Notiziario 2002-05

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NotiziarioI.C.Y.C. Cari amici, colgo loccasione che mi da questo notiziario, per ringraziare ancora una volta tut- te quelle persone che come me credono nello spirito ICYC. Questa Associazione, come in tanti già sapranno ha il piacere di donare amore a tutti i bambini di Padre Alceste e seguire tutte le coppie che intraprendono il cam- mino delladozione. In questi ultimi tre mesi, ci sono stati molti avvenimenti, primo tra tutti quello del 10 aprile quando si sono svolti a Quinta i festeggiamenti dei 32 anni dellIstituto. Il 20 aprile a Reggello (FI) si è svolta lassemblea dei soci ICYC che è servita per mettere a punto il prossimo convegno che si terrà a Prato il 30 31 agosto e l1 set- tembre. L11 maggio, a Pesaro ho incontrato il gruppo di famiglie che hanno già adottato da Padre Alceste e si è parlato delle numerose iniziative della nostra Associazione. Per ultimo, ma sempre interessante, con il Consiglio Direttivo sono stato invitato ad Ascoli Piceno da unAssociazione di volontariato (A.G.E.) che voleva conosce- re la nostra realtà operativa, proponendoci di organizzare con la presenza di Padre Alceste, un dibattito che si dovrebbe tenere ad Ascoli Piceno. Infine abbiamo avuto un incontro con Famiglie e Minoriun ente già riconosciu- to che lavora da molti anni per le adozioni ed ha fatto richiesta alla Commissione di potere operare in Cile con Padre Alceste. Insieme stiamo organizzando per il 6 luglio un seminario che si terrà a Roma. Desidero segnalare che lAVSI è in attesa di riconoscimento per potere operare in collaborazione con noi e realizzare tanti programmi che sono ancora in fase em- brionale. Termino rivolgendo alcuni ringraziamenti; al Console Cileno Jaime Chomali, per lattestato di stima verso la nostra Associazione, al Console Cileno presso la Santa Sede Barria Juan Anibal, grande amico dellICYC. Un ringraziamento alla Scuola Italo CALVINO, in particolar modo al Prof. Nereo Benussi, dove frequenta la II media Maria Alejandra FEDERICI che insieme ai suoi amichetti ha raccolto una cospicua somma da devolvere a Padre Alceste, ed infine un ricordo è per Alberto VIELMO e Tonino GAMBONI, che sognavano un futuro migliore per i bambini di Quinta ma purtroppo non sono più tra noi. Un saluto a tutti voi ed un arrivederci allappuntamento di Prato. GianniPalombi ASSOCIAZIONEFAMIGLIE ADOTTIVEPROI.C.Y.C. Giugno 2002 Anno 1 Numero 3 Saluto del Presidente 1 Testimonianza della famiglia Imbriaci 2 Viaggio in Cile di Susanna Cudini 3 Il nostro Babbo 4 Sommario B Y A LE E M ARCO PRINCIPALES HITOS DEL CENTRO DE PROTECCION 1970 Fondazione dellistituto 1976 Costruzione del servizio centrale 1982 Apertura della casa a Gorbea in Santiago 1986 Costruzione asilo nido 1989 Costruzione asilo infantile La Primavera 1992 Creazione e costruzione della scuola Collegio La Primavera1993 Inizia il funzionamento della residenza familiare femminile Mater Dei1995 Inizia il programma di collocamento familiare S.Maria dellinfanzia1998 Progetto di sostegno Reencuentro2000 Accreditamento per lo sviluppo dei programmi dadozione 2001 Costruzione della sala della televisione e multifunzionale 2001 Progetto di sostegno Il bimbo è oggi2001 Viene conferita la Cittadinanza onoraria Cilena a Padre Alceste Piergiovanni 2002 Costruzione della prima casetta prototipo dellistituto pdfMachine trial version

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Page 1: Notiziario 2002-05

Notiziario I.C.Y.C.

