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11 / 14 OTTOBRE 2012TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA \ CADA DIE TEATROFONDAZIONE CARIPLO ÊTRE

ØScena FestivalRASSEGNA NUOVI TEATRI DALLA LOMBARDIA

20 / 21 OTTOBRE 2012 | LE SERATE DEGLI AMICI

Il maestro e gli altridi LUIGI LUNARIcon MARCO SPIGA

08 /18 NOVEMBRE 2012- 12 / 14 GENNAIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA Storie di famigliadi JEAN-CLAUDE GRUMBERGregia JEAN-CLAUDE PENCHENAT

15 / 17 NOVEMBRE 2012TEATRO STABILE DI GENOVAMoschetadi ANGELO BEOLCO DETTO RUZANTEregia MARCO SCIACCALUGAcon TULLIO SOLENGHI

01 / 02 DICEMBRE 2012IRMA SPETTACOLIArieregia GIORGIO GALLIONEcon LELLA COSTA

08 / 10 DICEMBRE 2012ARENA DEL SOLE NUOVA SCENATEATRO STABILE DI BOLOGNA Otellodi WILLIAM SHAKESPEAREregia NANNI GARELLAcon MASSIMO DAPPORTO, MAURIZIO DONADONI

15 DICEMBRE 2012 / 6 GENNAIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNAI miracoli del Baronedi Münchausendi RUDOLF ERICH RASPEregia LAURA PAZZOLA

24 / 27 GENNAIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNALupi e pecore di ALEKSANDR OSTROVSKIJregia GUIDO DE MONTICELLI

01 / 03 FEBBRAIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

Il cappotto di Gogol’regia GUIDO DE MONTICELLI

09 /11 FEBBRAIO 2013TEATRO DELLE ALBEPantanitesto e regia MARCO MARTINELLI

02 / 03 MARZO 2013 | LE SERATE DEGLI AMICITEATRO DEL SEGNOSighi, singin’Le paure delle donnedi e con ROSSELLA FAA

09 / 11 MARZO 2013FAMILIE FLÖZInfinitadi e con B. LEESE, B. REBER,H. SCHÜLER, M. VOGEL

23 / 24 MARZO 2013 | LE SERATE DEGLI AMICI

I viaggi di oggiViaggio teatral musicaledi e con MAURIZIO GIORDO e MARCO PINTUS

FEBBRAIO / APRILE 2013Le residenze dei gruppi sardi 03 / 06 MAGGIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNAPeer: storie di un ladrodi storie Viaggio nel Peer Gynt di Ibsenregia GUIDO DE MONTICELLI

03 / 06 MAGGIO 2013TEATRO STABILE DELLA SARDEGNAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI20 Festival di FilosofiaL’avventura d’esser séidentità, verità e finzionea cura di ROBERTA DE MONTICELLI E PIERLUIGI LECIS

stagione 2012/13

In rosso gli spettacoli in abbonamento. Calendario completo con orari a fine libretto.

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DUE GRANDI BUGIARDI

IL TSDSCOMPIE QUARANT’ANNI:L’AVVENTURA D’ESSER SÉ

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«Lei inventa la verità?», chiede Ilse al mago Cotrone, una volta giunta,con la sua piccola truppa, alla Villa della Scalogna. «Non ho mai fattoaltro in vita mia!».Per bocca del mago pirandelliano, che ne è la più intima rappresenta-zione, è il Teatro stesso a parlare con queste parole.

E da queste parole mi piace partire per presentare la stagione2012/2013, la terza della nostra permanenza al Teatro Massimo, maanche quella che porterà il Teatro di Sardegna a festeggiare il suo qua-rantesimo compleanno. Quarant’anni: l’età della saggezza. Ma a pattoche quella saggezza porti con sé il germe di un’infanzia sempre viva. Ilteatro - come il bambino - “inventa la verità”.E sul palcoscenico - appunto - noi porteremo due grandi “inventoridella realtà”, due impenitenti contafrottole, due sublimi bugiardi, chesimboleggeranno il nostro percorso di quest’anno: un cammino attra-verso i sentieri della verità e della menzogna, nell’avventura che portaalla conoscenza di sé, alla crescita, e alla costruzione dell’identità per-sonale. Ed è precisamente su questi temi che lanceremo anche, dopo ilsorprendente successo della prima edizione, il secondo Festival dellafilosofia, che appunto si intitolerà: L’avventura d’esser sé, identità, veri-tà e finzione.

Ed ecco dunque il primo dei nostri bugiardi: il famosissimo Barone diMünchausen che pretendeva di essersi salvato dalle paludi tirandosi super i capelli. I MIRACOLI DEL BARONE DI MÜNCHAUSEN, con le sue più incredibiliavventure di mare, di cielo e di terra sarà materia di uno spettacolorivolto a bambini e ragazzi, ma anche alle loro famiglie e a tutti gli adul-ti che abbiano ancora spirito di ragazzo e amore per il fantastico. Lo diri-gerà Laura Pazzola. La quale, per concepirlo, ha tenuto, insieme agliattori, un seminario con un gruppo di bambini delle elementari, facen-doli scatenare sul favoloso tema della bugia. E ne son nate storie ditutti i tipi.

Non si dà mai il caso di dirla, la verità,come quando la si inventa.

COTRONE NEI GIGANTI DELLA MONTAGNA DI LUIGI PIRANDELLO

Il teatro che inventa la verità

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Il secondo grande bugiardo, e viaggiatore del mondo, di cui seguiremole orme, cogliendolo da ragazzo mentre cavalca una renna, a volo, tra ipicchi delle cime ghiacciate del nord, per seguirlo fino ai suoi anni piùmaturi, è il protagonista di un grande poema drammatico, che si consi-dera il capostipite del teatro moderno. Si tratta di Peer Gynt, vertigino-so capolavoro di Henrik Ibsen, un vero e proprio romanzo di formazio-ne in forma di teatro, che si protende dalla giovinezza alla vecchiaia delsuo protagonista: un’opera di dimensione e ispirazione faustiana, mache già prelude alle intemperanze formali e agli sberleffi umoristici diun Ubu roi. Essa costituirà il nucleo di un progetto che si estenderà,nelle nostre intenzioni, oltre questa stagione e che avrà per titolo PEER:STORIE DI UN LADRO DI STORIE. VIAGGIO NEL PEER GYNT DI IBSEN. Una serie di labo-ratori, di officine delle arti e del pensiero, saranno avviati in collabora-zione con diverse istituzioni culturali e formative di Cagliari e Regione,dall’Università, agli istituti d’arte, al Conservatorio, nei diversi ambitidel teatro, delle arti visive, della musica, del pensiero filosofico: e si arri-verà, con il concreto apporto dei giovani impegnati in quelle officine, apresentare in primavera la prima tappa di questo viaggio che culmine-rà nel nuovo Festival di filosofia.

Il “teatro abitato”, come ormai da tre anni abbiamo voluto chiamare lanostra “casa”, si apre dunque, da oggi, anche alle altre arti e mestieri, eai giovani che le studiano ma che difficilmente hanno l’opportunità diapplicarle in ambito lavorativo.È un esperimento che avrà il suo primo banco di prova con lo spettaco-lo d’apertura della nostra stagione produttiva. Lo dirigerà Jean-ClaudePenchenat, regista francese che fu fondatore, insieme ad ArianeMnouchkine, del mitico Théâtre du Soleil, e poi patron del Théâtre duCampagnol (attivo anche nel cinema, fu l’autore, tra l’altro, del sogget-to e della sceneggiatura di Ballando ballando di Ettore Scola). Porterà inscena per noi un autore francese ancora vivente, che oltr’alpe mietegrandi successi ed è considerato ormai un classico della drammaturgiacontemporanea, ma che in Italia non è ancora conosciuto, Jean-ClaudeGrumberg, definito “l’autore tragico più divertente della sua generazio-ne”. Di Grumberg, scrittore caustico che unisce il tipico umorismoebraico a un linguaggio che sta tra l’assurdo e il fantastico, Penchenatmetterà in scena diversi testi, che ricomporrà in uno spettacolo dal tito-lo STORIE DI FAMIGLIA.Proprio in vista di questa “prima” abbiamo lanciato un bando per l’idea-zione e la realizzazione di scene e costumi, rivolto a studenti di istitutid’arte, scuole di scenografia, licei artistici, nonché della Facoltà diArchitettura di Cagliari e dell’Accademia di Belle Arti di Sassari. La rispo-sta è stata straordinaria, tanto da indurci a pensare a una mostra ditutti i bozzetti, i modellini, gli studi che sono stati inviati. Il progetto

LE OFFICINE DELLE ARTI EDEL PENSIERO

L’AUTORE TRAGICOPIÙ DIVERTENTE DELLA

SUA GENERAZIONE

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ritenuto più inventivo, e più vicino allo spirito dello spettacolo, divente-rà la scena di Storie di famiglia.

