nothing owed - Poesie e scritti di varia natura

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Poesie e scritti di varia natura

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Daniele Garbarino legge raramente le introduzioni, guarda i film prima di cercare le recensioni e va spesso a dormire tardi. Questa raccolta prende luce da parole sparse in un taccuino, da pensieri notturni, conoscenze e dialoghi e sguardi improbabili. Da fantasia, ricordi, panchine scomode e fotografie. Dalla musica, dal colore del cielo alle 6:53 del mattino, dall'amore. Dalle paure. Da nothing owed, che nasce e muore nel 2009. Resuscita nell'aprile 2011. Continua ad arrancare, oggi.

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Poesie e scritti di varia natura

nothing

owed

D a n i e l e G a r b a r i n o

Poesie e scritti di varia natura

3

D a n i e l e G a r b a r i n o

Contenuti

5 Introduzione

7 • 55 Poesie

57 • 76 Varia natura

Introduzione

5

Daniele Garbarino legge raramente le introduzioni,

guarda i film prima di cercare le recensioni e va

spesso a dormire tardi.

Questa raccolta prende luce da parole sparse in un

taccuino, da pensieri notturni, conoscenze e

dialoghi e sguardi improbabili. Da fantasia, ricordi,

panchine scomode e fotografie.

Dalla musica, dal colore del cielo alle 6:53 del

mattino, dall'amore. Dalle paure.

Da nothing owed, che nasce e muore nel 2009.

Resuscita nell'aprile 2011.

Continua ad arrancare, oggi.

w w w . n o t h i n g o w e d . b l o g s p o t . c o m

Poesie

7

tu sei il verbo

la parola di dio

sei tutti i tuoi discorsi

voragini paure

ed i miei vuoti

sei parte lesa

e giustizia

cerchi il fuoco

e resti polvere

oggi, vorresti

ma non so aprire le mie mani

non voglio

aprire le mie mani.

non hai mai insegnato niente

non ho fatto mai domande

avrei voluto scegliere

meglio

il mio ventre

• madre

8

ancora

nel cuore

io sento

parole

nascoste

di te

parlami

di te

raccontami

avvolgimi

fammi

sentire

di te

ora ascolto

il suono

della vita

che mi hai lasciato

• appendice

9

vedo le rondini in stormo

ballano sui campi

e conto le nuvole

dalla finestra

restando a letto il mattino presto

sono gli ultimi fiori d'estate

quelli ti somigliano

conto i passi

tra me e la tua porta di casa

le parole

del mio libro preferito,

tutte le tue canzoni

e la pioggia che batte

sulle mura di questa casa

ti vedo

attraverso il fumo

dell'ultima boccata

con la cenere che cade nel vento

e volando, brucia.

• cenere

10

il cielo

spaccato, riflesso

a macchie nel terreno

torniamo

a sfumare

come torna la montagna

sulle pianure

ma noi

siamo mani nelle mani

e occhi negli occhi

mentre tutti

ricominceranno ad andare a sud

• Hirundo Rustica

11

come leggi nei film

numerose sigarette dopo

dopo

io aspetto, fuori

guardo le finestre

chi entra chi esce

supero a destra

gli sguardi bassi

io aspetto

studio secondi

non penso

ci vorrebbe,

qualcosa

9.5 Richter

e sommergere tutto

• ospedale

12

ora smettila

smettila di

torturarti

quei capelli sparsi,

brilla

brilla con me

oggi è sempre

come i tuoi occhi quando

mi guardi

l'estremo perfetto disordine

che lasci in me

• mezzo miglio

13

vorrei avere tre taglie in più

per sentire meno

i colpi che mi stai dando

sul volto

dentro, profondo

alimenti questa voragine

e precipito sotto di te,

nella mia caduta

con le tue urla

le tue mani tremanti

sei la gravità ed

io il corpo in discesa.

e non parli ora

e non sono più

niente per te,

ma ancora

corro a nascondermi.

• le Amazzoni

14

sfuma il colore

dagli occhi

macchie d'inchiostro

lungo il corpo, e

che mi capiti di tutto che

io torni a dormire

come ieri come sempre

ma, sono io? o

è solo un'altra estate

che muore?

torna

la nebbia.

