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Argenteria, bomboniere e articoli da regalo Ingrosso e dettaglio ----------------------------------------------- Via Pelacane, 41/2 - Lugagnano (Verona) Telefono 045 514567 Stime, consigli, creazioni di prestigio ------------------------------------------ Via Pelacane, 41 - Lugagnano (Verona) Telefono 045 8680460 Gruppo di ragazze con istruttrici della Scuola Lavoro di Lugagnano. Numero 26 - Anno Quinto Agosto 2004 Bimestrale - Stampato in proprio Costituito a norma dell’art. 18 della Costituzione e dell’art. 36 del C.C. IL BACO DA SETA Appuntamento di Cultura e Società di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio in Salici e Sona P.IVA 03366490237 C.F. 93139380237 - www.lugagnano.it e-mail - [email protected] Nutri il Baco! Basta il contributo di 1 euro per aiutarci... Lugagnano 23 marzo 1956 numero ventisei 26

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Lugagnano 23 marzo 1956

numero vent ise i26

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ABBRONZATURA TATOO

A u g u r i !Il prossimo 18 settembre

il Direttore responsabile del Baco,Claudio Girardi,

convolerà a giuste nozze con Valentina.Ai due sposi i migliori auguri di un felicissimo matrimonio

da tutta la Redazione e da tutti i collaboratori.

Avevamo pianificatoun’intervista con lui perquesto numero, per raccontare le sue espe-rienze nel gruppo Unitalsi e delle innume-revoli uscite interra di Lourdes.Purtroppo, dopo soffe-renza, una mattina di lu-glio ci ha lasciato, in silenzio. Ciao Carlino...

G. Mazzi

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Cittadini e partecipazioneIl valore di un’opinioneChissà quante volte vi sarà capitato di arrivare a votare poco prima della chiusura deiseggi. Durante l'ultima tornata elettorale (quella per la nomina del Presidentedella Provincia di Verona e sulla cui effettiva validità meglio soprassedere, visto chela carica in questione è insopprimibile per ragioni che poco hanno a che vedere conl'effettiva esigenza di un coordinatore fra Comuni e Regioni) mi presento alle urne al-le ore 21.45 di domenica 27 giugno. I seggi, com'è noto (grazie anche all'sms dellaPresidenza del Consiglio che ce l'ha ricordato), chiudono alle 22. Manca un quartod'ora. In aula mezza dozzina di giovanotti intenti a divorare un vassoio di pizzette,c'è aria di smobilitazione. E' chiaro, ho interrotto un piccolo rinfresco, celebrativo,forse, della fine delle ostilità elettorali. Cerco di giustificare l'ora ed il disturbo quasimi sentissi in colpa per non aver adempiuto prima (quindici minuti e avrebbero alie-nato il mio diritto!); in risposta ottengo sguardi fra il seccato ed il commiserevole, chesi traducono facilmente in "Niente affanni, tanto non serve a nulla".Mi spiace per chi la pensa veramente come quei ragazzi, ma non sono affatto convin-ta che "dire la propria" non serva. Ritengo che l'esprimere una preferenza, anchequando risulti non vincente, sia sintomo di forte senso civico, della volontà d'esse-re parte attiva di un insieme, la Comunità appunto.Un cittadino che esprime il proprio voto, un giudizio, che lancia una proposta (tal-volta bizzarra od irrealizzabile), deve essere motivo di sincero apprezzamento dachiunque amministra la cosa pubblica. Dimostra, infatti, la propria volontà di farerealmente qualcosa, di non lasciare che altri decidano arbitrariamente ciò che è benema di dare il proprio contributo, anche se minimo. Ecco perché chiunque abbia presoparte al sondaggio lanciato dal Baco sulle priorità di Lugagnano, nel numeroprecedente, merita un plauso sincero. In tempi di immediatezza nella comunicazione,dove tutto è estremamente veloce e pre-masticato, soffermarsi, riflettere, esprimereun'opinione rispetto ad un quesito importante è un segnale forte, di estrema atten-zione e coscienza. I numerosissimi lettori del Baco hanno dimostrato, ancora una vol-ta, d'avere a cuore le sorti del proprio territorio, al di là degli interessi politico-economici che spesso dirottano altrove energie e risorse, ed hanno dato prova didesiderare fortemente un miglioramento delle condizioni di vita in quella che avverto-no la propria "casa comune". Per questa Redazione è stato estremamente gratifican-te il flusso di e-mail, di sms, di biglietti lasciati all'edicola Castioni, a testimonianzadella bontà dell'iniziativa, come pure il piacere dei lettori, che traspare dalle tantemissive, di sentirsi finalmente "coinvolti e considerati" nelle questioni che li riguarda-no da vicino.Questa spinta partecipativa, invece, pare essere poco recepita dall'attuale Giunta Co-munale, la quale ha purtroppo dimostrato di non ricercare e curare particolarmenteil dialogo con i cittadini, che pure rappresenta. Un negativo segnale dal Colle, quellodi essere impermeabili alle critiche ed alle proposte, anche se oggettivamentevalide, segno di un atteggiamento che non avvicina Giunta e cittadini ma anzi contri-buisce ad acuire ancor di più le distanze, già segnate da scelte amministrative nonsempre comprensibili. Dice lo scrittore Michele Ainis nel suo libro "Le libertà negate" -Ed.Rizzoli: "Ormai privi di consenso popolare (nel 2000 un'indagine del Censis hacalcolato che soltanto il 4,4% degli italiani si sente rappresentato dai partiti) i politicinon sono più i corpi intermedi destinati a fare da ossatura politica del popolo - cometeorizzava Montesquieu - ma piuttosto corpi burocratici autoreferenziali, ancor più fa-melici e invadenti che in passato".Si dice spesso che basta una divisa per generare un prepotente. Varrà anche per l'e-lite degli "investiti di potere"? A voi, come sempre, la risposta.

Pamela Rossi

[email protected]

E D I T O R I A L E

IL BACO DA SETAAppuntamento di Cultura e Società

di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio e Sona

Periodico in attesa di registrazionepresso il Tribunale di Verona

Via Beccarie 48, Lugagnano (VR) - Tel. 338 5936472C.F. 93139380237 - P.IVA 03366490237

e-mail: [email protected] - www.lugagnano.itCostituito a norma dell'art. 18 della Costituzione

e dell'art. 36 del Codice Civile

DDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiilleeClaudio Girardi

DDiirreettttoorrii ddii RReeddaazziioonneeGianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco, Mario Salvetti

e Gianfranco Dalla Valentina

RReeddaazziioonnee ddii SSoonnaa::Olioso Enrico, Fedrigo Franco, Benedetti Doriano,

Francesco Bressan, Marco Aldrighettie Massimo De Rossi

RReeddaazziioonnee ddii PPaallaazzzzoolloo::Mirko Ambrosi, Marco Forante

RReeddaazziioonnee ddii SSaann GGiioorrggiioo::Giulio Braggio

GGrraaffiicciiGianluigi Mazzi e Martino Eliani

SSttaammppaattoo pprreessssoo::Grafiche Aurora srl

Via della Scienza, 21 - 37139 VeronaTel. 045 8511447

Gli interventi ed i pezzi pubblicati riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano

la Direzione e la Redazione

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Nelle immagini sotto latrasposizione graficadei risultati delSondaggio e due scatti del centro diLugagnano.(Foto Aldo Brentegani)

Enorme la partecipazione al Sondaggio lanciato lo scorso numero di questo giornale. La domanda propostaera: "Quale ritenete essere la priorità principale, il provvedimento necessario ed urgente permigliorare la qualità della vita a Lugagnano?", e le risposte pervenute sono state ben 243, un nu-mero assolutamente considerevole e che esprime il parere qualificato di una percentuale considerevole deinostre lettori.Questi i risultati percentuali, in ordine di preferenza:

1) Risolvere il problema della viabilità costruendo la tangenziale nord: ....................................... 39,09%

2) Trasformare Villa Mazzi in struttura di utilizzo pubblico, con annesso parco: ........................... 20,16%

3) Prestare maggiore attenzione al verde pubblico (parchetti, aiuole, fioriere, aree attrezzate): .....15,22%

4) Predisporre piste ciclabili per il paese: .......................................................................................11,11%

5) Migliore asfaltatura strade: ............................................................................................................ 7,81%

6) Maggior controllo dei vigili in centro paese: ............................................................................... 2,46%

7) Potenziare il trasporto pubblico da e verso Verona: ................................................................... 1,64%

8) Investire in attività culturali di vario tipo: .....................................................................................1,23%

9) Costruire una nuova Caserma dei Carabinieri in zona Grande Mela: ........................................ 0,87%

10) Migliore regolazione emissione dei lampioni pubblici: .............................................................. 0,41%

I Risultati del SondaggioEcco come hanno risposto 243 dei nostri lettori

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A Lugagnano sicostruisce ovunque...Nuova palazzina di 12appartamenti in ViaVasco de Gama dove èil caso di dire...“minimo terreno,massimo rendimento”.

so di incamminarsi su di una strada più nobile, piùricca, più importante, allontanando, o meglio cancel-lando, le nostre origini, senza possibilità di ritorno.E' giusto tutto questo? Non lo sappiamo. Per noi,della banda del Baco, non lo è.Ma chi siamo noi per dire questo? Forse politici ca-muffati da Redazione di un giornale? Dei rampantiimprenditori? Solo dei curiosi e dei pettegoli?Noi sappiamo di non esserlo, ma chi si sente toccatodai nostri scritti ce lo rinfaccia, ci fa notare che sia-mo pieni di difetti e, soprat-tutto, che siamo presuntuosi.Bene, questo è stato uno deimotivi del sondaggio: inquesto numero per alcunepagine gettiamo la penna elasciamo parlare i nostri let-tori, quelli che "forse" lapensano come noi o quelliche "certamente" la pensanoal contrario nostro.E cosa dicono i nostri lettori?Dicono che la viabilità è ilproblema principale e che ènecessario costruire la tan-genziale nord, e non soloa parole ma nei fatti concre-ti. Ci indicano come serva un luogo di aggregazioneper la nostra comunità, un luogo come Villa Mazzi.Ci ricordano come servano delle piste ciclabili pertutto il paese e tanto verde pubblico, meglio se conuna manutenzione decente e civile. Dicono che nonserve la caserma dei carabinieri, ma chiedono ma-nutenzione alle strade. Loro parlano e noi trasmet-tiamo.Ma loro chi sono?Sono 243 persone, donne e uomini, che conferma-no e ribadiscono quanto già evidenziato nel nostroquestionario del 2002. Concittadini, lettori, simpatiz-zanti e non. Gente che vota e che vuole un'ammini-strazione più vicina, sensibile e soprattuttocapace di ascoltare.E con me siamo in 244.244 persone sensibili, che non hanno grandi possi-bilità di intervento e potere decisionale ma che han-no voglia di denunciare ciò che non funziona.Io, da oggi, voglio "denunciare" tutto questo per-ché, con i miei 36 anni di vita a Lugagnano, mi ver-gogno di averlo ridotto così...

Gianluigi Mazzi

[email protected]

Abito e vivo a Lugagnano da 36 anni, ininterrotta-mente, ogni giorno dalla mia nascita. Lo sento mioquesto paese: conosco ogni via, ogni casa, moltedelle vecchie famiglie. Ogni particolare che cambia,ogni movimento, ogni rifacimento tocca la mia sensi-bilità, cancella o modifica l'immagine quotidiana e vaad aumentare la cascina dei miei ricordi. Sarò forsetroppo sensibile? Troppo conservatore?Forse sì... ma pur con questi pochi anni alle spallemi sento vecchio in questo paese, di un'altra gene-razione rispetto a chi oggi decide o amministra.Io sono tra quelli che da bimbo giocava a bilie (aquel tempo le chiamavano picie); uno di quelli che sifermava a guardare il vecchio Tenaia seduto davantial piccolo negozio di ortofrutta; uno di quelli chesorrideva quando alla sagra lo speaker di turno ur-lava "Cacciatore dove vai, se la cartuccia di Gambanon hai?".Certo, non sono anziano quanto quelli che andavanoa Verona in bici a lavorare, ma sono vecchio perquanto ho visto in questi 36 anni.36 anni appunto. 36 anni che hanno visto il miopaese cambiare radicalmente trasformandosi dauna piccola contrada ad un ammasso scoordinato dicase e capannoni. Un paese che non ha più la capa-cità di fermarsi e guardarsi dentro.Da piccolo facevo un gioco con i fratelli ed i cugini.Era quello di saltare dal muretto di recinzione di ca-sa sul prato ogni qual volta passava un auto. Alloraabitavo sulla strada principale e posso giurare chepotevano passare anche dieci minuti prima dispiccare un salto. Se provassi a raccontare questofatto ad un bimbo d'oggi mi guarderebbe con un vi-so stralunato, un mix di simpatia e compassione,probabilmente consapevole che chi parla è in pienorimbambimento senile. Sicuramente lo stesso visoche avevo io quando il nonno "Gardelin" raccontava isuoi ricordi, il suo passato, ben lontano dall'alloramio presente.Questa però è la Lugagnano impressa nella mia me-moria, quella dei bimbi nei campi, per strada e alcampo della chiesa.Oggi non esiste più questa fotografia. Oggi siamoimportanti, abbiamo successo in provincia, tutti ciconoscono perché abitiamo vicino alla Grande Mela.E' diventata il simbolo di Lugagnano, come il Ca-stello lo è per Villafranca, il Ponte per Valeggio ed ilMercato per Bussolengo. Siamo famosi non per lastoria locale e neppure per qualche concittadino illu-stre. Siamo famosi perché la mia generazione, equelli che portano qualche anno in più, hanno deci-

Voglio denunciare...Lugagnano come era e come è ridotto oggi. Riflessioni sul Sondaggio

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Insieme ai voti per il nostro sondaggio, molti sonostate le lettere, le email e gli sms pervenuti alla re-dazione del Baco con commenti ed indicazioni.Ne abbiamo scelti alcuni, rappresentativi di tutti glialtri. Testimoniano di una cittadinanza attenta epartecipe dei destini del nostro territorio.Ad avere le idee molto chiare è Pierluigi che ciscrive "Permettetemi di esprimere due preferenze:una molto personale riguardante la "qualità delmanto stradale del paese" (più che una guida nor-male sembra sempre di fare il cross) che andrebbesicuramente sistemato, poi per la seconda sfrutto ilvostro suggerimento n° 5 (villa Mazzi come parcopubblico), convinto che un bel parco sarebbe, oltreche un polmone in più per tutti noi Lugagnanesi, unulteriore luogo d'incontro per i paesani vecchi enuovi!". Molto propositivo è anche Roberto: "Il son-daggio è un tantino "ristretto", nel senso che con laTANGENZIALE NORD non si risolve il problema dellaviabilità di attraversamento del paese. Scusatemi,ma è da tempo che sento la necessità di "togliermidei sassi dalle scarpe". Lugagnano ha bisogno diuna "rivisitazione" urbanistica di più ampio respiro,per renderlo effettivamente vivibile: manca di un"centro", luogo ideale, simbolico e fisico di ritrovo e

di unità sociale, di aggregazione, manca di uno stu-dio serio sulla viabilità generale, che TOLGA il traffi-co dal centro ma, soprattutto, educhi i suoi residentia capire che l'auto non è la soluzione a tutti i pro-blemi di mobilità e che si può vivere MEGLIO (e piùa lungo!) se l'auto viene lasciata in garage: non èammorbandoci e lasciandoci ammorbare l'aria tutti igiorni che troviamo il "benessere"! Lugagnano (etutto il territorio comunale) ben si presta ad unaRETE DI PISTE CICLABILI, per consentire una mobili-tà locale non solo per svago ma anche per necessi-tà, che si integri con quanto sta facendo il Comunedi Verona. E ci sarebbe molto altro.... Comunque,sono del parere che completare la viabilità a NORDcon la prosecuzione della TANGENZIALE non sia unapriorità, perché, di fatto, una viabilità a NORD cheporti fuori il traffico già esiste: bisogna adottare si-stemi per indurre gli automobilisti ad usarla. Riten-go, piuttosto, sia più importante realizzare una retedi PISTE CICLABILI, per insegnare poi alla maggiorparte degli utenti a lasciar a casa l'auto. Grazie perl'iniziativa e complimenti per il Vostro giornale! Au-guro a voi un buon lavoro".Ad indicare due carenze è Sara: "Voto l'opzionesei, cioè: oltre al verde pubblico anche la manuten-zione delle strade (troppe buche), e le rotonde (inparticolare quella dell'olmo, dove non servono ma-gnolie ma qualcuno che tagli l'erba!)”.Altra carenza importante è segnalata da Germanoche scrive come sia necessario avere “strade menodissestate, da paese civile”.Ancora sul traffico punta invece Lucio: "Ritengo cherisolvere il problema del traffico, prima che sia trop-po tardi, sia fondamentale per garantire una migliorqualità della vita degli abitanti di Lugagnano adessoe per il futuro. Certo che un progetto di più ampiorespiro che preveda un'idea nuova del paese, con-templando anche la trasformazione e l'utilizzo di vil-la Mazzi sarebbe sognare ad occhi aperti...visti itempi". Sullo stesso tema anche Renzo: "Troppo fa-cile! Ormai è diventato impossibile attraversare ilpaese a piedi, troppe macchine ma sopratutto il ve-ro problema sta nel parcheggio selvaggio. La rispo-sta è quindi ovvia: risolvere il problema del trafficocostruendo la Tangenziale Nord".Chi vede altre priorità è Antonio: "Non è facile ri-spondere a una domanda così quando le prioritàelencate sarebbero da attuare tutte, ma visto chedevo scegliere, sceglierei le piste ciclabili per il pae-se. Inoltre vorrei elencarvi i motivi per cui escluderei

Le vere necessità di LugagnanoIl parere dei nostri lettori

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del BacoVilla Mazzi a Lugagnano

Villa Mazzi viene edificata tra il 1926 ed il 1927, da Adelino Maz-zi, ramo Bernardòti, per andarvi ad abitare con la moglie Ester Bar-lottini. Il terreno era stato acquistato da Pietro Bendinelli e, sul murodi cinta in ciottoli, che accompagnava la strada verso Sona, era inse-rito un capitello con statua lignea di San Pietro. Per accordonella compravendita, un'immagine del Santo doveva essere mantenu-ta, così Adelino Mazzi pose una statua in una nicchia ancor oggi vi-sibile sull'angolo con via della Concordia. Questa strada costeggiavala lunga barchessa della casa, dove in origine venivano realizzati eimmagazzinati i tubi in cemento che costituivano un'attività collateraledell'impresa edile di Adelino Mazzi. Nel dopoguerra la barchessa concopertura in legno venne sostituita e risistemata a deposito dell'Im-presa, che andava assumendo dimensioni sempre più ragguardevoli.L'attuale risistemazione a villa di tutto il complesso è dei primi anniSettanta, per volontà di Dario, figlio di Adelino Mazzi. Vale la penasottolineare che l'Ingegnèr, come tutti lo conoscevano, nonostante vi-vesse a Roma da ormai quarant'anni, a capo di un'impresa divenutaormai un colosso internazionale nei più svariati campi delle costruzio-ni, volle mantenere fino alla morte la residenza nel paese e nella casadove era cresciuto.I Bernardòti, ossia i discendenti di Bernardo, sono uno dei rami piùantichi del frondoso albero genealogico della famiglia Mazzi. Già laprima chiesetta sorta a Lugagnano, con licenza ducale del 1712,era dedicata ai Santi Anna e Bernardo e portava sulla facciata una la-pide in memoria dei principali benefattori, fra i quali un BernardoMazzi. Certo inconsciamente, il discendente Adelino ed i figli Dario e

Eros hanno ravvivato ed assai accresciuto, oltredue secoli dopo, le benemerenze dei Bernardòtiverso il nostro paese.Si deve infatti all'ing. Dario la progettazionegratuita della chiesa parrocchiale ed all'im-presa Mazzi il fondamentale aiuto nella costruzionedella stessa (1948 - 1955). L'allora parroco donEnrico Brunelli annotò nel suo Memoriale cheAdelino Mazzi (divenuto nel frattempo Commenda-tore) addirittura, "oltre all'assistenza gratuita deitecnici della sua Ditta, abbandonò durante l'ultimoanno dei lavori tutte le altre costruzioni in atto dal-la sua Ditta per assistere e dirigere con amore ve-ramente encomiabile i lavori della Chiesa".E la generosità dei Bernardòti non si fermò allachiesa, visto che anche la casa canonica e la

Scuola materna non avrebbero potuto sorgere, pochianni dopo, senza l'ormai consueto, provvidenziale appor-to della famiglia Mazzi.

Massimo Gasparato

I L P U N T Ole altre priorità: la Tangenziale Nord servirebbe sol-tanto per facilitare lo scorrimento veloce verso laGrande Mela non nostra ma dei veronesi; di caser-me di carabinieri siamo circondati (Sommacampa-gna, Bussolengo, San Massimo); per il verde pubbli-co invece chi non ne vorrebbe a quantità industria-le....?; infine trasformare Villa Mazzi in una strutturadi utilizzo pubblico con annesso parco non la esclu-derei, magari con all'interno i servizi comunali, saledi riunione per i diversi gruppi del nostro paese (sieviterebbe di andare nei bar per le riunioni) e unparco per i nostri anziani. Ciao a tutti e buon lavo-ro".Molto critico è invece Giorgio: "E' veramente scan-daloso aver letto il bilancio fatto dal Comune e tuttociò, non mi fa altro che pensare che sia ora di ri-spolverare il vecchio referendum. Sono sicuro chealtri Comuni limitrofi sarebbero ben lieti di potercontare su oltre 6/7 mila abitanti e magari servirlimeglio di ciò che sta facendo codesta amministra-zione. Che non fa altro che preoccuparsi dei casci-nali, trascurando ciò che è il vero sostegno (finan-ziario) di questo Comune. Nella viva speranza che

Sopra, Villa Mazzi, vista da Via Cao del Prà. Sotto un momento dellapremiazione del Trofeo Eros Mazzi negli anni 90. Sono riconoscibili lasignora Graziella Martinelli, moglie di Eros Mazzi, il figlio Stefano (allorapresidente dell’Hellas Verona), Raniero Zanuso e Mario Puliero. Lafamiglia Mazzi, ramo Bernardotti, è proprietaria della Villa omonima.

(continua a pagina 8)

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questa mia proposta venga letta da più persone…e che pensino alla soluzione. Circa il sondaggio votola circolazione, magari cominciando dal togliere ilmercato dalla via principale di Lugagnano. Dimenti-cavo quasi tutti i cascinali usufruiscono della ADSLservizio voluto fortemente dall'amministrazione, Lu-gagnano no. Grazie sindaco".Una chiara indicazione la fornisce Paola: "Sicura-mente al primo posto si deve risolvere il problemadella viabilità costruendo la Tangenziale Nord. Poipredisporre piste ciclabili per il paese, quindi mag-gior presenza di polizia municipale in centro paeseper porre un controllo (e magari un freno) alle motoe ai motorini "fracassoni" con le marmitte non in re-gola. Grazie dell'attenzione e cordiali saluti”.Pure molto chiaro è un lettore che ci scrive "Sonotutte importanti, ma la viabilità a Lugagnano è la co-sa più importante perché il Comune finora si può ri-tenere fortunato di non aver visto morti in questopaese specialmente nella zona delle scuole elemen-tari all'uscita degli alunni, e dopo la costruzione delmarciapiede (seppur utile), che ha ristretto la stradaprincipale e ad andare in bicicletta su questa via bi-sogna aver paura".Chiudiamo con Luciano che indica come "Sicura-mente sono tutti provvedimenti necessari, anzi ur-genti, con le priorità da Voi stessi enunciate. Grazie".

Tra agosto ed ottobre del 2002 questo giornale lanciò un questiona-rio su Lugagnano dal titolo "Come si vive a Lugagnano?". Un'ini-ziativa che ebbe una notevole eco e di cui si parlò anche sul quoti-diano L'Arena. Tra le domande proposte ve n'erano due i cui risultatipossono essere assai interessanti, se confrontati con quelli ottenutidal sondaggio che pubblichiamo in questo numero.Alla domanda "Quale ritiene il maggiore problema che interessa Luga-gnano?" addirittura il 66,44% rispose "la viabilità", il 22,15% "ilproblema ambientale (Ca' di Capri e Sun Oil)", e il 4,7% la "man-canza di spazi pubblici di ritrovo", mentre il rimanente si divisesu problematiche minori. Alla domanda "Che consiglio si sentirebbe didare a chi amministra il nostro Comune e quale sarebbe il primo prov-vedimento che metterebbe in atto per migliorare la vita di Lugagna-no?”, il 35,6% rispose "Realizzazione di una tangenziale nord pertogliere il traffico dal paese", il 13,36% "Manutenzione strade emarciapiedi" e "Manutenzione e cura verde pubblico", mentre il10,89% indicò "Attenzione al problema ambientale".Se ne ricava come, passati due anni, le esigenze e le necessità ri-mangono le stesse in quanto, evidentemente, poco o nulla si è fattoper porre rimedio a problemi che da allora si sono addirittura aggra-vati. La cosa che più colpisce è come, allora come oggi, una così am-pia fetta dei nostri cittadini sappia perfettamente, oltre a individuare iproblemi, indicarne anche le possibili soluzioni (tangenziale nord,villa Mazzi come spazio pubblico di ritrovo, ad esempio), dimostrandodi avere una consapevolezza e una percezione notevolmente precisadegli interventi di cui Lugagnano veramente necessità.

Come votarono i lettori del Baco nel 2002?

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A sinistra la nuova rotonda in prossimità della GrandeMela. Grande critiche su questa rotonda volutadall’Ufficio Tecnico del Comune di Sona. Bastava forseun piccolo esproprio per rendere la rotonda adeguataad una zona industriale: sembra infatti che un TIR nonriesca a percorrerla. Sopra, l’imboccatura pericolosatra via Mancalacqua e via Capitello: molti lettori cihanno segnalato come fosse più urgente una rotondain questo incrocio.

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gimirante e di largo respiro. Altre sono le situazioniche, coinvolgendo pubblico e privato, potrebberodare soddisfazione ad entrambi, ed arricchire ilpaese di quei luoghi fisici, piazze, verde pubblico eparcheggi, che mancano e che peggio non si pro-gettano. Luoghi fisici che magari c'erano e che sison persi in una trasformazione urbanistica del pae-se troppo affrettata e tesa più alla mera speculazio-ne privata che non alla ricerca del benessere comu-ne.Parliamo della vecchia piazza del paese, "luogoideale, simbolico e fisico di ritrovo", spazio ora ab-bandonato a parcheggio triste nella sporci-zia in cui versano le misere aiuole che lo sud-

dividono. E per quanto precario che sia, questospazio rimane il luogo di ritrovo. Non serve moltoper riconoscerlo. Basti passare tutti i giorni sin daiprimi minuti dopo il lavoro per vedere dove si con-centrano le persone.Non è alla Grande Mela, nè nella piazza antistantela chiesa, ma lì, su quegli angusti marciapiedi osui traballanti tavolini di quel bar, unico a capire epoter sfruttare la volontà dei lugagnanesi di ritro-varsi in piazza a discutere e chiacchierare bevendoqualcosa assieme. Molte altre potrebbero essere lesoluzioni, le proposte, tutte magari valide e degnedi essere discusse, tutte che dovrebbero essereprese in considerazione da una progettazioneurbanistica accorta e indirizzata alla soddisfazio-ne collettiva. E' chiaramente impossibile realizzaretutto, però progettare in vista di un possibile utilizzoin quel modo, quello sì, è possibile. Il cittadino nonpretende la luna nel pozzo. Sa accontentarsi anchedi una pista ciclabile come quella realizzata

"Ritengo che risolvere il problema del traffico, primache sia troppo tardi, sia fondamentale per garantireuna miglior qualità della vita degli abitanti di Luga-gnano adesso e per il futuro. Certo che un progettodi più ampio respiro che preveda un' idea nuova delpaese, contemplando anche la trasformazione e l'u-tilizzo di villa Mazzi sarebbe sognare ad occhi aper-ti... visti i tempi."Riprendiamo pari pari un commento che ci è arriva-to in questi giorni da un lettore del Baco da Seta,commento che sintetizza appieno la volontà di chivive il paese, di chi vorrebbe fare qualcosa per mi-gliorarlo o che più semplicemente si accontentereb-be di poter sognare il luogo dove abita migliorabilee migliorato e non abbandonato alla deriva. Il buonnumero di commenti spontanei ricevuti dal sondag-gio da noi proposto ci evidenzia come in manieraassoluta la cittadinanza di Lugagnano sente comeproblema principale quello del traffico lungoil paese. Questa necessità causata dall'incessantepassaggio di mezzi già presente, assieme allapreoccupazione che i cantieri oramai prossimi del-l'alta velocità aggravino ancor più questa situazione,porta a questa volontà, questo desiderio, questasperanza che venga fatto un percorso alternativoalla strada principale, sia esso via Sacharov o un al-tro, l'importante è che venga fatto questo tracciatodiverso per il traffico di passaggio in modo da farbypassare Lugagnano ai non residenti e restituirloin questo modo ai lugagnanesi.Da questo poi deriva tutto il resto "una rivisitazioneurbanistica di più ampio respiro" sempre per pren-dere a prestito alcune frasi di chi ci ha scritto. Rivisi-tazione che va dalla realizzazione di una pista ci-clabile logica nel suo percorso e sicura per chila fruisce, alla richiesta di maggior aree verdi all'in-terno del paese per finire nella richiesta di un luogopubblico di ritrovo. La proposta che noi abbiamofatto di Villa Mazzi, immediatamente a ridossodella chiesa era ed è un’occasione, per la particola-re situazione in cui si trova attualmente quell'area.Quel luogo ben si adatterebbe ad ospitare degliedifici pubblici e delle residenze private. Sipotrebbe ricostruire una piazza, sulla quale si affac-cino gli edifici, concentrandovi alcuni servizi, ana-grafe, sala civica o quant'altro, realizzando poiquei parcheggi sempre difficili da reperire e quel-l'area verde che latita in maniera assoluta dal cen-tro.Ma non è la sola situazione interessante che po-trebbe coinvolgere una progettazione sapiente, lun-

Un sogno ad occhi apertiCome vorrebbe il proprio paese l’abitante di Lugagnano

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Piazza dei Caduti,accanto alla Chiesadi Lugagnano.

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nei primi giorni di agosto, delimitata da dellesemplici strisce sull'asfalto e da alcune fioriere (nellasperanza che queste possano garantire la sicurezzadi chi vi pedala oltre). Certo, la si vorrebbe magaririalzata, realizzata con un materiale differente, inpietra o autobloccante e magari delimitata da un belfilare di alberi (mai nessuno che metta giù una pian-ta lungo una strada in questo Comune!).Ma la si può accettare in quanto è risaputo delle dif-ficoltà economiche in cui deve dibattersi un ammini-

stratore, oppure perché lo stesso ha fatto la sceltadi altre priorità, purchè esse rispecchino l'effettivavolontà dei cittadini e non di una ristretta cerchia.Quindi, per intanto ci si può accontentare così, an-che di una pista ciclabile precaria, nella speranzache qualcuno possa garantirci di poter sognare adocchi aperti.

Gianfranco Dalla Valentina

[email protected]

Sul tema delle priorità di Lugagnano abbiamo inter-pellato anche le forze di minoranza in ConsiglioComunale.Renato Farina della Lista Civica Modello Pae-se ci ha detto: "Abbiamo sempre sostenuto e siamoanche ora convinti che la frazione di Lugagnano siasoffocata dal traffico che taglia l'abitato come unaferita che impedisce un armonico svolgimento dellavita sociale. E' un problema vecchio che temiamo sitenti di risolverlo con qualche palliativo che rende lasituazione migliore solo esteticamente senza risolve-re però il problema. Ridurre, ed in alcuni momentidella giornata chiudere, il traffico non solo sulla viacentrale ma anche nelle vie di collegamento tra i varicontenitori sociali (Chiesa, scuola, servizi pubblici,

parchi, giardini..) è un elemento primario e questo sipuò fare solo attivando la viabilità alternativa in mo-do particolare la "strada nord". Dati i sempre minoritrasferimenti dallo Stato, riteniamo sia necessario at-tivare il finanziamento del progetto in maniera alter-nativa al classico e troppo comodo, ma un po' supe-rato, mutuo alla cassa depositi e prestiti. Non lo ri-petiamo perché molte altre volte abbiamo espressoquesto ma siamo disponibili a tutti i confronti perapprofondire il tema. Creare le condizioni affinché lavia centrale diventi una grande "piazza" intesa comeelemento di aggregazione sociale e di collegamentoagli altri punti sopra espressi, sgombro dalle auto,è, a nostro avviso, un impegno che dovrebbe uniregli sforzi di tutti. Sarebbe interessante lanciare un

Il parere dell’opposizione

Luogo meraviglioso è Val Trovai a Prada di Monte Baldo. Vallata stretta, con una piccola strada che la percorre a ridosso di roccee strapiombo. Al turista, nel percorrerla, capita di imbattersi in una simpatica “apparizione”, riportata nella foto di destra. Unascritta, alquanto leggibile sul guardrail, cita: “Gigi e Andrea i gusoni di Lugagnano”. Al di là della riflessione ovvia di quante “es-se” ci vadano nella parola dialettale “gusoni”, ci sorge spontanea una domanda: ma chi sono questi Gigi e Andrea, nostri com-paesani, da meritare tanta importanza in un luogo così ameno?” (Gigi Mazzi, chiaramente non il Gigi citato...)

