Notiziario della Chiesa Evangelica...

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NUMERO 2 La Parola Notiziario della Chiesa Evangelica ADI-Castellanza Spazio Giovani pag.6 Meditazione pag.4 Attività della chiesa pag.2 Testimonianza pag.11 Scuola domenicale pag.13 Notizie da Cuggiono pag.15 "Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” Romani 12:12 ad uso esclusivo interno

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NUMERO 2

La Parola Notiziario della Chiesa Evangelica ADI-Castellanza

Spazio Giovanipag.6

Meditazionepag.4

Attività della chiesapag.2

Testimonianzapag.11

Scuola domenicalepag.13

Notizie da Cuggionopag.15

"Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”

Romani 12:12

ad uso esclusivo interno

“VENITE PARLIAMO UN PO’ INSIEME”

La preghiera è ciò che Dio ci ha lasciato insieme alla Sua Parola, è un dono prezioso e ha un’efficacia straordinaria!Non dobbiamo dimenticare mai la connessione che c’è tra la preghiera e l’opera di Gesù: Egli è morto affinché noi oggi potessimo in OGNI momento e in OGNI luogo parlare con il nostro Dio. Gesù ha squarciato la cortina del tempio che ci separava da Dio, è diventato Colui che intercede al Padre per noi, infatti non abbiamo più bisogno di sacrificare olocausti, e neanche di un intermediario per pregare Dio...no, Gesù è morto per far sì che la nostra comunione con Dio potesse essere completa ed immediata. Che meraviglioso dono di grazia!

Nella nostra comunità oltre alla riunione di preghiera del venerdì sera, da più di un anno ci riuniamo il Lunedì mattina alle 9 e mezza.

Intervistiamo ora il nostro pastore Silvano Basile per comprendere meglio cosa sia la preghiera e com’ è nato il desiderio di riunirci ogni lunedì mattina alla presenza di Dio per pregare insieme:

1) Quando e come è nata la preghiera del lunedì mattina?

L’attività della preghiera mattutina del lunedì è nata nel Settembre del 2015. Con il desiderio di avere delle riunioni di preghiera durante la settimana, abbiamo pensato ed organizzato di riunirci in chiesa per una settimana la mattina e la sera. Durante la preghiera mattutina presentavamo a Dio i bisogni della comunità e, in

particolare, pregavamo per le guarigioni, per problemi familiari, lavorativi e personali. La preghiera serale invece la dedicavamo alla ricerca del Battesimo nello Spirito Santo. Concludemmo la settimana con la preghiera dei giovani al Sabato e la Santa cena di Domenica.Quella Domenica mattina sentii nel cuore di chiedere alla chiesa se fossero d’accordo di riunirci ogni Lunedì mattina per continuare a pregare il Signore insieme iniziando la settimana nel migliore dei modi. Così è nata la preghiera del Lunedì alle 9 e mezza. 

2) Dopo un anno dall’inizio ci sono stati riscontri positivi? Come risponde la chiesa?

L’anno scorso abbiamo avuto dei riscontri molto positivi: abbiamo visto che la mattina eravamo almeno una quarantina di credenti e a volte siamo arrivati a 60. Uno dei tanti benefici è stato che anche i credenti che non riuscivano a frequentare le riunioni serali per problemi di lavoro o di salute, hanno avuto la possibilità di venire e godere delle benedizioni del Signore insieme alla chiesa. 

I risultati ci sono stati: abbiamo visto persone guarite, numerosi battesimi nello Spirito Santo, giovani che si sono consacrati al Signore e problemi familiari risolti dall’intervento della potente mano di Dio. Questo gruppo di preghiera ha contribuito poi nella chiesa a farci sentire più compatti, la chiesa si è unita sempre di più nella preghiera. É stato un bene per la nostra comunità e continua ad esserlo. La chiesa risponde molto bene, grazie a Dio, e continua a desiderare di voler pregare il Signore. 

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Attività Della Nostra Chiesa

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Tutti i Lunedì mattina alle 9 e mezza abbiamo la nostra preghiera, siamo circa 35 credenti e quando non posso essere presente io mi alterno con altri miei fratelli che collaborano con me. Questa attività è un bene sia per chi prega sia per chi non può essere presente il Lunedì mattina perché sapere che altri fratelli in quel momento sono riuniti in preghiera anche per loro è di edificazione. La riunione di preghiera è stata ripresa anche quest’anno ad Ottobre dopo le vacanze estive.

3) Cos’è per te la preghiera? 

Per me la preghiera è, come dice qualcuno, il respiro dell’anima! Forse è scontato da dire ma per me la preghiera è un rapporto quotidiano con il Signore, una relazione che il credente ha con Dio, non solo quando si mette a pregare ma in ogni momento, una comunione continua nonostante le varie vicissitudini della vita e i momenti che attraversiamo. La preghiera è il canale che ti permette di parlare con Dio, di ascoltare Dio che parla a te. Se non preghiamo, perdiamo questo contatto, questa guida meravigliosa, l’unzione, la comunione, il fuoco dello Spirito Santo e lo zelo. Senza la preghiera non ascoltiamo neanche i comandi che Dio ci dà per servirlo quando ci indica cosa fare: quando siamo in comunione con Dio, noi riceviamo gli “ordini” di Dio per poter fare le cose, senza la preghiera saremmo come persone che lavorano in assenza di direttiva. A volte vogliamo fare tante cose ma non preghiamo…invece, se andiamo in preghiera, Dio ci fa capire la cosa più importante da fare in quel momento. La preghiera ci permette, quindi, di sbagliare di meno e di essere attivi nell’opera del Signore. Oltre a ciò che dice la Bibbia, per me la preghiera è la VITA. Più che dire pregare io direi

comunicare, parlare con Dio, scoprire Dio, conoscere, adorare Dio. Preghiera è anche “condivisione”, perché io in quel momento condivido la mia vita con Dio.Quando preghiamo dovremmo imparare anche a ringraziare e lodare il Signore per ciò che Egli è e per ciò che ha fatto per noi.

