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Anno XXI n.170 Settembre 2013 Noi siamo una lettera di Dio, Egli ha mandato Te al nostro indirizzo e noi al Tuo. Rivista Parrocchiale

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Anno XXI n.170 Settembre 2013

Noi siamo una lettera di Dio, Egli ha mandato Te

al nostro indirizzo e noi al Tuo.

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Par

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hial

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La Voce di Bianco Notiziario di

Formazione ed Informazione

della Parrocchia ‘Tutti i Santi” di Bianco

Anno XXI, n. 170, settembre 2013

Direttore Responsabile Padre Aldo Bolis

Impaginazione Grafica Arch. Bruno Brancatisano

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SOMMARIO

ARTICOLI & RUBRICHE * Editoriale

A cura di p. Aldo pag. 3-4

* P. Achille di nuovo tra noi pag.4

*La Novena in onore della Madonna di Pugliano

Pag.5

*Messaggi della Novena di Bianco 2013 pag.6-7

*La Bibbia – Giona pag. 8-9

*I documenti del Concilio pag. 10-11

*Gli effetti della ricerca dei più. pag.12-13

* IV Elementari pag. 13

*Impressioni prima di rientrare in Australia

pag.14-15

* Pellegrinaggio a Tindari pag.16

*Catalina Rivas pag. 17

*Bilancio Festa 2013 pag. 18

* Anagrafe, bilancio,calendari pag. 19

*Notizie Flash pag. 20

==================================

NUMERI TELEFONICI DA RICORDARE :

p. Aldo 0964 911558 – Cell. 340 86.14.384

p. Giorgio 0964 911558 -- Cell. 347 10.41.291

p. Achille 0964 911558

Scordino Tommaso 0964 913250

Reverende Suore 0964 911416

ALLA RISCOPERTA DELLE NOSTRE TRADIZIONI :

“A VARIA” DI PALMI

CANDIDATA UNESCU A PATRIMONIO DELLA FEDE

POPOLARE DELL’UMANITA’

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“E’ stata una bella festa!” a cura di p.Aldo

“E’ stata una bella festa, bella un po’ in tutti i sensi” ... bella nella cornice del santuario rinnovato; bella per le celebrazioni, le processioni e la partecipazione; bella per le varie iniziative portate

avanti (aggregative e ricreative, sportive e culturali, musicali e teatrali...); bella, soprattutto, per il generale clima sereno e lieto con cui è stata vissuta. E tutto questo a dispetto del contesto di crisi sociale ed economico (dimenticavo: bella anche nel bilancio economico in chiesa... si veda nelle pagine successive!).

Dal punto di vista ecclesiale, mi piace registrare due note che a mio parere caratterizzano la positività della festa di quest’anno e che (mi auguro, ne sono certo) siano confermate nel futuro come stile ormai acquisito: mi riferisco all’esperienza più completa delle processioni e alla preparazione “folkloristica” delle case e vie.

Nei dialoghi con tante persone ho trovato conferma di un’impressione che personalmente ho percepito fin dalla processione del 13 agosto e riconfermata anche nelle altre (compresa quella del 15 mattino, che è certamente la più complessa da gestire): le nostre processioni sono riuscite a realizzare più pienamente il loro compito, che è quello di avvicinare ancor di più la presenza di Dio e della Madonna alla nostra vita quotidiana e alle nostre case. Questo è emerso con chiarezza ogni qualvolta si è sentito il bisogno far girare la Madonna verso una casa o di far avvicinare la vara verso una persona malata che la attendeva. Ecco a cosa serve la processione: per farci sentire la sicurezza che Dio e la Madonna ci sono vicini, soprattutto quando siamo nel bisogno... Serve, pure, perché tutta la comunità vuole realizzare questa missione di rendere presente il divino, tutta la comunità si fa “portatore” della presenza della Madonna. Questo lo si è intuito benissimo anche ogni volta che si è sostato in preghiera per le diverse intenzioni: è stato veramente bello percepire che si voleva pregare e che tanti richiamavano al silenzio e al raccoglimento (ad iniziare dagli stessi portatori, che hanno aiutato non solo portando il peso della vara, ma promuovendo e favorendo questo stile). In questo modo la raccolta dei soldi durante la processione non ha fatto più problema, non solo perché è passata in secondo ordine (non si fa la processione per raccogliere soldi, anche si fa pure questo!),

ma perché si sente il bisogno di mettere vicino alla Madonna, sulla vara, quello che vorremmo fosse particolarmente toccato dalle grazie della Madonna, come la foto di una bambina ammalata....

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Ebbene: è tutto questo che ci ha fatto fare un’esperienza più completa e, aggiungo, autentica della processione, sperimentando anche nelle “grandi” processioni quello che si già in quelle più piccole della fiaccolata mensile.

Una seconda aspetto desidero annotare, con l’augurio che continui a svilupparsi nel futuro: ho notato che sono sempre più numerose le case e i tratti di vie che si “auto-addobbano” per onorare la Madonna. Certamente c’è tutto l’apparato di luminarie predisposto dal Comitato Festa, con cui si esprime il senso della festa e l’onore alla Madonna; ma è altrettanto bello e significativo vedere che tante famiglie sentono il bisogno di esternare sulle mura della loro casa la venerazione e l’attaccamento alla Madonna. E’ il paese che si “veste” a festa per la sua Patrona e che vuole proclamare (direi quasi “gridare” come si fa durante la processione) la sua devozione a Lei!