Apertura, confronto, attenzione alle realtà teatrali più giovani, collabo-razione con gli altri teatri della città. Sulla base di questi precisi impe-gni la nostra stagione si guarnisce di altre due iniziative. La prima nasceda un desiderio di approfondire la conoscenza di ciò che si muove alivello teatrale in regione: abbiamo rivolto a tutti i gruppi e le compa-gnie che operano in Sardegna un invito a un reciproco confronto. Ne ènata una serie di appuntamenti, di scambi, di discussioni. Questo dialo-go, ancora in corso, si concretizzerà quest’anno con l’offerta di una resi-denza nel nostro teatro (un periodo di lavoro con supporto tecnico elogistico) ad alcune realtà che operano sul territorio, le quali, alla fine,presenteranno pubblicamente il risultato del loro lavoro.L’altra iniziativa riguarda un progetto portato avanti in collaborazionecon Cadadie Teatro. Una rassegna di gruppi giovani particolarmenteinteressanti, provenienti da diverse parti d’Italia. Quest’anno la primaedizione del festival, intitolato ØScena, sarà dedicato al giovane teatrolombardo e si attuerà grazie alla collaborazione di Fondazione Cariplo.Sei gruppi porteranno le loro creazioni a Cagliari nelle sedi del TeatroStabile della Sardegna e di Cadadie teatro. E ogni anno toccherà a unaregione diversa.

Ed eccoci alle ospitalità di questa stagione. Gli spettacoli che invitiamoa Cagliari rafforzano e sviluppano le linee portanti della nostra stagio-ne, a partire da quella sull’umorismo e l’avventura fantastica: che ciporta a un grande classico della nostra tradizione comica, MOSCHETA diRuzante, che il Teatro Stabile di Genova ci offrirà per la regia di MarcoSciaccaluga e l’interpretazione di uno dei nostri comici più amati, TullioSolenghi.Così, sulla linea di un divertimento sempre raffinato e graffiante, eccoLella Costa che, in Arie, riprende il suo più bel repertorio, riscoprendonela valenza musicale: un insieme di vere e proprie partiture, piccoleromanze recitate, arie, appunto.E siamo ben contenti di portare per la prima volta a Cagliari una delle piùclamorose rivelazioni recenti, nel campo del teatro comico e di figura, ilgruppo di artisti tedeschi Familie Flöz. Un bellissimo spettacolo per tuttala famiglia, il loro INFINITA, che, facendo uso dell’espressività poetica delmimo e della clownerie - e del gioco dei loro famosi mascheroni - parla atutti dei grandi e piccoli momenti della vita.Verità e menzogna. Ovvero come l’invenzione sia capace di creare la real-tà. In questo caso sfociando nella tragedia. E in una delle più grandi.L’OTELLO shakespeariano sarà presentato dall’Arena del Sole di Bologna perla regia di Nanni Garella e l’interpretazione di Massimo Dapporto.

GIOVANI REALTÀ TEATRALI:-LA NOSTRA REGIONE-LE REGIONI DEGLI ALTRI

DIVERTIMENTO E FANTASIAPER TUTTA LA FAMIGLIA

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E passeremo dalla fantasia tragica e sanguinosa di Otello alla realtà tra-gica e non meno luttuosa di un “eroe del nostro tempo”:PANTANI è il nuovospettacolo del Teatro delle Albe diretto da Marco Martinelli. Una vegliafunebre e onirica ripercorre le imprese luminose del grande ciclista trova-to morto di cocaina in un motel di Rimini. Ne nasce un affresco sull’Italiadegli ultimi trent’anni malata di delirio televisivo, e il ritratto enigmaticodi un angelo dello sport che ne fu tragicamente vittima.

Per completare il quadro della stagione non mi resta che citare il ritor-no di due spettacoli che l’anno scorso sono stati particolarmente amatidal pubblico: si tratta di LUPI E PECORE di Aleksandr Ostrovskij e delCAPPOTTO DI GOGOL’ nella straordinaria interpretazione di Lia Careddu.Entrambi in procinto di partire per la tournée nazionale, insieme alGiardino dei ciliegi, e ai Fratelli Karamazov, verranno riallestiti e ripre-sentati per qualche giorno al Teatro Massimo.

Qualche parola, infine, per dire del piccolo ciclo di spettacoli ideati e rea-lizzati da alcuni dei nostri compagni di viaggio di questi ultimi anni, a cuiabbiamo voluto dare uno spazio nel nostro cartellone. Sono attori e col-leghi che hanno, con la compagnia del Teatro di Sardegna, una lungaconsuetudine, come Marco Spiga, che presenterà IL MAESTRO E GLI ALTRI diLuigi Lunari, gustoso ritratto del mondo del teatro e di uno dei suoi piùgrandi protagonisti, Giorgio Strehler, o come Rossella Faa, che, col suoSIGHI, SINGIN’, mette in musica “le paure delle donne”, o recenti conoscen-ze fatte nel corso dei nostri laboratori, come Maurizio Giordo, che ci pre-senta il suo divertente e molto musicale spettacolo I VIAGGI DI OGGI.

E per concludere: come ricordare i primi quarant’anni del Teatro diSardegna? Come far sì che questa ricorrenza possa costituire un’occasio-ne per riflettere sul proprio percorso e il proprio futuro, ma anche su que-sti decenni di storia, di cultura e di teatro, in Sardegna e nel nostro paese?Il nostro primo atto, quarant’anni fa, fu quello di mettere in scena unoscrittore sardo, Francesco Masala, col suo romanzo Quelli dalle labbrabianche. La letteratura, nel frattempo, ha fatto germogliare sull’Isola tantinuovi scrittori. Ecco, abbiamo in mente un’iniziativa rivolta proprio a loro:per strapparli, almeno un po’, dalla solitudine della pagina scritta, e trasci-narli dalla nostra parte: che ci raccontino per brevi flash (ciascuno parten-do da un fatto, da un personaggio, da un avvenimento), questi lunghiquarant’anni di storia di tutti. Ma con la lingua del teatro, scrivendo per ilteatro, con gli strumenti che noi saremo ben felici di rimettere finalmen-te nelle loro mani. Ne nascerà un mosaico, affascinante proprio per la suapolifonia, un canto a più voci affidato alle voci della scena.Sarà il modo migliore di festeggiare insieme questi quarant’anni di vitae di teatro.

Guido De Monticelli

RENTRÉES E TOURNÉES

LE SERATE DEGLI AMICI

QUARANT’ANNIIN SARDEGNA,

TRA INVENZIONE E VERITÀ,LETTERATURA E TEATRO

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ABBONAMENTO 4 SPETTACOLIÈ possibile scegliere fra 3gruppi di 4 spettacoliintero euro 60ridotto euro 50Abbonamento nominativo

QUARTETTO AZZURROI MIRACOLI DEL BARONE DIMÜNCHAUSENTSDSPANTANITEATRO DELLE ALBEINFINITAFAMILIE FLÖZPEER:STORIE DI UN LADRO DI STORIETSDS

QUARTETTO GIALLOSTORIE DI FAMIGLIATSDSMOSCHETATULLIO SOLENGHIARIELELLA COSTAPEER:STORIE DI UN LADRO DI STORIETSDS

QUARTETTO ROSSOSTORIE DI FAMIGLIATSDSOTELLOMASSIMO DAPPORTOPANTANITEATRO DELLE ALBEINFINITAFAMILIE FLÖZ

Ciascuno spettacolo di ogniquartetto può essere libera-mente sostituito con le ripresedella scorsa stagione ripropostenel cartellone di quest’anno:LUPI E PECORE TSDSIL CAPPOTTO DI GOGOL’ TSDS

Infopoint | biglietteria: tel. 070/6778129 - 8120 | [email protected] su: www.teatrostabiledellasardegna.it • youtube •facebook | Iscriviti alla newsletter!6 //

Abbonarsi è meglio!ll Teatro Stabile dellaSardegna propone diverseforme di abbonamento aprezzi particolarmente con-tenuti, con speciali offerteper giovani under 25, under35, studenti e insegnanti.L’abbonato potrà prenotarei propri posti all’atto dell’ac-quisto, oppure scegliere ilgiorno e il posto nel corsodella stagione, anche pertelefono o via email. Con lacard prepagata avrà poi ilmassimo di elasticità nellascelta degli spettacoli edelle sere in cui recarsi ateatro.

LA CARD 6 TAGLIANDI È una card prepagata e nonnominativa da utilizzare indi-vidualmente o in più persone(in coppia o in gruppo). Seitagliandi di cui almeno 2 perle produzioni TSdS, con la pos-sibilità di scegliere i proprispettacoli anche all’ultimomomento, fino ad esaurimen-to posti. La prenotazione èpossibile ma non necessaria.intero euro 100 speciale under 25 euro 78

BIGLIETTI

SALA GRANDEPLATEAintero euro 20ridotto euro 15LOGGIAintero euro 15ridotto euro 10

SALA MINIMAXintero euro 20ridotto euro 15giovani under 25 euro 10

RIDUZIONI ABBONAMENTIE BIGLIETTI: under 35, over 65cral e insegnantiassociazioni convenzionate

L’Abbonamento completo a 8spettacoli e a 6 spettacoli dàdiritto ad una riduzione per glispettacoli proposti fuori abbo-namento e a tutte le iniziativesegnalate sul sito e nellanewsletter del TSdS.

ABBONAMENTO COMPLETO8 SPETTACOLIPrevede la partecipazione a 8spettacoli dei 10 in abbona-mento (8 novità e 2 riprese)oltre a tutti gli appuntamentidel Festival di ilosofia

.intero euro 120ridotto euro 100Abbonamento nominativo

ABBONAMENTO6 SPETTACOLIPrevede la partecipazione a6 spettacoli a scelta di cuialmeno 2 del Teatro Stabiledella Sardegna tra i 10 inabbonamento.intero euro 92ridotto euro 82Abbonamento nominativo

abbonamenti e biglietti

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Ufficio scuola: Giuseppa Salidu • [email protected]. 070/6778128 | cell. 345/7757826 // 7

BIGLIETTERIA •Ingresso Viale Trento, 9(presso infopoint):dal lunedì al venerdìdalle 10 alle 13e dalle 16 alle 19

•Ingresso Via De Magistris, 12nei giorni di spettacolo dalleore 20 e la domenica, solonei giorni di spettacolo, dalle17 all’inizio dello spettacolo.

