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Notiziario della Federazione Mandolinistica Italiana Periodico Trimestrale - Anno XIX - n. 1 - Marzo 2008

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Notiziario della Federazione Mandolinistica ItalianaPeriodico Trimestrale - Anno XIX - n. 1 - Marzo 2008

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Plectrum - Notiziario trimestrale della FMIAutorizzazione del Tribunale di Treviso del 09.05.2005 - Reg. n. 13

ANNO XIX - n. 1 - Marzo 2008Direttore responsabile: Michele De LucaRedazione: 31029 Vittorio Veneto /TV - Via S. Mor, 28 tel. 0438.560860 - e-mail: [email protected] grafica: Paola Checchi

Plectrum viene inviata ai suoi soci FMI in regola con il pagamentodelle quote di iscrizione annuale.Soci individuali euro 15,00Soci collettivi euro 100,00Versamento su ccp 37243722 intestato a:FMI - Via S. Mor, 28 - 31029 Vittorio Veneto /TV

EDITORIALE

“CARO PLECTRUM” ci hanno scritto:la Federazione Mandolinistica Molisana,l’Accademia Musicale “Arcangelo Corelli”,Carlo ed il “Confuoco”

BRUNETTO BARDAZZI (1877 - 1950)un CD dell’orchestra “Ottocento Toscano”

LA MAGIA DEL BORGO, CHITARRA E ALTRO....2007Brisighella (Ferrara) 19a edizione di Edoardo Farina

UN SECOLO DI MUSICA A COMO

CIRCOLO MANDOLINISTICO “FLORA 1892”di Luisella Monti

KAZE: VENTOun CD di Carlo Aonzo e Katsumi Nagaoka

I MANDOLINI DEI NEBRODIdi Calogero Emanuele e Nino Indiano

“SONATOR DI LIRA E DI LIUTO”note su alcune opere di Gaudenzio Ferraridi Mariagrazia Carlone

CONCERTO DI CAPODANNODELL’ORCHESTRA A PLETTRO “GINO NERI”DIMITRI NICOLAU

ORCHESTRA A PLETTRO“CLAUDIO E MAURO TERRONI”

“SPULCINELLANDOFRALECORDE”mostra ed eventi musicalidell’associazione culturale MusicArte di Caserta

SOMMARIO

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EDITORIALE

Cari amici“Evoluzione dell’antica tradizione”.Con questa dedica Raffaele Calace jr. presenta il nuovo mandolino della liuteria omonima, dedicato alla figlia Annamaria, un mandolino che evidenzia rilevanti innovazioni e che è già stato accolto molto favorevolmente specialmente in Giappone. Noi speriamo di presentarvelo, in tutti i suoi dettagli, nel prossimo numero, per intanto ci preme sottolineare che Raffaele Calace jr., con la generosità che lo ha sempre distinto, ne ha offerto un esemplare come premio al vincitore del prossimo concorso Raffaele Calace di Pignola, il paese in provincia di Potenza dove nacque Nicola Calace, il capostipite della Famiglia.

Già, il concorso di Pignola (23 – 24 Agosto 2008) che, con la fattiva collaborazione della locale Associazione

culturale “Il Focolare”, giunge alla sua quinta edizione.

La Federazione Mandolinistica Italiana sta pensando di realizzare l’Orchestra a Plettro Giovanile Italiana sul modello di quella europea denominata EGMYO (European Guitar and Mandolin Youth Orchestra). L’iniziativa, la cui importanza culturale e sociale non ha bisogno di commenti, s’intende rivolta in particolare agli studenti delle classi di mandolino e chitarra dei conservatori, ma é ovviamente aperta a tutti i ragazzi e le ragazze (15-25 anni) che dimostrino un’adeguata preparazione. Siamo consci del fatto che, creare una orchestra autonoma come l’orchestra europea presupponga organizzazione e struttura e non sarà quindi un lavoro facile, specie se, come noi

intendiamo, si vuol garantire serietà nella continuità. Ma la prospettiva di poter creare, per i giovani che partecipano, un ambiente stimolante, dinamico e culturalmente proiettato nel futuro, è ciò che maggiormente ci entusiasma.Può essere anche l’occasione per coinvolgere i direttori delle orchestre a plettro, un momento di confronto tra le varie scuole mandolinistiche attuali... Sappiamo anche che l’esperienza dell’orchestra giovanile Italiana è già stata attuata due volte e non vorremmo che, come in passato, per vari motivi, dopo l’entusiasmo iniziale, lentamente si dileguasse nella disorganizzazione.

E’ una scommessa e noi la vogliamo tentare.

Artemisio Gavioli

3marzo 2008

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Spett. Federazione Mandolinistica Italiana la scrivente Federazione del Molise è promotrice del “1° Galà Nazionale del Mandolino”. Il progetto nasce dalla passione per la musica a plettro e dal forte legame che essa ha con le tradizioni popolari di cui è essa stessa espressione. Le melodie, gli strumenti, i temi affrontati hanno genesi molto antiche e affondano le loro radici nella vita quotidianamente vissuta dai nostri avi. Nella musica tradizionale rivivono i sentimenti e i momenti più signifi cativi della nostra storia passata e recente. Il rispetto per tali valori e per la cultura espressa dalla musica a plettro ci impone un ritorno al passato dal quale veniamo e ci fa tornare alla mente piacevoli ricordi che credevamo oramai dimenticati. La forza di tale legame è presente in questo progetto che ha lo scopo di rivalutare e riscoprire le nostre origini e tradizioni popolari attraverso la musica e gli strumenti che le appartengono. Tale iniziativa vuole analizzare ed approfondire i contenuti artistici della musica a plettro e le vicende che ne hanno caratterizzato la nascita e l’evoluzione.La manifestazione che avrà luogo il 24 e 25 Aprile prossimi si articolerà in due diversi momenti tra di loro coordinati. In primo piano ci sarà il concerto dell’Orchestra Mandolinistica “Gino Neri” di Ferrara presso il Teatro Savoia di Campobasso e, da corollario, una mostra di strumenti a plettro di diversa provenienza e caratteristiche e un incontro/lezione sul mandolino e sulla liuteria di questo strumento che è tanto apprezzato e che recentemente è stato rivalutato da molte composizioni, a cura del M° Liutaio Gabriele Pandini, nei locali del Circolo Musicale “P. Mascagni” di Ripalmosani. All’interno di questo percorso, ed in particolare nel corso della mostra, ci saranno approfondimenti su strumenti a plettro e sulla musica tradizionale. La lezione di liuteria coinvolgerà anche l’Istituto Comprensivo – Scuola Media – di Ripalimosani e la mostra verrà arricchita, inoltre, dall’esposizione di un mandolino dell’ultima generazione al fi ne di evidenziare l’evoluzione che questo strumento ha avuto nel corso dei secoli. La scelta dell’Istituto Comprensivo di Ripalimosani non ricade a caso. In questo centro, alle porte del capoluogo, opera il Circolo Musicale “Pietro Mascagni” ONLUS. Esso nasce nel 1980 dalla passione dei ripesi per la musica a plettro, tipicamente riprodotta da mandolini e chitarre. Tale genere di musica ha radici antiche nella cultura musicale della nostra provincia in quanto il mandolino è stato importato nelle nostre terre dai funai che si recavano a Napoli, città del mandolino per antonomasia, per acquistare la materia prima della quale si servivano per tessere le loro funi: Ripalimosani ne era il centro propulsore.Dal 1980 ad oggi questa Associazione ha visto dapprima la creazione al suo interno di una scuola per l’insegnamento del mandolino e della chitarra classica (corredate dai corsi di teoria, grammatica musicale, storia della musica e pianoforte complementare) e successivamente l’istituzione di un’orchestra stabile a plettro, quale logica prosecuzione dell’attività di studio intrapresa all’interno della scuola. Attualmente la scuola di mandolino dell’associazione è l’unica istituzione scolastica del meridione, nella quale si effettuano corsi, completamente gratuiti.Il coordinamento e gran parte della realizzazione dell’intero progetto, avverrà a cura della Federazione Mandolinistica Molisana che si avvarrà della collaborazione del Circolo Musicale “P. Mascagni” di Ripalimosani per l’allestimento della mostra, dell’incontro/lezione e della preziosa collaborazione del noto M° Gabriele Pandini, in qualità di relatore all’incontro sulla liuteria del mandolino e dell’Orchestra Mandolinistica “G. Neri” di Ferrara per il concerto in programma. Per quanto su esposto, si richiede a codesta Federazione Nazionale confi dando nella Sua acclarata alacrità, il relativo Patrocinio e la presenza per il giorno 25 aprile p.v. del Suo onorevole Presidente per la riuscita dell’evento di risonanza nazionale. Infi ne si fa richiesta di poter apporre il logo della Federazione Nazionale sulle lettere che verranno approntate per la manifestazione e sul relativo materiale occorrente al battage pubblicitario.Si ossequia e si ringrazia anticipatamente. Il Sovrintendente Federale