• bassa (de)pressione

15

sulla tua testa

crolla il mondo

asma polvere

soffocare,

e tutti parleranno

nuova inquisizione

ed i tuoi soldi buttati

non come

la sua auto nuova

non come

suo figlio che invece.

il condannato

cammina solo

• conforto

16

• quinto cerchio

giustificare

il tuo volto sbiadito

non farà smettere

proprio niente.

paludi scure

colme

di te

e soprattutto, me.

17

• occupazione retribuita

lui

ti

osserva

e vorresti

stringergli la mano

e vorresti

stronzate del genere

ma ci sono 28 gradi

28 cazzo di gradi

pensi e

non parli,

poi smetti di pensare.

sempre il tempo

a fotterci

18

ti trascini

sul bordo della strada

e con gli occhi

mi domandi perché

quelle grida fossero

sempre così lontane.

e come il vento

in autunno, forte

urlo nel tuo cuore

ma mai abbastanza a fondo

• la terza stagione

19

lentamente, la tua

pelle aderisce

al suolo umido

ti guarda e

ti respira

fagli sentire

come ti muovi

fagli vedere

fagli conoscere

come tocchi il cielo.

alba, e

acido lattico.

• acido lattico

20

mentre mi credevo troppo

dimenticavo

come uno stupido

e rovinavo cose.

è un po' un casino

spero ti piaccia quella canzone

ma scusami,

anche io sbaglio

scusa se non pensavo

quando stavi nel fastidio

di quelle parole,

avrei preferito salutarti

come la prima ed

unica volta di noi

con la pioggia e

tanti mobili nuovi

ed inutili.

• il salone del mobile

21

come l'alba ad ogni ora,

ma per come ti muovevi

per come parlavi,

tu parlavi

solo di te.

apparizioni sporadiche

in controluce

solo dopo ho compreso

non ti sarebbe interessato

fossi rimasto cieco.

• cecità

22

il terreno liscio

le braccia

la luce che non basta

e le ombre coprono tutto

coprono me

abbattono cancellano

sento il respiro

il mio il tuo,

nello stesso ritmo

balla la paura e

ride

nell'ansia dell'istante,

ma in fondo camminiamo

restiamo giù

ma camminiamo.

grazie

per avermi aspettato.

• primi dubbi supplementari

23

la voce roca

parla su un arpeggio

di pensieri di colori

parla un po' di te e di

domande, e di cieli.

certe canzoni così

troppo brevi e con

nomi troppo lunghi che

tu tremi, dentro.

invece un po' sono io

che li invidio, anzi

li invidio e basta

ma in fondo anche piangere

fa perdere peso, mi dico

• perdere peso

24

si sta sull'asfalto

di sabato pomeriggio e

canticchio canzoni francesi,

mentre ci sediamo

affondo nel fumo e

nei trentacinque gradi

di quel mare nero

che lei non sopporta proprio.

• asfalto

25

non aveva il vento

nei capelli

come l'ultima volta, lei

sapeva di fingere

ma si obbligava, continuare

a qualunque costo

anche a costo di sé stessa

bruciandosi ancora la gola

e rimanendo a guardare il vuoto,

si accascia e non capisce

non vuole

immagino sia per via della madre,

ma lui l'amava ancora

e la riaccompagnò a casa.

• le tue scarpe nel Danubio

26

mi domandavo se stessi comoda

seduta com'eri

io leggevo le tue parole

ed avevi la luce tra le mani,

parole semplici qualcosa di piccolo

grandi come le lacrime

in discesa sul mio viso.

mi asciugo su di te,

questo è il regalo migliore e

non si piange sempre per tristezza

• il compleanno

27

nulla ti ferma

mentre continui perpetua

a divorare cenere,

salti da un respiro all'altro

cresce la temperatura

e il fumo denso

dalla tua bocca

sulle tue labbra

tra i tuoi capelli

ma non c'è tempo, e

in effetti non ne hai mai avuto

(almeno) per me.

• divoratrice

28

rintanati lì sotto un

cumulo di macerie detriti

rotoliamo sui corpi ardenti

un colpo in testa e

collasso mi dimentico

di tutto, periodi secondi

poi mi tiro su mi reggo

la grancassa vibra, tuona

ma torno mi arrampico su

ma ci sono dentro. non cedo

davanti, succede tutto

e spingo scalcio e urlo

la bocca spalancata

un microfono

e quelle parole

il sale sul viso

e la pioggia nei capelli.

lei ha piccole mani graziose

e la voce degli uragani,

mi scrive dentro

• if not me

"se non da me stesso

da chi dovrei dipendere?"

