NNO N DEL 17G IUGNO DIVI DISTRIBUZIONE GRATUITA DERE · 2013. 3. 23. · Il culto di San Giovanni...

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CON DIVI DERE Quindicinale della Diocesi di Mazara del Vallo ANNO X N.11 DEL 17 GIUGNO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA BEnEdEtto XVI, tI VoGLIAMo BEnE S tiamo commemorando da qualche settimana le vittime delle due stragi mafiose del 1992. Undici persone che stavano svolgendo, saggiamente e con competenza, i loro compiti a servizio dello Stato e quindi della libertà e della sicurezza di tutti noi. Uomini e donne che sono stati strappati con barbara violenza all’affetto dei loro fa- miliari. Ieri come oggi riaffermare chiaramente l’incom- patibilità tra vita cristiana e appartenenza alla mafia non è mai superfluo. Monsignor Giovanbattista Quinci è stato un insigne storico e poi, nel 1937, “Ciantro”, prima dignità del Capitolo della Cattredrale. Mazarese, figlio di una famiglia di pescatori, è stato ricordato in un convegno dedi- cato alla sua figura. Si deve a lui il primo contratto di lavoro per i pesca- tori e la difesa dei loro diritti. Intro- dusse l’uso dei motori sui pescherecci. Editoriale Mafia, non solo condanna ma gesti concreti di speranza continua a pagina 2 di don Francesco Fiorino a pagina 6 Memorie A fianco dei pescatori per i loro diritti Il ricordo di monsignor G.B. Quinci Servizio a pagina 5 In questa foto: il Papa Benedetto XVI, insieme a Paolo Romeo, du- rante l’ultima sua visita a Palermo. (foto Marcello Clausi/Cult) Si celebra domenica 24 giugno la Giornata per la carità del Papa

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Quindicinale dellaDiocesi di Mazara del ValloANNO X N.11 DEL 17 GIUGNO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA

BEnEdEtto XVI,tI VoGLIAMo BEnE

Stiamo commemorando da qualchesettimana le vittime delle due stragimafiose del 1992. Undici persone

che stavano svolgendo, saggiamente e con competenza,i loro compiti a servizio dello Stato e quindi della libertàe della sicurezza di tutti noi. Uomini e donne che sonostati strappati con barbara violenza all’affetto dei loro fa-miliari. Ieri come oggi riaffermare chiaramente l’incom-patibilità tra vita cristiana e appartenenza alla mafia nonè mai superfluo.

Monsignor Giovanbattista Quinci èstato un insigne storico e poi, nel1937, “Ciantro”, prima dignità delCapitolo della Cattredrale. Mazarese,figlio di una famiglia di pescatori, èstato ricordato in un convegno dedi-cato alla sua figura. Si deve a lui ilprimo contratto di lavoro per i pesca-tori e la difesa dei loro diritti. Intro-dusse l’uso dei motori sui pescherecci.

EditorialeMafia, non solo condanna ma gesti concreti di speranza

continua a pagina 2

di don Francesco Fiorino

a pagina 6

MemorieA fianco dei pescatori per i loro dirittiIl ricordo di monsignor G.B. Quinci

Servizio a pagina 5

In questa foto: ilPapa BenedettoXVI, insieme a

Paolo Romeo, du-rante l’ultima suavisita a Palermo.

(foto MarcelloClausi/Cult)

Si celebra domenica 24 giugnola Giornata per la carità del Papa

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duen.11-17giugno2012www.diocesimazara.it

“Per la strada […] avevano di-scusso tra loro chi fosse il piùgrande” (Mc9,34b). “Concedicidi sedere, nella tua gloria, uno allatua destra e uno alla tua sinistra”(Mc10,37). È la perenne tenta-zione che assale l’uomo e che nonrisparmia nessuno. Nelle sequenzedel Vangelo di Marco, il primodei testi citati si colloca subito dopoil secondo annuncio della passione(cfr Mc9,30-32), il successivo su-bito dopo il terzo annuncio dellapassione (cfr Mc10,32-34).Gesù svela ai suoi le “strane” e do-lorose vie del progetto salvifico diDio ed essi si lasciano catturaredall’ambizione di “stare davanti”e di essere i migliori tra tutti! Os-serviamo con più attenzione laprima pericope, ossia Mc 9,33-37. I discepoli discutono “per lastrada” (v. 34b): è la metafora diun arduo cammino di fede, dovela conversione inciampa di conti-nuo sui sassi della fragilità umanae la polvere dell’arroganza rendeopaca la Parola di Dio. Gesù liinterroga “in casa” (v. 33b): èl’ambiente di famiglia, il luogodelle relazioni, nel quale divienepossibile la consapevolezza della“verità di sé”, che si traduce in unsilenzio, forse carico di vergogna:“Ed essi tacevano” (v. 34a). Aquesto punto Gesù si siede. Poi lichiama: rinsalda quel rapportointimo che consente di “cambiare”il cuore e la mente (cfr Ez36,25-27), come aveva profetizzatoOsea: “Perciò, ecco, io la sedurrò,la condurrò nel deserto e parlerò alsuo cuore . Là mi risponderà comenei giorni della sua giovinezza”(Os2,16.17b). Si pongono in talmodo le condizioni per l’accogli-mento della Parola: “Se uno vuolessere il primo, sia l’ultimo di tuttie il servitore di tutti” (v. 35b), cuifa eco un altro testo del secondoVangelo: “chi vuole diventaregrande tra voi sarà vostro servitore,e chi vuole essere il primo tra voisarà schiavo di tutti” (Mc10,43-44). Altrimenti ne fanno le spese i“piccoli” (cfr Mc9,36-37.42).

