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IL SOSTEGNO DELL’IRAN AL

TERRORISMO INTERNAZIONALE

UN REPORT A CURA DELLA REDAZIONE DI:

# NO PASDARAN

www.nopasdaran2.wordpress.com mail: [email protected]

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INDICE

1. Premessa 3

2. Hezbollah: il “proxie” iraniano per eccellenza 3

3. Hamas e l’Iran: un incontro di mero interesse 7

4. Galassia palestinese: Hamas e la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) 9

5. L’Iran e i Talebani 11

6. L’Iran e Al-Qaeda 13

7. Il coinvolgimento dell’Iran in Iraq 15

8. L’Iran e il terrorismo in America Latina 18

9. Conclusioni 19

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# NO PASDARAN

www.nopasdaran2.wordpress.com

1. Premessa

Sin dalla rivoluzione del 1979, uno degli obiettivi centrali dell’Ayatollah Khomeini è

stato l’esportazione dell’ideologia della velayath-e-faqih (il potere del

Giureconsulto, in farsi فقیه والیت ) fuori dell’Iran. Quest’obiettivo, negli anni, è stato

perseguito in maniere diverse, sempre però con profonda costanza, razionalità e

recrudescenza. Dalla nascita di Hezbollah all’uccisione degli oppositori politici fuori

dalla Repubblica Islamica, passando per il sostegno a Hamas, Teheran ha applicato

senza confini il principio rivoluzionario proprio del credo sciita, allo scopo di colpire i

suoi nemici regionali (Israele e le monarchie sunnite del Golfo) e internazionali (il

cosiddetto “Grande Satana”, ovvero gli Stati Uniti). In questo lavoro analizzeremo il

sostegno al terrorismo internazionale da parte dell’Iran, gli strumenti applicati e i

tragici effetti di questa macabra scelta politica.

2. Hezbollah: il “proxie” iraniano per eccellenza1

La Guerra civile del Libano, scoppiata nel 1975, determinò l’intervento della Siria

prima (1976) e di Israele poi. L’intervento siriano, in particolare, fu per Damasco

molto complicato e determinò una perdita di potere da parte del regime baathista

sul Paese dei Cedri. E’ in questo contesto che, nel 1982, si inserisce l’Iran

determinando la nascita, per mezzo dell’unione di diversi gruppi sciiti radicali, di

Hezbollah.

Hezbollah - (in arabo هللا حزب ḥizbu-llāh(i), letteralmente “Partito di dio”) – nacque

quindi nel 1982 con un triplice obiettivo: 1- sostituire il movimento sciita di Amal,

considerato da sempre troppo laico; 2- esportare l’ideologia iraniana fuori dai confini

della Repubblica Islamica; 3- aumentare il raggio strategico dell’Iran, portandolo a

raggiungere il mediterraneo. La diretta derivazione di Hezbollah dall’Iran si nota

chiaramente anche confrontando semplicemente il simbolo dell’organizzazione

libanese con il “logo” delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC), i ben noti

Pasdaran2.

1 http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/pdf/iran_hezbollah_e1.pdf

2 http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/pdf/iran_e0307.pdf

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Il simbolo dell’IRGC Il simbolo di Hezbollah

Come si nota chiaramente, comune ai due simboli è il braccio che regge un mitra, ed

in altro il richiamo ad un verso del Corano (quello di Hezbollah è il 56° versetto della

V Sura – intitolata Al-Maida).

Le Guardie Rivoluzionarie – in particolare la famosa Forza Quds3 - forniscono ad

Hezbollah:

Indottrinamento ideologico;

Addestramento;

Armi;

Soldi.

Per quanto concerne l’addestramento, questo avviene in particolare in due campi: il

campo Sheikh Abdallah situato presso Ba’albek in Libano e il campo Zadabani

situato in Siria (a nord est di Damasco). In Iran, invece, i due campi di addestramento

sotto il controllo della Forza Quds sono: il campo Imam Ali di Teheran e il campo

Bahonar presso Karaj4.

Il rapporto tra l’Iran ed Hezbollah chiarisce molto bene il perché dell’alleanza

strategica tra Damasco e Teheran e, soprattutto, i motivi che spingono oggi la

Repubblica Islamica a sostenere economicamente e militarmente la sopravvivenza

del regime siriano.