- Antonio Di Lauro -

Sede legale in 86025 Ripalimosani (CB) - Via Borgo Tossignano, 96

Caro Plectrum

4marzo 2008

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Caro Plectrum

5marzo 2008

Cari amici,

sono lieto di inoltrarvi le foto che ho appena ricevuto della cerimonia del Confuoco, la manifestazione savonese consuntiva annuale che ogni anno premia un cittadino chesi e’ particolarmente distinto. Siccome questo e’ il frutto non solo del lavoro mio singolo, desidero condividere questo riconoscimento con voi che mi avete seguito aiutandomi, organizzando, scrivendo o semplicemente suonando. Un caro saluto, Carlo

Concesio 10.01.08Attenzione Sig. Michele De LucaBuon giorno e Buon anno a tutti voi!Rispondiamo al vostro E Mail datato ieri.Negli ultimi anni la nostra orchestraa plettro si è notevolmente ridotta nell’organico a causa della interruzione della attività didattica che non ha permesso la creazione di nuovi orchestrali. Attualmente siamo a livello di Ensemble, senza direttore, e raggiungiamo nel caso migliore una dozzina di elementi.I nostri concerti sono svolti localmente nella provincia di Brescia e non superano la decina di esibizioni annue, i compensi sono sempre limitatissimi e spesso sono rappresentati da un invito a pranzo.In tale situazione i pochi soldi a disposizione sono destinati all’acquisto di spartiti e qualche CD a scopo di perfezionamento. Vista la limitata attività non riteniamo di iscriverci – come è stato in passato - perché ci mancherebbero il tempo e le persone per tenere i necessari contatti e scambio di informazione e notizie.Ringraziamo per averci scritto e formuliamo i migliori auguri per la vostra iniziativa a favore dei nostri strumenti.

Molti cordiali saluti

pp. A. Corelli – Franco Beretta

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Plenilunio I mandolinisti

Omaggio a DanteMaggio cantatorePensiero melodicoScherzando

Buona PasquaCastiglion de’ PepoliLa scintillante

PathosSerenata alla spagnolaFior d’ottobreRosinaCoquetterieCapelli alla GarçonneDolce CarezzaOttocento toscano

In questo secondo CD dell’Orchestra a plettro “Ottocento Toscano” è stata condotta un’approfondita ricerca su un Autore pratese oggi quasi dimenticato: Brunetto Bar-

dazzi (1877-1950). Brunetto Bardazzi, nato a Prato il 19 maggio1877, diresse il Circolo Mandolinistico Pratese per quasi ventisei anni, fi no alla morte avvenuta il 15 ottobre

1950. Il Maestro fu un prolifi co composi-tore ed arrangiatore. Tra le composizioni originali ricordiamo pezzi per chitarra solista, mandolino e chitarra, orchestra a plettro, piccola orchestra.Sono rimasti memorabili i suoi arrangia-menti per orchestra a plettro delle opere verdiane Aida, Trovatore e Forza del De-stino.

Brunetto Bardazzi(1877 - 1950)

6marzo 2008

contatti: [email protected]

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Alirio Diaz nelle precedenti edizioni di“Magia del Borgo” a Brisighella

“Il suono dell’anima”Omaggio ad Andrés Segovia

di Edoardo Farina

A seguito della molte-plicità delle propo-

ste espresse nelle passate stagioni, nella “Magia del Borgo” 2007 è stato rite-nuto opportuno restituire alla sei corde la sua veste più intima e introspettiva dando spazio al “suono” come punto di incontro di esperienze interpreta-tive diverse, in gran parte solistiche, che vanno dal Rinascimento alla musi-ca del Novecento: la chi-tarra prima di tutto ma anche la voce, il fl auto, l’arpa, il liuto ed il vio-lino che, spaziando liberamente attraverso diversi generi musica-li, si esprimono come strumenti immediati per stabilire legami profondi e risvegliare emozioni. In particolare quattro concerti sono stati dedicati al recital so-listico di chitarra. Lo strumento qui privilegiato fi n dagli esordi (1987) è dotato di un eclettismo congenito che grazie alle scelte degli interpreti può attraversare liberamente cinque secoli di mu-sica.

Quest’anno ricorre il 20° anniver-sario della morte di Andrés Sego-via (1893 - 1987), il chitarrista che attraverso un’incessante opera

di ricerca (trascrizioni-revisioni) e di stimolo alla produzione per i compositori del ‘900, ha creato il “Recital di Chitarra”, istituzio-ne musicale assente prima di Li-

stz ideatore di quello pianistico ottant’anni prima; quindi l’im-portanza del grande musicista spagnolo va oltre la grandezza delle sue esecuzioni che peraltro lo hanno elevato a miglior chitar-rista del mondo e punto di riferi-mento per tutti gli appassionati della sua letteratura.

Dopo la decennale presenza di Alirio Diaz, oramai purtroppo assente causa indisposizione, il Festival 2007 si è articolato in 12 serate alternando poliedriche iniziative artistiche ambientate ancora una volta nei luoghi più suggestivi del territorio di Brisi-ghella quali Parco delle Terme,

“La Magia del Borgo, chitarra e altro…2007”Brisighella (Ravenna) 19a edizione

“La Magia del Borgo, chitarra e altro…2007” Brisighella (Ravenna) 19a edizione

Pieve di Tho, Borgo Fregnano, Chiesa del Suffragio, Pieve di Monte Mauro e Rocca Venezia-na, protagonisti i docenti ed altri artisti ingaggiati per l’occasione

in svariati programmi ed in diverse combinazioni strumentali. Il fulcro del-le manifestazioni è stato rappresentato come sem-pre dai Corsi che hanno impegnato insegnanti ed allievi provenienti da tut-ta Italia e dall’estero in lezioni individuali, per-formances e musica da camera per tre settima-ne consecutive a cavallo dei mesi luglio e agosto. I nuovi inserimenti sta-bili di fl auto, violino e viola hanno dato inoltre l’opportunità ai giovani

allievi chitarristi di suonare un repertorio cameristico di rara fat-tibilità e grande pregio, creando un bel vivaio ricco di molteplici interscambi di esperienze.

E veniamo ai concerti svoltisi in questa XIXa edizione della “Magia del Borgo di chitarra e altro”.

Il 18 luglio ad apertura del Festi-val, presso la Chiesa del Suffra-gio, il chitarrista Angelo Martel-li, ideatore della manifestazione, ha eseguito in qualità di solista opere di J. S. Bach e N. Paganini (quest’ultime originali per chi-tarra), poi attraverso F. Sor e F.

7marzo 2008

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“ la vihuela,.....un pò l’antenata della chitarra mo-derna nella penisola iberica ha sostituito il liuto...”

“ tra i concerti più interessanti ... quello di Massimo Lonardi”

“Festival Magia del Borgo”, concerto con Massimo Lonardi

Tarrega, protagonisti assoluti del romanticismo chitarristico, si è passati alla seconda parte intera-mente dedicata al ‘900 spagnolo con Turina, Albeniz e De Falla.

Il 21 a Pieve di Tho, concerto del compositore chitarrista Roberto Salerno, che oltre a interpretare brani tipici del repertorio Segovia-no, quali Torròba, Tansman, ha proposto pagine tratte dalla sua stessa scrittura, frutto sia di una ricerca nella tradizione europea del ‘900 (ad esempio Mompou) che di un originale approccio ai linguaggi esoterici dell’avangua-dia, creando interesse soprattutto verso gli appassionati di moder-nità e contaminazioni insolite. La serata del 23 è stata caratterizzata dall’arpa di Davide Burani che in duo con il fl autista Gabriele Betti ci hanno felicemente allie-tato attraverso l’esecuzione di musiche tratte dal barocco di J. S. Bach sino al novecento storico di N. Rota e J. Ibert inserendo un piacevole intermezzo rossiniano ed alcuni classici per arpa sola, evento musicalmente insolito a Brisighella, offrendo ai presenti la possibilità tra l’altro di visitare il suggestivo Borgo, teatro della manifestazione.

Il 27 nel Salone delle Terme, con-certo fi nale del corso di fl auto e musica da camera, tenuto dallo stesso G. Betti, durante il quale allievi provenienti da varie regio-ni d’Italia si sono esibiti in brani

di J. S. Bach, M. Giuliani, F. Schu-bert ed altri classici del reperto-rio, accompagnati dal pianoforte del maestro collaboratore Maria Pia Antoniacci.