Il compianto monsignor Cataldo Naro, arcivescovo di Mon-reale, insegnava che «nelle nostre parrocchie deve essere dettoe ridetto che non può ritenersi veramente appartenente alla

Chiesa chi fa parte di una cosca, cioè di un’organizzazione crimi-nale che, del tutto normalmente, per raggiungere i suoi scopi fauso della violenza e pratica l’omicidio. C’è un’incompatibilità evi-dente tra l’appartenenza alla mafia e la professione e la pratica delcristianesimo. È un’incompatibilità evidente che, però, va detta,spiegata, veicolata, trasmessa, specialmente alle nuove generazioni.E la ferma, diffusa e costante affermazione di tale incompatibilitànon va contraddetta con atteggiamenti di “rispetto” e legami diun qualche interesse verso gli uomini delle cosche, almeno quellinotoriamente tali, da parte dei sacerdoti e in particolare dei parroci.Su questo punto bisogna essere molto coerenti. Ne va della serietà,della “verità” e dell’efficacia dell'azione pastorale della Chiesa. Ilmodello resta la dedizione pastorale e la testimonianza sacerdotaledi don Pino Puglisi, tanto attento all'educazione dei ragazziquanto chiaro nella sua posizione verso gli uomini delle cosche».Parole che illuminano ancora - in particolare noi credenti - sullapericolosità socio-culturale del fenomeno mafioso, «la configu-razione più drammatica del “male” e del “peccato”» (così lo defi-niscono i Vescovi italiani nel loro documento Per un Paese solidale.Chiesa italiana e Mezzogiorno). Ma certamente - come ormai èevidente - non è più sufficiente come Chiesa denunciare il fe-nomeno mafioso come anticristiano, occorre invece agire contenacia e positivamente per la formazione delle coscienze - com-pito specifico della Chiesa stessa - compito complesso che richiedetempi lunghi, perché la mafia ha radici profonde nella mentalitàe nella vita dei nostri territori. È fondamentale l’indignazione versoil male in ogni sua forma, per sconfiggerlo dovunque sia possibile.Da parte del credente è importante pagare di persona e mettereil bene dove c’è il male. Non possiamo limitarci come cristianialla condanna di situazioni malavitose e di illegalità, ma dobbiamoporre in essere gesti di speranza e di rinnovamento. I prossimi treincontri che si svolgeranno a Mazara del Vallo con testimoni delnostro tempo saranno una occasione per aiutarci a non percorrere«una strada di morte» - così Benedetto XVI, nel suo primo viaggioin Sicilia, ha definito la mafia - , ma impegnarci nella promozionedella giustizia e delle fasce più deboli della società. Ecco perchèsono stati invitati il questore Rino Germanà (a pagina 7 pubbli-chiamo una sua lunga intervista), il giudice Gioacchino Natoli edon Giacomo Panizza, testimone cristiano di un impegno con-creto in Calabria.

LETTURE

editorialeMafia, non solo condannama gesti concreti di speranza

Grani di Vangelodi Erina Ferlito

SOMMARIOLe celebrazioniIl culto di San GiovanniBattista a Castelvetranoe Marsala 3

FlashLa Fondazione San VitoOnlus presente ai funerali diStato di Rizzotto

Le scelteLe linee del nuovoPiano pastorale

La giornataIl 24 si celebra laGiornata della caritàdel Papa 5

MemorieIl ricordo di monsignorGiovanbattistaQuinci 6

L’intervistaRino Germanà, ilpoliziotto sopravvissutoalla mafia 73

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Inagenda

MAZARA dEL VALLo/17 GIUGnoIncontro di verifica con gli animatoriDomenica 17 (ore 17) presso il centro diocesanogiovanile in via Ospedale a Mazara del Vallo siterrà l’incontro di verifica degli animatori giova-nili diocesani.

MAZARA dEL VALLo/18 GIUGnoterzo Forum dei catechistiLunedì 18 e martedì 19 a Mazara del Vallo siterrà il III Forum dei catechisti sul tema “La Ca-techesi di tipo catecumenale nella vita della par-rocchia”. I lavori si articoleranno in diverse sedi(cineteatro Grillo, chiesa abbaziale di San Mi-chele e aula magna del seminario vescovile) conrelazioni e laboratori. Info: www.diocesimazara.it.