Un ruolo centrale nella nascita di Hezbollah è stato ricoperto da Hujjat al-Islam Ali

Akbar Mkhtashemipour, all’epoca Ambasciatore iraniano in Siria.

3 Si richiama al seguente lavoro di NoPasdaran: http://nopasdaran2.files.wordpress.com/2012/03/la-

forza-qods.pdf 4 http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/pdf/iran_e0307.pdf

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Tanta generosità fu immediatamente ricambiata da Hezbollah con una campagna di

morte nel 1983: il primo attentato contro gli obiettivi occidentali avvenne con

l’attentato all’Ambasciata americana Beirut il 18 aprile del 1983 (61 persone uccise).

Il secondo attacco avvenne contro il quartier generale del Marines il 23 ottobre del

1983 e determinò la morte di 39 persone, mentre il terzo attacco – avvenuto

sempre il 23 ottobre – colpì direttamente i militari francesi e americano uccidendo

ben 200 persone. Alla campagna di attentati terroristici, Hezbollah fece seguire una

serie di rapimenti durante gli anni ’80, alcuni dei quali conclusi tragicamente.

Il recente conflitto tra Israele e Libano nel 2006, ha dimostrato nuovamente la

diretta derivazione di Hezbollah dalla Repubblica Islamica creata da Khomeini nel

1979. A livello di “dottrina”, l’esercito israeliano ha ritrovato nel villaggio libanese di

Marun al-Ras, alcune copie del libro “Jihad”, pubblicato nel 2004 dall’Imam Khomeini

Cultura Center di Haret Hreik (sud di Beirut). Un secondo testo ritrovato nel villaggio

di Yarun è “Il Mio Leader”, libro pubblicato dal Movimento Scout di Hezbollah,

contenente i ritratti biografici dell’Ayatollah Khomeini e dell’Ayatollah Khamenei5.

La copertina del libro “Jihad” La copertina del libro “Il Mio leader”

Ovviamente, come suddetto, il sostegno ad Hezbollah da parte dell’Iran si è

concretizzato soprattutto attraverso l’invio – via Damasco – di armi e fondi. Missili

come il Fajr-3 (43 Km), il Fajr-5 (75 km), il Naze’at 6 (90 km), il Zelzal-1 (125 km), il

Zelzal-2 (210 km) e i missili anti tank RPG-29, SA-7 e SA-14, usati tutti durante la

guerra del 2006, sono stati tutti forniti direttamente o indirettamente da Teheran.

5 http://www.terrorism-info.org.il/malam_multimedia/English/eng_n/pdf/iran_hezbollah_e1.pdf

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Per quanto concerne il finanziamento, è stato calcolato che l’Iran garantisce ad

Hezbollah un sostegno economico pari a 100 milioni di dollari annui. Questi fondi

sono usati dagli uomini di Hassan Nasrallah per attività terroristiche, attività sociali e

programmi di propaganda e indottrinamento. I fondi di Teheran arrivano ad

Hezbollah tramite gli uomini della Quds Force, tramite le ambasciate iraniane a

Damasco e Beirut e tramite le organizzazioni caritatevoli.

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3. Hamas e l’Iran: un incontro di mero interesse

La Conferenza di Madrid, nel 1991, aprì le porte al dialogo tra israeliani e palestinesi,

un’azione diplomatica che culminò con la firma degli accordi di Oslo nel 1993. La

pace tra Israele e Fatah, però, metteva direttamente in gioco l’esistenza stessa di

Hamas e gli interessi iraniani nella regione, volti alla continuazione del conflitto allo

scopo di aumentare il potere di Teheran e di mantenere l’attenzione internazionale

lontana dai confini della Repubblica Islamica. Oggi, questo aspetto può essere

tranquillamente ricondotto allo sviluppo segreto del programma nucleare e

missilistico iraniano.

La Repubblica Islamica dell’Iran garantisce ad Hamas:

Addestramento;

Armi;

Soldi.

In questo caso l’aspetto ideologico non conta: Hamas, infatti, è un’organizzazione

sunnita, mentre l’Iran è sciita. Come detto, si tratta di un “matrimonio d’interessi”

fondato sul terrore.

