato quarto, la commis-sione non aveva nessuna voglia di prendere uno come me: c’era gente più vecchia, che aveva famiglia. Ho fatto un tema d’italiano che è andato un po’ oltre le aspettative... Sono stato il capostipite dei fannulloni. Ed ero l’unico, perché lì lavoravano tutti bene, i bilanci erano perfetti, la prefettura control-lava anche le virgole. Però a me non piaceva, mi annoiavo. Allora ho cominciato a colla-borare all’Eco di Bergamo. Un mio collega impiegato faceva anche il critico cinemato-grafi co. A me del cinema non fregava nulla, non avevo nessuna cultura. Mi piacevano i giornali, da morire. Così ho iniziato come vice critico cinematografi co. Quanti anni avevo? Una ventina. Vittorio Feltri (Sil-via Truzzi). Il Fatto.

Colpisce come il 71% dei co-muni italiani abbia meno di 5.000 abitanti e addirittura il 55% sia sotto i 3.000. Per non dire dei paesini: quelli sotto le 1.000 anime sono addirit-

tura il 23,35% del totale. Praticamente un quarto. Gian Antonio Stella. Sette.

Perché sempre più i ristoratori spengono i loro fornelli al momento in cui si accendono gli appetiti? Philippe Bouvard, Journal dro le et impertinent. Diario buffo e im-pertinente. J’ai lu, 1997.

«Naturalmente la Borsa non continuerà a salire all’infi nito, ma per il momento i pochi dollari dei miei clienti rendono il triplo di quello che renderebbero in banca. Came-riere, questo caffè è gelato!». «L’ha lasciato raffreddare lei», replicò il cameriere. Isaac B. Singer, Anime perdute. Longanesi, 1995.

Scrivere bene mi pare inutile come ag-giungere nastri su una bara destinata alla cremazione. Rimpiango l’università: almeno là avevo un ruolo, se non un senso. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli, 2014.

Questo è il paese dei corpi. Un paese pie-no di corpi. Corpi che si svegliano morti, escono morti di casa, tornano morti; corpi che parcheggiano, scendono, sputano, corpi che ci salutano, sbadigliano, bestemmiano sempre, fatturano. Corpi camminanti che hanno rapporti automatici con altri corpi e con altri corpi macchinanti. Rapporti ses-suali con la carrozzerie lustra della propria automobile, rapporti con il fai-da-te della pompa di benzina, rapporti con la propria occupazione, rapporti con i corpi-cassieri per il cambio di assegni, rapporti giorna-lieri con il ristorantino, dove consumare la stessa insalatona, rapporti con semafori intelligenti, zigarette, ingranamento delle marce. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.

Se, a Milano, vai in corso Garibaldi e vedi la guglie dei grattacieli di Porta Nuova ti mettono di buon umore. Philippe Daverio, critico d’arte. Il Foglio.

Scusate se mi spiego. Ma ho le idee un po’ confuse. Roberto Gervaso. Il Mes-saggero.

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PERISCOPIO

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14 Martedì 29 Dicembre 2015 P R I M O P I A N ODopo gli Usa ha fatto pasticci anche a Mosca. Il buco non è di 6 ma di 10 miliardi di euro

Deutsche Bank alla Arsenio LupinAlle banche tedesche 247 mld di aiuti pubblici dal 2008

DI UGO BERTONE

S’inasprisce il con-tenzioso bancario. Renzi, minaccia di render pubblico lo

striminzito carteggio con i com-missari Ue che hanno imposto, in pratica, la soluzione del bail-in per le banche commissaria-te, vietando il ricorso al Fondo di garanzia interbancario che avrebbe evitato danni e sacrifici ad azionisti e, soprattutto, ai por-tatori di bond. Dietro la mossa, figura il sospetto, fondato, che dietro l’intransigenza miope di Vestager (contraria per presun-ta violazione delle norme sulla concorrenza) e di Hill (intran-sigente, forse per guadagnarsi qualche credito a vantaggio della City) ci siano forti pressioni del-la Germania. Del resto Berlino, contraddicendo le regole condivi-se all’avvio dell’Unione bancaria, ha, in pratica, respinto la «terza gamba» dell’accordo, quella che prevede una garanzia comune sui depositi delle banche vigilate dalla Bce e sottoposte all’analisi dell’Eba.

Schauble, dal canto suo, è

stato al solito esplicito: la ga-ranzia comune sui depositi ri-chiede, a suo dire, una modifi ca dei trattati costitutivi dell’Ue. In assenza di questo passo in avan-ti (comunque osteggiato dal po-litico tedesco più infl uente dopo Merkel), sarà inevitabile il ri-corso alla Corte di Karlsruhe che potrebbe (anzi dovrebbe) far sal-tare l’accordo. Insomma, per l’en-nesima volta, l’Unione sembra un binario morto. E per l’Italia (ma non solo) si profi la di nuovo la domanda più inquietante: ma che ci serve quest’Europa che c’impone vincoli e sacrifi ci, ma non ci offre alcuna garanzia?

Non è il caso di riaprire il solito tormentone, tra euroscet-tici (cui non mancano argomen-ti, ma privi di una strategia) e partiti fi lo europei, in grave diffi -coltà. Al punto che Renzi, che sa fi utare il vento, si sta spostando a tutta velocità sul versante dei contestatori della linea tedesca, raccogliendo consensi a Est (vedi partita del Nord Stream) e ma-gari a Londra, impegnata a rac-cogliere garanzie che servano a scongiurare il Brexit. Semmai è il caso di capire le possibili ragio-

ni del voltafaccia tedesco, al di là delle giuste rimostranze.

Tanto per cominciare, è evidente che le banche tede-sche non sono in buona salute. L’ultimo siluro piovuto sul siste-ma bancario tedesco riguarda Deutsche Bank. L’indagine in-terna commissionata dal nuovo ceo, l’inglese John Cryan, ha preso atto che il «buco» delle operazioni della fi liale di Mosca è di almeno 10 miliardi di euro contro i 6 individuati in un pri-mo tempo. Gli ammanchi sono legati a operazioni tese a con-sentire l’esportazione illegale di capitali da parte della clientela privata russa. Si tratta dell’ul-tima infrazione, al termine di un anno nero, che ha visto l’am-miraglia del sistema del credito tedesco coinvolto, in pratica, in tutte le indagini contro gli illeciti bancari condotti dalle autorità Usa ed europee.

Deutsche Bank è stata indagata (e condannata) per le attività sul mercato dei cambi e delle infrazioni sul Libor, non-ché per altre condotte illecite sul mercato Usa. Sotto la pressione delle multe infl itte dai regola-

tori di Washington, Bruxelles e Londra (l’accusa riguarda anche l’ostruzionismo opposto alle au-torità), il nuovo vertice è stato costretto ad avviare una drastica azione di pulizia del bilancio (in rosso per 6 miliardi) e un drasti-co cambiamento delle strutture di management.

I guai del sistema del cre-dito tedesco non fi niscono qui, nonostante i 247 miliardi ver-sati dal 2008 in poi dallo Stato federale per salvare le banche. Tutto è cominciato, in ordine di tempo, con il coinvolgimento della Ikb, una piccola banca re-gionale, travolta fi n dalle prime avvisaglie del tracollo dei subpri-me, i mutui ad alto rendimento (e ad alto rischio) collocati dalla fi nanza Usa. Pochi mesi dopo è toccato a Dredsner Bank rifi lata a Commerzbank, altro istituto dalla salute non brillante. Le Landesbanken, controllate dai Laender e dalle autorità comu-nali, hanno un lungo record di fallimenti e incagli. Una di esse, l’amburghese Hsh, è stata salva-ta in extremis per una discutibi-le esenzione di Bruxelles.

Non è il caso di subire

prediche per la pur discutibile gestione delle banche di casa nostra (specie in Toscana, dove l’intreccio con la politica è più che inquietante) da un pulpito del genere, è il coro che si leva dalle nostre parti. (...). La sen-sazione è che sia Berlino che Bruxelles siano consapevoli che presto sarà necessario metter mano a una profonda revisio-ne dei conti e delle regole delle banche oltre Reno. La ristruttu-razione di Deutsche Bank è solo la punta dell’iceberg di un inter-vento necessario per far riparti-re l’economia a livello europeo. Di qui l’obbligo a «conservare le munizioni» in vista della sfi da più impegnativa.

Vista con questa angolatura la questione cambia: la partita del credito non si gioca ad Arez-zo, bensì a Francoforte, Parigi e anche a Milano, capitali di un sistema che, per ripartire, ha bisogno di un forte investimento comune. Se non lo si capisce, la spinta alla ripresa resterà ma-teria per convegni. O, peggio, di campagne elettorali, tanto più virulente quanto vuote.

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15Martedì 29 Dicembre 2015ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Come reazione dell’Isis alle brucianti sconi tte che l’organizzazione sta subendo in Siria

Si temono attentati in OccidenteLo prevede Michael Herzog analista strategico israeliano

DI PIETRO VERNIZZI

«Maggiore è la p r e s s i o n e cui è sotto-posto l’Isis e

maggiori saranno i suoi sfor-zi per colpire con attentati l’Occidente e Israele. Dob-biamo quindi stare all’erta perché molte persone ascol-teranno l’appello alla mobi-litazione di Al-Baghdadi». È il commento di Michael Herzog, analista strategi-co israeliano e internatio-nal fellow del Washington institute for near east po-licy. In un messaggio au-dio diffuso in rete, il califfo Al-Baghdadi ha ammonito gli israeliani: «La Palestina non sarà la vostra terra né la vostra casa ma il vostro cimitero». Le minacce sono state pubblicate poche ore prima della liberazione di Ramadi, avvenuta domeni-ca. L’esercito iracheno ha potuto così annunciare la sua prima significativa vit-toria sullo stato islamico in una guerra che dura ormai da 18 mesi.

Domanda. L’esito del-la battaglia di Ramadi significa che l’Isis è in difficoltà?

Risposta. Sì, l’Isis è in difficoltà per la grande pressione esercitata nei suoi confronti da più dire-

zioni. La coalizione guidata dagli Usa e la Russia stan-no conducendo due cam-pagne aeree parallele. Nel frattempo è in corso un’of-fensiva di terra da parte di curdi, sunniti ed esercito iracheno.

D. Che cosa rappresen-ta per l’Isis questa scon-fitta?

R. Per l’Isis la perdita di Ramadi è una sconfitta mol-to importante sia sul piano simbolico sia su quello pra-tico, e rappresenta in qual-che modo una pietra miliare. L’Isis però è molto lontano dall’essere totalmente sba-ragliata. Conquistare Mo-sul sarà molto più difficile, perché si tratta di una città molto più grande con oltre un milione di abitanti.

D. Intanto Al-Baghdadi ha diffuso un nuovo au-dio in cui minaccia l’occi-dente e Israele. Lei come lo interpreta?

R. Potrebbe indicare che l’Isis è sotto pressione e in cerca di nuovi obiettivi. Maggiore è la pressione cui è sottoposto il califfato e mag-giori saranno i suoi sforzi per colpire con attentati l’oc-cidente e Israele. Dobbiamo quindi stare all’erta perché molte persone ascolteranno l’appello alla mobilitazione di Al-Baghdadi.

D. Secondo il ministro degli esteri italiano, Pa-olo Gentiloni, «il comu-nicato di Al-Baghdadi vuole esibire forza in un momento che invece è di vera difficoltà militare». È d’accordo con lui?

R. L’Isis è molto sotto pressione, ma è ben lontano dall’essere sconfitto o anche solo pienamente contenuto. Sono tre gli elementi di cui dobbiamo tenere conto.

D. Quali?R. Innanzitutto l ’Isis

sta ancora combattendo in modo aspro sul terreno tan-to in Siria quanto in Iraq. Poi, ogni mese riesce a ri-

chiamare oltre 1.000 mu-sulmani da tutto il mondo. In terzo luogo può contare su gruppi affiliati in Libia, Sinai e Africa. Su un punto però Gentiloni ha ragione: la pressione militare dell’Occi-dente su Siria e Iraq accre-sce il rischio di attentati.

D. Che cosa occorre per sbaragliare l’Isis?

R. Per debellare l’Isis è necessario raddoppiare i blitz aerei, che in questo momento sono molto limi-tati, e avviare una campa-gna di terra. È necessario sviluppare maggiormente le forze locali, sul modello di quanto l’esercito iracheno sta compiendo a Ramadi.

D. Le minacce di Al-Baghdadi a Israele rap-presentano anche una svolta ideologica?

R. L’ideologia dell’Isis è da sempre caratteriz-zata dall’antisemitismo e dall’odio per Israele, come è stato notato più volte dai discorsi dei suoi leader. Di solito però nei suoi mes-saggi Al-Baghdadi evita di concentrarsi su Israele, e in questo senso l’ultimo audio è stato un’eccezione.

D. In che modo il califfo potrebbe attaccare Isra-ele?

R. È difficile attaccare

Israele dai confini perché ci possiamo difendere. Anche se ci sono degli jihadisti nel Sinai, al confine egiziano, e sull’altopiano del Golan, al confine siriano, il nostro esercito è comunque in gra-do di fermarli. Lo scenario più probabile sul quale ci dobbiamo concentrare è la possibilità di attentati terroristici contro obiettivi ebraici in Europa e Stati Uniti.

D. Israele è più preoc-cupato per le minacce di Al-Baghdadi o per l’Inti-fada dei coltelli?

R. La minaccia principale per Israele è l’Intifada dei coltelli. Quest’ultima ha un impatto sul sentimento di sicurezza di ogni cittadino israeliano. Si tratta di un pericolo immediato di cui Israele sta facendo esperien-za diretta. Quella dell’Isis invece è una minaccia ester-na, e richiede un diverso tipo di allerta, più intelligence e maggiore concentrazione operativa. Di fronte agli ac-coltellamenti non ci si può difendere con l’intelligence, perché sono perpetrati da giovani individui infl uenzati dall’atmosfera del momento. Nei confronti dell’Isis è pos-sibile invece usare i servizi segreti per allertare in anti-cipo le autorità.

Il Sussidiario.net

DI MASSIMO GALLI

La chiesa cattolica egiziana per-de uno dei suoi più autorevo-li rappresentanti. Monsignor Johannes Zakaria, 66 anni,

vescovo dei copti cattolici di Luxor, è stato trovato senza vita all’interno della propria abitazione la mattina di domenica scorsa. I suoi collaboratori, non vedendolo arrivare in chiesa nelle prime ore del mattino, hanno bussa-to alla porta, quindi l’hanno sfondata e hanno trovato il vescovo morto. Il decesso è stato provocato da cause naturali. I funerali saranno celebrati quest’oggi. Una notizia sfuggita ai me-dia italiani, che spesso lo interpellava-no in merito alla situazione politica e religiosa dell’Egitto.

Zakaria era alla guida di una dio-cesi territorialmente molto vasta, ma con meno di 20 mila fedeli suddivisi in 22 parrocchie. In tutto l’Egitto i copti cattolici sono circa 400 mila rispetto ai 9 milioni di ortodossi. I cristiani, dun-que, corrispondono a poco più del 10% della popolazione complessiva che si aggira, secondo le stime, intorno a 88 milioni di abitanti.

Ordinato sacerdote nel 1973, Zaka-

ria era stato parroco in terra egiziana fi no al 1984, quando si trasferì a Roma per segui-re un dottorato in missiolo-gia, una branca della teologia dogmatica. Dal 1989 al 1992 fu attivo a Los Angeles come responsabile dei copti cattolici, divenendo cittadino america-no. Quindi fu nominato vesco-vo da papa Giovanni Paolo II e nel ’94 gli fu assegnata la diocesi (chiamata eparchia) di Luxor.

«Era un vescovo capace di mediare con gli ortodossi e i musulmani», racconta don Giovanni Afker, prevosto di Erba, in provincia di Como, amico di lunga data di Zaka-ria. «Proprio la sua esperienza gli per-metteva di andare oltre una visione nazionale: il suo obiettivo era quello di far incontrare modi opposti di con-siderare la vita e di vivere la fedeltà alla fede. Era un vescovo intrapren-dente, con il desiderio di far crescere i giovani attraverso le esperienze delle vacanze estive. Amava anche ospita-re persone provenienti da altri paesi nella sede vescovile».

La vita dei cristiani in Egitto non è mai stata facile, trattandosi di una minoranza: è pressoché impossibile far carriera a livello professionale e la costruzione di nuove chiese è un mi-raggio, a parte rare eccezioni. Dopo la primavera araba, il presidente Muba-rak fu costretto a dimettersi nel 2011 e i Fratelli musulmani, guidati da Mohamed Morsi, andarono al potere l’anno successivo. Nell’estate del 2013 Morsi venne però destituito da un col-

po di stato militare guidato da al-Sisi, che da giugno 2014 è il nuovo presidente egiziano. «Al-Sisi è stato appoggiato dai copti», spiega don Afker, «e i Fratelli musulmani, per ritorsione, si sono resi prota-gonisti di atti violenti contro i cristiani. Sono state incendia-te diverse chiese. Ora c’è una situazione di stallo, che però rimane a rischio. In realtà i cattolici, nei singoli villaggi, convivono con gli ortodossi e i musulmani, mentre a livello governativo vi sono problemi per chi aspira a posti di re-sponsabilità. Recentemente si è creata tensione a causa dell’Isis, che sta cercando

adepti anche in Egitto».La minoranza cattolica, quindi, è

alle prese ogni giorno con due urgen-ze: da un lato la sopravvivenza eco-nomica, dopo che il turismo è crollato e molte famiglie sono rimaste senza reddito; dall’altro la conservazione della fede, anche attraverso l’attività delle scuole cattoliche gestite dai re-ligiosi e dalla stessa diocesi.

© Riproduzione riservata

SAPEVA MEDIARE CON GLI ORTODOSSI E I MUSULMANI. A LOS ANGELES ERA DIVENTATO CITTADINO AMERICANO

È morto il vescovo di Luxor, monsignor Johannes Zakaria Tenace guida della minoranza cattolica in terra egiziana

Michael Herzog, analista strategico israeliano

Monsignor Johannes Zakaria

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16 Martedì 29 Dicembre 2015 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Che sinora aveva in gran parte afi dato in custodia alle Banche centrali Usa, inglese e francese

La Germania rivuole il suo oroLe riserve auree tedesche sono seconde solo a quelle Usa

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Il 31 agosto del 1974, Helmut Schmidt in-contrò Mariano Rumor a Bellagio e concesse in

prestito all’Italia in crisi ol-tre 5 miliardi di lire, allora una cifra enorme, garantiti dal nostro oro. E qualcuno descrisse carovane di auto-treni carichi di lingotti in marcia verso il Brennero. Quarant’anni fa, era più fa-cile inventare, senza il con-trollo di una tv onnipresente e di internet. Il nostro oro non si mosse mai dall’Italia alla Germania per il sem-plice fatto che stava, ieri come oggi, nei caveaux di Fort Knox, negli Stati Uni-ti. Demmo i nostri lingotti in pegno, come una cateni-na d’oro al Monte di Pietà, ma limitandoci a firmare una garanzia su carta. Per la cronaca, poi restituimmo puntuali il prestito.

Oggi, la Germania vuo-le indietro il suo oro. An-

che Berlino lo ha affidato agli Stati Uniti, alla Fran-cia e alla Gran Bretagna, ma preferisce riaverlo a casa, a Francoforte. Il rien-tro, tenuto a lungo segreto, è in corso già da tempo. La Bundesbank, la Banca cen-trale, non dà spiegazioni e ognuno può intuire i motivi. Le riserve auree tedesche sono le più grandi al mon-do, dopo quelle americane: 270 mila lingotti, pari a 3.384 tonnellate, dal valo-re oscillante, pari in questa fine d’anno a 109 miliardi di euro. Nel 2012 il valore era esattamente di 137,5 mi-liardi (l’Italia si piazza dopo la Germania, con 2.451 ton-nellate e 800 chili, secondo il dato del settembre 2014).

Esattamente tre anni fa, nel dicembre del 2012, appena il 31% delle riserve era custodito in patria. En-tro il 2020, 674 tonnellate dovranno varcare l’Atlanti-co per rientrare a Franco-forte, arrivando a superare il 50%. Rientro, precisano

alla Bundesbank, è il termi-ne sbagliato perché questi lingotti sono sempre rima-sti all’estero. Per ragioni di sicurezza: fino alla riunifi-cazione delle Germanie, nel 1990, appena 77 tonnellate d’oro si trovavano a Franco-forte. Il confine con la Ddr comunista in linea d’aria era a circa un’ottantina di chilometri. Secondo le pre-visioni della Nato, i pan-zer dell’Armata rossa, in caso di conflitto avrebbero

conquistato in poche ore la Manhattan sul Meno come ironicamente viene definita la capitale finanziaria del continente. E in tre giorni sarebbero giunti in Olanda. Meglio tenere l’oro Oltreo-ceano, o almeno a Parigi.

Oggi solo i polacchi vogliono credere che Pu-tin li voglia invadere, e di-chiarare guerra all’Unione Europa. E, probabilmente, qualche texano. I lingotti

possono essere custoditi in Assia. E qualche maligno potrebbe commentare che i tedeschi si fidano più di Mosca che degli Stati Uni-ti. I tedeschi hanno richie-sto agli americani 300 delle 1.500 tonnellate conservate a Fort Knox, ma fi nora non hanno voluto indietro nem-meno uno dei 35.640 lingotti custoditi a Londra.

Comunque, battute a parte, l’oro lo vogliono sott’occhio. Per il Bunde-srechnungshof, all’incirca la nostra Corte dei conti, è meglio avere i lingotti a portata di mano nel caso che una futura crisi renda necessario convertirli in va-luta. Nel 2013 sono tornate 157 tonnellate, e altrettante nel 2014, quante sono state nell’anno che si sta per con-cludere non viene precisa-to. Una parte, esattamente 2.934 chili, è stata «consu-mata» dal ministero delle fi nanze per coniare monete d’oro.

© Riproduzione riservata

Per la prima volta da quarant’anni gli Stati Uniti potranno espor-tare il greggio. La Ca-

mera dei rappresentanti ameri-cani ha votato, prima di Natale, il testo che apre la strada all’eli-minazione del divieto di ex-port in vigore dal 1975. È cambiata la situazione che determinò il divieto: è fini-ta la penuria. A metà degli anni Settanta la scarsità di petrolio durante il primo chock petrolifero che seguì la guerra del Kippour (il prezzo era quadruplicato, da 3 a 12 dollari) aveva costretto Washington a dotarsi di riserve strategiche e a vietarne l’export in conseguenza dell’embargo deciso dai paesi arabi agli al-leati di Israele Ora, il provve-dimento che elimina il divieto è da leggere come una vittoria per i produttori americani di petrolio da scisti. E trova d’ac-cordo, per motivi diversi, repub-blicani e democratici. Da due anni la lobby del petrolio non smette di reclamare la fine del divieto di export giudicato ob-soleto visto che il paese dispone di una risorsa abbondante: la

produzione Usa è aumentata di circa il 90% da agosto 2008. A breve termine, la decisione sulla possibilità di esportare il greggio non produrrà gros-si cambiamenti dal momento che la capacità di export è una

funzione di arbitraggio tra il prezzo di un barile del Wti (West Texas Inter-mediate), che serve come s t a n d a r d alla Borsa di New York, e

il brent, il suo omologo a Lon-dra. Oggi lo scarto fra i due è molto debole, una decina di centesimi. E per i produttori Usa non c’è l’urgenza o van-taggio in termini di prezzo a esportare. Nel 2011 lo scarto era di 27 dollari. Parallelamen-te al riavvicinamento dei prez-zi fra Wti e brent, c’è la caduta del prezzo sotto i 40 dollari al barile. Inoltre, c’è la questione della modifica dei terminali petroliferi, che richiederà tem-po. Ma le prospettive potranno cambiare in caso di aumento dei prezzi e la scoperta di nuo-vi giacimenti che potrebbero dopare la produzione, oggi di 9,4 milioni di barili.

© Riproduzione riservata

Interdizione del 1975. Finita la penuria

Export petrolio,via il divieto UsaDI MAICOL MERCURIALI

Al Gum di Mosca è in bella mostra. Un corner interamente dedicato a quello che è destinato a diventare il profu-mo dell’anno in Russia. L’aroma? Non

importa, perché il solo fatto di averlo sarà uno status symbol, basterà mettersene una goccia al polso per avere l’illusione di essere più po-tenti, di poter condividere le scelte che possono cambiare il destino del mondo proprio come i grandi della terra.

La confezione nera, la bottiglia allunga-ta dal design Made in Italy, il nome del prodotto (Leaders number one) in caratteri argentati e poi quel profi lo che dice tutto. L’effi ge del presidente Vla-dimir Putin. Il profumo ispirato all’uomo forte del Cremlino è in commercio nei grandi magazzini che si affacciano sulla Piazza Rossa, proprio davanti al palazzo del potere: e così dopo il calendario dedicato al presidente della Russia, con foto che ne celebrano la potenza ma anche la tenerezza, arriva un nuovo prodotto che ne esalta l’immagine.

Le vendite di Leaders Number One sono partite il 23 dicembre e il giorno della presentazione è stato acquistato un centina-io di profumi. C’è da scommettere che questo sarà uno dei regali più gettonati per Capodan-no, anche se la confezione non è certo a buon mercato: 6 mila rubli, circa 77 euro, per la bot-

tiglia da 100 ml. E poi si tratta di una edizione limitata, con la produzione che si è fermata a 2 mila esemplari e la commercializzazione che terminerà il 20 gennaio, sempre che per quella data restino ancora dei profumi invenduti. Ma se avrà successo, nel 2016 sarà lanciata anche una fragranza femminile, sempre ispirata da Vladimir Putin, come recita il claim del pro-dotto, perché come ha scritto il quotidiano Kosmolskaya Pravda l’essenza che ricorda note di muschio, limone, bergamotto e ribes nero piace più alle donne che agli uomini. E

anche fuori dalla Russia il profumo pare destare interesse, dal Gum hanno riferito che sono arrivate prenotazioni da Cina e Germania.

A ideare la fragran-za è stato il profumie-re bielorusso Vladislav Rekunov, che al canale LifenewsTv ha spiegato come ha elaborato l’aro-ma dopo aver studiato un anno in Francia, cercando di interpretare al meglio la personalità di Putin. «È un profumo caldo, strutturato e rotondo. È

molto delicato, ma allo stesso tempo fermo», così Rekunov descrive la sua creazione.

Una parte del ricavato della vendita di Leaders Number One andrà in benefi cen-za, alimentando un fondo che aiuta i bam-bini bisognosi di cure urgenti e sostenendo l’orfanotrofi o di Klimovsk, non lontano da Mosca.