MAZARA dEL VALLo/22 GIUGnoIncontro col giudice Gioacchino natoli Venerdì 22 giugno (ore 17,30) presso l’aulamagna del seminario vescovile di Mazara delVallo si terrà l’incontro con Gioacchino Natoli,presidente del Tribunale di Marsala. L’incontrorientra nell’ambito del ciclo organizzato dallaFondazione San Vito Onlus. Il terzo incontro siterrà giovedì 28 giugno (ore 17) con don Gia-como Panizza, bresciano, fondatore di “Progettosud” a Lamezia Terme.

tRE FontAnE/24 GIUGnoFesta dell’ACR con preghiera e animazioneSi terrà domenica 24 giugno (ore 8,30) nella fra-zione di Tre Fontane, a Campobello di Mazara,la festa dell’ACR sul tema “Venite evedrete...r...estate con Gesù”. In programma mo-menti di preghiera, giochi, pranzo a sacco e santamessa. Informazioni sul programma al3279462032.

segue da pagina 1

CONDIVIDEREQuindicinale d’informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7 -2003

EDITORE: Associazione culturale “Orizzonti Mediterranei”, piazza della Repubblica, 6, 91026 Ma-zara del Vallo (TP). REDAZIONE: telefono 0923902737,[email protected] EDITORIALE: monsignor Domenico Mogavero. DIRETTORE RESPONSABILE: donFrancesco Fiorino. COORDINATORE DI REDAZIONE: Max Firreri. HANNO COLLABORATO:Erina Ferlito, Marco Laudicina, Ester Vaccari, Antonino Sammartano, Rosa Monteleone, don LeoDi Simone, Maria Celi. IMPAGINAZIONE, GRAFICA ESTAMPA: Grafiche Napoli Campobello diMazara. Questo numero è stato chiuso in redazione il 14 giugno 2012. Èvietata la riproduzioneintegrale o parziale di testi e foto pubblicati su questo giornale.

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Alla descrizione del culto di San GiovanniBattista a Marsala ci si dovrebbe acco-stare con il metodo dell’indagine strati-

ficata. La chiesa del Santo, infatti, è stata costruitasopra una grotta al cui interno sgorgava una fonted’acqua dolce. Chi ne beveva, secondo la leg-genda, otteneva il dono della profezia, ecco perché

si ritiene che ivi venne e morì la Sibilla Cumana,le cui profezie, appunto, richiamavano i pellegrinida ogni parte della Sicilia. Con l’avvento del Cri-stianesimo il luogo venne adibito ad una sorta dibattistero e le acque della sorgente furono ritenutemiracolose al punto che molti devoti vi si immer-gevano con la speranza di guarire dalle loro infer-

mità. Ed è proprio dalla volontà di creare uno sto-rico legame tra questo luogo e l’acqua che nascela decisione di dedicare a San Giovanni Battistala chiesa che su questo luogo doveva essere co-struita. Domenica 24, giorno della festività, alle18 sarà celebrata la santa messa. A seguire la pro-cessione del simulacro del Santo. (ester vaccari)

tren.11-17giugno2012 www.diocesimazara.it

La città di Castelvetrano festeggia il propriopatrono, San Giovanni Battista. Storia eculto si intrecciano nei secoli: in città nel

1589, per iniziativa della famiglia Di Maio, si diedeinizio alla fabbrica del “Nuovo San Giovanni” difronte ad una chiesa più antica dedicata al Battista,punto di aggregazione di un piccolo borgo realiz-zato extra moeniache si saldò alla città sul finire delXVI secolo. La crescita del culto a Castelvetrano èstata parallela all’affermarsi dell’omonima confra-ternita, tale da far commissionare nel 1522 la sta-tua di San Giovanni ad Antonello Gagini, e lerivalità con l’adiacente convento di San Domenicoavevano reso necessaria la costruzione di unanuova chiesa, conclusa forse nel 1645. L’aspettoera diverso da quello attuale: si trattava di unachiesa colonnare a tre navate divise da arcate, tran-setto pronunciato, abside di dimensioni modeste,copertura a capriate lignee. Sotto il principato didon Ettore Pignatelli e donna Giovanna, nel1658, furono iniziati i lavori di ampliamento delpresbiterio uniformando anche il San Giovanni ainuovi indirizzi architettonici. I lavori furono con-clusi nel 1661. (marco laudicina)

Lafesta

L’omonima confraternita commissionò nel 1522 la statua del Santo ad Antonello Gagini, oggi conservata sull’altare principaleSotto il principato di don Pignatelli e donna Giovanna, nel 1658, furono iniziati i lavori d’ampliamento del presbiterio dell’attuale chiesa

Il culto di San Giovanni Battista nella storia della cittàLa comunità di Castelvetrano festeggia il Santo Patrono

In questa foto: Il dipinto di San Giovanni Battista nel-l’omonima chiesa a Campobello di Mazara. (foto Bono).