29

ti vedo tra la gente

corro, abbraccio

i tuoi occhi coi miei

poi ancora divisi

da braccia sudore inchiostri

e la pelle degli altri.

ti stringo a me

in una mano hai un bicchiere di vino

di terza categoria, ridi parli

i tuoi capelli gli ultimi tre giorni

mentre sottovoce ti

dico che sei bellissima

contro i difetti che non hai,

tu barcolli

ed io ti amo.

è bello dirti

per la prima volta

ci vediamo domani.

• sottovoce

30

• complicato

ho cercato di scriverti

una poesia ma

quando penso a te

sei sempre troppe cose

troppe parole pensieri

quando penso a te

non ho proprio nulla.

è complicato descrivere

le cose meravigliose.

31

non la ascoltai però

mi divertii lo stesso,

correre

tra le auto ferme in coda

bussare ai campanelli e

scappare e correre ridere

insieme, ridere ancora.

come quando sotto le coperte

guardavamo il tuo film

preferito, come quella volta

in cui mi ammalai di sabato

• influenza

32

cammino guardandomi le scarpe

ma loro non ci pensano

non sanno

dei sassi lanciati dei

fuochi nelle vie

continuano a non sapere

e recitano bene. qui

non ci metteremo in riga,

comunque vada.

• shoegazing

33

Nonostante i sogni

tu resti,

unità base di

un sistema

devoto al tracollo.

• Atomi

34

se ne vanno

dietro mezzi sorrisi

l'imbarazzo

le parole appiattite

in fondo alla gola

cercando un gesto un cenno

assenso, dissenso

ma chiusure ermetiche

in verità

veli sul nulla.

ma è così difficile

dire grazie?

• bus stop

35

oggi ho

comprato il francobollo

per la lettera

che ti sto

scrivendo da giorni. poi

cancello

tutto

straccio brucio. mi fermo.

scrivo il

tuo nome su

carta da pacchi,

mi chiedo se

ti piacerà

il modo in cui ho scritto

ti amo.

• carta da pacchi

36

lasciami andare mentre

mi tieni qui

galleggiare più sotto che sopra,

il tempo per respirare

l'hai inghiottito

nel nostro intero tragitto dicevi, promettevi

conoscere

strada e svolte e vie

ma poi cosa poi

i tuoi dubbi tu

corrodimi l'anima e non mento

corrodimi dentro quando

i tuoi occhi si abbassavano

sulle vetrine a leggere

di te

articolo migliore dell'ambizione

incanalata in persone, file intere

regali da discount

saldi di fine stagione, richieste

e richiesta.

• la casa degli specchi

37

in fondo solo l'ultimo

ad entrarti dentro.

la casa degli specchi

stanze in denuncia silenziosa

di quei colori

che piacevano tanto a te

38

ieri notte

ci siamo distrutti

le urla il mucchio

cadere rialzarsi.

barricate

di solo rumore e

le mani

di Al Pacino.

è tardi

ho fame, apro

il frigo ma è vuoto

è finito tutto.

è finito tutto

e anche male

• Al Pacino

39

danno

un film francese

un po' brutto. mi

fischiano le orecchie

e dirti che ti amo

non è facile

come credevo, ma

lo sai

• dormo sul divano

40

vorrei dei

polmoni più grandi per avere

più parole da dirti.

mi guardi

le mani, le labbra rosse

d'un fiato

di te

• polmoni

41

non capendo

che voci seguire,

seppur certe urla inaspettate

e certe svolte

ad occhi chiusi.

tra tutte queste persone

perché dovrei ballare

proprio con te?

• ballando

42

ti amerò

dello stesso amore

che unisce

il sale al mare.

• sale

43

si, è

come l'ultima volta.

quel giorno

incubi mani fredde

concentrazione lenta

giudicati e sotto accusa

cerca di non pensarci

inspiro. espiro.

ti sento

ancora

la polvere, disintegrata

sotto le tue scarpe

quel sole calava

in salita.

ma farà caldo e tu sorriderai

ma muoio dentro sempre

una volta di più

• partenze

44

• mancanze

se capirai se

riuscirai a seguirmi

guarda

ho le mani che tremano

lettere firmate male

lasciate sotto una porta

ti abbracciavo

lavavi di lacrime le scale

finestre e polvere

ore notturne

parole frasi pensieri tu

ma oggi spinge tutto

spinge tutto via

gallerie al neon

monocorsia

e vetrate scure senza più

il tuo sorriso

nel riflesso del mio sguardo

45

vedendo solo il suo viso

stupito

prima di voltarmi

ed andarmene

via

inghiottito dalle gallerie

metropolitane nelle viscere

di praga.