© Riproduzione riservata

PROFUMO ISPIRATO AL PRESIDENTE IN VENDITA DA GUM A MOSCA

L’essenza di Putin in bottiglia made in Italy è il nuovo status symbol russo

Il Leaders Number One è in edizione limitata. Parte delle vendite serviranno a i nanziare un progetto di benei cenza

Angela Merkel

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24 Martedì 29 Dicembre 2015

con

OSTAOX

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CREDITI D’IMPOe PATENT BODiritto

& Fisco

LEGGE DI STABILITÀ 2016/ Il testo sarà pubblicato domani in Gazzetta Ufi ciale

Precompilata spia per l’ufficioVerifi ca fi scale preventiva per i rimborsi oltre 4 mila €

DI VALERIO STROPPA

I controlli del fi sco sui rim-borsi «pesanti» si allar-gano anche al 730 pre-compilato. Ogni volta che

la dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente si chiude con un importo a credito superiore a 4 mila euro, l’Agen-zia delle entrate potrà effettua-re verifiche preventive sulla corretta spettanza del rimbor-so, sia in via automatizzata sia tramite la richiesta della docu-mentazione giustifi cativa. Tali approfondimenti si svolgeranno entro i quattro mesi successivi al termine per la trasmissione telematica del modello. Qualo-ra risultasse tutto in regola, la restituzione del credito Irpef sarà effettuata direttamente dall’Agenzia entro la fi ne del sesto mese (quindi entro i pri-mi giorni di gennaio dell’anno successivo) e non in busta paga. I controlli preventivi potranno scattare pure laddove dal 730 precompilato presentato con modifi che emergano «elemen-ti di incoerenza» rispetto ai criteri che saranno individuati con un apposito provvedimento dell’Agenzia. È quanto prevede la legge di stabilità 2016 (do-mani, 30 dicembre in G.U.), che interviene sulle disposizioni del dlgs n. 175/2014 in materia di dichiarazione dei redditi pre-compilata. Contestualmente, sempre a partire dal 2016 sarà eliminato l’automatismo con cui questi controlli inter-venivano finora, ai sensi dei commi 586 e 587 della legge n. 147/2013 (ora soppressi).

Tagli ai Caf. Nuovo giro di vite sui compensi spettanti ai centri di assistenza fi scale. Il taglio è di 380 milioni di euro complessivi da qui al 2020. Nello specifico, 40 milioni di euro per l’anno 2016, 70 mi-lioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e 100 milio-ni di euro annui a decorrere dall’anno 2019. Sarà un dm dell’Economia, da emanare entro il prossimo 31 gennaio, a rimodulare le remunerazioni spettanti in modo da raggiun-gere gli obiettivi di risparmio fi ssati dalla legge.

Spese funebri. Si esten-de l’agevolazione fi scale sulle spese funerarie, anche nell’ot-tica di contrastare l’evasione nel settore del «caro estinto». Attualmente l’articolo 15, comma 1, lettera e) del Tuir prevede a favore delle persone

fi siche una detrazione Irpef su un importo fi no a 1.549 euro in relazione a ciascun decesso, a prescindere dal numero di soggetti che sostengono l’one-re. Ma soprattutto la norma finora vigente richiedeva un grado di parentela con il de-funto previsto dall’articolo 433 del codice civile (coniuge, fi gli, genitori, generi e nuove, suoceri e suocere). La legge di Stabili-tà mantiene invariato l’importo agevolabile (arrotondandolo a 1.550 euro per ogni decesso), ma allarga il benefi cio a qual-siasi persona che sostenga la spesa, anche senza il vincolo parentale, come per esempio in una coppia di fatto.

Bonus case sicure. Tra le misure del comparto sicurezza inserite dal governo (bonus 80 euro alle forze dell’ordine, cyber-security ecc.) c’è anche un credito d’imposta a favore delle persone fi siche che instal-lano nelle proprie abitazioni sistemi di videosorveglianza digitale o di allarme, oppure stipulano contratti con istituti di vigilanza per la prevenzio-ne di attività criminali. I ri-chiedenti dovranno agire al di fuori della sfera d’impresa o di lavoro autonomo. Il plafond di-sponibile è fi ssato a 15 milioni di euro, ma al momento non vi è alcuna indicazione riguardo al benefi cio utilizzabile dal sin-golo contribuente. A tale scopo servirà un decreto attuativo del Mef, da emanare entro il pros-simo 31 marzo.

Auto fantasma. Stop alle radiazioni per esportazione solo «su carta» poste in essere dai contribuenti per eludere il bollo auto. Un fenomeno che negli ul-timi anni ha messo in ginocchio l’intera fi liera del recupero dei veicoli a fi ne vita e nascosto il-legalità sotto il profi lo fi scale, danneggiando green economy e industria siderurgica nazionale (si veda ItaliaOggi del 4 novem-bre 2015). La legge di Stabilità chiarisce defi nitivamente che la radiazione per esportazione deve avere come unica fi nalità l’effettiva circolazione del vei-colo all’estero e prevede, quindi, l’effettiva reimmatricolazione quale condizione obbligatoria affi nché un veicolo venga can-cellato dal Pra. Soddisfazione è stata espressa in una nota congiunta dalle associazio-ni di categoria, Fise-Unire (imprese di recupero), Ada (demolitori auto) e Aira (rici-clatori di auto).

Niente obblighi di contenimento della spesa per la Fondazione MAXXI. All’ente presieduto da Giovanna Melandri la legge di Stabilità 2016, all’articolo 1, comma 981, fa un gentile omaggio, che desterà di certo l’invidia di tantissime altre am-ministrazioni pubbliche.La disposizione prevede che «al fi ne di assicurare la piena ed effi cace realizza-zione degli obiettivi istituzionali perse-guiti, non si applicano alla Fondazione MAXXI -- Museo nazionale delle arti del XXI secolo le norme di contenimento del-le spese previste a legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elen-co dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, della leg-ge 31 dicembre 2009, n. 196, e succes-sive modifi cazioni. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente comma, pari a 500 mila euro annui a decorrere dall’anno 2016, si provvede mediante ri-duzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 25, comma 2, della legge 18 giugno 2009, n. 69».Un bell’aiuto per la Fondazione MAXXI, non c’è che dire. Le norme di conteni-mento della spesa da rispettare sono tantissime: basta dare uno sguardo alla

circolare della Ragioneria generale dello Stato 2 febbraio 2015, n. 8 per renderse-ne conto. Le amministrazioni pubbliche incluse nell’elenco dell’Istat debbono as-sicurare innumerevoli strumenti di con-tenimento della spesa, che vanno dagli obblighi di effettuare acquisti di beni e servizi mediante la Consip, alla riduzio-ne della spesa per arredi; dal conteni-mento delle consulenze e collaborazioni al taglio delle spese di rappresentanza, passando per la riduzione della spesa legata alle auto blu o ai compensi per gli organi collegiali.Oggettivamente, si tratta di una serie estesissima di misure molto complesse, tali da mettere a dura prova la correttez-za della gestione delle amministrazioni e, soprattutto, da interferire sull’effi cienza della gestione. La legge di Stabilità per il 2016 lo ammette implicitamente. Ma, sembra che l’ente presieduto da un espo-nente vicino al partito di maggioranza relativa potrà benefi ciare della consape-volezza del legislatore che troppe misure di contenimento della spesa ostacolano la «piena ed effi cace realizzazione degli obiettivi istituzionali».

Luigi Oliveri© Riproduzione riservata

MAXXI, niente contenimento delle spese

Misure fi scali fi or da fi ore

Controlli dichiarazioni dei

redditi

Si ampliano le ipotesi in cui l’Agenzia delle entrate può eseguire controlli preventivi sulle dichiarazioni, includendo anche i 730 precompilati (qualora risulti un credito Irpef superiore ai 4 mila euro)

Compensi Caf

Tagliati i compensi dovuti dall’erario per i servizi resi dai centri di assistenza i scale: riduzione di 40 milioni di euro per il 2016, di 70 milioni annui per il 2017 e 2018 e di 100 milioni annui dal 2019

2 per mille partitiIl tetto di risorse assegnabili ai partiti politici attraverso l’istituto del 2 per mille Irpef viene ridotto di 10 milioni di euro nel 2016 e di 20 milioni annui dal 2017

Funerali

Ampliata la platea dei benei ciari (i nora limitata ai soli familiari) della detrazione Irpef per spese funebri sostenute in dipendenza della morte di persone. Nuovo tetto agevolabile i ssato a 1.550 euro per ciascun funerale

Radiazione veicoli per esportazione

Al fine di contrastare il fenomeno delle esportazioni «fantasma», l’esportazione di un veicolo all’estero dovrà essere documentata attraverso la reimmatricolazione, comprovata dall’esibizione della copia della documentazione doganale di esportazione.

Bonus case sicure

Arriva nel 2016 un credito d’imposta a favore dei privati cittadini che installano sistemi di videosorveglianza digitale o allarme oppure stipulano contratti con istituti di vigilanza per la prevenzione di attività criminali. A disposizione 15 milioni di euro. Necessario un dm attuativo.

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25Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DD I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ 2016/ Sforbiciata pure alle risorse per il processo telematico

La giustizia si mette a dietaRidotti indennizzi Pinto e indennità dei giudici onorari

DI ANTONIO CICCIA MESSINA

Calmierate le indenni-tà dei giudici onorari e gli indennizzi per i danni da processi

lumaca. E una sforbiciata tocca pure alle risorse per il processo telematico. È quanto prevedono le norme in mate-ria di giustizia della legge di Stabilità per il 2016, che, inol-tre, consente agli avvocati di pagare imposte e contributi previdenziali con i crediti ver-so l’erario per prestazioni co-perte dal gratuito patrocinio e stabilizza il credito d’imposta per chi scarta il tribunale e ricorre alla mediazione assi-stita degli avvocati.

Processi lumaca. Il giudi-ce liquiderà a titolo di equa ri-parazione, di regola, una som-ma di denaro non inferiore a euro 400 ma non superiore a euro 800 per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede il termi-ne ragionevole di durata del processo. La forbice prevede somme più basse di quelle at-tuali, che vanno da 500 euro e non superiore a 1.500 euro: la soglia massima, tra l’altro, non si tocca neppure consi-derando neppure i possibili aumenti crescenti di nuova introduzione. La somma li-quidata potrà, infatti, essere aumentata fino al 20% per gli anni successivi al terzo e fi no al 40% per gli anni suc-cessivi al settimo. Per avere diritto all’indennizzo, inoltre, si dovrà fare ricorso a tutti i percorsi accelerati previsti dal codice di rito. Tra questi c’è la defi nizione della cau-sa con discussione orale: la norma considera un rimedio preventivo (alle eventuali lungaggini) proporre istan-za di decisione a seguito di trattazione orale a norma dell’articolo 281-sexies del codice di procedura civile, anche per i giudizi di com-petenza del tribunale in composizione collegiale: il giudice istruttore, in questi casi, rimette la causa al col-legio fi ssando l’udienza per la discussione orale.

Quanto alle modalità di pagamento si prevede un’au-todichiarazione del creditore: questi deve attestare la man-cata riscossione di somme per il medesimo titolo, l’esercizio di azioni giudiziarie per lo stesso credito, l’ammontare degli importi che l’ammini-strazione è ancora tenuta a corrispondere, la modalità di riscossione prescelta (bonifi -co bancario o contante fi no a mille euro).

Giudici onorari. La legge parla di razionalizzazione del-le indennità da corrispondere ai giudici di pace, ai giudici

onorari aggregati, ai giudici onorari di tribunale e ai vice procuratori onorari: il risulta-to deve comunque assicurare risparmi non inferiori a euro 6.650.275 per l’anno 2016 e a euro 7.550.275 a decorrere dall’anno 2017.

Inoltre i giudici onorari di tribunale e i viceprocurato-

ri onorari, il cui mandato scade il 31 dicembre 2015 e anche i giudici di pace, il cui mandato scade entro il 31 maggio 2016, per i quali non è consentita un’ulterio-re conferma, sono ulterior-mente prorogati nell’esercizio delle rispettive funzioni a far data dal 1º gennaio 2016 fi no

alla riforma organica della magistratura onoraria e, comunque, non oltre il 31 maggio 2016.

Nuovo credito di impo-sta per gli investimenti in beni strumentali nel Sud, bonus alberghi esteso anche agli am-pliamenti e modifi che sostanziali al tax credit cinema. Sono alcune delle no-vità che si trovano all’interno della legge di Stabilità 2016 in merito ai bonus fi scali concessi alle imprese. Le imprese del Sud po-tranno contare per il quadriennio 2016-2019 su di un credito di im-posta fi no al 20% per nuovi investimenti. A questa misura saran-no destinate risorse per 2,5 mld di euro. Il credito di imposta ver-rà concesso in base alla dimensione di impresa: 20% per le piccole im-prese, 15% per le me-die e infi ne 10% per le grandi imprese. L’agevolazione sarà commisurata alla quo-ta del costo comples-sivo beni ammissibili nel limite massimo per ciascun investimento pari a 1,5 milioni di euro per le piccole im-prese, 5 milioni di curo per le medie imprese e 15 milioni di euro per le grandi imprese, ecce-dente gli ammortamen-ti dedotti nel periodo d’imposta, relativi alle medesime categorie dei beni d’investimento della stessa struttura produttiva, a esclusio-ne degli ammortamenti dei beni che formano oggetto dell’investi-mento agevolato. Sul bonus alberghi si registra invece il via libera anche agli am-pliamenti. L’intenzione è quella di concedere il credito d’imposta per la riqua-lifi cazione degli alber-ghi anche nel caso in cui la ristrutturazione edilizia comporti un aumento della cubatu-ra complessiva. Ricordiamo che il cre-dito d’imposta è rico-nosciuto, per il periodo d’imposta in corso al 1° giugno 2014 e per i due successivi, nella misura del 30% delle spese per interventi di ristruttu-razione edilizia e ab-battimento delle bar-riere architettoniche.

Roberto Lenzi© Riproduzione riservata

In albergo superbonus

Le novità sulla giustizia

Argomento Contenuto comma

I ndenn i t à de i giudici onorari

decurtate le indennità in favore dei giudici onorari (giudici di pace, giudici onorari di tribunale-Got e viceprocuratori onorari-Vpo)

609

Proroga dei giudici onorari

prorogati i Got e Vpo in scadenza a dicembre 2015, i no al 31 maggio 2016. I giudici di pace in scadenza entro il 31 maggio 2016 sono anch’essi prorogati i no a tale data.

610

R i d u z i o n e d i r i s o r s e d e l ministero della giustizia

ridotto di 4 milioni di euro per il 2016 il Fondo per il recupero di efi cienza del sistema giudiziario e per il completamento del processo telematico

614

Credito d’imposta n e g o z i a z i o n e assistita

diventa strutturale (invece che sperimentale per il 2016) il credito d’imposta concesso per le spese sostenute nei procedimenti di negoziazione assistita per la risoluzione stragiudiziale delle controversie, nel limite di spesa di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Conseguentemente si posticipa al 30 marzo 2016 il termine per l’emanazione della disciplina di attuazione delle norme primarie che hanno istituito detto credito d’imposta

618

R a g i o n e v o l e d u r a t a d e l processo(legge Pinto)

ridotta l’entità dell’indennizzo e introdotto l’obbligo per la parte lesa dall’eccessiva durata di sollecitare i tribunali con rimedi preventivi della violazione del termine, che rappresentano una condizione di procedibilità della successiva domanda di riparazione del danno. Nel processo civile, il rimedio preventivo della richiesta di trattazione orale della causa può essere richiesto anche quando il tribunale giudica in composizione collegiale. Vengono introdotte alcune presunzioni di insussistenza del danno, che obbligano la parte che ha subito un processo irragionevolmente lungo a dimostrare il pregiudizio subito e vengono disciplinate nuove modalità di pagamento

777

Compensazione i scale avvocati

a partire dal 2016 gli avvocati che vantano crediti per spese di giustizia nei confronti dello stato possono compensare tali somme, anche parzialmente, con quanto dovuto per imposte, tasse e contributi previdenziali. La compensazione è consentita nel limite di spesa di 10 milioni di euro annui e purché non sia stata proposta opposizione al decreto di pagamento. Spetta a un dm del ministero dell’economia dettare, entro 60 giorni, le disposizioni attuative.

778, 779, 780

P r o c e s s o amministrativo(dlgs 104/2010)

- nell’ambito del giudizio di ottemperanza per pagamento di somme decorre dall’ordine di pagamento contenuto nella sentenza l’indennità di mora, che non è iniqua se stabilita in misura pari agli interessi legali; - in relazione all’istanza di prelievo, prevista la possibilità che il giudice, apprezzate le circostanze, possa decidere con sentenza in forma semplii cata in camera di consiglio.

781

La legge sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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26 Martedì 29 Dicembre 2015 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ2016/ Solo elementi i scali per chi vuol godere dell’agevolazione

Super ammortamenti vincolatiNon rilevano le quote civilistiche eccedenti il deducibile

DI SANDRO CERATO

La deduzione maggio-rata delle quote di ammortamento deve essere calcolata incre-

mentando del 40% il costo di acquisizione del bene am-mortizzabile fi scalmente rile-vante, con la conseguenza che eventuali quote di ammorta-mento civilistiche eccedenti l’importo deducibile non as-sumono rilievo per il calcolo del super ammortamento. È questo uno degli aspetti che le imprese devono tenere conto nella determinazione dell’agevolazione introdotta dalla legge di Stabilità 2016, applicabile già a partire da-gli acquisti di beni materiali ammortizzabili nuovi effet-tuati dal 15 ottobre scorso e fi no al 31 dicembre 2016. In linea generale, l’agevolazione in questione prevede la pos-sibilità di maggiorare la de-duzione degli ammortamen-ti e dei canoni di locazione fi nanziaria nella misura del 40% limitatamente ai beni materiali strumentali nuovi (con esclusione dei fabbrica-

ti) la cui aliquota di ammor-tamento non sia inferiore al 6,5%, con esclusione di alcune tipologie di beni indicate in apposito allegato alla legge di Stabilità 2016. L’agevola-zione in questione, prevista per tutte le imprese e i pro-fessionisti, e a prescindere dall’adozione del regime con-tabile ordinario o semplifi cato o dalla data di inizio attività, si rifl ette come già detto in una maggiore deduzione, ai soli fini fiscali, delle quote di ammortamento deducibili o dei canoni di locazione fi -nanziaria. Per i beni acquisiti in proprietà, quindi, la nor-ma agevolativa non impatta in alcun modo sul processo di ammortamento civilistico (art. 2426 c.c. e Oic 16), le cui regole impongono di «spalma-re» l’imputazione del costo del bene ammortizzabile lungo la vita utile del bene. Pertanto, la maggior deduzione con-sentita non transita in alcun modo nel conto economico dell’impresa, ma si concretiz-za con una variazione in di-minuzione nel quadro RF del modello Unico (per le imprese

in contabilità semplifi cata si dovrà prevedere un apposito rigo nel quadro RE o RG del modello Unico). L’autonomia della maggior deduzione ai fi ni fi scali non deve quindi in via di principio tener conto anche dell’ammortamento imputato a conto economico, il quale non necessariamen-te deve corrispondere alla quota deducibile dal reddito d’impresa (quest’ultima con-teggiata in base alle aliquote di ammortamento indicate nel dm 21 dicembre 1988). A tale proposito, è possibile distinguere tre ipotesi:

- la quota di ammortamen-to stanziata a conto economi-co è pari alla quota deducibile

fiscalmente: l’agevolazione fi scale è fruita operando una variazione in diminuzione nel modello Unico pari al 40% della quota deducibile fi scal-mente (pari a quella iscritta nel conto economico) senza alcun rifl esso sulla fi scalità latente poiché trattasi di dif-ferenza defi nitiva non suscet-tibile di recupero;

- la quota di ammortamento stanziata a conto economico è maggiore della quota deduci-bile fi scalmente: nel modello Unico devono essere operate due variazioni, la prima in aumento pari alla differenza tra ammortamento civilistico e ammortamento deducibile fi scalmente, e la seconda in

diminuzione pari al 40% com-misurata all’ammortamento deducibile fi scalmente e non alla quota iscritta nel conto economico. Relativamente alla variazione in aumen-to, deve essere iscritta la fi -scalità anticipata in quanto trattasi di variazione tempo-ranea oggetto di recupero al termine dell’ammortamento civilistico;

- la quota di ammortamento stanziata a conto economico è inferiore alla quota deducibi-le fi scalmente: in applicazione del principio di derivazione, l’ammortamento imputato nel conto economico è anche quello deducibile fi scalmen-te, mentre l’agevolazione del super ammortamento è fruita con una variazione in diminu-zione nel modello Unico pari al 40% della quota deducibile fi scalmente, e quindi tenen-do conto dell’ammortamento tabellare di cui dm 31 dicem-bre 1988. Anche in tale ulti-ma ipotesi non deve essere stanziata la fi scalità differita in assenza di differenza tra ammortamento contabile e ammortamento deducibile.

Riaperti i termini per la rivalutazio-ne di terreni edificabili e agricoli e di partecipazioni societarie non quotate. Ma resta irrisolto il caso in cui il con-tribuente rinunci formalmente alla procedura di rivalutazione in seguito al versamento della prima rata, pur non azionando in modo definitivo una seconda rivalutazione. Il disegno di legge di Stabilità 2016, nella versione approvata dal Senato, in via definiti-va, nella seduta dello scorso 22 dicem-bre, prevede dal comma 889 in avanti l’agevolazione che consentirà, anche l’anno prossimo, al contribuente – a fronte del versamento di un’imposta sostitutiva – di sostituire al costo fi-scalmente riconosciuto dei beni pos-seduti alla data del 1° gennaio 2016, il valore rideterminato sulla base di una perizia di stima di parte. Destinatari della procedura, come in passato, sono: I) le persone fisiche che detengono quote, purché la partecipazione non sia posseduta nell’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni; II) le società semplici e soggetti a esse equiparate ai sensi dell’art. 5 del Tuir; III) enti non commerciali; IV) i soggetti non residenti per le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di partecipazioni in società residenti in Italia che non sia-no riferibili a stabili organizzazioni.La procedura dovrà essere perfezio-nata entro il 30 giugno 2016 con la presentazione di una perizia giurata di stima – i cui costi, ove sostenuti da persone fisiche, potranno essere por-tati a diretto incremento del valore del bene rivalutato – redatta da sog-getti iscritti agli albi degli ingegneri,

degli architetti, dei geometri, dei dot-tori agronomi, degli agrotecnici o dei periti agrari e dei periti industriali edili con riferimento a terreni ovve-ro da dottori commercialisti, esperti contabili o revisori contabili qualora la stima riguardi partecipazioni. Alla stessa data (30 giugno 2016) dovrà, inoltre, essere adempiuto l’ul-teriore obbligo relativo al versamen-to dell’imposta sostitutiva, in unica soluzione ovvero, come prima, di tre rate annuali.La novella, diversamente da quanto previsto nella legge di Stabilità 2015, ha individuato l’aliquota d’imposta sostitutiva unica dell’8% in relazioni sia ai terreni sia alle partecipazioni non negoziate, a prescindere, dunque, dalla natura qualificata o meno delle stesse (art. 1, comma 501).La normativa, pur costituendo la proroga di una disciplina introdotta quasi 15 anni or sono, ad analisi più approfondita, continua a recare alcu-ne zone d’ombra. In considerazione delle numerose proroghe e riaperture dei termini suc-cedutesi dal 2002 ad oggi, non sono isolati i casi di quei contribuenti che, usufruendo delle ripetute proroghe e riaperture dei termini concessi dalla legge, hanno sottoposto i beni di loro proprietà a una prima rivalutazione e successivamente a una seconda.In un primo tempo, in relazione alle procedure da seguire nel caso di una seconda rideterminazione del costo di cui sopra, l’Agenzia delle entrate si era espressa nel senso di precludere al contribuente la compensazione della nuova imposta sostitutiva con quella versata in precedenza: i contribuenti, secondo tale interpretazione, in sede

di seconda rivalutazione, avrebbero dovuto procedere a calcolare e versare l’imposta sostitutiva dell’Irpef sull’in-tero valore del terreno periziato, e non sulla differenza tra il valore risul-tante dalla seconda perizia e quello risultante dalla precedente perizia (circolare n. 27 del 9/5/2003).Il c.d. decreto Sviluppo 2011 (dl n. 70 del 2011), oltre ad aver disposto la riapertura dei termini relativi alla rideterminazione del costo di acqui-sto sia dei terreni edificabili e agricoli che delle partecipazioni, ha introdotto importanti novità, rispetto al passato, proprio in tema di rideterminazione del costo di acquisto di beni già sot-toposti ad una precedente rivaluta-zione, consentendo espressamente al soggetto che si fosse avvalso della ri-valutazione nonostante una rivaluta-zione precedente, di compensare dalla seconda imposta quanto già versato, fermo restando, in ogni caso, che il rimborso non avrebbe potuto eccede-re il valore dell’imposta dovuta per la rivalutazione successiva. Pertanto, resta tutt’oggi scevro da qualsivoglia regolamentazione il caso in cui il contribuente rinunci formal-mente alla procedura di rivalutazione in seguito al versamento della prima rata, pur non azionando in modo de-finitivo una seconda rivalutazione. È, dunque, affidata alla giurisprudenza la delicatissima interpretazione su tale eventualità.Tra i vari orientamenti giurispru-denziali, si ricorda la Ctr Lombardia che, rigettando gravame interposto dall’Agenzia delle entrate, con sen-tenza n. 168/65/2013 ha ammesso la ripetizione dell’imposta sostitutiva a seguito dell’istanza di rimborso pro-

posta dal contribuente. Chiarissima-mente, la Ctr Lombardia ha afferma-to che «la rinuncia alla procedura di rivalutazione delle aree – attestata dal mancato versamento dell’imposta sostitutiva nel suo intero ammon-tare nonché dalla formalizzazione dell’istanza di rimborso – comporta che il pagamento effettuato sia privo di causa e che rappresenti per l’erario un indebito arricchimento».Anche la giurisprudenza tributaria di legittimità, dopo essersi espressa nel senso dell’irrevocabilità dell’agevola-zione in seguito al perfezionamento della procedura di rivalutazione – che avviene con la predisposizione della perizia e il pagamento della prima rata – e della conseguente non spet-tanza del rimborso di quanto versato in caso di rinuncia del contribuente (Cass., sent. 20 febbraio 2015, n. 3410), con la recente sentenza n. 8350 del 24 aprile 2015, sovvertendo intera-mente questo scenario interpretativo, ha affermato con fermezza la facoltà dei contribuenti di non avvalersi più dell’opzione, sostituendo alla tassa-zione sostitutiva quella ordinaria. Come chiarito dalla Corte di cassazio-ne, infatti, la revoca dell’opzione non comporta alcun danno per l’Erario, il quale «incasserà l’Irpef ad aliquota marginale intera anziché al 4% come previsto per l’imposta sostitutiva».Persa l’occasione, non resta che atten-dere un intervento legislativo, volto a dirimere definitivamente la que-stione e sgravare la giurisprudenza dell’onere di cimentarsi nell’opacità interpretativa che attanaglia il tema in oggetto.