Le manifestazioni inizieranno sabato 16con l’incontro sul tema “Il Patrono ela città. Storia, arte e tradizioni” con

Aurelio Giardina. Giovedì 21 (ore 17) presen-tazione del libro di don Marco Renda “Il Pre-cursore. Quattro testi teatrali”. Venerdì 22 (ore21) teatralizzazione “Voce di uno che grida nel

deserto”, con la regia di Leonardo Seidita eGiacomo Bonagiuso. Domenica 24 (ore 19)solenne pontificale presieduto dal Vescovo. Dagiovedì e sino a domenica, tutti i giorni, alle19 saranno celebrate le messe da don Gioac-chino Arena, don Marco Renda, don Giu-seppe Titone. (ml)

le manifestazioniPresentazione del libro di don Marco Renda e teatralizzazione sulla storia del Santo

FLASH

L’antica chiesa costruita sopra una sorgente d’acqua dolcele celebrazioni a Marsala

dALLA dIoCESI A CoRLEonELa “San Vito” ai funerali di Rizzotto

Una delegazione della Fonda-zione San Vito Onlus ha parte-cipato ai funerali di Stato in

onore di Placido Rizzotto, il sindacalistaucciso dalla mafia nel 1948 per averosato promuovere il movimento conta-dino che chiedeva l’abolizione del latifon-dismo e dei sistemi baronali ad essoconnessi. Della delegazione hanno fattoparte Fabrizio Coppola, Antonino Sam-

martano, Graziella Pedone e don France-sco Fiorino. Per Corleone, il 24 maggio2012 è stato un giorno di festa, ungiorno di vittoria: la vittoria sulla dimen-ticanza, che la mafia di 64 anni fa avevapensato di far calare su quel barbaro de-litto buttando in un precipizio il cadaveredi Rizzotto, uccidendolo così due volte.Ma il tempo ha avuto ragione, ha fattogiustizia: il ritrovamento, pochi mesi fa,dei suoi resti mortali, scientificamente ac-certati, ha risuscitato la sua memoria.(nino sammartano)

MAZARA dEL VALLoConvegno sul dialogo interreligioso

Si è svolto presso l’aula del seminariovescovile di Mazara del Vallo il con-vegno sul dialogo tra Cristianesimo

e Islam, organizzato dall’Ufficio dioce-sano per l’ecumenismo e il dialogo inter-religioso e l’Ufficio Migrantes diretto dadon Vito Calandrino. Ad aprire il conve-gno la recitazione di una poesia sul nostromare e l’esibizione di una danza da partedi alcuni studenti tunisini. ha moderato i

lavori Erina Ferlito, responsabile del-l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo eil dialogo interreligioso. Ospite è stataLella, una signora palermitana, che hasostituito l’Imam di Firenze IzzedinElzir. La relatrice, italiana convertita al-l’Islam, dopo aver ricordato che i mu-sulmani credono in Gesù come profeta,fratello di Maometto, e nella Madonna,ha auspicato una maggiore apertura aldialogo, basato su una maggiore cono-scenza reciproca e sull’abbattimento deipregiudizi. (rosa monteleone)

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Nelle ultime settimane il Papa Bene-detto XVI è stato oggetto delle atten-zioni dei mezzi della comunicazione

sociale per circostanze che hanno fatto ricaderesul successore di Pietro una valanga di critichee di sospetti. Il disagio e l’insofferenza perquanto è stato trasmesso dai media non ha,però, scalfito l’affetto, il rispetto, la devozionee la soalidarietà nei confronti del Vescovo diRoma da parte dei fedeli e degli osservatori im-parziali. Sicuramente stiamo vivendo un mo-mento molto difficile e di grande travagliospirituale ed ecclesiale, dovuto non tanto - onon soltanto - a disegni ostili, di quelli che si èsoliti definire nemici della Chiesa, quantopiuttosto ad iniziative, comportamenti e sceltenon ben ponderati da parte di soggetti operantinelle istituzioni ecclesiastiche. Se, per un verso,questo insieme di cosa richiede un’accurata in-dagine su vicende e connesse responsabilità per-chè sia fatto chiarezza su tutto, per altro versodomanda alle comunità ecclesiali e ai singoli(fedeli laici e ministri sacri) una rinnovata at-testazione di vicinanza solidale e di condivi-sione verso Benedetto XVI. Ci viene offertaun’opportunità provvidenziale nella prossimaGiornata della Carità del Papa, che avrà luogodomenica 24 giugno. Se negli anni scorsi qual-cuno ha accolto con tiepidezza l’invito alla pre-ghiera per il Papa e alla raccolta di fondi persostenere il suo ministero di pastore dellaChiesa universale, con interventi in favoredelle Chiese indigenti, ilk prossimo 24 giugno

