NUMERO Renerdì 10 giugno, un incontro dibattito per veder chiaro … · Montanelli, pensava che...

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Direttore editoriale Luigi Parrillo - Già prodotta istanza di registrazione al Tribunale di Cosenza - Comitato di redazione: Giovanni Carlo Gallo, Romina Zavatta, Sabina Licursi, Paolo Chiaselotti, Fernando Bianchino, Domenico Formoso, Vito Argondizzo, Franco Castagnaro - Sede legale: San Marco Argentano (Cs), Via Vitt.Emanuele n.51 - http://www.partecipazioneedemocrazia.org/ E-mail: [email protected]/ Giornale periodico di informazione a distribuzione gratuita - Direttore responsabile Luigi Tucci - NUMERO 6 GIUGNO 2005 Abbiamo trascorso anni in- teri senza mai parlare di politi- ca. Termine che, alla fine degli anni Novanta, sembrava più una bestemmia che il sale del- la democrazia. Tutti contro i professionisti della politica, ri- tenuti dei reietti, più di tanti delinquenti che le nostre for- ze dell’ordine fanno fatica a catturare e tenere dietro le sbarre. Oggi le questioni della politica hanno riacceso gli animi, almeno tra gli addetti ai lavori, grazie alle gaffe conti- nue di Berlusconi, paladino della società civile e gran di- stributore di perle del nonsen- se italiano. Ma l’Italia, splen- dido Paese, pieno di gloria an- tica e cultura straordinaria, non conosce le mezze misure. E allora è partito il via, in que- ste ultime settimane, alla più tradizionale sagra paesana della politica del nulla. A farla da padrone, i partiti maggiori del centro-sinistra. Appena hanno annusato la vittoria alle regionali, subito hanno cam- biato le regole del gioco. Non basta vincere tutti insieme, ma bisogna farlo con un vantag- gio sui partiti che ci affianca- no. E la gente, in tutto que- sto? Ma chi se ne frega. I cit- tadini abitano sulla luna, gua- dagnano tanti denari da poter comprare ciò che gli pare, sono serviti da servizi pub- blici di massima efficienza. In- somma, che non rompano le scatole. E’ questo il vero sui- cidio del tutti contro tutti. Pro- di non si fida di nessun allea- to e ha preso il puzzo del Ber- lusca. Rutelli cerca spazio per fregare i Ds e Fassino, Berti- notti è disposto anche a fare qualche passo indietro sulla legalità (vedi Bologna), pur di non perdere voti. E, cari amici, se non si cambia rotta e non si trovano soluzioni ai problemi della gente, quelli veri, forse dobbiamo continuare a vive- re, per i prossimi anni, con il naso turato e Berlusconi a Palazzo Chigi. Povero Indro Montanelli, pensava che per rinsavire bastassero solo po- chi anni guidati dall’uomo di Arcore. Politica, tutto o niente LUIGI TUCCI La notizia sulla decisione della Margherita di parteci- pare alle prossime elezioni politiche con liste proprie per la quota proporzionale lascia spazio a considerazio- ni di metodo e di merito. Nei panni di osservatore lai- co devo dire di essere rima- sto molto impressio- nato dalla forza deci- sionale di Rutelli, dal- la capacità di esprime- re una pro- pria posi- zione con chiarezza e senza mezzi termini as- sumendo- sene ogni responsa- bilità: per la prima volta ne ho ravvisato la tempra del leader. Nel merito credo che la ri- vendicazione di autonomia politica da parte di un parti- to ancora giovane e in via di strutturazione dei propri or- ganismi rappresentativi, sia operazione assolutamente le- (Continua a pag:3) gittima, condivisibile o meno, ma in ogni caso da non cri- minalizzare, come si è tenta- to di fare, perché sarebbe questo il vero suicidio per il centro sinistra. Anzi, secondo me (e credo di chiunque si sforzi di ra- gionare in un’ottica al diso- pra delle parti), è una opera- zione opportuna e intelligen- te nel momento in cui forze moderate liberate da una possibile e auspicabile im- plosione del centro destra potrebbero trovare nella Margherita un nuovo cen- tro gravitazionale. Altrettan- to legittime sono anche le opinioni delle altre forze del- la coalizione anche se riten- go che sostanzialmente le posizioni contrapposte non siano altrettanto contrastan- ti, ma possano essere en- trambe prospetticamente condivisibili. Non sparate su Rutelli GIOVANNI CARLO GALLO Foto Villani Programmazione? No, grazie! Resoconto dell’ultimo Consiglio Comunale Luigi Parrillo a pag.2 Le foibe, oltre la fiction Un sammarchese scampato alla tragedia Paolo Chiaselotti a pag.4 Spesso il modo migliore per comprendere il significa- to essenziale delle “cose” è capire il perché abbiano pro- prio quel nome. Il termine “re- ferendum” deriva dal latino “refero”, un verbo che signi- fica riportare, ripetere, instau- rare di nuovo. Referendum è, dunque, termine che evoca la necessità di un intervento altrui per prendere la decisio- ne finale. E siamo tutti noi quelli con il diritto d’intervenire su una tematica, quella della procre- azione assistita medicalmen- te, su cui il legislatore si è pronunciato con legge del 24/02/2004 n.40 senza, però, risolvere i problemi in modo soddisfacente. Al punto che la “patata bollente” passa agli elettori, tenuti a boccia- re o promuovere quella leg- ge. E, si badi, a nulla di più. All’esito di un referendum, qual è quello abrogativo ri- conosciuto dall’art.75 della Costituzione, non si scrive una nuova legge: semplice- mente, se il referendum avrà esito rilevante, si elimineran- no alcune parti della legge n.40, ferma restando la ne- cessità che intervenga, di nuovo, il legislatore per col- mare le lacune di una legge modificata e con il vincolo di rispettare il responso popo- lare. Dunque la “patata bol- lente” tornerà al legislatore e noi tutti, abituati a delegare la gestione della cosa pub- blica, torneremo al nostro più tranquillo ruolo di sempre. …Ed allora, il 12 e 13 giugno si voterà per il SI o per il NO ai quesiti referendari. Mi pongo il primo dei pro- blemi: ho interesse ad anda- re a votare? Di certo so che, stavolta, il mio voto non sa- rebbe a favore di questo o quel candidato, non sarebbe per delegare ad altri la gestio- ne dello Stato o della mia Regione o del mio Comune; il mio voto sarebbe come quello di un professore sul compito dell’alunno perché potrei decidere, come detto, di bocciare o promuovere parti di quella legge, diretta- mente, senza che altri decida (Continua a pag:4) Referendum: donne a confronto Venerdì 10 giugno, un incontro dibattito per veder chiaro nell’impalcatura della legge Tre donne relatrici per affrontare il problema dal punto di vista giuridico, scientifico e filosofico PAOLA CAVALCANTI Paola Gallo (Biologa), Paola Cavalcanti (Avvocato) e Wilma Giovane (Medico), relatrici del Convegno L’ospedale di San Marco sul prestigioso “Clinical Nephrology” Dalla redazione a pag.5

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Direttore editoriale Luigi Parrillo - Già prodotta istanza di registrazione al Tribunale di Cosenza - Comitato di redazione: Giovanni Carlo Gallo,Romina Zavatta, Sabina Licursi, Paolo Chiaselotti, Fernando Bianchino, Domenico Formoso, Vito Argondizzo, Franco Castagnaro - Sede legale:San Marco Argentano (Cs), Via Vitt.Emanuele n.51 - http://www.partecipazioneedemocrazia.org/ E-mail: [email protected]/

Giornale periodico di informazione a distribuzione gratuita - Direttore responsabile Luigi Tucci -NUMERO

6GIUGNO

2005

Abbiamo trascorso anni in-teri senza mai parlare di politi-ca. Termine che, alla fine deglianni Novanta, sembrava piùuna bestemmia che il sale del-la democrazia. Tutti contro iprofessionisti della politica, ri-tenuti dei reietti, più di tantidelinquenti che le nostre for-ze dell’ordine fanno fatica acatturare e tenere dietro lesbarre. Oggi le questioni dellapolitica hanno riacceso glianimi, almeno tra gli addetti ailavori, grazie alle gaffe conti-nue di Berlusconi, paladinodella società civile e gran di-stributore di perle del nonsen-se italiano. Ma l’Italia, splen-dido Paese, pieno di gloria an-tica e cultura straordinaria,non conosce le mezze misure.E allora è partito il via, in que-ste ultime settimane, alla piùtradizionale sagra paesanadella politica del nulla. A farlada padrone, i partiti maggioridel centro-sinistra. Appenahanno annusato la vittoria alleregionali, subito hanno cam-biato le regole del gioco. Nonbasta vincere tutti insieme, mabisogna farlo con un vantag-gio sui partiti che ci affianca-no. E la gente, in tutto que-sto? Ma chi se ne frega. I cit-tadini abitano sulla luna, gua-dagnano tanti denari da potercomprare ciò che gli pare,sono serviti da servizi pub-blici di massima efficienza. In-somma, che non rompano lescatole. E’ questo il vero sui-cidio del tutti contro tutti. Pro-di non si fida di nessun allea-to e ha preso il puzzo del Ber-lusca. Rutelli cerca spazio perfregare i Ds e Fassino, Berti-notti è disposto anche a farequalche passo indietro sullalegalità (vedi Bologna), pur dinon perdere voti. E, cari amici,se non si cambia rotta e non sitrovano soluzioni ai problemidella gente, quelli veri, forsedobbiamo continuare a vive-re, per i prossimi anni, con ilnaso turato e Berlusconi aPalazzo Chigi. Povero IndroMontanelli, pensava che perrinsavire bastassero solo po-chi anni guidati dall’uomo diArcore.