Prada di Monte Baldo

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concorso di idee sulla sistemazione dei centri paesepropedeutico ad un progetto di sistemazione gene-rale".Molto critico è Giovanni Forlin, della Lista Civi-ca L'Orizzonte: "Serve con urgenza mettere manoal P.R.G. per risolvere la questione del traffico, coninterventi strutturali e di lunga portata. In primis vaquindi realizzata la tangenziale nord, strada di scor-rimento in grado di far defluire il traffico da e per laGrande Mela e per le zone produttive adiacenti at-traverso un percorso esterno all'abitato di Lugagna-no. Occorre poi completare il collegamento a sud,creando nuove aree a parcheggio. L'attuale sensounico non risolve il problema, anzi lo aggrava, per-ché il traffico, prima concentrato sulla via centrale, èora dirottato in parte anche su Via Fiume, Via Ken-nedy, Via Caduti del Lavoro e Via Don Bosco, sem-pre all'interno del paese. Per il nostro gruppo il pro-blema viabilità si risolve solamente spostando all'e-sterno del paese la maggior parte del traffico, so-prattutto la viabilità di passaggio. Lugagnano dovràpoi affrontare il transito dei supertreni (cosiddettaTav), che rischia di stravolgere per il prossimo de-cennio la vivibilità dell'intera area. Occorre creare unufficio di assistenza tecnica legale che sostenga lenumerose famiglie coinvolte dal nuovo tracciato fer-roviario ed imporre alle imprese costruttrici di adot-tare tutte le tecniche di mitigazione possibili, per ri-durre al minimo l'impatto ambientale. Serve poi unanuova Scuola Elementare nell'ambito del Polo Scola-stico nella zona delle Scuole Medie, con utilizzo del-l'attuale sito per ampliamento della Scuola Maternae per realizzare un Centro Civico. Va recuperato ilcentro storico, la zona servizi di Mancalacqua, ilpassaggio pedonale tra la Baita Anziani e Via 26Aprile e l'area adiacente alla Chiesa, realizzandopercorsi ciclabili e pedonali, al fine di rendere vera-mente Lugagnano a misura del cittadino. Può esse-re acquisita dal Comune l'area di circa 5000 mq.posta tra Via Monte Grappa e Via Cao Prà per finali-tà di interesse pubblico. Interventi che l'attuale Am-ministrazione ha cestinato, concentrando gran partedelle iniziative nella frazione di Palazzolo".Per chiudere, Raffaele Tomelleri della Lista Ci-vica Il Maestrale: “C'era una volta un progetto,che avrebbe voluto trasformare il cuore di Lugagna-no. Avevamo previsto la nuova piazza, prima tappadi un percorso che ci avrebbe condotto alla revisio-ne completa del centro storico di Lugagnano. Al re-cupero dei vecchi borghi (Gheto e Contrà), all'aper-tura del "parco di villa Mazzi", ma soprattutto al re-cupero di un'anima che il paese ha progressivamen-te perduto. In questo progetto s'inserisce tutto il re-sto, dalla revisione della viabilità, al nuovo polo sco-lastico, sicuramente più utile e sentito che non a Pa-lazzolo. Ma quel progetto è stato frettolosamentecestinato. Peccato”.

Lunga è la battaglia che questo periodico sta portando avanti perché nelnostro Comune si dia finalmente vita alle Consulte di Frazione, previste sul-la carta dallo Statuto ma non esistenti nella realtà per la mancataemanazione di un Regolamento attuativo che ne disciplini il funzionamentoe, soprattutto, per la mancanza di volontà politica di dare loro reale appli-cazione. Questa Redazione lo scorso anno aveva sottoposto al ConsiglioComunale un proprio progetto di Consulte, con tanto di Regolamento at-tutativo, che prevedeva la creazione di quattro consulte, una per frazione,rappresentative delle realtà associative, politiche e private del territorio econ competenze consultive di ampia portata, dalla finanza comunale all'e-dilizia pubblica. Il progetto fu bocciato per motivazioni puramente formali,nonostante il parere favorevole di tutte le opposizioni e nonostante gli au-torevoli interventi in appoggio, tra gli altri, del Consigliere Renato Farinadella Lista Modello Paese, del Consigliere Salvatore Antino della Mar-gherita e del Consigliere Giovanni Forlin de L'Orizzonte.Nello scorso numero queste pagine hanno ospitato un intervento di Michele Giacomelli, Consigliere di Maggioranza e Presidente della Com-missione incaricata di riscrivere lo Statuto del Comune di Sona. Giacomelli,persona seria e capace che il Sindaco Bonometti ha scelto con lungimiran-za per questo importate ruolo, scrive di come in Commissione "stiamo cer-cando di dare operatività alle consulte comunali già presenti nell'attualeStatuto". E' questa una buona notizia, che abbiamo accolto nella speranzache effettivamente con il varo del nuovo Statuto, previsto dallo stesso Pre-sidente per la fine del 2004, sia poi possibile una veloce attuazione diquesti organi di consultazione popolare, così necessari in un Comune dallerealtà eterogenee come il nostro.Sulle consulte di frazione si è detto tutto ed il contrario di tutto, ma l'evi-denza della loro utilità può essere esemplificata perfettamente con il son-daggio che proponiamo in queste pagine. Proprio a questo servirebbe unorgano decentrato, frazione per frazione: fornire, a chi amministra, un'ideadi quali siano le reali esigenze dei nostri paesi, di quali siano i problemipiù avvertiti e quali le soluzioni che la popolazione ritiene praticabili. Parerinon vincolanti, la potestà rimarrebbe saldamente e doverosamente nellemani di chi ha avuto il mandato ad amministrare, ma pareri comunque utiliper avere un quadro sempre aggiornato ed aderente della realtà che si èchiamati ad amministrare.Piccola cosa il nostro Sondaggio, ma che oltre a confermare la bontà diquanto si è scritto fino ad oggi circa le vere necessità del nostro paese,sottolinea ancora una volta l'urgenza di creare uno strumento di con-sultazione popolare intermedio tra il cittadino e il colle di Sona. Aumen-tare la partecipazione diretta della cittadinanza nella gestione della cosapubblica creerebbe sicuramente difficoltà operative nell'immediato, maconsentirebbe nel lungo periodo di dare vita ad una comunità coesa, con-sapevole e che si sente parte del progetto comune di migliorare la vita aSona.Un obiettivo di tale portata e di tale levatura da far passare in secondopiano qualsiasi obiezione formale o di bassa organizzazione.

Mario Salvetti

[email protected]

Problemi da affrontare e scelte da prendere

Quanto sarebbero utili le Consulte di Frazione

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Come preannunciato proponiamo in questo numero un secondo sondaggio rivolto principal-mente agli abitanti di Palazzolo e a chi ne ha comunque a cuore le sorti. Un modo per cono-scere l’opinione diretta della nostra comunità sulle vere necessità di Palazzolo. Nei prossiminumeri poi riproporremo lo stesso sondaggio per le altre due frazioni del nostro Comune, SanGiorgio e Sona. Ecco il testo del sondaggio:

Quale ritenete essere la priorità principale, il provvedimento necessario ed ur-gente per migliorare la qualità della vita a Palazzolo?1) Pensare ad una viabilità esterna per eliminare il "traffico di passaggio" dal centro paese;

2) Costruire un nuovo Polo Scolastico;3) Realizzare un ampliamento dell’attuale Scuola elementare;4) Prestare maggiore attenzione al verde pubblico (parchetti, aiuole, aree attrezzate)5) Costruire un Centro Servizi (sale riunioni, spazi per associazioni, alloggi protetti per anziani...);6) Altro...

Le risposte (è possibile indicare solo una voce) possono essere inviate via email all'[email protected], tramite sms al numero 338 5936472, tramite posta ordinaria al nostroindirizzo di via Beccarie, 48 a Lugagnano oppure lasciandole scritte su un semplice foglio di carta biancadirettamente presso la Ferramenta Ragazzo Bruno a Palazzolo, dove sarà presente un apposito conte-nitore per raccoglierle. Un'opportunità per dire la propria e partecipare direttamente alla vita e ai destinidi Palazzolo. Nel prossimo numero daremo conto delle risposte pervenute, attorno alle quali apriremo unadiscussione che riteniamo costruttiva per la nostra intera comunità.

La Redazione

Un sondaggio sulle priorità di Palazzolo

Come annunciato anche su L'Arena di sabato 24 luglio, la GiuntaComunale ha già in mano lo studio sul traffico a Sona realiz-zato dalla ditta incaricata, la Netmobility. In forza di tale studio do-vrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere realizzati una seriedi interventi volti a migliorare la viabilità nei nostri paesi.Sperando che gli interventi vadano oltre la semplice indicazionecon segnaletica orizzontale di percorsi per biciclette con messa adimora di fioriere a Lugagnano, intervento pur molto apprezzato,ma che riguardino soprattutto la celeberrima TangenzialeNord, lo scorso 23 luglio abbiamo formalmente chiesto tramiteraccomandata al Sindaco Bonometti, al Vicesindaco Rinaldi, ol-

tre che al Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune, di poterprendere visione di quel Piano, in modo da poterne dare conto ainostri lettori. Anche perché delle tanto annunciate assembleeper presentare quel piano alla popolazione del Comune di Sonaad oggi non vi è traccia.L’assessore Cimichella ci ha fatto sapere che il materiale nonpuò essere riprodotto o divulgato in quanto non è ancorastato presentato al Consiglio Comunale, ma che permetterà alPresidente del Baco di visionarlo. Data l'importanza vitale dellamateria ci auguriamo di potervene parlare diffusamente già nelprossimo numero. G. Mazzi

Il Piano del traffico? Nel prossimo numero...

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ca e che, quindi, in questa accezione, non dovrebbepiù avere cittadinanza nel nuovo corso di Sona.Tanto che si arriva addirittura a proporre di creare,al suo posto, una Commissione contro il Terro-rismo, forse oggi politicamente più corretta.Preliminarmente va detto che, alla base di tutto,esiste una certa confusione storica dei nostri Ammi-nistratori. La cosa curiosa, infatti, è che quella Com-missione, e i conseguenti cartelli "Comune per laPace" come li vediamo oggi nei nostri paesi, fu vo-luta da una Giunta di centro destra, democri-stiana fino all'osso, alla fine degli anni '80. Anninei quali, al contrario, le Amministrazioni di sinistraostentavano cartelli quali "Comune Denuclearizza-

to". Tra l'altro quella fu una deliberazione votata inConsiglio all'unanimità e pertanto espressione diuna volontà popolare collettiva, che poi è statasempre confermata dalle varie amministrazioniche da allora si sono succedute.

Assai celebre è una frase di Thoreau, filosofo ame-ricano di metà ottocento, "Se il Governo decide suquestioni di coscienza, allora perché mai gli uominihanno una coscienza?". Riflessione importante, sul-la laicità culturale che sempre deve avere l'azionedel potere pubblico, e che ci è curiosamente tornatain mente quando abbiamo preso visione degli attidel Consiglio Comunale di Sona del 30 giu-gno scorso, durante il quale si è tenuto un vero eproprio dibattito ideologico, come ormai se ne tro-vano pochi in epoche di relativismo culturale e poli-tico. In quella seduta in realtà era in discussionel'individuazione delle Commissioni ritenute indi-spensabili per la realizzazione dei fini istituzionalidell'amministrazione. L'elenco delle Commissioni,presentato dalla Giunta all'approvazione del Consi-glio, non vedeva più presente la Commissioneper la Pace, e su questa scelta si è innestata unadiscussione animatissima sulla quale troviamo siainteressante spendere qualche parola.Riassumendo le posizioni, la maggioranza che oggiamministra Sona ha deciso di sopprimere quellaCommissione essenzialmente per due motivazio-ni, spiegate dal Sindaco Bonometti e dall'AssessoreDi Stefano. La prima, di natura ideologica, si in-centra sulla considerazione che la sua stessa esi-stenza sarebbe una "contraddizione in termini" inquanto "la pace è un bene di tutti che non va targa-to, etichettato e sottoscritto". La pace, come la soli-darietà sociale, non può essere un patrimonioesclusivo del centro-sinistra, ma deve essere un pa-trimonio comune. In questo senso si tratterebbe diuna Commissione "assolutamente superflua". La seconda motivazione è invece molto più pratica.Di fatto, dicono gli amministratori, la commissionenon si riuniva quasi più, e quelle poche volte che lofaceva erano presenti, al massimo, solo tre o quat-tro dei quindici membri che la componevano, e perdi più la sua attività consisteva solo nello "sterilefatto di riunirsi e di raccogliere un po' di soldi dadestinare a qualche associazione o gruppo di volon-tariato".In realtà leggendo bene gli interventi, e alla luce dialtre posizioni prese da questa maggioranza, quelloche si coglie è un certo fastidio per una Commissio-ne che, agli occhi dei nuovi amministratori, incar-nava una specie di Quinta Colonna della sinistra al-l'interno della nuova amministrazione. Più volte da-gli interventi traspare una certa insofferenza perquesta male interpretata "pace" che sarebbe diven-tata nel mondo vessillo esclusivo di una parte politi-

Sona Comune per la Pace o contro il Terrorismo?In Consiglio Comunale scoppia la guerra delle Commissioni

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Una decisione, quellaodierna di sopprimere laCommissione, che appareinvece più partorita persegnare un'identità po-litica che per una realenecessità o scelta operati-va. Un modo per dire: og-gi governiamo noi e quin-di le cose devono cambia-re. In questo senso appa-re onestamente stupefa-cente che forze politicheche si dicono struttural-mente laiche, liberali nellaformazione culturale enelle direttrici di pensiero,poi cadano su steccatiideologici che ormai siritrovano solo rileggendo ilibri di Guareschi, con ilparroco don Camillo didestra e il Sindaco Peppo-ne comunista, o nellastanca propaganda di for-mazioni nostalgiche. Se sivuole sostenere che ilruolo pratico di una Com-missione per la Pace sia

vicino allo zero in quanto a reali possibilità di inter-vento siamo tutti d'accordo, per fortuna in Italia lapolitica estera la fa il Governo e non ogni singoloComune, Provincia o Regione.Ma siamo certi che nessuno, nemmeno il più illusodei nostri concittadini, ha mai pensato a quella Com-missione come ad uno strumento per dirimere con-trasti internazionali.Se pertanto la natura "superflua" di quella Commis-sione starebbe nel fatto di non poter incidere nellegrandi scelte di politica internazionale che riguarda-no interi popoli, la troveremmo una ben miseramotivazione.Altri erano i motivi che fecero nascere quella Com-missione, più modesti ma nel contempo più concre-ti: tener viva un'attenzione verso "l'altro" che si èesplicata attraverso circoscritti progetti di collabora-zione, di solidarietà e di conoscenza reciproca concomunità di altri Stati (Argentina, Uganda, Polonia,tra gli altri) che, nel loro piccolo, sono serviti amantenere presente l'idea che Sona non è chiusa insé stessa ma fa parte di una Nazione, di un'Eu-ropa Unita e di un mondo ben più ampio dei no-stri confini comunali.Poca cosa? Poca cosa forse, ma sicuramente nondannosa e, probabilmente, importante almenoquanto il lavoro svolto dalle altre commissioni comu-nali rimaste oggi in attività.

Ma vi è un ragionamento di politica generale benpiù ampio da fare su questo tema. Edward Luttwake Susanna Creperio Verratti, in un volume di rifles-sioni sul tema della Libertà pubblicato da Mondado-ri nel 2000, scrivono: "Chi è contro la libertà? Nes-suno, o quasi. Anche coloro che la reprimono fero-cemente lo fanno, ci dicono, per assicurare una mi-gliore, più importante libertà, o tutta una serie di li-bertà negative, dalla fame, dal disordine all'insicu-rezza nazionale. Ma se quasi nessuno è contro la li-bertà, perché è sempre minacciata anche in Paesinormalmente, o nominalmente, democratici? La ra-gione è dentro di noi. Di fronte alle dittature, prefe-riamo la sopravvivenza e la tranquillità o perfino laprosperità materiale alla lotta impari per conquistarela liberà. Anche in piena democrazia accettiamo dinon dire molte cose che crediamo vere, e di ripete-re ciò che crediamo falso, perché il buonismo oqualsiasi altra moda ce lo impone". La pace non può essere considerato un bene asso-luto, ma è il prodotto di un'insieme di presuppostie di convinzioni che non possono appartenere,come esclusiva, a nessuno gruppo o parte politica.E in questo dicono bene i nostri amministratori. Maessendo appunto la pace un bene relativo, condizio-nato da altri fattori come per esempio la libertà e lareale democraticità di un ordinamento, è giusto chesul tema esista la maggiore diffusione e sensibi-lizzazione possibile, specialmente in nazioni di an-tica tradizione democratica come la nostra dove so-prattutto i più giovani rischiano di non cogliere ilreale significato e la reale importanza di certi valori.Diffusione e sensibilizzazione che può essere porta-ta avanti anche attraverso Commissioni "superflue"come quella che esisteva a Sona fino a ieri. Che po-co o nulla possono fare dal punto di vista pratico,ma che molto possono - o potrebbero - fare dalpunto della diffusione di visioni solidali del nostroessere comunità. E questo indipendentemente dalfatto che a governare ci siano Giunte di destra o disinistra, proprio perché in Italia tutte le forze politi-che, fortunatamente, si ritrovano sotto il comunecappello di valori, questi sì essenziali, come la liber-tà e la democrazia.Se poi invece il problema era solo, come viene det-to, che chi faceva parte di quella Commissione nonlavorava o che la sua struttura operativa era ineffi-ciente, sarebbe bastato cambiare le persone o ri-scriverne lo Statuto.Una seduta di Consiglio Comunale molto accesa, sidiceva, con interventi di notevole spessore pure daibanchi dell'opposizione e nella quale alla fine è pre-valso un positivo spirito bipartisan, che il Sin-daco ha recepito e che ha portato a deliberare "diimpegnare l'Amministrazione comunale ad attivareogni utile proposta o iniziativa tendente alla valoriz-zazione dei principi di solidarietà tra i popoli me-

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diante istituzione di apposita Commissione mista".Addio quindi alla Commissione per la Pace, ma por-te aperte per la futura creazione di un altro, e nuo-vo, organismo che porti avanti i medesimi principi.Tanto rumore per nulla, si potrebbe dire.Ma sbagliando, perché la discussione tenutasi inConsiglio Comunale è stata di estremo interesse e digrande importanza per l'identità stessa della nostra

comunità, proprio per le diverse anime che vi sonostate rappresentate. Un tema talmente importanteche riteniamo sarebbe indispensabile sforzarsi ditrovare su questo argomento forme e modi perascoltare e recepire anche l'opinione diretta dei cit-tadini del Comune di Sona.

Mario Salvetti

[email protected]

A sinistra laposizione geograficadi Cassinetta diLugagnano, sita inprovincia di Milanotra i paese diMagenta eAbbiategrasso.Sotto, un particolaredi Villa CastiglioniNai-Bossi, uno deitanti luoghi storici diCassinettaLugagnano.

vengono edificate villa Morlin-Visconti, villa FrottaEusebio, villa Mantegazza Macinaghi e la neoclassi-ca villa Trivulzio. In zona Bardena villa Bodio Parra-vicini Bottiglia. Si è venuto così a formare unendosigradatamente un solo paese: "Cassinetta di Lu-gagnano".Che dire? Beati i nostri amici di Cassinetta di Luga-gnano. Loro almeno un po' di storia riescono a ri-cordarla e a tramandarla con le loro ville. Noi, menonobili, non riusciamo neppure a conservare le po-che cose di valore (a dire il vero di valore economi-co c'è poco ma almeno “diamo una mano” a tra-mandare nel tempo quel poco di storico che abbia-mo). Ed è per questo che dobbiamo salvaguardare

Corte Messedaglia, Corte Beccarie, Villa Ma-ria Innocenti Marchiori, Corte Boscaini, CorteBriggi, Corte Sellara, Corte Riva Boschetti,Corte la Merla, le case del Borgo, il Ghetto ela Contrà, ecc.Speriamo che i nostri nipoti e pronipoti un giornopossano fare come quelli di Cassinetta di Lugagna-no: vantare i propri tesori, che nei secoli trasmetta-no la storia del nostro paese.

Gianluigi Mazzi

[email protected]

Abbiamo voluto curiosare sul mondo di internet percercare notizie della nostra Lugagnano. Ci siamo im-battuti in un sito dove abbiamo trovato interessantinotizie di un'altra Lugagnano (in provincia di Mila-no) che vale la pena conoscere.Questo paese ha una storia che nasce molto tempofa, ma con un veloce salto in avanti ci portiamo inperiodo più recenti, nei quali Cassinetta si è creatauna sua storia, "fatta su misura". Una storia che an-cor oggi la fa conoscere per il rilevante patrimo-nio architettonico, artistico e paesaggisticoche possiede. L'attuale territorio comunale era inorigine diviso in quattro distinte piccole comunità:Lugagnano, Bardena, Cassinetta dei Biraghi e Piatti.Certamente l'insediamento più antico è Lugagnanoed è con una certa sicurezza che si può stabilire findall'era romana la presenza di un primo nucleoabitativo, grazie al ritrovamento di reperti sepolcralirisalenti a quell'epoca. L'esistenza del comune rusti-co risale al 1493 ed è documentata da una cartamedioevale dalla quale si apprende pure dell'esi-stenza di un castello e della chiesa di S. Protasio(1435). Che fa veramente la storia di questo luogoè comunque nel XII secolo l'idea di aprire un colle-gamento fluviale tra Milano e il lago Maggiore: "ilNaviglio" (da navis, quindi canale navigabile). Nel1200 era dunque aperta una via d'acqua tra laSvizzera e Milano, su cui transitavano i graniti e lepietre, i prodotti agricoli della provincia, il vino, imattoni, la sabbia e i tessuti. Fu così che lungo ilNaviglio Grande iniziarono a formarsi luoghi di vil-leggiatura per le nobili famiglie milanesi che qui ave-vano delle tenute agricole. La stessa parola "villeg-giatura" deriva appunto da "villa", cioè la casa dicampagna. E anche le ville di Cassinetta furonoin origine centri di aziende agricole, a cominciaredalla prima, Birago Clari Monzini, costruita a qual-che centinaio di metri dal canale. Lungo il Naviglio sicostruiscono invece: la grande villa dei Visconti, villaCastiglioni Nai Bossi, villa Negri e villa Krentzlin. Po-co lontano dai Navigli, nella zona di Lugagnano,

Lugagnano nel mondoCassinetta di Lugagnano in provincia di Milano

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Arrivati a questo punto una riflessione sul temaappare più che doverosa. Che ruolo deve ricopri-re la stampa nei confronti del mondo politico? Do-manda che riteniamo possa trovare una rispostaadeguata solo riferendosi ad una realtà localedove le "testate giornalistiche" non fanno capo agrossi gruppi finanziari e di conseguenza non so-no costrette a tutelare gli interessi di uno o dell'al-tro schieramento.Quindi, ragionando a livello locale, come dovrebbeporsi la stampa (nella quale, con un po' di presun-zione, inseriamo anche Il Baco da Seta) nei con-fronti dell'operato dell'Amministrazione di turno?Siamo del parere che in una realtà comunale comela nostra dove la maggioranza ha un potere de-cisionale assoluto e dove le opposizioni, quandonon sono completamente inesistenti come è suc-cesso in alcuni casi negli anni passati, possonocontare su pochi mezzi per cercare di controbatte-re e non sono in grado di sostenere gli oneri eco-nomici e non di un'informazione completa (notiziarie periodici con diffusione capillare), una testatagiornalistica deve farsi carico sì dell'informazionein senso generale ma, forte di una certa visibilità,farsi carico anche di quell'opera di controllo chenon sempre le forze di minoranza riescono o vo-

gliono svolgere.Quindi ben venga l'attività di diffusione della cultu-ra "sonese", ben venga la promozione di attività diutilità sociale, ben vengano le presentazioni direaltà locali associative e non, i racconti delle osulle persone che hanno fatto la storia dei nostripaesi, ben vengano le descrizioni dei monumenti,delle bellezze architettoniche ma, soprattutto, benvenga l'informazione di tipo politico-amministrativo.Informazione che dovrà essere sempre presenteed attenta, per tenere alto il livello di guardia.Si badi bene però, il livello di guardia non solo dichi ci amministra ma anche di coloro che stannoalle opposizioni perché perdere le elezioni nonvuol dire, come invece accade non poche volte,tornare in letargo in attesa delle prossime elezionima vuol dire accettare gli oneri della sconfitta ecioè controllare l'operato di chi ha vinto lavorandonell'ombra e, nella maggior parte dei casi, nell'in-differenza più totale. La cosidetta altra faccia dellamedaglia.E, se ci è permesso questo momento autocelebra-tivo, il nostro giornale fino ad oggi lo ha fatto, piùo meno bene, questo starà ai lettori deciderlo, malo ha fatto. E' stato critico con chi ci amministravaed amministra (troppo critico? Probabilmente era-

Nella foto, Sonavista da ViaMolina.

Stampa ePoliticaRiflessioni su un rapportocomplesso

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I s o l a m e n t i a c a p p o t t o g a r a n t i t i

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no e sono critiche meritate), ha saputo dare i giu-sti meriti alla Giunta quando serviva, è stato pro-positivo (non si può certo dire che le proposte sia-no mancate e le voci presenti nel sondaggio relati-vo a Lugagnano ne sono solo una piccola prova)ma è stato anche critico nei confronti delle opposi-zioni (nel numero di febbraio di quest'anno, adesempio, abbiamo mosso una forte critica ad unacerta inconsistenza delle opposizioni uscite dalleultime elezioni).Molti ci accusano però di non essere imparziali.Non solo adesso, ma anche in passato.E' vero, non lo siamo e non lo siamo mai stati.L'imparzialità fine a se stessa è semplicementeuna mancanza di posizioni, oltre ad essere cultu-ralmente ed ideologicamente impossibile. Abbiamole nostre idee che non ci permettono di osservareimpassibili quello che ci accade intorno. Idee cheabbracciano tutto il ventaglio politico attuale, rap-presentato dalle varie anime che costituiscono lanostra Redazione. Ma abbiamo anche la voglia diconfrontarci, abbiamo la capacità di accettare lecritiche e di farne. Abbiamo anche la capacità didire «Va bene» ad un progetto, da qualsiasi schie-ramento politico provenga.Ma, viene da chiedersi, una volta che abbiamosvolto il nostro compito che succede? Chi ci gover-na come si deve comportare di fronte alle criticheed alle nostre proposte? Meglio continuare per lapropria strada o ascoltare quello che la gente diceo scrive? Meglio voler seguire la strada indicatadal proprio programma elettorale (quelle pochevolte che viene rispettato) o cambiare "itinerario"in corsa scegliendo percorsi migliori, ascoltandoanche indicazioni esterne?Ora non pretendiamo che il Sindaco e gli Assessoriinizino a prendere come “oro colato” tutto quelloche viene scritto su queste pagine, a tutto c'è unlimite, ma ci piacerebbe che le proposte e, per-ché no, anche le critiche prima di essere cesti-nate fossero spunto per una riflessione, as-sieme alle parole di Aristofane: "l'uomo saggioimpara molte cose dai suoi nemici"...

Mirko Ambrosi

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Più volte abbiamo sostenuto il fatto che uno deicompiti primari del nostro giornale sia quellodell'informazione di tipo amministrativo e delcontrollo sull'operato di chi ci rappresenta inConsiglio Comunale. Non è però auspicabile cheil cittadino venga a conoscenza dell'attivitàdel nostro Comune solo tramite la nostra te-stata che, con tutta la buona volontà ma anchecon tutti i difetti e le lacune che possono deri-vare da una gestione fatta a livello di "passio-ne", non può e non deve sostituirsi a quello chedovrebbe essere uno dei principali compiti diun’Amministrazione Comunale: incentivare lapartecipazione della collettività alla ge-stione del proprio Comune. Per ora, in attesadelle benedette Consulte di Frazione, l'unicomezzo attraverso il quale il cittadino può assi-stere in prima persona alle decisioni sul propriofuturo è il Consiglio Comunale. Noi del Bacocercheremo di sostenere la partecipazione atali incontri comunicando agli iscritti alla nostramailing list data ed orario di svolgimentodei vari Consigli Comunali, in modo da fa-vorirne la partecipazione.Chiunque volesse essere informato di tali sca-denze può mandare una mail all’indirizzo [email protected] chiedendo di esse-re inserito nella nostra mailing list.

La Redazione

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to. Un'idea che ora sembra caduta nel dimenticatoioo che forse verrà sostituita da un'altra, forse miglio-re, forse in via di attuazione ma di cui la popolazio-ne non conosce tempi e modi di attuazione.L'importante per i cittadini di Palazzolo sarebbe ca-pire, o meglio spiegare, se in futuro la viabilità peril centro storico sarà migliorata, visto che oggi ap-pare congestionata dalla mancanza di parcheggiche costringono le persone ad abbandonare lamacchina al bordo della strada, ed è immediato ca-pire che con una macchina parcheggiata lateral-mente, anche solo per qualche minuto, e un doppiosenso di marcia, si crea un grave intralcio alla circo-lazione.Per non parlare del passaggio in pieno centro di ca-mion, bilici e TIR, capaci di sradicare interi balconidalle facciate delle case storiche, ma forse questa èun'altra storia…

Marco Forante

[email protected]

Il centro storico di Palazzolo, in particolare via IVNovembre, ha finalmente, e speriamo definitiva-mente, una pavimentazione stabile. A pochi mesidall'inaugurazione avvenuta con la precedente am-ministrazione, il cemento che teneva uniti i cubetti diporfido ha cominciato a cedere e sfaldarsi, ren-dendo pericolosa e impercorribile l'intera via. Vicinoai tombini si creavano veri e propri crateri scavatidall'acqua delle piogge, una situazione paradossaleper dei lavori che, a detta di tutti, e più volte sottoli-neato proprio su queste pagine, sono stati compiutievidentemente male e con materiali di scarsa quali-tà. Ora con una settimana di blocco del traffico euna nuova "riassestata" al manto di porfido, si sperache non ci sia bisogno di altri interventi. Quello cheinvece non è più stato attuato è il piano viabilisti-co interno della frazione di Palazzolo. Prima delleelezioni l'ex sindaco Tomelleri aveva prospettatol'attuazione di un senso unico su via IV Novembrecon direzione Chiesa parrocchiale - piazza V. Vene-

Una “ritoccatina” al centro di PalazzoloPoco più di un anno e subito a nascondere i primi sintomidella vecchiaia

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Nubi nere si addensano sulle finanze del Comune di Sona. Il nuovoDocumento di Programmazione Economico Finanziaria(DPEF) approvato dal Governo lo scorso fine luglio prevede, per i Co-muni che hanno sforato il patto di stabilità come il nostro, un'ulterioreriduzione del 10% dei trasferimenti statali, oltre alla riduzione del10% già prevista. Una riduzione quindi complessiva del 20% per So-na che costringerà quasi sicuramente il Sindaco Bonometti a sceltedifficili quanto obbligate, come quella di alzare le aliquote ICI (appenaabbassate, con una scelta che già era apparsa poco comprensibile al-la luce del dissesto delle casse comunali), considerando pure che perlegge non è possibile toccare l'IRPEF. Ma non basterà. Probabilmentea risentire del nuovo clima saranno alcuni settori, come la cultura, losport o i servizi sociali, che tradizionalmente sono i primi a subiretagli nei periodi di vacche magre. Situazione difficile quindi, che sareb-be stata sicuramente più gestibile se si fosse scelta una linea di mag-giori sacrifici, evitando di restarsene fuori dal patto di stabilità.

Mario Salvetti

Il Governo riduce i finanziamenti agli enti locali

E a Sona si dovrà tirare la cinghia Asi lo Nido “Sul l ’Arcobaleno”

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tiva (chi può prevedere il futuro?). Ma viene evi-denziato anche che l'Amministrazione Comunalepuò condizionare ragionevolmente questo dimen-sionamento secondo gli obiettivi politici che si po-ne. È facile capire cosa voglia dire questa afferma-zione; basta dare uno sguardo allo sviluppo deicomuni limitrofi e capire che questi obiettivi politicipossono essere di grande sviluppo abitativo odi contenimento dello sviluppo preferendo mag-giormente abitazioni residenziali oppure ancorasoluzioni intermedie.La previsione che si legge dal documento riguardoalla dinamica demografica del periodo 1990-2000si basa sul confronto di due metodologie diverse.La prima fa riferimento al-l'analisi separata delle sin-gole componenti demogra-fiche (nati, morti, immigra-ti, emigrati), la seconda in-vece sulla base storica disviluppo demografico delcomune compresa nel pe-riodo 1976-1989.Il risultato del primo meto-do prevedeva che a fineanno 2000 la popolazionedel comune sarebbe statadi 14.221 abitanti; il se-condo metodo prevedevainvece 14.529 abitanti.Il documento prende inconsiderazione però anchelo sviluppo di QuadranteEuropa, Aeroporto, Siste-ma delle zone industriali(ZAI) del territorio e va ad aggiungere ai risultatidemografici un ulteriore 25% di crescita portandoi due valori precedenti a 14.500 (stima restrittivadi aumento di 2.200 abitanti) e 14.700 (stimaespansiva di aumento di 2.400 abitanti).Ma non è finita, il documento tiene inoltre conto dialtre variabili quali: il fabbisogno arretrato diedilizia residenziale, la variazione del numero difamiglie, le trasformazioni d'uso, le seconde abita-zioni. Queste vanno ad aggiungere alla dinamicademografica non ulteriori abitanti, ma ulteriori spa-zi abitativi per 1.350 abitanti sempre nel periodo1990-2000, portando così il numero equivalentedi abitanti a 15.850 (+3.550) e 16.050(+3.750).Attenzione che questo passaggio produce già un

Sul numero scorso del Baco da Seta è stata pre-sentata un’analisi riguardante lo sviluppo dellenuove zone residenziali di Sona frazione. La rac-colta dei dati evidenziava la presenza di lottizza-zioni edificabili in grado di accogliere circa 1.500nuovi residenti, dato che determinava un au-mento del 55% della popolazione.Questo dato alquanto sorprendente richiedeva unapprofondimento per capire se Sona doveva pre-pararsi ad accogliere veramente tutte queste per-sone o se invece mancava ancora qualche infor-mazione da incrociare. L'approfondimento èstato fatto, almeno ad un primo livello su tutto ilterritorio comunale, e di seguito se ne riportano irisultati.Il primo passo è stato quello di andare a verificarequanto lo strumento di pianificazione per eccellen-za quale è il Piano Regolatore Generale preve-de. A riguardo, si ricorda che tutti possono consul-tare questa documentazione presso l'Ufficio Edili-zia Privata al secondo piano del Municipio. Biso-gna tenere presente che la documentazione mes-sa a disposizione ha uno spessore di circa 15 cen-timetri. La verifica è quindi iniziata dalle copertinedei vari fascicoli. La scelta è caduta sulla Relazio-ne Socio Demografica. Un primo dato colto dal-la copertina è l'anno di stesura: 1994. Questo si-gnifica che il documento di riferimento riguardo lapianificazione dello sviluppo del territorio di Sonarisale a 10 anni fa. Inoltre, ad un primo sguardoè possibile notare che la programmazione urbani-stica è relativa al periodo 1990-2000. Questo vuoldire che gli ultimi quattro anni trascorsi (2001-2004) non hanno il supporto di strumenti di pro-grammazione e tanto meno i prossimi. Non è cer-tamente un buon inizio. Altro dato di interesse col-to dalla copertina sono state le firme. Il Sindaco:Aldrighetti Michelangelo, Il Segretario: Borzì Carlo,Il Progettista: Studio Firullo. È stato così interes-sante andare a raccogliere alcune considera-zioni dell'allora sindaco Michelangelo Aldri-ghetti sintetizzate di seguito (senza virgolette) inquesto articolo.Analizziamo i numeri del documento consultato ri-portati nel capitolo "Le variabili da cui dipende ildimensionamento del Piano".Questo capitolo è suddiviso in due parti: La Resi-denza e Le Attività Produttive.Limitiamoci allo studio della residenza. La pre-messa inevitabile che si legge parla di stima di di-mensionamento e quindi sicuramente approssima-

La nuova SonaApprofondimenti e considerazioni

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anno 2000? Il valore rilevato è di circa 14.200abitanti. Questo significa che le stime più correttesono state quelle più restrittive riguardo la dinami-ca demografica e quindi che l'incremento non èstato di +3.550 ma di +1.900 persone, poco piùdella metà di quelle previste.Se si pensa che il Piano Regolatore ha previstoabitazioni anche per i residenti stimati ma nonconfermati (almeno a fine 2000) questo significache molto dello sviluppo residenziale ad esempiodi Sona è arretrato rispetto alla previsione del1994. Proviamo a riassumere tutti questi dati.Intanto poniamo una prima riflessione sulla corre-zione in più del 50%. Considerando che il 73% delfabbricabile è residenziale e che l'esperienza mo-stra che più frequentemente di quello che si pensiun’abitazione di questo tipo ha una proprietà didue lotti il che dimezza la presenza di abitazioni(verificabile in zona Mangano ma non solo) taglia-mo chiaramente con approssimazione questo in-cremento e riportiamo il valore a circa 1.000. Sepoi applichiamo la riduzione calcolata prima riguar-do alle abitazioni per persone già residenti (circa40%), il valore arriva a 600 abitanti il quale, ri-spetto ai 2700 attuali porta la percentuale di in-cremento al 23%, meno della metà. Una bella dif-ferenza!Se consideriamo che mediamente Sona è aumenta-ta nel decennio 1990-2000 di circa 350 abitanticiò che ci possiamo aspettare nei prossimi anni ècomunque un aumento quasi doppio.Concludiamo questi giri di cifre ritornando all'istin-to dell'uomo della strada il quale con un colpod'occhio fornisce le sue sentenze e cioè che al dilà di statistiche e previsioni, a Sona si stanno co-struendo tante abitazioni come non succedeva daalmeno 15 anni e qualche domanda si pone sicu-ramente. Ci saranno acqua, gas, fognature eservizi scolastici per tutti? Per non parlare poidei servizi sociali ed educativi. Di questo provere-mo a rendervi conto alla prossima puntata.

