nonmollarequindicinale post-azionista | 001 | 19 giugno 2017...democraticamente assunte, ma con il...

15
lunedì 03 settembre 2018 025

Transcript of nonmollarequindicinale post-azionista | 001 | 19 giugno 2017...democraticamente assunte, ma con il...

  • lunedì 03 settembre 2018

    025

  • 2

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    nonmollare quindicinale post azionista

    numero 25, 03 settembre 2018 Esce il primo e il terzo lunedì di ogni mese Scaricabile da www.criticaliberale.it Supplemento on line di “critica liberale” Direzione e redazione: via delle Carrozze, 19 - 00187 Roma 06.679.60.11 [email protected] - www.criticaliberale.it

    Direttore responsabile: Enzo Marzo Comitato di Direzione: Paolo Bagnoli – Antonella Braga - Antonio Caputo - Pietro Polito - Giancarlo Tartaglia - Giovanni Vetritto

    OCCORRE FUGARE DAL CUORE DEGLI UOMINI L’IDOLO IMMONDO DELLO STATO SOVRANO. Luigi Einaudi

    “non mollare” del 1925. Il soffocamento della democrazia, il ruolo dell’informazione e l’impegno etico-civile degli intellettuali sono le questioni di fondo poste dall’esperienza del “Non Mollare”, il foglio stampato clandestinamente tra il gennaio e l'ottobre 1925 su iniziativa di un gruppo di intellettuali fiorentini di orientamento liberal-democratico e social-riformista. Tre questioni di ampio respiro che per più aspetti travalicano il momento contingente dell’Italia del 1925 e si proiettano nei decenni successivi. Piero Calamandrei, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini e Nello Traquandi sono i protagonisti di questo straordinario esperimento di giornalismo politico che ha rappresentato una spina nel fianco del costituendo regime. Stampato mediamente con cadenza quindicinale, il periodico veniva distribuito nelle maggiori città italiane. Una fitta rete di collaboratori diffusero questo giornale nato non per «rubare il mestiere ai quotidiani», ma per «dare esempio di disobbedienza ed eccitare alla disobbedienza».

    Sommario cronache da palazzo 3. riccardo mastrorillo, hanno gettato la maschera memorandum 4. matteo salvini, il golpe leghista: ai cittadini lo diremo a cose fatte 7. matteo renzi, il maestro di salvini e di di maio la biscondola 5. paolo bagnoli, il catalogo nero la vita buona 6. valerio pocar, all’armi, all’armi, e le stelle stanno a guardare nota quacchera 8. gianmarco pondrano altavilla, quel problematico rapporto con la scienza dibattito sul futuro 9. pippo rao, per salvare la democrazia liberale in fondo 11. enzo marzo, dalla “società dello spettacolo” alla “società dell’avanspettacolo” 14. comitato di direzione

    15. hanno collaborato

    4-10-12-13. bêtise

    mailto:[email protected]://www.criticaliberale.it/

  • 3

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    cronache da palazzo

    hanno gettato la maschera

    riccardo mastrorillo

    Benché nel ”Contratto per il governo del

    cambiamento” venga riaffermata la partecipazione dell'Italia alle politiche di integrazione Europea, anzi vi sia scritto: «È necessario incrementare il livello di democrazia dell’UE attraverso il coinvolgimento e il controllo democratico dei cittadini rispetto alle istituzioni europee. Occorre rafforzare il ruolo e i poteri del Parlamento europeo, in quanto unica istituzione europea ad avere una legittimazione democratica diretta e valutando contestualmente il depotenziamento degli organismi decisori privi di tale legittimazione», e benché, nel paragrafo riferito all'immigrazione sia scritto: «Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri paesi». il comportamento del governo pare orientato verso tutt'altri obiettivi. Il reale obiettivo di questo Governo non è “prima gli italiani”, ma è l'attuazione di interessi stranieri al fine di distruggere definitivamente la comunità Europea. Abbiamo già dimostrato, tramite un video il cui testo è stato già ripetutamente riprodotto su “Nonmollare”, e la pubblichiamo ancora in questo numero, dove Salvini annunciava l'intento di arrivare all'uscita dall'Europa non attraverso un referendum o comunque decisioni democraticamente assunte, ma con il favore delle tenebre, come fanno i malavitosi, per evitare speculazioni economiche. Il Parlamento Europeo si è più volte pronunciato sulle politiche migratorie, ma nessun governo, a partire dal Governo Italiano, ha nemmeno preso in considerazione i deliberati dell'unico organismo democratico della Comunità Europea.

    E' evidente e convergente interesse della Russia di Putin e degli Stati Uniti di Trump boicottare in ogni modo la Comunità Europea; questo governo, consapevolmente o inconsapevolmente che sia, sta facendo di tutto per ottemperare agli interessi di

    due potenze straniere, senza una remota possibilità di un minimo vantaggio per il nostro paese.

    Le continue provocazioni contro la seppur colpevole burocrazia europea hanno come unico vero scopo quello di farci cacciare dalla Comunità Europea e dall'Euro, con l'unico risultato di ridurre sul lastrico milioni di italiani. Un esempio su tutti riguarda i mutui in euro, che, resteranno in euro, anche laddove il nostro paese tornasse alla lira, con le conseguenze che anche un bimbo di quinta elementare potrebbe comprendere.

    Ben si è guardato Salvini dal ribadire al suo sodale Orban, in visita in Italia qualche giorno fa, la sua pretesa del ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo (scritta nel contratto di governo). L'unica azione perpetrata da questo governo è il respingimento in mare dei migranti, atto contrario alle norme internazionali, alla costituzione Italiana e soprattutto non scritto in nessuna parte del Contratto di governo...

    A nessuno, sinistra più o meno “pdina” compresa, è venuto in mente che l'unico modo di controllare l'immigrazione è abolire la sciagurata legge Bossi-Fini, guarda caso voluta nel 2002 al fine di promuovere, tramite un sistema proibizionista, la crescita dell'immigrazione clandestina e quindi della disponibilità, a basso costo, di manodopera da schiavizzare. La concessione del permesso di soggiorno solo ed esclusivamente in presenza di un contratto di lavoro già stipulato, come praticamente prevede quella norma, è, solo per un mero fatto di buonsenso, un'aberrazione. Il contratto di governo prevede: «In osservanza dei diritti costituzionalmente garantiti proponiamo che le procedure per la verifica del diritto allo status di rifugiato o la sua revoca siano rese certe e veloci, anche mediante l’adozione di procedure accelerate e/o di frontiera, l’individuazione dei Paesi sicuri di origine e provenienza, la protezione all’interno del Paese di origine (IPA) e l’allineamento delle attuali forme di protezione agli standard internazionali.» Ora, tutti sanno che il principale problema, nei centri di accoglienza, è l'identificazione dei migranti e l'individuazione della loro provenienza, per stabilire appunto se abbiano diritto allo status di rifugiati. Ora ci pare di poter affermare una banalità: se arrivassero in aereo con volo di linea, oltre a spendere probabilmente meno che prendere un barcone, avrebbero con loro documenti di identificazione, che permetterebbero in pochi minuti di svolgere queste verifiche. Possibile che a nessuno sia venuto in mente questa soluzione? Sono i divieti che producono gli sbarchi, non certo il

  • 4

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    “buonismo” di una “certa sinistra”, come ci racconta Salvini. Ma siamo sicuri che Salvini ha realmente l'obiettivo di ridurre gli sbarchi?