Sino a qualche mese fa il quartiere generale di Hamas si trovava presso Damasco ed

era gestito da Khaled Meshaal. Con lo scoppio della Primavera Araba e le proteste in

Siria, Meshal ha deciso di ricollocare la base di Hamas fuori dai Territori e di

abbandonare il sostegno al regime siriano di Bashar al-Assad. Questa mossa,

chiaramente, ha avuto i suoi effetti nei rapporti con l’Iran e all’interno di Hamas

stesso: il regime di Teheran e Ismail Hanyieh, il leader di Hamas a Gaza, hanno

duramente attaccato ha Meshaal, tanto che lo stesso Khaled Meshaal ha annunciato

la sua prossima uscita da Hamas6. Per alcuni mesi, inoltre, l’Iran ha anche ridotto il

flusso di finanziamenti verso Hamas, ma la questione è stata presto risolta dalla

volontà pragmatica di Teheran di impedire all’organizzazione islamica di formare un

governo di unità nazionale con Fatah7.

I due uomini che hanno principalmente contribuito alla nascita dell’asse tra Teheran

e Hamas sono Qassem Suleimani8, comandante della Quds Force, e Mouhsen

Hussein Azahi all’epoca Ministro dell’Intelligence iraniana (il potentissimo MOIS).

Come nel caso di Hezbollah, anche nel caso di Hamas i centri di addestramento

6 http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/uncertainty-in-hamas-as-leader-decides-

to-quit-6293250.html 7 http://af.reuters.com/article/worldNews/idAFBRE82J0T920120320

8 http://it.wikipedia.org/wiki/Qassem_Suleimani

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principale dei miliziani sono il campo Imam Ali di Teheran e il campo Bahonar

presso Karaj in Iran.

La vittoria alle elezioni legislative palestinesi del 2006 e il colpo di “stato”

organizzato da Hamas contro Fatah nella Striscia di Gaza nel 2007, hanno

approfondito il rapporto tra Hamas e l’Iran.

Per quanto concerne gli armamenti, dopo il golpe, l’Iran ha aumentato sia il numero

che il livello dei missili fatti entrare nella Striscia di Gaza attraverso i tunnel al confine

con l’Egitto. Questi missili sono stati usati da Hamas obiettivi israeliani durante

l’Operazione Piombo Fuso del 2008 e vengono sparati ancora a decine

quotidianamente verso le città del sud di Israele.

Di seguito la mappa con il range dei missili usati da Hamas contro il territorio

israeliano:

Come si vede, quindi, tra i missili forniti ci sono i Qassam 1,2,3 (che vanno da quattro

ai quattordici chilometri), i Katyusha (20 chilometri) e l’update dei Katyusha, ovvero

il missile Grad con una gittata che raggiunge quasi i cinquanta chilometri.

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Ancora un’imagine9:

Per quanto concerne il finanziamento, nel 2006 Ismail Haniyeh si recò in visita in

Iran ed incontrò direttamente la Guida Suprema Ali Khamenei. In quell’occasione, il

leader palestinese ottenne un finanziamento di ben 250 milioni di dollari, consegnati

dall’Iran in due trance da 100 e da 150 milioni di dollari nel 2008. Una cifra enorme

che ben fa capire che senza l’Iran, in pratica, Hamas non avrebbe nessuna capacità di

azione rilevante nel contesto palestinese.

L’11 febbraio 2012, Ismail Haniyeh si è recato a Teheran in occasione del 33°

anniversario della Rivoluzione iraniana del 1979. Da Teheran, dopo aver ringraziato

per il supporto ad Hamas, Haniyeh ha dichiarato che Hamas non riconoscerà mai

Israele e continuerà ad oltranza la sua lotta armata10

.

4. Galassia palestinese: Hamas e la Jihad Islamica Palestinese (PIJ)

Diretta emanazione della Fratellanza Mussulmana egiziana, la Jihad Islamica

Palestinese-PIJ ha da tempo avviato un solido rapporto con l’Iran. I rapporti sono

stati sanciti durante lo scoppio della prima Intifata nel 1987. Da quel momento, l’Iran

ha iniziato ad addestrare gli operativi del PIJ nei campi di Hezbollah in Libano, sotto

il diretto controllo dei Pasdaran iraniani (in merito, si legga sotto). Oggi la PIJ

mantiene il suo quartier generale a Damasco, ma ha anche uffici a Teheran e a

Khartum in Sudan.

