Non Un Passo Indietro Sulla Buona Scuola

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Ancora, quasi in forma ossessiva, materiale sul provvedimento sciagurato di questa estate, i cui primi effetti si stanno già producendo....e non son positivi!

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Cobas. Come iniziare un nuovo anno di lotte contro la "cattiva scuola": boicottaggio, mobilitazioni, referendumdi redazione

I Cobas individuano le priorit per il nuovo anno scolastico per ostacolare l'attuazione di quella che stata soprannominata la "cattiva scuola". Le iniziative partiranno gi alla fine di agosto, con forme di resistenza e boicottaggio, mobilitazioni, con un occhio ai referendum proposti.

RESISTENZA E BOICOTTAGGIO NELLE SCUOLETra la fine di agosto e l'inizio di settembre incontri informativi con gli iscritti per discutere i 212 commi della Cattiva Scuola.

All'inizio di settembre incontro con le RSU per individuare e sostenere forme di opposizione allo strapotere dei presidi-padroni.

L'11 settembre, promuoviamo la massima partecipazione delle nostre RSU all'assemblea nazionale gi convocata a Roma da tutte le OO.SS.

Il primo giorno di lezione, organizzazione e partecipazione alle assemblee unitarie che si svolgeranno nei territori per tutte le scuole.

Fin dalle prime settimane di scuola, organizziamo Convegni CESP in tutta Italia, per approfondire la riflessione sulle conseguenze che la Cattiva Scuola rischia di innescare sul nostro lavoro quotidiano e sulla sostanza della stessa Scuola Pubblica.

Sin dai primi Collegi di settembre, sar necessario coinvolgere e sensibilizzare i colleghi nel boicottaggio del nuovo Comitato di Valutazione, giudice della bravura dei docenti, costruire forme di opposizione sottraendoci anche individualmente a questa oscena competizione e dichiarando il nostro rifiuto al premio. Contrastiamo ogni forma di collaborazionismo che favorisca il realizzarsi della Cattiva Scuola e individuiamo ogni strumento anche giudiziario per contrastarne la deriva autoritaria e aziendalista (libert di insegnamento, ruolo OO.CC., ecc.)

MOBILITAZIONIDopo il partecipatissimo sciopero dello scorso 5 maggio e la miriade di iniziative locali, per dare visibilit e continuare la mobilitazione in difesa della Scuola Pubblica, prevediamo: una grande manifestazione nazionale, con possibile sciopero, a ottobre che raccolga tutte le diverse sensibilit che in questi mesi si sono mobilitate dentro e fuori le scuole, che diventi un'occasione per ribadire l'importanza del ruolo della Scuola in qualunque progetto di trasformazione democratica della societ; intensificazione delle azioni di lotta, per ostacolare l'attuazione delle eventuali deleghe (che la legge attribuisce al Governo su un nuovo Testo Unico dell'istruzione; sul nuovo arruolamento; convitti e educandati; sulla nuova modalit di inclusione con la revisione del sostegno e della certificazione della disabilit; sulla nuova istruzione professionale raccordata con la formazione professionale; sul sistema integrato di educazione/istruzione 0-6 anni; sulla promozione della cultura umanistica).

REFERENDUMLabrogazione referendaria una strada percorribile. Per avere possibilit di successo, i quesiti devono essere l'esito di proposte ragionate e condivise, a partire dalle istanze e dai bisogni espressi dal mondo della Scuola, attenti alle esigenze della societ, collegandosi ad altre iniziative referendarie come quelle contro il Jobs Act o lo Sblocca Italia.

In materia referendaria, non sono ammesse improvvisazioni e superficialit. Il testo della Cattiva Scuola contiene norme tributarie (erogazioni liberali e bonus fiscale) e di bilancio (legate alla legge di stabilit) la cui abrogazione potrebbe essere bocciata dalla Corte Costituzionale.

Infine, bene ricordare che nel 2003 non potemmo votare contro il finanziamento pubblico della scuola privata perch la Consulta ritenne non organico il testo che sarebbe scaturito dalla vittoria del referendum su cui avevamo gi raccolto le firme.

Per valutare concretamente se e come lanciare una campagna referendaria unitaria, auspichiamo che, a partire dai sindacati scuola promotori degli scioperi e delle manifestazioni degli ultimi mesi, si costituisca un luogo unitario di confronto e decisionalit su tempi, modi e quesiti referendari, che coinvolgano il maggior numero di soggetti sociali, culturali e politici impegnati nella difesa della scuola pubblica.

Risparmiamo alla scuola gli effetti pi deleteri della legge 107/2015

inComunicatiLe linee di comportamento per la valorizzazione professionale dei docenti. Proposte unitarie di Gilda, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal

gioved 27 agosto 2015

La legge 107/2015 in molte sue parti confligge con principi costituzionali e disposizioni normative e contrattuali. Ci avviene, ad esempio, nel momento in cui essa lede la libert dinsegnamento, crea unautorit salariale nella figura di una sola persona (caso unico nei rapporti di lavoro pubblici), introduce meccanismi di valutazione individuale a cui conseguono premi in denaro che, in quanto elementi di natura salariale, sono da disciplinare in sede contrattuale, secondo quanto espressamente previsto dagli artt. 2, 42 e 45 del d.Lvo. 165/2001. A tali principi costituzionali e a tali disposizioni normative e contrattuali, di cui la legge 107 non ha sancito in alcun modo il superamento, pertanto possibile fare riferimento nelladottare comportamenti rivolti a salvaguardare unidea di scuola fondata su partecipazione, collegialit e condivisione.

A breve si proceder a impugnare davanti al Giudice competente le parti della legge che si ritengono anticostituzionali; nel frattempo, in attesa che si pronuncino i giudici, si ritiene che i Dirigenti Scolastici, i Docenti, il personale ATA, i Genitori, gli Studenti possano e debbano far valere fino in fondo le prerogative di cui sono titolari attraverso azioni coordinate e mirate, perfettamente legittime, perch attuate nel rispetto delle leggi, del contratto e degli spazi concessi alla libera determinazione delle persone e degli Organi Collegiali.

A tal fine, fermo restando il doveroso rispetto dellautonomia professionale dei docenti e del personale ATA e di quella degli organi collegiali di governo della scuola nelle loro deliberazioni, si forniscono alcune indicazioni di possibili e pienamente legittimi comportamenti, con lo scopo esclusivo di evitare che la legge 107 possa arrecare grave pregiudizio alla professionalit docente e alla libert dinsegnamento, cosa che avverrebbe se la sua applicazione fosse rimessa a un indirizzo dirigistico e autoritario, estraneo alla cultura della scuola italiana.

Prerogative del Collegio DocentiTale organismo continua a rappresentare una sede fondamentale di partecipazione e di condivisione nel programmare e gestire lattivit della scuola, impegnando la responsabilit e la professionalit di ogni docente a partire dallindividuazione degli obiettivi e delle strategie di unefficace offerta formativa, secondo quanto la norma assegna alle sue competenze, riconoscendogli "potere deliberante in materia di funzionamento didattico" (d.lvo 297/94, art. 7 comma 2).Una delle competenze ad esso assegnate quella di deliberare il piano annuale delle attivit: tanto pi puntuale risulter la delibera tanto minore sar il margine di discrezionalit esercitabile dal dirigente scolastico che lo deve attuare.

Pertanto la delibera dovr: essere quanto pi possibile chiara ed esaustiva; essere resa pubblica con affissione allalbo e sul sito istituzionale della scuola.La legge, peraltro, non ha abolito gli artt. 4 e 5 comma 1 del DPR 275/99, ma ne ha solo modificato lart. 3 relativamente alla procedura di definizione del POF triennale, adempimento dal quale discende lindividuazione del fabbisogno di posti per il potenziamento, per la progettazione e lorganizzazione, anchesso pertanto oggetto di deliberazione da parte del Collegio.Ancora al Collegio dei Docenti spetta deliberare se e quali articolazioni debbano essere eventualmente costitute (team, gruppi di progetto, dipartimenti ecc.) e come individuare i coordinatori degli organismi attivati con riferimento sia alla didattica che ad aspetti organizzativi. Lo stesso dicasi per i criteri e le necessit in base alle quali individuare, da parte del Dirigente Scolastico, gli incarichi da affidare fino a un massimo del 10% dei Docenti; gli stessi appaiono infatti strettamente legati alle competenze del Collegio in materia organizzativa e didattica discendenti dalle norme non abrogate del Regolamento dellAutonomia (art 4 e art 5 comma 1 del DPR 275/1999).