Giancarlo Marzo e Olga Palma

LA REITERAZIONE DELLA MISURA LASCIA IRRISOLTA LA SITUAZIONE DI CHI RINUNCIA DOPO LA PRIMA RATA

Rivalutazioni incagliate fra (troppe) opportunità

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27Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DD I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ 2016/Toto fondo di solidarietà. Nessun vincolo per i nuovi istituti

Un salva banche a più ripreseAncora da sciogliere i nodi sulla commissione d’inchiesta

DI GLORIA GRIGOLON

Risarcimento sì, ma con tempi ancora da definire. E intanto restano da sciogliere

i nodi sulla possibilità di una commissione d’inchiesta che valuti l’integrità del sistema bancario italiano. La proposta presentata dal Partito demo-cratico di una commissione bilaterale (che indaghi sull’at-tività degli ultimi 15 anni del sistema bancario italiano) mira a tutelare, tra le altre, il ruolo della magistratura, nonché la legittimità dell’operato svolto da Banca d’Italia. Ieri, intan-to, la prima commissione del Consiglio superiore della ma-gistratura ha deliberato l’ac-quisizione delle relazioni di Bankitalia su Banca Etruria, con chiusura dei lavori attesa per l’11 gennaio. Se la costitu-zione di un fondo di solidarietà da 100 milioni di euro per la copertura degli obbligazionisti subordinati ha trovato posto in legge di Stabilità (con il mini-stero delle finanze che si è det-to disponibile ad aumentare il

piatto di 30 milioni nel caso le risorse istituite non fossero suf-ficienti), è demandata «a prov-vedimenti di rango secondario da emanare entro 90 giorni» la definizione delle modalità di rimborso e delle procedure da esperire (anche di natura arbitrale), nonché ulteriori di-sposizioni attuative. Viene poi affidata a un dpcm (adottato sentite le commissioni compe-tenti) la nomina degli arbitri, cui affidare la verifica e l’ac-certamento riguardo alle vio-lazioni degli obblighi di infor-mazione, diligenza, correttezza e trasparenza in merito ai ser-vizi offerti dalle banche salvate e alla buona fede nella vendita di strumenti subordinati. Dal canto loro, le quattro banche risanate, ora sotto il nome di nuova banca Etruria, nuova banca Marche, nuova CariFer-rara e nuova CariChieti, hanno precisato in una nota emessa la vigilia di Natale che le stesse «non possono essere oggetto di azioni da parte dei vecchi azio-nisti e obbligazionisti subordi-nati», essendo svincolate dalle pendenze del passato.

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Le misure del salva banche

Provvedimenti di rango secondario per l’accesso al fondo di solidarietà da 100 milioni

Da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di Stabilità 2016

Da dei nire:• Modalità di gestione del fondo• Modalità di accesso al fondo e termini per la presentazione delle istanze di erogazione prestazioni• Criteri di quantii cazione delle perdite subite• Procedure da esperire (in tutto o in parte di natura arbitrale)

Dpcm per accedere al rimborso degli strumenti azzerati

Adottato sentite le commiss ion i p a r l a m e n t a r i competenti

Nomina degli arbitri cui afi dare le procedure di verif ica e corret tezza delle pratiche bancarie

Stipula degli accordi tra Mef e Comitato di risoluzione

Dare attuazione alle dichiarazioni Ecoi n del 18/12/2013

Gli stati membri assicurano i nanziamenti ponte al fondo di risoluzione unico ove le risorse di questo siano insufi cienti

P ropos t a d i l e g ge sull’ist i tuzione della commissione d’inchiesta (ddl)

Sugli stati di crisi e di dissesto degli istituti bancari a partire dal 2000

Istituire una commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema delle banche (che sia però r ispet tosa della magistratura e tuteli il ruolo di Banca d’Italia)

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com

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28 Martedì 29 Dicembre 2015 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ 2016/ Macchinari industriali esenti. Ma è corsa contro il tempo

Imbullonati fuori da Imu e TasiAtti di aggiornamento catastale da presentare entro il 15/6

Pagina a curaDI SERGIO TROVATO

I macchinari industriali non saranno più soggetti a im-posizione. Dal 2106, infatti, i macchinari cosiddetti im-

bullonati non concorreranno alla determinazione della ren-dita catastale per i fabbricati a destinazione speciale iscritti nelle categorie D ed E. Ma per godere del beneficio i contri-buenti dovranno richiedere un nuovo provvedimento catastale e dovranno farlo in fretta. Per-ché solo per gli atti di aggior-namento presentati entro il 15 giugno 2016 le rendite catastali rideterminate avranno effetti retroattivi a partire dal 1° gen-naio.

È quanto prevede la legge di Stabilità 2016, in attesa di pub-blicazione nella Gazzetta Uffi -ciale (prevista probabilmente per domani) che esclude dalla stima diretta catastale mac-chinari, congegni, attrezzatu-re e altri impianti, funzionali al processo produttivo.

Dunque, non dovranno più esser presi in considerazione nella stima diretta catastale macchinari imbullonati e altri impianti. Mentre continueran-no a concorrere nel calcolo della rendita il suolo e le costruzio-ni e tutti gli «elementi ad essi strutturalmente connessi che ne accrescono la qualità e l’uti-lità, nei limiti dell’ordinario ap-prezzamento».

Naturalmente, il ricalcolo delle rendite produrrà come

effetto la riduzione dell’impo-sizione fi scale e, in particola-re, di Imu e Tasi. Tuttavia in seguito a questo intervento normativo, da tempo atteso, tutti i contribuenti interessati saranno tenuti a richiedere un nuovo provvedimento catastale e dovranno porre in essere ce-lermente degli adempimenti.

A partire dal 1° gennaio 2016, ex lege, gli intestatari degli immobili destinati alle attività produttive, iscritti nelle categorie D ed E, do-vranno presentare gli atti di aggiornamento per ottenere la rideterminazione della rendi-ta catastale degli immobili già censiti.

È espressamente stabilito che solo per gli atti di aggior-namento presentati entro il 15 giugno 2016 le rendite catastali rideterminate avranno effetti retroattivi a partire dal 1° gen-naio dello stesso anno.

Il legislatore ha rivisto le proprie posizioni e ha modifi -cato le disposizioni contenute nella legge di Stabilità 2015 con le quali aveva ribadito la tassabilità dei macchinari in-dustriali.

Nella stima non rientrano più il carroponte e tutte le componenti impiantistiche che assicurano all’unità immobilia-re un’autonomia funzionale e reddituale. E non concorrono più al calcolo della rendita un complesso di elementi, ritenuti funzionalmente collegati, co-stituiti da impianti, macchine, generatori di corrente e relativi

motori. Pertanto, viene superata la

previsione contenuta nella nor-ma d’interpretazione autentica (articolo 1, comma 244, della legge 190/2014), che aveva indicato le modalità tecnico-estimative per la determina-zione della rendita catastale delle unità immobiliari desti-nate alle attività industriali e aveva previsto che, nelle more dell’attuazione delle disposizio-ni relative alla revisione della disciplina del sistema estima-tivo del catasto dei fabbricati, l’articolo 10 del regio decreto-legge 652/1939 si applicasse in base alle istruzioni fornite dall’Agenzia del territorio con la circolare 6/2012.

Non a caso con questa circo-lare erano state dettate le linee guida per individuare e valu-tare le componenti impiantisti-che aventi rilevanza catastale.

Per gli impianti eolici, per esempio, l’Agenzia aveva chia-rito che sono ritenuti elementi costitutivi gli edifi ci, le aree, i generatori della forza motrice, le dighe, i canali adduttori o di scarico, la rete di trasmissione e di distribuzione di merci (cir-colare 14/2007).

Anche la Cassazione (sen-tenza 3166/2015), di recente, ha ribadito che devono esse-re presi in esame nel proce-dimento di determinazione della rendita i carriponte, gli impianti di aspirazione forni, gli impianti di colata e via dicendo.

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Esenzione Imu ad ampio raggio per i terreni agricoli. Dal 2016, infatti, non saranno più tenuti al pagamento dell’imposta i titolari di terreni montani o di collina ubicati nei comuni elencati nella circolare del Mini-stero dell’economia e delle fi nanze 9/1993. Inoltre, saranno esonerati i terreni agricoli posseduti e con-dotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli pro-fessionali, a prescindere dalla loro ubicazione, quelli ubicati nelle isole minori, nonché quelli a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà colletti-va indivisibile. È quanto prevede il testo della legge di Stabilità 2016, approvato in via defi nitiva dal senato, in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Uffi ciale.

Il legislatore, come è già avvenuto in passato, per individuare i comuni montani o di collina rinvia alla circolare ministeriale 9/1993. Quindi, non farà più fede l’elenco predisposto dall’istituto nazionale di statistica (Istat), al quale le amministrazioni locali hanno dovuto fare riferimento per il 2015. Nell’elenco allegato alla citata circolare, redatto utilizzando i dati forniti dal ministero dell’agricoltura e delle foreste, sono indicati i comuni, suddivisi per provincia di ap-partenenza, sul cui territorio i terreni agricoli saran-no esenti dall’imposta municipale, in base a quanto di-sposto dall’articolo 7, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 504/1992. Se a fi anco dell’indicazione del comune non è riportata alcuna annotazione, vuol dire che l’esenzione opera sull’intero territorio. Qualora, invece, sia riportata l’annotazione parzialmente de-limitato «PD», l’agevolazione sarà circoscritta a una parte del territorio. Questo comporta che negli enti montani e di collina non sono più richiesti requisiti soggettivi in capo ai possessori dei terreni, ma conta solo la loro inclusione nella circolare ministeriale. Gli altri terreni, indipendentemente dalla loro ubi-cazione, possono invece fruire del trattamento age-volato solo se posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola. Sono poi esonerati dal pre-lievo i terreni ubicati nei comuni delle isole minori di cui all’allegato A della legge 448/ 2001 e quelli a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a pro-prietà collettiva indivisibile e inusucapibile. Possono essere considerati terreni agricoli, secondo la defi ni-zione contenuta nell’articolo 2135 del codice civile, quelli utilizzati per l’esercizio dell’attività agricola, ovvero la coltivazione del fondo, la silvicoltura, l’al-levamento animali e le attività connesse. I benefi ci fi scali sui terreni agricoli non sono più limitati alle persone fi siche, ma si estendono anche alle società. In effetti, dal 2012 per la qualifi cazione di coltiva-tore diretto o imprenditore agricolo professionale la disciplina Imu richiama l’articolo 1 del decreto legislativo 99/2004, che ricomprende nella suddetta nozione anche le società di persone, di capitali e le cooperative.

Esenzione Imu a 360° per i terreni agricoli

Unioni di comuni prorogate, ma con l’in-centivo. È l’effetto combinato e un po’ paradossale del decreto «milleproroghe» e della legge di Stabilità per il 2016.

Il primo provvedimento ha imbarcato l’ormai consueto rinvio degli obblighi di gestione associata delle funzioni fonda-mentali da parte dei piccoli comuni. È del 2010 che i mini enti dovrebbero aggre-garsi per gestire il proprio core business, stipulando fra di loro delle convenzioni o, appunto, dando vita ad unioni di co-muni.

Finora, però, sono poche le amministra-zioni che hanno preso sul serio la faccen-da, come dimostrato dai più recenti mo-nitoraggi del Viminale e della Corte dei conti.

I giudici contabili, inoltre, hanno evi-denziato come le forme associative spesso determinino un incremento delle spese, contrariamente a quanto ci si aspette-rebbe.

Colpa, secondo l’Anci, di una disciplina che, da un lato, è troppo rigida (nel senso che non tiene conto delle peculiarità dei diversi territori), dall’altro è poco pun-tuale nel defi nire i servizi da gestire in forma associata.

Da qui la richiesta, al di là dell’inevita-bile proroga, di un restyling normativo che superi il mero riferimento alla soglie demografi che minime da raggiungere e si ponga nell’ottica dei bacini funzionali. Per questo, i sindaci preferiscono parlare

di sospensione degli obblighi, in attesa di riscrivere le regole del gioco (proba-bilmente con un nuovo decreto «enti lo-cali» da mettere in calendario entro la primavera).

Buone notizie, invece, per le ammini-strazioni che, superando la logica dei campanile, si sono già unite. A loro favo-re, la stabilità mette a disposizione una quota parte del fondo di solidarietà co-munale pari a 30 milioni, mentre altri 30 andranno agli enti che buttando il cuore oltre l’ostacolo si sono addirittura fusi.

A favore di questi ultimi, inoltre, sarà raddoppiato il contributo straordinario che viene erogato dallo Stato per 10 anni e che è parametrato ai trasferimenti del 2010. Ciò nel tentativo di compensare al danno derivante dalla cancellazione dell’esenzione quadriennale dal Patto e dall’assoggettamento al nuovo pareggio di bilancio. Nessun vincolo, invece, per le unioni, che sotto questo profi lo, quindi, risultano oggi più vantaggiose delle fu-sioni. Infi ne, merita ricordare che sia le unioni che i comuni nati da fusione avran-no le mani più libere sulla gestione del personale, potendo assumere il 100 per cento dei cessati nell’anno precedente. Ma anche qui c’è un paradosso: la norma di favore richiama gli enti non soggetti al Patto nel 2015 e quindi esclude tutte le unioni che verranno costituite dal pros-simo 1° gennaio.

Matteo Barbero

Unioni prorogate, ma con l’incentivo

Le sanzioni in materia di Lsu sono quelle previste per la Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi). Ciò al fi ne di evitare lacune normative a seguito dell’abrogazio-ne, operata dal dlgs n. 150/2015, dell’art. 4, commi 40-45 della legge n. 92/2012, che devono essere considerati «ri-feriti in generale alle prestazioni di natura previdenziale/assistenziale» e quindi anche a favore degli Lsu del bacino nazionale. Lo ha chiarito il ministero del lavoro con la cir-colare n. 35 di ieri indirizzata alle regioni Basilicata, Ca-labria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il ministero ha fatto il punto sulle recenti novità normative in materia chiarendo che, ai sensi del dl 154/2015, i lavoratori social-mente utili del bacino nazionale, vanno intesi come proro-gati fi no all’adozione della convenzione quadro dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) sulla base della quale le regioni potranno dar corso ad attività in cui impegnare i percettori di strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro.

Lsu con sanzioni Naspi

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29Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 2GIUSTIZIA E SOCIETÀMILLEPROROGHE/ Il decreto sarà pubblicato in Gazzetta il 31

Gare, il 10% in anticipoLa misura in vigore fi no al 30 giugno 2016

DI ANDREA MASCOLINI

Prorogato fino a tutto giugno 2016 il regime di qualificazione age-volato per i progettisti,

per le imprese di costruzioni e per i contraenti generali; anti-cipazione del 10% sull’importo del contratto fi no al 30 giugno 2016. Lo prevede il dl «mille proroghe» (che sarà pubblica-to il 31 dicembre in Gazzetta Uffi ciale) che contiene diversi rinvii relativi, fra gli altri, an-che alle norme sulla qualifi ca-zione di progettisti e imprese di costruzioni che operano nel set-tore degli appalti pubblici. Per quanto riguarda la qualifi cazio-ne dei progettisti il decreto dite rivende sulla della disposizione (art. 253, comma 15-bis del co-dice dei contratti pubblici) che consente di qualifi carsi nelle gare per servizi di ingegneria e architettura con i migliori cinque anni del decennio (per il requisito del fatturato quin-quennale) e con i migliori tre anni del quinquennio (per il re-quisito del personale triennale). La norma, introdotta nel 2010

quando fu chiara l’entità della riduzione del domanda pubbli-ca e della crisi, già prorogata nel 2013, è quindi oggetto e di un nuovo rinvio così da consen-tire ai progettisti di continuare a utilizzare il regime agevolato. Nelle intenzioni del governo si dovrebbe trattare quasi di una proroga tecnica dal momento che, fra aprile e luglio 2016, dovrebbe essere completato il lavoro della commissione mi-nisteriale che sta lavorando al decreto delegato di attuazione

della legge delega di riforma del codice dei contratti pubblici di recepimento delle direttive europee sugli appalti e sulle concessioni. Analogamente vie-ne anche prorogato fi no a fi ne giugno il regime agevolato di qualifi cazione per le imprese di costruzioni che prende come riferimento il decennio per la soddisfazione del requisito della cifra d’affari in lavori e per i cosiddetti lavori di pun-ta. Analogo discorso - e quindi analoga proroga al 30 giugno

2016 - viene fatto per la qualifi -cazione dei contraenti generali che, in relazione alle iscrizioni richieste o rinnovate entro fi ne giugno, potranno documentare i requisiti di idoneità tecnica e organizzativa con il possesso di attestazioni soa per importi illimitati, differenziati a secon-da delle classifi che di iscrizio-ni. Il decreto prevede anche la proroga della disposizione che obbliga le stazioni appaltanti ad anticipare all’impresa che si è aggiudicata il lavoro fi no al 10 per cento dell’importo contrattuale. In particolare l’effi cacia dell’articolo 8, com-ma 3-bis, del decreto legge 31 dicembre 2014 viene posticipa-ta dal 31 dicembre 2015 al 30 giugno 2016. Anche in questo caso l’intento è quello di dare un minimo di tranquillità alle imprese che devono approva-te il cantiere, dopo la consegna dei lavori.

DI STEFANO MANZELLI

Non è suffi ciente indivi-duare una falsa revisione per revocare l’autorizza-zione provinciale all’offi ci-na. Occorre infatti appro-fondire le responsabilità aziendali identifi cando evi-denti negligenze dell’or-ganizzazione per arrivare all’estremo rimedio. Lo ha chiarito il Tar Piemonte, sez. II, con la sentenza n. 1795 del 18 dicembre 2015. Un utente stradale ha acquistato un veicolo usato lamentandosi con il rivenditore per la revisio-ne scaduta. L’autosalone evidenziava al cliente di aver solo dimenticato di applicare il tagliando ade-sivo e consegnava successi-vamente all’interessato un talloncino, evidentemente contraffatto, riportante una data di visita e prova in cui materialmente il vei-colo era già in disponibilità del nuovo acquirente. Con-tro la conseguente revoca dell’autorizzazione dell’at-tività di revisione disposta dalla provincia, successiva all’intervento della poli-zia stradale, l’interessato ha proposto con successo ricorso ai giudici ammi-nistrativi. Letteralmente l’art. 80 del codice stradale prevede la revoca dell’au-torizzazione nel caso in revisione effettuata in dif-formità dalle prescrizioni vigenti. Ma se la violazio-ne occasionale è ascrivi-bile solo a un dipendente e non all’organizzazione dell’impresa la vicenda deve essere analizzata at-tentamente dalla provincia prima di disporre la revoca del titolo. Occorre infatti verifi care l’inadeguatezza della struttura che gesti-sce le revisioni ovvero che il concessionario non abbia adottato le necessarie mi-sure idonee a prevenire il reiterarsi delle violazioni. In buona sostanza una sin-gola revisione falsa a pare-re del Tar non è suffi ciente a determinare la revoca della concessione per la re-visione dei mezzi. Occorre prima approfondire il livel-lo di possibile negligenza della struttura organizza-tiva preposta alle visite dei veicoli. Solo all’esito di questa istruttoria, se il concessionario non risulte-rà affi dabile, sarà possibile adottare la misura estrema della revoca della licenza. Specialmente se l’autore materiale della falsifi ca-zione risulta essere solo un dipendente per il qua-le il procedimento penale non ha ancora completa-to il suo iter.

REVISIONI AUTO

L’officina non chiude se falsifica

Mud pronti e via. Sulla G.U. n. 300 di ieri è stato pubbli-cato il dpcm 21/12/2015 «Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2016». Il modello sarà utilizzato per le dichiarazioni da presentare, entro la data prevista dalla legge 25 gennaio 1994, n.70 e cioè entro il 30 aprile di ogni anno, con riferimento all’anno precedente e sino alla piena entrata in operatività del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifi uti (Sistri). Informazioni aggiuntive saranno rese disponibili sui siti sviluppoeconomico.gov.it, minambiente.it, isprambiente.gov.it, unioncamere.it, infocamere.it ed ecocerved.it

Mud in G.U., l’esordio con la denuncia d’aprile

Con l’approssimarsi della sca-denza per l’invio delle relazioni e della documentazione a corredo delle istanze di collaborazione volontaria, si sono registrati diversi e persistenti malfunzionamenti nella ricezione di tali pratiche agli indirizzi Pec dell’Agenzia delle entrate a ciò dedicati: il messaggio di mancata consegna delle relazioni evi-denzierebbe (nella maggior parte dei casi) alcuni limiti di capienza nelle caselle Pec dell’Agenzia. Per questi motivi, l’Odcec di Milano richiede che, ai soli fi ni della pre-sentazione delle relazioni e della relativa documentazione accompagnatoria per la voluntary disclosure, venga concesso un ulteriore termine di dilazione di 15 giorni (rispetto all’attuale, fi ssato al 30 dicembre), in modo da consentire a tutti di procedere con serenità agli invii via Pec, ovviando agli «ingorghi» informatici che si stanno verifi cando.

Dal 1° gennaio 2016 doppio ribasso per le bollette dell’energia. Per la famiglia-tipo1 la bolletta dell’elettricità registra infatti un calo del -1,2%, mentre per la bolletta gas la diminuzione sarà ancor più decisa, con un -3,3%, confermando risparmi complessivi nei 12 mesi per quasi 60 euro. È quanto prevede l’ag-giornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il primo tri-mestre 2016, secondo quanto reso noto dall’Autorità per l’energia elettrica con un comunicato.

Boom del rating di legalità, il ricono-scimento attribuito dall’Antitrust alle imprese virtuose in base alla legge del 2012. Tra l’anno scorso e questo che sta per concludersi, nel 2015 le richieste sono praticamente triplicate, passando da 441 a 1.514 (+243%), mentre i casi chiusi dagli Uffi ci dell’Autorità garante della

Concorrenza e del Mercato sono quasi quintuplicati: da 251 a 1.382 (+450%). «Evidentemente», si legge in una nota dell’Antitrust, «all’insegna della traspa-renza e del contrasto alla corruzione, i benefi ci connessi a questo strumento sul piano economico, fi nanziario e anche reputazionale, inducono sempre più le aziende a rivolgersi all’Agcm per ottenere un bollino di qualità».

L’Aran ha convocato per il prossimo venerdì 16 gennaio 2016 una riunione di trattativa con le Confederazioni Sin-dacali, per prorogare il termine, previsto dall’Accordo nazionale Quadro del 29 marzo 2011, entro il quale il personale in regime di Tfs può esercitare l’opzione al Tfr. La proroga è fi nalizzata a con-sentire, a chi si trova in regime di Tfs, di continuare ad esercitare l’opzione al Tfr e iscriversi ai fondi di previdenza complementare negoziali.

L’Uffi cio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (Uami) assumerà la nuova denominazione di Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo). Ciò a partire dal 23 gennaio prossimo, 90 giorni dopo l’entrata in vigore della normativa. Tutti i marchi comunitari esistenti diventeran-no automaticamente marchi dell’Unione europea e domande di marchio dell’Unio-ne europea in data 23 gennaio 2016. Il regolamento modifi cativo rivede anche le tasse da pagare all’Uffi cio, compresa una riduzione complessiva dell’ammontare delle stesse, in particolare, nel caso delle tasse di rinnovo dei marchi. Il 23 genna-io i moduli di domanda e il calcolatore delle tasse dell’Uffi cio disponibili online saranno aggiornati automaticamente.

«Confesercenti torna condivisibil-mente a denunciare il disastro che

l’eccesso di tassazione sugli immobili non abitativi locati sta determinando nelle at-tività commerciali. Stime di Confedilizia dimostrano come il proprietario di un negozio affi ttato veda eroso dalle imposte statali e locali (Irpef, addizionali comu-nale e regionale Irpef, Imu, Tasi, imposte di registro e di bollo) anche l’80 per cento del canone di locazione nominalmente percepito, senza contare le spese». Lo afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, secondo il quale «Se non si interverrà urgentemente con un’azione di detassazione del settore, il commercio non potrà mai risollevarsi e la desertifi cazione delle nostre città non si fermerà, continuando a produrre conseguenze gravissime anche in termini di degrado e di riduzione della sicurezza dei cittadini».

Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane, assumerà l’incarico ad interim a capo della Dire-zione centrale normativa e affari legali dell’area Monopoli. È quanto ha deli-berato il Comitato di gestione di Adm: la nomina - riferisce Agipronews - segue le dimissioni anticipate di Italo Volpe, che ha lasciato l’incarico lo scorso 18 dicembre.

C’è tempo fi no al 31 dicembre per avviare un’indagine sulla presunta evasione fi scale di McDonald’s in Italia ed evitare di perdere fi no a 42 milioni di euro di sanzioni. Lo denunciano le associazioni di consumatori Coda-cons, Movimento difesa del cittadino e Cittadinanzattiva in un’integrazione all’esposto presentato ad Agenzia delle entrate, Gdf e Procure di Roma e Mila-no lo scorso settembre. La fi ne del 2015, si legge in un comunicato, è l’ultima data utile per accertare il comporta-mento fi scale relativo al 2010.

BREVI

La bozza di dlsul sito www.italia-oggi.it/documenti

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30 Martedì 29 Dicembre 2015 I M P O S T E E TA S S EIl working paper delle Entrate sul legame tra diversi crimini economici

Più tasse, maggiore neroL’eccesso di pressione incoraggia l’evasione

DI GLORIA GRIGOLON

Quanto più elevata è la pressione fiscale, tanto più l’individuo predili-ge l’evasione rispetto

alle frodi e all’usura. Per que-sto, la lotta al nero non può essere scissa dal contrasto ai crimini economici e al finan-ziamento illecito. È stato pub-blicato ieri il nuovo working paper di Argomenti di discus-sione, col quale l’Agenzia delle entrate approfondisce per il periodo 2006-2011 le intera-zioni esistenti tra i fenomeni dell’evasione fiscale e dell’at-tività criminali. Preso come campione un paese quale l’Italia, «con un costrutto ca-ratterizzato da una larga fet-ta di economia sommersa» lo studio rileva che frodi, usura e reati contro la proprietà (cui sono assimilati furti di diverso genere e rapine) hanno lega-mi strettamente diretti con il fenomeno dell’occultamento di capitali. Nello specifico, l’evasione fiscale rappresen-ta una fonte alternativa di finanziamento all’usura (cri-

mine finanziario) e alla frode (specialmente legata al lavoro illegale).