Biglietti ed abbonamentipossono essere acquistatianche on line tramite il sitowww.vivaticket.it

TEATRO STABILE DELLASARDEGNA PER I GIOVANIPer la stagione 12-13 il Tsdsoffre agli istituti scolastici unnuovo e articolato program-ma di produzioni e ospitalitàcon numerose formule diabbonamento e rappresen-tazioni dedicate.

ABBONAMENTO4 SPETTACOLI2 produzioni del TSdS + 2spettacoli delle compagnieospiti.

ABBONAMENTO5 SPETTACOLI3 produzioni del Tsds + 2spettacoli delle compagnieospiti- comprende l’ingresso

gratuito al festival di filoso-fia.

I docenti potranno concorda-re con l’ufficio scuola, a prez-zi particolarmente contenu-ti, percorsi tematici e appro-fondimenti, abbinando glispettacoli in cartellone conl’organizzazione presso lescuole o la partecipazione inteatro ad uno o piu appunta-menti del ciclo “Teatro illu-strato”. Si tratta di spettacolitecnicamente semplici maestremamente godibili e diforte valore didattico, natiper introdurre e approfondireaspetti specifici del Teatro. Frale varie proposte una dedica-ta al teatro Shakespeariano e

una ai meccanismi del comi-co.

UNIVERSITÀAnche quest’anno continuala collaborazione con l’ERSU.Sul sito www.ersucagliari.itverranno pubblicate lemodalità per accedere allaconvenzione con il TeatroStabile della Sardegna perl’acquisto di biglietti e abbo-namenti.Per laboratori e incontri in col-laborazione con l’Universitàconsultare gli aggiornamen-ti al sito www.teatrostabile-dellasardegna.it.

PRENOTAZIONEE CAMBIO PRENOTAZIONE È possibile cambiare la preno-tazione senza nessun costo diservizio entro il giorno prece-dente lo spettacolo. Il nuovobiglietto deve essere ritiratoesclusivamente presso labiglietteria del Teatro non piùtardi di mezz’ora prima dell’ini-zio dello stesso. La nuova collo-cazione è effettuata d’ufficio inbase alla disponibilità.

Il Teatro si riserva modifiche diprogramma, date e orari, checomunicherà tempestiva-mente sul proprio sito e via e-mail agli iscritti alla mailinglist.

ØSCENA FESTIVALNuovi Teatri dalla LombardiaABBONAMENTO 6 SPETTACOLIintero euro 30ridotto euro 24(ABBONATI TSDS E CDT)

BIGLIETTIintero euro 10ridotto euro 8

FESTIVAL FILOSOFIAL’avventura d’esser se’ABBONAMENTOintero euro 15ridotto euro 12BIGLIETTIintero euro 5ridotto euro 3

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È sempre una grande responsa-bilità mettere in scena un auto-re vivente, soprattutto quandosi sa di godere della sua com-pleta fiducia ed è un amico dilunga data. La responsabilità èancora più grande quando ci sitrova di fronte alla necessità direstituire tutta l’ampiezza el’universalità della sua opera, inuna lingua che non è l’originale.Grumberg non è conosciutosulle scene italiane. Ho dunquescelto di accompagnare il pub-blico in una passeggiata attra-verso la sua opera, che è ancheuna passeggiata attraverso iltempo (si addice, questa flane-rie a un autore comeGrumberg). Si parte da Michu,scritto nel 1966, si arriva a Suamadre, appena terminato(2012) e non ancora rappresen-tato in Francia, passando perCome va? e La mamma tornapresto, povero orfanello.Ho deciso, d'accordo con l'auto-re, di intitolare questa passeg-

Storie di famiglia

giata Storie di famiglia, e hoscelto di raccontarla in unaforma che gli è straordinaria-mente peculiare: quella deltesto breve,del flash folgorante.Ho organizzato dunque questospettacolo in sequenze corte,separate nettamente le unedalle altre, ma che, “riunite”,dovranno rendere l'umorismoincomparabile di colui che si èsempre fatto un punto d’onoredi far ridere a dispetto dellevicende tragiche che hannoattraversato la sua vita (suopadre, un sarto ebreo, morì inun campo di deportazione). Percomunicare e far scoprire alpubblico una musica così parti-colare, è necessario lavorare sul-l’affiatamento degli attori, farlidiventare sulla scena comeun’unica famiglia. Dovrannoessere divertenti, senza derisio-ni né esagerazioni, ma sempreveri, lucidi e distanti.

Jean-Claude Penchenat

di JEAN-CLAUDE GRUMBERGtraduzione GENEVIÈVE REY-PENCHENAT - MARIA ANTONIA PINGITORE

regia JEAN-CLAUDE PENCHENAT

scene e costumi a cura del vincitori del bando LARGO AI GIOVANI promosso dal TSDSdisegno luci LOÏC FRANÇOIS HAMELINassistente alla regia MARIA ANTONIA PINGITORE

con MARIA GRAZIA BODIO, LIA CAREDDU, ISELLA ORCHIS, CESARE SALIU, MARCO SPIGAe i giovani attori ALESSANDRO MERINGOLO e JACOPO ZERBO, selezionati dal laboratorio Questa sera si recitaGrumberg

MINIMAX8 / 18 novembre12/ 14 gennaio

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

L’autore tragicopiù divertentedella suagenerazione

CLAUDE ROY

Nell'ambito della sestaedizione del progettoFace a FaceParole di Franciaper scene d'Italia

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JEAN-CLAUDE GRUMBERG nasce nelluglio del 1939, alcuni mesi primadell'occupazione tedesca dellaFrancia, in cui i suoi genitori eranoapprodati dalla Romania, fuggen-do dall'antisemitismo e daipogrom. Il padre fu deportato. Ilbambino messo “al riparo” nellazona libera. A lungo aspetteranno,madre e figlio, il ritorno del padre.Non lo rivedranno mai più. Daiquattordici ai diciotto anni il ragaz-zo è apprendista sarto. Poi appren-dista attore. In seguito l'attorecomincia a scrivere per il teatro. Daquell'“incubo della Storia” di cuiparla Joyce, in cui era stato gettatofin dalla nascita, Grumberg riusciràa risalire diventando un autorecomico, l'autore di un teatro popo-lato di “piccola gente”, colta nellasua verità a volte buffa, ritratta

UN MOMENTO DEL LABORA-TORIO Questa sera si reci-ta Grumberg

FOTO DI ALESSANDRA CORONA

vuoi con affettuoso umorismo, vuoicon impietosa ferocia.Autore di una trentina di pièce, haricevuto numerosi riconoscimentitra cui il Grand Prix de l’AcadémieFrançaise e il Premio Molière, ed èuno dei pochi autori viventi france-si a essere studiato nelle scuole.Per il cinema è sceneggiatore dinumerosi film di importanti cinea-sti, tra cui François Truffaut(L’ultimo metrò) e Costa Gavras(Amen, Cacciatore di teste, Versol’Eden).

Jean-Claude Grumberg sarà aCagliari, ospite del Teatro Stabiledella Sardegna, in occasione dellapresentazione dello spettacolo peril progetto Face à Face parole diFrancia per scene d’Italia.

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Scritto da Ruzante nei primidecenni del Cinquecento,Moscheta è un classico delteatro italiano, che conservaancora oggi tutto il suo diver-timento e la sua attualità. Lospettacolo, prodotto dalloStabile di Genova per la regiadi Marco Sciaccaluga e inter-pretato da due protagonistidella comicità contempora-nea quali Tullio Solenghi(Ruzante) e Maurizio Lastrico(Menato), mette in scena conoriginalissima forza comicaun mondo contadino rozzo esensuale, ma comunquemigliore di quello affettato eingannatore della città, nellaquale trionfa la lingua“moscheta” che appartiene aifurbi e agli imbroglioni.Moscheta è una commediache, con libertà e forza inven-tiva, affronta temi di grandeattualità (sullo sfondo c’è laguerra tra spagnoli e francesiper il controllo del territorio) e

Moscheta

situazioni sessualmenteesplicite (il triangolo dimaschi che ruota intorno aBetìa), disegnando all’internodi queste, con meravigliosaevidenza comica, comporta-menti e psicologie di perso-naggi difficilmente dimenti-cabili.

Il provinciale Menato lascia lacampagna per raggiungere aPadova la moglie di Ruzante,Betìa, che era stata sua aman-te e della quale si dichiaraancora innamorato. Respintodalla donna, Menato pensa diconquistarla facendola litiga-re con il marito; e, per questo,confida a Ruzante di avervisto Betìa accettare il corteg-giamento di uno sconosciuto.In realtà, la donna è sessual-mente attratta da Tonin, unsoldato bergamasco suo vici-no di casa; ma quandoRuzante le si presenta trave-stito da “spagnaruolo” e la

da ANGELO BEOLCO detto RUZANTEadattamento GIANFRANCO DE BOSIO

regia MARCO SCIACCALUGAscene e costumi GUIDO FIORATOmusiche ANDREA NICOLINIluci SANDRO SUSSI

con TULLIO SOLENGHI, MAURIZIO LASTRICO, BARBARA MOSELLI, ENZO PACI

SALA GRANDE15 / 17 novembre

TEATRO STABILE DI GENOVA

Ce n'è tanti chesempre fan meravi-glie dei fatti altrui;voglio dire checercano di venire asapere ciò chefanno i loro vicini,mentre farebberomeglio talvolta abadare a se stessi.