non possiamo restare indifferenti, nè lasciarciprendere da reazioni qualunquiste. Ricor-dando la pagina degli Atti degli Apostoli chenarra della preoccupazione e dell’ansia dellaChiesa di Gerusalemme all’arresto di Pietro,liberato prodigiosamente per le preghiera una-nimi ed incessanti di quella comunità (12,5),dobvbiamo essere assemblea orante che sistringe ancora una volta a Pietro, nella personadel suo Successore, per sostenerlo nel serviziopietrino di magistero, di governo, di santifica-zione. Nessuno può esimersi da questa inter-cessione corale, che non può essere scambiataper una prova di compattezza forzata, ma chedeve essere intesa come esperienza di comu-nione, particolarmente necessaria in un conte-sto di sfilacciamento, di appannamento e didebolezza di talune realtà ecclesiastiche. Ac-canto alla preghiera e all’affetto sensibilizzia-moci tutti nella colletta per le opere apostolicheche il Papa promuovere e sostiene nelle diverseChiese sparse per il mondo, ricordando le feli-cissime ed espressive parole di Sant’Ignaziod’Antiochia sulla Chiesa di Roma (e quindisul suo Vescovo), che presiede nella carità allealtre Chiese. Senza la carità effettiva e generosadei fedeli la carità del Papa sarebbe assai limi-tata e non potrebbe rispondere alle numeroserichieste che gli pervengono. Spetta a noi nondeludere sia le attese di tanti nostri fratelli nellafede, sia l’affidamento che il Papa fa alla ge-nerosità di tutti i credenti in Cristo. (monsi-gnor domenico mogavero)

cinquen.11-17giugno2012 www.diocesimazara.itquattro

n.11-17giugno2012www.diocesimazara.it

«La relazione con lo Spirito del Risorto»Le linee guida della Chiesa mazarese

Lescelte

Il Piano pastorale è il progetto nel quale la fedeltà al Vangelo e la comunione sono i due binari su cui far viaggiare una risposta forte di fede alle sfide attuali, con una testimonianza di verità e di beneUna Chiesa locale senza un simile strumento di lavoro è come una imbarcazione senza rotta e senza bussola. Non è pensabile ricominciare da capo ogni anno così da non avere il senso della storia

La preparazione di un nuovo Piano pa-storale ripropone l’interrogativo circala sua opportunità e utilità. In base al

solo riscontro dell’accoglienza che esso riceve,si dovrebbe concludere che pensare, redigeree proporre un Piano è fatica sprecata e tantovarrebbe finalizzare verso altri obiettivi le ri-sorse impiegate. A ben vedere, tuttavia, unaChiesa locale senza un simile strumento di la-voro è come una imbarcazione senza rotta esenza bussola, perché non si può pensare di ri-cominciare da capo ogni anno, con una sortadi eterno inizio che non permette di avere unnecessario senso della storia, o di approntaresolo un calendario di scadenze e di impegni,o una ricetta pastorale. Il Piano pastorale diuna Chiesa è il progetto nel quale la fedeltà alVangelo e la comunione sono i due binari sucui far viaggiare una risposta forte di fede allesfide attuali, con una testimonianza vibrantee credibile di verità e di bene. Per questo nonpossiamo rinunciare al Piano pastorale.Quest’anno metteremo a fuoco la relazione vi-tale con lo Spirito del Risorto, confermandola scelta della conversione pastorale nell’otticadella metodologia di Verona. Il richiamo alloSpirito di Cristo in questa seconda tappa,dopo aver scelto di camminare dietro a Cristo,modello ed esempio, Signore e senso dellavita, ci farà rivolgere l’attenzione alla relazionecon lo Spirito che dona la vita e che configura

a Cristo. La Lettera ai Galati, testo biblico cheaccompagnerà il nostro cammino annuale, ciinterpella tutti sul concetto di libertà e sullesue implicanze. Per Paolo la libertà è la possi-bilità di fare quello che si deve; mentre nellaconcezione corrente libertà è fare quello chesi vuole. Libertà è, allora, farsi servi mediantela carità, secondo il modello di Cristo. Maquesto mutamento di prospettiva non si ot-tiene se non mediante il dono dello Spirito,ricevuto e accolto nel sacramento della Con-fermazione. Esso concorre a configurare inciascuno un originale e maturo modo di es-sere, cristianamente adulto secondo la misuradi Cristo. Liberi perché maturi in Cristo. Inquest’ottica sarà di grande aiuto una mistago-gia del sacramento della cresima, nella qualeriscoprire il dono, la forza, la grazia, la parte-cipazione, la conformazione che lo SpiritoSanto realizza tra noi e il Risorto. Il tutto nellalogica dei cinque ambiti di Verona, rivisitatiattraverso alcune piste di riflessione indivi-duate nell’insegnamento di sant’Agostino,padre mediterraneo della Chiesa. L’anno dellafede ci introdurrà nella memoria del 50° an-niversario di inizio del Vaticano II e del 20°anno dalla pubblicazione del Catechismo dellaChiesa cattolica. Non si tratterà di commemo-razione di circostanza, ma della rivisitazionedi un evento che è stato la grande primaveradella Chiesa del XX secolo.

di monsignor Domenico Mogavero

Lagiornata

Vicinanza spirituale a Benedetto XVInella Giornata della carità del Papa

Il 24 giugno in tutto il mondo preghiera per il successore di Pietro e colletta

In questa foto: la statua di San Vito, in piazza della Re-pubblica a Mazara del Vallo e uno scorcio del palazzo ve-scovile. Nella foto centrale: il Vescovo monsignorDomenico Mogavero (foto Firreri).

