Novena a Gesù Nazareno - Cappuccine

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Novena a Gesù Nazareno Protomonastero Clarisse Cappuccine Napoli

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Novenaa Gesù Nazareno

ProtomonasteroClarisse Cappuccine Napoli

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Testi a cura di

sr. M. Rosa Lupoli osccapsr. Pia M. Scrima osccap

Finito di stampare nel mese di febbraio 2018

Soluzioni Grafiche - Napoli081 449006

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NOVENA A GESÙ NAZARENONOTIZIE STORICHE

L’immagine che noi monache Clarisse Cappuccinedi Napoli veneriamo, s’ispira alla statua di NostroPadre Gesù Nazareno, vestito con un abito viola ebroccati d’oro, con le mani legate da una corda econ una corona di spine fissata su capelli veri. La sta-tua vuole riprodurre la scena della Passione quandoPilato dopo aver interrogato Gesù lo porta fuori nelpretorio e lo presenta al popolo dicendo: “Eccol’uomo”.Il divin Redentore è colto in un momento storico esolenne della sua vita: non ha uno sguardo maestosoma umile e sereno, rivolto in basso ma allo stessotempo cosciente di quanto gli sta accadendo.Gesù Nazareno, meglio conosciuto come il Cristodi Medinaceli, si trova nella meravigliosa Basilica diNuestro Padre de Medinaceli nel centro di Madrid,oggi affidata ai padri Cappuccini, dove è molto ve-nerato ed è protagonista di una spettacolare proces-sione il Venerdì santo, durante la quale vieneomaggiato anche da un rappresentante della Casareale di Spagna e da tanti devoti, alcuni con le ca-tene ai piedi, lungo le strade madrilene(cfr. www.archimadrid.es/jesusmedinaceli).Questa devozione ha alle spalle una lunga e meravi-gliosa storia.

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Nel 1600 la statua lignea di Gesù Nazareno, alta m1,73, opera di un artista sivigliano, viene donata allachiesa dei Cappuccini che si trovava a Mamora, cittàmarocchina fortificata appartenente alla Spagna, in-sieme ad altre immagini sacre. Il 26 aprile 1681 lafortezza di Mamora fu assediata e conquistata neigiorni successivi da un esercito di Mori del re MuleyIsmail, che presero in ostaggio, oltre ai prigionieri,le immagini sacre trovate in chiesa e le portarono aMequinez, alla corte del re.Le immagini subirono oltraggi di ogni genere e lastatua di Gesù Nazareno fu addirittura gettata in unletamaio, fino a quando un frate laico, fra Pedro deLos Angeles dei padri Trinitari Scalzi, in virtù delsuo carisma, chiese il riscatto di sette immagini sacrein cambio di sette mori, che il re avrebbe potuto sce-gliere tra i prigionieri catturati dagli spagnoli con lacondizione che il religioso sarebbe stato bruciatovivo se non avesse tenuto fede all’accordo. Il re ac-cettò a patto che il frate trovasse il denaro corrispon-dente al peso della statua che era di legno massiccio.Al momento del peso bastarono 30 monete d’oroche il re Carlo II aveva inviato per il riscatto, a sim-bolo dei 30 denari con cui Giuda aveva vendutoGesù. Da quel momento la statua fu considerata miraco-losa dai cristiani ma accese l’ira dei musulmani chevolevano incendiare la città. Una terribile peste fece