Relazioni pericolose. Il paper evidenzia quindi le «re-lazioni pericolose» tra evasio-ne e reati contro la proprietà, notando come i due comporta-menti tendano a essere com-plementari, con una maggiore incidenza del reato nelle pro-vince a maggior elusione. Una dinamica che, secondo quanto

rilevato dalla statistica, trova motivazione nel fatto che le vittime di attività criminali (quali il furto d’auto o la rapi-na) risultano tendenzialmente più inclini a evadere il fi sco. Questo perché, diminuendo la percezione del rischio «nel momento in cui subiscono una rapina, si mostrano general-mente meno reattivi nel de-nunciare il fatto».

Effetto sostituzione.

Dallo studio emerge un’altra evidenza, vale a dire che in situazione di maggiore pres-sione fi scale, la propensione a evadere è più elevata; nel caso invece di un basso livello di tassazione, alcuni compor-tamenti fraudolenti possono trovare ragione nella ricerca di ottenere guadagni aggiun-tivi tramite comportamenti fraudolenti. In linea di mas-sima, le stime mostrano che, per via del cosiddetto effetto di sostituzione, cioè lo scam-bio tra il soggetto autore di frodi e il soggetto evasore, la volontà di evadere aumenta al crescere della pressione fi -scale. A parità di altri fattori, dunque, quanto più elevata è la pressione fi scale, tanto più l’individuo predilige l’evasione rispetto alle frodi e all’usura. L’effetto sostituzione si muo-ve invece al contrario in caso di pressione ridotta. L’Agen-zia conclude quindi l’anali-si sostenendo come la lotta all’evasione fi scale non possa essere scissa da politiche vol-te al contrasto delle frodi e al fi nanziamento illecito.

DI VALENTINO GUARINI E GIOVANNI CATALDI

La regolarizzazione del-la società di fatto in una società in nome collettivo con annesso passaggio di un’immobile non presup-pone l’aumento di capi-tale della s.n.c. con con-ferimento del bene, ma la mera ricognizione del patrimonio della società. Logica conseguenza l’ap-plicazione dell’imposta di registro in misura fi ssa. È il principio espresso dalla Corte di cassazione, Sen-tenza 18 novembre 2015, n. 23570.

I contribuenti, in sede di ricorso, rilevavano come l’immobile fosse in-testato non già uti singuli ai soci, ma alla società di fatto dagli stessi costitu-ita con scrittura privata. Di conseguenza, con la regolarizzazione della società di fatto in società in nome collettivo non si era realizzato un aumento di capitale della snc con conferimento del bene immobile, ma la mera ri-cognizione del patrimo-nio della società. La tesi era accolta dalla Corte di cassazione, che rilevava la particolarità del caso. Invero risultati differenti si realizzavano nell’ipote-si in cui i beni fossero in-testati ai soci.

La regolarizzazione che includa nel patrimonio so-ciale anche beni immobili in precedenza acquistati, senza spendita del nome della società, dai soci uti singuli, realizzando il conferimento in proprie-tà, dei suddetti beni, con conseguente effi cacia in-crementativa – e non me-ramente ricognitiva – del patrimonio sociale, è caso differente, applicandosi in tali fattispecie l’impo-sta di registro in misu-ra proporzionale (Cass. 19/05/2006, n. 11817, Cass. del 12/03/2004, n. 5076, Cass. 04/11/1992 n. 11962) . Il discrimen a pa-rere dei giudici è dato dal trasferimento del bene, in un caso dalla sfera per-sonale del socio alla snc, nell’altro dalla società di fatto alla società in nome collettivo in assenza di una «effi cacia incremen-tativa, e non meramente ricognitiva» del patrimo-nio sociale.

La Corte quindi propen-de per la neutralità fi scale del passaggio dell’immo-bile tra le due entità (so-cietà di fatto e snc) con conseguente applicazione dell’imposta di registro in misura fi ssa.

CASSAZIONE

Snc, fissa l’imposta di registro

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mine finanziario) e alla frode rilevato dalla statistica trova

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Crimini economici in %

Furti e rapineFrodi Altri crimini economici

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31Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DDIRITTO E IMPRESADue massime del gruppo di lavoro notai-conservatori dei registri imprese lombardi

Unico socio, si passa dal notaioLa dichiarazione può essere presentata dai professionisti

DI ROSSELLA PULSONI*

La dichiarazione relativa all’unico socio può esse-re presentata anche dal notaio, senza attendere

l’iscrizione nel registro delle imprese dell’atto modifi cativo che determina la variazione. Questo uno dei chiarimenti forniti dai conservatori dei registri delle imprese e i notai della Lombardia che hanno elaborato e diffuso ieri nuove massime di comportamento. Il gruppo di lavoro, operativo presso Unioncamere Lombar-dia, ha concentrato la propria attenzione sulla comunicazione riferita all’unico socio nelle srl – o alla costituzione/ricostitu-zione della pluralità dei soci - e sull’attestazione dell’avvenuta esecuzione dell’aumento del ca-pitale sociale.

Dichiarazione relativa all’unico socio. La dichiara-zione relativa all’unico socio deve essere trasmessa «entro 30 giorni dall’avvenuta varia-zione della compagine sociale» (art. 2470 c.c.). La comunicazio-ne è importante soprattutto per assicurare il vantaggio della re-sponsabilità limitata all’unico socio. Il ritardo è invece sanzio-nato, quindi è necessario che l’amministratore provveda in tempi rapidi. La massima con-sidera innanzitutto che le va-riazioni della compagine sociale derivano spesso da atti notarili e dal loro deposito/iscrizione nel registro delle imprese (es. trasferimenti di partecipazioni, operazioni varie sul capitale, atti e operazioni straordinarie relative a società-socie ecc.). La dichiarazione relativa all’unico socio può, secondo la massima in esame, essere presentata an-che dal notaio, senza attende-re l’iscrizione nel registro delle imprese dell’atto modifi cativo che determina la variazione. L’invio della comunicazione può avvenire cioè immedia-tamente dopo la trasmissione telematica dell’atto notarile da cui consegue il cambiamento della compagine sociale, sen-za particolari attese. La mas-sima evidenzia, infi ne, che in particolari ipotesi è possibile svolgere entrambi gli adempi-menti con una sola richiesta di iscrizione. Il notaio (o talvolta l’amministratore) può chiedere contestualmente, in questi casi, sia l’iscrizione dell’atto modifi -cativo sia l’iscrizione della di-chiarazione relativa all’unico socio (o alla costituita/ricosti-tuita pluralità dei soci).

Avvenuta esecuzione dell’aumento del capitale sociale. Come è noto, nel re-gistro delle imprese devono essere iscritte le delibere so-cietarie che aumentano il capi-tale sociale, così come devono essere pubblicate le successive notizie che attestano l’avvenu-ta sottoscrizione dell’aumento. Gli amministratori sono tenuti

all’adempimento pubblicitario: devono chiedere di iscrivere una loro «attestazione» in tal senso, prevista dagli artt. 2444 e 2481 bis c.c. Il tutto va compiuto te-nendo conto della decorrenza degli effetti giuridici della sottoscrizione. Quest’ultimo aspetto non è sempre chiaro. Va tenuto presente, infatti, che l’aumento di capitale può esse-

re «scindibile» o «inscindibile» e che, nel primo caso, è necessario distinguere anche tra aumento «progressivo» e «non progres-sivo». Se l’aumento di capitale è scindibile e progressivo, si rileva nella seconda massima diffusa ieri, l’attestazione va presentata, in linea generale, entro 30 giorni da ogni sotto-scrizione. Ogni sottoscrizione è

infatti immediatamente effi ca-ce. È previsto che gli uffi ci del registro delle imprese ricevano, purché nei trenta giorni stabi-liti dalle disposizioni di legge sopra ricordate, anche attesta-zioni «cumulative» che riuni-scono sottoscrizioni compiute in date diverse. L’attestazione «cumulativa» sconta un solo diritto di segreteria (90 euro)

e un’imposta di bollo (65 euro) e deve ovviamente riportare le date delle singole sottoscrizio-ni. Se l’aumento di capitale è scindibile ma «non progressivo» l’effi cacia delle sottoscrizioni decorre dalla scadenza prevista dalla deliberazione di aumento oppure dalla data (precedente) in cui è intervenuta l’eventua-le e integrale sottoscrizione. Principi simili si applicano se l’aumento è inscindibile, fer-ma comunque la necessità, in questo caso, dell’integrale sottoscrizione del capitale so-ciale: gli effetti decorrono in-fatti da tale momento oppure dalla scadenza prevista nella deliberazione (se quest’ultima subordina comunque alla sca-denza di questo termine l’effi -cacia dell’aumento).

*coordinatore Gruppo della Consulta dei Con-

servatori dei registri del-le imprese - Lombardia

REPORT DI INVITALIA

Smart&Start, 100 milioni per 194 startup

DI CINZIA DE STEFANIS

A dieci mesi dall’avvio del bando smart&start Italia sono 100 i milioni di euro assegnati alle prime 194 startup am-messe ai fi nanziamenti. Di queste ben 126 sono localizzate nelle regioni del Centro-Nord (65%), 62 sono nel Mezzogiorno (32%), mentre 6 si trovano nella zona del cratere sismico aquilano (3%). I tre ambiti che risultano essere di maggiore interesse per questi nuovi imprenditori sono l’e-com-merce (23 progetti), ambiente ed energia (21 progetti) e il settore delle life science (19 progetti). Questo è quanto emerge dal report elaborato da Invitalia circa il bando smart & start. Partito il 16 febbraio 2015 con una dotazione fi nanziaria di circa 200 milioni di euro, smart&start Italia, l’incen-tivo dedicato alle startup più innovative che puntano su utilizzo delle tecnologie digitali e valorizzazione economica dei ri-sultati della ricerca, ha coinvolto fi nora ol-tre 3 mila persone tra imprenditori e aspi-ranti startupper. Superano ormai la quota di 1.000 i progetti arrivati ad Invitalia per Smart&Start Italia. Il 60% delle imprese che hanno presentato la domanda, opera nell’ambito dell’economia digitale, il 31% prevede innovazioni di prodotto o di pro-cesso, il 9% punta alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata. Il 64% dei progetti arriva dalle regioni del Centro-Nord e il restante 36% dalle regioni del Mezzogiorno. Tra le regioni più dina-miche è testa-testa tra la Campania (158 progetti) e la Lombardia (142 progetti), seguono il Lazio e il Veneto, rispettivamen-te con 102 e 92 richieste.

IMPRESE A TASSO 0

Società già costituite Invio dei documenti entro 20 giorni

DI CINZIA DE STEFANIS

Le società già costituite al momento della presentazione della domanda per l’ accesso ai 50 milioni di euro (riservati ai giovani e alle donne che vogliono avviare una micro o piccola impresa) sono tenute a inviare entro 20 giorni dalla data di ricezione della comunicazione di ammissione alle agevo-lazioni la documentazione necessaria alla verifi ca tecnica e alla stipula del contratto di fi nanziamento. Le società costituende, sono tenute a inviare a Invitalia la docu-mentazione suindicata entro il termine di 45 giorni dalla ricezione della comunicazio-ne di ammissione alle agevolazioni. Questi i chiarimenti contenuti nella circolare del ministero dello sviluppo economico del 23 dicembre 2015 n. 100585 in merito all’in-centivo «nuove imprese a tasso zero» de-dicato ai giovani e alle donne che vogliono avviare una micro o piccola impresa. Gli incentivi sono rivolti alle imprese compo-ste in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne. Le imprese devono essere costituite in forma di società da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda. Anche le persone fi siche possono richiedere i fi nanziamenti, a con-dizione che costituiscano la società entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni. Gli incentivi sono validi in tutta Italia e fi nanziano progetti d’impre-sa con spese fi no a 1,5 milioni di euro. Le agevolazioni sono concesse nei limiti del regolamento de minimis e consistono in un fi nanziamento agevolato senza interessi (tasso zero) fi no a otto anni.

DATI CNA

Mini-imprese Occupazione in crescitaCrescita dell’occupazione nelle micro e piccole impre-se: tra gennaio e novembre l’incremento ha toccato il 3,3 per cento. E tra otto-bre e novembre l’aumento è stato dello 0,3%. È il ter-zo incremento congiuntu-rale consecutivo. Permette alle micro e piccole imprese (Mpi) di chiudere il trime-stre autunnale settembre-novembre con un risultato signifi cativamente positivo (+0,9%) che contrasta con la fl essione registrata nel-lo stesso periodo del 2014 (-0,4%). Lo rileva l’Osser-vatorio mercato del lavo-ro, curato dal Centro studi della Cna, su un campione di 20.500 Mpi con 125 mila dipendenti. Il tempo deter-minato è risultato il con-tratto più rispondente alle esigenze delle Mpi (56% delle nuove assunzioni). In forte accelerazione an-che le assunzioni a tempo indeterminato (+9,2% ri-spetto ai primi nove mesi del 2014). Nonostante otto anni di crisi, le Mpi riman-gono tenacemente il pre-sidio del lavoro stabile. A fi ne novembre, il contratto a tempo indeterminato ri-maneva applicato all’81,8% degli addetti.

all’adempimento pubblicitario: re «scindibile» o «inscindibile» e infatti immediatamente effica

e ue ddani.scil’ededaopin le Prl’amain sotciafatdadesudeca

Comunicazione dell’unico socio: due esempi

ESEMPIO DI COMUNICAZIONE IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVA

In seguito a un trasferimento di quote avvenuto tra gli unici due soci di una srl, la società resta con un solo socio. La comunicazione dell’unico socio può essere trasmessa, anche dal notaio, senza attendere l’iscrizione dell’atto né la protocollazione da parte del registro delle imprese (vedi le indicazioni operative fornite nelle schede anagrai che allegate alla massima).

ESEMPIO DI UNICA RICHIESTA CONTESTUALE

In seguito a una fusione inversa, la srl Alfa, interamente posseduta dalla società Beta, incorpora quest’ultima. La comunicazione dell’unico socio (o l’eventuale comunicazione della costituzione/ricostituzione della pluralità dei soci) può essere presentata sulla società Alfa, incorporante, contestualmente alla richiesta di iscrizione dell’atto di fusione (vedi le indicazioni operative fornite nelle schede anagrai che allegate alla massima).

Le massime sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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32 Martedì 29 Dicembre 2015 LAVORO E PREVIDENZAVia libera Inps alla semplii cazione degli adempimenti in agricoltura

Assunzioni ora congiunteReferente unico anche per la contribuzione

DI DANIELE CIRIOLI

Via libera alla sempli-ficazione Inps per le assunzioni congiunte in agricoltura. Dal IV

trimestre, infatti, il referente unico può agire per conto del-le aziende cointeressate anche ai fi ni degli adempimenti con-tributivi (fi no al 30 settembre invece ciascuna impresa ha do-vuto fare per proprio conto). La scadenza per il primo appun-tamento è al 31 gennaio 2016, termine di presentazione della denuncia Dmag e di versamen-to dei contributi relativi al pe-riodo ottobre-dicembre 2015. Lo spiega l’Inps nel messaggio n. 7635 di ieri.

Assunzioni congiunte. Operativa dal 7 gennaio 2015 per il solo settore agricolo, l’as-sunzione congiunta consente di instaurare un rapporto di lavo-ro tra più imprese e un solo la-voratore, il quale può svolgere attività per le diverse aziende coobbligate. Possono avvaler-sene solo le imprese: appar-tenenti allo stesso gruppo di imprese; legate da contratti di

rete, se almeno il 50% di esse siano agricole; riconducibili allo stesso proprietario o a soggetti diversi legati tra loro da vincoli di parentela o di affi nità entro il terzo grado.

Il referente unico. Fine dell’assunzione congiunta è semplifi care gli adempimenti consentendoli di fare a un solo soggetto, denominato referen-te unico. Tale soggetto, ai fi ni Inps, è tenuto alla presenta-zione della Denuncia Azien-dale (D.A.) e della denuncia trimestrale di manodopera occupata (Dmag). Il referente unico deve necessariamente essere un’azienda presente negli archivi Inps, anche se non deve essere necessaria-

mente un’azienda agricola. Parte la semplifi cazione.

Ai fi ni della denuncia trime-strale, il referente unico deve trasmettere apposito flusso Dmag riferito ai lavoratori denunciati su Unilav-Con-giunto. Per ogni lavoratore va riportato il numero di giornate lavorate nei mesi oggetto di de-nuncia ripartito su ogni azien-da co-assuntrice che lo abbia, nel periodo, effettivamente utilizzato. La semplifi cazione, spiega l’Inps nel messaggio di ieri, è operativa dalla prossima denuncia Dmag relativa al IV trimestre 2015 (scadenza al 31 gennaio 2016) e compren-de, quindi, tutte le assunzioni congiunte effettuate dal 1°

ottobre al 31 dicembre 2015. Invece, per quelle fatte nel periodo 7 gennaio-30 settem-bre 2015 (cioè per i primi tre trimestri), la denuncia Dmag è stata fatta (andava fatta) dalle singole aziende che hanno uti-lizzato il lavoratore congiunto, ciascuna denunciando le gior-nate lavorative prestate presso la propria azienda. Inoltre, nel Dmag il referente unico deve indicate gli elementi indicati in tabella. Al momento dell’invio della denuncia Dmag, i dati sa-ranno oggetto di una verifi ca di congruità con le informazioni presenti negli archivi dell’Inps sia in relazione ai co-datori di lavoro che ai lavoratori assunti congiuntamente.

DI SIMONA D’ALESSIO

Il governo promette lot-ta senza quartiere contro il caporalato (e a difesa delle vittime): non ci sarà soltanto il carcere per chi sfrutta i braccianti, ma anche la confi sca e il se-questro «del patrimonio accumulato con attività illecite». E aumenteranno i controlli, continuando sulla strada della collabo-razione con l’Inps e l’Ispet-torato del lavoro, che la scorsa estate ha portato alla scoperta del «50% degli occupati stagionali in condizione di irregolari-tà». Ad annunciare il giro di vite contro il fenomeno degli abusi (soprattutto nelle campagne del Sud) in occasione della raccol-ta della frutta sono stati ieri i ministri della giusti-zia Andrea Orlando, del welfare Giuliano Poletti e dell’agricoltura Maurizio Martina, firmatari di un disegno di legge per il con-trasto al caporalato che, licenziato dal consiglio dei ministri del 13 novembre, è ora all’esame dei sena-tori (si veda ItaliaOggi del 17/12/2015); gli espo-nenti dell’esecutivo han-no discusso la linea d’in-tervento nel corso di un vertice, a Roma, cui hanno partecipato il presidente dell’Inps Tito Boeri, le parti sociali, le organizza-zioni agricole e le imprese della grande distribuzione (Gdo) e dell’industria ali-mentare.

La norma, ha riferito Martina, prevede «un pia-no di accompagnamento dei lavoratori stagionali con ingaggio del Terzo settore», una novità che, è intervenuto Poletti, «va organizzata», poiché «fi nora è stata supportata dalle associazioni carita-tevoli e dal volontariato. Oggi non sono quantifi-cabili risorse ad hoc», ha proseguito, precisando, però, che il dicastero di cui è titolare utilizzerà «quelle legate all’associa-zionismo». Per i cosiddet-ti «caporali» il disegno di legge contempla sia la de-tenzione sia sanzioni «di carattere patrimoniale», disponendo, ha detto Or-lando, «un cambio di natu-ra delle pene». Apprezza-mento è stato espresso da Assolavoro, la rete delle agenzie per il lavoro, «in prima linea» per combat-tere i fenomeni di impiego «irregolare e sottopaga-to e per emarginare chi opera in modo illecito», ha affermato il direttore Agostino Di Maio.

GOVERNO

Caporalato, aumentano i controlli

L’anno prossimo i pen-sionati non avranno alcun aumento. Il decreto mi-nisteriale che anticipa la cosiddetta perequazione automatica, con il compito di fi ssare un indice prov-visorio da conguagliare all’inizio dell’anno suc-cessivo, prevede un indice d’inflazione 2015 pari a zero. Fanno eccezione gli assegni entro i 2 mila euro (tre volte il minimo), ai quali verranno invece cor-risposti gli aumenti ridotti relativi al recupero dell’infl azione del 2012-2013 (Dl 65/2015), il cui blocco deciso dalla riforma Fornero è stato bocciato dalla Corte costituzionale lo scorso mese di giugno. Ma non è fi nita qui. Nel 2016 i pensionati (era già suc-cesso l’anno scorso) partono con un debito nei confronti dell’Inps, dal mo-mento che l’aumento attribuito in via provvisoria a gennaio 2015 (più 0,3%), è risultato inferiore al dato defi nitivo fornito dall’Istat per il 2014 (0,2%). Questo vuol dire che l’Istituto di pre-videnza avrebbe dovuto procedere ad conguaglio negativo dello 0,1%. Ciò che non avverrà, grazie alla sanatoria prevista dalla legge di Stabilità 2016. Ma vediamo di spiegarci meglio.

La perequazione automatica. Le pen-sioni vengono rivalutate sulla base di un meccanismo ragguagliato al costo della vita. Per dar modo all’Inps di predisporre per tempo i mandati di pagamento, a fi ne novembre si fa una previsione dell’andamento dell’infl a-zione e se ne riportano gli effetti sui trattamenti, riservandosi un congua-glio a fi ne anno, in presenza del dato effettivo. In passato vi era sempre la

necessità di un qualche adeguamento rispetto a un trend più elevato. Nel 2014, invece, l’infl azione è cresciuta meno del previsto: una circostanza inaspettata. Detto in altre parole, nel corso del 2015 le pensioni hanno bene-fi ciato di una rivalutazione dello 0,3%. Questa percentuale, applicata dallo scorso gennaio a titolo provvisorio, è stata invece ritoccata dall’Istat nella misura defi nitiva dello 0,2%. Logica vorrebbe che debba essere restituita la differenza dell’0,1% percepita in più nel corso di quest’anno: per le pensioni al minimo il recupero si aggira intorno ai 6 euro e qualche centesimo. Una ri-valutazione «negativa» non si era mai verifi cata nel corso degli anni, non es-sendo neppure ipotizzabile. Si è resa quindi opportuna una sanatoria, con-tenuta in uno degli ultimi emendamen-ti apportati proprio dal governo alla legge di Stabilità del 2016. In parole povere, a gennaio non ci sarà alcuna restituzione. Il tutto è rimandato al 2017.

Importi 2016. L’importo del trat-tamento minimo 2016 scende quindi da 502,89 euro a 501,88 euro al mese,

senza recupero delle maggiori somme riscosse nel 2015. Altro discorso per quanto riguarda i trattamenti sopra il minimo. Prima della riforma Monti-Fornero, l’adeguamento pieno all’in-fl azione riguardava tutte le pensioni fi no a tre volte il trattamento minimo e scendeva al 90% per gli importi fra tre e cinque volte il minimo e al 75% oltre cinque volte il minimo. Con la legge di Stabilità 2014 (art. 1 comma 483 legge n. 147/2013), le regole pre-vedono, per il biennio 2015-2016 che la perequazione automatica venga attribuita al 100% per i trattamenti complessivi fi no a tre volte il tratta-mento minimo; al 95% per quelli da tre a quattro volte il minimo; al 75% per quelli da quattro volte a cinque volte il minimo; al 50% per quelli da cinque a sei volte il minimo e al 45% per i trattamenti complessivi superiori a sei volte il trattamento minimo. La legge di stabilità 2016, al fi ne di repe-rire risorse per la cosiddetta «opzione donna», il part-time a fi ne carriera e la no tax area per i pensionati, sposta al 2018 l’indicizzazione raffreddata. Se ne riparlerà nel 2019.

Leonardo Comegna

Pensioni 2016 senza aumenti e senza rimborsiL’indicizzazione 2015

Importo della pensione al dicembre 2014

Aumento provvisorio Aumento defi nitivo

Fino a € 1.503 + 0,30% (100% Istat) + 0,20% (100% Istat)

Da € 1.503 a € 2.004 + 0,285% (95% Istat) + 0,190% (95% Istat)

Da € 2.004 a € 2.505 + 0,225% (75% Istat) + 0,015% (75% Istat)

Da € 2.505 a € 3.006 + 0,0150% (50% Istat) + 0,01% (50% Istat)

Oltre € 3.006 + 0,135% (45% Istat) + 0,09% (45% Istat)

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rete se almeno il 50% di esse mente un’azienda agricola ottobre al 31 dicembre 2015

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I dati da indicare

• Codice CIDA dell’azienda co-datrice di lavoro interessata (1)

• Codice i scale/Partita Iva dell’azienda co-datrice di lavoro interessata (1)

• Codice «UNILAVCong» del lavoratore assunto congiuntamente

(1) Azienda presso cui, nel trimestre di riferimento, il lavoratore congiunto ha prestato attività lavorativa

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33Martedì 29 Dicembre 2015MCONSULENTI DEL LAVOROIl presidente Mauro Capitanio ripercorre i risultati ottenuti e racconta le prossime si de

Via a 17 mila tirocini in un anno Fondazione lavoro sempre più strategica per l’occupazione

Sono tante le sfide af-frontate nel lavoro quotidiano della Fon-dazione Consulenti

per il lavoro e molteplici e positivi i risultati ottenuti in questo anno che oramai si appresta a finire. A dimostra-zione del duro e ripagato la-voro della Fondazione Lavoro parlano i numeri: autorizzati circa 17 mila tirocini forma-tivi, di cui 2 mila in Garanzia giovani. Il 2016, inoltre, sarà un anno molto importante per la Fondazione Lavoro e, in generale, per il lavoro dei con-sulenti, in quanto nel nostro Paese si intensificheranno i servizi di politiche attive. Ab-biamo chiesto al presidente di Fondazione Consulenti per il lavoro, Mauro Capitanio, di fare un bilancio sulle attività finora svolte e sul ruolo fon-damentale che in questi anni dovrà giocare la Fondazione.