Padre ACHILLE di nuovo tra noi

di p.Giorgio Crippa

Sì, dopo sei anni quale solerte ed attento

Cappellano all‟Ospedale di Locri (ove i Padri

Monfortani erano dal 1990), p.Achille ritorna a

Bianco, con viva commozione.

Così dal primo settembre è accanto a p.Aldo,

con p.Giorgio ed i tanti collaboratori per

l‟impegno pastorale nelle due Parrocchie di

Bianco e di Pardesca.

Per lui è un ritorno... ai vecchi amori ed alle

tante iniziative, portate avanti dal lontano

1991. E‟ un bel dono dei Superiori; la sua

esperienza ci sarà di valido aiuto nella vita

parrocchiale.

Allora: un caloroso bentornato!

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La novena in onore della

Madonna di Pugliano,

con tante sfumature di azzurro

e color del cielo. di Beatrice Zappia

Lo scenario era il solito, ma non proprio, il recente restauro ha riconsegnato

il santuario ai fedeli rivestito di una aura più rispettabile e compatta, i difetti,

o meglio, i guasti del tempo, una volta scomparsi ci hanno riconsegnato un

aspetto integro della struttura, quasi austera, come se vedessimo per la

prima volta una persona dopo tempo e ne fossimo un po‟ in soggezione.

Ma tutto ciò a mio

avviso si è dissolto

allorché il luogo è

stato rivestito da

tante sfumature di

azzurro e celeste.

Il palchetto che

ospitava la

liturgia, dove vi era

il tavolo della

Mensa Eucaristica,

era ricoperto dai

lati da più di un

drappo di diverso

azzurro, uno

centrale con le stelle dorate celeste, il Kit ricoprente il quadro, l‟ambone, e la

tovaglia della mensa di altro azzurro, i cestini di raccolta delle offerte di

ancora più forte azzurro, per non parlare del cielo sovrastante, che per quasi

la totalità dei giorni della novena, non si è stancato di essere caldissimo ma

sereno, in assenza di nuvole. Ed ancora, le coroncine dedicate alla Madonna

di Pugliano anch‟esse di colore celestino, e poi tanti manifesti che

tappezzavano i balconi nelle strade, sospesi nell‟aria ad incorniciare la

piazza del santuario che dallo sfondo azzurro recavano la scritta “Evviva

Maria”, tutto mi porta a dire che è stata una Novena con tante sfumature di

azzurro e anche color del cielo. 5

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Messaggi dalla NOVENA di Bianco 2013 di p.Eugenio Perico

Mi sento un „veterano‟ della tradizionale Novena in onore della Beata

Vergine Maria di Pugliano, nella Comunità Parrocchiale di Bianco. Si,

perché per vari anni sono stato invitato, dai rispettivi parroci, ad animare

spiritualmente questo momento di festa della „fede‟ e della „tradizione‟.

Sono state esperienze di crescita spirituale anche per me, in particolare

quest‟anno, in questa Novena „calda‟ in tutti i sensi, come dicevo!

Vorrei ricordare la nostra Novena, in cui ci siamo messi alla scuola di Maria,

per „varcare la porta della Fede‟ (Porta Fidei) e viverla ogni giorno come

quella „Luce‟ (Lumen fidei) che ogni giorno ci illumina, riscalda, trascina

sulla scia di Cristo, attraverso questa bellissima immagine che per caso mi

sono trovato sotto gli occhi!

Rappresenta il Figlio Gesù che abbraccia la mamma Maria! Suscita

immediatamente una vibrazione emotiva; sembra una scena delle nostre

case, tra mamma e figlio… Ma, in effetti, è una „catechesi rappresentativa‟

che trasmette messaggi profondi che riaccendono l‟ascolto, la preghiera, il

celebrare dei nostri giorni „mariani‟.

Primo: è evidente il legame d‟amore tra Madre e Figlio, espresso

nell‟abbraccio e nel bacio. Maria ci testimonia il recupero dell‟amore,

dell‟amicizia, dell‟affetto tra di noi. Vogliamo diventare una comunità

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dell‟amicizia, dell‟affetto tra di noi. Vogliamo diventare una comunità

„affettiva‟; legarci tra di noi con sentimenti veri di fraternità, amicizia,

simpatia. Cercare il bene che ci unisce, non il male che divide. Vedere „in

positivo‟ sempre l‟altro! Scacciare la tentazione dello sparlare, addittare,

pettegolare, scomarare sugli altri… Unirci ad ogni persona, della famiglia,

della comunità, della società con affetto e disponibilità. Come sono „uniti‟

Gesù e Maria in questa foto: abbraccio e bacio! La casa della familiarità,

l’anello della fraternità!

Secondo: Maria ha in mano una brocca, è il segno della sua premurosa

attenzione ai bisogni del Figlio; non gli fa mancare niente, perché è

„Mamma‟ e „Cristiana‟! Quando ci si vuole bene, il „bene‟ diventa „servizio‟

all‟altro… Non solo donando qualcosa, soprattutto „donandosi‟, donando se

stessi all‟altro! Sull‟esempio di Gesù che ha dato la sua vita per noi,

amandoci. Più che i cristiani del promettere, discorrere, ragionare,

progettare, diventiamo i cristiani del „fare‟… Votiamo decisamente anche

noi il „Decreto del Fare‟, sulla strada dell’incontro, con la lente della

carità, nello slancio della Missione, perché Gesù non ci vuole risparmiatori

di noi stessi, ma donatori instancabili del „di più‟ per „tutti‟!