ValutazioneIl Collegio dei Docenti, che a settembre chiamato a scegliere i propri rappresentanti nel Comitato di Valutazione, accompagni tale adempimento:1. evidenziando le ragioni per cui si ritiene che la modalit configurata dalla legge non valorizzi adeguatamente la professionalit del corpo docente;2. indicando nel contempo come opportuna la scelta di ricondurre lindividuazione dei criteri di erogazione allambito delle intese fra DS e RSU, stante anche la natura di compenso accessorio che la legge stessa assegna a tali emolumenti, rientranti perci fra le materie soggette a disciplina contrattuale (art. 45 c. 1 del d.lgs 165/01 modificato dal 150/09).In premessa di delibera vanno evidenziate, attraverso interventi di cui richiedere espressamente la verbalizzazione, le ragioni della proposta alternativa, le considerazioni inerenti lo scarto tra unadeguata valorizzazione della professionalit e il modello proposto dalla legge ben lontano da unidea collegialmente condivisa del riconoscimento del merito. Il valore della condivisione, sia nel Collegio sia in sede di contrattazione, fondamentale per favorire una migliore qualit dellofferta formativa, valorizzando la responsabilit e gli impegni assunti consensualmente dai diversi attori.

I componenti delcomitato di valutazione, espressione del collegio che li ha individuati e scelti, potranno - conseguentemente e coerentemente a quanto indicato nel verbale del Collegio - astenersi dal formulare criteri per lattribuzione del bonus, qualora non siano frutto di una condivisione allinterno del collegio dei docenti e della necessaria intesa in contrattazione di istituto, limitandosi di fatto a operare per la sola valutazione del periodo di prova ai fini della conferma in ruolo dei neo assunti.

IlConsiglio di istituto,rispetto alla costituzione del Comitato di Valutazione, pu muoversi in analogia a quanto suggerito per il Collegio Docenti. Contestualmente potr richiamare in modo esplicito lauspicio che, nel rinvio al tavolo negoziale dei criteri e dei compensi per la distribuzione di queste risorse aggiuntive, le stesse siano ripartite con le stesse finalit e criteri stabiliti dalla contrattazione decentrata per il personale della scuola.

IDirigenti Scolastici,in unottica volta a favorire condizioni di "buon governo" delle istituzioni loro affidate, possono assumere ogni comportamento utile a prevenire occasioni di conflitto valorizzando le prerogative e le deliberazioni degli Organi Collegiali, esercitando la propria leadership con modalit improntate a principi di condivisione e collegialit e ricorrendo alla forma (extracontrattuale) dellintesa con le RSU, come premessa per garantire il miglioramento della qualit dellofferta formativa. Peraltro, il comma 82 della legge afferma che il DS "pu" individuare sul piano organizzativo e didattico propri collaboratori. Si tratta dunque di unopportunit e non di un obbligo, che lascia impregiudicata la possibilit del DS di fare riferimento agli Organi Collegiali nella loro completezza.E poi opportuno evidenziare che il DS non ha competenza in materia didattica. Infatti, larticolo 25 del D.Lvo 165/2001, non abrogato dalla legge, attribuisce al dirigente solo funzioni di natura organizzativa e amministrativa (e non didattica), caratterizzandone in tal modo un profilo che la legge non ha modificato (ancora validi risultano gli artt. 4 e 5 del Regolamento). Ogni decisione riguardante lorganizzazione della didattica, ivi compreso quanto concerne le modalit di impiego a tal fine dei docenti (comma 1 art. 5 Regolamento autonomia) non pu non tenere conto delle prerogative degli Organi Collegiali, prerogative che vigono nella loro integrit.

Il personale Ata,sia nella sua funzione di componente del Consiglio di istituto (elezione dei rappresentanti di Genitori, Docenti, Studenti nel Comitato di valutazione) sia nella sua eventuale funzione di componente RSU (contrattazione dei criteri per lassegnazione delle risorse aggiuntive), potr seguire le medesime indicazioni gi illustrate per le altre componenti professionali (Docenti e Dirigenti Scolastici).

Va infine ribadito che attiene allerelazioni sindacali, ai sensi dellart. 6 del CCNL, tutto ci che riguarda le modalit di utilizzo del personale e le ricadute sullorganizzazione del lavoro. In particolare, in riferimento a quanto detto in precedenza, opportuno che le Rappresentanze Sindacali Unitarie gi a settembre chiedano lapertura del confronto sindacale per definire intese tra le parti sui criteri con cui procedere per utilizzare le risorse comunque destinate a compensi per il personale.

La proroga del contratto precedentemente sottoscritto, per lanno scolastico 2014-2015 va evitata, in considerazione della particolare complessit della nuova fase che si apre col nuovo anno scolastico, che anche quello in cui leRSUelette a marzo 2015 sono per la prima volta interamente coinvolte nel processo di definizione del contratto distituto. Le RSU provvedano quindi con atto formale a richiedere lavvio delle trattative per il rinnovo relativo allanno scolastico 2015-2016, che devono iniziare, come previsto dal CCNL, entro il 15 settembre.

Roma, 28 agosto 2015

Cobas: "Una 'barricata quotidiana contro 'la brutta scuola' di Renzi"

Piero Bernocchi: Sar una guerriglia non violenta. Unione degli studenti per il boicottaggio della riforma scolastica

10 luglio 2015

I Cobas, si sa, per scelta statutaria sono massimalisti e ci mettono un istante a definire una porcata la legge conosciuta da dieci mesi comeLa buona scuola. Contro la porcata hanno gi annunciato una barricata quotidiana, cos spiegata dal leader scuola Piero Bernocchi: Sar una guerriglia non violenta. I Cobas, nella scuola, un po di seguito ce lhanno. Gli Unicobas, poi, prevedono: La legge Renzi negli istituti non passer assicurando: Dallimmediato nessuna collaborazione. Daltronde, la rivolta dei prof, autonoma, spontanea, ha costretto anche il sindacato confederale a cobasizzarsi prendendo a prestito le parole dordine dei comitati (La brutta scuola un conio di risulta di Domenico Pantaleo, segretario della Flc scuola), i suoi tic ( una legge antidemocratica) e i tempi della protesta (tutti dettati dai comitati di base, manifestazioni, scioperi Invalsi, boikot scrutini).

Il boicottaggio della Buona scuola legge pronta a soli due mesi dal nuovo anno scolastico, quindi in grave affanno di suo viene gi esplicitato dallUnione degli studenti: Saboteremo lapplicazione della riforma, Uds che annuncia un autunno di marce oceaniche da far impallidire i cortei anti-Gelmini. Lo stesso Snals, di scarso peso tra i sindacati fino a ieri, ora si fa largo tra le dichiarazioni: Mobilitazione per tutto lanno scolastico. LAnief precisa: Impugneremo i decreti attuativi. Si oppone persino lArci, alla riforma cos tanto voluta da Matteo Renzi. E il pd fuoriuscito Giuseppe Civati annuncia per primo un referendum abrogativo, anche se poi lo stesso Bernocchi sincarica di smontarlo: Vi sono difficolt non trascurabili in merito alle parti abrogabili.

indubbio che non sar rapido n facile far entrare in classe dal 15 settembre prossimo la valutazione dei professori, quindi convocare i comitati di insegnanti, studenti e genitori per far loro decidere i criteri sui quali fondare i premi in denaro per i docenti meritevoli. Non sar facile quasi nulla, ed oggettivamente un delitto non consentire a una riforma della scuola italiana di provare a spiegarsi, ad attuarsi giorno dopo giorno, a realizzarsi insieme ai suoi protagonisti: i docenti e, prima ancora, gli studenti.

