NOI SIAMO QUI - Poesie e racconti dagli studenti di Enaip Mantova

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N N O O I I S S I I A A M MO O Q Q U U I I P P O O E E S S I I E E E E R R A A C C C C O O N N T T I I D D E E G G L L I I S S T T U U D D E E N N T T I I D D I I E E N N A A I I P P L L O O M MB B A A R R D D I I A A - - S S E E D D E E D D I I M MA A N N T T O O V V A A A A . . S S . . 2 2 0 0 1 1 3 3 / / 2 2 0 0 1 1 4 4

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Abbiamo raccolto qui alcuni racconti e poesie realizzati nelle ore di Laboratorio Espressivo tenuto dalla prof.ssa Sara Andreoli. Ve li doniamo. Buona lettura! Cercateci su Facebook: Enaip Mantova - Orientamento per la scelta della scuola superiore.

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Caro lettore e amico,

in questa rivista troverai alcuni frutti del Laboratorio Espressivo tenuto

dalla prof.ssa Sara Andreoli in questo intenso

anno scolastico all’Enaip di Mantova.

Quello che hai qui a disposizione

è il prodotto finale, ma tante

sono state le ore dedicate al pensiero,

alla stesura e infine all’impaginazione.

È il frutto del nostro lavoro,

ma anche della nostra passione.

Abbiamo voluto condividerlo perché

per noi ha valore e ti chiediamo

di leggerlo con curiosità

e con rispetto.

Puoi partire da dove vuoi,

per questo non abbiamo voluto

mettere numeri di pagine.

Naviga la nostra antologia e… buona lettura!

Gli studenti di Enaip Lombardia

Mantova

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SCRIVERE

C'è chi pensa sia monotono,

inutile

una perdita di tempo.

C'è chi pensa sia l'unica cosa

che gli resta

per ricordare un momento.

C'è chi fa libri spiegando

una storia con un “senso di fondo”.

C'è chi con una parola spiega un intero mondo.

Scrivere è potere.

Il potere dell'espressività libera e pura

scrivere è coraggio.

Coraggio di abbattere le proprie mura.

Scrivere, per chiunque voglia

prender in mano una penna,

è buttar giù un pensiero, una poesia,

una memoria, una follia.

La vera sfida è cogliere non la nostra,

ma di altri la magia.

Randy Salgado S3

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Abe Daniel S3

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Un’amica

Non camminare davanti a me potrei non seguirti.

Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida.

Cammina al mio fianco ed insieme troveremo la via.

-Albert Camus-

Ti voglio bene non per quello che sei

ma per quello che sono io quando sto con te.

Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stessa

ma per ciò che stai facendo di me.

Ti voglio bene perché tu hai fatto più di quanto abbia fatto

qualsiasi fede

per rendermi migliore

e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi

felice.

L’hai fatto senza un tocco, senza una parola,

senza un cenno.

L’hai fatto essendo te stessa.

Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un’amica.

Alessia Silipo V3

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Mi ricordo…

quel giorno

che siamo usciti in compagnia

a Porto,

ridevamo, scherzavamo, battutine e cosa via.

Alla fine di quella sera mi salutasti

col sorriso stampato sul viso.

Tutto andò bene.

La sera dopo

tutti in discoteca,

noi contenti e tu con la morosa

finalmente felici.

Ma tutto svanì

come un battito di ciglia

tra il dolore degli amici.

Mi svegliai la mattina

e vidi un messaggio: “È morto“

io rimasi a bocca aperta.

Ti conoscevo poco,

mi bastava chiamarti amico.

Ti ricordo ancora quando passavi

anche se eri arrabbiato

avevi sempre il sorriso stampato.

Riposa in pace giovane amico

che troppo presto ci hai lasciato.

Beatrice Camatti V1

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Tempo al tempodiceva mio padre.Andrà tutto benediceva mia madre.

Sarebbe andato tutto bene dicevano.

Ma lei morì lo stesso.

Tempo

Brinza Cristian S3

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Protesta

Protestiamo!

Protestiamo per vivere…

Per riprendere quello che è nostro

per avere quella libertà

che hanno portato via.

La libertà portata via con la forza.

Riprendiamoci l’onore, la libertà.

Riprendiamoci il potere.

Uniamoci

Insorgiamo!

Insieme tutti uniti spacchiamo il mondo!

Facciamolo per noi

per le famiglie.

Insieme cambieremo il mondo.

Quindi amici, fratelli…

Insorgiamo!!!