Enrico Olioso

[email protected]

con la collaborazione di Michelangelo Aldrighetti

primo chiarimento rispetto ai famosi +1.500 abi-tanti di Sona. Infatti +1.500 non significa sianotutti nuovi residenti, ma con ragionevoli proporzio-ni è possibile ipotizzare che di queste circa il40% (1.350 su 3.550) non determini aumentoreale di residente, ma solo nuove abitazioni perresidenti esistenti. Tornando però al PRG possiamoanche verificare se le stime si sono avverate.Quanti erano in realtà gli abitanti residenti a fine

del BacoCentro Polifunzionale

di San GiorgioUn quadro molto chiaro... purtroppo!

Il Centro Polifunzionale di San Giorgio, secondo le dichiarazioni del-l'Amministrazione Comunale, a fine estate avrebbe dovuto essere"completo e ben pensato" con uffici postali, farmacia, ambulatori me-dici, bar, sale civiche per le associazioni ecc.Con l'inizio dei lavori il 23 marzo ultimo scorso si pensava ad un ra-pido completamento dell'area esterna…Dopo un mese cantiere deserto! Siamo a settembre, quindi a fineestate, e il Centro Polifunzionaleè ancora chiuso!!! Il quadro èmolto chiaro. Negli ultimi giorni ilavori sono ripresi, speriamobene...

Giulio Braggio

I L P U N T A S P I L L O

Nella foto, la nuovalotizzazione Donadelli aSona.

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Sezione si trova anche nell'ospedale convenziona-to di Negrar, dove oltre alla raccolta si effettuanoanche alcune analisi di laboratorio, ma per tutto ilresto anche quel sangue viene portato a Busso-lengo.Per tutto questo coordinamento la Sezione di Bus-solengo può contare su 6 medici, 6 infermieriprofessionali, 9 tecnici di laboratorio, 1 se-gretaria amministrativa e 1 operatore. Ladotazione delle apparecchiature, per lo più estre-

mamente recenti, fanno di Bussolengo una Sezio-ne che riesce ad essere specializzata in molti set-tori dell'ematologia. "Ci siamo specializzati nelladiagnosi dell'epatite e nelle terapie con anticoagu-lanti" sostiene la dottoressa Martinelli. "E abbiamomacchine molto sofisticate per i donatori volontari:l'apparecchiatura dell'amplificazione genica, adesempio, consente di ridurre il rischio trasfusionaledovuto alla presenza di virus quali quelli dell'epati-te C e AIDS, eventualmente quindi informando ildonatore e scartando quelle sacche di sangue cheha donato." In effetti, la donazione del sangue ha delle ricadu-te di lavorazione notevoli e molto specialistiche."Le donazioni sono di due tipi" spiega la dottores-sa: "il sangue intero, dal quale si ricavano i GlobuliRossi Concentrati, il Plasma e le Piastrine. La pla-smadonazione è il secondo tipo di donazione. Daessa si ricava, assieme al plasma del sangue inte-ro, l'albumina e i fattori di coagulazione. Questa

La sezione trasfusionale di Bussolengo da anni or-mai è considerata un punto di riferimento pertutti coloro che, volontariamente, donano il propriosangue. Ma l'eccellenza che ha non è solamenteuna questione soggettiva. Fin dalle sue origini lasezione di Bussolengo si è rivelata per le sue qua-lità anticipando tempi e tecniche soprattutto permerito di chi l'ha fatta nascere.La direzione del centro trasfusionale fu affidata alDott. Canali nel 1973. La direzione di Canali fudi particolare importanza per Bussolengo essendolui, forse per le sue origini emiliane, un personag-gio schietto e trainante, con visioni del futuro mol-to lucide e anticipatorie. L'atmosfera che ha sapu-to creare è stata nel contempo di particolare qua-lità operativa e tecnica senza dimenticare che ilvolontario deve sentirsi sempre a suo agio. Peresempio, chi ha provato almeno una volta a dona-re il sangue a Bussolengo non può non ricordarela particolare atmosfera del "dopo donazione",tra caffé fumanti, panini, biscotti e quanto altro sirenda necessario per recuperare un po' delle for-ze del digiuno forzato. Per avere un quadro siastorico sia attuale della sezione ci siamo rivolti allaDottoressa Loredana Martinelli, specialista inEmatologia Clinica e Laboratorio, che ricopre ilruolo di Responsabile del Servizio."Il mio lavoro come Responsabile inizia da Agosto2003, quindi esattamente un anno fa" asserisce laDottoressa Martinelli "ma è dal 1994, cioè dall'ac-corpamento tra quelle che erano le ULS 26 e 33 diVillafranca che lavoro a Bussolengo, turnandomicon l'ospedale di Villafranca"."Il lavoro a Bussolengo ha ritmi realmente continuidurante tutto l'anno" racconta la Dottoressa; "aBussolengo siamo aperti 355 giorni all'anno quinditutti i giorni tranne le maggiori feste, dal lunedì alladomenica dalle 8 alle 11."Ma sebbene comunemente ci si riferisca a Busso-lengo come centro trasfusionale, tecnicamente lasua denominazione è Sezione Trasfusionale."La differenza tra Centro Raccolta Sangue e Sezio-ne Trasfusionale" precisa la dottoressa "è che nelprimo il paziente va a fare la donazione e tuttotermina lì; poi il sangue viene portato nella sezioneper tutte le analisi e le successive lavorazioni." ICentri che orbitano attorno alla Sezione di Busso-lengo sono Villafranca, Malcesine e Caprino, assie-me all'ospedale convenzionato di Peschiera. Una

Buon sangueDal 1973 la Sezione Trasfusionale di Bussolengo è un puntodi riferimento per la Donazione. E non solo.

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La dottoressa Martinelli(davanti) e un tecnicodi laboratorio (dietro)alle prese con i risultatidi alcune analisi.

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lavorazione" continua la dot-toressa "è particolare e vie-ne affidata ad un’azienda inconvenzione con la regione.L'azienda ci ritorna il pro-dotto finito per l'uso imme-diato nel paziente. Anchequesta pensata è stata frut-to dell'intuizione del dottorCanali: nel 1985 lui ha spin-to affinché la Regione Vene-to stipulasse quella conven-zione. Il plasma così come èstato donato contiene il90% di acqua e viene usatopraticamente solo nei pa-zienti con problemi di emor-ragia" aggiunge la dottores-sa. "La filosofia della diffe-renziazione di lavorazione èquella di dare a chi ha biso-

gno esattamente quello che gli manca: quindi sologlobuli rossi, solo piastrine, solo albumina o i fat-tori di coagulazione. Ad esempio, all'ustionato sidà molta albumina, poiché l'albumina contiene leproteine che l'ustionato ha perduto e sta perden-do". Al fine di usare le lavorazioni delle donazionioccorre saper mantenerne i prodotti.Diverse sono le modalità di conservazione. "I glo-buli rossi hanno scadenza 42 giorni e vengonomantenuti in emoteche tra i 2 e i 4 gradi: sotto i 2gradi non si può andare per evitare di rompere lecellule e sopra i quattro prolifererebbero batteri oaltro. Le piastrine durano 5 giorni e vengono man-tenute a temperatura ambiente all'interno di agita-tori. Infine, il plasma viene immediatamente conge-lato a meno 80 gradi, e si mantiene anche un an-no a -30 gradi." Circa i due terzi della produzione di sangue diBussolengo è destinata al territorio di competenza(Villafranca, Isola della Scala, Caprino, Malcesine) eai due ospedali convenzionati di Peschiera e Ne-grar. Poi lo si fornisce in regione a Verona e a Pa-dova. "Ma sorprendentemente" confida la dotto-ressa Martinelli "poiché ne avanziamo ancora, il

centro coordinamento della Regione Veneto ci haaffidato la fornitura del sangue anche all'ospedaledi Cagliari. In quell'ospedale c'è un grosso centroper la cura della talassemia mediterranea, tipicamalattia che colpisce quella regione; quindi la ri-chiesta è molto elevata." Il Veneto è autosufficiente per il sangue. In re-gione ci sono state nel 2003 ben 236226 dona-zioni di sangue intero, e quest'anno probabilmentesi supereranno le 240 mila. Ciò non sorprende, vi-sto che la sensibilizzazione è partita moltotempo fa. "Nella rete del Veneto ci sono 19 sezionitrasfusionali. E la sezione di Bussolengo è al 7°posto, mentre Verona è la prima provincia, e digran lunga" esprime con soddisfazione la dotto-ressa Martinelli. Le donazioni di sangue intero aBussolengo sono state nel 2002 ben 12399, men-tre 3140 sono state quelle di plasma. L'anno scor-so le donazioni sono aumentate rispettivamente a12624 e 3334. "Ma nei primi mesi di quest'annofino a luglio compreso vi è stato un incremento del7.88% di sangue intero e del 12.13% di plasma"rivela la dottoressa. In base ai dati della Sezione diBussolengo, la distribuzione dei donatori per grup-po sanguigno è la seguente: gruppo A pari al44.8%; gruppo B pari al 8.8%; gruppo AB pari al3.7% e gruppo 0 pari al 42.7%. Tra tutti questigruppi, il 18% sono Rh Negativi mentre l'82% so-no Rh Positivi.La percentuale dei donatori per sesso risulta esse-re: 75% maschi e 25% femmine. "Ma in que-sti ultimi anni sono in aumento le nuove indoneitàdelle femmine. Lo scorso anno hanno raggiunto il37%!" ammette con franchezza la dottoressa Mar-tinelli. Il numero di donazioni medie annuali è di2.1 e gran parte dei donatori sono iscritti all'Avis(65%) che quest'anno ha avuto un incremento didonazioni del 9.4%. Altri donatori sono iscritti allaFidas (soprattutto di provenienza villafranchese)che quest'anno ha incrementato di circa il 9% ilnumero di donazioni. "La Sezione lavora anche pergruppi più ridotti come quelli delle aziende qualil'Enel, ma anche per i donatori cosiddetti liberi. Dalnostro punto di vista un donatore associato èsempre più informato e ha una cultura diversa del-

La prima paginadell'atto di costituzionedella Sezione diBussolengo. Correval'anno 1973.

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la donazione, ma il rispetto è assoluto, ovviamen-te, per tutte le tipologie di volontari". Una pratica meno conosciuta e che può ritornareutile in caso di operazioni consiste nell'auto-do-nazione. "Oltre ai donatori classici gestiamo an-che l'auto-donazione: pazienti che si mettono via ilsangue per loro stessi poiché stanno per affronta-re un’operazione. Il sangue viene mantenuto nellestesse emoteche di cui si parlava prima. Cosicché ilpaziente operato ha la sicurezza di ricevere il pro-prio sangue" spiega la dottoressa. "Infine" prose-gue "a Bussolengo pratichiamo anche la trasfusio-ne di sangue: pazienti che necessitano di sangue eche trovano da noi un ambiente qualificato e gra-devole".Ultimamente, per la razionalizzazione sanitaria del-la regione, si sta pensando ad un accorpamentoprovinciale per le tre Sezioni che vi operano(Bussolengo, Verona, Legnago) con un’unica strut-tura organizzativa e di coordinamento. La speran-za è che tutto quello che di buono ha rappresen-tato e rappresenta Bussolengo non venga perdu-to.

Gianmichele Bianco

[email protected]

Nelle tre foto asinistra.Sopra.L'apparecchiaturaper l'amplificazionegenica al fine diidentificare i virusdell'epatite C edell'Aids.In mezzo. Sacche diplasma refrigerate a-80 gradi.Sotto. Le emoteche,dove si mantengonoi Globuli RossiConcentrati.

Nasce l’Associazione Ciclistica Sona

"Da quest'anno - ci dice Gaetano Bellè - abbia-mo cercato di dare una struttura al gruppo che daanni lavorava nell'organizzazione della corsa cicli-stica. Si chiamerà quindi Associazione Ciclistica enon più Comitato (perché il comitato nasce e muo-re col verificarsi dell'evento) ed avrà tra i suoiscopi oltre che il GP San Luigi in collaborazionecon la società sportiva B. GAIGA, anche l'organiz-zazione di altre manifestazioni e gare per giovani;infatti collaboreremo con il gruppo di Lugagnano"Barlottini" che opera nel settore ciclistico giovani-le. Vorrei ricordare inoltre che assieme a me lavo-rano anche Baldo Ennio, Cielo Roberto, Mas-sarotto Adolfo, Dolci Massimiliano, ZardiniNatalino, Zenati Sandro".

Franco Fedrigo

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Credo che in entrambe le dimensioni si debba an-dare in questa domanda: "Che cosa faccio nella miagiornata e cosa desidero quando (se) torno a ca-sa?"

Quali esperienze, nella tua vita, ritieni sia-no state più importanti?Prima di arrivare a Palazzolo (1999), iniziata lascuola materna, ho vissuto un solo anno senza ilritmo e l'ambiente scolastico. Al banco, alla catte-dra, in assemblea studenti, in sala professori, sonostato indubbiamente segnato da questo "mondo"che mi ha offerto, oltre il bagaglio culturale, tantis-simi e diversissimi contatti di relazione con compa-gni di corso, alunni, colleghi di insegnamento. Contutti, pur con visioni della vita totalmente diverse, ilrispetto e il dialogo è sempre stato ed è aperto. Lastima reciproca non è mai venuta meno, l'arricchi-mento umano, è cresciuto. Quello della scuola è unvissuto per me molto significativo. La vita mi haportato ad incontrare persone, luoghi e ambienti(Kerala, India, Terra Santa, Polonia, Lourdes, luoghiitaliani fortemente segnati da geografia e storia…)diversissimi dai miei. Questo mi ha fatto sperimen-tare che il mondo è rotondo e che c'è spazio pertutti, anche per i cristiani.

Come è cambiata in questi cinque anni lapartecipazione del paese nei momenti diaggregazione e socializzazione?Apparentemente statico e con qualche normale re-sistenza, anche Palazzolo è in movimento e quindi imomenti di aggregazione e socializzazione conti-nuano ad esserci, ma è inevitabile che alcuni abbia-no esaurito la loro corsa o siano vicini all'onoratopensionamento e che del "nuovo" stia prendendoforma con iniziative targate o autogestite. Penso adesempio al bisogno sempre più avvertito di avercura di sé per aver cura degli altri (es. giovani, figli,coetanei…) attraverso incontri dialoghi guidati,campi scuola familiari.

A Palazzolo sono state iniziate e completate

Sembra ieri ma ormai sono già passati cinque annida quella domenica di ottobre nella quale granparte della comunità di Palazzolo si è riunita nelcampo parrocchiale per salutare la partenza di DonMemi e festeggiare l'arrivo di Don Paolo. Cinqueanni non sono molti ma ci sembrano più che suffi-cienti per comprendere a pieno l'identità di un pae-se, per una persona che per tutto l'arco della gior-nata si ritrova a stretto contatto con buona partedella cittadinanza, con persone di tutte le età. Quin-di come farsi scappare l'occasione per conoscereanche l'idea che Don Paolo si è fatto del nostro edel suo paese.

Palazzolo è ancora un piccolo paese, qualisono le differenze rispetto realtà ben piùgrandi come Villafranca o Legnago? Quali ipunti a favore o negativi?Forse sarebbe utile osservare se, effettivamente,Palazzolo è ancora un paese. Dire "paese" mi sem-bra il richiamo a qualcosa di omogeneo, di abba-stanza condiviso, di scandito da ritmi di lunga data,di frizioni che il tempo faticosamente e lentamenteattutisce, di conoscenze rispettose o che possonorasentare il pettegolezzo. Anche il professor Fiorininel suo libro "Il paesello" ha raccolto molti di questielementi. Ma oggi Palazzolo 2004 ha questi ele-menti nel suo biglietto da visita? Basti pensare che,se sono esatti i dati che ho davanti negli ultimi qua-si 5 anni, i residenti, senza far chiasso, sono au-mentati di 750 unità con provenienze non solo limi-trofe, con livelli culturali e conseguenti visioni dellavita notevolmente diversi. E' cambiata notevolmen-te la tipologia di nucleo familiare. Non possiamotrascurare la tipologia di costruzioni abitative attua-ta e in continua attuazione: non ci sono palazzi amolti piani… già questo "seleziona" l'accesso aPalazzolo. Per cui vedo Palazzolo come un quartie-re residenziale, con l'idea di residenza che oggi vi-viamo, altra cosa da quella di paese. Le "realtà piùgrandi" mi sembra vivano un'avventura sostanzial-mente non molto diversa perché anch'esse sono inespansione e con non lento ricambio degli abitanti.

Nella foto laCanonica diPalazzolo.

Un lustro passato assiemeIntervista a Don Paolo Silvestrini, parroco di Palazzolo

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La fascia adolescenziale, ci documentano quotidia-namente gli "addetti ai lavori", si allarga sempre piùandando ben oltre gli antichi tre anni dell'inizio del-le scuole superiori.Oltre gli studi, anche un semplice sguardo nontroppo distratto conferma questo dato.Accanto a questo dobbiamo prendere atto che pu-re la nostra fascia di "adulti" arranca su tanti ver-santi. Anche Palazzolo non è l'isola che non c'è.Molti sono i giovani in balia di se stessi. E non ba-sta che ci siano strutture pur utili, è necessario checi sia un ambiente aperto dove il giovane possasentirsi accompagnato, crescere in tutte le dimen-sioni della sua personalità stare bene con se stes-so, con gli altri, con il creato, con Dio e vivere posi-tivamente. Indispensabile è la presenza di una co-munità adulta educante che desidera per tutti unavita piena e abbondante, dove la vita di tutti, giova-ni e adulti, cresce. Per questo deve creare rete eoperare stimolata da una costante ricognizione ediagnosi del territorio per interrogarsi sulle nuovesfide. Esiste, almeno qualche volta, la volontà, lapazienza e l'umiltà di mettersi in reciproco ascolto?

Marco Forante

[email protected]

dalla parrocchia alcune opere, quali le prin-cipali e quali i progetti in cantiere?Non occorre molta intuizione per capire che unaparrocchia non si misura dallo spessore e dallaquantità dei "mattoni". Altri sono i primati di una co-munità cristiana: Parola di Dio, Sacramenti, vita fra-terna. Ma è anche vero che servono degli spazi ar-chitettonici per la catechesi, il dialogo, l'incontro, ilfermarsi. Questo è il filo conduttore di ciò che èstato realizzato (ordinaria manutenzione, risana-mento del coro ligneo, della piazzetta del lato suddella chiesa e soprattutto "Casa Clotilde" in via Gi-relli che stiamo mettendo a norma per essere luo-go possibilmente accogliente e così almeno ridurre,se non risolvere, l'urgenza di spazi) e anche il filoconduttore guardando avanti (Chiesa: umidità, im-pianto elettrico, acustico, confessionali, porte, usodella porta lato sud, accesso per i diversamenteabili, manutenzione ordinaria del prezioso organo,pulizia delle pareti di cappella, sacrestia, corridoioverso la sacrestia…; canonica: facciata e scuri ca-denti della parete sud ed est, impianto elettrico al-meno del piano terra…; ex-scuola materna: uso eottimizzazione dell'uso di questo spazio). L'ampiez-za della parentesi, con anche i puntini di sospen-sione non dovrebbe far pensare a manie di gran-dezza o a giudizio negativo nei confronti di coloroche hanno vissuto e lavorato in questa parrocchiaprima di noi, ma semplicemente al fatto che gli edi-fici hanno la bellezza del tempo, ma anche la con-seguente fragilità e che ogni momento storico hadelle caratteristiche proprie per esprimere la vita.

Com'è stato il primo impatto (o l'approccio)con la realtà palazzolese e, più in particola-re, con i parrocchiani?Un prete non viene dal nulla. Anche guardando so-lo l'aspetto pastorale arriva con un vissuto di espe-rienze diverse che possono essere anche sofferte.Forse ha delle attese. Forse anche gli abitanti delluogo e i parrocchiani hanno delle attese, magaritra di loro di segno opposto, nei suoi confronti. Separagoniamo questo momento all'atterraggio di unaereo, ricordando il 19 settembre 1999 lo rivivocome un appoggiarsi un po' brusco, o almeno nonfelpato, sulla pista dell'aeroporto. Pilota inespertoo troppo sicuro di sé? Pneumatici o freni non per-fettamente in ordine? Non è mio compito e non hola competenza per rispondere a queste o altre ipo-tesi.

Il disagio giovanile sembra una piaga che inmaniera sempre più implacabile sembracontagiare la società nella quale viviamo ecolpire, in misura maggiore, la fascia adole-scenziale. Com'è la situazione a Palazzolo?A cosa può essere imputata?

Per non aver rispettato la normativa comunitaria nella gestione dellacava Ca' di Capri, il Governo italiano dovrà comparire davanti alla Cortedi Giustizia Europea. Tutta la vicenda nasce nel 2001, a seguito di unesposto contro i conferimenti in quella cava del Comitato dei Cittadi-ni di Lugagnano e di Legambiente, al quale il governo non diede se-guito. Mentre oggi la Commissione Europea ha stabilito l'alta perico-losità dei Pcb e metalli pesanti stoccati nella Cava.Ma non basta, pure il Consiglio di Stato con una sentenza ha cancel-lato la delibera regionale che aveva trasformato Ca' di Capri in una dis-carica di rifiuti pericolosi, e nelle motivazioni critica fortemente anchela Provincia di Verona che avrebbe favorito la trasformazione della dis-carica da 2B, rifiuti speciali, a 2C, rifiuti tossico nocivi.Quali le prospettive ora? L'obbiettivo di Legambiente e del Comitatodei cittadini è "la chiusura della discarica e la bonifica del sito. Per que-sto siamo pronti a tornare davanti ai giudici. Del resto i rischi per la po-polazione e il territorio sono troppi e troppo gravi".Lucio Santinato ed Oreste Avesani, rappresentanti del Comitato deicittadini, hanno annunciato che a breve incontreranno in un’assem-blea la popolazione di Lugagnano per informare degli ultimi sviluppidell'intricata e spinosa vicenda.

Gianluigi Mazzi

Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea per la Cava Ca’ di Capri

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munque non rinnegati) e che ha contagiato via vialei ed anche i figli, Manuel e l'effervescente Con-suelo. Come un fiume in piena, la Maga ci raccon-ta del clima festoso e "pulito" che contraddistinguel'ambiente Chievo, delle amicizie sincere con alcunigiocatori e personaggi dello staff clivense, dellaprecisa volontà di non innescare attriti con i sup-porters delle altre squadre, con i quali, foto allamano, si arriva perfino a brindare insieme. Salerni-tani, reggini… con tutti, tranne che con i cugini-ri-vali: con loro, proprio, non è possibile."Sono totalmente diversi da noi. Aggressivi, offen-sivi. E' una delle ragioni per cui mio marito è pas-sato a tifare Chievo, qui si respira un'aria diversa:le trasferte sono all'insegna della gioia di stare in-sieme (e si tramutano spesso in gite enogastrono-miche, come testimoniano i reportage fotografici,traboccanti di tavole imbandite, che ci vengonomostrati), allo stadio si va per il piacere di ritrova-re gli amici e si portano anche i piccoli, senza peri-colo".A chi contesta la troppa "tranquillità" del mondoChievo, i Coati ribattono che è un pregio e non undifetto. "Chi viene al Chievo può contare su una so-cietà seria, capace, che lavora in silenzio. Un'oasidove chi si monta la testa viene immediatamenterichiamato all'ordine e, se serve, anche "punito" (equi ricorda il caso Marazzina, ndr). La filosofia delChievo è valorizzare i talenti e rivenderli per man-tenere i bilanci sani, ecco perché il tifoso accetta dibuon grado di "sacrificare", alla volta di piazze piùprestigiose, chi lo merita (e cita, per esempio, quelPerrotta che da lì a poco sarebbe passato a vesti-re la casacca giallorossa). Siamo come una grandefamiglia, umile ed unita". Una comunità coesa edimpermeabile alle nubi oscure che si addensanoattualmente sull'orizzonte Chievo, quell'ipotesi cal-cio-scommesse al quale nessuno in casa Coati di-mostra di credere. "Non ci sono indagati, se verre-mo condannati per qualcosa che non abbiamocommesso - dicono - sarà solo per punire la no-stra troppa onestà e serietà. Forse diamo fastidio"e, nel dire ciò, stringono le spalle, come a dire: sa-rà quel che dovrà essere. Ad intervista finita rac-

Incontriamo i portavoce dei Calcio Club di Chievoed Hellas Verona di Mancalacqua in un caldo po-meriggio di agosto. Da una parte la Famiglia Coati, in rappresentanza del club della Diga, dal-l'altra il duo Raniero Zanuso - Paolo Giardini,per quello di sponda Hellas.Entrambe le fazioni hanno accettato di buon gra-do di sottoporsi ad una sorta di intervista doppia,per gioco, durante la quale raccontare il pianetacalcio, annessi e connessi, dal punto di vistadel semplice tifoso e contestualmente mandarel'una all'altro, e viceversa, chiari ed inequivocabilisegnali di fedeltà al proprio credo. Con l'ironiache, non servirebbe nemmeno dirlo, etichetta dasempre i veronesi come "matti" (per qualsiasi

squadra essi tifino).Primo appuntamento, ore 17.30: ad accoglierci laSignora Lorena, detta "La Maga", in una va-riopinta mise estiva, ed il fedele pastore tedescoJack (che, precisa, è anch'esso tifoso del Chievo,ndr). Giusto il tempo per qualche domanda "di ri-scaldamento" e in un lampo veniamo sommersi difoto ed articoli di giornale che danno l'esatta di-mensione di quanta passione scorra in casa Coatiper la squadra dei "mussi volanti".Un attaccamento che ha preso origine dal maritoElio (che vanta trascorsi di fede scaligera, co-

Divertente faccia a faccia a distanza tra i rappresentanti del Calcio Club Chievo Verona di Mancalacqua e del Calcio Club MancalH2O è solo Hellas

I Buoni siamo noiAlla scoperta di attinenze e diversità fra i gruppi di Chievo e Hellas di Lugagnano, dal curioso, comune, “ceppo” d’origine fino alla salace e virtuale stretta di mano conclusiva

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cogliamo un'enorme mole di materiale, non primaperò d'aver immortalato mamma e figlia mentresfilano in casacche ufficiali autografate (unadecina buona, ndr), con in braccio una bambola dipezza di gusto scaramantico, ed aver raccoltol'appello di Consuelo che reclama "la North Sideper i tifosi del Chievo, perché è ingiusto non avereun settore solo nostro come accade invece a tuttele altre squadre". Sull'uscio, dopo una doverosatappa davanti a collages di tagliandi delle trasfertea cui la ragazza ha preso parte, ci viene detto cheil Calcio Club conta ufficialmente una settantinadi iscritti. Chissà, però - pensiamo - quanti sonofocosi al pari di questa vulcanica famiglia…Al secondo appuntamento, ore 18.15, incontriamoil Presidente Paolo Giardini, detto Bietek, eRaniero Zanuso, entrambi appartenenti al CalcioClub Mancalacqua dell'Hellas, che si presentanopuntuali al ritrovo e sfoggiano subito il libro delCentenario come una sacra reliquia. Pochi minuti diconvenevoli e presentazioni ed ecco saltar fuori,dalle pagine del volume, una foto "bollente", scat-tata il 13 dicembre del 1982, all'inaugurazionedel suddetto Calcio Club (vedi foto nella pagina se-guente). Foto compromettente perché ritrae nien-temeno che alcuni "transfughi" eccellenti (tra iquali Roberto Albertini, Ivano Merzi e lo stessoElio Coati - ora tifosi doc del Chievo) in veste diambasciatori scaligeri fra il compianto PresidenteGuidotti e il difensore polacco Zmuda. Un affrontoper nulla digerito, come sottolinea Zanuso "Quandouno tradisce, non c'è più niente da fare. E' comeun matrimonio, se succede una volta è finita. Persempre. E pensare che "quelli" me li ricordo consciarpe e bandiere dell'Hellas, a giurare fedeltà”.Insistiamo, e se tornassero? "Impossibile, non sipuò perdonare l'amore per un'altra (squadra)".Durante l'intervista il giovane Giardini, in polo dell'-Hellas e spilletta dorata a forma di "scala" appun-tata sul colletto, annuisce spesso divertito mentreZanuso snocciola aneddoti della storia del loroCalcio Club, a partire dall'idea "nata un po' perscherzo" all'esilio obbligato di "Quei de Mancalac-qua", rei di aver tentato di far propria la già bat-tezzata scaligera frazione pertramutarla in feudo clivense eper questo spinti oltre confine("La loro sede è presso il BarRincon - ci dicono orgogliosi -mentre i due esercizi a Man-calacqua, l’ex Pizzeria Tara-schi, ora Trattoria, ed il Bardelle Pizzini, sono, speculariin tutto e per tutto l'uno all'al-tro - quadri compresi - insin-dacabilmente nostri e giallo-blu, a prova di conquista").

Chiediamo se non ci sia un pizzico di invidia, allabase di questa campanilistica rivalità. La risposta èun "no" tassativo. Alla favola dell'undici di Campe-delli i due mastini non danno credito. "I cuginidicono che solo durante le loro partite non si cor-rono rischi ma è falso. Ho convertito - dice Zanuso- moglie e figlie all'Hellas e le ho portate anche intrasferta. Al minimo timore per la loro incolumità,avrei evitato. Allo stadio, invece, andiamo in CurvaSud e ci conosciamo tutti. Mai avuto problemi".Certo, le differenze nella gestione delle due societàsono lampanti, obiettiamo. "Ci prendono in giro di-cendo che siamo senza presidente, che la nostrasocietà è al verde, ma loro, i soldi, li fanno ven-dendo le partite". Di una cosa siamo certi: se fos-sero l'uno di fronte all'altro, anziché a cinquecentometri in linea d'aria fra loro, dopo un'affermazionedel genere si sarebbe passati di sicuro alle vie difatto…Non solo provocazione, tifo e goliardia, però, daquesta parte. I nostri interlocutori diventano im-provvisamente serissimi e spostano l'obiettivo del-la chiacchierata sul tema della solidarietà, moltosentito dai circa 160 iscritti di questo CalcioClub. "Cerchiamo - afferma Zanuso - di essere pre-senti con aiuti concreti verso chi ha effettivamentebisogno, mettendo a disposizione, quando è possi-bile, il ricavato delle nostre feste e iniziative benefi-che". Una bontà d'intenti e d'animo cui lo stesso

Nelle foto dellapagina accantoLorena e ConsueloCoati, supporter delChievo. Qui sopraPaolo Giardini eRaniero Zanuso,tifosi dell’Hellas. Sotto, due simpaticiatteggiamenti“rubati” dal fotografodurante l’intervista.

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che dell'incarico che mi è stato conferi-to. ("Volevamo - interviene Zanuso - unPresidente giovane che portasse nuoveidee, Paolo è perfetto").

Ha mai pensato di cambiare squa-dra?Coati: Rimarrò sempre del Chievo (e delMilan).Giardini: Mai.

Crede ci sia ancora rivalità fra ledue squadre?Coati: Credo di si, nonostante si giochi inserie diverse. Giardini: Si, colpa di quella loro patina dibuonismo… insopportabile.

A questo punto provochiamo gliintervistati con lo scottante tema della "fu-sione" tra le due società e chiediamo loroche ne pensano.Coati: "Se c'è fusione, c'è ribellione". L'idea di fon-dere due entità così diverse fra loro non ci sfioranemmeno. Noi vogliamo rimanere per conto no-stro, con la nostra storia. Giardini: La storia siamo noi. Dicono che siamo no-stalgici, perché pensiamo ancora allo scudetto vin-to vent'anni fa, ma loro non hanno vinto niente.Non ci interesserebbe nemmeno se, accorpandoli,mantenessimo comunque il nostro nome. Se succe-derà, ci trasferiremo in massa a vedere gli AmatoriMancalacqua. E' una promessa.

Non potendo vincere la sua squadra delcuore, preferirebbe che lo scudetto andassead una grande o ai cugini?Coati: Premesso che il nostro scudetto è la salvez-za, perché ci permette di affrontare ogni anno lesquadre blasonate e continuare a divertirci, preferi-rei il Milan. Giardini: Piuttosto del Chievo, sempre gli altri. Co-munque meglio l'Inter.

Cosa augurerebbe all'altra squadra?Coati: Di risalire in A (smorfia).Giardini: Di restare tanti anni in serie A (smorfia).