Per quanto concerne la PIJ è stato provato che leaders dell’organizzazione come Fathi

Shqaqi e Khaled Zaqarna hanno ricevuto da Teheran un ampio addestramento da

9 Fonte: Global Security, www.globalsecurity.org

10

http://www.liveleak.com/view?i=578_1328958057

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Hezbollah nei campi della Beka’a in Libano e dai Pasdaran nel campo Sheikh

Abdallah di Ba’albek (sempre in Libano).

Nel 1996 le autorità turche hanno arrestato diversi esponenti del PIJ provando il loro

legame all’Iran e Israele ha fermato il terrorista Khalil’Atta, addestrato in Iran tra il

luglio e il settembre del 199511

.

Nel maggio del 2002, il Segretario Generale del PIJ Ramadan Shallah, riparato in

Siria, ha definito la sua organizzazione come uno dei tanti frutti “dell’albero del

nostro leader Khomeini” e ha chiamato la rivoluzione iraniana del 1979 come un

modello da applicare anche alla causa palestinese. Sempre nel 2003, le forze di

sicurezza palestinesi hanno bloccato un finanziamento di 3 milioni di dollari da parte

dirette da Teheran al PIJ.

Il Segretario del PIJ Shallah stringe la mano del Presidente iraniano Ahmadinejad

Nel 2006, in una conferenza a Teheran, infine, sempre Shallah ha dichiarato che il

movimento islamico non smetterà di infiltrare terroristi suicidi in Israele e ha

rinnovato la sua fedeltà all’Iran in caso di guerra con Israele e o con gli Stati Uniti12

.

Il Segretario del PIJ Shallah incontra Saeed Jalili, Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale in Iran

11

http://mehr.org/iran_terrorism.htm 12

http://www.theisraelproject.org/site/apps/nl/content2.asp?c=hsJPK0PIJpH&b=883997&ct=3630751

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5. L’Iran e i Talebani

Il rapporto tra l’Iran e i Talebani potrebbe essere definito oggi secondo il vecchio

adagio che recita: “il nemico del mio nemico è mio amico”. Ora, partiti da questo

presupposto, è facile comprendere come il rapporto tra la Repubblica Islamica sciita

e il movimento degli Studenti islamici radicali Wahaabiti, si basa sulla comune

volontà di combattere gli Stati Uniti in Afghanistan e costringerli al ritiro.

Piccola premessa storia: quando i Talebani presero il potere in Afghanistan nel 1996,

l’Iran non riconobbe il governo degli Studenti Islamici e iniziò con loro una guerra

diplomatica e militare. Teheran finanziò ampiamente l’Alleanza del Nord, il

movimento di opposizione ai Talebani in Afghanistan, mentre i Talebani non si fecero

scrupolo ad uccidere ben otto diplomatici iraniani. In quel momento, si rischiò

davvero la guerra tra i due Paesi. Talebani e forze iraniane si scontrarono anche nella

battaglia di Mazar-e Sharif, con i primi che riuscirono a sconfiggere i secondi solo

grazie la supporto del Pakistan.

La situazione, dopo il 2001, è totalmente cambiata13: durante la guerra tra Talebani

e Stati Uniti, l’Iran ha attivamente sostenuto la caduta del governo degli Studenti

islamici. Sconfitti i Talebani, però, la politica iraniana è cambiata diventando molto

ambivalente: per un verso Teheran ha mantenuto buoni rapporti con il Presidente

afghano Karzai firmando con lui accordi economici rilevanti (l’Iran ha praticamente in

mano il controllo della zona industriale di Herat); per un altro verso, però, la

Repubblica Islamica ha stabilito rapporti con alcune fazioni dei Talebani allo scopo

di combattere indirettamente i soldati americani sul suolo afghano.

