Notiziario Confraternale n 46 LDA Priore Aprile Giugno 2012

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Arciconfraternita del Santo Organo dell’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova Anno LXXVIII n. 46 LDA Priore - Aprile-Giugno 2012 Ecce crucem Domini fugite partes adversae! Vicit Leo de tribu Juda radix David, Alleluja! Madonna Mora, opera di RINALDINO DI PUY-L’ÉVÊQUE, anno 1396, Basilica del Santo - Padova L a statua detta della “Madonna Mora”, opera di Rinaldino di Puy-l’Évêque, è collocata e vene- rata sull’altare dell’omonima cappella, il cui pe- rimetro riproduce quello dell’originaria chiesetta dedicata a Sancta Maria Mater Domini, prima se- poltura del Santo e nucleo della basilica antonia- na. L’opera fu donata da un membro della Con- fraternita antoniana nel 1396 al fine di decorare adeguatamente il luogo ove il medesimo sodalizio era solito radunarsi per le funzioni religiose. La Vergine è qui una figura regale, elegantissima nel suo abito, i cui colori sfarzosi creano ritmi di grande raffinatezza. La naturale fisicità di Maria si trasforma gradualmente e diventa trascendenza grazie allo sfolgorio dell’oro che l’avvolge. Il Bambi- no, tenerissimo ed elegante, appare in tutta la sua naturalezza, umano nella fisionomia e solenne per la corona d’oro, che gli cinge il capo.

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N. 46 LDA Priore del notiziario periodico dell'Arciconfraternita di sant'Antonio di Padova

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Arciconfraternitadel Santo

Organo dell’Arciconfraternita di sant’Antonio di PadovaAnno LXXVIII n. 46 LDA Priore - Aprile-Giugno 2012

Ecce crucem Dominifugite partes adversae!Vicit Leo de tribu Judaradix David, Alleluja!

Madonna Mora, opera di Rinaldino di Puy-l’Évêque, anno 1396, Basilica del Santo - Padova

La statua detta della “Madonna Mora”, opera di Rinaldino di Puy-l’Évêque, è collocata e vene-

rata sull’altare dell’omonima cappella, il cui pe-rimetro riproduce quello dell’originaria chiesetta dedicata a Sancta Maria Mater Domini, prima se-poltura del Santo e nucleo della basilica antonia-na. L’opera fu donata da un membro della Con-fraternita antoniana nel 1396 al fine di decorare adeguatamente il luogo ove il medesimo sodalizio

era solito radunarsi per le funzioni religiose.La Vergine è qui una figura regale, elegantissima nel suo abito, i cui colori sfarzosi creano ritmi di grande raffinatezza. La naturale fisicità di Maria si trasforma gradualmente e diventa trascendenza grazie allo sfolgorio dell’oro che l’avvolge. Il Bambi-no, tenerissimo ed elegante, appare in tutta la sua naturalezza, umano nella fisionomia e solenne per la corona d’oro, che gli cinge il capo.

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Arciconfraternita del SantoPeriodico dell’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova

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La redazione è disponibile a valutare articoli per la pub-blicazione ed invita i lettori ad inviare le proprie doman-de su questioni di carattere ecclesiale al Cappellano o al Direttore, che risponderanno su queste pagine per gli argomenti di interesse più generale.

In questo numero:Cerimonia conclusivadel 38° Premio della Bontàsant’Antonio di Padova in memoriadi “Andrea Alfano d’Andrea” 1

Rieti: 22-24 giugno 2012rinnovato il gemellaggiocon la Pia Unione Antoniana 8

Pillele von Valantincon il contributo di Giliola Secco 11

Notizie in breve dal Mondo antoniano 12

Notizie dalla Confederazionedelle Confraternite delle Diocesi d’Italia 13

L’abito confraternale 13

XXI Cammino di Fraternità:Monreale 15-17 giugno 2012 14

Anno della Fede: domenica 5 maggio 2013le Confraternite del Mondo incontranoa Roma il Santo Padre Benedetto XVI 15

Vita confraternale 16

Varie 16

Nuovi ascritti 17

Sante Messe richieste al P. Cappellano 17

I benefattori 18

I numeri della Carità 18

Progetto Barentù 19

Recensione: Custode di mio fratello 19

Bando del 39° Premio della Bontàsant’Antonio di Padova in memoriadi “Andrea Alfano d’Andrea” 20

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Errata Corrige:nel n. 45 / LDA Priore alla pag. 14 nel primo titolo è stata erroneamente indicata la data 24 e 25 settembre 2012 anziché 2011.

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Domenica 20 maggio 2012 nella solenne corni-ce della Basilica antoniana in Padova, al ter-

mine del periodo pasquale, ha avuto luogo la ceri-monia conclusiva del Premio, che ormai da quasi quarantanni il nostro sodalizio propone agli allie-vi di tutte le scuole italiane. Il Tema proposto alla riflessione è stato particolarmente impegnativo:

Quando sogno fa rima con impegno.Il mio futuro di credente e cittadino

in una società da trasformare in meglio.

Come consuetudine sono stati accordati i Patro-cini della Conferenza Episcopale Italiana, della Regione del Veneto, della Provincia di Padova e del Comune di Padova e la manifestazione si è potuta svolgere grazie ai contributi della Provin-cia di Padova, del Comune di Padova e della Fon-dazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.Questi i numeri del concorso: 420 partecipan-ti, dei quali 227 delle Scuole Primarie, 127 del-le Scuole Secondarie di I Grado, 66 delle Scuole Secondarie di II Grado; Province interessate: 23; Istituzioni Scolastiche partecipanti: 41.

I numeri di questa edizione se confrontati con quelli delle precedenti indicano una partecipa-zione più personale alla manifestazione perché a fronte di una riduzione del numero generale dei concorrenti la flessione in termini di istituti sco-lastici e province è stata irrilevante.

Per la cerimonia conclusiva ci hanno onorato con la loro presenza la dott.ssa Emanuela Milan in rappresentanza del Prefetto di Padova, il dott. Alberto Canova consigliere della Provincia di Pa-dova, l’On. Milvia Boselli per il Comune di Pado-va, l’Assessore del Comune di Arzergrande dott.ssa Elisabetta Favaron, l’Assessore del Comune di Piove di Sacco dott.ssa Lorena Stevanato, il prof. Andrea Bergamo per l’Ufficio Scolastico Provin-ciale di Padova. Accanto a loro il Presidente An-gelo Canton ed alcuni associati dei Macellai Militi dell’Immacolata, la Presidente della Sezione pa-dovana dell’Associazione Giuliano Dalmati Italia Giacca, il Presidente ed una delegazione del So-dalizio Abruzzese-Molisano, numerosi insegnan-ti, familiari ed amici dei premiati.

CErImonIa ConClusIvadEl 38° PrEmIo dElla bontà

sant’antonIo dI Padovain memoria di “Andrea Alfano d’Andrea”

Padova, Pontificia Basilica di sant’Antonio di Padova. Santa Messa solenne presieduta dal M. Rev. P. Enzo Maria Poiana, OFM Conv. – Rettore della Basilica e Moderatore dell’Arci-confraternita del Santo; presenziano i premiati con il foulard giallo, con dietro consorelle e confratelli in cappa.

Padova, Pontificia Basilica di sant’Antonio di Padova. Duran-te la Santa Messa solenne i premiati recano all’altare il tradi-zionale Pane di sant’Antonio.

www.arciconfraternitasantantonio.org

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Di seguito proponiamo la graduatoria dei premiati:

sezione scuole primarie

I classificatoalice dI FoGGIaclasse IV Adell’Istituto“Maria Regina”di Foggia;

II classificatoPaolo maGGIsanoclasse Vdell’Istituto“Sacro Cuore”di Roma;

III classificatomartina mIraGlIaclasse V Cdell’Istituto“Rocco De Zerbi”di Palmi (RC);

sezione scuole secondarie di primo grado

I classificatoPina laFFusaclasse III Adell’Istituto Comprensivodi Firmo (CS);

II classificato – veronica randaZZoclasse II U dell’Istituto “Maria Ausiliatrice”di San Cataldo (CL);

III classificatoEmanuele marianod’ElIsEoclasse III Bdell’Istituto“A. Tavelli”di Ravenna;

sezione scuole secondarie di ii grado

I classificatoalvise rEnIErclasse V ginnasiodel Liceo Classico“G. Veronese”di Chioggia (VE);

II classificatosofia sParvIErIclasse III del Liceodella Comunicazione“Sacro Cuore”di Roma;

III classificatonancy maGIstroclasse I del LiceoScientifico“S. GiuseppeCalasanzio”di Genova.