Salutatevi!Coati: Arrivederci… con tanti sfottò. Giardini: Arrivederci, senz'altro (- nella serie cadet-ta - aggiunge sottovoce).

…chi erano i buoni???

Pamela Rossi

[email protected]

Centro Coordina-mento Calcio Club,capitanato da CarlaRiolfi, non manca didare il giusto risal-to ed apprezza-mento. Motivo diorgoglio, "perché ibuoni - dice Zanu-so - non sono solodalla parte di là".Palla al centro.

In conclusione, nelmiglior stile de Le Iene a cui ci siamo liberamenteispirati, ecco le sette domande capitali allequali un intervistato per gruppo si è sottoposto.Per sorridere un po'.A fine "botta e risposta", invece, un quesito per ilettori…

Nome, cognome e soprannome:Lorena Coati, detta La Maga (grazie ai riti propi-ziatori a base di peperoncino rosso e la praticadella lettura delle carte che l'hanno resa famosa).Paolo Giardini, detto Bietek (soprannome che devealla sua carnagione olivastra).

Da quanto tifa per la sua squadra?Coati: Ho sempre seguito il calcio, anche la Prima eSeconda Categoria. Mi piace. Tifo Chievo dall'ultimapartita in C1, a Carrara (ma confessa una simpatiaaccesa per il Milan, ndr), e da quando è salito in Babbiamo l'Abbonamento Famiglia, ogni anno. E' undiversivo per le domeniche, anche quelle invernali.Giardini: Tifo Hellas da sempre. La passione si èconsolidata con l'ingresso nel Direttivo del CalcioClub e da una decina d'anni è costante, merito an-

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Sopra, un momentodell’inaugurazione delCalcio Club HellasVerona diMancalacqua il 13dicembre 1982.Sotto l’articoloapparso su L’Arena inoccasione del primoderby in serie A.

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Laggiù nel Far WestDal surf alla guerra in Iraq, una lugagnanese racconta la sua vita in California

Non c'è nessuno di noi che non abbia per un mo-mento immaginato di essere in quei luoghi della Ca-lifornia riportati a dosi massicce dai telefilm e daifilm americani. Dal paese dei Cow Boy e degli India-ni, immortalati dalle magnificenze della MonumentValley, alle spiagge con bellezze da capogiro (fem-minili e maschili, tanto per le pari opportunità) a ro-solare al sole o a praticare qualche sport acquatico.Tutto vero? Tutto falso? Sicuramente un altro mon-do, con i suoi problemi ma con le sue incredibiliopportunità; con le sue contraddizioni, ma anchecon le sue venerazioni, soprattutto per l'Italia e l'ita-lianità."Come vedono l'Italia gli americani?Ci guardano dal basso all'alto: lemacchine italiane, la cucina, la moda,la storia…loro sanno che noi abbia-mo gusto. A me personalmente chie-dono consiglio su tutto. Mi dicono dicomprare cose dall'Italia e di porta-gliele. Non basterebbe un container,probabilmente, visto tutte le richiesteche ho. Invece per quel che riguardame, quando sono qui è bello rivederei palazzi antichi, i monumenti…Lemie amiche americane per essere quisi taglierebbero le vene…".Norma Lonardi, Lugagnanese, abi-ta da qualche anno in California, a La Jolla per esse-re precisi "una parte di san Diego, grande all'incircacome Verona" prosegue Norma "è la Montecarlodella California. Ero andata per vacanza e mi erapiaciuta La Jolla. Avevo trascorso un po' di tempo inquella meravigliosa località. Poi, il ritorno verso l'Ita-lia. Ma una volta ritornata lessi su un periodico chec'era una lotteria per vincere la Green Card (il per-messo permanente di soggiorno negli Stati Uniti). LaGreen Card rappresenta realmente una vincita allalotteria per chi sogna di vivere negli Stati Uniti. In-credibilmente, vinsi la Green Card quando ero qui inItalia. Quello fu un segno del destino. Decisi quindidi ritornare negli USA a La Jolla per imparare benel'inglese stando da amici." Una bella fortuna, non c'è che dire, ma la Greencard "non ti dà da mangiare, per questo mentre fre-quentavo il college, lavoravo per sostenermi" con-clude Norma. Là è normale che uno studente lavori:flessibilità del mondo del lavoro? Opportunità? Abi-tudine? Difficile dirlo, ma certamente è un bello sfor-zo studiare e lavorare allo stesso tempo. "Nel frat-

tempo andavo benissimo in tutte le materie" prose-gue Norma "avevo tutte A (il massimo dei voti)" dicenon senza soddisfazione. "Forse fui aiutata dal no-stro metodo di studio. Quello italiano è molto moltodifficile rispetto a quello americano, per questo misono inserita subito nel loro modello."Ma il destino sa fare fino in fondo il proprio lavoro."Mentre lavoravo per una pasticceria francese ven-dendo torte nuziali" ricomincia a raccontare Norma"nella porta a fianco lavorava da tempo Sean. Nonlo avevo mai notato, a dire il vero. Dopo un po' erolì lì per decidere di ritornare in Italia con il mio baga-glio di esperienze. Ma poi, tutto d'un tratto, Sean mi

sconvolse la vita, ed ero in attesa di Hallie, nostra fi-glia."Il ristorante di proprietà di Sean è un posto dove sivende anche il pesce e, se lo si vuole, una voltascelto loro lo possono cuocere immediatamente allagriglia, ma non chiedete il fritto, per favore! I califor-niani sono salutisti. Niente porcherie, please. Pec-cato per il fritto misto, qualche sfizio gastronomicodi tanto in tanto ce lo si potrebbe concedere. "Sipuò sempre provare a chiedere, ma non vorrei es-sere nei paraggi" ironizza Norma.La crescita della famiglia ha imposto a Norma distabilire (quasi) definitivamente la sua vita là. "Orami occupo dell'attività amministrativa del nostro ri-storante che, tra l'altro, va molto bene e gestire10/12 dipendenti non è uno scherzo" ammette Nor-ma. Quel "quasi" messo precedentemente non è unabbellimento retorico. Non deve essere facile peruna figlia vivere lontano dai genitori con una bimbapiccola né, al contrario, per dei nonni non vedere lapropria nipotina. E i nonni italiani, si sa, sono unsupporto fondamentale della nostra società. Questo

A sinistra, foto digruppo, con Norma (laseconda a sinistra) e ilpapà Osvaldo Lonardi (ilprimo a sinistra).A destra Norma e il suomomento di surf

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dati americani morti: da noi le televisioni e i giornalile avevano censurate per tutto il tempo. Ed è quasiscoppiato uno scandalo dopo che le hanno mostra-te. Perché non farle vedere? Non è una conseguen-za della guerra quella cosa?" La conversazione sista intristendo troppo, e Hollie giustamente reclamasua mamma. Rimangono ancora due argomenti chenoi italiani vorremmo chiedere. Come si vive in Cali-fornia, mitizzata al punto tale da essere il riferimen-to mondiale della cinematografia, con le suecase milionarie e i miti che le abitano? "Io tiposso dire di San Diego, che è la città più desidera-ta dagli americani" ammette con franchezza Norma"il tempo è bello ed è un bel vivere, forse anche per-ché girano molti soldi. Basta solo vedere i regali chesi comprano a Natale… Il West è in generale moltobello, perché lo stile di vita è diverso, che so, daNew York. Appena finito di lavorare è normale rilas-sarsi sulla spiaggia, fare un po' di Surf o di Jogginge finire con un barbecue come cena". Quindi, chi hasempre pensato che i telefilm americani fossero arti-ficiali, si è sbagliato…Rimane ancora un ultimo mito da sfatare. Schwar-zenegger, governatore della California. Un po'come dire, senza offesa, che il Commissario Roccadiventi Presidente della Regione Lombardia. "Eppu-

re" comincia Norma "meglio dire fin dall'inizio cheThe Terminator come lo chiamano qui ha tre lauree.In tantissimi lo appoggiano forse anche perché suamoglie è della famiglia Kennedy che qui in USA è unpo' la famiglia reale. È molto conosciuto in California,ovviamente, e lui ha fatto un sacco di promesse,quindi…".Non c'è che dire. Almeno sulle promesse elettoralitutto il mondo è paese. USA compresa.

Gianmichele Bianco

[email protected]

argomento non è facile: Norma alza lo sguardo alcielo e comincia "i miei genitori hanno sempre avutola speranza che io ritornassi prima o poi. Ma unavolta saputo che ero in attesa di Hollie hanno realiz-zato che non sarei più tornata a casa. Comunque,ogni anno passo un paio di mesi qui a Lugagnano,con loro e con la bambina.""Ma questi ultimi anni sono stati molto duri" prose-gue Norma. "In particolare, dall'11 Settembre, gliamericani sono sconvolti, senza parole, spezzati.Quel giorno tutto rimase chiuso, molo e porto com-presi. Le bandiere erano ovunque e non se ne tro-vavano più, perché tutti, propriotutti, le esponevano da ogni luogo.Gli americani in quelle circostanzesi uniscono forse come nessun al-tro popolo al mondo" aggiungeNorma. "A me ha spaventato quelloche successe: vicino a noi chiuseroDisneyland, ma tra San Diego e LosAngeles c'è una grossissima basemilitare con silos nucleari. Non èproprio simpatico sapere che puòsuccedere…". Poi continua "Si ènormalizzato ora, ma ci ha messoveramente tanto. Sulla guerra inIraq non ho ancora un giudizio mio.Ci sono comunque tante personecontro la guerra, anche se sosten-gono i soldati. Questa può essereuna differenza: si è contro ma si ri-spetta quello che il soldato fa e non si mette mai incrisi il suo operato. Il nonno di Sean, che ha 85 annie ha fatto lo sbarco in Normandia, sostiene Bush ela guerra. La verità dove sta? Sono cose talmentepiù grosse di noi che chi lo sa perché veramente èscoppiata la guerra?".Anche perché il popolo americano forse fa più faticadi noi ad avere tutti i dettagli e tutti i risvolti relativialla guerra. "Per me" sottolinea Norma "è parados-sale vedere, o meglio non vedere, cose che in Euro-pa sono normali. Per esempio, quelle bare dei sol-

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La piccola Hollie eSean mentreammirano pesci tipicidi quella zona.Affianco, The Ocean, larivista di La Jolla. Unpo' come il Baco daSeta…

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Due immagini dellacommedia “Non ticonosco più”, conMario Tommasi, MarcoBertoncelli e MariarosaCherubini.

ta quella di riuscire a conciliare i nostri impegni dilavoro e di famiglia con le esigenze del teatro. Nonè stato facile trovare sempre la sera giusta che civedesse tutti riuniti. Per questo posso dire che èstato un anno di prove molto impegnativo e, sesiamo andati fino in fondo, lo dobbiamo alla nostraperseveranza".Un sacrificio, ad ogni modo, che è stato premiatodal pubblico, accorso numeroso a riempire la sa-la teatrale in entrambe le serate. L'incasso è statodevoluto in beneficenza, a parte i soldi che sono

serviti per coprire lespese."Dopo alcune replichedi questo spettacolo, infuturo abbiamo inten-zione di preparare unanuova commedia", diceancora Tommasi, "maabbiamo bisogno di ungiovane di sesso ma-schile per una parte in-teressante. Se qualcu-no volesse farsi avan-ti…"Una considerazione finale: ben tre degli attori de"La zattera" sono medici.Questo significa che, nel caso un malore colpissequalcuno dei presenti allo spettacolo, non si verifi-cherà mai la classica comparsa sul palcoscenico dichi dice: "Scusate, per caso è presente un medicoin sala?"

Mario Nicoli

[email protected]

Nel numero 22 del nostro giornale avevamo par-lato della compagnia teatrale di Palazzolo "Pol-vere magica" e di un precedente gruppo amato-riale di Sona, "Il serraglio", espressione en-trambi della passione per il teatro presente nelnostro Comune da almeno vent'anni. A confermadi ciò è venuto anche il grande successo riscossoda "La zattera", che in due serate del giugnoscorso ha messo in scena nella sala parrocchialedel capoluogo la sua prima commedia, dal titolo"Non ti conosco più".Si tratta di un'opera in tre atti scritta nel 1932 daAldo De Benedetti, uno dei più tipici rappresentan-ti del genere brillante in voga fra le due guerre.La commedia, bonariamente ironica e garba-tamente sentimentale, ricca di divertenti im-previsti che scompigliano le formalità quotidianedella società borghese dell'epoca, è stata rappre-sentata con sorprendente disinvoltura da attori di-lettanti alla loro prima esperienza sul palcosceni-co. In realtà non c'è da stupirsi: ispiratore e ani-matore dell'iniziativa è stato il noto decano delgiornalismo veronese Luigi Bertoldi, firma pre-stigiosa nonché padre del parroco di Sona donFlavio. Quest'ultimo aveva espresso il desiderioche il nuovo teatro parrocchiale non si limitassead ospitare compagnie provenienti da fuori, ma di-venisse il punto di riferimento per un gruppo loca-le; al suo appello risposero in molti, fra questiMario Tommasi che, smesso per una volta il ca-mice del medico, ha indossato i panni, per certiaspetti non meno impegnativi, dell'attore."Non tutti eravamo alla prima recita", ha precisatoil noto professionista. "Uno di noi, Marco Berton-celli, in passato ha lavorato con il rinomato regi-sta Enzo Rapisarda; è stato lui, pertanto, che hacurato la regia, anche se, nello studio delle scene,una mano abbiamo cercato di darla tutti".L'esperienza di Bertoncelli è stata preziosa, ancheperché non sono mancati ruoli difficili da interpre-tare, come quello di Luisa Malpieri, la moglie tradi-ta, impersonata da Carmen Forestieri. Impecca-bili Carlo Zancanaro, nelle vesti del maggiordo-mo, e Luciana Boron Zenti, una signora d'altritempi. Apprezzabile la vivace spigliatezza di Soli-dea Bertoldi, mentre ha suscitato tenerezza lagiovanissima Annalisa Meneghelli. Le "camerie-re" Mariarosa Cherubini e Mara De Montehanno dato alla commedia quel tocco di simpatiain più che il pubblico ha applaudito."La difficoltà maggiore", continua Tommasi, "è sta-

“La zattera” in un mare di applausiUna nuova compagnia per il nuovo teatro di Sona

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luoghi caratteristici della zona come Corte Ferra-ri, Ca' Vecia, Corte Masera, Corte Turco, Ca-sin dei Orti, Villa Merighi.A tutti i camminatori, dopo i ristori sui percorsi eall'arrivo, sono state consegnate confezioni di pro-dotti alimentari della zona.Una situazione curiosa ha un po' caratterizzato imomenti finali della manifestazione: un piccolo ca-gnolino si era aggregato ai podisti e arrivato al-l'arrivo si è trovato spaesato… Ci ha pensato unnostro vigile urbano ad adottarlo.

Giulio Braggio

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Si è svolta domenica 8 agosto la ormai classica Ca-minada fra le Scavesagne, marcia non competitiva,organizzata dal Gruppo Alpini di San Giorgioin Salici in collaborazione con l'Unione MarciatoriVeronesi.Per una mattinata San Giorgio ha raddoppiato ilnumero di abitanti, tanti infatti erano i partecipanti,circa 1800; invasione colorata di podisti che han-no animato tutto il paese le colline e le campagnecircostanti.Giunta alla decima edizione la corsa podistica pro-poneva tre percorsi di 6, 8.5 e 14 km., partendodalla Baita degli Alpini.I partecipanti hanno così potuto ammirare alcuni

San Giorgio: decima “caminada fra le scavesagne”

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Autorizzata l'apertura della Cava LovaL'ipotesi, sempre negata, è diventata purtroppo realtà

E' ormai qualche anno che se ne parla, ma gli interlocutoriistituzionali avevano sempre, e assolutamente, negato que-sta possibilità. Ed invece il Ministero delle Attività Produtti-ve, con un decreto del 9 agosto scorso, ha autorizzatol'apertura della Cava Lova, sotto Sona nel cuore delle Colli-ne Moreniche. Area che, a parole, dovrebbe essere protet-ta ma che in questi anni abbiamo visto subire scempi incre-dibili.Ma come si è arrivati a questo risultato? Tutto nasce dalla Sentenza del TAR del Veneto n. 6283 del2003 con la quale il tribunale amministrativo annulla il si-lenzio-rifiuto che la Regione Veneto aveva opposto alladomanda del rilascio dell'autorizzazione estrattiva della ca-va di ghiaia e sabbia denominata Lova, a Sona, da partedella ditta Betongarda Srl. A seguito, e come diretta conse-guenza, è sopraggiunta la sentenza n. 924 del 2004, sem-pre del TAR del Veneto, che dispone la nomina del dirigen-te generale, preposto dalla Direzione Generale per l'Ener-gia e le Risorse Minerarie del Ministero delle Attività Pro-duttive, quale Commissario "ad acta" affinché provvedain via sostitutiva, non essendosi la Regione Veneto pronun-ciata sull'istanza di autorizzazione a coltivare la cava dighiaia e sabbia Lova.Il Commissario incaricato ha quindi provveduto, con il de-creto dello scorso 9 agosto, ad autorizzare la Società Be-

tongarda Srl di Peschiera "ad effettuare attività di coltiva-zione ed estrazione di ghiaia e sabbia nella cava denomina-ta Lova sita in Comune di Sona, nelle aree acquisite in con-cessione d'uso ed individuate nella cartografia catastale delComune di Sona (…). La predetta autorizzazione è validafino al 28/03/2007 e potrà essere rinnovata su domandadel titolare da presentarsi almeno 60 (sessanta) giorni pri-ma della scadenza".Il Decreto prevede che la Ditta dovrà obbligatoriamentestipulare una convenzione con il Comune di Sona, e chedella convenzione dovrà essere data notizia al CommissarioMinisteriale.Che dire? Una decisione che lascia sconcertati, proprio per la naturastessa del sito dove sorgerà la nuova Cava, nel cuore deltanto decantato parco delle colline Moreniche. Parco chesembra sempre più essere un'entità teorica più che un verovincolo ambientale.La certezza è purtroppo solo quella che il nostro territorioda oggi è destinato a subire un altro sfregio, l'ennesimo,del quale proprio non si sentiva la mancanza. A questopunto resta solo da augurarsi che l’Amministrazione comu-nale riesca a trovare uno strumento giuridico per ricorrerecontro questo provvedimento.

Mario Salvetti

U L T I M A O R A

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IL’incredibile storia del “bidone” del VicarioSeconda puntata della saga dell’O.L.M.

Ci eravamo lasciati con il vostro cronista condotto conimponente riservatezza al cospetto dei gran capi del-l'O.L.M. Lì, per il vero, provvidamente trattato conogni abbondanza di salumi e vini locali è venuto allascoperta delle arcane vicende che hanno caratteriz-zato a cavallo del 1990 l'irrequieta frazione diMancalacqua. Fu così che dopo le finte baruffe e laprovocante candidatura del "Gianda" a Tzigano di Lu-gagnano l'O.L.M. decise di promuovere una propriamaschera a Mancalacqua, il Vicario. Come al solitol'idea nacque con lo stimolo del vulcanico FrancoConti, in un locale di perdizione a Mancalacqua, trauna sigaretta e una spuma. Era il novembre del1993... Viene confezionata ad arte una ricerca sulleorigini storiche del borgo di Mancalacqua, sede di unvicariato risalente addirittura alle dispute scaligeredel 1300, un misto tra la vera ricerca storica effet-tuata dall'innocente e ignaro Massimo Gasparato el'inesistente prof. Apollonio Ruberti di Mantova.Nel novembre dello stesso anno viene fatta pervenireal Giudice Conciliatore del Comune di Sona,sig. Dino Costa, una busta contenente una letteraaccompagnatoria leggibile ed un plico chiuso, che do-veva essere aperto il 14 febbraio del 1994, oppurein presenza della metà mancante di un tagliandino al-legato alla lettera: una mezza bustina di idrolitina!Con grande disappunto del Comitato Tzigano Lu-gagnano, vengono fatti i primi passi per la costitu-zione e la pubblicizzazione della maschera. Fu cosìche tra "ossi de porco" e lettere più o meno provoca-torie che celavano sempre un messaggio cifrato, chesi otteneva componendo in verticale le prime letteredi ogni riga, quali per esempio "le soltanto na granbidonada" oppure "Mancalacqua ha colpito ancora",si sparse la voce in maniera dirompente. A seguito diqueste provocazioni il Comitato Tzigano si riunisce edecide di respingere le provocazioni del Vicario.Vengono posti in votazione ed approvati alcuni puntiirrinunciabili, una vera e propria linea Maginot, daiquali il Comitato Tzigano nell'imminente confronto conil Vicario "non dovrà spostarsi neanche di un centime-tro!". La discussione viene puntualmente registrata daGinon (membro del direttivo Tzigano che fa il doppiogioco) e portata immediatamente a conoscenza delComitato Vicario. Anche sul fronte provinciale il Comi-tato Vicario compie i propri passi, chiedendo l'affilia-zione al Bacanal del Gnoco di Verona. La risposta conun invito a un incontro non tarda a venire, se nonche, l'intestazione della busta del Bacanal del Gnocoriporta la versione dialettale di "anno domini", ossia"ano domini". Una palla al balzo che l'O.L.M. non po-

teva farsi sfuggire... Infatti, un sedicente prete del-l'O.L.M., spacciatosi per il segretario del vescovo tele-fona a casa di D'Agostino, figura storica e presiden-te del Bacanal del Gnoco, riferendo che il Vescovogradirebbe fosse posto rimedio allo sconcertante re-fuso. L'imbarazzatissimo D'Agostino promette di por-re rimedio all'increscioso equivoco. Nulla porterebbea collegare le vicende di Lugagnano con la tirata diorecchie che la curia fa a D'Agostino, se non metterequest'ultimo sul "chi va là" per ogni cosa che potreb-be offendere la sensibilità della Curia, ivi compresoquindi anche l'irriverente vicarietto che caratterizza lacarta intestata del Comitato Vicario. Seduta stante unagente OLM, fingendosi il segretario del Bacanal delGnoco, telefona in Curia per fissare un appuntamentotra D'Agostino e il Vescovo, per "mostrare le ini-ziative e la nuova carta intestata." L'appuntamentofissato per il 21 gennaio, viene comunicato anche al-l'ignaro D'Agostino. Tutto si deve risolvere quindi en-tro quella data. Non soddisfatto l'OLM provoca anco-ra. Fingendosi falsamente ingenuo il Comitato Vicariomanda una lettera di ringraziamento al Bacanal delGnoco ringraziando per l'affiliazione accettata, ovvia-mente il tutto su carta intestata del Vicario, attribuen-dosi ora bene in vista il titolo di membro affiliatodel Bacanal cittadino.Appena scottato il Bacanal non poteva certo accetta-re una simile provocazione, per questo che, in infuo-cato incontro con quelli del Vicario, intima di toglieredalla carta intestata la dicitura "affiliato al Bacanal delGnoco" e di togliere il simbolo del vicarietto perché"Qualcuno potrebbe avercela a male per via della so-miglianza con i veri religiosi".Alle rimostranze di quelli del Vicario che obbiettano ilfatto di dover buttar via tremila fogli di carta intesta-ta, il Bacanal informa che loro, "a causa di un piccoloerrore di stampa" (dopo la telefonata del falso segre-tario del Vescovo) di carta ne ha appena buttato viatre quintali.La polemica tra il Bacanal e il Vicario e tra quest'ul-timo e lo Tzigano finisce prima su dei volantini distri-buiti nottetempo in piazza Brà, minaccia di arrivarerealmente a soluzioni legali e infine finisce sui giornalilocali, L'Arena, il Nuovo Veronese e L'Altro Giornale. Eintanto il falso segretario del Vescovo chiama ancoraD'Agostino rimproverandogli il fatto che la Curia èfinita sui giornali accostata a vicende carnevalesche.Intanto a Lugagnano l'indice di gradimento del Vicario(peraltro già molto basso) tocca il fondo! Nei bar edagli angoli delle strade non si fa altro che discutere diquegli "sbruffoni" di Mancalacqua che prima ave-

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segna il doppiogiochista Oscar e il Presidente dellaProvincia Fenzi. In sala, confuso tra il pubblico comeda precise indicazioni di un baffuto esponente O.L.M.,siede il Giudice Conciliatore Vicario di Sona, sig. DinoCosta, con in tasca il prezioso plico sigillato… Ter-minati gli interventi "veri" di tutti i convenuti al tavolosi invita il sig. Dino Costa, pure lui ignaro di quello chesta per accadere, al tavolo. In sala nessuno fiata…Il Giudice, espletate le formalità di rito con l'acquisi-zione della metà del tagliandino dell'idrolitina man-cante, e testimoniato che era in possesso del plicogià dal 17 novembre 1993, dà lettura del contenutodel plico stesso, rivelando in un crescendo di suspen-ce mista a liberazione l'impalcatura e la finalità bene-fica dello scherzo: i soldi raccolti dalle lotterie verran-no devoluti in beneficenza alla scuola maternaparrocchiale ai tempi ancora in costruzione. Gli ap-plausi liberatori dimostrano da un lato l'attaccamentodei lugagnanesi alla tradizione dello Tzigano, dall'al-tro l'apprezzamento della "burla" dell'O.L.M.Così nella più completa confusione generata si odeunicamente la voce della mitica Angelina, ultra ot-tantenne titolare dell'omonimo bar di Mancalacqua,apostrofare in puro vernacolo i responsabili del bido-ne: "ne a farve ciavar!".

Gianfranco Dalla Valentina

[email protected]

vano la pretesa di sfilare "davanti allo Tzigano" eadesso "calate le brache" a causa di dissidi interni edifficoltà economiche (voci fatte circolare apposita-mente per creare ancor più confusione), accettereb-bero anche un posto in sesta fila pur di evitare il falli-mento della sfilata in proprio e la figuraccia con ilpaese. Si prospetta la possibilità di un inatteso inter-vento pacificatore tra le parti, alla presenza di un me-diatore di eccezione, il Presidente della ProvinciaFenzi, incontro agognato da tutte le parti a loro mal-grado coinvolte. Il 21 gennaio 1994, nel salonedella pizzeria a Mancalacqua, sede del Comitato Vica-rio, il clima è teso. I volti dei duellanti sono tirati eavari di sorrisi spontanei. Presenti tutti gli illustri per-sonaggi che hanno costellato la vicenda: per il Baca-nal del Gnoco D'Agostino, per lo Tzigano EliseoMerzari, Gigi Gomme e Francesco Gasparato,per il Vicario il presidente Bosco. Completano la ras-

Se è vero che la Grande Mela sta a Lugagnano come il Castello sta a Villafranca, è il caso di dare unasistemazione alla grande rotonda sulla strada provinciale. Tocca alla Provincia o al Comune? Speriamo che la presenza di un nostro Assessore comunale in Consiglio provinciale, permetta di mi-gliorare queste tristi “cartoline”: stagno in primavera e steppa in estate. Ulivi e magnolie in prognosiriservata con un simpatico sottofondo di bidoni arruginiti Sun Oil...

2004, Cartoline da Lugagnano

Nelle foto alcuni mo-menti “storico-goliar-dici” della saga del“bidone” del Vicario.

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Classe 1965, classe e grinta da vendere al volan-te: è Gabriele Tosoni, pilota di rally, per passione,conosciuto da tutti come Vìola, (con l'accentosulla i, ndr). Nato e cresciuto a San Giorgio ha dasempre la passione per i motori e le automobili,soprattutto quelle da rally; è sposato con Paola,tre figli Davide Daniele e Riccardo.Lo abbiamo incontrato nella sua carrozzeria allaBassona, dove passa quasi tutto il suo tempo, trale riparazioni delle macchine dei clienti e la prepa-razione delle sue vetture da corsa.

Quando hai cominciato con le gare?Ho iniziato a correre al Rally del Lago diecianni fa, nel 1994 con un'Opel Corsa 1300SR, poi sono passato ad una Peugeot 2051600; prima delle gare su strada ho avutoanche esperienze sul circuito sterrato diBadia Calavena con una Fiat 131.

Adesso con che vettura corri?Ho acquistato quattro anni fa, con l'aiuto dialcuni sponsor, una Citroen Saxo VTS1600 di serie, poi l'ho modificata in casasecondo il regolamento CSAI. Mi avvalgopoi di un navigatore di provata esperienzache ha già corso anche con piloti di fama,Claudio Corradi. E' lui che spesso mi per-mette buoni risultati gestendo al meglio imomenti "burocratici" delle gare (timbrature, tem-pi ecc.).A quante competizioni hai partecipato equali i tuoi risultati più brillanti ?Corro spesso, soprattutto nel Triveneto, ma ognitanto partecipo anche a qualche gara fuori regio-ne come il Rally Costa Romagnola a Misano. Unbuon risultato l'ho ottenuto nel 2002 al Rally DueValli di Verona con il 1° posto in Classe N2, maspesso sono nei primi posti di Classe. Nel 1995con una Fiat 600 Abarth ho conquistato il 1° diClasse alla Caprino-Spiazzi.

Ma quanto costa correre ai tuoi livelli?Una volta acquistata e preparata la vettura, l'im-pegno economico non è assolutamente proibitivo,poi se qualche sponsor ci dà una mano…

E' un mondo vivacissimo quello che ruota attornoai rally, anche nel veronese, con stuoli di appas-sionati che affollano le prove speciali; lo si capisceanche dal continuo andirivieni alla carrozzeria del

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Vìola di altri piloti ed appassionati, che discutonodi prove speciali, tarature di sospensioni, rapportidel cambio, ecc.Certo non è da tutti poter correre nelle competi-zioni automobilistiche, ma se la passione è tanta econ un po' di talento ci si può anche provare. Poichissà…

Giulio Braggio

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Gabriele Tosoni: da San Giorgio un pilota di Rally di razza

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I migliori risultati di Gabriele Tosoni

2° Classe N2 al Trofeo Bettega Challenge2004 a Boscochiesanuova (VR) - 13° asso-luto;1° Classe N2 al Rally Ronde del Gallo Ce-drone 2003 ad Affi (VR);1° Classe N2 al Rally degli Olivi 2003 a Torri del Benaco (VR);2° Classe N2 al Rally Due Valli 2003 a Verona (23° assoluto);2° Classe N2 al Benacus Rally 2003 a Bardolino (VR);2° Classe A6 al Trofeo Bettega Challenge2003 a Boscochiesanuova (VR)4° Classe N2 al 500 Minuti 2003 a Bardolino (VR);1° Classe N2 al Rally Due Valli 2002 a Verona (17° assoluto).

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Il Baco da Setaè stampato grazie al contributo di

Riprende la rubrica "Riconoscete questoluogo" con la proposta di un bel particolarecatturato in prossimità del centro storicodi Sona. A chi lo scoprirà, e lo comuniche-rà alla Redazione del Baco, verrà consegna-to il libro edito del Comune di Sona dal titoloChiese, Ville, Corti a Sona e nelle sue con-trade il cui autore è Michele Gragnato con lacollaborazione di Paolo Artigliato e MarinoBonomi, gentilmente messo a disposizionedall'Assessorato alla Cultura del Comu-ne di Sona. La foto è a cura di ClaudioBernardi.Il quesito del numero 24 del Baco è statoindovinato dal Sig. Mirko Marini, che ha ri-conosciuto nella fotografia la statuetta diSan Vincenzo, situata nel Belvedere di Pa-lazzolo. Complimenti!

Sona,riconoscete

questo luogo?

Anche per gli infaticabili alpini ègiunto il momento delle agognatevacanze. Dopo solenni sfilate egoliardici raduni, dopo opere disolidarietà e incontri culturali glialpini puntano a godersi qualchegiorno di meritato riposo sulle

spiagge del mare più bello d'Italia, quello della Sardegna.L'occasione è data dal 1° Raggruppamento degli Al-pini sardi che hanno gentilmente invitato gli alpini di tuttaItalia a questo evento. Grazie a particolari convenzioni con la RegioneSardegna ottenute proprio in occasione di questo evento, si avrà la possi-bilità di soggiornare e visitare l'isola a prezzi vantaggiosi.Infatti, accanto al soggiorno in un Hotel a 4 stelle ubicato direttamente suuna delle più belle spiagge sabbiose fra Cagliari e Villasimius, con laspiaggia distante circa 400 metri dalle camere, alla quale si accede diret-tamente attraverso un bosco di pioppi, tamerici ed eucalipti, vi sarannoescursioni alla scoperta dell'entroterra sardo.Il viaggio sarà dal 29 settembre al 04 ottobre compreso, con par-tenza direttamente dalla Baita degli alpini in direzione dell'aeroporto diBergamo, volo di andata e ritorno, trasferimento in hotel con trattamentodi pensione completa per tutti i giorni ad esclusione del giorno della sfila-ta dove ci sarà il trattamento di mezza pensione. Il viaggio non vuole es-sere però soltanto mare, nè tantomeno sfilate, sarà invece un occasioneper scoprire la Sardegna nelle sue manifestazioni più tipiche e nei suoiluoghi più suggestivi. Nelle due escursioni di mezza giornata e in quella ditutta la giornata, si avrà la possibilità di visitare un territorio ancora in-contaminato, ricco di storia e di testimonianze umane anche antiche e diluoghi incantevoli. Testimonianze preistoriche con i nuraghi, le miniere ab-bandonate e le sterminate distese di lecci e sugheri; porti naturali espiagge sabbiose e sempre l'occasione di degustare prodotti tipici e disostare a pranzo in un caratteristico agriturismo. Il costo dell'intero viag-gio è di euro 600 e i posti rimasti sono assai pochi. Quindi, se vi at-tira questo meraviglioso luogo non perdete l'occasione di conoscerlo inmaniera diversa dal solito.Le iscrizioni si raccolgono presso la baita di Lugagnano.

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Gita in Sardegna per gli Alpini di Lugagnano

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tranno così mettere in mostra le proprie capacità edivertirsi giovani e meno giovani.Alle 18.00 S. Messa per chi si fosse perso le possi-bilità del mattino. Anche questa sera funzionerà lapesca di beneficenza (ai cittadini di Sona nonserve ricordare che è di beneficenza!!). La musica

sarà a cura di Ornella Nicolini diRadio Mille Note.Lunedì: Alle ore 19.30 S. Messa aseguire apertura chioschi (per chivuole una cena tranquilla è la seragiusta!) e l'immancabile musica diOrnella Nicolini di Radio Mille Note.Alle ore 22.00 ci sarà una grande,ricca, divertente Tombola.Martedì' ore 13.00 apertura anti-cipata degli stand per un motivosemplice ma molto importante: 41°Gran premio San Luigi corsa ci-clistica per under 23. Inizierà alleore 14.30 e allieterà i molti spetta-tori per gran parte del pomeriggio.Alle ore 19.00 S. Messa con tutti i

Sacerdoti nati a Sona o ex parroci di Sona. Perchénon venire a salutarli? Dopo la cena che senz'altroavrete consumato in piazza della Vittoria, importan-te concerto musicale di due grandi gruppi: SocietàFilarmonica "Giustino Diazzi" di Concordia sulSecchia Modena e il nostro Corpo Bandistico diSona. Alle ore 23.15 spettacolo pirotecnico.

