Notiziario Cimop luglio 2005

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Anno III numero 2 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma luglio 2005 Il sistema sanitario nazionale al bivio della Riforma del Titolo V della Costituzione: integrazione pubblico-privato e divario Nord-Sud. Confronto, senza scontro, a Taormina.

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Anno III numero 2 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma luglio 2005

Il sistema sanitarionazionale al biviodella Riforma delTitolo V dellaCostituzione: integrazionepubblico-privato edivario Nord-Sud.Confronto, senzascontro, a Taormina.

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L’ESECUTIVO NAZIONALE CIMOP

PRESIDENTE NAZIONALEDott. BIANCO SPERANZAVia S. Maria Assunta, 28-C24022 Alzano Lombardo (BG)E-mail: [email protected]

SEGRETARIO NAZIONALEDott. FAUSTO CAMPANOZZIVia Cardinale Mimmì, 15-A70124 BARIE-mail: [email protected]

VICE SEGRETARIO ITALIA DEL NORDDott. GABRIELE MONACOCorso Francia, 30010146 TORINOE-mail: [email protected]

VICE SEGRETARIO ITALIA CENTRALEDott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 1000153 ROMAE-mail: [email protected]

VICE SEGRETARIO ITALIA MERIDIONALEDott. SERGIO PASCALEVia Amoretta, 683100 AVELLINOE-mail: [email protected]

SEGRETARIO AMMINISTRATIVODott. LUCA PUTIGNANOVia Principe Amedeo, 770121 BARIE-mail: [email protected]

SEZIONE LAZIOSegretario Regionale: dott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 10 – 00153 ROMATel. 338/2634975 – E-mail: [email protected]

SEZIONE ABRUZZOSegretario Regionale: dott. ALBERTO CERASOLIV.le Nettuno, 200 – 66023 FRANCAVILLAAL MARE (CH)Tel. 085.815420 – E-mail: [email protected]

SEZIONE CAMPANIASegretario Regionale: dott. NICOLA CACCAVELLAVia S. Domenico, 31 – 80127 NAPOLITel. 081.7173739 – E-mail: [email protected]

SEZIONE PUGLIASegretario Regionale: dott. MICHELE VENTUROVia Pavoncelli, 139 – 70125 BARITel. 080.5024199 – E-mail: [email protected]

SEZIONE CALABRIASegretario Regionale: dott. FRANCESCO MARINOVia Vetticello, 334 – 87020 BELVEDERE MARITTIMO(CS)Tel. 0985. 82861 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SICILIASegretario Regionale: dott. CARMELO MAIOVia Palermo, 435 – 98121 MESSINATel. 090.40971 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SARDEGNASegretario Regionale: dott. VITTORIO PINNAVia Enrico De Nicola, 27 – 09170 ORISTANOTel. 0783.303003 – E-mail: [email protected]

L’ORGANIZZAZIONE REGIONALE DELLA CIMOP

Si riportano di seguito i nominativi, gli indirizzied i numeri telefonici dei Segretari regionalidella CIMOP, ai quali i medici interessati posso-no fare riferimento:SEZIONE PIEMONTESegretario Regionale: dott. GABRIELE MONACOPiazza Monastero, 21 – 10126 TORINOTel. 011.724769 – E-mail: [email protected]

SEZIONE LOMBARDIASegretario Regionale: dott. UMBERTO PIGNATIELLOVia Martiri di Cefalonia, 4 – 24121 BERGAMOTel. 035.235010 – E-mail: [email protected]

SEZIONE VENETOSegretario Regionale: dott. ANTONIO MAESTRIVia Olivi, 2 – 30173 MESTRETel. 0439.304540 – E-mail: [email protected]

SEZIONE FRIULI VENEZIA GIULIASegretario Regionale: dott. PETROS PAPANIKOLAUVia delle Ginestre, 12 – 33077 SACILE (PN)Tel. 06.5004063 – E-mail: [email protected]

SEZIONE EMILIA ROMAGNASegretario Regionale: dott. GIORDANO AMBIVERIC/o Casa di Cura S. Giacomo – Via San Bono, 5629028 PONTE DELL’OLIO (PC)Tel. 0523.875117 – E-mail: [email protected]

SEZIONE TOSCANASegretario Regionale: dott. GIUSEPPE BONGIOVANNIVia Uguccione della Faggiola, 6 – 50126 FIRENZETel. 055.6811900 – E-mail: [email protected]

CIMOP – SEDE NAZIONALE: VIA CESARE PAVESE, 360 – 00144 ROMA – TEL. 06.500.40.63; FAX 06.502.21.90

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L’EDITORIALE

Cari colleghi, si è appena concluso il Convegno di Taormina che, metten-do a confronto tutti i protagonisti della sanità pubblica e privata (omeglio quasi tutti, poichè mancava la componente politica), ha avuto il

merito di fotografare in maniera quasi istantanea lo stato di salute del sistemaospedaliero del nostro paese, allaluce dell’accreditamento istituzionalee della riforma del titolo V dellaCostituzione.Lo scenario delineato non ci tranquil-

lizza assolutamente, poichè le incer-tezze interpretative sono ancoramolte e molti sono gli aspetti politicinodali non ancora risolti, come vedre-mo in dettaglio dagli interventi deirelatori, pubblicati su questo stessonumero.Dopo la pausa estiva, la Segreteria e

l’Esecutivo Nazionale saranno impe-gnati su vari fronti. In particolare sicercherà di risolvere una volta pertutte la “questione libero-professiona-le”, con i rapporti di lavoro co. co. co(di tipo coordinato e continuativo)dopo l’entrata in vigore della LeggeBiagi, che introduce il lavoro a proget-to.

E’ per questo motivo che chiediamoai colleghi che operano in casa di curacon rapporti di lavoro di non dipen-denza di continuare ad aderire alla

Cimop, onde conferirle sempre maggiore rappresentatività, e di farci conosce-re il contesto lavorativo in cui operano, poichè è nostra ferma intenzione difare chiarezza una volta per tutte su questi aspetti.

Prima di augurare buone ferie a tutti vorrei rivolgere un appello ai mediciCimop dell’ospedalità privata, che siano semplici iscritti o ricoprenti incarichisindacali non ha importanza.

A breve ci saranno i rinnovi dei Consigli Direttivi degli ordini Provinciali deiMedici, ritengo, anche per esperienza personale, che sia molto importantepartecipare alla costituzione delle liste e alla competizione elettorale, presen-tandosi sotto la nostra sigla, perchè in quel contesto, attraverso il dialogo conle altre forze sindacali mediche si avrà la possibilità di partecipare al dibattitosulla sanità all’interno della nostra professione, e di far valere le nostre ragio-ni.

Ora vi lascio ed auguro buone vacanze a tutti.

Più rappresentativitàper far valerele ragioni dei medici

di Fausto Campanozzisegretario nazionale della Cimop

Organo ufficiale d’informazionedella Confederazione Italiana Medici

Ospedalità PrivataPeriodico bimestrale

Direttore: Fausto Campanozzi

Direttore responsabile:Raffaele Antonio Bernardini

Vice direttore:Pietro Picerni

Redattore capo:Luca Putignano

Editore:Confederazione Italiana Medici Ospedalità

Privata (C.I.M.O.P.) via C. Pavese, 360 - Roma

Redazione:via C. Pavese, 360 - Roma

Progetto grafico, videoimpaginazione etitolazione:

Viadante servizi per la comunicazionevia Dante 277/a 70122 Bari

tel-fax 080 5275879 [email protected]

Tipografia:Mediatipo srl - Via delle Margherite 26 - Z.I.