Terzo: tutto è riassunto nella didascalia del Padre di Montfort, riportata in

latino, ma facilmente capibile per tutti noi: “Io sono tutto tuo, Maria e tutto

ciò che mi appartiene”. Offrirsi a Maria significa diventare i „figli‟ nel

„Figlio‟. Significa diventare offerta, come Lei, gradita al Padre nella scelta di

Cristo come la Via, la Verità, la Vita! Imitare lo stile di Maria, nel riscoprire

le radici di un’Alleanza, nella sorpresa di Dio nel Figlio, nella

consolazione del perdono che ci fa ricominciare e migliorare come i

cristiani veri, coraggiosi

dell‟oggi!

Grazie a tutti di tutto! Grazie

ai miei confratelli p. Aldo, p.

Giorgio, p. Claudio, p.

Achille, sperando che il

vostro Parroco indovini di

più le „previsioni del tempo‟!

Buon Cammino, nella Luce

della fede con Maria!

E ricordatevi sempre che: “Il

meglio deve ancora

venire”!!! 7

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La Bibbia

(Giona, XXXIX libro) a cura di Tommaso Scordino

Giona, con molta probabilità, non è l‟autore dell‟omonimo libro, anche se

nella Bibbia esiste un profeta con questo nome, vissuto nell‟VIII secolo a. C. “……il

profeta Giona, figlio di Amittài, di Gat-Chefer” (2 Re 14,25). Egli è il protagonista del

libro, la cui composizione si può collocare, sicuramente, al dopo esilio, avvenuto in

diverse epoche, in Assiria prima e in Babilonia dopo e cioè nel 722 a. C., nel 597 a.

C., nel 586 a. C. e durato fino al 538 a. C., anno in cui Ciro, Re di Persia, con un

editto, autorizza gli Ebrei a ritornare in patria. L‟autore assume come protagonista

del suo racconto questo profeta di cui si conosce solo l‟esistenza, il nome (Giona) e

il cognome di suo padre, Amittài. Il racconto si configura più come una grande

parabola (racconto, appunto, di un fatto ispirato alla vita quotidiana in funzione di

un messaggio teologico) che ben si colloca tra i libri profetici perché dà il senso

reale delle molte minacce verso i pagani che occupano parecchio spazio in Amos

(1,3-2,3), in Isaia (13-27), in Geremia (48-51), in Eziechiele (25-32). L‟autore,

evidentemente, ha uno scopo molto chiaro, preciso e ben determinato: vuole

evidenziare un insegnamento presente negli scritti profetici e che si collega con il

profilo universalistico delle promesse già fatte da Dio ad Abramo: “…..Farò di te

una grande nazione e ti benedirò,……Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti

malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra.” (Genesi

12,2-3). E‟ un racconto delizioso, un vero e proprio gioiello e il più popolare dei

libri profetici, molto gradito ad ogni tipo di lettore, anche per questo motivo ne

raccomandiamo la lettura. Nell‟interno delle Chiese della Slesia e in alcune Chiese

protestanti dell‟Europa Centrale, il pulpito del predicatore è addirittura

rappresentato da un‟enorme bocca di balena dalla quale esce il predicatore

parlando; il significato di questa rappresentazione è importante perchè si vuole

comunicare che il predicatore dev‟essere uno che prima di poter parlare e

annunciare la salvezza eterna deve aver provato le difficoltà e il pericolo. Chi

predica, dunque, deve aver vissuto l‟esperienza di Giona, il quale si è anche

convertito in quanto la sua è la storia di un profeta renitente alla chiamata. Egli,

infatti, è chiamato da Dio per andare ad annunciare il perdono nientemeno che a

Ninive, la città atea per eccellenza, la nemica di Israele, la capitale dell‟Assiria ma,

anziché indirizzarsi a Ninive, cioè a Oriente, s‟imbarca a Giaffa, sobborgo della

attuale città di Tel Aviv, su una nave diretta a Tarsis, in Occidente verso una 8

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colonia fenicia, secondo alcuni Gibilterra, per sfuggire a questo ordine di Dio di

annunziare la salvezza a un popolo che egli non voleva considerare destinatario

della misericordia divina. Durante il viaggio, per placare una forte tempesta, Giona

viene gettato in mare e inghiottito da un grosso pesce, “pregò il Signore” (2,2) “E il

Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia” (2,11) dopo tre giorni,

simbolo ripreso da Gesù per indicare la sua morte e risurrezione: “Come infatti

Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell‟uomo resterà tre

giorni e tre notti nel cuore della terra” (Matteo 12,40). Dopo essere passato attraverso

la prova del mostro marino, sia pure punteggiata dall‟ironia e dal gusto fiabesco,

Giona accetta la seconda missione e va a Ninive per annunciare la salvezza di Dio.