    Considerando che il 90% delle sue popolarissime dichiarazioni riguardano questo argomento: cosa ce ne faremo di un ministro dell'Interno la cui unica occupazione è sequestrare migranti sulle navi, quando di migranti non dovessero essercene più? Già con l'arrivo dell'inverno e del mal tempo, e la conseguente riduzione drastica degli sbarchi, si prospettano tempi bui al Viminale: come riusciranno a tenere impegnato il Ministro senza navi da dirottare o sequestrare in porto?

    bêtise RAZZISMI DI IERI E DI OGGI «Ragazzi, questa esce con Balotelli, è fidanzata con Balotelli... a me fa schifo una che va con un negro, scusa eh». Silvio Berlusconi, pregiudicato e cultore di olgettine rigorosamente bianche. Da un video girato di nascosto da Marysthell Polanco nel 2011 ad Arcore quando il Cav era presidente del Consiglio. Il filmato era stato depositato agli atti del procedimento Ruby Ter e ora è stato diffuso dal sito giustiziami.it. Si riferisce alla showgirl Raffaella Fico, 23 gennaio 2018 «Devo potermi sfogare con pochi e fidati amici. Ma io li ODIO TUTTI, SONO DELLE BESTIE (senza offese per gli animali che sono molto più civili e puliti). Poi dicono che sono razzista... però datemi un fucile e mi calmo». Monica Viani, consigliera leghista di Genova, 28 agosto 2018

    memorandum

    il golpe leghista:

    ai cittadini lo

    diremo a cose fatte

    «Ma noi abbiamo iniziato a sostenerlo [il

    referendum per l’uscita dell’Italia dall’Euro] tre

    anni fa ed eravamo appunto dei matti.

    Lo sostengono sei premi Nobel, io vado oltre,

    non serve un referendum.

    Il referendum sull’euro sarebbe un massacro e

    un'agonia per un sistema economico.. o stai

    dentro o stai fuori.

    Quello che posso dire è che, se la Lega andrà al

    Governo, noi usciamo. Ma sono cose che fai in

    fretta, altrimenti, i Soros della situazione, se fai

    tre mesi di campagna referendaria sull'euro, ti

    massacrano…. ci lasciano in mutande,

    comprano anche gli ultimi pezzi di industrie

    italiane sane che sono rimaste su questo

    territorio.…

    Quindi su questo non ci sono le vie di mezzo,

    o di qua o di là».

    [Dall’intervento di Matteo Salvini, nel luglio 2016, in

    occasione del Festival del Lavoro all'Angelicum a

    Roma].

    https://video.repubblica.it/politica/governo-

    quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-

    dall-euro-non-serve-un-

    referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-

    BH-I0-C12-P1-S3.4-T1

    https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1https://video.repubblica.it/politica/governo-quando-salvini-diceva--se-vinciamo-usciremo-dall-euro-non-serve-un-referendum/306319/306946?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1

  • 5

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    la biscondola

    il catalogo nero

    paolo bagnoli

    Un tempo, per introdurre politicamente, la stagione del dopo vacanze su usava l’espressione “autunno caldo”; ossia, mesi di problemi e lotte.

    Ora di problemi ce ne sono tanti e poi tanti.ma non ci sono lotte essendo il Paese come in un’anestesia decoattiva che avvolge quasi ogni cosa eccetto Matteo Salvini che tutti si domandano cosa pensi di fare. A nostro modesto parere il pensare non è una caratteristica che gli si addice e, quindi, cosa veramente fare molto probabilmente non lo sa nemmeno lui, felice come una Pasqua di dominare la scena mediatica con toni di sfida, dire la sua compulsivamente su tutto, padrone di ogni argomento eccetto di quelli che dovrebbero riguardare quanto gli compete, in termini politici e costituzionali, quale ministro degli interni. Rispetto a lui il suo omologo Luigi Di Maio fa quasi tenerezza se non fosse per la noiosa arroganza dell’incompetente che sciorina i propri propositi, lui che, pur avendo il doppio dei voti di Salvini, riesce a occupare a mala pena la metà della scena politica. Che tristezza nel vedere quest’Italia che, a pensarci bene, è senza senso; ma come potrebbe averlo priva com’è di un presidente del consiglio in ruolo effettivo?. L’impressione che se ne ricava è di una grande confusione, sociale nonché legislativa, coperta dalle parole, da uno tsunami di parole con le quali non solo non si va molto lontano, ma nemmeno alla lunga si sta nel presente che chiede, in qualche modo, di essere governato.

    Alle soglie della legge di stabilità viviamo nell’inquietudine dello spread, della Tav, del gasdotto del Salento, degli interrogativi che gravano sull’Ilva, della baraonda “ italica” seguita alla tragedia del ponte Morandi, dell’ennesima ventilata manovra sulle pensioni, del rinvio dell’obbligo di vaccinarsi, di una Rai senza presidente, della volontà di abrogare la legge Mancino che colpisce l’incitamento all’odio razziale, dell’affronto fatto alla nostra Marina come nel caso dell’attracco della nave Diciotti, della spavalderia dei due vice che pianificano investimenti in deficit, dell’abbraccio ad Orban e

    all’Europa vergognosa dei muri e della democrazia contraffatta dall’autoritarismo.

    E ancora: abbiamo Grillo e Casaleggio che sproloquiano sulla democrazia diretta, sul divenire parlamentari per estrazione; ossia, sul superamento della democrazia parlamentare. Un capitolo a parte meriterebbe la politica estera; forse bisognerebbe che il governo, il Parlamento, e non solo loro, cominciassero a occuparsene concentrandosi, in primis, del bacino mediterraneo, ma dai tempi di Andreotti sembra che la cosa non ci riguardi. E in tutto questo mare di questioni che non possono non seriamente preoccupare e che chiedono vigilanza sui rischi che corre la nostra democrazia – già, perché la manutenzione non riguarda solo le costruzioni in cemento armato o meno che sia, ma anche la democrazia – l’opposizione politica, ma anche quella sociale, latita e il solo fatto che non vi sia un’opposizione ci dice quanto grave sia il male di cui è affetta la nostra politica democratica. Forse il quadro che abbiamo tratteggiato è troppo nero?