Domanda. Partiamo dunque dai numeri . Risposta. Più di 17 mila sono stati i tirocini attivati dalla Fondazione Lavoro durante quest’anno. Un numero che supera di oltre 2 mila unità il risultato ottenuto nel 2014. Di questi, oltre 2 mila sono i tirocini attivati all’interno del programma Garanzia giova-ni. Quest’ultimo, è un dato molto importante in quanto attivare un tirocinio formati-vo in Garanzia giovani è pro-pedeutico per tutto quello che sarà il discorso delle politiche attive del prossimo anno.

D. Parliamo di politiche attive e dell’Anpal.

R. Il 2016 sarà un anno mol-to importante perché anche in

Italia saranno incrementati i servizi di politiche attive e do-vrebbe partire il lavoro della nuova Agenzia nazionale del-le politiche attive del lavoro (Anpal). Le politiche attive rappresentano una vera ri-voluzione culturale. In questo nuovo scenario diventa sem-pre più strategico il ruolo dei consulenti che dovranno ne-cessariamente diventare gli attori principali del mercato del lavoro. Per fare qualche esempio, nel 2015 in Veneto pochi colleghi hanno prodotto un fatturato di oltre 800 mila euro e buoni sono stati i dati di regioni come Sicilia, Sar-degna, Puglia e Lombardia. Il risultato finale supera il milione di euro. Se moltipli-chiamo questo numero per ogni regione possiamo ben capire le potenzialità che si potranno ottenere.

D. Oltre ai tirocini e alla

selezione quali altri servi-zi offrirete?

R. Continueremo a offrire tutti i servizi tradizionali (ri-cerca e selezione personale, promozione tirocini formati-vi e di orientamento, analisi previdenziale e formazione), potenziandoli sempre più nel corso degli anni. Abbiamo grandi margini di crescita sulla formazione fi nanziata con lo 0,30, ad oggi gestiamo 10 mila cedolini per un con-to aggregato pari a 650 mila euro. Proseguirà il nostro lavoro sulla pianificazione previdenziale (sono circa 300 i colleghi che si sono specia-lizzati in quest’attività). Do-podiché, proseguiremo con tutte quelle attività di colla-borazione, grazie anche alla partecipazione del Consiglio nazionale dell’Ordine e della Fondazione Studi Consulenti del lavoro, con le università e

Italia Lavoro, cercando di far crescere ancor di più questa categoria e facendo capire all’esterno che i consulenti del lavoro possono rappresen-tare un’opportunità per tutti coloro che cercano un posto di lavoro e, soprattutto, per i giovani.

D. Cosa si aspetta dal 2016?

R. La Fondazione Lavoro è un’agenzia per il lavoro ano-mala che svolge attività molto particolari. Infatti, è l’unica agenzia del lavoro all’inter-no del mondo professionale con una sede centrale e con la potenzialità di una rete di 28 mila uffi ci periferici rap-presentati, appunto, dai con-sulenti del lavoro dislocati su tutto il territorio nazionale. Partendo da questo presuppo-sto, ci auguriamo che Il 2016 sia un anno molto positivo per la Fondazione Consulenti per il lavoro grazie all’avvio dell’Anpal, ai servizi di ricol-locazione e al perdurare del programma Garanzia giova-ni. Dovremmo, quindi, allar-gare le competenze professio-nali dei consulenti del lavoro che diventeranno delegati e si interesseranno a questi nuovi servizi. Il consulente del lavoro è colui che conosce meglio di ogni altro soggetto le dinami-che del mondo del lavoro e sul-le politiche attive ha molte più competenze rispetto ad altre agenzie per il lavoro, potendo far valere anni di esperienza maturata sul campo al fi anco di imprese e lavoratori. Sono molto fi ducioso sui risultati che potremmo ottenere il prossimo anno, considerando i numeri

dei tirocini attivati e l’aumen-to dei consulenti del lavoro delegati della Fondazione Lavoro. Questi ultimi, infat-ti, sono passati da 1.200 nel 2014 a più di 1.700 nel 2015 e continueranno a crescere.

D. Presidente, quali sono invece le prossime sfi de da affrontare?

R. Le sfi de per il futuro sono importanti e molteplici. La prima, è quella interna alla categoria, in quanto bisogne-rà far aumentare il numero dei delegati della Fondazione Lavoro. I consulenti del lavo-ro sono circa 28 mila mentre i delegati sono solo 1.700. È evidente che la prima sfi da è far capire a tutti quei consu-lenti non ancora delegati che esiste all’interno della cate-goria un’agenzia per il lavoro autonoma che può aiutarli ad aumentare la loro professio-nalità, dunque fondamentale per il loro futuro professiona-le. Pertanto, abbiamo previsto alcuni investimenti, come ad esempio, quelli destinati a migliorare il sito ufficiale della Fondazione (www.fon-dazionelavoro.it), punteremo sulla formazione dei delegati e dei dirigenti di categoria . La seconda sfida, invece, è quella rivolta all’esterno, volta a far capire ai giovani e alle persone attualmente non occupate che esiste un agenzia per lavoro anomala che darebbe loro la possibilità di reinserirsi nel mercato del lavoro o quantomeno di gesti-re la fase di transizione tra disoccupazione e occupazione avvalendosi di professionisti seri e competenti.

Con il parere n. 6/2015 la Fon-dazione Studi dei Consulenti del lavoro è intervenuta sul tema ri-guardante l’assoggettamento dei professionisti all’imposta regiona-le sulle attività produttive (Irap), a seguito della sentenza n. 24670, espressa dalla sezione civile della Corte di cassazione lo scorso 3 di-cembre. La Cassazione ha accolto il ricorso del professionista che aveva ricevuto un avviso di accer-tamento con riferimento all’Irap dall’Agenzia delle entrate. Per i giudici della Suprema corte la sussistenza dell’autonoma orga-nizzazione, che è il presupposto oggettivo dell’imposta, non può essere presunta solo dalla compo-nente capitalistica del reddito pro-fessionale, ovvero dal costo elevato sostenuto dal professionista per l’acquisto di attrezzature tecniche e per locazioni finanziarie. Di seguito si riassume brevemente la vicenda processuale. Ad avviso del Supremo collegio, la presenza di elevati costi sostenuti dal pro-

fessionista per disporre di beni strumentali non giustifica di per sé l’assoggettamento a Irap del la-voratore autonomo in quanto, come emerge a un consolidato orienta-mento della stessa giurispruden-za di legittimità , «in tema di Irap, anche alla stregua dell’interpreta-zione costituzionalmente orientata fornita dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 156 del 2001, l’esistenza di un’autonoma orga-nizzazione, che costituisce il pre-supposto per l’assoggettamento a imposizione dei soggetti esercenti arti o professioni indicati dall’art. 49, comma primo, del dpr 22 di-cembre 1986, n. 917, esclusi i casi di soggetti inseriti in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità e interesse, non dev’essere intesa in senso soggetti-vo, come auto-organizzazione crea-ta e gestita dal professionista sen-za vincoli di subordinazione, ma in senso oggettivo, come esistenza di un apparato esterno alla persona del professionista e distinto da lui,

risultante dall’aggregazione di beni strumentali e/o di lavoro al-trui. Essa è riscontrabile ogni qual volta il professionista si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui, o impieghi nell’organizza-zione beni strumentali eccedenti, per quantità o valore, il minimo comunemente ritenuto indispen-sabile per l’esercizio dell’attività , costituendo indice di tale ecceden-za, fra l’altro, l’avvenuta deduzione dei relativi costi ai fini dell’Irpef o dell’Iva, e incombendo al contri-buente che agisce per il rimborso dell’imposta indebitamente ver-sata l’onere di provare l’assenza delle predette condizioni» (Corte di cassazione, sez. trib., sentenza 15 giugno 2010, n. 14379 e Corte di cassazione, sez. trib., sentenza

16 febbraio 2007, n. 3673. In senso conforme, cfr., ex pluribus: Corte di cassazione, sez. trib., sentenza 19 agosto 2015, n. 16941; Corte di cas-sazione, sez. VI civile, ordinanza 24 dicembre 2014, n. 27394 e Corte di cassazione, sez. trib., sentenza 17 ottobre 2014, n. 21989). La soluzione giuridica fornita dalla Corte di cassazione nella sentenza n. 24670 del 2015 è apprezzabile se si tiene conto che la funzione economica dell’Irap è quella di col-pire una capacità produttiva «im-personale e aggiuntiva» rispetto a quella propria del professionista (determinata dalla sua cultura e preparazione professionale) e, quindi, di colpire un reddito che contenga una parte aggiuntiva di profitto, derivante dall’utilizzo di una struttura personale e mate-riale suscettibile di creare un va-lore aggiunto rispetto alla mera attività intellettuale supportata dagli strumenti indispensabili e di corredo al know-how del pro-fessionista.

LA FONDAZIONE STUDI SULLA SENTENZA N. 24670 DEL 3 DICEMBRE SCORSO

Su Irap e professionisti la Cassazione detta la linea

Pagina a curaDEL CONSIGLIO NAZIONALE

DELL’ORDINE

DEI CONSULENTI DEL LAVORO

Mauro Capitanio

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34 Martedì 29 Dicembre 2015

ScuolaAzienda

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

Con il 2016 si apre la seconda fase dell’attuazione della legge sulla BuonaScuola

Scuola, è l’anno delle delegheEcco tutti i temi della l. 107 che saranno affrontati

DI CARLO FORTE

Modifi care unilateral-mente le condizioni di lavoro dei docenti. E inasprire il rap-

porto gerarchico verticale tra in-segnanti e dirigenti scolastici. È la ratio della legge 107/2015, cd. BuonaScuola, entrata in vigore il 15 luglio scorso. Due i canali tracciati dall’esecutivo per porre in atto la riforma. Il primo è la decontrattualizzazione di istitu-ti importanti come la mobilità e la retribuzione. Il secondo è la delega al governo, che attraver-so decreti legislativi, potrà ri-scrivere, quasi totalmente, le re-gole sulla prestazione. Il primo canale è già stato ampiamente attivato. Il secondo sarà posto in chiaro non appena il quadro generale delle nuove condizioni andrà a regime.

I decreti legislativi. La l. 107 attribuisce al governo una serie di deleghe per riformare gran parte del corpus normati-vo dell’istruzione, compresa la prestazione, riscrivendo il testo unico a partire dal reclutamen-to. Che avverrà tramite i con-corsi, all’esito dei quali, i docenti aventi titolo saranno assunti a tempo determinato con contrat-ti di apprendistato della durata di 3 anni, al termine dei quali, se supereranno la valutazione, saranno assunti a tempo inde-terminato. La retribuzione nel triennio di apprendistato sarà fissata dalla legge e non dal contratto.

Resta fermo il criterio duale delle immissioni in ruolo: metà dalle graduatoria dei concorsi e metà da quelle a esaurimen-to, fino al totale scorrimento delle stesse. E’ prevista anche una rivisitazione delle lauree, in modo tale da estenderne la spendibilità ai fi ni dell’accesso all’insegnamento e favorire la

mobilità professionale. Le deleghe prevedono anche

una rivisitazione del sistema di attribuzione dei docenti di sostegno e l’istituzione di un sistema integrato di educazio-ne e istruzione dalla nascita fi no ai 6 anni. Il sistema sarà costituito dai servizi educati-vi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia. Sono previste iniziative per garantire l’ef-fettività del diritto allo studio e l’ado-zione di misure per promuovere la diffusione della cultura umanisti-ca, la musica, il cinema e il teatro. Ulteriori deleghe all’esecutivo sono previste per ri-ordinare la nor-mativa sulle scuole italiane all’estero e per rivedere tutta la normativa sugli esami di stato.

La cancellazione della ti-tolarità della sede. Uno degli effetti più evidenti della legge 107 è la cancellazione dell’isti-tuto della titolarità della sede. In altre parole, il legislatore ha introdotto la chiamata diretta da parte dei presidi. Che com-porranno l’organico delle isti-tuzioni scolastiche, traendo i docenti necessari da un elenco che costituirà la dotazione dei cosiddetti ambiti territoriali: ampie frazioni di territorio in cui sarà suddivisa la penisola.

Nelle intenzioni del ministero dell’istruzione, dovrebbero esse-re circa 380: meno della metà degli attuali distretti. La legge prevede anche una disciplina transitoria, che consente agli attuali docenti titolari di conser-vare tale titolarità, fi no a quan-do non saranno fatti oggetto di provvedimenti di mobilità.

A prescindere dal fatto che l’accesso alla mobilità possa av-venire d’uffi cio (per esempio, in caso di cessazione della cattedra di titolarità) oppure a domanda del docente interessato. La tito-larità della sede sarà concessa anche ai docenti neoimmessi in ruolo nella fase 0 e nella fase A. Tutti gli altri saranno collocati

direttamente negli ambiti.

La questione degli ambiti. Sulle modalità di colloca-mento negli ambiti è in atto una discussio-ne molto accesa tra i sindacati e l’ammi-nistrazione. Che ha portato alla sospen-sione delle trattative e alla richiesta, da parte dei sindacati, di un incontro con il ministro. Incontro

che c’è stato mercoldì mattina ma che non ha portato a nulla perchè il ministro Giannini non si è presentato. I sindacati ave-vano chiesto unitariamente di rimandare di un anno l’entrata a regime del nuovo sistema. Per-ché la legge 107 prevede che gli ambiti debbano essere costituiti entro giugno. Ciò comportereb-be, inevitabilmente, l’impossibi-lità, per i docenti interessati, di conoscere con congruo anticipo la collocazione geografi ca e la composizione degli ambiti.

Lo scontro con i sinda-cati. Allo stato attuale, le po-sizioni restano molto distanti. Pertanto, a meno che il ministro non accolga le richieste dei sin-dacati, è ragionevole ritenere che il contratto sulla mobilità, quest’anno, non sarà stipulato. E l’amministrazione dovrà pro-cedere con ordinanza. Ipotesi, questa, che consentirebbe a do-centi e sindacati di esperire più agevolmente l’azione giudiziale,

impugnando direttamente l’or-dinanza.

La valutazione. Un altro aspetto controverso della leg-ge 107, tutto da realizzare, è la cosiddetta questione del meri-to. Il dispositivo prevede che i dirigenti scolastici dovranno elargire dazioni in denaro ai docenti che riterranno merite-voli di tali erogazioni. I vincoli posti dalla norma sono tutt’altro che stretti. In pratica, è previsto che in ogni scuola venga costitu-ito un comitato di valutazione, comprendente anche rappre-sentanti dei genitori e, nelle secondarie di II grado, degli alunni. Tale comitato non avrà il compito di valutare i docenti in senso stretto, ma solo di fi ssa-re criteri generali, ai quali dovrà conformarsi l’azione del dirigen-te scolastico nell’individuazione degli aventi titolo a ricevere le dazioni. Resta ferma la compe-tenza del comitato in materia di valutazione dell’anno di prova per i neoimmessi in ruolo.

I premi in denaro. Quanto alle dazioni in denaro, la legge 107 qualifi ca i relativi introiti alla stregua di compenso ac-cessorio. Ciò vuol dire che i dirigenti scolastici godranno di una sorta di «potestà retri-butiva» pressoché sconosciuta nel pubblico impiego. Che sarà l’effetto della decontrattualiz-zazione di parte della materia retributiva, fi nora sopravvissu-ta indenne anche alla riforma Brunetta. In buona sostanza, dunque, sia in materia di mo-bilità che in materia di parte del compenso accessorio, la rilegifi -cazione reintrodurrà potestà e responsabilità che prima risul-tavano rigidamente regolate da disposizioni tassative di diritto privato. Che da una parte ga-rantivano assoluta trasparen-za alle operazioni e dall’altra ponevano al riparo i dirigenti

scolastici da responsabilità pe-nali. La Suprema corte, infatti, è costante nel ritenere che la responsabilità penale per talu-ni reati tipici della pa (in primo luogo, per l’abuso d’uffi cio) non sussista in tutti i casi regolati da disposizioni pattizie. Con la rilegifi cazione della mobilità e del compenso accessorio, invece, tale violazione è possibile.

500 euro. Tra le novità introdotte dalla l. 107 c’è il co-siddetto bonus dei 500 €: una somma elargita in busta paga agli insegnanti di ruolo, a titolo di rimborso spese, per l’acqui-sto di beni strumentali collegati all’esercizio della professione. La spendita della somma è vinco-lata all’acquisto di libri, riviste, software, strumentazione infor-matica, accesso a manifestazio-ni culturali, spettacoli, cinema, teatro e corsi di formazione. La somma non è soggetta a impo-sizione fi scale, proprio perché è qualifi cata dalla legge come rimborso spese. La rendiconta-zione sarà posta al vaglio dei re-visori dei conti delle scuole. E se sarà giudicata incongruente, le somme impegnate in modo non legittimo saranno decurtate dal versamento dovuto per l’anno successivo.

Il piano straordinario di assunzioni. L’entrata in vi-gore della l.107 ha comportato l’esecuzione di un piano straor-dinario di immissioni in ruolo, di circa 100mila assunzioni, con l’intento di svuotare le gra-duatorie a esaurimento e porre un solido argine al contenzioso seriale sulle assunzioni. Che ha visto l’amministrazione spesso soccombente nel merito e sul quale pende una questione di le-gittimità costituzionale. Il piano è a regime e ha comportato un aumento delle dotazioni delle scuole tra le 3 e le 8 unità.

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Matteo Renzi

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35Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DA Z I E N DA S C U O L ASPECIALE PENSIONI/Tanti sono coloro che, nella scuola, possono accedere alla pensione

Una finestra per più di 30 milaEcco chi può aver diritto al trattamento dal 1/9/2016

Pagina a curaDI NICOLA MONDELLI

Sono più di trenta-mila - sarebbero stati il doppio se vigessero ancora le

norme previgenti l’entrata in vigore della riforma For-nero - i dirigenti scolasti-ci, i docenti e il personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario che dal 1° settembre 2016 potrebbe-ro accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato potendo fare va-lere i requisiti anagrafici e/o contributivi previsti dal decreto legge 201/2011 (ap-punto la riforma Fornero).

A questi trentamila van-no aggiunte alcune migliaia di personale femminile che potrebbero alla data del 31 dicembre 2015 fare valere l’età anagrafica e l’anziani-tà contributiva per andare in pensione anticipata con i requisiti ridotti richiesti d a l l ’ a r t i c o l o 1 , comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243( «opz ione donna») cos ì c o m e d i s p o -ne l ’ a r t i co lo 1, comma 281 della legge di stabilità 2016( 57 anni e tre mesi di età e non meno di 35 anni di contri-buti posseduti al 31 dicembre 2015).

Personale con requisiti posseduti al 31 dicembre 2011.

Degli oltre trentamila di-pendenti scolastici in servi-zio nel corrente anno scola-stico con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, una buona metà è costituita da coloro che al 31 dicembre 2011 potevano fare valere i requisiti anagrafici e contri-butivi per l’accesso al trat-tamento pensionistico sia di anzianità che di vecchiaia

richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vi-gore della riforma Fornero (60 anni di età e 36 di con-tributi o 61 anni di età e 35 di contributi oppure 40 anni di contributi per la pensione di anzianità; 65 anni di età per la pensione di vecchia-ia, ma per il solo personale femminile 61 anni di età e 20 anni di contributi).

Si tratta quindi di docen-ti e di personale Ata che al 31 agosto 2016 e comunque al 31 dicembre 2016, avrà come minimo 65 anni e tre mesi di età o 40 anni di con-tributi.

Non è, invece, quantifi-cabile il numero di quan-ti potranno accedere al trattamento pensionistico con i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente la riforma Fornero, anche se maturati successivamente al 31 dicembre 2011 ma en-tro il 31 dicembre 2016.

È una possibilità consen-tita dalla cosiddetta legge di salvaguardia al perso-nale della scuola che nel corso del 2011 aveva fruito di periodi di congedo stra-ordinario di cui all’articolo 42, comma 5 del decreto legislativo n. 151/2001 per assistere figli disabili in si-tuazione di gravità.

Personale con requisiti previsti dalla normativa vigente

L’altra metà è costituita da coloro che possono fare

valere, sempre alla data del 31 agosto 2016 e, comunque, a quella del 31 dicem-bre 2016, l’anzianità contributiva richiesta dalla normativa vi-gente (per la pensio-ne anticipata 42 anni e dieci mesi se uomini, 41 anni e dieci mesi se donne; per la pensione di vecchiaia 66 anni e sette mesi di età uni-tamente ad almeno venti anni di contri-buzione).

Pe r s o n a l e c h e chiede la pensione unitamente al part-time

Impossibile invece de-terminare il numero del personale che chiederà la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con conte-stuale riconoscimento del trattamento di pensione anticipata.

Il personale docente e il personale edu-cativo, ammini-strativo, tecnico ed ausiliario, ad accezione dei di-rettori dei servi-zi generali e am-ministrativi, che potrà presentare tale domanda dovrà possedere i requisiti per la pensione an-ticipata e non avere compiuto l’età anagrafica per la pensione

di vecchiaia.

Cessazione dal servizio, termini e modalita’ per presentare la domanda

Il decreto ministeriale n. 939 del 18 dicembre 2015 ha fissato definitivamente al 22 gennaio 2015 il termine entro il quale il personale docente, educativo, ammini-strativo, tecnico ed ausilia-rio, impiegato con rapporto di lavoro a tempo indeter-minato potrà presentare la

domanda di cessazione per raggiungimento del limite

massimo di servizio, di di-missioni volontarie di trat-tenimento in servizio per il raggiungimento del minimo contributivo, con effetti dal 1° settembre 2016, ovvero la domanda già presentata.

Entro il medesimo termi-ne possono essere presenta-te le domanda di trasforma-zione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale da parte

Il suddetto personale, fat-ta eccezione per i direttori dei servizi generali e ammi-nistrativi, può presenta en-tro il medesimo termine la domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo par-ziale con contestuale rico-noscimento del trattamento di pensione a condizione che non abbia raggiunto il limi-te di età o di servizio.

La nota ministeriale prot. n. 40861 del 21 dicembre 2015 ricorda che le doman-de di cessazione dal servizio e le eventuali revoche van-no presentate utilizzando esclusivamente la proce-dura web Polis «istanze on line» disponibile sul sito in-ternet del ministero (www.istruzione.it).

Le domande di tratteni-mento in servizio per rag-giungere il minimo con-tributivo dovranno invece essere presentate in forma cartacea.

Al personale in servizio

all’estero è consentito pre-sentare l’istanza anche con

modalità carta-cea.

Il personale delle province di Trento, Bolzano ed Aosta deve presentare le domande in for-mato cartaceo d i r e t t a m e n t e alla sede sco-lastica di ser-vizio/titolarità, che provvederà ad inoltrarle ai competenti uffi-ci territoriali.

Termini e modalità per presentare la domanda di pensione

La suddetta nota mini-steriale ricorda che le do-mande di pensione devono essere inviate direttamen-te all’istituto nazionale di previdenza, gestione ex in-pdap, esclusivamente attra-verso le seguenti modalità: presentando la domanda on-line accedendo al sito dell’Inps, previa registrazio-ne o tramite Contact Center Integrato(n.803164) o attra-verso l’assistenza gratuita del Patronato.

Tali modalità, viene sot-tolineato nella nota, saran-no le uniche valide ai fini dell’accesso alla prestazione pensionistica. La domanda presentata in forma diver-sa da quella telematica non sarà presa in considerazione fino a quanto il richiedente non avrà provveduto a tra-smetterla con le modalità sopra indicate.

La domanda di pensione può essere inoltrata anche dopo la presentazione della domanda di cessazione dal servizio ma entro i termini che l’istituto di previdenza fissa con apposita comu-nicazione( di norma entro maggio).

Continua - 1© Riproduzione riservata

valere sempre alla data del domanda di cessazione per all’estero è consentito pre-

Quali e quanti saranno i dirigenti scola-stici, i docenti e il personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario che, entro i termini stabiliti dal mini-stero dell’istruzione, chiederanno o po-tranno chiedere di cessare dal servizio e andare in pensione dal 1° settembre 2016; chi saranno quelli che vorrebbero an-darci ma non lo potranno fare; quali e quanti hanno titolo a chiedere di andare in pensione pur non poten-do fare valere i requisiti anagrafi ci e/o contributivi richiesti dalla normativa vigente; quando l’amministrazione scolastica potrà risolvere di autorità un rapporto

di lavoro del personale e quando inve-ce sarà consentito il trattenimento in servizio; chi può accedere alla legge di salva-guardia; quali sono i limiti e i requisiti per uti-lizzare l’istituto della «opzione donna»; quali sono i tempi e le modalità per la liquidazione della indennità di buonu-scita.

A queste domande in materia di previ-denza cercherà di dare risposte il prof. Nicola Mondelli negli articoli che se-guiranno nelle giornate di martedi 5 gennaio e martedi 12 gennaio

Tutte le risposte ai quesiti previdenziali

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Degli oltre trentamila dipendenti scolastici in servizio nel corrente anno

scolastico con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, una buona

metà è costituita da coloro che al 31 dicembre 2011 potevano

fare valere i requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso al tratta-mento pensionistico sia di anzianità

che di vecchiaia richiesti dalla norma-tiva previgente l’entrata in vigore

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La nota ministeriale prot. n. 40861 del 21 dicembre 2015 ricorda che le domande

di cessazione dal servizio e le eventuali revoche

vanno presentate utilizzando esclusivamente la procedura web Polis«istanze on line» disponibile

sul sito internet del ministero dell’istruzione (www.istruzione.it)

la sede dell’Inps

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36 Martedì 29 Dicembre 2015 A Z I E N DA S C U O L APartono le verii che su 7.304 scuole italiane. Giannini i rma il decreto che sblocca 40 mln

Edilizia, via ai controlli sui solaiProrogata al 31/1 la scadenza per l’affi damento dei monitoraggi

DI EMANUELA MICUCCI

Partono i controlli sui solai e i controsof-fitti di 7.304 scuole primarie, medie e su-

periori. Il ministro dell’istru-zione Stefania Giannini ha fi rmato, il 10 dicembre, il decreto di approvazione del-le graduatorie regionali degli istituti in cui saranno effet-tuati gli interventi previsti dalla Buona Scuola con uno stanziamento di 40 milioni di euro per il 2015.

Tuttavia, la spesa com-plessiva sarà inferiore alle previsioni: oltre 36 milioni di euro, ‹‹per insuffi cienza di candidature in determinate regioni e/o province››, si legge nel testo del decreto.

Così le risorse non assegnate saranno redistribuite attraver-so scorrimento degli interventi presenti in graduatoria con un successivo decreto del Miur.