Lorenzo De Stefani T2

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PIOVE

Piove su tutto ancora,

come nei giorni scorsi

a stare dietro a un vetro.

Piove

e l’odore della strada

arriva fino dentro il naso

e sa di cose dimenticate che tornano alla mente.

Piove su quel marmo

e sul sorriso di un amico

che non vedrò mai più,

che troppo presto

se ne è andato.

Deborah Micheloni V2

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Sei sempre con me

E tutto il mio cuore se ne andrà,

se ne andrà in cerca di te

amico mio.

Bellezza mia.

Ti ritroverà, in qualunque posto tu sia.

Vivo anche per te

che non ci sei più,

per te che se ci fossi

regaleresti un sorriso,

per te che hai lasciato un vuoto nelle persone

che ti amano,

per te che la vita ti è sfuggita di mano

per te che hai tutto per diventare un angelo.

Mi manchi

Sei parte del mio cuore,

il tuo sorriso rimarrà impresso nella mia

mente,

il tuo nome è tatuato sulla mia pelle.

Sei il mio migliore amico e lo sarai per sempre

Ti vorrò per sempre bene Raffi.

Sabrina Rebonato V2

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AMICIZIA TRADITA

Le ho voluto molto bene Ma … lei mi ha tradita, mi ha dato delle pene.

Quel giorno in cui ho scoperto cosa ha detto di me ho sentito il cuore battere fortee sono morta dentro. Proprio da lei non me lo aspettavo…Insieme abbiamo passato i giorni più belli della vita …

ma, non ha voluto la mia amicizia…mi ha tradita. Io che la amavo più di qualsiasi cosa.

Ma ora qui sono certa che se torna la perdono.

Perché le voglio un bene immenso.Lei per me è un dono.

Siham Chautta V1

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LIBRI

Quando leggo mi perdonelle pagine di un libromi lascio trasportare dalle emozioni che mi dà.

Mi dà tristezza, felicitàe molte altre sensazioniche mi restano nel cuore

come belle parole romantiche.

I libri mi fanno vivere mille vitein luoghi fantastici e avventurosi.

E per questo mai smetterò di leggere.

Io leggo, leggo libri rossi, arancioni, bluNon smetterò di leggerli mai più.

Tiziano Cattari V1

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Dolce mamma

Quando eri piccola te ne sei andata e con papà mi hai lasciata,fragile e disorientata, verso una meta non ancora preparata.

OOra ho 18 anni ogni cosa io facciacauso danni perché manchi tu .

Hai lasciato un vuotoe ti vorrei abbracciare ma ogni volta mi attacco a un portafotoe dee dentro ci sei tuda guardare.

Dalla nestra mi sporgo con la speranza di rivederti arrivaretu che puoi da lassù darmi la forza di continuare a camminare.

Stringimi forte la mano e non lasciae non lasciarmi andare.

Ti amo mamma e lo devi ricordare !Benedetta Gazzoni V2

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La mamma è la più importanteè la donna che ti sentecrescere dentrobattere il cuoreti insegna il valore della vita vera.

È quell’angelo che ci saràti proteggeràe veglierà

su di te.

Non trattate male vostra mamma lei sarà l’unica donnae amicache non vi tradirà.

Lei vi terrà nel suo cuoreanche quando ci sarà dolore.Anche quando non ci sarà piùlei continuerà a guardarvi e a proteggervi da là.

La mamma è la più importante

Barbara Ghirardi V3

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UNA STORIA

Questa è la storia di una ragazza innamorata di un

uomo affascinante più grande di lei di ben dieci

anni (si sa… l'amore non ha età). È una grande

storia d'amore, questa, vissuta tra sentimento,

gelosia e intrigo... Una storia vera e piena di

passione, ma vissuta realmente solo da una metà:

Julie.

La nostra storia è ambientata in un quartiere

molto tranquillo del Texas nel 1970, qui viveva

questa meravigliosa ragazza di 18 anni che

frequenta il liceo Oxford.

Ogni giorno Julie andava a scuola con le sue due

grandi amiche Mary e Joy, ragazze della stessa

età abitanti nel suo stesso quartiere, ma un giorno

un ragazzo sulla trentina, in macchina, si avvicinò

a loro. Julie si fermò e improvvisamente i loro

sguardi si incrociarono: un amore a prima vista.

Dopo quel giorno i due non si videro per mesi.

