Note essenziali sull’Empirismo · Rivoluzione scientifica e l’Illuminismo. ‐ Trova in queste...

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Note essenziali sull’Empirismo TRE «PROTAGONISTI» JOHN LOCKE (1632 – 1704) G B (1685 1753) GEORGE BERKELEY (1685 1753) DAVID HUME (1711 1776) Si fonda sulla tradizione inglese (Ruggero Bacone, Guglielmo di Ockham,Francesco Bacone) Bacone). Ha come componenti di fondo la Rivoluzione scientifica e lIlluminismo Rivoluzione scientifica e l Illuminismo . Trova in queste parole il suo principio fondante: nihil est in intellectu quod fondante: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu (“niente è nell'intelletto che prima non sia stato nei sensi”).

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Note essenziali sull’Empirismo

TRE «PROTAGONISTI»

JOHN LOCKE (1632 – 1704)G B (1685 1753)GEORGE BERKELEY (1685 ‐ 1753)DAVID HUME (1711 ‐ 1776) ‐ Si fonda sulla tradizione inglese (Ruggero

Bacone, Guglielmo di Ockham,FrancescoBacone)Bacone).

‐ Ha come componenti di fondo laRivoluzione scientifica e l’IlluminismoRivoluzione scientifica e l Illuminismo.

‐ Trova in queste parole il suo principiofondante: nihil est in intellectu quodfondante: nihil est in intellectu quodprius non fuerit in sensu (“niente ènell'intelletto che prima non sia stato neisensi”).)

Note essenziali sull’Empirismo

LA RAGIONE

Anche per gli empiristi la ragione, non L’ESPERIENZA

potrebbe essere altrimenti, è un riferimento fondamentale. Essa, però, è vista come uno “strumento” in più

Essa va intesa come:

1. Fonte e origine di ogni processosensi limitato dall’esperienza. conoscitivo.

2. Criterio di verità, ovvero strumento diifi i d ll i l b d llverificazione delle tesi elaborate dalla

ragione.

Insomma in termini enerali o addiritt raInsomma: in termini generali, o addiritturagenerici, possiamo dire che gli empiristisono un poco “meno fiduciosi” deirazionalistirazionalisti.

Note essenziali sull’Empirismo

CONTRO LA METAFISICA

Il richiamo costante all’esperienza fa sì che l’empirismo, in antitesi al razionalismo, tenda ad assumere un atteggiamento limitativo o critico nei confronti delle possibilità conoscitiveconfronti delle possibilità conoscitive dell’uomo e, per questo motivo, a seguire un indirizzo antimetafisico, 

t tt tt i Hpresente soprattutto in Hume. 

David Hume1711 1776

VITA

1711 - 1776

1. Nasce a Edimburgo.

di di i i d d OPERE PRINCIPALI2. Compie studi di giurisprudenza e, dopoun fiacco tentativo di esercitare laprofessione di avvocato, stabilisce un

i i di it

OPERE PRINCIPALI

1. Trattato sulla natura umana2 Saggi morali e politicipreciso piano di vita:

“Risolsi di supplire alla mia fortunascarsa con una rigida frugalità, dimantenere intatta la mia libertà e di

2. Saggi morali e politici3. Ricerche sull’intelletto umano4. Ricerche sui principi della morale

mantenere intatta la mia libertà e diconsiderare come trascurabile ogni cosaall’infuori dell’applicazione del mioingegno alle lettere”ingegno alle lettere .

3. Ormai ricco grazie alla fama delle sueopere, muore nel 1776 nella nativaopere, muore nel 1776 nella nativaEdimburgo.

David Hume1711 - 17761711 1776

“L’UNICA SCIENZA”

Esiste una sola “vera” scienza per l’ ll h d d

SENTIMENTO

Contro il razionalismo: l’uomo è piùl’uomo, quella che si occupa di studiare la natura umanamedesima.

P hé?

Contro il razionalismo: l uomo è più sentimento che ragione.

La stessa ragione è in effetti una sortaPerché? 

Anche la più astratta e “impersonale” d ll i lt è h d tt

La stessa ragione è, in effetti, una sorta di istinto animale.

Le nostre “verità”, quindi, ben lungi delle scienze, altro non è che prodotto dell’uomo e della sua natura!

Dunque è dalla conoscenza della

, q , gdall’essere oggettive e incrollabili, saldamente basate sulla natura delle cose, sono invece soggettive, ovvero Dunque è dalla conoscenza della 

natura dell’uomo che bisogna partire:tutto trova lì il proprio cominciamento.

ggcostruite dall’uomo per l’uomo, dettate da istinto e abitudine.