Tra i concerti più interessanti presenti in questa edizione 2007, quello di Massimo Lonardi svol-tosi nella Chiesa del Suffragio il 28, ha rappresentato come negli anni precedenti la rara opportu-nità di dare ascolto a strumenti meno noti quali il liuto, l’arci-liuto, in questo caso la vihuela, della quale credo sia interessante essere a conoscenza dell’aspetto

organologico riguardo quella che potremmo defi nire un po’ l’ante-nata della chitarra moderna, uti-lizzata prevalentemente nella Pe-nisola Iberica dove ha sostituito il

liuto per tutto il ‘500, unico Paese dove non ne è stato principe; si è tentato di dare diverse spiega-zioni concernenti il fenomeno, e il più interessante pare sia connesso alla situazione storico-politica re-lativa alla Spagna rinascimentale dove il liuto, arrivato in Europa proprio attraverso lo stretto di Gibilterra durante il Medioevo, fu rifi utato in quanto di origine ara-

“La Magia del Borgo, chitarra e altro…2007”Brisighella (Ravenna) 19a edizione

la magia del borgo

8marzo 2008

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“ Musica d’insieme nella rara confi gurazione di cordofoni di altri tempi”

“La Magia del Borgo, chitarra e altro…2007”Brisighella (Ravenna) 19a edizione

ba. I re cattolici che nel 1492 con la caduta di Granada avevano defi niti-vamente scon-fi tto i Mori, f avor i rono così l’uso della vihue-la, strumen-to di presunte origini latine per il quale ne scrissero i maggio-ri compositori spagnoli del pe-riodo, coltivando forme musicali analoghe a quelle dei liutisti eu-ropei dell’epoca, ovvero trascri-zioni di opere polifoniche voca-li, danze a carattere popolaresco o aristocratico e libere fantasie in grado di riunire lo stile con-trappuntistico così come il carat-tere improvvisativo. La vihuela avente la medesima accordatura del liuto, venne utilizzata anche in Italia soprattutto nel meridio-ne - dove l’infl uenza iberica era molto sentita per via della domi-nazione borbonica - tant’è che a Napoli nel 1536 fu pubblicato un libro contenente opere di France-sco da Milano il più importante compositore italiano per liuto del periodo, destinate indistintamen-te ad entrambi i due cordofoni. L’originalità degli ispanici è stata qui ben rappresentata dalle per-sonalissime notazioni attraverso l’esecuzione in prima assoluta da parte di Lonardi di un repertorio costituito da autori quali E. Nar-varez, D. Pisador e Luys Milan musico e letterato, autore di una

versione del libro del cortigia-no di Baldassar Castiglione

e dall’ultimo brano in programma “Fanta-

sia que contahaze la harpa” dove l’auto-re Alonso Mudarra scrive addirittura

una breve sezione po-litonale anticipando un

procedimento compositivo riscoperto solo nel ‘900.

Ultima settimana di luglio per la conclusione del corso di violino e quartetto d’archi tenuto da Mar-co Facchini prestigioso docente

del Festival, dove nel Salone del-le Terme attraverso l’esibizione di giovani e giovanissimi allievi si sono apprezzate diverse forma-zioni cameristiche comprendenti anche il pianoforte e la chitarra nell’arrangiamento di musiche di A. Vivaldi, A. Corelli, N. Pagani-ni e L. Van Beethoven.

Ma è all’interno della suggestiva cornice dell’antico Tempio Ro-manico presso la sede di Pieve di Tho, che si è svolto forse il mi-glior appuntamento del festival nell’ambito fi nale dello stage di liuto e musica antica tenuto dal-lo stesso Massimo Lonardi. Al-tissimo livello per merito di una “rivisitazione” assai fi lologica,

conseguenza dell’intenso studio e la rigorosa preparazione matu-rata nella master class, il 31 sono state eseguite intavolature italia-ne ed inglesi del primo Barocco, (G. Frescobaldi, G. Kapsberger G. Caccini, F. Corbetta, J. Dow-land,…), tramite l’esibizione di Silvia Toffano – soprano, Fran-cesca Ferrari, Mirko Busatto ed Edoardo Farina – liuti a diversi cori, Leopoldo Saracino – chitar-ra barocca.

Musica d’insieme nella rara con-fi gurazione di cordofoni di altri tempi, quindi, con in più l’alter-

nanza solistica dei musicisti, han-no offerto la possibilità di cono-scere anche singolarmente tocca-te e ricercari dall’armonia moda-le oggi estinta, attraverso stilemi dalla timbrica desueta. Si è giunti così felicemente al termine com-plice un fantastico immaginario rinascimentale che l’ensemble è riuscito a corredare, generando calorosissimo apprezzamento da parte dei numerosi presenti an-che se in parte inesperti e “nuovi” riguardo quanto avvenuto prima di Bach.

Tra i sotto indicati incontri di agosto, sempre nel Parco delle Terme, si è svolto quello fi nale del corso di chitarra di Letizia

la magia del borgo

la magiadel borgo

9marzo 2008

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Guerra, già docente presso il Conservatorio di Pescara e con all’attivo una carriera decennale

di insegnamento. Numerosi i suoi allievi, tra i quali Daniela Visani, Anita Marullo, Francesco Feola, il piccolo Piero Florio – autenti-ca promessa della chitarra…, che nella amena cittadina romagnola hanno avuto modo di perfezio-narsi ed eseguire opere tratte sia dal repertorio classico, (G. Bre-scianello, M. Giuliani, L. Legna-ni…), che del novecento italiano, spagnolo, latino-americano (M. Castelnuovo Tedesco, A. Barrios Mangorè, M. M. Ponce…).

Altro nome di spicco tra le nuove generazioni di chitarristi è rap-presentato da Enea Leone, vin-citore di numerosi concorsi inter-nazionali, allievo di Oscar Ghi-glia a Basilea, attualmente uno dei migliori in carriera. Dopo i successi riconosciuti negli ultimi anni collocandosi nei più presti-giosi d’Europa, è tornato a Brisi-ghella dapprima nella Chiesa del Suffragio tramite un repertorio di sicuro impatto emotivo e di grande interesse per gli addetti ai lavori, mediante l’esecuzione di F. Sor, J. Rodrigo, R. Dyens, A. Barrios; poi in altra data presso

“ ... presso la Rocca Veneziana per la presentazione uffi ciale del nuovo cd Eleven interamente dedicato al compositore romano Ennio Morricone ...”

la magia del borgo

la Rocca Veneziana per la pre-sentazione uffi ciale del nuovo cd Eleven interamente dedicato al

compositore romano Ennio Mor-ricone recante musiche originali trascritte per chitarra sola, dan-do prova del suo grande talento in una serata assai originale.

Leopoldo Saracino, docente di chitarra presso il Conservatorio Monteverdi di Bolzano, dopo aver vinto prestigiosi concorsi, aver spaziato dal recital alla mu-sica da camera dell’ottocento con strumenti originali, inciso dischi ed effettuato tantissimi concerti, ha maturato l’esperienza della chitarra barocca proprio a Brisi-ghella sotto la guida di Massimo Lonardi, con la quale ha effettua-to un recital il 6 agosto ancora una volta nella splendida sede di Borgo Fregnano dai due tempi distinti, dapprima esponendo i più importanti autori che hanno scritto per questo strumento nel diciassettesimo secolo italiano, quali L. Roncalli, F. Corbetta…, poi con i più signifi cativi rappre-sentanti delle Scuole Nazionali Americane, quali A. Lauro, A. Piazzolla, P. Bellinati, utilizzan-do per questi ultimi ovviamente una De Torres di tipo tradiziona-

le.

Con la serata di Ferragosto, pro-tagonista un variegato ensemble strumentale presso la Pieve di Santa Maria Assunta in Tiberia-co “Monte Mauro”, si è concluso il festival “La Magia del Borgo”; sul palco la giovanissima Beatri-ce Martelli ed il maestro Facchi-ni entrambi al violino, ancora il fl autista Gabriele Betti, Angelo Martelli – chitarra, hanno esegui-to autori a cavallo tra il settecen-to ed il romanticismo, tra l’altro prezioso evento musicale econo-micamente devoluto ai lavori di ristrutturazione della canonica.