ANGELO BEOLCOdetto RUZANTE

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corteggia parlando in linguamoscheta, Betìa finisce conl’accettarne le galanti proffer-te, fingendo poi di averlo rico-nosciuto, quando il marito lainsegue minacciandola dimorte. Innescato da questepremesse, scatta così un tra-volgente gioco di bravate e divendette, che coinvolge i treuomini nel tentativo di con-quistare, ciascuno a modosuo, la bella Betìa, la qualenon si fa scrupolo di trascor-rere dalle braccia del ruvido

TULLIO SOLENGHI, BARBARAMOSELLI, ENZO PACI

FOTO DI NORBERTH

Tonin al letto del furboMenato, riuscendo infine atenersi a casa anche il marito.

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Nel marzo del 2010, gli Amicidel Conservatorio di Milanohanno deciso di insignirmidel premio “Una vita per lamusica”. La motivazione era,tra l’altro, bellissima. E coglie-va nel mio lavoro qualcosa“che aveva a che fare con lamusica”. E così sono andata arileggermi i copioni dei mieispettacoli, da Ragazze su finoad Adlib, per verificare se dav-vero in ognuno di loro cifosse, più o meno esplicito,più o meno consapevole,qualcosa “che aveva a che farecon la musica”. E se ci tenete asaperlo sì, c’era.C’era la costante presenzadella musica, non solo comesemplice colonna sonora, maproprio come voce altra, comeinterlocutore e comprimario ecomplice di palcoscenico; ec’erano anche, in ogni testo,dei brani costruiti con unascansione metrica che li ren-deva molto più simili a uno

Arie

spartito che a un copione, aun assolo che a un monologo.Piccole romanze recitate. Arie.Riproporle, oggi, non vuoleessere soltanto una sorta dirivisitazione antologica, maanche e forse soprattuttoun’occasione per cucire insie-me momenti in apparenzalontani e diversi e magari sco-prire che sì, c’è un filo che liunisce, ed è saldo, e regge altempo e all’usura. Quanto alcolore, non può essere che“rosso Marras”, il ligazzo rubioche da qualche anno avvolgedi bellezza i miei abiti discena, e non solo.E poi a tutto questo materiale,che è ricco e vivo e vibrante disuo, non posso non sommareil meraviglioso regalo che èstato, in questi ultimi annisoprattutto, lavorare con imusicisti in carne e ossa, vivi edal vivo, sul palco e in sala d’in-cisione: Paolo Fresu, StefanoBollani, Rita Marcotulli, Furio Li

regia GIORGIO GALLIONE

con LELLA COSTA

SALA GRANDE1 /2 dicembre

IRMA SPETTACOLI

John Ashberycoglieva nel miolavoro “qualcosache aveva a chefare con la musica,e il modoin cui la musicascorre, emblemadella vita, e comenon puoi isolareuna sola nota edire se va bene ono: devi aspettareche sia finita”.

LELLA COSTA

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Castri, Paolo Damiani, DaniloRea, Antonello Salis, BeboFerra. Per non parlare delleincursioni nella musica classi-ca, con Ruggero Laganà, conGiorgio Mezzanotte, conRosetta Cucchi. E chissà chenon trovi anche il coraggio diandare a riscuotere la pro-messa pronunciata in presen-za di testimoni da PaoloConte, qualche tempo fa, discrivere qualcosa per la sou-brette che è in me (testuale).In fondo è stato lui a dichiara-

LELLA COSTA

FOTO DI S. PELLECCHIA

re che per fare musica “ci vacarattere e fisarmonica, sensodel brivido e solitudine”:almeno due elementi suquattro mi appartengonoprofondamente. E se voletescoprire quali, dovete solovenire a teatro.

Lella Costa

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Un avamposto militare in unterritorio di occupazione, laRepubblica veneta contro iTurchi, occidente controoriente: una storia già vista,che ritorna e costruisce nellamente un immaginario diguerre, purtroppo, vicine edevastanti. La fibra morale diun mondo messo a duraprova dalla crudezza delloscontro, con l’inevitabileripercussione sulle vicendeprivate dei protagonisti: diquelli nobili e virtuosi, comedi quelli meschini e malvagi.Shakespeare è l’unico autore,dopo i greci, che riesce a darcitragedie vere; e Otello, nellastoria teatrale, è una dellepoche vicende pienamenteconosciute dal pubblico,soprattutto dall’epoca roman-tica in poi. Il pubblico delnostro tempo è abituato asentire i nomi, così stravagan-ti e improbabili, di Iago,Desdemona, Otello, a legare

Otello

ad essi un racconto di gelosiae di sangue e a restare avvin-to dalle passioni che muovo-no i destini di quei personag-gi. Ma, conoscendo l’esito tra-gico della storia, lo spettatorecontemporaneo continua ainterrogarsi sulla fragilitàdella natura umana.Otello è un grande dibattito,profondo e appassionante:per Otello il mondo è bello, gliuomini sono nobili, e giustifi-cano la loro esistenza nellalealtà e nell’amore; per Iago ilmondo è abietto e volgare egli uomini sono come anima-li, carogne che si divorano l’unl’altro; da un lato un’idea delmondo e della natura umanache volge lo sguardo alla con-vivenza, alla bellezza e all’ar-monia; dall’altro la totaleassenza, machiavellica, diideologia, il pragmatismoempirico più spregiudicato.Nessuno ha la meglio, allafine. In realtà, il mondo somi-

di WILLIAM SHAKESPEAREtraduzione, adattamento e regia NANNI GARELLA

scene ANTONIO FIORENTINOcostumi CLAUDIA PERNIGOTTIluci GIGI SACCOMANDI

con MASSIMO DAPPORTO, MAURIZIO DONADONI, LUCIA LAVIA, FEDERICA FABIANI,GABRIELE TESAURI, WOODY NERI, MATTEO ALÌ

SALA GRANDE8 / 10 dicembre

ARENA DEL SOLE NUOVA SCENA \ TEATRO STABILE DI BOLOGNA

Se si spegnesseroil sole e la luna,insieme,in un buio eclisse...se la terratremando sisquarciasse...

OTELLO, ATTO V

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glia molto di più a come loimmagina Iago, ma anch’egline è travolto, come RiccardoIII. Cosa resta, dopo gli assas-sini, i suicidi, il crollo dellafiducia, della fedeltà e del-l’amore? Probabilmente solola notte buia, il cupo abisso incui precipita a volte la menteumana. L’accesso di folliadistruttiva e autodistruttiva,omicida e suicida, di Otello,nutrita dalla menzogna e dal-l’infamia di Iago; è la dissolu-zione di un mondo di valori,

MASSIMO DAPPORTOMAURIZIO DONADONI

FOTO DI RAFFAELLA CAVALIERI

come famiglia, patria, amore,lealtà, coerenza morale. Comedopo un’eclissi di sole e diluna - stralcio simbolico diuna immagine barocca - l’uo-mo resta sotto un cielo vuoto.

Nanni Garella

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Il Barone è un personaggiorealmente esistito, KarlFriedrich Hieronymus vonMünchausen era il suo nome.Ex ufficiale in pensione, rac-contò allo scrittore RudolfErich Raspe delle sue avven-ture meravigliose vissute inmare, in terra, in cielo e benpiù lontano. Con la narrazionedei suoi straordinari viaggi, ilBarone desiderava, secondoRaspe, “ridestare e far arrossi-re di vergogna il buon sensoin coloro che l’avevano perdu-to di vista vuoi per pregiudi-zio vuoi per abitudine”.Le storie di Münchausenhanno dell’incredibile, testi-moniano di reperti da custo-dire in bacheche che odoranodi Wunderkammer, racconta-no di mondi meravigliosidove tutto è smisurato, mapossibile. Le sue sono impreseeroiche, grandiose, delle verefanfaronate d’epoca, allequali però si vuole credere

I miracoli del Barone di Münchausen

con tutta l’innocenza di chiancora spera nella veridicitàdei sogni. Prestare fede a talimirabilia significa: viaggiareal centro della terra e scoprireche le eruzioni vulcanichenon sono altro che dispute trai Ciclopi e il Dio Vulcano, cono-scere il popolo dell’isola diFormaggio abitato da esserialtissimi con tre gambe e ununico braccio, giungere allavecchiaia, non morire ma tra-sformarsi in fumo comefanno gli abitanti lunari, eperché no, perdersi per boschimarini popolati da alberi diaragoste, gamberi e ostrichedi dimensioni imponenti.Certo tutto ciò, soprattuttoper i signori adulti, rischiad’apparire improbabile, magarantisco per il Barone: è laverità!I miracoli del Barone diMünchausen desidera parlarea tutti, grandi e piccini. E nelricordo di quei cespugli di

da RUDOLF ERICH RASPE

regia LAURA PAZZOLA

assistente alla regia ELISABETTA SPAGGIARIscene LAURA PAZZOLA, ELISABETTA SPAGGIARIcostumi ADRIANA GERALDOluci LOÏC FRANÇOIS HAMELIN

con EDOARDO DEMONTIS, ISELLA ORCHIS, LAURA PAZZOLA, CESARE SALIU

MINIMAX15 dicembre 6 gennaio

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

La differenza tra laverità e la menzo-gna non pesa più di una piuma.