Esclusi, invece, dalle indagi-ni diagnostiche sugli elementi strutturali e non strutturali degli edifi ci scolastici gli asi-li nido e le scuole materne di competenza degli enti locali così come le scuole paritarie. La legge 107, infatti, precisa che i monitoraggi riguarderan-no i soli immobili adibiti a uso scolastico statale (commi 178 e 179). Il decreto, inoltre, proroga al 31 gennaio prossimo il ter-mine inizialmente fi ssato per l’affidamento delle indagini diagnostiche.

«Si tratta», ricorda Gian-

nini, di un’altra delle azioni strategiche del nostro Piano per l’edilizia scolastica» «per garantire maggiore sicurezza ai nostri ragazzi» e, in questo caso, prevenire crolli. In tota-le sono arrivate al ministero 13.584 candidature da parte degli enti locali, che hanno risposto alla procedura pub-blica indetta lo scorso 7 agosto e avviata ad ottobre.

Alla data di scadenza, il 18 novembre, però erano arriva-te al Miur 1.559 candidature. Si è allora considerato neces-sario, si precisa nel decreto, ‹‹per garantire una più equa distribuzione territoriale››, «ripartire le risorse sia a li-vello regionale che a livello provinciale, tenendo conto dei dati relativi al numero di edifi ci, alla popolazione scola-stica e all’affollamento delle strutture contenuti nell’Ana-grafe dell’edilizia scolastica, già utilizzati per l’erogazione delle risorse relative alla Pro-grammazione unica nazionale 2015-2017 in materia di edili-zia scolastica».

Il maggior numero di in-terventi, 1.127, è previsto in Lombardia, seguita dalla To-scana con 754 e dal Piemonte con 636, poco meno dei 617 in programma in Veneto. Saran-no invece 580 in Campania, 510 in Sicilia, 296 in Calabria. In Puglia in arrivo 488 moni-toraggi, tanti quanti nel Lazio. Mentre nella piccola Basilicata saranno ben 113, su un totale di 141 istituzioni scolastiche

censite nell’anagrafe scuole del sito dell’Usr relativa all’anno scolastico 2013-14.

L’approvazione del decreto è un passo importante stimolato dalla richieste dei cittadini per

Adriana Bizzari, coordinatri-ce nazionale Scuola di Cittadi-nanzattiva, che invita ‹‹genitori e studenti a prendere visione dell’elenco degli interventi sul sito del Miur, a vigilare affi n-

ché le indagini siano realizzate nel minor tempo possibile per scongiurare altri crolli ed altre tragedie ed a segnalare even-tuali ritardi o problemi››.

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DI EMANUELA MICUCCI

Cresce la percentuale del-le scuole a rischio elet-tromagnetico. I monito-raggi? «Scarsi o del tutto

insufficienti». La denuncia arriva da XVI Rap-

porto Ecosistema Scuola di Le-gambiente sulla qualità dell’edi-lizia scolastica, delle strutture e dei servizi (www.legambiente.it). Il 34,6% delle scuole ospita im-pianti wi-fi, il 15,4% si trova in prossimità di stazioni radio base per la telefonia mobile. Tuttavia il Miur investe nel wi-fi nel nuovo Piano nazionale Scuola Digitale, dove un’azione è dedicata al ca-blaggio interno di tutte le scuole: un bando per 88,5 milioni di euro metterà a disposizione da 7.500 euro a 18.500 euro per il cablag-gio interno del proprio edificio, a cui hanno risposto 6.109 scuole, l’85% per la realizzazione della rete Lan/Wlan e il 15% per il suo completamento o ampliamento.

Al contrario, Legambiente chiede che «nelle scuole venga vietata l’installazione di sistemi wi-fi, portando servizi internet attraverso i cavi». Perché in par-

ticolare l’uso del wi-fi, anche se «nessun dato scientifico eviden-zia in modo assoluto il rischio as-sociato all’esposizione a queste onde ad alta frequenza», «proprio l’incertezza obbligherebbe a fare scelte protezionistiche nel rispet-to del principio di precauzione».

Non solo. Sebbene solo il 3,7% degli edifici scolastici si trovi nelle vicinanze di elettrodotti, «è ormai abbastanza noto come vivere o sostare per più di 4 ore al giorno in prossimità di que-sti possa aumentare il rischio di insorgenza di malattie leucemi-che infantili e di malattie negli adulti».

Dunque, non si superino i li-miti di legge di 3 e 10 microtesla per nuovi o vecchi elettrodotti. In attesa che sia completata la raccolta dei dati di tutte le regio-ni entro gennaio, nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica «attual-mente sono ancora molte le in-congruenze nella lettura e tra-sparenza dei dati sia per il loro utilizzo per una programmazione nazionale degli interventi e delle risorse sia per garantire l’acces-sibilità ai cittadini», spiega Va-nessa Pallucchi, responsabile

Scuola di Legambiente. Prima fra tutte la non esplicitazione dell’anno di raccolta dei dati da-gli enti proprietari degli edifici e la diversa metodologia adottata che «rende l’Anagrafe un insieme di banche dati che convivono in maniera disomogenea».

Aumentano gli investimenti complessivi in edilizia scolastica degli enti locali, sebbene si diffe-renzino rispetto al 2010 e 2011 per circa 16 milioni in meno per la manutenzione straordinaria e circa 10 milioni in meno per quella ordinaria.

Restano i divari territoriali, con i capoluoghi del Mezzogiorno che dichiarano necessari inter-venti di manutenzione urgenti in media in 1 scuola su 2, contro una media di 1 su 3 al Nord e al Centro, ma che non si vedono cor-risposti adeguati provvedimenti soprattutto nelle isole, dove negli ultimi 5 anni solo poco più del 17% delle scuole ha avuto manu-tenzione straordinaria.

Tra i comuni più virtuosi al Sud solo Chieti, che si attesta al 15° posto, seguita da L’Aquila al 29° e Lecce al 36°. Alta al Sud e nelle isole la percentuale di edifici sco-

lastici dotati di impianti per la produzione di energie rinnovabi-li, circa il 35%, ma nemmeno uno è costruito secondo i criteri della bioedilizia e solo il 7% al Sud e l’1,1% nelle isole utilizza fonti di illuminazione a basso consumo, a fronte di una media nazionale del 31,7%.

Un impianto fotovoltaico fa sostenibile una scuola «se non è accompagnato da interventi di efficientamento energetico e nel contempo di messa in sicurezza dell’edificio», spiega Legambien-te proponendo di privilegiare le progettualità che uniscono en-trambi così da «ridurre del 50% i consumi». In partner Lignus (associazione italiana case pre-fabbricate in legno) lo scorso 19 novembre ha posto a Roma la pri-ma pietra dell’asilo nido e scuola materna del Campus Biomedico che, terminati a marzo i lavori, ospiterà 190 bimbi su 1.700 mq nel rispetto del territorio, immer-si nel verde, con elevati standard energetici e completamente anti-sismica, senza necessità di risor-se energetiche fossili né economi-che di gestione.

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LO DENUNCIA IL XVI RAPPORTO ECOSISTEMA SCUOLA DI LEGAMBIENTE: OCCORRE VIETARE IL WI FI

Cresce la percentuale delle scuole a rischio elettromagnetico

DI SARA SELIGASSI

La Legge di stabilità toglie alibi agli enti locali che non vogliono mettere mano all’edilizia scola-stica. Lo ha ricordato

il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, in un post su facebook del 20 dicembre, nel quale ha commentato l’approvazio-ne della legge di Stabilità 2016 da parte del parla-mento. «Non mancano mi-sure per la scuola», scrive la Giannini, «in particolare in materia di edilizia sco-lastica, come le deroghe ai vincoli di pareggio di bi-lancio degli Enti locali per interventi sulle strutture. Ci sono poi fondi per soste-nere le famiglie bisognose nell’acquisto dei libri di te-sto, risorse per le paritarie e per portare la banda ultra larga nei nostri istituti per garantire il diritto ad Internet ai nostri ragazzi e docenti. La legge di stabilità 2016 pone grande at-

tenzione nei confronti dei giovani. Abbiamo voluto dare un segnale ad esempio agli stu-denti dei Conservatori, con un contributo di 1.000 euro per l’acquisto di uno stru-mento musicale. Una misura a cui tengo

molto sono le borse per le specializzazioni mediche: d’ora in poi quelle messe a disposizione dallo Stato saranno 6.000 ogni anno; basta incertezze e variazio-ni al ribasso. I 500 euro di bonus per i neo diciottenni rappresentano una piccola rivoluzione: lo Stato incen-tiva il consumo culturale fra i giovani affidando loro un piccolo ma significativo budget». Il ministro conclude il pro-prio intervento scritto lan-ciando una provocazione: «Chi pensava che con la Buo-na Scuola avremmo esaurito

il nostro impegno nei settori di competenza del Miur si sbagliava. La conoscenza è un campo in cui questo Governo sta dimostran-do di voler investire davvero».

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CON UN POST SU FACEBOOK ILLUSTRA LE NOVITÀ IN MATERIA DI SCUOLA

Giannini: la legge di stabilità sblocca le risorse degli enti locali

Stefania Giannini

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37Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 DA Z I E N DA S C U O L ALo ha ribadito la Cassazione sanzionando il docente che ripete spesso la frase agli allievi

La bocciatura non va minacciataLa condotta integra il reato di abuso di mezzi di correzione

DI GIUSEPPE MANTICA

Dire «Io ti boccio», è reato. Tre gradi di giudizio hanno ri-conosciuto che la

frase ripetutamente detta in tono deciso e minaccioso nei confronti di uno studen-te integra gli estremi del reato di abuso di mezzi di correzione.

La Corte di Cassazione lo ha confermato con la sentenza n. 47543/15 de-positata il primo dicembre scorso.

Nonostante si tratti di una condizione irrealizzabile da parte di un singolo docente, poiché la decisione sull’esito scolastico è assunta sempre da un organo collegiale, la minaccia, soprattutto nei confronti di alunni (per di più adolescenti) ha certa-mente un effetto psichico rilevante ed ingiusto su chi la subisce.

Per circa tre anni un do-cente di scuola media per poter ottenere l’attenzione e l’ordine in classe era soli-to ricorrere all’intimazione della bocciatura nei con-fronti degli alunni più viva-ci, in tal modo peraltro in-timidendo sia gli stessi che i più sensibili con possibili danni alla salute psichica.

La Corte di Cassazione ha ritenuto corretta la con-figurazione dell’art. 571 del codice penale che condanna con la reclusione fino a sei mesi chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di per-sone sottoposta alla sua au-torità, o a lui affidata per ragioni di educazione ed istruzione.

I giudici di Piazza Cavour hanno modo così di censura-re il comportamento dell’in-segnante che umilii, svaluti, denigri o violenti psicologi-camente un alunno causan-dogli pericoli per la salute, atteso che, in ambito sco-lastico, il potere educativo o disciplinare deve sempre essere esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla gravità del comporta-mento deviante del mino-re, senza superare i limiti previsti dall’ordinamento o consistere in trattamenti afflittivi dell’altrui perso-nalità.

Altro aspetto di partico-lare rilievo è stato il fatto che l’insegnante, in un pri-mo tempo, avesse preteso ed ottenuto dagli alunni, sotto altre intimidazioni e minacce, una lettera di ri-trattazione della originaria denuncia presentata dagli stessi al preside; lettera tut-tavia poi riemersa e valuta-ta non per i suoi contenuti, ma per i modi con i quali era stata forzatamente prodot-

ta. Riproducendosi, quin-di, un quadro chiarissimo di violenza privata, di cui all’art. 610 del codice pena-le, che andava completare la condanna dell’insegnate.

Ulteriore elemento, non ravvisato come reato ma ido-neo a rappresentare il clima di tensione e di sudditanza creato dal docente, è stato quello di aver fatto svolge-

re alla classe un tema che aveva per oggetto il preteso comportamento scorretto nei confronti degli alunni e messo in atto da altri inse-gnanti; situazione seppur non individuante reato ma certamente significativa delle difficoltà relazionali dell’insegnante anche con il corpo docente.

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DI LUICIANO DAFFARRA*

Un gruppo di studenti rea-lizza un video che raccon-ta le fasi dell’intervento di restauro di un importante

monumento di una città italiana. Un gruppomultinazionale della stessa Regione sponsorizza il restyling dell’opera, la produzione del Dvd e la ricostruzione storica e documen-tale che lo accompagna.

È solo un esempio di quello che accade in alcune realtà (nel nostro caso un liceo artistico) del nord-est del nostro paese e di come, nell’era digitale, si possano utilizzare la grande creatività e la capacità tec-nica e manuale degli studenti e dei professori, per dare vita a un’allean-zaproduttiva fra scuola e aziende, al fine collettivo di promuovere e tute-lare il patrimonio culturale.

Da questa riflessione, sorta anche dalla conoscenza di un altro percorso ormai consolidato di collaborazione fra scuola e sponsor (il Dade College di Miami, la più grande Università statunitense, che offre spazi e oppor-tunità di product placement in seno alla propria struttura alle aziende interessate ai temi di alcuni corsi scolastici, come ad esempio, quello del «Culinary Institute»), si possono muovere ulteriori, utili, osservazio-ni.

Un aspetto di centrale importan-

za, che andrebbe puntualmente di-sciplinato con logica moderna, nei casi di collaborazione creativa fra scuola e mondo imprenditoriale, è quello che concerne la proprietà materiale e l’attribuzione della pa-ternità sulle opere realizzate negli Istituti scolastici.

Facciamo un’ipotesi: il disegno di una «busta primo giorno di emissio-ne» per un francobollo commemora-tivo, realizzato dalla scuola per con-to di un ente terzo,attraverso l’opera creativa di uno o più studenti, cui può avere in parte contribuito anche un docente o un gruppo di docenti. A chi spetteranno quindi i proven-ti e a chi compete il diritto morale d’autore del disegno che è stato ce-duto a terzi per la pubblicazione e lo sfruttamento?

Seppure nel caso di specie non sia difficile individuare nella scuola il beneficiario dell’eventuale ricavo derivante dal progetto e nei co-au-tori dell’opera collettiva i soggetti cui debba essere attribuita la pater-nità dell’opera realizzata, l’artefatto è un’opera composta risultato di con-tributi separati e distinti, non sem-pre di uguale valenza, non sempre frutto dello sforzo lavorativo concre-tato in seno alla scuola, talvolta re-alizzato con l’impiego di materiali e attrezzature a disposizione dell’isti-tuto scolastico, talora, attraverso l’impiego diretto degli strumenti

personali dei docenti stessi. In questi casi, come regolare gli

aspetti economici e morali delle pre-stazioni?

Risposte in tal senso possono esse-re tratte dalla interpretazione ana-logica od estensiva delle disposizioni del Codice per la proprietà indu-striale (Artt. 64 e 65) e dalla norme della legge sul diritto d’autore. Tali disposizioni, va subito detto, non sembrano essere in grado comun-que di disciplinare e risolvere tutte le variegate ipotesi che si possono di volta in volta configurare e che rientrano nel novero delle creazioni scolastiche.

In questa prospettiva, oltre a por-re mano ad una più articolata e com-pleta regolamentazione, pare dun-que sia giunto il tempo di intrecciare meglio, attraverso dei disciplinari adatti alle diverse realtà didattiche, gli sforzi di coloro i quali vogliono rendere la scuola uno strumento educativo e, allo stesso tempo, in-tegrato con la società e non avulso dal mondo del lavoro, in qualunque settore esso si esprima.

Un’alleanza che riconosce l’equi-pollenza del valore formativo delle competenze acquisite in contesti aziendali con l’applicazione di quelle specifiche dei diversi corsi di stu-dio.

* Studio legale C-Lex© Riproduzione riservata

DIBATTITO/VA RIVISTA LA NORMATIVA SULLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Alleanza scuola-imprese, il diritto d’autore può diventare il motore del progresso

DI MICHELA DEI

I ragazzi delle scuole primarie di tutta Italia imparano ad idratarsi grazie al progetto didattico «Hydration@scho-ol» promosso dalla fondazione italiana per l’educazione alimentare e volto a sensibilizzare studenti, insegnanti e famiglie sull’importanza di una corretta e sana idrata-zione verso abitudini sane e stili di vita improntati al be-nessere. Il progetto, giunto alla seconda edizione, intende raggiungere tale obiettivo attraverso l’utilizzo di strumenti educativi pensati per il mondo della scuola. Fulcro del per-corso educativo è il sito web http://www.hydrationatscho-ol.it/, al cui interno sarà possibile scaricare una guida sull’idratazione per insegnanti e alunni, ricca di contenuti educativi ed attività didattiche, che permetteranno agli studenti di conoscere i corretti comportamenti da attuare per garantire al proprio corpo una sana idratazione. Gli alunni seguiranno due percorsi differenti suddivisi per fasce di età: «Siamo fatti d’acqua» per il primo ciclo della scuola primaria dai 6 ai 7 anni e «Corretta Idrata-zione» per il secondo ciclo dagli 8 agli 11. All’interno del sito sarà inoltre disponibile un kit didattico cartaceo, che contiene al suo interno, oltre una lettera di presentazio-ne dell’iniziativa, una guida che supporterà il docente nell’organizzazione del lavoro in classe e materiale de-stinato agli alunni e alle loro famiglie, con all’interno attività, informazioni e giochi ed un poster infografico da appendere in classe.

Info: http://www.hydrationatschool.it/

SCUOLA & AUTONOMIA

L’importanza di idratarsi inizia già da piccoli

La Corte di cassazione

098105098108105111103114

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Page 32:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

38 Martedì 29 Dicembre 2015

Volumi bassi e pochi spunti. Milano -0,41%. Euro stabile a 1,0971 $

Borse, vincono le venditeContinuano a scendere i prezzi del petrolio

Le borse europee hanno archiviato la giornata in territorio negativo, con volumi molto bassi

e in assenza di dati macroeco-nomici rilevanti. I listini sono stati penalizzati dal ribasso di Shanghai (-2,6%) e dal nuovo calo del prezzo del petrolio: a Londra il Brent lasciava circa un dollaro a 36,87 dollari e a New York il Wti cedeva 1,30 dollari a 36,82.

A Milano il Ftse Mib ha ce-duto lo 0,41% a 21.369 punti e l’All Share lo 0,27% a 23.149. In Europa hanno prevalso le vendite a Madrid (-1,35%), Parigi (-0,97%) e Francoforte (-0,69%), mentre Londra era chiusa per festività. A New York il Dow Jones viaggiava in calo dello 0,27% e il Nasdaq dello 0,38%. Lo spread fra Btp decennali e Bund tedeschi è terminato poco mosso a 104.

A piazza Affari in luce B.P. Milano (+1,71%): a detta di un gestore, il focus resta sempre sul processo di consolidamen-to atteso per il prossimo anno. Tra i bancari in rialzo anche B. Mps (+0,4%). In ordine sparso gli altri istituti: B. Popolare +0,23%, Mediobanca +0,06%, Ubi B. -0,08%, B.P.E. Roma-gna -0,14%, Intesa Sanpaolo -0,52%, Unicredit -0,78%.

Acquisti su Telecom Italia (+0,51% a 1,174 euro): Equita sim ha lasciato la raccoman-dazione invariata a buy e il prezzo obiettivo a 1,33 euro. In lieve calo Fca (-0,15% a 13 euro): sempre Equita ha con-fermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 17,2 euro, ricordando che Exor e Piero Ferrari hanno firmato

un patto parasociale relativo alle rispettive partecipazioni in Ferrari. Su Campari (-0,63% a 7,86 euro) Raymond James ha alzato il prezzo obiettivo da 6 a 7 euro, confermando il rating underperform.

Vendite su Enel G.P. (-0,8% a

1,871 euro): Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomanda-zione hold, mentre ha abbas-sato il target price da 2,09 a 1,99 euro per considerare il progetto di integrazione di in Enel. In generale, la casa d’af-fari resta positiva sul settore

delle rinnovabili confermando il rating buy su Erg (+1,13% a 12,55 euro), Falck R. (+0,73% a 1,11 euro) e Alerion (+0,43% a 2,35 euro). Negativa Prysmian (-1,15% a 19,79 euro), che si è comunque aggiudicata un nuo-vo contratto da 50 milioni per un sistema in cavo interrato ad alta tensione in Bahrein.

Nel resto del listino, su di giri Ascopiave (+2,52% a 2,198 euro): secondo indi-screzioni di stampa, la so-cietà vuole ricavare il 60% dell’ebitda dalle attività re-golate, acquistare il gas an-che dall’estero per ridurre i costi e sfruttare l’m&a per rilevare nuovi utenti. Dena-ro anche su Ovs (+0,97% a 6,275 euro). In gran spolvero Pininfarina (+14,87% a 3,446 euro) e Trevi Fin. (+11,08%). Nei cambi, euro poco mosso a 1,0971 dollari, dopo avere oscil-lato tra un minimo di 1,0948 e un massimo di 1,0992. Euro-yen a 131,96.

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Seduta in gran spolvero a piazza Affari per Zucchi, che ha chiuso con un balzo del 15,06% a 0,0443 euro dopo l’accordo raggiunto il 23 dicembre sulla ristrut-turazione del debito con le banche fi nanziatrici. Ieri la società ha depositato la richiesta di omologazione, da parte del tribunale di Busto Arsizio, dell’accor-do di ristrutturazione del debito bancario e degli altri accordi raggiunti con alcuni fornitori per il congelamento del relati-vo debito pari a circa 3,5 milioni. Alla ristruttura-zione del debito bancario ha aderito il pool di ban-che creditrici composto da Unicredit, Intesa Sanpa-olo, Popolare di Milano, Popolare di Bergamo, Bnl, Astrance Capital, Gb Hol-ding e Gianluigi Buffon, socio di maggioranza di Zucchi con il 56,262%.

Inoltre la soc ietà , adempiendo agli obblighi contrattuali dell’aprile 2014 nei confronti di Gem Global Yield Fund, ha emesso tre certifi cati per l’assegnazione gratuita a Gem di 46 milioni di war-rant, che danno la facoltà di sottoscrivere 46 mln di azioni Vincenzo Zucchi di nuova emissione. In particolare, 23 milioni di warrant consentiranno di sottoscrivere, entro cin-que anni, azioni di nuova emissione al prezzo di 0,20 euro per azione.

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INTESA DEBITO

Il titolo Zucchi a +15%

Segnali positivi per le nuove erogazioni di prestiti bancari arrivano dall’Abi. Sulla base di un campione rappresentativo di banche che rappresentano oltre l’80% del mercato, nei primi 11 mesi dell’anno le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie han-no registrato un balzo annuo del 97,4% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’ammontare del-le erogazioni è stato pari a 44,34 miliardi rispetto ai 22,465 mld precedenti. L’incidenza delle surroghe

sul totale è stata del 32%. I mutui a tasso variabile hanno rappre-

sentato il 43,7% delle nuove erogazioni. Negli ultimi mesi sono risultati in forte crescita i mutui a tasso fi sso, che in no-vembre hanno raggiunto quasi il 65% del-le nuove erogazioni.

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I mutui casa raddoppiano a 44,3 mld

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,022 27,033 -0,0110 24,6506

Corona Danese 7,4631 7,4617 0,0014 6,8082

Corona Norvegese 9,538 9,527 0,0110 8,7010

Corona Svedese 9,1863 9,209 -0,0227 8,3801

Dollaro Australiano 1,5089 1,5115 -0,0026 1,3765

Dollaro Canadese 1,5207 1,5176 0,0031 1,3872

Dollaro N Zelanda 1,6019 1,6117 -0,0098 1,4613

Dollaro USA 1,0962 1,0916 0,0046 -

Fiorino Ungherese 314,13 314,85 -0,7200 286,5627

Franco Svizzero 1,0838 1,0812 0,0026 0,9887

Rand Sudafricano 16,7163 16,661 0,0553 15,2493

Sterlina GB 0,73535 0,733 0,0024 0,6708

Yen Giapponese 132,05 131,92 0,1300 120,4616

Zloty Polacco 4,2455 4,2469 -0,0014 3,8729

Tasso uffi ciale di riferimento 0,05 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 1,06 1,04 0,03

Tasso Infl azione ITA 0,10 0,30 -0,20

Tasso Infl azione EU 0,10 0,00 0,10

Indice HICP EU-12 120,20 120,70 -0,50

HICP area EURO ex tobacco 117,22 117,40 -0,18

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,84 0,57 0,27

Tasso di disoccupazione ITA 10,57 12,18 -1,61

1 sett -0,185

1 mese -0,224

2 mesi -0,231

3 mesi -0,238

4 mesi -0,246

5 mesi -0,253

6 mesi -0,258

7 mesi -0,262

8 mesi -0,266

9 mesi -0,269

10 mesi -0,271

12 mesi -0,274

Preziosi ($ per oncia)Oro 1069,68 1069,86Argento 13,91 13,93Palladio 550 554Platino 878,6 882Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1533 1532Rame 4692 4691Piombo 1745 1744Nickel 8650 8640

Stagno 14560 14555Zinco 1549 1548Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c) 223,22 253,28Sterlina (n.c) 225,03 265,05Sterlina (post 74) 225,03 265,05Marengo Italiano 178,75 201,41Marengo Svizzero 175,65 201,06Marengo Francese 175,48 198,38Marengo Belga 175,48 198,38

EuriborEuriborScadenza

1 Sett. -0,228

2 Sett. -0,224

1 M -0,201

2 M -0,162

3 M -0,131

6 M -0,040

9 M 0,004

12 M 0,060

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP -0,026

3Yr BTP 0,105

5Yr BTP 0,503

10Yr BTP 1,610

30Yr BTP 2,667

dati macroUltima Prece- Variaz.

rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A.Scadenza Scadenza

TA S S I E VA L U T EIrs

Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

1 anno -0,073 -0,033

2 anni -0,047 -0,007

3 anni 0,039 0,079

4 anni 0,160 0,200

5 anni 0,295 0,335

6 anni 0,428 0,468

7 anni 0,559 0,599

8 anni 0,688 0,728

9 anni 0,809 0,849

10 anni 0,916 0,956

12 anni 1,103 1,143

15 anni 1,301 1,341

20 anni 1,465 1,505

25 anni 1,499 1,539

30 anni 1,502 1,542

Fonte: EMMI Valori al 23/12/2015

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Page 33:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

39Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 MERCATI E FINANZAIl portafoglio di crediti in sofferenza va a Epicuro (Deutsche Bank)

Mps cede ancora 1 mldIl titolo vola a +2,5%, poi chiude a +0,4%

Il Montepaschi Siena ha sottoscritto un contratto di cessione pro soluto e in blocco di un portafoglio di

crediti in sofferenza a Epicuro Spv srl, veicolo di cartolarizza-zione finanziato da società ri-conducibili a Deutsche Bank. Il portafoglio è composto da circa 18 mila posizioni per un valore contabile lordo di circa 1 miliardo di euro (circa 1,7 mi-liardi includendo gli interessi di mora maturati e/o altri ad-debiti che vengono ceduti insie-me al capitale). I crediti sono prevalentemente unsecured, relativi a controparti corporate e in gran parte entrati in soffe-renza prima del 2009.