Ottimo lavoro, complessivamen-te, da parte del direttore artistico Angelo Martelli, che ancora una volta ha dimostrato serietà e pun-tiglio organizzativo offrendo la possibilità ad una buona cerchia di giovani musicisti di poter tra-scorrere delle bellissime vacanze musicali utilizzando come sede una delle località più suggesti-ve della Romagna, dando loro modo di confrontarsi effettuando concerti sia in qualità di solisti che cameristici, riscoprendo am-bienti architettonici meravigliosi diversamente sconosciuti…

10marzo 2008

“La Magia del Borgo, chitarra e altro…2007”Brisighella (Ravenna) 19a edizione

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Concerto di Natale dell’Orchestra a plettro “Flora 1892”

Il concerto che l’Associazione Carducci dedica alla fi gura di

Arrigo Cappelletti il 22 genna-io p.v. è un doveroso anche se tardivo omaggio che la nostra città rende a una delle sue più importanti personalità musica-li. Nato a Como nel 1877 Arrigo Cappelletti vi trascorse tutta la vita, alternando all’opera di in-segnante e di direttore dell’Isti-tuto Musicale Carducci quel-la di organista della Basilica di S. Fedele ( dal 1907 al 1928) e di direttore per un trentennio del Circolo mandolinistico “Flora” che formò e portò a grandi af-fermazioni internazionali. Ma è soprattutto come compositore che Arrigo Cappelletti eccelse, rivelando un precoce talento che lo portò, dopo essersi diploma-to in pianoforte e composizione nel 1900 al conservatorio di Bo-logna, a ottenere molto presto e senza alcun aiuto riconoscimenti internazionali per le sue compo-sizioni per orchestra e per orga-no (si ricorda il primo premio da lui ottenuto a Parigi nel 1911 in un Concorso Internazionale di musica per organo cui parteci-pò anche Marco Enrico Bossi). Il concerto del 22 gennaio all’Isti-tuto Carducci, voluto dal nipote omonimo, jazzista di fama e at-tualmente docente di jazz pres-so il conservatorio di Venezia, è abbastanza articolato e mostra i vari aspetti dell’attività del non-no, compositore instancabile e onnivoro. Comprende una com-

posizione per orchestra a plettro, “Intermezzo romantico”, scritta nel ’27 per l’orchestra “Flora”, ed eseguita ora sotto la direzio-ne del Maestro Marzio Mariani, la “Sonata per organo da con-certo”, raramente eseguita per la sua diffi coltà ed affi data a un grande interprete del repertorio organistico post-romantico quale Alessandro Bianchi, la “Sonata Fantastica” del ’32 per pianofor-te, vero e proprio compendio di sapienza compositiva, già esegui-ta negli anni ’30 dal celebre Car-lo Vidusso, affi data alla pianista Maria Pia Carola, docente di pia-noforte principale al conservato-rio di Milano, il “Trio in mi mi-nore per violino, violoncello e pianoforte” del ‘38, mai eseguito dopo la morte del Maestro nel 1946, che rivive nella esecuzione di due docenti del conservato-rio di Como, la violinista Dona-tella Colombo e il violoncellista Daniele Bogni, e dello stesso ni-

da Arrigo Cappelletti Senior......ad Arrigo Cappelletti Junior

pote al pianoforte. Da queste composizioni emerge l’immagi-ne di una personalità musicale dotata di una prepotente vena lirica e drammatica, infl uenzata dal verismo di inizio ‘900 (Ma-scagni fu tra i suoi maestri), ma anche singolarmente aperta agli infl ussi culturali dell’Europa fra le due guerre, Hindemith e Bar-tok su tutti, come testimoniano le ardite modulazioni e l’uso quasi ‘jazzistico’ di sincopi e poliritmi. Ed è proprio per sottolineare la continuità di una eredità musica-le che il nipote Arrigo Cappelletti ha deciso di concludere il concer-to dedicato al nonno con alcune sue “Composizioni-improvvi-sazioni per trio jazz” accompa-gnato dai fi di Tito Mangialajo al contrabbasso e Nicola Stranieri alla batteria, nella certezza che il nonno approverebbe.

“ Un secolo di musica a Como”

11marzo 2008

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Verso il 1890 un gruppo di fl o-ricoltori, o giardinieri se più

vi piace, di quelli che di padre in fi glio ricamavano con i mughetti e le viole, con le rose e i giacinti, i parterres delle ville che si spec-chiano nel 1° bacino del lago di Como, prese l’abitudine di riu-nirsi per strimpellare col man-dolino orecchiabili arie paesane. Con spiritosa e bonaria modestia costoro si autodefi ni-rono “i senza òregia”, espressione dialetta-le che signifi ca senza orecchio, ossia stonati.Ma stonati non dovevano essere, se da principio i padro-ni delle ville, poi gli abitanti dei paesi vicini e fi nalmente i turisti, formarono un pubblico sempre più compatto ed entusiastico. I giardinieri ‘senza òregia’ in bre-ve fondarono un loro circolo, che chiamarono Flora, con evidente allusione alle profumate origini dei partecipanti e si misero alla ricerca di un maestro che orche-strasse il loro complesso.

Uno dei primi maestri del Flora, fu il valente e mai dimenticato Arrigo Cappelletti, il quale die-de modo ai soci della bizzarra e poetica associazione, di per-fezionarsi al punto da potersi esibire davanti al pubblico non solo italiano ma anche straniero. I successi non tardarono ad arri-vare e ai 13 giardinieri fondatori si aggiunsero altri mandolinisti

fi no a raggiungere la quarantina di elementi con sede dapprima presso la trattoria Isolabella in Borgovico e dagli inizi del ‘900, presso l’Istituto Carducci per volontà dell’ing. Enrico Musa. Dai crescenti successi di Vicenza, Cremona, Lodi, Losanna, Parigi

e molti altri, fi no alla orga-nizzazione del Concerto

Nazionale per quartetti a plettro si può com-prendere l’impulso dato dal Maestro Cap-pelletti nel far ‘fi orire

il Flora’. Nel 1947, gra-zie all’organico raggiunto

e ai validi maestri che si era-no succeduti alla guida del com-plesso, la denominazione venne modifi cata in Orchestra a plettro “Flora 1892”.

Ma i tempi cambiano, le tenden-ze anche e dopo tante apprez-zate affermazioni nazionali e internazionali, per il mandolino e per il Flora sopraggiunsero momenti di scarso interesse, su-perati grazie all’affezionata de-dizione del maestro Marzio Ma-riani e dei suoi 15 esecutori che ne mantengono viva l’attività a distanza di 117 anni, fi duciosi di riguadagnare il sostegno e l’ap-prezzamento del pubblico e al gradito riconoscimento cittadi-no dell’Abbondino d’Oro.

Luisella MontiVice presidente Orchestra Flora

ProgrammaA. Cappelletti seniorIntermezzo romantico

Orchestra a plettro “Flora 1892”diretta dal M° Marzio Mariani

A. Cappelletti seniorSonata per organo da concerto

All’organoM° Alessandro Bianchi

A. Cappelletti senior Sonata Fantastica per pianoforte

Al pianoforte, Maria Pia Carola

A. Cappelletti senior Trio in mi minore per violino

violoncello e pianoforteDonatella Colombo, violinoDaniele Bogni, violoncello

A. Cappelletti junior, pianoforte

A. Cappelletti JuniorComposizioni-improvvisazioni

per trio jazz A. Cappelletti J, pianoforte

Tito Mangialajo, contrabbassoNicola Stranieri, batteria

UN SECOLODI MUSICAA COMO

Circolo Mandolinistico “Flora 1892”

12marzo 2008

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L a musica attraverso il tempo sulle ali del Vento. Impetuoso fl usso, travolgente passione,

incanto del seme della vita, scorre verso sconfi nati orizzonti.

Carlo AonzoNato a Savona, ha seguito la tradizione mandolinistica famigliare, studiando prima con il padre, poi al conservatorio di Padova con Ugo Orlando. Fonda e di-rige l’Orchestra a Pizzico Ligure e svolge intensissima attività concertistica interna-zionale.Nel 2006 istituisce l’Accademia Interna-zionale di Mandolino per la divulgazione della tecnica mandolinistica italiana e tiene numerosi corsi in Europa ed Ame-rica tra i quali il Manhattan Mandolin Work-shop di New York.Attualmente è considerato per tecnica ed espressività tra i mandolinsiti italiani più rappresentativi

Katsumi NagaokaNato a Kochi (Giappone), inizia gli studi musicali con il padre e si perfeziona suc-cessivamente con J. Gonzales, N. Yepes L. Brower. Nel 1980 si trasferisce in Italia e termina gli studi con A. Gilardino, dipl-mandosi nel 1989 a pieni voti al Conser-vatorio di Alessandria e vince numerosi concorsi nazionali ed internazionali.Attualmente vive a Genovadove svolge attivitàdidattica e concertisticacome solista ed informazioni da camera. Con le sue nuove composizionista ottenendo riconoscimentiin tutto il mondo.