4) Un consiglio che vuoi dare a quei fratelli e sorelle che sono pigri nella preghiera?

A volte se si pensa di pregare si parte già con un sentimento di stanchezza e apatia, per questo prima dicevo che sarebbe meglio dire comunicare e parlare, sarebbe meglio dire: “voglio un attimo stare con Dio per parlare con Lui e vedere anche cosa ha da dirmi”. Infatti, cosi come prima di fare qualcosa chiediamo consigli a parenti o amici, ancor di più dobbiamo fare lo stesso con il Signore. Dio deve essere l’amico interpellato in ogni cosa. Non dire quanto tempo vuoi pregare, mezz’ora o qualche minuto…perché appena stabilisci un contatto con Dio ti rendi conto che i tuoi tre minuti voleranno, ti alzerai dalla preghiera e vedrai che sarà passato molto più tempo perché avrai aperto il tuo cuore al Tuo Grande e Unico vero amico che ti ama in ogni momento, anche quando forse tu non riesci ad amare te stesso, Lui ti può capire e ti accoglie perché è morto per te pur sapendo ciò che saresti stato. Ricordiamoci che la preghiera fa parte dell’eternità, a preghiera ci esula dal tempo e ci mette in comunione con Dio.

Ringraziamo il nostro pastore per queste parole. 

Dio ci benedica e ci aiuti a comprendere il valore della preghiera!

SE PUOI, VIENI ANCHE TU A PREGARE CON NOI: CI RIUNIAMO OGNI LUNEDI’ MATTINA ALLE ORE 9:30.

TI ASPETTIAMO PER LODARE E RINGRAZIARE INSIEME IL NOSTRO SIGNORE!

3 ad uso esclusivo interno

“COME AFFLITTI, EPPURE SEMPRE ALLEGRI”

Una parola di consolazione e di speranza per quanti sono afflitti dalle molteplici inquietudini della vita.

L’apostolo Paolo parlando delle sofferenze che affliggono non solo gli uomini di questo mondo, ma anche i credenti dice: “…il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione…” (2 Corinzi 1:4).

E Paolo stesso inoltre osa dire: “Come afflitti, eppure sempre allegri…” (2 Corinzi 6:10). Parole queste che, considerate dal punto di vista strettamente umano, appaiono davvero paradossali se non inconcepibili e assurde. Infatti com’è possibile essere allegri o gioiosi in un contesto di vita agitato da tanti guai e problemi che rendono talvolta difficile il vivere quotidiano?

Ma quello che meraviglia di più è che questa affermazione affiora sulle labbra di un apostolo quale è Paolo che possiamo dire che ha sofferto più di tutti gli altri apostoli per sostenere con determinazione la causa di Cristo e dell’Evangelo della grazia e della salvezza. E’ da notare che Paolo prima di convertirsi a Cristo sulla via che portava a Damasco (Atti 9: 1-22), perseguitava con zelo fanatico i cristiani pensando di rendere così facendo un servizio a Dio e, nello stesso tempo, si rese complice dell’uccisione per la lapidazione del primo martire cristiano, Stefano (Atti 7:54-60; 8:1). A seguito della sua conversione a Cristo, egli da persecutore dei cristiani divenne un grande

perseguitato dai cristiani stessi per la causa di Cristo Gesù. Infatti egli fece molta fatica a inserirsi nelle chiese del suo tempo perché, avendo perseguitato la Chiesa prima della sua conversione, molti credenti si mostravano diffidenti nei suoi confronti pensando che egli simulasse la sua reale conversione col suo dire e il suo fare. Ma questo modo di comportarsi era semplicemente frutto di un pregiudizio e di una diffidenza che questi credenti nutrivano nel confronti dell’apostolo Paolo. E ciò procurò a Paolo molte afflizioni e tribolazioni nello spirito. Tanto è vero che nelle sue Epistole egli parla di “combattimenti di fuori e timori di dentro” (2 Corinzi 5:7); di lotte con le “belva di Efeso”, un’allusione da intendere in senso figurato alla furia bestiale della plebe di Efeso che gli si era scatenata

contro nel noto episodio del “Tumulto di Efeso” (Atti 19:23-41 = 1 Corinzi 15:32). Nella seconda Epistola ai Corinti, capitolo 11 versetti da 16 a 27, Paolo passa in rassegna le sue sofferenze subite con indomito coraggio e dedizione come servitore di Dio (leggere anche 2 Corinzi 6: 4-5).

Ma nonostante queste onde burrascose tutte intessute di afflizioni e sofferenze inaudite che Paolo ha dovuto subire per servire fedelmente il Signore, osa dire: “Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore” (Filippesi 3:1), “…come afflitti, eppure sempre allegri” (2 Corinzi 6:10).

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Meditazione

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E’ vero che “molte sono le afflizioni “che si subiscono in questo mondo, ma è altresì vero che il Signore è il grande Consolatore che sa infondere nel cuore la gioia vera che ci dà la forza e la costanza di proseguire il cammino della fede e della speranza anche se siamo immersi in un “mare di guai” (Salmo 34:19; Giobbe 5:7). La vera gioia è la “forza del Signore” che non è legata agli eventi lieti della nostra vita terrena e che l’apostolo Pietro chiama “ineffabile e gloriosa” (1 Pietro 1:8) perché trova la sua origine in Dio stesso il quale trasfonde per mezzo dello Spirito Santo nei cuori di quanti, pur essendo afflitti e tribolati dalle inevitabili prove della vita, si uniscono allo spirito dell’apostolo Paolo che dice: “Le sofferenze del tempo presente non sono da paragonare alla gloria che deve essere manifestata a nostro riguardo“ (Romani 8:18).