Con grande sorpresa constata che i Niniviti si convertono in virtù della sua

predicazione, cosa che egli non gradisce e di cui, anzi, “prova dispiacere” (4,1)

perché la sua vocazione non è quella di salvare i pagani; sperava, infatti, che il suo

annuncio non venisse accolto e, quindi, scattasse il giudizio di Dio, naturalmente di

condanna. E‟ il tipico atteggiamento dell‟integralista il quale non ammette che Dio

possa e debba perdonare anche gli empi. A questo punto Giona capisce che Dio

perdona i Niniviti e dice: “so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all‟ira, di

grande amore” (4,2) e sei capace di perdonare persino i più grandi nemici Tuoi e del

Tuo popolo, perciò fammi morire. “Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di

essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro” (4,5). Il Signore gli fa crescere vicino

una pianta di ricino per ripararlo dal sole e Giona è molto contento. “Ma il giorno

dopo, allo spuntar dell‟alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò”.

(4,7). Poi “Dio fece soffiare un vento d‟oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si

sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: <<Meglio per me morire che vivere>>”

(4,8). Questo libro è l‟unico della Bibbia che termina con una domanda lanciata

ancora a noi, oggi, tante volte gretti come Giona: “Tu hai pietà per quella pianta di

ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è

cresciuta e in una notte è perita! E io (il Signore) non dovrei avere pietà di Ninive, quella

grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere

fra la mano destra e la sinistra, (cioè una completa ignoranza di Dio e delle sue leggi) e una

grande quantità di animali?” (4,10-11). Ricordiamoci, allora, di non cedere alla

tentazione di arroccarci in noi stessi, di chiuderci in un egoismo esasperato, sordo

ad ogni solidarietà umana, ma di avere il respiro stesso di Dio. Teniamo presente il

monito dell‟autore del libro del Levitico al capitolo 19, versetto 34: “Il forestiero

dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l‟amerai come te stesso,

perché anche voi siete stati forestieri in terra d‟Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio.” La

missione di Giona a Ninive rompe il particolarismo della salvezza “riservata” a

Israele. Ancora di più: la conversione della popolosa città viene contrapposta alla

durezza spirituale di molti Giudei. Cristo applicherà tale lezione ai suoi

contemporanei ed anche a noi cristiani della cosiddetta età moderna: “Nel giorno del

giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno,

perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di

Giona!” (Matteo 12,41). 9

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I DOCUMENTI DEL CONCILIO ECUMENICO

VATICANO II /7

“Lumen Gentium” /2°parte a cura di Elisetta Muscatello

Riprendiamo la trattazione della “Lumen Gentium”

partendo dal cap. II che si incentra sulla nozione di

“Popolo di Dio dell‟Antica Alleanza” (Israele) stipulata

con il sangue degli animali sacrificati: “Mosè prese il

sangue e ne asperse il popolo dicendo: <<Ecco il sangue dell‟Alleanza che

il Signore ha concluso con voi……>>” (Esodo 24,8) e quella di popolo

della “Nuova Alleanza” nel sangue di Cristo; alleanza che non è riservata a

un gruppo di eletti, ma si estende a tutti i popoli come leggiamo in Atti

10,34-35: “Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e

pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (n.8).

In questo capitolo, inoltre, occupano un posto di rilievo

le enunciazioni sul sacerdozio comune dei fedeli:

Cristo Signore fece del nuovo popolo “……un regno,

sacerdoti per il suo Dio e Padre……” (Apocalisse 1,6)

perciò tutti i cristiani sono sacerdoti ed esercitano

questo sacerdozio col ricevere i Sacramenti, con la

preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di

una vita santa, con l‟abnegazione e la carità. (n.10).

Il n. 12 ha per argomento i carismi che lo Spirito

Santo distribuisce a ciascuno “come piace a Lui”; tali doni si devono non

solo accogliere con gratitudine e consolazione, ma devono essere messi a

servizio dei fratelli: “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio

degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio” (1

Pietro 4,10).

Il n. 13 ribadisce l’unicità e l’universalità della Chiesa affermando che il

popolo di Dio “…….pur restando uno e unico si deve estendere a tutto il

mondo e a tutti i secoli……”; da qui la missionarietà della Chiesa: Gesù

“convocò i Dodici……e li mandò ad annunciare il regno di Dio……essi

giravano di villaggio in villaggio ovunque annunciando la buona notizia”

(Luca 9,1-2.6). Anche noi, cristiani di oggi, siamo chiamati a diffondere la

buona novella del Vangelo soprattutto con la nostra testimonianza di fede.

Per quanto riguarda le altre chiese cristiane che “……non professano

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integralmente la fede o non conservano l‟unità di comunione sotto il

successore di Pietro……la Madre Chiesa non cessa di pregare, sperare e

operare……” affinchè “…….si uniscano in

un solo gregge sotto un solo Pastore” (n.

15). Anche le religioni non cristiane, in

vari modi, sono ordinate al Popolo di Dio

“nostro salvatore, il quale vuole che tutti

gli uomini siano salvati……” (1 Timoteo

2,3-4) per cui coloro che “….senza colpa

ignorano il Vangelo di Cristo e la sua

Chiesa…….”, ma “……..si sforzano di compiere con le opere la volontà di

Lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la

salute eterna” (n.16).