Tanta rabbia ha alcune ragioni di fondo e molte strumentali. Al fondo c, semplicemente, scolasticamente, questo: La buona scuola non dar pi soldi ai docenti (solo ai presidi) e chieder per agli insegnanti di mettersi in gioco (la valutazione ne solo un esempio). Qualsiasi categoria di fronte a un rinnovo del contratto che non aggiunge un centesimo ai milletr al mese e chiede pi impegno avrebbe detto no. Su questo fronte bisogna aumentare gli stipendi degli insegnanti si spinta in avanti la deputata democrat Simona Malpezzi, che nel primo round alla Camera disse: Gli insegnanti italiani guadagnano troppo poco, il rinnovo del contratto una priorit. Ma il premier lontano dallaffrontare la questione, avendo decine di altri rinnovi di contratti pubblici in agguato. Tra laltro, gli avversati premi in denaro saranno minimi: si calcola che toccheranno al cinque per cento dei docenti. La prima scrittura della legge voleva premiare i due terzi, ma questo era possibile con il blocco degli scatti danzianit: dopo la consultazione online gli scatti fissi sono rientrati. Il secondo motivo forte della rabbia diffusa, reiterata, organizzata, tuttaltro che rimossa, da cercare nella storia delle assunzioni scolastiche italiane. Trent'anni di graduatorie ingolfate graduatorie volute dalla politica, custodite dal sindacato - hanno trasformato la classe docente italiana in un reggimento di battaglioni asserragliati nei propri bunker: gli idonei contro i tieffini, i passisti contro quelli delle Gae, i terza fascia contro tutti. Seicentoventimila precari conteggi ministeriali recenti che a settembre 2014 avevano intravisto la possibilit di unassunzione pi vicina e a marzo 2015 hanno scoperto che per mezzo milione di loro non cera trippa, se non la rincorsa di unabilitazione fin l non ottenuta e il passaggio difficile di un nuovo concorso pubblico. Il tentativo di questo governo di dare un ordine alla ragnatela spessa e larghissima atto coraggioso - ha finito per approfondire le distanze, alimentare la guerra tra battaglioni e la rabbia di esclusi che hanno iniziato a fare pressioni per un emendamento o sperato in una larga rivolta del Pd di minoranza. In ballo cera un lavoro a tempo indeterminato, in molti casi una vita migliore.

La strumentalit salita sopra queste giuste considerazioni, questi dolori, e ha premiato il rancorismo atavico di troppi insegnanti italiani, la loro disabitudine a qualsiasi cambiamento, il terrore di non poter scegliere la scuola sotto casa, il fastidio di dover essere giudicati pascendosi nel mito della buona scuola italiana, delle elementari modello nel mondo. No, oggi non pi cos: la scuola italiana vecchia e ferma, con materie vecchie e imbalsamate, stili e metodi di insegnamento vecchi e noiosi e una dispersione di adolescenti a partire dalle scuole medie impressionante.

La riforma detta La buona scuola un tentativo per far ripartire il sistema, e soltanto il tempo potr dirci quanto riuscito. Di certo ora dopo tante proteste il governo ha messo un punto fermo al suo progetto: una legge. Certo, ha lasciato a terra tanti feriti, troppi esclusi. Certo, le scelte dei futuri assunti avrebbero potuto essere diverse: meno burocratiche (assunti tutti gli iscritti alle Gae, compreso chi non insegna da anni) e pi attente ai percorsi compiuti dai singoli per imparare a diventare un insegnante. Oggi, per, i 103 mila che non sono stati esclusi, e hannoforti ragioni per credere in uno stipendio certo nel corso dell'anno scolastico 2015-2016, dovrebbero alzare lo sguardo, uscire dal bunker e, insieme ai docenti che gi una cattedra ce lhanno e non sono stati certo meno ostili, iniziare a lavorare per la scuola pubblica italiana.Il 48 della Scuola. Di Rino Di Meglio

inComunicatiLeditoriale del coordinatore nazionale sugli avvenimenti nella scuola italiana degli ultimi mesi, con limposizione della cosiddetta legge "buona scuola"

mercoled 26 agosto 2015Sono passati quasi 170 anni dagli avvenimenti del 1848, ma talmente forti furono gli avvenimenti di quellanno che sconvolsero lintera Europa, da Corf ad Amsterdam, da Palermo a Vienna, senza escludere nessuna zona dEuropa, che il detto rimasto nella memoria popolare fino ai giorni nostri..

La restaurazione dellordine costituita fu effimera, negli anni successivi i semi delle rivolte democratiche germogliarono e portarono la gran parte degli stati europei a dotarsi di costituzioni, eleggere parlamenti, istituire forme democratiche di rispetto dei diritti dei lavoratori.

Fatte le debite proporzioni, gli avvenimenti nella scuola italiana degli ultimi mesi, con limposizione della cosiddetta legge buona scuola, hanno generato una rivolta ed una presa di coscienza che non trova precedenti in tutta la storia della scuola italiana.

La Gilda degli insegnanti pu, con orgoglio legittimo, rivendicare di essere stata la prima, gi durante lestate del 2014, ad iniziare la protesta contro il disegno autocratico del governo,iniziandone la critica pubblica nel convegno del 5 ottobre (giornata mondiale dellinsegnante) e scendendo in piazza a Firenze (citt del premier) il successivo 24 novembre.Successivamente ci siamo spesi, con ogni forza, per creare un fronte pi unitario possibile tra i sindacati rappresentativi..

Lo sciopero del 5 maggio, con una partecipazione plebiscitaria degli insegnanti stato solo lepisodio culminante di una protesta che si sviluppata per mesi, che ha visto innumerevoli e continue manifestazioni spontanee, per non parlare delle iniziative sui social media.Si creata ununit sindacale che non trova precedenti, ma il fronte si allargato a qualsiasi forza, comitato, associazione rappresentativa di gruppi grandi e piccoli di insegnanti..

Non si trattato di una battaglia sindacale per difendere un contratto, o per migliorare la scarsa retribuzione: unintera categoria ha levato un muro morale per difendere la propria dignit e la propria libert da un provvedimento che calpesta e stravolge la funzione docente ed i valori della Costituzione..

La prepotenza del partito di governo, non dimentichiamolo, stata gi ricambiata con un primo segnale inequivocabile da parte degli elettori nelle recenti elezioni amministrative che hanno visto una non piccola perdita elettorale del partito guidato dal presidente-segretario..

Lapparente restaurazione, culminata con il voto di fiducia nel Parlamento,ha generato una legge, mostruosa anche nella forma, che avr sicuramente le gambe corte.Alla riapertura dellanno scolastico, la battaglia riprender sia nelle scuole, sia sul piano legale, mediante limpugnazione i tutti gli atti che deriveranno dallattuazione della legge al fine di giungere ad una serie di pronunce, compresa la Corte costituzionale che portino allo smantellamento della legge,sia su quello sindacale, fornendo ai colleghi nelle scuole gli strumenti per vanificarne, per quanto possibile, gli effetti..

Non va trascurata la battaglia politica: vi infatti una parte della societ civile che reagisce ancora. Ad esempio le Regioni, alcune si stanno gi muovendo, ed esse dispongono della possibilit di un percorso accelerato per adire la Corte Suprema..

Infine da subito andr percorsa la strada di un referendum abrogativo, non improvvisato, che veda coinvolte il maggior numero di organizzazioni e movimenti possibile e che possa andare a cassare le parti pi inique della norma.

Guidare, con lelaborazione di proposte valide e responsabili, il grande movimento che si creato, incanalarlo su strade ragionevoli e percorribili costituisce una grande responsabilit ed una grande sfida per tutti noi, ci metteremo sicuramente le nostre forze per preservare alle future generazioni quei valori costituzionali nei quali crediamo profondamente.

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Nota a margine(con alcune domande)

Il 13 luglio, dopo la sottoscrizione del Presidente della Repubblica, stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge 107/2015 di riforma del sistema nazionale di istruzione.

Il nostro rispetto per le Istituzioni della Repubblica non ci ha fatto elevare la voce contro latto di sottoscrizione del Presidente Mattarella.

Sorvoliamo sulle modalit che questo Governo ed il partito che lo guida hanno utilizzato per forzare il Parlamento a digerire quello che stato un esercizio di forza muscolare, incurante del parere di chi nella Scuola lavora e sprezzante nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori.