Fu un giorno d'estate, mentre lei era fuori casa sul

prato a svagarsi leggendo un libro del suo

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scrittore preferito, Paulo Coelho, che Julie rivide

quel ragazzo che l’aveva così colpita: era accanto

a casa sua e tagliava il prato. Lei rimase lì a

fissare ogni suo singolo movimento, fino a che lui

si accorse di essere osservato e Julie subito

distolse lo sguardo, arrossendo in viso. Lui le si

avvicinò e cominciarono a parlare, si chiamava

Mark ed era il suo nuovo vicino di casa. Da quel

giorno cominciarono a frequentarsi e nacque così

una storia d'amore.

Terminato il periodo estivo, a settembre Julie

ricominciò ad andare a scuola mentre Mark,

ormai diventato il suo fidanzato, lavorava ogni

mattina e prima di andare al lavoro ogni giorno la

accompagnava a scuola con la sua Polo blu, un

bacio e ognuno poi andava per la sua strada.

All'uscita da scuola Julie sapeva che non

l'avrebbe più visto fino a sera, visto che lui a

quell'ora ancora lavorava, così le ore

pomeridiane non passavano mai, visto il suo

desiderio irrefrenabile di rivederlo al più presto.

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Ormai Julie era innamorata persa di Mark.

Tuttavia ancora non aveva conosciuto il vero

Mark.

Più passavano i giorni, i mesi e gli anni, più

infatti Mark diventava possessivo, a tal punto che

non faceva uscire più Julie di casa e le vietava

persino di andare a scuola. Lei lasciò così gli

studi.

Per Julie questo non era un problema perché era

innamorata ormai, ma più passavano i giorni più

iniziava a rendersi conto che tutto questo non era

normale.

Una mattina, visto che a casa mancavano alcune

cose e Mark era ancora al lavoro, Julie decise di

andare a fare la spesa in segreto. La povera

ragazza non sapeva che lui si era messo d'accordo

con il vicino di casa per sorvegliarla e osservare

ogni sua mossa. Così quando lui venne a sapere

tutto, si arrabbiò a tal punto da metterle le mani

addosso, urlandole in faccia. Lei con le lacrime

agli occhi gridava di smetterla, ma lui non la

ascoltava, la sua paura era che Julie avesse un

altro uomo...

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La situazione non migliorò, più passavano i

giorni più Mark diventava aggressivo, ma Julie

non voleva mettere fine alla loro storia, ne era

ancora innamorata dopotutto, e il ricordo di ciò

che avevano passato insieme le impediva di

mettere la parola fine. Inoltre temeva la reazione

di Mark.

Il fatto terribile accadde un giorno dell'inverno

del 1970. Julie era ormai esaurita

psicologicamente, aveva bisogno di parlare di

questa situazione con qualcuno, e poiché era da

tanto tempo che non vedeva le sue due care

amiche, decise di andare da loro per sfogarsi.

Si assicurò che il vicino non fosse a casa e uscì

correndo, ma purtroppo non andò come doveva

andare.

Mark quel giorno finì di lavorare prima e arrivò a

casa convinto di trovare Julie. Ovviamente non fu

così… Allora Mark andò su tutte le furie, sapeva

che sarebbe comunque tornata a casa e rimase in

salotto ad aspettarla scolandosi un intera bottiglia

di Rum.

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Julie rientrò che erano ormai le sette, corse verso

la porta di casa velocemente, cercando le chiavi

disperse nella borsa, ma si accorse che la porta

era aperta e così si preparò un discorso e una

buona scusa (perché già sapeva che sarebbe stata

necessaria). Quando Mark sentì Julie entrare,

completamente ubriaco e preso dalla pazzia,

cominciò a urlare senza lasciarla parlare e

prendendola a sberle e urlando che lei sapeva che

non avrebbe dovuto farlo. Allora Julie lo

abbracciò, dicendogli di calmarsi, ma lui

scaraventandola a terra, preso dall'ira, afferrò un

coltello da cucina e la ferì al petto con 5

coltellate. Julie si accasciò a terra, Mark si

inchinò con il coltello ancora in mano e

incominciò a piangere e a urlare. Julie ancora

respirava, lui cercò di fare qualcosa, ma poco

dopo lei morì. Allora lui si gettò su di lei in

lacrime, sussurrandole all'orecchio che l'amava.

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Mark rimase tutta la notte a dormire accanto al

cadavere di Julie e il giorno dopo andò a

costituirsi.