70026 Modugno - BariRegistrazione Trib. di Roman. 531/2001 del 4/12/2001

In tipografia: 10 luglio 2005

Ci saranno i rinnovi deiConsigli Direttivi degliordini Provinciali.E’ molto importantepartecipare allacostituzione delle listee alla competizioneelettorale, presentandosisotto la nostra sigla

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TAORMINA 2005

SANITÀ E RIFORME

Ma c’è davvero il rischio che il sistema sanitarionazionale venga sostituito da una molteplicitàdi servizi regionali? Quali poteri legislativi deve

conservare lo Stato e quali invece devono diventare dicompetenza della Sanità delle Regioni?Di accessibilità alle prestazioni sanitarie, impiego dellerisorse, qualità dell’assistenza erogata, accreditamentoistituzionale delle strutture sanitarie nel sistema ospe-daliero, alla luce della riforma del Titolo V dellaCostituzione (ovvero alla svolta federalista dell’organiz-zazione dello Stato), s’è parlato nella Tavola Rotondanell’ambito del Convegno Nazionale di Taormina dellaCIMOP, il sindacato dei medici dell’ospedalità privata

(Palace Hotel San Domenico, 28 maggio 2005).“In molte regioni la parità tra pubblico e privato nelsistema ospedaliero è un obiettivo ancora tutto da per-seguire”: lo ha detto il segretario nazionale CIMOP,Fausto Campanozzi, rimarcando come “regni unasituazione di insicurezza per il settore privato che moltospesso si riflette sul versante occupazionale determi-nando incertezza e precarietà”.Sotto la regia dell’ineccepibile Carmelo Maio, respon-sabile siciliano della CIMOP (“Abbiamo firmato un con-tratto migliorativo ora è venuto il momento di mettere aposto la normativa affinché i medici che operano all’in-terno delle strutture private con il tempo definito abbia-

Convegno Cimop, confronto senza s c o n t r o

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TAORMINA 2005

no facoltà di lavorare in tranquillità”), la tavola rotondaha ospitato una ricca teoria di relatori altamente quali-ficati: Emmanuel Miraglia, presidente nazionale AIOP,Riccardo Spampinato della CIMO, Enrico Mambrettidella FDG (Fondazione Don Gnocchi), fratel MarioBonora, presidente dell’Aris, Giansalvo Sciacchitanodella federazione nazionale dell’Ordine dei medici.Larghissima la partecipazione dei delegati regionaliche hanno dato vita ad un animato dibattito dove, inverità, è mancata la voce dei politici locali che hannodisertato la partecipazione alla pur attualissima tavolarotonda.Dalle somme di questo animato convegno nazionale

CIMOP si evince un’indicazione chiara per i politici ita-liani: niente più conflitti di competenza tra Regioni eStato ma convergenza di intenti per una Sanità equa esolidale con ospedalità pubblica e privata concorrenti,sì nel senso della competizione ma soprattutto nelsignificato primario del concorrere insieme al fine diraggiungere l’obiettivo sostanziale del buon servizio aicittadini.

Ecco, uno per uno, tutti gli interventi, dei relatori dellatavola rotonda, corredati da un ampio servizio fotogra-fico (interventi e foto sono presenti anche nelle pagineweb del sito della CIMOP).

Cosa c’e’dietrol’angolo

federalista?

Cosa c’e’dietrol’angolo

federalista?

Pubblico-privato, Nord-Sud: le parità possibili

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SSN, in attoun radicale

cambiamentoculturale

Quest’anno abbiamo voluto organizzare ilConvegno della CIMOP in Sicilia, nellasplendida cornice di Taormina, fonda-

mentalmente per due ordini di motivi: il primomotivo è squisitamente di carattere politico-sin-dacale, perché la Sicilia è una delle Regioni ita-liane dove l’ospedalità privata è maggiormenterappresentata, ed è una regione a nostro avvi-so illuminata perché meglio interpreta in ambitosanitario, il principio legislativo di integrazionetra pubblico e privato, attraverso l’attuazione diun sistema misto che viene percepito dai citta-dini siciliani come una realtà nella quale è pos-sibile esercitare il proprio diritto di scelta delluogo di cura, e che quindi meglio può imperso-nare il modello nel quale noi crediamo. Il secon-do motivo, consentitemi, è radicato in ragionipiù propriamente affettive, legate al ricordo dialtre manifestazioni organizzate in questasplendida terra, in particolare mi riferisco alCongresso Nazionale del 1993, e alla manife-stazione per il ventennale del 2002, ottimamen-te riuscite grazie alla ineccepibile regia del col-lega Carmelo Maio, che insieme ai colleghi edamici siciliani ci riserva sempre una calorosaaccoglienza ed una inappuntabile ospitalità.Ed ora veniamo al tema della Tavola Rotonda

che è quanto mai attuale ed opportuno, inquanto pone sul tappeto una questione fonda-mentale: quale o cosa sarà il Sistema SanitarioNazionale, dopo la completa applicazione dellalegge di riordino e la modifica del titolo V° dellaCostituzione. Approfitteremo della gradita equalificata presenza dei relatori, ai quali va ilmio ringraziamento per la grande disponibilitàdimostrata, per fare maggiore chiarezza sull’ar-gomento attraverso il parere delle diverse com-ponenti del sistema: il governo, le Istituzionipubbliche, quelle private, i medici. A me è stato affidato il compito di rompere ilghiaccio, pertanto cercherò di essere sintetico,utilizzando il tempo a disposizione per sottoli-neare e puntualizzare alcuni aspetti legislativi.

di Fausto Campanozzisegretario nazionale Cimop

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Una solarete

sanitaria

Qual è il compito dell’ospedalità privatanei confronti del Sistema sanitario nazio-nale? Far sì che diventi competitivo, fare

in modo che al cittadino vengano offerte piùpossibilità di scelta e che attraverso la maggiorscelta migliori il servizio, migliori la qualità.Questo era l’intento delle menti riformiste cheagivano nella direzione del miglioramento delservizio sanitario dagli anni ’80 in poi, cosìcome l’avrebbero fatto nei trasporti, nell’edilizia.Nella fine degli anni ’90 questa spinta riforma-

trice è stata rafforzata dall’azione del ministroBindi con il principio per cui l’ospedalità privataentrava con tutti i diritti all’interno del sistemasanitario nazionale, ancor più di come prevede-va il 502, con una limitazione, che mentre il 502dava al cittadino la facoltà di scelta, la Bindi conil 229 diede una svolta dirigistica: è il burocrateregionale che stabilisce dove il cittadino malatodebba curarsi. Un principio stridente con quellodella libera scelta, della parità pubblico-privatoeffettiva, introducendo insieme all’accredita-mento il principio del contratto con cui spesso evolentieri il cittadino non si rivolge alla strutturaprivata, né a quella pubblica e sceglie di emi-grare al Nord.Le regioni del Sud, dove questo problema è piùpressante, ogni anno mandano centinaia dimiliardi di euro alle regioni del Nord riducendole risorse a disposizione delle regioni meridio-nali per arricchire quelle del nord. Veniamo all’accreditamento. La riforma Amato

diceva: sì, il cittadino deve scegliere, però noinon lo obblighiamo a scegliere ma gli diamodelle opportunità affinché possa scegliere inmaniera corretta. Ma per essere accreditate,per essere sottoposte alla libera scelta del citta-dino, le strutture pubbliche e private devonorispondere a requisiti di carattere tecnico, tec-nologico, di organizzazione del personale. Ilproblema che s’era posto con la Bindi era que-sto: con questa logica quante aziende privateusciranno dal sistema? (segue a pag. 10)

di Emanuel Miragliapresidente nazionale Aiop

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TAORMINA 2005

Vale giusto la pena di ricordare come l’accreditamento isti-tuzionale rappresenti uno dei capisaldi della Legge diRiordino del Sistema Sanitario Nazionale avviata con ilD.L. n. 502 del 1992 dal Ministro De Lorenzo e prosegui-ta con integrazioni successive, di cui vi risparmio i riferi-menti normativi, fino al D.L. n. 229 del 1999 del MinistroRosy Bindi.Tutto il processo, sin dal primo momento è stato orientatoa perseguire degli obbiettivi espliciti e strategici che pos-sono essere riassunti come segue: garantire a tutti i citta-dini, in condizioni di uniformità su tutto il territorio naziona-le, l’accessibilità alle prestazioni definite dai livelli di assi-stenza; razionalizzare l’impiego delle risorse a disposizio-ne; migliorare la qualità dell’assistenza erogata.In questo contesto assume notevole rilievo l’obbiettivo diincrementare la produttività del sistema ospedaliero siaper il ruolo che esso esercita nella erogazione delle cureai cittadini e sia per i volumi di risorse finanziarie e tecno-logiche che esso impiega, migliorando i livelli di efficienzae di qualità.Inevitabilmente tutti i tentativi di razionalizzazione del