Desideriamo invece spendere alcune parole sullevidente contrasto con la Costituzionedi questa legge:iniziamo con la forma, in questo caso anche sostanza,larticolo 72 della Costituzione prescrive che il Parlamento debba votare le leggi articolo per articolo. La legge 107 composta da un unico articolo, suddiviso in 212 commi, che occupano 29 pagine della Gazzetta ufficiale.Non si aggirata brutalmente ed in modo patente la Costituzioneper costringere il Parlamento ad approvare con un unico voto di fiducia, evitando la discussione nel merito, uno scatolone onnicomprensivo ed obbrobrioso?

Ancora un paio di esempi molto chiari:

-La Costituzione impone alla pubblica amministrazione il principio dellimparzialit: come si concilia questo principio con il postere attribuito al Dirigente scolastico di scegliere i docentiche ritiene pi adatti per lIstituto?

- La Costituzione impone il principio di uguaglianzatra coloro che svolgono lo stesso lavoro,come lo conciliamocon la divisione dei docenti tra titolari di cattedra nella scuola e titolari di un ambito territoriale?

- Come si pu vietare per legge ai docenti di ruolo di partecipare ai futuri concorsi pubblici?Difficile dire se questa norma sia anticostituzionale o piuttosto irragionevolmente stupida.

(daProfessione docente, settembre 2015)

Christian Raimo, giornalista e scrittoreA che punto la riforma?Il disegno di legge della Buona scuola arrivato a met del suo iter parlamentare: licenziato dalla camera, dal 3 giugno in discussione al senato. Non molto cambiato dallimpostazione originaria, nonostante il gran numero di interventi in aula, di controproposte, di esplicite richieste di cambiamenti di singoli punti; nonostante lo sciopero del 5 maggio; e nonostante tra il 27 e il 28 maggio in commissione istruzione ci siano state pi di quaranta audizioni. Considerato che aria tira, probabilmente anche in senato il dibattito riguarder solo aspetti marginali.

Sul sito di Orizzonte scuola intanto si pu trovare unottima sintesi (sempre in aggiornamento) della riforma allo stato attuale.

Ecco i punti pi rilevanti.

Incentivi allautonomia scolastica(che per rimane pi sinonimo di accentramento che di autogestione);

Gli insegnanti di sostegnoche forse non saranno lasciati alla deriva ma ancora non c nulla di conclusivo sulle assunzioni (le tante vituperate graduatorie a esaurimento, per dire, non saranno eliminate);

Gli insegnanti neoassuntiche avranno un anno di prova in cui verranno giudicati anche dagli studenti;

Una supermobilit dei docenti: prima che entri in vigore il piano di assunzioni triennali, per il 2015/2016 pare che si potr essere destinati un po ovunque;

Cancellareil 5 per mille alla scuola dei propri figli, dopo che aveva suscitato uno sdegno diffuso (non piange nessuno);

La possibilit data ai presidi di scegliere i docenti(per tre anni rinnovabili, dagli ambiti territoriali, i supplenti fino a dieci giorni), i collaboratori, e assegnare incarichi e supplenze anche senza specifica abilitazione;

Benefici fiscalia chi fa donazione sia alle statali sia alle paritarie;

Una bonus card di 500 europer gli insegnanti e saranno stanziati, dal 2016, 40 milioni annui per la formazione obbligatoria (questa parte lodevole, anche se ancora confusa);

La valutazione dei docentida parte di una commissione composta dal dirigente, due docenti e una rappresentanza di docenti e studenti: quelli giudicati migliori secondo criteri decisi dal comitato stesso riceveranno dei soldi in pi (secondo unidea scellerata di meritocrazia);

Insieme a tutte queste misure ce ne sono altre meno incisive compresa una serie di norme di delega al governo che sono state tolte, aggiunte, ritolte, riaggiunte, ritolte. Eun provvedimento invece significativo sulledilizia scolastica: uno stanziamento consistente di quasi un miliardo di euro.

Liceo Virgilio di Milano, giugno 2011.(Stefano G. Pavesi, Contrasto) un problema di comunicazione il fatto che questa riforma non convinca nessuno?Pur con tutto questo attivismo legislativo, la Buona scuola, che doveva essere il cavallo di battaglia del governo di Matteo Renzi, si sta rivelando invece un cavallo di Troia che sta minando dallinterno la solidit dellazione e ancora di pi il consenso del governo.

Da una parte una schiera molto compatta di insegnanti e lavoratori della scuola sta, di fatto, rappresentando lunica opposizione robusta in questo momento in Italia (scioperi riuscitissimi, credibili minacce di blocco degli scrutini, una rete capillare di informazione dal basso, controproposte legislative come quella diniziativa popolare eccetera); dallaltra chi ha progettato questa riforma si trova costretto a giustificarne ogni giorno lo spirito e la lettera di fronte alle critiche.

Matteo Renzi stesso, che non certo abituato a fare autocritica, ha pi volte dichiarato come il governo ha sbagliato la comunicazione nel merito.

Cos nelle ultime settimane si sono succeduti una serie di documenti tutti volti a spiegare le linee guida della riforma e a manifestare una volont di ascolto.

Ma sela lezione di Renzi alla lavagna stata analizzata, criticata, sbeffeggiata e parodiata in decine di modi, sono circolati altri due articoli in difesa dufficio della Buona scuola che interessante leggere.

Il primo di Davide Faraone, sottosegretario allistruzione, ed stato scritto in forma di lettera al Foglio come risposta allo sciopero. Fin dal titolo che forse non responsabilit di Faraone: La Buona scuola pi di una riforma, made in Italy di idee lintento del governo spiegato con una serie di slogan che sono un concentrato di retorica motivazionale e pseudomanageriale. Eccone qualche stralcio:

Abbiamo presentato un emendamento che introduce tra le deleghe del ddl La Buona Scuola, che riguarda il potenziamento della formazione nel settore delle arti e del Made in Italy in tutti i cicli e i gradi della scuola. Vorremmo che le scuole da sole o in rete dialogassero con soggetti terzi per apprendere le specificit italiane legate allalta qualit artistica, culturale, artigianale e per spendere queste nuove competenze nei settori di ripresa della nostra economia () Basta risorse sperperate come i coriandoli. Ununica grande missione, le ricchezze italiane nel mondo, su cui canalizzare le risorse comunitarie e non () Ogni ambito di ricerca stato ricompreso in un orizzonte di azioni e di programmazione, inserendo anche in questo caso il brand Made in Italy, sigla del talento italiano, che ci rende competitivi nel mondo e che il mondo ci chiede ()Qualcuno ci ha detto che abbiamo consegnato le chiavi della scuola a Marchionne. Conservatori. Noi finalmente facciamo dialogare mondi che inspiegabilmente finora sono stati separati. Creiamo sinergia. Abbattiamo steccati. un cambiamento rivoluzionario, ne siamo consapevoli. Eppure fare un investimento di fiducia sul futuro, mettendo a frutto le risorse che abbiamo per natura e per tradizione, un atto dovuto per i nostri ragazzi. Il coraggio per compiere il salto non ci manca. E non manca neanche agli italiani.

Limpressione che un insegnante o un genitore qualunque ne ricava che Davide Faraone non abbia la minima idea di cosa stato e cos il dibattito sulla scuola, da un punto di vista scientifico, pedagogico, sociologico; e che applichi in modo approssimativo alcune categorie dellindustria culturale a questioni che avrebbero bisogno di ben altra conoscenza e visione.

Questaria di innovazione e di modernizzazione puzza di colla scaduta, e non si capisce come Faraone stesso non se renda conto.

Il 22 maggio, allindomani dellapprovazione alla camera della Buona scuola, uscito invece in prima pagina sulla Repubblicaun articolo di Marco Lodoli. Non si pu negare che sia scritto meglio di quello di Faraone, ma evidenzia molte altre carenze dal punto di vista sia argomentativo sia retorico.

Lodoli racconta di aver partecipato a molte riunioni al ministero in preparazione della riforma e addirittura confessa di essersi inventato il nome, la Buona scuola; e per questo ammette uno sconcerto assoluto quando il 5 maggio le piazze dItalia sono state inondate dai cortei dei suoi colleghi in sciopero, mentre lui e il suo preside si aggiravano come fantasmi solitari tra i corridoi vuoti della sua scuola a Torre Maura. Cosa andato storto? Perch si chiede Lodoli non sono riuscito a convincere i colleghi della bont di questa riforma?