    Non crediamo; sicuramente un Paese quale è l’Italia non è destinato ad avere un futuro dignitoso, se non proprio di rilievo, se si fanno dichiarazioni senza pensare alle conseguenze che possono avere internazionalmente rispetto alla nostra condizione economica. Insomma, in politica, le parole devono essere frutto del cervello, non dei polmoni.!

  • 6

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    la vita buona

    all’armi, all’armi, e le stelle stanno a guardare

    valerio pocar

    Spesso è stata sottolineata la falsità degli

    argomenti usati per fomentare il senso d'insicurezza dei cittadini. Com'è o piuttosto dovrebbe essere noto sia i reati contro la persona sia quelli contro il patrimonio sono calati l'anno scorso rispetto al 2016 di circa il 10 per cento, seguendo una tendenza ormai consolidatasi da anni. Il crescente senso d'insicurezza che serpeggia nella popolazione di questo Paese è, dunque, del tutto irrazionale e immotivato e appare quanto meno singolare che esso sia cavalcato specialmente proprio dal ministro preposto a garantire la sicurezza dei cittadini.

    Dal diffuso senso d'insicurezza del quale bisogna prendere atto, trattandosi di un dato sociologico purtroppo incontestabile, discendono diverse gravi conseguenze del pari irrazionali e infondate, sulle quali, peraltro, il suddetto ministro e il suo partito, peraltro in buona compagnia, hanno costruito in larga misura il loro successo. Due conseguenza, tra le molte, vogliamo qui in particolare sottolineare.

    Da un lato, il sostegno che il senso d'insicurezza reca alla deriva xenofoba, sulla base del pregiudizio che l'immigrato, specialmente se irregolare, è socialmente inaffidabile e anzi un potenziale delinquente. Non occorre precisare che nulla consente di ritenere che il tasso di criminalità degli stranieri sia maggiore di quello degli autoctoni, sicché siamo di fronte a un collaudato processo di criminalizzazione e di creazione del capro espiatorio.

    Dall'altro lato, il senso d'insicurezza suggerisce forme di autodifesa, fomentate da abili campagne di disinformazione e anzi di deformazione dell'opinione pubblica, che rendono plausibile e credibile il favore nei confronti di un'esasperazione della legittima difesa che, secondo i suoi fautori, sempre gli stessi di cui sopra, dovrebbe tradursi nel diritto di difendersi sempre e comunque, di fronte

    a qualsivoglia minaccia nei confronti della persona propria o dei propri cari nonché dei propri beni. Non ci pare il caso di ribadire i rischi concreti e l'irragionevolezza giuridica della proposta, che sono stati da più parti autorevolmente indagati, ma anche a questo proposito appare quanto meno singolare che proprio il ministro deputato a garantire la sicurezza delle persone e dei beni sia, evidentemente senza accorgersi neppure della contraddizione, il primo fautore di disposizioni che, con rinuncia del ruolo istituzionale proprio del ministro, delegherebbero la tutela e la sicurezza ai singoli cittadini secondo il modello fai-da-te. Come incentivo al senso dello stato e al rispetto delle istituzioni non c'è male davvero.

    Resta purtroppo il fatto che, seppure per disinformazione, gran parte della popolazione non si sente protetta e dubita delle istituzioni. Il senso d'insicurezza e le fandonie e i suggerimenti ministeriali fanno sì che sempre più numerosi siano i cittadini convinti che detenere armi sia un efficace strumento di difesa personale e sempre più numerosi sono i cittadini che di fatto ne possiedono, legalmente e anche illegalmente. Si stima che il 12 per cento degli italiani possieda un arma ed è un dato ufficiale che le richieste di porto d'armi, variamente giustificate, sono in costante e rapido aumento. Ignoto è, invece, il numero di coloro che detengono armi ad aria compressa, che si possono comprare senza licenza e anche on line, armi che in teoria non sarebbero pericolose, ma nella pratica sì, anche perché sono facilmente modificabili aumentandone la potenza. Molti raccapriccianti casi riportati recentemente dalla cronaca ne sono conferma.

    La diffusione del senso d'insicurezza e il malcelato suggerimento di armarsi per la propria difesa rispondono soltanto a un cinico calcolo politico, coerente forse ahinoi col convincimento di coloro che ne traggono vantaggio, o vi è qualcosa di più?

    La stampa ha rivelato l'esistenza di un “contratto” (un altro!) col quale il ministro dell'interno si è impegnato, sul suo onore (!), «a coinvolgere il Comitato Direttiva 477 e le altre associazioni di armieri in ogni provvedimento che riguardi, in senso stretto e in senso lato, fucili e pistole» (“la Repubblica”, 17 luglio 2018). Non siamo così ingenui da pensare che le lobbies non esistano e non si premurino di influenzare a proprio vantaggio questa o quella forza politica e magari tutte. Sconcerta, tuttavia, che vi siano impegni assunti pubblicamente l'11 febbraio di

  • 7

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    quest'anno da parte del capo di un partito e sconcerta che la lobby dei fabbricanti di armi possa pubblicamente esultare elencando i vantaggiosi risultati già ottenuti (“la Repubblica”, 6 agosto 2018). Del resto, una delle prime mosse della Lega è stata proprio quella di respingere le restrizioni che il precedente governo intendeva inserire nel recepimento della direttiva comunitaria 2017/477 relativa al controllo, all'acquisizione e alla detenzione di armi.

    Ogni persona di buon senso sa che più sono le armi in circolazione più cresce il rischio d'incidenti. L'esempio delle stragi che accompagnano la cronaca recente degli Usa, dove il commercio e la detenzione di armi sono liberi, dovrebbe insegnare qualcosa. Si assiste, invece, al paradosso che un infondato senso d'insicurezza generi il desiderio dell'autotutela armata rendendo così non irragionevole, per via del proliferare delle armi in circolazione, il medesimo senso d'insicurezza, il tutto con la benedizione di colui che sarebbe chiamato a garantire relazioni pacifiche tra i cittadini e la loro sicurezza. Gli armieri, intanto, banchettano tripudianti, indifferenti al rischio che i cittadini corrono. Del resto, operano in un settore merceologico che, dentro e fuori dai confini nazionali, si qualifica da sé.