Franco Fedrigo

[email protected]

Anche quest'anno con la prima domenica di set-tembre arriva la sagra di San Luigi, momento di in-contro spirituale, sportivo e di divertimento per lacomunità di Sona. La grande novità di questa edi-zione è la coralità nella preparazione e ge-stione di questo evento. I gruppi ParrocchiaS.Salvatore, AssociazioneCiclistica di Sona e GruppoAlpini ufficialmente organizza-no la sagra che richiama giovanie famiglie. Le manifestazioni hail seguente programma:Venerdì alle ore 15.00S.Messa alla Cappella del Ci-mitero, alle ore 20.00 pres-so il teatro parrocchiale l'incon-tro di tutte le famiglie che a va-rio titolo hanno partecipato aisoggiorni ed alle attività estive.(Come non lodare l'infaticabileattività del nostro parroco DonFlavio) ed alle 21.00 presso ilparco di Villa Trevisani il gruppoThe Black Sheep Band. Da non perdere. Con-temporanemanete funzionerà a pieno ritmo il chio-sco gastronomico e sarà anche possibile degu-stare dell'ottima birra bavarese.Sabato grande spazio all'attività sportiva e preci-samente alla gara di bocce, organizzata dall'infa-ticabile Gruppo Alpini di Sona, che a causa dell'ele-vato numero di partecipanti dividerà i concorrentiin due impianti sportivi: nel bocciodromo di SanGiorgio in Salici e SommacampagnaLe premiazioni di tale torneo saranno effettuate al-le ore 22.30 nella piazza di Sona.Prima però:Alle 19.00 S.Messa nella chiesa parrocchiale.Apertura degli stand gastronomici con la possibilitàdi degustare degli ottimi risotti.Alle 21.00 in alternativa alla musica delle giostreci sarà il complesso musicale Rosso Rubino con lesue ballabili melodie.Domenica ci sarà la possibilità di scegliere tradue insolite S. Messe; quella delle ore 10.00che si svolgerà all'aperto e precisamente al cam-petto vicino alla sala consiliare e quella delle 11.15in chiesa parrocchiale solenne accompagnata dalcoro "Il mio paese ".Alle ore 12.00 aperitivo in piazza per scambiar-ci un saluto o un semplice sorriso.Alle ore 15.30 in piazza giochi per tutti, si po-

Sagra di San Luigi a SonaUna comunità in festa ad inizio settembre

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Da ritagliare e consegnare presso l’Enoteca Fabiano di Sona.

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Dopo i primi tre numeri con argomenti di interessegenerale: il numero 20 sull'Unificazione Amministrati-va di Lugagnano e numeri 21 e 23 sull'evoluzione delnostro Comune vista attraverso la cronistoria rispetti-vamente degli Strumenti urbanistici approvati e dei Bi-lanci economici e finanziari del Comune, abbiamo ini-ziato ad analizzare dal numero scorso ciascun singoloquinquennio amministrativo a partire dal 1945, datadi inizio dell'attività dei Consigli comunali democratica-mente eletti dopo la fine della guerra.In questo numero scriviamo del secondo quinquennioamministrativo (seconda parte).

Gli avvenimenti nel mondo- Inizia il periodo della "guerra fredda". Dopo pochianni dalla fine della guerra il mondo si divide in due:USA ed alleati occidentali da una parte e l'URSS con isuoi "satelliti" dall'altra. Furono anni di grosse tensio-ni internazionali, che non sfociarono mai in una guer-ra diretta tra i due blocchi, ma che daranno vita amolti conflitti locali ed ad un riarmo generalizzatoconvenzionale e nucleare. Fra tutte, molto importan-te, vi fu la Guerra di Corea (1950-1953).- 1951 sei paesi compresa l'Italia danno vita alla CE-CA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio).

Prosegue con questo numero la rubrica “I quadernidella nostra storia”, raccolta di fatti e vicende, inqualche caso importanti, del passato civico del no-stro Comune, Sona. La nostra vuole essere una carrellata che va dalla fi-ne della seconda guerra mondiale al 1990. I nostriindirizzi sono a disposizione dei nostri lettori per ri-chieste specifiche sul passato o sul presente del Co-mune, richieste che gireremo ad ex-amministratori oad esperti per loro conto. Aprire un dialogo diapprofondimento ed informazione è il nostroobiettivo, per aiutare tutti noi a capire le vicende ci-viche che ci hanno portato al Comune che siamo eprospettandoci anche come vorremmo diventare. Lapartecipazione dei cittadini alla vita civica, manife-stata in qualunque forma, se qualifica chi sceglie diimpegnarsi, resta comunque un dovere importanteper tutti.

La Redazione

I quadernidella nostra StoriaOrigini, vicende, temi, problemi e percorsidella storia del nostro Comune

Gli anni 1950 - 1955 a Sona (Seconda parte)Torna la paura della guerra mentre si riparano i danni materiali causati dalconflitto mondiale e si rinnovano lo strutture civiche

Foto di fine anni 50. Al centro, il parroco diSan Giorgio, don Speri Alessandro e, più adestra, il Sindaco Ledro.

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quando i campi stessi erano utilizzati per la partitadella squadra locale. Le "Case popolari " finanziatedal Comune, poi "INA"e Fanfani, finanziate dalla Statoerano in quegli anni la strada per alleggerire il pro-blema ed ogni paese se le contendeva con moltaenergia. Le iniziative private erano molto modeste permotivi economici. Furono costruite case popolari aSona e Lugagnano e si ottenne un primo interventodi case INA a Lugagnano, con l'avvio di analoghe ini-ziative per Palazzolo e S. Giorgio, per le quali il Comu-ne fornì terreno, impianto idrico ed impianto elettrico.In quegli anni l'indice di affollamento nel nostroComune (persone per stanza) era 1,15, contro l'1della media provinciale, mentre ai nostri giorni il para-metro dell'indice di affollamento nel Comune di Sonasi è dimezzato ed è inferiore allo 0,6. Al Censimentodel 1961 venivano ancora indicate, nel nostro Comu-ne, come abitazioni malsane "inadatte alla residenzaper ragioni statiche ed igieniche riferendosi al Regola-mento di Igiene del Comune" il 16% dei vani esi-stenti pari a 362 abitazioni e 965 vani ed ancora al1971 un terzo delle abitazioni non disponevano diservizi igienici.Per molti anni e fino al 1970 fu significativo il fenome-no della coabitazione, per un 10/15% delle famiglie,e ciò era compatibile con la presenza della "famigliapatriarcale" tipica di una società ove l'attività agricolaera prevalente, come a Sona. Il fenomeno, dopo il'70, si ridusse velocemente e drasticamente e già nel1976 meno del 2% delle famiglie coabitavano, connuovi rapporti sociali basati sulla "famiglia nucleare"poco numerosa ed impegnata in attività lavorative lepiù diversificate.Sull'argomento si avviò un notevole contrasto tra laParrocchia di Lugagnano ed il Comune di Sona. Dauna parte si riteneva che nel Comune si operasse so-lamente per il paese di Sona; dall'altra si trovaronoimpropri gli interventi della Parrocchia in presenza diAmministratori della frazione di Lugagnano nel Consi-glio Comunale che erano partecipi e quindi consape-voli delle ragioni delle scelte che venivano effettuate."La costruzione delle case nel capoluogo, già delibe-rata dal Consiglio Comunale è stata decisa oltre cheper ragioni di indole economica, anche perché il capo-luogo è, come deve essere, il centro naturale del Co-mune, dalla cui vitalità e dalla cui efficienza deriva ilbenessere di tutta la Comunità, frazioni comprese" siscriveva da parte dellaGiunta comunale di Sona."Perché se ne stanno inMunicipio a questionaretanto senza combinarenulla”, "servono case ecase per coloro che nonle hanno e che dormonoammonticchiati anche aLugagnano contro tutte leleggi morali" ed ancora

- 1953 In URSS muore STALIN, non la politica mon-diale della contrapposizione Est-Ovest.Gli avvenimenti in Italia- 1951 Il Po rompe gli argini ed origina una disastro-sa alluvione nel Polesine; tutta l'Italia si mobilita, conmolta generosità, per ricevere nelle proprie case glisfollati.- 1953 Viene istituito l'ENI (Ente Nazionale Idrocarbu-ri), prima iniziativa in Italia di industria di Stato.- 1954 Trieste, zona A, torna all'Italia dopo esserestato "territorio libero" richiesto espressamente dallanuova Iugoslavia di Tito, che ottiene comunque la zo-na B, l'Istria.- 3/1/54 Iniziano le trasmissioni televisive in Italia,mentre l'indice di analfabetismo è ancora molto ele-vato.- Muore a Verona Don Calabria fondatore dell'orga-nizzazione "Poveri servi della Divina Provvidenza";verrà proclamato santo nel 1999.- Dicembre 1955 L'Italia è ammessa all'ONU, dopouna difficile trattativa.Alcuni dati statistici del Comune di SonaGli abitanti del Comune erano 6.527 nel 1951 e6.809 nel 1955, dei quali il 28,01% a S. Giorgio, il25,2% a Sona, il 24,1% a Lugagnano (la frazioneera ancora divisa fra i Comuni di Sona, Sommacampa-gna, Bussolengo e Verona) ed il 22,6% a Palazzolo.Non è reperibile un dato statistico scorporato sul red-dito pro-capite del periodo. Considerando però che ilComune di Sona in quegli anni aveva il 50% della po-polazione attiva operante in agricoltura e che i paesieuropei che oggi hanno ancora un livello così elevatodi addetti in agricoltura denunciano un reddito pro-capite di 3-4 milioni annui che corrisponde a valore1955 Lire 130.000/175.000, tale poteva essere ilreddito pro-capite a Sona. Il reddito famigliareannuo, per una famiglia media di 5 unità, quanteerano nel periodo a Sona, doveva quindi essere, qua-le media statistica, attorno alle £ 650.000/875.000.In quegli anni un operaio aveva uno stipendio di£.10.000 al mese, il giornale costava £.4, il latte £.30il lt., il vino £.75, il pane £.40 il Kg., patate e mele£.45, la carne £.400, il burro £.680, lo zucchero£.900.Come si iniziò a ricostruire nel nostro ComuneAssistenza pubblica, lavoro, abitazioni, infrastrutture eservizi di interesse generale furono il programma del-l'Amministrazione Comunale in questo quinquennio.Abbiamo già scritto nel numero precedente di questogiornale dei primi due punti; continuiamo ora scriven-do dei secondi due.La situazione dell’edilizia abitativaIn quegli anni la convivenza famigliare era resa preca-ria per un superaffollamento nelle abitazioni.Un esempio clamoroso: due famiglie indigenti eranoospitate rispettivamente negli spogliatoi "fatiscen-ti" dei campi di calcio di Lugagnano e di So-na, con l'impegno a sgomberare nelle ore domenicali

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16 Ottobre 1955 - Graduale eliminazionefontanine pubbliche acquedotti comunali. Il Comune si organizza, sta pensando di passaredall'acquedotto a fontanine a quello a tubo; non ciavevano già pensato molti anni prima i Romani ?

La curiositàUna Delibera di Consiglio Comunale

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le condotto vinte, ilnostro Comune. Da te-nente medico degli al-pini visse la tragicaesperienza del fronterusso, ove fu inviatoquando aveva già duefigli. Di figli ne ebbepoi ancora altri cinque,ma il suo impegnodiurno e notturno versoi pazienti del nostroComune non fu mai le-sinato. Anche ai nostrigiorni si raccolgono sulterritorio, con abbon-danza e facilità, testi-monianze di una dedi-zione che andava benoltre la professionalitàe la deontologia.Per facilitare l'operativitàdel medico condotto e la

comodità dei cittadini fu aperto un ambulatorio medi-co, ad ore fisse in ogni frazione. Chi era iscritto nell'e-lenco dei poveri riceveva dal Medico Condotto una ri-cetta staccata da un ricettario speciale "dei poveri"che gli consentiva il ritiro gratuito del medicinalepresso la farmacia.Doveva però passare dal Comune che "rompeva" l'in-volucro onde rendere difficile il riciclo esplicito delprodotto. Funzionava pure, sempre a carico del Co-mune il servizio di "Levatrice condotta". Era cosìchiamata allora, nella dizione ufficiale, l'attuale ostetri-ca. Fu anche istituito il Servizio veterinario condottoautonomo che operava soprattutto per gli allevatori dibovini, attività peraltro ancora modesta, che integravaquella di alcuni coltivatori diretti. Fino alla metà deglianni '50 il servizio era fornito dal Comune di Sona inConsorzio con il Comune di Bussolengo.Fu aperto nel 1953 l'Ufficio postale a S. Giorgio.dopo che il Comune con delibera del novembre 1950se ne era assunti gli oneri. In quei tempi infatti peravere dei servizi che non potevano essere subito inattivo era richiesto che la comunità locale, il Comunein questo caso, si assumesse una buona parte dell'o-nere di gestione. Per portare a soluzione il problemasi parlò anche di un interessamento di un illustre no-stro concittadino, Conte Guarienti, già Senatore delRegno d'Italia prima della guerra e della Repubblicadopo, la cui discendenza abita tuttora a S. Giorgio. Ilnostro Comune ospitò in località "Guastalla nuova" unaltro illustre personaggio delle Istituzioni il Conte Ju-sto Giusti del Giardino, già ambasciatore d'Italia aParigi e Tokio e per molti anni Presidente della Fonda-zione Risorgimentale S. Martino-Solferino.A fine anno del 1955 il Consiglio comunale approvòanche l'assunzione degli oneri relativi per l'apertura

"un cerchio di ferro circonda Lugagna-no da parte di Sona" dichiarava pub-blicamente il Parroco Don Brunellicontro il Comune. In effetti la primacostruzione a Sona di Case popolari difronte alla Chiesa fu alloggio per di-pendenti comunali quali il Medico con-dotto, il Veterinario Condotto ed il da-ziere, personale indispensabile per lagestione pubblica, nel paese ove ave-

va sede il Comune ed in sei appartamenti ospitaronofino a 40 persone; ai nostri giorni gli stessi spazi neospitano 7.La scelta della Parrocchia di Lugagnano di organizza-re un Comitato di cittadini per ottenere che la frazionedivenisse Comune autonomo fu la premessa o forsela causa di tali ed altre notevoli divergenze che si ri-composero solamente dopo parecchi anni, con nuoviAmministratori di Lugagnano ed un nuovo Sindaco aSona.Infrastrutture e servizi di interesse generaleL'assistenza sanitaria fuori dagli Istituti Ospedalieri,che dovevano essere pagati e quindi erano utilizzatinei casi veramente gravi, era fornita dal MedicoCondotto, dipendente del Comune, che arrivò a So-na ad assistere fino a 7.000 cittadini. Attualmente leASL, che hanno sostituito a partire dal 1978 i Comuniin questa competenza, autorizzano per un singolomedico un numero massimo di 1.500 assistiti. Il Dr.Grazioli Gaetano fu il medico condotto di Sonadal 1949 al 1970. Morì improvvisamente a 59anni, ancora in attività, lasciando un ricordoindimenticabile di disponibilità, competenza ededizione. Era nato nel bresciano ed è stataquesta la ragione che lo portò a scegliere, fra

Sopra due Ordini delGiorno di ConsigliComunali del 1951 e1952 per l’acquisto diterreni per costruirecase popolari.

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gagnano per la Canova . Venne acquistato da un pri-vato il pozzo della Lova e si ottenne l'utilizzo di quellochiamato Colombaron. Furono asfaltati i centri paesedi Lugagnano (con prolungamento fino al confine delComune di Verona), S. Giorgio e Palazzolo. Fu asfalta-ta parte di Via Molinara a Sona. Fu portata l'illumina-zione in Località Bosco che stava diventando unazona molto interessante per lo sviluppo edilizio edarea industriale, la prima di iniziativa comunale. Fuacquistato il terreno per costruire le nuove scuoleelementari a S. Giorgio. Fu realizzato il primo ra-mo della fognatura comunale a Sona Via Marconi eVia Gesuiti verso la piazza; e ancora via Roma e viaValecchia per una spesa di £.3,5 milioni. Quando siparla di fognature si intende sempre la fognaturabianca (per vedere i primi modesti tratti di fognaturenere si deve arrivare ai primi anni '70). La mancanzadi fognature creava grossi problemi, nelle zone sco-scese, agli asfalti ed a causa del terreno cretoso simanifestavano infiltrazioni nelle cantine e depositi diacque stagnanti malsane.Si sistemarono i tetti delle chiese di S.Giustina aPalazzolo e S.Salvatore a Sona entrambe chiese

dell'Ufficio Postale a Lugagnano, allora si chiamava"Ricevitoria postale", Ufficio che però dal Ministerodelle Poste fu aperto solamente nel 1958. Fu costrui-to il nuovo cimitero a Lugagnano, in territorio delComune di Sommacampagna, passato a Sona nel1975. Per questo cimitero (che fu inaugurato nell'a-gosto del 1956 con lo stesso Sindaco, ma nel manda-to successivo) vi furono momenti di grossi contrastitra chi avrebbe dovuto cedere il terreno per allargarel'esistente in via Rampa, ove ora c'è l'Ufficio Posta-le, alcuni cittadini che non volevano che si spostasseed il Comune, che alla fine adottò una soluzione radi-cale. I proprietari terrieri che avrebberodovuto cedere il terreno in via Rampa fe-cero una loro proposta alternativa:- la famiglia Innocenti/Marchiori offrìun terreno ove poi fu costruito il mercatodelle pesche, oggi centro tennis,- la famiglia Boscaini quello ove fu co-struito ed è attualmente.Venne avviato da una Ditta privata il ser-vizio di corriera per la linea S. Giorgio-Sona-Lugagnano-Verona con un contri-buto economico del Comune.Si ottenne la fermata delle Ferroviedello Stato a Lugagnano, nell'autunnodel 1950, come alternativa al servizioprivato, talvolta rocambolesco di autocorriera e vi fu-rono contrasti con Caselle perché sulla stazione nonapparve anche il nome del loro paese, come era av-venuto per la fermata ferroviaria di Sommacampagnache era stata chiamata anche Sona. Fu portato il te-lefono pubblico a S. Giorgio e fu un avvenimentocosì importante che volle essere presente il Prefettoe nell'omelia festiva il Parroco ebbe parole di elogioper gli Amministratori che "toglievano un paese dall'i-solamento".Dopo poco tempo il telefono fu anche portato a Pa-lazzolo ed al Mercato delle pesche di Lugagnano.Per realizzare gli impianti telefonici a S. Giorgio e Pa-lazzolo fu stipulato un Mutuo con la Cassa di Rispar-mio che allora era solamente di Verona e Vicenza di£.2.000.000 (£.58 milioni a valore 2001). Chi inten-deva usufruire del telefono pubblico doveva recarsipresso il gestore, in genere un negozio pubblico, farchiamare il paese della persona richiesta, ottenereche presso l'altro telefono pubblico un addetto delnegozio concessionario andasse a chiamare la perso-na interessata. Quindi il tutto non poteva che avvenirecon appuntamenti che occupavano parecchie oreper rendere possibile il contatto, non essendovi prati-camente telefoni privati. I Comuni per garantire que-sto servizio dovevano sovvenzionare chi si prestava afornire questo servizio che imponeva di avvisare dellepersone talvolta anche molto lontane dai centri abita-ti. Si costruì il primo stralcio di acquedotto Sona -Palazzolo, con deviazione per il Bosco migliorandoquello di S. Giorgio per la zona Gaburri e quello di Lu-

Bampa GiuseppeConsigliere a Sona dopo la Seconda Guerra Mondiale

"In quegli anni nel nostro Comune non c'era nulla: illuminazione, fognature,strade asfaltate. Nulla. E noi provammo a costruire tutto quello che serviva".Inizia così Giuseppe Bampa (nella foto), classe 1920, amministratore a So-na dopo la seconda guerra mondiale, quando gli chiediamo un ricordo diquel periodo politico. Perito industriale, tenente degli alpini durante laguerra, Bampa combattè sul fronte interno con i reparti che predisponeva-no le difese delle coste italiane da invasioni alleate. L'8 settembre del 1943

venne fatto prigioniero in Liguria ma durante unnubifragio fuggì dal campo di concentramentoed a piedi, attraverso l'appennino tosco-emiliano,arrivò alla fine a Lugagnano. Venne assunto dallaTOT (organizzazione germanica di lavoro) e quindinon rientrò nei ranghi combattenti dell'esercito."I nostri paesi eravno veramente da rifondare, equando mi affaccio da questo balcone - l'abbiamoincontrato a casa sua in via Cao Prà a Lugagnano- e vedo cosa è diventato Lugagnano penso aquanta strada è stata fatta da allora". Tra i tanticapitatigli come Consigliere DC, ricorda un curio-so aneddoto di quando ci fu un durissimo scontroin Consiglio Comunale su dove collocare il cimite-

ro di Lugagnano. Molti volevano spostarlo dall'attuale sede delle Poste,dove era situato allora, nella zona dell’ex Mercato delle Pesche, praticamen-te sulla strada principale di Lugagnano. Lui, con intelligente preveggenza, fuuno di quelli che si oppose. "Ero certo che in pochi anni Lugagnano sarebbecresciuta enormemente e allora cosa ne avremmo fatto di un cimitero affac-ciato in pieno centro?". Non si può certo dire che avesse torno. MS

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Percentuale di votanti rispetto al corpo elettorale92,72%.Lista n°1 Scudo Crociato con motto "Libertas" (D.C):67,78%; Lista n°2 - Tre spighe: 5,59% (Lista locale diagricoltori di S. Giorgio); Lista n°3 - Indipendenti - Stret-ta di mano: 10,21%; Lista n°4 - Comunisti - Albero fiori-to con aratro (P.C.I.): 6,42%; schede nulle: 3,74%;Schede bianche: 5,16%.Il Consiglio Comunale risultò così composto:Sindaco D.C. Ledro Giovanni - S. GiorgioAssessori di Maggioranza - D.C: Busatta Raffaele -Vi-ce Sindaco - Lugagnano; Ponchirolli Pilade - Sona; Scat-tolini Valerio - Palazzolo; Tomelleri Giovanni - S. Giorgio;Vivaldi Valentino - SonaAssessore di Minoranza - P.C.I.: Manzini Bruno-(non era cittadino del Comune di Sona).Questo ultimo Assessore era stato eletto nella listache aveva perso le elezioni, quindi risultava di fattoAssessore di Minoranza. La scelta di inserire nellaGiunta un membro del gruppo politico che aveva per-so le elezioni fu fatta già nella prima legislatura emantenuta nella seconda e nella terza. Il Vice Sindacoera normalmente anche Assessore delegato, avevacioè la firma depositata che valeva quale quella delSindaco per controfirmare atti pubblici. Gli altri Asses-sori Comunali fino ai primi anni '70 non disponevanodi vere deleghe. Gli Assessori si interessavano soprat-tutto del proprio paese. Per questa ragione una rego-la, mai scritta, era che il paese del Sindaco dovessedisporre di un Assessore supplementare in Giunta perevitare che si interessasse "troppo" del proprio pae-se. Gli Amministratori comunali non avevano stipendio.Nelle prime tre legislature il Sindaco poteva ottenereuna indennità di carica anche come rimborso spese,fino a £. 30.000 mese che il Sindaco Ledro non vollemai incassare.Consiglieri di Maggioranza - D.C.: Ambrosi Igino-Palazzolo; Ambrosi Umberto - Palazzolo; Bampa Giusep-pe - Lugagnano; Banali Mario - S. Giorgio; BertoncelliMario - Sona; Boscaini Alessandro - Lugagnano; Cin-quetti Bruno -S. Giorgio; Mazzi Giovanni - Lugagnano;Olioso Silvino - Sona; Rossi Virginio - Palazzolo.Consiglieri di Minoranza P.C.I.: Fraccaroli Palmarino- Palazzolo; Marchi Adelino-Lugagnano; Tinelli Arturo -Palazzolo. Verificando i voti in Consiglio Comunale si ri-scontra che i provvedimenti venivano assunti sempreall'unanimità, fatto assai inconsueto ai nostri giorni.Tale risultato era probabilmente dovuto al fatto che lescelte erano "obbligate".

Renato Salvetti

[email protected]

con la collaborazione di Cinquetti Bruno già Vice-Sindaco Comune di Sona

Un ringraziamento al Sindaco Bonometti Flavio ed al Segretariocomunale Benvenuti Roberto che ci hanno autorizzato l'accesso ai

dati dell'archivio comunale per alcune doverose verifiche

dei rispettivi cimiteri. Fuattrezzato il Comune conmacchinari per il servizioelettorale e d'archivio.Mentre il quinquennio sta-va per finire si iniziò aparlare di un possibileservizio di Vigile ur-bano fisso (dal 1953 esi-steva una Guardia Comu-nale provvisoria); fino aquel momento l'ordinepubblico era delegato al-l'autorità di Polizia di Sta-to ed il traffico urbanonon esisteva.Gli interventi sopra de-scritti furono attuati conBilanci che disponevanoannualmente nelle Entrateordinarie e straordinariedi Lire 40 Milioni (pari a

Lire 900 Milioni a valore 2001) impegnati per il 30%per Assistenza pubblica e per un altro 30% per spesegenerali. Gli oneri per acquisire mutui non erano so-stenibili da Bilanci di questo tipo ed i pochi mutui sot-toscritti erano sostenuti da un sostanzioso contributodello Stato. Il Comune di Sona nel 1955 aveva in am-mortamento solamente sette mutui, contratti per:l'impianto telefonico di S. Giorgio e Palazzolo, l'acque-dotto di Sona e Palazzolo, il Cimitero di Lugagnano.Non esisteva un servizio di raccolta immondizie, siinizierà a parlarne nei primi anni '70. Gli escrementidegli animali che trainavano i carretti sembra esserestato il più grosso problema relativo ai rifiuti solidi inquegli anni e fu risolto con l'acquisto di modesti ap-pezzamenti di terreno (poche decine di metri) nellevicinanze dei centri dei paesi ove lo stradino "di quar-tiere", che operava con badile e carriola, doveva re-carsi per trasferire il rifiuto.Fino ai primi anni '60 operò a Lugagnano un partico-lare artigiano, un mito nei film western americani, ilmaniscalco o fabbro ferraio specialista nel ferraregli animali da tiro, in particolare i cavalli, ancora inuso a causa di una motorizzazione molto limitata. Eraperaltro un artigianato molto diffuso, presente in mol-ti paesi, come oggi il meccanico di automobili, perchégli animali erano la "motorizzazione" più diffusa all'e-poca.Gli Amministratori del Quinquennio 27 mag-gio 1951 - 27 maggio 1956Si votò con il sistema maggioritario per il quale la listache vinceva le elezioni disponeva di 16 Consiglieri Co-munali e la lista che arrivava seconda i rimanenti 4per un totale di 20. Eventuali terze o quarte liste nonottenevano alcun Consigliere Comunale.I risultati elettorali del 27 maggio 1951

Sopra, un articoloapparso sul Corrieredel Mattino, a firmadel Sindaco di SonaLedro, che difendevale scelte prese a Sonasulle case popolari

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che segua le vacche nel periodo di steaming up,prescrivendo cure omeopatiche per gli eventuali ani-mali in precarie condizioni di salute.6) Selezionare un Water Proof Leader, cioè unafigura che sia in grado di gestire tutti i turni d'irriga-zione, sia diurni che notturni. Tale persona non de-ve soffrire ne' di reumatismi, ne' di jet lag problem,giacché sarà costantemente immerso nell'acqua du-rante il trascorrere d'innumerevoli "fusi orari".7) Farsi consigliare un Kiwi Sales Area Managerche coordini tutta la Sales Force atta a commercia-lizzare i Kiwi nell'area Triveneto, Lombardia Nord,Piemonte Est e Valle d'Aosta Sud.8) Convocare un Trinciato Research Team gui-dato da un Project Leader luminare in materia,con lo scopo di effettuare la ricerca del periodo piùpropizio per ottenere un mais ceroso con le corret-te proprietà organolettiche, in grado di alimentare itori da monta nella maniera più "feconda" possibile.9) Opzionare un advisor di fiducia che, solo nelcaso una volta tornatidalle ferie non si abbiapiù voglia di condurrel'azienda, si occuperà distimare i beni mobili eimmobili parlando coneventuali possibili acqui-renti ai quali chiederà didepositare delle fidejus-sioni a garanzia dellacopertura finanziaria.10) Ricordarsi di santi-ficare le feste e soprattutto di pagare il commerciali-sta che farà da Account Manager per far rispetta-re i 10 accorgimenti dati.

Me ne tornai a casa stranamente confuso e conven-ni, senza troppi pentimenti, di rinunciare alla va-canza. Nessuna tragedia, anzi, un sospiro di sollie-vo! Vorrà dire che mi accontenterò come tutti gli an-ni di due uscite rilassanti e tranquille: il ferragosto alGardaland e un giorno di fine settembre sul Caregacon ascensione al rifugio Fraccaroli dalla ferrata Po-jesi. In compenso con il prossimo mese di ottobre,per non farmi trovare impreparato in caso di vacan-ze future, frequenterò all'università popolare uncorso d'inglese e uno di Customer Relationship Ma-nagement.Amatissimi lettori… buone vacanze a tutti!

El bacan de Lugagnan

[email protected]

Quest'estate dopo continue pressioni della famiglia,avevo deciso di concedermi una breve vacanza,all'estero ovviamente, perché sembra opinione co-mune che più chilometri fai e più ti divertirai. "Devistaccare la spina ogni tanto altrimenti ti rincretini-sci… concediti una pausa se non vuoi diventare tu-bercoloso…spònsete na sciànta, se no te va' inmalora el sarvel!” Previsioni così poco allettantim'indussero a prendere seriamente in considera-zione la possibilità di un viaggio ristoratore. L'ultimavolta in cui m'allontanai da casa per più di cinquegiorni fu, anni orsono, per recarmi da soldatonelle sperdute alpi carniche. Prima di partireper quest'insperata avventura vacanziera, ho rite-nuto quindi necessario portare un saluto di com-miato alle persone care! Dopo aver espletato il rito del distacco con tutta laparentela, con gli amici ed i colleghi bacani, mi sem-brava carino coinvolgere nei saluti anche le perso-ne più carismatiche della nostra comunità: il fale-gname, l'idraulico, l'elettricista e l'elettrauto, il mec-canico e il carrozziere, il geometra e l'ingegnere,l'edicolante, l'imbianchino, parroco, aiuto parroco epseudo curato, il capo chierichetti, la capa zelatrici,il lattaio, il postino e la guardia comunal.La tappa finale del tour del congedo mi portò dalcommercialista che, dopo essersi congratulato conme per la rilassante decisione, mi ha messo inguardia sulle ripercussioni economiche negative chela mia azienda avrebbe potuto subire se, dopo lamia partenza, l'avessi lasciata in custodia al solitoveciòto che vien a darme na man. Mi lasciò con l'augurio di un buon viaggio e con unpromemoria di consigli che così recitava:

Decalogo per il bacan che parte in ferie:1) Prima di partire indire un breefing e nominareun General Manager Backup che ti sostituisca intutte le operatività di gestione dell'azienda.2) Munirsi di telefonino cellulare UMTS conRoaming internazionale per vedere immagini e spe-dire sms, mms, e-mail anche dall'estero.3) Partire possibilmente per le isole Cayman, Antilleo Galapagos con un Business Consultant al se-guito, perché là qualcuno probabilmente… "ti devequalcosa"!4) Avvalersi di uno Sperseghe Product Mana-ger che coordini un team di consulenti body ren-tal nella raccolta delle nettarine occupandosi poidell'immissione della frutta nel canale di vendita alpubblico.5) Scegliere un Technical Solution manager

Una vacanza mancata L’A

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Il vecchio Lamborghini.

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L'Associazione Calcio Amatori Lugagnano, nata nel1983, grazie all'iniziativa di un gruppo di amici ap-passionati, continua ancora oggi ad essere punto diritrovo per calciatori, giovani e non, che ritengono

che il "grande calcio" si sia di-menticato troppo presto di lo-ro, e che quindi sfogano la loropassione sportiva sui vari campiprovinciali, sfidando le ire di fi-danzate, mogli e figli, per glistrani orari di gioco delle partite,che possono andare, a secondache si giochi in casa o fuori, dal-le 20 alle prime ore del mattinoil venerdì sera, e dalle 14 alle20, ed oltre, del sabato pome-riggio, orari che non rispettanonel modo più assoluto la normasulla durata delle gare.Ci si sente per questo spessochiedere, da fidanzate e mogli,

"sio ande' ai rigori??".Va precisato che comunque a parte il "dopo-gara",sia la preparazione, gli allenamenti infrasettimanaliche la partita, vengono eseguiti scrupolosamentesotto la direzione di Giuliano Valle, che oltre agiocare, si presta a fornire le direttive per la parteatletica, e di “Oronzo Canà” Manuel Posenato perla parte tecnico-tattica (primo allenatore).Tornando alla "storia", gli Amatori sono stati impe-gnati per le prime tre stagioni nel campionato CSI,per passare poi, per un altro triennio, alla FGCI. Dallastagione 90/91, la squadra partecipa al campionatoUISP.Nell'arco di oltre vent'anni, gli Amatori hanno quasisempre ottenuto buoni risultati, arrivando anche asfiorare in diverse occasioni la vittoria finale. E'successo nell'88/89 e nell'89/90, quando, entrambele volte ai rigori, la Società si è vista sfuggire il titoloProvinciale FIGC.Sempre ai rigori, dopo aver vinto il proprio campio-nato ed essere arrivati terzi alla fase dei "Provincia-li", nell'anno 1993, gli Amatori, sul campo rodigino diPorto Tolle, sono stati sconfitti per il titolo assoluto"Regionale".Sono poi da ricordare le vittorie ottenute nel torneoComunale "Memorial F.Conti", e nel prestigiosotorneo internazionale (presenza di squadre Austria-che e Croate) di Colloredo di Monte Albano (Ud), do-ve, condotti dal prematuramente scomparso amicoPacio, disputando ben quattro partite in una gior-nata, gli Amatori si sono aggiudicati il trofeo.La squadra, è attualmente allenata dal sopracitatoManuel Posenato, con la presenza nello staff diri-genziale di Bruno Binotto (ex giocatore attualmen-te guardalinee), Gianluigi Mazzi (direttore sporti-vo) e Mirko Coati, che dopo aver smesso i panni diportiere, partecipa alla vita societaria come respon-sabile addetto all'arbitro ed infaticabile cuoco allecene sociali.L'attuale Presidente è Raffaello Cristini (Geo),iscritto anche come giocatore, che può vantare bensedici campionati e, dice lui ma il dato è tutto daconfermare, oltre 460 presenze. Da non dimenticareGiorgio Adamoli superbomber, che si sta avvici-nando alla quota di cento reti con la maglia degliAmatori, "Pippo" Zendrini (attuale capitano) eStefano Bissoli (Bisso) capitano storico, ritiratosilo scorso anno per raggiunti limiti di età, anche sefarebbe ancora comodo in squadra.Iscritti da qualche anno al campionato di Prima Divi-

Associazione Calcio Amatori LugagnanoPiù di vent’anni di calcio, di calci e di gran passione

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In alto, due “colonne” del calcio amatorialelugagnanese: Brentegani Pacio Massimo,prematuramente scomparso, e Cristini GeoRaffaello. Nella foto di destra “quarantenni”ancora in attività: Stefano Bicchio Bissoli,Gaetano Tano Boscaini, Vittorio Vito Zerpelloni,Raffaello Geo Cristini e Roberto NaciaTomelleri.Foto sotto, formazione campionato AmatoriLugagnano 1997-98.