Sistema Sanitario Nazionale, hanno finito con l’imbattersinell’annosa, e mai risolta, questione del rapporto tra pub-blico e privato in sanità. E’ nostra convinzione che la con-temporanea presenza di queste due componenti costitui-sca ormai un elemento che caratterizza il sistema, tantoda non potersi immaginare una sanità completamentepubblica, come del resto sarebbe impensabile una sanitàaffidata interamente all’iniziativa privata. Quindi non v’èalcun dubbio che le due reti assistenziali concorrono adelineare l’assetto e l’equilibrio dell’intero sistema, e chela rete privata sia chiamata a svolgere una funzione diintegrazione della rete ospedaliera pubblica.Ora cosa si intenda per accreditamento istituzionale è

ormai noto a tutti. In pratica il vecchio sistema del conven-zionamento, introdotto dalla prima riforma sanitaria del1978, che riguardava la sola componente privata, e rap-presentava per questa un momento di legittimazione asvolgere un servizio assistenziale avente le stesse carat-teristiche di quello reso dalle strutture pubbliche, è statosostituito dall’accreditamento di tutte le strutture, sia pub-

bliche che private, attraverso il riconoscimento di unaserie di requisiti di carattere strutturale, tecnologico edorganizzativo, cui gli erogatori delle prestazioni sanitariedevono attenersi, per garantire livelli essenziali di assi-stenza.L’accreditamento delle strutture sanitarie ha quindi rap-

presentato una nuova via per dare maggiore efficienza alsistema e per assicurare una migliore qualità delle presta-zioni sanitarie rese alla collettività. Gli strumenti sui qualisi è ritenuto di fare affidamento sono stati l’introduzionedei principi di managerialità operativa nell’ambito dellestrutture pubbliche, la concorrenza competitiva tra la retepubblica e quella privata, poste tendenzialmente su unpiano di parità giuridica ed economica.In tale quadro si colloca il progressivo processo di azien-

dalizzazione delle strutture pubbliche, che hanno assuntola nuova, quanto insolita, veste di organismi chiamati adoperare nel particolare mercato dell’assistenza sanitariacon metodi e mentalità di tipo imprenditoriale privato.Personalmente ritengo che l’accreditamento istituzionaleabbia comunque determinato un significativo mutamentonell’assetto organizzativo del Sistema SanitarioNazionale, ma anche e soprattutto un radicale cambia-mento culturale nel rapporto tra pubblico e privato chevengono posti, dalla norma, sullo stesso piano con ugualidiritti ed uguali doveri. Il processo di accreditamento, dallaautorizzazione agli accordi contrattuali, è lo strumento chedefinisce le regole e le condizioni di una competizione traerogatori pubblici e privati, entrambi soggetti ai medesimicriteri di verifica per quanto concerne la struttura, l’orga-nizzazione, i risultati per la qualità. Presupposto dell’ac-creditamento è infatti favorire una pluralità di soggetti,senza pregiudizi sulla natura pubblica o privata, in grado

Dialogo e confronto, in alto due immagini significativedell’appuntamento siciliano organizzato dalla Cimop:

Miraglia e Campanozzi, seduti accanto al tavolo dei rela-tori si scambiano le impressioni, dopo aver rappresen-

tato per mesi le parti contrapposte (case di cura privatee medici) nell’estenuante e dura trattativa per il rinnovo

del contratto di lavoro.

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di fornire i servizi e le prestazioni sanitarie coniugando effi-cacia, efficienza e controllo della spesa.Fin qui mi sono limitato alla teoria, cioè alla enunciazione

di una serie di principi che sono sanciti nel quadro norma-tivo di riferimento. In realtà nella pratica le cose non stan-no proprio così, poiché in molte regioni la parità tra pubbli-co e privato è un obbiettivo ancora tutto da perseguire, eregna una situazione di insicurezza per il settore privatoche molto spesso si riflette sul versante occupazionaledeterminando incertezza e precarietà. A questi proble-mi se ne aggiungono altri che derivano dalla riforma delTitolo V° della Costituzione che definisce le materie attri-buite alla potestà legislativa delle Regioni, che vannoesercitate nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dallalegge dello Stato, quello che comunemente viene definitofederalismo regionale.In realtà la sanità ha anticipato i tempi del federalismo

poiché nei fatti il decentramento regionale delle funzionisanitarie è pre-esistente alla modifica costituzionale, la cuiinnovazione fondamentalmente è stata quella di dare unmaggior potere legislativo alle Regioni che risultano titola-ri della programmazione e della organizzazione dei servi-zi sanitari.Per altro è anche vero che l’ambito delle competenze

legislative in rapporto al federalismo regionale rappresen-ta un tema quanto mai discusso da giuristi e costituziona-listi, tanto che qualcuno balena, a mio avviso catastrofica-mente, la possibilità che questo nuovo sistema possa apri-re di fatto un contenzioso costituzionale di carattere per-manente fra Stato e Regioni, paventando impugnazioni daparte dello Stato di Leggi Regionali e impugnazioni daparte delle Regioni di Leggi dello Stato, questo proprio perl’oggettiva difficoltà di individuare una precisa linea didemarcazione tra competenze statali e regionali.In effetti le Regioni stanno procedendo all’accreditamen-

to delle strutture sanitarie utilizzando criteri spesso diffor-mi l’una dall’altra, soprattutto per quanto concerne gliaspetti organizzativi.

Anche per colpa di linee guida ministeriali scarne, appros-simative, spesso poco chiare e che lasciano ampio spazioall’interpretazione. Mi chiedo quanto questa situazione incida anche sullaqualità dell’assistenza, e quanto sia in contraddizione conil principio, sancito dalla legge dello Stato, della erogazio-ne di uniformi livelli di assistenza. I principi fondamentali,universalmente riconosciuti, che sono alla base del buonfunzionamento del Servizio Sanitario Nazionale e chevanno salvaguardati come vincolo non eludibile sono, inordine di importanza: il principio della dignità umanasecondo cui tutti hanno gli stessi diritti, indipendentemen-te dalle caratteristiche personali; il principio del bisogno disalute; il principio dell’equità all’accesso all’assistenza; ilprincipio della qualità delle cure e della loro appropriatez-za riguardo le specifiche esigenze; il principio dell’econo-micità nell’impiego delle risorse.Va sottolineato come oggi si tenda a dare importanza, tal-volta eccessiva rispetto agli altri, all’ultimo dei principi cheho enunciato, cioè a quello che Rosi Bindi, durante il suoministero ha edulcorato con il termine di razionalizzazionedelle risorse.Ovverosia il problema della definizione delle prestazioni

che devono essere garantite a tutti i cittadini nell’ambitodelle risorse disponibili.La prospettiva del federalismo regionale suscita fortipreoccupazioni circa la possibilità che tutti i cittadini pos-sano continuare ad avere accesso , in futuro, a livelli diassistenza uniformi in ogni parte del nostro paese.Mi chiedo: Esiste concretamente il rischio che a breve nonsi possa più parlare di Servizio Sanitario Nazionale, mache il sistema si evolva con la sostituzione di esso in unamolteplicità di servizi sanitari regionali?Quali funzioni e strumenti è bene che lo Stato conservi perorientare la sanità delle Regioni verso obbiettivi comuni econdivisi?

Fausto Campanozzi

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Io ho sempre risposto:non vi preoccupate, acasa nostra ci pensia-mo noi. E infatti cosa èavvenuto: quando poisono stati approvatiquesti decreti legislativici si è accorti che un20-30% delle struttureprivate non avevanosuperato il gap dell’ac-creditamento, mentreper il settore pubblicoforse il 70-80% nonavrebbe superato ilgap. Allora la presa ingiro che abbiamo avutoe che viviamo ancoraoggi nella grande mag-gioranza delle regioni èche l’accreditamentoistituzionale non scattain maniera completanon perché il privatonon lo vuole, ma ci sirende conto che sonopassati da allora dieci-dodici anni e ancora ilpubblico non è in gradoa far applicare alle pro-prie strutture quelli chesono i requisiti indi-spensabili all’accreditamento (626, antincendio, servizi,sale operatorie, cucine…).Noi siamo per l’accreditamento, siamo per un accredita-mento chiaro, chiediamo solo che quelle norme sianouguali per il pubblico eper il privato e che itempi d’attuazionesiano uguali per l’uno eper l’altro. Il principiofondamentale dell’ac-creditamento è un prin-cipio di parità e quando Fausto Campanozzi dice che cisono due reti, una privata e una pubblica, io non condivi-do: c’è una sola rete, quella ospedaliera.L’ospedalità privata, dieci anni fa, ha fattouna scelta: sostenere a pieno il sistemasanitario pubblico. Riteniamo che l’attuale

sistema sanitario inquesta fase storicadel nostro Paese nonsia sostituibile intempi rapidi con uncircuito diverso. Noi rivendichiamo a

noi stessi di far partedi un unico serviziosanitario pubblico agestione mista e que-sta la differenza,molto intelligente,che contraddistingueil sistema sanitarioitaliano da quelloinglese che ha conti-nuato a portare avan-ti un sistema a solagestione pubblica eogni anno trecento-mila cittadini inglesivengono esportati inEuropa per esserecurati. Quel meccani-smo è sicuramenteperdente, il nostro agestione mista è sicu-ramente vincente,perché riteniamo chequando all’internodella stessa struttura

c’è concorrenza ci sia un miglioramento della qualità euna riduzione dei costi (razionalizzazione delle risorse).Crediamo, inoltre, che vada affrontato una volta per tutte

il problema del finanziamento della Sanità, quest’ultimonon può essere collega-to al PIL, se ci fosseromeno sprechi e più con-trolli probabilmenteanche i disavanzi dell’at-tuale finanziamento(raggiunge i 90 mln di

euro) sarebbero ridotti.La riforma del titolo V, la devolution, che in Sanità ha dato

più potere alle regioni? Il 90% deinostri politici e una buona fetta deimass media parla della legge ma nonla conosce affatto. E’ molto preoccu-