Secondo il racconto lodoliano, i professori sono restii non solo alle novit ma allidea stessa che qualcosa possa cambiare: scottati da troppe riforme zoppe e promesse non esaudite, ora si trincerano in unopposizione tutta pregiudiziale, incapaci di riconoscere gli aspetti progressisti di questo disegno di legge.

Perch interessante leggere larticolo di Lodoli? Non tanto per lanalisi piuttosto superficiale quanto per il ritratto dei professori e degli studenti: un professore pignolo con il borsello a tracolla, lalunna arrabbiata cronica, il prof marxista-leninista, un professore incline al lamento catastrofico come quasi tutti, un collega romanissimo che sorride beffardo eccetera.

Se la scuola di Davide Faraone sembra essere stata colonizzata da truppe di scaltri sindacalisti allarrembaggio, quella di Lodoli popolata solo di macchiette, muffite e sclerotizzate nelle loro convinzioni e abitudini.

Si comprende allora quale sia la visione contro cui gli avvocati della Buona scuola possono scagliarsi, in nome di un illuminismo solo dichiarato e di una vulgata modernizzatrice: lidea di una classe docente cialtronesca e corporativa.

E qui si annida lerrore pi grave, politico e comunicativo, di Renzi e dei suoi collaboratori. Perch di fronte a questo alone di presunta modernit, nella realt di chi la scuola la conosce e la frequenta si oppongono molte buone pratiche di professori aggiornatissimi e la competenza di tanti sindacalisti che si occupano bene di scuola.

Cos che non piace strutturalmente in questa riformaSul sito di Wu Ming uscitoun articolo molto affilatofirmato collettivamente da un gruppo di docenti, studenti e bidelli coordinati da Girolamo De Michele e Carmelo Palladino, che indica perch tutto limpianto di questa riforma non i singoli articoli sia contestabile.

Il punto fondamentale che in nome di una migliore organizzazione scolastica si sta tentando, nemmeno tanto surrettiziamente, di aziendalizzare listruzione.

Laziendalizzazione della scuola pubblica, con la legge 59/1997, investe sia il piano lessicale (il preside diventatodirigente, lo studenteutente, gli obiettivi educativiofferta formativa) sia quello pratico (le istituzioni scolastiche, cui stata conferita personalit giuridica, possono accettare donazioni da privati, stipulare convenzioni con soggetti esterni, partecipare a consorzi per acquisire beni e servizi).

Oggi sembra normale che una teoria della valutazione nata per lindustria possa essere applicata anche nel mondo della scuola, agli studenti e agli insegnanti. Ma davvero normale?

Il grimaldello con cui questo dispositivo sta sostituendo la relazione educativa e la costruzione democratica uno strano miscuglio di retorica politicista e aziendalista.

Parole comecompetenze,eccellenza,meritocrazia,bonus,benefitsono ormai termini entrati nelluso comune, rispetto ai quali dobbiamo ripensare quello che avviene sia in classe sia fuori della classe. Perch diamo per scontato che sia cos?

Un paio di numeri recenti della rivista Aut Aut (uno sulla scuolaeuno sulla valutazione) possono aiutare ad abbozzare alcune risposte.

Nel primo si trova un bel saggio di Eduardo Greblo, che fa unarcheologia critica su questa moda delle competenze a partire daAgire le competenze chiave. Scenari e strategie per il benessere consapevoledi D.S. Ryken e L.H. Salganik (un importante strumento di lavoro per policy-maker, imprenditori, responsabili scolastici, formatori, consulenti e chiunque operi nel campo delle risorse umane, come recita leloquente scheda di presentazione), per poi mostrare come la teoria delle competenze possa avere obiettivi discutibili, come per esempio misurare con pretesa di oggettivit qualcosa di non misurabile: ho dei numeri, formulo un giudizio, una valutazione su qualcosa che in realt vive nellassoluto arbitrio.

E, inoltre, pretende di spingere gli studenti alla flessibilit, alladattabilit, a unintegrazione nel mondo del lavoro, a rendere il pensiero critico neutrale e strumentale ai bisogni delle aziende (come scrivono Ryken e Salganik: Incentivare una vita realizzata e il buon funzionamento della societ, gi a partire dai curricola scolastici. La flessibilit, ladattabilit, la mobilit sono le caratteristiche che luomo moderno deve possedere per vivere consapevolmente la sua vita e per far fronte alla molteplicit di ruoli che affronta quotidianamente).

Nel secondo numero di Aut Aut si possono leggere i due saggi di Valeria Pinto (autrice diValutare e punire) e Francesca Coin.

In quello di Coin, in particolare, si rintraccia la matrice di questo afflato ipervalutativo nel cosiddetto modello del toyotismo o della qualit totale. Bisognerebbe rileggere un libro uscito una decina danni fa per Einaudi,Lo spirito Toyota, per riconoscere nellideologia di Taiichi Ohno limpianto teorico di questa riforma.

Nel sistema Toyota solo un terzo della busta paga era assicurato mensilmente secondo un contratto. Il resto dipendeva dalla produttivit, dai tassi di assenteismo e dalla lealt dei lavoratori agli interessi e agli obiettivi aziendali. Nella Buona scuola il sistema premiale per gli insegnanti non avr caratteristiche molto simili?

Il saggio di Coin aiuta a scardinare anche la retorica della meritocrazia. Nellistruzione, il merito diventa cos un dispositivo di accesso, il filtro che si prefigge di allocare talenti e capitale umano sul mercato sulla base del loro valore intrinseco, smarcando lindividuo meritevole dalle moltitudini eccedenti, come leccellenza si smarca dalla massa.

Riprendendo la prefazione alla prima edizione del libro di Michael Young in cui si coniava il concetto stesso di meritocrazia: La meritocrazia come un concetto discriminatorio, che giustifica una drammatica diseguaglianza sino a divenire lesatta antitesi della democrazia.

Nellanalisi di questo ritornello del merito, Coin suggerisce anche di rileggere lultimo articolo scritto da Bruno Trentin, uscito sullUnit del 13 luglio 2006, in cui si individuava in questa retorica una pericolosa deformazione della tradizione di sinistra:

Soprattutto negli anni 60 del secolo passato, quando mi sono confrontato con la struttura della retribuzione, alla Fiat e in altre grandi fabbriche e ho scoperto la funzione antisindacale degli assegni o premi di merito, quando questi, oltre a dividere i lavoratori della stessa qualifica o della stessa mansione, finirono per rappresentare un modo diverso di inquadramento, di promozione e di comando della persona, sanzionato, per gli impiegati, da una divisione normativa, che nulla aveva a che fare con lefficienza e la funzionalit, ma che sancivano fino agli anni 70 la garanzia del posto di lavoro e quindi la fedelt allimpresa.

Non rischia di suonare vagamente inquietante se si pensa al sistema con cui questa riforma ha immaginato di assegnare premi e incentivi agli insegnanti?

Del resto laggressivit con cui questo governo si scaglia ogni giorno contro i sindacati (sempre Davide Faraone nellarticolo che abbiamo citato sopra: Ogni volta che si parla di scuola in Italia, gli italiani escono dal campo da gioco ed entrano in campo i sindacalisti della scuola. Noi vogliamo cambiare il paradigma, ma anche il suo racconto,desindacalizzandolo) fa il paio con unideologia classista dellistruzione che Renzi sposava fin da quando era sindaco di Firenze.

Nellarticolo di De Michele si recuperano anchele lodi sperticateche nel 2011 Renzi tesseva al libro di Paola Mastrocola,Togliamo il disturbo, attaccando la tradizione di scuola democratica del novecento e tratteggiando quale sarebbe stata la sua futura linea di condotta: Il libro non solo offre una godibile e ironica istantanea sui ragazzi di oggi, dalla cura o incuria del look ai pregi e difetti del correttore automatico di word, ma mette in discussione anche modelli come don Milani o Gianni Rodari, e infine ci invita a pensare a come vorremmo la scuola del futuro, a ragionare se la impostiamo sui sogni dei ragazzi o piuttosto sulle paure del nostro tempo.