Di seguito proponiamo integralmente gli svolgi-menti dei primi classificati assoluti dei tre ordini di scuola.

i Temi

di Alice Di FoggiaTutti facciamo dei sogni, spesso mentre dormia-mo, ma a volte e soprattutto alla mia età ad occhi aperti. Il sogno rappresenta qualcosa che deside-riamo, che speriamo avvenga.È molto bello poter immaginare tutto quello che ci passa per la test, con la fantasia fare voli fanta-stici e immaginare di volare su una mongolfiera sorvolando paesaggi nuovi, mari lontani, immen-se praterie come in Africa dove gli animali ti cor-rono sotto i piedi come tante piccole formichine e tu ti senti al di sopra di tutto. Ma i sogni non sono sempre irraggiungibili e non appartengono solo alla fantasia, spesso è possibile fare dei sogni che potrebbero diventare realtà. Ma allora biso-gnerebbe lasciare il pianeta fantasia e tornare sul pianeta Terra. Il nostro pianeta terra in fondo è stato il sogno di Dio, che forse l’aveva immagi-nato un po’ diverso, un po’ più verde, un po’ più pulito, un po’ più “umano” come lui aveva inteso creare l’uomo: sensibile, rispettoso, responsabile. Dopo aver creato i cieli, i mari e la Terra, Dio creò il primo uomo e la prima donna e disse loro di

prendersi cura di tutte le creature. Prendersi cura di…..in fondo ci vuole impegno ad occuparsi di qualcosa, di qualcuno. Ma impegno è una parola difficile e conviene cercarla sul vocabolario, c’è scritto: obbligo, promessa, o meglio, impegno di tutte le proprie energie e capacità nel fare qual-cosa. Accidenti, sembra una parola seria, “tutte le proprie capacità”, e io che pensavo che le mie energie servissero solo per giocare e studiare! In fondo anch’io alla mia età posso partecipare al sogno di Dio che forse è il mio stesso sogno: ren-dere la terra un posto felice. Io sono felice quan-do sono con i miei amici, quando faccio qualco-sa con la mia famiglia. Allora la felicità non è un sentimento da vivere da soli, si è felici quando si fa qualcosa insieme ad una persona e forse quan-do ci si impegna insieme ad altri a fare qualcosa, la felicità si moltiplica. Certo impegnarsi è fatico-so, ma molto spesso ne vale la pena. Ritornando al significato di impegno, si parla di energie e ca-pacità. Di “energie “ noi bambini ne abbiamo da vendere, ma le “capacità” quali capacità avremmo mai noi bambini? Beh sicuramente di fare subito amicizia, di meravigliarci di fronte a cose anche semplici, di immaginare nuove cose…di sogna-re. Allora, ecco che i sogni attraverso l’impegno si possono trasformare in realtà. Si può partire dalle piccole cose: fare dei favori senza aspettarsi niente in cambio, essere gentili e generosi verso gli altri, essere più attenti verso il mondo intorno a noi. Si parla tanto di inquinamento e di come l’uomo stia sporcando il pianeta Terra, allora po-tremmo iniziare a tenerci di più all’ambiente in-torno a noi. Potremmo organizzarci con alcuni amici e decidere di pulire una strada, di adottare un angolo di città, di sensibilizzare i nostri geni-tori alla raccolta differenziata, di produrre meno rifiuti, di non usare buste di plastica. Si parla tan-to di persone povere e sole: potremmo rinunciare a qualche barretta di cioccolato o merendina, per dare i soldi a chi ne ha bisogno. Niente sembra troppo difficile, quando si ha un sogno si cerca di fare tutto per realizzarlo e se si lavora insieme, allora tutto è ancora e sempre possibile.

di Pina LaffusaMi presento. Mi chiamo Pina Laffusa, ho tredici anni e frequento la scuola secondaria di primo grado. Vivo in un paesino in Calabria, poco co-nosciuto: Firmo in provincia di Cosenza. Vista la mia età non so bene cosa significhi, specie al gior-no d’oggi, impegnarsi cristianamente. Immedia-tamente però penso a questa Frase del Vangelo: “Non c’è amore più grande di dare la propria vita per gli altri”.

Questa frase di Gesù di Nazareth è una delle tante frasi che mi ha colpito nel mio percorso cristiano.È proprio da qui che vorrei partire; da queste famo-se parole di Gesù dare cioè la nostra vita per aiuta-re gli altri, essere presenti e attivi nella comunità.Oggi non è facile impegnarsi perché ovunque di-laga l’indifferenza nei confronti di qualsiasi cosa.Specialmente i giovani sono privi di punti di ri-ferimento sia in famiglia, che a scuola, che nelle istituzioni. Forse è più facile essere indifferenti, essere spettatori della vita piuttosto che impe-gnarsi attivamente.Persino nei riguardi della fede c’è un certo distac-co di noi ragazzi; non si frequenta più la chiesa o la parrocchia; se ciò accade non è possibile costru-ire un percorso spirituale serio e duraturo, come invece dovrebbe fare un vero credente. Forse biso-gnerebbe andare oltre le formalità e ricordare che Dio è amore. Questa frase così semplice eppure tanto rivoluzionaria dovrebbe guidare le azioni di tutti. Come appunto diceva papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla): “L’amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino per l’umanità”.Ecco, la forza, cioè l’azione, l’impegno, la parteci-pazione. La presenza dell’altro come forza e non come debolezza.Il mio sogno per la comunità è proprio qualcosa di concreto. Sarebbe meraviglioso poter avere qui in Calabria un centro ospedaliero per bambini, adulti e anziani, specializzato nella cura dei tumori così che chiunque possa curarsi senza il bisogno di do-versi spostare in altre regioni d’Italia. Poter avere garantito a pieno nel proprio luogo il diritto alla vita. Il motivo per cui mi sta molto a cuore questo progetto deriva dal fatto che la mia famiglia è stata colpita diverse volte da questi problemi.Questi sono motivi di sofferenza sia per l’amma-lato ma anche per la famiglia. In particolare il mio sogno è rivolto alla cura di bambini colpiti da gravi patologie, soprattutto se le loro fami-glie hanno problemi economici. Ricordo ancora che nel mio paese la famiglia di un bambino non avendo possibilità economiche, ha chiesto aiuto ai concittadini che non hanno esitato ad essere utili. Piccoli gesti certo, ma di grande significato. La fratellanza, il sentimento di solidarietà verso il prossimo hanno salvato una vita.Questo è amore, questo è Dio.

di Alvise RenierIl francese Jean-Jeaques Rosseau afferma che l’uomo è buono fin dal principio, sono le istitu-zioni mal rette, che seguono ideali sbagliati, a portare la tendenza a fare il male. Se si cambiano le istituzioni, dunque si cambiano gli stessi citta-

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dini, se le istituzioni sono buone, anche i cittadini saranno indotti a fare il bene. È, in estrema sin-tesi, quello che accade ai giorni nostri. Il periodo di profonda crisi che stiamo vivendo porta, gior-no dopo giorno, ad un continuo rimescolamento delle forme politiche in campo, i vertici del pote-re mondiale si smontano e si ricreano in breve tempo. L’incertezza è ovunque. E continuamente si cerca di cambiare le istituzioni, per cercare un ideale, un modo di agire che si dimostri vincente e porti verso il bene di tutti i cittadini.Pochi giorni fa mi sono corse incontro le paro-le di Alessandro Manzoni, durante una fortunata lezione di un professore: “Solo l’uomo cambiato può cambiare le istituzioni”. Mi hanno colpito come una folgorazione: per un ragazzo come me, di sedici anni, il futuro è un grande sconosciuto. Dappertutto, nella televisione e nelle reti di tutto il mondo, rimbomba una sola parola: crisi. E la colpa ricade sempre su di loro, su quelle perso-ne che si alternano al potere, quasi come se io, giovane cittadino, non potessi fare niente per mi-gliorare la situazione, sono le istituzioni a dover migliorare me. Eppure le parole di Manzoni mi hanno mostrato come io posso diventare il centro di una società trasformata e nuova! Sono io che posso cambiare le istituzioni! In quel momento è sorto in me un desiderio spon-taneo e fortissimo: “Voglio essere un uomo cam-biato!”. Già, ma cosa vuol dire essere cambiati?Ancora una volta è stato Manzoni a venirmi in soc-corso, nella figura dell’Innominato: “Già da qual-che tempo cominciava a provare un certo fastidio delle sue scelleratezze ... era come il crescere e cre-scere di un peso già incomodo”. Nel cuore dell’In-nominato si apre una falla, una ripugnanza rispet-to alla sua vita depravata, dal suo cuore emerge una domanda: “invecchiare! Morire! E poi?”.Si capisce come l’uomo abbia incontrato la crisi, una crisi che lo brucia dall’interno, che lo fa ro-dere mentre cerca incessantemente risposte che possano saziarlo. Crisi, quante volte ogni gior-no veniamo bombardati da questa parola: crisi economica, lavorativa, dei valori, della famiglia, dell’industria, dell’artigianato; e ogni volta abbia-mo un fremito, la crisi è la cosa che più ci spaven-ta. È curioso, invece, vedere nell’episodio dell’In-nominato, come la crisi rappresenta la nostra vera salvezza, è l’urgenza di avere quelle risposte alle domande che la crisi stessa provoca dentro di noi, ci è indispensabile per essere felici!Mi rimarrà per sempre impresso il “Canto not-turno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi, che dice: “Che vuol dire questa solitu-dine immensa? E io chi sono?”. L’uomo si chiede