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Qui sopra, l’invito del convegno nazionale Cimop di Taormina.Nella pagina di destra Michele Venturo, presidente nazionaleCaimop; in basso l’attento pubblico di Taormina. Qui sotto, illogo Aiop.

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pante per chi invece questi problemi listudia e li vive discutere con qualcunoche non solo non li studia ma dopoche ci hai parlato rimane della stessaidea perché non riesce ad apprezza-re la differenza degli argomenti su cuisi discute.Venti Sanità diverse: un problema chenasce nel 2001 con la riforma del tito-lo V? No, voi che operate in varieregioni, sapete bene che il sistemaLombardo, siciliano, emiliano, puglie-se erano diversi fra loro già in passa-to e noi riteniamo che sia una grossaricchezza per il sistema sanitario per-ché l’Italia è da sempre il Paese dellecento città e delle venti regioni.Questa diversità in Sanità dipende dasituazioni reali: ci sono regioni doveesistono quattro o cinque facoltàmediche e regioni dove non ve n’ènemmeno una, regioni con grossiospedali religiosi con tradizioni seco-lari, regioni con un tasso demograficodi crescita diverso dalle altre, regionicon popolazione anziana che è digran lunga diversa da altre regioni,c’è un problema di finanziamento chefino a ieri ha privilegiato le regioni del

nord, grazie a chi s’è inventato il mec-canismo per cui l’anziano costa piùdel giovane.

Attualmente le norme generali sullatutela della Salute vengono disciplina-te a legislazione concorrente. In prati-ca possono essere disciplinate siadalla Regione che dallo Stato.Un’idiozia che sarà superata dall’aat-tuale riforma che ha superato l’esamedelle prime due letture e che si accin-ge ad intraprendere il cammino delleultime due. S’è cambiato qualcosa.Ma cosa s’è detto in giro? S’è dettoche la Sanità prossima ventura nonsarà di tutela dei diritti uguali per tuttima una Sanità in cui ogni Regione sene va per conto suo…Qual è la domanda: ma l’avete letta

la riforma? Questa riforma sullaSanità in verità stabilisce una normamolto importante: le norme generalisulla tutela della salute ritornano a

competenza esclusiva dello Stato.Come si vede, allora, il problema ètutto nel capire se si ragione in buonao cattiva fede. Noi confidiamo moltonel ministro Storace, il quale, nell’ulti-mo incontro che abbiamo avuto adIschia nell’assemblea della nostraassociazione, ci ha confermato la suavolontà di applicare il principio per cuilo Stato debba emanare tutte lenorme di carattere generale sullatutela della salute.

Questo impedisce ed impedirà infuturo che si creino conflitti di compe-tenza tra regioni e stato ma soprattut-to che il cittadino non rischi di esserediscriminato, cittadino da serie A eserie B, a seconda del luogo geogra-fico d’origine.

Emanuel Miraglia

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Basta con il minimo garantito

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Anche noi medici “pubblici” ci chiediamo: dopo ladevolution cosa succederà? Poiché in Sicilia ladevolution ce l’abbiamo da sempre possiamo dire

di non aver mai subito alcun danno, in termini minimi, nonce ne siamo mai accorti. Questa devolution può spaven-tare altri ma sfortunatamente non spaventa noi. Dico sfor-tunatamente perché molta gente non si rende conto che ilsottofinanziamento del sistema sanitario non è dovuto alladevolution ma a ben altri motivi strutturali. Il nostro proble-ma vero è il sistema di finanziamento e se non è possibi-

le cambiarlo sarà necessario razionalizzare la spesa,senza contrarla. Bisognerebbe forse cambiare l’atteggia-mento di chi ci governa pensando che un servizio sanita-rio regionale va progettato e poi applicato, non va primascritto e poi pensato.Dobbiamo interrogarci su cosa abbiamo fatto negli ultimi

dieci anni c’è chi ci accusa d’aver smantellamento il SSN,niente di più falso: non abbiamo smantellato nulla, abbia-mo razionalizzato e reso ottima la qualità percepita dellaSanità, e parlo della Sicilia. Abbiamo cambiato il sistemadi pensiero dei nostri medici e dei cittadini. Certo si può

fare di più ma, possiamo dirlo con orgoglio, partivamo damolto lontano.A chi chiede di più ai medici devo dire: Il chiedere “lo sfor-zo” perché è etico dare, non significa migliorare la qualità.Spesso può significare scadere nel semplice conteggiodel numero delle schede… Questa mercificazione ce ladobbiamo scrollare di dosso, noi medici dobbiamo riusci-re ad imporre una Sanità possibile non una Sanità impos-sibile e pesante. Prima di cadere nel “livello minimo d’assistenza” dobbia-

mo ritornare a pensare che al centrodel problema della Sanità c’è il cittadi-no che deve avere l’opportunità discelta, ma questa scelta deve essereindicata con chiarezza da unaRegione che programma e dice: hobisogno di tanti posti per acuti, tantiper riabilitazione, lungodegenza…Per cui il privato deve entrare all’inter-no di questa program-mazione perfettamenteintegrato e nelle condi-zioni di poter lavoraredodici mesi l’anno.Serve un sistema illuminato che sulla

base dei finanziamenti, deve crearecondizioni di finanziamento alternati-vo che possono essere quelle del pri-vato che entra nel pubblico, con il par-tenariato tra le varie aree della Sanità.Così si fa una Sanità di alta qualità,non ripetitiva, non cieca di fronte a

certi bisogni perché costosi, creando poli d’eccellenza. Inquesto modo, se insieme restiamo concorrenti, nel sensovirtuoso della parola, concorriamo insieme al bene salute.Tutto questo dovrebbe essere pensato da chi poi sappiacosa può e cosa deve dare al cittadino. Per raggiungereuna meta bisogna sapere dove andare. Dice il detto: nonc’è vento favorevole per il marinaio che non sa doveandare.A volte la politica non trova il vento favorevole perché

esattamente non sa dove andare.Riccardo Spampinato

(Cimo)

TAORMINA 2005

La Cimo: “A chi chiede di più ai medici bisogna dire: il chiedere‘lo sforzo’ perché è etico dare, non significa migliorare la qualità”

RiccardoSpampinato

rappresentantedella Cimo, la

ConfederazioneItaliana Medici

Ospedalieri

Page 13: Notiziario Cimop luglio 2005

I medici: una sanitàuguale per tutti

TAORMINA 2005

Come rappresentante dei medicicosa posso sottolineare? Chenon esiste una Sanità pubblica

e una Sanità privata, c’è la Sanità ebasta. Il cittadino ha il diritto di preten-dere determinati servizi, di avere tute-lata la propria salute. Il medico, nel privato e nel pubblico,

ha la stessa competenza, le stessegratificazioni e bisogna fare di tuttoperché questo venga rispettato. Dallacompetizione tra pubblico e privato sen’è sicuramente giovato il cittadino: lacompetitività che ha dovuto “subire” ilpubblico è stata fatta propria avendocome modello l’organizzazione delprivato e mi riferisco non solo alcomfort alberghiero che ha miglioratole strutture pubbliche negli ultimi diecianni ma se noi prendiamo il modelloorganizzativo del direttore generale,ci rendiamo conto di quanto sia simileal modello manageriale del sistemaprivato.Ritengo siano assolutamente da con-dividere quei tavoli programmaticidove l’esperienza del pubblico e delprivato possono guidare il politico adindirizzarsi al meglio evitando glisperperi.Dico a chi lamenta un’eccessiva do-

se di accondiscendenza nei confrontidel settore privato che bisogna dare achi lavora la serenità di poter conti-nuare ad operare.L’ordine cosa può chiedere al pubbli-

co e al privato? Che entrambi diano aimedici la possibilità di lavorare in tuttasicurezza ma anche che le strutturedove si lavora siano certificate, inmaniera che non si possa più parlaredi malasanità.