David Hume1711 - 17761711 1776

PERCHÉ FARE FILOSOFIA?

In una significativa nota biografica presente nel Trattato sullaIn una significativa nota biografica presente nel Trattato sulla natura umana, Hume domanda a se stesso il perché egli debba dedicare tempo e grandi sforzi nella considerazione di queste tematiche, così difficili, quando la vita pratica, di tutti i giorni, non ne viene minimamente influenzata nel suo fluire...

Insomma: perché occuparsi di filosofia?

P hé i d H i d i ifi i “Perché, risponde Hume in modo estremamente significativo, “non posso farne a meno”.

David Hume1711 - 1776

A

1711 1776

ANCORA SENTIMENTO

“Questi sentimenti nascono naturalmente nella mia presente Quest se t e t asco o atu a e te e a a p ese tedisposizione; e se cercassi di bandirli e applicarmi ad altri affari o distrazioni, io sento che ci perderei in fatto di piacere. Questa è l’origine d ll i fil fi ”della mia filosofia.”

Questa è l’origine della Filosofia, di tutto il pensiero umano: un istinto g pinsopprimibile.

Ecco che paradossalmente la ragione umana che illumina il camminoEcco che, paradossalmente, la ragione umana che illumina il cammino contro credenze superstiziose, di natura sentimentale e istintuale, altro non è, a sua volta, che sentimento e istinto.

David Hume1711 - 1776

CRITICA DISSOLVENTE

1711 1776

CRITICA DISSOLVENTE

L’Illuminismo, come sappiamo, ha sottoposto l’intera storia umana al l iti di t tti d ll ilume critico e distruttivo della ragione.

Hume applica alla ragione stessa questa fredda analisi critica.Ne emerge che:Ne emerge che:

1. I due concetti metafisici fondamentali, quello di sostanza e quello di causa, sono tutt’altro che solidi.

2. Etica e politica vanno ricondotte a esigenze umane e non impostate su fantomatiche basi metafisiche.

3. Per l’uomo, è possibile conseguire effettive certezze solo nel campo “della quantità e del numero.”

David Hume1711 - 1776

CRITICA DISSOLVENTE

1711 1776

“ Se ci viene alle mani qualche volume, per esempio, di teologia o di metafisica scolastica domandiamoci: contiene qualche ragionamentometafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento astratto sulle quantità o sui numeri? No. Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No. E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie e inganni ”

(Ricerche sull’intelletto umano, conclusione).

Questa veemenza critica, però, non prescinde da un elemento essenziale: pur con tutti i suoi limiti, la ragione è l’unica guida e nostra disposizione.

David Hume1711 - 1776

IMPRESSIONI

1711 1776

GNOSEOLOGIAIMPRESSIONI

Le percezioni che penetrano con maggior forza ed evidenza nella nostra coscienza vengono chiamate da Hume impressioni. 

S t tti i d ti i li l i iSono tutti i dati sensoriali, le passioni e le emozioni, nell’attimo presente in cui vediamo o sentiamo, amiamo o odiamo desideriamo o vogliamo

IDEE O PENSIERI

Le immagini delle impressioni, che la nostra mente ritiene sotto forma diodiamo, desideriamo o vogliamo. nostra mente ritiene sotto forma di ricordi, sono quelle che Hume chiama idee o pensieri.

David Hume1711 - 1776

LEGAME FRA IMPRESSIONI E IDEE

1711 1776GNOSEOLOGIA

LEGAME FRA IMPRESSIONI E IDEE

Ogni idea deriva dalla corrispondente impressione. 

Non esistono, dunque, idee o pensieri di cui non si sia avuta 

LIBERTÀ LIMITATA

La libertà del pensiero dell’uomo trovaprecedentemente l’impressione sensibile.

La libertà del pensiero dell uomo trova limite in questo principio: 

L’uomo può si collegare idee diverseL uomo può si collegare idee diverse fra loro nei modi più vari, ma non potrà mai avere una sola idea che non derivi dalle impressioni, cioè da underivi dalle impressioni, cioè da un qualche tipo di esperienza.

David Hume1711 - 1776

SOLO IMPRESSIONI E IDEE

1711 1776GNOSEOLOGIA

SOLO IMPRESSIONI E IDEE

Per descrivere e spiegare la realtà del mondo e dell’io, l’uomo non ha a  TUTTO È PARTICOLARE, SINGOLAREdisposizione se non le impressioni, le idee e i loro rapporti. Tutto ciò che certamente e 

indubitabilmente esiste sono le nostre impressioni e le idee che da questeimpressioni e le idee che da queste derivano.Sia le une che le altre sono radicalmente individualiradicalmente individuali.