• praga

46

siamo l'inizio

di una fine ma non finiremo.

buttarsi a polmoni pieni

le braccia alzate,

onde

su un mare d'oceano

controcorrente.

cavi e microfoni rotti

sentiamo il sudore bruciare negli occhi

stringiamo idee da mezzo minuto

siamo la rabbia a pugni chiusi.

ammassati insieme, grida e cuori

per stanze troppo strette

e velocità velocità ancora di più

col sangue sulle ginocchia

le labbra spaccate e la

pelle strappata

siamo le schiene curve

siamo la vita che brucia.

• ossa

47

stringendoci

pestandoci i piedi ridendo

ossa sopra ossa

rovineremo insieme su noi stessi,

voci fuori campo del blackout.

siamo questo, e

non cambieremo mai.

noi siamo la tempesta.

[dedicato a tutto ciò in cui oggi credo, per tutte le persone che hanno

imparato cosa significa hardcore, sentendone addosso i lividi, per gli

abbracci di amicizie nate sotto un palco, per i compagni che credono

ancora nella musica come unione, mezzo, sfogo, vita]

48

Il trucco sbavato

dopo l'estate dell'amore.

Il sale sul tuo viso

ed i tramonti riflessi nei tuoi occhi.

Sei più bella di sempre.

• Onde

49

il telefono suona

e ancora scuse ancora anche stavolta.

cerco incidenti

per dar le colpe agli altri

colpe,

non ne hai mai avute.

dico che non mi interessa

ma mi dici sempre di non mentirti

in fondo non ho mai imparato

a farlo.

la strada, gonfia,

siamo in mille per te

una settimana di ritardi in tutto.

arrivo

un bicchiere vuoto

la sala è vuota

solo un uomo al tavolo n.5

guardo

il bicchiere

• stupidi quattordicenni smettetela di leggere

Bukowski

50

la sala

l'uomo,

mi rattristo e mi siedo e mi bevo

e penso che non dovrò scusarmi domani.

51

le intere settimane senza parlare

riprovarci all'improvviso

come il fischio del vento nelle vecchie serrature

ma io parlo una lingua diversa

tu ascolti le parole sbagliate.

prendi i piatti e li lasci cadere

ragnatele di ceramica doc esplodono ai tuoi piedi

e tu indossi le mie vecchie scarpe.

sono le quattro del mattino la signora del

piano di sotto

non sarà felice di noi

non sarà felice per noi.

• ceramica doc

52

mentre scivoli via veloce

sotto la luce dei lampioni d'inverno

la nebbia e l'acqua al collo

nebbia e alta marea

lo stradone scuro immenso grigio

schiaccia il respiro come

la sciarpa nera

che copre il tuo viso.

tutto il tuo viso.

preferirei essermi svegliato male

stamattina fa freddo, più di ieri.

• specchietto retrovisore

53

"potrem(mo) guardarci negli occhi

e tenerci per mano

al calare del sole

sul cavalcavia dell'autostrada

potrem(mo) conoscerci e amarci

sorriderci

odiarci

lasciarci

scriverci

innamorarci

guardarci

ballarci

toccarci

cantarci

baciarci

scoparci

rubarci

dimenticarci.

• Potrem(mo)

54

dimenticando i nostri nomi

dopo esserci presentati

restar per ore seduti

all'ombra degli alberi sulla collina

cercando di graffiare

le nuvole con le unghie

contando i capelli

che il vento ci muove

scambiarci i vestiti

ridendo l'uno dell'altra

giurando di non guardare mentendo

mentre ci stiamo spogliando

raccontare storie

episodi di vita

descriverci mostri

immaginandoci eroi

chiederci abbracciati in quale

giorno della settimana siamo nati

e invece no!

e invece no!

e invece no!

55

e invece no!

e invece no!

e invece no!

e invece no!

E INVECE NO!