“Perciò non ci scoraggiamo… perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di

gloria” (2 Corinzi 4:17). Ed ancora: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano (cioè concorrono) al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28).

Anche come credenti abbiamo la più pallida idea di quanto il Signore ci ha preparato nel Cielo. Sicuramente tutte le afflizioni che ci riserva questa terra sono nulla confrontate alla luce di una eternità che ci attende, tutta soffusa di gloria e splendore. E, nella certezza di una speranza viva che significa una fiduciosa attesa di un bene eterno che è il cielo della gloria, facciamo nostra l’affermazione di Paolo: “…come afflitti, eppure sempre allegri…” E diciamo pure: “Tanto è il bene che ci aspetta che ogni afflizione ci è un diletto”.

Strano, ma decisamente vero!

Meditazione a cura del caro fratello Cesare Fabiani

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DAL CARCERE A CRISTO “Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen”

Pace del Signore,non sono nato in una famiglia cristiana, ma un giorno dei fratelli vennero in visita a casa nostra e pregarono per noi; dentro di me però non avevo nessun interesse a cercare Dio, anzi volevo vivere la vita a modo mio senza dover dare conto a nessuno.

Dopo qualche giorno da quella visita mio fratello mi chiese:” Mimmo ma che pensi di quelle persone che sono venute in casa nostra a pregare l’altro giorno?” e io gli risposi “ma a me che importa?”, a riprova che dentro di me volevo continuare a vivere la mia vita nella droga, nell’alcol e nella delinquenza.

Mio fratello però improvvisamente iniziò a piangere e a pregare il Signore in ginocchio nella nostra cameretta con le mani al cielo, io spaventato uscì di casa. Mio fratello mi venne a cercare e mi disse che dovevamo tornare a casa a pregare il Signore, allora acconsentì e tornai a casa.Mio fratello accettò il Signore Gesù come personale Salvatore e io iniziai a frequentare la chiesa ma dentro di me non volevo lasciare la mia vita mondana, fino a che un arrivò un momento difficile della mia vita, dove fui costretto a chiudere la mia attività a causa dell’estorsione di vecchie e brutte amicizie. Subì minacce e violenze e compresi che dovevo cambiare zona per evitare conseguenze più gravi.

Allora Feci un viaggio in Jamaica, da solo e senza conoscere l’inglese, ma una sera guardai al cielo e gridai al Signore.” Se tu veramente esisti, fa qualcosa nella mia vita ! non ce la faccio più a vivere così !” e allora iniziai a piangere e compresi che ero vuoto senza il Signore, mi inginocchiai a pregare il Signore e quando mi rialzai sentì che la mia vita era cambiata; quando tornai a casa, grazie a varie circostanze, iniziai a condividere le cose del Signore con altre persone e questo mi aiutò ad avvicinarmi a Lui.Dopo un anno e mezzo, tornato da un turno di campeggio ADI a Roccamonfina in campagna, fui attratto nuovamente dalle cose del mondo e feci un

viaggio in Svizzera. Lì conobbi una donna anziana nel parco di Zurigo, questa donna cercando di presentarmi il m e s s a g g i o dell’evangelo mi disse: “ tu conosci Gesù?”; quelle parole mi t o c c a r o n o profondamente perché dentro di me avevo ancora quell’attrazione per il mondo e a quel punto sentì una voce dentro di me che disse:”continui a sfuggirmi? Continui a ribellarti?” allora pregai con quella donna e compresi che il Signore mi voleva salvare, voleva trasformare completamente la mia vita. Accettai Gesù Cristo come personale Salvatore, feci il battesimo e mi sposai con mia moglie.

Dopo qualche anno conobbi dei fratelli che svolgevano un servizio evangelistico presso i carceri e per le strade tra le persone senza fissa dimora. Lì ho visto il Signore operare grandemente con salvezze, liberazioni e battesimi nello Spirito Santo. E realizzai che il Signore aveva in riservo per la mia vita questo servizio: da sei anni a questa parte sono abilitato ad entrare nei carceri per evangelizzare due giorni a settimana, proprio dove io nel passato ero detenuto ora invece il Signore mi manda a proclamare l’Evangelo. Questa è la prova che il Signore può ogni cosa !

Questa testimonianza è una delle tante storie che raccontano quanto sia grande il Signore, quanto Lui possa trasformare la vita delle persone che confidano in Lui. Non è importante quanto sia grande il tuo errore o quanto tu sia sprofondato nel mondo e nel dolore. Gesù Cristo può andare al di là di quello che immaginiamo e pensiamo.

Intervista Fr. Mimmo Pazzi

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Spazio Giovani

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Le follie dei nostri tempi

Bisogna adattarsi, i tempi sono cambiati, non bisogna essere troppo netti o retrogradi, dobbiamo stare al passo con i tempi….

Questa frase, a mio parere, è una delle più pericolose da pronunciare in una chiesa, è una sorta di bandiera bianche che si innalza quasi ad ammettere che purtroppo il Vangelo non può cambiare il mondo, ma che al contrario deve adattarsi ai cambiamenti della società in cui viviamo.

Purtroppo il mondo che ci circonda vive nel disordine più totale, ha perso di vista i punti di riferimento etico che dovrebbero costituire la base di una società civile, si vive di eccessi e di stranezze, si cerca continuamente qualcosa di nuovo che stuzzichi i sensi, che soddisfi l’innata curiosità dell’essere umano.