il perché delle cose e le domande possono nascere solo da una crisi che insinua in noi un dubbio, da una inquietudine che non ci fa sentire bene così come siamo, ma che ci porta a cercare un di più.A questo punto, dopo essersi reso conto di ciò, l’uomo cerca la bellezza, la bellezza che sta attor-no a lui. Per ritornare all’esempio dell’Innomina-to, è incredibile vedere come quest’uomo rimanga colpito dalle parole della prigioniera Lucia: “Dio perdona molte cose per un’ opera di misericordia.”Egli comincia lentamente a vedere delinearsi all’orizzonte la risposta alla sua domanda; ha bi-sogno del perdono, ha bisogno di Dio. E l’incon-tro con il cardinale Borromeo diventa qualcosa di straordinario, perché vedendo la gente attorno al cardinale contenta, l’Innominato si sente qua-si mosso dall’invidia e desidera anche lui la gioia vera dipinta sui loro volti.Le parole del cardinale non lo accusano del suo passato, ma anzi, attraverso il perdono lo rilan-ciano come operatore della redenzione. Ora l’In-nominato è un uomo cambiato! Tutto parte da una crisi, che continua con delle domande e poi con una ricerca, una ricerca che per essere portata a termine ha bisogno del sup-porto di qualcuno: l’Innominato ha avuto quello di Lucia, che è capace di fargli vedere la bellezza del perdono cristiano. Come dice Socrate: “L’uo-mo è un po’ pigro e ha bisogno di essere continua-mente stuzzicato da qualche tafano”. Noi uomini abbiamo bisogno di essere scossi per vedere ciò, impariamo a dare del Tu a Dio, senza aspettare chissà quale risposta da Lui, perché le Sue parole sono la realtà che ci è donata. Proprio quella real-tà che ogni giorno provoca dentro di noi una crisi, che porta a nuove domande e a nuove risposte. Accettare il dubbio, la crisi quotidiana, significa lasciarci stupire dalla realtà. Se sappiamo lasciar-ci stupire dalla realtà, sappiamo alzarci in piedi, così come dice una poetessa che amo molto Emily Dickinson: “Finché non siamo chiamati ad alzar-ci, non scopriremo la nostra vera altezza”: L’uomo cambiato è colui che sa accettare la sfida ad alzar-si in piedi, senza fermarsi alle restrizioni del giu-dizio degli altri. Cercando Dio, scoprire se stessi.Il cristianesimo è bello perché ti porta a fare ciò, ti trasforma a partire da una domanda insita in te e, quando trovi una risposta, non vedi l’ora di ur-larla al mondo e in questo modo lo cambi! Il futu-ro parte da me, che se saprò trovare la mia verità lasciandomi stimolare dal presente, potrò costru-ire qualcosa di straordinario! Ecco l’impegno che vorrei portare avanti, vivere cercando la bellezza che sa farmi crescere, conoscere nel profondo me stesso, e urlare al mondo quanto è grande Dio,

quanto è bello essere cambiati da Lui, per trasfor-mare un futuro che non è già scritto! Sant’Agosti-no dice: “Il Cristianesimo rivela all’uomo l’uomo stesso”, la fede può trasformare la società, par-tendo da tante piccole domande, le domande di noi giovani.

I testi dei temi di tutti i nove premiati potranno essere scaricati in formato pdf dalla sezione del sito WEB www.arciconfraternitasantantonio.org dedicata al Premio della Bontà.

Il Premio della bontà 2012è stato conferito a

Cristian stangalinititolare delle Officine Meccaniche Piovesi

di Arzergrande in Padovaneo-imprenditore per sogno e necessità,

che ha vinto la crisi sua e di altri con impegno personale

con la seguente motivazione:

“Nel Veneto attanagliato dalla crisi economica ci sono anche storie positive che fanno sperare in un riscatto economico e sociale, in un futuro mi-gliore. Già direttore di produzione di un’azienda metalmeccanica, come un fulmine a ciel sereno, perde il lavoro a 44 anni, marito e padre di due figli, insieme ad altri 42 colleghi, per liquidazione volontaria e senza debiti dell’azienda presso cui era impiegato. Per molti lavoratori, soprattutto se non più giovanissimi, questo triste evento rischia di trasformarsi in un incubo senza via d’uscita, un lungo tunnel, di cui appare impossibile vede-

re la fine. Lui però non ha voluto piegarsi a un destino che sembrava segnato e con il sostegno della moglie decide di vendere la casa familiare di Como, paese d’origine, continuando a vivere in affitto nel comune di Piove di Sacco. Con il dena-ro ricavato dalla vendita riesce a prendere in affit-to un capannone e a fornire le garanzie necessa-rie per acquistare i macchinari necessari all’avvio di una nuova attività in proprio. Così dall’estate 2011, realizzando il sogno di una vita, ha potuto ridare lavoro anche ad alcuni ex colleghi, anco-ra alla ricerca di un’occupazione. Attualmente la neo-ditta conta quindici dipendenti, lavora sette giorni su sette a ciclo continuo e le prospettive economiche sembrano favorevoli. Il percorso non è stato facile e il sostegno delle diverse istituzioni non è stato ottimale, ma l’impegno personale ha suscitato l’interesse di istituti bancari nazionali, di colleghi ed amici che hanno offerto anche il loro contributo.La fede cristiana si realizza e si tocca con mano nel compimento di gesti coraggiosi e pieni di fi-ducia nel futuro, nel concreto aiuto del prossimo, da amare come se stessi, e a cui offrire un’oppor-tunità e una speranza anche quando tutto sembra perduto o inutile. In fondo Cristo ha fatto proprio così e ci ha lasciato il compito di fare altrettanto ognuno secondo le proprie possibilità e capacità.In un tempo di crisi economica, sociale e soprat-tutto morale, segnato dalla difficoltà e dal disagio di molti lavoratori e imprenditori, il coraggio di ripartire da zero con una nuova attività, la sen-sibilità verso gli ex-colleghi che sta richiamando a lavorare con sé e l’abnegazione dimostrata nel vendere la casa di proprietà per finanziare la nuo-va ditta, sono sicuramente una risposta molto più concreta e positiva rispetto ad atteggiamenti e di-scorsi che non cambiano né migliorano la situa-zione del nostro Paese.La sua storia può essere di esempio ai giovani; un esempio concreto di sogni e idealità, che uniti a capacità, preparazione, coraggio, tenacia, gene-rosità, sacrificio e impegno sta generando frutti utili per sé e per altri.”

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Il Rev. P. Alessandro Ratti, OFM Conv. consegna il sant’Anto-nio a Cristian Stangalini – Premio della Bontà 2012.

