Numero 13bis anno 2012

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CGILTOSCANANumero 13 bis/ 2012 - Anno 2

30 . 03 . 2012

CAMBIARE LA RIFORMA

numero speciale

difendere il Lavoro

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Aveva fatto i conti la Cgil, sommando le cifre che arrivavano dai diversi territori, si aspettava che all'ObiHall di Firenze arrivassero qualche decina in più di mille per l'attivo regionale quadri e delegati. Alla fine sono arrivati in 2000 gremendo in ogni ordine la platea del teatro. “Dall'arrivo del governo Monti si è abbassato lo spread”, ha esordito nella sua relazione Alessio Gramolati, “ed è un fatto altamente positivo, ma visto che siamo a confrontarci con la Germania è il caso di analizzare anche altri 'spread', quello dei salari, dell'occupazione giovanile, della disoccupazione, della crescita, mai una volta meglio di loro, anzi no. Almeno una volta siamo davanti, sulla corruzione”. Sulla lotta alla precarietà Gramolati, pur apprezzando alcuni passi avanti significativi, ha chiesto al governo che “i costi maggiori dei contratti a termine siano un disincentivo per i datori di lavoro e non a carico dei lavoratori”. “Gli ammortizzatori”, ha aggiunto, “siano per tutti, abbiano un carattere universalistico. Così non è. In Toscana ben il 60% degli ultimi avviati al lavoro ne sarebbero esclusi non raggiungendo i requisiti necessari per poter usufruire dell'Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASPI).”

Sull'art.18 Gramolati non ha dubbi, “ è la reintegra il discrimine”. “Anche il governo alla fine è stato costretto ad ammettere il rischio di abusi sui licenziamenti

economici tanto è vero che Fornero ha assicurato che il governo vigilerà. Vogliamo crederle, ma se vuole essere davvero credibile faccia la voce grossa ora: il giudice ha reintegrato tre lavoratori di Melfi, che sono a casa e la Fiat li paga per non lavorare”. E sulle centinaia di migliaia di lavoratori lasciati dalla riforma delle pensioni a casa senza stipendio e senza pensione Gramolati si è domandato se “si tratta di una riforma di scienziati o di apprendisti stregoni”. “Alla lotta”: questo l'incitamentofinale di Gramolati.

L'attivo si è sviluppato con interventi di donne e di uomini che hanno raccontato le proprie storie personali, le loro difficoltà e il loro disagio, con la comunicazione di Daniele Quiriconi che ha presentato simulazioni sul prima e sul dopo riforma, su quanto poco in più c'è per i precari, sul molto meno che c'è in termine di diritti e di reddito per chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo, per chi è uscito dai luoghi di lavoro pensando di scivolare verso la pensione e invece si trova con niente. Il tutto intramezzato dagli interventi degli avvocati della Cgil che hanno spiegato per quanto possibile, al momento non è disponibile l'articolato della proposta, i cambiamenti, e da brevi spezzoni del film Inside Job.

Le conclusioni sono state del segretario nazionale Cgil Vincenzo Scudiere.

Alla lotta!

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La Banca Mondiale classifica l’Italia all’87° posto nel mondo (dietro all’Albania, al Ghana, al Botswana, alla Romania) ed all’ultimo nell’UE negli indicatori essenziali per “fare business”. Attenzione: non c’entra affatto la presunta (e non vera come vedremo) eccessiva rigidità della tutela contro i licenziamenti: chi vuole “fare business” viene a sapere che ha tempi e costi burocratici, appunto da 87° posto, per iniziare un’impresa, chiedere permessi di costruzione, avere l’allacciamento elettrico, ottenere credito, avere protezione effettiva dell’investimento, poter far valere giudizialmente un credito o il rispetto di un contratto, ottenere la tutela del credito in un fallimento. Per

capire il divario, basta osservare che gli Stati Uniti sono al 4° posto, la Germania è al 19°, la Francia al 29°. Una bella differenza!

Voglio affrontare la prospettata riforma dell’art. 18 SL con spirito laico, scevro dall’evocazione di slogan, Totem o Tabù, e accettando il terreno di analisi che il Governo vuole imporre: non quindi evocando i diritti di dignità e personalità del lavoratore coinvolti dalla tematica della tutela del rapporto di lavoro (diritti che pur hanno un preciso rilievo costituzionale negli artt. 1 e 4 Cost.), ma discutendo gli assunti da cui muove il Governo.