Politica,tutto o niente

LUIGI TUCCI

La notizia sulla decisionedella Margherita di parteci-pare alle prossime elezionipolitiche con liste proprieper la quota proporzionalelascia spazio a considerazio-ni di metodo e di merito.Nei panni di osservatore lai-co devo dire di essere rima-

sto moltoimpressio-nato dallaforza deci-sionale diRutelli, dal-la capacitàdi esprime-re una pro-pria posi-zione conchiarezza esenza mezzitermini as-sumendo-sene ogniresponsa-bilità: per laprima volta

ne ho ravvisato la tempra delleader.Nel merito credo che la ri-vendicazione di autonomiapolitica da parte di un parti-to ancora giovane e in via distrutturazione dei propri or-ganismi rappresentativi, siaoperazione assolutamente le- (Continua a pag:3)

gittima, condivisibile o meno,ma in ogni caso da non cri-minalizzare, come si è tenta-to di fare, perché sarebbequesto il vero suicidio per ilcentro sinistra.Anzi, secondo me (e credodi chiunque si sforzi di ra-gionare in un’ottica al diso-pra delle parti), è una opera-zione opportuna e intelligen-te nel momento in cui forzemoderate liberate da unapossibile e auspicabile im-plosione del centro destrapotrebbero trovare nellaMargherita un nuovo cen-tro gravitazionale. Altrettan-to legittime sono anche leopinioni delle altre forze del-la coalizione anche se riten-go che sostanzialmente leposizioni contrapposte nonsiano altrettanto contrastan-ti, ma possano essere en-trambe prospetticamentecondivisibili.

Non sparate su RutelliGIOVANNI CARLO GALLO

Foto Villani

Programmazione?No, grazie!

Resoconto dell’ultimoConsiglio Comunale

Luigi Parrilloa pag.2

Le foibe,oltre la fictionUn sammarchese

scampatoalla tragedia

Paolo Chiaselottia pag.4

Spesso il modo miglioreper comprendere il significa-to essenziale delle “cose” ècapire il perché abbiano pro-prio quel nome. Il termine “re-ferendum” deriva dal latino“refero”, un verbo che signi-fica riportare, ripetere, instau-rare di nuovo. Referendum è,dunque, termine che evocala necessità di un interventoaltrui per prendere la decisio-ne finale.E siamo tutti noi quelli con ildiritto d’intervenire su unatematica, quella della procre-azione assistita medicalmen-te, su cui il legislatore si èpronunciato con legge del24/02/2004 n.40 senza, però,risolvere i problemi in modosoddisfacente. Al punto chela “patata bollente” passaagli elettori, tenuti a boccia-re o promuovere quella leg-ge. E, si badi, a nulla di più.All’esito di un referendum,qual è quello abrogativo ri-conosciuto dall’art.75 dellaCostituzione, non si scriveuna nuova legge: semplice-mente, se il referendum avràesito rilevante, si elimineran-no alcune parti della leggen.40, ferma restando la ne-cessità che intervenga, dinuovo, il legislatore per col-mare le lacune di una leggemodificata e con il vincolo dirispettare il responso popo-lare. Dunque la “patata bol-lente” tornerà al legislatore e

noi tutti, abituati a delegarela gestione della cosa pub-blica, torneremo al nostro piùtranquillo ruolo di sempre.…Ed allora, il 12 e 13 giugnosi voterà per il SI o per il NOai quesiti referendari.Mi pongo il primo dei pro-

blemi: ho interesse ad anda-re a votare? Di certo so che,stavolta, il mio voto non sa-rebbe a favore di questo oquel candidato, non sarebbeper delegare ad altri la gestio-ne dello Stato o della miaRegione o del mio Comune;

il mio voto sarebbe comequello di un professore sulcompito dell’alunno perchépotrei decidere, come detto,di bocciare o promuovereparti di quella legge, diretta-mente, senza che altri decida

(Continua a pag:4)

Referendum: donne a confrontoVenerdì 10 giugno, un incontro dibattito per veder chiaro nell’impalcatura della legge

Tre donne relatrici per affrontare il problema dal punto di vista giuridico, scientifico e filosoficoPAOLA CAVALCANTI

Paola Gallo (Biologa), Paola Cavalcanti (Avvocato) e Wilma Giovane (Medico), relatrici del Convegno

L’ospedale diSan Marco

sul prestigioso“Clinical

Nephrology”

Dalla redazionea pag.5

Pag. 2 GIUGNO 2OO5

Pubblico delle grandi oc-casioni per Antonio Acri che,a San Marco Argentano, hapensato di rivolgere il suosentito ringraziamento peressere stato “votato quantobasta”. Nell’immenso salonede ‘L’Incontro’ numerosi cit-tadini (diessini quanto ba-sta) hanno espresso il pro-prio pensiero sulla elezionedi Acri in seno al Consiglioregionale preconizzando, peril neo-consigliere, un ruolosignificativo sul piano del-l’apporto di idee e di intelli-genza amministrativa, consi-derata l’esperienza non tra-scurabile accumulata nel de-cennio di presidenza all’Am-ministrazione provinciale diCosenza, la più grossa pro-vincia italiana, grande duevolte la Liguria.Su Antonio Acri si appuntal’interesse e l’attenzione del-l’intera Valle dell’Esaro che,non essendo riuscita ad eleg-gere il proprio candidato,vede nel sessantenne ex Pre-sidente della Provincia l’uo-mo che ha la volontà di rap-presentare questo territorioche, da qualche anno, è ri-masto orfano di un punto diriferimento politico costante,ma è sempre stato utilizzato

come serbatoio di voti al qua-le attingere in periodo elet-torale per essere, poi, pun-tualmente dimenticato neilassi di tempo tra una elezio-ne e l’altra.Acri ha detto che non suc-cederà più. Due solitudiniformano una comunità: unuomo solo ed un territoriodimenticato possono inte-

grarsi perfettamente, com-prendersi sul piano delle esi-genze, pervenire a quellasimbiosi intelligente in gra-do di formulare programmi eprogetti che non gratifichinosingoli soggetti o privilegi-no soltanto “gli amici degliamici”, ma guardino al terri-torio nella sua interezza enella sua complessità secon-do la visione storica di unPartito che della collettivitàha fatto storicamente una re-ligione che non è mutata conil modificarsi della nomencla-tura e della terminologia sog-gette a modismi o aderenti aduna più o meno discutibileestetica linguistica.Il plauso della sala è sembra-to gratificare di consensi l’im-magine di un uomo politiconon aduso all’obbedienzacieca, ma che intende affida-re all’originalità del proprioio il compito di esprimere laqualità del contributo che siè impegnato ad offrire al Go-verno della Regione e, per ciòstesso, alle attese dei citta-dini che hanno rivolto al-l’Unione di centro sinistrauna messe di voti così dovi-ziosa da superare ogni piùrosea previsione.Le Unità di Base dei Demo-

cratici di Sinistra sono abili-tate a raccogliere istanze par-ticolari da rivolgere ai proprirappresentanti in seno alConsiglio Regionale fungen-do così da tramite immediatoe da impliciti peroratori dellenecessità di tutti. Esse saran-no aperte a tutti i cittadini,indipendentemente dall’ap-partenenza politica; solo così