Giansalvo Sciacchitano(Ordine dei medici)

Il tema dell’accreditamento delle strutture sanitarie si pone in Italia con uncerto ritardo rispetto ad altri Paesi. Nasce negli Stati Uniti all’inizio del ven-tesimo secolo con l’obbiettivo di promuovere una più elevata qualità dell’as-

sistenza e rendere visibile l’operato delle strutture migliori, e si diffonde conaccelerazione rapida in molti altri paesi rispetto al nucleo storico rappresenta-to da Usa - Canada - Australia. Il nostro sistema passa attraverso fasi di inno-vazioni istituzionali a partire dal 1978 con la legge 833, a concezione stretta-mente assistenziale, in cui il rapporto con le Istituzioni private poggiava sulsistema delle convenzioni, (concessione amministrativa improntata a criteri didiscrezionalità). Il mutamento del modello è dato dal D. Lgs. 502/92 e dal suc-cessivo decreto n° 517/93, che segna il passaggio dal sistema delle conven-zioni al sistema dell’accreditamento delle istituzioni. Esso si sviluppa secondouna logica di fasi collegate e consecutive: autorizzazione, accreditamento,accordi contrattuali necessari per determinare volumi e tipologie delle presta-zioni.Quattro anni dopo l’approvazione del D. Lgs. 517 il Governo definisce i requi-

siti minimi per l’autorizzazione al finanziamento delle strutture.

Aris: “L’Italia è in ritardoadesso c’è un sistemada reimpostare del tutto”

In altoGiansalvo

Sciacchitanodell’Ordine

Nazionale deiMedici e fratel

Mario Bonora,presidentenazionale

dell’Aris

Page 14: Notiziario Cimop luglio 2005

14 ll uugg ll ii oo 22 00 0055

Con il D. Lgs. 229/99 (cosiddetta riforma Bindi) si chiari-scono i rapporti che intercorrono tra autorizzazione,accreditamento e accordi contrattuali e , contestualmente,si indica la relazione che deve stabilirsi tra tali funzioni ela programmazione nazionale e regionale.L’accreditamento è subordinato alla verifica dell’effettivapresenza di una serie di requisiti strutturali, tecnologici eorganizzativi. Non sostituisce l’autorizzazione, ma si ponecome momento successivo di valutazione. L’applicazionedegli accordi contrattuali spetta alle Regioni.Nonostante l’uniformità dell’impianto generale garantitadalle direttive nazionali, tra i modelli adottati dalle Regionisono ravvisabili significative differenze legate alle diversepolitiche di controllo del sistema dei servizi sanitari soste-nute dai governi regionali.La Lombardia e l’ Emilia Romagna sono l’esempio di duedistinte modalità di approccio.Il modello emiliano punta all’autovalutazione, è governa-

to dal livello regionale, che si avvale di valutatori apposi-tamente addestrati, enfatizza i requisiti dei processi conparticolare attenzione agli aspetti organizzativi riferendosiad una visione del “sistema globale” della qualità.La Regione Lombardia diversamente dall’Emilia ha previ-sto una netta separazione degli “erogatori” di prestazionisanitarie (soprattutto ospedali) dai compratori (le Aziende

ASL o USL) la giunta Regionale ègarante dei Sistemi Qualità delleStrutture e responsabile della defini-zione degli indicatori di qualità. LeAziende Sanitarie assicurano lo svol-gimento di tutte le attività necessarieper realizzare la produzione, l’eroga-zione e il controllo delle prestazioni edi servizi secondo le norme ISO 9000.Al di là dei due esempi che abbiamo

riportati possiamo dire che l’elementoche distingue i vari sistemi tra di loro èla finalità prevalente: regolazione dal-l’esterno dei sistemi sanitari, soprat-tutto in funzione del loro controllo eco-

nomico, oppure promozione dall’interno dell’organizzazio-ne della qualità dell’assistenza in funzione Del suo miglioramento continuo.Nel corso del tempo tale distinzione si è fatta, in realtà,meno netta.In linea di tendenza si può osservare che l’accreditamen-to, nato come strumento testo ad elevare la qualità del-l’assistenza dall’interno dei servizi sanitari, è poi progredi-to come strumento istituzionale di regolazione dell’offertafino a proporsi, in molti casi, quale strumento sia di rego-lazione che di promozione della qualità.La realtà è che con il D. Lgs. 502/92 si era instaurato unsistema aperto che tendeva a realizzare una offerta di ser-vizio corrispondente alla domanda espressa nel liberogioco di mercato. Con il Decreto Delegato 229/99 (decre-to Bindi) la distribuzione dei compiti tra i soggetti erogato-ri non è più determinata dalla libera scelta, ma dal potereprogrammatorio del titolare del servizio che ne delimital’ambito di esercizio. Ciò vuol dire che la libertà di scelta ela stessa libertà di impresa esistono in quanto compatibilicon la possibilità espansiva che la norma riconosce loro.Siamo in presenza di due concezioni diverse dall’accredi-tamento. A quale bisogna far riferimento?Questo è uno dei quesiti ricorrenti.E a proposito della qualità, che è uno degli obbiettivi fon-

TAORMINA 2005

Carmelo Maio, segretariodella sezione siciliana

dalla Cimop.

Page 15: Notiziario Cimop luglio 2005

damentali dell’accreditamento, que-sto istituto sta attenuando oapprofondendo ancora di più il solcoesistente fra le diverse aree geografi-che del Paese tra gli utenti del servi-zio?

Tutta la normativa in materia disanità prodotta in Italia dagli ultimigoverni ha riconosciuto la neces-sità di superare la disomogeneitàrilevata nelle diverse aree del Paeserispetto alla qualità delle prestazionisanitarie, all’offerta dei servizi, all’effi-cienza amministrativa e gestionale,alle innovazioni tecnologiche.Dobbiamo purtroppo registrare chenon si è ancora conseguito l’obbietti-vo di determinare l’erogazione di pre-stazioni di livello qualitativo accettabi-le in ogni struttura del Ssn del Paesea prescindere dalla collocazione geo-grafica.Non mi sottraggo al quesito posto dal

tema di questa Tavola Rotonda; l’accreditamento allaluce della riforma del Titolo V Costituzione. Se il quesito èposto, come io l’ho interpretato per sapere se la riformaCostituzionale abbia inciso o sia destinata ad incidere sulsistema dell’accreditamento ma pare sidebba rispondere che ad oggi dobbiamoritenere ancora validi i principi desumibilidella legislazione in vigore al momentodell’entrata in vigore della modifica delTitolo V della Costituzione cioè a dire i D.Lgs.vi 502/92 e 229/99. Tali decreti possono essere con-siderati ancora come le norme di riferimento della legisla-zione Regionale. Se dovesse trovare seguito la propostadi modifica costituzionale nel senso della devoluzionedella materia dell’assistenza sanitaria ed ospedaliera allacompetenza esclusiva delle Regioni, allora dovrà essererivisto non solo l’Istituto dell’accreditamento, ma molte

altre cose. Dovranno cioè esserereimpostate le basi stesse delsistema assistenziale del Paese.Ma per questo dovremmo aspetta-re gli ulteriori eventi parlamentari epolitici. Per quanto riguarda glioperatori essi sono parte impor-tante per il raggiungimento degliobbiettivi che con l’accreditamen-to il legislatore ha inteso si debba-no conseguire. Non vi è dubbioche l’accreditamento istituzionalepresuppone il coinvolgimentodegli operai sanitari che sonochiamati a svolgere un ruolo fon-

damentale all’interno delle istitu-zioni accreditate. Sono una realtà

che risponde non tanto a mandatiistituzionali, propri delle strutture,

quanto al mandato etico connessohai compiti che sono chiamati a svol-

gere e a rispettare. Un coinvolgimento chenon ha ricadute economiche, ma di prestigio profes-

sionale e scientifico. Rappresenta il prevalere dellacoscienza della responsabilità che deriva anche e soprat-tutto dalla fiducia di coloro che cercano assistenza di qua-lità affidandosi a chi loro “accreditano”. Concludo dicendo

che volutamente non ho toccato quellaparte del Decreto Bindi in cui si affermache le regioni assicurano i livelli essenzia-li di assistenza, avvalendosi delle diverseistituzioni o equiparate, nonché dei sog-getti accreditati ritenendo che in ragione

di quel nonché il problema tocchi più direttamente il priva-to accreditato, ma non equiparato.Osservo soltanto che il livello di discontinuità raggiuntodalla sanità italiana, rischia di rappresentare un punto limi-te per la gestibilità.chi ha il potere di legiferare e deciderene dovrà tener conto.