Chiara Caprara V2

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LA STORIA DI JOHN

Cosa sta facendo quel ragazzo li per terra? Sta

pregando? Sta meditando? Sta semplicemente

riflettendo? Io penso che stia facendo tutte queste

cose. Ma soprattutto si sta chiedendo perché tutte

queste avversità dovevano capitare proprio lui, John.

Chi è John? John era un atleta, un talento naturale,

adorava correre, lo sport era la sua vita. Adesso John

non sa neanche se ce l’ha una vita.

Voi vi starete chiedendo: ma perché un talento è

messo in queste condizioni?

John era sposato con Jane, una splendida donna, da

cinque anni e il loro sogno era quello di crescere un

figlio. Dopo anni finalmente il loro sogno stava per

avverarsi: Jane era incinta. I due alla notizia di un

nuovo componente della famiglia erano entusiasti.

Ma nove mesi dopo accadde una cosa

inaspettatissima.

Mentre Jane e John erano usciti per fare spesa

ebbero un terribile incidente e John perse l'uso delle

gambe.

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Jane morì.

Da quel giorno John non aprì più bocca, non riusciva

ad accettare la perdita delle due cose che amava di

più al mondo: sua moglie e le sue gambe e

soprattutto non riusciva ad accettare che la gente che

una volta lo adorava ora lo rinnegasse.

Anche oggi quando lo vedono per strada neanche lo

riconoscono.

Questa è la storia di John, ora ditemi voi cosa sta

facendo lì seduto. Sta pregando? Sta riflettendo? Sta

meditando?

No, non sta facendo niente, niente perché John è

morto. Morto dentro.

Abe Daniel S3

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Stuntman

Sa sa sa... Uno due tre prova... Unoduetreprova...Buongiorno, siamo qui tutti riuniti in diretta da piazza Marcelli, e come ogni domenica, ci sarà un’esibizione di Jake, uno stuntman che si mo-stra sulla sua moto con acrobazie mozzafiato. Tra poco si esibirà e come sempre lascerà a bocca aperta tutti gli spetta-tori. Jake è partito, acrobazie in moto, salti, impennate, ormai è lui il prota-gonista della scena! Ma… aspettate un momento, non tutto funziona come dovrebbe… Jake è caduto, qualche scintilla di troppo o una per-dita di carburante improvvisa ha causato un incendio! L’uomo è avvol-to dalle fiamme, si rotola per terra, la folla impazzita guarda il povero ragazzo sofferente che cerca di dimenarsi per spegnere le fiamme, ma niente da fare… I soccorsi non arrivano, i secondi sono estenuanti e infiniti… Ecco i primi aiuti! Lo coprono subito con coperte antincendio per soffocare il fuoco, finalmente le fiamme sembrano essersi calmate, Lo stuntman si alza con l’aiuto dei paramedici, saluta il pubblico, e fra gli applausi della folla se ne va!

Vincenzo Calì M2

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Negli anni Quaranta in Inghilterra si svolgevano i campionati scolastici di calcio femminile a cui ogni università partecipava. In un giorno di allenamento, la capitana Grace Dinel, dopo la doccia, rimase da sola nello spogliatoio. D’un tratto le luci si spensero e lei cominciò a sen-tire dei rumori provenire dal corridoio che collegava gli spogliatoi al campo. Grazie a una luce fioca, Grace poté intravedere un’ombra comparire davanti alla porta semichiusa dello spogliatoio, ma la luce, come era arrivata, se ne andò presto. Cautamente Grace si avvicinò alla porta tremando, ma l’unica cosa che vide fu uno scatto che in un attimo sembrò divorare il muro e spari-re in esso. Tornata a casa all’ora di cena, racconto ciò che le era capitato nello spogliato-io ma nessuno le credette. Il giorno dopo, tornando a casa dall’allenamento, si sentì inseguita e delle voci nella testa cominciarono a rimbombare. Non le era mai successo e spaventata cominciò a correre finché non fu arrivata alla porta di casa. Si guardò intorno e scorse in un vicolo quella stessa sagoma del giorno precedente, stavolta la vide guardare chiaramente verso di lei.Appena entrata in casa raccontò alla madre della sagoma sospetta, ma sua madre cominciò a preoccuparsi e a temere che sua figlia fosse malata di men-te. Guardò per scrupolo nel vicolo, ma non c’era nessuno, solo qualche sacco di spazzatura.Il giorno dopo la madre portò Grace dallo psicologo che le fece qualche do-manda e le disse che i suoi erano tutti sintomi di stanchezza per gli eccessivi sforzi. Il giorno seguente Grace rimase tutto il giorno a casa, ma non faceva altro che pensare a quello che era successo in quella settimana. Dopo pranzo, stanca di pensare, si buttò sul letto. Improvvisamente sentì ancora una volta un rumore strano. Spaventata si guardò intorno, ma nulla. Poi la sua atten-zione venne attirata dalla finestra, in particolare dal tetto della casa di fronte. Ancora una volta la sagoma, stavolta chiaramente di un uomo in piedi, ap-poggiato al muro, vestito di nero che guardava verso di lei. Grace corse da suo padre indicandogli l’uomo, ma il padre non vide altro che tegole e cami-ni.Gli episodi continuarono per diversi anni. Alla morte dei genitori, Grace venne rinchiusa in un manicomio perché considerata malata di mente.Dopo alcuni anni il giornale pubblicò uno speciale sull’atleta Grace Diner, sulla storia della sua vita e sulla fine che aveva fatto.Tutti videro una strana ombra nella foto della giovane. Un’ombra come di una sagoma inquietante. Riccardo Meschieri T2