Il Presidente iraniano Ahmadinejad abbraccia il suo omologo afghano Karzai

13

http://iranprimer.usip.org/resource/iran-and-afghanistan

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Il 9 marzo del 2011, le forze speciali inglesi hanno intercettato una nave iraniana

nella Provincia di Nimruz, sud dell’Afghanistan. La nave era carica di razzi da 122 mm

diretti ai miliziani Talebani14.

Le immagini dei razzi da 122 mm intercettati dalla forze speciali inglesi

Paiono esserci prove anche che alcuni i terroristi Taliban sono stati direttamente

addestrati nei campi sotto il controllo delle Guardie della Rivoluzione iraniane, a cui

Teheran starebbe anche tentando di trasferire missili a lunga gittata15.

Settembre 2011: l’ufficio della Guida Suprema iraniana Khamenei rilascia questa foto che mostra Burhanuddin Rabbani, capo

del Alto Consiglio Afghano per la pace mentre stringe la mano dello sceicco di Hezbollah Naim Kassem in occasione della conferenza sul Risveglio Islamico tenutasi a Teheran nel settembre 2011.

14

http://www.rawa.org/temp/runews/2011/06/10/iran-caught-10-times-trying-to-send-arms-to-terrorists.html 15

http://iranprimer.usip.org/blog/2011/aug/10/iran%E2%80%99s-ties-taliban

13 | P a g e

6. L’Iran e Al-Qaeda Ormai da diversi anni gli Stati Uniti hanno messo in luce l’esistenza d’importanti

contatti tra la Repubblica Islamica dell’Iran e l’organizzazione terroristica di Al-Qaeda

(La Base), fondata da Osama Bin Laden. Anche in questo caso, ovviamente, si tratta

di un matrimonio d’interesse fondato su due basi:

Il comune obiettivo di combattere gli Stati Uniti ovunque;

La volontà dell’Iran di mantenere rapporti con organizzazioni radicali sunnite

al fine di evitare attacchi sul suo territorio.

Le connessioni tra l’Iran e Al-Qaeda risalgono agli anni ’90, quando “La Base” aveva

il suo quartier generale in Sudan. La connessione tra la repubblica sciita e

l’organizzazione terroristica sunnita fu favorita da Hassan al-Turabi, leader sudanese

del Fronte Islamico Nazionale. Quando, nel 1996, Al-Qaeda si sposterà in Afghanistan,

i contatti con Teheran non saranno interrotti: il regime iraniano garantì, infatti,

permessi di transito a membri di Al-Qaeda tra Afghanistan e Iran. La Commissione

d’inchiesta sull’11 settembre, pur non rilevando prove di un coinvolgimento

iraniano negli attentati alle Twin Towers, rilevò che c’era una chiara evidenza che

diversi terroristi che presero parte al drammatico attentato del 2001 erano entrati in

Afghanistan tramite l’Iran.

I contatti tra Iran e Al-Qaeda si approfondiscono dopo la guerra tra Stati Uniti e Iraq

del 2003. Il Dipartimento del Tesoro americano, nel 2009, ha individuato tre

terroristi di Al-Qaeda che hanno avuto un ruolo importante in questo rapporto:

Mustafa Hamid, in contatto con l’Iran dagli anni ’90 e addestrato dai Pasdaran; Ali

Salah Hussain, responsabile di aver fatto entrare in Iran diversi terroristi di Al-Qaeda

attraverso il network di Zahedan (capitale del Balochistan iraniano); Saad Bin Laden,

figlio di Osama Bin Laden, arrestato in Iran nel 2008 e poi lasciato entrare

liberamente in Afghanistan.

Il link di Al-Qaeda sembra anche molto utile all’Iran per avere contatti e influenze

nel Maghreb islamico. Pio Pompa, in un articolo pubblicato su Il Foglio il 27 marzo

2012, ha evidenziato come Teheran stia addestrando numerosi membri dell’AQMI

(Al-Qaeda nel Maghreb Islamico) per inviarli poi in Europa.

Nel luglio del 2011, invece, gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di aver liberato il

pericoloso terrorista di Al-Qaeda Saif al-Adel, detenuto per un certo periodo agli

arresti domiciliari a Teheran.