Tutti i nostri concetti astratti e, dunque, universali derivano dall’abitudine diuniversali derivano dall abitudine di designare con un solo nome cose che si somigliano.

David Hume1711 - 17761711 1776

COME SI COLLEGANO LE IDEE FRA LORO?

1. SOMIGLIANZA

FONDAZIONE DELLE SCIENZE PURE

La relazione di somiglianza, quando viene riferita a semplici idee e non a

2. CONTIGUITÀ(nel tempo e nello spazio)

viene riferita a semplici idee e non a cose reali, possiede la massima esattezza possibile e costituisce il dominio della scienza

3. CAUSALITÀdominio della scienza. Su di essa sono fondate la geometria, l’algebra e l’aritmetica, i cui oggetti sono idee che non aspirano ad alcuna

“Anche se non esistesse in natura neppure un triangolo le verità

sono idee che non aspirano ad alcuna realtà di fatto. Le proposizioni di queste scienze si possono scoprire con il solo pensiero e neppure un triangolo, le verità 

dimostrate da Euclide conserverebbero sempre la loro certezza e la loro evidenza”

p p pnon è possibile negarle perché ciò implica contraddizione.

certezza e la loro evidenza

David Hume1711 - 1776

IL MONDO REALE

1711 1776

IL MONDO REALE

Hume contrappone alle proposizioni matematiche, il cui contrario non è ,possibile, le proposizioni che concernono l’esistenza il cui contrario è sempre possibile “perché ogni cosa che è, può non essere”.

Questa distinzione è, naturalmente, assai simile a quella che Leibniz propone fra “verità di ragione” e “verità di 

fatto”.

David Hume1711 - 17761711 1776

IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA

Il contrario di un qualunque dato di fatto è sempreibilpossibile.

“Il sole domani non si leverà” è una proposizione non meno intelligibile né più contraddittoria de “il sole domani si leverà”leverà . 

Sappiamo benissimo che anche domani il Sole sorgerà 

all’orizzonte... Eppure non è possibile darne 

dimostrazione.

David Hume1711 - 1776

IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA

1711 1776

Approfondiamo.Ogni verità di fatto si basa sulla relazione di causalità. Tale relazione però non è conoscibile a priori ovvero per via direlazione, però, non è conoscibile a priori, ovvero per via di puro ragionamento, ma solo tramite una qualche concreta esperienza. 

“Adamo non avrebbe mai potuto inferire dalla fluidità e trasparenza dell’acqua che essa poteva soffocarlo o dalla luce e dal calore del fuoco che esso poteva 

consumarlo. Nessun soggetto scopre mai, per mezzo delle qualità di un oggetto checonsumarlo. Nessun soggetto scopre mai, per mezzo delle qualità di un oggetto che appaiono ai sensi, le cause che lo producono o gli effetti che sorgeranno da esso; né può la nostra ragione, senza l’aiuto dell’esperienza, effettuare alcuna induzione che 

concerna realtà o fatti”.f

Questo vuol dire che la connessione fra causa ed effetto, anche dopo che è stata scoperta per , p p pesperienza, rimane “arbitraria” e priva di qualsiasi necessità oggettiva.

David Hume1711 - 1776

IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA

1711 1776

Questo è vero per un ovvio motivo: l’esperienza, qualunque esperienza, riguarda solo e solamente il passato.

Possiamo ripetere mille volte il medesimo esperimento e ottenere sempre il medesimo risultato... Questo non garantisce, non dimostra che al tentativo 

i d à l !successivo accadrà ancora lo stesso!

L’esperienza, per quanto lungamente confermata, riguardaLesperienza, per quanto lungamente confermata, riguarda sempre il passato, mai il futuro. Tutto ciò che essa ci dice è che da cause simili ci aspettiamo effetti simili. Ma appunto questa attesa non è giustificata dall’esperienza: essa è q g ppiuttosto il suo presupposto!

L ità è i di t tti t i i i iLa sua necessità è quindi puramente soggettiva e va cercata in un principio della natura umana. Questo principio è l’abitudine, o costume.

David Hume1711 - 17761711 1776

IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA

Quando abbiamo visto più volte congiunti due fatti o due oggetti, ad esempio la fiamma e il calore, il peso e la solidità, siamo portati dall’abitudine ad aspettarci l’uno quando l’altra si mostra.

L’abitudine, esattamente come l’istinto degli animali, è una guida infallibile per la pratica della vita, ma non è né può 

i i i di i ifi i i l fil fiessere un principio di giustificazione razionale o filosofico. Un principio di questo genere, semplicemente, non esiste.