La musica attraverso il temposulle ali del Vento

Katsumi Nagaoka (1963) Kaze Allegretto malinconico Aria Allegro ritmico

George F. Haendel (1685 – 1759) Lascia ch’io pianga

(trascr. K. Nagaoka)

Filippo Gragnani (1768 – 1820) 3 Notturni (rev. C. Aonzo L. Verrini) Notturno n° 1 in Re Magg. andantino rondeau allegro Notturno n° 2 in Sol magg. andante rondeau moderato Notturno n.°3 in Do Magg. larghetto rondeau allegro

Silvio Ranieri (1882 – 1956) Burlesca

Katsumi Nagaoka (1963) – chitarra sola Nuvole

Carlo Aonzo (1967) - mandolino solo Ali per volare

Carlo Munier (1859 – 1911) Concerto n.° 1 in Sol Magg. (eseguito dall’autore e premiato con medaglia d’oro al 1° Concorso Nazionale Mandolinistico – Genova 1892)

Bartolomeo Bortolazzi (1772 – 1820?) Tema IV con variazioni Op.10 in La Magg. (arrang. W. Krumbach)

Raffaele Calace (1863 – 1934) Serenata Malinconica

Enrico Marucelli (1877 – 1907) – quartetto Valzer Fantastico (C. Aonzo 2° mandolino e mandola)

CD - KAZE: VENTOcontatti: [email protected]

Katsumi Nagaoka (1963) Allegretto malinconico Aria Allegro ritmico

George F. Haendel (1685 – 1759) Lascia ch’io pianga

(trascr. K. Nagaoka)

13marzo 2008

Kaze: Vento

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I Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei Nebrodi

di Calogero Emanuelee Nino Indiano

Era una pensiero, un cruccio, un desiderio mai potuto rea-

lizzare.Tramandare ai posteri le esecu-zioni affi date negli anno del 900 a suonatori di chitarra e mandolino, fi sarmonica, clarinetti, che “nei momenti liberi” si dilettavano ad eseguire pezzi di musica tradizio-nale mai scritta su un pentagram-ma.

Abbiamo scelto volutamente di circoscrivere il lavoro ai luoghi ricadenti nell’Area del Parco dei Nebrodi proprio per esaltare la storia, la terra, le tradizioni, le bel-lezze naturali di questo territorio.Un barbiere, un calzolaio, un fa-legname, un suonatore di banda, che trovavano sfogo in un manico di strumento a corda, spesse volte costruito con le proprie mani.

Questi sono i personaggi che ci hanno dato l’opportunità di realizzare questo lavoro. Questi personaggi che nel retrobottega o sotto la luce fi oca di un lume o nel buio di un’osteria riuscivano a de-liziare gli astanti con le loro “suo-nate”, “stornellate” e “ballabili”.Di Galati Mamertino, oltre i man-dolinisti come Gero Costanzo, Gestano Zingales, Calogero Ga-spano, Vincenzo Ferraù padre del poeta, ricordiamo il clarinettista Don Giovanni Parafi oriti detto “u

quagghiata” ed il violinista Nero Campisi; Nino D’Este e Carme-lo Trusso detto “u Taddanu” da Tortorici; i mandolinisti Pippo Cassarà di S. Agata Militello, Ci-rino Lo Balbo di S. Fratello, Mi-chele Mancuso di Ficarra.

Sono stati loro il nostro riferimen-to. Grazie a loro oggi riusciamo a lasciare traccia di alcune compo-sizioni che altrimenti sarebbero andate perdute.

Accanto a loro, era inevitabile, abbiamo riprodotto brani che qualche soffi tta di vecchi cultori musicali ci ha lasciato, spesso sen-za titolo o con qualche rigo musi-cale sfalcito e roso da topi. Brani sicuramente che appartengono

ai più validi compositori siciliani ed italiani di strumenti a pizzico: il catanese Giovanni Gioviale, il napoletano Calace o il napoleta-no Munier (che hanno comunque calcato i Teatri della nostra Sicilia e della nostra Messina) regalan-doci suoni di indelebile memoria per i nostri menestrelli nebrodei.

Che dire poi delle “danze” ese-guite nelle serate da ballo per Carnevale o per Natale, delle se-rate “suonate” sotto una fi nestra o un balcone posto nel buio di un vicolo di paese, delle stornellate dei nostri cantori di paese: U Lan-zet, U Scottish, U Quattru passi, U Ballitu, U Ruggeru, A Contro-danza? Ballate che molte volte vengono rielaborate da gruppi

14marzo 2008

Le ragioni di una ricerca sul campo

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I Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei NebrodiI Mandolini dei Nebrodi

folclorici per portarle poi al co-spetto degli spettatori.

Il nostro Gruppo Folclorico “I Nebrodi”, mediatore di prege-vole materia prima folclorica, crediamo, abbia il merito di aver raggiunto, i cinque continenti del nostro mondo.

E non poteva essere diversamen-te. Qui pezzi di storia che appar-tengono ai nostri paesi nebrodei; Tortorici, S. Marco d’Alunzio, Alcara Li Fusi, Galati Mamerti-no, Militello Rosmarino, Caronia, San Fratello-Acquedolci, Ficarra, S. Agata Militello. Terre che sono state meta di compositori di chia-ra fama come Giacomo Meye-beer; raccoglitore proprio qui di musica squisitamente paesana.

Non potevamo però dimenticarci di qualche sonata “di chiesa” che in occasione della nascita “d’u bambineddu” o per la proces-sione “d’a madonna”, fra le note della banda musicale, si sente an-cora echeggiare ed i cui virtuosi-smi sono affi dati alle voci, a volte poco intonate, dei cantori paesa-ni.

Una per tutti: “a Sarvi Riggina” cantata a Galati Mamertino: dove tutti dicono di ricordare ma nes-suno ha la certezza di un simil canto.Era quasi d’obbligo immortala-re questo brano, proprio perché tanti cantori galatesi, accomuna-

ti dall’amicizia, dalla fraternità, dall’amore per il paese natio, dal bel canto, ormai .... appartengono ad un altro mondo.

E dal canto di questa “opera” ab-biamo tratto una traccia strumen-tale che, crediamo, nulla ha da invidiare a brani classici apparte-nenti a Mascagni, Verdi, Bellini e che, all’occorrenza, diventavano anche sonate per una serata da ballo.

Noi riteniamo di aver realizzato un documento importante che immortala un pezzo della nostra storia.Epperò: agli ascoltatori il più esaustivo giudizio.

15marzo 2008

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Fig. 1 Angelo con uno strumento ibri-do a corde e a fi ato, dettaglio dal Con-certo d’Angeli (Assunzione), Saronno,

Santa Maria dei Miracoli (1535).

Fig. 2 Dettaglio da un settore del Concerto d’angeli di Saronno.

di Mariagrazia Carlone(II parte)

Se si vogliono trovare stru-menti d’ogni sorta, anzi

“nuove maniere d’istromenti”, nell’opera di Gaudenzio Ferrari, bisogna però andare al Santua-rio di Saronno.

Nell’ampia cupola, decine di angeli accolgono Maria assunta in cielo con preghiere, canti, e il suono degli strumenti.1

E’ quasi di routine l’afferma-re che nei “concerti d’angeli” i pittori rappresentavano quanti più strumenti potevano senza curarsi della verosimiglianza or-ganologica né di una realistica composizione degli ensembles; questo però non è sempre vero, e nel caso delle opere di Gau-denzio Ferrari si può constatare come la sua esperienza musicale lo guidasse in modo tale che le sue raffi gurazioni, pur fantasio-se, poggiassero sempre su una base d’osservazione diretta.

Questa sensazione di realtà (tan-to più strana, se riferita agli an-geli) è indubbiamente quella che fece esclamare liricamente a Lo-mazzo:

“o a te sceser costoro [gli angeli]in uman velo,

o tu salisti a contemplarliin cielo!”

Winternitz ha osservato che “la profonda conoscenza degli stru-

“Sonator di lira e di liuto”note su alcune opere di Gaudenzio Ferrari

menti da parte di Gaudenzio è rivelata in modo ancor più ap-pariscente dal suo oltrepassare i confi ni tra la realtà, cioè l’esatta raffi gurazione di strumenti esi-stenti, e la libera immaginazione; colla creazione di forme suffi -cientemente funzionali, eppure divergenti dalla tradizione, sia pure in un periodo in cui la stan-dardizzazione era notevolmen-te limitata.”2 Tra gli strumenti fantastici, e tuttavia funzionali, Winternitz citava un “violino che poteva essere suonato contempora-neamente sia coll’arco che col fi ato” (fi gura 1), commentando che “in heaven much is possible”.3 Vorrei dare qui un’interpretazio-ne diversa di questo ibrido: se-

.

1 Ho descritto dettagliatamente tutti gli strumenti, e l’affresco nel suo insieme, nel mio libro Iconografi a musicale nell’arte biellese, vercellese e valsesiana (Roma 1995): 69-73. 2 E. Winternitz, Gaudenzio Ferrari, His School and the Early History of the Violin / Gaudenzio Ferrari la sua scuola e la protostoria del violino (Varallo Sesia 1967): 49.3 E. Winternitz, Leonardo… cit., p. 48.