Varia natura

57

• il suicidio degli insetti contro le auto in corsa

le masse di quelli

aspiranti alla morte

se ne trovano a numeri

dei più grandi massacri

molti ancora verranno

molti già trapassati

così si convincono continuamente

chi più veloce

chi lentamente

siamo noi tutti un po' colpevoli

noi, che continuiamo a tacere

sapere delle stragi

e dire di non vedere

quale dottrina essi seguano

quale, l'idea che scelgano

l'arma della disperazione

guida per gli smarriti

tanto fredda da sembrar calore

si continuerà a non capire

di queste morti in fondo

58

così vicine

ad ora tarda fermarsi per guardare

quando piangendo il naufragio

avran già deciso d'andare.

59

i bambini giocano con maschere a gas nei prati di

nuova concezione. i messia passati, vendutisi,

proclamavano tempi migliori. il sultano

smise anni fa di regalare gioia al popolo.

stronzate idiota, solo stronzate.

non puoi vivere così, non possiamo vivere così.

i nuovi totem vengono innalzati a gloria

dell'incertezza, le generazioni future non sapranno

perché adoreranno il loro eroe migliore.

profeti in scatola adatti ad ogni personale

necessità, di ogni misura e colorazione,

sciolgono le pastiglie dell'amata eroina nelle

menti delle genti in adorazione.

il funereo corteo sventolava stendardi di potere e

di niente, le cerimonie sacrificali si svolgono

in 14 pollici di grandezza.

gli ultimi romantici pregano un dio in cui mai

hanno creduto, regalatogli dal baratro

in cui cadono.

• dipendenze

60

the fog inside me

like a cement wall

eat my embraces

in this prison

in this cold, tight cell

i hit the floor

silent open mouth

"why" i write scratchin' my face

i'm burning

• random powerviolence

61

another night without sleep

i'm drowning in shit

the doubts, the questions

the gray rain in me

the lost good intentions

all i tried to be

but in the end

it's nothing

like ever

but in truth i say

i'm nothing

like ever

• random powerviolence II

62

ma che cazzo ci fai tu lì/ certe parole non fanno

per te/ perché mi dici che non capisci/ io non

capisco il perché di quel tempo perso/ certo sei

ostinata/ si è il mondo ad essere in ritardo/ si

sono gli altri a non saper distinguere il rosso dal

nero/ l'anno prossimo ti regalerò uno specchio/

tu svuota l'armadietto del bagno/ io mi vomito

sulle scarpe quel che restava di te

• svuotare

63

me ne stavo lì a guardarti partire/ solo un'ora

ancora, solo un'ora ancora/ le tue valige così

pesanti affondano nel suolo/ sono piene di me e

tu lo sai/ tu lo sai e l'hai sempre saputo ma sei

brava a fingere/ inciampo nelle parole che ho da

dirti ma/ sta piovendo su di me e tu sei un fiume/

mi argini/ preferendo essere travolti piuttosto

che sfiorati/ mi accarezzi il viso e non mi guardi/

cosa significano i tuoi occhi ora?

• bagagli

64

cosa avresti detto ora?/ pesavi le parole

mordendoti le labbra/ quei tuoi denti perfetti

ancora nella mia pelle/ ti sei seduta mi hai detto/

ti prego lasciami un po' qui/ TI PREGO

LASCIAMI UN PO' QUI/ ti raggiungo dopo/ io

inciampo cado/ vedo libri uguali pagine vuote

armadi letti cucine/ gente si ammassa intorno/ e

tu rimani lì/ come oggetti di design/

• design

65

ma in fondo che ne sai, in fondo tu che ne sai

potrebbe essere oggi come potrebbe non essere

mai. mi continui a chiedere domandare

esasperare di domande a cui non so rispondere,

l'ora la sveglia la cena e tu che parli tu che urli mi

sento svenire come l'ansia di un corridoio

d'ospedale, come l'odore che c'è in ospedale.

dimentico cose ne ricordo di inutili in unione tra

me e contro di me, con le ossa rattrappite da

giorni mi frani addosso e non ho il tempo di

ricominciare a respirare come un'onda contro il

mare come l'onda contro l'uomo. mi cerco e mi

cerco di spiegare fraintendi e non capisco se

volontariamente poi ridi e cristo, ridi, mentre mi

giro dall'altra parte non sentendomi chiamare,

capelli in disordine, vestiti sformati occhiaie grige

mi chiedo perché ti chiedo come cosa, poi mi

sveglio e la faccia e lo specchio scheggiato e tu ed

io, ma ero già solo da ore. bicchieri scuri e

macchie sul pavimento, non avrei dovuto

mangiare pesante.