    I pentastellati hanno per ora tamponato la riforma leghista della legittima difesa, la cui discussione è stata rinviata all'autunno. Sulle armi, però, sono rimasti silenti. Le stelle stanno a guardare...

    memorandum

    il maestro di salvini

    e di di maio

    (comprese le cifre

    truffaldine)

    matteo renzi - 7/7/2017

    «Senza troppi giri di parole, gli europei hanno

    preso un impegno con noi che è quello di

    assumere alcune delle responsabilità che

    derivano da questo imponente arrivo di

    immigrati dall’Africa.

    Bene, non lo fanno? Non c’è problema.

    Siccome nel 2018 si ridiscute il bilancio dei

    prossimi anni, noi non abbiamo nessun tipo di

    problematica [sic!] particolare. Se gli altri paesi

    dell’Unione Europea che si sono impegnati a

    accogliere i migranti non lo fanno, credo che

    sia giusto che l’Italia dica che noi non

    contribuiremo, come abbiamo fatto sino ad

    oggi, a pagare loro tutti i soldi che paghiamo.

    Perché ogni anno noi diamo 20 miliardi [sic!]

    al bilancio dell’Unione Europea e ne

    prendiamo indietro 12.

    Loro bloccano i porti? e noi blocchiamo i

    fondi. Questo non è un ricatto ma una

    constatazione».

    https://www.youtube.com/watch?v=jdDBD

    hbBE8Y&feature=youtu.be

    https://www.youtube.com/watch?v=jdDBDhbBE8Y&feature=youtu.behttps://www.youtube.com/watch?v=jdDBDhbBE8Y&feature=youtu.be

  • 8

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    nota quacchera

    quel problematico rapporto con la scienza

    gianmarco pondrano altavilla

    Che la questione «cultura scientifica» e le sue ricadute, sia tornata prepotentemente al centro della scena, può non avere solo effetti negativi come le zuffe mediatiche da bar e l'inquietante passo indietro delle politiche sanitarie nazionali.

    In realtà l'attualità del problema «scienza» potrebbe offrire, soprattutto al campo liberale, l'occasione per un bell'esame di coscienza, e - perché no - per un bel cambio di paradigma.

    E' inutile ripercorrere qui - sarebbe impossibile dati gli spazi - la lunga e travagliata storia del rapporto tra pensiero liberale ed empiria nel Paese. Come pure sarebbe stucchevole ritornare ancora una volta sulla marginalità in Italia di quel liberalismo che - per dirla in maniera brutale - preferiva Cattaneo o Pareto a Croce.

    Quello che invece è di stringente urgenza, vista anche la situazione politica fosca, è il chiedersi se oggi, nel 2018, il liberalismo in genere, e quello italiano in particolare, abbia fatto i conti con le scoperte scientifiche, con i dati e le teorie che ne sono emersi, insomma con quel lato della mela conoscitiva, che - chissà perché - continua per molti ad avere un sapere esotico, se non proprio repulsivo. La risposta, a mio modesto avviso, è «no». Nonostante lodevoli ed eccelsi tentativi passati, la teoria liberale resta per molti versi estranea ad una verifica sperimentale, che ne metta alla prova gli assunti di fatto, della quale pure è intessuta (fosse solo - ammesso che sia possibile - un insieme di proposizioni di «dovere» il problema, almeno empirico, non sorgerebbe proprio).

    Prendiamo, ad esempio, quel liberalismo del confronto che in Stuart Mill ha trovato una delle sue formulazioni più chiare, per il quale una società ed un individuo sono tanto più «ricchi» materialmente, ma soprattutto spiritualmente, quante più sono le diverse opinioni, esperienze, imprese, attitudini, visioni del mondo che si “confrontano”, appunto, al loro interno. Quanti

    più dubbi e perplessità costellino la ricerca della propria verità e della propria via all'esistenza. Quanto più si inneschi quel motore della concorrenza - anche culturale - che consente di cambiare idea e scegliere e tentare nuove vie, alla ricerca della migliore o comunque della migliore per se stessi. Ecco: quanto è fondato scientificamente questo liberalismo? Posta l'affermazione “deontologica”: «la crescita spirituale e materiale di una società, degli individui che la compongono è un bene; il fatto che possa sorgere in essi dei dubbi è un bene», quanto è scientificamente provato che il metodo del confronto (in una società se ci sono le opinioni A+B+C+...n, allora il loro cozzo genera dubbi e quindi crescita), che il metodo del confronto - si diceva - sia efficace?

    Sappiamo davvero, è provato empiricamente che lo scontro, l'impatto con nuove opinioni ci fa mettere in discussioni le nostre? La risposta è «no». Non è provato. Anzi se stessimo ai recenti studi di Scala e Quattrociocchi sulla comunicazione online, sembrerebbe addirittura che il meccanismo - in quel frangente - abbia l'effetto esattamente opposto: le persone di fronte ad opinioni contrastanti si rafforzano nelle proprie. Altro che dubbi e crescita.

    Per quanto fermamente e appassionatamente - in primo luogo chi scrive - si possa credere nella teoria del confronto liberale, per quanti sforzi, impegno, tempo, risorse, noi tutti abbiamo impiegato per sostenerla, è assolutamente, direi imperativo, porci l'interrogativo se quello che abbiamo vissuto e predicato sia fondato, oltre che nei nostri cuori e nelle nostre menti, nei fatti . E questo, si badi bene, non per buttare a mare il bambino “liberale”, con l'acqua sporca di “ciò che non è scientificamente solido” (il liberalismo si è comunque eretto sul metodo storico che le sue ragioni continua ad averle). Ma per evolverci noi stessi e far evolvere le nostre convinzioni, secondo quelle linee di dubbio e di ricerca che tanto abbiamo decantato.

    Probabilmente non sarà un processo né piacevole né agevole, ed i tempi - in questo mondo di urgenze - saranno tutt'altro che rapidi. Pure non vediamo miglior modo per restare fedeli a noi stessi e seminare per un futuro che superi la breve spanna della nostra vita. Miglior modo per (ri)costruire un edificio solido e sicuro per chi verrà dopo di noi. Miglior modo - per farla breve - di essere liberali. Questa nota quacchera è dedicata alla memoria di Girolamo Cotroneo, maestro dell'ascolto ed amico.

  • 9

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    dibattito sul futuro

    per salvare la democrazia liberale

    pippo rao Se, nel 1994, Berlusconi, con un nuovo modo

    di comunicare sconvolge la retorica convenzionale del tempo, grazie alla diffusione del suo messaggio politico attraverso le sue televisioni, e, inaspettatamente, vince le elezioni politiche dando inizio all’era del berlusconismo; e se, nel 2018, il Movimento5Stelle, utilizzando il web e pervasive modalità propagandistiche riesce ad affermarsi come primo partito, c’è da chiedersi se, per salvare la democrazia liberale fortemente minacciata, oggi occorra un genio della politica o un genio della comunicazione, o forse entrambi.