Ogni volta che si prova a mettere in discussione questo modello ipervalutativo (per quanto riguarda gli studenti e gli Invalsi si pu leggere lilluminante lavorofatto dalla maestra Adriana Presentini con i suoi bambini di quarta elementare) c qualcuno che risponde con il ritornello che gli insegnanti non vogliono farsi valutare.

evidentemente una cattiva banalit.

Quello che servirebbe non certo un sistema premiale gerarchico (legato agli incentivi economici), ma un metodo di correzione in itinere e una scuola che metta al centro la cooperazione e leducazione tra pari, sia in classe sia nellorganizzazione. Tutto questo tra laltro esiste gi in centinaia di buoni esempi sparsi per tutta Italia che potrebbero essere aiutati a mettersi in rete.

Se poi si vogliono penalizzare i professori che non fanno il loro lavoro bene assenteisti, inadeguati basta semplicemente applicare regole che gi esistono. Per il resto si dovrebbe come suggeriscono De Michele & co. improntare la formazione permanente seguendo i modelli di autogestione, che in questi anni di riforme disastrose e di stipendi ridicoli, hanno compensato lassenza di risorse della cattiva politica sulla scuola.

Per poter intervenire soprattutto su quegli aspetti praticamente dimenticati da questa Buona scuola: lotta alla dispersione, riforma dei cicli, elevamento dellobbligo scolastico a 18 anni e istruzione permanente.

Sullannosa questione delle assunzioni si pu dire, invece, che poteva essere risolta con un decreto a parte, magari non pensato con gli stessi criteri con cui stato costruito il disegno di legge, e che cos ci saremmo risparmiati un anno di proteste a questa riforma modesta e molesta?

Una classe del liceo Virgilio di Milano, maggio 2011.(Stefano G. Pavesi, Contrasto)Qualcosa pu ancora cambiare?Unanalisi simile a quella delineata fin qui lha elaborata il senatore del Partito democratico Walter Tocci. Allindomani dello sciopero del 5 maggio, aveva gi chiesto al governo Renziuninversione di rotta.

Inascoltato, ha pubblicato sul suo sito un paio di documenti molto interessanti, che indicano in modo pratico quali dovrebbero essere le modifiche legislative per provare a salvare questa riforma. Vale la pena leggerli per intero.

Ilpr

HYPERLINK "https://drive.google.com/file/d/0BxkCNytKMnQXOVVreVJxclUwMGs/view?pli=1" im

HYPERLINK "https://drive.google.com/file/d/0bxkcnytkmnqxovvrevjxcluwmgs/view" o un saggio molto duro, che affronta il merito della riforma e il metodo del governo.

La legislazione degli ultimi venti anni dice sempre le stesse cose ma in un linguaggio legislativo sempre pi scadente. una ripetizione senza apprendimento. Su scuola-lavoro, per esempio, il parlamento aveva gi legiferato, da ultimo nel 2013, rinviando lattuazione a un regolamento, ma il governo invece di scriverlo ricomincia da capo chiedendo una delega a scrivere il regolamento. Fa pi notizia approvare una legge che attuarla. pi facile comunicare che governare.

Ma soprattutto compie una diagnosi culturale e storica delle cattiva ispirazione della Buona scuola.

Tra le molte cose condivisibili e approfondite che scrive Tocci e ci si chiede perch Renzi abbia preferito Giannini o Faraone al posto di persone del suo stesso partito che dimostrano una conoscenza cos approfondita di trentanni di dibattito politico sulla scuola c unosservazione di tipo antropologico, che segnerebbe un serio cambio di prospettiva se fosse adottata:

La dottrina alla moda dice che la qualit di un sistema si innalza con le eccellenze. La qualit di sistema non si misura sulle punte isolate, ma dipende dalla gran parte degli insegnanti sufficientemente buoni, secondo lespressione introdotta da Donald Winnicott per sfatare il mito della madre perfetta. La politica pubblica deve valorizzare proprio questo insieme dei sufficientemente buoni che forma il carattere di un sistema scolastico nazionale. Negli ultimi decenni, invece, sono stati demotivati e penalizzati da quasi tutti i provvedimenti legislativi: il blocco degli stipendi, la mancanza di risorse, la complicazione burocratica. Rimaneva solo una forza a loro disposizione, la titolarit della cattedra e la libert di insegnamento. Se viene meno anche questultimo riconoscimento, si ferisce la dignit dellinsegnante. La ragione profonda della protesta che il governo non riesce neppure a capire.

Le modifiche che Tocci chiede ilsecondo documento sono tante e tali che certo se fossero accolte il disegno di legge avrebbe un altro valore.

Su due aspetti in particolare i cambiamenti proposti sono davvero profondi: da una parte lidea che invece della formazione legata al merito e alla valutazione per gli insegnanti si possa creare una classe di formatori esperti, di formatori di formatori, che nel medio periodo possano attraverso un percorso che non premiale ma a sua volta educativo effettivamente aumentare la cooperazione tra docenti e la qualit dellinsegnamento; dallaltra la difesa della dignit del lavoro del docente, con una serie di garanzie a partire dalla titolarit anche per i neoassunti.

Il tentativo di Tocci, lodevolissimo anche se non uniforme nella proposta, arriva fuori tempo massimo? O potrebbe essere una piattaforma per cercare in parlamento un compromesso tra sostenitori e critici della Buona scuola?

Se Renzi accettasse non i rilievi secondari, pure significativi e indicativi della qualit legislativa di Tocci, ma quelli cruciali che riguardano formazione e lavoro dimostrerebbe acume e umilt.

molto difficile che accada. Quel che pi probabile che alla fine uscir dalle aule una legge-groviera: un pasticcio pieno di deleghe in bianco che andranno a riempirsi nei prossimi anni, con una serie di decretini che non passeranno al vaglio di una reale e approfondita discussione cosa che, a parte tutto, almeno in questi mesi si prodotta.

SCUOLENON UN PASSO INDIETRO! RIPARTE LA LOTTA CONTRO LA BUONA SCUOLA

Agosto 27, 2015

diRoberto Villanii

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Nonostante un crescendo di lotte durate un anno intero, la controriforma della scuola di Renzi passata. Ma il mondo per la scuola non si d per vinto, forte il desiderio di riscatto e la volont di trasformare la temporanea sconfitta in una futura vittoria.

di Roberto Villani*Un po di storia recenteNei mesi passati un movimento della scuola particolarmente ampio e variegato, composto da lavoratori e RSU autoconvocate, coordinamenti per la LIP, associazioni studentesche, sindacati confederali e di base, ha dato vita ad una delle pi importanti lotte organizzate nel nostro paese negli ultimi anni, opponendosi con grande forza e determinazione alla controriforma di Renzi-Giannini denominata buona scuola.

Renzi, che molto aveva puntato sulla scuola in termini di immagine, ha trovato negli insegnanti e negli studenti unaresistenza durissima e forse inaspettata, soprattutto se si considera che in precedenti occasioni di grave attacco ai diritti dei lavoratori come nel caso del jobs act (con conseguente devastazione dello statuto dei lavoratori), grande era stata la disorganizzazione, la disgregazione, la passivit dei soggetti colpiti e delle principali organizzazioni sindacali.

La lotta di questo importante movimento contro una riforma dellistruzione realmente ultra- aziendalista, si sviluppata in un crescendo:Si partiti gi da luglio 2014, quando il movimento romano della scuola si trovato a Montecitorio per rispondere immediatamente alla proposta di buona scuola-azienda presentata con un mellifluo documento simil-pubblicitario in pdf da Renzi.Di l, dopo numeroseassemblee autoconvocatee dopo diversiincontri di studioed analisi critica della riforma, organizzati dai lavoratori della scuola - che hanno messo a nudo contenuti quali il preside sceriffo, il nucleo di valutazione, limpoverimento degli organi collegiali e della democrazia scolastica, la mannaia sui precari ecc. -, partita unaraccolta delle mozioni e delle delibere dei collegi docenticontro la riforma, a cui hanno partecipato migliaia e migliaia di insegnanti, ridicolizzando la falsa consultazione on line proposta invece dal governo.