L’animo umano potrebbe trovare piena soddisfazione e tutte le risposte nell’Evangelo, nell’opera di Salvezza compiuta da Cristo Gesù, ma si preferisce la ricerca di piaceri e soddisfazioni passeggere.

Nell’estate del 2016 c’è stata l’esplosione dell’ennesimo fenomeno mediatico che ha catturato l’attenzione di tantissime persone, un gioco interattivo basato su una tecnologia chiamata realtà aumentata geolocalizzata. In altre parole usando un comune smartphone sul quale è stata scaricata una applicazione, si può andare in giro cercando strani animali nati dalla fantasia di un animatore giapponese di nome Satoshi Tajiri, che una nota azienda di videogiochi ha trasformato in un fenomeno cult.Sto parlando dei Pokemon e dell’applicazione Pokemon Go.

All’apparenza può sembrare un innocente giochino da telefono cellulare, c’è chi lo ha addirittura definito un modo come un altro per passeggiare all’aria aperta e incontrare altre persone che si dedicano allo stesso hobby.

La verità ovviamente si è rivelata ben diversa, molto più amara. Ci sono stati giocatori rapinati, risse, incidenti automobilistici e altro ancora, al punta da causare la morte di diverse persone.

La Parola di Dio in 1 Corinzi 10:23 ci dice: “Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica.”

E ancora in 1 Corinzi 6:12: “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.”

In particolare questo secondo verso esprime con chiarezza la condizione di tante persone in questa società moderna, ci si sente emancipati, si professa e ostenta la libertà di scelta e di coscienza.

Purtroppo invece siamo dominati da tante cose.Abitudini, piccoli o grandi vizi che ci avvolgono e ci intrappolano rendendoci schiavi del vano modo di vivere di questa società.

In Ebrei 12:1 è scritto: "Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta".

La parola di Dio ci chiama a deporre i nostri pesi ed il peccato ai piedi della croce di Cristo per ottenere la liberazione dalle piccole e dalle grandi schiavitù.Tanti hanno demonizzato i Pokemon andando a cercare simbologie sataniche o esoteriche, ma sono “favole da vecchie”.

Non è necessario andare a cercare simbologie, non serve andare a cercare il diavolo in tutte le cose, è molto più semplice il metro di valutazione, se si mette qualcosa, qualunque cosa al primo posto invece di Dio, si sta commettendo peccato nei suoi confronti.Se tolgo tempo al Signore per dedicarlo a cose vane, quali esse siano, sto commettendo peccato.

Non importa se questa cosa si chiami Pokemon, sport, amicizie, denaro. Persino la nostra famiglia potrebbe essere uno strumento in mano di satana per cercare di farci cadere nel peccato.

Non cerchiamo alibi nel male che purtroppo ci circonda, cerchiamo piuttosto di valutare la nostra vita sulla base di quello che troviamo scritto sulla Parola di Dio, la Bibbia. Specchiamoci in essa ogni giorno, leggiamola, meditiamola e dedichiamo del tempo alla preghiera.Più saremo impegnati a servire il Signore , meno tempo avremo per oziare in cose che nel migliore dei casi possiamo considerare inutili, non edificanti o persino distruttive per la nostra vita spirituale. Abbiamo un Dio buono che vuole il meglio per noi, un Dio che ci ama e vuole vederci crescere nelle sue vie.

Dio ci benedica. 7ad uso esclusivo interno ad uso esclusivo interno

I prologhi delle epistole paoline

Gli eventi principali della vita e del ministero di Paolo

Ordine cronologico delle epistole paoline

Evento Anno Riferimento Biblico

Conversione di Paolo 36 d.C. Atti 9

Sale a Damasco Galati 1:16-17

Si reca in Arabia

Torna a Damasco

Prima visita di Paolo a Gerusalemme 38 d.C. Atti 9:9 – Galati 1:18

Seconda visita di Paolo a Gerusalemme Atti 11:30

I viaggio missionario Atti 13-14 – Galati 1:21-24

Terza visita di Paolo a Gerusalemme Atti 15 – Galati 2 51

II viaggio missionario 51-54 d.C. Atti 16:1-18:22

III viaggio missionario 54-58 d.C. Atti 18:23-21:17

Prigionia di Paolo 58-62 d.C. Atti 21-28

Durante il II viaggio di Paolo - Atti 16:1-18:22

I Tessalonicesi 52 d.C. da Corinto

II Tessalonicesi

Durante il III viaggio di Paolo - Atti 18:23

I Corinzi Primavera 57 d.C. da Efeso

II Corinzi Autunno 57 d.C. Dalla Macedonia

Galati Autunno 58 d.C. Dalla Macedonia

Romani 58 d.C. Da Corinto

Durante la prigionia a Roma - Atti 28:11-31

Filippesi

Efesini

Colossesi

Filemone

Durante la prigionia o la seguente liberazione se mai occorsa

I Timoteo

Tito

II Timoteo

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Studio 1: la prima epistola di Paolo ai Tessalonicesi

Testo: 1 Tessalonicesi 1:1: “Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio

Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace.”

La Prima lettera ai tessalonicesi è la prima dell’apostolo Paolo. Fu scritta presumibilmente durante la sua prima visita a Corinto, descritta in   Atti 18:1-18. L’operato dell’apostolo a Tessalonica è descritto in Atti 17:1-9. L'epistola fu scritta, secondo la cronologia calcolata dal libro degli Atti, nell'anno 52 d.C. questo la rende non solo la prima lettera scritta dall’apostolo ma anche il primo scritto in ordine cronologico dell’intero Nuovo Testamento, anche se alcuni studiosi ritengono che l'epistola di Giacomo fosse stata scritta già nel 50 d.C.L'epistola è indirizzata alla chiesa di Tessalonica che stava subendo una grande persecuzione, ma nonostante tutto continuava a diffondere la luce del Vangelo nelle comunità circostanti per mezzo della t e s t i m o n i a n z a p r a t i c a (1Tessalonicesi 1:2-10).