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l’occasione

Nei giorni dal 22 al 24 giugno 2012 una delega-zione dell’Arciconfraternita ha compiuto una

visita fraterna ai Confratelli della Pia Unione an-toniana di Rieti. L’occasione è stata determinata dal bicentenario della fondazione del Sodalizio, che proponendo un ricco programma religioso, culturale e d’intrattenimento lungo tutto l’anno, ha avuto il suo culmine nella Festa del Santo.La delegazione patavina guidata dal P. Cappellano Alessandro Ratti, OFM Conv. si componeva anche del Priore dott. Leonardo Di Ascenzo, del Confratel-lo Consigliere Prof. Flavio Toderini e delle Conso-

relle Prof.ssa Rosanna Salmaso Toderini e dott.ssa Delia Biele. Le giornate reatine sono state scandite da numerosi appuntamenti: l’incontro con il nuo-vo Sindaco – Simone Pietrangeli ed alcuni assessori alla presenza del cittadino onorario Rev. P. Olindo M. Baldassa, OFM Conv. – già Rettore della Pontifi-ca Basilica antoniana di Padova, la S. Messa nella Chiesa di S. Francesco per rinsaldare il gemellag-gio del 1995, l’incontro con il Reverendissimo Sig. Vescovo - Mons. Delio Lucarelli, il Pontificale della domenica mattina e quindi la lunga processione

rIEtI: 22-24 GIuGno 2012rinnovato il gemellaggio

con la Pia unione antoniana

“dei ceri”, svoltasi la sera di domenica 24. L’acco-glienza dei confratelli reatini è stata encomiabile grazie all’impegno del Cappellano il Rev. Don Ro-berto D’Ammando, del Priore Marino Flammini e del responsabile per le pubbliche relazioni Fabrizio Tomassoni supportati da tutto il Consiglio Diretti-vo, rinnovato nello scorso mese di gennaio.

la Pia unione

Le prime attestazioni certe di una devozione organizzata al Santo di Padova in Rieti risal-

gono alla seconda metà del XVI secolo e si pro-trassero fino al 1739. Si assistette così ad un si-lenzio di meno di un secolo quando nel 1812 nella Chiesa dedicata a San Francesco venne eretta la Pia Unione di sant’Antonio di Padova.Durante tutto l’ ‘800 i Confratelli lavorarono ala-cremente per la promozione della devozione an-toniana, tanto che l’annuale festa del Santo è dive-nuta la più importante espressione, sentita e spon-tanea, di devozione popolare della diocesi di Rieti, culminante con la Processione detta “dei Ceri”.In tempi più recenti la Pia Unione è stata rico-nosciuta come associazione pubblica di fedeli (1996), successivamente ha ottenuto il riconosci-mento civilistico e dal I gennaio dell’anno corren-te adotta uno statuto rinnovato non dimentican-do il Gemellaggio con la nostra Arciconfraternita, siglato nell’anno 1995.Il governo della Pia Unione è tenuto da un Cappel-lano, quattro Officiali denominati Priore, Vice-Pri-ore, Segretario, Cassiere e da ventisei Consiglieri.L’abito confraternale è un saio di colore nero cinto ai fianchi da una corda bianca con tre nodi al modo del cingolo dei frati francescani con sul petto un medaglione argentato raffigurante il Santo Patrono.Sede del Sodalizio è ancora l’antica e grande Chiesa di San Francesco, della quale negli anni i confratelli hanno curato non solo l’apertura nei

periodi della devozione antoniana ma anche mi-rati interventi di restauro e manutenzione.

la Festa annuale del santo

Tradizionalmente la giornata dedicata alla Fe-sta di sant’Antonio si apre con la distribuzio-

ne di densa cioccolata calda con biscotti. La chie-sa di san Francesco nel frattempo si riempie di persone per le confessioni e per le Sante Messe, che si susseguono a tutte le ore fino a quella so-lenne presieduta dal Vescovo diocesano.

Il palazzo comunaledi Rieti

con il manifestodella mostra

sul francescanesimoe più sotto

il monumentoequestre

a san Francesco d’Assisi.

Il logo con la croce ghiandata o antoniana scelto per il Jubi-leum Antonianum di Rieti ovvero il bicentenario di fondazio-ne della locale Pia Unione di sant’Antonio di Padova.

La delegazione patavina in processione, da sinistra: Delia Biele, Flavio Toderini, Leonardo Di Ascenzo, Rosanna Sal-maso Toderini.

L’incontro con il Sindaco Simone Pietrangeli e gli assessori nella sala consiliare di Rieti. A sinistra P. Alessandro Ratti, OFM Conv. e P. Olindo Maria Baldassa, OFM Conv. – cittadi-no onorario reatino.

In vescovado l’incontro di Arciconfraternita, Pia Unione reatina e Pio Sodalizio contiglianese con S.E. Rev.ma Mons. Delio Lu-carelli – Vescovo di Rieti. In alto alle pareti sono dipinti gli stem-mi dei vescovi che si sono succeduti sulla cattedra reatina.

Il portale della Chiesadi San Francescocon la lunetta raffigurantela Vergine Mariacon Bambinotra il Santo assisiensee sant’Antonio di Padova.

Il gonfalonedella Pia Unionesant’Antonio di Padovadi Rieti sorrettoda alcuni confratelli,membri del consiglio(riconoscibilidalla mozzetta).

La “macchina” del Sant’Antonio di Padova.

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Nel primo pomeriggio si finisce l’allestimento del-la “macchina” ovvero del basamento con sopra la statua di sant’Antonio rivestita del saio dei Frati Minori Conventuali, completamente ricoperto da monili preziosi donati nei decenni a ringrazia-mento di numerose grazie.Alle ore 18, dopo la benedizione delle squadre dei confratelli portatori, la “macchina” viene caricata in spalla e quindi avviata processionalmente lun-go le vie della città per un percorso che copre un tempo di circa quattro ore. Lungo il percorso nel pomeriggio vengono allestite bellissime Infiorate, mediante l’uso di petali di fiori, foglie di diversa forma e colore, segatura colorata; tutto per realiz-zare disegni geometrici o altre immagini ricerca-te di ispirazione religiosa, che durano solo il gior-no della processione ma che lasciano bei ricordi nei fedeli che camminano ai lati della strada per permettere solo al Santo di rovinarle.La processione è detta “dei Ceri” perché molti fe-deli, soprattutto donne vestite di nero cammina-no portando accesi dei grandi ceri votivi, che ven-gono preventivamente acquistati a peso. Al termi-ne della processione le strade percorse, oltre alle infiorate, presentano anche un binario di bianca e scivolosa cera, ragione per la quale ai lati delle strade selciate del centro storico vengono stese delle corsie rosse (come a Natale) per raccogliere la cera colata. Il Vescovo si unisce alla processio-ne all’altezza della Cattedrale, dal cui belvedere

benedice la pia-nura reatina con la Venera-bile Reliquia del Santo.

L’uscitadella “macchina”del Santo,portata a spalla, dalla Chiesadi san Francesco.

Quando la Statua, che chiude il lungo corteo, rientra nella Chiesa di san Francesco la città si è ormai illuminata grazie alle bellissime il-luminazioni artistiche ma non tutto è finito perché i reatini dopo aver ricevuto la bene-dizione e il saluto del Vescovo, si recano al ponte sul fiume Velino per assistere allo spet-tacolo pirotecnico, che chiude la giornata.La Missione ci ha con-sentito di incontrare anche altre Confrater-nite antoniane quella di Poggio Sommavilla, quella di Cittaducale e quella di Cantalice.

I portatoridel Santocon appuntatosul braccioun fioccobianco, segnodell’onoreavuto in sorte.

Le celebrazioni del bicentenario sono state l’occasione anche per realizzare degli interessanti gad-gets antoniani tra i quali merita particolare menziona un’Acqua-santiera in ceramica, dipinta a mano con la Croce ghiandata o antoniana da Arianna Grisci – un’artista locale.

Anche i filatelici sono stati accontentati con un Annullo posta-le per la giornata del 24 giugno 2012.

In sequenza,le confraternite antoniane di:

Poggio Sommavilla,Cantalice e Cittaducale.

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Camminando nei sentieri montani del paese trentino di Luserna (Lusèrn in cimbro), la

Consorella Giliola Secco, si è imbattuta in un ca-pitello mariano cimato da una riproduzione arti-gianale della Basilica di sant’Antonio di Padova.Il capitello fu costruito nell’immediato dopoguer-ra ad opera di un tale, che si chiamava Valentino e per questo in loco viene ancora ricordato come “Il capitello di Valentino (’s Pillele von Valantin, in lingua cimbra).

Il capitello, nella cui edicola si venera un’imma-gine mariana, è sormontato da una riproduzione in scala della Basilica antoniana, fissata a perno alla struttura sottostante, così da poter ruotare su stessa spinta dal vento, analogamente all’angelo della risurrezione che svetta sulla cupola conica della Basilica. Oggi l’ingegnoso meccanismo se-gnavento non è più funzionante.Il capitello di Sant’Antonio fu benedetto con ceri-monia ufficiale da don Giuseppe Leita, ex Cappel-lano Militare e Sacerdote di Luserna.Al presente l’opera rivela i segni del tempo ma con-tinua a testimoniare la devozione verso il patrono cittadino che è proprio sant’Antonio di Padova.