Fratel Mario Bonora (Aris)

TAORMINA 2005

Il presidente nazionaledella Cimop Bianco

Speranza a colloquio concon il segretario

Campanozzi.Sotto, il logo dell’Aris

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16 ll uugg ll ii oo 22 00 0055

La Fondazione Don Carlo GnocchiOnlus per modalità strutturale (pre-senza articolata in 9 Regioni) è unsingolare banco di verifica delle logi-che e delle conseguenze operativedegli accreditamenti alla luce deinuovi indirizzi dettati dalla “devoluzio-ne”.

In qualità di gestore di attività diversi-ficate, sia sanitarie che socio-assi-stenziali, in contesti regionali differen-ziati per normative di riferimento, perprassi gestionali, per, talvolta, inter-pretazione del concetto stesso di“tutela della salute”, la Fondazionevive in termini empirici i vincoli, le

contraddizioni e le opportunità deinuovi indirizzi. A puro titolo esemplificativo, un vin-

colo che subito si evidenzia a chigestisce strutture sanitarie in piùRegioni è rappresentato dalla diffi-coltà a realizzare dei protocolli sanita-ri unici, che meglio permetterebberodi garantire all’utenza, indipendente-mente dai confini regionali, qualità edefficacia di servizi sanitari costanti,con dunque una prestazione curativaidentica, e al proprio interno unarazionalizzazione organizzativa e uncontenimento di costi. In realtà l’Entegestore si vede spesso costretto arimodellare la propria organizzazionesu normative e standard diversi afronte di tariffe diverse.

Un’opportunità, per certi versi giàattuale, è invece costituita dalla mag-gior facilità di dialogo e contrattazionetra un Ente istituzionale, la Regione, adiretto contatto con le problematichedi un territorio con caratteristiche

Enrico Mambretti (a sinistra), rap-presentante della Fondazione Don

Gnocchi. In basso il logo della stes-sa Fondazione. Nella pagina accan-to, una suggestiva veduta dell’HotelSan Domenico di Taormina, dove si

è tenuto il 28 maggio il convegnonazionale della Cimop.

TAORMINA 2005

“Piena collaborazionecon le Regioni”La Fondazione Don Gnocchi: “In questa fase la nostraorganizzazione vive in termini empirici i vincoli,le contraddizioni e le opportunità dei nuovi indirizzi”

Page 17: Notiziario Cimop luglio 2005

peculiari e i potenziali soggetti pubbli-ci e privati erogatori di servizi sanitarie assistenziali, ben radicati nellesituazioni locali e di immediata acces-sibilità per l’utenza: la prossimità tra idue soggetti agevola indubbiamenteuna reciproca conoscenza, e dovreb-be facilitare anche una reciproca fidu-cia, in virtù della qualità dei servizi edei risultati costantemente verificabili.L’evoluzione reale del decentramen-

to regionale in materia di sanità non ècerto facilmente ipotizzabile. Non èchiaro, soprattutto, quanto oggi sia unfattore stabilito e certo la delimitazio-ne del corretto esercizio di poteri e laconseguente assunzione di respon-sabilità da parte delle Regioni nel pro-cesso complessivo di erogazione deiservizi volti a tutela della salute indivi-duale e collettiva: la recente e trava-gliata dinamica dei rinnovi contrattua-li di area medica e non medica dellasanità privata, nella quale né i potericentrali né quelli regionali si sono fatticarico del problema rimandandosivicendevolmente il problema delfinanziamento di tale rinnovo, ne è unchiaro e inequivocabile esempio.Il processo di accreditamento regio-

nale delle strutture ritenute istituzio-nalmente adeguate a offrire (e dun-que a garantire) il sistema salute agli

individui e alla collettività, processoesplicitamente di natura “selettiva”,non può prescindere, a sua volta, nelsuo dispiegarsi a favore dell’indivi-duazione dei soggetti in grado di rea-lizzare un sistema regionale dellaSalute, dalla valorizzazione e dalsostegno dell’autonoma iniziativa delprivato, capace nei fatti di assicurarerisposte ai bisogni di tutela della salu-te dei cittadini, in una logica di conti-nuo miglioramento qualitativo delleprestazioni sanitarie offerte.

L’ottica dunque non deve esserequella della “competizione” tra pubbli-co e privato, ma dell’integrazionepubblico-privato. I pubblici poteriregionali nell’attivarsi per garantireall’utenza la migliore attività sanitariaproducibile, amministrando le risorsefinanziarie individuate all’uopo, hannonel coinvolgimento deisoggetti privati un’occa-sione di selezionare ilmeglio per rispondereagli effettivi bisogni.L’accreditamento, visto come proces-so di selezione e certificazione deisoggetti riconosciuti in possesso deirequisiti idonei a soddisfare i bisognisanitari e assistenziali dei singoli edella collettività con continuità, coe-renza e capacità innovative deve

anche comportare un’ulteriore fase,che si potrebbe definire come regola-re coinvolgimento di tali soggetti neitavoli regionali ove vengono stabilitele regole degli accreditamenti, glistandard strutturali e organizzativi, lepolitiche di indirizzo, i criteri di equili-brio tra diritto alla salute e i relativicosti (tariffe)... La Fondazione, in realtà, è già stata

più volte chiamata a forme di strettacollaborazione con le Regioni, offren-do la propria consolidata esperienzanella gestione di servizi sanitari esocio assistenziali, anche sperimen-tali, destinati alle fasce più deboli(cronici, disabili, anziani, malati termi-nali…), per una sua riconosciuta“prossimità” a tali fasce, per una suariconosciuta competenza in grado difornire risposte efficaci sul bisogno,

efficienti nella gestione,e comunque per unasua strutturazione orga-nizzativa “a rete” già datempo realizzata, tale

da garantire in modo flessibile e acosti contenuti risposte articolate ade-guate: questo comprova che l’integra-zione dunque è possibile!La strutturazione a rete prevede, per

sua natura, attitudine alla flessibilità ealla mobilità delle risorse umane, che

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TAORMINA 2005

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operano non per “compiti” innanzitut-to, ma per fornire un’adeguata rispo-sta alle diversificate esigenze sanita-rie e assistenziali dei soggetti in statodi bisogno: tali peculiarità sono tipichedelle organizzazioni che per missionehanno scelto di operare in risposta ai

bisogni dell’uomo considerato comepersona nel suo complesso.

L’accreditamento, dunque, puògarantire sul fronte dell’offerta regio-nale delle prestazioni il più ampio plu-ralismo e sul fronte della domanda lalibertà di scelta dell’assistito.

L’istituzione Regione,attraverso il sistemadell’accreditamento, inuna strategia di collabo-razione pubblico-priva-to, legittimerebbe cosìin termini effettivi il ruoloparitario dei soggettiprivati, realizzando ilprincipio di sussidiarietàprevisto dalle normecomunitarie, introdu-cendo sistemi di gestio-ne variabili e contri-buendo al miglioramen-to della gestione del

sistema nel suo complesso. Il princi-pio di parità pubblico privato è statointrodotto, come è noto, con il D.lgs502/92, riconfermato del D.lgs 229/99e attuato ad esempio dalla RegioneLombardia con l.r. 31/97.