David Hume1711 - 17761711 1776

CREDENZE E FINZIONE

Ogni credenza che riguardi fenomeni fisici risulta dal i d ll’ bi di iù h d di isentimento dell’abitudine più che da un atto di pura ragione.

La radicale incertezza della credenza si noti bene non significa ridurla aLa radicale incertezza della credenza, si noti bene, non significa ridurla a qualcosa di simile alla finzione.

“Noi possiamo nel nostro concetto congiungere la testa di un uomo conNoi possiamo, nel nostro concetto, congiungere la testa di un uomo con il corpo di un cavallo [esempio di finzione], ma non è nostro potere credere che una tale creatura esista realmente [credenza]”

La finzione è in potere del nostro intelletto, la credenza no: si di di i i i ltratta di una distinzione essenziale.

David Hume1711 - 17761711 1776

IL MONDO ESTERNO

La più radicata delle credenze è forse quella che riguarda l’esistenza del mondo esterno.

Se è vero che tutto ciò che conosciamo altro non è che impressione sensibile e pensiero, è radicata in noi la convinzione che tali impressioni e pensieri corrisponda qualcosa che esiste indipendentemente da noi.

Come si forma tale credenza?Come si forma tale credenza?

David Hume1711 - 17761711 1776

Vi sono delle impressioni sensibili che si presentano sempre insieme.

Tutte le volte che osservo la mia automobile, vedo un certo colore associato ad una certa forma associata ad una certa dimensione eccassociato ad una certa forma, associata ad una certa dimensione, ecc. 

Dalla coerenza e dalla costanza di certe impressioni, l’uomo è tratto a immaginare che esistano cose dotate di una esistenza continua e ininterrotta e quindi tali che esisterebberoesistano cose dotate di una esistenza continua e ininterrotta e quindi tali che esisterebbero anche se ogni creatura umana fosse assente o annientata.

David Hume1711 - 17761711 1776

Si t tt di d ifl i i ti t lSi tratta di una credenza preriflessiva, istintuale.

Abbastanza precocemente, però, la riflessione ci insegna che ciò che si presenta ai nostri sensi e alla nostra mente non è l’oggetto fisico in se stesso, ma una sua rappresentazione., pp

Banalmente: L’oggetto che i nostri occhi fissano sembra rimpicciolirsi quando ci allontaniamo, ma quella reale, che esiste indipendentemente da noi, non subisce alterazioni di sorta.

Ecco che prima il pensiero filosofico e poi quello scientifico conducono a distinguere le “cose oggettive”, continuamente esistenti, dalle “percezioni soggettive” delle medesime, mutevoli e interrotte. Eppure noi conosciamo le prime solo e soltanto tramite le seconde!pp p

David Hume1711 - 17761711 1776

In termini rigorosi, Una realtà che sia diversa dalle percezioni ed esterna ad esse non si può affermare né sulla base delle impressioni dei sensi né sulla base del rapporto causale. La realtà esterna dunque rimane priva di giustificazione razionale, ma l’istinto a credere in essa è ineliminabile.

Questo appare piuttosto inquietante e pare aprire le porte ad un radicale scetticismo. H ò i i l !Hume però si spinge ancora oltre!

David Hume1711 - 1776

LA REALTÀ DELL’IO

1711 1776

LA REALTÀ DELL IO

Hume afferma che l’identità che noi attribuiamo allo spirito umano è un’identità fittizia, dello stesso genere di quella che attribuiamo alle cose esterne.

Lo spirito umano è fatto da una pluralità di percezioni legate insieme dai rapporti di somiglianza e di causalità. Sui rapporti di somiglianza è fondata la memoria, giacché l’immagine della memoria “somiglia” al suo oggetto. E il presentarsi di percezioni simili dà il primo spunto a produrre l’idea dell’identità personale. La causalità dà l’altro, quello decisivo.

Hume paragona l’anima a una repubblica, in cui i diversi membri sono uniti da un vincolo reciproco di governo e di subordinazione e danno vita ad altre persone, le qualivincolo reciproco di governo e di subordinazione e danno vita ad altre persone, le quali continuano la stessa repubblica nell’incessante cambiamento delle sue parti.

David Hume1711 - 1776

ò h h “ ” bb b ù h l d

1711 1776

Ciò che chiamiamo “io” potrebbe benissimo essere niente più che la somma di impressioni e idee, senza che vi sia alcun sostrato comune.

La credenza nella realtà indipendente del mondo esterno e quella nell’identità dell’io si spiegano dunque come produzioninell identità dell io si spiegano dunque come produzioni dell’immaginazione, ma non si giustificano nella loro validità oggettiva.