    In questi 24 anni, si è realizzato il passaggio dai media tradizionali (radio, TV statale, giornali), che garantivano le stesse notizie per tutti, prima alle televisioni private, che le hanno selezionate secondo l’interesse di parte, e ora ai social media, in cui ogni utente diventa a sua volta diffusore; si è così rotta l’omogeneità sociale, ma sono anche emersi i rischi per la democrazia liberale, sino al punto di mettere in discussione anche la validità dell’istituzione parlamentare.

    Yascha Mounk, nel suo ultimo libro Popolo vs Democrazia: dalla cittadinanza alla dittatura elettorale evidenzia come la democrazia liberale tenda a disgregarsi dappertutto per lo più a favore della democrazia illiberale, quella che pretende di essere la vera rappresentanza popolare, e talvolta di un liberalismo antidemocratico, quello che salvaguarda i diritti civili ma non l’impianto democratico.

    Non a caso, Bauman, nel volume pubblicato postumo dal titolo Retrotopia, sottolinea come il futuro, «inaffidabile e ingestibile» finisce alla gogna, mentre si assiste ad una rivalutazione del passato, non perché si voglia tornare indietro, ma perché in esso le speranze erano forti e apparivano realizzabili: oggi, il futuro fa paura!

    In un momento storico in cui si affermano processi di inconsapevole omologazione, occorre una proposta coraggiosa e fortemente innovativa che, sempre nel rispetto dei principi del

    liberalismo, pensi ai tanti e non solo ai pochi, consapevoli che la democrazia liberale si può salvare con un programma che ridia a tutti speranze nel presente e fiducia nel futuro, e utilizzando una forma comunicativa lineare, semplice e facilmente comprensibile: nessuno può pensare di affrontare il futuro col modo di fare politica del passato.

    La ribellione popolare, che si manifesta sia nel voto di protesta sia nell’astensionismo di massa, può rappresentare l’occasione per ripensare il liberalismo dell’attualità, sapendo che l’incertezza del futuro mina la fiducia nella capacità delle istituzioni liberali di uscire dalla crisi, e che la proliferazione degli affaristi in servizio permanente effettivo mina la fiducia dei cittadini verso lo Stato e genera le derive giacobine di palingenesi morale e quelle populiste delle promesse mirabolanti.

    Per uscire da un clima di legittimo pessimismo, alimentato da una classe politica incolta e pressapochista, occorrono quindi programmi che facciano rinascere la fiducia nelle istituzioni e nei partiti, che devono tornare a essere espressioni di filoni culturali che sono, di per sé, garanzia dei futuri comportamenti.

    E per salvare la democrazia liberale, occorre un nuovo soggetto politico e un modo, semplice e chiaro, di trasmettere il messaggio politico, tale da rassicurare i cittadini per il futuro loro e dei loro figli sottraendoli al mercato della protesta senza sbocco.

    L’obiettivo è quello di cambiare l'Italia, attuando finalmente quella rivoluzione liberale, nell'ultimo ventennio attesa, promessa e tradita, proprio per la mancanza di una forza liberale organizzata, cui toccava di suonare l’allerta rispetto al sorgere dei nuovi totalitarismi, e di consolidare la nascita di una società di tutti e per tutti, di “massa-non massa”, secondo la denominazione cara a Giovanni Malagodi, e cioè “di massa” perché generalizzata, e “non di massa”, perché costituita da cittadini autonomi, responsabili e attivi partecipi del potere sociale e politico.

    Un cambiamento che potrà realizzarsi se riusciremo ad ascoltare e coinvolgere i cittadini, specie quelli che si sono allontanati dalla politica e si sono rifugiati nell’astensione, con proposte ragionevoli capaci di coniugare mercato e solidarietà, di dare risposte al disagio giovanile della disoccupazione e del precariato, di invertire la discesa del ceto medio verso la quasi-povertà, di assicurare un welfare diffuso ed efficiente, correggendo le ineguaglianze immeritate.

  • 10

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    Ma è evidente che nulla del genere sarà possibile senza una scossa adrenalinica che faccia ripartire la crescita economica, che alla mano pubblica è impedita dal peso di un mostruoso debito pubblico, e che quindi tocca all’impresa privata di alimentare, liberandola da costi previdenziali e vincoli normativi che ne ostacolano la crescita., mentre un ruolo fondamentale tocca alla burocrazia, che, pur con qualche lodevole eccezione, sembra spesso preoccupata di frenare ogni iniziativa imprenditoriale, invece di apparire ed essere strumento di equilibrio sociale, capace di assicurare la libera competizione degli operatori economici e di garantire il rispetto delle regole.

    In quest’ottica, nessuno può pensare di restare ”au dessu de la mêlée” e gli intellettuali, per primi, insieme ai sostenitori della iniziativa privata, debbono uscire “dall’Arcadia del disimpegno”, come direbbe ancora oggi Norberto Bobbio.

    Occorre un tink-tank liberale, capace di influenzare l’opinione pubblica ”corrotta“ e ingannata da parole d’ordine che si rifanno a idee pericolose, e capace di diffondere le idee liberali affermando ”la loro superiorità intellettuale“ rispetto ad altre idee politiche, con le quali occorrerà poi confrontarsi per trovare una sintesi virtuosa.

    Ancorché non molto amato dai liberali classici, in questo ci soccorre Ludwig Von Mises, quando afferma che il liberalismo non è stato sconfitto sul piano delle idee, né superato da idee politiche migliori, ma dall’incapacità di molti di riconoscere alcune idee come sbagliate e pericolose, e dall’incapacità dei liberali di contrastare questo errore, avendo rinunziato al loro compito di indurre le maggioranze ”a pensare correttamente”. Quanto accade nel nostro Paese ci rammenta che la ragione non illumina sempre la società, e che il liberalismo non è una conquista definitiva, come aveva inizialmente immaginato Francis Fukuyama nel suo famoso libro La fine della Storia.