si darà dimostrazione di comei ruoli istituzionali travalichi-no i particolarismi che fino adora hanno caratterizzato uti-litaristiche mediazioni di bas-so profilo sociale e politico.I capovolgimenti politici de-gli ultimi tempi potrebberoessere letti, con buona ap-prossimazione, come le avvi-saglie di un cambiamento dicostume, come un tentativodi rifiuto di metodi che nonhanno prodotto effettivi be-nefici di lunga durata, comeil risveglio di molte coscien-ze tenute a freno da più omeni impliciti ricatti, comel’apertura verso nuovi oriz-zonti culturali che restituisca-no alla nostra gente la digni-tà che merita per averla riscat-tata sotto l’egida dei movi-menti di sinistra che l’avevaaffrancata dai soprusi deipotenti per diritto dinastico.Se ripercorressimo per un at-timo la storia della sinistra ita-liana ed europea, ritroverem-mo le fisionomie di quegliantenati oggi traditi da pro-ditori cambi di campo e dicasacca. Oggi, ridicole bor-ghesie da cortile scimmiotta-no maldestramente gli op-pressori di un tempo tentan-do di mimetizzare nell’arro-

ganza della neo-ricchezza gliinconfondibili tratti somaticiche il patrimonio genetico siostina a riproporre con rego-lare, ineluttabile crudeltà.Il valore dell’uomo si mani-festa nell’essere se stessi,con la dignità della propriastoria, con l’orgoglio dellapropria evoluzione culturale,con l’autenticità del proprioio che non somiglia a nessunaltro se non a sé stesso.Questo ci è parso di leggerenel messaggio di AntonioAcri che della propria auten-ticità ha fatto esibizione incampagna elettorale, tantoda ricevere come contropar-tita utile menzione, seppurein tante piccole dosi, in cen-tocinquanta dei centocin-quantacinque comuni dellaprovincia di Cosenza.Se ne ricordi.

Antonio Acri ringraziaIl neo-parlamentare regionale pone le basi per un rilancio del territorio

Antonio Acri, Giancarlo Gallo e PaoloChiaselotti

IL 12 E IL 13 GIUGNO

IO VADO AVOTARE

REFERENDUM PARZIALMENTE ABROGATIVIDELLA LEGGE 40 SULLA PROCREAZIONE

MEDICALMENTE ASSISTITA

Programmazione? No, grazie!Una buona tecnica di formulazione del bilancio, che non interpreta l’anima della città

Un consiglio comunale effervescente tra disagi politici e incertezze sulle regole

Sono ritornato a frequen-tare l’aula consiliare dopo unperiodo di assenza determi-nato dalla consapevolezzadella mancanza di dibattitopolitico e dalla presa d’attodella commistione “minestro-nica” che connota i banchidel consiglio. L’approvazio-ne del bilancio di previsione,tuttavia, nonpuò essereevento da di-sertare dal mo-mento che rap-presenta l’attofondamentaledi una ammini-strazione cheintenda gover-nare con un mi-nimo di efficaciae di visibilità.L’originalità delteatrino dellapolitica localebalza subito agliocchi alle primebattute in aper-tura di seduta.Conoscere uo-mini e cose aiu-ta a leggere nel-le vicende e neimeccanismi che le determina-no. Allora, ecco una maggio-ranza politicamente indefini-bile per essere espressionedi un raggruppamento poli-cromo destra-sinistra-centro,ecco una minoranza ascrivi-bile al centro destra per es-sere estrazione di una listacomprendente candidati diFI, AN e frange della Mar-gherita, ecco l’opposizione dicentro sinistra con un soloconsigliere (Chiaselotti), uni-co depositario di una listaben definita e caratterizzatapoliticamente e, forse pro-prio per questo, non fortu-nata nella competizione am-ministrativa del 2004. Traesponenti dei primi ed alcunidei secondi c’è uno stranorapporto: si ritrovano “ami-ci” a Roma e a Catanzaro,mentre duellano aspramentea fil di sciabola sul campodell’amministrazione locale.Ma tant’è! In ogni caso e tut-to ciò premesso, passiamoalla cronaca di questo consi-glio ordinario, carico di pole-miche e di qualche colpo discena: il Presidente si pren-de finalmente sul serio ed in-comincia a farsi rispettare al-meno sul piano dell’applica-zione delle norme statutariein riferimento alle regole deldibattito in aula. Da qualcheparte bisognava pur comin-ciare.In un clima consiliare imme-

LUIGI PARRILLO

diatamente effervescente e,per certi versi, polemico, èemersa tutta la scarsa coesio-ne della maggioranza di go-verno, nella quale il gruppoviene sopraffatto dalle indi-vidualità, specialmente inquelle azioni amministrativeo tecniche che mettono ingioco competenze vere o

presunte che nessuno inten-de mettere a confronto con icompagni di cordata.In fase di dibattito, Chiase-lotti ha espresso una fortecritica sulla mancata attua-zione dei piani dell’ediliziaeconomica e sui piani di in-sediamenti artigianali, facen-do presente che dal 1990 que-sti piani esistono soltantosulla carta. La mancanza diprogrammazione si è resa an-cora più evidente nell’appro-vazione del programma delleopere pubbliche, sul qualel’assessore al ramo GiulioSerra ha preferito glissare,impegnato soprattutto a giu-stificare i ritardi nelle operepubbliche avviate. Nono-stante la mancanza di unaorganica esposizione delleopere incluse, di quelle esclu-se, delle motivazioni e dellepriorità, il consigliere Chiase-lotti si è astenuto.La relazione sul bilancio èstata l’occasione per unavalutazione della situazionepolitica a San Marco Argen-tano, dove l’attuale sindaconon riesce ad imporre unasua leadership e tutto conti-nua a ruotare intorno alla fi-gura del sindaco uscente. Ilprevalere di posizioni di pri-vilegio personali non favori-sce il dialogo e, quindi, il li-bero confronto di idee e po-sizioni. Non sono certo lepuntualizzazioni e le critiche

della minoranza ad impedireo ritardare gli obiettivi che lamaggioranza si è posta (scu-se berlusconesche), ma essehanno la precisa funzione difare crescere la partecipazio-ne e la democrazia. Che alcu-ne opere siano ferme da tem-po e che una sia franata, nonsono invenzioni della mino-

ranza, ma con-statazione difatti, sui qualisi può polemiz-zare o discute-re quanto sivule, ma resta-no fatti. Sescegliamo laseconda stra-da, i cittadinisapranno per-ché i lavori del-la fontana sisono fermati eperché è statosbancato unterreno in unazona a rischio.Un’operazioneverità non facambiare l’opi-nione dei citta-dini sulla vali-

dità e sulla necessità di unintervento, la polemica inve-ce, li allontana dalla politica,considerata come bega o ri-picca a livello personale.Il basso profilo dell’ammini-strazione, però, si manifestaattraverso i disarticolati ap-porti individuali dei singoliassessori, in alcuni casi an-che apprezzabili, ma privi diquello slancio propositivoche, partendo dall’impiegodelle innumerevoli risorseumane e materiali disponibi-li, può dare sviluppo e be-nessere al territorio.Chiaselotti ha votato controun bilancio da lui definitosenz’anima, ma non ha man-cato di dare indicazioni poli-tiche e programmatiche, adiniziare da una maggiore vi-sibilità del centro sinistra nelsuo insieme, anche per dareforza contrattuale a livellosovracomunale, e dalla ne-cessità di essere lungimiran-ti nell’affrontare i problemidella viabilità, della promo-zione turistica, della valoriz-zazione delle risorse socio-economiche e culturali. Pro-prio tenendo conto di questiobiettivi lo stesso consiglie-re Chiaselotti ha votato a fa-vore della convenzione perl’attuazione del Progetto in-tegrato territoriale del MedioTirreno Cosentino di cui SanMarco fa parte e presiedenella conferenza dei sindaci.