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LA STORIA DI AMY E JACK

Amy e Jack non sono fratelli ma sono stati

adottati dalla stessa famiglia.

Lei aveva 5 anni, lui 7. Abitavano in una

grande casa in campagna e furono adottati

nel 1996. Amy e Jack si volevano bene fin

da piccoli, ma crescendo si unirono sempre

di più fino a che all'età di 15 e 17 anni

diventarono oltre che fratelli, anche

migliori amici. Jack seguiva Amy

dappertutto e sentiva il dovere di

proteggerla da qualsiasi cosa.

Un sabato sera Amy doveva partire per le

terme con le sue amiche e Jack le

accompagnò in macchina. Appena arrivati,

lui prese i bagagli di Amy e li portò in

camera e dopo averla salutata rientrò in

macchina per tornare a casa.

Tuttavia, appena partito, cominciò a

pensare che quella era la prima volta che si

allontanavano e capendo che lei gli sarebbe

mancata troppo, tornò indietro, prese le

chiavi della camera ed entrò. Le amiche

stavano dormendo, Amy invece era sveglia

e guardava la tv. Lo vide entrare e,

sorpresa, gli chiese perché fosse tornato.

Lui non rispose, le prese la mano e la portò

con sé.

Si ritrovarono dentro una stanza con tante

vasche di acqua calda, ma per via

dell'orario non si poteva restare lì e loro lo

sapevano, infatti il guardiano passò a

controllare e Amy e Jack si nascosero.

Dopo che il guardiano se ne era andato,

Amy, divertita, spinse Jack nella vasca, lui

con tutti i vestiti bagnati la prese in braccio

e si buttarono insieme. Ora la guardava, ma

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non come un fratello guarda sua sorella, la

guardava con occhi diversi dal solito.

Pensò che Amy era bellissima quella sera e

capì che era innamorato di lei da sempre.

Ormai era notte fonda e Amy e Jack erano

ancora nella vasca, scherzavano e si

divertivano, quando ad un tratto Jack la

baciò. Amy, stupita, si tolse e chiese al

fratello che diavolo stesse facendo. Jack,

incapace di rispondere, la baciò di nuovo,

ma quel bacio aveva qualcosa di diverso e

Amy non si tolse. Non capiva, ma si

lasciava andare. A un tratto il telefono

squillò. Era il padre, preoccupato perché

Jack non era ancora tornato. Il ragazzo capì

che era meglio rientrare, salutò Amy e salì

in macchina senza dire una parola.

Durante il viaggio decise di fermarsi per

scrivere un messaggio a Amy: aveva capito

di amarla da sempre, quel bacio per lui

significava molto, lei avrebbe dovuto

pensare a cosa fare, mentre era via. Lui

l'avrebbe aspettata a casa. Con una

risposta.

Amy non rispose a quel messaggio.

Passarono i giorni e lei tornò. Jack stava

malissimo, non sapeva cosa aspettarsi e

non scese neanche per salutarla. Quando a

un tratto sentì bussare: era lei. Jack aveva il

cuore a mille, Amy rimase lì a guardarlo,

poi d'un tratto gli sorrise, gli si buttò

addosso e lo baciò.

Quella era la sua risposta e da lì nacque

una bellissima, ma segreta, storia d'amore.

S. R.

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