I cristiani di Tessalonica sono presentati alle altre Chiese come modelli di fede da imitare. Il primo tema trattato nell’epistola è senza dubbio l’importanza dell’esempio che i credenti devono tenere nel modo di comportarsi in modo da differenziarsi sia da quello dei non credenti sia da quello di chi

vede la fede come solo una serie di precetti a cui ubbidire ciecamente.Il secondo tema è quello dell’amore fraterno espresso sia all’interno della comunità locale, sia verso le altre comunità. Il Terzo tema riguarda il ritorno del Signore, infatti cominciavano già a circolare tra le chiese dottrine ingannevoli, che avevano spinto i credenti di Tessalonica a pensare che chi fosse morto prima del ritorno di Cristo, evento considerato imminente, non potesse essere parte del regno eterno di Dio, come se vi fosse un passaggio diretto tra vita terrena e vita celeste. Paolo risolse la questione spostando l’attenzione non solo sul modo in cui il ritorno di Gesù sarebbe avvenuto, ma anche sulla necessità di essere vigilanti nell’attesa del Suo ritorno (1 Tess capitolo 4 e 5).

Ma veniamo al nostro testo. L’apostolo Paolo in questa sua prima lettera si presenta insieme ai suoi compagni di servizio, il primo è Silvano (Sila) e l’altro è Timoteo. Tre persone molto diverse tra loro sia per estrazione sociale sia per età, ma tutte accomunate da un unico scopo, il servizio al Signore 1 Timoteo 5:1; 1 Giovanni 2:13-14.

Paolo era la persona più preparate fra i tre a livello dottrinale, Silvano era quello col carattere più docile e accomodante, Timoteo era il giovane consacrato al Signore che seguiva questi due fratelli maturi per aiutarli ed imparare collaborando con loro 1 Pietro 5:5.

Dopo aver presentato se stesso e i suoi conservi Paolo indica il destinatario dell’epistola, che non è una persona in particolare, ma un’assemblea di persone chiamate fuori dalla massaAtti 17:3-4. Era un’assemblea molto varia, giudei, greci, donne di famiglie importanti, come nelle nostre chiese erano rappresentate tutte le classi sociali che l’uomo tenta di separare secondo metri di misura mondani, ma che l’amore di Dio unisce in un corpo solo Romani 12:4,5.

L’apostolo infatti continua dando alla chiesa la sua collocazione precisa, prima di tutto la chiesa è in Dio Padre, in altre parole questa assemblea di persone così differenti tra loro trova il suo ambiente naturale in Dio, dimorare in Dio è l’unica soluzione per portare frutto Giovanni 15:4.

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Non solo ma i credenti che dimorano in Dio non si trovano più nella condizione di essere orfani, ma hanno un padre che li ha adottati Romani 8:15.Ma la chiesa non dimora solo in Dio Padre, ma anche nel Signore Gesù Cristo. Paolo si riferisce a Gesù usando tre nomi che con le loro peculiarità ci aprono una finestra sulla Sua meravigliosa persona, innanzi tutto ci ricorda che Lui è il nostro Signore, ha pagato un prezzo alto per ognuno di noi che gli ha dato questo diritto, ci ha riscattati, noi gli apparteniamo Giovanni 17:9-12.

Poi col nome stesso Gesù, ci ricorda che Dio ha prestabilito

sin dall’eternità un piano di redenzione per l’umanità che giace nel peccato, il nome stesso di Gesù significa l’Eterno salva.L’appellativo Cristo, che esprime infine la divinità di Gesù e ci ricorda che Lui è l’Unto che Dio Padre ha scelto per farsi conoscere Giovanni 1:18 e per portare a compimento un’opera che sarebbe stata impossibile sia agli uomini sia a qualunque altra creatura angelica. Solo il creatore, la parola fatta carne, sacrificando se stesso, poteva pagare il prezzo per i nostri peccati Galati 4:4,5L’apostolo Paolo conclude il prologo con un augurio che si può suddividere in due parti:

la prima che ha un estensione temporale che si proietta soprattutto verso l’eternità: Grazie a voi,la seconda che ha una valenza più ravvicinata nel tempo per poi continuare nell’eternità.Se è vero che iniziamo a vivere la grazie di Dio su questa terra è altresì vero che avremo il pieno possesso di questo dono solo dal momento in cui saremo per sempre col Signore, di contro è vero che avremo pace per l’Eternità con Dio, ma già da ora, se dimoriamo in Dio e nel Signore Gesù Cristo, possiamo godere di una pace che il modo non può capire Giovanni 14:27.A cura del fr. Simone Rodorigo

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Anche questo mese abbiamo avuto la possibilità di intervistare un nostro caro fratello Gaetano, anziano della nostra comunità che, così come tutti gli altri nostri fratelli anziani, continuano ad incoraggiare la nostra vita mostrandosi come esempi di fede.

Come hai conosciuto il Signore?

Io l’ho conosciuto tramite mia madre, lei andava già in chiesa ed era l’unica convertita in famiglia. La prima volta che sono andato in chiesa avevo 14 anni, sono stato fino a 16-17 anni, ma poi mi sono allontanato. Successivamente mi sono sposato e mi sono trasferito in Germania dove mia madre mi ha seguito. Insomma, sono passati parecchi anni e nel ’71 sono ritornato in Italia, a Savona: qui, volendo ricercare nuovamente il Signore, ho conosciuto dopo 2-3 anni un fratello che andava alla “chiesa dei fratelli” e che ci invitò in questa riunione finché ci mise a conoscenza dell’esistenza di una chiesa evangelica cristiana vicino a noi. Mia madre voleva dunque conoscere il Pastore della chiesa, così questo fratello la accompagnò in chiesa a Savona e da allora mia madre ha continuato a seguire il Signore frequentando quella comunità.