Il sindaco Mollo nel proprio studio a palazzo S. Chiara

Pag. 3GIUGNO 2OO5

Il 31 maggio scorso, pres-so la casa del popolo di Fra-scineto si è riunita l’assem-blea dei delegati DS dell’uni-tà territoriale Esaro-Pollinoper discutere importanti pun-ti riguardanti l’agenda politi-ca ed organizzativa del parti-to: l’analisi del voto regiona-le, le iniziative politiche delpartito, quali i referendumsulla procreazione assistita eil nuovo assetto territorialedella quercia.Un appuntamento di partico-lare importanza consideratoche nel territorio interessato,i DS, nelle ultime elezioni re-gionali, hanno conseguitoottimi risultati, contribuendoconsiderevolmente all’affer-mazione della “quercia” qua-le primo partito nella Provin-cia di Cosenza e con il piùalto numero di consiglieri re-gionali elettiAll’introduzione di GiuseppeTerranova della SegreteriaProvinciale e al nutrito dibat-tito ha fatto seguito la con-clusione di Pietro Midagliadella Segreteria Regionaledei Democratici di Sinistra.Il successo conseguito cari-ca di maggiore responsabili-tà i militanti e i dirigenti dies-sini, in virtù della funzionecentrale di governo che or-mai il partito svolge sia a li-vello provinciale che a livel-lo regionale, con la presenzain ruoli strategici di NicolaAdamo, vice governatoredella Calabria con delega al-l’economia e attività produt-tive e di Doris Lo Moro as-sessore alla Sanità.Alla pari della funzione e delruolo del Presidente dell’am-ministrazione ProvincialeMario Oliverio e dall’asses-sore all’infrastrutture ArturoRiccetti, che in attesa del tra-sferimento effettivo di dele-ghe importanti da parte dellaRegione, stanno esprimendoun proficuo e sinergico im-pegno sull’intero territorioLa volontà è di costruire unpartito sempre più aperto eradicato sul territorio, sullascia tracciata e portata avan-ti dalla segreteria di Federa-zione e in particolare dall’im-pegno profuso quotidiana-mente da Mario Franchino,che ha sancito nell’ultimaassise congressuale provin-ciale la nascita delle 5 unitàterritoriali, ivi compresa quel-la Esaro-Pollino.L’obiettivo è di decentrarefunzioni reali al territorio, inmodo da sviluppare in locopolitiche capaci di contami-nare ceti e soggetti che pos-sono contribuire concreta-mente alla definizione della

proposta politica dei DS, inchiave soprattutto di gover-no, per affrontare e risolvereproblemi che riguardano i di-ritti di cittadinanza, lo svilup-po sostenibile del territorio.Il tutto in una zona ampiadella provincia, variegata ecomposita qual è la mediaValle Crati, l’Esaro, il Pollino,dove emergono peculiarità erisorse, utili a strutturare edattuare politiche innovativee durature sia a livello eco-nomico che occupazionale,se si pensa all’agricoltura,all’artigianato, al compartoambientale e paesaggistico,al turismo religioso, che inquesti anni hanno subitopolitiche e scelte negativeattuate da un centrodestrainsipiente e attento solo acoltivare clientele particola-ri. Un territorio che è ancheun banco di prova per unpartito riformista che vuoledelineare e affermare il profi-lo e la cultura di governo, intermini di scelte e opzioniconcrete in settori che datempo sono in sofferenza ecrisi, quali il comparto tessi-le e la sanità, dove nel con-creto si richiede coraggiopolitico a partire dalla ridefi-nizione della rete ospedalie-ra e servizi territoriali, peradeguare e migliorare l’of-ferta sanitaria.Cosi come la gestione delcomparto idrico e dei rifiuti,che pone gli enti locali e lapolitica in generale davantiad uno scenario inedito ecomplesso, dove si richiedecapacità di sintesi nell’indi-viduare soluzioni finalizzate

ad alimentare circuiti virtuo-si e ricadute economiche con-cretesul territorio. Insomma unvasto campo di impegno po-litico e civile, dove i DS vo-gliono andare oltre se stessi,creando vere e proprie alle-anze sociali, una nuova vi-sione e cultura del governolocale, facendo diventaresempre più il partito strumen-to e leva al sevizio della col-lettività.Un sentiero, quello imbocca-to, su cui transita pienamen-te la scommessa di abbatteree superare la diffidenza ver-so la politica di intere fascesociali, che sollecitate daipartiti, possono alimentarestagioni di profondo rinno-vamento e crescita democra-tica. I DS come luogo e spa-zio ideale per uomini e don-ne, giovani e anziani, dispo-sti e interessati a guardare eprogettare il futuro.L’iniziativa inoltre è utile permobilitare ancor più il partitoin questa ultima fase di cam-pagna referendaria, dove ènecessario coinvolgere for-ze sociali con la creazione intutti i comuni del territorio deicomitati per il SI, per l’affer-mazione di uno Stato laico,in cui siano riconosciuti di-ritti e possibilità di un viverecivile. Il raggiungimento delquorum è a portata di mano,nonostante l’impegno di op-posizione profuso capillar-mente da forze conservatri-ci.

Dalla Segreteria provinciale dei Democratici di Sinistra

A Frascineto, l’Assemblea dei delegati DSAl coordinamento, Giuseppe Terranova (Dir. prov.) e Pietro Midaglia (Dir. Reg.)

Democratici di SinistraSegreteria Provinciale di Cosenza

Gentilissima Compagna,la tua recente nomina adassessore alla sanità, che hoconsiderato estremamenteopportuna, mi sollecita for-temente a provare ad aprireun confrontocon te e cerche-rò di avviarlonella dupliceveste di Medicoe di segretariodi una Unità diBase dei Demo-cratici di Sini-stra. Il fatto diutilizzare unmezzo pubblicod’informazioneservirà, spero,ad evitare qual-siasi tipo di illa-zione.E a tal proposi-to dichiaro im-mediatamente di non appar-tenere alla schiera di que-stuanti che, posso immagi-nare, in questi giorni affol-lino l’anticamera del tuoufficio, tentando di accredi-tarsi per una futura nomina.Non ho niente di personaleda chiederti salvo che, ope-rando in una struttura sani-taria di quelle di cui in To-scana direbbero “né cresce,né crepa”, nutrire la spe-ranza, credo legittima, checon il tuo assessorato mi siarestituita la possibilità dicontinuare ad esercitare lamia professione in maniera“normale”. Di contro, con-siderati gli oltre trentacin-que anni di professione lamaggior parte dei quali im-pegnati come medico a tem-po pieno “reale”, visto chele scelte ideologiche vanno

praticate e non predicate,ho la presunzione di essereio a poterti, ora e spero infuturo, essere utile, nellasperanza di trovare in te lavolontà di ascolto necessa-

ria a recepire o, quantome-no, considerare alcune opi-nioni di carattere generalesu un sistema, quello sani-tario, che nella nostra re-gione va assolutamentereinventato.Chi ha già avuto l’opportu-nità di incontrarti ha nota-to in te un atteggiamento digrande prudenza nelle aper-ture di credito, assolutamen-te necessaria ad evitare chei soliti zelanti“maestri” eri-gano a tua insaputa il fami-gerato muro di gomma sucui tutto rimbalza e che trop-po spesso si interpone tracittadini e istituzioni.L’opportunità, cui accenna-vo in apertura, della tuanomina deriva specifica-mente dalla tua professionedi magistrato, che ti potràtornare estremamente utile

Dal Segretario dei DS di S. Marcoall’Assessore alla Sanità Lo Moro

Giancarlo GalloSegr.UdB S.Marco Arg.

per operare in un settore,quello sanitario, in cui le-galità e trasparenza si sonodissolti da tempo e senza ilripristino dei quali ogni ten-tativo di riorganizzazione

risulterà vano.Sono convitoche attualmentela gestione del-la sanità abbiabisogno essen-zialmente di unpolitico magi-strato e non diun politico ma-nager, ma nonper avviareprocedimentiritorsivi o san-zionatori, quan-to per poter re-alizzare unaanalisi, la piùcruda e realisti-

ca possibile, sull’esistentecui dare la massima pubbli-cizzazione . Essa sarà ne-cessaria affinché i cittadinipossano comprendere i sa-crifici e le rinunzie, che al-trimenti non capirebbero,cui saranno tra breve chia-mati e che potranno essereaccettati solo se in cambiosarà offerta loro la garan-zia di una legalità restau-rata.Una iniziativa del generedarebbe un respiro più lun-go all’azione riformatriceche, altrimenti, rischierebbedi rimanere troppo precoce-mente soffocata dalla valan-ga di istanze che altri nonhanno saputo o voluto legit-timamente affrontare e risol-vere.