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strage nella città e i musulmani si disinteressaronodella statua, ritenendola riscattata dai 30 denari. Così le statue furono portate a Ceuta dove, al ter-mine di una solenne processione, furono collocatenel Real Convento dei Padri Trinitari Scalzi e sicantò il Te Deum di ringraziamento; il tutto av-venne il 28 gennaio 1682. Da Ceuta le statue furonoinviate ad Algesiras e da lì al convento dei TrinitariScalzi di Siviglia e vi rimasero fino alla fine di luglio.Nella seconda quindicina di agosto le statue arriva-rono a Madrid dove ricevettero solenni festeggia-menti in riparazione delle offese subite dai Mori.A tutte fu posto il santo scapolare con una croce ce-leste e rossa dei Trinitari Scalzi e la statua di GesùNazareno fu posta sull’altare principale.Il 6 settembre ci fu una solenne processione alla pre-senza dei Reali di Spagna durante la quale il Divino Re-dentore operò numerosi miracoli sugli infermi presenti.In seguito la statua di Gesù Nazareno rimase nellachiesa dei Trinitari fino al 1835. Dopo altri trasferi-menti finalmente fu costruita dal duca di Medina-celi, per interessamento dell’Arciconfraternita dellaSchiavitù, una cappella dove la statua fu custoditasempre dai Trinitari. Nel 1890, a seguito delle sop-pressioni religiose, la cappella con Gesù Nazarenofu affidata ai Cappuccini che avevano perso tutti iloro conventi e che ancora oggi ne conservano e dif-fondono il culto.

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Statua di Nostro Padre Gesù Nazareno, in Madrid

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DEVOZIONE NEL NOSTRO MONASTERO

Il primo diffusore della devozione a Gesù Nazarenofu p. Eusebio del Santissimo Sacramento, trinitario,che estese il culto in tutti i domini spagnoli e poi, araggiera, negli altri Stati europei: Germania, Italia,Ungheria, Polonia fin nelle Indie Occidentali, attra-verso copie della scultura, quadri, stampe e meda-glie.Agli inizi del 1700 si può far risalire la nascita delladevozione al quadro di Gesù Nazareno nel nostroMonastero “S. Maria in Gerusalemme”.Secondo un’antica testimonianza, le monache, aven-done avuta per caso notizia, desiderarono conosceremeglio tale devozione e la introdussero nel Mona-stero dopo aver ottenuto dalla chiesa di S. Carlo alleQuattro Fontane dei Trinitari Scalzi in Roma, unariproduzione su tela e un libretto con le notizie.L’immagine che noi veneriamo rappresenta Gesùcon un volto sereno e con uno sguardo trasfigurato,circonfuso di luce, rivestito di un abito rosso masenza lo scapolare dei Trinitari, e con le mani legate.Ordinariamente è inserito in una cornice che recaincisi i segni della Passione. In occasione della Rivoluzione partenopea del 1799si ottenne di poter esporre pubblicamente la sacraeffigie nella nostra chiesa e fu fatto un solenne triduoa opera soprattutto della madre M. Cristina Moli-

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gnani e di p. Ignazio da Napoli cappuccino, volto ascongiurare la pace nel Regno di Napoli.Da allora, soprattutto con l’opera instancabile di sr.Agata Ferrari, la festa di Gesù Nazareno, celebratala III domenica di luglio, assunse un tale livello disolennità, con decreto della congregazione dei Riti,“che si sceglievano ogni anno esimi oratori per faresaltare le grazie che ogni giorno si ottenevano dallasacra effigie, non solo nella città e nel Regno di Na-poli ma anche all’estero: in Polonia, Russia e Ger-mania”.La data della festa è rimasta immutata per due secolifino a pochi decenni fa quando, a seguito della ri-forma liturgica del Vaticano II, il giorno è stato cam-biato; nell’anno giubilare del 2000 noi monacheCappuccine abbiamo stabilito un ulteriore trasferi-mento alla II domenica di Quaresima, ritenendo itesti liturgici di questo giorno più consoni. In taledomenica infatti la Chiesa ci invita a contemplare ilvolto trasfigurato di Cristo, che si avvia al suo mi-stero di morte e risurrezione pasquale.

“Il fatto che questa devozione sia stata tanto divul-gata è dovuto agli innumerevoli miracoli che Cristo,nostro Redentore, ha operato attraverso questa santaimmagine, i quali miracoli non è possibile riferiretutti. Basti dire per ora che non si troverà un tipo didifficoltà dalla quale, molte volte, non siano stati li-

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berati i suoi devoti, tribolazione nella quale nonabbia dato consolazione né infermità che con la suainvocazione non sia cessata. Risplende particolar-mente nel cambiare i cuori induriti e nel convertirei peccatori dai loro vizi”. (p. Eusebio, 1705).E noi monache possiamo testimoniare che, nel corsodei secoli, il “nostro” Gesù Nazareno ha operato nu-merose grazie per tutti coloro che si sono rivolti, confede, alla sua intercessione presso il Padre di ognimisericordia.E per questo, da sempre, la festa di Gesù Nazarenoviene preceduta da una novena di preparazione fattadi preghiera, meditazione dei momenti della Pas-sione di Gesù, e pratiche sacramentali come la con-fessione e la comunione eucaristica.