Come raggiungerlo: per trovarlo, dalla piazza principale di Luserna si prosegue passando da-vanti al panificio verso Piazza Cesare Battisti / Pill. Si seguono quindi le indicazioni verso Forte Lusérn e si prosegue per il sentiero per circa 150 m, arrivando così in località Bersaljo.

Luserna: il Comune di Luserna, in Provincia di Trento, è situato sul confine meridionale di un grande altopiano nella zona di Lavarone e Passo Vezzena. Il paese si caratterizza per essere l’ulti-ma isola linguistica cimbra, un idioma di origine germanica, che si era diffuso in alcune zone del Trentino e del Veneto durante la colonizzazione germanica tra X e XIII secolo, oggi salvaguardato da un apposito Istituto Culturale.

PIllElE von valantIncon il contributo di Giliola Secco

La ConsorellaGiliola Secco

di fronteal Capitello

mariano cimatocon la Basilica

patavinadi sant’Antonio.

Chiesa parrocchialededicata a sant’Antonio di Padova

con l’attiguo cimitero.

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Contatti:Pia Unione

sant’Antonio di Padovac/o Chiesa di San Francesco

Via San Francesco, 4802100 Rieti

Tel. 0746.200049www.piaunionesantantoniorieti.org

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velletri (roma)Il 18 marzo 2012 la locale Confraternita antonia-na ha festeggiato il decennale della propria rico-stituzione dalla fusione delle “Antoniane” e dei “Portatori”, raccogliendo l’eredità morale della Confraternita già fondata nel 1513 da Fra Dome-nico da Ferentino con regole approvate da Papa Leone X. La cerimonia si è svolta sotto la pre-sidenza del Vescovo diocesano Mons. Vincenzo Apicella, concelebrante l’assistente della Confra-ternita il Rev. Don Tonino Schiavi.

Il prelato ha tenuto a sottolineare come la Con-fraternita rappresenti una testimonianza e un im-pegno di solidarietà e di amore, di concordia e di pace, apprezzando la vivacità di iniziative presso la Chiesa di San Lorenzo martire, sede del sodalizio.Attualmente la confraternita conta 187 iscritti, Priore è Antonietta Lenci, Vice-Priore è Primo Di Stazio, Segretaria è Cinzia Di Stazio, Cassiera è Maria Luisa Cellitti, Consiglieri sono Antonella Bastianelli, Michele Di Stazio, Anna Lenci, Nadia Lenci, Filippo Pontecorvi. Gli ascritti si riunisco-no ogni primo giovedì del mese per una cateche-si tenuta dal Diacono Franco Montellanico e non mancano mai all’annuale pellegrinaggio a Padova.

molfetta (bari)Dopo circa quarant’anni di servizio, dal 1967, con l’incarico di Rettore della Rettoria di Sant’Andrea e di Padre Spirituale della loca-le confraternita antoniana, per motivi di salute, il Rev. Don Ni-cola Azzollini cede la cura pa-storale a don Vito Marino.

reggio CalabriaSi è costituita presso la Parrocchia - Santuario di Sant’Antonio di Padova in Reggio Calabria la Confra-ternita di Sant’Antonio di Padova, un’associazione pubblica di fedeli di ambo i sessi, sotto la superiore dire-zione del Parroco Don Bruno Fraulin.La Confraternita, posta sotto il patrocinio di Sant’Antonio di Padova, persegue fini di religione e di culto dedican-dosi al servizio della Chiesa per il bene del prossimo nel-le opere di evangelizzazione, di apostolato, di carità e non ha scopi di lucro.S.E. Rev.ma Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Me-tropolita dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bo-va, ha scelto come Priore della Confraternita il Cav. Giuseppe Tedesco, ascritto anche alla nostra Arciconfraternita.Le finalità specifiche della Confraternita di Sant’Antonio di Padova sono: l’incremento della vita cristiana comunitaria e individuale; lo svilup-po d’iniziative di formazione permanente per la maturazione nella fede dei confratelli; la promo-zione della liturgia, secondo lo spirito e le norme della Chiesa universale e le indicazioni dell’Ar-civescovo; l’esercizio delle opere di misericordia spirituale e materiale; la partecipazione alla ca-techesi parrocchiale; la promozione d’iniziative educative, culturali, caritative e per l’assistenza.Tutti i fedeli maggiorenni, - dichiara il Priore - in piena comunione con la Chiesa, che abbiano ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, che siano osservanti della morale cristiana, parti-colarmente nel campo della famiglia e della vita sociale e che non facciano parte di sette condannate dalla Chiesa possono richiedere di far parte della Con-fraternita. Le insegne di ascri-zione sono il mantello e il me-daglione confraternale.

Mons. Vincenzo Apicella Vescovo di Velletri-Segnitiene l’omelia nella Chiesadi san Lorenzo Martirealla presenza diconsorelle e confratelliantoniani di Velletri,nel decennaledella ricostituzionedella Confraternita.

Il Santuariodi sant’Antonio

di Padovain Reggio Calabria, sede di una nuova

Confraternitaantoniana.

Rev. Don Nicola Azzolinigià assistente ecclesiastico

della Confraternita antonianadi Molfetta (BA)

notizie in breve dal mondo antoniano

Il logo della Confraternitaantoniana di Reggio Calabria.

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l’abito confraternale

Pubblichiamo un estratto tratto

dall’ultimo sussidio edito dalla Confedera-zione delle Confrater-nite delle Diocesi d’I-talia dal titolo “Con-fraternite, identità e carisma” relativo all’abito confrater-nale. L’opuscolo, curato da Benedet-to Fiorentino con la collaborazione di Danilo Zardin e Do-menico Rotella, è di-sponibile a richiesta.

L’abito confraternale è la veste liturgica ed extra liturgica, che avvolge l’intera persona del con-fratello, al quale è consegnato col rito della ve-stizione, quando il candidato si riveste di Cristo impegnandosi a sintonizzare la propria vita agli insegnamenti evangelici.È un segno pubblico di appartenenza alla Chiesa in una Confraternita e diviene strumento per una decorosa espressione di culto e generoso servizio di carità.Di norma l’abito è uguale per tutti i membri di uno stesso sodalizio, segno dell’uguaglianza in-nanzi a Dio, che si rende manifesta sia in vita sia nel riposo eterno nella sepoltura ma tale ugua-glianza discende anche dagli ordinamenti demo-cratici e comunitari tipici delle confraternite fin dal medioevo.

L’abito confraternale, confezionato con stoffe in varie fogge e colori si compone di: camice, cappa, copricapo, cingolo o fascia e mozzetta ed è deco-rato dall’impronta.Il camice detto anche tunica o sacco è una veste di diversa lunghezza fermata in vita da un cordo-ne, con maniche lunghe è indossato sopra l’abito civile. Inteso come veste battesimale è adottata dalle fraternitates quale metafora della vita cri-stiana, che è un pellegrinaggio di carità.Il camice richiama anche la tunica indossata da Cristo nella sua passione redentrice e rammenta lo

spirito di mortificazione, di riparazione e di espia-zione pubblica per i peccati propri e del mondo.Alcune confraternite, come la nostra, sostituisco-no il camice con la cappa o mantello, che rappre-senta una mozzetta allungata o invernale.Il copricapo detto anche cappuccio o buffa, spes-so unito al collo del mantello, è segno di umiltà e di nascondimento. Calato sul volto cela infatti l’i-dentità del sodale nell’espletamento delle opere di carità e pietà. Così il confratello si conforma allo spirito di Gesù che, accortosi che volevano farlo re, tutto solo, fuggì sul monte a pregare. Il copricapo costituisce un segno molto forte di uguaglianza.Il cingolo può essere una cintura di cuoio o una treccia di filo stretto sul camice o sacco a cingere i fianchi. È un richiamo alle funi cui fu legato il Signore e vuole far sentire il confratello stretto a Lui con un impegno all’autocontrollo. Il cingolo può avere 3, 5 o 7 nodi che alludono: alle 3 cadute sulla via del Calvario, alle 5 piaghe del Crocefisso o alle 7 effusioni di sangue. Anticamente il cingo-lo terminava con veri e propri flagelli divenendo così frustini con frange in metallo o pietra, usati pubblicamente per colpirsi sulla nuda carne (la Disciplina) per penitenza.L’impronta è il distintivo della confraternita fis-sato all’altezza del cuore o appeso al collo. Ge-neralmente è a forma di croce o di medaglione e riproduce l’effigie o lo stemma del Mistero o del Santo titolare della Confraternita.La mozzetta è una mantellina oltrepassante di poco il gomito, chiusa sul petto da una bottoniera ed è indossata sopra il camice. Rammenta al con-fratello che si è rivestito di Cristo e sottomesso a lui; può essere decorata da galloni e motivi icono-grafici relativi alla confraternita. Il colore, elemen-to fondamentale, contraddistingue il sodalizio:- bianco richiama il colore delle prime cappe in-

dossate dai Flagellanti,- grigio ricorda la tela grezza dell’umile saio dei

primi frati dell’Ordine Francescano,- rosso è il colore dei trinitari, indicando l’effu-

sione dello Spirito Santo e il fuoco di carità che deve animare il cuore degli iscritti, ma è il colo-re anche del S.S.,