DETTO EGIZIANO

Per lo spettacoloogni abbonato hadiritto di farsiaccompagnaregratuitamente daun bambinominore di anni 14.

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chiocciole marine tra cui pas-seggiano cervi con alberi diciliegio sulla fronte, vuoleessere un inno alla fantasia eal coraggio, un antidoto con-tro la noia. Un dialogo direttotra l’uomo e la dea Fortunache ogni cosa può avverare.

Laura Pazzola

DISEGNO

DI DINO BUZZATI

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Lupi e pecoredi ALEKSANDR OSTROVSKIJtraduzione ROBERTA ARCELLONI

regia GUIDO DE MONTICELLI

scene ARIANNA CAREDDAcostumi ZAIRA DE VINCENTIISdisegno luci LOÏC FRANÇOIS HAMELINregista assistente ROSALBA ZICCHEDDU

con CORRADO GIANNETTI, PAOLO MELONI, MARCO SPIGA,MARIA GRAZIA SUGHI, LUIGI TONTORANELLI,VALERIA COCCO, MARIAGRAZIA POMPEI

MINIMAX24 / 27 gennaio

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

ALEKSANDR N.OSTROVSKIJ (1823-1886) è il fondatoredel teatro russomoderno.Considerato loShakespeare dellaclasse mercantilerussa, con lui si sonomisurate tutte legenerazioni dei piùgrandi registi eattori fino al giornod’oggi. Lupi e pecoreappartiene all’ulti-mo periodo creativodello scrittore, dovei grandi temi dellatrasformazionedella società sonoaffrontati con unaforza e una capaci-tà di prefigurare ilfuturo che giungo-no dritti fino al tea-tro di Anton Cechov.

UNA SCENA DI LUPI E PECORE - FOTO DI DANIELA ZEDDA

RITORNANO

Torna al Massimo Lupi e peco-re di Aleksandr Ostrovskij,capolavoro della drammatur-gia russa che già l’anno scor-so ha sparso il suo nero eferoce divertimento tra ilpubblico, raccogliendo grandiconsensi.Ispirata a una vicenda di cro-naca giudiziaria realmenteaccaduta, questa commedia èuna portentosa girandola dipiccole e grandi malversazio-ni in cui tutti i personaggi sitrovano implicati, gli uni aidanni degli altri. Tutti o lupi opecore, e tutti vivono permangiare o essere mangiati.E i lupi e le pecore si inseguo-no scambiandosi vicendevol-mente i ruoli.E - sembra dirci Ostrovskij -non vi sarebbero i lupi se nonprosperassero le pecore. Solol’arrivo di un intraprendente eaffascinante uomo d’affaripietroburghese, mette fine a

questa infinita spirale. Con uninsieme di accorte e rapidemosse che contemplanoanche la sistemazione di unpaio di affari sentimentali,mette tutti nel sacco, diven-tando proprietario dei grandiboschi dei dintorni che di lì apoco moltiplicheranno il lorovalore per l’imminente arrivodella linea ferroviaria transi-beriana.Poco prima un personaggio siera rivolto a un altro dicendo-gli: «Scusate la domanda indi-screta. Avete mai saputo ladifferenza fra un’azionebuona e una cattiva?» E luiaveva risposto: «Questa è filo-sofia: noi che ne sappiamo?».

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Lia Careddu dà vita a una nar-razione fantastica, giocosa e atratti grottesca, entrando contenerezza e crudeltà fra lepieghe di questo grande clas-sico dell’umorismo, in unavertiginosa maratona apprez-zatissima già l’anno scorso.Uno sgomento coglie AkakijAkakievic, il piccolo copistaprotagonista del Cappotto,allorché, recatosi dal sarto perfar riparare il suo vecchio cap-potto - talmente liso da nonesser più in grado di difender-lo dai terribili rigori dell’inver-no di Pietroburgo - si sentedire che nessun rattoppo èormai possibile, che bisognapensare a un cappotto nuovo.L’impiegatuccio non avevavissuto fino a quel momentoche con un unico pensiero,un’unica, esclusivissima,mansione, la copiatura dellesue carte. E lo sconvolgimen-to, piombato tra capo e collo

Il cappotto di Gogol’

come un terremoto, diventapiano piano pensiero domi-nante, aspirazione, forseossessione, uno scopo nellavita.È di povertà o di ricchezza checi parla il capolavoro diGogol’? Di aridità o d’amore?Certo, il miserabile scrivano,tutto attorcigliato sulla musi-ca gracchiante del suo penni-no, scoprirà le delizie dell’at-tesa, tanto simili a quelle del-l’amore, ma anche - una voltache il nuovo indumento saràfinalmente pronto e conse-gnato dalle mani amorevolidel sarto - la fugacità del pos-sesso…

traduzione TOMMASO LANDOLFI

regia GUIDO DE MONTICELLI

disegno luci LOÏC FRANÇOIS HAMELINregista assistente ROSALBA ZICCHEDDU

musiche ALFRED SCHNITTKEda Gogol’ suite

con LIA CAREDDU

MINIMAX1 / 3 febbraio

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

Avvolta dalle notedella scatenata eteatralissimaGogol’ suite delcompositore russoAlfred Schnittke,l’attrice è lo “spiritodel racconto”- ma èanche lo scrivanoAkakij Akakievic, etutti gli altri perso-naggi, in un giocofatto di distanza epersonificazione,d’ironia e adesione,amplificato dal suoessere portatrice diuno sguardo (e diuna voce) femmini-le.

LIA CAREDDU - FOTO DI DANIELA ZEDDA

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14 febbraio 2004: MarcoPantani viene ritrovato senzavita in un residence di Rimini.Aveva appena compiuto 34anni. Dopo i trionfi al Girod'Italia e al Tour de France, leaccuse di doping a Madonnadi Campiglio, rivelatesi poiinfondate, lo hanno condottoa un lento ma inevitabile crol-lo psicologico fino a unamorte forse tragicamenteannunciata. Tra il campioneadulato, l'icona di chi ha fattorinascere il ciclismo comesport dell'impresa e della fan-tasia, e il morto di Rimini, chegiaceva in mezzo alla cocainanei panni di un vagabondo, viè tutta la complessità diun'epoca al tempo stessosublime e crudele che si eser-cita senza pudore. Senza ver-gogna.La scrittura di MarcoMartinelli, affonda nelleviscere dei nostri giorni edella società di massa che

Pantani

chiede sacrifici e capri espia-tori: attorno alle figure diTonina e Paolo, i genitori diMarco Pantani, che ancoraoggi stanno chiedendo giu-stizia per la memoria infan-gata del figlio, Martinellimette in scena una vegliafunebre e onirica, affollata dipersonaggi, che come un ritoantico ripercorre le impreseluminose dell'eroe. I genitoridi Marco, figure archetipichedi una Romagna anarchica ecarnale, sono sospese comel'Antigone di Sofocle davantial cadavere insepolto del fra-tello: cercano verità, e nonavranno pace finché nonl'avranno ottenuta.“Non lo so quello che è suc-cesso a Madonna diCampiglio, ma scoprirò laverità. Pagherò se c'è bisogno,ma lo verrò a sapere, perché èlà che gli è piombata addossola vergogna, e di quello èmorto”. (Tonina Pantani)

di MARCO MARTINELLIideazione MARCO MARTINELLI e ERMANNA MONTANARI

regia MARCO MARTINELLIideazione spazio scenico ALESSANDRO PANZAVOLTA - ORTHOGRAPHEdirezione tecnica ENRICO ISOLA

con ERMANNA MONTANARI, LUIGI DADINA, ALESSANDRO ARGNANI, ROBERTO MAGNANI,MICHELA MARANGONI, FRANCESCO MORMINO, LAURA REDAELLI

SALA GRANDE9 / 11 febbraio

TEATRO DELLE ALBE \ RAVENNA TEATRO \ LE MANÈGE.MONS \ SCÈNE TRANSFRONTALIÈRE DE CRÉATION ET DE DIFFUSION ASBL (BELGIO)

Vado così forte insalita per abbrevia-re la mia agonia.

MARCO PANTANI

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Il testo di Martinelli costrui-sce attorno a questo anelitodi giustizia un affrescosull'Italia degli ultimi tren-t'anni, l'enigma di una societàmalata di delirio televisivo emediatico, affannata a crearedal nulla e distruggere quoti-dianamente i suoi divi di pla-stica, ma anche capace di

MARCO PANTANI

FOTO DI OLYCOM/BETTINI

mettere alla gogna i suoi eroidi carne, veri, come MarcoPantani da Cesenatico, lo sca-latore che veniva dal mare.