Cari amici,colgo l’occasione che mi da questo notiziario, per ringraziare ancora una volta tut-te quelle persone che come me credono nello spirito ICYC.Questa Associazione, come in tanti già sapranno ha il piacere di donare amore atutti i bambini di Padre Alceste e seguire tutte le coppie che intraprendono il cam-mino dell’adozione.In questi ultimi tre mesi, ci sono stati molti avvenimenti, primo tra tutti quello del10 aprile quando si sono svolti a Quinta i festeggiamenti dei 32 anni dell’Istituto.Il 20 aprile a Reggello (FI) si è svolta l’assemblea dei soci ICYC che è servita permettere a punto il prossimo convegno che si terrà a Prato il 30 31 agosto e l’1 set-tembre.L’11 maggio, a Pesaro ho incontrato il gruppo di famiglie che hanno già adottatoda Padre Alceste e si è parlato delle numerose iniziative della nostra Associazione.Per ultimo, ma sempre interessante, con il Consiglio Direttivo sono stato invitatoad Ascoli Piceno da un’Associazione di volontariato (A.G.E.) che voleva conosce-re la nostra realtà operativa, proponendoci di organizzare con la presenza di PadreAlceste, un dibattito che si dovrebbe tenere ad Ascoli Piceno.Infine abbiamo avuto un incontro con “Famiglie e Minori” un ente già riconosciu-to che lavora da molti anni per le adozioni ed ha fatto richiesta alla Commissionedi potere operare in Cile con Padre Alceste.Insieme stiamo organizzando per il 6 luglio un seminario che si terrà a Roma.Desidero segnalare che l’AVSI è in attesa di riconoscimento per potere operare incollaborazione con noi e realizzare tanti programmi che sono ancora in fase em-brionale.Termino rivolgendo alcuni ringraziamenti; al Console Cileno Jaime Chomali, perl’attestato di stima verso la nostra Associazione, al Console Cileno presso la SantaSede Barria Juan Anibal, grande amico dell’ICYC.Un ringraziamento alla Scuola Italo CALVINO, in particolar modo al Prof. NereoBenussi, dove frequenta la II media Maria Alejandra FEDERICI che insieme aisuoi amichetti ha raccolto una cospicua somma da devolvere a Padre Alceste, edinfine un ricordo è per Alberto VIELMO e Tonino GAMBONI, che sognavano unfuturo migliore per i bambini di Quinta ma purtroppo non sono più tra noi.Un saluto a tutti voi ed un arrivederci all’appuntamento di Prato.

Gianni Palombi

ASSOCIAZIONE FAMIGLIE

ADOTTIVE PRO I.C.Y.C.

Giugno 2002

Anno 1 — Numero 3

Saluto del Presidente 1

Testimonianza della famigliaImbriaci

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Viaggio in Cile di SusannaCudini

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Il nostro Babbo 4

SommarioBY ALE E MARC O

PRINCIPALES HITOS DEL CENTRO DE PROTECCION1970 Fondazione dell’istituto1976 Costruzione del servizio centrale1982 Apertura della casa a Gorbea in Santiago1986 Costruzione asilo nido1989 Costruzione asilo infantile “ La Primavera “1992 Creazione e costruzione della scuola “Collegio La Primavera“1993 Inizia il funzionamento della residenza familiare femminile “Mater Dei“1995 Inizia il programma di collocamento familiare “S.Maria dell’infanzia“1998 Progetto di sostegno “Reencuentro“2000 Accreditamento per lo sviluppo dei programmi d’adozione2001 Costruzione della sala della televisione e multifunzionale2001 Progetto di sostegno “Il bimbo è oggi“2001 Viene conferita la Cittadinanza onoraria Cilena a Padre Alceste Piergiovanni2002 Costruzione della prima casetta prototipo dell’istituto

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Un figlio rende l’amore piu’ forte,Pagina 2

Il senso della storia che abbiamo vissuto è tutto racchiuso negli occhi della nostra bambina: lì ci sono i no-