L’operazione, ha precisato l’istituto guidato dall’a.d. Fa-brizio Viola, è coerente con il piano Industriale 2015-2018 che include un programma plu-riennale strutturato di cessio-ne per complessivi 5,5 miliardi di crediti in sofferenza, di cui circa 2 miliardi già nel 2015. Il portafoglio di 1 miliardo di euro si aggiunge alla cessione di un analogo ammontare re-alizzata in giugno.

La nuova cessione, in linea con la strategia di migliora-mento dei tassi di recupero delle sofferenze e di cura delle inadempienze proba-bili, consentirà inoltre una maggiore focalizzazione della gestione sulle esposizioni di importo più rilevante e con minore anzianità. L’impatto della vendita sul conto eco-nomico e sui ratio patrimo-niali di Mps non è comunque significativo. L’operazione, che sarà perfezionata entro fi ne anno, è stata avviata nel quarto trimestre e ha evi-denziato un forte interesse

da parte degli investitori del settore.

In borsa il titolo Mps ha re-agito favorevolmente all’ini-ziativa arrivando a guada-gnare più del 2,5%, per poi terminare a fi ne seduta con un progresso dello 0,40%

a 1,252 euro. A detta di un esperto di una primaria casa d’affari straniera, si tratta di una «operazione attesa, in li-nea con il piano di dismissio-ni di non performing loan per 5,5 miliardi in tre anni».

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Banca Sella ha assistito Tundo Vincenzo, impresa leccese specializzata nella fornitura di servizi di tra-sporto, nell’emissione di un minibond da 2,8 milioni. L’operazione è fi nalizzata a sostenere i progetti di cre-scita della società. Il prestito ha un tasso d’interesse fi sso del 7% e una durata com-plessiva di sette anni, con scadenza fissata il 30 no-vembre 2022. Il minibond è quotato sul mercato Ex-traMot Pro, il segmento di piazza Affari riservato agli investitori professionali.

In questa operazione, la prima di Banca Sella nel campo dei minibond, l’isti-tuto ha rivestito il ruolo di arranger collocando il prestito obbligazionario e affiancando Tundo Vin-cenzo nella relazione con l’advisor, Sella Corporate Finance, per la strutturazio-ne dell’operazione e la cura di tutti gli aspetti tecnico-organizzativi.

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CON B. SELLA

Tundo V. Minibond da 2,8 mln

ASMN-IRCCS – AZIENDA OSPEDALIERA di REGGIO EMILIA - SERVIZIO APPALTI

Viale UMBERTO I, 50 – 42123 REGGIO EMILIA Tel. 0522/296800 – Fax 0522/296848

www.asmn.re.it

L’intestata Azienda ai sensi del D.Lgs.163/06 rende noto che la procedura aperta per la fornitura di la fornitura sistemi per videoendoscopia e noleggio di sistema informatico e allestimento nuove sale con sistema gestione immagini composta da n.2 lotti è stata aggiudicata con atto N°1616 del 15/12/15 alle ditte e per i singoli importi indicati nell’avviso integrale trasmesso alla GURI e all’UPUCE in data 15/12/15 disponibile sul sito internet: www.asmn.re.it. Per informazioni rivolgersi ai riferimenti telefonici e di fax di cui sopra.

Il Direttore del Servizio Appalti Dr. Alessandro Bertinelli

COMUNE DI SASSARI

PROCEDURA APERTA

APPALTO PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI

MANUTENZIONE E RIPARAZIONE ORDINARIA E

STRAORDINARIA DEI MEZZI CHE COMPONGONO

IL PARCO AUTO COMUNALE - CIG 64447865A6.

Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente

più vantaggiosa. Importo presunto triennale a b.a €

319.672,13; importo presunto annuo € 106.557,38.

Presentazione offerte entro le ore 12,00 del

02.02.2016. Invio alla GUE: 16/12/2015

Modalità e requisiti di partecipazione: indicati

nel Bando pubblicato all’Albo Pretorio e sul sito

dell’Ente: http://www.comune.sassari.it

IL DIRIGENTE

Dott. Davide Zolezzi

COMUNE DI MODENASettore Lavori Pubblici Patrimonio e

Manutenzione Urbana

ESTRATTO AVVISODI PROCEDURA APERTA

Il Comune di Modena indice per il giorno 15 febbraio 2016 alle ore 9.30 una procedura aperta per i “Lavori di restauro dell’Ex Centrale AEM, sita in Modena, Viale Buon Pastore n. 43, 51, 57, 59, finalizzati alla realizzazione di laboratori aperti” - C.I.G. 6511136766 – C.U.P. D92C15000160006Importo a base d'asta: Euro 2.016.890,27, oltre ad oneri I.V.A.I soggetti interessati dovranno fare pervenire il plico contenente l'offerta e i documenti richiesti dal bando di gara entro il giorno 12 febbraio 2016 alle ore 13.00 all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Modena, Via Scudari n. 20 – 41121 Modena.Copia integrale del bando di gara contenente i requisiti e le prescrizioni per essere ammessi e per partecipare alla gara è disponibile sul sito internet www.comune.modena.it/il-comune/bandiData di pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: 28/12/2015.

Il Responsabile del ProcedimentoIng. Nabil El Ahmadiè

BANDO DI GARA – I.R.C.C.S. BURLO GAROFOLO DI TRIESTE -

CIG 6334486735 – CUP C96E12000980002

1. Oggetto dell’appalto: Procedura aperta per l’affidamento dei lavori di “Messa in sicurezza antincendio Edificio Ospedale” – Durata dell’appalto: 360 giorni. Importo a base di gara: Euro 1.044.476,23 per lavori - oneri di sicurezza non soggetti a ribasso Euro 89.900,00. Categorie di lavori: categoria prevalente OG1 Euro 415.263,60 (incidenza 39,76%) – categorie scorporabili a qualificazione obbligatoria: OS4 Euro 188.694,23 (incidenza 18,07%) – OS3 Euro 286.852,72 (incidenza 27,46%) – O30 Euro 153.665,68 (incidenza 14,71%).

2. Criterio di aggiudicazione: Criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ricezione offerte: ore 12.00 del giorno 29/02/2016.

3. Documentazione di gara disponibile sul sito: http://www.burlo.trieste.it alla sezione Amministrazione trasparente – Bandi di gara e contratti – Procedura CIG 6334486735 - Antincendio.

4. Informazioni relative alla procedura di gara: Servizio Tecnico Edile Impiantistico – Tel. 040 3785326 – Fax 040 762147 – e-mail: [email protected] – indirizzo PEC [email protected] – indirizzo internet: www.burlo.trieste.it

5. Data di trasmissione avviso alla GURI: 16.12.2015.

f.to Il Responsabile del procedimento Dott.ing. Massimiliano LIBERALE

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti – Servizio appalti – Ufficio gare

ESTRATTO DI BANDO DI GARA

Si rende noto che il Servizio Appalti dell’Agenzia provinciale per gli Appalti e Contratti ha indetto una procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/2006 sopra soglia comunitaria per l’affidamento del servizio di “Manutenzione, sviluppo e assistenza del sistema informatico delle attività a cofinanziamento del Fondo sociale europeo” a supporto tecnico dell’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo della Provincia autonoma di Trento e del servizio di “Manutenzione, sviluppo e assistenza del sistema informatico dell’Agenzia del lavoro” a supporto tecnico dell’Agenzia del lavoro della Provincia autonoma di Trento - Codice CIG: 6295713AB6Importo stimato a base dell’appalto: Euro 4.808.743,17 = al netto degli oneri fiscali per la durata di 36 mesi con possibilità di rinnovo per ulteriori 24 mesi.L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006.Le ditte interessate possono presentare l’offerta al Servizio Appalti Via Dogana, n. 8 – 38122 Trento. Bando, Capitolato Tecnico – amministrativo d’Appalto e modelli per la partecipazione alla gara possono essere ritirati all’indirizzo di cui sopra e scaricati dal sito www.appalti.provincia.tn.it.Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 12.00 del 9 febbraio 2016.La prima seduta di gara è fissata per il giorno 11 febbraio 2016, ad ore 9.00 presso la Sala Aste, sita in via Dogana, n. 8 a Trento.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

SISTEMA INFORMATIVO DEI SERVIZI TRASFUSIONALIEnte Appaltante: Intercent-ER - Via dei Mille, 21 40121 Bologna – tel. 051.5273082 - fax 051.5273084 - e-mail: [email protected] – PEC [email protected] - internet: intercenter.regione.emilia-romagna.itOggetto: procedura aperta per l’acquisizione di una piattaforma per la gestione del sistema informativo dei servizi trasfusionali delle Aziende della Regione Emilia-Romagna.Importo complessivo: Euro 5.600.000,00 IVA esclusa.Termine presentazione offerte: entro le ore 12.00 del 15/02/2016.Il bando integrale è disponibile sul sito internet dell’Ente Appaltante alla sezione “Bandi e Avvisi”, è stato inviato a GUCE il 16/12/2015 ed è pubblicato su GURI n. 152 del 28/12/2015.

Il Direttore di Intercent-ER: (Dott.ssa Alessandra Boni)

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Avvisi di Pubblicità legale su

Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,

Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto

Adige, Emilia Romagna, Toscana

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Tel. 02/58219511-516 Fax 02/58305643

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tel 06/69760854 Fax 06/6781314

Abruzzo, Molise, Campania,

Basilicata, Puglia

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tel 081/5603291 fax 081/5603708

Calabria e Sicilia

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tel 091/6230511 fax 091/6230524

www.italiaoggi.it

Ubi banca ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali, che prevede l’uscita su base volontaria di circa 410 dipendenti a livello di gruppo, con accesso al Fondo di sostegno al reddito. L’intesa riguarda innanzitutto le 339 domande di adesione al precedente piano, attuato con l’ac-cordo quadro del 2014, risultate in eccedenza rispetto alle 500 accolte, che cesseranno dal servizio il 31 gennaio 2016. Per le ulteriori 70 posizioni, che potranno aderire sempre su base volontaria, è prevista la cessazione dal servizio entro il 31 marzo 2016, dando precedenza alle persone in grave stato di salute. La verifi ca della sussistenza di tali domande verrà effettuata in febbraio.

L’istituto procederà, nel biennio 2016-2017, all’inserimento di 130 risorse, sia mediante nuovi ingressi sia stabilizzando i rapporti di lavoro temporaneo. L’accoglimento delle circa 410 domande di esodo consentirà un risparmio a regime di circa 31 milioni lordi annui. Gli oneri una tantum relativi, da contabilizzarsi interamente nel quarto trimestre dell’eserci-zio in corso, sono stimati in circa 95 milioni lordi.

© Riproduzione riservata

Ubi, intesa sugli esuberiFabrizio

Viola

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Page 34:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

40 Martedì 29 Dicembre 2015 MERCATI E FINANZA

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POLAR CAPITAL FUNDS

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Global Technology EUR 24,00 23/12/2015 GBP 17,5600 23/12/2015 USD 26,1100 23/12/2015

Healthcare Opportunities EUR 24,21 23/12/2015 GBP 17,7100 23/12/2015 USD 26,3300 23/12/2015

Polar Japan Fund USD 21,65 24/12/2015 GBP 14,5500 24/12/2015 JPY 2606,0100 24/12/2015

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,336

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,228

Alico Monet. Protetto 22/12/15 1,107

Alico P.P. Eur 2015 22/12/15 0,970

Alico P.P. Eur 2016 22/12/15 0,992

Alico P.P. Eur 2017 22/12/15 1,026

Alico P.P. Eur 2018 22/12/15 1,067

Alico P.P. Eur 2019 22/12/15 1,104

Alico P.P. Eur 2020 22/12/15 1,122

Alico P.P. Eur 2021 22/12/15 1,163

Alico P.P. Eur 2022 22/12/15 1,167

Alico P.P. Eur 2023 22/12/15 1,203

Alico P.P. Eur 2024 22/12/15 1,143

Alico P.P. Eur 2025 22/12/15 1,160

Alico P.P. Eur 2026 22/12/15 1,398

Alico P.P. Eur 2027 22/12/15 1,193

Alico P.P. Eur 2028 22/12/15 1,078

Alico P.P. Eur 2029 22/12/15 1,219

Alico P.P. Eur 2030 22/12/15 1,224

Alico P.P. Eur 2031 22/12/15 1,280

Alico P.P. Eur 2032 22/12/15 1,205

Alico P.P. Usa 2015 22/12/15 1,021

Alico P.P. Usa 2016 22/12/15 1,063

Alico P.P. Usa 2017 22/12/15 1,081

Alico P.P. Usa 2018 22/12/15 1,141

Alico P.P. Usa 2019 22/12/15 1,190

Alico P.P. Usa 2020 22/12/15 1,204

Alico P.P. Usa 2021 22/12/15 1,279

Alico P.P. Usa 2022 22/12/15 1,248

Alico P.P. Usa 2023 22/12/15 1,292

Alico P.P. Usa 2024 22/12/15 1,188

Alico P.P. Usa 2025 22/12/15 1,269

Alico P.P. Usa 2026 22/12/15 1,528

Alico P.P. Usa 2027 22/12/15 1,265

Alico P.P. Usa 2028 22/12/15 1,187

Alico P.P. Usa 2029 22/12/15 1,128

Alico P.P. Usa 2030 22/12/15 1,326

Alico P.P. Usa 2031 22/12/15 1,404

Alico P.P. Usa 2032 22/12/15 1,330

Alico P.P. Global 2015 22/12/15 0,968

Alico P.P. Global 2016 22/12/15 1,000

Alico P.P. Global 2017 22/12/15 0,963

Alico P.P. Global 2018 22/12/15 1,083

Alico P.P. Global 2019 22/12/15 1,177

Alico P.P. Global 2020 22/12/15 1,140

Alico P.P. Global 2021 22/12/15 1,185

Alico P.P. Global 2022 22/12/15 1,157

Alico P.P. Global 2023 22/12/15 1,207

Alico P.P. Global 2024 22/12/15 1,154

Alico P.P. Global 2025 22/12/15 1,198

Alico P.P. Global 2026 22/12/15 1,442

Alico P.P. Global 2027 22/12/15 1,166

Alico P.P. Global 2028 22/12/15 1,081

Alico P.P. Global 2029 22/12/15 1,239

Alico P.P. Global 2030 22/12/15 1,203

Alico P.P. Global 2031 22/12/15 1,297

Alico P.P. Global 2032 22/12/15 1,212

Alico Prot.Trim. Eur 22/12/15 1,083

Alico Prot.Trim. Usa 22/12/15 1,089

Alico Gest.Bilanc.Glob 22/12/15 1,402

Alico Gest.Azion.Glob 22/12/15 1,460

Alico Gest.Bilanc.Eur 22/12/15 1,395

Alico Gest.Azion. Eur 22/12/15 1,419

Alico Aper.Indiciz.Eur 22/12/15 1,038

Alico Aper.Indiciz.Usa 22/12/15 1,683

Alico Aper.Indiciz.Glo 22/12/15 1,353

Alico Aper.Indiciz.Ita 22/12/15 0,873

Alico Liquidita’ 22/12/15 1,060

Alico R. Prudente 22/12/15 1,235

Alico R. Crescita 22/12/15 1,165

Alico R. Multi Comm. 22/12/15 0,378

Alico Multi Comm. 22/12/15 0,397

Alico R. Peak Usa 2015 22/12/15 1,002

Alico R. Peak Usa 2020 22/12/15 1,152

Alico R. Peak Usa 2025 22/12/15 1,253

Alico R. Peak Usa 2030 22/12/15 1,279

Alico R. Peak Usa 2035 22/12/15 1,292

Alico R. Peak Eur 2015 22/12/15 1,039

Alico R. Peak Eur 2020 22/12/15 1,180

Alico R. Peak Eur 2025 22/12/15 1,269

Alico R. Peak Eur 2030 22/12/15 1,338

Alico R. Peak Eur 2035 22/12/15 1,279

Alico R. Peak Asia 2015 22/12/15 1,087

Alico R. Peak Asia 2020 22/12/15 1,272

Alico R. Peak Asia 2025 22/12/15 1,420

Alico R. Peak Asia 2030 22/12/15 1,506

Alico R. Peak Asia 2035 22/12/15 1,499

Alico Sec. Acc. 2016 22/12/15 1,053

Alico Sec. Acc. 2017 22/12/15 1,069

Alico P.P. Asia 2015 22/12/15 1,121

Alico P.P. Asia 2020 22/12/15 1,293

Alico P.P. Asia 2025 22/12/15 1,412

Alico P.P. Asia 2030 22/12/15 1,437

Alico P.P. Asia 2035 22/12/15 1,500

Alico Long Investment 22/12/15 0,779

Alico Agriculture 22/12/15 0,414

Alico Metals 22/12/15 0,372

22/12/15

Il resto,scopritelo da voi.

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UNIDESIO 760078 11,6290 18/12/2015

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UNIDESIO 760082 11,7450 18/12/2015

UNIDESIO 760085 10,793 18/12/2015

UNIDESIO 760088 12,3970 18/12/2015

UNIDESIO 760091 12,5380 18/12/2015

UNIDESIO 760095 10,561 18/12/2015

UNIDESIO 760096 11,1440 18/12/2015

UNIDESIO 760098 12,396 18/12/2015

UNIDESIO 760099 11,7400 18/12/2015

UNIDESIO 760102 11,245 18/12/2015

UNIDESIO 760104 11,1580 18/12/2015

UNIDESIO 760105 10,6980 18/12/2015

UNIDESIO 760106 12,0830 18/12/2015

UNIDESIO 760109 11,6000 18/12/2015

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,843 18/12/2015

AZZOAGLIO DINAMICO 5,764 18/12/2015

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,925 18/12/2015

UNIDESIO PRUDENTE 11,592 18/12/2015

UNIDESIO MODERATO 11,967 18/12/2015

UNIDESIO ATTIVO 12,408 18/12/2015

UNIDESIO VIVACE 12,436 18/12/2015

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,741 18/12/2015

AZIONARIO EURO 9,510 18/12/2015

AZIONARIO GLOBALE 12,338 18/12/2015

BILANCIATO 12,017 18/12/2015

CONSERVATIVE 10,347 18/12/2015

DUAL INDEX - 2012 104,047 23/12/2015

DUAL INDEX - 2013 100,432 23/12/2015

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 105,180 23/12/2015

INDEX EuroCrescita 2014 97,407 23/12/2015

INDEX TOP DIVIDEND 2013 107,152 23/12/2015

EUROSTOXX 50 - 2012 109,451 23/12/2015

PREVIMISURATO 13,745 17/12/2015

PREVIBRIOSO 13,950 17/12/2015

PREVIDINAMICO 14,313 17/12/2015

LINEA 1 12,178 30/11/2015

LINEA 1 - FASCIA A 12,631 30/11/2015

LINEA 1 - FASCIA B 12,634 30/11/2015

LINEA 2 13,436 30/11/2015

LINEA 2 - FASCIA A 13,748 30/11/2015

LINEA 2 - FASCIA B 13,892 30/11/2015

LINEA 3 13,599 30/11/2015

LINEA 3 - FASCIA A 13,822 30/11/2015

LINEA 3 - FASCIA B 14,912 30/11/2015

UNIDESIO 760125 12,229 18/12/2015

UNIDESIO 760129 12,122 18/12/2015

UNIDESIO 760130 10,8470 18/12/2015

UNIDESIO 760139 11,921 18/12/2015

UNIDESIO 760140 11,9420 18/12/2015

UNIDESIO 760147 12,0470 18/12/2015

UNIDESIO 760149 11,9700 18/12/2015

UNIDESIO 760150 11,937 18/12/2015

UNIDESIO 760156 10,303 18/12/2015

UNIDESIO 760157 12,5810 18/12/2015

UNIDESIO 760159 12,0550 18/12/2015

UNIDESIO 760160 11,728 18/12/2015

UNIDESIO 760163 10,0680 18/12/2015

UNIDESIO 760169 13,093 18/12/2015

UNIDESIO 760170 11,958 18/12/2015

UNIDESIO 760174 12,2200 18/12/2015

UNIDESIO 760179 11,785 18/12/2015

UNIDESIO 760180 11,9640 18/12/2015

UNIDESIO 760182 8,3390 04/12/2015

UNIDESIO 760183 11,395 18/12/2015

UNIDESIO 760185 11,3590 18/12/2015

UNIDESIO 760186 11,3270 18/12/2015

UNIDESIO 760187 11,8480 18/12/2015

UNIDESIO 760189 11,9240 18/12/2015

UNIDESIO 760191 10,449 18/12/2015

UNIDESIO 760192 11,7930 18/12/2015

UNIDESIO 760193 12,0590 18/12/2015

UNIDESIO 760198 8,0290 04/12/2015

UNIDESIO 760201 11,426 18/12/2015

UNIDESIO 760202 12,161 18/12/2015

UNIDESIO 760203 13,1470 18/12/2015

UNIDESIO 760205 10,9450 18/12/2015

UNIDESIO 760206 10,8600 18/12/2015

UNIDESIO 760210 12,346 18/12/2015

UNIDESIO 760216 10,988 18/12/2015

UNIDESIO 760229 11,242 18/12/2015

UNIDESIO 760234 10,065 18/12/2015

UNIDESIO 760235 10,033 18/12/2015

UNIDESIO 760243 9,706 18/12/2015

BOND MIX 10,745 18/12/2015

BALANCED 11,808 18/12/2015

GLOBAL EQUITY 14,487 18/12/2015

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,282 18/12/2015

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,085 18/12/2015

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,784 18/12/2015

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 15,338 18/12/2015

OBBIETTIVO 03/2021 9,727 18/12/2015

OBBIETTIVO 05/2021 10,124 18/12/2015

HIGH DIVIDEND 8,652 18/12/2015

MEGATREND 8,392 18/12/2015

HELVETIA EUROCRESCITA 94,054 23/12/2015

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,470 22/12/2015

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,250 22/12/2015

HELVETIA WORLD EQUITY 158,500 22/12/2015

HELVETIA EUROPE BALANCED 214,940 22/12/2015

HELVETIA WORLD BOND 244,220 22/12/2015

HELVETIA GLOBAL BALANCED 174,710 22/12/2015

HELVETIA GLOBAL EQUITY 131,030 22/12/2015

LINEA GARANTITA 12,441 30/11/2015

LINEA BILANCIATO 14,038 30/11/2015

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,405 30/11/2015

LINEA AZIONARIO 10,986 30/11/2015

Obbiettivo 5/2021 10,1240 23/12/2015

HELVETIA QUATTRO.10 97,856 23/12/2015

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 104,657 23/12/2015

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,221 23/12/2015

EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma

Tel. 06 474821

UNIT in EURO DATA PREZZO

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UNIT LINKED

Quality 16/12/2015 7,616Progress 16/12/2015 6,9930Maximum 16/12/2015 5,6530Global Equity 16/12/2015 6,2640Global 100 16/12/2015 5,4760Flex Equity 100 16/12/2015 12,217Opportunità Reddito 16/12/2015 4,963Opportunità Reddito Plus 16/12/2015 4,823Opportunità Crescita 16/12/2015 4,989Opportunità Crescita Plus 16/12/2015 4,834

CNP Alpenbank Aggressive 101,75 18/10/2015

CNP Alpenbank Balanced 95,49 18/10/2015

CNP Alpenbank Balanced 2 100,60 18/10/2015

CNP Alpenbank Dynamic 125,10 18/10/2015

CNP Alpenbank Substance 108,78 18/10/2015

CNP CIIS Aggressivo 93,67 18/10/2015

CNP CIIS Dinamico 94,67 18/10/2015

CNP CIIS Equilibrato 94,31 18/10/2015

CNP CIIS Moderato 96,42 18/10/2015

CNP CIIS Prudente 98,46 18/10/2015

CNP CIIS Total Return 97,81 18/10/2015

CNP CIIS Essential -

CNP CIIS Advanced -

CNP Crescita 94,82 18/10/2015

CNP Equilibrato -

CNP Fondo Interno Certius IV 87,08 18/10/2015

CNP Fondo Interno Certius V 71,31 18/10/2015

CNP Linea Conservativa 95,30 18/10/2015

CNP Dinamico -

CNP Moderato 97,33 18/10/2015

CNP Protezione 97,93 18/10/2015

CNP Prudente 98,43 18/10/2015

CNP Reddito 99,21 18/10/2015

CNP Sviluppo -

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,105

098105098108105111103114

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Page 35:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

41Martedì 29 Dicembre 2015Martedì 29 MERCATI E FINANZALa cifra relativa al 2016 è inferiore alle stime di 3,4 mld di un anno fa

Audi investirà 3 miliardiContinua il programma di taglio dei costi

Audi ha in programma per il 2016 spese in conto capitale superio-ri a 3 miliardi di euro,

in calo rispetto alle indicazioni fornite un anno fa ma comun-que in aumento rispetto ai 2,94 miliardi investiti nel 2014. La casa di Ingolstadt, che pubbli-cherà il dato relativo al 2015 in occasione della presentazione dei risultati annuali in calen-dario a marzo, aveva quantifi-cato in 3,4 miliardi le spese in conto capitale previste in me-dia nel periodo 2015-2019.

Il costruttore tedesco, inten-zionato a portare avanti il pro-gramma di ottimizzazione dei costi e dei processi produttivi in corso da alcuni anni, loca-lizzerà metà delle spese nei siti produttivi di Ingolstadt e Neckarsulm. «Stiamo conti-nuando con i nostri alti livelli di investimento in tecnologie del futuro per migliorare la forte posizione del nostro marchio», ha sottolineato l’amministrato-re delegato Rupert Stadler.

Per l’anno prossimo sono in programma l’ingresso in un nuovo segmento di mer-

cato con il Suv compatto Q2, la presentazione della nuova Q5 e ulteriori investimenti in nuove tecnologie nell’ambi-to dei propulsori alternativi. «Una parte signifi cativa degli investimenti è destinata natu-ralmente al campo dei sistemi di propulsione alternativi», ha osservato Stadler. Audi ha in-fatti intenzione di lanciare nel 2018 il suo primo veicolo a bat-terie sulla base della concept car e-tron Quattro, presentata in occasione dell’ultimo Salo-ne dell’auto di Francoforte. L’obiettivo è arrivare al 2020

con una gamma composta da 60 modelli differenti.