16marzo 2008

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Fig. 3 Piero di Cosimo, dettaglio da Perseolibera Andromeda (1515), Firenze, Uffi zi.

“Sonator di lira e di liuto”note su alcune opere di Gaudenzio Ferrari

17marzo 2008

condo me, infatti, la corta bac-chetta impugnata dall’angelo potrebbe non essere quella di un archetto, ma servire invece a percuotere le corde come in una tamburina; la vicinanza di questo strumento ad un gruppo di fl auti a tre fori, suonati rispettivamen-te con due grandi tamburi e una tamburina a corde, mi sembra confermi quest’ipotesi, dal mo-mento che in tutto l’affresco il pit-tore ha sempre raggruppato tra loro strumenti simili (fi gura 2).L’invenzione di uno strumento da suonarsi contemporaneamen-te a fi ato e a corde non è, del resto, propria soltanto di Gaudenzio Ferrari. Vent’anni prima, Piero di Cosimo aveva raffi gurato un oggetto, se possibile, ancora più inverosimile nelle mani di una fi -gura mitologica che, con un’altra, festeggia la liberazione di Andro-meda da parte di Perseo (fi gura 3). E’ impossibile dire se Ferrari conoscesse quest’opera, o se inve-ce entrambi i pittori non avessero attinto a qualche fonte comune, iconografi ca o forse letteraria. Per tornare alla volta di Saronno, appena sotto all’ibrido appena descritto si vedono due strumen-ti reali, ma dalle forme esagerate in quello che ho defi nito lo “spi-

rito” della grottesca: un lungo e decoratissimo serpentone, ed una ribeca (in cui cavigliere e tavola armonica formano un’unica linea curva con-tinua).E’ da notarsi che poco lontano nello stesso af-fresco, Ferrari dimostra di sapere perfettamente come fosse fatta una ribe-ca, perché ne dipinge un secondo esemplare asso-lutamente regolare.Vorrei concludere, pren-dendo spunto da un pas-saggio di Lomazzo, in cui invita i suoi colleghi (quelli che potevano an-cora dipingere) ad imitare pro-prio Gaudenzio Ferrari per di-pingere gli angeli musicanti:

“qualunque desidera di farsi esperto pittore & giuditioso nel distribuire cotali istromenti, & habiti agl’An-geli, di continuo speculi, & rimiri in quelli che principalmente dipinse Gaudentio intorno à Christo che corona la madre & vergine in cielo, in Voltollina à Traona; & ancora nel gran Tiburio à Santa Maria di Sero-no intorno alla Vergine che ascende al cielo ne quali egli ha espresso tut-to ciò che per grilli & rauolgimenti

di panni & di teste, di capelli, & di nuoue maniere d’istromenti, si può immaginare & rappresentare in angelo, tanto era questo grand’huo-mo in ogni sorte d’inventione, che veramente egli può dirsi mandato giù da Iddio istesso per illuminare quest’arte della pittura”.4 Se l’affresco del “gran tiburio a Santa Maria di Serono” è, evi-dentemente, quello di Saronno, quello di “Voltollina à Traona” è oggi del tutto sconosciuto. Con la sola eccezione di Rossana Sacchi, che ne parla brevemente citando il passaggio di Lomazzo,5 nessun

4 Giovanni Paolo Lomazzo, Trattato dell’arte della pittura scultura ed architettura, Milano 1584. Il termine “grilli”, utilizzato da Lomazzo, signifi ca probabilmente “fantasíe, e stravaganti ghiribizzi” (secondo defi nizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca, pubblicato nel 1612). 5 Rossana Sacchi, “Gaudenzio Ferrari a Milano: i committenti, la bottega, le opere” in Storia dell’Arte n. 67 (1989): 201-218, in particolare pp.204-205, nota 12: “E’ possibile quindi che tra il 1538 e il 1540 Gaudenzio abbia compiuto un soggiorno in Valtellina, eseguendo forse anche l’affresco raffi gurante l’Assunzione della Vergine citato da Lomazzo in una chiesa di Traona (Lomazzo ricorda, oltre al soggetto principale dell’affresco, anche la presenza di numerosi angeli musicanti, che per due volte associa, nella descrizione, a quelli di Saronno; Trattato..., cit., pp. 176 e 468).

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Fig. 4 Gaudenzio Ferrari Natività con due angeli musicanti, Morbegno (Sondrio)Sant’Antonio 1520/1525 o 1535

Fig. 5 La chiesa di Sant’Alessandro a Traona (Sondrio). Dal lato destro sporge l’antica abside.

altro storico dell’arte se ne è oc-cupato seriamente, anzi, alcuni hanno ipotizzato che Lomazzo si fosse sbagliato e volesse riferirsi al piccolo affresco di Morbegno (fi gura 4); ma i due angeli di quel-la lunetta, pur belli, sono troppo pochi perché vi si possa ravvisare “tutto ciò che ... si può immaginare & rappresentare in angelo”, secon-do le parole di Lomazzo, senza contare che i loro strumenti non sembrano particolarmente inso-liti.

Spinta dalla curiosità di verifi ca-re le parole di Lomazzo, sono an-data a Traona, un villaggio della Valtellina che, come molti altri, negli ultimi decenni si è esteso verso il fondovalle, ma che un tempo era più piccolo e si sviluppava a mezza costa.Il paese è dominato, dall’al-to, dall’antica chiesa di Sant’Alessandro, che essen-do poco utilizzata (e anche piuttosto scomoda da rag-giungere: fi no a poco tempo fa la sola via d’accesso era una ripida scalinata) è quasi sempre chiusa.E’ un edifi cio di notevoli dimensioni, tanto decorato all’interno quanto l’esterno

è spoglio.La singolarità di questa chiesa consiste principalmente nella sua disposizione lungo un asse nord-sud, che contrasta con l’asse est-ovest, parallelo all’andamento della valle, lungo il quale sono co-struite tutte le chiese più antiche degli altri paesini che sorgono a mezza costa lungo la Valtellina. In realtà, Sant’Alessandro non si trova nel suo stato originale: anch’essa era stata costruita lun-go l’asse est-ovest.Nel Seicento si decise di ampliar-la, e agendo in modo a dir poco radicale la si abbatté in gran par-te: nel ricostruirla, l’orientamento fu cambiato, cosicché la facciata (preceduta da un porticato) ora guarda verso la valle (fi gura 5).

Né i rimaneggiamenti erano fi -niti, perché lungo quello che era diventato il lato destro della chiesa, alla fi ne dell’Ottocento si aggiunse un nuovo corpo di fabbrica per far spazio all’abita-zione del parroco (il quale inve-ce, attualmente, non vi abita più: la casa parrocchiale ora si trova nella parte bassa del paese).

Lomazzo non specifi ca in che punto della chiesa di Traona si trovasse il dipinto di Gaudenzio Ferrari, e non dice neppure se si trattasse di un affresco o di un dipinto su tavola. In quest’ulti-mo caso, esso si sarebbe potuto facilmente trasportare altrove, mentre se fosse stato affresca-to i rifacimenti dell’edifi cio ne

avrebbero potuto causare la distruzione. Fortunatamente, non è stato così, anche se, come vedremo, oggi dell’affre-sco rimane assai poco (fi -gura 6). Vi è infatti una piccola parte della chiesa antica che non fu abbat-tuta: l’abside. La si vede ancora sporgere dal fi anco destro della nuova chiesa, come se fosse una cappel-la laterale.

18marzo 2008

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Fig. 6 Gaudenzio Ferrari, ciò che resta di un Concerto d’Angeli (Incoronazione della Vergine)nella vecchia abside di Sant’Alessandro, Traona

19marzo 2008

Se si entra in chiesa, però, non la si vede: nel punto in cui dovrebbe trovarsi, c’è solo una lieve rien-tranza, interamente occupata da un monumentale altare barocco. E’ evidente che la vecchia abside fu murata dietro la parete dell’al-tare: ma fortunatamente, c’è un modo di penetrarvi, giungendo così dietro l’altare.