Il capitolo III è dedicato alla “Costituzione gerarchica della Chiesa e in

particolare dell‟Episcopato”. Al n. 18 leggiamo: “Questo Sacrosanto

Sinodo……insegna e dichiara che Gesù……ha edificato la S. Chiesa e ha

mandato gli Apostoli come egli stesso era stato mandato dal Padre e volle

che i loro successori, cioè i Vescovi, fossero nella sua Chiesa pastori fino

alla fine dei secoli……..”; poi “…….prepose agli altri Apostoli il beato

Pietro affinchè l‟Episcopato fosse uno e indiviso…….”. Agli Apostoli affida

la missione di rendere testimonianza in tutto il mondo predicando il

Vangelo, missione che dovrà essere proseguita dai loro successori, cioè i

Vescovi che sono “pastori della Chiesa” e “chi li ascolta, ascolta Cristo,

chi li disprezza, disprezza Cristo” (n. 20). Con la consacrazione episcopale

viene conferita la pienezza dell‟Ordine chiamata “Sommo sacerdozio”

attraverso il quale il Vescovo si assume il compito di santificare, insegnare e

governare sempre nella comunione gerarchica col Capo e con il Sacro

Collegio (n. 21). Collaborano con il Vescovo e sono “suo aiuto e

strumento” i Sacerdoti, i quali devono “nella loro quotidiana condotta e

sollecitudine……rendere a tutti testimonianza della verità…….” (n. 28). In

un grado inferiore della gerarchia stanno i Diaconi ai quali, dalla competente

autorità, può essere assegnato il compito di amministrare solennemente il

Battesimo, distribuire l‟Eucaristia, benedire il matrimonio, portare il Viatico

ai moribondi, leggere e commentare la Sacra Scrittura ai fedeli,

amministrare i Sacramentali. “Col consenso del Romano Pontefice questo

Diaconato potrà essere conferito a uomini di matura età anche viventi nel

matrimonio, e così pure a dei giovani idonei, per i quali però deve rimanere

ferma la legge del celibato.” (n. 29). 11

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Gli effetti della ricerca del “di più”

di Valentina Bivera La vita dell’uomo è una continua ricerca a quel "di più” per andare incontro alla propria felicità, per raggiungere la felicità piena. Tale ricerca se è vissuta bene allora diventa uno scopo, un obiettivo da raggiungere che riempie i momenti della vita, mentre al contrario si rischia di vivere tale ricerca avvertendo sempre e comunque un senso di vuoto. Questo dipende dal tipo di ricerca che l’uomo sceglie di fare. L’uomo, difatti , nel suo essere, oltre ad avere bisogno di curare l’esteriorità, e quindi di avere una vita che necessita per forza di cose di materialismo, ha bisogno di una vita spirituale per andare oltre con la mente e con il cuore. Quindi l’uomo è un uomo anche spirituale e non solo materiale poiché è composto da un’anima che lo rende completo. Esistono diversi modi di vivere la propria vita che si possono basare sul mondo o su ciò che è Divino. Vivendo la propria vita secondo il mondo porta a crearsi dei propri idoli che possono essere: il potere, il possedere, il voler a tutti i costi conquistare un posto tra i primi… Invece vivendo la propria vita in ciò che è Divino, come per noi cristiani sulle orme di Gesù Cristo, porta a vivere della Parola dell’unico vero Dio. Tali modi sono entrambi ispirati a cercare quel “di più” ma con una piccola differenza che, il primo porta ad una ricerca che lascia sempre e comunque nell’incertezza, non spera in qualcosa che và oltre, non è fiduciosa poiché senza garanzie, destinata a perire, instabile e portata ad agire, pensare secondo il mondo con le sue situazioni più svariate che si presentano e

secondo l’uomo guidato solo ed esclusivamente dallo spirito della mondanità. Il secondo, invece, è una ricerca che và oltre l’eternità e che cerca la felicità in un Dio che per noi cristiani si rivela in Gesù Cristo.

E’ una ricerca, come ho già detto, basata sulla Sua Parola che porta alla certezza, alla sicurezza, alla fiducia, alla speranza, alla garanzia della vita Eterna! Così l’uomo viene riempito, la sua vita acquista un senso, i vuoti vengono riempiti della presenza di un Dio che ama, a differenza del 12

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primo dove i vuoti rimangono incolmabili. La vita spirituale in Cristo Gesù di cui ogni cristiano è chiamato a curare per la vita Eterna, diventa un continuo lavoro nell’orientare la propria vita sui passi di Gesù conformandosi a Lui e non al mondo che spesso illude e delude le aspettative dell’uomo. La Parola di Dio invece è sempre la stessa, non cambia, è veritiera, è promessa mantenuta, tutto è un Suo progetto per il bene e la felicità dell’uomo, quella felicità di cui l’anima dell’uomo anela e dove Dio diventa la garanzia… (continua)

IV elementari Mi ricordu, quandìeru figghiolu di Mimma Macrì

chi frequentavu a quarta lementari

quando lu codernu eu d’aprivu

mi piacia mi scrivu dialettali.

Tutti li iorna, chi ia a la scola,

lu meu penseru, era sempri gliani.

E na matina mi misi a pensari

ca na poesia ndi volissi fari,

mi parru puru, da Calabria mia

chi glia chi vogghiu tantu tantu amari.