Oltre che su nuovi modelli e tecnologie, la casa di Ingol-stadt punta ad ampliare la rete produttiva e a migliorare la struttura dei costi. «Con il programma di investimenti in corso, vogliamo ovviamen-te migliorare la già forte po-sizione del marchio ma, allo stesso tempo, puntiamo a raggiungere nuovi traguardi fi nanziari per mezzo di un’ul-teriore ottimizzazione dei costi e dei processi produtti-vi», ha affermato il direttore

finanziario Axel Strotbek, sottolineando che «ogni inve-stimento sarà attentamente esaminato». A questo propo-sito il consiglio di gestione ha deciso di rinviare di un anno la costruzione di una nuova galleria del vento.

Gli investimenti e la disci-plina nella loro gestione sono il frutto di una più ampia strategia di contenimento delle spese varata dal gruppo Volkswagen per far fronte alle conseguenze del Dieselgate. Alla fi ne di novembre il pro-duttore tedesco aveva annun-ciato la decisione di tagliare le spese in conto capitale e di concentrare la ricerca su tec-nologie propulsive alternative per adeguare il programma di investimento in ambito Auto-motive all’attuale situazione caratterizzata dalla peggior crisi nei suoi 78 anni di sto-ria. In particolare, il gruppo Vw ridurrà le spese in conto capitale previste per il 2016 a 12 miliardi di euro, contro la media annua di 13 miliardi degli ultimi anni.

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L’accordo di finanzia-mento per 700 mi-lioni di dollari (637 mln euro), raggiun-

to da Etihad Airways e dai suoi partner per finanziare l’espansione della compagnia aerea, è stato riconosciuto con un premio di prestigio inter-nazionale dall’organizzazione di market intelligence Inter-national Financing Review. Il contratto, della durata di cin-que anni è stato riconosciuto come Bond of the Year per l’Europa emergente, il Medio oriente e l’Africa. Il premio sarà consegnato a Londra il prossimo 27 gennaio.

Nel mese di settembre Etihad aveva intrapreso un roadshow internazionale, con l’ausilio del lead advisor Goldman Sachs, per racco-gliere fondi dal mercato per la compagnia aerea, la control-lata Etihad Airport Services e

cinque dei suoi partner stra-tegici: airberlin, Air Serbia, Air Seychelles, Alitalia e Jet Airways. Attraverso il veicolo di fi nanziamento Etihad Air-ways Partners Bv, il gruppo ha raccolto con successo 500 milioni di dollari, cresciuti in pochi giorni di ulteriori 200 milioni a seguito di un au-mento di interesse da parte della comunità finanziaria internazionale.

Considerato il primo fi nan-ziamento congiunto del suo genere nel settore del tra-sporto aereo, l’accordo è stato riconosciuto come pionieristi-co per la seconda volta nel-le ultime settimane. Etihad Airways Partners è stata an-che candidata a Londra per il Middle East Debt Financing Deal of the Year Award del-la rivista britannica Global Transport Finance.

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Premiato il finanziamento da 637 mln

Etihad Airways, bond dell’anno

SÌ DEI SOCI

TerniEnergia acquista Greenled

L’assemblea dei soci di TerniEnergia ha approvato l’operazione di investimento riguardante l’acquisto di una partecipazione fino al 100% delle azioni rappresentative del capitale sociale di Green-led Industry, a fronte della cessione, quale corrispettivo, fi no a un massimo di 2.078.195 azioni proprie, pari al 4,71% del capitale. TerniEnergia ha precisato che l’acquisizione ha come obiettivo l’ottimizzazione della supply chain per la linea di business denominata Ener-gy Saving, attiva nella realiz-zazione di progetti di effi cienza energetica, nel cui ambito l’ap-provvigionamento di lampade led rappresenta la principale voce di costo.

Questa operazione è coeren-te con gli obiettivi di TerniE-nergia e in linea con la cresci-ta del settore Energy Saving, prevista nell’aggiornamento del piano industriale presen-tato a fi ne ottobre. Il deal si configura quale operazione tra parti correlate, trattan-dosi di operazione realizzata con la controllante Italeaf, che detiene una partecipazione rappresentativa del 46,78% del capitale sociale di TerniE-nergia ed esercita su di essa il controllo.

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IN BRASILE

Enel Gp Parco solare da 364 mln

Enel Green Power ha avviato i lavori per la co-struzione dell’impianto solare di Ituverava, nello stato di Bahia, nel Nordest del Brasile. Il parco, una volta completato, avrà una capacità installata di 254 Mw e sarà il più grande di Egp attualmente in co-struzione. «Con l’avvio dei lavori di Ituverava, Enel Green Power conferma la sua volontà di essere lea-der nel settore del solare», ha dichiarato l’a.d. Fran-cesco Venturini. «A livello globale Egp può contare su circa 1.650 Mw di progetti solari in esecuzione o con-trattualizzati, e questo di-mostra il nostro crescente impegno nello sviluppo di questa tecnologia nei pros-simi anni».

L’impianto solare, dete-nuto da tre società veicolo di proprietà di Enel Green Power Brasil Participacoes Ltda, sarà completato ed entrerà in esercizio entro la fi ne del 2017. La realiz-zazione dell’impianto ri-chiederà un investimento complessivo di circa 400 milioni di dollari (364 mln euro).

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 7397 del 10/12/2012

Rupert Stadler

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Page 36:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,54

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

FONDO SICUROProventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 3,72

da 01/01/2014 a 31/12/2014 3,58

da 01/02/2014 a 31/01/2015 3,60

da 01/03/2014 a 28/02/2015 3,51

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,45

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,50

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,54

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,58

da 01/08/2014 a 31/07/2015 3,65

da 01/09/2014 a 31/08/2015 3,62

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,56

da 01/11/2014 a 31/10/2015 3,54

Proventi da investimenti A 147.216.489

Interessi su titoli di Stato in euro 105.575.765

Interessi su titoli di Stato in valuta 346.952

Interessi su titoli obbligazionari in euro 28.089.751

Interessi su titoli obbligazionari in valuta 342.716

Dividendi su azioni in euro 1.688.999

Dividendi su azioni in valuta 31.646

Altre tipologie di proventi: 11.140.660

di cui: Quote di OICR 11.140.660

Utili/perdite da realizzi B (1.978.103)

Titoli di Stato in euro (9.421.695)

Titoli obbligazionari quotati in euro (1.233.329)

Titoli obbligazionari non quotati in euro 421.985

Titoli azionari quotati in euro 5.889.366

Titoli azionari non quotati in euro 36.255

Altre tipologie di utili/perdite 2.329.315

di cui: Quote di OICR 2.329.315

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 145.238.386

Spese di revisione contabile D 34.618

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 138.310

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 145.065.458

Giacenza media delle attività investite 4.103.682.132

LOMBARDA VITA S.P.A. - Sede legale: Corso Martiri della Libertà, 13 - 25122 Brescia (Italia) - Pec: [email protected] - C.F./P.I. e n. di iscrizione al registro delle imprese di Brescia 03571340177 - R.E.A. della C.C.I.A.A. di Brescia n. 420262 - Albo Imprese presso IVASS n. 1.00138 - Società del Gruppo Cattolica Assicurazioni, iscritto all’Albo dei gruppi assicurativi presso IVASS al n. 019 - Capitale Sociale Euro 185.300.000,00 interamente versato - Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con provvedimento ISVAP n. 1781 del 29 gennaio 2001 - G.U. n. 34 del 10 febbraio 2001 - Società soggetta all’attività di direzione e coord. da parte della Società Cattolica di Assicurazione - Società Cooperativa - Verona - www.lombardavita.it

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,83

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

EUROPA

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 6,96

da 01/01/2014 a 31/12/2014 6,98

da 01/02/2014 a 31/01/2015 6,98

da 01/03/2014 a 28/02/2015 6,27

da 01/04/2014 a 31/03/2015 6,83

da 01/05/2014 a 30/04/2015 6,94

da 01/06/2014 a 31/05/2015 6,88

da 01/07/2014 a 30/06/2015 6,27

da 01/08/2014 a 31/07/2015 6,21

da 01/09/2014 a 31/08/2015 6,12

da 01/10/2014 a 30/09/2015 6,11

da 01/11/2014 a 31/10/2015 4,83

Proventi da investimenti A 678.782

Interessi su titoli di Stato in euro 284.904

Interessi su titoli di Stato in valuta 196

Interessi su titoli obbligazionari in euro 320.618

Interessi su titoli obbligazionari in valuta 1.186

Dividendi su azioni in euro 26.678

Altre tipologie di proventi: 45.200

di cui: Quote di OICR 45.200

Utili/perdite da realizzi B 51.834

Titoli di Stato in euro 14.544

Titoli di Stato in valuta 15.943

Titoli obbligazionari quotati in euro 10.486

Titoli obbligazionari non quotati in euro 8.269

Titoli azionari quotati in euro 2.592

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 730.616

Spese di revisione contabile D 5.539

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 319

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 724.758

Giacenza media delle attività investite 14.998.421

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,26

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

FUTURO SEMPLICE

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 3,59

da 01/01/2014 a 31/12/2014 3,60

da 01/02/2014 a 31/01/2015 3,59

da 01/03/2014 a 28/02/2015 3,57

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,48

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,47

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,45

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,45

da 01/08/2014 a 31/07/2015 3,49

da 01/09/2014 a 31/08/2015 3,47

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,45

da 01/11/2014 a 31/10/2015 3,26

Proventi da investimenti A 10.620.936

Interessi su titoli di Stato in euro 8.941.807

Interessi su titoli obbligazionari in euro 1.337.234

Dividendi su azioni in euro 111.674

Altre tipologie di proventi: 230.221

di cui: Quote di OICR 229.154

Liquidità 1.067

Utili/perdite da realizzi B (1.026)

Titoli di Stato in euro 336.203

Titoli obbligazionari quotati in euro 1.280.019

Titoli azionari quotati in euro (1.495.016)

Titoli azionari non quotati in euro (122.232)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 10.619.910

Spese di revisione contabile D 17.873

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 9.034

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 10.593.003

Giacenza media delle attività investite 324.653.282

SOCIETÀ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE - SOCIETÀ COOPERATIVA - Sede legale: Lungadige Cangrande, 16 - 37126 Verona (Italia) - Tel. 045 8 391 111 - Fax 045 8 391 112 - Pec: [email protected] - C.F./P.I. e numero di iscriz. al registro delle imprese di Verona 00320160237 - R.E.A. della C.C.I.A.A. di Verona n. 9962 - Società iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n. A100378 - Albo Imprese presso IVASS n. 1.00012 Capogruppo del Gruppo Cattolica Assicurazioni, iscritto all’Albo dei gruppi assicurativi presso IVASS al n. 019 - Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni a norma dell’art. 65 R.D.L. numero 966 del 29 aprile 1923 - www.cattolica.it

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,44

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

PREVINEXT FUTURO SICUROProventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 3,79

da 01/01/2014 a 31/12/2014 3,76

da 01/02/2014 a 31/01/2015 3,77

da 01/03/2014 a 28/02/2015 3,73

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,65

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,65

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,61

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,58

da 01/08/2014 a 31/07/2015 3,56

da 01/09/2014 a 31/08/2015 3,54

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,51

da 01/11/2014 a 31/10/2015 3,44

Proventi da investimenti A 317.017

Interessi su titoli di Stato in euro 245.643

Interessi su titoli obbligazionari in euro 62.063

Dividendi su azioni in euro 9.305

Altre tipologie di proventi: 6

di cui: Liquidità 6

Utili/perdite da realizzi B (2.344)

Titoli di Stato in euro (2.344)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 314.673

Spese di revisione contabile D 9.503

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 305.170

Giacenza media delle attività investite 8.881.092

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,05

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

FONDO SICURO PIU’Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 4,08

da 01/01/2014 a 31/12/2014 3,98

da 01/02/2014 a 31/01/2015 4,09

da 01/03/2014 a 28/02/2015 4,08

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,98

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,99

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,96

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,96

da 01/08/2014 a 31/07/2015 4,07

da 01/09/2014 a 31/08/2015 4,08

da 01/10/2014 a 30/09/2015 4,11

da 01/11/2014 a 31/10/2015 4,05

Proventi da investimenti A 23.809.307

Interessi su titoli di Stato in euro 17.462.795

Interessi su titoli di Stato in valuta 77.684

Interessi su titoli obbligazionari in euro 3.946.730

Interessi su titoli obbligazionari in valuta 674.688

Dividendi su azioni in euro 398.914

Altre tipologie di proventi: 1.248.496

di cui: Quote di OICR 1.248.496

Utili/perdite da realizzi B 1.068.168

Titoli di Stato in euro 1.660.314

Titoli obbligazionari quotati in euro (527.460)

Titoli azionari quotati in euro (217.598)

Altre tipologie di utili/perdite 152.912

di cui: Quote di OICR 152.912

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 24.877.475

Spese di revisione contabile D 24.925

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 13.187

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 24.839.363

Giacenza media delle attività investite 613.361.234

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,60

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

FORIVProventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 2,86

da 01/01/2014 a 31/12/2014 2,88

da 01/02/2014 a 31/01/2015 2,81

da 01/03/2014 a 28/02/2015 2,79

da 01/04/2014 a 31/03/2015 2,99

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,01

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,00

da 01/07/2014 a 30/06/2015 2,98

da 01/08/2014 a 31/07/2015 2,71

da 01/09/2014 a 31/08/2015 2,66

da 01/10/2014 a 30/09/2015 2,65

da 01/11/2014 a 31/10/2015 2,60

Proventi da investimenti A 2.886.690

Interessi su titoli di Stato in euro 1.832.146

Interessi su titoli di Stato in valuta 25.842

Interessi su titoli obbligazionari in euro 890.759

Dividendi su azioni in euro 122.193

Altre tipologie di proventi: 15.750

di cui: Quote di OICR 15.750

Utili/perdite da realizzi B (284.635)

Titoli di Stato in euro 665.514

Titoli di Stato in valuta 7.762

Titoli obbligazionari quotati in euro (685.278)

Titoli azionari quotati in euro (272.633)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 2.602.055

Spese di revisione contabile D 7.349

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 2.034

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 2.592.672

Giacenza media delle attività investite 99.768.658

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,41

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

CAP.RIV.Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 3,06

da 01/01/2014 a 31/12/2014 3,05

da 01/02/2014 a 31/01/2015 3,06

da 01/03/2014 a 28/02/2015 3,03

da 01/04/2014 a 31/03/2015 2,88

da 01/05/2014 a 30/04/2015 2,99

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,26

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,30

da 01/08/2014 a 31/07/2015 3,34

da 01/09/2014 a 31/08/2015 3,33

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,14

da 01/11/2014 a 31/10/2015 3,41

Proventi da investimenti A 518.175

Interessi su titoli di Stato in euro 269.032

Interessi su titoli obbligazionari in euro 234.995

Dividendi su azioni in euro 14.148

Utili/perdite da realizzi B 22.623

Titoli di Stato in euro 23.504

Titoli obbligazionari quotati in euro 21.320

Titoli azionari quotati in euro (22.201)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 540.798

Spese di revisione contabile D 5.539

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 12

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 535.247

Giacenza media delle attività investite 15.710.993

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,96

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

CATTOLICA PREVIDENZA SICUROProventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 4,16

da 01/01/2014 a 31/12/2014 4,09

da 01/02/2014 a 31/01/2015 4,11

da 01/03/2014 a 28/02/2015 4,06

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,98

da 01/05/2014 a 30/04/2015 3,95

da 01/06/2014 a 31/05/2015 3,96

da 01/07/2014 a 30/06/2015 3,95

da 01/08/2014 a 31/07/2015 3,94

da 01/09/2014 a 31/08/2015 3,91

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,90

da 01/11/2014 a 31/10/2015 3,96

Proventi da investimenti A 649.394

Interessi su titoli di Stato in euro 442.554

Interessi su titoli obbligazionari in euro 171.946

Dividendi su azioni in euro 31.394

Altre tipologie di proventi: 3.500

di cui: Quote di OICR 3.500

Utili/perdite da realizzi B 8.309

Titoli di Stato in euro 3.715

Titoli obbligazionari quotati in euro 4.594

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 657.703

Spese di revisione contabile D 27.962

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 629.741

Giacenza media delle attività investite 15.889.189

RENDICONTO RIEPILOGATIVODELLE GESTIONI SEPARATE

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Page 37:  · Nuova serie - Anno 25 - Numero 307 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Marted 29 Dicembre 2015 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 Con il libro «Gestione

Martedì 29 Dicembre 2015 43

PER 155 MILA €

Whoosnap aumenta il capitale

Whoosnap, start-up par-tecipata da LVenture Group, ha chiuso un nuovo aumento di capitale da 155 mila euro. I fondi sono stati raccolti tra diversi business angel, alcuni dei quali fanno par-te dell’Angel Partner Group (Apg), la community di inve-stitori lanciata in giugno da LVenture Group. Whoosnap, selezionata da Startupitalia tra le 100 migliori start-up del 2015 all’Open Summit del 16 dicembre, permette di richiedere immagini, e fra non molto anche video, in tempo reale e ne garanti-sce la veridicità grazie a un sistema Gps integrato che ne certifi ca ora e luogo.

Grazie alle nuove risorse, sale a 615 mila euro la som-ma complessiva raccolta in pochi mesi. LVenture Group aveva erogato un primo in-vestimento micro seed da 60 mila euro in gennaio. A sei mesi di distanza, LVenture Group vi ha nuovamente investito, insieme al Club degli investitori di Torino, Apg e alcuni business angel, per un totale di 400 mila euro. Risorse che Whoosnap ha iniziato a impiegare per perfezionare la piattaforma e ottimizzarla.

© Riproduzione riservata

Importi in euro

Pubblicazione ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,07

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

CARISMI

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 4,22

da 01/01/2014 a 31/12/2014 4,15

da 01/02/2014 a 31/01/2015 4,16

da 01/03/2014 a 28/02/2015 4,09

da 01/04/2014 a 31/03/2015 4,41

da 01/05/2014 a 30/04/2015 4,36

da 01/06/2014 a 31/05/2015 4,32

da 01/07/2014 a 30/06/2015 4,26

da 01/08/2014 a 31/07/2015 4,12

da 01/09/2014 a 31/08/2015 4,12

da 01/10/2014 a 30/09/2015 4,06

da 01/11/2014 a 31/10/2015 4,07

Proventi da investimenti A 18.615.664

Interessi su titoli di Stato in euro 9.975.306

Interessi su titoli obbligazionari in euro 6.771.213

Interessi su titoli obbligazionari in valuta 9.668

Dividendi su azioni in euro 413.988

Altre tipologie di proventi: 1.445.489

di cui: Quote di OICR 1.429.823

Liquidità 15.666

Utili/perdite da realizzi B 1.146.868

Titoli di Stato in euro (373.267)

Titoli obbligazionari quotati in euro 1.259.359

Titoli obbligazionari quotati in valuta 302.571

Titoli azionari quotati in euro 14.018

Titoli azionari non quotati in euro (55.813)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 19.762.532

Spese di revisione contabile D 27.724

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 10.538

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 19.724.270

Giacenza media delle attività investite 484.383.033

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,09

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione Tassorealizzato

RI.SPE.VI.

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

IMPORTI IN EURO

da 01/12/2013 a 30/11/2014 4,11

da 01/01/2014 a 31/12/2014 4,12

da 01/02/2014 a 31/01/2015 4,06

da 01/03/2014 a 28/02/2015 4,04

da 01/04/2014 a 31/03/2015 3,92

da 01/05/2014 a 30/04/2015 4,16

da 01/06/2014 a 31/05/2015 4,04

da 01/07/2014 a 30/06/2015 4,14

da 01/08/2014 a 31/07/2015 4,12

da 01/09/2014 a 31/08/2015 4,12

da 01/10/2014 a 30/09/2015 3,88

da 01/11/2014 a 31/10/2015 4,09

Proventi da investimenti A 94.243.292

Interessi su titoli di Stato in euro 37.592.239

Interessi su titoli di Stato in valuta 150.625

Interessi su titoli obbligazionari in euro 38.358.299

Interessi su titoli obbligazionari in valuta 378.138

Dividendi su azioni in euro 5.407.224

Altre tipologie di proventi: 12.356.767

di cui: Quote di OICR 12.289.751

Liquidità 67.016

Utili/perdite da realizzi B (4.008.150)

Titoli di Stato in euro 783.054

Titoli di Stato in valuta (4.820)

Titoli obbligazionari quotati in euro 2.728.097

Titoli obbligazionari non quotati in euro 355.671

Titoli obbligazionari non quotati in valuta 179

Titoli azionari quotati in euro (1.969.948)

Titoli azionari non quotati in euro 31

Altre tipologie di utili/perdite (5.900.414)

di cui: Quote di OICR (5.900.414)

Retrocessione di commissioni e altre utilità C

Risultato finanziario lordo A+B+C 90.235.142

Spese di revisione contabile D 38.470

Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 22.587

Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 90.174.085

Giacenza media delle attività investite 2.205.313.191

Periodo di Osservazione:dal 01 Novembre 2014 al 31 Ottobre 2015

DEL PROSPETTO DI BASE

relativo al programma di offerta di obbligazioni denominate

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A.

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE TIER 2 / CLASSE 2 A TASSO FISSO”

“CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A.

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE TIER 2 / CLASSE 2 A TASSO VARIABILE”

(il “Programma di Offerta”)

di Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.

in qualità di emittente ed offerente

Redatto ai sensi della Deliberazione CONSOB 11971 del 14 maggio 1999 e del

Regolamento (CE) n. 809/2004 della Commissione del 29 aprile 2004 recante

modalità di applicazione della Direttiva 2003/71 CE, come successivamente modificati

Si rende noto che il Prospetto di Base relativo al Programma di Offerta

(il “Prospetto di Base”) è stato depositato presso la Consob in data

28 dicembre 2015 a seguito di approvazione comunicata dalla

Consob con nota n. 0097329/15 del 23 dicembre 2015. Il Prospetto

di Base è a disposizione del pubblico in forma elettronica, sul sito

internet www.bancadiasti.it ed è consultabile gratuitamente in copia

cartacea presso la sede sociale della Banca (Piazza Libertà n. 23, Asti).

L’emittente ed offerente Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. potrà

emettere nell’ambito del Programma di Offerta, in una o più emis-

sioni, obbligazioni aventi le caratteristiche indicate nel Prospetto di

Base. Le caratteristiche definitive delle obbligazioni, quali, inter alia,

l’ammontare totale del singolo prestito obbligazionario, le cedole, la

durata del periodo di offerta, il valore nominale e la data di godi-

mento, saranno indicate nelle “Condizioni Definitive” relative a cia-

scun prestito che saranno rese pubbliche mediante apposito avviso

pubblicato sul sito internet della Banca www.bancadiasti.it.

L’adempimento di pubblicazione del Prospetto di Base non compor-

ta alcun giudizio della Consob sull’opportunità dell’investimento

proposto e sul merito dei dati e delle notizie allo stesso relativi.

Asti, 28 dicembre 2015

CASSA DI RISPARMIO DI ASTI S.P.A. Sede Legale e Direzione Generale in Asti, Piazza Libertà n. 23

Iscritta all’Albo delle Banche autorizzate al n. 5142 - Capogruppo del Gruppo

Bancario Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. - Iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari

al n. 6085 - Capitale Sociale Euro 308.367.719,76 (interamente versato)

Registro delle Imprese, Codice Fiscale e Partita IVA n. 00060550050

Aderente al Fondo InterBancario di Tutela dei Depositi

www.bancadiasti.it

AVVISO DI PUBBLICAZIONE

Prysmian Group ha acquisito un nuovo ordine del valore totale di circa 50 milioni di euro per un sistema in cavo interrato ad alta tensione in Bahrein, per il rafforzamento della fornitura di energia elettrica alla città di Manama.

Interpump. Isabella Seragnoli ha scor-porato da Ipg, holding di controllo di Interpump, la quota di propria spettanza detenuta indirettamente tramite il veicolo Mais e pari al 6,61% del capitale sociale. L’operazione è avvenuta il 22 dicembre. La partecipazione della holding si è ridotta al 19,114%, percentuale incrementata il giorno successivo al 20,23%.

A2A. È stato stipulato l’atto di scissione parziale non proporzionale di Edipower, che sarà effi cace a partire dal 1° gennaio 2016 e a seguito del quale A2A deterrà il 100% del capitale dell’ex genco.

Pillarstone Italy ha annunciato che sono in corso negoziazioni in esclusiva con gli azionisti e i principali creditori di Sirti, con l’obiettivo di rafforzare la società attraverso l’iniezione di nuovo capitale e la costruzione e sviluppo di un nuovo piano industriale. L’obiettivo è arrivare al closing dell’acquisizione entro i primi mesi del 2016.

Fondaco Lux si è aggiudicata il mandato per l’attività di management company per i due veicoli di investimento multi-comparto di diritto lussemburghese, Effepilux Sicav e Effepilux Alternative Sif, facenti capo al Fondo pensione Unicredit, per un totale di oltre 2 miliardi di euro.

Il gruppo Uvet, leader distributivo del turismo in Italia, si è aggiudicato la gestione del World Resort Twiga Beach & Spa, in Kenya.

China Telecom. Il presidente Chang Xia-obing è fi nito sotto indagine per presunta violazione del codice disciplinare imposto dalle autorità centrali cinesi, nel quadro della campagna anticorruzione avviata dal governo.

Deutsche Bank ha siglato un accordo per cedere l’intera partecipazione del 19,99% detenuta nel capitale di Hua Xia Bank a Picc Property and Casualty Company. Il corrispettivo della cessione, soggetto ad aggiustamenti, è stato fi ssato fra 3,2 e 3,7 miliardi di euro.

Commerzbank ha denunciato quattro banche negli Stati Uniti, nel tentativo di attribuire loro la responsabilità per circa 2 miliardi di dollari di perdite legate a mutui ipotecari. La banca tedesca sostiene che Deutsche Bank, Bank of New York Mellon, Wells Fargo e Hsbc Usa non abbiano corret-tamente monitorato le perdite legate ai mutui residenziali per i quali avevano assunto il ruolo di amministratore fi duciario per conto di Commerzbak.

Gazprom. Il cda ha approvato un piano di investimenti per il 2016 del valore totale di 11,7 miliardi di dollari.

General Electric ha siglato un accordo per rilevare Metem, fornitore statunitense di tecnologie per migliorare il funzionamento delle turbine a gas.

BREVI

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