Articolo 18: da quali assunti parte il governo?L'intervento dell'Avvocato Fabio Rusconi

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IL SEGRETARIO della Cgil toscana, Alessio Gramolati, la chiama una campagna di verità». Quella a cui ieri all`Obihall hanno partecipato, con lunga e tesa attenzione, quasi duemila delegati, quadri, lavoratori e precari. Gli ultimi a testimoniare con le loro vicende com`è il mondo in Toscana e come sarebbe se scattasse la riforma del lavoro di Monti. Ora difficile. Dopo, peggio. E non si tratta del solo articolo 18 che però «svela l`accanimento ideologico», secondo Gramolati che precisa tra gli applausi: «La riforma siamo noi a volerla, ma per sviluppo sostenibile e crescita». Basta con la «mistificazione» che non si può licenziare: sono 75.000 i licenziamenti in tre anni in Toscana, 600.000 in Italia. Si dice che servono a assumere: sono due milioni e 312 mila i disoccupati. Nel 20111a Cgil Toscana ha impugnato 2.265 licenzia menti,1.279 pergiusta c.au.sa:28 (1,2%) per discriminazione, 138 (6%) per m.otividisciplinari. Il restante 92,8% per quei motivi economici peri quali la riforma prevede, in caso di «bugia» del datore di lavoro, sono maggioranza». L`esempio toscano: si fanno 172.000 assunzioni ogni tre mesi secondo i 46 tipi di contratto che fanno dell`Italia “un campione di flessibilitàedi precari età». L`88% sono precari. La riforma dà gli ammortizzatori solo a chi abbia lavorato 52 settimane in due anni: li prenderebbe il 50% dei 110 mila lavoratori toscani a tempo determinato o

interinali. Non liprevedeperlavoratori a progetto, a chiamata o a voucher, ne resterebbero dunque fuori 30.424 persone. Alla fine, il 60% dei precari toscani resterebbe senza ammortizzatori. Ancora. La riforma ab °lisce la cassa integrazione straordinaria (cigs) per le aziende che chiudono: 288 in Toscana in tre anni e 12.800 lavoratori interessati a cui oggi tra cigs e mobilità erano garantiti da 24 a 60 mesi di tutela. Ora avranno, 2011 l`Aspi di Fornero, solo 12 mesi di indennità, 18 se ultra cinquantenni, per i quali il sindacato ha verificato che non bastano per ritrovare lavoro. Ci sono ancora 11.000 licenziati tutelati dagli ammortizzatori, se la

riforma partisse ora, 10.000 di questi finirebbe per strada. In 2onclusione, la riforma farebbe alzare la disoccupazione dell`1,1% e perdere ai lavoratori 180 milioni diindennità più 60 di mobilità. Infine l`intreccio perverso tra riduzione degli ammortizzatori e allonLanamentodellapensionelascerebbe un 57enne licenziato pera anni e4 mesi senza alcun reddito e una 56enne per 7 anni.

Se domani entrasse la riforma del Lavorodi Ilaria Ciuti, La Repubblica ed. Firenze, 30.03.2012

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I tweet della segreteriaCGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati: "la nostra è crisi del debito sovrano. Ma lo spread vero tra noi e Germania riguarda disoccupazione, consumi, salari"

CGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati:"governo guardi a problema di corruzione, per dare risposte a parte onesta che si toglie la vita per pagare le tasse"

CGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati:"governo ha meticolosamente cercato il non accordo. Non ha nemmeno fornito fogli e testi della riforma"

CGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati: "in riforma 350.000 persone non sapranno come portare stipendio a casa. È riforma di scienziati o apprendisti stregoni?"

CGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati:"la vera deterrenza art.18 è reintegra. È deterrenza di non perseguire ingiustamente lavoratore"

CGIL Toscana @cgiltoscana 29 marzoGramolati :"sono le persone che hanno unito i sindacati. Noi rispondiamo a quelle persone: giovani, lavoratori, pensionati"

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Gramolati - "bene la manifestazione

unitaria del 13 aprile"

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