    Riflettiamo, quindi, su ciò che occorre fare, qui e ora, per reintrodurre nella società italiana quel tasso di liberalismo che è sino ad ora mancato. Ora è il momento!

    bêtise d’oro LA NUOVA DEMOCRAZIA CRISTIANA «Sono per l’obbligo vaccinale flessibile» Giulia Grillo, ministra M5S della Salute, 9 agosto 2018 ABUSO DI INCOERENZA (EX AEQUO) «Il ministro Salvini è indagato e io credo che sia un atto dovuto in quanto ministro dell’Interno e quindi titolare delle decisioni su quelle materie. Allora, come ci si comporta in questi casi? Prima di tutto nel nostro contratto di governo c’è anche un codice etico dei ministri e in base a quel codice etico -e anche a quello del nostro Movimento- il ministro dell’Interno deve continuare a fare il ministro». 26 agosto 2018 «Alfano indagato per abuso d'ufficio. Le nostre forze dell'ordine non possono avere il loro massimo vertice indagato. Si dimetta in 5 minuti!». 25 febbraio 2016 «Mi dicono che io chiesi le dimissioni di Alfano perché era indagato per abuso d’ufficio? Lui si doveva dimettere in quanto Alfano». Luigi Di Maio, v.presidente del consiglio, M5s, 26 agosto 2018 DOPO MOLTA RIFLESSIONE: PERCHÉ GLI EMIGRANTI NON MANGIANO BRIOCHES? (EX AEQUO) «La riflessione che suscita in me Marcinelle è che non bisogna partire, non bisogna emigrare...». Luigi Di Maio, v.presidente del consiglio, M5s, 8 agosto 2018 L’AVVENIRE È DELLA MONARCHIA (EX AEQUO) «Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile». Davide II, della dinastia dei Casaleggio, erede legittimo del Movimento 5 Stelle, “La Verità”, 23 luglio 2018 PECCATO, POSTO GIÀ OCCUPATO (VEDI SOPRA) «Gli italiani mi vogliono re, occhio che torno in politica». Emanuele Filiberto di Savoia, nipote dell'ultimo re d'Italia, “Libero”, 12 luglio 2018

  • 11

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    in fondo. 11

    enzo marzo

    Dalla “società dello spettacolo” alla “società dell’avanspettacolo”. Siamo arrivati ad un passaggio epocale. Alcuni anni fa il realismo ci fece maturare il giudizio che la crisi del nostro paese fosse irreversibile. Troppi erano gli indicatori, dalla scuola all’informazione, dall’assuefazione dei cittadini al cinismo e alla corruttela sfacciata e impunita che Berlusconi & company avevano iniettato nel tessuto civile. Tutti noi ce la siamo presa con la Casta e abbiamo fatto passare in secondo piano la metastasi che invadeva tutti gli strati sociali.

    Eppure ci trovavamo soltanto al penultimo gradino. A proseguire l’opera berlusconiana ci pensava Renzi con un miscuglio di demagogia e idiozia masochistica. Più volte avemmo occasione di segnalare decisioni del segretario del P. I. (Partito Idiota) che non potevano che distruggere paese e partito: nepotismo, leggi incostituzionali, menzogna eretta a sistema, riforma della Rai liberticida a tutto vantaggio dei futuri padroni, alleanze sconce, riforme elettorali fatte su misura degli avversati. Insomma, un disastro che al fondo aveva un substrato massiccio di incapacità e di ignoranza aggravato dal fatto che né la stampa compiacente né i più affezionati amici del capo facevano mai nulla per impedirgli di sospingere tutti al massacro. Gli esiti erano assolutamente prevedibili e inesorabilmente si sono realizzati.

    Così siamo arrivati al fondo. Non ci restava che scavare. Quelle che ogni società civile considera delle scelleratezze sono state innalzate a virtù. Siamo così arrivati all’elogio dell’Ignoranza pura, del Numero in quanto tale, all’abbandono plateale d’ogni parvenza di democrazia, al culto del Capo. E questi più è ignorante e più è vicino al popolo. Magari fosse solo incapace di risolvere i problemi ma deve mostrare di non conoscerli affatto. E soprattutto apre la bocca e le dà fiato. A patto di rovesciare la sua posizione poche ore dopo. Si confonde l’Ignoranza con l’Innocenza. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Inevitabilmente l’eloquio pubblico si è abbassato alle discussioni di

    una volta nelle bettole, quando il vino faceva cadere ogni inibizione.

    Abbiamo deprecato le bufale. Ingenui, le abbiamo temute. Ora siamo passati alla menzogna scoperta. La responsabilità non piccola è dell’informazione che “abbocca” a qualunque demagogia che i politici spargono per twitter, e la ingigantiscono. La vicenda della Diciotti è stata trasformata in un caso mondiale: un paese di sessanta milioni di abitanti era invaso da un paio di centinaia di poveretti fuggiti da una guerra tremenda e da cinque-sei donne stuprate. Un problema davvero insolubile. Contemporaneamente cresce ogni giorno la sensazione d’essere governati da dilettanti irresponsabili che sparano la prima scemenza venga loro in mente, senza prima consultare il vocabolario o i dossier. Per poi rimangiarsi il tutto il giorno dopo, senza neppure chiedere scusa. Il caso di Di Maio è esemplare. Senza pensarci un attimo chiede l’ impeachment del Presidente della repubblica, nazionalizza in un battibaleno Autostrade, spara cifre a caso sul costo dell’adesione all’Unione europea senza prima consultare l’usciere del ministero dell’economia che sicuramente ne sa più di lui. E così non si risparmia l’ennesima baggianata corretta il giorno dopo dai giornali e poi dall’Europa stessa. E i suoi, sulla scia, recuperano “la politica degli ossimori” dei più consumati democristiani di cinquanta anni fa.

    Su tutto regna un linguaggio da carrettiere (chiediamo scusa ai carrettieri, che comunque speriamo non esistano più). Anche su questo tema, il disastro viene da lontano. E’ stato costruito ad arte, perché evidentemente giudicato elemento costitutivo del populismo. E Internet ha ingigantito il fenomeno. Molto hanno contribuito i soliti guitti in tv, che vengono invitati solo perché con le loro rituali sceneggiate arricchiscono le trasmissioni di falsi diverbi e di trivialità linguistiche e di contenuto. Il dibattito pubblico ormai è ridotto ai minimi termini. Non ci dilunghiamo in esempi, gli ultimi che ci vengono in mente riguardano Salvini, definito per iscritto “str…” dal Presidente dell’Assemblea siciliana, peraltro della sua stessa parte politica. E nessuno si scandalizza che un Governatore definisca così il v. Presidente del consiglio. Che a sua volta, da vero uomo di Stato, nella stessa giornata apostrofa pubblicamente come “verme” una persona fermata

  • 12

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    poche ore prima per un reato e, grazie alla nostra costituzione, coperta dalla presunzione di innocenza fino al giudizio finale di un tribunale. E non fa mancare neppure allusioni pesanti sulla di lui moglie, estranea del tutto ai fatti. (Invece per Salvini non sono “vermi” i due allievi poliziotti fermati per lo stesso reato poche ore dopo). Siamo in mano a una propaganda rozza, nata in alcune trasmissioni e coltivata quotidianamente dalla stampa-spazzatura di estrema destra che fa a gara per chi fin dalla prima pagina s’inventa titoli e testi maggiormente inzeppati di scurrilità. Al punto, ne siamo sicuri, che anche i pesci il giorno dopo rifiutano d’essere incartati da fogli così escrementizi..