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Unica nota dolente la difficoltà economica per la ge-stione della squadra, che in qualche modo si auto-finanzia con il contributo dei giocatori, dei dirigentie di qualche sponsor, ma quasi sempre ai limiti delcommissariamento.

L'Addetto Stampa

A.C. Amatori Lugagnano

sione UISP, ci accingiamo ad iniziare la ventiduesimastagione sportiva, sempre con la stessa voglia di fa-re gruppo e di giocare un buon calcio, ricordando aigiocatori interessati che per il "provino" basta venireal campo nel periodo di inizio preparazione (soloquei "boni", visto che de "strassi ghe nè in biso-gno").

Squadra Amatori cam-pionato 2002-03: dasinistra in alto, Binot-to, Dal Barco, Coati II,Liber, Zema, Boscaini,Recchia, Mazzi I, Po-senato. Sotto, da sini-stra, Residori, Coati I,Bissoli, Valle, Adamoli,Dalla Valentina, Silve-stri, Mazzi II, Cristini.

A sinistra, Amatoricampionato 1988-89:da sinistra in altroBendinelli, Ingrassia I,Coati, Brunelli, Fan-ciullo, Caceffo, Donisi,Alberti, Moletta, Chie-sa, Ingrassia II, Binot-to. Sotto, da sinistra,Franzini, Caliari, Bis-soli I, Ambrosi, Cristini,Bissoli II, Brentegani ePanarotto.

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nido" - precisa. Un curriculum scolastico regolareche ha registrato qualche piccola difficoltà durante il4° anno, quando sono stati sostituiti molti professoried è cambiato il diverso metodo di insegnamento econseguentemente di studio. "E' stata dura abituarsi- ammette - e ne ha risentito principalmente il miotempo libero, ovviamente ridimensionato". Un sacrifi-cio, quello di affrontare un programma che lei stessadefinisce "ampio", culminato nella preparazione del-l'esame di maturità. "Le tesi sono laboriose ed arti-colate e richiedono tempo. L'esame, inoltre, riflettel'andamento degli anni scolastici e venire giudicatida una commissione interna non è sempre un fattopositivo". Questo sistema ad esempio non ha giova-to a sua sorella Lucia, compagna di classe, cheper pochissimo non è riuscita a bissare il suo stessoottimo punteggio, nonostante - secondo Elisa - nel-l'esito finale non fosse da meno. Le chiediamo qualiostacoli mentali abbia dovuto superare nella provavera e propria. "Nella stesura del tema, - ci dice -avevo paura di risultare banale, perciò ho spesomolto nello scegliere come affrontare lo scritto. Laseconda e la terza prova, invece, erano tecniche elegate proprio all'indirizzo di studio, quindi aver stu-diato con metodo ha fatto sì che non abbia avuto al-cun problema". Un "cento", quindi, che ha premiato"la costanza di studio, infallibile per chi vuole portarea casa un buon risultato". E che ora la vedrà impe-gnata negli studi universitari di Lettere e Filosofia.

Dello stesso avviso è Giulia Favari, fresca diploma-ta al Liceo Scientifico Tecnologico Galilei. Nellospecifico della sua scuola "Il biennio è stato leggero,grazie anche alle ore di laboratorio che sono servitea rendere tollerabile il carico. Dal terzo anno, invece,è stato un crescendo di impegno e concentrazione,a causa delle materie tecniche di nuova introduzioneche hanno richiesto, oltre ad una costante attenzio-ne in classe, anche maggior dedizione nell'apprendi-mento a casa. Alla fine, ovviamente, abbiamo accu-mulato tutti una notevole stanchezza e purtroppo ilprofitto generale ne ha in parte risentito, tanto chesul finire si sono moltiplicate le cosiddette assenzestrategiche". Sull'esame in sé Giulia ha le idee chia-re. "Ha ancora poco valore - dice. I professori dellacommissione esaminatrice ti conoscono da parecchiotempo e se da una parte il fatto di trovare loro dimi-nuisce il rischio "panico", che può giocare bruttischerzi, dall'altra può tramutarsi in vere e proprieagevolazioni di sorta o al contrario scatenare l'effet-

Ai tempi dei nonni, e magari anche di qualche attem-pato genitore, l'esame di maturità si concludeva conil giudizio "letterale": la preparazione raggiunta po-teva essere di grado buono, ottimo e così via. Nelcorso degli anni le parole hanno lasciato il posto al-l'aritmetica e si è passati a licenziare gli studenti intermini numerici, su scala dieci prima, poi in sessan-tesimi; infine, in attesa di ulteriori probabili modifichefuture (il mondo dell'istruzione è un cantiere sempreaperto), si è approdati al voto nella sua forma at-tuale. A Lugagnano abbiamo scovato cinque"Messner" della maturità, che potrebbero nonessere gli unici ma che si sono prestati volentieri araccontare il loro percorso di studi e la soddi-sfazione di essere arrivati in vetta, a quota "cento".Cinque ragazzi molto decisi e loquaci, che non han-no avuto esitazione alcuna nell'esprimere opinioni,idee e nell'essere perfino un po' critici.

Elisa Perina, 19 anni, si è diplomata all'IstitutoTecnico dei Servizi Sociali "Sacra Famiglia","una sorta di istituto magistrale che permette, al ter-mine del ciclo di studi, di insegnare presso gli asili

Lassù, a quota “cento”Cinque giovani lugagnanesi, da poco diplomati con il massimo dei voti, raccontano la loro esperienza scolastica

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di Elena---

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esperienze che abbiamo condiviso,per gli aiuti reciproci che ci siamoscambiati e per il clima instauratosi,specialmente dalla terza classe in poi,siamo diventati quasi una seconda fa-miglia". La scelta dell'indirizzo scola-stico, nel suo caso, si è rivelata di im-portanza fondamentale. "Non ho avu-to particolari difficoltà: ad essere sin-cero, non studiavo eccessivamentema riuscivo bene ugualmente, graziealla mia facilità di apprendimento.Inoltre ho azzeccato la scelta dellascuola, seguendo le mie attitudini, equando una cosa ti piace, insieme aduna certa propensione per la materia,tutto viene meglio. Ovviamente, rima-nendo molto concentrato ed attentoin classe, ero avantaggiato nello stu-dio a casa". Sacrifici, rinunce nel tem-po libero? "Fortunatamente ho potutocontinuare con il calcio fino in quarta,mentre in quinta sono riuscito a fre-quentare regolarmente una palestra.Nessuna rinuncia". Di senso opposto alle opinioniespresse da Elisa, Sara e Giulia (conqueste ultime ha condiviso gli anni diistruzione inferiore a Lugagnano e citiene a sottolinearlo, perché "proveni-re dalla stessa classe, dalla stessascuola - a volte ingiustamente critica-ta - ed ottenere questi risultati è unabella soddisfazione, anche per i pro-fessori che ci hanno formato"), Lucaesprime un giudizio favorevole siasulla tipologia di esame che sullacommissione, apprezzando l'aiutoche deriva dall'essere messi a pro-prio agio da chi ti conosce bene.Domanda ovvia: che cosa farà ades-so? Luca si dice contento, perché ha"già avuto alcune offerte di lavoro,una bella soddisfazione considerati itempi" ma per il momento preferisceorientare i suoi sforzi ad un'altra fasedi studio, iscrivendosi alla facoltà diIngegneria Industriale a Trento pertrovare poi applicazione nel campodella robotica.

Per chiudere abbiamo sentito NivesBertoncelli, diplomata Tecnicodella Ristorazione pressol'I.P.S.S.A.R. Berti. "Un IstitutoTecnico - ci dice - dove il biennio è dicarattere generale, comunque ineren-

to boomerang. Personalmente ritengo sia un ternoal lotto…". Obiettivi post-diploma? "Concludere glistudi legati alla mia passione principale, la musica, eterminare il Conservatorio, ancora due anni, per poiiscrivermi ad Ingegneria Gestionale. Non prima peròd'essermi goduta le meritate vacanze!" Un consiglio?"Studiare ed applicarsi sì, ma non in modo troppoossessivo. E' importante coltivare comunque le pro-prie passioni, aiuta a scaricare anche le inevitabilitensioni dello studio".

Nessun particolare problema anche per Sara Fer-rarini, 19enne pure lei, diplomata al Liceo Scien-tifico di Scienze Sociali "Montanari". "Unaclasse composta unicamente da ragazze - ci raccon-ta - divisa in due dal punto di vista del profitto mamolto compatta dal punto di vista dell'amicizia, con-solidata e rafforzata in coincidenza con gli esami: te-lefonate, suggerimenti, consigli tra compagne, abbia-mo vissuto insieme parecchi momenti e questo hacontribuito ad unirci ancora di più. Una cosa è certa:conserverò sicuramente un bel ricordo di questo pe-riodo". Le chiediamo se, al pari delle altre intervista-te, ha dovuto sacrificare qualcosa, qualche interesse."Il tempo libero c'era, dipendeva dai periodi. A voltesi poteva tirare il fiato, in altri frangenti è stato ne-cessario fare delle belle "tirate" a livello di studio".Che la scuola non sia stata vissuta come un diverti-mento o un grest lo testimoniano le parole di Sara:"Dopo la quarta, su pressioni e nostre rimostranze,portate anche al cospetto del Preside, siamo riuscitead ottenere la sostituzione della professoressa discienze sociali, purtroppo rivelatasi inadeguata. Incompenso in quinta ci siamo ritrovate ad affrontarein un unico anno tutto il programma del triennio. Unabella sudata - ammette - ma meglio così, in vista del-l'esame di maturità". Esame che, conferma, per co-me è strutturato può rappresentare un vantaggiocome uno svantaggio. "Nel nostro caso i professorinon ci hanno minimamente favorito, al contrario dialtre sezioni in cui pare abbiano anticipato tracciadelle domande. Inoltre la terza prova, quella genera-le, è molto dura e sono poche, su cinque materie, lecose che vengono ignorate". Dispiaciuta per la finedel ciclo di studi? "No, dopo cinque anni di scuolanon si vede l'ora di cambiare aria e di affrontaremondi diversi, l'università o il lavoro" E le amicizie?"Nessun dubbio, quelle vere rimangono". Il futuro?“Sicuramente proseguirò gli studi. Voglio provare asuperare il test d’ingresso per la facoltà di medicina,in alternativa mi piace molto anche la facoltà di bio-tecnologie industriali”.

E' quanto conferma anche Luca Vallicella, diplo-mato Perito industriale Capotecnico Elettroni-ca e Telecomunicazioni all'Ist. Marconi. "Sonostato fortunato con i compagni di classe: per le

Luca

Elisa

Sara

Giulia

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na Centro, "Il calmiere".Con queste sensazioni ed opinioni differenti, ma mol-to motivate, riteniamo doveroso fare ancora un sac-co di complimenti per l'esito ottenuto a questicinque ragazzi. E con l'occasione vogliamo incorag-giare tutti gli studenti che si accingono ad iniziarel'avventura delle Scuole Superiori ed augurare a tuttii ragazzi che sosterranno la maturità di poter otte-nere anche loro ciò per cui hanno dedicato tempo,studio ed impegno in questi anni. Permetteteci inol-tre di scusarci con chi a Lugagnano avesse ottenu-to il medesimo risultato di Elisa, Giulia, Luca, Nives eSara ma non fosse presente in questa intervista. Aquesto proposito restiamo in attesa di segnala-zioni, e nel prossimo numero provvederemo a farviconoscere gli altri "100" del nostro paese.In conclusione l'ultimo augurio comune a tutti e cin-que gli intervistati. "Avere entusiasmo per questo pe-riodo cosi intenso, poiché viene una volta sola nellavita!". Commozione a parte, scommettiamo già daora che ci sarà chi dice… per fortuna!!!

Vittorino Armani

Pamela Rossi

te alla ristorazione, mentre nel triennio si sceglie laspecializzazione (Cucina, Sala, Ricevimento). Poi in4a si ha la scelta per la divisione professionale (Ge-lateria, pasticceria, banketing, cuoco gastronomo) edio ho scelto Pasticceria. Infine c'è la 5a con gli esamidi maturità preceduti da degli esami regionali inquanto nel triennio si hanno molte più ore di presen-za a scuole dettate da accordi tra scuola e regione".Difficoltà incontrate in questi cinque anni? "Difficoltàad ambientarsi nel biennio; i rapporti tra compagnisono difficili da instaurare e soprattutto da conserva-re (della mia prima classe siamo arrivati alla maturitàin 7); poi nel triennio i rapporti risultano molto piùstabili". E gli esami di maturità come sono andati?"Sono andati bene. Sono stata molto contenta dell'e-sito, anche perché alla fine ho ricevuto i complimentidella commissione e questa è stata una bella soddi-sfazione". Ed adesso? Quali obiettivi ti sei prefissa?"Sicuramente l'Università: Facoltà di Scienze dellaFormazione, non è inerente agli studi fin qui effettua-ti ma le materie di questa facoltà mi interessano dipiù. Nel frattempo continuerò a lavorare, è dalla 2a

superiore che lavoro, dapprima in una pizzeria men-tre ora in un ristorante, di livello medio alto di Vero-

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“Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad unafesta e mi son ricordata quello che mi avevi detto: dinon bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere vistoche dovevo guidare, così ho bevuto una Sprite. Mi sonsentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascol-tato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito dinon bere se dovevo guidare, al contrario di quello chemi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed iltuo consiglio è stato giusto. Quando la festa è finita, lagente ha iniziato a guidare senza essere in condizionidi farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezzache ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciòche mi aspettava... qualcosa di inaspettato! Ora sonoqui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice:"il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco".Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio san-gue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte lemie forze, di non piangere. Posso sentire i medici chedicono: "questa ragazza non ce la farà". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchi-na non se lo immaginava neanche, mentre andava atutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere ed ioadesso devo morire... Perché le persone fanno tuttoquesto, mamma? Sapendo che distruggeranno dellevite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centi-naio di coltelli. Di’ a mia sorella di non spaventarsi,mamma, di’ a papà di essere forte. Qualcuno dovevadire a quel ragazzo che non si deve bere e gui-

dare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, ioadesso sarei viva... la mia respirazione si fa semprepiù debole e incomincio ad avere veramente paura...Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così di-sperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma,mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbedirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio benee... addio”. Queste parole sono state trascritte da ungiornalista che era presente all'incidente. La ra-gazza, mentre moriva, sussurrava queste parole edil giornalista scriveva... shoccato. Questo giornalistaha iniziato una campagna contro la guida in stato diebbrezza. Se hai letto questo messaggio e lo dimen-tichi.. potresti perdere l'opportunità, anche se nonbevi, di far capire a molte persone che la tua stessavita è in pericolo.Questo piccolo gesto può fare la differenza.

ACAT, Una storia molto cruda, ma da leggere...

L'ACAT è un'associazione di volontari che si occupadel trattamento e del recupero degli alcolistied opera sul nostro territorio dal 2000, costituendoa pieno titolo ormai uno dei movimenti di supporto

e di promozione del benessere dell'individuo.Per ulteriori informazioni presso la sede ACAT

Castel Scaligero Dossobuono ogni venerdì dalle 19alle 20 (tel. 045/987337) oppure Mara Cameraria

(tel. 338/7085055).

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Documento storico.Ritaglio di giornale di“Illustrazione Italiana”, anno III, N.13, 23 gennaio1876.

24 e 25 Luglio 1848 - Prima Guerra di indi-pendenza.L'esercito austro-ungarico di Radetzky la sera del23 luglio lancia un attacco di cavalleria verso Ca-prino, alla sinistra dello schieramento piemonteseper far credere ad un tentativo di accerchiamentoed ottiene, come voleva, che si assottigliasse il li-vello difensivo tra Sona e Sommacampagna. Pocodopo la mezzanotte, durante un furioso nubifragio,il grosso dell'esercito austriaco lascia Verona in di-rezione Peschiera e dopo un terrificante bombar-damento di artiglieria alle colline attacca primaSommacampagna, poi i reparti che stazionano aSona che, scoperti sul fianco destro, non possonoche ritirarsi. L'attacco a Sona inizia alle 6 delmattino ed i difensori di Sona dopo una disperatadifesa alla baionetta all'interno del cimitero sonocostretti a ritirarsi e riaggregarsi all'Osteria delBosco per prendere definitivamente la via di Cu-stoza, ove trovano il grosso del nostro esercitoancora addormentato. Furono organizzati tentatividi difesa e contrattacco nelle località di Berettara,Staffalo, Oliosi, Pozzomoretto e S. Rocco.

23 e 24 giugno 1866Terza Guerra di indipendenza.Il principe Um-berto di Savoia,con il GeneraleNino Bixio, muo-ve da Mozzeca-ne verso Veronacon schieramen-to d'attacco; ilgenerale Sirtori,con una secon-da colonna,

muove da Valeggio per le alture di Sona attraversoS. Rocco. L'esercito austro-ungarico al comandodell'arciduca Alberto d'Asburgo esce da Verona,muove su Sona e si avventa a cuneo fra le collinedi Sommacampagna, S. Giorgio e Castelnuovo. Alle6,30 del mattino avviene, inaspettato, il primoscontro a fuoco in località Fenilon. Per tutto ilgiorno sulla linea Monte Cricol-Mongabia-Fenilon siconcretizza lo scontro decisivo con fasi alterne perle sorti della battaglia. Il generale piemontese DeVillarey, comandante delle truppe su quella linea,muore in combattimento. Nel disordine generaleper un coordinamento che non aveva funzionato lalinea di difesa viene travolta.Metà esercito italiano con il Generale Cialdini nonsi muoverà dalla linea del Po, ove resterà in atte-sa. Dopo eroici episodi quali i "quadrati" a Villa-franca dei fanti del principe Umberto di Savoia, fu-riosamente aggrediti dai reparti di cavalleria Ussa-ra ed Ulana austro-ungarica, le resistenze alla Ca-valchina dei reparti al comando del Principe Ame-deo di Savoia e dei Granatieri di Sardegna sulMonte Croce, che resistettero a quattro ripetuti as-salti, fu ritirata generale verso Custoza.

Renato SalvettI

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Piccolo Archivio StoricoIl nostro Comune a metà del 1800, crocevia nelle Guerre di Indipendenza

Piazza Martiri della Libertà, 11 - 37060 Lugagnano (Verona)Tel. 045 984513

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classico risotto e dei secondi piatti? E si pos-sono dimenticare quello squisito fritto di pesce,le straordinarie pizze cotte nel forno a legna esfornate all'attimo o i favolosi dolci casalinghi,meta di tanti golosi? Se a questo aggiungiamo ilservizio al tavolo, beh…..dal 2005 a buon tito-lo si potrà dire: sono stato al ristorante della Sa-gra di Lugagnano. D'obbligo a questo punto fareun ringraziamento al gruppo dei cuochi, che hacurato la qualità dei cibi, e a tutte le persone chehanno collaborato nei vari stand e nel servizio altavolo, in particolari ai nuovi entrati che si sonosubito integrati allo spirito della Sagra.Anche in questa edizione della Sagra, la serata dichiusura è stata affidata al magico spettacolodelle fontane in concerto che, come sempre, hafatto registrare il pienone di pubblico. Nell'ambitodella Sagra, inoltre, a conferma di una manifesta-zione ormai consolidata nel tempo e diventata ele-mento integrante del programma, al primo pianodel Salone Parrocchiale era stata allestita una Mo-stra di pittura, scultura e arte varia. I curato-ri della Mostra sono riusciti anche quest'anno afondere una miscellanea molto variegata di

Si è svolta anche quest'anno la tradizionale sagrapatronale, diventata ormai un appuntamento im-portante e che ogni anno si arricchisce con nuoveproposte. Anche se il sabato sera un mega tempo-rale ne ha impedito lo svolgimento, nelle altre sereun buon afflusso di pubblico ha gratificato gliorganizzatori e incrementato gli incassi da devol-vere in beneficenza.Oltre alle serate di buona musica per gli amanti delballo, un ritorno alle tradizioni popolari con ilbaccalino e la spettacolare gara per l'assalto alpalo della cuccagna, gara che richiama ogni voltanotevole pubblico, il mercoledì dedicato alle "ado-zioni a distanza" che grazie alla partecipazionedi rinomati gruppi di liscio, ha permesso anchequest'anno l'adozione di 15 bambini, e lo spetta-colo offerto dalle ballerine di Weiler, comune ge-

mellato al nostro, che ha voluto essere presente aquesta Sagra.Dimenticando per un giorno la dieta, ricordiamo laserata dedicata alla Paella, egregiamente cucina-ta dal ristorante Nat, e, a proposito di cibo, val lapena sottolineare come di anno in anno il menuproposto dalla sagra sia diventato sempre più cu-rato e raffinato: come non farsi venire l'acquolinadi fronte alle penne alla cubana o alla vodka,o ai gigli alla boscaiola, per non parlare del

Sagra di Sant’Anna e San RoccoAnche quest’anno una manifestazione di qualità a Lugagnano

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Nelle foto sopra il volantino della manifestazione di Sona ed una immagine dell'edizione del 2003. Sotto, la squadra delle Furie Ceche, ragazzi e animato-ri, vincitrice dell'Animazione Estiva 2004 di Lugagnano (Foto Liber)

espressioni artistiche quali: fotografia, scultura,grafica, sbalzo, ceramica, pizzi antichi, gioielli, de-coupage, pittura su seta e pittura.Doveroso ricordare, nel riquadro della pagina pre-cedente, gli artisti intervenuti, che tanto successodi pubblico ed estimatori hanno riscosso.

Patrizia Nastasio Badin

Anche quest'anno, presso gli impianti dellaparrocchia di lugagnano, si è tenuta la miticaanimazione estiva, ventennale attività cheoccupa le serate estive degli adolescenti delpaese, la cui partecipazione è semprenumerosa: quest'anno anno quasi settanta ra-gazzi!!!La manifestazione, da metà giugno a metà lu-glio, ruota principalmente attorno ai tornei dicalcio e pallavolo, con partite molto combattu-te ma sempre molto corrette. Numerosa è an-che la cornice di pubblico, ragazzi ma an-che molti genitori, che testimonia la buona ri-uscita della serate.Per la cronaca sportiva il torneo di calcio èstato vinto dalla squadra dei "Vichinghi",degli animatori Michele Mazzi, Evelin Zanetti eSonia Pinali, mentre il torneo di pallavolo e lavittoria nella classifica generale sono andatealle "Furie Ceche" di Vittorino Armani, Ales-sia Mazzi e Elisa Biasi. Un notevole successohanno avuto anche le altre proposte,come l'uscita al mare e sul lago,la notturna in montagna e la se-rata alle terme, che hanno regi-strato una massiccia adesione deiragazzi. La buona riuscita dell'attivi-tà è da attribuire al lavoro, ma so-prattutto all’entusiasmo e all'unione,del gruppo animatori, che speria-mo l'anno prossimo venga riconfer-mato in blocco.Quindi, se sei un ragazzo/a tra i 14e i 18 anni non dimenticare l'ap-puntamento con L'AnimazioneEstiva 2005...

Michele Mazzi

Animazione Estiva a Lugagnano

Settanta ragazze e ragazzi per unmese all’insegna del divertimento

Domenica 19 settembre l'AVIS Comunale di Sona, con il patrocinio dell'As-sessorato alla Cultura, organizza il 9° Giro Panoramico di Auto eMoto D'Epoca. Il programma prevede il ritrovo in piazza a Sona alle ore8.30 per l'iscrizione dei partecipanti. Alle 9.00 la partenza con sfilataper le vie del comune. Quest'anno è stata scelta la zona di Palazzolo. Alle12.30 conclusione della manifestazione con un ristoro finale.Ricordiamo che l'iniziativa ha avuto origine nel 1995 grazie ad una ideadel compianto avisino Rino Siliotto appassionato di veicoli d'epoca, so-stenuto dall'instancabile Adolfo Massarotto. L'organizzazione a curadell'Avis Comunale sta a sottolineare le diverse modalità con la quale unaassociazione di donatori di sangue può essere presente per una comunitàcon l'obiettivo comunque di sensibilizzare le persone al valore della do-nazione del proprio sangue.Un dato organizzativo riguardo la manifestazione: il circuito dei proprietaridi auto e moto storiche che negli anni si è sviluppato raggiungerà in que-sta edizione le 60 presenze. Complimenti agli organizzatori!

Enrico Olioso

Avis Comunale di SonaAuto e moto d’epoca

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Incontro Don Virgilio Barbessi, missionario inEcuador, da poco rientrato in Italia per un periododi riposo. Ha un aspetto giovanile nonostante isuoi 65 anni; "è perché sono sempre a contattocon la gioventù" - mi dice.Non è il solo missionario partito da San Giorgio;in Uganda è presente Suor Paola Caliari.

Don Virgilio da quanto tempo è in SudAmerica ?Sono partito con i Salesiani per l'Ecuador nel1962 non ero ancora prete allora. Nella RegioneAmazzonica ho vissuto 3 anni insieme alle tribùShuaras (gli ex tagliatori di teste). A trent'anni(nel 1969) sono stato ordinato prete a San Gior-gio e subito dopo sono tornato nell'Amazzoniadove seguivo con altri Padri Salesiani una scuola euna parrocchia formata da moltissimi villaggi; civolevano buone gambe per spostarci da un villag-gio all'altro… Nel '74 sono stato trasferito al Se-

minario di Cuenca (sulle Ande a 2400 m. di altitu-dine); seguivo i ragazzi che entravano in semina-rio. Tutti gli attuali sacerdoti e direttori salesianiecuadoregni sono passati da quel seminario. Sonorimasto a Cuenca per 14 anni, poi per 6 anni mihanno affidato la parrocchia di Macas, la capitaledell'Amazzonia. Mi spostavo una volta al mese neivari villaggi per la Messa e la catechesi con l'aiutodei catechisti locali.

E in questo periodo dove si trova ?Da 8 anni sono direttore di una Scuola Agricola aUzhupud un villaggio a 30 km da Cuenca. Abbiamocirca 600 ragazzi dagli 11 ai 17 anni che frequen-tano i corsi professionali di agricoltura e alleva-mento; al mattino in aula e al pomeriggio diretta-mente sul "terreno". Lo Stato interviene economi-camente pagando gli insegnanti. Da un po' di tem-po oltre alle tradizionali coltivazioni che servonosoprattutto per il sostentamento alimentare abbia-mo inserito anche un'attività di coltivazione di fioriche poi vengono spediti anche all'estero. Circa uncentinaio di questi ragazzi sono senza famiglia evengono anche alloggiati nelle nostre strutture vi-cino alla scuola. E' soprattutto lì che i vostri aiutivengono impiegati.Vicino alla Scuola Agricola c'è l'Università Statalecon la facoltà di Agroindustria, alla quale possonoaccedere anche le ragazze. Uno dei progetti checontiamo di realizzare a breve, anche con il vostroaiuto, è la costruzione di un impianto di potabiliz-zazione dell'acqua. La domenica quando la Scuolaè chiusa mi occupo della Parrocchia di San Cristo-bal un villaggio a 3000 m. di altitudine.

I problemi che incontrate ogni giorno?Dobbiamo fare i conti con l'emigrazione, se nevanno gli adulti e rimangono i bambini che quandova bene vivono con gli zii o i nonni, altrimenti co-minciano ad entrare nelle bande e poi vanno a fi-nire nella guerriglia…Noi stiamo lavorando per-ché la gente non se ne vada, cercando di far capi-re che con il lavoro si può vivere dignitosamente,ma è molto difficile e spesso molte nostre ragazzesono qui da voi… sulla strada. Noi comunque nondisperiamo e continuiamo a seminare… qualcosaresterà.

La situazione politica in Ecuador?Ogni anno c'è un golpe militare che spodesta il

Alcune foto di DonVirgilio Barbessi. Adestra su un ponte esotto presso il centroSagrado Corazon deJesus e la grandeCattedrale.A pagina 53, foto digruppo dove è visibilesul fondo la città diCuenca. I ragazzi sonodi diverse etnie: quelloalla destra di donVirgilio è Kivaro mentrequello alla sinistra èSaraguro.

Da San Giorgio all’EcuadorDue chiacchiere con don Virgilio Barbessi

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mezzo alla gente e portare quello che posso permigliorare le loro condizioni di vita.

Giulio Braggio

[email protected]

governo militare in carica;come moneta avevamo ilSucre, per 1 dollaro ameri-cano ne servivano 25.000.Poi uno dei governi militarida un giorno all'altro, noncome in Europa che ci so-no voluti anni, ha deciso dicambiare: così oggi la no-stra moneta è il dollaroamericano. Parlare di de-mocrazia purtroppo è fuoriluogo. Anche negli altripaesi sudamericani le cosenon vanno meglio bastaguardare cosa succede inArgentina, Venezuela, Cile.

Progetti per il futuro?Vorrei tornare a fare il parroco ancora in Amazzo-nia, quello è il mio posto; vivere semplicemente in

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compiuto i 40 anni) senza qualifiche professionali,l'imposta di registro è pari al 6 per cento, quellaipotecaria è pari al 1,5 per cento e quella catastaleinvece è fissata nella misura dell'0,75 per cento.Infine se l'acquirente è una società agricola ecioè una società che può avere una qualunque for-ma giuridica e quindi società di capitali ovvero so-cietà di persone, ma che deve avere nella propriaragione sociale l'indicazione di società agricola, l'im-posta di registro si applica al 15 per cento, mentrequella ipotecaria è pari al 2 per cento e quella cata-stale è del 1 per cento.Le aliquote diminuiscono se la società assume laqualifica di Iap, ovvero di imprenditore agricoloprofessionale e con un socio o amministratoreiscritto nella gestione previdenziale ed assistenziale.In tal caso le imposte di registro e ipotecaria sonoin misura fissa, mentre quella catastale è pari al 1per cento.Qualora invece, sempre nel medesimo caso di cuisopra, un socio o l'amministratore non sia iscrittoalla gestione previdenziale ed assistenziale le impo-ste toccano l'8 per cento per quanto riguarda quelladi registro, il 2 per cento per quella ipotecaria e l'1per cento per quella catastale.Per informazioni e una miglior delucidazione delproblema potete consultare il nostro fiscalista dottorClaudio Girardi allo 045-518222.

Claudio Girardi

[email protected]

All'atto di acquisto di un terreno agricolo e re-lative pertinenze, per esempio fabbricati rurali,chiunque sia il venditore si applicano le seguentiimposte fiscali : quella di registro, quella ipotecariae quella catastale.Le aliquote da applicare a queste imposte varianoa seconda dell'acquirente che se privo di "quali-fiche professionali" e cioè non coltivatore diret-to ovvero imprenditore agricolo professionale, rag-giungono l'aliquota del 15 per cento per quanto ri-guarda l'imposta di registro, del due per cento perl'imposta ipotecaria e del 1 per cento per l'impostacatastale.Qualora invece l'acquirente sia un imprenditoreagricolo professionale e cioè una persona fisicache sia in possesso di conoscenze e competenzeprofessionali che dedica all'attività agricola almenoil 50 per cento del proprio tempo di lavoro e ricavadalla medesima attività almeno il 50 per cento delproprio reddito le imposte sono pari all'8 per centoper quella di registro, al 2 per cento per quella ipo-tecaria e al 1 per cento per quella catastale.Quando l'imprenditore agricolo professionale è an-che iscritto negli elenchi previdenziali e assisten-ziali è assimilato al coltivatore diretto e le impostedi cui sopra vengono pagate in misura fissa del129,11 euro (registro e ipotecaria) e del 1 percento per quanto riguarda quella catastale.Qualora l'acquirente sia un giovane imprendito-re agricolo (cioè coloro che non hanno ancora

Quante aliquote per i terreni agricoli!

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Uno dei vantaggi deisoci del Club: poter incontrare i propri beniamini! (In questocaso Materazzi).Sotto la squadra del-l’Inter Club che ha vintoil Torneo Noi 2004 organizzato a San Giorgio.

Dopo aver conosciuto meglio alcuni dei tifosi interistidi S. Giorgio, anche se non sono della mia squadradel cuore, ho deciso di incontrare alcuni dei socifondatori dell'Inter Club S. Giorgio in Salici: GiorgioValbusa, Patrick Feder, Ivan Bonetti, DiegoOliosi, Roberta Delmarco, e porre loro qualchedomanda con lo scopo di far conoscere questa as-sociazione a tutto il Comune.