stri pensieri, le nostre sensazioni, le mille paure e le tante consolazioni di un racconto nato in un caldo pome-riggio di fine agosto, la prima volta che abbiamo visto Wendy in fotografia. Da quel momento il nostro scopoè stato quello di sovrapporre quello sguardo alla realtà di un viso da toccare e da baciare, per tentare di restitui-re almeno una parte di quell’enorme ondata di affetto e di amore che sentivamo arrivare da lontano e che sape-vamo ci avrebbe inesorabilmente travolto. Poi sono passati lunghi mesi di telefonate, sempre più coinvolgenti,e la sensazione inaspettata e nuova di un legame subito profondo, di una appartenenza senza riserve, catturatied incantati da una piccola voce che giorno dopo giorno sentivamo sempre più forte. Alla fine il viaggio, cheper essere così bello e vero doveva per forza essere così lungo. E durante quelle ore in volo la precisa sensa-zione che quei momenti sarebbero per sempre rimasti incatenati ai nostri ricordi, in un misto di curiosità e dieccitazione, di paura e di pura felicità. E improvvisamente quel volto e quella voce sono diventati la realtà disguardi che si cercano al di là di una vetrata, con la mente divisa tra le formalità doganali da ultimare e la vo-glia di correre fuori per abbracciare finalmente il tuo desiderio in carne ed ossa.Da lì è iniziata una nuova storia. Abbiamo varcato quel cancello che tante volte abbiamo immaginato e ci sia-mo trovati su un meraviglioso palcoscenico, attori e spettatori di una vicenda subito percepita come più grandedi noi. Bambini che corrono, occhi spalancati che ci osservano, parole che solo dopo ci sarebbero state familia-ri. I giorni passati a contatto con questa realtà ci hanno reso profondamente diversi. Abbiamo intuito il dram-ma di ognuno di quei bambini, è vero, ma siamo rimasti impotenti di fronte alla loro sfacciata voglia di viveree di ridere nonostante tutto, dal loro enorme bisogno di calore e di attenzione. E da lì è stato un tutt’uno cono-scere la loro storia, imparare i loro nomi e soprannomi, adattarsi alle loro abitudini, semplici. E nello stessotempo trovare i segni del carattere di un intero popolo, con la consapevolezza di quello che ci eravamo semprenascosti, ovvero che il nostro modo di vivere, così scontato, non necessariamente è il migliore e il nostro mon-do non è il migliore dei mondi possibili. E’ vero, la povertà si tocca con mano, e si partecipa di tutte le sue ine-vitabili conseguenze. Ma c’è qualcosa in quelle persone di indefinibile, qualcosa che non ci appartiene, ma cheha molto a che fare con quel paesaggio così ricco ma anche spoglio, con quei ritmi rallentati, con quella sere-nità. Crediamo che sia questo in fondo il senso del legame che ha sempre unito Padre Alceste a questa terra e aquesta gente. Al di là del valore della sua personale “missione”, qualcosa nella grandezza di quello che ha fattoper i bambini (e per noi genitori, non scordiamocelo) ha a che fare con il carattere di queste persone, con laloro disponibilità ad accoglierci e a vivere la nostra esperienza come se fosse ogni volta la prima e l’unica an-che per loro. Le persone che ci hanno aiutato, avevano negli occhi il desiderio di vederci felici e di vedere feli-ce quella che un po’ era anche loro figlia, una bambina in mezzo a tanti, ma con qualcosa di speciale. I giornipassati in Cile sono stati indimenticabili. A volte la stanchezza, il nervosismo, le difficoltà hanno preso il so-pravvento, ma qualcosa in fondo ci diceva che avremmo per sempre rimpianto quei momenti, quelle abitudini,quei luoghi così legati alla nostra bambina e a quello che per noi ha rappresentato. Ora, finito tutto, a casa, inmezzo ai nostri oggetti che ci sono sembrati così indispensabili, alle nostre finte comodità, quando inizia a di-panarsi quel groviglio di emozioni e di sentimenti che abbiamo conservato dentro di noi giorno dopo giorno,una per una scorrono in una inedita galleria mille immagini: tutte quelle facce, una dopo l’altra, aperte da unimmancabile sorriso; il rumore della vita nell’Istituto contrapposto all’irreale silenzio nel periodo estivo;l’irreale atmosfera di Pichidangui, con i volti dei bambini segnati dal sole; quegli alberi altissimi ed irraggiun-gibili; i ritmi quotidiani di una vita diversa.Wendy ci ha voluto subito bene e giorno dopo giorno il suo amore si è rafforzato. Non è stato tutto semplice,non vogliamo raccontare una storia finta. A volte abbiamo avuto anche paura del suo carattere, del suo passatoche prepotentemente tornava alla luce, a sprazzi, nel suo modo di comunicare a volte violento, a volte incom-prensibilmente testardo. Ma sono attimi di fronte ad un tempo che ci ha regalato momenti di puro amore, divera commozione, di pura felicità. Pensare a come quel piccolo essere si sia abbandonato completamente anoi, alla fiducia cieca che ci ha voluto accordare, al desiderio di volerci come genitori, espresso in ogni mo-mento, anche nei più difficili, anche quando sembravamo lontanissimi.Tutto questo per noi è un dono e a volte ci viene un po’ da ridere quando, raccontando la nostra storia, ci fannoi “complimenti” per quello che abbiamo fatto. Dovremmo noi ringraziare la vita per averci fatto vivere questaesperienza.Anzi, per meglio dire, dovremmo ringraziare quel piccolo grande uomo che, con tutti i suoi difetti da uomo, èriuscito a cambiarci, a farci guardare dentro noi stessi, in una parola a renderci felici.