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Per la prima volta a Cagliariuna delle più clamorose rive-lazioni recenti, nel campo delteatro comico e di figura.Un grande spettacolo pertutta la famiglia.Familie Flöz riesce a fare tea-tro in maniera sorprendente,ponendo lo spettatore difronte ai grandi - piccolimomenti della vita grazie allinguaggio del corpo e dellemaschere che rafforza, inmaniera straordinaria,l’espressiva comicità poetica,tipica del mondo della clow-nerie e del mimo. Infinita èuno spettacolo senza parole,incentrato sui primi e sugliultimi istanti di vita, sullanascita e sulla morte. È unospettacolo sui momenti in cuiavvengono i grandi miracolidella vita, il timido ingressonel mondo, i primi coraggiosipassi e l‘inevitabile cadutafinale.Infinita è un mosaico dei

Infinita

grandi piccoli momenti dellavita. Semplice, e compostodelicatamente, è un brevesguardo sui temi perpetuidella nascita, del sesso, dellamorte e di tutto ciò che è uni-versalmente comico.

La Familie Flöz, al secolo BjörnLeese, Benjamin Reber, HajoSchüler e Michael Vogel, è ungruppo nato nel 1994 dal-l’unione di artisti tedeschidella scuola Folkwang-Hochschule di recitazione emimo ed è oggi una dellecompagnie più richieste inEuropa. Le straordinariemaschere che utilizzano,creazioni di Hajo Schüler,sono state da subito parteintegrante della loro ricercasul linguaggio teatrale: unacontinua esplorazione del-l’uso di mezzi non verbali,ossia le azioni e gesti fisici dacui nascono i conflitti, a lorovolta origine dell’azione

un’opera di e con BJÖRN LEESE, BENJAMIN REBER, HAJO SCHÜLER, MICHAEL VOGEL

regia MICHAEL VOGEL, HAJO SCHÜLER

scene MICHAEL OTTOPALmusiche DIRK SCHRÖDERmaschere HAJO SCHÜLERluci REINHARD HUBERTcostumi ELISEU R. WEIDEanimazioni, video SILKE MEYERvideo ANDREAS DIHM

SALA GRANDE9 / 11 marzo

FAMILIE FLÖZ - ADMIRALSPALAST BERLINO - THEATERHAUS DI STOCCARDA

Per tutta la vita hoavuto paura dellamorte - e orache è arrivata...tutto qui?

KARL VALENTIN

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drammatica. Da questa pre-messa deriva la scelta diescludere la parola dalle loroperformance, per sottolinearela capacità di comunicazionepiù immediata del movimen-to e delle maschere, con laloro sconvolgente espressivi-tà.Teatro di maschera, danza,

FAMILIE FLOZ

FOTO DI SILKE MEYER

clownerie, acrobazia, magia,improvvisazione, Familie Flözcrea esperienze teatrali diuna poesia incomparabile.

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«Peer, tu menti!». È la primabattuta di questa grande favolateatrale sulla crescita, sullaricerca di sé, di questa galoppa-ta che abbraccia un’esistenzaintera, dalla fanciullezza allavecchiaia, ma che è tutta con-dotta, dal primo istante finoall’ultimo, sul dorso scalpitantedi un’unica età: quella delnostro essere ragazzi. «Peer, tumenti!». È mamma Aase che sirivolge al figlio scapestrato chele sta raccontando proprio dellasua ultima prodigiosa cavalca-ta in groppa a una renna su perle creste ghiacciate del nord,sulfilo del precipizio. E di quandola renna scivolò nell’abisso, etutti e due, cavalcatura e cava-liere, precipitarono nel vuoto arotta di collo. Ed è tutta unatastiera di emozioni, quella concui la madre ascolta le paroledel figlio: furore, apprensione,terrore, infine di nuovo furore:«Ah,demonio d’un contafrotto-le!… Questa storia ora me la

Peer: storie di un ladro di storieViaggio nel Peer Gynt di Ibsen

ricordo, l’ho sentita quandoavevo vent’anni. Era successa aGudbrand Glesne… non a te!».Peer è un inventore di storie. Omeglio: Peer è un ladro di sto-rie.Ed è,di volta in volta il narra-tore o il personaggio, o tutti edue insieme. Come quando,dopo i primi tre atti vissuti nellasua terra madre, la Norvegia, loritroviamo nel quarto, in etàmatura, proiettato in una biz-zarra Iliade “turistico-affaristi-ca” sulle coste del Marocco epoi nel deserto e in Egitto a tuper tu con la Sfinge, e infine inun manicomio del Cairo, inco-ronato re dei pazzi.Storie di un ladro di storie,sogni di un eterno ragazzo allaricerca del suo sé, che conflui-ranno nell’Odissea del quintoatto, il grande atto del ritorno acasa, nel quale ogni figurazionedel passato diventerà, indiffe-rentemente, mito immemoria-le (racconto, ancora racconto) ostrato di una cipolla da sfoglia-

regia GUIDO DE MONTICELLI

itinerario visivo a cura degli STUDENTI DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI SASSARIe della FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DI CAGLIARIdisegno luci LOÏC FRANÇOIS HAMELINregista assistente ROSALBA ZICCHEDDU

con gli ATTORI DEL TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

SALA GRANDE3 / 6 maggio

TEATRO STABILE DI SARDEGNA

Perché viviamo?A che scopo?Sempre lo stesso.Diventare bambini

Georg GroddeckPEER GYNT

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re senza mai trovare il nucleo.E che cos’è, questo consistere inun nulla che è tutto (già DonChisciotte ci aveva provato pro-iettandosi nelle storie illusoriee insieme reali dei suoi amatilibri di cavalleria) se non la stra-da dell’artista, del narratore,infine dell’attore? È l’avventurad’esser sé, per usare il titolo cheabbiamo dato al nuovo Festivaldi filosofia, al quale, questonostro viaggio all’interno delPeer Gynt ibseniano, sarà inti-mamente intrecciato.Presentato nella prossima pri-mavera con modalità speri-mentali, lo spettacolo saràun’alternanza di frammentiteatralizzati e narrati, e imbar-cherà nell’impresa, insieme agliattori della compagnia, moltigiovani che ci aiuteranno asognare questo viaggio, neisuoi molteplici aspetti: i ragazzidell’Accademia di Belle Arti diSassari e quelli della Facoltà diArchitettura, per immaginarneil ricco itinerario visivo; e le isti-tuzioni musicali formative diCagliari, per sognare di chemusica suoni; e i giovani attoriche coinvolgeremo, a cui si uni-ranno, ci auguriamo - in quellache abbiamo chiamato “la bot-tega delle arti e del pensiero” -gli studenti della Facoltà diFilosofia, a cui proponiamo diaffrontare, insieme a noi, letematiche che confluiranno nelFestival di quest’anno.

PEER GYNTA CAVALLO DELLA RENNA

DI MATS ÅBERG

L’avventura d’esser sé, ovveroesserlo fino al punto di rifiutarsiall’ultimo incontro colFonditore di bottoni, estremo“doppio” di Peer, che vorrebberifonderlo, ormai vecchio, nellasua cucchiaia; proprio come lostesso Peer faceva per gioco dabambino con i bottoni di sta-gno. Perché viviamo? A chescopo? Sempre lo stesso.Diventare bambini.

Guido De Monticelli

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L’avventura d’esser séidentità, verità e finzionein collaborazione con l’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

a cura di ROBERTA DE MONTICELLI e PIER LUIGI LECIS

Dopo i Karamazov, quest’an-no è Peer Gynt il punto diincontro fra teatro e filosofia.Pochi testi teatrali sono tantoricchi di temi intorno ai qualilasciare che si intreccino libe-ramente i dialoghi dei filosofiquanto lo è questo “poema diidee”, fantasmagorico e scon-finato. Una fenomenologiadello spirito errante, unBildungsroman, una parodiadella modernità tutta intera,una drammaturgia degli“stadi sul cammino dellavita”, un elogio della follia euna psicanalisi della ragione,un’odissea del ritorno allacasa materna, una salvifica edisperata teologia del femmi-nino: questo e molto altro è ilPeer Gynt, capolavoro assolu-to che sfugge alla classifica-zione dei generi come vi sfug-ge da sempre la “poesia delleidee”, secondo la lucida defi-nizione dello stesso Ibsen. Lo

diceva già James Joyce, diIbsen: “Ci si deve chiedere sequalche altro uomo in etàmoderna abbia avuto un taledominio sul mondo intellet-tuale”.Ecco allora il filo conduttoredei dialoghi filosofici che pro-poniamo quest’anno. Cos’è,infine, questo sé di cuiSocrate chiedeva alla filosofiala conoscenza? Forse si vienea teatro proprio per cercarla,questa conoscenza, per farsisfogliare strato dopo stratocome una cipolla - questametafora dell’anima di Peer.Se la sera è buona si riporta acasa il dubbio gyntiano: c’è unnocciolo, o non c’è, di ciò chesiamo? Il filosofo parla ingenerale, eppure il dubbionon è solo teorico. Salvi,siamo, in una nostra identitàche dura attraverso il tempo,o siamo solo un fascio di vis-suti senza consistenza, come

SALA GRANDE3 / 6 maggio

“Questa meditazio-ne mi condusseinfine tanto avantiche io mi sono resoconto…di avereun’essenza mia pro-pria, dotata di unapropria consistenzae coerenza”

EDMUND HUSSERL

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA 2o Festival di filosofia

IN COLLABORAZIONE CON

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materia assemblata dal caso,stagno da rifondere nella cuc-chiaia, come “un bottone chedoveva risplendere sul vestitodel mondo”, ma gli mancò ilpicciolo? Ci è riuscito o no diazzeccare la nostra vocazione,ci è riuscito, semplicemente,di diventare individui autono-mi, coerenti e responsabili? Seci si guarda intorno, in questonostro paese di consorterie econformismi, di populismi eparticolarismi, di mafie e bri-gantaggio, viene da pensareche questo fine è ben di radoraggiunto. Ci vorrebberofiumi di teatro e pensiero, peraiutare.