Il nuovoPiano pastorale2012-2013

FLASHISCRIZIonI/1Grest nella parrocchia Cristo Re

Sono aperte le iscrizioni perpartecipare al campo Grest

“Il piccolo principe” che si terrànella parrocchia Cristo Re diMazara del Vallo, dal 18 giugnoal 6 luglio. Il campo è riservatoai ragazzi dai 7 ai 12 anni. Ilcontributo è di 15 euro a setti-mana. Le iscrizioni si effettuanomercoledì e venerdì, dalle 16,30alle 18 direttamente in parroc-chia. Informazioni al3408181405.

LE LINEE GUIDA

* Camminare secondo loSpirito, alla scoperta dellavera libertà, secondo laconcezione paolina dilibertà come possibilità difare quello che si deve.

* Riscoperta del sacramentodella cresima, come dono,forza, grazia per esserecristianamente adulti,secondo la misura di Cristo.

* Mediazione del temasecondo la prospettiva deicinque ambiti di Verona.

* Celebrazione dell’annodella fede nel 50° dell’iniziodel Vaticano II e nel 20°anno dalla pubblicazionedel Catechismo della Chiesacattolica.LA

SCHEDA

ISCRIZIonI/2Campo estivo alla casa S. Antonio

Si terrà dall’1 al 5 luglio allacasa Sant’Antonio di Erice

il campo estivo organizzato dalServizio diocesano per la pasto-rale giovanile. La quota di par-tecipazione è di 85 euro,comprensiva di tutto, tranne lespese di viaggio per raggiungereErice. Il campo è riservato ai ra-gazzi dai 14 ai 18 anni. Infor-mazioni si potranno richiederechiamando al 3471517387(Stefania Fiorentino).

MARSALAPranzo della Caritas

Si è tenuto presso lachiesa del Collegio a

Marsala il pranzo pro-mosso dalla Caritas dellachiesa madre di Marsala.A partecipare sono state300 persone. Presenteanche l’assessore comu-nale ai servizi sociali An-tonella Genna. Adallietare il pranzo ilgruppo folkloristico diMatarocco. (maria celi)

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Il Vescovo monsignor Domenico Mogavero è stato intervistato da ungruppo di studenti della scuola “Baldo Bonsignore” di Mazara del Vallo,che hanno partecipato al progetto “Giornalisti si diventa”. Gli studenti

sono stati ricevuti in episcopio e hanno sottoposto al Vescovo domande riguar-danti il suo ministero e la sua vita privata. Ad accompagnare gli allievi è stata ladocente Bice Cangemi. Il progetto è stato seguito dagli allievi: AccomandoSofia Maria, Ambrogio Ignazio Danilo, Asaro Vito, Bianco Gloria, BonannoSalvatore, Bonanno Chiara, Calandrino Greta, Campana Giorgia Maria, Cati-nella Simona, Celestino Marta, Di Natale Marco, Donato Edoardo, FanellaLaura, Ferro Eleonora, Giacalone Maria Grazia, Ingargiola Gaia, Liga MarcoMariano, Molinari Virna, Mondonuovo Alice, Morello Pascal Alessio, Risal-vato Giovanni, Santangelo Marco, Sciuto Anna Rita, Sferlazzo Giovanni (nellafoto insieme al Vescovo, alla docente e al tutor Giacomo Di Girolamo).

sein.11-17giugno2012www.diocesimazara.it

MAZARA dEL VALLoIl Vescovo intervistato dagli alunni della scuola “Baldo Bonsignore”

Fotocronache

Memorie

A fianco dei pescatori mazaresi per difendere i loro dirittiMonsignor Giovanbattista Quinci l’autentico cristiano

In un convegno ricordata la figura di quest’uomo, insigne storico e “Ciantro” , prima dignità dopo il Vescovo nel 1937

