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NON SOLO CUORE, RENI, FEGATO. TRA GLI ORGANI DA CUI DIPENDE LA SALUTE
C’È IL MICROBIOMA, CIOÈ L’INSIEME DI batteri BUONI, FUNGHI E LIEVITI
DIFFUSI IN TUTTO IL NOSTRO CORPO. CHE CI PROTEGGONO. E VANNO PROTETTI
l latte umano contiene 700specie di batteri diversi: lo harivelato una ricerca pubblica-ta della microbiologa María
Carmen Collado, dell’Istituto di agrochi-mica spagnolo. Dobbiamo preoccuparcie pastorizzare anche il latte della mam-ma? No, al contrario, dobbiamo essere lie-ti nello scoprire come questo latte con-tribuisca a costruire nel neonato quelcomplesso mix di microrganismi che glipermetterà di sopravvivere. È semprepiù evidente infatti che non siamo indivi-dui, ma ecosistemi, e riusciamo a mante-nerci in salute grazie al microbioma, ov-vero alla patina di batteri, funghi e lievitiche ricopre le parti del nostro corpo incontatto o con scambi con l’esterno (dal-la pelle all’intestino, dai bronchi all’uretra)impedendo che vengano colonizzate da va-rietà patogene. Una persona di 70 chili siporta dietro un numero di cellule estra-nee 10 volte superiori alle sue, circa 2 chi-li di microrganismi che, da potenziali ne-mici, in milioni di anni di evoluzione sonodiventati preziosi alleati. «Il microbiomaè come un altro organo del nostro corpo,le cui funzioni stiamo cominciando a ca-pire solo ora» dice la microbiologa Carlot-ta De Filippo, che studia il microbioma al-la fondazione trentina Edmund Mach.
Dal 2008 il consorzio internazionaleHuman Microbiome Project, promosso
di Alex Saragosa
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dal National Health Institute americano,censisce i microrganismi che convivonocon l’umanità: per ora ne hanno individua-to oltre 10 mila specie. Fra le centinaia dipersone di cui hanno analizzato il micro-bioma, c’è anche il giornalista Michael Pol-lan, che ha raccontato sul magazine delNew York Times i risultati del suo esame:possiede un ottimo mix di microrganismi,tra i quali figurano quelli della famigliaPrevotella, che digeriscono fibre vegetali,frutto probabilmente della sua dieta lar-gamente vegetariana. Nelle popolazionidei Paesi avanzati, invece, questi batteristanno diventando relativamente scarsi,sostituiti da altri, come i Firmicutes, più aloro agio in un ambiente ricco di zucche-ri e proteine, ma che non sembrano altret-tanto utili al nostro benessere.
«In realtà non sappiamo quale sia ilmicrobioma “perfetto”» dice il microbio-logo Rob Knights, dell’Università del Co-lorado a Boulders, ricercatore di puntadello Human Microbiome Project, «ancheperché l’ideale varia con la dieta e l’am-biente in cui si vive. Per esempio nell’inte-stino dei giapponesi, e solo nel loro, è pre-sente un batterio specializzato nella dige-stione delle alghe. Pensiamo però che piùil microbioma è diversificato meglio sia.Infatti, se l’uomo ha 27 mila geni nel suoDna, il Dna del suo microbioma ne contie-ne milioni, e più è grande la varietà più èprobabile che abbia una soluzione prontaper rispondere a variazioni nella
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Prevotella I batteri di questa famiglia aiutano a digerire i vegetali. Sono fondamentali perché grazie a loro si rinforzano le pareti dell’intestino
FirmicutesSono batteri più diffusitra chi si nutre di molti zuccherie proteine e sembrano non essere moltoutili al nostro benessere generale
Bifidobacterium lactisBatteri del ceppo bifidus si trovano nel latte e sui capezzoli materni e aiutanoil bambino a sviluppare il proprio microbioma
Il microbioma dei bambinisi perfeziona nei primiquattro anni di vita,grazie alcontatto con l’ambiente. Un eccesso di puliziaimpedisce la suaformazione e apre le porte alle allergie
Piccolissimicomplici
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abitualmente. Sarebbe perciò il microbio-
ma predominante a rendere la carne un
alimento più o meno pericoloso per le ar-
terie. La farmacologa Patrizia Brigidi, del-
l’Università di Bologna, ha invece esplora-
to con un gruppo di colleghi il cambia-
mento del microbioma negli anziani,
rilevando una perdita di biodiversità e un
aumento in specie patogene, forse dovuto
all’invecchiamento del sistema immunita-
rio. Questa modifica della microflora inte-
stinale apre la strada a uno stato di infiam-
mazione permanente, deleterio per la sa-
lute, ma che potrebbe essere ridotto con
l’assunzione quotidiana di probiotici.