Un ultimo breve cenno all’aspettoforse più complesso e delicato per unEnte gestore: il corretto utilizzo e lavalorizzazione delle risorse umaneoperanti nelle strutture. E’ possibilepoter coniugare in modo ottimale efunzionale il patrimonio di conoscen-ze, competenze, umanità, motivazioniche caratterizzano gli operatori sani-tari, con normative e standard regio-nali decisamente diversi tra di loro?Questo quesito comporta per natura-le conseguenza la difficoltà che i sog-getti privati che operano in piùRegioni potrebbero incontrare nelpromuovere delle omogenee politichedi gestione del personale.La risposta che stiamo costruendo

all’ interno della Fondazione a questoquesito parte da un semplice postula-to: al centro di ogni azione e oggettodi ogni strategia resta comunque ilpaziente, la persona che soffre, la

Il resocontodi Taormina

sul sito Cimop

Il sito internet della Cimop, ovvero www.Cimop.it,si arricchisce di un nuovo servizio. E’ infatti possi-bile ascoltare e vedere il resoconto del convegnonazionale di Taormina in un vero e proprio servizioaudio-video. Clikkare per credere.

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TAORMINA 2005

dimensione globale della persona chesoffre e che necessita delle nostreattività di cura e assistenza. La cultu-ra gestionale, i ruoli, i compiti, gliobiettivi, lo sviluppo delle motivazionidei collaboratori devono essere sem-pre ripensati e calibrati su tale postu-lato. Si tratta, dunque, innanzitutto diconiugare “managerialità e solida-rietà”, vale a dire tenere sempre instretto contatto le preoccupazionigestionali con la finalità di partenza edi arrivo, che, in termini semplici esintetici, prevede non solo “curare”,ma “prendersi cura” delle persone instato di bisogno. Penso che questaprospettiva gestionale possa interes-sare anche le realtà che non operanosecondo le modalità del non profit:tutti abbiamo la necessità di motivaree valorizzare costantemente le nostrerisorse umane, nel pieno rispetto

delle esigenze delle persone che“prendiamo in cura” e nel rispetto deiconfini stabiliti dai contratti.Sul piano operativo gli accreditamen-ti regionali hanno introdotto alcunenovità di gestione, prima fra tutte(anche se solo in fase proiettiva) quel-la di una possibile logica di declina-zione regionale, secondo specifichepeculiarità, dei contratti nazionali dilavoro.Un secondo aspetto riguarda i titoliprofessionalizzanti di alcune figure,considerati validi in alcune Regioni(per esempio ASA, ADEST) o titoliconsiderati più o meno equipollentiperché in esaurimento (penso allavexata quaestio dei massofisioterapi-sti) e che non incontrano in realtàomogeneità di accettazione ineglinterlocutori istituzionali, per cui sipossono generare difficoltà di utilizzonell’organizzazione dei servizi. Unsoggetto gestore di attività in piùRegioni si troverebbe a dover gover-nare un clima interno poco coerentecon quanto precedentemente affer-mato in termini di valorizzazione dellemotivazioni complessive della risorsa

umana orientata al prendersi curadella persona. Lo stesso difficile eperiglioso iter che la figura dell’oss stasubendo (figura “attesa” e ben finaliz-zata alle strutture di lungo degenza,di malati terminali, di stati vegetati-vi…) indica che in materia vi è unacerta confusione, o scarsa propensio-ne alla programmazione.La proposta che ci sentiamo di for-

mulare è quella che anche sui profiliprofessionali specifici operanti neiservizi sanitarie assistenziali vi siauna piena collaborazione tra soggettigestori e istituzioni regionali, che portia identificare le caratterizzazioni deiprofili professionali utili ai sistemi digestione della tutela della salute deisingoli e della collettività, senza per-dere di vista una coerente “spendibi-lità” dei profili stessi in un sistemaextra regionale, che sia in grado dioffrire attenzione sia alla salute deicittadini che alla effettiva valorizza-zione della professionalizzazionedelle risorse operanti nei settori sani-tario e socio-assistenziale.

Enrico Mambretti(Fondazione Don Gnocchi)

La qualificata platea dell’Hotel SanDomenico di Taormina si accinge a

seguire i lavori del convegnoCimop. A destra, il tabellone del

convegno. In basso, un momento dipausa tra una relazione e l’altra.

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20 ll uugg ll ii oo 22 00 0055

INIZIATIVE

Parte Teorica

8.30-9.00 Introduzione: perché la valutazionemicrocircolatoria? (Dr. G. Mosti)

9.00-9.30 Anatomia e Fisiopatologia del Microcircolo Cutaneo (Dr. A. Magliaro)

9.30-10.00 Alfabetizzazione alla terminologia impiegatanella Diagnostica Strumentale Microcircolatoria Cutanea (Dr. M.L. Iabichella)

Parte Pratica (Tutor: Dr. Elio Melillo)

10.00-10.30 Pratiche preliminari all’impiego dellestrumentazioni di diagnostica microcircolatoria

10.30-11.00 Coffee Break

Parte Teorica

Applicazioni delle Metodiche Strumentali di DiagnosticaMicrocircolatoria nella pratica clinica delle principali patologievascolari

11.00-11.30 Pratica Clinica in AOCP (Dr. E. Melillo)11.30-12.00 Pratica Clinica in Flebopatie e

Connettivopatie (Dr. M.L. Iabichella)

Parte Pratica (Tutor: Dr. Maria Letizia Iabichella)

12.00-13.00 Esercitazione su casi clinici valutati medianteBiomicroscopia

13.00-13.30 Verifica apprendimento individuale su impiegodi Biomicroscopia

13.30-14.30 Colazione di Lavoro

Parte Pratica (Tutor: Dr. E. Melillo e Dr. M.L. Iabichella)

15.00-16.00 Esercitazione su casi clinici valutati medianteLaser Doppler

16.00-16.30 Verifica apprendimento individuale su impiegodi Laser Doppler

16.30-17.30 Esercitazione su casi clinici valutati medianteTcpO2-TcpCO2

17.30-18.00 Verifica apprendimento individuale su impiegodi TcpO2-TcpCO2

18.00-18.30 Compilazione e Consegna Questionari

INFORMAZIONI

Segreteria OrganizzativaDr. Pietro Picerni, Dr. Antonio Magliaro, Dr. Vincenzo Mattaliano,Dr. Giovanni Mosti, Dr. Elio Melillo, Dr. Maria Letizia Iabichella0583 [email protected]

Segreteria ScientificaDr. Maria Letizia Iabichella, Dr. Elio MelilloTel. 333.2963940 Fax: 0583.490050

Sede del corsoCasa di Cura M.D.B BarbantiniVia del calcio, 2 – 55100 Lucca

SponsorITALFARMACOMICROLAB ITALIAPERIMED ITALIAGLORIA MED s.r.l.

Quota di Iscrizione: Û 200Saranno accettate le prime 20 domande di iscrizione.Per gli iscritti alla CIMOP e all’AIUC sarà praticato uno scontodel 20%.

CORSO REGIONALE

“DIAGNOSTICA STRUMENTALE NON INVASIVA DELLA MICROCIRCOLAZIONE CUTANEANELLA PATOLOGIA VASCOLARE”

Centro Studi “Città di Lucca”Casa di Cura M.D.B. Barbantini Lucca

con il Patrocinio di:

Sezione Regionale AIUC (Associazione Italiana Ulcere Cutanee)

Ordine dei Medici della Provincia di Lucca

CIMOP (Confederazione Italiana Medici dell’Ospedalità Privata)

Lucca, 21 ottobre 2005

Page 21: Notiziario Cimop luglio 2005

S.O.S Sito Internetavviso ai navigantiPietro Picerni

Responsabile Ufficio Stampadella [email protected]

ari colleghi,a metà dello scorso anno, diconcerto con il nostroSegretario e l’EsecutivoNazionale, abbiamo cercato didelineare le strategie necessa-rie per aumentare la nostracapacità di essere presenti evisibili nella realtà politico-sin-dacale del panorama sanitarionazionale. E’ nata così l’esi-

genza di creare un Ufficio Stampa della CIMOP, che aves-se il compito di curare l’immagine del sindacato attraversoil nostro organo ufficiale d’informazione (il Notiziario, tantoper intenderci) e il nostro Sito internet.Quando mi fu proposta la nomina di Responsabiledell’Ufficio Stampa la preoccupazione maggiore fu soprat-tutto per il sito internet. Per quanto concerne il nostroperiodico d’informazione, infatti, già era stata avviata unalinea di rinnovamento (grazie soprattutto all’impegno per-sonale di Fausto Campanozzi coadiuvato da due valenticollaboratori, i giornalisti Roberto Violante e RaffaeleBernardini), che era estremamente promettente e che neltempo si sta consolidando, tanto che il notiziario appareestremamente più agile, rinnovato nella veste grafica, piùpuntuale nella sua periodicità e più ricco di contenuti.Ovviamente anch’esso deve crescere ancora e migliorar-si, ma ritengo che attualmente la nostra attenzione debbaconcentrarsi soprattutto sul miglioramento del Sito inter-net.La situazione di partenza era a dir poco drammatica: noti-zie vecchie anche di anni sempre presenti nella primapagina, grafica obsoleta, rimandi a pagine inesistenti…eccetera. Era necessario innanzi tutto rimboccarsi le mani-che e fare un po’ di pulizia. Per coloro che hanno frequentato il sito negli ultimi tempi