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NOVENAA GESÙ NAZARENO

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PREGHIERA INTRODUTTIVAPER TUTTI I GIORN I

Nel nome del Padre e del Figlio e dello SpiritoSanto. Amen.

Dal Salmo 27 (26)

1 Di Davide.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:di chi avrò timore?Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?

7 Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

8 Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!».Il tuo volto, Signore, io cerco.

9 Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo.Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

10Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto.

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11Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie.

12Non gettarmi in preda ai miei avversari.Contro di me si sono alzati falsi testimoni che soffiano violenza.

13Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

14Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

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PRIMO GIORNOLA CATTURA DI GESÙ

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 1-5a

1Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoidiscepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era ungiardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2AncheGiuda, il traditore, conosceva quel luogo, perchéGesù spesso si era trovato là con i suoidiscepoli. 3Giuda dunque vi andò, dopo aver presoun gruppo di soldati e alcune guardie fornite daicapi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccolee armi. 4Gesù allora, sapendo tutto quello che do-veva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cer-cate?». 5Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disseloro Gesù: «Sono io!».

Non c’è bisogno di Giuda. Il suo peccato è inutile.Le pianificazioni, le attese del traditore s’infrangonocontro la muraglia invalicabile della libertà di Cristo,che va al sacrificio perché lui stesso l’ha voluto, inobbedienza al Padre, e non perché alcun vero uomopotesse costringervelo con la forza o con l’inganno.Addolora il pensiero che abbia usato il segno piùdolce dell’amicizia come strumento di odio.

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Gesù Nazareno, ti chiediamo di rimanere tra i tuoiamici anche quando i tuoi progetti conducono allacroce e al fallimento. Non permettere che ti ab-bandoniamo o ti tradiamo. Fa’ che in quell’ora ri-suoni in noi la tua voce: «Chi cerchi? Sono io!».

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

SECONDO GIORNOGESÙ DIFENDE I SUOI DISCEPOLI

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 5b-11

5bVi era con loro anche Giuda, il traditore. 6Appenadisse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero aterra. 7Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Ri-sposero: «Gesù, il Nazareno». 8Gesù replicò: «Vi hodetto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate chequesti se ne vadano», 9perché si compisse la parolache egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno diquelli che mi hai dato». 10Allora Simon Pietro, cheaveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo delsommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quelservo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro:

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«Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre miha dato, non dovrò berlo?».

I discepoli, impauriti dall’arrivo dei soldati e delle guar-die, si rifugiano presso Gesù. Egli è la loro sicurezza esanno che con lui non accadrà loro nulla di male. Infattivedono questa accozzaglia cadere l’uno sull’altro,come legna secca, non appena il Maestro si fa avanti eli interroga. Poi però egli cede e si lascia prendere. Tut-tavia ha ancora un gesto di autorità, non per sé ma avantaggio dei discepoli, affinché siano liberi un giornodi scegliere. Infatti essi hanno dimenticato gli annuncidella passione e non vogliono morire. Tutti, abbando-natolo, scapparono.

Gesù Nazareno, ti chiediamo di seguirti non solosull’onda dell’entusiasmo e della commozione, masoprattutto quando prendi la via della croce, af-frontando l’ignoto e l’odio del mondo, e di ri-spondere sì al tuo invito.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

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TERZO GIORNOGESÙ VIENE LEGATO

E CONDOTTO DA ANNA

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 12-14

12Allora i soldati, con il comandante e le guardiedei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13e lo con-dussero prima da Anna: egli infatti era suocero diCaifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14Caifaera quello che aveva consigliato ai Giudei: «È con-veniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Violenza inutile quella che si scaglia contro Gesù. Nonsono loro che lo prendono, è lui che si offre. Sarebbetutto sprecato, tutto inutile, spade, bastoni e corde, selui non volesse. Pensano di averlo sotto controllo soloperché gli hanno legato le mani e s’illudono che a con-durlo siano loro.