Gli sviluppi successivi della lotta poi li conosciamo bene, visto che molto se ne parlato: manifestazioni, sit-in, flash mob, scioperi partecipatissimi come quello del 24 aprile e soprattutto del 5 maggio (il pi grande sciopero della storia della scuola repubblicana) a cui ha partecipato oltre l80% dei lavoratori della scuola e, sotto la spinta degli stessi lavoratori e delle RSU, unfronte sindacale vastissimo e finalmente unito, composto da tutte le sigle confederali e da quasi tutti i sindacati di base. Fronte che ha mantenuto la sua unit anche durante il successivosciopero degli scrutini(necessariamente interrotto per la mannaia di leggi anti-sciopero sulle quali i sindacati confederali, ed in particolare la CGIL, dovrebbero ritirare la firma).

Nonostante la lotta determinata ed unitaria del movimento, ilgoverno riuscito comunque a far passare la sua riforma, varata il 13 luglio 2015(L.107/2015). Una riforma giudicata da molti giuristi incostituzionale (tra laltro stata bocciata nel passaggio in commissione affari costituzionali), che ha fatto indignare gli addetti ai lavori e non solo, che stata fischiata in parlamento dai cittadini presenti sugli spalti, come mai successo primaIl governo in sostanza, messo in difficolt dalle lotte e dalla vasta mobilitazione, per portare a termine il suo progetto di controriforma dellistruzione dovuto ricorrere a modalit decisamenteanti-democratiche, come il superamento della discussione in commissione scuola dove Renzi era finito in minoranza, il superamento degli emendamenti delle opposizioni attraverso un originale e truffaldino maxiemendamento (che nulla ha cambiato dellimpianto originale del ddL), per non parlare del gi citato passaggio sullincostituzionalit e, dulcis in fundo, il ricorso alla fiducia.

Il tutto svolto ovviamentemobilitando al massimo larsenale mediatico governativo, con tanto di spottini ridicoli del presidente del consiglio passati sulla tv di stato (con tanto di gessetti e lavagnette); senza contare le tante vuote dichiarazioni di impacciatissimi membri del governo, conduttori, giornalisti ed opinionisti ammaestrati; tentativi che non sono bastati a coprire la vergogna e che non hanno salvato la maggioranza dal conseguente calo diconsensi e di credibilit.

Una perdita di consensi consistente da parte di Renzi in questo passaggio di governo quindi,ma c dellaltro

Tra i protagonisti del movimento, i lavoratori della scuola, gli studenti, i genitori ed i cittadini consapevoli, anche dopo la firma di Mattarella (che ha forse scordato in quelloccasione di essere garante della Costituzione)non tira affatto aria di smobilitazione, ma serpeggia invece un forte desiderio di riscatto e volont di contrattacco.

Il popolo della scuola, ormai consapevole delle proprie ragioni e della propria forza e ancora unitariamente mobilitato,non ha alcuna intenzione di interrompere la sua battaglia ed intenzionato a trasformare la temporanea sconfitta in una futura vittoria!E questo un fatto insolito, in controtendenza rispetto a lotte sindacali precedenti, che spesso si sono arenate o interrotte bruscamente con il varo definitivo delle leggi o provvedimenti filopadronali contro cui ci si era mobilitati.

Per far questo per, per riuscire a cancellare la L.107, per vincere la guerra contro questo governo reazionario, per importantissimorafforzare quellunit sindacaleche ha visto lottare insieme contro la riforma tanto i sindacati firmatari che i sindacati di base ed in questo senso decisivo sar ilruolo delle RSU e degli iscritti, che dovranno chiedere con forza alle loro organizzazioni dirimanere unite nella lotta, non cedere a tentazioni di compromessi e concertazioni al ribasso e non fare nessuno, ma proprio nessun passo indietro!

Sar necessario poi costruire gi a settembre le condizioni perricreare la mobilitazione ampissima raggiunta dal movimento della scuola tra aprile e giugno. Bisogner quindicoordinarsi a livello nazionale, costruendo momenti unitari di organizzazione del movimento, come lassemblea autoconvocata del 31 agosto a Roma, o quella del 5-6 settembre promossa dai comitati della LIP a Bologna, o quella nazionale delle RSU dell11 settembre a Roma, con lo scopo diarticolare un'efficace strategia di lotta comune su tutto il territorio nazionale.Ma avr altrettanta importanzaagire anche a livello locale, costruendo sinergie tra i diversi attori della scuola (insegnanti, studenti, genitori RSU, CdI, CdD, comitati genitori, collettivi studenteschi etc) elottando in modo coordinato scuola per scuola contro gli effetti della riforma, contro il potere e larroganza dei presidi sceriffi, contro i nuclei di valutazione, contro le assunzioni dei precari lontano dalle proprie case (in questi giorni molte sono le proteste e le iniziative in questo senso), contro il taglio dei finanziamenti che porta gli istituti a chiedere alle famiglie salati contributi volontari mentre incostituzionalmente si finanziano le private...

Insomma, bisogna costruire unalotta di lunga durata, unitaria, radicale, intelligente, in grado di crescere in forza e partecipazione e di sfruttare ogni possibilit per mettere in difficolt il governo sulla L.107; anche quella di uneventuale referendum, a patto che lo stesso sia espressione reale del movimento della scuola e non di tentativi politicisti come quello maldestramente proposto in questi giorni da Civati, nel tentativo di lanciare la sua neonata compagine politica.

Una lotta sindacale, ma anche politicain cui il movimento sappia sfruttare la sponda offerta dalle opposizioni parlamentari ed extraparlamentari senza farsi per mettere il cappello dalle stesse.

Chiara infatti deve essere una questione:Il popolo della scuola si pone obiettivi grandi, condivisi ma complessi da ottenere. E stato pi volte detto dai lavoratori e dagli studenti che lunico risultato possibile per noi il ritiro completo della buona scuola, oggi L.107, una legge aziendalista fortemente desiderata e sostenuta da tutti i poteri forti (treElle, fondazione Agnelli, Confindustria..).Parallelamente il movimento che si mobilitato contro Renzi-Giannini chiede da semprelattuazione di una riforma realmente condivisa da lavoratori della scuola, studenti, genitori, incarnata oggi nella LIP, Legge di Iniziativa Popolare basata sui pi alti elementi della democrazia espressa dalla Costituzione antifascista e della scuola democratica degli organi collegiali conquistata con le lotte degli anni 70.

Ma non si pu per pensare che un simile risultato possa essere raggiunto senza che vengano messi in discussione gli equilibri di un governo che espressione diretta dei poteri forti nazionali e soprattutto sovranazionali, un governo smaccatamente neoliberista che ha fatto dei dettami del padronato internazionale (politicamente rappresentato dalla cosiddetta troika) la sua linea di condotta politica.Per questo la lotta sindacale non baster e la rivendicazione del settore scuola dovr lasciare il posto, pi che in passato ( forse stato questo il maggior limite del movimento) ad unamobilitazione unitaria e pi vasta di tutti i lavoratori, per arrivare allorganizzazione di un grande ed incisivosciopero generalein grado di dare una spallata decisiva; unarivendicazione quindi politica(su cui si dovranno misurare anche e soprattutto i comunisti e gli anticapitalisti ovunque collocati)contro un sistema economico basato sullo sfruttamento del lavoro, contro la devastazione di scuola e sanit, contro il precariato che si cela dietro i nuovi contratti a tempo indeterminato, per la difesa dellorario di lavoro e del salario diretto, indiretto e differito.

In questo senso, lacostruzione dellunit tra tutti i lavoratori salariatiprecari e non, lelaborazione di piattaforme di rivendicazione comuni tra le vertenze, la solidariet di classe tra coloro che si battono contro la buona scuola, la riforma della P.A. o il jobs act, un elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi che si dato il movimento della scuola.Le operazioni di solidariet nate in questo periodo da gruppi di insegnanti insupporto ai lavoratori Ikeain sciopero, sono un primo interessante segnale in questa direzione.