Non sugnu nu poeta, quantu pari

pammi discrivu tuttu u to valuri

sugnu, n’alunnu dill’elementari

ma sentu cocchiu cosa, nto me cori.

Tu, si na cosa randi,

senza pari,

e pa tutti sagrichi u to cori.

Ma, u “Signuri” ti ndavi aiutari,

mi si duni a ognunu,

ciò chi voli. 13

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Impressioni prima di rientrare

in Australia a cura di Antonio Morabito e Domenico Marvelli

Siamo andati ad intervistare le signore “australiane”, che vivono ogni anno

insieme a noi la novena della Madonna di Pugliano.

1) Da quanti anni è che vivete in Australia?

Io sono partita dall‟Italia nel 1964. Negli ultimi anni vengo tutte le estate.

2) Come vi è sembrata la novena e la festa di quest’anno?

Della novena di quest‟anno mi sono piaciute le prediche, perché mi hanno fatto

capire molte cose. La festa mi è sembrata molto bella, però una cosa non buona è la

mancanza di partecipazione alle funzioni religiose, la mancanza dei giovani che

non frequentano molto. La maggioranza della gente hanno la fede, ma non la

praticano. Una motivo che può aiutare a riavvicinare le persone alla fede è il nuovo

Papa Francesco. Infatti in Australia hanno iniziato a frequentare la chiesa, secondo

noi proprio per i messaggi che sta annunciando il nuovo Papa, che dovrebbe essere

un esempio per tutti i sacerdoti e per tutti.

3) Il 6 agosto ha cantato davanti al santuario i canti tradizionali: cosa le è

rimasto di questa serata?

Sono rimasta molto contenta, anche per il fatto che hanno partecipato molte

persone. Perchè la gente cerca le tradizioni antiche. Tornando alla novena hanno

modificato molto rispetto alla novena che si faceva una volta.

4) Ci racconti un po’ la novena di una volta?

Nella novena di una volta il rosario si recitava allo stesso modo. Una cosa bella che

si faceva una volta erano i canti: infatti la novena si faceva anche cantata. Mi

ricordo che si cantava tra le altre canzoni la canzone Ave Maris Stella. Hanno

tagliato parecchie cose, ma nello stesso tempo altre sono rimaste.

5) Rispetto alle processione di una volta è cambiato qualcosa?

Una volta la processione era più ordinata. Mi ricordo che una volta c‟era l‟azione

cattolica che durante le processioni teneva l‟ordine. Inoltre venivano messi i

bambini davanti in due file con la Madonna che camminava al centro.

6) Ha girata molti santuari in questi giorni: cosa le è rimasto di bello di tutti i

luoghi visitati?

Una cosa che mi è rimasta è il grande raccoglimento e silenzio durante la messa,

che purtroppo qui a Bianco manca. Durante l‟omelia ascoltatela, non parlate tra di

voi. Polsi mi piace molto. Mi è piaciuto soprattutto quando siamo arrivati a Polsi e

abbiamo dovuto camminare un pochino in mezzo ai boschi, e durante il percorso

cantavamo i canti dedicati alla Madonna.

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Una volta sono andata a Polsi a piedi, questa è stata una bella esperienza che io

consiglio a tutti. Invece a Tindari ho apprezzato molto la messa. Ma soprattutto

l‟omelia che ci ha fatto veramente capire il messaggio del brano del vangelo.

Molto bella è stata per me la visita al Santuario della Madonna della Catena a

Bruzzano.

7) abbiamo potuto vedere in questi giorni che lei ama molto cantare?

Si, a me piace molto cantare. Ma soprattutto mi piace cantare i canti tradizionali,

perché sono i canti umili che i contadini, dopo aver lavorato i campi, dedicavano

alla Madonna. Noi da bambini cantavamo sempre. E un motivo che mi spinge a

venire ogni estate a Bianco è proprio la devozione verso la Madonna di Pugliano,

che voglio manifestare attraverso i canti popolari.

8) In Australia frequentate l’ambiente ecclesiastico?

Sì. Fino a qualche tempo fa, avevamo un sacerdote, padre Jordan, che era stato

anche a Bianco; adesso purtroppo è morto. Il sacerdote che c‟è adesso è italiano:

all‟inizio diceva la messa in italiano, adesso la dice metà in italiano e metà in

inglese. Io all‟inizio organizzavo insieme ad altre la festa della Madonna di

Pugliano, il 15 agosto, però poi sono entrate persone poco raccomandabili e io sono

uscita. Però adesso facciamo la festa della Madonna del Rosario, ad ottobre. Inoltre

durante l‟anno facciamo i 15 sabati, facciamo la coroncina della Divina

Misericordia ogni venerdì. Ogni sette del mese, col gruppo “In cammino con Maria

verso Gesù”, il quadro della Madonna viene portata in chiesa si dice il rosario, poi

si fa un momento di condivisione, e poi la Madonna viene portata nella casa di un

fedele, che la terrà fina al prossimo mese, il sette del mese dopo viene riportata in

chiesa e data ad un‟altra famiglia. Mentre la Madonna rimane nella casa delle

persone, si dice il rosario per tutto il mese.

9) Ci dica un po’ come si svolge la festa della Madonna del Rosario?