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La foto di Saif al-Adel

La liberazione sarebbe avvenuta nel marzo del 2010 in cambio del rilascio di

Heshmatollah Attarzadeh, un diplomatico iraniano rapito in Pakistan nel novembre

del 200816. Va ricodato che Saif Al-Adel non è solo uno dei terroristi di Al-Qaeda più

ricercati, ma è anche la mente dell’omicidio del Presidente egiziano Sadat e

dell’attentato all’Ambasciata americana in Kenya nel 1998 (223 i morti).

Nel luglio del 2011, quindi, il Dipartimento del Tesoro americano ha individuato altri

sei operativi di Al-Qaeda in contatto con l’Iran, tra loro Ezedin Abdel Aziz Khalil. I sei

avrebbero creato, grazie all’Iran, un ”condotto” che garantiva fondi, passaggi e aiuti

ai terroristi di Al-Qaeda verso il Medioriente e il Sud dell’Asia. Tra i terroristi aiutati

c’era anche Attyah Abd al-Rahman, leader de “La Base” in Pakistan17.

Una foto di Attyah Abd al-Rahman

16

http://www.usatoday.com/news/world/2011-07-09-iran-al-qaeda_n.htm 17

http://www.nti.org/gsn/article/iran-supports-flow-of-al-qaeda-funds-personnel-us/

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Infine, nel febbraio del 2012, diversi membri del Governo americano – tra loro Leon

Panetta, Segretario americano alla Difesa ed ex capo della Cia, e James Clapper,

Direttore del National Intelligence – hanno evidenziato il rischio di attentati sul suolo

americano organizzati dall’Iran in alleanza con al-Qaeda 18 . Va ricordato che,

nell’ottobre del 2011, due operativi dei Pasdaran sono stati arrestati negli Stati Uniti

con l’accusa di voler tentare di uccidere l’Ambasciare dell’Arabia Saudita19.

7. Il coinvolgimento dell’Iran in Iraq

Storicamente l’Iran e l’Iraq sono sempre stati due Stati rivali. Culla dell’Impero

Mesopotamico e di quello Abbaside l’Iraq e centro dell’Impero Savavide e Qajaro

l’Iran, i due Paesi hanno quasi sempre visto il loro rapporto in una ottica di reciproca

competitività. La Rivoluzione iraniana del 1979, poi, ha dato l’occasione all’allora

regime di Saddam Hussein per attaccare l’Iran, in una guerra durata oltre otto anni.

La caduta di Saddam Hussein nel 2003, però, ha cambiato completamente lo

scenario delle relazioni tra i due Paesi e degli equilibri regionali20.

Prima di vedere come Teheran sia coinvolto in Iraq, capiamo bene cosa la

Repubblica Islamica vuole ottenere attraverso la presenza nel Paese vicino:

Aumentare la sua influenza regionale, mantenendo un Iraq diviso e federale;

“Allargare” i confini dell’Iran, evitando il rischio di essere attaccati via terra da

forze esterne (l’Iraq come prima linea di difesa dell’Iran21);

Aumentare l’influenza religiosa;

Colpire gli Stati Uniti;

Colpire i rivali sunniti del Golfo. 18

http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203920204577197421440415962.html#printMode 19

http://msnbcmedia.msn.com/i/MSNBC/Sections/NEWS/A_U.S.%20news/Security/IranPlotComplaint.pdf 20

http://www.cfr.org/iran/irans-involvement-iraq/p12521 21

http://www.cfr.org/iran/irans-involvement-iraq/p12521

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Prendiamo ancora un minuto per spiegare l’aspetto religioso: l’Iraq rappresenta la

culla della civiltà sciita, con i suoi centri religiosi di Najjaf e Kerbala. Due centri che,

da sempre, hanno fatto concorrenza alla città santa di Qom, in Iran. Proprio in Iraq

sono vissuti i clerici sciiti più importanti che hanno rifiutato la concezione

khomeinista della velayat-e Faqih (Il potere del Giureconsulto) e la supremazia

dell’Ayatollah Khomeini. Anche in questo caso, però, dopo la caduta di Saddam

Hussein e la morte nel 2010 dell’Ayatollah Hussein Fadlallah (da sempre contrario a

riconoscere in Khomeini un marja-i taqlid, ovvero una “fonte di emulazione”), l’Iran

ha trovato terreno fertile per aumentare la sua influenza, inviando a Najjaf e Kerbala

oltre 2000 studenti di religione, molti dei quali membri dei Pasdaran. Va ricordato

che anche l’Ayatollah Al Sistani - Ayatollah che oggi rappresenta la “fonte di

emulazione” per l’80 % degli sciiti e contrario al modello iraniano - è oggi molto

anziano e sta perdendo parte della sua forza.