Mazara del Vallo ha ricordatomonsignor GiovanbattistaQuinci. E lo ha fatto con

un convegno (su iniziativa del dirigentescolastico Gaetano Calcara e di MarioCaiazzo) durante il quale si è approfon-dita la figura ormai quasi dimenticata diquesto prete che ha dedicato tutta la suavita alla chiesa diocesana e al progressosociale, economico, cristiano della suaamata città. Ma chi era monsignorQuinci? È stato un uomo che ha spa-ziato in attività diversissime tra loro matutte convergenti in una personalità au-tenticamente cristiana. Figlio di una fa-miglia di pescatori -da cui il soprannomeSpaccarrizzi - nasce a Mazara del Vallo il2 aprile 1877. Epoca di rivolgimenti so-ciali che vede anche la non sviluppataMazara del Vallo coinvolta nelle som-mosse dei lavoratori. Quattordicennevarca la porta del seminario distinguen-dosi subito per le doti intellettuali e l’at-titudine allo studio. Non ancora prete èdestinato all’insegnamento della mate-matica al liceo. Per provenienza sociale eper scelta vocazionale sarà sempre vicinoalle classi più umili e metterà a disposi-zione il suo talento intellettivo e il suoministero sacerdotale per la crescita dellamarineria mazarese. Il 22 dicembre1900 il Vescovo Quattrocchi lo ordinapresbitero. Assegnato dapprima al servi-zio della chiesa parrocchiale San Nicolò

in Mazara del Vallo, dove aveva coltivatola sua vocazione, ricoprì presto incarichidi prestigio. Cooptato nel Capitolo dellaCattedrale ne percorse tutti i gradi mi-nisteriali fino a diventare “Ciantro”,prima dignità dopo il Vescovo, nel 1937.Nel contempo fu cancelliere della curiasotto tre Vescovi. Insegnante di dirittocanonico e francese in seminario fino al1931, educatore nelle scuole del popolo,specie nella scuola marittima che fondònel 1927 avvalendosi dell’aiuto del ge-nerale Giulio Ingianni che conobbe du-rante la prima guerra mondiale doveprestò per quattro anni l’opera di cap-pellano militare. Fu presidente dal 1926,e per trent’anni, della locale sezione dellaLega navale, adoperandosi per la siste-mazione del porto canale. Ispettore ono-rario dei monumenti di Mazara delVallo e socio benemerito della Società diStoria patria di Palermo. Si distinse par-ticolarmente nello studio della storiadella Diocesi. Tra le sue molte pubblica-zioni: la poderosa storia del seminario ela monografia sulla Cattedrale. Lo studionon gli impedì l’opera sociale; si deve alui il primo contratto di lavoro per i pe-scatori e la difesa dei loro diritti. Intro-dusse anche l’uso dei motori suipescherecci che trasformò completa-mente i destini della marineria mazaresee trasformò l’economia della città. Morìnel ‘56 pianto come padre della patria.

di don Leo Di Simone In queste tre foto: monsignor Giovanbatti-sta Quinci in diversi momenti significatividella sua vita. (archivio famiglia Quinci)

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Rino Germanà, il poliziotto sopravvissuto alla mafia«Quell’attentato sul lungomare ha cambiato la mia vita»

Nel ‘92 dirigeva il commissariato di Mazara del Vallo: gli spari, il tuffo a mare che l’ha salvato e poi costretto a lasciare la Sicilia

Dottor Rino Germanà, sono passativent’anni dall’attentato nei suoi con-fronti. Cosa ricorda di quel giorno?

«Il ricordo di quel 14 settembre 1992, è nellamia memoria spirituale che si rappresenta ciòche è avvenuto, un agguato alla mia persona, cer-cando di immaginarne il senso umano degli as-salitori. C’è nell’accaduto una manifestazione delmale che passa attraverso una tematizzazione delpassato, come passato, confrontandolo con ilpresente a cui è naturalmente legato. È cambiatala mia vita e quella del mio contorno più caro.La mia famiglia è stata costretta a lasciare Mazaradel Vallo per andare a vivere altrove, lontano,senza volerlo. È stata una scelta imposta dalle cir-costanze che ancora oggi perdurano nel tempo.In quell’attentato, come in tanti altri analoghi,nelle vittime trasuda una sensazione di sorpresa:è accaduto qualcosa di incommensurabile con iritmi del pensiero e con la sua naturale capacitàassimilativa. Il male che si riscontra nell’accadutoè opera degli uomini e si ripete sempre nella sto-ria: l’uomo ancora non ha ancora trovato la viadel bene che invece è semplicemente nel rispettodell’altro che non è un nemico ma un fratello.Quel giorno ho conosciuto tanti fratelli mazaresiche mi hanno soccorso, sostenuto e aiutato sgo-menti e indignati per quello che altri nella gene-ralità anonima avevano appena fatto contro dime».Dottore, lei fu quello che per primo imboccòla pista mafiosa per l’omicidio di Mauro Ro-stagno. Poi non coordinò più quelle indaginiperché la Procura di Trapani l’affidò ai Carabi-nieri. Che effetto le fa sapere che oggi, dopo de-cenni, proprio per quel delitto, si è riaperto ilprocesso?«Nell’omicidio del giornalista-sociologo MauroRostagno, il segno della mano mafiosa, in unaterra dove la criminalità organizzata da sempreserpeggiando vuole porsi come regolatore vio-lento delle dinamiche sociali per fini di arricchi-mento, faceva da sfondo. Io e i mieicollaboratori, tutti, abbiamo saputo intuire ilcontesto criminale dell’accaduto che aveva unasua chiara logica mafiosa. Il vissuto del Rostagnoe il suo impegno nel sociale trapanese costitui-vano una minaccia all’agire mafioso. Il fatto chela valutazione investigativa della Squadra Mobiledi Trapani, all’indomani dell’omicidio, sia statasviluppata ed approfondita dopo decenni nondeve portare ad un senso di scoramento verso leistituzioni che invece sono sempre vigili e pronte