    bêtise LA NEOLINGUA DELLA SCIENZIATA GRILLINA «È terribile il messaggio che è passato che un bambino non vaccinato è un bambino portatore de che? De che? Io quand’ero piccola, che c’avevo poco a poco un cugino che c’aveva una malattia esantematica facevamo la processione a casa di mio cugino, perché così la zia se sgrugnava tutti e sette i nipoti, così tutti e sette i nipoti c’avevano la patologia e se l’erano levata dalle palle. Funzionava così la vita mia. Dopo cinquant’anni mo’ abbiamo scoperto che se deve esse immuni da tutto e vabbè. Ma posso almeno decidere io come lo posso immunizza’? Ma quando tu scegli di vaccinare un bambino che va a scuola e non vaccini l’inserviente sanitario che sta a contatto con il bambino immunodepresso, ma tu che stracacchio di idee c’hai nella testa? Allora prima vaccina quello che sta a contatto quello che sta a contatto con il bambino immunodepresso che se ha una patologia di quel tipo muore. Poi vaccina tutte le maestre, poi vaccina tutti quelli che portano il pulmino, se la tua idea è fare questa copertura. Altrimenti me stai a pijà per culo! » Paola Taverna, senatrice M5s e vice presidente di Palazzo Madama, 10 agosto 2018 ABBASSO LA SQUOLA E LA SCENZA «Scienziati intelligenti contro politici ignoranti? Quando si è deciso che la scienza fosse più importante della politica?» Davide Barillari, consigliere regionale Lazio, M5s, 5 agosto 2018 QUANDO IL FIATO NON COSTA NULLA «A me dieci vaccini sembrano troppi, ma non sono un medico... ». Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, 31 luglio 2018 ASCOLTATE I VERI IMMUNOLOGHI «Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi, se non dannosi». Matteo Salvini, esperto in immunologia, 22 giugno 2018

  • 13

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    bêtise GIÀ, PERCHÉ? «Perché (salviniani) non vi siete costituiti parte civile nel processo contro il vostro ex-tesoriere Belsito e Bossi per i reati di truffa ai danni dello Stato e riciclaggio dei rimborsi elettorali per oltre 40 milioni di euro?». Manlio Di Stefano, sottosegretario M5s agli Esteri, Facebook, 5 febbraio 2018 IRRESPONSABILE ECONOMICO «L’uscita dall’euro non è nel contratto di governo, e aggiungo mio malgrado, dato che la mia posizione a riguardo è nota. Però è evidente che prima o poi finirà, sennò avremmo ancora i sesterzi». «La mia speranza è che l'Euro salti per aria». Claudio Borghi, responsabile economico della Lega e presidente della Commissione Bilancio alla Camera. SLURP INTERCONTINENTALE «Il vostro ministro dell’Interno si sta muovendo nel solco della storia». Sergey Zheleznyak, responsabile dei rapporti internazionali del partito putiniano Russia Unita, “Libero”, 18 luglio 2018 LAVORO SPORCO «Difendiamo chi ci difende: abbiamo presentato due proposte di legge , (la seconda ) per abolire il reato di tortura che impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro». Giorgia Meloni, fascista, 12 luglio 2018 E’ VERO «Abbiamo molti nemici. L’Unione Europea è un nemico, quello che ci fanno in ambito commerciale… Non ci crederesti, ma sono un nemico». Donald Trump, presidente Usa, 16 luglio 2018 RIVELATEGLI COME È ANDATA A FINIRE «Tanti nemici, tanto onore!». Matteo Salvini, ministro degli Interni, 29 luglio 2018 UOMINI D’ORDINE Avvertimento rivolto ai magistrati di Agrigento: «Messaggio da parte della Lega Abruzzo: se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa..occhio!!! ». Giuseppe Bellachioma, deputato e segretario della Lega in Abruzzo, Facebook, 23 agosto 2018

    LA CULTURA PIDDINA «Preghiere per le vittime e i feriti. Con quello che rimane delle preghiere, la speranza che -la prossima volta ci sarà occasione- gli italiani con il proprio voto rimandino nella fogna quelle miserabili teste di cazzo che hanno il coraggio di sparare fesserie su spread e austerità». Luigi Marattin, Il capogruppo Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio, Twitter, 14 agosto 2018 AZZECCAGARBUGLI ANDREOTTIAN-LEGHISTA Le scelte politiche di Salvini non violano il diritto internazionale? "Il ministro Salvini in questo momento sta adempiendo al suo dovere di Ministro, e lo sta esercitando con delle scelte politiche, che possono non essere condivise, ma sono scelte di un ministro. Se una limitazione della libertà, che in astratto può SEMBRARE UN SEQUESTRO, viene posta in essere per adempiere un dovere, è come se si SCRIMINASSE il reato". Giulia Bongiorno, ministra leghista , In Onda, La7, 24 agosto 2018 LO IMMAGINAVAMO «Non leggo un libro da tre anni». 26 giugno 2018 «Diamo un calcio nel culo ai comunisti in Regione e mandiamoli a casa!». 29 luglio 2018 «Sono diventata leghista che avevo 12 anni: a Bologna, mia madre, che votava Lega lombarda, mi faceva trovare tutto il 'merchandising' su Alberto da Giussano. Mi ha fatto un lavaggio del cervello». 29 giugno 2018 Lucia Borgonzoni, sottosegretaria leghista alla Cultura. VANGELO FILOLEGHISTA «Ma fatemi finire per Dio... Madonna... ma perché mi interrompete? Andate a farvi benedire, io non ci sto! Io faccio un ragionamento e voi mi rompete le palle! Maleducati! Cafoni! Incapaci! Asini!». Vittorio Feltri, direttore di “Libero”, “La vita in diretta Estate” (Rai 1), 12 luglio 2018 LA BOMBA H «Sono orgoglioso ed emozionato per la nomina a presidente della Rai (...). Mi impegno sin d’ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e HAI bisogni dei cittadini italiani». Marcello Foa, sovranista e putiniano, presidente designato (e trombato) della Rai, 27 luglio 2018)

  • 14

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    comitato di direzione:

    paolo bagnoli, è Docente di Storia delle Dottrine Politiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano e l'Università degli Studi di Siena, è stato eletto Senatore nella XII legislatura, ed è direttore dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Studioso del pensiero politico otto-novecentesco, ha fornito contributi importanti sul pensiero politico di Giuseppe Montanelli, Gaetano Mosca, Giovanni Papini, sul liberalsocialismo e, in particolare, sulle figure di Piero Gobetti e Carlo Rosselli. Attualmente è il direttore della “Rivista Storica del Socialismo”.