Gesù Nazareno, rappresentato con le mani legate,donaci di comprendere che, pur fermato dalla vio-lenza degli uomini, sei più che mai libero per unamore che sembrerà scandalo e follia. Facci entrarein questo amore!

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

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QUARTO GIORNOGESÙ VIENE INTERROGATO DA ANNA

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 19-24

19Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù ri-guardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20Gesùgli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; hosempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dovetutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulladi nascosto. 21Perché interroghi me? Interroga quelliche hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sannoche cosa ho detto». 22Appena detto questo, una delleguardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo:«Così rispondi al sommo sacerdote?». 23Gli risposeGesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male.Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24AlloraAnna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

Nel cuore della notte Gesù si trova legato e solo difronte ad Anna, suocero di Caifa, che era stato sommosacerdote e, pur non essendo in carica, godeva digrande autorità. Con astuzia quest’uomo cerca d’inda-gare le intenzioni del maestro e Gesù risponde, con di-gnitosa franchezza, che vengano ascoltati quelli che

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hanno udito le sue parole. Di scatto una guardia loschiaffeggia; così inizia una violenza che proseguiràsempre più forte. Lo schiaffo lo umilia ed esprime ilvuoto della ragione; Gesù al contrario tratta chi lo hapercosso con dignità.

Gesù Nazareno, non stancarti mai di venirci acercare e di riconsegnarci ogni giorno la libertà delnostro consenso al tuo amore incondizionato.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

QUINTO GIORNOGESÙ DAVANTI A PILATO

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 28-32

28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel preto-rio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio,per non contaminarsi e poter mangiare laPasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò:«Che accusa portate contro quest’uomo?». 30Gli ri-sposero: «Se costui non fosse un malfattore, non tel’avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro:«Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra

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Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consen-tito mettere a morte nessuno». 32Così si compivanole parole che Gesù aveva detto, indicando di qualemorte doveva morire.

Pilato non sembra voler avallare le decisioni di queisudditi turbolenti; ne conosce la malizia e l’invidia esa-sperata verso Gesù. Dinanzi a un’accusa generica cheessi portano, egli ribatte che questa non può riguardarel’autorità romana, che ha lasciato agli ebrei la facoltà didirimere le loro questioni religiose. Allora i capi del po-polo danno un’improvvisa svolta al processo e chie-dono la condanna a morte di Gesù, confermando lepredizioni che lui aveva fatto sul modo in cui sarebbemorto: crocifisso!

Gesù Nazareno, che a volte riesci più gradito al poterecivile piuttosto che a quello religioso, facci accoglierele dolorose e impreviste situazioni della vita, che sonoprovocate da quelli che riteniamo più vicini a noi.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

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SESTO GIORNOGESÙ É INTERROGATO DA PILATO

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 33-38

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamareGesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù ri-spose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno par-lato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno conse-gnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Ilmio regno non è di questo mondo; se il mio regnofosse di questo mondo, i miei servitori avrebberocombattuto perché non fossi consegnato ai Giudei;ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilatogli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lodici: io sono re. Per questo io sono nato e per questosono venuto nel mondo: per dare testimonianza allaverità. Chiunque è dalla verità, ascolta la miavoce». 38Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disseloro: «Io non trovo in lui colpa alcuna».

Pilato interroga Gesù sull’unica ragione che potrebbeallarmare Roma, chiedendo se lui fosse il re dei Giudei.Gesù vuole sapere se la domanda di Pilato ha un signi-

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ficato religioso o politico. Pilato a sua volta continua ainterrogarlo per dargli la possibilità di difendersi. Ma leparole di Gesù lo sorpassano, comunicando il misterodell’incarnazione a una mente pagana che, se da unlato vuole esercitare la giustizia, dall’altro non è inte-ressata alla verità fino a mettere in questione la sua car-riera.