Innanzitutto si fa la novena. Poi la domenica, giorno della festa, si celebra la messa

e dopo si fa una piccola processione intorno alla chiesa. Finita la processione si va

in una sala, dove ci sarà un momento di festa insieme alle famiglie e ai bambini.

Non ci sono fuochi o altre cose mondane. Si mangiano insieme dei panini. In

pratica una festa semplice tra persone semplici.

10) Cosa trova di cambiato rispetto ad una volta?

Mi manca la semplicità di una volta , la fede che c‟era tra le varie persone.

11) Cosa augura a tutti i nostri lettori?

Io aguro a tutti di volersi bene l‟un l‟altro, senza parlarsi dietro e criticarsi. Quando

siamo in chiesa dobbiamo sentirci tutti una famiglia, perché preghiamo la stessa

preghiera.

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Pellegrinaggio a Tindari di Antonio Morabito

Il giorno 25 agosto un gruppo della nostra parrocchia si

è recato in pellegrinaggio alla Madonna di Tindari. Il

santuario sorge su una montagna a Tindari, frazione di

Patti (ME). All‟interno del santuario vi è la statua in

legno di cedro della Madonna Nera. La Madonna

sembra quasi seduta e in braccio tiene il bambino Gesù.

Ai piedi della Madonna c‟è una scritta in latino che dice

“Nigra sum, sed formosa” cioè “Sono nera, ma bella”.

Secondo la tradizione, una nave di ritorno dall'Oriente,

tra le altre cose, portava nascosta nella stiva

un‟immagine della Madonna perché fosse sottratta alla

persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le

acque del Tirreno, improvvisamente si levò una

tempesta e perciò essa fu costretta ad interrompere il viaggio ed a rifugiarsi nella

baia del Tindari, oggi Marinello. Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di

riprendere il viaggio: levarono l'ancora,

inalberarono le vele, cominciarono a remare,

ma non riuscirono a spostare la nave.

Tentarono, ritentarono, ma essa restava

ferma lì, come se fosse incagliata nel porto.

Essi allora pensarono di alleggerire il carico,

ma solo quando, tra le altre cose,

scaricarono la cassa contenente il venerato

Simulacro della Vergine, la nave poté

muoversi e riprendere la rotta sulle onde

placide del mare rabbonito.

Ai piedi del promontorio si trova una piccola spiaggia che secondo una leggenda si

sarebbe formata miracolosamente in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza

del santuario, ritrovata poi sana e salva sulla spiaggia appena creatasi per il ritiro

del mare. La madre della bambina, una pellegrina giunta

da lontano, in seguito al miracolo, si sarebbe ricreduta

sulla vera natura miracolosa della scultura, della quale

aveva dubitato a causa dell'incarnato scuro della Vergine.

A Tindari è pure possibile visitare gli scavi archeologici

di età romana.

Al ritorno ci siamo fermati vicino al duomo di Messina,

dove, oltre ad gustare un buon cannolo siciliano e una

buona granita, abbiamo potuto ammirare la vara

dell‟Assunta, che si trovava nella piazza antiastante il

Duomo. 16

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Alla riscoperta della messa con

Catalina Rivas /8 a cura di p.Aldo

Catalina Rivas nella pagina del suo libretto sulla messa riportata di seguito, descrive ciò

che vede mentre un‟amica va a fare la comunione eucaristica.

La gente cominciò a uscire dai banchi per andare a comunicarsi. Era giunto il grande momento dell’incontro, della «Comunione»; il Signore mi disse: «Aspetta un momento, voglio che tu osservi qualcosa...» spinta da un impulso interiore, diressi lo sguardo verso la persona che stava per ricevere la comunione sulla lingua dalla mano del sacerdote. Devo chiarire che questa persona era una delle signore del nostro gruppo che la sera prima non era riuscita a confessarsi, ma che si era confessata questa mattina, prima della Santa messa. Quando il sacerdote ebbe posto la Sacra Ostia sulla sua lingua, vi fu come un lampo di luce; quella luce di colore bianco dorato intenso, attraverso questa persona prima dalla spalla e poi circondando la spalla, gli omeri e la testa. Disse il Signore: «E’ così che Io Mi compiaccio nell’abbracciare un’anima che viene a ricevermi con il cuore puro!» Il tono della voce di Gesù era quello di una persona felice. Io ero stupita nell’ammirare quell’amica che tornava al suo posto circondata di luce, abbracciata dal Signore; ho pensato alle meraviglie che noi tante volte perdiamo, perché andiamo a ricevere Gesù con le nostre piccole o grandi mancanze, mentre dovrebbe essere solo una festa. Molte volte diciamo che non vi sono sacerdoti per confessarsi spesso, ma il problema non consiste nel confessarsi spesso, il problema consiste nella nostra facilità a tornare a cadere nel male. D’altronde, così come ci sforziamo di trovare un salone di bellezza o gli uomini un barbiere quando abbiamo una festa, dobbiamo sforzarci anche di andare a cercare il sacerdote quando abbiamo bisogno che vengano tolte da noi tutte quelle cose sporche, e non avere la sfacciataggine di ricevere Gesù in qualsiasi momento con il cuore pieno di cose cattive.