• capelli in disordine

66

ho bisogno di aprire le mie vene devo bere

lasciarmi andare in questo fiume che mi scorre

contro farmi portare via, ora! sento premere in

petto l'inutile bisogno di dettagli definiti ma ora

voglio solo nebbia e caos dentro e fuori me dentro

e fuori i miei occhi, solite parole le stesse

identiche parole ogni cazzo di volta mi vorrei

vedere morto lungo un marciapiede assiderato

nel pieno di questo inverno senza fine ti guardo e

grido nocche rotte lividi schiene piegate passi

lenti mentre tengo il conto alla rovescia della mia

caduta rovina distruzione particella per particella

NO! vortice stridio rumore apro la mente

immersa sott'acqua e mi lascio annegare. respiro.

• dettagli

67

cerco di muovermi a tempo ma non riesco la musica è

strana pesante, il ritmo che vola la testa che scoppia.

come nei film inquadratura bassa sulle gambe guarda

come si muove guarda quei passi, come nei film

inquadratura sugli occhi i miei occhi gonfi lucidi una

o due lacrime che scendono ho lo sguardo offuscato

doppio cerco di mettere a fuoco lo schermo del

telefono ma sono una due tre quattro esondazioni, ma

è la pioggia in primavera a far appassire il cuore.

leggo forse leggo ancora e mi dici no mi dici non va

mi dici non lo so io sento lo stomaco cadere sotto i

piedi sto camminando e non posso fermarmi e ci passo

sopra, ingoio saliva che non ho bocca asciutta e

movimenti lenti mi guardo allo specchio vorrei ci

fosse un altro, vorrei non fossi io. non capisco ancora

non sento bene mi chiamano e non rispondo cerco te

cerco di raggiungerti con le mie gambe ho mangiato la

strada, con le mie gambe sto sentendo la sabbia

arrivarmi al ginocchio nuoto respiro a fatica pastiglie

d'ossigeno per sprofondare fino ai capelli. non

lasciarmi qui. fermati aspettami parliamo eppure ti

• esondazioni

68

vedo lontana ti vorrei vicina e continua a fare più

caldo il sole mi brucia le spalle mentre aspetto ci

provo, almeno ci provo per la troppa paura di non

farlo. paura di perderti prima di averti trovata. quando

il ritmo non cambia quando tu eri il mio ritmo mentre

cambi frequenza io giro la manopola come un pazzo la

verità in fm la mia paura immensa in am. mi guardo

mi domando se è vero. sparami ora se deve esser così

ma sarai un colpo bellissimo sei un colpo bellissimo,

chiedo pietà mi inginocchio l'acqua sul capo e la

pioggia nel cuore in primavera. credimi. 'lady hear me

tonight'.

69

Passava i minuti contandoli attraverso le boccate

di nicotina ed ascoltando scorrere l'acqua della

fontana. Aveva paura. Credeva di dover aspettare

in eterno. Sentiva il peso delle gocce cadere al

suolo, attraverso le crepe nella vecchia pietra,

come su di se, a scavargli il cranio. Si era

guardato intorno più d'una volta, ed intorno non

c'era niente. Mura incolore, volti senza

espressione. All'inizio aveva sperato, davvero, di

vederla. Fermarsi in mezzo alla strada bloccando

le decine di auto, cristallizzando l'acqua,

addormentando il mondo intero, ogni piccola

anima sopra e sotto la terra, per poterla stringere.

Raccontarle del suo viso. Parlarle dei suoi occhi.

Lo sperò, con tutto sé stesso, ma lei non venne e

tutto, con la velocità produttiva della morte sulla

vita, continuò a correre, senza meta, lasciandolo

seduto a guardare le foglie cadute intorno a lui.

• Un'attesa

70

Ho un nodo allo stomaco non è perché sto male

ma non lo so è lì non sale non scende. Parlo

ascolto penso ragiono mi muovo valuto gente i

volti le fotografie il bianco e nero o a colori?