Gesù Nazareno, fa’ che la verità che sei venuto arivelarci abiti i nostri giorni e le nostre opere, tra-sformando la nostra vita.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

SETTIMO GIORNOGESÙ VIENE FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 1-6

1Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagel-lare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine,gliela posero sul capo e gli misero addosso un man-tello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano:«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

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4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io velo conduco fuori, perché sappiate che non trovo inlui colpa alcuna». 5Allora Gesù uscì, portando la co-rona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disseloro: «Ecco l’uomo!». 6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardiegridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loroPilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui nontrovo colpa».

Pilato spera di ammorbidire le posizioni degli avversarifacendo flagellare Gesù. Ottiene invece un nuovo mar-tirio per il divino prigioniero. Gesù flagellato è l’inno-cente che paga per tutti. L’innocente, che per noi si èfatto peccato ed è stato trattato da peccato, tanto daessere sfigurato, diventa oggetto di divertimento e de-risione da parte dei soldati, con la pantomima della co-ronazione di spine.

Gesù Nazareno, tu lasci fare, non reagisci, per-metti che gli uomini ti sfigurino, perché in quelvolto gli uomini possano ritrovare la forza di tor-nare ad avere gli stessi sentimenti tuoi, abbando-nando ogni odio e violenza.

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OTTAVO GIORNOPILATO CERCA DI LIBERARE GESÙ

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 7-11

7Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge esecondo questa Legge deve morire, perché si è fattoFiglio di Dio».

8All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor piùpaura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù:«Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede rispo-sta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non saiche ho il potere di metterti in libertà e il potere dimetterti in croce?». 11Gli rispose Gesù: «Tu non avre-sti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse statodato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a teha un peccato più grande».

Pilato ha con supponenza ammonito Gesù di avere ilpotere di metterlo in libertà e il potere di metterlo incroce. Gesù gli replica che, in realtà, l’esito sarà unosolo ed è già previsto e tracciato dal Padre, che nellamorte del Figlio compie il suo progetto salvifico ben più“alto” della semplice esecuzione capitale a cui pensa ilprocuratore romano.

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Gesù Nazareno, facci capire che la tua morte, de-cisa da altri, è segno di vicinanza alla nostra realtàumana del vivere e del morire, e diviene ancheprincipio di trasfigurazione e liberazione della no-stra mortalità con la successiva risurrezione.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

NONO GIORNOGESÙ É CONDANNATO A MORTE

E CROCIFISSO

Preghiera introduttiva pg. 12

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 12-19

12Da quel momento Pilato cercava di metterlo inlibertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui,non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mettecontro Cesare». 13Udite queste parole, Pilato fececondurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nelluogo chiamato Litòstroto, in ebraicoGabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mez-zogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostrore!». 15Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifig-gilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostrore?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo

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altro re che Cesare». 16Allora lo consegnò loro per-ché fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17ed egli, por-tando la croce, si avviò verso il luogo detto delCranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero econ lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra,e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscri-zione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesùil Nazareno, il re dei Giudei».

Tutti gli espedienti e le difese maldestre di Pilato s’in-frangono contro l’odio assassino dei capi del popolo,che devono eliminare Gesù perché non incasellabile econtinuamente fuori controllo. Alla fine lo consegna aiGiudei perché lo crocifiggano. Tuttavia nessuno potràtogliergli la cocente coscienza di non aver potuto eser-citare la giustizia, cedendo alla propria debolezza e allapaura di perdere la sua carica.

Gesù Nazareno, che finché hai avuto voce hai vo-luto essere luce per tutti, disperdi le tenebre delmio cuore e donami che la tua verità, la tua umiltàsiano in me beata fiducia nella tua forza, che alloravince quando tu sei innalzato sulla croce e attraitutto a te, anche me.

PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27

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PREGHIERAA GESÙ NAZARENO

Dolcissimo Gesù Nazareno, che riveli il tuo volto

a chi ti cerca con sincerità, rinsalda la nostra fede

nel mistero della tua passione e Risurrezione.

Donaci un cuore docile che accolga la tua misericordia

che è da sempre. Liberaci da tutte le nostre angosce

e nelle necessità presenti consolaci e accordaci

la grazia che ti chiediamo.

Gloria al Padre…

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