Politicamente parlando, dopo il 2003, l’Iran ha cercato attivamente di influenzare o

controllare le forze sciite nel Paese e i movimenti politici curdi. Vediamo di seguito

quali sono queste forze politiche22:

Il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (ISCI o SCIRI): creato

a Teheran nel 1982 da iracheni espatriati che sono stati addestrati

direttamente dai Guardiani della Rivoluzione iraniani (IRGC). Dopo il 2003,

migliaia di questi militanti sono rientrati in Iraq e hanno formato anche la

milizia Badr, una milizia che, è stato detto, sta al mondo sciita come Al-Qaeda

sta ai sunniti;

Dawa: fondato nel 1950, ha da sempre avuto un sostegno da parte dell’Iran.

Il suo leader, Nuri al-Maliki, si è rifugiato in Iran durante le persecuzioni

contro gli sciiti di Saddam Hussein. Oggi, al-Maliki condivide molti interessi

con Teheran, ma non le stesse posizioni in materia religiosa;

I Sadristi: emersi come una delle forze più potenti dell’Iraq dopo Saddam

Hussein, si tratta di una milizia denominata “Esercito del Mahdi”, ben armata

e guidata da Muqtada al-Sadr (unico figlio in vita dall’Ayatollah Muhammad

Sadiq al-Sadr ucciso, a sua volta, nel 1999). Nel 2008, in occasione della

Battaglia di Basra, i miliziani dell’Esercito del Mahdi coadiuvati dai Pasdaran

iraniani, furono sconfitti dalle forze governative irachene supportate dagli

americani. Questa battaglia convinse Muqtada al-Sadr a ridurre il livello della

lotta armata ed entrare di più nell’arena politica;

Il Partito Democratico Curdo (KDP) e l’Unione Patriottica Curda (PUK): anche

questi due movimenti curdi hanno da tempo relazioni con l’Iran. L’Iran ha

armato il KDP e il PUK soprattutto tra il 1994 e il 1998.

22

http://iranprimer.usip.org/resource/iran-and-iraq

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A livello militare, inoltre, oltre che alle Milizie Badr e all’Esercito del Mahdi, Teheran

ha garantito il suo supporto anche all’organizzazione terrorista salafita Ansar al-

Islam, segno anche in questo caso che la real politik è riuscita a superare gli odi

religiosi tra sunniti e sciiti. A queste organizzazioni armate, Teheran ha garantito

fondi, armi e addestramento.

Per quanto concerne le modalità dell’azione iraniana in Iraq, lo strumento

maggiormente usato dalla Guida Suprema Ali Khamenei sono i Pasdaran, più

precisamente l’unità speciale delle Guardie Rivoluzionarie per le azioni fuori dall’Iran:

la Quds Force, anche detta “Brigata Gerusalemme” (o “Forza Gerusalemme”)23.

Uomini della Quds Force sono stati inviati a centinaia in Iraq e molti di loro occupano

il ruolo di diplomatici: basti pensare che il precedente Ambasciatore iraniano Hassan

Kazemi-Qomi era un ex membro dei Pasdaran, mentre l’attuale Ambasciatore di

Teheran in Iraq, Hassan Danafar, è stato un membro dell’unità navale della Brigata

Gerusalemme24.