Come il giovane Peer, invento-re dei possibili, il pensiero(filosofico, poetico, teatrale….)vive soltanto immerso nelpotenziale della giovinezza. Ilpensiero ha bisogno deiragazzi quanto loro hannobisogno del pensiero: e anchequesto, attraverso le grandiimmagini dell’identità e dellafedeltà o infedeltà a se stessi,è il senso che vogliamo darenon solo al laboratorio delteatro di questa stagione, maanche al laboratorio del pen-siero, che culminerà quest’an-no ai primi di maggio con ilFestival di filosofia.

Roberta De Monticelli

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Sono anni difficili per il teatro,e lo sono in modo particolareper i giovani, e in Sardegnadove - a maggior ragione inmomenti di difficoltà econo-mica - l'isolamento geografi-co può diventare isolamentoculturale, con conseguentiproblemi di visibilità e di con-fronto. La vivacità espressadai numerosi gruppi, iniziati-ve e progetti, rischia di nontrasformarsi in un processoconcreto di maturazione arti-stica, anche in assenza di per-corsi di formazione completa,di sostegno non solo econo-mico, di occasioni durature dilavoro.Il Teatro Stabile dellaSardegna ha cercato negliultimi anni di portare il pro-prio contributo a questo pro-blema e di promuovere il dia-logo fra le generazioni.Da quest’anno, a partire dal

Le residenze dei gruppi sardi

dialogo e da una conoscenzaapprofondita dei gruppi e deisingoli operatori del teatrosardo, e dal confronto sui loroprogetti, si avvierà una nuovaforma di collaborazione, quel-la della "residenza artistica":alcuni gruppi verranno invita-ti a svolgere un periodo dilavoro nella nostra sede, e apresentarne i frutti al pubbli-co. Per un Teatro Massimo chevogliamo sempre più "abita-to".

MINIMAXfebbraio / aprile

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

Il Teatro Stabiledella Sardegnaintende sostenerei progetti artistico-produttivi di alcunigruppi teatralisardi, offrendospazi di lavoro, dilaboratorio e dirappresentazione esupporti tecnici,organizzativi edeconomici.Le scelte sono in viadi definizione eriguarderanno unao più permanenze"in residenza" frafebbraio e aprile.

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Nata dall’incontro tra il TeatroStabile della Sardegna e Cadadie Teatro, con il sostegno diFondazione Cariplo, la 1ª edi-zione di ØSCENA FESTIVALintende offrire al pubblico unospaccato della nuova scenateatrale della Lombardia. Unacollaborazione, quella dei dueteatri cagliaritani, nata dall’esi-genza di esplorare ed indagarequel che si muove nei più gio-vani teatri delle altre regionid’Italia. L’intento è di promuo-vere un appuntamento che,anno dopo anno, presenti alpubblico cagliaritano leinquietudini, le differenze e lecostanti di questo nuovo tea-tro, regione per regione.ØScena è la realtà a cui ci rife-riamo, in cui ci costringiamo avivere e che ostinatamentegiorno dopo giorno coltiviamo.E chi può meglio raccontarciquesto fenomeno di decadi-mento se non chi lo subisce?La generazione dell’anno Ø, la

generazione nata precaria, acui sembra negato ogni scam-polo di futuro?La prima regione ospitata è,appunto, la Lombardia con 6compagnie scelte tra le 22delle residenze teatrali del pro-getto Être promosso daFondazione Cariplo.ØSCENA FESTIVAL vedrà la suarealizzazione nei rispettivispazi che le due compagnieanimano: il Teatro Massimo eil Teatro La Vetreria. Un modoper mettere in collegamentola città, i pubblici e le poetichecol fine di realizzare una nuovamappa del teatro cittadino.

Øscena Festivalrassegna NUOVI TEATRI DALLA LOMBARDIA

Animanera FINE FAMIGLIAAia Taumastica IL NULLA - THE VOIDTeatro Inverso JOYNudeoecrudo teatro L’ISOLA. UNA STORIA DI IMMIGRAZIONECompagnia Teatrale Dionisi SERATE BASTARDE 2Sanpapié BOH!

TEATRO MASSIMOTEATRO LA VETRERIA11\14 ottobre ’12

TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA - CADA DIE TEATRO - FONDAZIONE CARIPLO ÊTRE

INCONTRI:• Esperienze teatralidi residenza.• Linguaggi, poeti-che e necessità nelteatro contempora-neo

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Le serate degli amici

Questo piccolo ciclo è dedicato agli spettacoli ideati e realizzati da alcuni dei nostri compagni di viaggiodi questi ultimi anni. Sono Marco Spiga, attore che ha ormai una lunghissima consuetudine col TeatroStabile della Sardegna ed è presente in diverse produzioni di questa stessa stagione; Rossella Faa, che harecitato e cantato per noi in diverse occasioni (come non ricordarla nel Canto dell’isola bambina?), eMaurizio Giordo, tra le ultime conoscenze artistiche dei nostri laboratori.

La tradizione del romanzo ''comico", inteso come umoristicoritratto di quel mondo colorito e un po' folle che è il teatro, e chevanta tra i suoi esempi più recenti Il romanzo teatrale di Bulgakov,rivive ne Il Maestro e gli altri, che Luigi Lunari ha dedicato al mag-gior teatro italiano e al suo più grande regista. Marco Spiga offreun gustoso ritratto di Giorgio Strehler, egocentrico e tiranno,ossessionato dal teatro e dalle cure di bellezza.

MINIMAX20/21 ottobre

Il maestroe gli altridi LUIGI LUNARIcon MARCO SPIGA

Sighi, singin’ mette in musica storie di donne, delle loro preoccupa-zioni e difficoltà nella vita di tutti i giorni. Sono paure di ieri e di oggi:le blatte e i topi in casa, le pulizie domestiche e i ragni sul soffitto, lapaura delle corna, dei fantasmi, delle streghe, la paura della guerrae della fame. La sete di serenità ciclicamente rovescia i valori e ciòche un tempo era stato fonte di paura diventa poi, nel confronto,quasi desiderabile: così si ripensa ai bei tempi andati in cui le blatteerano nere e non volavano, mentre ora sono rosse o bionde, hannole ali e volano!

MINIMAX2/3 marzo

TEATRO DEL SEGNO

Sighi,singin’di e con ROSSELLA FAA

Un'ora di risate nel riconoscersi vittime di tragi-comiche avventu-re di viaggio, accompagnate dal vivo da canzoni che vanno daPaolo Conte a Lucio Battisti, da Bruno Lauzi, ai ritmi arabo-cam-pani.Tutto questo infarcito dai dialettalismi che solo un portotor-rese doc come Maurizio Giordo - felicemente accompagnato allachitarra da Marcus Pintus - poteva pensare di mescolare allesonorità di un grammelot inglese e francese.

MINIMAX23/24 marzo

I viaggidi oggicon Maurizio Giordoe Marco Pintus

FOTO DI DANIELA ZEDDA

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UN TEATRO ABITATOIl Teatro Stabile della Sardegnavuole fare sempre di più delMassimo uno spazio vivo e“abitato” con continuità, unluogo dove incontrarsi e emo-zionarsi.

BAR - RISTORO Per rendere sempre più grade-vole la presenza al Massimo èstata potenziata e qualificatala gestione del bar-ristorodotato di due spazi - uno nelgrande foyer e uno collegatoalla bellissima terrazza eattrezzato per servire aperitivi,buffet e cocktail.

BOOKSHOP E INFOPOINTDurante la Stagione teatrale2012 sono stati inaugurati bendue spazi sull’ingresso di vialeTrento 9: l’infopoint attrezzatoper promuovere tutti gli eventipresenti in città e l’adiacentebookshop “Libreria al Massimo”.

UNO SPAZIO PER I TUOI EVENTICon le sue sale, le attrezzaturee i servizi che può offrire, ilTeatro Massimo rappresentauno spazio ideale non solo perattività di spettacolo, ma perconvegni, incontri, eventi.Per informazioni sulle dotazio-ni e condizioni di affitto:www.teatrostabiledellasarde-gna.it • tel. 070.677.8124 •[email protected]

Il Teatro Massimo, costruito nel1947, ha ospitato nella sua storiaspettacoli prestigiosi di lirica,prosa, jazz. Nel 1982, a seguito diun incendio, fu chiuso per esse-re restituito alla città solo venti-sette anni dopo, nel febbraio2009, dopo lavori di restauroimpegnativi, che hanno portatoalla luce importanti repertiarcheologici romani. Il teatrooggi ospita due sale di spettaco-lo, il Massimo e il Minimax (738 e193 posti) e una piccola sala poli-valente, collegata a un’ampia econfortevole terrazza. Alla suariapertura, il Comune di Cagliarine ha affidato la gestione alTeatro Stabile della Sardegna,che vi svolge la propria attivitàproduttiva, formativa e di ospita-lità e accoglie numerosi appun-tamenti culturali e altre iniziati-ve cittadine, fra cui la stagioneteatrale del Circuito TeatraleRegionale Cedac e il CircuitoDanza. Nella stagione 2011/2012il teatro è stato aperto al pubbli-co oltre 200 giorni.