Continuiamo dunque a lavorare pertenere unito il fronte sindacale esercitando la necessaria pressione dal basso, proviamo asuperare il corporativismoche non ci permette di allargare le lotte, continuiamo amobilitare i colleghi ed i lavoratoriche ancora non hanno alzato la testa, diamo spazio alla nostraintelligenzaedimmaginazione, impariamo dai nostri errorie prepariamoci allautunno ed a questa dura lotta.

Contro la buona scuola ed il governo Renzi, NON UN PASSO INDIETRO!!*RSU Flc/Cgil Lavoratori Autoconvocati Scuola - Roma

Prossimi appuntamenti del movimento della scuola contro la legge 107 del governo Renzi: Roma, 31 agosto, h.16 presso Il cielo sopra l'esquilino, via galilei 57: Assemblea autoconvocata delle scuole di Roma per organizzare le mobilitazioni contro la riforma

Bologna, 5-6 settembre, dalle h.10, Piazza Scaravilli: Stati Generali della Scuola per costruire insieme la mobilitazione contro la Legge 107 del Governo Renzihttp://lipscuola.it/blog/bologna-5-e-6-settembre-2015-assemblea-comitati-territoriali-lip-e-incontro-nazionale-di-mobilitazione-della-scuola/ Roma, 11 settembre, presso il teatro Quirino, a Roma in via delle Vergini 7: Assemblea nazionale unitaria delle RSU

Scuola, maxiemendamento Pd. Governo: S a fiducia se serve. Opposizioni: Non ci hanno fatto lavorareDa Il fatto Quotidiano del 23-06-2015 Corsa contro il tempo dell'esecutivo per arrivare al via libera sul provvedimento. Protestano Sel, Lega Nord, M5S e minoranza Pd: "Alibi tempi stretti, riforma invariata". Le assunzioni dei 100mila precari saranno in due fasi e lavalutazionedei docenti sar affidata anche a ispettori del Miur. Il bando per il concorsone a dicembre 2015

Le assunzioni ci saranno, ma la riforma sar completata in due fasi. Il governo prova il tutto per tutto per far approvare ilddl Buona Scuolain tempo. Il provvedimento arriver in Aula mercoled 24 giugno, ma senza che la commissione abbia dato il suo via libera: le opposizioni non hanno ritirato le 3mila richieste di modifica eMatteo Renzi, a differenza di quanto promesso, sembra intenzionato a chiedere la fiducia sul maxiemendamento che contiene i punti principali della riforma e che stato depositato in mattinata dai relatoriFrancesca Puglisi (Pd)eFranco Conte (Ap). Lipotesi stata approvata anche dal Consiglio dei ministri in serata nel caso fosse necessario. La maggioranza intanto si difende: E stata unasceltaobbligata, ha commentato il democraticoAndrea Marcucci. Ma le opposizioni protestano. Se restano cos le cose, ha ribattuto Gian Marco Centinaio dellaLega Nord, noi usciremo dallAula. Ilmaxiemendamento un tentativo di venire incontro alle richieste di modifica, anche se di fatto la struttura del provvedimento rimane invariata. La prima novit riguarda il piano straordinario assunzioni. Nellinfornata promessa daRenziper il prossimo anno scolastico, a patto che venga votato il pacchetto scuola nei termini stabiliti dalla maggioranza, vengono inglobati tutti gli idonei alconcorso a cattedre 2012, non solo i vincitori come gi previsto dallarticolo 10. Parte dei nuovi assunti a tempo indeterminato servir a sostituire i turn over (circa 30mila posti) e i posti vacanti (circa 15mila) finora ricoperti con le supplenze. I precari esclusi da questa lista (oltre 50mila), invece, vengono ammessi conunassunzione giuridicadi un anno. E da settembre 2016 finiranno nellorganico potenziato aggiuntivo.

Un esercito di precari rimane comunque appeso al vuoto. Il sindacatoAniefricorda che sono 70mila quelli che ricorreranno in tribunale, chi ha frequentato i corsi di abilitazione Pas o i Tfa ha diritto allassunzione, non a pillole amare presentate come regali. Tra gli esclusi ci sono anche coloro che hanno conseguito il titolo allestero e inScienze della formazione primariadopo il 2011. Secondo il presidente AniefMarcello Pacifico, chiunque si candidi a fare linsegnante ed stato abilitato dallo Stato, o ha avuto un titolo riconosciuto, ha diritto a essere immesso a pieno titolo nelle graduatorie per concorrere alle assunzioni.

La seconda modifica invece introducela valutazione dei dirigenti scolastici, a cadenza triennale, affidata a degli ispettori nominati dalMiur. Tra i criteri per il giudizio ci sar anche la competenza gestionale del dirigente, il miglioramento delle prestazioni scolastiche dellistituto, che tiene conto dei risultati dei singoli studenti e del successo di insegnanti e personale Ata. Nelle 40 pagine del maxiemendamento, spunta ancheun nuovo comitatodi valutazione del merito dei docenti, che dovr essere formato da tre insegnanti dello stesso istituto (di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto),un componente esterno(selezionato tra docenti, dirigenti scolastici e tecnici dellufficio scolastico regionale), due rappresentanti di genitori nella scuola fino al primo ciclo (infanzia, prima e secondaria di primo grado), oppure da un rappresentante dei genitori e uno degli studenti nel secondo ciclo. Neltriennio pilota 2016-2018le schede verranno raccolte dagli uffici scolastici regionali e consegnate al Miur, che sulla base dei dati ricevuti, elaborer le linee guida per la valutazione del merito dei docenti, in sinergia con le parti sociali e le associazioni di categoria, da rivedere periodicamente. Quarta aggiunta: il dieci per cento delloschool bonusdovr essere destinato alle scuole che avranno ricevuto donazioni sotto la media nazionale. In pi, stato messo un tetto alcreditodi imposta di centomila euro. Altro punto importante il fatto che entro il 1 dicembre dovr essere emanato ilbando per lassunzione di docenti. Si stabilisce infatti al comma 113 che il ministero dellIstruzione ferma restando la procedura autorizzatori dovr bandire entro il 1 dicembre 2015 un concorso per titoli ed esami per lassunzione a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di tutti i posti vacanti e disponibili nellorganico dellautonomia, nonch per i posti che si rendano tali nel triennio.

Per lopposizione il maxiemendamento solo fumo negli occhi. Nessuno disposto a gettare la spugna e le opposizioni, nel caso di un voto di fiducia, annunciano che daranno battaglia. Io mi astengo ha dichiaratoCorradino Mineo, che insieme aWalter Tocci,tutti e due della minoranza democratica, bocciano lultima versione del ddl sia nel metodo che nella sostanza. Nessuno dei problemi che hanno creato la protesta della scuola stato risolto scrivono in una nota su Facebook -. Rimane confermato il potere di chiamata del preside che cancella la libert di insegnamento e apre la breccia al clientelismo, allaumento delle diseguaglianze, alle scuole di tendenza ideologica proprio mentre premono alle porte i fondamentalismi. Ribadiscono che si finanziano i ceti medio alti con i bonus fiscali mentre viene azzerato il fondo delle borse di studio per i ceti meno abbienti. E se da una parte il governo insiste sullautonomia delle scuola, dallaltra non si restituiscono alle scuole isoldiper il funzionamento ordinario, costringendo gli insegnanti a fare la questua con i genitori, una sorta di aumento nascosto delle tasse per le famiglie. La presidente del gruppo Misto-SelLoredana De Petrise la senatriceAlessia Petraglia(Sel) sottolineano che il maxiemendamento ignora completamente le loro critiche. Quanto allalibi dei tempi stretti, sbandierato anche oggi dal presidente della commissione Marcucci dicono De Petris e Petraglia non ci stancheremo mai di sbugiardare il governo. Il solo ostruzionismo stato fatto dal governo e dalla maggioranza, che hanno letteralmente impedito alla commissione di lavorare e votare con il soloobiettivodi evitare che ilParlamentosovrano potesse esprimersi. Dura anche la reazione dei parlamentari delMovimento Cinque Stelle: Il testo di sintesi non cambia limpianto sostanziale della riforma: resta il preside manager, resta la chiamata diretta, resta lingerenza dei privati nella scuola pubblica statale e gli sgravi per le paritarie. Resta, in sostanza, tutto ci che il M5S e lintero mondo della scuola contestano da mesi.