Mi spiego.La proposta Prodi validacome azione per governare èa mio avviso politicamenteimmatura perché anticipato-ria di due processi imprescin-dibili per la realizzazione di uncentro sinistra compiutamen-te stabile in un sistema bipo-lare: il consolidamento del-l’area moderata, che non av-verrebbe mai se solo si pa-ventasse una egemonia dies-sina, e la ritrovata unitarietàdei partiti di sinistra, assolu-tamente improbabile fino aquando i democratici di sini-stra continueranno a subireil fascino del pensiero libera-le. A meno che qualcuno nonlavori, sotto sotto, per ripro-porre un centrismo doroteo

Dalla prima pagina

Non sparate su RutelliGIOVANNI CARLO GALLO

capace di liberarsi delle areeestreme, in cui i democraticidi sinistra vedano totalmen-te svenduta la loro identità,magari, con il ritorno al siste-ma proporzionale.Come militante di partito di-chiaro subito di non condi-videre alcuna forma di perva-sività della nostra politica insettori moderati che conti-nuerebbe al alimentare so-spetti nei nostri alleati e dis-senso tra i nostri compagni.Sono, inoltre, fermamenteconvinto che le aggregazio-ni in politica siano persegui-bili e realizzabili solo su unapari dignità.Come Ulivista, mi si consen-ta della prima ora, auspico,invece, che sia ora di ricer-

care la massima unitarietà neipropri ambiti ideologici,come momento iniziale disemplificazione e prospetti-co di unificazione. Sarei benlieto, infine, se questo arti-colo stimolasse sull’argo-mento un dibattito politiconella nostra comunità.Sarei ancora più soddisfattose l’argomento, né seconda-rio, né insignificante per chivive la politica con interessee con spirito critico, venissetrattato nella nostra sede diSan Marco Argentano permentenere acceso il già viva-ce rapporto dialettico checaratterizza la nostra Unità diBase.E’ il confronto che dà sensoalla democrazia.

Pag. 4 GIUGNO 2OO5

Accade spesso che,nella concitazione di re-alizzare un numero digiornale nei tempi e ne-gli spazi stabiliti, si “di-giti” frettolosamenteuna parola che ti frullanella testa in luogo diquella che oggettiva-mente si dovrebbe scri-vere. Nel n.5 di maggio,in premessa all’articolo“Fermateli...” si è, conprecipitosa foga, digita-to Polonia in luogo diDanimarca e Norvegia,scandalizzando gli sto-rici della cui attenzioneandiamo orgogliosi efacciamo tesoro per lesuccessive occasioninelle quali dovessimoavventurarci sulle stra-de affollate dell’informa-zione storica. Ce ne scu-siamo simpaticamente econ la gratitudine dovu-ta ai lettori di questa te-stata.

Luigi Parrillo

RETTIFICA

Dalla prima pagina

PAOLA CAVALCANTI

sul punto, per me.Mi sento protagonista ed al-lora corro a leggere i quesitireferendari.E vengo assalita da un tota-le e disarmante senso di smar-rimento. Leggo termini osti-ci che non comprendo finoin fondo: clonazione median-te trasferimento di nucleo,gameti, fecondazione etero-loga… Capisco che per ave-re un’opinione dovrò rivol-germi ad un medico.Poi leggo, ad esempio, “vuo-le abrogare… il comma 1 del-l’art.9 della legge 40… limi-tatamente alle parole in vio-lazione del divieto di cui al-l’art.4 co.3”Sarei tentata di rispondere“non saprei, mi dà un aiuti-no?!”Scherzi a parte, capisco cheper esprimere un voto con-sapevole dovrò studiare lalegge prima di valutare i que-siti, dovrò trovare il tempoed il materiale giusto per ca-pire. Insomma quel ruolo daprotagonista e quello slan-cio iniziale si ridimensiona-no. In realtà bisogna studia-re per rispondere a quesiticosì congegnati e c’è un gran-de pericolo: chi non avrà iltempo o la possibilità di for-marsi un’opinione persona-le, tenderà, anche stavolta, adelegare ad altri la decisioneda prendere e, quindi, vani-ficherà l’essenza stessa del-l’istituto referendario.“Voterò - dirà chi non trovi iltempo per studiar e- comeindica il leader del mio parti-to politico”, oppure, dirà ilreligioso, “voterò come sug-gerisce il Pontefice”. O, “miasterrò”Questi atteggiamenti rinun-ciatari sono, a mio avviso,

criticabili. La tematica che siaffronta nella legge n.40 è digrandissimo rilievo socio-culturale perché, per dirla insintesi, implica i limiti al dirit-to di scegliere autonoma-mente come e se avere un fi-glio, i limiti al diritto che laricerca sul cancro o su altregravissime patologie dovràsubire.La tematica della legge n.40è infarcita di problemi moralie di coscienza, di aspetti as-solutamente intimi e perso-nali.Non si può rinunciare ad ave-re un’opinione consapevolee propria su questi punti.Epperò è comprensibile latentazione di delegare ad al-tri per risolvere il problemadel voto.Chi vorrebbe un figlio, ma èdisoccupato, poco s’interes-serà del tema referendario olo farà solo superficialmen-te. E come criticarlo? Il dirit-to ad avere un figlio è condi-zionato, certo, dalla natura edai problemi organici, ma èanche condizionato dal dirit-to al lavoro del futuro geni-tore o dal diritto alla primacasa di abitazione.E, per curare il cancro saràpure utile la ricerca sulle sta-minali, ma dovrà pure esse-re garantita la non discrimi-nazione, perché non è veroche il ricco ed il povero ven-gono curati allo stesso modonel nostro sistema.E perché la legge italiana sul-l’adozione è tanto cavillosae rigida da frustrare la vogliadi essere, per quella via, ge-nitore e da ledere il diritto diun figlio che già vive a tro-vare stabilità ed amore?Dunque, non c’è dubbio chel’importanza del nostro voto

diretto, se considerata nelcomplesso del sistema, si ri-dimensiona.Le grandi scelte che condi-zionano il quotidiano, comesempre, si realizzano nellastanza dei bottoni cui pochihanno diritto di accedere.Il senso d’impotenza, però,non deve giustificare la ri-nuncia a pensare con la pro-pria testa che è l’unico stru-mento originale e gratis a di-sposizione.I problemi di coscienza si ri-solvono secondo la propriacoscienza e la propria cultu-ra, a testa alta, confrontan-dosi con gli altri, certo, masenza condizionamenti o pre-concetti e senza salde veritàin tasca.Peraltro, il referendum nonha senso alcuno se non siaccompagna ad una valida,serena e non strumentalizza-ta rete d’informazione percapirne significati e conse-guenze.Ed il punto è anche quelloche ai vertici fa comodo go-vernare “per” soggetti pococritici e facilmente manovra-bili che si accontentino divedere in TV il quiz con pre-mi miliardari ed il Grande Fra-tello o, al massimo e spessoin seconda serata, program-mi di pseudo-approfondi-mento che fanno propagan-da politica più che rigorosainformazione.Cerchiamo, invece di pensa-re insieme e, per un confron-to sereno sulla legge n.40 èfissato un incontro-dibattitoil 10 giugno prossimo, nelsalone de “l’Incontro”. Tuttisono chiamati a partecipareattivamente, anche per eser-citare il proprio diritto all’opi-nione.

Tre donne relatrici per affrontare il problemadal punto di vista giuridico, scientifico e filosofico

Referendum: donne a confronto

Slogan referendari dei Democratici di Sinistra

Le foibe, oltre la fictionTestimonianza diretta delle assurdità di una guerra perduta

PAOLO CHIASELOTTI

Una recente fiction televi-siva ha fatto conoscere unapagina poco nota della sto-ria italiana: le atrocità com-messe dalle truppe di Titoche eliminarono centinaia dipersone, gettandole morte oancora in vita, in profondegole carsiche chiamate foibe.Io quella tragedia la cono-scevo fin dal suo nascereperché nel maggio del 1945abitavo a Trieste, la città incui ero nato quattro anni pri-ma.Abitavamo invia Udine, alnumero 26, al-l’ultimo pianodi un edificioche facevaangolo con lapiazzetta Bel-vedere, nellazona a ridos-so della sta-zione ferro-viaria.I ricordi dellaguerra si rac-c h i u d o n onelle fughe inbraccio a miamadre nel rifu-gio o negliscantinati del-l ’ e d i f i c i o .Quando l’al-larme non ci dava il tempo dilasciare la casa aspettavamola fine dei bombardamenti ap-poggiati con le spalle ai muri

maestri.Dall’alto della finestra delquinto piano vidi l’oste dellatrattoria che imbracciava unmitra e un tedesco a terra.Anche il panettiere e il ma-cellaio erano fuori, in strada,ad aspettare gli ultimi soldatiche fuggivano dalla villa Ar-rigoni, di fronte la nostracasa. Sembrava che giocas-sero, anche perché i mitranon facevano gran rumore.Quella era la fine della guer-ra. Ma non degli odii.