Cos'è e qual’è lo scopo dell'Inter Club?Inter Club vuol dire associazione, aggregazione, sta-re insieme e divertirsi in un paese come S. Giorgio,dove le risorse sono limitate. Il nome Inter Club deri-va dal fatto che i soci fondatori sono tifosi dell'Inter.Non ci sono scopi né politici, né economici, le nostreintenzioni sono quelle di creare un punto d'incontroper gli amanti del calcio e sportivi in genere.Quando è nato ?L'idea è nata dopo l'ennesima delusione quando il 5maggio 2002 l'Inter ha perso lo scudetto all'ultimagiornata, concretamente però è nato nell'agosto2003.Cosa avete fatto per diventare Inter Club?Abbiamo aderito allo statuto del Centro Coordina-

mento Inter Club Nazionalecon sede a Milano e siamoiscritti alla Camera di Com-mercio come associazioneno-profit, ci teniamo a sottoli-neare che si tratta di un'as-sociazione senza scopo di lu-cro.Quanti e chi sono gliiscritti?Siamo in 128, la maggiorparte sono tifosi dell'Inter o

comunque simpatizzanti di ogni età.Oltre a voi chi fa parte del direttivo?Stefano Lorenzini, Dennis Vaccaro, Federico Recchiae Lorenzo Lorenzini.Quale agevolazioni hanno gli iscritti all'InterClub?Al momento dell'iscrizione vengono consegnati deigadgets, poi sconti sui biglietti per l'entrata allo sta-dio, sul noleggio delle auto, sul biglietto del treno esull'acquisto dei prodotti dell'Inter e la possibilità diaccesso a zone riservate ad Appiano Gentile.Come è andato il primo anno di attività?Come primo anno molto positivo, soprattutto per ilgran numero di iscritti; grazie anche all'importantecollaborazione del gruppo Alpini, che ha messo adisposizione la loro sede per la visione delle partitee per l'organizzazione delle feste. Ci sono state pe-rò anche altre attività come le trasferte a Milano,sia per il campionato sia per la Champions League,la partecipazione al torneo di calcio Noi 2004, lapartita del "cuore" in cui si sfidano i “quasi pensio-nati” contro i “butei”, cene, grigliate e rinfreschi va-ri, la visione delle partite dell'Europeo con proietto-re e realizzazione di magliette personalizzate pertutti i tifosi dell'Italia.Qualcosa che non ha funzionato c'è stato?Solamente l'ennesimo campionato fallimentare dellanostra squadra.Attività per l'anno prossimo?La convinzione di ripetere tutto quello che di buonoè stato fatto quest'anno, inoltre è stato acquistatoun proiettore con schermo gigante, per gustaremeglio le partite. L'augurio è quello di ripetere ilnumero d'iscritti dell'anno scorso.Richieste al Comune?Che anche l'anno prossimo ci sia la stessa collabo-razione, aspettando il nostro Sindaco Interistaper la cena d'inizio campionato.Volete salutare i nostri lettori?Salutiamo tutti i lettori del Baco e cogliamo l'occa-sione di ringraziare tutti gli amici che hanno colla-borato alla realizzazione del progetto.Con la convinzione di vincere lo scudetto nella sta-gione 2004-2005… Forza Inter!!

Non mi resta che congedarmi e sollecitare le inizia-tive sportive che come questa sono utilizzate comemezzo di amicizia e socializzazione.

Moris Vantini

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Inter Club San Giorgio: spenta la prima candelinaCompie un anno l’associazione dei tifosi interisti

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Ma passiamo in dettaglio tutte le soste:- Ore 11.30 partenza da via Don Fracasso;- Via di Mezzo, palazzo Bentegodi: bruschette preparate dal pa-nificio Bendinelli;- Campo sportivo di via Marconi: aperitivo preparato dall'asso-ciazione Parco Conti e dal Rugby Lugagnano;- Mancalacqua, bar Pizzini: "aolette fritte" preparate dagli amicidi Mancalacqua;- Circolo Tennis: "bollicine" a cura del Tennis Lugagnano;- Club Enologico: minestrone preparato dal Club e dalla Pallaca-nestro Lugagnano;- Pastificio Mazzi: tortellini preparati dai marciatori Gruppo Pa-stificio Mazzi;- Corte Vantini-Residori: "bollicine" a cura dell'AC Lugagnano;- Corte Beccarie: sorbetto, patatine e contorni vari preparatidall'Avis Lugagnano;- Baita Alpini: crostini ai funghi a cura del Gruppo Micologico(doverosa la visita alla mostra di funghi preparata per l'occasio-ne), polenta e spezzatino, preparata dagli Alpini;- Baracca Friuli: polenta con formaggi tipici a cura del CentroAnziani e dei marciatori Gruppo Rossetto;- Centro Parrocchiale: dolce, spumante e caffè a cura dell'asso-ciazione NOI e del Gruppo Carnevale.

Il SOS Sona con la Protezione Civile assicureràla buona salute dei partecipanti, mentre il Comunedi Sona patrocinerà la manifestazione.L'iscrizione, che costa solamente 10 euro per gliadulti mentre per i ragazzi sotto gli 11 anni saràgratuita, si potrà effettuare presso la Baita degli Al-pini, il circolo NOI (ex-Anspi), il Circolo Tennis e ilGruppo Enologico, il Centro Anziani e presso i Nego-zi Associati (NAL).A noi non rimane che invitare tutti i nostri con-cittadini a partecipare. Una giornata per scoprire(o riscoprire?) Lugagnano, un'occasione per usciredi casa e stare assieme con vecchi e nuovi amici.

Gianfranco Dalla Valentina

[email protected]

Tra le varie manifestazioni che coinvolgeranno la cit-tadinanza di Lugagnano in occasione del trentennaledell'unificazione sotto un unico Comune ci sarà an-che la Magnalonga quella camminata eno-gastro-nomica già assai apprezzata in altre zone. Chiara-mente il nostro territorio, soprattutto negli ultimi an-ni, non presenta un grande patrimonio architettonicoo ambientale. Il suo vero patrimonio è rappresentatodalle sue moltissime associazioni, tutte assai prodi-ghe nelle loro attività promozionali e di volontariato.E per la prima volta, per la Magnalonga, ne collabo-rano tutte le più importanti, ben venti.La partenza sarà la mattina di domenica 19 set-tembre per gruppetti di non più di cinquanta perso-ne, scaglionate per consentire un adeguato servizio.Partendo da via don Fracasso di fianco alla chie-sa, il percorso si snoderà dentro la vecchia "contrà"di Lugagnano, in via di Mezzo, dove si potranno gu-stare delle succulente bruschette sullo sfondo del-l'antico palazzo Bentegodi, primo pastificio di Luga-gnano. Poi passando da corte Riva-Boschetti si arri-va al Parco Franco Conti per poi tornare verso ilcentro del paese in via Pelacane deviando attraver-so il Parco don Gnocchi a molti ancora sconosciuto.Un pezzetto di strada principale in via Cao Prà e poidi nuovo verso la campagna, attraverso via De Ga-speri di fianco le scuole elementari, verso via Canovae via Le Mase, da dove, attraversando l'area delCentro Anziani si giungerà agli impianti sportivi di viaMarconi. Apprezzato un esibizione del Rugby sulcampo da calcio, si esce sul fondo dello stesso, dadove attraverso dei campi di peschi su giungenella parte storica di Mancalacqua. Percorrendo lastrada principale a ritroso per un breve tratto e de-viando poi in via Dora Baltea, si giunge sino dinanzialla palestra comunale, dove si accede direttamenteal Circolo Tennis. Poi si passerà alla sede del ClubEnologico e quindi in via Betlemme."Sconfinando" nel territorio di Sommacampa-gna, una passeggiata attraverso una bella campa-gna di peschi toccando Corte Brutti, Corte Paradisoe Corte Vantini-Residori, si giungerà senza fatica nel-la bella Corte Messedaglia.Il passo è breve per conoscere poi l'altrettanto bellacorte Beccarie. Da li, attraverso via San Francesco evia Carducci si giunge sino dinanzi alla Baita degli Al-pini e la baracca degli Anziani.Di nuovo in cammino per il gran finale nel parco die-tro la chiesa.E noi del Baco saremmo li sempre presenti perraccontarvi storie, aneddoti e curiosità di luoghi epersone che si incontreranno lungo il tragitto.

Una Magnalonga per LugagnanoIl 19 Settembre la prima edizione della camminata enogastronomica

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Sotto, viene evidenziato il

percorso della primaMagnalonga di

Lugagnano.

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Nelle immagini il mitico gruppo dei Nomadi.

Ci eravamo lasciati, nel numero del Baco uscito agiugno, con il resoconto della sfilata. Ma, come giàdetto più volte, Carnevale non è solo "la sfilata", mal'organizzazione di manifestazioni complemen-tari atte a raccogliere fondi, o l'incrementare diamicizie come quella creatasi con gli amici tedeschidi Weiler. Proprio a proposito del gemellaggio conWeiler, all'inizio di luglio un gruppo di 35 persone,appartenenti al Carnevale e all'AssociazioneCalcio Lugagnano, si sono recate in Germania,con l'ambizioso scopo di partecipare, ma soprattut-to, di vincere un Torneo a 8 squadre a formula gior-naliera. Beh, incredibile ma vero, vista la presenzain squadra di elementi che, pur essendo ottimi car-nevalanti, sicuramente non sono quotati come cal-ciatori e con il valido apporto di calciatori semipro-fessionisti della squadra del paese, l' impresa è ri-uscita: Lugagnano ha battuto Weiler!!! Al di làdi ogni pseudo competizione, comunque, una scu-sa in più per ritrovarsi fra amici che hanno corte-semente ricambiato la visita in occasione della sa-

gra, con la partecipazio-ne del loro corpo di ballo(vedi articolo sulla Sagradi Lugagnano). Parlandoinvece di manifestazionipro Carnevale, torna an-che quest'anno Musicae Spettacolo che si ter-rà il 24/25/26 settembre

nel Palatenda allestito davanti al centro commercialeLa Grande Mela. Tale manifestazione, realizzata conil patrocinio del Comune di Sona e della Provin-cia di Verona, e grazie alla collaborazione delcentro La Grande Mela e dei F.lli Rossetto, inizierà

venerdi 24 con una serata dedicata alla esposizio-ne e degustazione dei prodotti locali dei Comuni ap-partenenti alle Colline Moreniche. Una buona occa-sione insomma per conoscere e apprezzare la pro-duzione delle terre che ci circondano.Sabato 25 ore 21: Nomadi in concerto, un ap-puntamento ormai fisso in questa rassegna, vistoche ormai da 8 anni questo gruppo ci onora dellasua presenza. L'anno scorso le persone che hannopartecipato sono state oltre 3000, delle quali 2550paganti (ricordiamo che l'ingresso è gratuito per iragazzi sotto i 14 anni e per i portatori di handicape loro accompagnatori).Davvero un grande successo per questo gruppo(nella foto) molto amato e seguito dal pubblico, an-che per l'impegno di solidarietà che mantengono eper quel loro "vivere la musica" che coinvolge ognicategoria di età e che ogni anno acquista nuoviestimatori. Mi piace ricordare una frase molto caraa Beppe Carletti, che insieme al mai dimenticato Au-gusto Daolio ne è il fondatore: lui afferma che "...neinostri concerti il pubblico è il settimo Nomade..." edè difficile smentirlo vista la partecipazione attiva,con cori e battimani, di chiunque sia presente.Domenica 26 ore 21, a chiusura della manifesta-zione, concerto.Durante le tre serate saranno in funzione standgastronomici, per permettere di passare una se-rata a tutto tondo, prima con una buona cena e poicon ottima musica. Appuntamento dunque per finesettembre, per amanti della musica, per i carneva-lanti e per tutti quelli che hanno il desiderio di pas-sare, vicino a casa, una serata diversa.

Patrizia Nastasio Badin

Musica e Spettacolo 2004Si chiude l’attività del Gruppo Carnevale Lugagnano con la kermesse di settembre. Per poi ripartire.

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Presso l’Edicola Castioni di Lugagnano so-no già aperte le iscrizioni per l’edizione 2004di Presepiando. Presso l’Edicola è inoltre pos-sibile ricevere informazioni e dettagli sullemodalità ed i termini di partecipazione.

Gli Organizzatori

Presepiando 2004Al via le iscrizioniC a r r o z z e r i a

Zanin Tiziano e figli

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Via Betlemme, 15 - 37060 Lugagnano (VR) - Tel. 045 984093

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sperimentato lo scorso anno, porre all'attenzionedella comunità il problema dell'accoglienza”.Cosa significa per voi il problema dell'acco-glienza?"A Sona come in qualsiasi altra parte del nostroPaese esiste il problema dell'inserimento di personee famiglie provenienti da paesi Extracomunitari,questa realtà ci pone il problema di accogliere di-gnitosamente queste persone, creando momenti diincontro, di dialogo che ci permettano di superarereciproche diffidenze”.Quali sono i rapporti con i gruppi che opera-no nel nostro territorio?"Essendo un gruppo appena costituito - rispondeFabio Mazzi - non c'è stato ancora il tempo mate-

riale per instaurare rapporti di collaborazione, manotiamo con soddisfazione che altri gruppi fanno at-tività di solidarietà sociale e con questi in futuro cer-cheremo un dialogo ed una collaborazione”.Di solito nelle Parrocchie operano diversigruppi che si occupano in maniera specificadi singole attività, per esempio. il Gr. Mis-sionario si occupa di terzomondialità, ilgruppo Caritas affronta il tema delle povertà

Da circa un anno opera a Sona un gruppo missio-nario parrocchiale che oltre ad occuparsi di solida-rietà internazionale pone una attenzione particolarealle situazioni di disagio e povertà presenti a livellolocale. Intervistiamo oggi Fabio Mazzi che da di-versi anni lavora, come volontario, nell'ambito mis-sionario e che con Rino eoni è il referente e il co-ordinatore di questo gruppo.

Quali sono le caratteristiche e gli obbiettividi questo gruppo?"Il primo obbiettivo che ci poniamo è quello di ag-gregare tutte quelle persone che all'interno dellacomunità sentano la necessità di donare parte delproprio tempo per il prossimo. Il secondo è quello dicollaborare con le esperienze già esistenti arric-chendole di sensibilità e coinvolgendo un maggiornumero di persone. Ci poniamo inoltre l'obbiettivo disensibilizzare la comunità verso le nuove povertàche emergono a livello locale".Quale è stato il lavoro svolto nel vostro pri-mo anno di attività?"In questo primo anno di lavoro - afferma Mazzi-assieme agli altri componenti del gruppo, abbiamoportato avanti una collaborazione con alcune per-sone della comunità per una raccolta di fondi da de-stinare alla Missione di ICEME in Uganda, e in stret-ta collaborazione con il Parroco Don Flavio una rac-colta di fondi a favore del reparto Oncologico del-l'Ospedale di Bussolengo”.Quali saranno le priorità per il prossimo an-no di attività?"Consolidare il gruppo di persone accogliendochiunque voglia condividere questa esperienza, por-tando idee e nuova linfa, proporre iniziative di for-mazione radicata nei nostri valori di riferimento chesi richiamano espressamente alla carità evangelica,continuare il lavoro di collaborazione positivamente

Gruppo Missionario a SonaNasce una nuova esperienza di solidarietà

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Nella foto FabioMazzi con alcunibambini di un villaggio in Angolalungo il fiume Cwanza.

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Sopra, la Scuola Elementare del villaggio.Di fianco, alcuni ragazzi di una tendopoli della capitale Luanda

locali, il gruppo dell'ammalato accompagnale persone che incontrano la sofferenza e lamalattia, a Sona questo non esiste; il vostroobiettivo è quello di dare una risposta a tut-te queste problematiche?"La nostra non è una parrocchia di tali dimensionida permettere l'esistenza di tutti questi gruppi, lanostra sensibilità ci porterebbe ad occuparci di tuttiquesti problemi nessuno escluso, ed è per questoche sottolineo la necessità di un'approfondita for-mazione dei componenti del gruppo sulla caritàevangelica, dopo in base alle necessità ed alle sen-sibilità di ognuno si potranno affrontare tutti gliaspetti evidenziati privilegiando però un lavoro diqualità piuttosto che fare molto ma in maniera su-perficiale”.Ogni comunità convive con delle problemati-che ma al suo interno vi sono anche dellericchezze che permettono di affrontarle;quali ritieni siano gli aspetti positivi di que-sto paese?

"Direi in primo luogo la sensibilità e la disponibilitàdegli abitanti ; sono molte le persone che singolar-mente o assieme ad altri gruppi vivono concreta-mente esperienze di solidarietà; partendo da questaconsolidata base vorremmo in un prossimo futuropuntare sull'entusiasmo e la creatività dei giovani aiquali già da ora rivolgiamo l'invito a costruire insie-me il futuro del nostro gruppo. In chiusura permetti-mi di salutare gli amici Silvia Tacconi e Rino Leoniche in questo momento si trovano rispettivamentein Uganda e in Bolivia per importanti esperienzemissionarie, anche questo tipo di disponibilità per-sonali arricchiscono e stimolano l'intera comunità”.

Marco Aldrighetti

La formazione della Me-Coa di Lugagnano che lo scorso 9 luglio ha innalzato al cielo la coppa delprimo posto al Torneo calcistico di Caselle di Sommacampagna. Rispettivamente a sinistra ed a destradei giocatori, i due presidenti-sponsor Luigi Meche ed Elio Coati.

Torneo di Caselle

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Argento, una scelta di sicuro prestigio

Le bomboniere, come tutti i doni, sono simbolo di sentimenti, testimo-nianza del nostro affetto e del nostro voler essere presenti anche conun oggetto nella vita delle persone più care. I doni non sono mai una co-sa innocente. Lo ha scritto Umberto Galimberti, attento osservatore dicostume. Una dichiarazione da sottoscrivere perché con un dono si met-te in gioco la personalità del donatore e la sensibilità del ricevente. Idoni sono simbolo di sentimento, scambio di favori, contropartite di ricat-ti, certamente non sono mai neutri, sia che vengano accettati o rifiutati.Solo quelli ai bambini sono innocenti, gli altri sono una sfida di potenza,un segno d'amore, una testimo-nianza del volere essere presentianche con un oggetto, il dono ap-punto. Rivelatrici della personalitàdel donatore, meglio sceglierli conbuon gusto, tra le cose autenti-che, che abbiano un'anima e por-tino indelebile il segno della cultu-ra. E quale dono è più denso dimessaggi e significati di una bom-boniera? Non sono indispensabilicome le vere, non impegnano co-me la compilazione di liste dinozze, ma certamente le bombo-niere hanno un ruolo importantenell'organizzazione del matrimo-nio. La Chiesa o la sala comunaleaddobbata, la musica, i fiori, il momento conviviale con i parenti e gliamici, tutta la cerimonia nuziale sarà da ricordare. Anche da parte degliinvitati se avranno ricevuto, come gratificazione per la loro partecipazio-ne, un piccolo dono. Cioè una bomboniera, che il nome stesso fa pre-sagire piena di dolci confetti, rigorosamente in numero dispari, comevuole la tradizione. E perché il ricordo duri nel tempo, la scelta più sicuraè quella di un oggetto in Argento. Classico o originale? È solo questio-ne di gusto perché questo materiale prezioso ha in sé tutte le caratteri-stiche dell'alta artigianalità propria della tradizione argentiera italiana.L'introduzione del "tutto lucido", le forme rinnovate si sono sviluppateaccanto alle linee classiche del passato così da soddisfare ogni richiestadegli sposi. La bomboniera è un segno d'amore, è un ringraziamento,è un ricordo per aver partecipato a un evento da ricordare. È un gesto,come dicono i sociologi e studiosi di relazioni altamente socializzanti. Èsimbolo di festa, è parte integrante più importante della vita come batte-simi, prime comunioni e cresima, anche le feste di compleanno, le festeper il conseguimento della maturità o della laurea tanto care ai più gio-vani, anniversari e occasioni speciali non codificati, anche non personalima di organizzazione e aziende.

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Nell'intricata vicenda della gestione della Casadi Riposo di Lugagnano siamo arrivati ad unanuova, importante, svolta. A seguito del ban-do indetto dal Comune in vista della scadenzadella gestione dell'attuale Cooperativa Oasi, laCasa dal prossimo 16 settembre verrà affidataal Consorzio di Cooperative Sociali"Quarantacinque", con sede a Reggio Emi-lia, che si è aggiudicato il servizio in quantounico partecipante alla gara. L'affidamentodurerà fino al 2013 ma il nuovo gestore hasei mesi di tempo dalla data di inizio attivitàper decidere se proseguire o meno il servizio.In linea con quanto applicato alla precedentegestione, il Comune chiederà al Consorzio diCooperative un canone d'affitto simbolico diun euro al mese. Come riportato da L'Arena didomenica 23 agosto, il Consorzio "Quaranta-cinque", che opera in 15 regioni (Emilia-Ro-magna, Toscana, Veneto, Liguria, Piemonte,Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sici-lia, Sardegna) e all'estero (Belgio e Bulgaria),è noto per essere una vera potenza nel setto-re, con un fatturato complessivo di 553 milionidi euro nel 2003 e 22 mila dipendenti. Sono110 le strutture socio-sanitarie di cui si occu-pa, con un fatturato di 57 milioni di euro. Es-so gestisce anche 46 asili nido e 35 centridiurni e residenziali per l'inserimento lavorati-vo dei disabili.Restano forti la perplessità per un Centro,quello di Lugagnano, che ad oggi non si è di-mostrato in grado di auto-sorreggersi (la Co-operativa L'Oasi ha cessato il servizio proprioper lo stato di deficit in cui versa la struttura).Staremo a vedere che tipo di gestione verràapplicata dai nuovi incaricati e quali ne saran-no gli esiti.

Mario Salvetti

Svolta per la Casa di Riposodi Lugagnano

Dal 16 settembre un nuovo gestore

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Le vacanze per noi commercianti volgono al termi-ne ed è quindi doveroso programmare i nostrinuovi impegni. A metà settembre circa riprenderàla seconda parte del corso computer. Sequalcuno, oltre a quelli già iscritti, volesse parteci-pare è pregato di dare la propria adesione a Ser-gio Castioni (045 514268) o a Mirella Carusio(045 514048). Altre iniziative sono in cantiere esarà nostro compito divulgarle in una prossimaassemblea a settembre. Se qualcuno ha delle ini-ziative da suggerire ben venga, tutto verrà vaglia-to e preso in considerazione.Ci auguriamo anche che quelli che ci promettonodi darci una spinta per lavorare meglio siano final-mente sensibili ai problemi che il commercio mani-festa sempre più in fase crescente. Come abbiamoribadito in altre sedi, un paese senza negozi pernoi è inconcepibile viste le esigenze di persone

anziane e bambini impossibilitati a spostarsi auto-nomamente. E’ un’esigenza che sentiamo noi com-mercianti ma condivisa da tutti i cittadini. AlcuneAmministrazioni di paesi limitrofi hanno già pre-so impegni finanziari con i vari negozianti invitan-doli a promuovere iniziative e rilanciare così le pic-cole imprese.Fiduciosi in un migliore futuro il Direttivo NAL por-ge tanti saluti a tutti i soci e a tutti gli affezionaticlienti.

I Negozi Associati

di Lugagnano

Il NAL sempre incammino

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Aree verdi: affidiamole ai privati

Il contatto con il verde, il potergiocare in un giardino pubbli-co, sono cose che tutti si au-gurano che i propri figli pos-sano fare. Forse però nelparco giochi di via Prele,a Palazzolo, si sta esageran-do: il rischio è quello che ibambini più piccoli si perdanoin mezzo all'erba se questanon verrà tagliata in tempibrevi.La manutenzione di questoparco, come di molti altri, è unproblema che affligge il nostroComune da anni ormai. Il per-sonale a disposizione è sem-pre lo stesso (se non addirit-tura meno) e i lavori da faresono sempre più quindi moltevolte la scelta di posticipare lamanutenzione di un giardino

pubblico appare quasi obbligata, essendo tra le variepossibili la meno urgente.Non è nostra intenzione disquisire se queste scelte sia-no giuste o meno.Nostra intenzione è invece lanciare una proposta: la-sciare la gestione dei parchi giochi a dei comitati dicittadini. Non è certo farina del nostro sacco e nonvogliamo assolutamente fare nostra un'idea avuta da al-tri già parecchio tempo fa, già alcuni parchi sono gestitiin maniera simile e risultano essere tra i migliori del no-stro Comune. Una tale gestione, da valutare e discutereassieme ai comitati, porterebbe sicuramente un vantag-gio al Comune dal punto di vista gestionale, avendo unonere in meno. Non porterà sicuramente ad un rispar-mio economico poiché le spese sostenute dai vari Comi-tati (che potrebbero godere di un budget annuo da ge-stire come meglio credono) dovrebbero comunque venircoperte dalle casse comunali, ma almeno potremo diredi avere finalmente dei parchi decenti dove portarecon tranquillità (il problema non è certamente solo l'er-ba alta) i propri figli.

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P U N T A S P I L L O

Foto scattate il 10 agosto a Palazzolo

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Alcuni momenti delGrest 2004.

particolare. Il giovedì della prima settimana con igrandi siamo andati in biciclettata e con i più pic-coli in camminata fino alla Cascina. Il secondo giovedìè stato tra i più interessanti. Siamo andati alla

"Vecchia Fattoria" a Bonavici-na dove erano presenti ogni tipolo-gia di animali e dove i bambini eanimatori hanno potuto fare il panee il burro e nutrire cavalli, conigli,muli. E per combattere il caldo "tor-rido" il martedì della terza settima-na, insieme alle medie, siamo andatia refrigerarci in piscina al PicoVerde!!!Le tre settimane sono passate co-me un razzo e ci troviamo la serata di Venerdì 23 arecitare e a ballare sul palco allestito nel campo par-rocchiale davanti a un folto pubblico di genitori enonni. Ogni gruppo ha preparato balletti e scenettee dopo un immenso applauso finale ci siamo cata-pultati sui tavoli dove è stato allestito un grande rin-fresco.A fine serata è stato distribuito, a ciascun bambino, ilgiornalino che la nostra infaticabile redazione harealizzato intervistandoli ogni giorno, mettendo in"Piazza" le curiosità e tutti gli intrighi avvenuti inqueste tre settimane.Questo Grest è stato vissuto nel migliore dei modi etutti, bambini e animatori, si sono divertiti un mondo.Provare per credere!!! Quindi chi vuole far parte della combriccola, anima-tore o partecipante, non ci pensi neanche una vol-ta!!! Arrivederci all'anno prossimo!!!

Matteo Granuzzo (il Grana)

Anche quest'anno si è concluso nel migliore dei mo-di il Grest che come tematica presentava la Piazzae la Pizza. Nella Piazza si fanno conoscenze e simescolano gusti e culture diverse come nella buonae calda Pizza. E di ingredienti ce n'erano parecchi.Oltre 70 bambini dall'ultimo anno della scuola ma-terna alla 5° elementare e un nutrito gruppo di infa-ticabili e simpatici animatori che ogni giorno alle14.30 si trovavano per organizzare le varie attivitàgiornaliere.Questa la giornata tipo:Appena entrati nella nostra sede, le scuole elemen-tari, alle 15.00, i bambini cantavano l'inno. Per re-stare in tema abbiamo scelto "il Cuoco Pasticcione"con relativo balletto. Subito dopo iniziavano i giochidi accoglienza. In genere erano sfide (e che sfide!!!)tra 2 o più bambini che generavano un tifo da stadiotremendo!!!Dopo la mezz'oretta di gioco tutti in classe dove siesprimeva una preghiera e si ascoltava la storia (let-ta per noi da Andrea Favari, artista che risiede aSan Giorgio) che raccontava le imprese compiute dasimpatici personaggi per riscoprire i gusti semplici egenuini ormai scomparsi. Subito dopo si costruivanolavoretti vari come orologi a forma di pizza, for-chette e cucchiai da bellezza, taglieri porta biglietti,magliette, ecc… L'intenso lavoro andava poi pre-miato con i "giochi a 4 squadre", in cui i ragazzisuddivisi in squadre miste se la "davano di santa ra-gione" per racimolare punti e a fine settimana rice-vere il meritato premio: le caramelle!!! Poi tutti alcampo sportivo parrocchiale a mangiare la meren-da propria o preparata dai gruppi di lavoro. Que-st'anno ogni gruppo ha fatto due volte cucina doveal 40% si preparava e al 60% si mangiava!!!Panini imbottiti, bignè, tramezzini, gnocchi, palline dicioccolato hanno riempito le nostre "panze" per di-versi giorni. Per smaltire l'abbondante ma non spre-cata merenda si giocava ai "Grandi Giochi".Ci si divideva in due gruppi, i più piccoli e i più gran-di, ed ogni gruppo aveva un gioco da praticare, do-podiché ci si scambiava. Calcio legato, fazzoletto,giochi d'acqua, calcio numerato, staffetta ecc.. han-no divertito i bambini fino allo sfinimento!!!Alle 18.30 si tornava alle scuole elementari e dopol'inno tutti a casa aspettando un altro giorno diGrest (noi animatori aspettavamo un po' meno a dirla verità!!!). Naturalmente non tutti i giorni di Gresterano strutturati in questo modo.Ogni settimana infatti presentava una giornata

San Giorgio in Salici: Grest 2004La divertente ed istruttiva esperienza dalla voce di un animatore

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Lugagnano, luglio 2004Lugagnano e urgenze ambientaliCortese Redazione del Baco da Seta,vi scrivo in merito al pezzo di Pamela Rossi circa la vicendadella incredibile protesta tenutasi nel salernitano contro l'a-pertura di una nuova discarica, con blocco dei binari, e allepossibili ripercussioni che ci potrebbero essere da quella vi-cenda anche nella nostra piccola Lugagnano. Inizialmentevorrei complimentarmi con l'editorialista per aver colto inmaniera così chiara e pertinente un problema che in effettiesiste, e per seconda cosa vorrei fare alcune considerazionisulla medesima vicenda. A Lugagnano il problema della Ca'di Capri e della Sun Oil sono del tutto attuali, da quello cherisulta a me la Ca' di Capri è ancora attiva e il problema deimateriali presenti nei silos della Sun Oil è del tutto irrisolto,come se non ricordo male era stato segnalato da un'altralettrice su qualche numero fa di questo giornalino. Ritengoperciò che non sia il momento di abbassare la guardia, maanzi di tenere sempre le antenne ben diritte. Sperando, co-me scrive l'editorialista sul baco, che in Italia non ottengaragione e attenzione solo chi si sdraia su binari o occupastrade. Cortesi saluti.

Un'ecologista di Lugagnano

Lettera firmata

Lugagnano, agosto 2004Ancora sulla Casa di Riposo di LugagnanoCaro Mario,permettimi di ritornare brevemente su alcune tue considera-zioni sulla vicenda Casa di Riposo, apparse nell'ultimo nume-ro del Baco. Non per sembrare per forza contro, semmaiper ribadire cose forse non capite o da me espresse in mo-do poco chiaro.Il progetto "Centro Polifunzionale" non è stata un'invenzioneestemporanea, un'operazione affrettata o non studiata neiminimi particolari. Esisteva un disegno ben preciso, condivi-so da più parti, dopo aver valutato attentamente le esigenzeterritoriali e le possibilità di reperire le risorse adeguatesenza compromessi. Ne sono buoni testimoni ancora adessoi responsabili USL e gli amministratori provinciali e regionalidi riferimento. La "grana" contributi, senza che nessuno fac-cia finta di scandalizzarsi, è una "pratica cuscinetto" spessoadottata per superare periodi di difficoltà; lì nessuno volevafallire (visto anche il contratto firmato e gli investimenti fatti).Semplicemente se l'attività di cucina fosse partita come pre-

Lettere al giornale o se preferite

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Il Comitato di Redazione garantiscela pubblicazione degli elaborati chevengano inviati al periodico e cheappaiano rivestire un qualche inte-resse per i lettori, fatta sempre sal-va la possibilità di escludere i testiin contrasto con il nostro Statuto. IlComitato di Redazione non è daconsiderarsi responsabile a nessuntitolo del contenuto ideologico de-gli elaborati pubblicati nella rubricadella posta. I testi superiori alle 20righe potranno essere tagliati.

visto, per esempio fornendo pasti alle nostre mense scola-stiche, si sarebbero ritrovati gli equilibri immediatamente(altro che perdite…). La sentenza di primo grado, ed an-che quella sentenza, di certo è un'interpretazione di un giu-dice. Eccome se lo è. Puoi accettarla oppure combatterlacome possibile. Non deve sembrare per questo un "arbitrioprivato", è solo credere in quello che si è fatto e non fer-marsi perché un "diogiudice" la pensa diversamente. Delresto se la questione fosse lineare e chiara non ci sarebbe-ro strascichi così lunghi ed esiti ancora incerti. E quindi nonc'era nessun obbligo di prendere le decisioni prese. Si po-teva, e si può, fare diversamente. Io credo ancora forte-mente che alla nostra comunità serva un centro, quel cen-tro, dove attorno ad una casa di riposo per non autosuffi-cienti (ce n'è davvero bisogno cavolo!) anche se in perditaeconomica, giri una serie di attività e servizi utili, qualificantie… remunerativi. Grazie per l'attenzione.

Ezio Costa

Lugagnano, agosto 2004Ca’ di Capri, parla il Comitato dei CittadiniRipetutamente accusati di mancanza d'iniziative e di vegeta-re in un sospetto letargo, intendiamo informare la gente diLugagnano di alcuni recenti sviluppi relativi alla discarica diCa' di Capri, ritenendo di avere ottenuto, con i fatti, dei ri-sultati tutt'altro che scontati. La Commissione europea hadeferito l'Italia alla Corte europea di giustizia a causa delmancato rispetto della normativa comunitaria nella gestionedella discarica. L'esposto che insieme a Legambiente in-viammo nel maggio 2001 è stato, dunque, ritenuto fondatoed ha portato ad un risultato tanto importante quanto in-sperato. E' comunque sintomatico di come funzionino certecose se l'Europa, così lontana dalle nostre "beghe di pae-se", è stata capace di comprendere meglio e con maggioreimparzialità ciò che amministrazioni molto più vicine non ca-piscono o non vogliono capire. La seconda notizia riguardala pubblicazione, seppur con qualche mese di ritardo, dellasentenza con cui il Consiglio di Stato cancella definitivamen-te l'indecente delibera con cui la giunta regionale aveva tra-sformato Ca' di Capri in discarica per rifiuti pericolosi. Dallasua lettura emerge inequivocabilmente il comportamentodiscutibile tenuto dalla Regione, ente da cui dipende in granparte la pianificazione, l'utilizzo e la tutela del territorio. An-che in questo caso la nostra azione, che ha coinvolto purela precedente Amministrazione comunale di Sona, è stata

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letto in queste pagine nello scorso numero, quando il desi-derio di fare chiarezza su determinati punti ha creato unapolemica che ha coinvolto tutte le parti politiche presenti sulterritorio. Voglio innanzitutto spezzare una lancia in favoredell'assessore Michele Cimichella che al contrario di molti hasempre detto le cose come stanno, senza mandarle a direa nessuno e tantomeno nascondendosi sotto finte facciateapparentemente neutrali con il solo scopo di ottenere favorio incrementare interessi. Trovo di pessimo gusto che paginedi questo periodico siano usate per consumare quel dibattitopolitico che in realtà dovrebbe svolgersi in altra sede e noncerto qui...in particolar modo il sig.Mirko Ambrosi editoriali-sta (e membro dell'Orizzonte) potrebbe far valere la sua vo-ce nei consigli comunali tramite gli esponenti del suo stessogruppo senza accusare a vanvera e senza evitare di firmarsiper quello che è. Trovo poi assai strano che alla lettera del-l'assessore all'informazione i membri dell'opposizione hannoavuto la possibilità di rispondere subito, strano, tale possibi-lità non è mai stata offerta agli esponenti della maggioran-za, e questo fà rifettere su molte cose. Se non sbaglio èproprio grazie a questa maggioranza che si è deciso distanziare i soldi necessari a stampare il "baco da seta",quindi i direttori del Baco potrebbero avere almeno il buonsenso di trattare allo stesso modo maggioranza e opposi-zione. Pur non condividendo le scelte dell'attuale ammini-strazione mi sono sentito molto scosso nel leggere quellecose...è per questo che consiglio a tutti di pensare a fare ilproprio dovere restando ognuno sulla strada che ha decisodi percorrere... e se qualcuno ha deciso di cambiare stradaabbia almeno il coraggio di ammetterlo.