Firenze, aprile 2002Silvano Imbriaci e Caterina Spezzigu

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Anno 1 — Numero 3 Pagina 3

Dopo il mio viaggio in Cile… niente è più come prima. Io sono cambiata, la mia vita anche.Avevo gia conosciuto Padre Pier durante le ricerche per la mia tesi intitolata “La riforma dell’adozione internazionale,L.476/98”.La sua personalità così particolare e interessante mi aveva colpita fin dall’inizio.Ero molto attratta dal suo modo di essere: scontroso, provocatorio… e forse proprio per questo così stimolante.Fino a quel momento avevoconosciuto sempre sacerdoti diplomatici, sempre gentili, controllati, compassati. Oratori, gente che vive di:”parole”.Lui, invece, era lì seduto con la sigaretta in bocca, con i suoi occhi cristallini che ti scrutano fin nel profondo.Uomo di poche parole, ma dimolti fatti.Lo incontrai in agosto a Montelabbate, in provincia di Pesaro a casa di una famiglia che lo ospitava.Non mi parlò di leggi e leggine, ma mi porse un album di foto.Mentre guardavo quelle immagini immortalate di visi di bambini, di occhi scu-ri, di capelli al vento mi disse:”capito?”.Io dovevo avere davvero un’espressione perplessa, non abituata a comunicare in codice come fa lui.Lui dice e non dice.Lascia intendere e poi:”vedi che non hai capito un fico secco dell’adozione?”.Io un po’ stordita, presa in contropiede, gli sorrisi pensando sinceramente che avesse davvero ragione.Io conoscevo la legge, gli articoli, la teoria.Ma l’adozione internazionale non richiede solo competenza agli operatori del diritto, richiede sen-sibilità, umanità e coraggio nel capire quale sia il “superiore interesse del minore”.Richiede avvocati, giudici ecc. che non siano dei “collettibianchi” vissuti sempre nel Paese dei balocchi con le loro vesti inamidate.Perché il procedimento giuridico sia efficiente servono persone motivate e un po’ arrabbiate con la vita che concede ad alcuni tutto, e ad altriniente.È motivato solo chi conosce la realtà in cui i bambini hanno vissuto, che vede con i suoi occhi le ferite inferte dalla carenza di amore maternoe paterno.Per questo, dopo essermi laureata in giurisprudenza il 10/12/2001, un mese dopo ero già a Quinta de Tilcoco. Ho conosciuto delle coppie coni loro splendidi figli in attesa di esplicare la procedura per tornare tutti insieme in Italia. Ho studiato la legge cilena in modo teorico ma hoanche vissuto per qualche giorno con queste famiglie; ho condiviso con loro cene, momenti felici come il compleanno di Jonathan, la passeg-giata al mercato; ma anche le loro ansie nell’attesa del ritorno a casa.Mi sono resa conto di quanto sia delicato ma bellissimo per tutta la famiglia questo periodo di conoscenza, di corteggiamento, di innamora-mento. È un po’ come un fidanzamento concentrato in pochi giorni in cui si ride, ci si abbraccia, ci si bacia……. Poi si piange, ci si allontana,ci si ritrae….., ma poi le barriere si abbattano, le corazze si sciolgono e piano piano si impara ad amarsi nel modo più giusto.Dopo qualche giorno il mio arrivo a Quinta sono partita alla volta di Pichidangui per raggiungere i bambini che li trascorrono le loro vacanzeestive al mare; ero molto emozionata, non vedevo l’ora di vederli.Andai in parrocchia da Padre Pier pronta a partire e Lui: “dai, prendi le chiavi e metti in moto! Partiamo io, tu, José e Giorgio. Tu guidi”.Ho percorso 300 e passa chilometri per le strade del Cile con un caldo che toglieva il respiro, a Santiago il traffico mi faceva impazzire.