REGOLAMENTO DI SALAIl Teatro Massimo invita il pub-blico a rispettare il seguenteregolamento di sala.- Lo spettatore deve sempreessere munito di biglietto o ditessera d'ingresso, da esibire asemplice richiesta del persona-le di sala addetto al controllo. Ilpubblico è tenuto a occupare ilposto assegnato.- È vietato l'accesso in sala aspettacolo iniziato. Gli spetta-tori giunti in ritardo sono invi-tati ad attendere nel Foyer ilprimo intervallo per raggiun-gere il proprio posto.- I bambini di età inferiore ai 6anni potrebbero non essereammessi in Teatro negli spet-tacoli serali.- In sala è richiesto un compor-tamento corretto e il rispettodel silenzio.- È vietato l'uso dei telefoni cel-lulari in sala.- È vietato scattare fotografiein Teatro e realizzare qualsiasitipo di registrazione audio evideo se non autorizzati dallaDirezione.- Ai sensi della legge 584/75 èvietato fumare nei locali delTeatro.- Tutte le consumazionidovranno essere effettuateesclusivamente nei locali bar.È vietato introdurre bevande ealimenti in sala.- Per qualsiasi problema o esi-genza il pubblico è pregato dirivolgersi alle maschere/hostesso al Responsabile di sala.

Il Massimo

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La storia del Teatro di Sardegna affonda le sue radici negli anni '60,con le sue prime esperienze di teatro universitario, ma è dopo lospettacolo Quelli dalle labbra bianche, tratto dal romanzo diFrancesco Masala, del 1972, che il gruppo decide di costituirsi in coo-perativa nel marzo del 1973.Da allora sono passati quarant’anni! Quarant’anni di vita e di teatro.Oggi, il Teatro di Sardegna, riconosciuto come Teatro Stabile dalMinistero per le Attività Culturali e dalla Regione Sardegna, gestisceil Teatro Massimo di Cagliari su affidamento del Comune ed è la piùimportante organizzazione teatrale regionale per numero di produ-zioni, consistenza economica, elementi impegnati in campo artisti-co e organizzativo.Particolare significato riveste dunque, per il Teatro Stabile dellaSardegna, la stagione del suo quarantesimo compleanno: 40 annisono un traguardo importante per una formazione artistica, un'oc-casione per riflettere sul proprio percorso e il proprio futuro, maanche su questi decenni di storia, di cultura e di teatro, in Sardegnae nel nostro paese.Intendiamo cogliere questo anniversario come un’opportunità percostruire e valorizzare una memoria rivolta al futuro, con un pro-gramma che va dalla sistemazione dell'archivio, all’allestimento diuna mostra, alla pubblicazione di un libro. Inoltre vorremmo invita-re alcuni scrittori sardi a raccontarci per brevi flash, ma con la linguadel teatro, questi lunghi quarant’anni di storia della Sardegna e delnostro paese: per farne uno spettacolo a più voci.A questa iniziativa vogliamo infine legare un ricordo del grandeFrancesco Masala, che collaborò a lungo con il gruppo, in una sera-ta speciale: un momento di incontro e di partenza per gli scrittoriche vorranno unirsi a noi nel progetto. Sarà il modo migliore difesteggiare insieme questi quarant’anni di vita e di teatro.

I primi 40 anni del Teatro di SardegnaUNA MEMORIA RIVOLTA AL FUTURO

1972 - 2012

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PRESIDENTEMariagrazia Sughi

VICEPRESIDENTECorrado Giannetti

CONSIGLIERIPaolo MeloniMario PinnaRosalba Ziccheddu

SOCI

Maria Grazia BodioAntonio CabidduRoberto CabrasLia CaredduCorrado GiannettiCristina MaccioniPaolo MeloniPietro Paolo MurruGabriella NoèIsella OrchisMario PinnaCesare SaliuMariagrazia SughiLuigi TontoranelliRosalba Ziccheddu

SINDACI

PresidenteCorrado Caddeo

Alberto PicciauSimone Bagliani

DIRETTORE ARTISTICOGuido De Monticelli

SEGRETERIAMichela Murgia

PRODUZIONEClaudia Pintor

COORDINAMENTO GESTIONE SALEKarim Galici

PROGRAMMAZIONE E DISTRIBUZIONEMichela MurgiaPaola Masala

BIGLIETTERIAE RAPPORTI CON IL PUBBLICODanilo Soddu (INSERZIONI E SPONSOR)Marco Murgia

STAMPA E COMUNICAZIONEPaola Masala

UFFICIO SCUOLA E UNIVERSITÀGiuseppa Salidu

AMMINISTRAZIONEFabio GranelliMaria Grazia Puddu

DIREZIONE TECNICALoïc Francois HamelinBasilio Scalas

TECNICI E COLLABORATORIMassimo FaddaStefano DamascoElisa MurgiaBarbara Piras

CONSULENTE GENERALEMimma Gallina

Il Teatro Massimo è affidatoin gestione per convenzionedal Comune di Cagliari,Servizio Cultura e Spettacolo,alla Cooperativa TeatroStabile della Sardegna, tea-tro stabile a gestione privata,riconosciuto dal Ministerodei Beni e delle AttivitàCulturali e dalla RegioneSardegna.

COMUNE DI CAGLIARI

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

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• In rosso gli spettacoli in abbonamento. Il programma è suscettibile di integrazioni e variazioni, che verran-no comunicate tempestivamente sul sito del TSDS e via email agli iscritti alla newsletter.

TEATRO LA VETRERIAh. 21.15ANIMANERAFine famiglia

TEATRO LA VETRERIAh. 19NUDOECRUDOL'isola, una storiadi immigrazione

MINIMAXh. 21.15AIA TAUMASTICAIl Nulla

MINIMAXh. 16 INCONTROEsperienze tea-trali di residenza

h. 18.30 e 19.45TEATRO INVERSOJoy

TEATRO LA VETRERIAh. 21.15COMPAGNIA DIONISISerate bastarde 2

TEATRO LA VETRERIAh. 11 INCONTROLinguaggi,poeti-che e necessitànel teatrocontemporaneoMINIMAXh.19SanpapiéBoh!

MINIMAXh. 21Il maestroe gli altri

MINIMAXh. 19Il maestroe gli altri

OTTOBREg 11

v 12

s 13

d 14

s 20

d 21

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

MINIMAXh. 19Storie di famiglia

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

MINIMAXh. 17Storie di famiglia

SALA GRANDEh. 21Moscheta

SALA GRANDEscolasticaMoscheta

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

SALA GRANDEh. 21Moscheta

MINIMAXh. 19Storie di famiglia

NOVEMBREg 8

v 9

s 10

d 11

m 14

g 15

v 16

s 17

d 18

SALA GRANDEh. 21Arie

SALA GRANDEh. 21Arie

SALA GRANDEh. 21Otello

SALA GRANDEh. 19Otello

SALA GRANDEscolasticaOtello

MINIMAXh. 18I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 17I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 18I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 19I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 17I miracolidel Baronedi Munchaüsen

DICEMBREs 1

d 2

s 8

d 9

l 10

s 15

d 16

s 22

d 23

m26

MINIMAXh. 18I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 17I miracolidel Baronedi MunchaüsenMINIMAXh. 18Storie di famiglia

MINIMAXh. 17Storie di famiglia

MINIMAXh. 21Storie di famiglia

MINIMAXh. 17Lupi e pecore

MINIMAXh. 21Lupi e pecore

MINIMAXh. 21Lupi e pecore

MINIMAXh. 19Lupi e pecore

GENNAIOs 5

d 6

s 12

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febbraio - aprileDATE DA DEFINIRELe residenzedei gruppi sardi

• Per informazioni sul calendario completo delle rappresentazioni rivolte alle scuole:[email protected].

MINIMAXh. 17Il cappottodi Gogol’

MINIMAXh. 21Il cappottodi Gogol’

MINIMAXh. 19Il cappottodi Gogol’

SALA GRANDEh. 21Pantani

SALA GRANDEh. 19Pantani

SALA GRANDEh. 17Pantani

febbraio - aprileDATE DA DEFINIRELe residenzedei gruppi sardi

FEBBRAIOv 1

s 2

d 3

s 9

d 10

l 11

MINIMAXh. 19Sighi, singin’

MINIMAXh. 21Sighi, singin’

SALA GRANDEh. 21Infinita

SALA GRANDEh. 19Infinita

SALA GRANDEscolasticaInfinita

MINIMAXh. 19I viaggi di oggi

MINIMAXh. 21I viaggi di oggi

febbraio - aprileDATE DA DEFINIRELe residenzedei gruppi sardi

MARZOs 2

d 3

s 9

d 10

l 11

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s 24

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APRILESALA GRANDEPRIMAGIORNATA2O FESTIVAL DI FILOSOFIAL’avventurad’esser séidentità, verità efinzioneSALA GRANDEh. 21Peer: storie di unladro di storie

SALA GRANDESECONDA GIORNATA2O FESTIVAL DI FILOSOFIAL’avventurad’esser séidentità, verità efinzioneSALA GRANDEh. 21Peer: storie di unladro di storie

SALA GRANDETERZA GIORNATA2O FESTIVAL DI FILOSOFIAL’avventurad’esser séidentità, verità efinzioneSALA GRANDEh. 19Peer: storie di unladro di storie

SALA GRANDEQUARTA GIORNATA2O FESTIVAL DI FILOSOFIAL’avventurad’esser séidentità, verità efinzione

SALA GRANDEh. 21Peer: storie di unladro di storie

MAGGIOv 3

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