Polaroid non l'ho mai avuta cioè ce l'ho ma è

rotta e non l'ho mai usata i vecchi cimeli sono i

soprammobili delle nostre case un po' come certi

parenti diventati quadri viventi poco più reali

delle immagini nella televisione che li assorbe

giorno per giorno mentre aspettano più o meno

consciamente di andar via via autostrada notte

pioggia certa musica soffusa che rischi di

addormentarti ma poi rimani sveglio e non dormi

tutta notte. Fai una sosta. Hai dormito? Ci

vediamo domani. Riparti cambi senso di marcia

tutto cambia senso di marcia Koyaanisqatsi

veloce veloce come le inquadrature di te lungo il

cemento del porto sotto le stelle in foto sfocate

sottoesposte sovraesposte esposte di fronte al

giudizio di nessuno opere contemporanee della

• Koyaanisqatsi

71

grandiosa maestosità artistica nel più totale

nulla della vita dell'uomo. Rispondi. Ti prego

rispondi. Ti prego. Risali tutto scorre filosofia

greca le luci che scappano tu da chi da cosa da

dove scappi? Le voci le facce i corpi i movimenti il

colore di quegli occhi cristo che colore avevano

quegli occhi fermarla forse ma no in fondo no

nella vita devi rischiare ma che sia per cose serie

e la scuola il lavoro la dottrina di cui hai già letto

ho già sentito abbiamo già intuito mentre copio

me stesso. Tic nervosi. Gambe instabili. Ho

ancora lividi di te riflessi nell'acqua rimasta sui

vetri di questa scatola.

72

Il pullman delle 19:20 è semivuoto e non è ancora

uscito dalla città. Alla quarta fermata sale una

signora bionda sulla cinquantina. È con

un'amica, ha un grande sorriso e l'aria est

europea. Da giovane deve essere stata bellissima.

Avessi trent'anni di più glielo direi, quant'è bella.

Bellissima. Parla con l'amica in polacco, almeno

mi pare sia polacco, per quelle poche volte che

l'ho ascoltato. Occhiali rossi stile '80 sui lunghi

capelli raccolti in una coda. Hanno il colore

dell'oro e dell'argento. Camicetta, jeans,

mocassini. Ha una borsa di tela. A pois. Quelle

persone che vedi e danno il buon umore, con cui

parleresti, che sai ti ascolterebbero per quanto

noioso tu possa essere. Vorrei conoscerla e

sentire le tante storie che avrà accumulato in

mezza vita, vorrei abbracciarla e dirle che le

voglio bene. Vorrei essere più grande e sposarla.

Vorrei essere più piccolo ed essere suo nipote.

Vorrei fosse mia madre. Si alza e saluta l'amica.

• Bus stop

73

Scende. Io torno a guardare fuori il cielo coperto

di nuvole ed il pullman riparte.

74

è l'aria della sera ad essere fredda. giornata senza

sole ed il primo acquazzone primaverile è durato

otto minuti. otto. sempre tanta scena per niente.

io ho freddo mi tremano le spalle mi fanno male

le ginocchia, esco con pantaloncini e cappuccio e

burial. nuvole di fumo, tabacco rimasto in tasca

troppo tempo. respiro male con l'addome tirato

ma vedo la seconda lucciola dell'anno, otto

centimetri sopra l'erba alta.

• moth

75

c'è sempre meno luce nella stanza mentre

tramonti dietro un francobollo. mi domandavo

spesso come riuscissi ad essere te, dicevi quelle

cose e credevo tu mi scambiassi per qualcuno di

migliore. lo stomaco sottosopra ed un nodo in

gola, ho perso il sole ed i pensieri con scritto il

tuo nome ma è ora chiudere le finestre o l'inverno

entrerà senza bussare.

• serratura

76

C'è una soffitta ed in mezzo alla soffitta, in terra,

c'è una sfera di metallo opaco. Quando era nuova,

bella lucida e pulita, ti ci potevi specchiare e

vedertici deformato, sulla sfera. Una faccia, una

mano grande come una stanza. Da bambino mi

domandavo perché quando si rompesse uno

specchio tutti sarebbero dovuti cadere in preda

ad anni di sfortune, ma poi prendevo le mie

biglie, belle lucide, e pulite, da specchiartici

sopra, e le buttavo giù dal balcone, sapendo che

tanto loro non si sarebbero rotte.

• La gente alta

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