Montagna Daniele

Forza Nuova sez.Sona

Solo brevi risposte su alcuni solleciti presenti nella lettera in-dirizzataci dal Sig. Montagna di Forza Nuova.- Il dibattito politico: il Baco da Seta non è la sede istitu-zionale di un dibattito politico. Il giornale è la sede diespressione di idee che, se ritenute utili per far avanzare lacultura (totale, quindi anche quella politica) dei concittadini,vengono pubblicate. Le idee riportate dall'Assessore Cimi-chella, anche a seguito di un confronto con lui prima dellapubblicazione, erano state ritenute utili, anche se non condi-vise. La lettera cui sto rispondendo lo testimonia.- Il Sig. Ambrosi come membro de L’Orizzonte: personal-mente ho le mie concezioni politiche. Il Sig. Ambrosi hale sue concezioni politiche. Il Sig. Montagna ha le proprieconcezioni politiche. La linea editoriale che il Baco da Seta da sempre ha adotta-to è quella di evitare che consiglieri e assessori in caricascrivano in parti del giornale non a loro deputate, se nonper interviste o interventi richiesti. Il Sig. Ambrosi non è at-tualmente un consigliere o un assessore, ma è membro del-la redazione del Baco, e suo collaboratore.- Possibilità di rispondere subito: Abbiamo dato la facoltàdi rispondere alle affermazioni dell'Assessore Cimichella a chiè stato tirato in ballo. Mi sembra che sia completezza infor-mativa doverosa, quando riusciamo a farlo considerando itempi tecnici di stampa, far intervenire immediatamente chi ècoinvolto. Anche in altri casi è stato fatto, anche a favoredello stesso Assessore Cimichella. Non è stato notato.- Stampare il Baco da Seta: questa Amministrazione stapagando le pagine destinate in parte a sé e in parte all'op-posizione, l'inserto giallo. Ritengo che sia un atto altamentedemocratico che si dia spazio anche a chi la pensa diversa-mente, utilizzando soldi che sono dell'intera comunità. Il Ba-co da Seta, comunque, esisteva ben prima di questa Am-

determinante. Ad ulteriore conferma della benevolenza re-gionale nei confronti di questa discarica la giunta, in pienacampagna elettorale, ha trovato il tempo ed il modo di ap-provare il progetto che ne riamplia la capacità e ne prolungai tempi di attività. Attualmente la discarica non dovrebbe es-sere attiva perché in attesa della necessaria autorizzazioneda parte della Provincia. L'attività di cava risulta, invece, fre-netica per la preparazione del nuovo settore approvato dal-la Regione. Riportando la questione entro i confini comunali,il Sindaco Bonometti ha, da tempo, manifestato l'intenzionedi sottoscrivere con Rotamfer una convenzione che, pur con-sentendo la prosecuzione dell'attività, garantisca maggior-mente il Comune e la cittadinanza contro eventuali abusi. Diriflesso alle seguenti affermazioni del Sindaco, riportate sul"Corriere del Veneto" del 16.07.04,1- Sindaco: "esistono, come dimostrato anche dalla magi-stratura, discariche peggiori della nostra e non tenute cosìsotto controllo come Ca' di Capri. Eppure tutte le attenzionisono rivolte su questa";2- Sindaco: "Se un tempo c'erano problemi, adesso è tuttorisolto....La condanna dell'U.E. è giusta, ma va riferita al pas-sato, i patteggiamenti con il Tribunale sono veri, ma ora lecose sono cambiate”;3-Sindaco: "...una convenzione che sarà sottoscritta proprionei prossimi giorni tra il Comune e la Rotamfer, recependoanche le richieste del Comitato antidiscarica, e che dà mag-giori garanzie ai cittadini”; vogliamo replicare che:1- non cogliamo la necessità di una difesa d'ufficio di chi,per anni, ha perseguito i propri interessi violando ripetuta-mente leggi regionali, nazionali e comunitarie;2- ci risulta che anche nel corso dell'ultimo anno si sia verifi-cato più di un problema con i rifiuti entranti in discarica vistoche parecchie centinaia di metri cubi di materiale è stato al-lontanato;3- il 17 novembre 2003 l'Amministrazione comunale illustròal comitato che cosa intendesse sottoscrivere, in linea dimassima, con Rotamfer incontrando una nostra sostanzialecontrarietà all'accordo. Attualmente non conosciamo il testodefinitivo e pertanto non ci è neppure possibile esprimerealcun giudizio di merito su detta convenzione.Teniamo però a ribadire che il nostro comitato è sempre sta-to ed è tutt'ora per la chiusura della discarica e su questonon ci sono dubbi. Inoltre rifiutiamo che il nostro senso diresponsabilità di cittadini venga spacciato come un appiatti-mento sulla linea di questa Amministrazione comunale, conla quale abbiamo un rapporto di civile dialettica ma dallaquale ci dividono alcune visioni di fondo della questione co-me, appunto, la chiusura della discarica. Diffidiamo anzi, epurtroppo ancora, di qualunque atto che veda ancora comeinterlocutore la ditta Rotamfer. Crediamo che un'istituzioneimportante come la Commissione Europea abbia visto bene,anzi molto meglio delle nostre amministrazioni regionale,provinciale e comunale le quali dimostrano con la loro con-dotta di assecondare sempre i poteri forti, anche a dispettodell'evidenza dei fatti. Ci preme, da ultimo, ringraziare per lacontinua ed indispensabile opera di sostegno Michele Ber-tucco, presidente di Legambiente Verona, e l'avv. FaustoScappini insostituibile legale del comitato.Distinti saluti.

Il comitato dei cittadini di Sona

contro la discarica di Ca' di Capri

Lugagnano, agosto 2004Forza Nuova: diciamo la nostra sulla polemica conl’Assessore CimichellaPenso proprio sia doveroso fare un commento su quanto

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quel veicolo di idee. Noi rispondiamo alle sue critiche. Tuttisiamo rimasti nella propria strada. Con coraggio, da partesua, e da parte nostra. Oltre che da parte, occorre ammet-terlo, anche dell'Assessore Cimichella, anche se posso nonavere le medesime convinzioni che ha espresso. Il coraggio, come si vede, non manca a nessuno.

Per La Redazione

Gianmichele Bianco

ministrazione, e da sempre si sorregge con le proprie forze,con i contributi dei lettori e con il finanziamento dei nostrisponsor.- Trattare allo stesso modo maggioranza ed opposi-zione: mi scuso, ma mi mancano gli elementi concreti percapire esempi di diverso trattamento. - Rimanere nella propria strada: noi veicoliamo idee chenon sarebbero altrimenti veicolate (almeno fino ad ora). Chirisponde, come lei Sig. Montagna sta facendo, fa seguito a

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E' in fase di ultimazione il programma del 17°Anno Accademico dell'Università Popolare di So-na. Quarantotto i corsi previsti, tra i quali visono alcune interessanti novità, come il corso diGiardinaggio in vaso, balconi e terrazzi tenutoda Stiliano Berzacola - per trent'anni capo giardi-niere del Comune di Verona e tutt'ora curatoredella parte tecnica del Giardino Giusti - che con-durrà dieci lezioni teorico-pratiche rivolte a per-sone amanti delle piante. Verrà proposto per laprima volta un corso di Danze Popolari, tenu-

to dal docente Maurizio Diamantini, che coinvol-gerà gli allievi in danze italiane, francesi, greche,rinascimentali ed ebraiche. La psicologa CristinaCorsi proporrà quest'anno un corso che offriràvalidi elementi per migliorare la relazione ge-nitori-figli e la comunicazione in famiglia. Verràinoltre attivato un laboratorio di Scrittura Auto-biografica tenuto dalla Dott.ssa Claudia Colucci,all'interno del quale verranno raccolte le storie divita dei partecipanti in un clima di ascolto e dicondivisione. Nuove proposte riguarderanno letematiche legate alla salute e al benessere psi-co/fisico: il Dott. Specke offrirà una interessante

panoramica su come affrontare i più diffusiproblemi della nostra salute (mal di testa,dolori articolari e muscolari, il colesterolo ed al-tri) e su come vivere in modo ottimale l'invec-chiamento; la Kinesiologa Caterina Gottardi illu-strerà e insegnerà alcune tecniche energeti-che, rilassanti e di massaggio. Flora Giardi-na proporrà un corso di autoaiuto e di condi-visione ispirato al libro "Donne che amano trop-po" della Psicologa americana Robin Norwood eun corso di tecniche energetiche all'interno delquale verranno anche utilizzati tamburi africani.La Dottoressa Graziella Carenato ci accompagne-rà in un affascinante viaggio all'interno del-l'occhio grazie all'Iridologia, antica disciplinache permette di scoprire squilibri energetici deivari organi e patologie future mediante l'analisidell'iride. Verranno riproposti gli ormai classicicorsi di enologia, Lingua Inglese e Tede-sca, Ceramica, Disegno e Pittura, Affresco,Informatica, Fitoterapia, Grafoanalisi,Training autogeno, Orthobionomy, Fiori diBach, Shiatsu do in, Alimentazione, Storiadell'Arte, Archeologia, Abbazie e mona-steri nel Veronese, Ballo Caraibico e Yoga.La maggior parte dei corsi si svolgerà in orarioserale nella sede della Scuola Media A. Frank diLugagnano; altri corsi si svolgeranno presso lePalestre delle Scuole di Sona, Palazzolo e Luga-gnano. Dai primi di settembre sarà possibile riti-rare il vademecum contenente tutte le informa-zioni sui programmi, i giorni e le sedi dei corsi; leiscrizioni si apriranno lunedì 6 settembre e siriceveranno fino a sabato 2 ottobre presso la Bi-blioteca di Sona e la Sala di Lettura di Lugagna-no. Le lezioni prenderanno il via la settimana del11 ottobre. Per informazioni rivolgersi alla Se-greteria dell'Università Popolare tel.045/6091286.

Irene Canzan

Università PopolareMolte le novità con l’avvio del nuovo Anno Accademico

Scuole Medie di Lugagnano, sededell’Università Popolare.

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Nella foto la salagiochi situata accanto alla canonica di Palazzolo. Nella pa-gina seguente ilpresidente ValeriaManzati.

conoscenze, nuove iniziative.E in che modo cercate di raggiungere questiobiettivi?Varie sono le attività che il nostro circolo gestisce edorganizza: un gruppo di genitori gestisce ormai daanni la sala giochi con varie attività alla domenicapomeriggio (cineforum, giochi, feste, gruppi di lavo-ro) o al sabato sera. C'è poi il gruppo teatrale "LaPolvere Magica" che sforna annualmente delle nuovecommedie e che ormai è conosciuto anche al di làdei confini comunali. Durante l'estate inoltre vengo-no organizzati il Grest per i bambini delle elementarie delle medie, l'animazione estiva per gli adolescentied il torneo di calcio da poco conclusosi. Vi sono poila Stella di Natale che porta gli auguri, porta a por-ta, a tutte le case del paese e la tradizionale sagraalla seconda settimana di settembre.Attività che, è giusto ricordarlo, vengono portateavanti solamente grazie al contributo, in termini ditempo e manodopera, e allo spirito di sacrificio diogni volontario. Spirito di sacrificio non in quantol'attività comporti particolari sforzi fisici, ma sacrificioperché di questi tempi è sempre più difficile trovarequalcuno disposto a "donare" il proprio tempo pergli altri.Chi fa parte dell'associazione?

Nell'ambito dell'iniziativa volta a conoscere le varierealtà associative presenti sul nostro territorio, cisembra più doveroso dedicare la nostra attenzioneal Circolo NOI, uno dei gruppi di volontariato chepuò vantare una maggior "anzianità" tra quelli di Pa-lazzolo. Incontriamo quindi Valeria Manzati, presi-dente del circolo dal 2001.

Innanzitutto, cos'è l'associazione NOI, sem-bra un'associazione di recente creazione?Sì e no. Sì perché sulla carta l'associazione, ricono-sciuta a livello nazionale, è nata un paio di anni fagrazie all'iniziativa di alcuni circoli regionali. No per-ché a Palazzolo l'associazione è presente grazie alCircolo Giustiniano, ad essa affiliato. Circolo che or-mai conta una presenza più che ventennale sul no-stro territorio. Diciamo che "NOI" non è altro che una"nuova versione" di quella che era la vecchia Anspi,un'associazione che cerca di riunire, coordinare,supportare e promuovere varie attività tra quelle as-sociazioni parrocchiali che dovrebbero svolgere lafunzione dei vecchi oratori. Quindi il nome è nuovoma la tradizione, l'esperienza, le strutture, le perso-ne sono sempre le stesse. Così come la voglia di im-pegnarsi e lavorare.Qual è lo scopo del Circolo?L'associazione NOI cammina a pari passo con laParrocchia, cercando di promuovere e sensibilizzare"l'attenzione agli altri" seguendo gli insegnamenti delnostro maestro amico Gesù. La Parrocchia lo fa dalpunto di vista prettamente religioso, l'associazioneattraverso il gioco o altre attività, anche per potermettere in pratica questi insegnamenti, per far capi-re e vivere in prima persona questo tipo di atteggia-mento.Possiamo pure dire che lo scopo con il quale è natoil Circolo è quello di affiancare la Parrocchia nelle at-tività ricreative, sportive e culturali anche se poi lacosa più importante rimane comunque quella dicreare momenti di aggregazione, promuovere nuove

“NOI” a Palazzolo. Una realtà nuova... da vent’anniIncontro con il presidente del Circolo Giustiniano, Valeria Manzati

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gruppo dei "vecchietti", tra virgolette perché vecchinon anagraficamente ma in quanto con parecchi annidi sagra alle spalle. L'intenzione è solo quella di af-fiancare a questo gruppo dei ragazzi che possanofar propria parte della loro esperienza in modo daalleggerire il peso del lavoro e, quando ci sarà l'ine-vitabile passaggio delle consegne, non far rimpian-gere chi c'era prima.E quest'opera di ringiovanimento come pro-cede?Direi più che bene. Molti sono i giovani che si dannoda fare, che danno una mano. Ma più che definirliuna speranza azzarderei ad affermare che si stannorivelando già da ora una bella realtà. Basta guardareil gruppo di ragazzi che, negli ultimi due anni, ha sa-puto portare avanti, con entusiasmo e tanta voglia difare, il grest dei bambini.Per completare, programmi per il futuro?Continuare sulla strada percorsa fino ad oggi. Man-tenere quelle attività che ormai sono divenute unatradizione e cercare di proporne di nuove, magariampliando la cerchia dei collaboratori.Questi i progetti per le attività. Per le opere, invece,tra le priorità ci sarà l'aiuto alla Parrocchia per com-pletare Casa Clotilde e la definitiva sistemazione,speriamo in un paio di anni, del campo sportivo par-rocchiale.

Cristian Ragazzo

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Le persone più disparate. Dai bambini più piccoli cheusufruiscono delle attività pomeridiane domenicali odel grest, agli adolescenti, ai giovani e agli adultiche, come nella maggior parte delle associazioni,sono coloro che portano letteralmente avanti l'asso-ciazione. In questi ultimi anni è stata comunque ini-ziata un'opera cosiddetta di "ringiovanimento" del-l'associazione, a partire già dal direttivo dove suquattordici membri ben sette sono al dì sotto deitrent'anni. Questo non vuol dire assolutamente volersvoltare pagina e rinnovare la struttura dell'associa-zione, sia ben chiaro. La sagra, come il torneo, co-me la Stella e come tante altre attività non si potreb-be mai fare senza lo zoccolo duro, senza il solito

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namento generale in collaborazione con PanarottoClaudio. I nomi fin qui espressi indicano chiaramen-te che il gruppo dirigente dello scorso anno è statopressoché confermato, grazie soprattutto alla rinno-vata disponibilità degli stessi, condizione necessariaperché ciò avvenisse, ma anche al fatto che il lorooperato è stato apprezzato. Del resto il far fronte al-la trascorsa gestione so-cietaria ottenendo fra i ri-sultati migliori anche lapermanenza in Eccellenza(che ricordiamo è la mas-sima serie dilettantisticaprima del passaggio alprofessionismo dei cam-pionati interregionali, ndr)è stato dal mio punto di vi-sta un successo".Bastano ovviamente que-ste poche frasi per dareuna dimensione del-l'organizzazione cheuna società apparente-mente comune come puòessere considerata il Lu-gagnano Calcio, deve necessariamente avere perpoter far fronte alla gestione di un settore giovanilecomposto da scuola calcio, otto squadre giovanili,una squadra dilettante ed una amatoriale. "Uno sfor-zo sia organizzativo che economico non indifferente- prosegue il presidente Dalla Rosa - che di anno inanno va in crescendo, sia per la volontà di qualifica-re l'operato della società, che anche quest'anno hainvestito molto, sia per rispondere alle crescenti esi-genze della federazione e delle famiglie. Le nostre ri-sorse economiche ed umane sono state messe a du-ra prova. Nel corso di quest'estate abbiamo purtrop-po perso un paio di elementi molto validi fra i prepa-ratori del settore giovanile, Tacconi e Zerpelloni, checi hanno lasciato per cogliere nuove ed importantiopportunità in altre società, a cui va il ringraziamen-to per l'ottimo lavoro svolto. I responsabili del setto-re giovanile Osvaldo Giannone e Sergio Coati, incollaborazione con Massimo Gasparato, respon-sabile della scuola calcio, stanno cercando di sosti-tuirli adeguatamente. Il resto del gruppo, compresole tante persone che operano in ruoli logistici menoevidenti ma non per questo meno importanti, ci harinnovato la disponibilità e questo ci gratifica ed offreampie garanzie di qualità nel lavoro da svolgere. Co-

Si apre in questi giorni con l'inizio degli allenamentidella prima squadra, la nuova stagione sportiva perle squadre del Lugagnano Calcio che coinvolge-rà dai bambini dei primi calci fino ai quasi professio-nisti della prima squadra oltre duecento personefra atleti, preparatori e staff tecnico. Un picco-lo esercito animato da voglia di divertirsi, piacere,spirito di sacrificio, senso della competizione, inun'unica parola passione.I campi di calcio, verdi e rigogliosi all'inizio, destinatia diventare dei pantani, quindi delle lastre di ghiac-cio ed infine lande assolate e polverose al terminedei campionati, si animeranno di grida festose, acce-se discussioni, rimproveri, fischi di richiamo, venialiimprecazioni, urla di incoraggiamento, frasi consola-torie, inni di vittoria, che ben shakerate costituisconoa pieno titolo una delle tante facce, forse una fra lepiù significative, della società educante. Un am-biente a cui spesso è deputato il trasferimento diconcetti quali il gioco di squadra, lo spirito di grup-po, il rispetto dell'avversario, il senso della misuranella vittoria e nella sconfitta, il rispetto dei ruoli.A questa particolare funzione pensiamo quando dia-mo spazio ad un articolo di questo genere, che ri-porterà magari solo della punta di un iceberg, dellaparte più evidente di un fenomeno che però sottin-tende un impegno molto più grande di quantoin genere sia possibile percepire dall'esterno. Un im-pegno che spesso sono in pochi a sobbarcarsi, ma-gari in maniera oscura, genti che con la scusa della"passion par el balon", da una vita frequentano gliambienti sopra descritti, avendo contribuito per annialla formazione del carattere di più generazioni, inqualche caso dei padri e successivamente dei figli.E con questo spirito si è aperta anche la nostra con-versazione con Andrea Dalla Rosa, giovane presi-dente della società, che nell'introdurci la nuova sta-gione rimane in sintonia a ciò: "Sarà un anno impe-gnativo. E' il primo che si apre senza Giancarlo Apo-stoli, a cui va il nostro grato ricordo, vivo nei cuori dimolti quale esempio chiaro di ciò che può significarepassione ed impegno per lo sport. Concluso l'annodi transizione della gestione di Luigi Residori, chelo scorso anno mi ha affiancato nella difficile mia pri-ma gestione, ora spetta a me l'onere della gestionedegli aspetti prettamente tecnici. Con Roberto Spada, direttore sportivo, ho condiviso la scelta del-l'allenatore e dei giocatori della rosa della primasquadra. Residori che rimane fra gli attori principalidella società occupandosi personalmente del coordi-

Lugagnano calcio si rinnova con lo spirito di sempreQuattro chiacchiere precampionato con Andrea Dalla Rosa, giovane presidente della società

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Da sinistra, RobertoSpada, Andrea DallaRosa e Gigi Residori.

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anch'esso di esperienza, in provenienza da Lonigo,Andrea Zago proveniente dalla Virtus, giocatore dicategoria e, per completare gli acquisti - al momentodella presente stesura - Denis Ceriolo, una giova-ne promessa classe 1985. La conferma di giocatoricarismatici come Bendinelli, Marogna, Bissoli edi molte delle giovani promesse inserite lo scorsoanno offrono ampie garanzie anche se il profilo scel-to dal giovane presidente è intelligentemente basso:"L'obiettivo primario per la prima squadra rimane lasalvezza e la permanenza in un campionato competi-tivo ed entusiasmante qual è l'Eccellenza. L'allenato-re scelto e la rosa che siamo andati completandopotrebbe forse far pensare ad obiettivi più importan-ti. Ciò non deve però farci dimenticare le pene patitelo scorso anno. Vorrà dire che a salvezza acquisitafaremo altre valutazioni. Per il settore giovanile inve-ce auspichiamo il ripetersi dei risultati positivi rag-giunti la scorsa stagione, che hanno dato soddisfa-zione all'ambiente, ai ragazzi ed alle famiglie, ma so-prattutto il mantenimento dello spirito fin qui dimo-strato. Alcune delle esperienze negative maturate sul

me in tutte le cose l'esperienza ma-turata sul campo è preziosa e più cen'è e meglio è…".Ma il lavoro svolto nel corso dell'e-state ha riguardato anche e soprat-tutto la prima squadra, che resta co-munque il fiore all'occhiello della so-cietà. Conclusa l'esperienza con Sil-vio Giusti, l'allenatore che pren-dendo la squadra in corsa l'ha con-dotta anche se solo all'ultima giorna-ta alla salvezza, il lavoro riparte conuna nuova guida tecnica, LuigiPossente. Il giovane ma titolato al-lenatore, fra gli emergenti della pro-vincia, dopo tre anni a Legnago, nel-la categoria superiore, ha allenatoper due anni il Foroni portandolodalla Promozione all'Eccellenza, ri-manendo poi vittima delle vicissitudi-

ni finanziarie della società, da cui si è svincolato loscorso anno. Allenatore innovativo, della scuola deicosiddetti motivatori, è noto nell'ambiente per letecniche di avanguardia che impiega nella co-struzione del gruppo prima ancora che del modulodi gioco. Possente potrà contare su gran parte dellarosa dello scorso anno, alla quale sono stati appor-tati innesti di qualità come Nando Gasparini, exCasaleone, attaccante di esperienza maturata mili-tando anche nel Verona e nel Vicenza. Dalla prima-vera del Verona viene invece Luca Pezzini, centraledifensivo, che può vantare anche qualche panchinain B maturata lo scorso anno. Importanti innesti so-no anche Antonello Mendicino, laterale difensivo

Stampato con il contributo del

Comune di SonaAssessorato alla Cultura - Biblioteca

In alto da sinistra ilnuovo mister Possente, quindi CoatiSergio, Vicepresidentee instancabile attivistà.Sotto la bandiera dellasquadra Bendinelli.

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finire dello scorso anno ed una maggiore e continuacollaborazione con le famiglie ci aiuteranno a lavora-re ancora meglio in futuro".Lunedì nove agosto scorso, al primo appello per laprima squadra, quasi tutti presenti, compresi nuoviarrivati e vecchi amici, lo staff al completo, e suglispalti anche qualche tifoso. Sbrigate le faccende or-ganizzative di distribuzione del materiale, subitosul campo e subito di corsa. Poche parole delneo arrivato mister e subito al lavoro, rimandando aldopo programmi e proclami."Credo che possa essere considerato un buon grup-po - ribadisce Dalla Rosa - un buon mix di tecnica efisicità ed il mister ha materiale su cui lavorare!". Vo-glia di fare, consapevolezza del passato, spirito disquadra, traspaiono dalle parole di questo nuovogiovane presidente e del suo staff, ove ognuno sem-bra bene interpretare il proprio ruolo, proprio comein una squadra. Nessuna follia, ci ha ripetuto piùd'una volta lo stesso presidente, solo voglia di farbene.E noi non possiamo che esserne compiaciuti. In unmondo come quello del calcio dove le follie di ognigenere sono all'ordine del giorno, ove si sprecanoparole, euro e sputi, un po' di pacatezza e buonsenso non guastano.Buona fortuna Lugagnano Calcio, e buona fortunaPresidente.

Emanuele Posenato

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Davvero positivo il bilancio agonistico della scorsa stagione per il settoregiovanile del Lugagnano Calcio, che oltre ad aver adempiuto agli scopisociali che si propone ha ottenuto importanti riscontri in quasi tutte lecategorie. Alle positive esperienze tratte dai Primi Calci nel torneo pri-maverile si sommano il buon comportamento delle squadre Pulcini neitornei di competenza. Vittoria al trofeo Recchia provinciale per la Cate-goria Esordienti del 1991 guidati dalla coppia Famularo-Birolli,che superato il girone eliminatorio sono stati eliminati ai quarti di finaledal dischetto. Vittoria anche della categoria Allievi provinciali al Tro-feo Giacomi (vedi immagine sotto), prestigioso trofeo a cui hanno presoparte blasonate squadre da tutta la provincia. I ragazzi del mister Mau-ro Tacconi si erano ben comportati anche in campionato vincendo il gi-rone di appartenenza ed uscendo solamente in semifinale nella corsaper il titolo provinciale perdendo l'imbattibilità dopo 39 gare ufficiali con-secutive. Vittoria indiscussa anche per i Giovanissimi Sperimentalidel 1990 allenati da Roberto Tomelleri che hanno conseguito 24vittorie su 26 partite, dimostrando ottime individualità al punto che duesono finiti nelle giovanili del Verona. Buon campionato degli Juniores al-lenati da Gianni Pierno finiti in crescendo e classificatisi secondi al Tro-feo Giacomi, come pure i Giovanissimi del 1989 allenati da VittorioZarpelloni, eliminati anch'essi nelle fasi finali per il conseguimento del

titolo. Buon piazza-mento infine per gliAllievi Sperimen-tali allenati da Mas-simo Gasparatogiunti terzi.

EP

Settore Giovanile, una stagione di grandi risultati

Sotto, anno 2002-2003.“Vecchi” e nuovi calciatori dell’ACLugagnano assieme per una foto ricordo.

ArianeseBelfiorese

Calcio D2 TezzeCalcio Schio 1905Casaleone 1956

CasalserugoCastelnuovoCavazzale

EsteGan Villaverla

LonigoLugagnano

MontebaldinaN.S. BovoloneCamisano TorriVirtus Vecomp

Campionato dilettanti

Eccellenza 2004/05Girone A

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La tua Bottega37060 San Giorgio (VR)Via Santini

pag.70APRILE

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Il Periodico e l'Associazione Il Baco daSeta promuoveranno nel prossimo autunno-inverno, con la preziosa collaborazione di al-tre Associazioni e Gruppi del nostro terri-torio, una serie di incontri con scrittori e per-sonaggi di rilievo assoluto. Importanti mo-menti di confronto, di riflessione e di dibattitoaperto a tutti i cittadini del nostro Comune.Vi anticipiamo solo alcune delle serate chesono in programma.

Incontro con CandidoCannavò (nella foto). Il famoso giornali-sta, scrittore, opinionista,già Direttore della Gaz-zetta dello Sport, sarà aLugagnano per presenta-re il suo ultimo, bellissimo, libro "Libertà die-tro le sbarre". Dalla prefazione al libro, curatada De Bortoli, leggiamo: "Mi sono chiestoperché mai Candido Cannavò, che è un sim-bolo dolce e appassionato del nostro giornali-smo non solo sportivo, abbia scelto di infilarsiin un carcere. E non uno qualsiasi: San Vitto-re, che è invece il simbolo amaro e tormenta-to di una convivenza civile infranta e violenta.Dai prati verdi e colorati dello sport, in cuil'uomo assapora il massimo della libertà, l'e-saltazione delle qualità personali, il gusto disuperare ogni limite, il piacere della sfida, aglianfratti semibui e nauseabondi delle carceri,alle penombre della vergogna. Luoghi di re-denzione o di perdizione? La domanda, nellacittà del Beccaria, è tutt'altro che retorica. Edi retorica nel libro di Cannavò non ce n'è.Lui è entrato a San Vittore con l'umiltà delcronista, il taccuino aperto, senza pregiudizi.Ha compreso storie, errori, passioni. Non leha condivise: ha semplicemente cercato dicapirle".

Incontro con il giornalista e storico AlfioCaruso, editorialista di livello e autore di libriche hanno ricevuto grandi consensi e che so-no stati in cima alle classifiche di vendita, co-me "Italiani dovete morire" sulla strage di Ce-falonia o "Tutti i vivi all'assalto", sull'epopeadegli Alpini sul Don (e presentato a Lugagna-no lo scorso anno).

Verrà a parlare del suo ultimo lavoro, "Arriva-no i nostri", un saggio sullo sbarco in Siciliadegli alleati nel 10 luglio 1943 che aprì il se-condo fronte in Europa e diede una svoltadecisiva alla seconda guerra mondiale. Quellosbarco - il primo nella Storia che vide impe-gnati ottantamila uomini - fu la conclusionedel più imponente e sconosciuto intrigo politi-co-spionistico della guerra. Una vicenda cheincomincia nell'estate del 1932, dentro gli ac-caldati saloni dell'hotel Drake a Chicago, e icui effetti durano in Italia ancora oggi. Al suc-cesso di quello sbarco contribuirono realtàfra loro lontanissime come la massoneria e gliambienti vaticani. Il comportamento di alcuniammiragli italiani fece sì che informazioni cru-ciali giungessero ai servizi segreti nemici, ecosì verranno mandati a morire decine di mi-gliaia di ragazzi della generazione sfortunata.Un libro che ha fatto molto discutere per letesi che vengono proposte e che sarà impor-tante momento di confronto sulla nostra Sto-ria patria.

Incontro con Don Mazzi, sacerdote da sem-pre in prima linea nel trattare il disagio giova-nile e le problematiche sociali più scottanti ecomplesse. Un'occasione di dibattito e di dis-cussione a tutto tondo sulla nostra società esulle problematiche che più la segnano inquesti anni difficili.

Serata di poesia nel ri-cordo di Anna ManzatoMazzi. Un incontro convi-viale (vino e castagne) du-rante il quale si avrà il pia-cere di ascoltare alcuni im-portanti poeti veronesi.

A breve provvederemo a fornire informazioniprecise circa il calendario completo degliincontri. Chi volesse essere informato dellenostre iniziative direttamente tramite postaelettronica può mandarci un'email all'[email protected] chiedendodi essere iscritto alla nostra newsletter.

Mario Salvetti

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Autori, libri e scrittoriIl Baco organizza una stagione di grandi incontri

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Sona - Gennaio 1952

Quando a Sona si andava a lavorare dal Papa...

Foto ricordo delle ragazze della Scuola di Lavoro di Sona, diretta dalla Maestra Suor Alma Pace. L’anno è il 1952.(Granuzzo Rosa - foto archivio)

“Chissà a che cosa servivano!"Molti si saranno posti questa do-manda osservando i portichetti(meglio noti come "casotini") chesono il simbolo stesso della piazzadi Sona. Negli anni ´40 venneroutilizzati per dare lavoro alle ra-gazze del paese. L´imprenditore sichiamava Ugo Papa, milanese, eimmaginiamo che abbia potuto ac-cedere alla struttura parrocchialeper il fatto che sua sorella, suorBlanda, era la "madre di lavoro",ossia l´insegnante di cucito e rica-mo di Sona.Dapprima si producevano abiti mili-tari, poi, finita la Seconda Guerramondiale, indumenti civili. L´azien-da, dove le donne lavoravano acottimo, dovette in seguito spo-starsi al piano superiore della excasa del fascio (edificio che sorge-va al posto dell´odierna farmacia),infine in via Vallecchia. L´attività fu chiusa definitivamentenei primi anni ´50.

Si riconoscono, da sinistra in piedi: Maria Cavalli, Teresa Musolla, Maria Carletti, Pierina Cavalli, Mabilla Mas-sella, Giovanna Scarsini, Fernanda Melegari. Sedute: Carmela Leoni, Elda Carletti, Conda Granuzzo, MarcellaValbusa, Olga Valbusa, Erminia Massella.

Foto

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Alla preparazione di questo numero hanno partecipato:Alberto Mazzi, Aldo Brentegani, Anna Olioso, Bruno Cinquetti, Carla Cisamolo, Chiara Buttini, Claudio Bernardi,

Claudio Girardi, Claudio Tomezzoli, Comitato Contro il TAV, Cristian Ragazzo, Cristiano Silvestri, Don Paolo Silvestrini,Doriano Benedetti, El Bacan, Emanuele Posenato, Enrico Olioso, Ester Mazzi, Fabrizio Olioso, Fausto Ferrari, Flavio Brunelli,

Francesco Bressan, Franco Fedrigo, Fratta & Frissa, Gianfranco Dalla Valentina, Gianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco,Giulio Braggio, Irene Canzan, Laura Zambaldi, Luca Ceriani, Mara Cameraria, Marco Aldrighetti, Marco Forante, Maria Olioso,Mario Nicoli, Mario Pachera, Mario Salvetti, Marni, Martino Eliani, Massimo Adamoli, Massimo De Rossi, Massimo Gasparato,

Matteo Buttini, Matteo Granuzzo, Michelangelo Aldrighetti, Michele Mazzi, Mirko Ambrosi, Moris Vantini, Natascia Arduini,Pamela Rossi, Prima Guglielmi, Raffaello Cristini, Raffaello Liber, Renato Salvetti, Roberto Donadelli, Rosa Granuzzo,

Simonetta Tinazzi, Stefania Paon, Veronica Fenzi e Vittorino Armani.

Il 26° numero de Il Baco da Seta è stato stampato in 2000 copie. Data di stampa: 30 agosto 2004