Qualche giorno dopo miofratello ed io sventolavamodalle finestre una bandieratricolore su cui mia madreaveva cucito la stella slove-na. Sotto di noi sfilavanocantando uomini e donne ar-mati. Erano i “titini”. Nel pia-no inferiore al nostro, il pa-drone di casa, aveva espo-sto la bandiera italiana conlo stemma sabaudo. La nottefummo svegliati di soprassal-to da un gridare concitato eda violenti colpi contro ilportone: mio padre dalla fi-nestra vide un gruppo di “ti-tini” che tentava di sfondarel’ingresso a calci e spallate.Mia madre e sua sorella Fran-ceschina avevano acceso lacucina a legna e il marito,Dario Vivona, vi aveva infi-lato una camicia nera e uncinturone. Il fumo aveva in-vaso la casa. Si sentivano gliuomini che salivano di corsale scale. Mia madre e mia ziapiangevamo e pregavano. Lacamicia e il cinturone prese-ro finalmente fuoco. Al pia-no di sotto, dove si eranofermati, i titini diedero allefiamme la bandiera sabauda.Furono le ultime scintille diuna guerra definitivamenteconclusa.O almeno così si pensava.

Non saprei dire quando, macerto nelle settimane succes-sive all’entrata delle truppedi Tito si sparse la voce chetutti i soldati italiani, i carabi-nieri, gli appartenenti alla mi-lizia, dovevano presentarsi indivisa per essere inquadratinel nuovo esercito che si sa-rebbe formato. Mio zio Dariodurante la guerra era sergen-te della Croce Rossa. Con luiaveva svolto il servizio unosloveno, che abitava lì nellapiazzetta Belvedere. Erano

amici e anch’iolo conoscevobene. Quandomio zio uscì dalportone di casain divisa, quel-lo cominciò adi n s u l t a r l o ,strappandoglimostrine e gra-di e ordinando-gli di togliersiquella divisa.Mio zio rientròa casa profon-damente offe-so e addolora-to e non seppespiegarsi il mo-tivo di quel-l’improvvisocambiamentodi sentimenti,

se non con l’odio che gli“s_ciavi” (così venivano in-giuriosamente appellati glisloveni) avevano verso tuttigli italiani. Alcuni giorni piùtardi giunse la notizia che lagran parte di coloro che si era-no presentati in divisa eranostati “infoibati” e addiritturache in alcune macellerie era-no stati esposti corpi di ita-liani uccisi.Se ne parlò a lungo in casa equella piccola comunità slo-vena che viveva nel quartie-re fu guardata con ostilità. Laloro diretta partecipazionealla cacciata dei tedeschi, te-muti e odiati, non fu vistacome un atto di liberazione.Anche nella nostra famiglia,la presenza di un giovanepartigiano, il figlio acquisitodi Marietta, un’altra sorelladi mia madre, e l’appartenen-za comunista del padre, fu-rono all’origine di qualchediscussione un po’ accesa.A distanza di anni, ripensan-do a quanto era accaduto inquegli anni a Trieste, mi sonoconvinto che mio zio si sal-vò grazie a quel gesto appa-rentemente ostile.Lui non potè mai più accer-tarlo perché nel 1946 ritornòcon la moglie a San Marco,definitivamente.

La vicenda di un sammarchese scampato alla tragedia

Lo “zio Dario” con l’amico sloveno

Pag. 5GIUGNO 2OO5

Sul numero di maggio2005 di Clinical Nephrolo-gy, una rivista scientificaspecializzata nella pubbli-cazione di Lavori nell’am-bito della Nefrologia, Dia-lisi e Trapianto, apparepubblicato un lavoro frut-to di una ricerca scientifi-ca effettuata presso il pre-sidio ospedaliero di SanMarco Argentano dal-l’Equipe della Unità Ope-rativa di Nefrologia e Dia-lisi diretta dal dott. Giovan-ni Carlo Gallo (dott. CarloSapio, dott. M Senatore,dott.ssa Agnese di Som-ma) e con la collaborazio-ne, per la parte analitica,dei medici del Laboratoriodi Analisi (dott. AngeloRusso, dott.ssa Giulia Ca-porale) dello stesso noso-comio.L’evento è prestigioso vi-sta la caratura internazio-nale della rivista che è re-datta in Germania e sullaquale pubblicano autoridelle più importanti univer-sità e centri di ricerca delmondo.Ma ancor più significativoè l’aspetto legato alla na-tura della ricerca basata suuna intuizione originale e ,di conseguenza, non ri-scontrabile in nessun altrapubblicazioni precedente.In particolare gli autori

sono partiti dal quesito sefosse possibile individuaretra i pazienti affetti da iper-tensione arteriosa quelli amaggior rischio di evoluzio-ne verso l’insufficienza car-diaca cronica e se fosse, al-trettanto, possibile effettua-re una diagnosi precoce pri-ma che si instaurasse la fasemeccanica, per definizioneirreversibile, della malattia.

L’ospedale civile di San Marco Argentanoautorevolmente sul “Clinical Nephrology”

Per dare una risposta a que-sto interrogativo si è indaga-to se il comportamento secre-tivo dell’Ormone Natriureti-co Atriale (Pro BNP) una so-stenza natriuretica prepostaalla eliminazione di acqua edi sale, del tutto sovrappo-nibile nei soggetti normote-si ed ipertesi in condizionibasali, subisse delle variazio-ni quando gli stessi soggetti

erano sottoposti ad un ca-rico idrico acuto.I risultati hanno dimostratoesistere una differenza dicomportamento secretoriostatisticamente significati-va tra i due gruppi.In altri termini i dati ottenu-ti stanno a dimostrare che aparità di funzione cardiacarilevabile con mezzi diagno-stici meccanici (ecocardio,rmn) tra sani e ipertesi, inquesti ultimi, in situazioni disovraccarico funzionalecome quello determinatodal carico idrico acuto, siverifica una iperproduzionedi alcune sostanze ormona-li, espressione di una ridot-ta tolleranza del muscolocardiaco allo stress. Gli stessi dati lasciano, inol-tre, ipotizzare che quantomaggiore è la differenza diincrezione della sostanzaormonale in situazione ba-sale e dopo carico, tanto piùelevato potrà essere il ri-schio di incorrere in tempipiù o meno brevi nella ma-lattia cardiaca e che, quin-di, la messa a punto di testche consentano di studiaremeglio il comportamento diquesta sostanza natriutre-tica potrebbe essere di gran-de ausilio per la realizzazio-ne della diagnosi tempesti-va della insufficienza cardi-aca cronica.

La copertina di maggio 2005 del pestigioso “Clinical Nefrology”

Votare è un atto responsabileIl referendum dal punto di vista medico e sociale

WILMA GIOVANE

Il medico, come ogni altroprofessionista, si trova afronteggiare tutta una seriedi doveri (e, per converso, didiritti) che gli complicano lavita oltre ogni immaginazio-ne e lo inducono, spesso, adassumere posizioni e decisio-ni dalle quali dipende il be-nessere, se non la vita addi-rittura, delle persone con lequali interagisce.Decidere di relazionare, quin-di, in un incontro dibattitocosì composito come quelloposto in essere dalle donnediessine di San Marco, oltread essere una cosa di per séardua, ha la finalità di propor-re tutta una serie di argomen-tazioni che risultino le più utiliper operare una profonda ri-flessione sulla questione re-ferendum (ma, direi meglio,sulla procreazione medical-mente assistita), ai fini di nonrisultare rinunciatari con ilnon voto di fronte ad un pro-blema di così elevata impor-tanza sociale.Certo, il problema è grande edifficile!Grande perché coinvolge unnumero elevatissimo di per-sone, di donne, di coppie condifficoltà oggettive nel potercompletare la famiglia con lanascita di un bambino; e tut-ti sappiamo quale incalcola-bile gioia generi in un nucleofamiliare la venuta al mondodi una creatura e come ciò diamaggior significato alla fami-glia, quella stessa famiglia delcui valore fanno sfoggioesclusivamente dialetti-co quelle organizzazioni po-litiche e culturali che oggiinducono a non votare per ireferendum.Difficile perché tutti sappia-mo a quali sofferenze psico-logiche, e non solo, è con-dannata una donna non fer-tile e, per conseguenza, unacoppia che, non potendo re-alizzare il proprio sogno inmodo naturale, senza scomo-dare il legislatore, il governoe qualsiasi iniziativa referen-daria, tenta tutte le vie pos-sibili ed immaginabili pur didiventare genitori a pieno ti-tolo e a buon diritto.Chi decide di optare per laPMA (Procreazione Medical-mente Assistita) ha una vo-glia grandissima di fare il ge-nitore; mi verrebbe da direuna voglia molto più grandedi un genitore naturale, ilquale spesso si ritrova adesserlo senza la propria vo-lontà, per caso o, addirittura,per errore.Solamente chi non ha avutooccasione di incontrare unacoppia di genitori divenuti