Questo fratello che si occupava di portarla in chiesa desiderava che anche noi ritornassimo al Signore, ma io gli dissi di no perché non avevo proprio intenzione di andarci: il timore del Signore era sempre rimasto nella mia vita anche se io mi ero allontanato dal Signore per motivi futili. Poi anche mia madre iniziò ad insistere per portarmi in chiesa, allora nel ’73- ’74 sono tornato per la prima volta e da allora non me ne sono più andato. Da quell’anno in poi ho avuto tante altre esperienze con il Signore: nel ’76, all’età di 30 anni, mi sono battezzato in mare a Savona insieme a tanti altri fratelli.

Com’è stato vivere in una società e in un tempo nel quale i cristiani evangelici non venivano visti positivamente?

Com’è stata quell’esperienza?

E’ stata abbastanza dura, però io personalmente non l’ho vissuta molto, più che altro era il prete che spesso si lamentava richiedendo anche l’intervento della Polizia che interveniva portando in caserma il Pastore che subito veniva rilasciato in quanto non poteva essere accusato di nulla.

Dopo di te si convertì qualcun altro della tua famiglia?

Si, grazie a Dio alla fine ci siamo convertiti tutti: mia madre, le mie sorelle, poi io ed infine i miei fratelli. Dal ’76-’77 anche mio padre, dunque tutta la famiglia.

Hai ricevuto il battesimo dello Spirito Santo? Quando e com’è stato?

E’ avvenuto dopo due anni dal mio battesimo in acqua. E’ stata un’esperienza bellissima: mi trovavo a Bologna, al Poggiale come campista. Ad un culto, durante la preghiera, mentre pregavamo e adoravamo il Signore, Egli mi ha battezzato con lo Spirito Santo. Ricordo che siamo stati due ore in preghiera per quanto il Signore ci stava benedicendo, è stata una esperienza indimenticabile.

Com’è stato il tuo rapporto con Dio in tutti questi anni?

Io ho avuto sempre bisogno dell’aiuto del Signore, ed Egli mi ha sempre esaudito in tutte le cose che gli ho chiesto. Una volta ero stato licenziato dal lavoro, facevo l’elettricista e mi trovavo in difficoltà economica perché la ditta mi lasciò a casa. Così io e un mio amico, anche lui elettricista, decidemmo di andare insieme a svolgere qualche lavoro privatamente per le case. Mi trovavo nella difficoltà ma il Signore è intervenuto provvedendomi dei clienti, e in questo modo ho potuto andare avanti anche nel coprire le spese della casa e della famiglia. Successivamente, nel ‘78 grazie all’aiuto di mio fratello, essendo di nuovo disoccupato, trovai un altro lavoro in ospedale come ausiliare: quando ho fatto il concorso per poter essere preso eravamo in 300 e i posti di lavoro disponibili erano solo 20. Ero circondato da giovani diplomati, io ero il più grande di tutti e pensavo fosse impossibile per me ottenere questo posto di lavoro. Eppure grazie a Dio presi un bel posto nella graduatoria e mi assunsero a tempo

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Testimonianze

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determinato: a Maggio del 1979 iniziai a lavorare in Ospedale a Savona.Quando ho avuto bisogno il Signore è stato sempre un aiuto in ogni difficoltà, anche nel periodo in cui io mi ero allontanato, Lui si è sempre preso cura di me.

Qual è stato il tuo primo servizio per il Signore?

Io ho fatto il Monitore della scuola domenicale, insegnavo ai bambini di 6 anni. Successivamente Dio mi ha concesso grazia di svolgere il servizio da Consigliere nella chiesa che frequentavo, ed infine ho fatto il Sovraintendente delle Scuole Domenicali che allora c’erano. Ho sempre preso con entusiasmo e con desiderio svolgere un servizio al Signore.

Quant’è stato importante il Signore nel rapporto matrimoniale?

Nel rapporto matrimoniale il Signore è sempre stato al primo posto, mi ha sempre aiutato in ogni cosa.

Anche se ci possono essere stati degli screzi, il Signore ci ha sempre portati avanti nel suo amore, modellando il nostro carattere e permettendoci di andare sempre d’accordo.

Un consiglio che vorresti dare a noi giovani? Cosa vorresti trasmettere a loro?

Il consiglio che posso dare ai giovani è di amare il Signore, di mettersi a Sua completa disposizione perché non ne resterete delusi. Vorrei trasmettere a loro l’entusiasmo per il Signore e, in base alle mie esperienze di vita, vorrei dire loro di ricercare il Signore anche e soprattutto nei momenti di difficoltà che arrivano per tutti nella vita, perché il Signore ci aiuta sempre, basta chiedere a Lui.

Dio ci benedica grandemente!

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SPECIALE CLASSE MATERNA Questo mese abbiamo la possibilità di conoscere

più da vicino una delle classi più piccole, anzi, la prima classe nella quale vengono svolte delle lezioni e vengono trasmessi i primi insegnamenti biblici oltre alle attività ludiche e di intrattenimento presenti già dalla classe culla (0 – 3 anni).

Stiamo parlando della CLASSE MATERNA frequentata dai nostri piccoli di un’età compresa tra i 3 - 5 anni, ovvero l’età prescolare. Grazie a Dio la nostra attuale classe materna conta circa più di dieci bambini iscritti considerando il passaggio di alcuni di loro che, essendo diventati più grandi, sono andati nella classe successiva (fanciulli, dai 6 anni). Le monitrici che sono impegnate in questo servizio sono 9, due delle quali andremo poi ad intervistare.