- marrone e giallognolo sono propri delle confra-ternite di origine carmelitana richiamando ri-spettivamente la tonaca e il mantello dell’ordine,

notizie dalla Confederazionedelle Confraternite delle diocesi d’Italia

La copertina del sussidio“Confraternite identità

e carisma”

Page 8: Notiziario Confraternale n 46 LDA Priore Aprile Giugno 2012

La missione siciliana è stata per tutti i parteci-panti un tuffo nel magnifico, variopinto e polifor-me mondo delle confraternite. Un bagno di de-vozione e fede popolare che ci ha fortificati nella nostra convinzione di camminare nella Chiesa come consorelle e confratelli.

anno della Fede:domenica 5 maggio 2013 le Confraternite del Mondo incontrano a Roma il Santo Padre Be-nedetto XVI

L’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI dal 11

ottobre 2012 al 24 novem-bre 2013, ospiterà una gran quantità di eventi, di cui quasi una quindicina alla presenza del Santo Padre.L’Anno della Fede che si tiene nel cinquantesimo anniversario dell’inizio del

Concilio Vaticano II e nel ventesimo della pub-blicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ospiterà anche, il prossimo 5 maggio, un giorno dedicato alla fede nella pietà popolare.In occasione della presentazione dell’Anno della Fede, presso la Sala Stampa del Vaticano, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consi-glio per la Promozione della Nuova Evangelizza-zione, ha risposto a una domanda sulla difficoltà esistente tante volte tra la pietà popolare che talo-ra verrebbe penalizzata e le direttive dei vescovi.“La pietà popolare non può essere disprezzata, essa è una espressione molto importante della vita di fede – ha spiegato Mons. Fisichella – perché è quella vita di fede che si riscontra in modo particolare nei santuari”.“I santuari – ha aggiunto – sono dei luoghi privi-legiati di nuova evangelizzazione e per la fede. Ci sono milioni e milioni di persone che ogni anno frequentano i santuari e anche centinaia di persone che vivono nelle confraternite”.

Per esemplificare, Fisichella ha fornito dei nu-meri: “In una diocesi della Spagna ci sono alme-no quattromila confraternite e non è uno scherzo. Sono delle realtà delle quali, a volte, ci limitiamo a vedere soltanto la dimensione folcloristica, che evidentemente potrebbe creare qualche problema in certi momenti”.Difficoltà che, per il numero uno del dicastero della Nuova Evangelizzazione, si può risolvere accompagnando la pietà con la catechesi. “Se in-vece viene accompagnata da una intelligenza della fede e se si riscopre anche il significato di questa pietà popolare, allora si è anche capaci di proporre un cammino che deve essere percorso”.“La fede ha bisogno di questi segni – ha ricordato il presule – ed è molto bello il primo capitolo dell’Ope-ra omnia di Joseph Ratzinger, il papa, sul tema dei segni e delle immagini nella liturgia. Noi viviamo di questo. Sono il frutto di ciò che ha segnato in di-verse epoche l’espressione e l’espressività della fede”.“Insomma – ha proseguito – nel Medioevo aveva-mo le cattedrali che erano i catechismi in pietra, poi queste cose si sono evolute. Abbiamo, ad esem-pio delle confraternite e le loro espressioni nelle via crucis, durante il venerdì e sabato santo, che sono espressione di una fede nel mistero pasqua-le, che ovviamente ha bisogno di una catechesi che accompagni. Catechesi che oggi, direi, è anche più diffusa che nel passato”.

Fisichella ha concluso la sua risposta dicendo: “che ci sarà una massiccia presenza da parte del-la pietà popolare a questa celebrazione che ci sarà nell’Anno della Fede”.

L’Arciconfraternita fin d’ora aderisce all’evento ro-mano e prossimamente proporremo un program-ma di viaggio.

- verde è il colore di San Rocco e invita alla spe-ranza durante il pellegrinaggio terreno,

- azzurro o blu sono tipici delle confraternite ma-riane fondate dai domenicani,

- nero, colore simbolico della terra alla quale si ritorna con la morte, è adottato dalle Confrater-nite della Buona Morte,

- viola, derivante dal mantello di san Giuseppe, indica le Confraternite penitenziali.

XXI Cammino di Fraternità:Monreale 15-17 giugno 2012

L’indomani della Festa di sant’Antonio una dele-gazione dell’Arciconfraternita guidata dal Pri-

ore Leonardo Di Ascenzo e composta dalle Conso-relle Carla Bianchi Di Ascenzo con il piccolo Gio-vanni Maria, Maria Pia Olivieri Di Blasi, Erminia Luisa Braida Bello, Carla Vernier, Giliola Secco e Anna Maria Piangerelli Tinazzi, dai Confratelli

Marco Sanguin e Leone Leonelli e dai pellegrini Valerio Augusto Bianchi e Livia Anna Angela Bian-chi sono volati a Palermo per prendere parte al XXI raduno nazionale delle confraternite italiane, che si sono date appuntamento nella cittadina di Monreale dominata dal suo magnifico Duomo.Le tre intense e calde giornate sono state un’otti-ma occasione per confrontarsi e riflettere con gli altri più di 10.000 confratelli e consorelle italiani convenuti, sul tema del Cammino “La Confrater-nita risorsa della Chiesa nella società attuale”.

Ottima l’organizzazione generale dell’evento cu-rata da un apposito comitato diocesano e che ha visto nella locale Confraternita del SS. Crocefisso, il maggior braccio operativo, grazie ai numero-sissimi e giovanissimi confratelli.Alla manifestazione era presente anche il nuovo Assistente della Confederazione, recentemente nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana, S.E. Rev.ma Mons. Mauro Parmeggiani – Vescovo di Tivoli. Lo stesso al termine del pontificale della domenica, celebrato dall’Arcivescovo di Monrea-le S.E. Rev.ma Mons. Di Cristina, ha annunciato che nell’ambito dell’Anno della Fede, il prossi-mo 5 maggio 2013 si svolgerà a Roma l’incontro mondiale delle Confraternite con il Santo Padre.

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La delegazione dell’Arciconfraternita in processione per le vie di Monreale durante il Cammino di Fraternità.

Immagine dell’interno del Duomo di Monreale durante la S. Messa della domenica 17 giugno 2012.

La dirigenza della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia con al centro Mons. Mauro Parmeggiani – Ve-scovo di Tivoli, nuovo Assistente ecclesiastico.

Il festoso sventolio delle bandiere delle confraternite mon-realesi.

La delegazione patavina al termine della S. Messa nel Duo-mo di Monreale.

S.E. Rev.ma Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.

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leTTera a sanT’anTonio

Caro Sant’Antonio, 52 anni fa venivo al mondo con il nome Delia, ma molte altre volte sarei ri-nata negli anni successivi…. ma tu conosci bene i miei affanni e i disincanti della mia vita e non è di questo che voglio parlare.Oggi, 13 giugno 2012, giornata tersa e ventosa (almeno per il momento) sono qui alla tua festa come a quella del mio migliore amico… qui e non altrove! E ragiono sul fatto che proprio non vor-rei essere da un’altra parte…mi mancheresti…Sai che sono abituata a certe manifestazioni fe-stose di devozione, sono meridionale! Eppure mi stupisce sempre come tutto il mondo venga a te in semplicità, con tanta illuminante armonia. Come l’ape al fiore ... sicuri di portarsi a casa un po’ del nettare d’amore che sai infondere attraverso i tuoi operosissimi frati della Basilica che ti custodisce.

Colori e profumi del mondo … e canti e preghiere in tutte le lingue … La pace in terra.Già ... la terra che trema e cede…trafigge e uccide nel cuore e nella mente…e intanto oggi 13 giugno 2012, la tua festa, sta per piovere!!Anche il cielo piange per i disastri umani econo-mici e geofisici di questo pesantissimo 2012….Penso allora, amico Antonio, che non hai voglia di fare il solito giro per Padova e non sapevi pro-prio come dircelo…..una pioggia battente andrà benissimo!!