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BATTESIMI il 4 agosto è stato battezzato Femia PAOLO

il 6 agosto è stata battezzata Nisco NOELIA

LARA

il 16 agosto è stato battezzato Parisi

GIUSEPPE

il 17 agosto è stato battezzato Altomonte

SALVATORE

il 19 agosto è stato battezzato Morabito

MICHELE

il 20 agosto è stato battezzato Fabbri

LORENZO

il 25 agosto è stato battezzato Falcomatà

GIUSEPPE

MATRIMONI o il 3 agosto si sono sposati a Casignana

Gattellaro ANTONIO e Pizzinga

DANIELA o l’ 8 agosto si sono sposati Sgambellone

FABIO e Logiudice ELENIA o il 24 agosto si sono sposati Giorgi ANTONIO e Anello FRANCESCA

DEFUNTI il 13 agosto è morta Molluso SAVERIA ANGELA di anni 80

il 15 agosto è morta Macrì VINCENZINA, ved. Orlando

il 24 agosto è morta Cufari PAOLA di anni 91

Turni di PULIZIA del DUOMO - si invitano tutti i fedeli a collaborare 6 settembre: Caritas * 27 settembre: Volontari

13 settembre: A.Cat. + gr.Liturg. * 4 ottobre: Caritas

20 settembre: Coro

Turni di ANIMAZIONE: adorazione eucaristica (ore 18,00) 5 settembre: gr. Coro * 26 settembre: gr. animatori 12 settembre: gr. Caritas * 3 ottobre: gr. Catechiste 19 settembre: Az.Catt. +Liturgico

CALENDARIO PARROCCHIALE

Incontri di SETTEMBRE

2 l.: incontro del CPP (21.00)

4 m.: messa di saluto del Vescovo (Gerace – 18.00)

9 l.: ingresso del Vescovo a Reggio C.

11 m.: fiaccolata m. (dal Calvario-21.0)

16-17: Convocazione Diocesana

………: incontro del CPP

20-22: convegno di spiritualità a Loreto

24 v.: Convocazione Diocesana

OTTOBRE

3-8: pellegrinaggio a Medjugorje

4 v.: inizio novena Madonna d. Rosario

13 d.: festa d. Madonna del ROSARIO

20 d.: giornata MISSIONARIA

(?)20 d.: inizio catechismo e oratorio

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Benvenuta suor Emanuela

La Provvidenza di Dio continua ad essere

generosa con la nostra parrocchia,

regalandoci la presenza di suor Emanuela

Albanese, che arriverà in mezzo a noi nelle

prossime settimane. E così la comunità delle

Suore della Carità ritorna ad essere

completa. Un grazie alla loro Superiore

Provinciale che ha avuto un occhio di

attenzione per noi!

Maxi-Rosario al Lungomare

E‟ stata particolarmente suggestiva la serata

del 3 agosto vissuta al Lungomare nel

contesto della Festa del Mare, dove, attorno

al maxi-rosario dell‟Unitalsi (lungo 82,90

m. e con un perimetro di 146,18 metri) si è

pregato il rosario seguendo i suggerimenti

di Papa Francesco “Una preghiera per ogni

dito della mano”; a seguire è stata celebrata

la messa a suffragio di tutti i defunti del

mare.

Orari e luoghi delle messe

A partire da domenica 1 settembre l‟orario

della messa serale ritorna alle ore 18.00 e

quella domenicale in duomo alle ore 10.00

e 18.00. Si riprende anche la giornata

eucaristica: nella mattinata l‟adorazione

sarà al Santuario, nel pomeriggio a

S.Marina a partire dalle ore 16.30.

Pellegrinaggio a Medjugorje Sono disponibili ancora posti per chi

desidera prendere parte al prossimo

pellegrinaggio a Medjugorje, che avrà luogo

dal 3 al 8 ottobre. La quota è di 430,00 €;

per l‟iscrizione si può fare riferimento a

Franca P. e Teresa S.

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Fiaccolata mariana

Come già annunciato, la prossima

fiaccolata sarà mercoledì 11 settembre

alle ore 21.00, partendo dal Calvario.

Celebrazioni del Palio del Mare

Sono state celebrazioni partecipate e

intense quelle programmate nell‟ambito

delle tante iniziative del Palio del Mare.

La messa di apertura il 6 luglio ha visto

salire in corteo dal Comune al Duomo i

componenti dei 4 Rioni. A distanza di un

mese, il 6 agosto gli stessi Rioni sono

andati in corteo ai piedi della Madonna

per offrire il cero votivo e per

pronunciare l‟atto di giuramento, con la

presenza dei membri della Compagnia

della Stella in costume storico.

Riffa del Veliero: 2° estratto

Il 29 agosto si è proceduto alla seconda

estrazione della Riffa del Veliero: il

nuovo biglietto vincente è il n. 0015

acquistato da “Giusi”.

Messaggio da Medjugorje

(25 agosto 2013)

"Cari figli! Anche oggi l‟Altissimo

mi dona la grazia di essere con voi e

di guidarvi verso la conversione.

Giorno dopo giorno Io semino e vi

invito alla conversione perché siate

preghiera, pace, amore e grano che

morendo genera il centuplo. Non

desidero che voi, cari figli, abbiate a

pentirvi per tutto ciò che potevate

fare ma non avete voluto. Perciò,

figlioli, di nuovo con entusiasmo

dite: “Desidero essere segno per gli

altri”. Grazie per aver risposto alla

mia chiamata".