“E dai! E spingi! E metti la quinta altrimenti arriviamo domani” Padre Pier mi istigava. Durante il tragitto ho visto un tramonto spettacolare ilselvaggio paesaggio cileno e da lontano, l’austera e poderosa catena montuosa della cordigliera delle Ande.Siamo arrivati che era notte fonda.Non dimenticherò mai quella notte.Avevo le braccia stanche dalla tensione impressa sul volante ma ero orgogliosa di me stessa, felice, hoalzato gli occhi al cielo per prendere una boccata d’aria fresca, poco lontano l’ululato dell’Oceano Pacifico… c’era la luna piena, una miriadeinfinita di stelle di un bagliore così intenso! Sentivo cantarmi dentro, sentivo un’armonia, una pace indescrivibile. La mattina dopo mi hasvegliata la luce del giorno, sono uscita dalla mia capanna e sono rimasta a bocca aperta: l’Oceano Pacifico con i suoi colori, le sue onde fra-gorose e la costa sabbiosa con le rocce ivi incastonate. Appena arrivata alla piazzola centrale dell’istituto, mi ha assalita una miriade di bambi-ni, chi mi abbracciava, chi mi parlava con la sua vocina, chi mi accarezzava i capelli, “Tia, Tia Susy!!!”.E’ stata una “ubriacatura” di affetto di emozioni, di vita. E così tutti i giorni.Ora so cos’è il bisogno d’amore, la fame d’affetto, la fisiologicanecessita di appartenere a qualcuno.L’incoscienza aiuta i più piccoli a non sentirsi soli, i più grandi invece hanno piena consapevolezza del loro vuoto affettivo, del loro disperatobisogno di amore, della loro solitudine e ciò li rende speciali, profondamente sensibili, passionali, affettuosissimi.Nel mio viaggi in Cile ho conosciuto persone speciali, meravigliose come Carolina, Enrique, Arturo, Marco e anche Gianni Palombi; il presi-dente dell’associazione “Famiglie pro ICYC”.Non solo è un padre premuroso, un marito dolcissimo, ma è anche un uomo generoso che in modo totalmente volontario e disinteressato sa-crifica il suo tempo libero per amore di Padre Alceste, dell’associazione, dei bambini e delle coppie in attesa.Oltre a questo è un romanoDOC, con il suo tipico umorismo, con la sua allegria. Si è rivelato anche un “impavido” cavallerizzo: insieme ad Arturo siamo andati a vedereun rodeo in un paese vicino (Quaquè!). Gianni ha voluto fare una foto a cavallo di uno dei “destrieri”che avevano appena partecipato al rodeoe che erano ormai usciti dall’arena. L’animale ancora carico di adrenalina, scalpitava, fremeva con le orecchi ritte e la muscolatura tesa avevagià puntato verso l’Argentina. Gianni sbiancato con gli occhi da panico, noi gelati, aspettavamo il botto da un momento all’altro, intorno unsilenzio tombale rimbombava soltanto il rumore degli zoccoli scalpitanti del cavallo, la tribuna dell’arena dimenticò il rodeo e girati versol’esterno, gli spettatori divertiti gridavano: “CUIDADO, CUIDADO” che significa attento, per fortuna le auto parcheggiate hanno bloccato iltentativo di fuga del cavallo…altrimenti ci saremmo giocati il presidente. Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia.Una parentesi spensierata prima di tornare alla realtà dell’istituto in cui c’è tutto ciò di cui hanno bisogno materialmente i bambini ma in cuimanca l’amore familiare.I bambini giocano, fanno competizioni, gare di ballo, di canto ecc. ; vanno in spiaggia, al fiume si divertono tutti insieme. Poi alla sera, dopocena si va tutti alla messa di Padre Pier ed è un momento davvero toccante, emozionante, i bambini uno alla volta, presentano le loro intenzio-ni di preghiera. Pregano per i poveri, per i disperati per chi è solo, per chi non ha nulla. Si proprio loro i bambini dell’istituto. Quelli che san-no che verranno presto in Italia pregano per la loro mamma e per il loro papà e ringraziano Padre Pier per avergli donato una vera famiglia.Io durante la mia prima messa a Pichidangui ho pianto.Niente per me sarà più come prima. Io sono cambiata e la mia vita anche.