tali con l’aiuto della scienzamedica, non si rende contodella felicità che esprimono,dell’amore che rivolgono aquesti bambini, spesso con-cepiti attraverso inseminazio-ne eterologa e che rappre-sentano paradossalmentel’unico scopo della propriavita. Chi parla di amore soloper mestiere non comprende,forse per non averne fattol’esperienza, come l’amore,quello reale, quello per un fi-glio desiderato più di ognialtra cosa al mondo, non co-nosce barriere e come attec-chisce in chi lo cerca e lodona per vocazione cultura-le, per disposizione d’animoe per sofferente desiderio.Sulla scorta di questi sempli-ci ragionamenti, che nonsono i soli da poter metteresul tappeto della discussio-ne, sarebbe grave astenersidal voto. Partecipare, da cit-

tadini, al voto referendario e,quindi, ad una decisione chepunta a perfezionare la leggeesistente per renderla piùconfacente alle esigenze diuna coppia in difficoltà, èsecondo me un dovere civi-co, al di là del fatto che lacosa ci possa riguardare di-rettamente o meno.Dare alla ricerca scientificauno spazio più adeguato pertrovare nuovi e migliori stru-menti finalizzati alla risoluzio-ne del dramma della infertili-tà della coppia, vuol dire am-plificare le occasioni di be-nessere sociale ed aprire lecoscienze alla comprensionedei problemi dei propri simili.Astenersi è un brutto atto didelega, è uno scaricarsi delleresponsabilità che ogni cit-tadino dovrebbe assumersidi fronte ai propri simili. Co-munque si decida, il voto èun dovere civico.

(Continua alla pag. seguente)

Sono un biologo e amo, per-tanto, lo studio della vita dalsuo inizio, al suo divenirefino alla sua inevitabile fine.Ho imparato a conoscere lestorture della natura per”puntiformi” errori trascrizio-nali e faccio di tutto, quoti-dianamente, per sollecitare ledonne in età fertile a preve-nire patolo-gie tra-smissibili alfeto. Parlo,perciò, conmolte don-ne e ascol-to i loro de-sideri, leloro tensio-ni e le loro paure. Paura dimettere al mondo figli malatie, pertanto, non liberi di vi-vere una vita normale, pauradi eliminare un feto malfor-mato che potrebbe, comun-que, dar loro un senso alla

vita.Una vita che per molte don-ne non è precaria solo in sen-so economico, ma lo è anchee soprattutto in senso affet-tivo.Ed è in tutti questi anni cheho concepito l’idea che nonsi deve confondere mai la ri-cerca scientifica con la scien-

za morale, né tentare di crea-re una gerarchia tra le due.Quando ciò si è realizzato, ilprocesso evolutivo ha subi-to drammatici rallentamenti ele conseguenze per l’umani-tà non hanno tardato a farsi

sentire.Noi sappiamo che la biolo-gia è la scienza che studial’inizio e lo sviluppo dellavita. Tra gli altri, ha comecompito precipuo quello dimigliorare la struttura e lefunzioni degli organismi vi-venti di qualsiasi genere especie, nel tentativo finalisti-

co di realizza-re l’armoniadella natura,obiettivo co-mune sia del-la teoria cre-ativista cheevoluzioni-sta, da realiz-zare anche at-

traverso la prevenzione o, inogni caso, il tentativo di cor-rezione di inevitabili erroritrascrizionali o di altro gene-re. La biologia, pertanto, inquanto scienza fisica nonpuò essere soggiogata dallascienza morale che riguardila dottrina cattolica o di altraconfessione, e ogni qualvol-ta storicamente si è tentatodi ridurne gli ambiti applica-tivi il processo evolutivo hasubito drammatici rallenta-menti con gravissime con-seguenze per l’umanità.Basti pensare cosa sarebbesuccesso se, nell’ambito diuna gerarchia scientifica,fosse stata sancita la nonviolabilità del codice geneti-co degli esseri vegetali: mi-liardi di persone che hannopotuto essere sfamate graziealle produzioni intensive diortaggi, grano e quant’altro,sarebbero morte per fame.Di conseguenza come non èpossibile gerarchizzare ledottrine, sarebbe altrettantooscurantista porre limiti allaricerca scientifica.Diverso è il compito del legi-slatore che attraverso la nor-ma deve mirare all’equilibriotra evoluzione scientifica ebisogni dell’uomo, modulan-do di volta in volta su questiultimi l’applicabilità dellescoperte scientifiche al finedi ribadire sempre e comun-que la supremazia dell’esse-re umano e dei suoi dirittifondamentali.In tale contesto sarebbe as-surdo voler a tutti i costi rav-visare nella norma una per-fezione che la renda perpe-tua, piuttosto se ne dovreb-be pretendere l’assoluta im-parzialità nella propria appli-cabilità temporale.Un principio quest’ultimodal quale troppo spesso si èstoricamente derogato, con-sentendo la opportunisticasuddivisione dalla società in

PAOLA GALLO

La civiltà tra scienza e pensieroGiudizio e pregiudizio tra l’umanità e la sua evoluzione

Pag. 6 GIUGNO 2OO5

L’articolo 75 della Costitu-zione italiana sancisce il di-ritto di tutti i cittadini a par-tecipare al referendum popo-lare abrogativo totale o par-ziale di una legge e stabilisceche ”la proposta è approva-ta, se ha partecipato alla vo-tazione la maggioranza degliaventi diritto al voto e se èraggiunta la maggioranza deivoti validamente espressi”.Il referendum rappresental’espressione della democra-zia più avanzatapossibile, perché icittadini, in mododiretto, manifesta-no la propria vo-lontà su un deter-minato argomen-to. Si può obietta-re che le leggivengono appro-vate dai rappre-sentanti dei citta-dini, all’uopo de-legati ed eletti sul-la base di un pro-gramma politico;si tratta, però, didemocrazia indi-retta, ma, soprat-tutto, non si possono dele-gare altri a pronunciarsi sutematiche, che afferisconoalla coscienza e l’etica di cia-scuno.Difatti i comitati formatisi proo contro l’abrogazione sonocomposti da politici, scien-ziati e comuni cittadini appar-tenenti in maniera trasversa-le alle due aree del centrodestra e del centro sinistra.Il 12 e 13 giugno si voterà perabrogare quattro punti dellalegge n. 40 (c.d. legge sullaprocreazione assistita).In estrema sintesi i quesitiposti, ai quali bisogna ri-spondere con un SÌ (perabrogare) o un NO (per man-tenere), riguarderanno:1) il divieto dell’utilizzo dellecellule staminali prelevate daembrioni inutilizzati, al finedella ricerca, per consentirenuove cure ad ammalati dicancro, sclerosi, morbo d’Al-zheimer e Parkinson, diabetee molte altre patologie;2) una maggiore tutela dellasalute della donna, che, permettere al mondo un figlio ècostretta a ricorrere alla fe-condazione assistita, deveaffrontare un percorso impe-gnativo sul piano fisico epsicologico; si vuole abroga-re la parte della legge in cuinon consente il congelamen-to degli embrioni e obbliga lafecondazione su un numeromassimo di tre ovuli alla vol-ta, obbligando la donna, incaso di insuccesso del trat-tamento, a sottoporsi a più

cicli di cure, con possibilidanni per la sua salute;3) l’autodeterminazione e lalibertà di scelta: la legge diceche l’ovulo fecondato, ancorprima che si formi l’embrio-ne, è già concepito, con glistessi diritti di una personanata; questa affermazione ri-schia di avere conseguenzepratiche molto rilevanti, met-tendo in discussione, inmodo alquanto radicale, lalegge 194 (interruzione vo-

lontaria della gravidanza),che molto ha contribuito inItalia per ridurre gli aborti;4) la fecondazione eterologa:si tratta di un procedimentopraticato solo in casi di steri-lità grave, con l’utilizzo digameti di donatori esterni allacoppia. La legge, attualmen-te, la vieta in modo categori-co, favorendo due alternati-ve: negare alla donna di ave-re un figlio oppure obbligarela coppia, se in grado di per-metterselo economicamente,a recarsi in uno dei paesidove la pratica è consentita.Se è del tutto legittimo che irappresentanti dei comitatidel SI e del NO propagandi-no le loro ragioni, è, invece,molto grave che l’invito al-l’astensione dal voto vengarivolto, alla stregua di un’au-tentica crociata, da Persona-lità istituzionali e/o da Rap-presentanti di Stati esteri.Il Presidente della CEI Cardi-nale Ruini, con l’avallo deivertici ecclesiastici, sta con-ducendo un’autentica cro-ciata per convincere soprat-tutto i cattolici a non recarsialle urne, di modo che il quo-rum non venga raggiunto.Con l’invito all’astensioni-smo si mira al fallimento del-la consultazione, in quantose non vota almeno la metàpiù uno degli aventi diritto(cd. quorum), il referendumnon ha alcun valore e vienevanificato anche l’impegnoed il “sacrificio” di coloro chesi sono recati alle urne.