Le attività di questa classe si svolgono ogni Domenica mattina dalle ore 10:30, in concomitanza con lo svolgimento del culto: viene fatto ciò in modo da andare incontro alle famiglie con bambini di età prescolare che, in questo modo, possono partecipare attivamente ai culti con più serenità e tranquillità, sapendo che nello stesso momento anche i loro figli stanno svolgendo il “loro culto” al Signore.

La classe materna, infatti, così come tutte le altre classi, nasce principalmente con lo scopo di portare i nostri bambini fin dalla loro tenera età alla conoscenza della Parola, in modo particolare con l’ausilio di un manuale di riferimento, oltre che la Bibbia stessa, utilizzato dalle monitrici per facilitare la comprensione dei racconti e delle storie presenti nella Parola.

Ma come si svolge una lezione nella classe materna?

Generalmente, dopo che le monitrici hanno accolto tutti i bambini, si inizia con il momento della preghiera: grazie a Dio i nostri bambini si sono dimostrati sempre volenterosi nel pregare il Signore

e ringraziarLo, a partire dalle cose più semplici che forse noi “grandi” molte volte diamo anche per scontato. In questo i nostri piccoli ci possono dare già un grande insegnamento.

Una volta fatto l’appello e raccolto l’offerta destinata alla Scuola Domenicale, si passa alla lezione vera e propria che viene raccontata con l’aiuto di immagini rappresentative (per esempio la figura di Mosè) aventi lo scopo di rendere il tutto più reale ed efficace dal momento che i bambini di quest’età sono più attratti dalle immagini perché l’associazione della parola a qualcosa di concreto gli permette di assimilare con più facilità il concetto, quindi in questo caso il messaggio ultimo della storia della Bibbia. Proprio per questi motivi, in particolare da quest’anno, la classe materna si avvale anche dell’aiuto di una

televisione utilizzata sempre e solo per aiutare le monitrici e i bambini stessi nella spiegazione e comprensione dei racconti della Bibbia. Dunque si tratta di un utile strumento utilizzato a fini didattici.

Successivamente vengono svolti i lavoretti: dall’anno scorso è stato introdotto a questo proposito un quadernino personale per ogni bambino nel quale, ogni Domenica, viene riportato un lavoretto e il “versetto d’oro”, cioè il versetto chiave della storia che dovrà essere imparato e recitato la volta successiva grazie all’aiuto e alla collaborazione dei genitori che ricorderanno al bambino l’impegno nello “studio” del versetto. Per fare ciò, i bambini sono anche invogliati da un “cartellone segnapunti” creato con le loro manine: ogni volta che i bambini ripetono il versetto, le monitrici segneranno un punto (metteranno un simbolino), fino ad arrivare alla fine dell’anno quando ogni bambino verrà premiato per il suo grande impegno. Dobbiamo riscontrare come tutti i nostri piccoli sono davvero bravi e volenterosi nell’imparare a memoria questi versetti!

Una volta svolto il lavoretto, si passa alle attività ludiche di gioco (sia libero che organizzato) e, dopo aver riempito il pancino con una buona merenda, si

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Spazio Scuola Domenicale

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dedica il tempo restante al canto e alla preghiera conclusiva.

Volete sapere qualcosa di più? Chiediamolo ad alcune delle nostre monitrici di questa classe, la sorella Loriana Basile e Sara Medici che hanno dato la loro disponibilità nel rispondere alle nostre domande.

Da monitrice, qual è la tua personale esperienza all’interno della classe materna?

Sara: “Poter servire il Signore all’interno della Scuola Domenicale è per me di grande benedizione. Amo i bambini e poterli istruire mette in me grande gioia!”

Loriana: “Posso dire che stare con i bambini è un’esperienza fantastica, ciò che caratterizza quest’età è il modo di comunicare semplice e veritiero, sono spontanei e pieni di vitalità.”

Com’è nato in te il desiderio di svolgere questo servizio per il Signore?

Sara: “Ho sempre avuto nel cuore il desiderio di questo servizio, ho sempre desiderato di poter parlare a loro diffondendo così la Parola e la conoscenza di Dio.”

Loriana: “Anche io ho sempre amato i bambini fin da quando ero piccola. Ho iniziato a svolgere prima il servizio di intrattenimento con la classe culla all’età di 18 anni, poi successivamente dopo diversi anni Dio mi ha concesso di entrare a far parte

della classe Materna dove possiamo insegnare ai bambini le storie della Bibbia.”

Quali sono generalmente gli insegnamenti che vengono dati e gli argomenti che vengono affrontati in questa classe?

Sara: “Durante le lezioni trattiamo racconti sulla creazione e sulla conoscenza di Dio arrivando in modo semplice al loro cuore sempre guidati dallo Spirito Santo.”

Loriana: “Noi prendiamo spunto da diversi manuali che ci vengono dati dalla Scuola Domenicale (ADI Media) che, come ha detto anche la sorella Sara trattano principalmente della creazione, e per parecchi anni abbiamo seguito quelli. Nello specifico però, dall’anno scorso abbiamo iniziato un manuale nuovo (Edizioni La Fionda) del fratello Antonio Amico che tratta argomenti della Bibbia dall’Antico al Nuovo Testamento, così i bambini possono apprendere meglio e hanno ben chiari gli argomenti in ordine cronologico.”

Che cosa puoi dirci sui nostri bambini che frequentano la classe materna?

Sara: “Osservarli durante le lezioni mentre ci ascoltano e sentirli poi ripetere con parole loro mi commuove, sono di incoraggiamento e ti gratificano.”