Susanna Cudini

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Page 4: Notiziario 2002-05

NUMERI e INDIRIZZISito Internet dell’Associazione www.adozionefamiglieicyc.orgSito Internet di Padre Alceste www.es.geocities.com/icycclE-mail di Padre Alceste [email protected]. di Padre Alceste in Cile (istituto) 0056/72541271Tel. di Padre Alceste in Cile 0056/72541232c/c postale Associazione Famiglie A-dottive Pro I.C.Y.C.

N.ro: 17179045

Notizie FlashParticolari ringraziamenti vanno per le donazioni a Padre Alceste:• alla Banca di Credito Cooperativo di Roma;• ad Andrea Venturini per la consistente personale

donazione.Numero di copie spedite del giornalino: 330.Lodevole atto di bontà da parte dei ragazzi della Scuola “I. Calvi-no” di Roma che hanno raccolto una cospicua somma perl’acquisto di materiale didattico e vestiario per i bimbi dell’Istitutodi Quinta.Eventuali suggerimenti o articoli da pubblicare nel notiziario sipossono inviare alla e-mail: [email protected] dell’Associazione:

24 Giugno: arrivo di Padre Alceste in Italia6 Luglio: Seminario Famiglie e Minori I.C.Y.C. aRoma;30-31/08—01/09 2002: Convegno Nazionalea Prato.

Carissimi tutti,ora che il tempo passato dal tragico evento è così lungo in rapporto alla mancanza e così

breve in rapporto all'eternità, ma sufficiente per darci la certezza e la lucidità di potervi comunicare che ilnostro caro babbo Tonino non è più con noi, sentiamo di potervi parlare.Il 23 ottobre 2001, improvvisamente, con la velocità di un temporale estivo, Alan ed io siamo rimasti ap-parentemente soli.Ci sentiamo di condividere con voi il nostro dolore, perchè sempre è stato forte, per noi, il legame conquesta grande e meravigliosa famiglia di Padre Alceste e famiglia è anche per condividere gioie e dolori.Il nostro babbo, così silenzioso, così discreto, così modesto che non amava mostrarsi, ma che aveva uncuore infinitamente grande.Il nostro babbo, così laborioso, così onesto, così instancabile che non riusciva a trovare un pò di tempoper il suo riposo, ma che difficilmente rifiutava il suo tempo agli altri.Il nostro babbo che ha lasciato tanti segni della sua grandezza e della sua bontà.Il nostro babbo, che amava così tanto il suo caro Cile, da volervi tornare.Il nostro babbo, che era talmente fiero e riconoscente, del grande dono della paternità, che si sentiva irri-verente persino a ringraziare.Il nostro caro babbo, che ci manca tantissimo e che ora ci infonde tanta serenità e l'assoluta certezza diesserci sempre vicino assieme a Gesù.Il nostro caro babbo, che ci ha voluto regalare anche la possibilità di sentirlo vivo in diverse altre perso-ne, attraverso la donazione di tutti i suoi organi, ora ci aiuta a vedere tutto con occhi nuovi.Il disegno di Dio su di noi era indubbiamente diverso dai nostri desideri, seppur umanamente validi, ora ilnostro "Angelo privilegiato" ci sostiene in questo arduo e dolce cammino della vita.Ogni giorno sperimentiamo vera, seppur ancora attraverso molte lacrime, la promessa di Cristo "Vadoma non vi lascerò soli".Vorremmo ringraziare Padre Alceste, per il suo grande cuore e per l'affetto che, come sempre, ci ha di-mostrato.Vorremmo ringraziare tutti Voi di esserci, ed in particolare chi ha avuto la possibilità di essere in qualchemodo presente con noi nel momento così difficile.Un grazie ed un abbraccio fortissimo a chi, anche sostenuti dalla particolare professione, in quei giorni,hanno dato tutto se stessi, prima a Tonino, poi a noi, con quella professionalità, quell'affetto, quella deli-catezza e generosità che solo loro sanno dare e che avvertivamo chiaramente provenire, oltre che dauna grande amicizia, anche da una comunione di sentimenti.

Vi vogliamo bene.Romana e Alan Gamboni(Coriano di Rimini)

Ultim’oraIl Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito a PadreAlceste l’onorificenza diCavaliere nell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.La Cerimonia avrà luogo nel mese di Giugno presso l’Ambasciata Italianain Cile.

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