Nascondersi per non vedere è una colpa di fronte alla società

PINO TRICANICO

No all’astensionismo!Alcuni promotori del referen-dum – radicali in testa – par-lano di ingerenza della Chie-sa in questioni che riguarda-no lo Stato italiano; PieroFassino, segretario dei DS,invece, ritiene che “i Vesco-vi, come molti credenti, sonocittadini italiani e hanno di-ritto di manifestare la propriaopinione, in quanto, sareb-be da ipocriti invocare il si-lenzio”, ma critica l’equivo-co dell’astensione, afferman-

do che “uno puòvotare sì o no; senon vuole pro-nunciarsi, ha unmodo trasparenteper farlo: schedabianca”. Altrisono sulla stessariga di Fassino edichiarano che èlegittimo manife-stare il propriopensiero, condan-nando unicamentel’invito all’asten-sione dal voto.Personalmentecondivido quantodichiarato da Lan-

franco Turci dei DS: “quantiinvitano ad astenersi dal par-tecipare ad una consultazio-ne democratica come il refe-rendum non fanno opera diilluminazione, ma di oscura-mento della coscienza mora-le e dell’impegno civile del pa-ese”. Man mano che si avvi-cina la data dello svolgimen-to referendario, la CEI e i fau-tori dei comitati del no affila-no sempre più le armi, per farsi che la consultazione falli-sca. E’ un segno questo cheil quorum può essere rag-giunto. Del resto, per chi habuona memoria, la stessacosa accadde per i referen-dum sul divorzio e sull’abor-to. Ho seri dubbi che l’ap-pello all’astensione sia legit-timo. Non credo che possaesistere un’ulteriore alterna-tiva al SI o al NO.Chi predica l’astensione nonlo fa per disinteressarsi dal-l’esito del voto; è, invece,interessato al punto che, “faricorso a trucchi, espedienti,scorciatoie pur di raggiunge-re il suo scopo. Tutto l’op-posto dello scenario desi-gnato dai Costituenti”.Da laico, libertario e riformi-sta rivolgo a tutti l’invito direcarsi alle urne e contribui-re alla riuscita del referen-dum.Chiunque abbia rispetto del-la propria coscienza deve rin-viare al mittente l’invito al-l’astensionismo.

Sandro Botticelli - L’Annunciazione

Stampa: Tipografia MIT- Tel. 0984.411123 - Cosenza

classi per alcune delle qualifosse possibile qualsiasiazione, per altre nulla, il tut-to garantito da un unilatera-le principio della discreziona-lità troppo spesso praticatoo meglio abusato nel nomedi una dottrina morale.La legge 40 è emblematica diquesto modo di procedere.Una legge non redatta fret-tolosamente come si vorreb-be far credere, ma lucidamen-te organizzata per dare unasvolta confessionale ad unasocietà laica, fomentandoassurdi sensi di colpa damondare attraverso surretti-zie pratiche di espiazione.Una legge inquadrabile nel-l’ambito di un processo piùcomplessivo di restaurazio-ne in cui potere temporale espirituale fanno sintesi perlanciare una crociata controla globalizzazione dello spiri-to etichettandolo come rela-tivismo morale.Una legge fortemente intrisadi una dottrina che non hanulla da spartire con il mes-saggio d’amore proprio del

cristianesimo, che privilegial’imposizione acritica allapersuasione, che vuole dareun taglio netto alla societàseparando buoni e cattivi, piie empi, integralisti e relativi-sti senza alcuna soluzionedi continuità.Tale legge, per altri versi con-traddittoria e superficiale,deve essere rimandata, conle dovute abrogazioni, al le-gislatore cui, questa volta, sichiederà di essere, nel rifor-mularla, maggiormente atten-to, di quanto non sia statoin passato, per evitare chepossa essere usata come cla-va per far piazza pulita di ognialtra espressione del liberopensiero.L’impegno, alla fine, saràquello di far sì che si rispettil’equilibrio tra evoluzionescientifica e bisogni dell’uo-mo, modulando di volta involta su questi ultimi l’appli-cabilità delle scoperte scien-tifiche al fine di ribadire sem-pre e comunque la suprema-zia dell’essere umano e deisuoi diritti fondamentali.

La civiltà tra scienza e pensieroDalla pagina precedente

PAOLA GALLO

Poniamo il caso che, da unmomento all’altro - come èaccaduto recentemente - sifosse verificato un disastrotipo lo tsunami o il dissestodi Cavallerizzo e vi avesserochiesto di correre in aiuto allagente in difficoltà magari conun messaggino da un eurodal cellulare, milioni di per-sone avrebbero immediata-mente messo in moto il sen-so della propria solidarietà e,in pochissime ore, si sareb-bero raccolti milioni di euroda mettere a disposizione peralleviare il disagio delle per-sone umane sofferenti.Ora, come si fa, da parte diqualcuno, a non rendersiconto che non poter avereun figlio è, per una coppia,un dramma equivalente allaperdita della casa o delle ric-chezze materiali che un disa-stro naturale può provocareirrimediabilmente?Come si fa a non correre inaiuto, con la formulazione diuna legge meno imperfetta, adelle persone che soffrono lasolitudine e il vuoto di unafamiglia senza il vagito di unbambino, senza una cartellacon i libri di scuola, senza unlettino in più da rimboccarela sera, senza un altro postoa tavola, senza la meraviglio-sa preoccupazione di un gio-vane che torna tardi la sera,senza la speranza di far con-tinuare nel tempo la storia deinostri geni, senza l’ambizio-ne e il desiderio di un figlio

che pianga la nostra morte oprovveda con amore alla no-stra sepoltura e vi spargasopra le proprie lacrime?L’egoismo di chi tutte que-ste cose le ha, induce a infi-schiarsene o a lavarsene lemani con atteggiamento pi-latesco.Se tutto ciò vi sembra logi-co, vi sembra umano; se tut-to ciò, secondo voi, ha unsenso e un valore, non an-date a votare!

Se, per esempio, ...

Una vita incomprensibilmente interrotta, la sor-te che incombe crudelmente sulle vicende umane,un destino che degrada fino all’inverosimile e ilpensiero che si arrende, hanno chiuso il sipariosulla scena della sua esistenza.Giovane professionista dal valore riconosciuto, haabbandonato il palcoscenico della vita nello stupo-re generale, con la inspiegabile drammaticità diuna vicenda che ha strappato la più profonda com-mozione.E’ quando si materializza l’imponderabile che i fattisi traducono in tregedia e le storie degli uominisprofondano nel baratro dell’imperscrutabile il cuivelo di nebbia si dissolve quando è ormai troppotardi.Riccardo ha valicato i confini dell’esistenza terre-na e il vuoto che rimane in sua vece non potràcerto essere colmato dal nostro ricordo.

Un pensiero rivoltoa Riccardo

Ascoltavo la radio, in auto-mobile, tornando a casa dallavoro. Tra una curva e l’al-tra, riuscivo a prestare atten-zione ad una intervista cheveniva posta alla scrittriceChiara Valentini, autrice delsuo ultimo lavoro editoriale“La fecondazione proibita”.Si usava la parola “proibita”come se si trattasse di drogapesante o, comunque, di unqualcosa di distruttivo, di le-sivo per la vita umana; la dro-ga, infatti, ti consuma un po’per volta, ti toglie la gioia e lavoglia di vivere.Mi chiedevo: cos’ha a chevedere la probizione con lavoglia di mettere al mondo unfiglio? Come può essere proi-bito, o comunque reso piùdifficile di quanto in realtàgià non sia, ad una donna lapossibilità di gustare unagioia sovrumana a dispettodi una natura che, per ragio-ni incomprensibili, le ha fat-to lo sgambetto?Viviamo in un Paese che sidefinisce “civile”, eppure citroviamo di fronte ad atteg-giamenti di chisura totale oparziale nei confronti di unascienza che, nonostante i ta-gli ai flussi di denaro da de-dicare alla ricerca, ha compiu-to passi da gigante nel set-tore della procreazione medi-calmente assistita.E’ indegno il tentativo di tar-pare le ali ai voli dell’amore,quello materno, da semprecantato e decantato come ilvalore più alto che possa esi-stere. Ogni figlio che nasce,naturale o non, è il frutto diun grande atto d’amore.

La fecondazioneproibita

MICHELA MULINO