La Consorella dott.ssa Delia Biele, già Segretario dell’Arci-confraternita di sant’Antonio di Padova.

avvIso ImPortantE agli asCrIttI!

Quota sociale per l’anno 2012

Alla messa in stampa del presente notiziario ancora molte consorelle e molti confratelli non hanno provveduto a versare la propria quota annuale di ascrizione pari per il corren-te 2012 ad € 15,00 (quindici).Vi invitiamo a controllare e quindi a provve-dere tempestivamente all’eventuale saldo del-la o delle quote dovute.Ricordiamo che a norma di statuto chi risul-tasse in mora per più di due anni consecutivi, salvo giusta causa, verrà considerato dimis-sionario.

Beati mortui qui in domino moriuntur!Il P. Cappellano ha celebrato le seguenti Sante Messe (tra parentesi il numero delle Ss. Messe):

- (1) di suffragio della defunta Giovanna Prinzo per volontà di Benedetta Principato Tosso di Capizzi (ME),

- (5) di suffragio dei defunti Francesca e Matteo per volontà della Consorella Vittoria Sgrò di Monterotondo,

- (2) di suffragio dei defunti genitori del Confra-tello Giorgio Pieretto di Alberese per volontà dello stesso,

- (1) secondo le intenzioni di Lina D’Angelo di Capua,

- (1) di suffragio dei cari defunti della Consorella Onorina Perusin di Torviscosa (UD),

- (1) di suffragio di Maria Brullato per volontà del marito il Confratello Celso Carlo Zacchei di Taranto,

- (1) di suffragio dei defunti genitori del Confra-tello Ennio Ranieri di Avezzano (AQ),

- (1) di suffragio dei defunti Elisa e Italo Lugato per volontà del Confratello Giuseppe Pigozzo di Maerne (VE),

- (1) di suffragio dei defunti Maria e Vittorio Pi-gozzo per volontà del Confratello Giuseppe Pi-gozzo di Maerne (VE),

- (1) in onore di Sant’Antonio di Padova per vo-lontà del Confratello Giuseppe Pigozzo di Ma-erne (VE),

- (2) di suffragio dei defunti Olinto Scotton, Ce-sira e Silvio Zago per volontà della Consorella Zita Zago di Padova,

- (1) di suffragio del defunto Mario Buonopane per volontà di Alfredo Buonopane,

- (1) secondo le intenzioni della Consorella Anto-nina Zago di Padova,

- (1) di suffragio del defunto Emilio Di Marco, nato a Montefino il 26 agosto 1940 e defunto a Penne il 26 ottobre 2002 per volontà della Fami-glia Di Marco di Penne (PE),

- (1) di suffragio dei defunti Franco Anselmi e Leana Cometto per volontà di Piermaria Sala in Tenca,

- (1) di suffragio degli ascritti defunti per volontà del Confratello Mirko Tura di Asiago (VI),

- (2) di suffragio del defunto Rev. Don Giovanni Milone per volontà della Consorella Maria As-sunta Lorenzetto Milone,

- (2) di suffragio dei defunti Teresa Santoiemma e Angela Filomeno per volontà di Maria Santoi-emma di Mottola (TA).

ss. messe richiesTe al p. cappellano e dallo sTesso celebraTe

Gli ascritti che desiderassero la celebrazione di una S. Messa da parte del P. Cappellano potranno richiederla inviando un’offerta di € 10 per celebrazione, avendo cura di indicare chiaramente le intenzioni nella causale del versamento.

nuovi ascriTTi

Il Consiglio Direttivo, nella propria adunanza del 9 giugno 2012, ha approvato le seguente ascrizioni:

- Sig. Claudio Gugliotti, nato a Castellaneta (TA) il 2 marzo 1981 e ivi residente,

- Rev. Don Paolo Pataro, nato a Rotonda (PZ) il 22 febbraio 1965 e residente a Castelsaraceno (PZ) come Parroco,

- Sig. Ruben André Abreu Fonseca, nato a Coim-bra il 23 dicembre 1985 e ivi residente come se-minarista maggiore,

- Gen.le Antonio Cosma, nato a Taranto il 27 lu-glio 1941 e residente a Padova,

- Dott.ssa Alba Franzi, nata a Varese il 4 dicem-bre 1943 e ivi residente.

Durante tutta la funzione religiosa avverto il respiro greve del mondo che ti ama e che in te confida……personalmente ti ho affidato la mia amica Mara che ha bisogno del tuo aiuto e poi l’a-nima bella di Carmine Perna, un anziano saggio della mia terra, che è tornato alla casa del Padre in questi giorni … Beh però, non per approfitta-re Sant’Antonio, ma dai un’occhiata anche a me che sto invecchiando da sola, aiutami a rimane-re salda nei miei propositi (e tu li conosci tutti!), conservami il dono della lucidità mentale e, per favore, l’anno prossimo doppio giro per Padova!!!

Consorella Delia Biele - Padova

nasciTe

Il 26 giugno 2012 è venuta alla luce in Padova Alessandra, nata dalla mamma Consorella Michela Bortoli e dal Papà Confratello Davide Carollo.Benvenuta la nuova nata e congratulazio-ni ai genitori.

memorial

Il 22 giugno 2012 presso il santuario antoniano dell’Arcella l’Orchestra di Padova e del Veneto ha tenuto un concerto in memoria di Anna Caenaz-zo, nel decennale del Suo ritorno alla Casa del Pa-dre. Ci uniamo nel ricordo alla dott.ssa Rossella Ponchia, madre di Anna, che da più anni colla-bora con noi nell’ Opera per il Riscaldamento dei Poveri.

vIta ConFratErnalE

La piccolaAlessandra Carollo.

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Ferrari, Anna Maria Piangerelli Tinazzi, Gabriela Andreetta, Maria Pia Olivieri Di Blasi, Luciana Martin, Cristiano Salvan, Carla Vernier, Erminia Braida, Antonio Cosma, Marco Schiavon, Danie-la Carraro, Licia Manno, Ugo e Chiara Benettolo, Maria Beatrice Borgatti Meschia – Padova, Auro-ra Lo Baido e Silvana Lopes – Palermo, Anna Co-stanza Tarola – Pescina (AQ), Rosella Gumiero – Porto viro (RO), Margherita Santiccioli, Milvia Anna Squecco (pro Progetto Barentù), Gina Cit-ton Renucci – roma, Brigitte Margarete Klapper – rovereto (TN), Raffaele Sguazzo e Maria Can-talupi – salerno, Natali Caterina Inglese - san Giorgio di lomellina, Gabriella Vecchio – sel-vazzano dentro (PD), Bruno Badii – sinalunga (SI), Bruno Pagella – teolo (PD), Bruna Rossato – thiene (VI), Maria Antonia Caputo – torino, Onorina Perusin – torviscosa (UD), Anna Felice De Carolis – treviso, Nusiata Assolutissimamen-te – valenzano (BA), Antonio Pessolano – vasto (CH), Gruppo di Preghiera san Pio da Pietrelci-na – velletri (RM), Domenico Ruoppolo e Arturo Moroni – vercelli, Nella Cresci – villette, Alberto Di Felice – Zagarolo (RM), Amici del Confratello Roberto Scatolini in occasione del suo funerale, Walter Rampazzo.

Per le donazioni tramite bonifico bancario, Vi pre-ghiamo di segnalare il Vostro indirizzo sulla causa-le per poterVi inviare il nostro grazie!

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grazie e benedizioni ai benefaTTori!La devozione, che ha ispirato loro tanta comprensionee generosità, gli meriterà la benevolenza particolaredel nostro venerato ed amato Santo.