Sotto all’organo, la parete destra della navata è coperta da una se-rie di uniformi pannelli di legno, apparentemente impenetrabili.Uno di essi in realtà è una piccola porta nascosta, quasi un passag-gio segreto abilmente dissimula-to, che dà accesso a un microsco-pico ambiente da cui si dipartono sia la scala che sale all’organo, sia un corridoietto che conduce alla vecchia abside.Eccoci, dunque, arrivati al locale nascosto, che non solo non è nor-malmente visitabile, ma della cui esistenza ormai nessuno sa nulla.E’ piuttosto malandato, e si capi-sce che per qualche tempo deve

essere stato usato come deposito delle scope, e simili.Lungo le pareti, però, si vedono affreschi discretamente conser-vati, anche se non tutti sono del-lo stesso livello artistico, e certa-mente non sono del pennello di Gaudenzio Ferrari, tranne forse alcuni frammenti di grottesca parzialmente visibili (ma, mi pare, senza dettagli musicali).L’Incoronazione della Vergine con angeli musicanti citata da Lomaz-zo si trovava certamente in alto, sul catino dell’abside; Lomazzo lo paragona alla grande cupola di Saronno, perciò doveva avere dimensioni abbastanza ampie e comprendere molte fi gure.Ma il soffi tto della vecchia abside sembra molto basso e, soprattut-to, privo di qualunque decorazio-ne. Questo soffi tto, però, non è quello originario; in tempi impre-cisati l’ambiente fu diviso anche in altezza per mezzo di un sop-palco, nascondendone alla vista la parte più alta. Lungo il margi-ne del contro-soffi tto si possono

individuare alcuni frammenti di angeli: si vedono piedi e panneg-gi, ma anche e le estremità di un paio di strumenti, sicuramente “gaudenziani”: uno strumento a corde, forse un’arpa; e uno a fi ato, probabilmente un fl auto basso. Dal corridoio, salendo un’altra scaletta si può accedere all’am-biente superiore: è una stanza piuttosto ampia, ingombra di vecchi banchi e svariate cianfru-saglie. Le pareti sono intonacate di bianco. Poiché esternamente la struttura della vecchia absi-de sembra ancora integra, c’è da sperare che la parte superiore del concerto d’angeli si nasconda an-cora sotto all’intonaco; e se, come mi auguro, lo stato originario di questa abside sarà un giorno ripristinato, allora un altro im-portante dipinto di Gaudenzio Ferrari, splendente di musica e colori, ci sarà restituito in tutta la sua bellezza.

Da “Liuteria Musica Cultura” n. 2/2007

“Sonator di lira e di liuto”note su alcune opere di Gaudenzio Ferrari

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di Edoardo Farina

Il concerto di Capodanno dell’Orchestra a plettro Gino

Neri, rappresenta oramai da circa trent’anni sicuramente l’omaggio artisticamente più gradito ed at-teso da parte dell’Amministrazio-ne del Comune di Ferrara offerto alla propria cittadinanza.

Presso la splendida cornice del teatro anche quest’anno non è mancato un ricco spettacolo da parte della centenario orchestra ferrarese che come sempre in grado di offrire, dando la possi-bilità di ascoltare brani celebri tratti dal repertorio classico con, per l’occasione, eccellenti solisti appartenenti alla migliore realtà musicale della nostra provincia.

Sul podio Stefano Squarzina, oboista, direttore d’orchestra e compositore diplomatosi pres-so il Conservatorio Frescobaldi della sua città in oboe, ha diret-to per l’occasione opere di au-tori del secolo romantico, qua-li F.A.Boieldieu e G. Manente appartenenti un po’ ai minori dell’Ottocento, poi arie dall’in-tramontabile repertorio napole-tano, “Core ‘ngrato” di S. Cardillo, “A’Vucchella” di F. P. Tosti su te-sto di Gabriele d’Annunzio, so-prano Paolo Amoroso, dalla voce forte e decisa, che oltre all’ottima dizione partenopea ha diverti-

to assai con “l’aria dell’ubriaca” Griserie di Jacques Offembach tratta dall’operetta “Le Perichole”, interpretando in maniera pittore-sca, una signora alticcia in giro di notte per le vie della Parigi della belle epoque ancora con la bot-tiglia in mano…! per proseguire con due musiche tratte dal reper-torio zigano “Zigeunerweisen” op. 20 (La Zingaresca) di P.Sarasate e la assai più nota e pirotecnica “Czardas” di V. Monti attraverso la straordinaria tecnica esecutiva di entrambe tenute dal violino di Gianluigi Cavallari.

Ancora, la Suite dall’Opera “Car-men” di G. Bizet, fi asco totale alla prima dell’epoca per riscattarsi solamente due anni dopo la mor-te dell’autore; pagine di F. Lehar e il celebre walzer op. 314 “Sul bel Danubio blu” di J. S. jr. hanno chiuso il sipario.

Dopo l’edizione 2007 dedicata all’operetta attraverso il suppor-to del Coro Polifonico S. Gregorio Magno, quest’anno si è pensato di avvalersi della splendida colla-borazione di due solisti davvero d’eccezione.Paola Amoroso soprano ferrare-se, dopo un esordio come dan-zatrice nello spettacolo “Libertà a Brema” al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ha intrapreso i primi studi musicali a Bologna, dove

ha conseguito anche la laurea in Filosofi a, perfezionandosi in se-guito alla scuola di canto del M° Oslavio Di Credico.Nel 1991 è entrata a far parte di formazioni cameristiche ferraresi affrontando, in qualità di solista, un repertorio che va dal Barocco al Novecento attraverso opere quali il Magnifi cat e il Gloria di A. Vivaldi, alcune Messe di Mo-zart, di Haydn, lo Stabat Mater di Scarlatti, di Pergolesi, di Boc-cherini, di Rossini, i ”Cerimony of Carols“ di B. Britten, i “Carmina Burana” di C. Orff. Ha collaborato con Ferrara Musica partecipando agli allestimenti in stagione lirica e concertistica del Teatro Comu-nale di Ferrara – Ferrara Musica quali: Le Nozze di Figaro e Don Giovanni dirette da Claudio Ab-bado, La Clemenza di Tito, diretta dal Maestro Lu Ja e, infi ne, Così fan tutte, con la regia di Mario Martone e la direzione sempre di Abbado.

Gianluigi Cavallari diplomatosi presso il Conservatorio “C. Polli-ni” di Padova, ha eseguito quasi tutto il repertorio sinfonico e liri-co, cooperando anche con maestri quali G. Sinopoli, R. Chailly, R. Muti. Ha inciso con Andrea Bo-celli la prima fortunata versione di “Con te partirò” e recentemente ha registrato un dvd in cui Lucio Dalla reinterpreta i suoi più gran-

Concerto di Capodannodell’Orchestra a Plettro

Gino Neri1 Gennaio 2008

20marzo 2008

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L’orchestra“Gino Neri”di Ferraranel cortile del castello

21marzo 2008

di successi arrangiati per quin-tetto d’archi. Ottima scelta di pagine di asso-luto intrattenimento, ovvero mu-sica per una giornata di festa, da parte sia della “Gino Neri” che dei due solisti straordinari chia-mati per l’evento, non facenti parte stabilmente dell’organico, ma che hanno ampiamente reso omaggio alla di per se’ grandez-za dell’orchestra.

Taraka, Africa,una realtà umanitariasostenuta dai ferraresi

In un primo momento destinato a fa-vore di Medici Senza Frontiere, non avendo trovato un accordo in tempi utili, il concerto per il secondo anno consecutivo è stato fi nalizzato alla raccolta fondi a vantaggio dell’ospe-dale di Tharaka in Kenya ove è pre-sente una delegazione di medici vo-lontari ferraresi. Quest’anno l’importo ricavato, at-traverso la vendita dei biglietti d’in-gresso, è stato infatti iviato a Matiri, - Tharaka, dove è stato realizzato e

funziona l’ospedale “dei ferraresi”. Un ospedale nuovo e moderno che cura i bambini, i malati di malaria e di AIDS, gli ustionati, un ospedale che per migliorare ancora le presta-zioni che eroga ha bisogno dei servizi di Telemedicina.

L’Orchestra a plettro Gino Neri in qualità di esecutrice del Con-certo unitamente al Comune di Ferrara, sponsor dell’evento, ed al Teatro Comunale per la col-laborazione offerta, ringraziano per la partecipazione la cittadi-nanza per l’aiuto consistente che tale iniziativa ha prodotto.

E’ con immensa commozione che comunichiamo la scomparsa di Dimitri Nicolau.Nato nel 1946 in Grecia, nel 1967 si oppose al regime dei colonnelli greci ottenendo asilo

politico presso lo stato italiano.Divenne cittadino italiano, visse e lavorò a Roma.Il catalogo delle sue oltre 290 composizioni comprende tre opere liriche, cinque sinfonie, composizioni sinfonico-corali, alcune opere brevi da camera di carattere comico satirico, concerti per solisti ed orchestra, cantate per coro, solisti, voci recitanti e orchestra, musica da camera, musica vocale e balletti. La sua composizione “La Belle et la Bete” op. 60 (1986) é stata eseguita in prima italiana, dall’Orchestra Giovanile Europea di chitarre e mandolini in occasione dei concerti eseguiti a Ferrara, Vittorio Veneto (TV) e Pieve di Cento (BO) rispettivamente, il 6, 7, 8 Aprile 2007. Nel prossimo numero di Plectrum tracceremo un profi lo più completo di questa poliedrica fi gura di grande compositore cercando di mettere in particolare risalto le opere dedicate agli strumenti a plettro.