Loriana: “La nostra classe è caratterizzata sia da bambini vivaci, pieni di vitalità che bimbi più calmi e silenziosi: ognuno di loro mi trasmette ed insegna

qualcosa. Sono proprio dei bimbi meravigliosi! La cosa che ho cercato di insegnare loro è di essere felici, infatti quando chiedo a loro – come sono i bimbi di Gesù? – loro mi rispondono – Sono felici! – con tanto di sorrisone. Dunque veramente mi trasmettono tanta serenità e tanta gioia”

ALLORA GESU’ LI CHIAMO’ A SÉ E DISSE: “LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, E NON GLIE LO VIETATE, PERCHE’ IL REGNO DI DIO È PER CHI ASSOMIGLIA A LORO. LUCA 18:16

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TESTIMONIANZA DEL FRATELLO FELIX (membro attuale della chiesa di Cuggiono)

- Puoi raccontarci chi sei, da dove vieni e come hai conosciuto il Signore?

Mi chiamo Felix Anyanwu, ho 34 anni e sono nato l’1 Luglio, 1982. Vengo dalla Nigeria, precisamente da Ezinehitte Eziudo, che si trova nello stato dell’Imo (situato a Sud della Nigeria).

Ho ricevuto Gesù Cristo nel 1996 grazie alla mia zia che si preoccupava di venirmi a prendere a scuola per poi portarmi nella Chiesa di Katsina, in Nigeria, per conoscere il Signore in modo profondo.

Attualmente sono sposato e ho due figli (un maschio e una femmina). Sono cresciuto in una famiglia molto povera: mio padre è morto nel 1996 lasciando mia mamma sofferente con sette bambini a cui dover badare. Ho infatti 3 fratelli e 3 sorelle, io sono il terzo figlio. Mia madre è una cristiana nata di nuovo: prima era cattolica ma grazie a Dio si convertì nel 1990 e, inoltre, ora due dei miei fratelli sono pastori.

Ricordo che quando ero solo un piccolo bambino mia madre, a causa delle difficoltà e delle sofferenze che ha passato durante la sua vita e nel crescere ognuno di noi, ci disse che aveva fatto un patto con Dio promettendogli che tutti i suoi figli avrebbero servito il Signore. Così lei decise di donarci a Dio con il desiderio che, se Lui ci avesse ancora tenuto in vita, noi tutti lo avremmo servito.

- Da dov’è nata la tua decisione di venire in Italia e come il Signore ti ha protetto durante il viaggio?

Voglio ringraziare Dio per la Sua grazia e la Sua protezione nella mia vita, nella mia famiglia e dei miei bambini. Lo ringrazio per la Sua grazia che non si esaurirà mai e lo ringrazio anche per come mi ha guidato scampando la morte sotto le mani di Bokoharam, un gruppo di terroristi islamici che volevano uccidermi nel nord della Nigeria. Il Signore mi ha guidato nel ricercare rifugio in Italia dove tutt’ora posso anche studiare la Bibbia. Lo ringrazio anche per come ha mostrato la Sua grazia nel proteggermi durante la traversata nel Mediterraneo per arrivare in Italia: sono stato per tre giorni in alto mare e la maggior parte delle persone che erano con me purtroppo sono morte, ma Dio mi ha salvato. Sono grato a Dio per come ha guidato i miei passi fino alla chiesa cristiana evangelica dove ho trovato la reale salvezza in Cristo Gesù.

Ringrazio inoltre Dio per aver protetto mia moglie che, nel momento in cui io sono partito verso l’Italia, era incinta di due mesi, e per come ha protetto i miei bambini. Durante la gravidanza mia moglie ha avuto delle difficoltà tanto da rischiare di perdere il bambino, stava davvero male ma grazie a Dio è sopravvissuta e ha partorito mio figlio in pace senza nessun danno. Non ho parole per ringraziare il Signore per questo, per averli sostenuti anche nelle difficoltà della vita. Lui è sempre stato lì, lode al Dio vivente!

Dopo ciò che ho vissuto desideravo studiare la Bibbia per diventare un pastore, ma non riuscivo a realizzare questo mio proponimento fino a che non ho trovato questa chiesa (l’attuale chiesa di Cuggiono) e la mia gioia è stata completa perché ora ho compreso che Dio vuole usarsi di me, così come mi ha mostrato molte volte in sogno, Dio vuole usarsi della mia vita per compiere la sua volontà.

Questa è la mia testimonianza. Grazie siano rese a Dio.

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Notizie Nostre Missioni (Cuggiono)

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LE RIUNIONI: CUGGIONO

MARTEDÌ Riunione di preghiera

alle ore 20:00

GIOVEDÌ Culto/studio Biblico alle

ore 20:00

DOMENICA Riunione di culto alle ore

18:30

LE RIUNIONI: CASTELLANZA

LUNEDI Riunione di preghiera alle ore 9:30

MERCOLEDI Culto/studio biblico alle ore 20:30

VENERDI Riunione di preghiera alle ore 20:30

SABATORiunione giovanile alle ore 20:00

DOMENICA Scuola domenicale dalle ore 9:30 alle 10:30

DOMENICA Riunione di culto alle ore 10:30

contatti

CHIESA EVANGELICA PENTECOSTALE A.D.I. CASTELLANZAVIA DON CARLO GNOCCHI 4

CASTELLANZA (VA)www.adicastellanza.it

e-mail:[email protected]

RESPONSABILE GIORNALINO

BASILE SILVANO

COLLABORATORI

RODORIGO SIMONECAPONE DANIELE

OREFICE FRANCESCO

KLUFIO ALEXANDERBASILE ROBERTA

CAGLIA FERRO DEBORA

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