Matteo Galvan – abano terme (PD), Giorgio Pieretto – alberese, Roberto Gabriele – arpino (FR), Adamo Iseppi – bologna, Mons. Giancar-lo Scalvini – brescia, Daniela Parise Mazzarelli – bretigny-morrens (Svizzera), Vincenzo Lionel-lo – Cadoneghe (PD), Zelinda Pullano Massara (per grazia ricevuta) – Catanzaro, Alberto Dos-setto – Chiaverano (TO), Giuseppe Falchetti – Codogno, Antonella Di Sanzo – Corciano (PG), Jacopo Frassini – due Carrare (PD), Rosamaria Rizzi – Firenze, Francesco Ferro – Fratta mag-giore (NA), Angelo Rositi – Genova, Salvatore ed Antonietta Casale – Gradisca d’Isonzo (GO), Enzo Nocciolini e Ebe Bernardini – Grosseto, Antonio D’Amario – Guglionesi (CB), Luigia Savioni – legnago (VR), Anna Marra – lesmo (MB), Francesca Monachella – loano (SV), Anna Zaccariello – macerata Campania (CE), Maria Concetta Barbieri – maierato, Cesare Guzzon – mezzogoro, Nicola Buono e Maria Valeria Mo-rani – milano, Savina Bonora – montebelluna (TV), Claudio Ceccaroni – montegrimano (PU), Vittoria Sgrò – monterotondo, Antonietta Curcio e Sergio Peli – monza, Maria Santoiemma – mot-tola (TA), Nella De Nardis – ortona (Chieti), De-lia e Nadia Biele, Lucia Scarton Rossetto, Bruna

progeTTo barenTù

Ricordiamo a tuttila campagna assistenziale antonianainternazionale 2012 per il sostegnoall’Eparchia Cattolica di Barentùin Eritrea, della quale abbiamo scrittonel n. 45 del notiziario.Chi fosse interessatoa sostenere le opere di questa diocesi,immersa in un territorio di guerra,potrà inviare la propria offertaall’Arciconfraternita,indicando come Causale“Progetto Barentù”.

Maggiori informazionipotranno essere reperite direttamenteanche al sito WEB:www.diaconiabarentu.org

Asilo di Ugannà, villaggio a 25 Km ad est di Barentù, abitato dall’etnia Cunama dedita all’agricoltura e alla pastorizia. In questo villaggio è nato il primo sacerdote cappuccino Cunama: P. Attilio Alibò, alla cui memoria è dedicato l’asilo.

Alla data della messa in stampa del presen-

te notiziario dal I gennaio 2012 sono stati ero-gati 40 interven-ti assistenziali verso 30 nuclei

familiari per un valore complessivo

di € 4.860.

Chi desiderasse sostenere le tradizionali Opere assistenziali antoniane dell’Arciconfraternita del Santo, potrà versare il proprio contributo a mezzo di una delle modalità indicate nel retro-copertina o direttamente presso la Scoletta del Santo, ogni prima domenica del mese. La distribuzione del Pane Benedetto.

I numeri della carità

cusTodedi mio fraTello

Con una copertina che ri-produce un particolare dell’affresco del Guardiano (Nicola da Strà) della no-stra Confraternita nell’at-to di distribuire le focac-ce benedette, opera del 1511 dei fratelli Vecellio nella sala capitolare del-la Scoletta del Santo, è stato dato alle stampe per i tipi delle Ricerche Marsilio, con il soste-gno del Comitato di gestione del fondo spe-ciale regionale per il volontariato nel Veneto un corposo volume dal titolo Custode di mio fratello – Associazionismo e volontariato in Veneto dal medioevo a oggi.L’opera, dal carattere accademico, ricchissima sul piano bibliografico, è stata curata da Fran-cesco Bianchi assegnista di ricerca preso l’Uni-versità di Padova.La ricerca si suddivide in tre parti: la I “L’asso-ciazionismo nel medioevo” di Francesco Bian-chi, la II “Carità, ospedali e confraternite in età moderna” di Walter Panciera e la III “L’organiz-zazione della solidarietà in età contemporanea” di Giovanni Silvano.Le prime due parti presentano un interes-se particolare per noi confratelli e consorelle giacché riservano un ampio spazio al mondo confraternale, che fino alla fine del settecento ha rappresentato il tessuto organizzato del vo-lontariato attraverso il quale la carità cristiana si tramutava in servizi di accoglienza ed assi-stenza per le componenti più disagiate e deboli della società: dagli orfani, ai malati, alle prosti-tute convertite.I temi proposti nell’opera sono trattati in modo esauriente e numerose note a piè di pagina consentono, a chi lo desiderasse, di approfon-dire le proprie conoscenze attraverso opere an-che di secoli passati.

Recensioni

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Page 11: Notiziario Confraternale n 46 LDA Priore Aprile Giugno 2012

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Arciconfraternita di sant’Antonio di Padovacon il desiderio di contribuire ad una riflessione dei giovani nell’Anno della Fede bandisce il:

39° Premio della bontà sant’antonio di Padovain memoria di “andrea alfano d’andrea”

sul Tema:

i sanTi paTroni dei nosTri paesi.Storie di uomini e donne, devozioni, tradizioni, arte e architettura.

regolamento1. Possono partecipare al concorso singolarmente gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado di

lingua italiana ovunque residenti in Italia e nel Mondo.2. L’opera, che deve essere manifestamente frutto di riflessione ed impegno personali, a pena di esclusione dal concorso, può

essere:2.a – un elaborato di tipo narrativo o poetico (da qui detto elaborato);3.b – un disegno su foglio formato A4 realizzato con qualsiasi tecnica accompagnato sul retro da una breve descrizione dida-

scalica (da qui detto disegno).3. L’elaborato deve essere scritto di proprio pugno dal concorrente su foglio di carta uso protocollo a righe (scrivendo su ogni

riga interamente da sinistra a destra) in modo leggibile.4. Gli elaborati ed i disegni dovranno essere inviati entro il 17 febbraio 2013 a: Arciconfraternita di Sant’Antonio di Padova

- c/o Scoletta del Santo - P.zza del Santo, 11 - 35123 Padova (ITALY), meglio se per raccomandata con ricevuta di ritorno; farà fede la data del timbro postale.

5. In calce al foglio dell’elaborato o dietro al disegno devono essere scritti in stampatello leggibile: - nome, cognome, indirizzo e numero telefonico di casa del concorrente ed eventuale E-mail di un membro della famiglia, - classe, sezione, nome, indirizzo e numero telefonico della scuola frequentata ed eventuale E-mail della segreteria o di un

insegnante.6. Ogni concorrente accetta implicitamente il presente regolamento e può partecipare solo con un elaborato o un disegno.7. Gli elaborati e i disegni resteranno di proprietà dell’Arciconfraternita e non saranno restituiti.8. Verranno premiati i tre migliori elaborati e il miglior disegno per ogni ordine di scuola.9. I premiati in passate edizioni del premio non potranno partecipare per lo stesso ordine di scuola con il medesimo tipo di

opera.10. Premi: a) i primi classificati assoluti dei tre ordini di scuole (per gli elaborati) riceveranno le medaglie del Santo Padre e del Presi-

dente della Repubblica Italiana ed il Sigillo della Città di Padova (ove messi a disposizione dalle rispettive amministrazioni); b) alle Scuole dei primi classificati assoluti (per gli elaborati) verrà assegnata una borsa di studio del valore di € 350; c) alle Scuole dei secondi classificati (per gli elaborati) verrà assegnata una borsa di studio del valore di € 200; d) alle Scuole degli allievi che presentino disegni premiati verrà assegnata una borsa di studio del valore di € 250; e) tutti i dodici premiati verranno ospitati a Padova, a spese dell’organizzazione, per il fine settimana in cui avrà luogo la

Cerimonia conclusiva; f) ove i vincitori non si avvalessero del pernottamento a carico dell’organizzazione la Borsa di studio verrà aumentata di €

100; g) a tutti i premiati verrà consegnato il Diploma di partecipazione corredato del sigillo in ceralacca dell’Arciconfraternita; h) a tutti i premiati verrà consegnata una statua in legno scolpito e policromo raffigurante sant’Antonio di Padova.11. I risultati del Premio saranno pubblicati nel sito WEB dell’Arciconfraternita (www.arciconfraternitasantantonio.org) non

appena approvati dalla Commissione esaminatrice e saranno comunicati in forma scritta solo ai premiati.12. La Cerimonia conclusiva avrà luogo presso la Pontificia Basilica di sant’Antonio in Padova domenica 19 maggio 2013.13. La borsa di studio non verrà assegnata: a) qualora un premiando non potesse intervenire alla Cerimonia conclusiva, b) agli istituti scolastici che non riscontrassero prima della Cerimonia conclusiva la comunicazione di vittoria.14. La Commissione esaminatrice è presieduta dal P. Cappellano dell’Arciconfraternita e i suoi deliberati sono insindacabili.

sEZIonE PrEmIo dElla bontàIl Consiglio direttivo dell’arciconfraternita sarà lieto di prendere in esame

documentate segnalazioni di particolari e meritevoli azioni di bontà poste in essere da adultial fine dell’assegnazione del Premio della bontà 2013.