Dimitri Nicolau

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Dorina Frati, direttore dell’Orchestra “Terroni”,ha studiato con il M° Giuseppe Anedda, diplomandosi, prima in Italia,presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova, ed é consideratafra i più grandi virtuosi del panorama mandolinistico internazionale.

22marzo 2008

Orchestra a plettro“Claudio e Mauro Terroni”

L’orchestra a plettro “Claudio e Mauro Terroni” viene fondata

nel 1981 per iniziativa del Centro Musicale bresciano omonimo. Diretta fi no dall’inizio dal M° Dorina Frati l’orchestra diviene ben presto presenza rilevante nel panorama mandolinistico italiano ed europeo.

Composta da un organico di 27 elementi, esegue un repertorio che spazia da brani di musica barocca a composizioni contemporanee, dal ragtime alla canzone napoletana. Le musiche originali e le trascrizioni per orchestra a plettro presentano caratteristiche e peculiarità proprie sia a livello interpretativo che esecutivo e consentono di valorizzare le sonorità e le potenzialità espressive di tali strumenti.

Eventi nazionali Numerose sono le presenze dell’orchestra a livello nazionale;

basti ricordare i concerti tenuti a Roma con la partecipazione del M° Anedda, a Sorrento, a Lucca, a Venezia presso la Fondazione Levi, al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, a Ferrara, a Bergamo e a Cremona. Nel 1995 ha indetto la Prima Rassegna delle Orchestre a plettro bresciane presso l’Auditorium del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, testimonianza di un

vivo impegno dell’orchestra alla diffusione della cultura musicale. Nell’estate 2004 è stata invitata a tenere il Concerto di Anteprima del Festival delle Nazioni di Città di Castello.

Eventi internazionali Tra i successi più signifi cativi ricordiamo i concerti tenuti a Logroño, Belfort, Hannover, Monaco, Mannheim, Vienna, Amsterdam e Bellinzona. Proprio nella città ticinese nel 1999 è stata eseguita la prima mondiale della favola musicale “L’isola dell’amore”, tratta

dal racconto di G.A. Quadri, musicata appositamente per l’orchestra dal compositore F. Hoch e successivamente incisa su richiesta della Radio Svizzera Italiana. Ha inoltre partecipato al Concorso Internazionale “G. Sartori” tenutosi ad Ala di Trento e al Concorso Internazionale a Kerkrade in Olanda conseguendo in entrambe le occasioni il Primo Premio. Nel luglio 2006, su invito

di noti complessi mandolinistici giapponesi, l’orchestra ha effettuato una tournée in Giappone, eseguendo, con grande successo, concerti nelle città di Sendai, Morioka e Saita.

Le incisioni L’orchestra ha inciso alcuni CD, tra cui “Plectrum Concert Music” e “Sogni di acrobata” (Esperia), quest’ultimo dedicato alla memoria del M° Giuseppe Anedda.

Orchestra a plettro “Claudio e Mauro Terroni”

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V EDIZIONE 2008Strumenti musicali d’epoca a corda

Strumenti della tradizione popolare - Restauro e liuteria - Opere artigianali di Pulcinella

EVENTI COLLATERALI

seminari - performance musicali - mostra di pittura - poesia Sala Espositiva del Teatro Comunale di Caserta

18 al 28 Aprile 2008PER INFO E PRENOTAZIONE VISITE GUIDATE

Tel/Fax 0823 444313 / 329 6179482

Il Sindaco del Comune di Caserta, in collaborazione conl’Associazione Culturale MusicArte di Caserta, ha il piacere

di invitarVi alla quinta edizione della Mostra

che si terrà dal 18 al 28 Aprile 2008, nella Sala Espositiva del Teatro Comunale di Caserta sita in via Mazzini.

La Mostra, curata ed allestita dall’Associazione Culturale MusicArte, è costituita da una ricca raccolta di mandolini d’epoca, strumenti a

corda provenienti da altri paesi del mondo, strumenti della tradizio-ne popolare del sud Italia e da una sezione dedicata al restauro degli strumenti musicali a corde.Al magico mondo degli strumenti musi-

cali fanno da giusto corollario alcune opere dedicate alla maschera di Pulcinella, racconto, per immagini, delle molteplici origini attribuite all’antica maschera campana e del sistema di simboli e signifi cati di

cui essa è impregnata. I visitatori avranno modo non solo di conoscere la storia, gli aneddoti più curiosi, le caratteristiche fi siche e organologiche degli strumenti

esposti e qualche utile nozione di teoria musicale ma potranno ascol-tare dal vivo la voce degli strumenti esposti ed alcuni brani musicali

del repertorio tradizionale e classico della Campania.Sarà inoltre mostrato l’antico ballo Campano della tammurriata al

quale anche i visitatori, guidati dagli esperti, e nei limiti degli spazi disponibili, potranno partecipare. La tammurriata è, ancora oggi, ese-guita nelle campagne della nostra Provincia e in molti paesi dell’en-troterra Vesuviano in occasione delle feste popolari che si svolgono soprattutto nei mesi in cui la natura si risveglia e si sente il bisogno, nella tradizione contadina, di riti propiziatori per un buon raccolto

Mostra

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23marzo 2008

segue programma

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Calendario incontri pomeridianiVenerdì 18 Aprile ore 17:30 Inaugurazione

Saranno presenti:Gianfranco Fierro, Assessore alla Cultura Città di CasertaGiuseppe Casella. Assessore alla Pubblica Istruzione Città di CasertaArtemisio Gavioli, Presidente. Fed. Mandolinistica ItalianaFrancesco Natale, Dir. Artistico , Paola Taccogna, Presidente Ass. MusicArte

ore 19:30 Trio L’altra Musica Ascanio Trivisano, violino -Luca Natale, plettri Roberto Caccavale, contrabbasso

ore 20:00 Ensamble Partenope - La Canzone Classica Napoletana Francesco Natale, chitarra -Francesco Faraldo, percussioni Annalisa Messina, voce -Luca Natale, mandolino e chitarra

Sabato 19 Aprile ore 18:00 Incontro: Il mandolino: dalla tradizione popolare alla musica classica

A cura di Francesco Natale (MusicArte), Sergio Napolitano, (F.M.I Lazio)Presiedono: Artemisio Gavioli Fed. Mandolinistica ItalianaPaola Taccogna Pres. Ass. MusicArte

ore 19:30 Lettura di poesie ore 20:00 Ensamble a plettro Plectra (Roma) - Musica Classica

Enrica Blasi, Elena Kurkina Sonia Maurer, Antonella Palombo mandolinoFederica Furlanetto, mandola, Elena Magni, Fiorella Gallelli, chitarre

Domenica 20 Aprile ore 18:00 Incontro: Il mandolino in Campania

A cura di Francesco Natale (MusicArte), Anima e corde, (Liutai - Napoli)Presiedono:Artemisio Gavioli Pres. Fed. Mandolinistica ItalianaPaola Taccogna Pres. Ass. MusicArte

ore 19:30 Lettura di poesie ore 20:00 Ensamble a plettro di Taormina (ME) - Musica Classica

Adriana Pino mandolino - Rosamaria Mendolia mandolinoValentina Ragonese mandolino - Simona Brancato mandolaElisabetta Monaco liuto cantabile - Marcantonio Privitera chitarra

Lunedì 21 Aprile ore 18:00 Incontro: Liutai antichi e moderni: tecniche costruttive e di restauro

A cura di Francesco Natale (MusicArte), Dott. Pietro Di Salvatore Presiedono: Artemisio Gavioli Pres. Fed. Mandolinistica ItalianaPaola Taccogna Pres. Ass.MusicArte

ore 19:30 Trio L’altra Musica Ascanio Trivisano, violino - Luca Natale, plettri Roberto Caccavale, contrabbasso

ore 20:00 Ensemble Etnie Musica tradizionale Campana Francesco Faraldo, percussioni - Francesco Natale, chitarra Annalisa Messina, voce - Ascanio Trivisano, violino Luca Natale, plettri - Roberto Caccavale, contrabbassoInterverrà:Domenico Scafoglio Professore ordinario di Antropologia culturale - Università di Salerno - Quadri di Vincenzo Faraldo I Colori della MusicaSculture Patrizia Taccogna Direttori Artistici Francesco Natale - Francesco Faraldo

MusicArte associazione culturaleCaserta0823 444313 329 61 79 482 e-mail [email protected] http://www.associazione-musicarte.com