Ripristinare il corretto microbioma,
però, non è semplice. «Anzitutto spesso
l’organismo deve abituarsi fin dalla fase di
sviluppo alla presenza di un microrgani-
smo, per accettarlo come ospite» dice Ca-
valieri, «poi la dieta va adattata al nuovo
microbioma: se aggiungo batteri che si
nutrono di fibre vegetali, devo arricchire
la mia dieta di fibre, per mantenerli. In
terzo luogo, più che un singolo microrga-
nismo, come i famosi bifidus delle pubbli-
cità, sarebbero più utili mix di varie spe-
cie, ancora da studiare nel dettaglio. Infi-
ne assumere integratori “probiotici” per
bocca non garantisce che arrivino vivi al-
l’intestino, a causa dell’acidità dello sto-
maco». In alcuni casi gravi, come le infe-
zioni intestinali da Clostridium difficilis, un
batterio molto difficile da curare, si ricor-
re però già al trapianto di microbioma da
una persona sana a una malata: è già av-
venuto anche in Italia, al Policlinico Ge-
melli di Roma (prelevando flora batterica
da un intestino e innestandola in un altro).
Se il microbioma è tanto prezioso, al-
lora bisogna impegnarsi per proteggerlo.
«Meglio evitare antibiotici inutili e un ec-
cesso di zuccheri, consumare vegetali va-
ri e alimenti fermentati» suggerisce
Knights. «Un approccio che può aiutare
anche a rilanciare i nostri prodotti tipici»
dice Cavalieri, che con De Filippo studia
quelli del Trentino. «Dalla birra ai formag-
gi, dal vino agli yogurt, la nostra industria
alimentare potrebbe proporre nuovi pro-
dotti che mantengano un equilibrio salu-
tare del microbioma intestinale».
riscono le fibre, producendo butirrato, che
le cellule dell’epitelio intestinale, isolate
dal flusso sanguigno, usano come nutri-
mento. Se quei batteri scarseggiano, le
cellule dell’epitelio si diradano, rendendo
l’intestino permeabile al passaggio di mi-
crorganismi, tossine e proteine non dige-
rite, e innescando uno stato di costante
infiammazione nell’organismo. E questa
potrebbe essere una delle cause di pato-
logie “moderne” come la sindrome meta-
bolica, il diabete di tipo 2, le infiammazio-
ni croniche intestinali, l’obesità».
Uno studio condotto da Stanley Hazen,
della Cleveland Clinic, ha rivelato che un
microbioma squilibrato potrebbe essere
anche il nesso fra consumo di carne e ma-
lattie cardiocircolatorie. Hazel aveva già
dimostrato nel 2011 che i batteri intestina-
li trasformano alcune proteine della car-
ne in Tmao, una sostanza che promuove
l’arteriosclerosi. Ora ha misurato i livelli
di Tmao in volontari che seguivano diete
diverse dopo avergli fatto mangiare una
bistecca: ha scoperto che nei vegetariani
i livelli di Tmao restavano molto più bas-
si rispetto a quelli di chi mangiava carne
L’arteriosclerosidipende anche
dalla florabatterica, che,
in chi mangiatroppa carne,
è squilibrata Alex Saragosa
dieta o alla presenza di patogeni».
La costruzione di un microbioma vario
ed equilibrato inizia dai primi secondi di
vita. «Nasciamo sterili» dice Duccio Cava-
lieri, biologo, che lavora con De Filippo nel-
lo studio del microbioma delle aree alpi-
ne, «ma già il passaggio attraverso il ca-
nale materno ci conferisce una carica
batterica in grado di “addestrare” il no-
stro sistema immunitario a distinguere gli
“amici” presenti nel corpo materno dai
batteri estranei. Una ricerca del febbraio
scorso, condotta dalla pediatra Christine
Cole Johnson, ha mostrato come la man-
canza di questo imprinting batterico nei
bambini nati per parto cesareo possa por-
tarli a sviluppare cinque volte più allergie
di quelli nati con parto naturale».
A completare il nuovo microbioma
pensa poi l’allattamento al seno, sia con i
batteri presenti nel latte, sia con quelli di
ceppo bifidus che prosperano sui capezzo-
li materni. Addirittura si potrebbe dire che
la madre allatti il microbioma: certi zuc-
cheri contenuti nel latte non sono infatti
digeribili per il piccolo, ma solo per i suoi
bifidus. «Il microbioma del bambino» con-
tinua Cavalieri «si perfeziona entro i pri-
mi quattro anni di vita, assumendo altre
specie sia dal cibo solido che dall’ambien-
te dove vive, animali domestici compresi,
fino ad arrivare ad averne uno simile a
quello dei propri genitori.
«C’è il forte sospetto» dice De Filippo
«che far crescere i bambini in una bolla di
igiene eccessiva, dando loro solo cibi ste-
rilizzati, non facendoli giocare con anima-
li o per terra, curandoli con antibiotici a
ogni raffreddore, impoverisca il loro mi-
crobioma, creando le premesse per le al-
lergie». In età adulta, poi, è fondamenta-
le la presenza nel microbioma di batteri
che digeriscono le fibre vegetali. «Il colon»
dice De Filippo «ospita i batteri che dige-
Helicobacter pyloriDa quando, nel 1983, questo batterio fu indicato come causa di ulcere è stato quasi fatto scomparire, a colpi di antibiotici.Secondo Martin Blaser della New YorkUniversity, è indispensabile per regolare il nostro sistema immunitario e digestivo: la sua estinzione potrebbe essere causa del riflusso acido esofageo e, forse, di obesità in età adulta
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