Per capire, in poche parole, sarà utile ricordare quello che il comandante della Quds

Force, Qassem Suleimani, disse al Generale americano Peatreus in un messaggio del

2008: “Generale, probabilmente lei saprà che io, Qassem Suleimani, controllo la

politica dell’Iran in Iraq, Libano, Gaza e Afghanistan. Infatti, l’Ambasciatore a

Baghdad è un membro della Quds Force. Chi lo sostituirà sarà, anch’egli, un membro

della Quds Force…25”

La foto di Qassem Suleimani La Forza Quds sfila durante una parata militare

23

Rimandiamo al lavoro edito da No Pasdaran dal titolo “La Forza Quds”: http://nopasdaran2.files.wordpress.com/2012/03/la-forza-qods.pdf 24

http://www.inss.org.il/upload/(FILE)1295871240.pdf 25

http://www.guardian.co.uk/world/2011/jul/28/qassem-suleimani-iran-iraq-influence

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Va, infine, ricordato che l’Iran ha aperto nel 2003 un consolato nel Kurdistan

iracheno e uno a Najaf nel 2010. Un chiaro segno dell’aumento del peso diplomatico

della Repubblica Islamica dell’Iran in Iraq26.

8. L’Iran e il terrorismo in America Latina

Il ruolo dell’Iran nel finanziamento di azioni terroristiche in territorio

latinoamericano risale agli inizi degli anni ’90. Proprio grazie al supporto dell’Iran,

infatti, Hezbollah nel 1992 ha saltare in aria l’Ambasciata di Israele in Argentina –

causando 30 morti – e nel 1994 l’Argentine-Israeli Mutual Association (AMIA),

determinando la morte di 94 persone. Per gli attacchi sono stati inquisiti tra gli altri:

Imad Mugniyah, uomo di collegamento tra Hezbollah e l’Iran sino alla sua

morte in un attentato a Damasco avvenuto nel febbraio 2008;

l’Ayatollah Rafsanjani, all’epoca Presidente dell’Iran e oggi capo del Capo del

Consiglio del Discernimento in Iran);

Ahmad Vahidi, membro dei Pasdaran e oggi Ministro della Difesa iraniano;

Ali Fallahian, clerico iraniano, all’epoca Ministero dell’Intelligence iraniana;

Ahmad Reza Asghari, ex Pasdaran, all’epoca diplomatico iraniano in servizio

come Segretario presso l’Ambasciata dell’Iran in Argentina;

Mohsen Rezaee, oggi politico iraniano, all’epoca capo delle Guardie

Rivoluzionarie (IRGC)27.

Immagini dell’attentato all’AMIA Volti delle persone che persero la vita nell’attentato del 1994

26

http://www.inss.org.il/upload/(FILE)1295871240.pdf 27

http://en.wikipedia.org/wiki/1994_AMIA_bombing#Juan_Jos.C3.A9_Galeano.27s_investigations

19 | P a g e

Di recente gli Stati Uniti hanno espresso forti preoccupazioni per l’approfondirsi delle

relazioni diplomatiche tra l’Iran e il Venezuela di Chavez. Nel maggio 2011 il giornale

tedesco “Die Welt” denunciò la scoperta di una base missilistica in costruzione dei

Pasdaran in Venezuela, precisamente nella Penisola del Paraguanà28. La situazione è

preoccupante, soprattutto se si considerano i rapporti che Chavez stesso ha costruito

con i terroristi delle FARC, gruppo armato attivo in Colombia.

Oltre che con Chavez, l’Iran ha oggi stretti legami con la Bolivia di Evo Morales,

l’Ecuador di Raffael Correa e il Nicaragua di Daniel Ortega. Tutti Paese, più o meno,

ostili agli Stati Uniti. In tutte queste realtà è stata rilevata una crescita costante della

presenza di membri di Hamas, di Hezbollah e della Quds Force29.

Il Presidente iraniano Ahmadinejad e il Presidente venezuelano Chavez si abbracciano

9. Conclusioni

Come dimostrato, l’Iran ha fatto e fa largo uso del terrorismo come strumento della

sua politica estera. Il terrorismo è, quindi, un mezzo attraverso cui l’Iran:

Colpisce i suoi nemici;

Aumenta la sua influenza all’esterno;

Lancia messaggi “diplomatici” ai suoi interlocutori.

Purtroppo, negli anni, questa scelta politica ha determinato la morte di centinaia di

innocenti persone.

28

http://nopasdaran2.wordpress.com/2011/05/26/la-base-missilistica-delliran-in-venezuela-poche-smentite-e-tante-conferme/ 29

http://www.fas.org/sgp/crs/terror/RS21049.pdf

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