ad affermare e dichiarare la giustizia, in tutti i casia prescindere da qualsiasi appartenenza dicenso».Come è cambiata, secondo lei, la criminalitàmafiosa in questi vent’anni?«La mafia quale struttura criminale qualificatanon è cambiata. Il suo fine è l’arricchimento, farepiccioli, nel contesto della gestione complessivadel potere nel territorio ove essa si annida carsi-camente. I modi di arricchimento sono correlatialle opportunità criminali che le mutevoli con-dizioni socio-economiche offrono a coloro iquali orientano la loro esistenza verso spazi didominio, utilizzando strumenti illeciti intrisi diintimidazioni e violenze anche estreme. Molte-plici sono le manifestazioni dell’agire criminalemafioso ma una sola è l’identità dell’ente mafiache ha regole ferree interne ed esterne. Nella re-altà la mafia si coglie, si apprezza, diventa pre-sente ed incalzante quando si pone nello spaziodei luoghi comuni in maniera plateale, diversa-mente non è percepibile, rimane nell’assolutoanonimato. L a situazione, poi, diventa parados-sale, creando confusione nella gente comune, al-lorquando la mafia, nel settore produttivo dibeni e servizi, assume la veste dell’imprenditore,muovendosi con strumenti leciti impersonali, inparticolare quelli negoziali che ne legittimano,apparentemente, la figura di operatore inseritonel tessuto economico. Al riguardo basti osser-vare le recenti indagini della Questura di Trapaniche hanno consentito alla magistratura di con-fiscare beni per decine di milioni di euro. Indi-viduare, dunque, quelle attività imprenditorialiriferibili all’agire mafioso è un obiettivo strategicodi primaria importanza per il progresso civile esociale della comunità».Lei è un siciliano che è dovuto andar via. Unpoliziotto che oggi vive nel nord Italia ma figliodi questa terra: questo particolare le è statod’aiuto in determinati momenti della sua vitalavorativa?«Il siciliano ha una virtù, la verità dell’ospitalitàdove l’altro non è un nemico ma un amico.Questo atteggiamento esistenziale evidenzia undesiderio di vivere in comunione che trova mi-rabile espressione nel sorriso che illumina il cuoredi chi ci sta di fronte. È questo il sentimento chenutre la mia esistenza e che vivo con passione,esistenza privata che non separo mai dalla miaprofessione in quanto sono due dimensioni in-scindibili come una e unica è la dimensionedell’uomo. Il senso dell’esistenza dell’uomo si

deve affermare non solo con la famiglia o con lepersone a lui più care ma anche col lavoro, conl’ambiente lavorativo che costituisce l’ambito incui si misura lo spirito di solidarietà di ognunodi noi in vista di una comunità dove la dignitàumana sia sempre più crescente».Questa terra diventerà bellissimaerano le paroledel giudice Paolo Borsellino. Ma, secondo lei,per questa Sicilia c’è ancora spazio per speraredi liberarsi dalla criminalità mafiosa? «In Sicilia, come in altre latitudini, il bene c’è edopera. Purtroppo è attivo, serpeggiando, ancheil male, quella forza oscura dell’animo umanoche quando è preponderante lo trasforma in unabisso. La terra di Sicilia è parte della bellezza delcreato sicché i siciliani che sono già in camminonon si fermano perchévivificati dalla bellezzadella loro terra che liospita e questo li spin-gerà a raccogliere in-torno a sé quantiancora non sono riuscitia coglierla». (max firreri)

Rino Germanà, 60 anni, è catanese edè entrato in Polizia nel ‘79. Ha direttola Digos di Enna, la Squadra Mobile diAgrigento e il commissariato di Ma-zara del Vallo prima sul finire deglianni Ottanta e poi nel ‘92, quando fuvittima di un attentato mafioso sullungomare Fata Morgana a Tonnarella(Mazara del Vallo). Ha lavorato pressolo SCO di Roma, la Criminalpol perl’Emilia Romagna. È stato questore diForlì ed è attualmente questore di Pia-cenza.

il personaggio

L’intervista

Nella foto: il questore di Piacenza,Rino Germanà, che è stato ospitedella Fondazione San Vito Onlusa Mazara del Vallo lo scorso 15giugno. (foto Firreri).

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