risulterà evidente che qualcosa è cambiato (e permettete-mi a questo punto di ringraziare Gianluca Mercuri per l’aiu-to e la puntualità con cui mi ha coadiuvato in questo com-pito): la veste grafica è stata rinnovata, le notizie vecchie eobsolete sono scomparse, non esistono più rimandi a

pagine inesistenti e coloro che sono registrati hanno vistocertamente negli ultimi tempi moltiplicarsi il numero dinews inviate dalla redazione del sito. Ma tutto questo, perquanto rappresenti un indubbio miglioramento, è ancorapoco. Internet significa attualità in tempo reale, possibilità di inte-ragire con gli utenti attraverso meccanismi rapidi, scambiod’informazioni, possibilità di accedere con agilità alle noti-zie e a servizi di pubblica utilità. Quanto di tutto questo èpresente nel Sito CIMOP? Non molto allo stato attuale!Cosa fare, allora? Le idee non mancano: realizzare delle

pagine regionali e provinciali, in cui i segretari possanodare spazio alle iniziative culturali e sindacali dei propriiscritti; istituire una newsletter periodica di informazioneper gli utenti registrati; sottoscrivere un abbonamento allaGazzetta Ufficiale (e magari anche a qualche pubblicazio-ne scientifica), cosicché gli utenti registrati e iscritti al sin-dacato possano consultarla; istituire una rubrica del tipol’esperto risponde, in cui siano pubblicate le risposte degliesperti in merito a tematiche sindacali e pensionistiche diinteresse generale. E questo solo per citarne alcune.

Verrà automatico, immagino, chiedersi perché non sipassi dalle idee ai fatti. La risposta è semplice (e anche unpo’ desolante): perché manca la partecipazione attiva daparte degli iscritti al sindacato o di coloro che pure occa-sionalmente visitano il sito. Non solo, infatti, la percentua-le globale di utenti registrati è allo stato attuale piuttostoinferiore alle aspettative (meno di 1/3 degli iscritti allaCIMOP), ma se si valuta la percentuale di ConsiglieriNazionali registrati questa scende, ahimè, a 1/5. Possibileche non solo la base del sindacato ritenga superfluo que-sto contatto, ma addirittura gli stessi quadri dirigenti lovalutino di così scarso interesse?Ci si potrebbe a questo punto domandare, ad esempio, sevale la pena di prodigare sforzi anche economici perpotenziare una cosa che riscuote così poco interesse. Chesenso ha mantenere in vita un sito che è seguito da unosparuto gruppo di persone e che nel tempo è condannatoa rimanere, perdurando questo stato di cose, asfittico eprivo di vitalità?Perché diciamocelo a chiare lettere: non possiamo ipotiz-

L’APPROFONDIMENTO

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L’APPROFONDIMENTO

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zare un sito dellaCIMOP vitale e inte-ressante se mancal’ingrediente fonda-mentale che è datodalla presenza di noti-zie sindacali, che nonsono solo quelle sul rin-novo contrattuale o sulprossimo CongressoNazionale. Sono le notizieche vengono dal cuorestesso della CIMOP quelleche mancano! Mancano leinformazioni sulle controver-sie sindacali aziendali, suiproblemi che incontrano quo-tidianamente sul territorio inostri rappresentanti, sui con-tatti sempre difficili con le con-troparti o con le rappresentan-ze provinciali e regionali, sulleiniziative scientifiche e culturali chevengono intraprese. Solo quando esi-sterà un filo diretto tra coloro chevivono tutte queste realtà e le paginedel sito, solo in quel momento esisteràdavvero un sito CIMOP. Tuttavia sono certo, e ne ho avuto

riscontro parlando con molti di voi aidue ultimi congressi CIMOP, che l’in-teresse per un sito vivo e attivo sta acuore alla maggioranza. Quindi non ciresta che attivarci, tutti insieme perrealizzare quanto vogliamo. Comedicevo prima le idee non mancano,ma vanno sorrette dalla partecipazio-ne attiva di tutti. Per cui il mio impegnopersonale sarà quello di realizzaretutte quelle innovazioni che possanodare impulso al sito e renderlo unostrumento interessante e utile al servi-zio di tutti, ma d’altro canto sarà

neces-saria la vostra collabo-

razione per arricchirlo di contenuti. La prima cosa indispensabile da fareè rinnovare la registrazione al sito:attualmente disponiamo solo di unmeccanismo di iscrizione alla newslet-ter, ma dovremo dotarci al più prestodi un meccanismo più complesso, cheè attualmente allo studio, che prevedauna vera e propria registrazione, conla presenza di una login e di una pas-sword per l’accesso a servizi riservatisolo agli iscritti al sindacato (ad esem-pio per usufruire dell’abbonamentoalla Gazzetta Ufficiale). Appena sare-mo pronti comparirà nel sito l’avvisoesplicito alla registrazione e a coloroche sono iscritti alla newsletter saràcomunicato ovviamente l’invito per e-mail.La seconda necessità è lo scambio diinformazioni e mi rivolgo a tutti gliiscritti alla CIMOP, ma particolarmente

ai Segretari Regionali eProvinciali: so bene quantoognuno di voi sia alle prese coniniziative e/o problematichesindacali locali, che magariemergono e vengono a cono-scenza degli altri solo inoccasione di convegni nazio-nali. Ebbene è importanteche queste notizie venganoa conoscenza di tutti gliiscritti al sindacato (eanche dei non iscritti), chesolo così hanno modo disapere quanto si stafacendo e allo stessotempo possono avere lapercezione dell’esisten-

za di situazioni, magari moltosimili alle loro seppure in un contestogeografico diverso e trarne utili indica-zioni per un’eventuale soluzione.D’altro canto sono certo che in ognirealtà locale nascono iniziative cultu-rali e scientifiche, che se comunicatealla Redazione del sito, potrebberoessere messe in risalto e pubblicizza-te a tutti. La terza necessità è quella di poter

realizzare una vera e propria redazio-ne e quindi dico a quanti di voi nehanno competenza o voglia che sareilieto di avervi al mio fianco per svolge-re questo compito. L’ideale sarebbepoter avere un referente per ogniRegione (che potrebbe essere ilSegretario Regionale o un suo dele-gato), in modo da creare una rete diredattori sparsi sul territorio nazionale,che convoglino le notizie da pubblica-re.

Non resta che incominciare. Con-tattatemi!

La Home page del sitointernet della Cimop,

www.cimop.it

Page 23: Notiziario Cimop luglio 2005

C.I.M.O.P.FEDERAZIONE REGIONALE......................................................................................

SCHEDA DI ADESIONE E DELEGA

Il Dott. .............................................................................................................................................

nato a................................................................................................il ............................................

Indirizzo: Località (c.a.p.)..................................................................................................................

Via ................................................................................................................n. ..............................

operante presso la Casa di Cura ......................................................................................................

sita in .......................................................................con qualifica.....................................................

Specializzazione in............................................................................................................................

in regime di lavoro dipendente

in regime di lavoro libero professionale coordinato e continuativo

ADERISCE ALLA CIMOP E AUTORIZZA

l’amministrazione ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile in favore della CIMOPstessa e nella misura che annualmente sarà comunicata. Il sottoscritto/a dichiara che la presente delega:

1) ha efficacia dal mese di firma in calce2) ha validità annuale3) si intende tacitamente rinnovata anno per anno4) potrà essere dallo stesso revocata entro il 31 ottobre, affinchè cessi agli effetti a partire dal 1 gen-naio dell’anno successivo, con comunicazione scritta inviata all’amministrazione della casa di cura edalla CIMOP.

IN FEDE

..........................................................(firma leggibile)

Data...........................................

Si prega di scrivere a macchina o in stampatello.

tempo pieno

tempo definito

part time a....................................ore

PER ADERIRE ALLA CIMOP

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