    antonella braga, “fondazione Rossi-Salvemini” di Firenze

    antonio caputo, è Presidente coordinatore della Federazione italiana dei circoli di Giustizia e Libertà, dal 2009 è Difensore civico della Regione Piemonte, avvocato abilitato all'esercizio professionale presso le Supreme Magistrature. pietro polito, direttore del Centro Gobetti di Torino.

    giancarlo tartaglia, fondatore dell’"Associazione Unità Repubblicana", componente del Consiglio Nazionale del Pri. E’ stata vicesegretario dell’Istituto Ugo La Malfa e componente del comitato di redazione di “Archivio Trimestrale”, rassegna di studi storici sul movimento democratico e repubblicano. Ha pubblicato I Congressi del partito d’azione, edito dalle edizioni di Archivio Trimestrale, il volume Un secolo di giornalismo italiano, edito da Mondadori Università, Storia della Voce Repubblicana, edito dalle Edizioni della Voce, Francesco Perri dall’antifascismo alla Repubblica edito da Gangemi. Ha collaborato con "La Voce Repubblicana", "Il Quotidiano", il "Roma", "Nord e Sud", "Nuova Antologia".

    giovanni vetritto, è dal 2000 Dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In servizio successivamente presso il Dipartimento Funzione Pubblica, il Dipartimento Affari Regionali, il Dipartimento Politiche per la Famiglia. Docente a contratto dell’Università Roma Tre - Dal 2004 membro del Comitato esecutivo della Fondazione Critica liberale e dal 2010 membro e segretario del Comitato Scientifico della Fondazione Francesco Saverio Nitti.

  • 15

    nonmollare quindicinale post azionista | 025 | 03 settembre 2018 _______________________________________________________________________________________

    hanno collaborato

    in questo numero: paolo bagnoli.

    riccardo mastrorillo, nato a Roma il 26 marzo 1969, è stato dirigente della Gioventù Liberale, Amministratore di società, Presidente della Federazione di Roma e dirigente nazionale dei Verdi, e poi di Sinistra Ecologia Libertà. Attualmente impegnato nell'impresa di ricostruire una sinistra moderna. Nonostante sia da sempre frequentatore della “Casta” e dei “Palazzi”, è convinto di essere rimasto sano. valerio pocar, è stato professore di Sociologia e di Sociologia del Diritto a Messina e nell'Università di Milano-Bicocca; è stato presidente della Consulta di Bioetica. Dal 2002 è membro del direttivo nazionale del Movimento Antispecista. E' Garante del comune di Milano per la tutela degli animali. Tra le sue ultime opere: Guida al diritto contemporaneo, Laterza, 2002; Gli animali non umani. Per una sociologia dei diritti, Laterza, 2005; La famiglia e il diritto, Laterza, 2008 (scritto con Paola Ronfani).

    gianmarco pondrano altavilla, è direttore del Centro di studi storici, politici e sociali "Gaetano Salvemini", nonché coordinatore dell'"Archivio storico del Sannio - Rivista di studi storico-politici". Autore di numerosi saggi dedicati prevalentemente al pensiero liberale, collabora con diverse testate giornalistiche e con Radio Radicale, per la quale conduce la rubrica culturale "Italiani per sbaglio".

    pippo rao, ha fatto un lungo percorso nella politica liberale della c. d. prima Repubblica, dalle esperienze giovanili degli anni 60 sino alla Direzione Centrale del PLI negli anni 80/90, mentre era impegnato nella scuola pubblica come dirigente degli istituti superiori. E’ stato poi a lungo consigliere comunale e assessore della sua città di Messina, portando anche nella seconda Repubblica la sua visione di liberale doc.

    nei numeri precedenti: paolo bagnoli, antonio calafati, danilo campanella, antonio caputo, pier paolo caserta, pippo civati, alessio conti, simone cuozzo, vittorio emiliani, paolo fai, lenin a. bandres herrera, claudia lopedote, claudia

    mannino, maria mantello, claudio maretto, marco marzano, riccardo mastrorillo, marella narmucci, enzo palumbo, pierfranco pellizzetti, giovanni perazzoli, antonio pileggi, francesco maria pisarri, valerio pocar, pietro polito, gianmarco pondrano altavilla, marco revelli, giancarlo ricci, niccolò rinaldi, elio rindone, giancarlo tartaglia, luca tedesco, sabatino truppi, vetriolo, giovanni vetritto, nereo zamaro.

    scritti di: dario antiseri, luigi einaudi, piero gobetti, adriano

    olivetti, mario pannunzio, gianni rodari, stefano

    rodotà.

    involontari: mario adinolfi, silvio berlusconi, pierluigi bersani, fausto bertinotti, cristina bertuletti, gianni bezzi, michaela biancofiore, lucia borgonzoni, mario calabresi, carlo calenda, giordano caracino, davide casaleggio, pierferdinando casini, andrea causin, aldo cazzullo, gian marco centinaio, giulietto chiesa, luigi compagna, “corriere.it”, sara cunial, vincenzo d'anna, vincenzo de luca, giorgio del ghingaro, marcello dell'utri, alessandro di battista, luigi di maio, simone di stefano, lorenzo damiano, davide faraone, renato farina, piero fassino, valeria fedeli, vittorio feltri, giuliano ferrara, giovanni fiandaca, filippo fiani, roberto fico, don formenton, dario franceschini, papa francesco, carlo freccero, diego fusaro, paolo gentiloni, mario giarrusso, paolo giordano, beppe grillo, don lorenzo guidotti, “il dubbio”, “il giornale”, antonio ingroia, eraldo isidori, “la repubblica”, ignazio la russa, “la stampa”, vincenza labriola, mons. pietro lagnese, elio lannutti, gianni lemmetti, barbara lezzi, “libero”, eva longo, beatrice lorenzin, andrea marcucci, giorgia meloni, gianfranco micciché, gennaro migliore, lele mora, nello musumeci, dario nardella, francesco nicodemo, claudia nozzetti, mario orfeo, matteo orfini, pier carlo padoan, michele palummo, gianluigi paragone, virginia piccolillo, don francesco pieri, gianluca pini, federico pizzarotti, marysthell polanco, virginia raggi, antonio razzi, matteo renzi, matteo richetti, antonello rizza, eugenia roccella, ettore rosato, gianfranco rotondi, alessandro sallusti, matteo salvini, corrado sanguineti, piero sansonetti, daniela santanchè, paolo savona, eugenio scalfari, michele serra, debora serracchiani, claudio scajola, andrea scanzi, vittorio sgarbi, carlo sibilia, antonio tajani, paola taverna, danilo toninelli, donald trump, un avvocato di nicole minetti, nichi vendola.